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24 agosto 2012

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€ 1,20 – Arretrati: € 2,00Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

w w w. i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t

Venerdì 24 agosto 2012 – Anno 4 – n° 200Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Romatel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230

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Elsa Fornero al Meeting: “Troppo bassi gli stipendi delledonne”. E dirlo a Pomigliano davanti a Marchionne?

GRANDI OPERE, MAI PIÙ SENZA

DUE AEROPORTI INUTILIDA 4 MILIARDI DI EURO

Le ultime di Passera per uscire dalla crisi: i costosissimi scali di Viterbo edi Grazzanise (Caserta) per rimpiazzare Ciampino e Capodichino (Napoli)

L’ostile Juventus

di Marco Travaglio

Gentile John Elkann, Le scrivo da appassionato dicalcio, ma soprattutto da juventino che avevaappena smesso di vergognarsi di esserlo dopola dipartita di Moggi & C. grazie allo scandalo di

Calciopoli. Ora, se possibile, gli juventini perbene, chehanno iniziato a tifare ai tempi di Boniperti,Trapattoni, Zoff, Scirea, Gentile, Cabrini, Tardelli,Platini, e anche di Conte, quando la società indossavaun certo “stile”, sono costretti a vergognarsi ancor piùdi prima. Mai infatti, nemmeno negli anni bui diCalciopoli, la Juventus si era spinta a tanto: manipolavaarbitri e campionati, ma non negava alla giustiziasportiva il diritto di fare il suo dovere. Oggi invece Suocugino - il signorino Andrea, che porta il cognomefrancamente eccessivo degli Agnelli - ha trasformato lasocietà in una succursale del Pdl: da mesi insulta laFederazione di cui è uno dei soci più autorevoli edemolisce le regole e le istituzioni della giustiziasportiva, quasi fossero frutto di un complottoplanetario contro la Juve, decise all’insaputa del clubpiù potente d’Italia. Ma non sempre: solo quandodanno torto alla Real Casa. Se la giustizia sportivarespinge i ricorsi per riottenere gli scudetti inquinati edunque revocati, è una congiura e scattano addiritturale denunce civili per risarcimento danni (tanto latremebonda Figc, che per molto meno ha deferitogiocatori e dirigenti di altri club, porge l’altra guancia).Se condanna Conte in primo grado e in appello - fral’altro per vicende cui la Juve, una volta tanto, èestranea - è “caccia alle streghe” o, per dirla conBerlusconte, i giudici sono “t i fo s i ” e “pappa e ciccia”con i testi d’accusa (ma non aveva chiesto dipatteggiare su consiglio dei legali della società? S’è maivisto un innocente che patteggia?). Se invece glijuventini Bonucci e Pepe vengono assolti in entrambi igradi di giudizio, il verdetto è sacrosanto e giustizia èfatta. Che direbbe, se fosse vivo, Gianni Agnelli? Eratutt’altro che una mammoletta. Ma quando Bonipertiusava Moggi come osservatore, non lo faceva entrarein sede: l’Avvocato lo chiamava “il nostro stalliere” emai l’avrebbe promosso non dico direttore generale,ma nemmeno magazziniere. Quando, nel 1980, lasocietà fu coinvolta nello scandalo scommesse per unfamigerato Bologna-Juve, non si ricorda una sola paroladell’Avvocato, di Boniperti giù giù fino alvicemassaggiatore, contro la Figc e i suoi organiinquirenti e giudicanti. E quando la Fiat, come quasitutti i grandi gruppi, fu coinvolta in Tangentopoli,Gianni Agnelli si guardò bene dall’attaccare imagistrati. Anzi disse: “È bene che i magistrati lavorinoserenamente e tranquillamente. Gli scandali è semprebene che vengano a galla. Ritengo importante che sifaccia piena luce e si accertino i fatti. Non credo allemezze misure. In certe situazioni è determinante lachiarezza totale”; “Anche in Fiat si sono verificatialcuni episodi non corretti di commistione con ilsistema politico. Credo sia errato e fuorviante pensareche le indagini della magistratura siano parte di uncomplotto o di oscure manovre politiche”. Si dirà: erapura ipocrisia. Può darsi: ma l’ipocrisia è la tassa che ilvizio paga alla virtù. Ora si evade anche quella.Domani inizia un campionato turbolento che,complice la crisi, potrebbe diventare teatro di violenzee intemperanze fra tifosi. Non crede, gentile Elkann,che sarebbe molto opportuna qualche paroladistensiva dal club campione d’Italia, magari mutuatada quelle dell’Avvocato sui magistrati che devono“lavorare serenamente e tranquillamente”, sugliscandali che “è sempre bene che vengano a galla”senza “mezze misure”, sulle indagini e le sentenze chenon sono “complotti od oscure manovre”? Se il Suofocoso cugino è in grado di pronunciarle, questeparole, tanto meglio. Altrimenti forse è il caso dimetterlo in condizione di non fare altri danni alla fuJuventus. Nell’attesa, e nella speranza, che prima o poiimpari come sta al mondo un Agnelli.

L’APE REGINA x “È sputtanato in tutto il mondo, vuole riscattarsi”

Began: “Silvio depressoè il padre di mio figlio”

Oggi il “Piano crescita” arriva in Consigliodei ministri. La Fornero promette aiuti ai giovani,ma non ci crede nemmeno lei: “Non ci sarannomisure eclatanti”. E rispolvera il “cuneo fiscale”,già fallito con il governo Prodi Cannavò e Tecce pag. 2 z

di Valeria Pacelli

U na trattativa tra Comunione e Liberazione e la Con-gregazione dei frati dell’Immacolata Concezione,

per la spartizione politica della gestione degli ospedaliper metter le mani sui nosocomi dei monaci. pag. 3 z

di Paolo Ziliani e Malcom Pagani

S e dopo la chiamata alle armi di Vinovo da partedi Conte (o meglio “Berlusconte”, che si pre-

senta vittima della giustizia), il presidente federaleAbete uscisse dal suo sarcofago e provasse a sol-lecitare il deferimento della Juventus? pag. 17 z

di Beatrice Borromeo

S ilvio depresso? Di più, èd e p re s s i s s i m o ”, conferma

Sabina Began, la più fedeletra le donne di Berlusconi,con le iniziali del Cavalieretatuate sulla caviglia e la voceche si addolcisce quando nepronuncia il nome. pag. 5 z

nstudi filosofici

Il tesoro di Marotta(300 mila libri)in un capannone

De Carolis pag. 16z

C AT T I V E R I EIl Meeting di Cl archiviaFor migoni.Nella cartella “viaggi”

( w w w. s p i n o z a . i t )

“Lui dice di averefatto piazza pulitadel suo harem,e forse ci crededavvero. Ma che citroverà in tuttequelle subumane?”

FORMIGONI x 180 milioni regalati

Buco dei frati: soldiin cambio di poltrone

nscissionisti

Far West in spiaggia:il tele-camorristaucciso a Terracina

D’Onghia pag. 9z

nletture estive

Racconto di Cechov:“La signoracol cagnolino” - 2

pag. 18 - 19z

Comizio dell’allenatore della Juventus

Conte come Berlusconi:“Vergogna, giudici tifosi”

Qui sopra, Roberto Formigoni. A destra, l’ex presidente di Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini, visto da Mannelli

S TATO - M A F I A

Fli-Idv: “Montiparte civile”

Pdl e Pd in fuga

di Giampiero Calapà

S ull’eventuale costituzione di partecivile del governo nel processo sulla

trattativa Stato-mafia, che inizia il 29 ot-tobre, il fuggi-fuggi dei partiti è quasigenerale. E Palazzo Chigi si prenderàfino all’ultimo secondo utile. pag. 6 z

Sabina Began (FOTO ANSA)

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Quotidiano Regione Basilicata inserto di www.basilicatanet.it

Il Quotidiano della BasilicataLa Gazzetta del Mezzogiorno

Reg. N°268/1999 Tribunale di Potenza. Editore: Regione Basilicata - Via V. Verrastro 6 - 85100 Potenza. Direttore: Giovanni Rivelli - Telefono 0971.668145 - Fax 0971.668155

Una fortissima azione di protesta del governo luca-no in difesa del Tribunale di Melfi ma soprattutto un impegno preciso: assum-ersi l’onere economico di tenere in vita il presi-dio statale. E’, in sintesi, il senso della nuova lettera che il presidente della Re-gione, Vito De Filippo, ha scritto e inviato al ministro della Giustizia, Paola Sev-erino. L’occasione sono alcune preannunciate deroghe da parte del Gov-erno che, salvaguardando taluni presidi giudiziari in altre aree del Mezzogior-no, prefigurerebbero di fatto una plateale discrim-inazione a danno dell’area Nord della Basilicata.Nella missiva al ministro, De Filippo ha anche sot-

tolineato che “Melfi è sede dell’area più industrializ-zata della Basilicata, es-posta più di altre a rischio di infiltrazione malavitosa, come peraltro emerso dal quotidiano e pregevole lavoro portato avanti in questi anni proprio dalla locale Procura della Re-pubblica”.“Non è del resto un caso - ha scritto il presidente della Regione - che Melfi sia sede di un carcere di alta sicurezza, nel quale sono ospitati centinaia di detenuti sottoposti peri-odicamente a interroga-tori per rogatoria presso il Tribunale. In tempi di spending review, sarebbe quanto meno contraddit-torio”.

Anno 2 Numero 165 del 24/08/2012

Giustizia a rischioA PAG. 2

Se ci sono lucani di cui essere orgogliosi, lui ne fa parte: Arturo Petrozza, giovane montese, dopo due lauree qui in Italia, gira il mondo e frequenta un master alla Columbia. Ora ha un prestigioso lavoro alla McKinsey di New York.

Un patrimonio culturale immenso: 300.000 libri, quelli della biblioteca na-poletana dell’Istituto di Studi filosofici di Gerardo Marotta, a rischio sfratto. A tendere una mano allo studioso, il sindaco di Anzi: qui siamo disponibili a custodirli.

