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PIANO DI ZONA2006-2008
dell’ambito territoriale del Biellese Occidentaledell’ambito territoriale del Biellese Occidentaledell’ambito territoriale del Biellese Occidentaledell’ambito territoriale del Biellese Occidentaledell’ambito territoriale del Biellese Occidentaledell’ambito territoriale del Biellese Occidentaledell’ambito territoriale del Biellese Occidentaledell’ambito territoriale del Biellese Occidentaledell’ambito territoriale del Biellese Occidentaledell’ambito territoriale del Biellese Occidentaledell’ambito territoriale del Biellese Occidentaledell’ambito territoriale del Biellese Occidentaledell’ambito territoriale del Biellese Occidentaledell’ambito territoriale del Biellese Occidentale
Consorzio Intercomunale Servizi Socio AssistenzialiIRIS
PIANO DI ZONA2006-2008
dell’ambito territoriale del Biellese Occidentale
Consorzio Intercomunale Servizi Socio AssistenzialiIRIS
via Losana, 20 - Biella - Tel. 015 8352411 - [email protected]
A cura dell’Uffi cio di Piano, composto da:Annalisa Sala (Consorzio IRIS)Lorena Lucchin (Città di Biella)Michele Sartore (Asl 12)Rosanna Marinella Lentini (Consorzio IRIS)
Progetto grafi co:Fabrizio Lava
Impaginazione:Eventi&ProgettiComunicazione - Biella
Stampa:Arti Grafi che Biellesi - Candelo (BI)
Stampato su Carta Riciclata Pigna Ricarta Sabbia
Tavolo di Coordinamento Politico Istituzionale:Antonella Boretti (designata dal Comune di Verrone)
Chiara Doleatti (Sindaco del Comune di Donato)Gian Carlo Verdoia (Presidente Assemblea Consorzio IRIS)
Giovanni Carlo Machetti (Presidente Comunità Montana Valle Cervo La Bursch)Mariella Biollino (Sindaco Comune di Candelo)
Monica Bertolini (Assessore Servizi Sociali Comune di Cavaglià)Paolo Simone (Presidente Comunità Montana Bassa Valle Elvo)
Raffaella Pongiluppi (Sindaco Comune di Sandigliano)Rinaldo Chiola (Assessore Servizi Sociali Città di Biella)
Vittorio Caprio (Presidente CdA Consorzio IRIS)
Tavolo Tecnico dei Servizi:Angela Morabito (Consorzio IRIS)Carla Masserano (Città di Biella)Catia Giolito (Consorzio IRIS)
Chiara Abbattista (Comunità Montana Alta Valle Elvo)Elisa Fois (Consorzio IRIS)
Giada Molinaroli (Comunità Montana Valle Cervo La Bursch)Ilaria Pizzato (Comune di Gaglianico)
Ilenia Petrucci (Consorzio IRIS)Lara Furlan (Comunità Montana Bassa Valle Elvo)
Laura Giardino (Comunità Montana Bassa Valle Elvo)Marinella Bacchio (Consorzio IRIS)Orsolina Vaudagna (Città di Biella)
Riccarda Riva (Consorzio IRIS)
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Capitolo I 7 1.1 Il contesto socio economico del territorio 7 1.2 Analisi dei bisogni e sistema di offerta dei Servizi Territoriali 24 1.2.1 Risultati dell’analisi della domanda 24 1.2.2 Risultato della rilevazione del contesto socio ambientale 48 1.2.3 Analisi dell’offerta relativa ai servizi socio assistenziali 76 1.2.4 Offerta relativa ai servizi socio sanitari 98 1.2.5 Servizi dell’Ente Provincia 108 1.2.6 Presenza del Terzo Settore 110
Capitolo II: Gli obiettivi strategici e le priorità generali del Piano di Zona 113 2.1 Il metodo e le regole del processo di pianifi cazione 113 2.2 La dimensione incrementale del Piano 114 2.3 Integrazione fra servizi sociali e socio-assistenziali 114 2.4 Integrazione sociosanitaria 116 2.5 Partecipazione del Terzo Settore 117 2.6 La comunicazione sociale 117
Capitolo III 119 3.1 I Tavoli Tematici del Consorzio I.R.I.S 119 3.2 Tavolo tematico anziani 119 3.3 Tavolo tematico minori e famiglie 123 3.4 Tavolo tematico disabili 127 3.5 Tavolo tematico adulti 130
Capitolo IV 135 4.1 Perchè valutare 135 4.2 Il disegno della valutazione 135 4.3 Finalità e dimensioni della valutazione 135 4.4 I criteri di valutazione 136 4.5 Gli indicatori e ipotesi di strumenti per la rilevazione 136
Sommario
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Il percorso seguito per la costruzione del presente Piano di zona è un cammino fatto insieme per la crescita della comunità praticando il valore della progettazione partecipata, per una migliore offerta dei servizi e per un razionale utilizzo delle risorse disponibili.
Abbiamo più volte sostenuto e rimarcato con forza l’aspetto ‘culturale’, il “percorso di comunità” che i Piani di Zona introducono nelle politiche socio sanitarie, sottolineando come la condivisione di competen-ze e di sensibilità incentivi una maturazione complessiva del sistema.
La prima fase di elaborazione, è servita proprio per conoscere le diverse realtà, oltre che per “conoscer-ci”, studiando attraverso la programmazione del documento, una pianifi cazione di prospettiva congiunta, che vada oltre il frazionamento territoriale.
Uno degli obiettivi è, senza dubbio, quello di identifi care i bisogni e le situazioni di disagio, senza perdere di riferimento gli obiettivi strategici da perseguire nel nostro territorio, con una programmazione “partecipata” che stimoli tutti ad investire nell’ambito del sociale: ciò costituisce una grande sfi da ed un necessario cambiamento culturale in questo momento di particolare crisi per il Biellese. Ogni tipo di con-tributo è importante, ed ancor più l’attuale scarsità di risorse esige l’adozione di una logica programmatoria la più ampia ed integrata possibile.
Per raggiungere questi obiettivi bisogna adottare una concezione dinamica dei servizi, rivolta al futuro. La ricerca della partecipazione alla programmazione territoriale è stata stimolo per agire, assumendo come principio che anche la solidarietà deve coniugarsi con principi di effi cienza e di effi cacia.
Per questi motivi, l’occasione offerta dai Piani di Zona risulta di assoluta rilevanza, in particolare con l’“accordo di programma” tra tutti gli attori sociali e sanitari, al fi ne di dare una risposta alle varie problema-tiche, anche a quelle relative alla politica abitativa, del lavoro e della sicurezza dei soggetti più a rischio.
Con lo strumento dei Piani di Zona, anche il Comune di Biella avrà modo di consolidare ed ottimizzare le risorse ed i programmi, avere progetti sempre più mirati.
Siamo di fronte, quindi, allo sforzo di individui e comunità che dovranno orientarsi, ognuno con la pro-pria responsabilità, verso investimenti coerenti con la domanda sociale che sta emergendo chiaramente.
I Piani di Zona, quindi, costituiscono quel patto tra attori sociali, dove tutti “sono consapevoli” di uti-lizzare uno strumento di governo “unico” delle politiche sociali locali: occorre passare da una concezione settoriale delle politiche ad un’impostazione di tipo trasversale, con tutte le sue interconnessioni.
È chiaro, quindi, che il rischio è proprio quello di non comprendere o non accedere a questo livello di par-tecipazione: la grande sfi da è quella di governare il processo di costante cambiamento della domanda sociale, del sistema, costruendo risposte adeguate all’evoluzione dei problemi e delle opportunità. Le diffi coltà che si intrav-vedono sono proprio quelle relative al superamento di visioni parziali e riduttive, che portano a non considerare il vero fi ne dei Piani di zona e, cioè, quello di essere uno strumento della Comunità e per la Comunità.
L’auspicio è quindi di saper lavorare sempre più come sistema territorio e di non aver paura di fare scelte coraggiose.
Ringraziamo tutti coloro che hanno collaborato alla costruzione di questo primo Piano di Zona con la certezza che lo stesso impegno si confermerà nella sua realizzazione.
Biella, marzo 2006
Il Presidente del Consiglio Il Presidente dell’Assemblea Il Sindaco della Città di Biella di Amministrazione del Consorzio I.R.I.S. del Consorzio I.R.I.S. Vittorio Barazzotto Vittorio Caprio Giancarlo Verdoia
Premessa
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1.1 Il contesto socio economico del territorio
Il territorio del Consorzio I.R.I.S si svilup-pa su una superfi cie di Kmq 478,09 ed è costi-tuito da:
• n. 44 Comuni: Andorno Micca, Benna, Biel-la, Borriana, Camburzano, Campiglia Cervo, Candelo, Cavaglià Cerrione, Donato, Dorza-no, Gaglianico, Graglia, Magnano, Massaz-za, Miagliano, Mongrando, Muzzano, Netro, Occhieppo Inferiore, Occhieppo Superiore, Piedicavallo, Pollone, Ponderano, Pralungo, Quittengo, Ronco B.se, Roppolo, Rosazza, Sagliano, Sala B.se, Salussola, S. Paolo Cervo, Sandigliano, Sordevolo, Tavigliano, Ternengo, Tollegno, Torrazzo, Verrone, Villanova B.se, Zimone, Zubiena, Zumaglia;
• da n. 3 Comunità Montane: Valle Cervo-la Bursch, Alta Valle Elvo e Bassa Valle Elvo.
Il territorio del Consorzio, caratterizzato dalla perifi cità geografi ca in quanto collocato al di fuori della grande direttrice rappresentata dall’asse Torino - Milano, appare a prima vista fortemente marcato dalla contrapposizione tra montagna e pianura. Dal punto di vista morfologico è caratterizzato da differenti quadri ambientali rapre-sentati da: la cornice montana, i sistemi vallivi, i rilievi collinari, il sistema pedemontano, la pianura.
Capitolo I
Le diverse colorazioni evidenziano le aggregazioni di gestione dei servizi socio assistenziali, che denominiamo aree territoriali. L’ampia estensio-ne di alcune aree e la frammentazione gestionale sono fattori che incido-no in misura rilevante sull’organizzazione ed erogazione dei Servizi.
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I sistemi vallivi sono articolati a ventaglio attorno alla città di Biella e si caratterizzano per l’elevato livello di insediamento. I rilievi collinari rappresentano una cerniera discontinua tra le aree montane ed il sistema pedemontano. Quest’ultimo, con la pianura, sono i principali sistemi insediativi del territorio del Consorzio.
Il Consorzio è dunque composto in gran parte da micro aggregati urbani, la cui ampiezza demografi ca varia da un min di 85 (Comune di Rosazza) ad un max di 46.350 abitanti (Città di Biella).
La densità della popolazione varia da un minimo di 15,26 (Comune di Campiglia Cervo) ad un masi-mo di 998,37 (Città di Biella), con una media pari a 246 abitanti per Kmq.
La popolazione residente sul territorio del Consorzio alla data del 31.12.2004 risulta essere di 117.475 unità così suddivisa per fasce d’età:
Dall’analisi storica dei dati emerge con chiarezza che, dopo il ridimensionamento avvenuto in occasio-ne del censimento del 2001 ed il successivo parziale recupero nei due anni seguenti, nel 2004 si è assistito ad un ulteriore decremento demografi co (-0,12%), frutto di un saldo naturale negativo. Stessa dinamica si è registrata per la città di Biella che rileva un calo della popolazione pari al 0,31%.
Il tasso di natalità della provincia di Biella nel 2004 pari al 7,5 per mille, si mostra ancora una volta inferiore sia alla media piemontese (8,7 per mille) che a quella italiana (9,7 per mille), che invece eviden-ziano una dinamica crescente.
La distribuzione della popolazione residente per aree geografi che dimostra un lieve ampliamento delle zone “ Pianura Elvo - Cervo” e “Serra”, mentre gli altri aggregati comunali si sono registrati stabili o in calo.
L’indicatore di mortalità con il 12,3 per mille, pur mantenendosi in diminuzione rispetto agli anni precedenti, si conferma comunque superiore sia alla media piemontese che a quella italiana.
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I dati riguardanti la popolazione suddivisa per classi d’età e sesso confermano il preoccupante fe-nomeno dell’invecchiamento della popolazione. Nel 2004 la popolazione anziana maggiore di 65 anni rappresentava il 23,12% del totale, contro il 22,9% del 2001 e il 20,1% del 1991.
Lo squilibrio demografi co è confermato da altri indicatori, quali l’indice di ricambio del mercato del lavoro (giovani tra i 15 e i 19 anni per 100 anziani tra i 60 e 64 anni d’età) con un valore pari a 59 contro un dato regionale pari a 64, mentre l’indice di dipendenza della popolazione anziana (ultra65enni per 100 residenti compresi nella fascia d’età 20 - 64) è del 36,58% (dati tratti da Economia Biellese 2004).
Anche il tasso di ricambio della popolazione in età lavorativa (popolazione 60 -64 anni su popolazione 15 - 19 anni x 100) pari a 169,72% esprime la scarsa capacità del territorio di ricambio, in quanto il numero degli individui anziani è superiore a quello di coloro che entrano nella fascia di età lavorativa.
Il Biellese è un contesto industriale in cui, fi no a poco tempo fa, i margini di disoccupazione risultava-no molto più ridotti che altrove e il tasso di occupazione femminile era decisamente al di sopra della media italiana. Ora si assiste ad una preoccupante inversione di tendenza.
Forze di lavoro 2002- 2003-2004 (dati in percentuale)
Indicatori Biella Piemonte Italia2002 2003 2004 2002 2003 2004 2002 2003 2004
Tasso di occupazioneMaschi 60,3 59,5 59,0 58,7 59,4 58,4 57,4 57,8 57,4Femmine 40,9 42,3 38,4 38,3 39,7 39,2 32,3 32,8 34,3Totale 49,9 50,4 47,6 48,1 49,2 48,4 44,4 44,8 45,4
Tasso di disoccupazioneMaschi 2,8 2,6 3,8 3,5 3,3 4,3 7,0 6,8 6,4Femmine 5,7 4,6 6,8 7,3 6,8 6,5 12,2 11,6 10,5Totale 4,1 3,5 5,1 5,1 4,8 5,3 9,00 8,7 8,00
Fonte ISTAT elaborazioni Economia Biellese
Altri dati confermano questa inversione di tendenza. Nel 2004 le ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate per tutti i settori produttivi hanno registrato un calo pari al 21,8% mentre per affrontare il fenomeno dell’eccedenza di personale si è dovuto ricorrere alla cassa integrazione straordinaria. Il nume-ro di ore autorizzate è aumentato in modo esponenziale passando da 306.059 ore autorizzate nel 2003 a 1.736.803 nel 2004; di queste il 71% del totale per il settore tessile e il 21% per il settore meccanico. I dati evidenziano anche un aumento al ricorso all’iscrizione dei lavoratori nelle liste di mobilità (tale iscrizione è determinata dal licenziamento da parte dell’azienda) pari al 66% rispetto all’anno precedente.
Altro dato ancora deriva dalla costante crescita della modalità di assunzione attraverso il lavoro interi-nale (nel 2004 quasi 3.000 unità assunte) di cui non si conosce la durata media del rapporto di lavoro.
In questo contesto, anche i problemi della realtà giovanile stanno cambiando volto. In passato rara-
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mente i problemi si ponevano in termini di reperimento di un’occupazione, e ciò facilitava, parallelamente ad un ingresso precoce nel mondo del lavoro, l’abbandono degli studi. Per quanto riguarda l’istruzione, infatti, si è assistito negli ultimi anni ad una costante crescita delle iscrizioni alle scuole medie superiori.
L’etica del lavoro ha soffocato nel biellese la cultura del tempo libero, che viene inteso come “tempo perso”. Solo nell’ultimo decennio si è assistito ad una inversione di tendenza, al tentativo di affrancamento da una atavica subalternità dell’onnipervasiva cultura del lavoro per porre in primo piano il valore “qualità della vita”. Si sta assistendo ad un nuovo dinamismo sociale, che si estrinseca in forme di aggregazione molto diversifi cate. Da anni su tutto il territorio consortile,ma in particolare nella città capoluogo, è in atto un processo di cambiamento sociale, con particolare riferimento alle strutture famigliari, alla vita la-vorativa, alle relazioni interpersonali e sociali. Signifi cativo è il dato riguardante il numero di componenti i nuclei familiari residenti (> di nuclei composti da 1 o 2 persone).
All’interno della società biellese, fortemente acquisitiva, che dà valore all’impegno e premia la riusci-ta, marginalizzazione e integrazione non rappresentano condizioni decisamente separate. Il passaggio da una all’altra si riscontra con relativa frequenza, ma in entrambe le direzioni. Oggi siamo in presenza di una realtà economica fortemente in crisi, in cui l’ingresso nell’area del benessere non è così automatico come in passato. Quindi risultano in aumento le cadute nell’area dell’esclusione. Infatti dall’ analisi dei dati ine-renti le rilevazioni dei Servizi Sociali del territorio, emerge che sono in aumento le espressioni tradizionali di una povertà dovuta a carenze materiali, ma sono soprattutto presenti nuove povertà che investono la sfera dei rapporti interpersonali, della salute e della stima di sé.
Dalla recente ricerca “Osservatorio dei Bisogni e delle Povertà” curata dal dr. Emilio Sulis per il CSV della Provincia di Biella, emerge come “la perdita del lavoro costituisce un fattore di disgregazione per l’adulto e per le famiglie. Per gli adulti e per le famiglie che subiscono le ripercussioni della crisi economi-ca il futuro è particolarmente incerto. Per una persona di cinquant’anni, in particolare se ha svolto lavori poco qualifi cati, è diffi cile riqualifi carsi e trovare una nuova fonte di reddito; la crisi economica, inoltre, spesso trascina l’adulto e la famiglia in fenomeni di depressione, crisi coniugali, separazioni. I corsi di formazione per riqualifi care i disoccupati sono talvolta indicati come una strada percorribile, sebbene per molti il futuro lavorativo sia comunque diffi cile ed emerga, in alcune zone, la sensazione che si debba an-dare verso i grandi centri. Omissis... Aumentano le povertà legate a separazioni e divorzi. Un fenomeno in continuo aumento, anche nel Biellese, non riconducibile alle povertà di tipo economico ma alle quali sono strettamente correlate, è quello delle separazioni e dei divorzi. Comparando lo stato civile delle persone appartenenti alla fascia di età 18-49 nel 1993 e nel 2003, si può notare in particolare come siano aumentati i casi di separazione e divorzi (da 1235 a 2013).
Stato Civile nellafascia di età 18-49 anni
1993 2003v.a % v.a. %
Coniugato/a 46.232 58,5 42.613 53,7Divorziato/a 1.235 1,6 2.013 2,5Celibe/Nubile 30.983 39,2 34.292 42,32Vedovo/a 624 0,8 495 0,6Totale 79.074 100 79.413 100
Le separazioni, se confl ittuali, congiuntamente alla presenza di problemi economici, rendono più de-bole la famiglia, soprattutto se il coniuge con il fi glio a carico, generalmente donna, non riceve aiuti dal marito o se si trova senza lavoro.”
L’elevata percentuale di disoccupazione, vista come fattore che produce marginalità, ha poi comporta-to su questo territorio, non abituato a questa dimensione del problema, un fenomeno di disempowerment delle capacità da spendere sul mercato del lavoro, provocando l’insorgere di una mentalità gregaria, con conseguente resistenza ad incrementare o modifi care le proprie competenze professionali.
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Infatti, al possesso o meno di una occupazione si associano processi di acquisizione/perdita dell’auto-stima, di inclusione/esclusione sociale. Pertanto, in una realtà come quella attuale si riscontra una dimi-nuita capacità ad investire risorse personali in qualche forma di progettualità.
Per molti poi la salute precaria, l’invalidità, l’handicap e la non autosuffi cienza sono fattori che accen-tuano la marginalità.
Ci si trova allora di fronte ad una discrasia tra nuove povertà e “vecchie risorse” in cui la domanda trova una offerta di risorse debole, caratterizzata da interventi di tipo sintomatico che agiscono sull’emer-genza fi nendo per cristallizzarla.
Inoltre, sovente si è in presenza di operatori in diffi coltà ad affrontare il contingente, con scarse dispo-nibilità di risorse e di strumenti adeguati e con il risultato di ridurre sia la qualità delle attese che quello delle iniziative di sostegno; domanda ed offerta quindi si deprimono a vicenda.
Dalla rilevazione riportata al successivo paragrafo 1.2, emerge che il disagio sociale è diffuso in modo trasversale su tutto il territorio: questo dato pare smentire il luogo comune della presenza di territori a for-te concentrazione di marginalità La realtà cittadina, seppure con le proprie peculiarità, tendenzialmente conferma quanto sopra.
Un aspetto rilevato nelle zone a forte concentrazione di marginalità è il fenomeno della tendenziale fossilizzazione della condizione di assistito In molti casi essa si perpetua da più generazioni o perdura da molti anni senza che se ne vedano vie di uscita.
Un’altro fattore di marginalità rilevato, che porta all’esclusione, è la condizione di solitudine, che è apparso sostanzialmente trasversale per tutte le fasce d’età.
Al problema della solitudine è collegato anche il progressivo processo di perdita di “centralità socializ-zativa”, specialmente per le persone anziane, a causa dell’intervento di fattori diversifi cati.
In questo territorio anagrafi camente sempre “più vecchio” è stato evidenziato il problema degli effetti della perdita progressiva di socialità (desocializzazione), di ruolo sociale (deprivazione delle competenze) e di capacità contrattuale che investe particolarmente la condizione anziana.
Afferma ancora il dr. Sulis nella ricerca “Osservatorio dei Bisogni e delle Povertà”: “La povertà degli anziani è condizionata dalla presenza di particolari condizioni economiche non modifi cabili, come la pen-sione, su cui incide il continuo aumento del costo della vita e la presenza di condizioni di salute che spesso richiedono cure mediche costose, che incidono notevolmente sulle risorse disponibili. Il disagio di carattere economico incide inoltre nei centri urbani e nella prima cintura, mentre più ci si allontana più si rilevano al-tre forme di povertà di carattere relazionale, sociale, legate anche ai problemi di trasporto. Nelle valli e nelle colline è più frequente infatti trovare anziani che hanno una casa di proprietà, con una maggiore incidenza e una maggiore gravità delle situazioni di solitudine e soprattutto di vero e proprio isolamento, come in alcune cascine della pianura o nelle frazioni più isolate delle alte valli. Le situazioni di solitudine e isolamento si rilevano anche in città, per il disgregarsi delle relazioni e del ruolo del vicinato, che invece risulta ancora esistente nei piccoli comuni. Nei due centri urbani maggiori, Biella e Cossato, ma anche nei comuni più gran-di della prima periferia (Vigliano, Gaglianico ecc) le diffi coltà economiche sono sempre più preoccupanti, anche per la presenza di canoni di affi tto elevati che incidono notevolmente sulle pensioni.”
Si riportano di seguito i dati delle pensioni erogate al 29.08.2005, forniti dall’INPS Direzione di Biella:
Totale pensioni gestite 79.422 di cui 5.261 invalidi civiliTotale pensionati 49.478Pensioni integrate al minimo euro 420,02 10.510Pensioni oltre il minimo e fi no a euro 516,45 5.602Pensioni di invalidità 11.701 di cui 5.261 invalidi civiliPensioni sociali euro 420,02 890
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Per consentire una visione più completa del contesto territoriale, si ritiene utile riportare i principali Servizi di pubblica utilità e la loro dislocazione sul territorio.
ISTRUZIONESul territorio del Consorzio I.R.I.S. sono presenti:
Asili Nido n. 23 per complessivi posti n.749 Baby Parking n.4 per complessivi posti n.51 Istituti di Scuola dell’Infanzia - Istituti Comprensivi n.10Istituti di Scuola Primaria n. 40Istituti di Scuola Secondaria di 1° grado n.20Istituti Comprensivi di Scuola Materna Elementare e Media n. 7Istituti di Istruzione Superiore n. 6Università degli Studi sez. staccata di Torino n. 2 corsi di laureaPolitecnico sez. staccata di Torino n. 1 corso di laurea
così dislocati sul territorio:
Asili Nido
Area Territoriale Comune tipologia del Servizio n. posti Natura del Servizio
Valle Cervo - La BurschMiagliano Asilo nido 42 Pubblico Tollegno Asilo nido 15 Privato
Biella
Biella Asilo nido 50
Pubblico Biella Asilo nido 44Biella Asilo nido 48Biella Asilo nido 36Biella Asilo nido 40Biella Asilo nido 70
Privato
Biella Asilo nido 18Baby Parking 4
Biella Asilo nido 12Biella Asilo nido 18Biella Asilo nido 12Biella Asilo nido 14Biella Baby Parking 23
Alta Valle ElvoSordevolo Micro nido 10 PrivatoZubiena Asilo nido 12 Privato
Bassa Valle ElvoMongrando Asilo nido 40 Pubblico Occhieppo Inf. Micro nido 23 Pubblico Occhieppo Sup. Asilo nido 23 Privato
Gaglianico
Borriana Baby Parking 12 PrivatoGaglianico Asilo nido 60
Pubblico Gaglianico Baby Parking 12Ponderano Asilo nido 24
Consorzio IRIS Sede Territoriale Candelo Candelo Asilo nido 40 Pubblico Consorzio IRIS Sede Territoriale Verrone Verrone Asilo nido 32 PrivatoConsorzio IRIS Sede Territoriale Cavaglià Cavaglià Asilo nido 15 Privato
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Istituti di Scuola dell’Infanzia
Scuole Materne
Area Territoriale Comune Scuole Pubbliche Scuole Paritarie
Valle Cervo - La Bursch
Andorno Micca 1 1Campiglia 1Miagliano 1PiedicavalloPralungo 1QuittengoRonco B.se 1RosazzaS.Paolo cervoSagliano Micca 1Tavigliano 1TernengoTollegno 1 1Zumaglia 1
Biella Biella 14 12
Alta Valle Elvo
Donato 1Graglia 1MagnanoMuzzano 1Netro 1Pollone 1Sala Biellese 1Sordevolo 1TorrazzoZimoneZubiena 1
Bassa Valle Elvo
Camburzano 1Mongrando 3Occhieppo Inferiore 1 1Occhieppo Superiore 1
Gaglianico
Borriana 1Cerrione 1Gaglianico 3Ponderano 1Sandigliano 2
Consorzio IRIS Sede Territoriale Candelo Candelo 2
Consorzio IRIS Sede Territoriale Verrone
Benna 1MassazzaVerrone 1Villanova B.se
Consorzio IRIS Sede Territoriale CavagliàCavaglià 1 1Dorzano 1Salussola 1
Roppolo Roppolo 1
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Istituti di Scuola Primaria e di Scuola Secondaria di 1° grado:
Area Territoriale Comuni Scuola primaria Scuola secondaria
Valle Cervo-La Bursch
Andorno Micca 1Campiglia Cervo 1MiaglianoPiedicavalloPralungo 1 1Quittengo 1Ronco Biellese 1 1Rosazza Sagliano Micca 1Tavigliano 1TernengoTollegno 1 1Zumaglia 1
Biella Biella 12 6
Alta Valle Elvo
Donato 1Graglia 1 1MagnanoMuzzanoNetro 1Pollone 1 1Sala BielleseSordevolo 1TorrazzoZimoneZubiena 1
Bassa Valle Elvo
CamburzanoMongrando 2 1Occhieppo Inferirore 1 1Occhieppo Superiore 1
Gaglianico
Borriana 1Carrione 1 1Gaglianico 1 1Ponderano 1 1Sandigliano 1 1
Consorzio IRIS sede territoriale Candelo Candelo 1 1
Consorzio IRIS Sede Territoriale di Verrone
Benna 1Massazza 1Villanova B.seVerrone 1
Consorzio IRIS sede territoriale CavagliàCavaglià 1 1DorzanoSalussola 1 1
Roppolo Roppolo
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Istituti Comprensivi di Scuola Materna Elementare e Media
Area Territoriale Comune Istituti ComprensiviValle Cervo - La Bursch Andorno Micca 1
Valle Elvo Mongrando 1Occhieppo Inferiore 1
GaglianicoGaglianico 1Sandigliano 1
Consorzio IRIS Sede Territoriale Candelo Candelo 1Consorzio IRIS Sede Territoriale Cavaglià Cavaglià 1
Istituti di Istruzione Superiore
Istituto Tecnico Geometri “Vaglio Rubens” BiellaIstituto Tecnico Industriale”Q.Sella” BiellaIstituto Tecnico Commerciale”E.Bona” BiellaIstituto Professionale Ferraris BiellaLiceo Scientifi co Avogadro BiellaLiceo Classico “G. e Q.Sella” BiellaIstituto Professionale Alberghiero Statale Cavaglià
Università degli Studi
Sezione Staccata Università degli Studi di Torinocorso di laurea in Scienze di Servizio Socialecorso di laurea in Economia e Gestione delle Imprese
Sezione Staccata Politecnico di Torino corso di laurea in Ingegneria Tessile
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SANITÀSANITÀSANITSul territorio del Consorzio si trova l’unico Presidio Ospedaliero della Provincia di Biella con un
unico Reparto di Medicina e Chirurgia di Urgenza e Accettazione. Vi sono inoltre n. 2 Centrali operative del 118 con sede a Biella e Cavaglià.
Di seguito si riportano il numero e la dislocazione territoriale delle farmacie e dei medici di base.
Area Territoriale Comuni Farmacie Medici di base
Valle Cervo - La Bursch
Andorno Micca 1
7 (di cui 1 pediatra)
CampigliaMiaglianoPiedicavalloPralungo 1Quittengo 1Ronco B.se 1RosazzaS.Paolo cervo 1Sagliano Micca
10 (di cui 1 pediatra)TaviglianoTernengoTollegno 1Zumaglia
Biella Biella 15 40 (di cui 4 pediatri)
Valle Elvo
Camburzano
9 (di cui 1 pediatra)Ochieppo Inf. 1Ochieppo Sup. 1Pollone 1Donato 1
4Graglia 1MuzzanoNetro 1Sordevolo 1Magnano
6Mongrando 2Sala B.seTorrazzoZubiena 1Zimone 9 (di cui 1 pediatra)*
Gaglianico
Borriana
12 (di cui 1 pediatra)Cerrione 1Gaglianico 1Ponderano 1Sandigliano 1
Consorzio IRIS Sede Territoriale Candelo Candelo 1 10 (di cui 1 pediatra)**
Consorzio IRIS Sede Territoriale Verrone
Benna 1
10 (di cui 1 pediatra)MassazzaVerroneVillanova B.se
Consorzio IRIS Sede Territoriale CavagliàCavaglià 1
9 (di cui 1 pediatra)DorzanoSalussola 1
Roppolo Roppolo 9 (di cui 1 pediatra)*
* Fa parte dell’aggregazione tra i Comuni di Cavaglià, Dorzano, Roppolo, Salussola, Zimone, Viverone** Fa parte dell’aggregazione tra i Comuni di Benna, Candelo, Massazza, Verrone e Villanova
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STRUTTURE SOCIO-ASSISTENZIALI RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALISul territorio del Consorzio IRIS è presente un considerevole numero di strutture, rivolte a tipologie
di utenza diverse, così come di seguito:
Minori
denominazione Comune tipologia n. postiCasa di Elsa Zimone CASA per adolescenti 8+1di pronto intervento.Pegaso Candelo CASA per adolescenti 8+2 di pronto interventoS.Filippo Biella C. D. per minori età 6 - 13 anni 90
Disabili
denominazione Comune tipologia n. posti
Centro di Riabilitazione CooperativaDomus Laetitiae
Sagliano MiccaRAF 44RSA 25C.D. 20
Cooperativa Integrazione SocialeANFFAS- Villa Virginia
Zumagliagruppo appartamento di tipo A destinato a persone condisabilità di grado medio
6+2 di pronto intervento
Cooperativa Sociale Anteo“Centro Diurno”
Biella C.D. 20
Cooperativa Integrazione Sociale ANFFAS
Biella Comunità alloggio medio 10
Cooperativa Integrazione SocialeANFFAS- Villa Virginia
Gaglianico CD 90
Cooperativa Integrazione SocialeANFFAS- Centro di Soggiorno agricolo”Mario e Marie Gianinetto”
Salussola RAF 18
Cooperativa Integrazione SocialeANFFAS- Centro di Soggiorno Agricolo”Cascina Carrubi”
Salussola C.D. 20
Istituto Don Orione Sordevolo Residenziale stagionale 15
Persone con patologie psichiatriche:
denominazione Comune tipologia n. postiCoop. Soc. Anteo “Casa G.B. Costanzo” Biella Comunità psichiatrica protetta di tipo B 10Coop. Soc. Anteo “Villa Margherita” Mongrando Comunità psichiatrica protetta di tipo B 20Coop. Soc. Anteo ex “Istituto Faccenda” Mongrando Centro Diurno non defi nito
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Anziani
denominazione Comune tipologia n. posti
Casa del Sorriso AndornoRAF 18RA 37
Cottolengo Biella Autosuff./non autosuff 129Poma Guagno Piazzo Biella RAA 22
Oasi Chiavazza Biella RAF 80RA 20CDI 20
S.C.S.S. Vandorno Biella RA 29
Sogg. Anziani Favaro BiellaRAF 18
RA/RAB 6
Belletti Bona BiellaRSA 80RAF 66RA 62
Casa di Giorno Biella CDI 20
Orchidea CamburzanoRAF 20RA 58
S. Giovanni Campiglia Cervo RAA 33La Baraggia
CandeloRSA 40
Tut l’ dì CDI 20Infermeria Vercellone Cavaglià RAF 43
Città del Sole DorzanoRAF 20+1RA 44
C.d.R. Graglia e Muzzano GragliaRAF 30RA 26
Simonetti NetroRAF 30RA 13
Cerino Zegna Occhieppo Inferiore
RSA 60RAF 64RA 26
CDH 15Pozzo Ametis Occhieppo Superiore Autosuff/non autosuff 46
Frassati PolloneRAF 10RA 15
Il Sole PolloneRAF 11RAA 22
R.A. per Anziani PonderanoRAF 20
RA /RAB 4CD 20/25
Ciarletti PralungoRAF 20
RA/RAB 18+8
Il Giardino Ronco B.seRAF 10RA 18
Ercole Cesale Sala B.seRAF 10RA 15
La Palazzina SalussolaRAF 20RA 12+22
Centro Anziani Sandigliano RAF 10RA 15
N.S. d’Oropa SordevoloRAF 45RA 16
Domus Tua TollegnoRAF 20RA 16CD 10
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Adulti
denominazione Comune n. posti
Centro Aiuto alla Vita “Casa 2000 - accoglienza con il cuore” Biella 4 adulti o / 2 adulti + adulto
con tre fi gli minori
Associaziane S.Vincenzo Biella 7
Altre tipologie:
denominazione Comune n. postiCasa famiglia “S.Michele” Biella 6Casa famiglia “S.Bernardo Sandigliano 6
Hospice - Fondazione Orsa Maggiore Biella 10
Legenda: RSA: Residenza Sanitaria Assistenziale (per persone non autosuffi cienti)RAF: Residenza Assistenziale Flessibile (per persone parzialmente non autosuffi cienti e non autosuffi cienti)R.A: Residenza Assistenziale (per persone parzialmente autosuffi cienti)R.A.B: Residenza Assistenziale con capienza fi no a 10 postiR.A.A.: Residenza Assistenziale Alberghiera (per persone autosuffi cienti)CD: Centro Diurno (per persone anziane autosuffi cienti oppure per persone disabili adulte con diverso grado di disabilità)CDI: Centro Diurno Integrato (per persone parzialmente non autosuffi cienti)CDH: Centro Diurno alzheimer (per persone affette da morbo di alzheimer)
ALTRI SERVIZI DI PUBBLICA UTILITÀALTRI SERVIZI DI PUBBLICA UTILITÀALTRI SERVIZI DI PUBBLICA UTILIT :La tabella sottoriportata rappresenta la presenza di Servizi nelle diverse Aree Territoriali del Consorzio
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1.2 Analisi dei bisogni e sistema di offerta dei Servizi Territoriali 1.2 Analisi dei bisogni e sistema di offerta dei Servizi Territoriali
Il Tavolo Tecnico dei Servizi del Consorzio, (vedi successivo Capitolo II), di cui fanno parte tutti gli Assistenti Sociali Territoriali ed i referenti delle Aree Tecniche minori, adulti, anziani e disabili del Con-sorzio ha fornito il proprio contributo nel processo di costruzione del Piano per:
• costruire un sistema di analisi della domanda e dell’offerta, adottando criteri comuni per tutto il terri-torio del Consorzio;
• evidenziare le specifi cità delle singole Aree Territoriali;
• fornire una lettura del territorio adatta a evidenziare i problemi comuni e le connessioni tra gli stessi.
Tale attività si è sostanziata mediante la compilazione e l’analisi di schede di rilevazione relative alle quattro macro aree: Minori-Famiglie, Anziani, Disabili, Adulti.
Nei paragrafi seguenti si riportano le tabelle di sintesi della rilevazione effettuata.
1.2.1 Risultati dell’analisi della domanda
A) Fotografi a triennio 2002-2004 relativa a:
• Popolazione residente: sono stati rilevati anche i dati relativi al numero dei nuclei famigliari, degli immi-grati extracomunitari e quelli riferiti a ciascuna delle Aree Minori, Anziani, Disabili, Adulti;• Situazioni in carico ai servizi: sono stati rilevati i dati inerenti alle persone in carico sia nel corso dell’an-no che al 31.12 di ciascun anno di riferimento. Per quanto attiene le persone anziane, sono stati rilevati sia il numero degli autosuffi cienti che quello dei non autosuffi cienti; • Calcolo del tasso percentuale dei casi in carico sulla popolazione residente.
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AREA ANZIANI
AnnoTotale popolazio-ne residente al 31.12.2004
Nuclei famigliari numero
Totale popolazio-ne anziana Fascia >65
Di cui:a) numero immi-grati extracomu-nitarib) numero senza fi ssa dimora (in carico ai servizi)
Consorzio Iris2002 116.950 50.907 26.762 --2003 117.452 51.966 26.758 a)152004 117.527 52.313 27.158 a)11 b)1
C. M. Valle Cervo la Bursch2002 15.912 7.043 3.910 -2003 16.062 7.671 3.807 22004 16.056 7.243 3.815 --
Biella2002 46.524 21.057 11.378 -2003 46504 21.146 11.006 a)112004 46350 21.725 11 620 a) 111
C.M. Alta Valle Elvo2002 9.158 4.087 2.102 --2003 9.253 4.130 2.252 a) 22004 10.517 4.713 2.216 --
C.M. Bassa Valle Elvo2002 13.320 5.561 2.733 --2003 13.390 5.664 2.848 --2004 12.133 5.136 2.606 --
Area Territoriale Candelo2002 7.854 3.159 1.637 -2003 7.935 3.193 1.793 -2004 7.989 3.266 1.728 --
Area Territoriale Verrone2002 3.073 1.213 618 --2003 3.078 1.230 594 --2004 3.042 1.223 585 --
Area Territoriale Gaglianico2002 14.133 5.874 2.883 --2003 14.236 5.982 2.957 --2004 14.349 6.028 3.024 --
Area Territoriale Cavaglià2002 6.107 2.546 1.248 --2003 6.107 2.571 1.245 --2004 6.180 2.595 1.299 --
Comune Roppolo2002 867 367 253 --2003 884 379 256 --2004 907 384 265 --
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Anziani autosuf-fi cienti: dati SISA relativi ad anziani in carico ai servizi al 31.12.04
Anziani autosuf-fi cienti: dati SISA relativi ad anziani in carico ai servizi nel corso dell’an-no 2004
Anziani autosuf-fi cienti: % casi in carico su totale fascia
Anziani autosuf-fi cienti: % casi in carico su totale fascia
Anziani non au-tosuffi cienti: dati SISA relativi ad anziani in carico ai servizi nel cor-so dell’anno 2004
Anziani non au-tosuffi cienti: % casi in carico su totale popolazio-ne anziana.
696 808 3,02 3,02 485 1,81773 883 3,30 3,30 601 2,25887 950 3,50 3,50 717 2,6475 93 2,38 2,38 101 2,58110 110 2,89 2,89 154 4,05120 127 3,33 3,33 205 5,37252 252 2,21 2,21 167 1,47268 268 2,44 2,44 229 2,08312 312 2,69 2,69 253 2,1855 62 2,95 2,95 47 2,2455 60 2,66 2,66 46 2,0453 51 2,30 2,30 69 3,1135 35 1,28 1,28 76 2,7853 34 1,19 1,19 69 2,4257 34 1,30 1,30 78 2,99126 170 10,38 10,38 4 0,24142 196 10,93 10,93 3 0,17169 203 11,75 11,75 3 0,177 8 1,29 1,29 0 -18 24 4,04 4,04 0 -27 33 5,64 5,64 0 -118 146 5,06 5,06 64 2,2295 139 4,70 4,70 74 2,50112 126 4,17 4,17 90 2,9826 40 3,21 3,21 26 2,0831 50 4,02 4,02 26 2,0936 58 4,46 4,46 19 1,462 2 0,79 0,79 0 -1 2 0,78 0,78 0 -1 6 2,26 2,26 0 -
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AREA MINORI/FAMIGLIE
Anno
Totale popolazio-ne residente al 31.12. 2004
Nuclei famigliari numero
Totale popolazio-ne minoriFascia0-17 anni
Di cui:a) numero immi-grati extracomu-nitari.b) Numero senza fi ssa dimora (in carico ai servizi)
Consorzio Iris2002 116.950 50.907 15.806 -2003 117.452 51.966 16.147 a) 157 b) 72004 117.527 52.313 16.737 a) 138 b) 9
C.M. Valle Cervo la Bursch2002 15.912 7.043 2.068 -2003 16.062 7.671 2.314 a) 232004 16.056 7.243 2.289 -
Biella2002 46.524 21.057 6.344 -2003 46.504 21.146 6.002 a) 118 b) 72004 46.350 21.725 6.438 a) 118 b) 6
C.M. Alta Valle Elvo2002 9.158 4.087 1.194 -2003 9.253 4.130 1.227 a) 32004 10.517 4.713 1.405 -
C.M. Bassa Valle Elvo2002 13.320 5.561 1.863 -2003 13.390 5.664 1.813 a) 32004 12.133 5.136 1.762 a) 2 b) 3
Area Territoriale Candelo2002 7.854 3.159 1.1402003 7.935 3.193 1.162 a) 32004 7.989 3.266 1.176 -
Area Territoriale Verrone2002 3.073 1.213 500 -2003 3.078 1.230 510 a) 42004 3.042 1.223 491 -
Area Territoriale Gaglianico2002 14.133 5.874 1.558 -2003 14.236 5.982 2.055 a) 32004 14.349 6.028 2.083 a) 18
Area Territoriale Cavaglià2002 6.107 2.546 1.022 -2003 6.107 2.571 964 -2004 6.180 2.595 965 -
Comune Roppolo2002 867 367 117 -2003 884 379 100 -2004 907 384 128 -
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Dati SISA rela-tivi a minori in carico ai servizi al 31.12.04
Dati SISA relativi a minori in carico ai servizi nel cor-so dell’anno 2004
% casi in carico su totale popola-zione minori
691 889 5,62730 1045 6,47805 1161 6,94118 135 6,53132 154 6,66144 162 7,08355 390 6,15395 527 8,78449 675 10,4830 54 4,5232 43 3,5020 32 2,2851 51 2,7456 59 3,2537 43 2,4446 85 7,4643 62 5,3437 57 4,8513 20 413 21 4,1213 21 4,2860 97 6,2340 108 5,2681 106 5,0917 47 4,6017 62 6,4321 53 5,491 10 8,552 9 93 12 9,38
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AREA DISABILI
AnnoTotale popolazio-ne residente al 31.12.2004
Nuclei famigliari numero
Totale popola-zione (adulti + minori)
Dati SISA relativi a disabili (adulti e minori) in ca-rico ai servizi al 31.12.2004
Consorzio Iris2002 116.950 50.907 89.181 3242003 117.452 51.966 90715 3192004 117.527 52.313 90289 362
C.M Valle Cervo la Bursch2002 15.912 7.043 11434 712003 16.062 7.671 12255 662004 16.056 7.243 12241 72
Biella2002 46.524 21.057 35825 1392003 46.504 21.146 35498 1452004 46.350 21.725 34730 178
C.M. Alta Valle Elvo2002 9.158 4.087 6368 162003 9.253 4.130 6.964 112004 10.517 4.713 8280 9
C.M. Bassa Valle Elvo2002 13.320 5.561 10473 402003 13.390 5.664 10.542 432004 12.133 5.136 9527 38
Area Territoriale Candelo2002 7.854 3.159 6211 92003 7.935 3.193 6209 82004 7.989 3.266 6233 7
Area Territoriale Verrone2002 3.073 1.213 2495 22003 3.078 1.230 2484 22004 3.042 1.223 2457 2
Area Territoriale Gaglianico2002 14.133 5.874 10794 292003 14.236 5.982 11273 232004 14.349 6.028 11298 36
Area Territoriale Cavaglià2002 6.107 2.546 4948 182003 6.107 2.571 4862 172004 6.180 2.595 4881 17
Comune Roppolo2002 867 367 633 02003 884 379 628 42004 907 384 642 3
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Dati SiSA relativi a disabili (adulti e minori) in carico ai servizi nel cor-so dell’anno 2004
% casi in carico su totale popola-zione disabile
348 0,39360 0,40378 0,4271 0,6276 0,6273 0,60139 0,39145 0,41178 0,5122 0,3519 0,2715 0,1844 0,4243 0,4139 0,4111 0,1811 0,188 0,131 0,041 0,042 0,0834 0,3139 0,3539 0,3526 0,5324 0,4921 0,430 02 0,323 0,47
32
AREA ADULTI
Anno
Totale popolazio-ne residente al 31.12.2004
Nuclei famigliari numero
Totale popolazio-ne adulta Fascia18- 64 anni.
Di cui:a) numero im-migrati extraco-munitarib) numero sen-za fi ssa dimora (in carico ai servizi)
Consorzio Iris 2002 116.950 50.907 73.375 -2003 117.452 51.966 74.568 a) 170 b) 182004 117.527 52.313 73.552 a) 140 b) 45
C.M Valle Cervo la Bursch2002 15.912 7.043 9.366 -2003 16.062 7.671 9.941 a) 36 b) 02004 16.056 7.243 9.952 -
Biella2002 46.524 21.057 29.481 -2003 46.504 21.146 29.496 a) 115 b) 182004 46.350 21.725 28.292 a) 115 b) 45
C.M. Alta Valle Elvo2002 9.158 4.087 5.174 -2003 9.253 4.130 5.737 a)22004 10.517 4.713 6.875 -
C.M. Bassa Valle Elvo2002 13.320 5.561 8 610 -2003 13.390 5.664 8.729 a) 72004 12.133 5.136 7.765 a) 4
Area Territoriale Candelo2002 7.854 3.159 5.071 -2003 7.935 3.193 5.047 a) 22004 7.989 3.266 5.057 -
Area Territoriale Verrone2002 3.073 1.213 1.995 -2003 3.078 1.230 1.974 -2004 3.042 1.223 1966 -
Area Territoriale Gaglianico2002 14.133 5.874 9.236 -2003 14.236 5.982 9.218 a) 72004 14.349 6.028 9.215 a) 19
Area Territoriale Cavaglià2002 6.107 2.546 3.926 -2003 6.107 2.571 3.898 a) 12004 6.180 2.595 3916 a) 2
Comune Roppolo2002 867 367 516 -2003 884 379 528 -2004 907 384 514 -
33
Dati SISA relativi ad adulti non di-sabili in carico ai servizi al 31.12.04
Dati SISA relativi agli adulti non di-sabili in carico ai servizi nel corso dell’anno 2004
% casi in carico su totale popo-lazione adulta 18-64
722 1.086 1,48809 1.501 2,01
1.358 1.867 2,54142 164 1,75185 205 2,06208 236 2,37382 506 1,72418 838 2,84867 1.160 4,1030 76 1,4727 71 1,2428 58 0,8436 65 0,7549 61 0,7042 56 0,7258 113 2,2361 118 2,3465 118 2,339 13 0,657 19 0,9613 20 1,0256 108 1,1745 124 1,35111 141 1,539 38 0,9716 62 1,5923 71 1,810 3 0,581 3 0,571 7 1,36
34
Brevi considerazioni sui dati relativi all’utenza in carico sul territorio del Consorzio.
TREND NEL TRIENNIO2002-2004 (percentuali arrotondate)
Famiglie-mi-nori Adulti Anziani non
autosuffi cientiAnziani auto-
suffi cienti Disabili
Incremento utenza complessivamen-te in carico nel corso dell’anno
31% 72% 48% 18% 9%
Incremento utenza in carico il 31-12 16,5% 88% 93% 27% 12%
Incremento percentuale assistita su quella residente
23% 72% 46% 16% 8%
La misurazione del numero di assistiti seguiti in un giorno dell’anno è più adatta per una stima del carico di lavoro dei servizi, mentre la misurazione dei casi di tutto l’anno può generalmente dare qualche informazione sulla diffusione dei problemi nel territorio.