Da Montescaglioso Anzi disponibile

Due lauree e il masteralla “Columbia”

A rischio i 300.000volumi di G. Marotta

La lunga stradafino a New York

Al salvataggiodella biblioteca

L’ecosviluppo del Gal “Le macine”

Consorzi di tutelaincontro all’Alsia

Una borsa di studioper Pietro Graziano

Pubblicati bandi per imprese e comuni Per il progetto “Lungo la via Herculia” Ardsu, in memoria del medico condotto

Sostenibilità ambientale Prodotti tipici Medico condotto: figura fondamentale

A PAG. 3 A PAG. 4 A PAG. 4

Ci pensa la RegioneIl presidente De Filippo scrive al ministro Severino per salvare il tribunale di Melfi dalla chiusura annunciata

Pronti a farsi carico con proprie risorse dei maggiori oneri per le casse statali

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Basilicata Mezzogiorno

Per mantenere in vita il tribunale di Melfi siamo disposti anche a pagarci il “di più”. E’ il senso ulti-mo del messaggio che il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, ha inviato al governo.La lettera è stata spedi-ta al ministro della Giu-stizia, Paola Severino. E non è la prima volta che il “governatore” lucano fa pressioni sull’esponente dell’esecutivo nazionale per salvaguardare la strut-tura pubblica.Ma questa volta De Filip-po ha dalla sua una carta fondamentale: la disponi-bilità a caricarsi del peso del tribunale. Viene meno, dunque, la motivazione

principale della chiusura, e cioè la necessità dello Stato di effettuare tagli a ogni livello e settore per risanare le finanze.De Filippo non si è limi-tato però a mettere sul tavolo i fondi regionali. Il presidente della Regione ha anche preannunciato una fortissima azione di protesta del governo luca-no in difesa del Tribunale di Melfi, alla luce di alcune preannunciate deroghe da parte del governo. Queste eccezioni da parte del Consiglio dei ministri, infatti, salvaguardando ta-luni presidi giudiziari in al-tre aree del Mezzogiorno, prefigurerebbero di fatto una plateale discrimina-

zione a danno dell’area nord della Basilicata.C’è da considerare anche una questione di merito: la zona di competenza del palazzo di giustizia di Mel-fi è ad alto rischio mafioso, come i magistrati hanno più volte scoperto. Nella lettera al ministro, infatti, De Filippo ha anche sot-tolineato: “Melfi è sede dell’area più industrializ-zata della Basilicata, espo-sta più di altre a rischio di infiltrazione malavitosa, come peraltro emerso dal quotidiano e pregevole lavoro portato avanti in questi anni proprio dalla locale Procura della Re-pubblica”.“Non è del resto un caso

- ha aggiunto - che Melfi sia sede di un carcere di alta sicurezza, nel quale sono ospitati centinaia di detenuti sottoposti pe-riodicamente a interroga-tori per rogatoria presso il tribunale. In tempi di spending review, sarebbe quanto meno contrad-dittorio se i risparmi rive-nienti dalla soppressione del presidio giudiziario di Melfi risultassero di molto inferiori ai maggiori co-sti che invece la pubblica amministrazione sarebbe costretta a sobbarcarsi per effettuare presso il Tribunale di Potenza quel-le medesime operazione che oggi quotidianamen-te vengono espletate a

Melfi”, ha rimarcato il pre-sidente della Regione.Queste dunque le mo-tivazioni alla base della protesta del presidente. De Filippo al ministro Se-verino: “Non possiamo accettare a cuor leggero un provvedimento che, nel Mezzogiorno, rischia di penalizzare solo la Ba-silicata. La mia Regione non si è mai tirata indie-tro quando si è trattato di rispondere ai bisogni del Paese, mettendo a di-sposizione dell’economia nazionale le proprie risor-se naturali. Ci aspettiamo che di questa solidarietà, mai venuta meno in Basi-licata, si tenga oggi conto in un momento difficile

nella vita del nostro Paese, partendo dal presupposto che la Regione, ove venis-se chiamata a contribuire dal punto di vista econo-mico, è pronta a farsi cari-co dei maggiori oneri che la eventuale deroga a fa-vore del tribunale di Melfi imporrebbe alle finanze nazionali”.Infine, un pensiero ai po-litici lucani impegnati a Roma: “Sono certo che gli stessi parlamentari lu-cani troveranno il modo, nelle sedi a ciò deputate, per sostenere l’istanza avanzata dalla Regione, nell’ambito di un corale impegno a cui nessuno può sottrarsi per il bene della Basilicata”. (bm3)

La mia terra non si è mai tirata indietro quando si è trattato di rispondere ai bisogni del PaeseCi aspettiamo che di questa solidarietà, mai venuta meno in Basilicata, si tenga oggi conto”

Tribunale, paga la RegionePronti a farsi carico degli oneri che la deroga a favore imporrebbe alle casse statali

Il presidente De Filippo scrive al ministro Severino sull’annunciato taglio del Palazzo di Giustizia di Melfi

PAG. 224.08.2012 N. 165

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www.fse.basilicata.itwww.regione.basilicata.it

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Basilicata Mezzogiorno

Senza trascurare la biodi-versità alimentare e la sfe-ra culturale, il Gruppo di azione locale “Le macine” continua ad investire nel-la sostenibilità ambien-tale, come dimostrano i due bandi pubblicati di recente. Il primo è rivolto alle imprese agricole, ar-tigianali e turistiche ed è finalizzato all’innovazione dei processi produttivi in

termini di risparmio sia energetico che idrico, an-che al fine di conseguire la certificazione in linea con lo standard internazionale Iso 14001 o altre attesta-zioni di qualità volonta-rie. La misura è stata pro-grammata in convenzione con l’Api (Associazione delle piccole e medie im-prese). Il secondo, invece, è stato promosso in colla-borazione con l’Università degli studi della Basilicata ed è indirizzato ai tredici comuni del comprensorio che intendono proporre interventi eco-compa-tibili, utili per ottenere l’ambito riconoscimento Emas (Eco management and audit scheme), stru-

mento creato dalla Co-munità europea al qua-le possono aderire enti pubblici e organizzazioni private per valutare e mi-gliorare le proprie presta-zioni. Poi, attraverso una dichiarazione ambientale esaustiva e trasparente si forniscono informazioni preziose sulle varie attivi-tà ai tanti soggetti interes-sati del territorio.

Interessanti anche i per-corsi intrapresi sia per la certificazione dei crediti di carbonio, ai sensi del Protocollo di Kyoto – en-trato in vigore il 16 feb-braio 2005 allo scopo di scongiurare il continuo ri-scaldamento del pianeta – che della gestione foresta-le, coerentemente con il Programma per il ricono-scimento di schemi nazio-nali di certificazione fore-stale (Pefc), che riguarderà 4700 ettari dei complessi-vi 27.000 del Parco regio-nale di Gallipoli Cognato – Piccole dolomiti lucane. Una procedura di verifica periodica e collaudata, condotta da un organi-smo indipendente, garan-

tirà una gestione boschiva rispondente a determinati requisiti di sostenibilità. Alla cartellonistica turisti-ca, inoltre, verrà inserito il sistema multimediale QR Code (Quick read code), il codice a barre bidimen-sionale che consentirà ai visitatori di leggere, trami-te un semplice smartpho-ne, contenuti aggiornati relativi ai luoghi. Il Gal “Le macine” ha soste-nuto le iniziative del Parco letterario “Carlo Levi” di Aliano e i progetti legati allo scrittore di Tricarico, Rocco Scotellaro. Ad ar-ricchire i progetti in cor-so, le visite didattiche tra natura e cultura destinate agli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado. Un impegno significativo, infine, è sta-to profuso nella valoriz-zazione dei prodotti eno-gastronomici di qualità: l’olio extra-vergine di oliva maiatica, in attesa del ri-conoscimento Dop (De-nominazione di origine protetta), il grano cappelli e il miele, oppure l’oliva infornata di Ferrandina e il pezzente della mon-tagna materana, inseriti nei presidi Slow Food, istituiti con l’obiettivo di preservare le produzioni eccellenti che rischiano di scomparire. (bm9)

Una grande attenzione è rivolta alle produzioni agrolimentariche rischiano persino di scomparire

Mettere le aziende nella condizionedi poter innovarei diversi processi

Gli obiettivi:

Accompagnare i centri interessatinel viaggioche porta all’Emas

Gestire 4.700 ettari dell’area protettasecondo lo schemaproposto dal Pefc

Un territorio “certificato”Pubblicati due bandi rivolti alle imprese e ai tredici comuni dell’area

La sostenibilità ambientale al centro dei diversi progetti intrapresi dal Gruppo di azione locale “Le macine”

Alla cartellonistica del parco regionaleverrà inseritoil nuovo sistema “Quick read code”per orientarei tanti visitatorinel viaggio istruttivo

A breve l’adesionealle linee guidatracciate a Kyoto per limitareil riscaldamentodel nostro pianetaanche attraversoi crediti di carbonio

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Basilicata Mezzogiorno

La figura del medico con-dotto, spesso circondata da un alone di leggenda e da storie tramandate da generazioni, rivive con intensità nell’istituzione della borsa di studio inti-tolata al dottor Pietro Gra-ziano di San Fele. E’ stato infatti firmato l’accordo ad hoc.All’incontro, nella sede dell’Ardsu (l’Azienda per il diritto allo studio uni-versitario), erano presenti i familiari della famiglia Graziano e diverse perso-nalità del campo medico, universitario e politico di livello locale e nazionale. A porre la propria sigla in calce al documento, il presidente dell’Ardsu Arduino Severino Lo Spi-noso e la professoressa Agnese Graziano, figlia del medico. Si realizza in questo modo la volontà della stessa professoressa Agnese di donare un fon-do per istituire la borsa di studio dedicata agli stu-denti universitari merite-voli residenti a San Fele.Dal canto suo, l’Ardsu pub-blicherà a breve il bando con le modalità di acces-so alla borsa di studio. Lospinoso ha ricordato la figura di Pietro Graziano ringraziando al contempo la figlia Agnese, da tempo emigrata all’estero, perché il suo gesto è un atto di efficace generosità in un

momento di grave crisi.Agnese Graziano ha ag-giunto: “Mio padre ha svolto l’attività di medico condotto dal 1958 al 1988 e, successivamente, di medico di famiglia fino al 1993, interessandosi sem-pre e con viva passione di studi letterari, storici e musicali perché riteneva che l’intelligenza umana coltivata, stimolata e in-coraggiata a esprimersi, potesse veramente fare molto per la crescita in-dividuale e collettiva: ha sempre creduto nella cul-

tura come mezzo privile-giato di elevazione sociale e morale”. Enrico Mazzeo Cicchetti, presidente dell’Ordine dei medici, ha posto al centro dell’attenzione la significatività della vita di Pietro Graziano rilevan-do il ruolo fondamentale svolto dalla sua famiglia, in particolare la moglie: “L’insegnamento e l’attua-lità di Pietro Graziano - ha spiegato - sta nell’aver saputo far convivere, con grande senso di responsa-bilità e di umana consape-

volezza, il saper fare del buon medico e del bravo professionista con il saper essere ed il saper affron-tare propri della persona che ascolta, empatizza, si immedesima, considera e affianca il cittadino che chiede il suo aiuto (medi-co e umano) – in un mo-mento di grande difficoltà per la sua salute e la sua serenità”. Il vicesindaco di San Fele, Adriano Fasanella, ha au-spicato che il progetto sia divulgato fra i lucani nel mondo. (bm3)

Ardsu, borsa di studioper “il” dottore di S. FeleFirmato l’accordo con la famiglia per l’istituzione di un finanziamentoagli studi intitolato a Pietro Graziano e destinato ai più meritevoli

L’ingresso dell’Ardsu

Dal ConsiglioMoratoria petrolioAutilio (Idv)

Al primo Consiglio dei ministri dopo la pausa feriale, interamente dedicato alla crescita, il ministro dello Svi-luppo economico, Corrado Passera, metterà le carte in tavola e ufficializzerà il suo pacchetto di misure per l’energia che sarà il primo vero e proprio banco di pro-va della moratoria sulla ricerca petrolifera decisa dal Consiglio regionale della Basilicata”. E’ quanto sostiene il capogruppo di IdV Antonio Autilio, per il quale “non a caso il presidente Antonio Di Pietro ha definito Passera il “ministro trivellatore” perché l’esponente del governo Monti non ha fatto alcun mistero di voler moltiplicare le trivellazioni alla ricerca del petrolio e tagliare i fondi per la ricerca sulle rinnovabili”.

ScuoleNapoli (Pdl)

“Il nuovo anno scolastico è alle porte e le problematiche si ripropongono in tutta la loro drammaticità”. E’ quanto sostiene il consigliere regionale del Pdl, Michele Napoli, evidenziando che “l’amministrazione comunale poten-tina ha dichiarato che si sta adoperando per garantire il trasporto scolastico e il servizio mensa in tempi rapidi, trascurando una serie di altre situazioni che creano disa-

gio e preoccupazione. Il riferimento va all’agibilità del-le scuole e agli interventi di edilizia scolastica urgenti, mai posti in essere”. Secondo Napoli l’amministrazione evrebbe dovuto realizzare una mappatura e un piano di interventi da mettere in atto nei mesi estivi.

CarburantiMattia (Pdl)

“Gli automobilisti lucani stanno toccando con il proprio portafoglio quello che continuiamo a considerare i man-cati benefici della produzione di petrolio in Basilicata. Il caro-carburanti si tradurrà in una stangata da 769 euro l’anno per i cittadini e in un ulteriore appesantimento del tasso di inflazione”. E’ quanto afferma il consigliere regionale del Pdl Franco Mattia per il quale “per questo, prima di prendere le distanze dalla moratoria sulla ricer-ca petrolifera come ha fatto di recente un senatore della provincia di Matera del mio partito, è più utile adoperar-si anche in Parlamento, come noi faremo in Consiglio, perché la moratoria ottenga i risultati auspicati”.

Ospedale di VenosaMollica (Mpa)

“La Regione Basilicata ha riorganizzato la rete ospeda-liera stabilendo che, a partire dal 2012, l’attività per acu-

ti non sarebbe stata più possibile svolgerla, fra tanti, nel presidio ‘San Francesco’ di Venosa, pertanto alcune spe-cialità riconducibili agli acuti dovranno essere spostate presso l’ospedale di Melfi. E’ da far notare, però, che allo stato attuale, chiusi tutti i posti per acuti, la struttura di Venosa sembra un deserto. Della riconversione dei 97 posti letto complessivi previsti per la lungodegenza e delle attività ambulatoriali specialistiche non ci sono tracce”. Ad affermarlo il Consigliere regionale del grup-po Mpa Francesco Mollica, il quale rende noto di aver presentato sulla questione una interrogazione.

Bando danni nevicate Rosa (Pdl)

“Che solerzia dimostra a volte la burocrazia regionale. Anche in piena estate, nel mezzo di agosto, ha pubbli-cato un bando per correre in aiuto agli operatori agricoli che hanno subito danni in seguito alle abbondanti nevi-cate del 2012. Infatti, sul sito istituzionale della Regione Basilicata è apparso un avviso che richiama la D.G.R n. 1071 del 07.08.2012 per consentire di produrre le do-mande al fine di ottenere il risarcimento”. A dichiararlo il consigliere regionale del Pdl, Gianni Rosa, il quale ha sottolineato che “sarebbe stato consi-gliabile stabilire un termine di presentazione delle do-mande più lungo”. (bm9)

Riunione per condividere le linee d’azione: riconoscimento e adeguamento, incentivo alla certificazione, sinergia tra produttori

La riunione con tutti i Consorzi di Tutela e Valoriz-zazione dei prodotti a Dop, Igp e Doc ricadenti nel territorio provinciale, svoltosi ieri, è stata una delle tappe principali dell’iter del progetto “Lungo la Via Herculia: tra storia e sapori”. L’iniziativa è promossa dalla Provincia di Potenza e dall’Alsia (Agenzia luca-na di sviluppo e innovazione in agricoltura) nella cui sede si è svolto l’incontro.L’obiettivo è sostenere le produzioni agroalimentari tipiche. I consorzi hanno condiviso le linee d’azione che i due enti metteranno in atto. Si tratta dei consozri del Pe-corino di Filiano Dop e del Canestrato di Moliterno Igp, dell’Olio Dop Vulture, dei vini Doc Terre dell’Al-ta Val d’Agri, Grottino di Roccanova e Aglianico del Vulture, della Melanzana Rossa di Rotonda Dop, dei Fagioli di Sarconi Igp e Bianchi Dop di Rotonda, e del Peperone di Senise Igp. La prima linea d’azione riguarda il riconoscimento e l’adeguamento dei Consorzi stessi al ministero del-le Politiche agricole, che esige determinati adempi-menti burocratici e organizzativi. La seconda riguar-da invece l’incentivo alla certificazione, che da alcuni anni, complice la crisi economica, le aziende produt-trici stanno trascurando, abbandonando il sistema dei prodotti a marchio europeo, con conseguente calo delle produzioni a denominazione di origine. Infine, l’azione finalizzata all’aggregazione tra i pro-duttori, intesa come sinergia tra i Consorzi: tutti in-fatti dovranno collaborare alla realizzazione di una piattaforma logistica per la vendita dei prodotti a marchio. (bm3)

Prodotti tipici lucani

I Consorzi di tutela s’incontrano lungo la Via Herculia

PAG. 424.08.2012 N. 165

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Basilicata MezzogiornoEstratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 24.08.2012 PAG. 5

Venerdì 24 agosto 2012IV I

Sveva, è caccia a una Punto biancaL’auto è stata ripresa da una telecamera in una stazione di servizio della Poten z a - Me l fi

BASILICATA NOIRMISTERIOSA MORTE NEL VULTURE

FABIO AMENDOLARA

l I carabinieri stanno cercandouna Fiat Punto bianca. Sveva Taffara,la ragazza di Settimo Piemontese,trovata senza vita in un pozzo aBarile, è scesa da una Punto bianca inuna stazione di servizio sulla stradaPotenza-Melfi. I carabinieri hannoacquisito i filmati delle telecamere acircuito chiuso della stazione di ser-v i z i o.

Sveva è riconoscibile. Non è statopossibile invece risalire alla targadell’auto che in tutti i fotogrammirisulta illeggibile. Sveva potrebbe es-sere arrivata in sul posto in cui ha

trovato la morte con un passaggio. DaCesena, luogo in cui l’avrebbe ac-compagnata il fidanzato, invece disalire su un tre-no per Torinopare che ne ab-bia preso unoper Foggia.

Anche se i ca-rabinieri nonhanno trovatobiglietti tra glieffetti personalidi Sveva. La ra-gazza aveva con sé pochi soldi epotrebbe essere salita senza pagare

Alla stazione di Foggia potrebbe

poi aver chiesto un passaggio a qual-cuno - il sospetto è che sia salita sullaPunto bianca - fino a Barile. L’azienda

agricola che si ètrasfor matanella scena delcrimine è infat-ti a meno di unch i l o m e t rodall’uscita «Gi-nestra-Barile».Le immagini vi-deo acquisitedai carabinieri

risalgono al 6 agosto (ed è moltoprobabile che la ragazza sia arrivataa Barile proprio quel giorno). Sveva è

alla cassa. Attende il suo turno. Poi sirivolge verso un uomo con la camiciaa righe, l’autista di un autobus - che icarabinieri hanno identificato e sen-tito - si infila una mano nella tasca deipantaloni, tira fuori una moneta e laconsegna al suo interlocutore. Laragazza alla cassa, sentita dai ca-rabinieri, ha confermato di ricordarela ragazza. E ha aggiunto di avernotato che aveva un’espressione tri-ste e che «le lacrime le giravano negliocchi». L’autista della Fiat Punto,invece, non ha ancora un nome. Icarabinieri sperano di rintracciarloper chiarire l’arrivo di Sveva a Ba-r i l e.

COME È ARRIVATA A BARILE?La ragazza di Settimo Torinese è arrivatasulla Ginestra-Barile con un passaggiomolto probabilmente già il 6 agosto

IL VIDEO DELL’AU TO G R I L LSveva è alla cassa e parla con un uomo conla camicia a righe. Poi estrae una monetadalla tasca e la consegna al suo interlocutore

IL GIALLO DI BARILE

Tocca al fratello Kevin riconoscere la salmaArriva a Rionero assistito da uno psicologoBreve incontro con il pm Arminio e con i carabinieri. Poi riparte per il Piemon te

l Con un abbraccio lo psi-cologo che l’ha accompagnato aRionero cerca di dargli corag-gio. Ma Kevin, il fratello di Sve-va Taffara, la ragazza trovatanuda e senza vita nel pozzo aBarile, si dispera. Deve affron-tare un esame difficile: ricono-scere ufficialmente la salma disua sorella. Piange. Si stringe latesta tra le mani. Fuma una si-garetta per allentare la tensione.Poi entra nell’obitorio del Crob.E urla. «È mia sorella», dirà aicarabinieri che entrano con luie nella camera mortuaria. C’èanche il pubblico ministero di

Melfi, Renato Arminio, titolaredell’inchiesta. Kevin incontreràsua sorella Sveva per l’ultimavolta. E sarà anche uno dei suoiincontri più brevi. Perché alledieci è prevista l’autopsia. Il dot-tor Stefano D’Errico e la suaequipe dell’Università di Foggiasono già in ospedale. L’esameautoptico comincia appena esceKevin. I medici lavorano per unpaio d’ore sul corpo di Sveva.«Esami istologici». Ma anche«tossicologici». Lo ha disposto ilpm per non lasciare alcuna zonad’ombra. I medici hanno prele-vato le unghie di Sveva, apparse

molto danneggiate. Un aspettoche già a prima vista, sosten-gono gli investigatori, confer-merebbe alcuni rilievi effettuatidai carabinieri nel pozzo di Ba-rile, dove erano evidenti i segnilasciati dalle unghie di Svevasulle pareti. Ma non sono emersitraumi o segni di violenza. Ke-vin riparte in mattinata, dallastazione di Melfi. Lo accompa-gnano lì i carabinieri. Era statolui a denunciare la scomparsadella sorella. Secondo la segna-lazione giunta a suo tempo dallacompagnia carabinieri di Chi-vasso (Torino) a quella di Cer-

via-Milano Marittima (Raven-na), Sveva non avrebbe mai rag-giunto la località rivierasca ro-magnola. Il 9 agosto ai carabi-nieri di Chivasso aveva riferitoche la sorella si era allontanatada casa per trascorrere una va-canza a Milano Marittima al do-micilio del fidanzato, senza peròmai esservi arrivata. Avevainoltre riferito che Sveva soffri-va di crisi depressive e che già inpassato aveva manifestato in-tenzioni autolesioniste. Soffrivadi una patologia psichica che laportava ad avere frequenti sbal-zi d’umore. [fab. ame.]