Inoltre la misurazione effettuata in un giorno dell’anno (in questo caso il 31 dicembre), rileva general-mente un numero di casi inferiore rispetto alla misurazione del numero complessivo di persone seguite nel corso di tutto l’anno. Tale differenza può essere infl uenzata da diversi fattori, quali ad esempio:1) la durata degli interventi (un caso che viene trattato più a lungo, ha maggiori probabilità di essere rilevato nella misurazione di un giorno). Viceversa, se gli interventi sono più brevi, la probabilità è minore. Se, tuttavia, gli interventi sono brevi, ma ripetuti più volte nell’anno, la diminuzione potrebbe essere di minore entità.2) le caratteristiche del giorno scelto per la rilevazione. Potrebbe trattarsi di un periodo dell’anno nor-malmente caratterizzato da affl ussi di utenza minori o maggiori rispetto agli altri periodi. Per tale motivo, sarebbe più indicativa la media di almeno due rilevazioni semestrali.
La percentuale di assistiti rispetto alla popolazione di riferimento (calcolata considerando solo la fascia di età interessata dal fenomeno in esame), può essere interessante se confrontabile con stime o misurazioni sulla diffusione effettiva dei problemi studiati, per verifi care il grado di risposta, da parte dei servizi, ai problemi del territorio, ovvero per confrontare il grado di risposta di aree diverse.
Occorre però sempre tener presente che la diffusione dei problemi non è necessariamente omogenea nel territorio preso in esame.
In ogni caso, nel territorio di riferimento del Consorzio IRIS, tutti i segmenti di utenza mostrano un incremento del carico di assistiti.
L’incremento è molto marcato per l’area adulti, in misura comunque considerevole per gli anziani non autosuffi cienti, meno marcata per le altre aree.
Per gli adulti, i disabili e gli anziani autosuffi cienti, l’incremento si manifesta con percentuali non troppo diverse in tutti e tre i metodi di rilevazione (incidenza annuale, prevalenza al 31-12, percentuale sui residenti).
Interessante invece notare come per gli anziani non autosuffi cienti l’aumento dei casi trattati sia più considerevole contando quelli in carico al 31-12, rispetto a quelli seguiti per tutto l’anno. Si potrebbero, ad esempio, delineare almeno due ipotesi:1) il 31 dicembre rappresenta un periodo che, nel triennio, ha avuto un incremento di richieste superiore a quello degli altri periodi dell’anno. In altre parole, gli aumenti di richieste sono andati progressivamente a concentrarsi verso la fi ne dell’anno (coincidenza con un periodo di festività ?).2) nel settore anziani, e sembrerebbe più probabile, si è verifi cato, nel triennio, un signifi cativo incremento della durata o della ripetizione degli interventi, aumentando così la probabilità che i soggetti compaiano anche nella rilevazione del 31-12. Infatti, mentre nel 2002 la misurazione del 31-12 rilevava solo il 56% circa dei casi complessivi dell’anno (271 su 485), nel 2004 ne ha rilevati il 73% circa (522 su 717).
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Il ragionamento contrario vale per l’area dei minori: qui gli utenti dell’anno risultano quasi il doppio di quelli del 31.12.Si potrebbe quindi, ad esempio, ipotizzare che:1) anche in questo caso il 31 dicembre rappresenta un periodo che, nel triennio, ha avuto un incremento di richieste inferiore a quello degli altri periodi dell’anno;2) nel settore dei minori si sono andate accorciando, nel triennio, le durate medie degli interventi assisten-ziali, diminuendo così la possibilità di intercettare i casi nella rilevazione del 31-12.
Per quanto concerne invece gli anziani autosuffi cienti, poiché la rilevazione del 31-12 si aggira intorno al 90% di quella annuale, si potrebbe ipotizzare che tale settore sia contraddistinto da interventi socio-assistenziali di più lunga durata rispetto a quelli per i non autosuffi cienti.
Anche per i disabili vale la medesima considerazione fatta per gli anziani autosuffi cienti.Nell’area adulti, la rilevazione del 31-12 riguarda, costantemente nel triennio, circa il 70% dei casi
annuali.
Probabilmente, tutti gli aumenti sopra descritti rappresentano una maggiore capacità di risposta ai bisogni del territorio, restando invariate le dimensioni del problema.
Non vi sono infatti elementi per affermare con certezza, né per escludere, che siano aumentati, tra la popolazione, i problemi che necessitano di risposte assistenziali.
Gli incrementi di utenza potrebbero infatti dipendere anche da fattori, quali:- una maggiore capacità dei Servizi di accogliere le persone e di farsi carico dei loro problemi;- una maggiore capacità o propensione dei Servizi (a seconda dei punti di vista sui singoli problemi) a
mantenere in carico i casi nel tempo;- una maggiore sensibilità e attenzione, da parte del territorio nel suo complesso, sui problemi in oggetto;- una maggiore conoscenza, da parte della popolazione, dell’’esistenza e offerta di servizi.
Per chiarire se e quanta parte dell’aumento di utenza potrebbe dipendere da un incremento di proble-mi territoriali, occorrerebbe ricorrere a modalità di misurazione più complesse, fi nalizzate a conoscere la reale entità dei problemi analizzati (ad esempio tramite il metodo statistico chiamato Uptake-Reuptake).
Esula da questo contesto un’analisi approfondita, per ogni area territoriale, del trend triennale utiliz-zando le stesse considerazioni fatte per l’intero territorio.
Si può tuttavia sinteticamente osservare come gli incrementi sopra descritti non si verifi chino allo stesso modo in tutte le aree. In alcune si osserva un andamento altalenante, mentre altre sono addirittura in completa controtendenza.
Un osservatorio permanente sui problemi potrebbe certamente portare ad analisi ancora più interes-santi, soprattutto andando a stimare il reale andamento dei fenomeni del territorio, il che potrebbe inoltre favorire una maggiore omogeneizzazione del livello di risposta ai problemi.
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B) L’analisi sulla domanda di servizi raccolta dal Tavolo Tecnico ha permesso di:- qualifi care la tipologia di utenza - identifi care i bisogni.
I principali problemi rilevati per ciascuna delle Aree Tematiche vengono di seguito riportati, per faci-lità di lettura, sia in sintesi che in dettaglio.
Area Anziani:Crescita esponenziale del numero di persone anziane non autosuffi cienti; presenza di un numero
elevato di “grandi vecchi”; fragilità della famiglia nel garantire cura e assistenza; redditi insuffi cienti a garantirsi i servizi; abitazioni non adeguate; solitudine/ isolamento/ autoesclusione.
Area Famiglie-Minori:Famiglie: genitorialità diffi cile; cambiamenti nella struttura della famiglia; confl ittualità all’interno
dei nuclei: diffi coltà economiche.Minori: rischio di disagio psico-sociale; rischio di devianza sulla fascia dei pre-adolescenti e adole-
scenti; diffi coltà di integrazione dei minori stranieri.
Area Disabili:Diffi coltà della famiglia a prendersi cura della persona disabile per il carico emotivo e assistenziale che
richiede; diffi coltà di integrazione scolastica e sociale in contesti “normali”; diffi coltà di essere genitori anziani di un fi glio disabile.
Area Adulti:Presenza di numerosi adulti a “disagio sociale” con problemi economici, abitativi e relazionali; di adulti
in diffi coltà a causa della crisi occupazionale o con problemi di dipendenze o di carattere psichiatrico.
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AREA ANZIANI
Problemi individuati Caratteristiche specifi che del fenomeno Specifi cità territoriali
Incidenza della popola-zione ultrasessantacin-quenne sul totale della popolazione
Presenza numero elevato di “grandi vecchi”
Carenza di integrazione tra servizi sociali e socio-assistenziali
Abitazioni non adeguate
Reddito insuffi ciente a garantirsi i servizi
Problema della solitudine/isolamento/autoe-sclusione
Comunità Montana Valle Cervo-La Bursch: Autoesclusione diffi coltà ad accettare inter-venti
Generalizzato:Abitazioni non adeguate con situazioni più critiche nelle valli
Città di Biella e nelle zone limitrofe: Fenomeno degli anziani soli senza o non ade-guata rete parentale di supporto particolar-mente rilevante nella zona
Crescita esponenziale numero delle persone anziane non autosuffi -cienti
Aumento delle patologie gravemente invali-danti (tra cui demenza e Alzheimer)
Presenza numero elevato di “grandi vecchi”
Fragilità della famiglia nel garantire cura e assistenza
Presenza di personale straniero nel lavoro di cura
Abitazioni non adeguate
Reddito insuffi ciente a garantirsi i servizi
Criticità del sistema dei servizi a rispondere adeguatamente
Presenza di personale di cura non adeguata-mente formato
Aumento nel periodo estivo di richieste di inserimenti in struttura residenziale
Generalizzato:Diffi denza degli anziani ad accettare perso-nale privato a domicilio per il lavoro di cura
Diffi coltà dei famigliari nel scegliere perso-nale privato per il lavoro di cura per proble-ma economici e di affi dabilità, competenza e continuità dell’assistenza
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Diffusione del fenomeno Cosa vorremmo conosceree richieste ai tavoli tematici
Omogenea su tutto il territorioIl numero degli anziani soli e la consistenza della rete famigliare
Esponenziale su tutto il territorio
Osservatorio sulla non autosuffi cienza e fe-nomeni correlati (dati quali/quantitativi)
Richiesta al sistema dei servizi di:• un elevato grado di integrazione • pluralità di offerta di servizi fl essibili
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AREA FAMIGLIE
Problemi individuati Caratteristiche specifi che del fenomeno
Genitorialità diffi cile
Rapporto con i fi gli pre e adolescenti
Essere genitori in presenza della fi ne del vincolo matrimoniale
Essere genitori soli (esasperato se non c’è o è scarsa rete parentale di aiuto)
Essere genitori : sostegno alla genitorialità nel suo ciclo di vita e in presenza di particolari cambiamenti o problematiche
Confl itti all’interno della famiglia
Diffi coltà ad agire in un ottica di prevenzione
Diffi coltà economiche
Forte crisi lavorativa -occupazionale del territorio
Forte aumento di richieste collegate disagio abitativo e reddito insuffi ciente
Incremento delle richieste di contributo per accesso ai servizi
Cambiamenti nella strutturadella famiglia
Essere separati in situazione di confl itto, in presenza di un reddito insuffi ciente
Non avere una rete famigliare di supporto
Essere famiglia immigrata:• diffi coltà maggiori se non esiste rete parentale• integrazione culturale con la comunità• confl itti genitori/fi gli/partners derivanti dai necessari cambiamenti culturali• fi gli in età adolescenziale
Confl ittualità all’interno dei nuclei:diffi coltà ad accettare il problema e a trovare sostegno adeguato sia per quanto riguarda i servizi (anche l’ac-cesso ad essi) che gli aspetti emoti-vo-psicologici (il durante- il dopo separazione)
Diffi coltà a gestire le dinamiche famigliari sia tra coniugi, in fase di separazione e non, sia con i fi gli, in particolare adolescenti.
Diffi coltà all’accesso ai servizi di mediazione familiare
Accoglienza di persone (genitore con fi gli) in diffi coltà
Necessità di accoglienza e di protezione in situazioni di confl itto famigliare/ maltrattamento
Conciliazioni tempi di vita e di cura della famiglia
Scarsa fl essibilità dei servizi in rela-zione ai bisogni delle famiglie
Carenza di servizi fl essibili
Scarsa fl essibilità dei contesti lavorativi nei confronti dei genitori
Scarsa fl essibilità dei servizi in relazione ai bisogni delle famiglie
Famiglia e scuola
Diffi coltà a gestire situazioni di confl ittualità verso gli adulti e fra pari.
Assenza di fi gure specifi che per la mediazione.
Diffi coltà a garantire un adeguato sostegno scolastico per lo svolgimento dei compiti
Diffi coltà per l’inserimento di minori disabili o con problemi di comportamento.
Diffi coltà a riconoscere e segnalare situazioni di disagio/maltrattamento e abuso
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Specifi cità territoriali Diffusione del fenomeno Che cosa vorremo conosceree richieste ai tavoli tematici
Ricerche sulla condizione giovanile
Territorio Verrone: fenomeno conte-nuto ma in espansioneComunità Montana Bassa Valle Elvo:aumento degli sfratti, disagio diffuso
Su tutto il territorio
Comunità Montana Alta Valle Elvo:Comunità Pakistana
Su tutto il territorio sono presenti stranieri di origine:magrebina,pakistanacinesealbaneseEst Europafi lippina
Candelo: resistenza della scuola a se-gnalare il disagio
Gaglianico: segnalazioni di disagio da parte della scuola solo in fase concla-mata in età preadolescenziale e ado-lescenziale
Diffi coltà nel lavoro con le scuole (es. richieste improprie al servizio)
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AREA MINORI
Problemi individuati Caratteristiche specifi che del fenomeno Specifi cità territoriali
Minori a rischio di “disa-gio psico sociale” in età:- prescolare 0 - 6 anni- scolare 7- 11 anni (con particolare riguardo a fenomeni di abuso e maltrattamento)
Appartenenza a nuclei familiari in cui sono presenti genitori con patologie o psichiatri-che o di dipendenza
Appartenenza a nuclei familiari in cui è pre-sente “fragilità” dei genitori che si manifesta nella disattenzione e scarso spazio mentale per i problemi dei fi gli
Minori a rischio di “devianza” e di disagio “psico- sociale in età 11/18 anni
Manifestazioni di confl ittualità esasperata che si manifesta in ambito familiare, scola-stico e tra pari.
Manifestazioni di forte aggressività che si ma-nifestano tra pari e nel contesto di vita quoti-diana (vandalismo, bullismo, risse, ecc.)
Manifestazioni di dispersione/inadempienza scolastica che si manifesta con abbandono scolastico
Città di Biella e Comunità Montana Bassa Valle Elvo: presenza rilevante del fenomeno relativo all’aggressività
Città di Biella:manifestazioni di dispersione/abbandono scolastico
Minori extracomunitariDiffi coltà di integrazione pre-scolastica, sco-lastica e sociale
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Diffusione del fenomeno Che cosa vorremo conosceree richieste ai tavoli tematici
Trasversale a tutto il territorio ma con di-mensioni quantitative differenti legate non solo alla densità di popolazione ma anche a “localizzazioni e periodi specifi ci”
Conoscenza “reale” quali -quantitativa del fenomeno maltrattamento/abuso con parti-colare riferimento alla fascia 0-6 anni.
Conoscenza dei percorsi di mediazione cul-turale messi in atto dalla Provincia a favore di minori extracomunitari.
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AREA DISABILI
Problemi individuati Caratteristiche specifi che del fenomeno Specifi cità territoriali
Diffi coltà della famiglia in cui un componente è disabile
Diffi coltà della famiglia nel prendersi cura di una persona disabile (fi glio, coniuge, padre, ecc), per ciò che riguarda il carico sia emoti-vo che assistenziale
Essere genitori anziani di un fi glio disabile
Diffi coltà ad accettare il problema e a trovare so-stegno adeguato sia per quanto riguarda i ser-vizi (anche l’accesso ad essi) che per gli aspetti emotivo-psicologici (il durante- il dopo)
Abitazioni non adeguate
Criticità del sistema dei servizi a rispondere adeguatamente
Richiesta al sistema dei servizi di:-un elevato grado di integrazione socio-sani-taria-pluralità di servizi fl essibili
Diffi coltà a garantire un adeguato sostegno per l’inserimento di minori disabili nell’asilo nido e nella scuola
Diffi coltà di integrazione sociale in contesti “normali”
Diffi coltà a garantire un adeguato sostegno per percorsi di orientamento e inserimento lavorativo
Diffi coltà a garantire percorsi di vita ai sog-getti disabili e risposte assistenziali adeguate in assenza dei genitori/ famigliari
Minori con disabilità
Diffi coltà di integrazione scolastica
Diffi coltà di integrazione sociale in contesti “normali”
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Diffusione del fenomeno Che cosa vorremo conosceree richieste ai tavoli tematici
Il numero dei disabili presenti sul territorio e tipologia delle problematiche
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AREA ADULTI
Problemi individuati Caratteristiche specifi che del fenomeno Specifi cità territoriali
Adulti in disagio sociale (con problemi econo-mici, abitativi e relazio-nali).
Donne sole o con fi gli,età 18-50 anni, con scarsa o inesistente qualifi ca professionale e carenza di autonomie personali
Uomini con scarsa o inesistente qualifi ca pro-fessionale e carenza di autonomie personali
Uomini soli fascia di età >40 anni espulsi dal mercato del lavoro, separati
Persone senza fi ssa dimora, in particolare ita-liani, sia uomini che donne
Detenuti in semilibertà ed ex detenuti con progetti di reinserimento sociale
Carenza di percorsi di sostegno all’inseri-mento/ reinserimento lavorativo
Città di Biella: presenza di un numero rile-vante di persone adulte non svincolate dal nucleo famigliare di origine che, rimaste sole, non riescono ad affrontare in modo autono-mo la quotidianità
Città di Biella e Comunità Montana Bassa Valle Elvo: aumento dell’aggressività con cui le persone esprimono i loro bisogniGeneralizzato: aumento degli sfratti.
Diffi coltà abitative
Diffi coltà a gestire le dinamiche familiari
Adulti in diffi coltà
Numerosi adulti, sia uomini che donne, in particolare italiani, in età variabile >30 anni che, a causa della crisi occupazionale, risulta-no in condizioni di bisogno
Diffi coltà a reperire una nuova occupazione
Carenza di posti di lavoro
Diffi coltà ad acquisire nuove professionalità
Diffi coltà abitative correlate a quelle econo-miche
Diffi coltà a gestire le dinamiche famigliari
Diffi coltà di integrazione sociale e lavorativa di persone straniere extracomunitarie e di ri-fugiati la cui condizione non sia stata ancora riconosciuta
Con problemi di dipen-denze o psichiatrici
Diffi coltà economiche, abitative relazionali e lavorative
Diffi coltà a gestire le dinamiche sia con la fa-miglia di origine che con la propria
Comunità Montane: problemi di dipenden-za da alcool sia dichiarate che non
Generalizzato: presenza di un numero eleva-to di persone con disturbi di comportamen-to afferenti alla sfera psichiatrica, anche non in carico ai servizi specialistici (perché non utilizzano le modalità di accesso del servizio o perché non rientrano tra le tipologie di di-sturbi di cui si occupa il DSM o altro servizio specialistico)
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Diffusione del fenomeno Cosa vorremmo conosceree richieste ai tavoli tematici
Su tutto il territorio
Disponibilità abitative sia ERP che private
Opportunità di: - avviamento al lavoro (orientamento / inse-rimento) e attività formative-attività promosse dalle Associazioni.
In aumento su tutto il territorio
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1.2.2 Risultato della rilevazione del contesto socio ambientale
L’Uffi cio di Piano ha ritenuto importante effettuare una rilevazione anche del contesto socio ambien-tale inviando specifi che schede ad Associazioni di Volontariato, Cooperative Sociali, Presidi per Anziani, Asili nido pubblici/privati, Parrocchie e richiedendo il loro contributo alla costruzione del Piano di Zona. Sono state inviate n. 205 schede a cui hanno corrisposto 85 ritorni compilati.
L’analisi delle informazioni fornite ha permesso di evidenziare, per ciascuna Area Tematica, i bisogni emergenti, le principali criticità e le proposte di miglioramento, che per facilità di lettura vengono di se-guito riportate sia in sintesi che in dettaglio.
È da notare come le due rilevazioni effettuate (Tavolo Tecnico dei Servizi e contesto socio ambientale) trovino sostanziale corrispondenza.
A) Sintesi:
Area Anziani
Bisogni emergenti:presenza di un numero crescente di anziani non autosuffi cienti; sostegno alle fa-miglie; necessità di una maggiore offerta di servizi fl essibili; diffi coltà economiche per garantirsi i servizi; carenza di servizi sanitari di base.
Principali criticità: carenza di volontari e diffi coltà di collaborazione e coordinamento tra Associazio-ni; carenza di risorse; scarsa cultura della domiciliarità
Proposte di miglioramento: sostegno alla domiciliarità; incremento di servizi semiresidenziali; offer-ta da parte delle strutture residenziali di interventi domiciliari; “adozione” di anziani in diffi coltà da parte di pensionati ancora attivi.
Area Famiglie-Minori
Bisogni emergenti: sostegno alla genitorialità; confl itti famigliari; disagio adolescenziale; richiesta di Servizi accessibili e fl essibili; maggiore integrazione per le famiglie di stranieri; raccordo con i Servizi.
Principali criticità: scarsità di risorse per affrontare la complessità dei problemi; rigidità normativa e istituzionale.
Proposte di miglioramento: concertazione tra pubblico e privato; promozione dell’integrazione dei servizi con il territorio e con il volontariato in particolare; potenziamento dei servizi per la prevenzione del disagio.
Area Disabili
Bisogni emergenti: maggiore informazione su servizi, diritti e procedure; necessità di sostegno psi-cologico, di interventi di emergenza, di servizi fl essibili a supporto delle famiglie; ansia dei genitori per il futuro dei fi gli; isolamento sociale delle famiglie; carenze di posti di lavoro “reali”; carenza personale adeguatamente preparato nella scuola.
Principali criticità: scarsa integrazione tra i Servizi Socio- Sanitari; scarsa sensibilità e cultura sulla disabilità da parte della comunità locale; percezione dei Servizi come “sperimentali” senza garanzia di continuità; scarso riconoscimento della Cooperazione Sociale da parte dell’Ente Pubblico.
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Proposte di miglioramento: maggiore coordinamento tra le Associazioni; maggiore coinvolgimento delle famiglie nei progetti individuali; maggiore lavoro di rete e collaborazione Pubblico/Privato.
Area Adulti
Bisogni emergenti: lavoro, casa, orientamento e accompagnamento al lavoro; sostegno economico, confl ittualità nei rapporti familiari; integrazione sociale per gli stranieri.
Principali criticità: carenza di ccordinamento strutturato tra i diversi soggetti che attivano servizi, di una rete tra i Servizi, di Servizi che affrontino problematiche complesse; scarsità di fondi; carenza di volontari.
Proposte di miglioramento: incrementare e strutturare la collaborazione tra Terzo Settore ed Enti Pubblici; promozione cultura delle “responsabilità” individuali e sociali.
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B) Quadro di dettaglio
Denominazioneente/associazione/organizzazione
Settore competenza(quale attività, in favore di chi)
Risorse
Associazione di volontariatoPrimavera
Assistenza e sostegno agli anziani in tutte le forme
Risorse umane: volontari
Associazione di Volontariato “Amici della casa di riposo Ceri-no Zegna”
Socio-Assistenziale: assistenza agli anziani
Autofi nanziamento dei soci
Risorse umane: soci e volontari motivati
Assosciazione volontariato di Gaglianico
Ambiente, cultura, socio- assistenziali.Assistenza ad anziani ed inabili
Esclusivamente risorse umane
Gruppo di volontariato Vincen-ziano San Giuseppe (c/o Il Filo d’Arianna)Sede in Biella
Informazione al cittadino e raccolta dati per la programmazione socio-sanitaria, promozione rete territoriale, domiciliarità leggera, gestione albo assistenti familiari.
Rapporto convenzionale e collaborati-vo con EEPP, conoscenza del territo-rio, lavoro di rete
Volontari disponibili e motivati, perso-nale dipendente
Amici del Volontariatodi Pralungo
Attività svolta principalmente presso la casa di riposo Opera Pia Ciarletti.Attività di cucito, rammendo, affi anca-mento per problemi di pratiche previ-denziali.Aiuto alle persone per i pasti
Pochi volontari
Ente Ecclesiastico Parrocchia di Sagliano e di Miagliano Assistenza morale e religiosa
Gruppo San Vincenzo. Centro ascolto Caritas. Oratorio.