«Non ci sonosegni evidentidi violenzasessuale»

l Niente violenza sessuale.Niente traumi interni. L’anatomo -patologo Stefano D’Er ricodell’Università di Foggia ha esclu-so con certezza soltanto che ladonna sia stata uccisa con un attoviolento. Il cadavere - che è statoper giorni nell’acqua - infatti nonpresenta lesioni agli organi in-ter ni.

I graffi verticali sulle pareti delpozzo, lasciati molto probabilmen-te dalle unghie di Sveva, prove-rebbero che la ragazza non è finitanel pozzo da morta. Ma che eraancora viva e cercava di salvarsi.Resta da capire se ci sia finitainvolontariamente o se ci è stataspinta da qualcuno. Questo perònon compete all’anatomopatolo go.Che dovrà stabilire, invece, se laragazza aveva assunto droghe osostanza alcoliche.

I risultati non arriveranno intempi ristretti. Il pool di peritiincaricati dalla Procura di effet-tuare l’autopsia dovranno cercaredi stabilire anche la data più vi-cina al decesso. [f. a.]

A N ATO M O PATO LO G O D’Errico [f. Vece]

AU TO P S I AQui a fiancoKevin, il fratellodi Sveva, conlo psicologo. Adestra lastazionecarabinieri diBarile. In bassoa sinistra ilmaresciallo DiNoi e il pmArminio. Adestra unmazzo di fioriper Sveva [fotoTony Vece]

BASILICATA PRIMO PIANO

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Basilicata MezzogiornoEstratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 24.08.2012 PAG. 6

Venerdì 24 agosto 2012VI IPOTENZA CITTÀ

RIONE SAN ROCCOPERIFERIA DIMENTICATA

C O N T R A S TOModerne costruzioni, non ancoraultimate, affiancate a «catapecchie»lasciate all’incuria del tempo

EMERGENZAServe subito un risanamento dal punto divista igienico-sanitario. Finiti in naftalinaprogetti di riqualificazione

LE CASETTE, ABITATE FINO AL 1980, POTEVANO COSTITUIRE UN FIORE ALL’OCCHIELLO

Due palazzi non ultimatinel borgo «fantasma»

l Simbolo dell’abbandono, ilBorgo di San Rocco, meglio co-nosciuto come Rione Cinese,prova a rinascere dalle sue ma-cerie con risultati però poco in-cora g gianti.

U n’unica attività artigianalee due palazzi nuovi di zecca, non

ancora ultimati, sono le soleprove dell’esistenza di un borgofantasma. Abitate fino al 1980esistono ancora, in condizionipessime, le basse costruzioniche avrebbero potuto costituireanche un fiore all’occhiello delcomune di Potenza. Tutti peròsi sono dimenticati di questoangolo, o hanno fatto finta did i m e n t i c a r s e n e.

Sono anni, infatti, che si pro-va a parlare della riqualifica-zione di via Sinni, via princi-pale del borgo, ma di atti praticinemmeno l’ombra. Il risultato èun manto stradale fatiscente e

pericoli di ogni tipo. Il decorourbano non esiste in quest’a re ae le condizioni igienico sanita-rie non sono da meno. Eppure, equesto è un dato che fa rabbri-vidire, si parla di piena zonac e n t r a l e.

La lunga salita di via Sinni èinfatti trafficata tanto da auto-mobili che da pedoni. È un col-legamento veloce tra San Roccoe via Manhes a duecento metridalla centralissima piazza Bo-naventura. Inconcepibile dun-que la scelta di non sistemareuna volta per tutte l’a re a .

Un tentativo nel passato fu

fatto. Si voleva inserire l’a re anel piano particolareggiato cheincludeva il centro storico. Pia-no di riqualificazione risalenteal 1999 con cui anche il quar-tiere cinese avrebbe potuto ri-veder la luce. Peccato però che ilpiano non fu mai approvato el’ipotesi di ricostruzione fu ab-

bandonata del tutto. Singoli in-terventi di privati hanno fattoin modo che nella zona sorges-sero, al posto di alcune costru-zioni fatiscenti, due palazzi. Si èattinto dai fondi per il terremo-to ma in realtà non esiste alcundisegno particolare. O meglio, ildisegno sarebbe anche esistito

ma nessuno ne ha voluto tenerconto lasciando che l’interaarea cadesse in rovina e che gliinterventi fossero frutto del gu-sto estetico di privati piuttostoche pensare ad un decoro spe-cifico per una zona che comun-que ha rappresentato un pezzodi storia della città. [em. fer.]

CANTIERITra via Agri evia Tiera, alrione SamRocco, casenuove incostruzione efabbricati instato didegrado eabbandono

Il «quartiere cinese»sprofondato nell’oblìo

EMANUELA FERRARA

l Nuovo e vecchio in un connubioimperfetto che fa rabbrividire quanti sitrovano ad «ammirare» il singolare ac-costamento. Tra la chiesa di San Roccoed il centro storico, salendo per via Ace-renza, c’è un non-quartiere del capoluo-go potentino che reclama giustizia. Ilcosiddetto quartiere cinese, abbandona-to decenni fa, vede la sua riqualifica-zione andare non a rilento, ma addi-rittura nell’immobilismo totale.

Tra due cantieri di altrettanti edificimessi in costruzione, regna il degradopiù assoluto. Strada inenarrabile, pienadi buche e pericoli da ogni parte, fab-bricati mezzi distrutti che raccontano laPotenza di una volta e senso di sporcoovunque. Questo è quello che resta di unpezzo della nostra città spopolato neltristemente famoso terremoto del 1980.

Da allora di tempo ne è passato e disoluzioni se ne sono anche cercate perprovare a riqualificare una zona che sitrova in pieno centro cittadino. Le so-luzioni trovate sono poche o addiritturanulle visti i risultati. Due palazzoni stan-no nascendo. Nulla di più. Le modernecostruzioni, non ancora ultimate, af-fiancate a «catapecchie» lasciate all’in -curia del tempo, si fanno quasi beffadella storia rappresentata da questo pic-colo quartiere.

Solitamente si è molto attenti alle zonecentrali della città, vetrine assolute diun capoluogo regionale. In questo caso,però, la vicinanza del quartiere cinese alcentro storico non ha rappresentato nes-sun pregio. Possibile tenere ancora inpiedi simili rovine a ridosso della TorreGuevara? Possibile che nessuno si rendaconto che quel pezzo di città deve essererecuperato? Diverse le interrogazioni,

anche nel mondo politico, sulla sorte diquesto angolo cittadino. Nulle o poco piùle risposte. Il quartiere cinese, ancoroggi, rappresenta un vero scempio ur-banistico e il suo risanamento, anche dalpunto di vista strettamente igienico sa-nitario, dovrebbe essere un obbligo daassolvere quanto prima.

Di parole ne sono state pronunciatecentinaia ma la loro efficacia si è tra-mutata in un’unica azione, la costru-zione di due edifici. Interventi di privatihanno fatto si che nel Borgo di San Rocconascessero due palazzi, la cui fine lavoriera prevista nel novembre 2011, che nul-la riescono a fare per porre rimedio as-soluto al problema anzi, nella loro cor-nice fresca e nuova, riescono solo a di-mostrare quanto sia grave la situazionein quest’angolo di città che sembra es-sere stato dimenticato dal resto del mon-d o.

LO SCENARIOIl degrado più assoluto regna

tra due cantieri: fabbricatidistrutti e strade piene di buche

Il particolareProgetto abbandonato

Demolizione e sostituzione. Co-struzioni di tre piani che tenesseroconto della vecchia impostazione.Un nuovo piccolo quartiere in cui re-cuperare quanto si poteva recupe-rare e sostituire senza stravolgerequanto invece era decisamente inu-tilizzabile. Progetto serio ed impor-tante previsto per il quartiere cinesedel Borgo di San Rocco. Disegnoabbandonato per motivi non parti-colarmente noti. Un piano particola-reggiato che comprendesse l’interocentro storico, borgo compreso, fuscritto e presentato ma mai appro-vato. Bisognava concepire soluzioniottimali di recupero ed, invece, ciòche rimane sono solo idee. Nulla èstato messo in atto e tra la fatiscenzadelle strutture e del manto stradalecresce l’indignazione popolare. Peraltre zone della città, lamentano i cit-tadini, molto è stato fatto. Per ilquartiere cinese solo il nulla. Solol’edilizia privata sta provando a rida-re lustro a quest’area, ma senza undisegno comune è difficile operaremantenendo intatto il decoro urba-nistico che dovrebbe regnare sovra-no in ogni zona della città, a mag-gior ragione in zone così centrali.

B A R AC C H E Cosa resta delle casette abitate fino al 1980 [servizio fotografico di Tony Vece]

TETTI Coperture sfondate

E R B AC C E Abbandono

RIFIUTI Una pattumiera

DEGRADO Una giungla

La città sembraessersi dimenticata

di quest’angolo e deiprogetti di recupero

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Basilicata MezzogiornoEstratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 24.08.2012 PAG. 7

Venerdì 24 agosto 2012 I XI

TRE STORIE DIVERSEDUE DI SUCCESSO, MA ALL’ESTERO

Che fatica farsi largo a New Yorkda Montescaglioso a McKinseyDopo due lauree e vari diplomi il salto decisivo in Usa alla Columbia University

CARMELA COSENTINO

l Ha giocato d’azzardo. Ha saputo ri-schiare e alla fine si è guadagnato un postotra i piani alti dei grattacieli di New Yorklavorando come consulente alla McKinsey&Company agenzia leader mondiale diconsulenza e management. Ma la stradache ha dovuto affrontare Arturo Petrozza,trentenne nato e cresciuto a Montescaglio-so, non è stata delle più semplici, soprat-tutto se si considera il percorso di studi.