Risorse umane: capacità di ascolto
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Bisogni emergenti Diffusione territorialeCriticità Ipotesi miglioramento
Richieste frequenti
Assistenza a domicilio Comune di Candelo
Numero limitato di volontari
Adozione degli anziani in diffi coltà da parte di pensionati ancora attivi
Compagnia e ascolto agli ospiti Su tutto il territorio
Maggiore sensibilizzazione da parte del-l’ASL
Occhieppo Inferiore
Troppa burocrazia Minori spese per i fa-miliari
Assistenza domiciliare Gaglianico
Mancanza di per-sonale
Maggiore coinvolgi-mento e sensibilizza-zione della popolazio-neAssistenza ed accompagnamento anziani
Trasporti accompagnati, domiciliarità, assistenza familiare, socializzazione e partecipazione
Tutto il Consorzio I.R.I.S. Resistenze alla col-laborazione con al-tre realtà di volon-tariato. Struttura burocratica degli EEPP rigida
Sostegno economico alle famiglie con un anziano a domicilio. Maggior coordinamen-to tra i servizi sociali e sanitari
Informazione sui servizi socio-sanitari domiciliari
Potenziamento del volontariato come tramite tra medico di famiglia e specia-listi del settore
Pralungo, Andorno Micca, Miagliano, Tollegno
Mancanza di mez-zi di trasporto e di personale
Collaborazione profi -cua. Monitoraggio del-le problematiche.Integrazione tra in-terventi istituzionali e solidarietà civile Aiuto nella gestione del quotidiano e nel
trasportoProblematiche su tutto il territorio
Servizio di trasporto per la fascia più anziana
Sagliano, Miagliano
Carenza fi nanziariaAumento di gruppi di volontariato
Ascolto e assistenzaProblematiche su tutto il territorio
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Denominazioneente/associazione/organizzazione
Settore competenza(quale attività, in favore di chi)
Risorse
Consultorio“La Persona al Centro”
Consulenza, sostegno del singolo, delle coppie, delle famiglie (anche quelle adot-tive)
Risorse strutturali: Biblioteca Don S.Rosso
Risorse umane: personale qualifi cato
Associazione Genitori “Giro-mondo”Cavaglià
Promozione, cultura, educazione, istru-zione, a genitori e fi gli
Volontari, soci iscritti
Associazione Famiglie S.Paolo Masarone Villaggio SportivoBiella
Sociale, assistenziale, benefi co con opere, manifestazioni sportive
Erogazioni del Comune. Sponsorizza-zione di privati
Progetto GiovaniCandelo
Aggregazione giovanile, promozione so-ciale
Autofi nanziamento, sede propria
“Genitori Insieme...”Occhieppo Inferiore
Ricreative, culturali, assistenza, formazio-ne per genitori/ragazzi
Ricavo da vendite e offerte
Volontari
Centro Aiuto alla Vita onlus Biella
Sostegno morale e materiale alle madri e alle famiglie, promozione della Vita na-scente
Strutturali: 2 case di accoglienza in co-modato. Oblazioni private, una parte dell’8 per mille, contributi di Enti e Fondazioni bancarie
Volontari
Associazione Piccolo FioreSostegno alla Cooperativa Domus Laeti-tiae.Sensibilizzazione al volontariato
Soci volontari e soci ordinari
Attività di sensibilizzazione sul terri-torio
Associazione Italiana Assistenza Spastici
Momenti di incontro e ricreativi con i ragazzi diversamente abili, genitori , vo-lontari
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Bisogni emergenti Diffusione territorialeCriticità Ipotesi miglioramento
Richieste frequenti
Stabilità interiore, sicurezza relazionaleProvincia e fuori provincia di Biella. Regione Piemonte
Scarse risorse eco-nomiche
Gruppi di incontro per confrontarsi, mag-giore consulenza alle personeProblemi di coppia, di rapporto genitori
/fi gli, mediazione familiare
Minor costo delle rette scolastiche, men-sa scolastica, iniziative rivolte a bambini e ad adolescenti, adeguamento dei pro-grammi scolastici
Cavaglià e comuni limitrofi Mancanza di una sede
Coinvolgimento mag-giore delle famiglie
Nuove iniziative per le famiglie, sensibi-lizzazione verso i minoriSvago, aggregazione, concerti, luogo di ritrovo anche per gli anziani
Quartiere S.Paolo, Masarone,Vill.Sportivo
Maggiore esperienzaAssistenza ai ragazzi nel periodo estivo, pre/dopo scuola
Problematicità su tutto il territorio
Maggiori momenti di aggregazione Candelo Mancanza di risorse economiche, di un luogo, sfi ducia da parte degli adulti e conseguente man-cato raggiungimen-to degli obiettivi
Coordinazione delle azioni, formazione di volontari, coinvolgi-mento degli adulti
Professionalità, continuità delle azioni, luogo adatto
Su tutto il territorio
Assistenza ai ragazzi fuori orario scola-stico, luoghi di ritrovo e luoghi per an-ziani
Provincia di Biella Scarsa disponibilità fi nanziaria. Diffi -coltà di relazione con il corpo do-cente
Sensibilizzazione da parte del territorio e della popolazione. Co-municazione e ascolto continuativo da parte delle istituzioni
Progetti e spazi per ragazzi e bambini, assistenza e supporto alle famiglie pro-blematiche
Soprattutto nei paesi limi-trofi a Biella
Sostegno alle famiglie, educazione alla genitorialità, lavoro stabile, struttura
Biellese Mancanza di sensi-bilità anche istitu-zionale
Diminuire e velocizza-re le burocrazie, mag-giore coordinamento con associazioniAiuto economico, mediazione con i ser-
vizi socialiSu tutto il territorio
Nuove povertà e disagio nei confronti della problematica dell’handicap
Zona Valle Cervo Mancanza di coor-dinamento tra le varie associazioni di volontariato e con i servizi pubblici
Maggiore lavoro di rete.Maggiore collabora-zione tra pubblico e privato sociale.
Supporto morale e materiale; promozio-ne sociale
Su tutto il territorio.
Responsabilizzare la persona nella pro-pria crescita
BielleseCostanza ed impegno a costruire e migliorare i rapporti per cambiare i vecchi schemiMantenimento dei contatti con altre
realtà che si occupano di handicap, am-pliare i momenti ricreativi
Su tutto il territorio
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Denominazioneente/associazione/organizzazione
Settore competenza(quale attività, in favore di chi)
Risorse
ANFFAS Biellese ONLUS
Difesa dei diritti del disabile e delle loro famiglie.Attività di volontariato presso le strutture dell’ANFFAS
Soci volontari
Associazione di volontariato Cottolengo sezione territoriale di Biella
Aiutare nei reparti e nei laboratori per l’assistenza agli ospiti
Risorse fi nanziarie: offerte, quote asso-ciative dei soci
Risorse umane: volontari
VEDOVOCI associazione Ge-nitori bambini sordi
Corsi di lingua dei segniAssistenza alle famiglie.Aggregazione e attività ludiche.Attività di supporto collegate alla scuola di Cossato
Contributi economici di enti pubblici per progetti specifi ci, tesseramento dei soci, ricavi da soci
Volontari
Polisportiva Handicap Biellese Attività sportive per persone disabili: al-lenamento e trasferte per gare
Risorse fi nanziarie: sovvenzioni pro-vinciali, di vari comuni biellesi. Tesse-ramenti, oblazioni da privati.
Risorse umane: volontari
Centro di Accoglienza “L’Arco-baleno” (Banco di solidarietà)
Distribuzione pacchi alimentari e di abbigliamento, coadiuvato da un centro di ascolto
Donazione di privati, collaborazione con il banco alimentare
Banco Alimentare Piemonte-Valle d’Aosta Reperimento e distribuzione prodotti
alimentari
Risorse strutturali: magazzino, cella frigorifera, alimenti
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Bisogni emergenti Diffusione territorialeCriticità Ipotesi miglioramento
Richieste frequenti
Coordinamento con i centri diurni du-rante il periodo estivo, accoglimento delle richieste di diffi coltà dei famigliari per l’assistenza del disabile
Provincia di Biella
Età elevata dei soci
Inserimenti in strut-ture anche per brevi periodi per poter abi-tuare i ragazzi ad una nuova realtà Preoccupazione per il futuro nell’ambi-
to familiareSu tutta la provincia
Biella “Piccola Casa della Divina Provvidenza”
Mancanza di personale qualifi cato all’in-terno delle scuole, mancanza di persona-le segnante negli uffi ci pubblici
Biellese e zone limitrofe
Poca sensibilità verso l’handicap sensoriale. Man-canza di una sede idonea
Sensibilizzazione mag-giore da parte delle istituzioni
Richieste soprattutto da parte delle scuole, mancanza di fi nanziamenti
Problematiche su tutto il territorio
Informazione BielleseReperimento dei contributi econo-mici per le attività
Trasporto gratuito
Trasporto degli atleti presso gli impianti sportivi
Specifi che zone periferiche, piccoli paesi delle aree pe-demontane del comprenso-rio IRIS e CISSABO
Diffi coltà di trovare lavoroBiella Quartiere Villaggio Lamarmora
Diffi coltà burocra-tiche e fi scali da parte dei negozi che vorrebbero of-frire merci
Sensibilizzazione mag-giore verso i problemi sociali da parte delle forze politiche e delle istituzioni locali
Aiutare le persone ad indirizzare le ri-chieste ai vari enti
Solo sul quartiere in que-stione
Reinserimento lavorativo Provincia di Biella Mancanza di un mezzo di trasporto per prodotti
Collaborazione con le strutture pubblicheConsegna a domicilio, maggiori generi
alimentariSu tutta la provincia
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Denominazioneente/associazione/organizzazione
Settore competenza(quale attività, in favore di chi)
Risorse
A.F.T.E.D. Associazione Fa-miglie Tossicodipendenti e disadattati
Ascolto accoglienza di persone con pro-blemi di tossicodipendenza. Gestione di gruppi di auto mutuo aiuto per le famiglie in grave disagio. Prevenzione ed informazione sul territorio
Risorse strutturali.Collegamenti con il Ser.T. di Biella e di Cossato
Risorse umane: personale qualifi cato con esperienza
Consulta Volontariato Città di Biella Promozione della cultura del volontariato
Risorse offerte dall’Assessorato ai Ser-vizi Sociali del Comune di Biella
Associazione di volontariato “La Rete”
Gestione del “Centro pronta e Prima accoglienza E. Borri”. Mensa “Il pane quotidiano Biella”. Accompagnamento e sostegno per ricercare casa e lavoro. So-stegno economico
Concessione amministrativa da parte dei consorzi IRIS e CISSABO.Donazioni da parte di Enti, da Caritas italiana, raccolte fondi
Risorse umane: volontari
L’Alveare onlus. Volontariato Valle Elvo
Assistenza ad anziani, minori, famiglie. Banco alimentare e vestiario, sussidi or-topedici, organizzazione gite. Emergenze ,trasporti, centro di ascolto
Convenzioni con Enti pubblici e pri-vati
Soci volontari
Cittadinanzattiva Regione Pie-monte onlus
Tutela dei diritti del cittadino. Tutela del consumatore. Promozioni delle tutele collettive nei servizi
Donazioni a parte di privati cittadini
Risorse strutturali: organizzazione a livello nazionale, a disposizione un sito web
Per Contare di Più Supporto a parenti di pazienti psicoticiRisorse umane: volontari ed i parenti stessi
Suma Chi onlusAccoglienza in struttura di donne stranie-re vittime di tratta. Iniziative di sensibiliz-zazione sul territorio
Struttura in comodato assegnata dal Comune di Cossato
Sei volontari attivi motivati
Associazione Famiglie “Il Cammino”
Sostegno per disagi in generale, attraverso gruppi di auto mutuo aiuto. Colloqui individuali
Sede propria. Il Ser.T.
Tre volontari attivi, incontri mensili
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Bisogni emergenti Diffusione territorialeCriticità Ipotesi miglioramento
Richieste frequenti
Trovare solidarietà, riferimenti “forti”Biella e zone limitrofe a cui fa capo l’ASL
Diffi coltà di rag-giungere gli utenti “nascosti” e di entrare in contat-to con i soggetti a rischio e con le fa-miglie
Osservatorio effi ciente per rilevare i bisogni. Informazione, edu-cazione, protocolli d’intesa tra pubblico e privato
Ascolto telefonico, informazioni, offerte di servizi a pagamento, richieste di un giovane per aiutare un coetaneo
Soprattutto quartieri perife-rici e vallate
Nuove povertà, famiglie con disabili a carico
Provincia di Biella La poca coordina-zione tra le varie associazioni
Maggiore integrazione fra mondo del volonta-riato e servizi publiciVolontariato attivo per le fasce più deboli
della popolazioneSul territorio provinciale
Lavoro, abitazione, sostegno economico e alimentare
All’interno del Comune di Biella
Risorse economi-che limitate. Lenta burocrazia
Valutazione attenta delle problematiche e ricerca di soluzioni. Potenziare la collabo-razione e le sinergie con l’Ente pubblicoRicovero notturno
Diffi coltà: economiche, di dialogo fa-miliare, di gestione di anziani e malati mentali
MongrandoLenta burocrazia. Scarsità di locali /magazzino
Incontri per gruppi di sostegno
Lavoro, banco alimentare, pagamenti, svolgimento di pratiche, sostegno.
Problematiche maggiori nei paesi più piccoli, più poveri, con più immigrati
Posti di lavoro, prevenzione in campo di salute, rispetto dei diritti del cittadino, maggior controllo dei prezzi
Provincia di Biella Mancanza di una sede propria. Man-canza di iscrizione al volontariato pro-vinciale
Controlli e pene più severe. Maggior sensi-bilizzazione da parte di utenti/consumatori e tra enti/organizza-zioni
Controllo dei prezzi e delle tariffe
Comprensione, supportoASL 12, D.S.M. di Biella e Cossato
Mancanza di fondiMaggiore supporto ai familiariIntervento presso il D.S.M. per aiuto ai
pazienti e familiariSu tutto il territorio
Informazione per le vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale
Cossato (struttura di acco-glienza) e provincia di Biella (sensibilizzazione) Mancanza di vo-
lontari
Eliminare gli ostacoli amministrativi al rein-serimento sociale e la-vorativo. Finanziamen-ti statali per progetti di accoglienza
InformazioneProblematiche distribuite in modo uniforme su tutto il territorio
Ascolto, la comunicazione, i rapporti umani
Provinciale Mancanza di vo-lontari e formazio-ne/aggiornamenti
Maggiore sensibilizza-zione e prevenzioneLa risoluzione del problema in modo im-
mediatoProblematiche distribuite in modo uniforme
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Denominazioneente/associazione/organizzazione
Settore competenza(quale attività, in favore di chi)
Risorse
A.B.V. Associazione Biellese di volontariato
Promozione della salute, miglioramento della qualità della vita e delle relazioni tra i cittadini
Contributi occasionali di privati
Associazione culturale Mosaico Sportello accoglienza; sportello informa-zione e accompagnamento
Risorse umane
ANFAA Associazione Nazio-nale Famiglie Adottive e Affi -datarie
Sensibilizzazione, informazione, forma-zione per affi damento e adozione. Colla-borazione nella defi nizione delle norma-tive per la tutela e il sostegno dell’infanzia abbandonata
Sede attrezzata.Collaborazione in rete.Coordinamento internazionale
Volontari
Associazione Nazionale Mutilati Invalidi Civili - sede di Biella
Tutela dei diritti agli invalidi.Consulenza.Avvio alle pratiche per riconoscimento invalidità e ricorsi.Partecipazione alla commissione triparti-ta per l’avviamento al lavoro degli inva-lidi
Quote associative e contributi da parte di alcuni Enti
Servizi di consulenza effi ciente
Associazione Nazionale Mu-tilati Invalidi del Lavoro- sede di Biella
Assistenza legale e materiale della catego-ria. Tutela del diritto al lavoro. Attività di studio, indagine, promozione e sviluppo su problemi previdenziali
Convenzioni per questioni medico-le-gali
Personale qualifi cato e volontari mo-tivati
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Bisogni emergenti Diffusione territorialeCriticità Ipotesi miglioramento
Richieste frequenti
Solitudine, abbandono, povertà e malat-tia
Provincia di BiellaMancanza di vo-lontari; costi per assicurazioni e per il rimborso spese ai soci per chilometri percorsi
Corsi di formazione per volontari. Aumen-tare il numero di vei-coli a disposizione per i trasporti
Richieste di trasporti, accompagnamento per necessità primarie, assistenza presso reparti ospedalieri
Problematiche uniformi su tutto il territorio
Lavoro, casa, ascolto, integrazione socia-le, sensibilizzazione da parte degli opera-tori
Provincia di Biella
Scarse risorse fi -nanziarie poca sen-sibilizzazione degli operatori e delle autorità. Mancanza di una rete adegua-ta tra i servizi
Aumentare la collabo-razione tra terzo set-tore ed enti pubblici. Progetti strutturati Ascolto e sostegno in ogni sua forma
Eccessiva solitudine dei nuclei familiari, mancanza di sostegni a scuola, scarsità di investimenti nel sociale e nell’educa-zione, molte famiglie monoparentali
Nazionale, Provincia di Biella
Carenza volontari, scarse risorse eco-nomiche
Coordinamento, pro-gettazione con servizi pubblici, privati, as-sociazionismo. Poten-ziamento degli investi-menti
Maggiori chiarimenti sulla normativa, sostegno alle coppie in attesa di ado-zione/affi damento, sostegno alle madri naturali
Su tutto il territorio
Mancanza di supporto per assistenza accompagnamento e gestione della quo-tidianità per anziani
Provincia di BiellaLimitato sostegno fi nanziario.Aspetti burocratici degli Enti e delle Istituzioni della ca-tegoria
Enti ed Istituzioni pre-poste più effi caci ed effi cienti
Mancato avvio di persone, anche se disa-bili, in condizione di svolgere il lavoro.
Su tutto il territorio.
Informazione e assistenza, ricerca di la-voro, equità nelle erogazioni delle pen-sioni e delle rendite da parte dell’INPS e dell’INAIL, assistenza per i più anziani
Provincia di BiellaScarse risorse fi -nanziarie, persona-le e volontari
Collaborazione con gli enti locali e con il cen-tro per l’impiego.
Tutela medico-legale per infortuni, ri-chieste di lavoro
Su tutto il territorio provin-ciale
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Denominazioneente/associazione/organizzazione
Settore competenza(quale attività, in favore di chi)
Risorse
Associazione italiana Sclerosi multipla Sez. di Biella
Trasporto con mezzi attrezzati.PsicoterapiaFisioterapiaAttività di socializzazione. Supporto nella compilazione di pratiche sociali.Telefono amico
Sede con segreteria.Sala per incontri e terapie.Tre mezzi attrezzati.Attrezzature per fi sioterapie
Volontariato
Ente Nazionale Sordomuti
Tutela e protezione degli interessi morali, civili, economici dei sordi.Promozione di attività per facilitare l’in-tegrazione sociale
Tesseramento dei soci.Contributi da istituzioni locali
Associazione Italiana Larin-gectomizzati Riabilitazione e recupero della parola
Tesseramento annuale dei soci
Volontari
Parrocchia di N.S. d’Oropa al Villaggio Lamarmora Evangelizzazione e promozione umana
Offerte dei fedeli e erogazioni
Parrocchia San LorenzoAndorno
Oratorio quotidiano, centro estivo, assi-stenza ai poveri
Offerte parrocchiali
Parrocchia S. Bernardo delle Alpi Barazzetto, Vandorno, Oremo
Pastorali e di ascolto
Collegamento con il gruppo di volon-tariato vincenziano.Banco alimentare. Offerte parrocchiali
Collegamento con ambulatorio infer-mieristico “Don Monti”
Parrocchia di Santa Maria As-sunta di Netro
Azione pastorale, sociale. Il parroco è membro di diritto nella Casa per Anziani “Simonetti” Risorse umane: mamme volontarie
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Bisogni emergenti Diffusione territorialeCriticità Ipotesi miglioramento
Richieste frequenti
Maggior effi cienza del Servizio Sanitario Nazionale; maggior assistenza da parte degli organi preposti
Biella e Provincia
Rapporti con le isti-tuzioni Sanitarie
Maggior coordinamen-to tra le varie associa-zioni.Coordinamento con IRIS e CISSABO
Assistenza psicologica sia per utenti che per le famiglie; trasporto per visite me-diche
Problematiche presenti sul nostro territorio.
Servizio di interpretariatoTutto il Biellese a livello provinciale; tutta l’Italia a livello nazionale
Indifferenza da par-te delle Istituzioni, taglio dei fondi
Ripristinare il servizio di interpretariato
Servizio di interpretariatoIn modo uniforme su tutto il territorio biellese
Su tutto il territorio biellese Incomprensione e disinteresse della popolazione
Aumento delle risorse economiche
Maggiore presa di coscienza per non ri-durre tutto a problemi economici
Villaggio Lamarmora
Scarsità di risorse umane, di mezzi, complessità dei problemi posti
Reprimere le devianze. Attivare una equipe di educatori di strada. Preparare i giovani con la scuola dell’obbligo
Maggiori aiuti economiciVicinanze scuole medie e zona mercato di Biella
Assistenza ai ragazzi, minor costo per praticare lo sport
AndornoScarse risorse eco-nomiche
Maggiori aiuti econo-mici dall’Ente pubbli-coAssistenza ai ragazzi, minor costo per
praticare lo sportUniforme, soprattutto per extracomunitari
Solitudine, diffi cili rapporti di coppia, problemi psicologici
Barazzetto, Vandorno, Ore-mo Miglioramento del ser-
vizio pubblico sanita-rio; maggiore sostegno spirituale ed educativoRicerca di lavoro, aiuto economico, casa,
assistenza necessità di cure infermieristi-che
Per gli anziani maggiormen-te al Barazzetto
Isolamento degli anziani Netro
Scarsa collaborazione
Aumentare il numero degli assistenti domi-ciliari sul territorio, di volontari e di anima-tori
Maggiore coinvolgimento, ascolto, ani-mazione per i ragazzi
Problematiche su tutta la zona soprattutto nelle fra-zioni più lontane dal centro
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Denominazioneente/associazione/organizzazione
Settore competenza(quale attività, in favore di chi)
Risorse
Progetto “Donna Più”Servizi socio-assistenziali-educativi per minori, famiglie, donne e pari opportuni-tà e imprenditorialità
Risorse strutturali
Competenze specifi che specialistiche riferite ai servizi erogati
Cooperativa Animazione Val-docco
Progettazione e gestione di servizi educa-tivi, animativi e assistenziali
Risorse strutturali: sede di via Orfano-trofi o 15/a Biella
Risorse umane: soci lavoratori
Cooperativa “Pietra Alta Servizi” Progettazione e gestione di servizi educa-tivi, animativi e assistenziali
Risorse strutturali: sede di via Belletti Bona
Risorse umane: interventi professio-nali
Dopo di Noi Studio, progettazione, attuazione di pro-getti di autonomia possibile per disabili adulti.
Struttura.Volontari.Empatia
Cooperativa “Tantintenti” ONLUS
Area handicap: appalto biennale assi-stenza domiciliare Consorzio CASA Gat-tinara; progetto Autonomia Possibile in collaborazione con A.gen.Da.; progetto di supporto e mediazione relazionale per alunni disabili scuola Gromo Cridis; co-munità alloggio, Gruppo appartamento, Tregua Sollievo Casa Lions Biella.Area minori: Centri estivi e pre-post scuo-la Cossato; Centro estivo Chiavazza; Cen-tri di aggregazione Chiavazza e Villaggio Lamarmora; Spazio Aperto Cossato.Educazione ambientale.Formazione
Struttura residenziale, personale quali-fi cato adest/oss, equipe per le attività di animazione, gestione di centri estivi e di centri di aggregazione.Relazioni signifi cative per confronto e cooperazione con privati e pubblico
Risorse materiali proprie
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Bisogni emergenti Diffusione territorialeCriticità Ipotesi miglioramento
Richieste frequenti
Lavoro stabile, aiuto nella risoluzione di confl itti familiari, supporto alla crea-zione di impresa, aumento della povertà della popolazione
Provincia di Biella e di Ver-celli Formazione univer-
sitaria troppo gene-rica. Ritardo dei pagamenti da parte degli enti locali
Attuazione dei Piani di zonaPartecipazione a progetti rivolti a mi-
nori, donne, famiglie, consulenze sulla creazione di impresa, reinserimento del-le donne nel mercato del lavoro
Servizi per la prevenzione del disagio adolescenziale; servizi professionali al-ternativi alle famiglie di origine di mino-ri; sostegno per gli immigrati ed infor-mazione
Provincia di Biella Incertezza di risor-se per la progetta-zione e gestione dei servizi
Istituzione e/o poten-ziamento dei servizi rivolti alla prevenzione del disagio; promozio-ne dell’integrazione sociale sul territorio; momenti di confronto formali con le istituzio-ni locali
Maggiori servizi differenziati rivolti al disagio; maggiore collaborazione con gli Enti locali
Su tutto il territorio
Prevenzione del disagio adolescenziale; servizi professionali alternativi per le fa-miglie di origine
Provincia di BiellaScarsità di risorse per la progettazio-ne e gestione dei servizi a causa della ridefi nizione delle politiche di welfare
Istituzione e/o poten-ziamento dei servizi rivolti alla prevenzione del disagio
Più vasta gamma di servizi rivolti al disa-gio; collaborazione nella progettazione e gestione dei servizigestione dei servizi
Su tutto il territorio
Ansia per il futuro dei propri fi gli; desi-derio di un ambiente di tipo familiare; possibilità di vivere con coetanei.
Provincia di BiellaProposte percepite dai genitori come sperimentali e che quindi offrono mi-nori sicurezze.
Maggior partecipazio-ne genitoriale per la progettazione di per-corsi di autonomia del proprio fi glio.Rimessa in discussio-ne dell’organizzazione attuale.
Lavoro ed occupazione per integrare maggiormente.
Su tutto il territorio e per ogni famiglia con a carico un disabile.
Maggiore offerta di servizi nell’ambito della disabilità. Supporto, accompagna-mento, sostegno e cura per area minori e famiglie
Provincia di Biella
Recente costituzio-ne dell’organizza-zione.Scarsa propensio-ne della pubblica amministrazione a concepire la coo-perazione sociale come un investi-mento a lungo ter-mine.
Costruzione di poli-tiche di Welfare nelle aree disabili e minori.
Cura degli aspetti relazionali, qualità della proposta e fi ducia nell’organizza-zione e nel personale
Sul territorio della provincia.Per quanto riguarda l’area handicap diffi coltà maggiori per le famiglie residenti nel-le aree collinari/montane e nelle valli
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Denominazioneente/associazione/organizzazione
Settore competenza(quale attività, in favore di chi)
Risorse
Cooperativa Sociale Domus Laetitiae
Attività residenziale in 2 nuclei RAF e in un nucleo RSA a rilievo sanitario. Attività di residenzialità temporanea ed emergenza.Attività ambulatoriale di riabilitazione, psicomotricità, logopedia, idroterapia, ippoterapia. Attività di diagnostica e sperimentazione dell’intervento sull’au-tismo. Centro diurno a rilievo sanitario. Inserimenti lavorativi. Attività di domi-ciliarità e di educativa sul territorio, del tempo libero con pratica sportiva e di animazione serale.
Operatori qualifi cati. Ricerca e pro-gettazione interne. Nuovi posti resi-denziali presso la comunità gestita da Tantintenti. Disponibilità con risorse proprie per i bisogni del territorio
Finanziamenti da parte di fondazioni “Corporate”, CRB, CRT.Finanziamento del 50% per la costru-zione di un centro diurno socio-riabi-litativo.
Cooperativa Sociale Integra-zione Biellese p.a. a marchio Anffas
Due Comunità alloggio.Un gruppo appartamento.Laboratori artistici; tecnico-espressivi.Attività sportive, pre-lavorative, agricole.
Lavoro di equipe interdisciplinare , interventi mirati alla persona e diver-sifi cati
Società cooperativa sociale“La Coccinella”
Progettazione, gestione di attività educa-tive, assistenziali, riabilitative, in ambito di dipendenze, minori, disabili, psichici, anziani
Risorse economiche provenienti dal lavoro svolto e dalle leggi di fi nanzia-mento di settore
Eurotrend AssistenzaCooperativa Sociale
Servizi socio-assistenziali ad anziani, minori, disabili. Servizi di ristorazione, pulizia, lavanderia
Amica Assistenza di Iezzi An-namaria
Servizi socio-assistenziali, pulizie civili ed industriali
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Bisogni emergenti Diffusione territorialeCriticità Ipotesi miglioramento
Richieste frequenti
Mappatura del territorio per maggiore e migliore informazione dei servizi pre-senti; gestione del dopo scuola che inter-rompe il percorso di inclusione sociale; revisione delle politiche del lavoro; per-cezione di isolamento sociale da parte delle famiglie
Provincia di Biella, Piemon-te, Valle d’Aosta
Diffi coltà di col-laborazione con la rete territoriale. Scarsa integrazione socio-sasnitaria.Limiti da parte del-la legislazione per inserimenti lavora-tivi. Tempi lunghi di pagamento delle Pubbliche Ammi-nistrazioni.Resistenza al cam-biamento da parte della struttura
Alleanza territoriale. Aumento di risorse
Interventi di emergenza, servizi fl essibili, supporto alle famiglie
Su tutto il territorio con maggiore concentrazione del territorio del CISSABO
Servizi sociali e socio-sanitari effi cienti e sicuri; procedure per l’accesso più veloci e chiare
Biellese
Lenta burocrazia e carenza di risorse per l’attivazione dei turn-over.
Attenta gestione delle risorse.Attenta programma-zione e pianifi cazione
Supporto alla famiglia, sicurezza per il dopo di noi, supporto economico, garan-zie dei servizi, interventi semiresidenziali attivi per i giovani, posti di lavoro reali per i disabili.
Il “Dopo di noi” è una ri-chiesta generale.Le altre sono riferite ai terri-tori di periferia.
Risorse economiche per cura, sostegno, sostituzione del nucleo
Consorzi IRIS e CISSABO
Scarse risorse eco-nomiche
Concertazione, inte-grazione delle diverse offerte , progettualità condivisaSostegno e domiciliarità
Uniforme ma soprattutto nelle zone montane
Dare e fare servizi nella domiciliaritàPiemonte, Lombardia, Val-le d’Aosta, Umbria, Emilia Romagna, Calabria
Mancanza di presa in considerazione da parte degli orga-nismi biellesi
Lavorare in raggrup-pamento di impresa o consorziServizi socio-assistenziali domiciliari,
sostituzioni ferie, malattie, infortuni di adest/oss in casa di riposo
Biellese, Vercellese, Novarese
Provincia di BiellaConcorrenza sleale degli extracomuni-tari ed il problema dei lavoratori auto-nomi
Maggiori informazioni sui servizi disponibili. Sensibilizzazione mag-giore da parte delle istituzioni
Su tutto il territorio
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Denominazioneente/associazione/organizzazione
Settore competenza(quale attività, in favore di chi)
Risorse
Maria Cecilia Cooperativa Sociale
Inserimenti lavorativi, animazione sociale, assistenza, promozione del commercio equosolidale e del consumo critico
Rete CGM e Consortile
Operatori qualifi cati.Collaborazione con i servizi del terri-torio
Privatassistenza Aura Coopera-tiva Sociale
Assistenza a malati, anziani, disabili, ge-stione delle strutture
Rete nazionale con tutte le fi gure professionali nel settore socio-assi-stenziale
Cooperativa di Solidarietà So-ciale “La Famiglia”
Servizi socio-assistenziali di territorio, servizi educativi, servizi all’infanzia, repe-rimento personale per sostituzioni casa di riposo e presso privati
Appoggio e fi ducia delle amministra-zioni
Personale qualifi cato, conoscenza del territorio, bassissimo indice di turn over
Cooperativa Sociale “L’Orso Blu”- Cooperativa Sociale Sirio 93 Onlus- Cooperativa Sociale G.Atallah Onlus
Gestione di servizi di pulizie, giardinag-gio, raccolta differenziata, ristorazione, facchinaggio ed altri servizi per l’integra-zione lavorativa di persone svantaggiate
Accesso ai benefi ci della legge 381/91
Professionalità e mezzi per la gestione dei servizi della cooperativa; orienta-mento imprenditoriale
Anteo Cooperativa Sociale Onlus
Progettazione, gestione e coordinamento dei servizi di assistenza alla persona nei diversi settori (sanitario, educativo, socio-riabilitativo etc.)
Certifi cazione ISO
Personale qualifi cato per la progettazio-ne e la gestione nei servizi alla persona, uno staff direzionale. Contatto diretto con le esigenze della popolazione
Società Cooperativa Sociale “Mosaico”
Mediazione interculturale, linguistica nelle scuole, in carcere, questura, ASL 12, consulenza centro per l’impiego
Risorse umane: mediatori culturali
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Bisogni emergenti Diffusione territorialeCriticità Ipotesi miglioramento
Richieste frequenti
Orientamento e accompagnamento al lavoro, maggiore informazione e coordi-namento tra i vari servizi
Biellese
Diffi coltà a reperi-re fondi da investi-re in servizi, e fare investimenti, limiti organizzativi
Strategie per la pro-mozione della cultura della “responsabilità” e defi nizione dei ruoliCopartecipare, coinvestire, promozione
di culture alternativeSu tutto il territorio biellese
Maggior assistenza Tutta la provincia di Biella Normative vigenti inadatte, concor-renza sleale da par-te delle badanti
Intervento pubblico per programmare e ra-zionalizzare il settoreAssistenza domiciliare o in struttura, par-
tecipazione ad appaltiComune su tutto il territo-rio
Occupazioni alternativeProvincia di Biella e zone limitrofe
Scarsità di fondi e di risorse econo-miche. Mercato spesso deregola-mentato
Regolamentazione dei settori operativi del terzo settore Servizi all’infanzia, assistenza privata e
personaleSoprattutto nelle zone isola-te come quelle montane
Sicurezza lavorativaProvincia di Biella e di Ver-celli Alto livello di con-
correnza; capacità fi nanziaria limitata
Costruzione di reti di imprese, proposte for-mative, riqualifi cazione dell’economia localeLavoro
Possibilità lavorative; bisogni primari so-prattutto per extracomunitari; assistenza qualifi cata a domicilio; relazioni sociali signifi cative
Provincia di Biella, Vercelli, Torino, Alessandria, Mila-no, Pavia
Diffi coltà di un coordinamento or-ganico tra gli enti coinvolti nella rea-lizzazione dei servi-zi, limitazione delle risorse
Modelli di coordina-mento tra gli enti; rete integrata di servizi; gestione diretta dei serviziLavoro, casa, assistenza individualizzata
a domicilioProblematiche intensifi cate negli agglomerati urbani
Mancanza di lavoro, di posti di accoglien-za, di luoghi di aggregazione
BielleseRisorse economi-che limitate, man-canza di servizi per problematiche complesse
Maggiori fi nanziamen-ti, supporto da parte degli enti, maggior ascolto alle persone, creazione di posti di lavoro
Lavoro, corsi di alfabetizzazione, sup-porto linguistico, economico, corsi di formazione professionali, mediazioni con gli enti
Su tutto il territorio
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Denominazioneente/associazione/organizzazione
Settore competenza(quale attività, in favore di chi)
Risorse
Asilo Nido Comunaledi Gaglianico Servizio educativo e assistenziale per
bambini da 6 mesi a 3 anni
Risorse umane: personale qualifi cato
Asilo Nido Comunaledi Occhieppo Inferiore
Servizio socio-educativo per bambini da 6 mesi a 3 anni
Risorse umane: personale qualifi cato
Comune di BiellaSettore Istruzione Socio educativa a bambini da 0-3 anni
Risorse strutturali ( diverse sedi)
Personale qualifi cato
Asilo Nido “Spazio Bimbi”Cavaglià Assistenza ai bambini da 12 a 36 mesi
Contributo comunale
Collaborazione con i servizi socio-assi-stenziali. Orari fl essibili
Baby parking “Il Campanellino”Biella Servizio di baby parking
Risorse strutturali
Risorse umane: personale qualifi cato; formazione continua
Baby parking “La culla con le ali”Borriana Servizio di baby parking
Risorse strutturali
Personale qualifi cato, formazione con-tinua
Palabimbo SNCBiella Asilo nido e baby parking
Risorse strutturali
Personale specializzato per attività in-tegrative
Asilo nido privato “Bimbilandia”Biella Asilo nido
Risorse strutturali: materiale ludico
Risorse umane: personale qualifi cato; corsi di aggiornamento bimestrali
Società “Il Girotondo”Biella Asilo privato e baby-parking
Pagamenti delle rette
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Bisogni emergenti Diffusione territorialeCriticità Ipotesi miglioramento
Richieste frequenti
Maggiore comunicazione con le fami-glie, riduzione delle rette, maggiore inte-grazione sociale per gli extracomunitari
Comune di Gaglianico, Cer-rione, Sandigliano Gruppo di lavoro
instabile, personale ausiliario insuffi -ciente, lista d’attesa lunga. Rigidità del-l’orario
Maggiori investimenti pubblici nel sociale. Semplifi cazioni bu-rocratiche. Maggiori informazioni sui ser-vizi. Formazione del personale
Flessibilità degli orari,rapporti comuni-cativi con le famiglie
Servizi più diffusi nel territorio, più accessibili economicamente, supporto ai genitori, personale adeguato alle esi-genze
Occhieppo Inferiore, Cam-burzano
Scarso investimen-to nel servizio e poca valorizzazione del personale so-prattutto in passato
Maggiori fi nanziamen-ti economici, maggiore raccordo tra i servizi, favorire le convenzioni e le gestioni associate dei servizi
Flessibilità negli orari, sostegno alla edu-cazione dei bambini
Maggior offerta formativa Comune di Biella
Rigidità strutturale Servizi alternativi Flessibilità degli orari, minor costo per gli utenti
Su tutto il territorio
Comune di Cavaglià
Richieste di lavoro Biella Scarsità di fi nanzia-menti
Concertazione tra pub-blico e privatoFlessibilità di orario, richieste di assun-
zioneProblematiche su tutto il territorio
Domande di assunzione Borriana Ristrettezza di fi -nanziamenti che li-mita la formazione
Concertazione tra pub-blico e privatoFlessibilità di orario
Uniforme su tutto il terri-torio
Posti di lavoro, sostegno alle famiglie, omogeneità e coordinamento dei servizi soprattutto tra pubblico e privato
Biella Mancanza di sov-venzioni e alti costi di gestione. Neces-sità di personale per un numero ri-stretto di bambini
Aiuti economici comu-nali e regionali
Personalizzazione del servizio per le esi-genze individuali
Problematiche distribuite in modo omogeneo nella città di Biella
Partecipazione alle attività da parte dei genitori
Biella Mancanza di fondi e spese elevate
Dibattiti e conferen-ze per operatori e per genitoriCoinvolgimento
Problematiche su tutto il territorio
Flessibilità degli orari, aiuti economici o agevolazioni per sostenere le rette
Biella e paesi limitrofi Costi elevati per il personale. Diffi col-tà a seguire corsi formativi fuori zona. Limitazione legislativa
Costi minori per l’as-sunzione del personale
Flessibilità di orario del personaleProblematiche su tutto il territorio
70
Denominazioneente/associazione/organizzazione
Settore competenza(quale attività, in favore di chi)
Risorse
Il Nido di M.Luisa BoffoBiella Assistenza ed educazione prima infanzia
Risorse strutturali
Personale qualifi cato.Flessibilità di orari
Asilo Nido Comunale di Cande-lo “Almo Manione”
Custodia dei bambini e sviluppo sotto il profi lo somatico, intellettuale, sociale affettivo
Risorse economiche del bilancio co-munale.Risorse strutturali
Personale qualifi cato
Casa di Riposo Domus Tua onlus
Assistenza ad anziani.Posti RAF, RA, Alzheimer, diurnato
Strutturali
Umane
Casa per Anziani Simonetti Assistenza ad anziani auto e non suffi -cienti
Umane: personale qualifi cato, volon-tari
Casa di giorno onlus Gestione del Centro Diurno Integrato per Anziani
Convenzione con il Comune di Biella
Personale qualifi cato
Residenza per anziani “Città del Sole”
Assistenza ad anziani non autosuffi cienti in struttura
Risorse strutturali
71
Bisogni emergenti Diffusione territorialeCriticità Ipotesi miglioramento
Richieste frequenti
Spazi di incontro genitori/educatori, e genitori/genitori
Biella e aree limitrofeRigidità normativa.Troppe spese di ge-stione
Maggiore fl essibilità da parte di enti pubblici ed istituzioni
Maggior coinvolgimento delle famiglie Su tutto il territorio
Problemi di varia natura nell’ambito fa-miliare
Comune di Candelo
Scarse risorse fi -nanziarie
Maggiore interazione con il territorio
Maggiore fl essibilità negli orariProblematiche su tutto il territorio
Ambulatorio infermieristico.Luogo di ritrovo vigilato per anziani soli
TollegnoFattori economici ed ambientali (dif-fi coltà di accesso)
Maggiore disponibilità economicaPersonale medico, letti di sollievo per
post degenza.Orari più fl essibili per diurnato
Problematiche per strutture non convenzionate
Diffi coltà degli anziani nella gestione del quotidiano
Valle Elvo
Convenzione con ente pubblico.
Ristrutturazione della casa. Potenziamento dell’assistenza domici-liare.
Richieste di posti per degenze defi nitive, convalescenze, post degenze sollievo, convenzionati
Richiesta delle persone di mantenere a casa l’anziano.Supporto psicologico ai familiari
Comune di Biella
Problematica su tutto il ter-ritorio, maggiormente senti-to in città
Scarsa conoscenza del servizio da par-te della popolazio-ne e della rete dei servizi presenti.Scarsa cultura del-la domiciliarità da parte delle istitu-zioni
Aumento dei centri diurni integrati
Servizi a domicilio, ampliamento posti letto in convenzione, ricoveri temporanei
Biellese- Basso Biellese- Vercellese
Carenza di perso-nale di assistenza qualifi cato e infer-mieristico. Scarsi rapporti con i servi-zi di territorio. Liste di attesa lunghe
Aumento di posti letto, stanziamento di fondi regionali. Integrazione dei servizi presenti sul territorio tra pubblico e privato
Richieste di ricovero anche temporaneo, di camere singole.
72
Denominazioneente/associazione/organizzazione
Settore competenza(quale attività, in favore di chi)
Risorse
Centro Socio Sanitario Poliva-lente “Istituto Belletti Bona”
Servizi residenziali: RSA, RAF, RA, RAA, temporanei. Servizio socio-assistenziale, infermieri-
stico, medico, psicologico, animazione, religioso, riabilitazione.
Pensionato Maria Poma Gua-gno “Il cenacolo”
Pensionato per signore anziane autosuf-fi cienti
Rette degli ospiti
Risorse strutturali
O.A.S.I. Opera Assistenza SS. Immacolata onlus
Assistenza socio-sanitaria di persone auto/non suffi cienti
Risorse strutturali
Qualità del servizio
Casa di Riposo di Graglia/Muz-zano onlus Assistenza agli anziani
Rette, oblazioni, quote associative
Gestione diretta da parte degli ammi-nistratori e soci fondatori.
Azienda Speciale Servizi Socio Assistenziali Pensionato per An-ziani “Casa del Sorriso”
Assistenza residenziale ad anziani auto-suffi cienti e non
Rette degli ospiti, convenzione con l’ASL 12, contributi da parte di enti e di privati
Risorse umane
Opera Pia A. E. Cerino Zegna onlus
Servizi assistenziali, alberghieri, riabilita-tivi, sanitari, socializzanti, di tipo residen-ziale e semi, per persone parzialmente e non autosuffi cienti
Risorse strutturali
Risorse umane
Associazione Soggiorno Anziani Favaro onlus
Assistenza morale e materiale di persone anziane anche non autosuffi cienti
Quote mensili degli ospiti, offerte e donazioni
Risorse umane: personale qualifi cato
San Marco “Hotel Il Sole” Assistenziale, di animazione e di intratte-nimento
Risorse strutturali
Risorse umane: operatori qualifi cati
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Bisogni emergenti Diffusione territorialeCriticità Ipotesi miglioramento
Richieste frequenti
Promozione della permanenza nel pro-prio domicilio con sostegno alle famiglie attraverso una equipe di professionisti.
Biellese occidentale
Carenza economica
Favorire la permanen-za a domicilio. Aper-tura al territorio dei servizi di riabilitazione e di animazione
Rapporto 1 a 1 con il paziente, continuità dell’assistenza anche dopo la degenza.
Problematiche a livello na-zionale, soprattutto al nord
Poca disponibilità di denaro nelle famiglie BielleseTroppe regolamen-tazioni e obblighi
Rette non troppo elevateProblematiche su tutto il territorio
Aumento di richieste per accoglienza defi nitivo e a tempo parziale in diurnato integrato
Provincia di Biella soprat-tutto Rione di Chiavazza Mancanza di fondi
di fi nanziamento pubblico
Incremento dei posti letto convenzionati, coordinamento con le strutture pubbliche per interventi sul ter-ritorio
Ampliamento del servizio dell’ambula-torio pubblico ospitato in struttura
Su tutto il territorio provin-ciale
Pasti a domicilio, gestione del quotidiano Graglia, Muzzano e zone limitrofe
Limitate risorse fi -nanziarie
Riconoscimento del grado di invalidità agli anziani non autosuffi -cientiMaggior tempo da dedicare alle persone Su tutto il territorio
Aumento di richiesta di residenzialità per persone non autosuffi cienti; assi-stenza diurna
Andorno Micca e zone li-mitrofe
Elevato costo del personale
Potenziamento dell’in-tervento a domicilio
Ricovero per improvvisa perdita dell’au-tosuffi cienza
Problematica generalizzata
Diffi coltà economiche per mancanza di lavoro, invecchiamento della popolazio-ne con conseguenti nuove patologie
Provincia di BiellaElevato costo del personale e delle attrezzature per la struttura. Riduzio-ne degli interventi degli enti locali so-prattutto sanità
Pianifi cazione dei servizi sul territorio. Aumento delle risorse messe a disposizione dall’ASL e dagli Enti Locali
Flessibilità dei servizi offerti (ambulato-riali, domiciliari), ospitalità temporanea
Su tutto il territorio della provincia di Biella
Posti in struttura, costi elevati, possibili-tà di inserire le famiglie vicino alla pro-pria unità abitativa
NazionaleSpazio limitato. Spese generali ele-vate
Maggiori disponibilità fi nanziarie da parte della sanità pubblica
Maggiore assistenza medico-specialisticaProblematiche su tutto il territorio
Maggiori posti convenzionati PolloneMancanza di ac-creditamento alla RAA. Mancanza di corsi di formazio-ne per il personale compatibilmente all’orario di lavoro
Maggiori risorse fi nan-ziarieContinuità assistenziale a domicilio con
personale fornito dalla struttura stessaProblematiche per la zona di Pollone
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Denominazioneente/associazione/organizzazione
Settore competenza(quale attività, in favore di chi)
Risorse
Fondazione Opera Assistenza Infermi “G.e P.G. Frassati” onlus
Assistenza ad anziani parzialmente non autosuffi cienti
Rette degli ospiti, offerte da privati, fi nanziamenti da Enti
Casa Ospitaliera N.S. d’Oropa Casa di riposo con posti RA e RAF
Risorse strutturali.Convenzione con l’ASL 12
Infermeria Cesare Vercellone. Casa di Riposo
Accoglienza, ospitalità di anziani auto/semi/non auto-suffi cienti. Servizio mensa per adulti in diffi coltà
Strutturali
Umane: operatori professionisti, vo-lontari, animatori, assistenza spirituale
Cooperativa Servizi Sociali Vandorno
Assistenza ad anziani, attività sociocultu-rale, ricreativa per i soci
Risorse strutturali: residenziale per anziani; centro di incontro per mani-festazioni
Cooperativa Socialedi Sandigliano A.R.L. onlus
Assistenza socio-sanitaria, diurna, prepa-razione pasti per consegna a domicilio
Rette degli ospiti, quote dei pranzi a domicilio, affi tto mini alloggi, offerte.
Piccola Casa della Divina Prov-videnza “Cottolengo”
Assistenza alberghiera, sanitaria, riabili-tativa, occupazionale a disabili adulti e ad anziani
Posti in struttura RAF e RA
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Bisogni emergenti Diffusione territorialeCriticità Ipotesi miglioramento
Richieste frequenti
Diffi coltà economiche delle famiglie, ri-chiesta di ricovero di sollievo e di riabili-tazione, assistenza domiciliare, maggiore informazione sui servizi offerti
Comune di Pollone, C.M.Valle Elvo
Mancanza di fondi, assenza del Comu-ne, competizione con l’altra struttura locale
Maggiore specializza-zione delle strutture, maggior coinvolgimen-to e supporto da parte del servizio sanitarioRicoveri di persone affette da morbo di
Alzheimer, post degenza, in convenzioneIn tutto il territorio
Lunghe liste d’attesa Sordevolo Pochi posti letto in convenzione con l’ASL
Ampliare il numero di ospiti convenzionati sul territorio bielleseRichieste di ricovero di non autosuffi -
cienti, in prevalenza donneProblematiche su tutto il territorio
Diffi coltà economiche Territorio Biellese e non Aumento di posti in convenzione.Potenziamento dell’as-sistenza domiciliareInserimenti defi nitivi e temporanei
Problematiche su tutto il territorio
Servizi di appoggio per gli anziani, centro di incontro, residenzialità provvisoria
BiellaBurocrazia legisla-tiva
Maggiori risorse eco-nomiche
Problematiche su tutto il territorio
Aumento di richieste di posti disponi-bili
Comune di Sandigliano Ampliamento dello stabile
Richieste di ricovero Su tutto il territorio
Richiesta di ricovero di persone dimesse dall’ospedale e di anziani non autosuf-fi cienti
In modo uniformeDiminuzione del personale religioso.