Dopo la maturità conseguita al Liceoscientifico “D. Alighieri” di Matera, Pe-trozza si trasferisce a Milano dove si laureaa pieni voti in Ingegneria gestionale al Po-litecnico di Milano. Il suo percorso di for-mazione non termina qui. Petrozza con-segue una seconda Laurea in Ingegneriagestionale questa volta al Politecnico diTorino e un Diploma all’Alta Scuola Po-litecnica dove accedono solo i 150 miglioristudenti di ingegneria dei Politecnici diMilano e Torino. Partecipa al progetto Era-smus e trascorre un anno alla ChalmersUniversity of Technology di Goteborg inSvezia . Nel 2006 grazie a un programmainternazionale per neolaureati lavora per

Ibm e subito dopo lavora per la sede mi-lanese della Roland Berger, società di con-sulenza strategica tedesca. Nel 2010 si tra-sferisce a New York per frequentare allaColumbia University il prestigioso Masterin Business Administration (Mba), un pas-saggio quasi obbligato per chi ha il sogno didiventare dirigente. La decisione di volare

alla volta di New York non è stata facile. «Lasocietà per cui stavo lavorando, la RolandBerger - racconta Petrozza alla Gazz etta -avrebbe coperto le spese per frequentare unMaster in Europa. Posto di fronte a unbivio, ho fatto la mia scelta, ho deciso diandare a New York e di provarci, avreiaperto anche un mutuo pur di frequentare

quel master. Non è stato necessario, perchésono riuscito a vincere una borsa di stu-dio».

Alla fine del corso che è durato 18 mesi,Petrozza ha ricevuto tre offerte di lavoro,tra queste una dalla McKinsey. Oggi Pe-trozza è un consulente di strategie azien-dali e il suo lavoro oltre che a New York dovec’è la sede della società, lo porta a spostarsiin tutto il mondo per seguire i clienti. «Ilmio lavoro - spiega - consiste nel seguirequei clienti che si rivolgono alla McKinseyquando devono maturare scelte strategi-che, operative e organizzative fondamen-tali per lo sviluppo dell’azienda. Viene adot-tato un approccio al problem solving strut-turato, prendendo in considerazione tutti ipunti di vista e le possibili alternative, ana-lizzandole in profondità prima di procederealla proposta finale. Ultimamente ho par-tecipato a un progetto che è durato tre mesie che ha riguardato il riassetto globale diu n’importante azienda farmaceutica chemi ha portato a spostarmi tra Roma, Lon-dra e Toronto». L’obiettivo di Petrozza èdiventare un giorno leader di un’aziendaitaliana multinazionale. Strada lunga, maper le sue capacità del tutto praticabile.

NEW YORK La sede di McKinsey &Company, agenzia leader mondiale di consulenza e management

ARTURO PETROZZA Alla Columbia University si è specializzato in business administration

«Montescaglioso mi mancaquando posso torno sempre»

l Arturo Petrozza vive a Manhattan,dove lavora alla McKinsey società dacui provengono, solo per citarne al-cuni, il banchiere Alessandro Profumoattuale presidente della Banca Montedei Paschi di Siena, già amministratoredelegato del gruppoUnicredit, il mi-nistro allo Sviluppo economico Cor-rado Passera, Paolo Scaroni, ammi-nistratore delegato di Eni SpA. Le suegiornate sono intense, una corsa cheinizia alle 7 del mattino e va avanti traincontri e riunioni che si prolunganofino a notte fonda. Ma nel fine set-timana, quando non è in giro per ilmondo, Petrozza riesce a dedicare unpo’ di tempo ai suoi interessi. «Neltempo libero - racconta - vado a correrea Central Park e la sera invito i mieiamici a cena. Sono tutti ragazzi ingamba che lavorano nel settore della

finanza e della consulenza. Ogni tantousciamo per trascorrere una seratadiversa, e in una di queste occasioni miè capitato di assistere al concerto diJovanotti. Eravamo solo 40 in quel bare mi sembrava di stare a casa. Mon-tescaglioso mi manca e quando possoritorno per vedere la mia famiglia e imiei amici». [c.cos.]

A R T U TOPETROZZACon la polofuori daipanni delmanager.

ORA VIVE NEL CUORE DELLA «GRANDE MELA, A MANHATTAN

VIVE TRA MILANO E SHANGHAI SPICCATA LA SUA PROPENSIONE PROGETTUALE VERSO L’HIGH DESIGN

Pietro Gaeta, l’architettoche firma i telefoni Swatch

MICHELE PIZZILLO

l Si chiamava «A casa David». Èstato tra i concept architettonicipiù vistati all’ultimo affollatissimodopo salone del mobile, a Milano. Arealizzare questa casa espressionespinta del concetto di benessere, unarchitetto di Matera, Pietro Gae-ta. Ma, come si dice, di stanza aMilano e a Shangai. Si, perché ilprogettista e designer materano, 51anni, dopo la laurea conseguita aFirenze, ha iniziato la carrieraprofessionale come assistente delrinnovatore del design italiano,Alessandro Mendini, collaboran-do a vari progetti di architettura,design di interni e design indu-striali tra Italia, Europa ed Asia.Per citare qualche nome, l’olandeseGrowinger museum, la piazza diToyama in Giappone, il Centre

George Pompidou a Parigi. La fir-ma di Gaeta appare anche suglioggetti di Alessi, Glas, Interflex,Colombostyle e Swatch. Per il co-losso svizzero Gaeta ha progettatola collezione di telefoni e segreterietelefoniche Twintam e Twinphoneche oggi sono addirittura oggetti diculto per originalità e funziona-lità.

Tra un soggiorno in Cina e l’ate -lier di sperimentazione ubicato nelcuore creativo e multiculturale del-la metropoli lombarda, dove è im-pegnato ad affrontare le diversescale progettuali, dall’a rch i t e t t u r aall’interior design, fino all’indu -strial design e insieme a suoi col-laboratori a sviluppare progetti enuovi prodotti per le aziende dellequali è direttore artistico, spessoGuida trova anche per il tempo peru n’immersione in terra lucana. Do-

ve l’abbiamo intercettato in questigiorni, senza svelarci l’ubicazioneprecisa. Non per snobismo. Soloperché questo talentuoso architet-to preferisce far parlare le sueopere. O meglio, le sue idee, come“A casa di David”. Un concept cheipotizza un ambiente senza confini,non quelli che caratterizzanou n’abitazione tradizionale e, diceGaeta: «Abbiamo immaginato unabitante che vive questo spazio eattraverso lui siamo arrivati allafigura simbolo della cultura ar-tistica italiana. Il David di Mi-chelangelo - spiega l’artista ma-terano -. Ma con il nostro Davidcontemporaneo, che preferisce spa-zi comunicanti, senza pareti e por-te che li dividono: solo alcunedifferenze di quota che ne sot-tolineano le diverse aree e ne en-fatizzano l’aspetto scenico». Insom-

ma «un inedito incontro di arrediinconsueti espressione di soluzioniartigianali e tecnologiche conce-pite per far vivere al visitatoreu n’esperienza che coinvolge la sfe-ra emotiva». E quindi, una nuovaforma di attenzione alla sosteni-bilità attraverso l’utilizzo di ma-teriali ecologici, ricorso al rispar-mio energetico, valorizzazionedell’artigianato altamente specia-lizzato e propensione progettualeverso l’high design. Questa la mis-sione di Pietro Gaeta.

PIETROG U I DAL’architettomaterano vivetra Milanoe Shanghai.Spiccata la suapropensioneprogettualenei confrontidell’high design.

LA LETTERA UN AMARO SFOGO

«Così hopersol’aziendanei Sassi»

l «Sono io il povero Cristo,così mi hanno definito, io cheavevo creduto nella mia città.Ma non mi nascondo, è non hopaura di gridare la mia rabbia».Ha scritto una lettera aperta in-viata al sindaco, agli assessori eai consiglieri comunali, contanto d’indirizzo e numero ditelefono. Mario Scalcione, que-sto il so nome, 50 anni, è furente,ma solo fino a qualche anno faera l’entusiasmo fatto persona.Stava andando bene a Bolognanel settore della ristorazione.Poi, afferrò al volo la possibilitàdi aprire una sua attività a Ma-tera, nel cuore dei rioni Sassi, inpiazza San Pietro Caveoso, inuna delle proprietà confiscatesecondo quanto dispone la leggesui beni del mafiosi. E bbe co-raggio, ma non abbastanza for-za, questo è quello che lasciaintendere, per scalare una mon-tagna grande come quella diuna burocrazia incurante dellevicende del singolo cittadino.

«Spett. sindaco, assessori,consiglieri, Il sottoscritto MarioScalcione, disoccupato, padre didue figlie di 11 e 7 anni; sono il”pazzo lucido”, il coraggioso chenel 2002 ha chiesto ed ottenutodal Tribunale di Matera i localiper avviare un’azienda nei Sas-si. Sono quel professionista delcampo delle attività turisticheacquisite con lo studio, con annidi lavoro in Italia e all’e s t e ro,solo con le proprie forze eco-nomiche e professionali era riu-scito dove in pochi si erano ci-mentati, perchè il bene in que-stione senza nessuna racco-mandazione, rea da anni abban-donato. Per quale ragione? Per-chè la mia era una delle pocheaziende a livello nazionale sot-toposta alla legge n. 109 del 1996,quella della confisca ai beni deimafiosi. Ero in attivo, ho creatolavoro, sviluppo culturale pa-gando un regolare canone di cir-ca 1.100 euro al fondo destinatoalle vittime della Mafia. Io sonoquel povero Cristo che è dovutoandare via per fare posto ad al-tri. Perchè?».

Amaro il finale della missivadi Scalcione, che chiede giusti-zia. «Lascio alla vostra coscien-za il giudizio, la strada da per-correre, e alla mia rabbia, leazioni da intraprendere».

MATERA CITTÀ

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Basilicata MezzogiornoEstratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 24.08.2012 PAG. 8

22 Venerdì 24 agosto 2012

IL PERSONAGGIO

Cutro (Psi): «Per la Basilicata sarebbe anche una grande opportunità di lavor o»

«Subito un tavolo per il trasferimento»

Sfratto per i circa 300.000 volumi dell’istituto studi filosofici di Napoli, curati dall’avvocato di origine lucana

Salviamo la biblioteca di MarottaL’appello del sindaco di Anzi e di Simonetti: «Pronti a ospitare questo patrimonio»

Gerardo Marotta. In basso in un’altra immagine

Dalla Legge alla Filosofia

L’associazione ha annunciato il dietro-front. I motivi saranno spiegati il 27 agosto

“Ennesima” rinuncia alla terza edizioneUna delleiniziative di“EnnesimaPotenza”, lawinteredition delloscorso anno

Potenza

NON c’è limite allo scempioche, ogni giorno, il nostroPaese infligge alla cultura.Quando non ci sono soldi erisorse, infatti, non si pensache la cultura possa essereun punto di forza. Al contra-rio, si tratta il nostro immen-so patrimonio culturale co-me una zavorra di cui libe-rarsi. Ed è quello che sta ac-cadendo anche con la gran-de biblioteca dell'Istituto ita-liano degli Studi Filosofici diNapoli, diretta da GerardoMarotta, avvocato napoleta-no ma di origini lucane.