Potenziamento di posti per la lungo degenza e la riabilitazione
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1.2.3 Analisi dell’offerta relativa ai servizi socio assistenziali
Il tavolo Tecnico dei Servizi ha rilevato e analizzato la tipologia dei Servizi socio-assistenziali presenti sul territorio, evidenziando i punti di forza e i nodi critici del sistema di offerta e ha formulato alcune proposte di miglioramento.
A) Fotografi a relativa alla tipologia di servizi offerti:
AREA ANZIANI
Tipo di Servizio1 Consorzio IRIS
C.M. Valle Cervo la Bursch Biella
Sportello informativo Filo d’Arianna XTelesoccorso e Telecontrollo XSostegno telefonicoServizio sociale professionale X XAss. domiciliare SAD X XADI X XMensa del pensionato XPasti a domicilio X XLavanderia XTrasporti (volontari) XConsegna farmaci a domicilio XAgenzia Solidale per lavoro domestico XCentro Diurno X
Inserimenti in presidi residenziali/ semiresidenziali/ post degenze (comprese integrazioni rette)
X X
Istruttorie per incapaci nei rapporti con l’Autorità Giudiziaria X XContributi economici (straordinari, continuativi) X XEsenzione tiket X XAssegno di cura X
Interventi nel settore abitativo per morosità, fondo di sostegno alla locazione, assegnazione di riserva alloggi comunali e ATC
X
Soggiorni marini X XCentri Incontro X XGite anziani XGinnastica dolce XFoyer invernale X
1. La presenza, nelle singole aree territoriali, di ciascuno dei servizi elencati è indicato con la lettera X.
77
C.M. AltaValle Elvo
C.M. Bassa Valle Elvo
Area Territ. Candelo
Area Territ. Verrone
Area Territ. Gaglianico
Area Territ. Cavaglià
ComuneRoppolo
XX X X X X X XX X X X X X XX X X X X X
X X X X XX X X
X X X X
X X
X X X X X X
X X X X X XX X X X X X
X X X X XX X
X
X XX X X
78
AREA MINORI E FAMIGLIE
Tipo di Servizio1 Consorzio IRIS
C.M. Valle Cervo la Bursch Biella
Equipe multidisciplinare sulla Valutazione delle capacità genitoriali X“Genitori si diventa “ XEquipe multidisciplinare di consulenza su maltrattamento e abuso XServizio sociale professionale X XEducativa territoriale X XAssistenza domiciliare SAD X XAffi damenti famigliari X X XGruppi AMA (famiglie affi datarie e adottive) XInserimenti in presidi semiresidenziali/ residenziali X X
Interventi in favore di minori non riconosciuti o riconosciuti da un solo genitore
X
Adozioni XRapporti con l’Autorità Giudiziaria X XContributi economici (straordinari, continuativi, X XEsenzione tiket XSpazi di ascolto famiglie / adolescenti XAnimazione di strada XServizio Inserimenti Lavorativi XCentri di aggregazione X XCentri estivi X XSoggiorni estivi
1. La presenza, nelle singole aree territoriali, di ciascuno dei servizi elencati è indicato con la lettera X.
79
C.M. AltaValle Elvo
C.M. Bassa Valle Elvo
Area Territ. Candelo
Area Territ. Verrone
Area Territ. Gaglianico
Area Territ. Cavaglià
Comune Roppolo
X X X X X X XX X X X X X XX X X X X X XX X X X X X X
X X X X
X X X X X XX X X X X X
X
XX
80
AREA DISABILI
Tipo di Servizio1 Consorzio IRIS
C.M Valle Cer-vo la Bursch Biella
“Gli Altri e Noi”: Educativa territoriale, Assistenza domiciliare, “Sessualità possibile”
X
Uscite serali.Interventi di sollievo.Residenzialità temporanea XSIL (Servizio Inserimento Lavorativo) XVita Indipendente X“Oltre la Diagnosi”: consuelling, assistenza domiciliare XInterventi a favore di minori disabili sensoriali (Funzioni ex Provincia) XProgetti di inserimento al nido per bambini disabili, L.104/92 XInterventi a favore di ciechi pluriminorati L. 284/97 X“S’Mossa”: educativa territoriale, assistenza domiciliare XGruppi di auto mutuo aiuto XAbility XInforma handicap XServizio sociale professionale X XAssistenza domiciliare SAD X XInterventi di educativa territoriale X XInserimenti in presidi / semiresidenziali / residenziali / rette X XIstruttorie per incapaci nei rapporti con l’Autorità Giudiziaria X XContributi economici (straordinari, continuativi) X X
Interventi nel settore abitativo per morosità, fondo di sostegno alla locazione, assegnazione di riserva alloggi comunali e ATC
X
Soggiorni estivi X
1. La presenza, nelle singole aree territoriali, di ciascuno dei servizi elencati è indicato con la lettera X.
81
C.M.AltaValle Elvo
C.M. Bassa Valle Elvo
Area Territ. Candelo
Area Territ. Verrone
Area Territ. Gaglianico
Area Territ. Cavaglià
Comune Roppolo
X
X X X X X X XX X X X X XX X X X X XX X X X X XX X X XX X X X X X
X
82
AREA ADULTI
Tipo di Servizio1 Consorzio IRIS
C.M Valle Cer-vo la Bursch Biella
Tirocini lavorativi per over 32 XServizio sociale professionale X XProgetti specifi ci per detenuti in semilibertà X XIstruttorie per incapaci nei rapporti con l’Autorità Giudiziaria X X
Interventi nel settore abitativo: per morosità, fondo di sostegno alla locazione, assegnazione di riserva alloggi comunali e ATC
X
Inserimenti in presidi residenziali X XEsenzione ticket XContributi economici (straordinari, continuativi) X XLavanderia XCentro di pronta e prima accoglienza “E.Borri” X
Progetto “Donne Insieme” - fi no ad esaurimento delle risorse: pronta accoglienza, mediazione culturale e assistenza legale
X
Casa per accoglienza madre-bambino XCampo nomadi XAssistenza socio-educativa territoriale X XAssistenza domiciliare X XAppartamenti di 2^ accoglienza XAgenzia solidale per il lavoro domestico X
1. La presenza, nelle singole aree territoriali, di ciascuno dei servizi elencati è indicato con la lettera X.
83
C.M. AltaValle Elvo
C.M. Bassa Valle Elvo
Area Territ. Candelo
Area Territ.Verrone
Area Territ. Gaglianico
Area Territ. Cavaglià
Comune Roppolo
XX X X X X X X
X X
X X X
X X X X X X
X X X X XX X X X X X
X
84
B) Risorse economiche e umane destinate ai servizi socio assistenziali nell’anno 2004
Ente
Risorse economiche
Area Minori e Famiglie
Area Anziani Area Disabili
Consorzio I.R.I.S.euro 142.729,00 euro 138.163,00 euro 254.097,00
Comunità Montana Valle Cervo - “La Bursch” euro 510.325,00 euro 205.439,00 euro 140.093,00
Città di Biella euro 1.363.832,00 euro 1.064.258,00 euro 458.490,00
Comunità Montana Alta Valle Elvo euro 210.433,00 euro 214.115,00 euro 19.585,00
Comunità Montana Bassa Valle Elvo euro 176.608,00 euro 186.939,00 euro 220.553,00
85
Risorse umaneArea Adulti Costi generali
Spesa complessiva
euro 56.339,00 euro 481.086,00 euro 1.072.414,00
direttore 1funzionario - responsabile mministrativo 1referenti di Area 3assistenti sociali 3educatori professionali 4ADEST 2,5istruttore direttivo contabile 1istruttori amministrativi 2esecutore amministrativo 1
euro 111.431,00 euro 8.504,00 euro 975.792,00
funzionario responsabile amministrativo 1assistenti sociali 2educatori professionali 2,5ADEST 2OSS 3animatori 2,5istruttore amministrativo 1
euro 402.965,00 euro 517.838,00 euro 3.807.383,00
dirigente 1assistenti sociali 7educatori professionali 6ADEST 13responsabile amministrativo 1istruttori amministrativi 3esecutori amministrativi 3personale di servizi esterni 51
euro 26.680,00 euro 23.008,00 euro 493.821,00
responsabile di servizio 1assistenti sociali 1,5educatori professionali 2ADEST 4istruttori amministrativi 2
euro 43.545,00 euro 627.645,00
assistenti sociali 2educatori professionali 5OSS 8ADEST 1
86
Ente
Risorse economiche
Area Minori e Famiglie
Area Anziani Area Disabili
Area Territoriale Candelo euro 290.193,00 euro 107.559,00 euro 73.563,00
Area Territoriale Verrone euro 22.410,21 euro 45.404,93 euro 3.754,16
Area Territoriale Gaglianico euro 168.355,00 euro 215.432,00 euro 104.559,00
Area Territoriale Cavaglià euro 39.575,89 euro 64.490,07 euro 43.598,84
Comune di Roppolo euro 4.830,00 euro 2.140,00 euro 930,00
TOTALE COMPLESSIVO euro 2.929.290,17 euro 2.243.940,00 euro 1.219.223,00% sul totale 35% 27% 16%
87
Risorse umaneArea Adulti Costi generali
Spesa complessiva
euro 72.227,00 euro 63.080,00 euro 606.622,00
assistenti sociali 1,5educatori professionali 1ADEST 3istruttori amministrativi 1
euro 5.039,00 euro 76.608,30assistenti sociali 1educatori professionali 0,5OSS 1
euro 79.516,00 euro 12.786,00 euro 580.648,00
assistenti sociali 2educatori professionali 2ADEST 3OSS 4
euro 17.521,00 euro 165.185,80assistenti sociali 1educatori professionali 1OSS 2,5
euro 7.900,00assistenti sociali 0,5educatori professionali 0,5ADEST 0,5
euro 815.263,00 euro 1.106.302,00 euro 8.414.019,0010% 13%
88
C) L’Analisi delle informazioni raccolte sul sistema di offerta, ha evidenziato per ciascuna Area Tematica le principali criticità e le proposte di miglioramento, che per facilità di lettura vengono riportate sia in sintesi che in dettaglio.
Area Anziani
Principali criticità: diffi coltà ad accedere ai servizi; carenza di informazioni su servizi, procedure e modalità di accesso, diritti esigibili; carenza di un raccordo strutturato con i Servizi Sanitari, di un percor-so integrato tra tutti i i Servizi Sociali e Sanitari sia territoriali che residenziali, di un servizio di trasporto adeguato che assicuri mobilità, di un “Sistema di garanzia” rispetto alla qualità del lavoro di cura svolto da privati (badanti).
Proposte di miglioramento: maggiore integrazione con i Servizi Sanitari; istituzione di uno Sportello Unico; attivazione di Servizi di Garanzia, di un servizio trasporti che assicuri mobilità, di interventi per prevenire solitudine/depressione.
Area Famiglie- Minori
Famiglie: Principali criticità:carenza di risorse a sostegno delle fi gure”genitoriali fragili”, di servizi fl essibili a
sostegno della famiglia, di integrazione con i Servizi Sanitari per la valutazione delle capacità genitoriali.
Minori:Principali criticità: carenza di integrazione con i Servizi Sanitari per il sostegno dei minori che hanno subito
traumi a seguito di violenze e abusi; carenza di Servizi a favore della fascia adolescenziale a rischio di devianza.
Proposte di miglioramento: creazione o implementazione - in collaborazione con i Comuni, il Terzo Settore e la Comunità Locale - di Servizi fl essibili e leggeri a favore delle famiglie e di minori pre-adole-scenti e adolescenti a rischio di devianza
Area Disabili
Principali criticità: diffi coltà ad accedere ai Servizi; carenza di un raccordo strutturato Servizi Sanita-ri/ Sociali, di Servizi di emergenza e di sollievo, di percorsi per inserimento lavorativi di disabili gravi.
Proposte di miglioramento: attivare modalità di coordinamento strutturato con: Servizi Sanitari, Centro per l’Impiego, Associazioni di Volontariato, Terzo Settore, Organi Giudiziari e Scuola; attivazione di uno Sportello Unico; attivazione Servizio trasporti per garantire mobilità; individuazione nuovi percor-si formativi e di inserimento lavorativo per persone con gravi disabilità.
Area Adulti
Principali criticità: carenza di strumenti e risorse per affrontare i disagi derivanti dalla crisi econo-mica e occupazionale, di sbocchi lavorativi per soggetti deboli, di una politica territoriale sul problema abitativo, di integrazione e coordinamento con i Servizi Sanitari.
Proposte di miglioramento: attivare modalità di coordinamento strutturato con il Centro per l’Impie-go, Servizi Sanitari, Associazioni di Volontariato, il Terzo Settore, Comuni e ATC, Autorità Giudiziaria, carcere e con gli Sportelli di informazione agli stranieri.
90
AREA ANZIANI
Punti di forza dei Servizi Socio Assistenziali Nodi nel sistema di offerta dei servizi
Presenza di un servizio di assistenza domiciliare qualifi cato
Presenza di una rete di volontariato strutturato e integrato con i servizi su una buona parte del territorio (escluso Area Territoriale di Cavaglià e Comunità Montana Alta Valle Elvo)
Buon lavoro di rete con le risorse territoriali
Presenza dello sportello “Filo D’Arianna”
Presenza della ricerca “ La Filiera dei Servizi per anziani”
Carenza di informazioni su servizi, procedure, modalità di accesso ai diritti esigibili,
Diffi coltà ad accedere ai servizi, a garantire un livello adeguato di assistenza socio-sanitaria e di cura per mettere in campo azioni per il mantenimento della persona nel proprio contesto sociale e relazionale (SAD, ADI, CDI, assegni di cura, assistenza economica )
Carenza di un percorso integrato tra tutti i servizi sociali e sanitari sia territoriali che residenziali (territorio, ospedale, strutture residenziali) per una presa in carico globale e di rete
Carenza di un percorso agevole con l’Autorità Giudiziaria per tutelare anziani soli e dementi
Carenza funzionamento UVG
Tempi di attesa lunghi per l’inserimento in strutture residenziali convenzionate
Carenza di posti residenziali temporanei e di sollievo
Non attivazione delle cure domiciliari di lungo assistenza
Non adeguatezza dell’ADI
Organizzazione dei servizi sociali e sanitari non compatibile con le richieste di interventi di emergenza
Carenza di un sistema di garanzia rispetto alla qualità del lavoro di cura svolto da privati (badanti)
Insuffi cienza delle reti di volontariato a supporto della domiciliarità
Carenza di integrazione tra servizi e volontari singoli
Carenza di un raccordo strutturato con i servizi sanitari di base e specialistici
Carenza di servizi di trasporto adeguati che assicurino mobilità alle persone anziane non autosuffi cienti
91
Specifi cità del sistema di offerta. Nodi che riguardano specifi che aree territoriali Proposte di miglioramento e possibili sviluppi
Comunità Montana Alta Valle Elvo: territorio ampio e disomogeneo
Città Biella e Aree Territoriali Cavaglià e Verrone: sperimentazione in alcuni territori dell’assegno di cura ()
Città di Biella: presenza di un numero elevato di servizi a sostegno della domiciliarità
Aree Territoriali Cavaglià, Verrone e Comunità Montana Valle Cervo- la Bursch: diffusa conoscenza dei servizi sul territorio
Città di Biella: problema della solitudine presente in misura rilevante
Generalizzato: Carenza di centri di incontro, ad esclusione di Biella
Maggiore integrazione con i servizi sanitari per un pieno utilizzo dei servizi previsti dalle DD.GG.RR. regionali
Proposte contenute nella ricerca “ La Filiera dei Servizi per anziani”: Prontuario unico dei diritti e dei servizi socio-sanitari ad uso degli operatori,
Sportello Unico anziani
Contributi a titolo di prestito, servizi di garanzia
Necessità di alloggi semiprotetti o protetti
Attivazione di un servizio di trasporto adeguato che assicuri mobilità alle persone anziane non autosuffi cienti
Attivazione interventi volti a prevenire la solitudine/depressione
92
AREA MINORI E FAMIGLIE
Punti di forza dei Servizi Socio Assistenziali Nodi nel sistema di offerta dei servizi
Presenza su tutto il territorio di un sistema di offerta di servizi variegato
Presenza su tutto il territorio del servizio di educativa ter-ritoriale professionalmente preparato
Presenza sul solo territorio cittadino di un centro diurno per minori
Gruppi di auto mutuo aiuto per famiglie affi datarie e adottive e per famiglie con fi gli disabili
Presenza di servizi di ascolto per famiglie e adolescenti (Spaf e A. Puà)
Presenza in alcuni territori di centri di aggregazione (per classi di età) e animazione di strada con iniziative per ado-lescenti
Presenza del tavolo territoriale “Patto per l’infanzia”
Presenza di un SIL che orienta e sostiene nel percorso di inserimento lavorativo
Carenza di risorse specifi che a sostegno delle fi gure “ge-nitoriali fragili”
Scarso sostegno alle famiglie affi datarie
Assenza di percorsi per il recupero delle capacità genito-riali da collegarsi all’attività svolta dall’equipe di valuta-zione
Carenza di risorse per affrontare/sostenere minori con forti problematiche psicologiche o che hanno subito forti traumi a seguito di violenze e abusi
Carenza di risorse / strumenti istituzionali e non a favore della fascia adolescenziale a rischio di devianza
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Specifi cità del sistema di offerta. Nodi che riguardano specifi che aree territoriali Proposte di miglioramento e possibili sviluppi.
Carenza di servizi “leggeri” a sostegno della famiglia (cen-tri diurni, pre scuola etc.)
Città di Biella: carenza di risorse specifi che e di progettua-lità dedicata alle fasce adolescenziali a rischio di devianza che assume una criticità estrema
Carenza di interventi specifi ci per favorire la mediazione e il reinserimento scolastico di preadolescenti/ adolescenti a rischio di abbandono
Carenza di percorsi di mediazione culturale per minori extracomunitari all’interno della scuola
Progettazione e creazione, in collaborazione con i servizi sociali dei Comuni e il terzo settore, di servizi fl essibili e leggeri a favore delle famiglie (compreso il sostegno per i compiti fasce d’età elementari-medie)
Implementazione dei servizi già esistenti rivolti a minori pre e adolescenti a rischio di devianza
Progettazione e attivazione di risorse / servizi specifi ci in collaborazione con la comunità locale rivolti a minori pre e adolescenti a rischio di devianza
Attivazione di percorsi formativi adeguati che garantisca-no l’assolvimento dell’obbligo formativo
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AREA DISABILI
Punti di forza dei Servizi Socio Assistenziali Nodi nel sistema di offerta dei servizi
Presenza di progetti e servizi specifi ci che hanno iniziato in modo organico ad occuparsi di disabilità
Lavoro di rete con il volontariato
Presenza di associazioni che si occupano di questi temi
Gruppi di auto / mutuo aiuto
Carenza di informazioni su servizi, procedure, modalità di accesso e diritti esigibili, diffi coltà ad accedere ai servizi
Carenza di un raccordo strutturato con i servizi sanitari sia di base che specialistici
Carenza funzionamento commissione UVH
Lunghi tempi di attesa per l’inserimento nei servizi per di-sabili (sia domiciliari che semiresidenziali e residenziali)
Assenza di sostegni specifi ci per famiglie che hanno fi gli con patologie rare
Assenza di un riferimento sanitario specialistico per :- disabili adulti con diagnosi di insuffi cienza mentale,- persone con diagnosi psichiatrica associata ad insuffi -cienza mentale media e graveCarenza servizi di emergenza e di sollievo ADI (interventi a domicilio di rilevanza sanitaria anche elevata)
Carenza di risorse per la socializzazione e l’inserimento in “contesti normali” di bambini disabili
Carenza di un raccordo strutturato con il Centro per l’Impiego
Carenza di percorsi strutturati fi nalizzati alla formazione e all’inserimento lavorativo di persone con grave disabilità
Carenza di attività strutturatesvolte dal volontariato locale
Carenza di un percorso agevole con l’Autorità Giudiziaria
Assenza di servizi semiresidenziali e residenziali rivolti a bambini piccoli
95
Specifi cità del sistema di offerta. Nodi che riguardano specifi che aree territoriali Proposte di miglioramento e possibili sviluppi.
Area Territoriale di Cavaglià: presenza di servizi per la prima infanzia unicamente privati
Maggiore integrazione con i servizi sanitari
Razionalizzazione ed incremento delle risorse economiche / umane da destinare all’implementazione di progetti a fa-vore dei disabili
Necessità di stimolare maggiormente la disponibilità di parte del volontariato organizzato alla collaborazione con i Servizi Sociali
Attivare modalità strutturate di coordinamento con : Cen-tro per l’Impiego, Servizi Sanitari sia di base che specia-listici, Associazioni d Volontariato, Cooperative Sociali, Organi Giudiziari e Scuole
Prontuario unico dei diritti e dei servizi socio-sanitari ad uso degli operatori
Sportello Unico
Attivazione di un servizio di trasporti che assicuri mobilità alle persone con disabilità motoria
Individuazione di nuovi percorsi formativi e di inserimen-to lavorativo di persone con grave disabilità diffi cilmente collocabili (es. ex art.14 Legge Biagi)
96
AREA ADULTI
Punti di forza dei Servizi Socio Assistenziali Nodi nel sistema di offerta dei servizi
Struttura ed organizzazione del servizio sociale che per-mette una vicinanza diretta con i bisogni del territorio
Buon lavoro di rete con il volontariato
Presenza di un Centro di Pronta e Prima accoglienza per persone senza fi ssa dimora
Diffi coltà di integrazione e coordinamento con i servizi sociali e sanitari sia di base che specialistici
Carenza di una politica territoriale sul problema abitativo
Carenza di un raccordo strutturato con i servizi offerti dal Centro per l’Impiego
Carenza di percorsi di autonomia/avviamento al lavoro/ sbocchi lavorativi per soggetti deboli
Carenza di strumenti e di risorse adeguate ad affrontare i disagi derivanti dalla crisi economica e occupazionale in atto
Diffi coltà a creare consapevolezza circa l’importanza di investire e/o riconvertire risorse da parte dei vari soggetti istituzionali e non in progetti volti a valorizzare le persone nella loro globalità
Carenza di un raccordo consolidato con la realtà carcera-ria, le forze dell’ordine e Uffi ciali Giudiziari
Carenza di un coordinamento ed integrazione con le As-sociazioni di volontariato
Carenza di un percorso agevole con l’Autorità Giudiziaria per tutelare adulti in gravi diffi coltà
97
Specifi cità del sistema di offerta. Nodi che riguardano specifi che aree territoriali Proposte di miglioramento e possibili sviluppi.
Biella:-Lavoro per progetti con obiettivi e tempi di realizzazione ben defi niti-percorsi di autonomia personale, mediante l’utilizzo di tirocini lavorativi e di agenzia solidale per le donne-presenza di alloggi di seconda accoglienza-istituzione uffi cio politiche abitative all’interno del Set-tore servizi sociali
Area territoriale di Verrone:- utenza numericamente limitata, per cui il servizio riesce a dare una risposta adeguata
Comunità Montana Bassa Valle Elvo:- percorsi di autonomia personale per le donne attraverso il progetto Demetra
Attivare modalità di coordinamento strutturato con:- Centro per l’Impiego- Servizi Sociali e Sanitari,- Associazioni di volontariato,- Cooperative Sociali,- Comuni e ATC,- Organi Giudiziari,- Carcere
Garantire la possibilità di residenza alle persone senza fi ssa dimora
Raccordo con gli sportelli di informazione e orientamento agli stranieri extracomunitari
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1.2.4 Offerta relativa ai servizi socio sanitari
Nell’ambito della propria attività, sia ospedaliera che territoriale, L’Azienda Sanitaria Locale n° 12 di Biella, eroga numerosi servizi sanitari caratterizzati da più o meno alta rilevanza socio-assistenziale. Tra questi si citano di seguito i maggiormente signifi cativi, rispettando, nei limiti del possibile, la suddivisione per argomenti adottata da questo Piano di Zona (minori, adulti, anziani e disabili).
Minori
Il Dipartimento di Tutela Materno Infantile, ha istituito da alcuni anni il Tavolo di lavoro sull’ado-lescenza, all’interno delle attività previste dal Progetto Adolescenti della Regione. Al tavolo partecipano rappresentanti del DSM, NPI, SERT, SPAF!, Pediatria di Base e Dipartimento di Prevenzione. Nel 2005 è proseguita l’organizzazione degli interventi preventivi a favore delle Scuole Biellesi e la ricerca delle modalità più effi caci di prevenzione. Le scuole hanno potuto indicare le priorità e le richieste d’intervento all’Asl 12 e viceversa gli operatori hanno potuto chiarire le ragioni che hanno determinato la scelta delle aree di intervento indicate. Il Tavolo è stato anche veicolo di informazioni relative a quanto si sta realiz-zando, in ambito preventivo, a livello regionale.