Marotta, che dopo avermesso su la biblioteca, havenduto tutti i suoi beni di fa-miglia e contratto numerosidebiti per salvare i preziosivolumi, ora non ce la fa più apagare l’affitto dei costosi lo-cali che, finora, hanno ospi-tato l’istituto.E i300mila te-sti conservati, finoa oggi, inlocali di fortuna nei pressi diPalazzo Serra di Cassano invia Monte di Dio a Napoli,vengono trasferiti in questigiorni nella provincia parte-nopea, fuori dalla disponibi-lità di studenti e ricercatorianche perché l'Istituto nonriceve più fondi dal Governoenon è ingrado di sostenereulteriori fitti mentre la deli-bera della Regione Campa-nia per la realizzazione diuna biblioteca adhoc ancoranon è stata attuata.

«A noi lo Stato a tagliatotutti i fondi - accusa Marottaa differenza di quanto avve-nuto per altri istituti cultu-rali che hanno subito taglidel 10 o del 20 per cento neifinanziamenti». Nel corsodegli anni, la biblioteca del-l'Istituto è diventata un veroe proprio punto di riferi-mento del pensiero scientifi-co e filosofico napoletano. Siparla di edizioni originali diBenedetto Croce, GiordanoBruno e altri giganti delpensiero italiano ed euro-peo. Trecentomila volumi,cuore della biblioteca dell'I-

stituto Italiano per gli Studifilosofici di Napoli, ora desti-nati ad un deposito di Caso-ria.

Marotta ripercorre congrande amarezza la storia,illustre, dell'Istituto. Quellostesso Istituto, ricorda, che«l'Unesco, nel 1993 nel rap-porto sulla filosofia disseche non aveva pari al mondo.Qui abbiamo tutto quelloche serve ai giovani - dice an-cora Marotta - per recupera-re la memoria del Mezzo-giorno che è perduta».

E per non disperdere que-sto immenso patrimonio,che scendono in campo i lu-cani. Il sindaco di Anzi, Gio-vanni Petruzzi (paese di ori-gine di Marotta), esprimen-do la sua solidarietà all’avvo -cato, dà la sua disponibilità aospitare i volumi. «Se doves-sero persistere sordità e in-sensibilità delle istituzionicampane rispetto alle attivi-tà del prestigioso Istituto

guidato da Marotta - scrivein una nota - il Comune diAnzi è sin d'ora disponibile aospitare gratuitamente al-l'interno dell'antico e sugge-stivo Palazzo Comunale “LaFenice” il patrimonio libra-rio del prof. Marotta, assu-mendosene tutti gli onerigestionali».

E chiede un pronto inter-vento della Basilicata anchePietro Simonetti, presidentedel Centro studi economici esociali. «La grande bibliote-ca dell'Istituto Filosofico Ita-liano diretto dall'avvocato

Gerardo Marotta è stata tra-sferita in capannone di Ca-soria. Proponiamo al gran-de intellettuale l’ospitalitàin Basilicata. La grande bi-blioteca, a causa dello sfrattointimato per le sedi della cit-tà partenopea, sono in via ditrasferimento presso un ca-pannone di Casoria. La Basi-licata conosce le attività del-l'stituto Filosofico per le nu-merose iniziative culturali edi ricerca svoltesi in regionenegli anni scorsi anche conscuole estive. L'attività del-l'Istituto, di livello mondia-

le, va salvata e rilanciata nel-l'interesse della cultura e inparticolare del Mezzogiornoche altrimenti perderebbeuno dei grandi centri di ri-cerca e di studio. Proponia-mo al presidente della Giun-ta regionale Vito De Filippocheconosce bene l'attività e igrandi sacrifici, anche per-sonali di Gerardo Marotta,di lavorare con le Regionimeridionali per trovare unasoluzione per la sopravvi-venza dell'Istituto Filosoficoe della sua enorme e impor-tante biblioteca (trecentomi-

la volumi con migliaia di te-sti antichi e rari) non esclu-dendo la richiesta a Marottadi trovare un sito in Basilica-ta. Ce ne sono molto inutiliz-zati o parzialmente comeVilla Nitti a Maratea oppurea Matera (sarebbe un buonsegnale per lacandidatura acapitale europea) o in altricentri della regione. Non la-sciamo morire una grandeistituzione culturale, ancheottenendo l'impegno del mi-nistro Barca e con l'utilizzodei prossimi fondi comuni-tario 2013/20».

LAUREATO in giurisprudenza conil massimo dei voti all'Universitàdegli Studi di Napoli "Federico II",Marotta si interessò presto di sto-ria, letteratura e filosofia, avvici-nandosi dapprima all'Istituto Ita-liano per gli Studi Storici fondato daBenedetto Croce, poi fondando l'as-sociazione Cultura Nuova che di-resse fino al 1953 organizzandomanifestazioni e conferenze rivolteai giovani che richiamarono tutte lepiù grandi personalità della cultu-ra Italiana.

Nel 1975, incoraggiato dagli au-spici dell'allora presidente dell'Ac-cademia nazionale dei Lincei Enri-co Cerulli, di Elena Croce, figlia delcelebre filosofo, di Pietro Piovani eGiovanni Pugliese Carratelli, fondòa Napoli l'Istituto Italiano per gliStudi Filosofici, del quale è tuttorapresidente.

Per i suoi importantissimi appor-ti al mondo della filosofia e della cul-tura in generale ha avuto numero-sissimi riconoscimenti da centri diricerca e di formazione di rilievo in-ternazionale. Gliè stataconferita lalaurea ad honorem in Filosofia dal-l'Università di Bielefeld, dall'Uni-versità Erasmo di Rotterdam, dallaSorbona di Parigi e dalla SecondaUniversità di Napoli, e in Pedagogiadall'Università degli Studi di Urbi-no. Ha ricevuto, inoltre, la Medagliad'oro per i benemeriti della culturaed il Diplomad'onore del Parlamen-to Europeo per l'opera svolta in fa-vore della cultura europea. All'Isti-tuto Italiano pergli StudiFilosoficiè stato conferito, inoltre, nell'aulamagna dell'Università di Roma, ilPrix International pour la Paix. Jac-ques Mühlethaler per l'attività svol-ta a favore della pace fra i popoli.

«L’INVITO del sindaco di Anzi a ospi-tare nel Palazzo comunale uno dei pa-trimoni culturali più grandi del Mez-zogiorno,quello presidentedell’Isti -tuto per gli studi filosofici “GerardoMarotta”, va raccolto e sostenuto».Lo dichiara il segretario provincialedel Psi di Potenza, Donato Cutro.

«Disperdere un patrimonio di tre-centomila volumi è davvero unospreco culturale che non possiamopermetterci. Come socialista e comecittadino diAnzi –afferma Cutro- mipiace ricordare che il prof. GerardoMarotta è nativo di Anzi, a cui è legatocome testimonia la sua frequentazio-ne in paese. Il mio invito è che la Re-gione Basilicata non si faccia sfuggi-re una occasione come questa e metta

a disposizione dei lucani e non solodei Lucani una sede per non perdereun pezzo di patrimonio inestimabi-le». Infine Cutro invita l’assessore re-gionale alla Cultura Viti e quello pro-vinciale alla Cultura Pietrantuono a«convocare un tavolo con ammini-stratoridel Comunedi Anzi, rappre-sentanti di Ministero Beni Culturalie Biblioteca Nazionale di Potenza perindividuare la soluzione più idoneaalla migliore fruibilità del patrimo-nio librario del prof. Marotta in mododa far diventare la sede un presidioculturale internazionale edi studi fi-losofici. Un presidio – conclude - chediventerebbe anche l’opportunità dilavoro qualificato per bibliotecari egiovani laureati lucani».

QUEST’ANNO non ci sarà la terza edi-zione di “Ennesima Potenza”, l’inizia -tiva che puntava alla rivitalizzazionedel centro storicodel capoluogo. L'as-sociazione culturale Ennesima Po-tenza, infatti, ha annunciato una con-ferenza stampa per spiegare in detta-glio le ragioni che hanno impeditol'organizzazione e la realizzazionedella terza edizione di Ennesima Po-tenza, evento diffuso che si sarebbedovuto realizzare in tutto il CentroStoricodella città diPotenzanelpros-simo fine settimana. «Non ci aspetta-vamo tanta attenzione - spiega MarioGuarente, presidente di EnnesimaPotenza - ma nel momento in cui ab-biamo divulgato la notizia che nonavremmo organizzato l'edizione esti-va 2012 di Ennesima, sono stati dav-vero in tanti a chiederci le motivazio-ni. E poiché esse affondano le loro ra-dici in una attenta e critica analisi so-ciale, intendiamo mettere al correntela città delle reali cause che ci hannospinto a dover rinunciare ad un even-

to così bello e tanto atteso dall'interacomunità, nonostante la nostra in-tenzione a volerlo realizzare e nono-stante la macchinaorganizzativa fos-se già partita». La conferenza si terrà

lunedì 27 agosto alle 10, presso la se-de operativa dell'associazione in viaIsca del Pioppo snc, nel palazzo dellapizzeria Mozart, accanto all'Iper Fu-tura.

A san Luca Brancariunione operativa

RIUNIONE operativa a SanLuca Branca tra l’assessorealla Protezione civile NicolaLovallo, funzionari dell’Uf -ficio Protezione civile, la Po-lizia Locale e le associazionidi Volontariato per verifica-re e risolvere le ultimi pro-blematiche in vista della 24/aedizione del festival nazio-nale di arte pirotecnica "Fuo-chi sul Basento", trofeo Ma-donna delle Grazie, in pro-gramma in località San LucaBranca, sabato 1 settembrecon inizio alle ore 20.30, unevento di grande valenza cheogni anno richiama 30/40mila presenze con 150 pul-lman da tutta Italia. L’Am -ministrazione sta provve-dendo ad effettuare inter-venti tesia migliorare lavia-bilità e la percorribilità dellestrade nei pressi della con-

trada. Sabato primo settem-bre a cominciare dalle 15, sa-rà predispostoun servizioingrado di far sistemare i vei-coli lungo la strada d’acces -so alla contrada potentina,alle 18.00 il traffico in in-gresso sarà fermato e co-mincerà un servizio di na-vetta istituito da Cotrab, trala zona industriale di Poten-za e la contrada. Sarà presen-te una ambulanza della Cro-ce Rossa nella contrada e cir-ca 100 volontari delle asso-ciazioni con dodici moduliantincendio. I volontari sa-ranno presenti lungo tuttoperimetro dell’area interes-sata all’evento pirotecnicoper presidiare eventuali fo-colai di incendio. Prevista labonificadei terreni limitrofiallazona dell’evento pirotec-nico.