La Struttura Complessa di Neuropsichiatria Infantile (NPI), specializzata nella diagnosi e nella cura dei problemi psicologici e relazionali, dei disturbi intellettivi, di apprendimento, dei disturbi psichiatrici e neurologici dell’età evolutiva, nei 1.188 casi seguiti nel 2005, ha visto il coinvolgimento dei Servizi Sociali di zona nel 24% dei casi.In collaborazione con i Consorzi, il Servizio di NPI si occupa in prevalenza di:- Affi di (IRIS e CISSABO)- Adozioni (IRIS e CISSABO)- Equipe multidisciplinare su abuso e maltrattamento (IRIS e CISSABO)- Equipe tutela minori (CISSABO)- Equipe di valutazione delle capacità genitoriali (IRIS)- Progetto “Oltre la diagnosi” (presa in carico clinica, psicologica, socio-assistenziale di neonati con pato-logie congenite) (IRIS) - Progetto “Gli altri e noi” (presa in carico socio-assistenziale dei disabili gravi) (IRIS)
Insieme al Consorzio IRIS, il SERT e la NPI gestiscono inoltre, con proprio personale, lo Spazio Ascolto Adolescenti e Famiglie (SPAF), giunto ormai al 10° anno di attività. Oltre all’attività consulto-riale, compito principale dello spazio d’ascolto, che ha visto nel 2005 circa 40 ragazzi e circa 30 famiglie, che si sono rivolte al servizio per problemi legati al disagio adolescenziale e a problematiche relative alla genitorialità, lo SPAF ha attivato svariati progetti, e realizzato diverse attività che qui ci si limita ad elen-care, alcune dei quali proseguiranno anche nell’anno 2006.
- CONSULENZA ALLE SCUOLE: in 10 scuole medie inferiori e superiori del territorio, sono stati realizzati 69 incontri, con il coinvolgimento di 44 classi e 871 studenti, su argomenti quali: Educazione Sessuale, Intercultura, Orientamento professionale, Affettività, Amicizia e Accoglienza.- SPORTELLO DOPING: fi nalizzato alla prevenzione dei comportamenti a rischio in adolescenti praticanti discipline sportive, in collaborazione con l’Assessorato allo Sport della Provincia di Biella e il CONI.- APUA’: Spazio di ascolto per il territorio di Candelo (BI)- IL PATIO: Centro di aiuto per famiglie in diffi coltà ad affrontare l’adolescenza dei fi gli.- ACCESSO LIBERO: fi nanziato da associazioni benefi che locali, prevede interventi presso le Scuole Medie Superiori atti alla prevenzione del disagio in età adolescenziale
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- HO FAME D’ASCOLTO: sul tema dei disturbi alimentari, insieme ai reparti di Pediatria e Ginecologia.- ARE@PER: prevenzione alla tossicodipendenza in collaborazione con la Provincia di Biella e l’associa-zione “Il Punto” - ATTIVITA’ TEATRALE: percorso realizzato con i Servizi Sociali del territorio del Consorzio I.R.I.S che, attraverso le tecniche artistiche teatrali, ha permesso ai ragazzi di crescere insieme, di condividere le proprie diffi coltà con il resto del gruppo di pari.
Adulti
In quest’area i due servizi caratterizzati dal maggior grado di integrazione sociale, sono il Dipartimen-to di Salute Mentale (DSM) ed il Servizio Tossicodipendenze e Alcologia (SERT).
DSMI malati psichici e le loro famiglie costituiscono un riferimento specifi co dei servizi socio sanitari,
in quanto la loro patologia ha rifl essi sul sistema di relazioni della persona, coinvolgendo la famiglia e la comunità. L’approccio a tali malati richiede pertanto una pluralità di interventi sanitari e sociali, che coinvolgono professionisti e ambiti di cura differenziati.
Rete dei presidi del dipartimento di salute mentaleAmbulatorio per la depressione BIELLAAmbulatorio per la depressione COSSATOCentro di salute mentale BIELLACentro di salute mentale COSSATOCentro Diurno “L’Aquilone” COSSATOCentro Diurno di Cossila BIELLACentro Diurno ex “Istituto Faccenda” MONGRANDOComunità Alloggio “Villa Aglietta” BIELLAComunità Alloggio “Villa Margherita” MONGRANDOComunità Alloggio “Vigliano” VIGLIANO B.Comunità Protetta “Casa G.B. Costanzo” BIELLAComunità Protetta “Villa Aglietta” BIELLAComunità Protetta “Villa Margherita” MONGRANDOComunità Protetta “Vigliano” VIGLIANO B.Gruppo Appartamento “Vernato” BIELLAGruppo Appartamento “Aquilone” CASTELLENGO
Il Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL 12, per garantire il raggiungimento delle previsioni dei Progetti Obiettivo Tutela della Salute Mentale e lo svolgimento delle funzioni assistenziali (ambulatoriale, domiciliare, semiresidenziale, residenziale, alternativa alla residenzialità, ospedaliera di ricovero ordina-rio e di Day-Hospital), organizza la rete dei servizi e delle attività fi nalizzate alla tutela della salute mentale e risocializzazione dei disabili psichici. La logica interna che collega fra loro le varie risposte costituenti gli interventi è il “progetto terapeutico”.Sono erogate in particolare le seguenti prestazioni:- interventi sulla crisi e risposte all’urgenza. - programmi terapeutici individuali di tipo ambulatoriale e domiciliare comprensivi di consulenze al
gruppo e alla famiglia di appartenenza, nonché assistenza infermieristica e farmacologica;- programmi terapeutici individuali di tipo risocializzante e riabilitativo volti a migliorare le competenze
sociali del paziente attraverso il rafforzamento delle sue abilità sociali, dell’adeguatezza psicologica e delle sue capacità occupazionali;
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- programmi psico-sociali volti a ridurre la discriminazione e lo stigma che investono i portatori di disturbi psichiatrici.
Il Dipartimento di Salute Mentale organizza le risorse in modo da garantire attraverso una risposta ambulatoriale il più possibile diversifi cata e specializzata prestazioni tecnicamente in grado di guarire il disturbo, prevenire le recidive ed evitare la cronicizzazione.
Per la popolazione, che tende a rimanere nel circuito psichiatrico a lungo termine e fruisce delle rispo-ste di tipo residenziale e semiresidenziale, il Dipartimento di Salute Mentale organizza da anni, a cadenza biennale, la valutazione della soddisfazione degli utenti appoggiandosi all’Associazione dei familiari (“Per contare di più”) o a quella dei pazienti (“Diritti e Doveri”).
SERTIl Servizio Tossicodipendenze e Alcologia dell’ASL 12 opera presso le sedi ambulatoriali di Biella e di
Cossato, nel centro diurno Drop-In di Biella e presso la locale Casa Circondariale.
Anno 2005 Distretto Biella Distretto Cossato TOTALETossicodipendenti 474 204 678Alcolisti 155 97 252Giocatori d’azzardo 3 1 4Fumatori di tabacco 10 89 99TOT 642 391 1.033
Nel lavoro clinico con l’utenza del SERT, il confi ne tra le attività volte ad affrontare problematiche di tipo sanitario, e quelle orientate su aspetti socio-assistenziali è assai labile. Una parte considerevole delle problematiche dei pazienti riguarda aspetti connessi alle relazioni famigliari e sociali, all’istruzione, al lavoro e alla formazione professionale, alla casa, al reddito e, talvolta in modo drammatico, al soddisfa-cimento dei bisogni primari dell’individuo (vitto e alloggio in primis). A puro titolo di esempio di tratta-menti ad alta integrazione socio-assistenziale, si citano:
- Tutti i trattamenti di sostegno posti in atto dagli Assistenti Sociali e degli Educatori Professionali del SERT.- Gli interventi di supporto psicologico ed i gruppi di auto-aiuto, in cui, spesso, si affrontano anche pro-blematiche di tipo sociale.- I reinserimenti lavorativi presso le Coop. Sociali e le Borse di lavoro (fi nanziate con fondi nazionali per la lotta alla droga).- Una parte importante, è altresì costituita dagli inserimenti presso le strutture residenziali (comunità tera-peutiche, centri crisi, ecc.). Tali interventi, mentre affrontano le problematiche di dipendenza da sostanze, danno ovviamente risposta anche a gravi problemi sociali, spesso connessi alla mancanza di una casa, di una famiglia, di una fonte di sostentamento. Si tratta di una tipologia di trattamento che, pur riguardando una percentuale non elevata dei pazienti in cura (meno del 10%), impegna una quantità rilevante di risorse, anche economiche. Basti pensare che, nel 2005, l’importo destinato dall’ASL 12 al pagamento delle rette di permanenza presso tali strutture, è ammontato a circa 999.000 euro. Occorre anche tener conto del fatto che, nei casi in cui una donna con un fi glio minore debba entrare in comunità (talvolta in seguito ad indicazione della Magistratura, fi nalizzata alla tutela del minore), la retta relativa all’ospitalità del minore, pur non aven-do valenza prettamente sanitaria, viene sostenuta in egual misura dall’ASL e dal Servizio Sociale territorial-mente competente, sulla base delle convenzioni stipulate tra l’ASL ed i Servizi Sociali medesimi.
Escludendo i trattamenti sanitari e concentrandoci solo sul settore psicosociale, in favore dei pazienti seguiti nel 2005 sono state attivate numerose tipologie di trattamento, come da elenco seguente, ognuno a sua volta costituito da prestazioni multiple.
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108 trattamenti psicoterapeutici individuali, famigliari, di coppia o di gruppo 194 trattamenti di supporto psicologico 113 trattamenti in gruppi di auto-mutuo aiuto 277 interventi di accoglienza e valutazione (medica, psicologica e sociale) 183 trattamenti di sostegno individuale o famigliare 91 inserimenti in comunità residenziali o semiresidenziali 33 trattamenti di reinserimento lavorativo 32 trattamenti assistenziali 292 trattamenti educativi-riabilitativi 33 interventi di consulenza di vario tipo 293 trattamenti occasionali o di altro genere
Anche presso il centro diurno Drop-In di via Ivrea, viene svolta un’attività, caratterizzata da più di 5.000 contatti all’anno, con una fortissima rilevanza sociale. Sì tratta di un centro aperto 5 giorni a setti-mana, accessibile in anonimato e senza formalità, che accoglie le persone che vivono la propria tossico-dipendenza in modo “sommerso” e/o in condizioni di particolare disagio sociale e che non si rivolgono spontaneamente al SERT. Nei confronti di queste persone, oltre ad interventi fi nalizzati al contenimento dei problemi sanitari, vengono poste in atto azioni di sostegno sul versante dell’emarginazione sociale: generi di conforto, servizio di lavanderia, docce, spazio riscaldato in cui avere un minimo di relazioni sociali sane, ecc.. Sempre più signifi cativo, presso il Drop-In, sta diventando l’accesso di persone senza problematiche di dipendenza. Si tratta per lo più di cittadini privi di dimora e di fonti di reddito e/o di extracomunitari in condizioni di grave marginalità sociale. Il centro è fi nanziato in prevalenza da fondi nazionali per la lotta alla droga, con un signifi cativo apporto di risorse proprie dell’ASL e grazie al contri-buto della Città di Biella, che ha messo a disposizione la sede in comodato gratuito. L’attività del SERT dell’ASL 12 di Biella, negli ultimi anni, si è orientata sui seguenti obiettivi:- Rendere disponibile al maggior numero di persone, l’accesso al servizio e l’erogazione dei trattamenti più effi caci per la cura della dipendenza e per la riduzione delle patologie ad essa associate.- Attenuare le problematiche di disadattamento sociale e di criminalità, legate al fenomeno della tossicodi-pendenza, che maggiormente pesano sul singolo e sulla collettività, puntando sul graduale reinserimento sociale e lavorativo della persona.- In quest’ottica diventa indispensabile la rete di relazioni, di integrazione e di collaborazione con le altre principali “agenzie” che, a diverso titolo, nel territorio, sono impegnate a fronteggiare il problema o le sue conseguenze sociali e sanitarie. Ad esempio: gli altri Servizi Sanitari dell’ASL, i Servizi Sociali dei Comuni o dei Consorzi, le Cooperative Sociali, l’Associazionismo e il Volontariato, le Forze dell’Ordine, la Magi-stratura, la Casa Circondariale, la Prefettura, la Provincia, il Mondo della Scuola.
Riguardo alle iniziative tendenti al recupero sociale dei tossicodipendenti, nel dicembre 2005 sono stati concessi dalla Regione Piemonte, fi nanziamenti a valere sul Fondo per la lotta alla Droga, per la prosecuzione dell’attività del centro diurno Drop-In di Via Ivrea e per il progetto “Lavoro anch’io” (coor-dinato dall’amministrazione Provinciale), fi nalizzato al reinserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati tossicodipendenti e alcolisti.
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Anziani
Struttura Complessa Ospedaliera di GeriatriaAssume un ruolo importante, oltre che come garanzia di una cultura e di una pratica geriatriche da
esportare in tutti gli ambienti sanitari e assistenziali, come erogatrice di servizi e come supporto alle altre strutture ospedaliere, al Pronto soccorso, ai medici di base e alle strutture residenziali, come consulenza per le patologie di più frequente riscontro negli anziani. Conta 22 letti per malati molto anziani (età media 84.5) affetti da patologie acute e 19 letti di Lungodegenza per malati che, dopo l’acuzie, non sono ancora stabilizzati. Si occupa poi, con la Fisiatria, di 20 letti di Post-acuzie in RSA, necessari per mantenere o ripristinare l’autonomia dopo un episodio acuto che ha richiesto l’ospedalizzazione e fi nalizzati a evitare il rischio di dimissione di un anziano in condizione di marcata instabilità clinica e insuffi ciente grado di autosuffi cienza. Assicurare l’opportunità di un congruo periodo di recupero e riabilitazione non è soltanto una garanzia per la salute dell’anziano, signifi ca anche aumentare le probabilità di un ritorno al domicilio e ridurre quelle di un ricovero in struttura con i conseguenti costi per la famiglia e/o la collettività.
L’ASL possiede due centri diurni Alzheimer. La Geriatria opera in contatto con l’associazione dei parenti (AIMA, Associazione Italiana Malati di Alzheimer) per attività di sensibilizzazione e di cultura sull’argo-mento e un geriatra è consulente dei due Centri diurni. In una struttura protetta del territorio è presente un Nucleo Dementi di 20 posti, per gli ospiti con disturbi del comportamento o altre situazioni critiche.
Struttura Complessa Assistenza Sanitaria Territoriale (SCAST)L’impegno della Struttura nel settore dell’assistenza agli anziani ed ai disabili, si realizza principal-
mente attraverso la gestione di tutte le convenzioni con le strutture residenziali e semiresidenziali, sia collocate all’interno del territorio della ASL 12, che extra-territoriali.
L’ASL 12 ha progressivamente aumentato il numero dei posti convenzionati in strutture per anziani, fi no ad arrivare a 571 posti letto per non autosuffi cienti (ovvero 1,3 p.l. per ogni 100 ultrasessantacinquen-ni), con una quota (50% delle retta) a carico del Sistema Sanitario. Recentemente, con la DGR. 17/2005, si è passati dal regime di convenzione chiusa a quello a libera scelta da parte del cittadino tra le strutture con-venzionate. Gli importanti provvedimenti emanati nel corso del 2005 dalla Regione Piemonte in materia di assistenza socio sanitaria a favore di anziani non autosuffi cienti (in particolare le DD.GG.RR. 17-15226 e 18-15227 del 30.03.2005) hanno profondamente modifi cato le modalità gestionali ed organizzative del sistema di accesso alle rete di RSA e RAF operanti nella ASL 12. Si è passati da una situazione che vedeva 12 strutture (RSA e RAF) convenzionate con l’ASL, ad un contesto caratterizzato da un Albo Fornitori, comprendente, al 31 gennaio 2006, 29 strutture residenziali per anziani. Peraltro non è mutato il numero complessivo di 571 posti a rilievo sanitario garantito dall’ASL. La DGR 17/2005 prevede che dal 1° Mag-gio 2006 venga superata la quota sanitaria attribuita al tipo di struttura, RSA o RAF, indipendentemente dalle necessità dell’ospite, per attribuirne una variabile in relazione all’intensità assistenziale necessaria, individuata attraverso un progetto individuale da parte dell’Unità Valutativa Geriatria (UVG).
La spesa complessiva sostenuta dallo SCAST nell’anno 2005, per garantire questo tipo di assistenza, ammonta circa euro 8.633.000, comprensivi anche della quota destinata alla gestione dei 20 posti letto di post-acuzie in RSA già attivi dall’aprile 2005. A questa somma, occorre aggiungere circa euro 156.000 quale spesa semi-residenziale, e circa euro 29.000 per l’attività sperimentale della Struttura di Cure Inter-medie: attivata da metà settembre 2005 presso l’ex Presidio Ospedaliero di Trivero, la SCI si colloca nel si-stema di cure domiciliari, ma trova ampi collegamenti operativi anche con i Reparti Ospedalieri, in appli-cazione dei percorsi di continuità assistenziale per anziani ultra65enni non autosuffi cienti, come previsto dalla DGR 72-14420 del 17.02.2005. Sempre facendo riferimento a quest’ultima DGR, per l’anno 2006 è allo studio un’ipotesi di proposta di coinvolgimento di altre Strutture facenti parte delle rete di assistenza residenziale per gli anziani della nostra ASL, con l’obiettivo di implementare la disponibilità di posti-letti diffusi sul territorio aziendale, soprattutto mirata alla fase di dimissione del paziente post-DEA.
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Un cenno importante riguarda anche le modalità di erogazione dell’assistenza medica agli anziani non autosuffi cienti inseriti nelle RSA e RAF: Lo SCAST. si è fatto promotore, in collaborazione con i Medici di Medicina Generale Convenzionati con l’ASL, di un gruppo ristretto di lavoro che, in attesa della defi -nizione degli Accordi Integrativi Regionali, giunga ad una proposta condivisa per una rielaborazione della preesistente organizzazione, adeguandola alla realtà in sviluppo, con la fi nalità di assicurare un’offerta assistenziale ampia ed articolata, congrua con le necessità dei pazienti.
Struttura Semplice Cure DomiciliariSi tratta indubbiamente di un settore ad alta integrazione socio-assistenziale (soprattutto nel rapporto
con l’assistenza domiciliare messa in atto dai Servizi Sociali), rivolto, in prevalenza, a soggetti anziani. Comprende diverse tipologie di assistenza domiciliare:- Assistenza Domiciliare Integrata (ADI)- Assistenza Domiciliare Programmata (ADP)- Servizio Infermieristico Domiciliare (SID)- Interventi fi soterapeutici a domicilio- Assistenza domiciliare ai malati di AIDS (per lo più rivolto a soggetti in fascia adulta)
A domicilio vengono anche erogati servizi rilevanti nell’ottica di mantenere i pazienti nella propria abitazione, quali l’ossigenoterapia e la fornitura di ventilatori polmonari. L’impegno dell’ASL nelle Cure Domiciliari è contraddistinto da un costante e signifi cativo trend di crescita. Ad esempio, il numero dei soli casi ADI è passato da 636 casi nel 2002, a 689 nel 2003, 718 nel 2004 e 837 nel 2005. La successiva tabella mette invece a fuoco il livello di integrazione tra le Cure Domiciliari dell’ASL e l’Assistenza Do-miciliare dei Servizi Sociali, in cui si rileva una signifi cativa differenza tra i due distretti, che meriterebbe una rifl essione approfondita sulle possibili cause.
CASI DI CURE DOMICILIARI 2005 (solo quelli aperti e chiusi nel corso dell’anno)
TIPOLOGIA INTERVENTO
DISTRET-TO
N. CASI TO-TALE
N. CASI CON INTERVENTO
SOCIO-ASS.
% TOTALE TUTTI I CASI
N. TOTALE ACCESSI ADEST
N. MEDIO ACCESSI PER
CASOADI BIELLA 311 35 11,3% 857 2,8ADI COSSATO 180 43 23,9% 875 4,9TOTALE ASL 12 491 78 15,9% 1.732 3,5SID BIELLA 544 54 9,9%SID COSSATO 790 10 1,3%TOTALE ASL 12 1.334 64 4,8%
Disabili
Nell’ASL 12 la cura e l’assistenza ai pazienti che presentano disabilità si realizza attraverso l’intervento di diverse strutture e specialisti.
Struttura Complessa Assistenza Sanitaria Territoriale (SCAST)Per quanto concerne l’attività territoriale, l’ASL 12 opera anche tramite le seguenti strutture residen-
ziali e semiresidenziali convenzionate:- ANFFAS Centro Diurni di Gaglianico e Salussola, residenziali di Biella, Salussola e Zumaglia- DOMUS LAETITIAE RAF A, RSA. e Centro Diurno- GIOVANNI XXIII RAF A e RAF B
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Presso le strutture suddette sono stati effettuati i seguenti inserimenti:
2002 2003 2004Diurni 89 96 82Residenziali 56 67 68TOTALE 145 163 150
La spesa complessivamente sostenuta dall’ASL per far fronte al rilievo sanitario degli inserimenti in struttura residenziale o semiresidenziale ed agli interventi di educativa territoriale, si può desumere dalla tabella seguente:
SPESA 2004 SPESA 2005Residenziale 1.427.000,00 1.657.000,00Semiresidenziale 656.500,00 698.000,00EX- ART. 26 (*) 805.400,00 585.000,00Educativa Territoriale 375.000,00 380.000,00TOTALI 3.263.900,00 3.320.000,00
(*) compresa l’attività convenzionata di riabilitazione di cui sotto
Servizio di Neuropsichiatria InfantileLa disabilità riguarda il 30% circa dei suoi pazienti. I medici e gli psicologi ivi operanti, svolgono a
favore dei disabili le seguenti attività:- prestazioni specialistiche neurologiche, psichiatriche e psicologiche;- consulenza e attività di supporto alla famiglia con la presa in carico precoce del bambino con disabilità neuromotorie, psichiche e problematiche familiari;- consulenza specialistica per l’inserimento presso i nidi del territorio;- svolgimento delle procedure per l’integrazione scolastica dei disabili;- partecipazione ai gruppi di studio di istituto per l’inserimento di alunni disabili;- cooperazione con altri servizi sanitari per diagnosi e trattamento delle varie patologie;- avvio delle procedure per la richiesta di interventi di educatori di territorio;- consulenza a servizi sociali e di educativa territoriale;- interventi specifi ci di supporto ai genitori di bambini disabili;- invio a strutture convenzionate sul territorio per trattamenti specialistici riabilitativi;- avvio delle pratiche per la richiesta di invalidità civile;- consulenza alle famiglie per l’orientamento scolastico e professionale;- consulenza a servizi sociali per la progettazione di inserimenti lavorativi;- consulenze per l’uso di programmi informatici.
Alunni disabili assistiti dalla NPI2002 2003 2004336 342 377
Il servizio ha contribuito a livello locale allo sviluppo del progetto Ali per l’Handicap, dell’Assessora-to alle politiche Sociali della Regione Piemonte. Il progetto, fi nanziato in base alla legge che tutela i diritti dei portatori di handicap, è fi nalizzato allo sviluppo dell’Osservatorio Regionale sui disabili. I risultati delle varie attività sono:- realizzazione della cartella sanitaria del servizio di NPI per la raccolta dei dati clinici;- avvio di un laboratorio, in collaborazione con la Medicina Riabilitativa, per la consulenza all’uso di ausili
informatici;
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- stesura di un protocollo di intesa con enti del Biellese per la realizzazione del Progetto Abilitybiella. Il Tavolo di Coordinamento del progetto, costituito dai rappresentanti degli enti fi rmatari del protocollo, si riunisce ogni due mesi per analizzare procedure e modalità di rapporto fra la persona disabile e i vari enti interessati, rilevare i nodi problematici e proporre ipotesi di facilitazione. È stato realizzato un depliantinformativo che descrive i benefi ci a cui hanno diritto le persone con invalidità civile.
- una rete di sportelli INFORMAHANDICAP BIELLESE per favorire la divulgazione di informazione per la disabiltà, i cui servizi sono stati presentati in una conferenza stampa nel mese di maggio del 2004;
- realizzazione e aggiornamento del sito telematico www.abilitybiella.it, con una media di 700 accessi mensili, per diffondere informazioni locali. Il sito è aggiornato pressoché quotidianamente inoltre:
- è possibile trovare informazioni su: agevolazioni fi scali, associazionismo, barriere architettoniche, inva-lidità civile, lavoro, legislazione, previdenza, scuola e formazione, servizi sanitari, servizi sociali, sport, tecnologia per disabili, tempo libero, trasporti, vacanze, con particolare riferimento ai servizi offerti dal territorio;
- è possibile contattare AbilityBiella direttamente tramite e-mail;- è possibile scaricare la modulistica;- è possibile iscriversi alla newsletter per essere informati sulle novità.newsletter per essere informati sulle novità.newsletter
UVH: Unità Valutazione HandicapLa commissione UVH, è l’evoluzione della “Commissione Tecnica per la valutazione degli interventi
per i soggetti handicappati”, istituita presso ogni ASL con DGR 147-23154 del 22/02/1993, composta da rappresentanti dei servizi socio-assistenziali e dei servizi sanitari, con il compito di valutare le richieste di accesso ai Centri Diurni ed alle Comunità Alloggio dei soggetti in possesso dell’attestato di handicap in situazione di gravità secondo la L. 104/92.