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Basilicata MezzogiornoEstratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 24.08.2012 PAG. 9

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L’AMARCORD LA SEGNALAZIONE

Melfi E’ scomparso Pasqualino Quaranta noto in città per i suoi presepi

Una vita per il volontariatoPasqualinoQuaranta. Adestra ilmodellinodel duomo diMelfi da luirealizzato

Melfi la palestra comunale è inutilizzabile a causa del parquet sollevato

Stop alle attività sportiveLa rabbia del presidente dell’associazione di volley “Pallandia”

“San Francesco” di VenosaMollica: «Ospedale svuotato»

VENOSA - Il consigliere regionaledell’Mpa,FrancoMollica, tornaallacari-ca in merito alla questione dell’ospedalediVenosa (nella foto) che,a seguitodellariorganizzazione della rete ospedalieralucana, che di fatto non èpiù un presidio per acutispostando tutto nel noso-comio di Melfi.

«Chiusi tutti i posti peracuti - ha detto Mollica - allostato attuale l'ospedale diVenosa sembra un deserto.Della riconversione, dei 97posti letto complessivi pre-visti per la lungodegenza,delle attivitàambulatorialispecialistiche non c’è trac-cia».

Già in passato l’esponen -te regionale dell’Mpa avevachiesto «di mettere in cam-po una seria concertazione con le partiinteressate, quasi prevedendo come unchiaroveggente ciò che oggi accade. Perdare in un futuro risposte concrete allarichiesta di assistenza dell'intera comu-nità venosina e del Vulture alto Bradano,avevo inviato proposte di riconversione edi utilizzo della struttura del San France-

sco nella rete dei servizi sanitari regiona-li chiedendo altresì di vincolare fondispecifici a tali operazioni, preoccupatodalla considerazione che i finanziamen-ti, data l'eseguità degli stessi, sarebbero

certamente stati assorbitiper garantire l'assistenzaagli ammalati acuti e perl'emergenza, lasciando difatto senza finanziamentile altre attività previstepresso le strutture inter-medie».

Occorre «visto il falli-mento fin qui registrato»che vengano adottati dallaRegione e dalla Azienda sa-nitaria locale tutti gli attinecessari a rendere con-creti « i contenuti previstidal recentePiano sanitarioRegionale approvato e dar

avvio alla messa in essere di tutte le atti-vità previste nell'Ospedale distrettuale elogicamente in queste condizioni il 118deve essere rafforzato sul territorio e nonpuò permettersi errori».

Mollica ha anche fatto sapere di averepresentato un’interrogazione in meritoall’assessore regionale alla Sanità.

Melfi - Nella palestra comunale di Melfi, conl’imminente arrivo di settembre, non si posso-no iniziare le attività sportive perché il caldodi questi giorni ha fatto spostare ben 5 fasce diparquet e «visto che non ci sono soldi la pale-stra resta chiusa».

Questa è la risposta ricevuta «dall'ufficiotecnico del Comune di Melfi - riferisce conrammarico VincenzoUrbino della societàsportiva, “Pallandia diPallavolo”, che a set-tembre doveva ripren-dere gli allenamenticon centinaiadi ragaz-zi».

«Siamo all'ennesimabeffa - continua Urbi-no, puntualmente,ogni anno, come al soli-to,non possiamoparti-re con gli allenamentiper i suddetti motivi.Sono andato personal-mente a verificare nel-la palestra comunale esecondo meci vuoleso-lo un giorno per ripri-stinare il tutto». In-somma se l’amministrazione comunale nonha i soldi «non c’è problema siamo disposti apagare noi».

La cosa importante è «chele ragazze, i bam-bini, i genitori faccianoattività sportiva epoici lamentiamo che a Melfi non si fa niente, lagente va’nei paesi limotrofi, alle 9 non c’è gen-te per strada», afferma Letizia.

Questo «perché non vi è una consulta spor-

tiva secondo me - afferma Urbino - se vi fosseuna consulta, tutto questo non sarebbe acca-duto.

Ma lo sanno questi signori che noi societàsportive abbiamo delle scadenze di campiona-ti? Se non iniziamo a settembre gli allenamen-ti come facciamo a sapere quante squadre pos-siamo iscrivere ai campionati federali? Ma lo

sanno che noi società to-gliamo giovani da quel-le che sono le devianze ti-piche di quest'età (delin-quenza, droga, alcoli-smo .) e li portiamo in pa-lestra a fare sport, a so-cializzare con gli altri,ad avere rispetto deglialtri». Insomma questodisinteresse è «per noiuna mancanza di rispet-to nei confrontidelle so-cietà sportive».

E così le domande:«Caro assessore alloSport, caro sndaco checosa dobbiamo fare perpraticare sport a Melfi?Ci date voi una soluzio-ne?Per4 striscedi finto

parquet non si apre una palestra».«Sentire che non ci sono i soldi - riferisce An-

tonio Mossucca, un genitore, è a dir poco scan-daloso, dateci la palestra i soldi li mettiamonoi».

«Il primo settembre gli allenamenti li verre-mo a fare al Comune», ha concluso concludeUrbino.

Lorenzo Zolfo

L’interno della palestra comunale durante dellasocietà sportiva “Pallandia di Pallavolo”

Acer enza Otto ex amici dell'Istituto tecnico commerciale hanno deciso di rincontrarsi

Rimpatriata tra studenti dopo 39 anniACERENZA - Otto ex studentidell'Istituto tecnico commercialee per geometri “Leonardo da Vin-ci” di Potenza, della sezione stac-catadi Acerenza (accanto una fo-to d’epoca), frequentata nell'an-no scolastico 1973-74, ben 39 an-ni fa, si sono ritrovati attorno aun tavolo per ricordare i vecchitempi trascorsi tra i banchi scola-stici. A fare da cornice il ristoran-te “La loggia del monaco” di Ace-renza.

Otto alunni della classe 3 A: Fi-lomena DiBono, RosettaVenosa,Antonia Cillis, Filomena Lucen-te, Antonietta Saluzzi, Canio Fo-renza, Nicola Lipori e Angelo DiVito. E’ stato un piacevole ritro-varsi dopo 39 anni.

l.z.

Melfi, i vicoli del centroutilizzati come bagni

A MELFI, pro-prio nei pressidi piazza Duo-mo, salottobuono della cit-tà, purtroppo ivicoli (nella fo-to uno di que-sti) vengonoutilizzati comebagni a cieloaperto comegabinetto. Il de-grado maggio-re si notanel vi-colo che si tro-va sul lato sini-stro di PalazzoDonadoni, se-de di mostre econvegni.

MELFI - Scomparso a MelfiPasqualino (per tuttiPasqua-le) Quaranta, che aveva fattodel volontariato, soprattuttoteso alla promozione turisticadella città, la ragione della suavita.

Tecnico di laboratorio in va-rie scuole, oggi in pensione, siera sempre distinto per svol-gere il suo lavoro con partico-lare impegno.

Addirittura in un istituto inprovincia di Foggia, scoppia-to un incendio riusciva a do-marlo, gettandosi fra le fiam-me chestavano peravvolgerele aule della scuola. Intensa lasua opera, in ultimo, presso ilGasparrini di Melfi per il rior-dino e il ripristino del ricco eantico patrimonio scientificodella scuola el'allestimento diapposito museo.

Ma dove aveva profuso apiene mani la sua attività èstato nella Pro Loco di Melfi.All'attività di contabile, meti-coloso e pignolo sino all'ecces-so, univa quella di una polie-drica manualità.

Stupendi i suoi presepi aiquali dava movimento conmille inventive.

E quando il suo compito èstato interrotto l'amarezza èstata grandee quasi adire an-cora della sua valenza si è datoalla realizzazione di modelliniin legno dei monumenti diMelfi, eseguiti con estremaperizia, nelle sue intenzionida esporre in una mostra.

Un'ultima prova del parti-colare legame alla città e del-l'operato diPasquale, voltoal-la sua promozione.

Franco Cacciatore

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Moliter no In due a volto scoperto hanno fatto irruzione nel negozio del consigliere Latorraca

Gioielleria rapinata in pieno giornoDopo avere immobilizzato la commessa hanno portato via ori e preziosi

Lagonegr o Beccati con Hashish, marijuana ed ecstasy

Una vacanza da sballoTre giovani denunciati

Angela Latorraca

Sarconi, in fiammela pineta di contrada

Sant’Antonio

Sergio Zavolo insignito del “Premio Maratea” alla carriera

SARCONI - Fortunatamente senza con-seguenze l'incendio sviluppatosi nellatarda serata di mercoledì in contradaSant'Antonio. Ci sono volute circa dueore prima che i volontari della locale se-zionedella Protezionecivile riuscisseroaspegnere le fiamme divampate lo scorsomercoledì nelle immediate vicinanze delcentro abitato.

Erano circa le 23 quando improvvisa-mente ha preso fuoco uno dei pini, altocirca quindici metri, che si trovano nellapineta.

Il caso ha voluto che non lontano fossein corso l'esibizione di un gruppo musica-le e che, oltre ai numerosi spettatori, fos-sero presenti per servizio anche elementidella locale sezione della Protezione civi-le. All'accorgersi dell'accaduto decine dipersone si sono immediatamente recatesulposto, con ivolontari dellaprotezionecivile che immediatamente hanno attiva-to il modulo antincendio in dotazione.

Il timore era che le fiamme si propagas-sero agli altri alberi della pineta, con con-seguenze a dir poco disastrose considera-to che la stessa confina con una chiesa econ un complesso di palazzine dell'Atercomposto da ben diciotto appartamenti.Il pino in questione, inoltre, è posizionatovicinissimo alla cabina dell'Enel a servi-zio dello stesso complesso edilizio. Nellazona, inoltre, insistono numerose altreabitazioni abbastanza vicine alla pineta.

Le fiamme hanno avuto vita facile gra-zie alla resina presente sull'albero, ma illavoro dei volontari,ha fatto si chenon sipropagassero alle piante circostanti. Acompletare il lavoro cihanno pensatopoii Vigili del fuoco, che hanno domato lefiamme presenti ancora solo sulla cimadell'albero ed hanno messo in sicurezzal'area. Intanto, vista l'ora e la temperatu-ra abbastanza fresca della serata, si è par-lato di un possibile dolo.

Gerardo Tempone

Maratea Il sindaco Di Trana si congratula con Colangelo per gli eventi organizzati

Un’estate che ha conquistato la “Scena”

LAGONEGRO - In vacanza con la provvista di droga.Denunciati perdetenzione ai fini di spaccio, considera-to che il quantitativo di stupefacente andava ben oltre“l'uso personale”.

La Procura della Repubblica di Lagonegro contestala mancanza di autorizzazione e quindi l’illecita deten-zione di sostanza stupefacente che, per il suo quantita-tivo e per le modalità di occultamento, appare destinataad un uso non esclusivamente personale.

Hashish, marijuana ed ecstasy, questo tre giovani, dietà compresa tra i 33 e i 37 anni, avevano messo in va-ligia per la villeggiatura. Era normale “avere la scorta”devono aver pensato i tre giovani di Napoli, PollenaTrocchia e San Miniato intenzionati a divertirsi neigiorni da trascorrere lontano da casa. La provvista pe-rò non era costituita da generi di prima necessità, bensìdi sostanza stupefacente. Il viaggio era filato liscio maappena raggiunta l'uscita di Lagonegro Nord per av-viarsi verso le località di mare, sono incappati in un nor-male controllo. I tre, R.R. di Napoli, G.M. di PollenaTrocchia e S.F. di san Miniato sono così stati denunciatiper detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacen-te.

e.m.

Lagonegr o Condannato l’uomo di 82 anni trovato in possesso di due fucili

Una passione gli costa la condanna

MOLITERNO - Rapina in piena gior-no ieri mattina alla gioielleria “Gino”deifratelliLatorraca (Angelaèconsi-gliere del Pd alla Provincia di Poten-za).

Furto che ha destato molto stuporenel centro valligano per l'orario in cuisi è consumato e poi perché il negoziodei Latorraca è situato in un' arteriache si trova poco distante dal centrocittadino e particolarmente trafficatanelmese diagostodaveicoli epassan-ti.

A compiere la rapina due giovaniche hanno agito a viso scoperto e si so-no mossi secondo una strategia sicu-ramente ben studiata.

Infatti a entrare nella gioielleria èstato prima uno dei due complici cheha immobilizzato la giovane commes-sa M.A. e poi ha fatto irruzione l'altro.

Indisturbati i rapitori hanno porta-to via una consistente refurtiva dipreziosi - ancora non si conosce il va-lore del bottino - e una volta fuori dallocale sono fuggiti su una Lybra sta-tion wagon, risultata rubata il giornoprima a Polla.

A dare l'allarme del furto è stata lastessa giovane commessa che è riu-scita anche a prendere la targa del-l'auto in fuga.

Alle forze dell'ordine la ragazza haraccontato, tra l'altro, che uno dei dueladri l'ha subito conosciuto perchéqualche giorno prima era stato nelnegozio.

I proprietari della gioielleria “Gi -no” hanno espresso rammarico e di-spiacere per i momenti di paura vis-suti dalla loro dipendente, ricordan-do che in trent'anni di attività - a parteun piccolo furto subito nel 1985 - unfatto così grave non era mai capito.

mi.ma.

MARATEA - «Quest'amministra-zione comunale ritiene in linea diprincipio non più rinviabile la scel-ta di affidare stabilmente ad unadirezione artistica l'allestimentodel cartellone estivo e in tal sensonon abbiamo ragione per esprime-re insoddisfazione alcuna rispettoall'operato di Gennaro Colangelo».A parlare è il sindaco Mario Di Tra-ni. Il suo è un giudizio chiaro e la-pidario. Così come altrettantochiaro lo è in riferimento alle per-formance offerte dai tanti giovaniartisti lucani «che - afferma - nonpossono essere scambiate per unasorta di corrida tra dilettanti allosbaraglio. Per i nostri talenti esibi-tisi al fianco di Fioretta Mari e di al-tri nomi illustri della musica italia-na queste occasioni potrebbero tra-sformarsi in una ghiotta opportu-nità per il loro futuro». Giunti or-mai quasi alla conclusione dellemanifestazioni inserite nel cartel-lone estivo “MarateaScena” orga -nizzato e diretto con grande pro-fessionalità dal Colangelo è oppor-tuno tracciare un primo bilanciosu quanto è stato realizzato e quan-to ancora potrebbe essere fatto percollocare su posizioni sempre piùelevate Maratea e il suo splendidoterritorio nelle sfere della monda-nità e nei circuiti turistici elitarinazionali ed esteri.

«Siamo partiti l'anno scorso -spiega Gennaro Colangelo - con unprogramma triennale basato inprimaistanza sull'esigenzadirivi-talizzare il territorio. Come disse il

sindaco l'anno scorso durante laconferenza-stampa tenuta a Romac'era bisogno di ridare nuova luceall'immagine sfocata di questa cit-tadina. Nel 2011 abbiamo lavoratoin questa direzione attraverso ilcoinvolgimento delle associazioni,la valorizzazione dei giovani talen-ti lucani affiancati accanto a grossinomi della cultura e dello spettaco-lo e il ripristino ad alto livello delPremio Maratea che non si tenevapiù da anni. Durante quest'estateabbiamo pensato a rafforzare l'im-magine in previsione di un 2013progettato per i grandi eventi. ColFestival “Sound of Live” abbiamoportato Toll Ayres, il maggior im-presario internazionale amico diJoe Cocker e il presidente dei disco-grafici italian Lombardi. Entram-bi sono stati qui per verificare seMaratea è inseribile a pieno titolonei circuiti pop rock. La risposta ègiunta immediatamente ed è statapositiva perché a loro giudizio esi-stono in loco tutte le qualità territo-riali e artistiche». Capitolo Bassa-ni. «Come scrittore può piacere onon piacere ma non possiamo ne-gare - chiosa Colangelo - che siauno tra i più grandi scrittori del Se-condo Novecento ed è un nomemolto conosciuto in America e nelmondo. Intanto siamo riusciti adavere negli spazi del museo di Pa-lazzo De Lieto una mostra interna-zionale sul cinquantesimo Anni-versario della pubblicazione del li-bro “Il giardino dei Finzi Contini”che è stata a Ferrara, Parigi e in Ca-

nada. Da quest'estate inoltre dopoaver riaperto casa Bassani Mara-tea figura in tutte le Commissionicol nome dello scrittore legato alteatro e al cinema. Questo signifi-ca inequivocabilmente fare mar-keting territoriale in modo serio».«L'omaggio a Calvino - conclude ildirettore artistico - è dovuto perchélo scrittore ha scritto sulla spiag-gia di Maratea».

Una scelta specifica dell'ammi-nistrazione targata Di Trani è sta-ta quella di dedicare il Ferragostoalla musica con il “Concerto dellanotte”a Fiumicello, quello dell'Au-rora al Parco Tarantini e il “Con -certo della sera” in piazza Mercato.Particolare interesse ha suscitatoil prodotto realizzato da architetti,musicisti, attori e disegnatori (tut-ti rigorosamente lucani) sui rap-porti tra Maratea e i Saraceni.

Supportato da un'animazioneoriginale elaborata con disegni,musiche, montaggio, doppiaggioe post produzione il gruppo è riu-scito a veicolare la storia della costain modo divulgativo attraversouna video grafica proiettata inpiazza per una settimana. E poi ipersonaggi di quest'infinita esta-te: Maria Falcone, Sergio Zavoli,Santino Spinelli e Fioretta Mari.Celebrando il ventesimo anniver-sario della morte del fratello Gio-vanni, giudice ucciso dalla mafianella strage di Capaci, la Falconeha parlato a lungo ai giovani di le-galità. Insignito del Premio Mara-tea alla carriera Sergio Zavoli ha

tracciato un parallelo fra i giovanidella sua generazione e i giovanid'oggi incoraggiandoli a mante-nere intatte le loro speranze. Mo-dello da seguire per tutti i giovaniper essere il primodocente univer-sitario di etnia romanì Santino Spi-nelli ha costruito un gruppo di mu-sica e canto rom esibitosi in mon-dovisione davanti al Papa in occa-sione della visita di Benedetto XVIa Milano. Lo stesso spettacolo è sta-to proposto a Maratea il 21 luglio.Nella “Notte della Poesia” FiorettaMari, una tra le più grandi artisteitaliane,ha lavorato con talenti lu-cani emergenti. «Ho apprezzatomolto questi giovani - ha detto laMari alla fine dello spettacolo. Pen-so che qualcuno di loro possa farecarriera». Maratea c’è, Maratea ri-vive. Perfino la mondanità è ritor-nata. L'animazione nel centro sto-

rico e nelle zone limitrofe è stata co-stante. Nelle ville sono ripresi i ri-cevimenti offerti dalle famiglie chetornano da queste parti per tra-scorrere le loro vacanze. I vip nonsono passati inosservati.

La pagine della stampa quotidia-na e periodica dedicate alla monda-nità hanno segnalato la presenzadi Mara Venier, Paola Perego, Isa-bel Russinova e altri ancora. Se lamondanità si muove significaquindi che il territorio è tornatopiacevolmente da vivere offrendoservizi, intrattenimento e oppor-tunità che negli ultimi anni eranoscaduti.

Con queste premesse il progettofinalizzato arimuovere l'appanna-mento e a ridare smalto e visibilitàa Maratea sembra essere stato per-fettamente raggiunto.

Antonio Verri

LAGONEGRO - L'arzillo ottanta-duenne di Maratea, Virgilio Oli-verio, con la passionedelle armi èstato condannato. L'avvocato di-fensore, BiaginaD'Alascio delfo-ro di Perugia, aveva chiesto untermine adifesa, peravere il tem-ponecessariodi studiaregliattiemettere in atto una strategia di-fensiva. I carabinieri della com-pagnia di Lagonegro, nel corso diun servizio finalizzato alla pre-venzione e repressione di reati inmateria di armi, lo avevano in-

chiodato, in un primo momento, etratto in arresto con l'accusa didetenzione illecita di armi. Nellaserata di lunedì 13 agosto i cara-binieri della stazione di Maratea,guidati dal maresciallo Rocco DePietro, nel corso di un servizioparticolare, a seguito di perquisi-zionedomiciliare, avevanorinve-nuto a casa dell'uomo 2 fucili e 39cartucce di vario calibro. Trattoin arresto, Oliverioè stato tradot-to presso il proprio domicilio inregime di detenzione domiciliare

e rimesso in libertà dal giudicemonocratico del tribunale di La-gonegro, Vincenzo Sorbo a se-guito di richiesta “del termine adifesa” da parte del difensore.Nella giornatadi mercoledì scor-so si è tenutal'udienza ed il giudi-ce monocratico ha condannatoVirgilio Oliverio a quattro mesi direclusione e quattrocentoeuro dimulta, pena sospesa,con la confi-sca e distruzione delle armi e car-tucce sottoposte a sequestro.

Emilia Manco