La commissione UVH dell’ASL 12, si riunisce con periodicità mensile ed è composta da rappresentan-ti della Medicina Legale, della SCAST, della Medicina Riabilitativa, del Dipartimento di Salute Mentale, della NPI e dei Consorzi (IRIS); suo compito è la valutazione di tutte le richieste di inserimento nelle strutture le cui rette sono a carico in parte dell’ASL ed in parte dell’Ente Gestore le funzioni socio-as-sistenziali. Con l’approvazione della normativa regionale sui Livelli Essenziale di Assistenza (LEA) in ambito socio-sanitario, alle UVH è stato dato il compito di abbinare l’intensità dei bisogni di assistenza dei soggetti disabili, con l’intensità di risposta erogata dalle strutture o dagli interventi “alternativi” al ri-covero, modulando, nel contempo e per ognuno dei tre previsti “livelli di intensità assistenziale”, il livello prestazionale (base, medio, alto) e la durata dell’intervento.
Nel 2000, la Direzione Generale dell’ASL12 ha deliberato (insieme ai Consorzi) l’istituzione di una “UVH progettuale” con compiti di analisi e proposta sul fenomeno della disabilità nel nostro territorio e sugli interventi, soprattutto quelli a valenza socio-sanitaria. Le analisi della Commissione UVH pro-gettuale sono poi state presentate in diverse occasioni pubbliche e inviate a tutti i Comuni del territorio dell’ASL12.
Medicina RiabilitativaI medici e gli operatori del Servizio utilizzano lo strumento del processo riabilitativo, inteso come
l’insieme delle misure sanitarie, educative, psicologiche, sociali e tecniche volte a prevenire ulteriori meno-mazioni e ad eliminare o contenere la disabilità. L’attività, che si eroga nel Presidio Ospedaliero (attività di ricovero e ambulatoriale), nei Poliambulatori di Biella e Cossato e, in alcuni casi, al domicilio dei pazienti, è svolta da una équipe di medici, fi sioterapisti, logopedisti, infermieri e personale ausiliario e si rivolge a pazienti con disabilità temporanee o permanenti in qualunque fascia di età.
L’attività territoriale si esplica attraverso visite ambulatoriali, prescrizione di ausili e protesi, terapia antalgica, consulenze presso case di riposo e interventi domiciliari.
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Attività Convenzionata di RiabilitazioneL’ASL 12 di Biella è convenzionata con due Centri per l’erogazione di prestazioni ambulatoriali di
logopedia e di fi sioterapia: la Cooperativa “Domus Laetitiae” di Sagliano Micca, per 19 prestazioni singole al giorno, e il “Centro Don Franco Picco” di Lesiona, per 15 prestazioni/die. Alle prestazioni accedono, previa stesura di un progetto riabilitativo stilato dalla NPI e dalla Medicina Riabilitativa, soggetti, nella quasi totalità in età evolutiva, affetti da disabilità neuro-motorie, cognitivo-comportamentali e/o del lin-guaggio. Si tratta di persone che richiedono interventi spesso di lunga durata e caratterizzati da una forte integrazione tra i Servizi invianti, la Scuola ed, eventualmente, i Servizi Socio-Assistenziali. Il costo delle sedute riabilitative è a totale carico dell’ASL (SCAST). Nel 2005 sono state effettuate 8244 sedute di ria-bilitazione per un costo totale di euro 370.000.
Medicina LegaleL’attività territoriale in favore dei disabili si esplica altresì attraverso le Commissioni Mediche affe-
renti la struttura di Medicina Legale per le valutazioni di riconoscimento o aggravamento dell’invalidità civile, della cecità civile, del sordomutismo, del riconoscimento dell’handicap e del collocamento lavora-tivo mirato. In quest’ambito, e limitatamente alle sole commissioni di invalidità, nel corso del 2004, sono state ricevute 4.264 nuove istanze, di cui 2.786 a Biella e 1.478 a Cossato. Nello stesso periodo sono state espletate 4.423 visite, di cui 2.839 a Biella e 1.584 a Cossato. Riguardo alle Commissioni ex L.104/92 (rico-noscimento dell’handicap) sono state ricevute 271 istanze, di cui 162 a Biella e 109 a Cossato: ne sono state defi nite con visita 251, di cui 139 a Biella e 112 a Cossato. Parimenti, riguardo al collocamento lavorativo mirato delle persone disabili, sono pervenute 198 istanze, di cui 119 a Biella e 79 a Cossato: ne sono state defi nite con visita 191, di cui 122 a Biella e 69 a Cossato.
Altre aree di intervento
Struttura Complessa Cure Palliative (SCCP)La SCCP della ASL 12 fa parte del Dipartimento delle Specialità Mediche dell’Ospedale di Biella ed
è anche parte integrante del Polo Oncologico di Biella. Essa dirige e coordina le attività della Rete di Cure Palliative di Biella, operativa dal gennaio 2001.
Nella provincia di Biella si registrano ogni anno circa 600 decessi per tumore. È possibile stimare che il 70%-90% dei morti per cancro, pari a 420-540 malati, necessiti di cure palliative e che la prevalenza puntuale di pazienti oncologici potenzialmente bisognosi di cure palliative nell’ASL di Biella sia pari a 80-100 pazienti “in linea”. Le cure palliative, secondo la defi nizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono una serie d’interventi terapeutici ed assistenziali fi nalizzati alla cura attiva e totale di pazienti la cui malattia di base non risponde più a trattamenti specifi ci. Fondamentale è il controllo del dolore, degli altri sintomi e in generale l’attenzione agli aspetti psicologici, sociali e spirituali. L’obiettivo delle cure palliative è il raggiungimento della migliore qualità di vita possibile per i malati e le loro famiglie.
La Rete di Cure Palliative di Biella nasce e si sviluppa all’interno di un progetto di forte collaborazione ed integrazione fra le risorse dell’Azienda Sanitaria Locale e di alcune organizzazioni no-profi t operanti da anni nel territorio biellese a favore dei malati di cancro: in particolare il “Fondo Edo Tempia”, la “Lega contro i tumori, sezione di Biella” e la “Fondazione Clelio Angelino”.
L’integrazione fra ospedale e territorio è un elemento caratteristico della Rete di cure palliative, le cui attività si svolgono attraverso diverse opzioni assistenziali. Oltre all’attività in ospedale, di supporto ai reparti per malati ricoverati e in ambulatorio, per malati ancora autosuffi cienti, i malati possono essere assistiti a casa e/o in Hospice. Quando viene attivato un programma di cure palliative domiciliari (ADI - Cure Palliative), il medico di medicina generale, responsabile dell’assistenza al paziente, si avvale della consulenza continuativa dell’èquipe delle cure palliative, con la quale stabilisce il piano assistenziale. Il servizio di cure palliative domiciliari garantisce una reperibilità medica per 12 ore al giorno durante i
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giorni feriali e di otto ore durante i giorni festivi, con la possibilità di interventi infermieristici domiciliari programmati durante tutti i giorni della settimana. Di particolare rilievo nell’ambito dell’assistenza do-miciliare è naturalmente il ruolo della famiglia, i cui componenti sono coinvolti non solo nell’assistenza continua al congiunto, ma anche nella riorganizzazione dei ruoli e dei compiti e nella preparazione del lutto imminente.
La Rete di cure palliative continua a dimostrarsi effi cace anche per quanto riguarda la riduzione delle morti in ospedale per i malati terminali di cancro. Nei malati assistiti a casa e/o in Hospice, la morte in ospedale avviene ormai in un numero molto ridotto di malati (costantemente inferiore al 3%). Da una raccolta dati effettuata in collaborazione con il Registro Tumori di Biella, è emerso anche un altro dato ri-levante: la drastica riduzione del numero di morti per cancro in ospedale a Biella a partire dall’anno 2001 rispetto agli anni precedenti, quando la Rete di cure palliative non era ancora pienamente operativa.
L’Hospice “Orsa Maggiore” nasce e si sviluppa come progetto della Sezione di Biella della Lega contro i tumori ed è operativo dal 25 gennaio 2001. L’Hospice, che è collocato all’interno dell’area dell’Istituto Bel-letti-Bona, è strettamente collegato ed integrato con le altre opzioni assistenziali della Rete di Cure Palliative. Ospita 10 letti di degenza, in linea con le stime di fabbisogno di posti letto hospice in Italia. Tale struttura è fi nanziata dall’ASL 12 (Struttura Complessa Assistenza Sanitaria Territoriale - SCAST), con apposita con-venzione, che prevede il pagamento di 258 euro circa per ogni giornata di degenza di ogni paziente. Nel 2005, lo SCAST ha sostenuto una spesa pari a 626.000 euro circa, per 8 posti letto in Hospice. Nel 2006 il numero di posti è stato portato a 10 unità, con una spesa annua prevista di circa 800.000 euro.
2001 2002 2003 2004 2005
N. pazienti assistiti a casa e/o in Hospice 292 321 344 383 389
N. pazienti assistiti a casa 234 245 266 293 313
N. pazienti assistiti in Hospice 88 108 106 132 134
% dei morti per cancro ASL di Biella assistiti dalla Rete C.P. a domicilio e/o in Hospice
44% 46% 51% 56% 57%
Numero di comuni della ASL di Biella con al-meno 1 malato assistito
69% 59% 71% 77% 77%
N. di medici (MMG) che hanno attivato almeno una volta un programma di ADI Cure Palliative
69% 68% 71% 71% 71%
N. pazienti assistiti fi no alla morte 255 270 293 327 321
N. pazienti morti a casa 162 (64%) 165 (61%) 192 (66%) 200 (62%) 192 (60%)
N. pazienti morti in Hospice 80 (31%) 97 (36%) 89 (30%) 116 (32%) 116 (36%)
N. pazienti morti in Ospedale 13 (5%) 8 (3%) 12 (4%) 11 (3%) 13 (4%)
Empowerment del cittadinoUn’attività caratterizzata da sempre maggior impegno dell’ASL 12, e contraddistinta da indubbio ri-
lievo sociale, è quella che, in estrema sintesi, attiene all’area dell’empowerment del cittadino e che si realizza grazie alla capacità delle istituzioni coinvolte nel sociale e nella sanità, di promuovere una cultura di autotutela e di autopromozione della salute e della autonomia delle persone. In tale ambito l’ASL 12 realizza costantemente strumenti informativi utili allo scopo e frutto di specifi ci progetti aziendali, per lo più gestiti dal Dipartimento di Prevenzione e dall’Uffi cio Qualità, in collaborazione con le strutture ospedaliere e territoriali, gli enti e le associazioni di volta in volta interessati. A puro titolo esemplifi cativo si segnalano due recenti campagne informative, fi nalizzate a diffondere tra i cittadini informazioni utili in tema di corretto approccio all’insuffi cienza cardiaca e di prevenzione del mal di schiena.
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Attività di Vigilanza sulle Strutture ResidenzialiLe Commissioni di Vigilanza operano in tre aree ben distinte:
- Istituzioni e Presidi Socio Assistenziali: strutture per anziani, disabili, minori (compresi Asili Nido privati).- Case di Cura private, laboratori di analisi e strutture per portatori di handicap.- Strutture per la riabilitazione ed il reinserimento sociale dei tossicodipendenti.
Si occupano di: rilascio, modifi ca, sospensione e revoca delle autorizzazioni al funzionamento, e di controllo e verifi ca sul mantenimento dei requisiti strutturali e funzionali; quindi verifi ca sulla qualità dell’assistenza nei vari presidi, e stimolo per il conseguimento di standard ottimali per l’erogazione dei servizi. La composizione delle tre Commissioni prevede la partecipazione di fi gure professionali appar-tenenti ad aree alquanto differenti, che operano in maniera integrata per poter analizzare con gli spe-cifi ci elementi conoscitivi i vari aspetti organizzativi, strutturali e gestionali delle strutture esistenti sul territorio. Inoltre le due Commissioni di Vigilanza sulle istituzioni e sui Presidi Socio Assistenziali sono presiedute ciascuna da un componente nominato dai rispettivi Consorzi (IRIS e CISSABO), che si occupa specifi camente degli aspetti gestionali.
L’attività svolta dalle tre Commissioni nel corso di un anno è intensa, soprattutto per quanto riguar-da le due Commissioni di Vigilanza sulle istituzioni e sui Presidi Socio Assistenziali. Nel 2005 l’ASL ha infatti deliberato complessivamente oltre 30 autorizzazioni relative all’apertura ed al funzionamento di varie strutture delle varie tipologie oggetto della vigilanza. Sono stati effettuati 27 sopralluoghi e circa una cinquantina di riunioni amministrative. Per il 2006, in considerazione del mutato quadro normativo nel settore dell’assistenza residenziale per anziani non autosuffi cienti, il carico di lavoro sarà notevolmente più elevato, prevedendosi, nell’insieme dei 2 Distretti, oltre 110 incontri, tra sopralluoghi e riunioni am-ministrative. Le restanti Commissioni (per le Case di Cura Private, Laboratori e Strutture per portatori di handicap, e quella per Strutture per Tossicodipendenti) svolgono mediamente ogni anno circa una ven-tina di sopralluoghi in tutto, in parte visite periodiche ordinarie, con cadenza di norma annuale, in parte straordinarie, per lo più a seguito di specifi co mandato dai competenti organismi Regionali.
1.2.5 Servizi dell’Ente Provincia
Centro per l’Impiego.Il processo di decentramento compiuto all’inizio dell’anno 2000, ha attribuito alle Province le compe-
tenze in materia di lavoro. Sono stati così costituiti i Centri per l’Impiego che svolgono compiti di orienta-mento e sostegno per l’inserimento e il reinserimento lavorativo, ivi compreso il rapporto tra la domanda e l’offerta di lavoro e il sostegno alla creazione di impresa. Il sottoriportato schema, elaborato da documenti forniti dalla Provincia, vuole rappresentarne le funzioni, le attività e le modalità di erogazione.
Servizi per le personea) mediante esposizione presso le bacheche vengono resi pubblici materiali su offerte di lavoro locali, regionali e nazionali, informazioni su corsi di formazione, schede professionali e documentazione diversa relativa al mondo del lavoro.
b) attraverso l’attività di sportello vengono forniti i servizi di accoglienza, iscrizioni, distribuzione mate-riale informativo, informazioni relative alle offerte di lavoro (in Italia e all’estero), alle assunzioni nella Pubblica Amministrazione, alle offerte di tirocinio e ai corsi di formazione professionale.
c) su appuntamento effettua assistenza per la compilazione del curriculum vitae, l’inserimento del cur-riculum nella Banca dati del Biellalavoro, colloqui individuali di consulenza e orientamento, azioni di accompagnamento al lavoro, l’utilizzo del software di autovalutazione MITO, attivazione di tirocini di
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orientamento individualizzati in base alle diverse situazioni (L.196/97 - L.R.142/98), informazioni su op-portunità di impiego all’estero, percorsi individualizzati di sostegno al disagio,erogazione di voucher per carichi assistenziali a persone con limitazioni lavorative.
Servizi per le aziendee) su appuntamento per selezione del personale,convenzioni mirate all’inserimento di lavoratori disabili, consulenza in materia di lavoro,consulenza e sostegno alla creazione d’impresa, attivazione di tirocini.
Servizi per l’ImmigrazionePur non avendo competenze direttamente derivanti da leggi regionali, la Provincia di Biella ha dato
attuazione al Programma triennale Regionale di interventi in materia di immigrazione extracomunitaria di cui alla L.R. 64/89 ed al D.Lgs. 286/98.
I campi di intervento del Programma spaziano dalla conoscenza del fenomeno immigratorio, al coor-dinamento di enti, istituzioni ed associazioni, alla promozione dell’integrazione sociale nei contesti locali, al sostegno dell’inserimento scolastico, lavorativo ed abitativo nonché della formazione professionale, al potenziamento della mediazione culturale, alla attivazione di interventi a favore dei minori e delle fasce a rischio dell’immigrazione.Nello specifi co la Provincia di Biella ha inteso:1. istituire l’Osservatorio Provinciale Permanente sull’Immigrazione, quale strumento di indagine, stu-dio e valutazione della situazione sociale dei migranti e delle loro problematiche. La struttura, in rete con quelle già esistenti, vuole essere il più possibile completa, con riferimenti a tutti gli ambiti toccati dal fenomeno immigratorio (settore scolastico, abitativo, lavorativo, culturale, religioso, sociale in generale) ed avere una chiave di lettura non solo statistica, ma essere corredata da analisi esplicative che meglio chiariscano aspetti, dimensione e problemi di ciò che ruota intorno al mondo dell’immigrazione.
2. ‘organizzare’ i principali interventi già attivi nel campo della Mediazione e nello specifi co:sportello di mediazione: come un importante punto di riferimento per gli immigrati alla ricerca di infor-mazioni avente gli obiettivi di assicurare una raccolta più sistematica di dati ed indicazioni sugli utenti che si rivolgono allo sportello (in modo tale che esso stesso possa costituire una preziosa fonte di informazio-ni), di indirizzare verso gli interventi di prima accoglienza, di essere di aiuto nella compilazione e nella stesura di un curriculum (collaborazione tra i mediatori e Centro per l’Impiego);mediazione scolastica: elemento fondamentale per realizzare in pieno una buona integrazione degli stra-nieri nel contesto sociale e culturale. Le azioni previste spaziano da ore di affi ancamento -individuali o di gruppo - agli studenti stranieri, a corsi formativi per gli insegnanti, ad ore da dedicare ad adulti stranieri al fi ne di facilitare loro l’apprendimento della lingua e della cultura italiana;mediazione presso la Questura di Biella: quale prosecuzione del già collaudato supporto agli operatori della Questura che si concretizza nell’affi ancamento dei mediatori culturali agli operatori italiani;mediazione presso la Casa Circondariale di Biella: allo scopo di agevolare (nel rispetto delle norme) la deten-zione degli stranieri, fornisce ascolto ai detenuti secondo l’appartenenza linguistica, fornisce informazioni circa le pratiche collegate con lo status di straniero (permesso di soggiorno, rinnovi, assistenza medica, ecc), aiuto nel procurare documenti con la loro delega, nello stabilire i contatti con i parenti in Italia o all’estero, aiuto alle famiglie orientandole verso i servizi del territorio; facilita i rapporti dei detenuti con il personale;organizza di momenti di svago, come la proiezione di videocassette riguardanti la cultura di origine.mediazione a supporto del reperimento di una abitazione: consiste in attività fi nalizzate ad agevolare, attra-verso azioni di mediazione, il rapporto tra il potenziale proprietario ed il potenziale conduttore extracomu-nitario e a favorire il reperimento di abitazioni informando e sensibilizzando i proprietari immobiliari.
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3. promuovere multiculturalità prevedendo iniziative di sostegno a favore dell’organizzazione di eventi e manifestazioni, quali momenti di incontro tra migranti e popolazione locale.
Uffi cio di Pubblica tutela
L’uffi cio Provinciale di pubblica tutela, previsto dalla L.R. 1/2004 art. 5, entrerà in funzione durante l’esercizio di questo piano di zona e le sue attività avranno compito di supporto a favore dei soggetti ai quali è conferito dall’Autorità giudiziaria l’esercizio delle funzioni di tutore, curatore e amministratore di sostegno.In particolare opererà per:- Fornire informazioni e documentazione per quanto attiene i diversi aspetti dell’attività svolta dai tutori,
dai curatori e dagli amministratori di sostegno, ferme restando le attività dei competenti uffi ci giudiziari; in particolare, assicurare la necessaria informazione ed il collegamento con gli ordini professionali, per le specifi che prestazioni di consulenza professionale (giuridica, economico fi nanziaria, fi scale, patrimo-niale ecc.);
- Operare in collegamento con altri soggetti pubblici e privati (INPS, comuni, enti-gestori socio-assisten-ziali, ecc) che erogano prestazioni ed interventi assistenziali alle persone prive di autonomia;
- Operare in collegamento con organi ed uffi ci che esercitano funzioni giurisdizionali in materia, assicu-rando ad essi la propria collaborazione nell’ambito dell’attività di supporto a tutori, curatori ed ammi-nistratori di sostegno.
Tali attività, ai sensi della DGR 16 gennaio 2006, n. 23 - 1988, hanno carattere obbligatorio e costi-tuiscono le prestazioni essenziali di base per assicurare uno standard minimo di servizi comuni su tutto il territorio regionale.
1.2.6 Presenza del Terzo Settore
Per Terzo Settore si intende l’associazionismo, il volontariato, la cooperazione sociale e le organizza-zioni non governative (ONG) caratterizzate da attività nel campo sociale. Tutte queste realtà, pur avendo differenti connotazioni giuridiche, hanno come elemento comune l’assenza dello scopo di lucro, pur svol-gendo attività fi nalizzate alla produzione e allo scambio di beni e servizi.
Sul territorio del Consorzio, il Terzo Settore rappresenta ormai una realtà rilevante sia dal punto di vista economico che dal punto di vista sociale. In particolare nel settore socio- assistenziale numerosi sono i servizi rivolti a minori, anziani, adulti e disabili esternalizzati a Cooperative Sociali o gestiti direttamente dalle stesse.
La Cooperazione Sociale
Sono defi nite cooperative sociali le imprese cooperative aventi lo scopo di perseguire l’interesse gene-rale della comunità la promozione umana e l’integrazione sociale dei cittadini.
La legge 8 novembre 1991, n. 381 distingue due diversi tipi di cooperative sociali, in relazione all’atti-vità di cui all’oggetto sociale:a) cooperative per la gestione dei servizi socio-sanitari ed educativi, dette di tipo “A”;b) cooperative per lo svolgimento di attività diverse-agricole, industriali, commerciali o di servizi-fi naliz-zate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate.
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Nella Provincia di Biella sono presenti1:• n. 18 Cooperative Sociali di tipo A di cui n. 16 con sede nel territorio del Consorzio I.R.I.S. e specifi catamente:
Denominazione SedeCOOPERATIVA DI SOLIDARIETÀ SOCIALE LA FAMIGLIA - COOPERATIVA SOCIALEÀ SOCIALE LA FAMIGLIA - COOPERATIVA SOCIALEÀ BIELLA ANTEO - COOPERATIVA SOCIALE ONLUS BIELLA PROGETTO DONNA PIÙ S.C.S. BIELLA COOPERATIVA SOCIALE EUROTREND ASSISTENZA A R.L. BIELLA DOMUS LAETITIAE SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETÀ COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETÀ À ONLUSÀ ONLUSÀ SAGLIANO MICCA MARIA CECILIA SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE ONLUSÀ COOPERATIVA SOCIALE ONLUSÀ BIELLA PIÙ ASSISTENZA SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE ONLUSÀ COOPERATIVA SOCIALE ONLUSÀ BIELLA COOPERATIVA TANTINTENTI SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE ONLUSÀ COOPERATIVA SOCIALE ONLUSÀ BIELLA PETRA ALTA SERVIZI S.C.S. ONLUS BIELLA COOPERATIVA SOCIALE SENTIERO A R.L. ONLUS BIELLA COOPERATIVA SOCIALE DI SANDIGLIANO A R.L. ONLUS SANDIGLIANOSOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE MOSAICO ONLUSÀ COOPERATIVA SOCIALE MOSAICO ONLUSÀ BIELLA COOPERATIVA SPORTIVAMENTE SOCIETA’ COOPERATIVA SOCIALE A R.L. ONLUS BIELLA COOPERATIVA SOCIALE INTEGRAZIONE BIELLESE GAGLIANICO
• n. 9 Cooperative Sociali di tipo B di cui n. 6 con sede nel territorio del Consorzio I.R.I.S. e specifi catamente:
Denominazione Attività SedeIL CAMMINO SOCIETÀ COOPERATIVA SO-À COOPERATIVA SO-ÀCIALE A R.L.
Lavanderia-Assemblaggi vari-Campionari tessili-Te-lessocorso.
Biella
COOPERATIVA SOCIALE DELL’ORSO BLU ONLUS
Pulizie-Trasporti-Raccolta differenziata-Aree verdi-Manutenzione Edilizia-Impiantistica civile-
Biella
LA VELA COOPERATIVA SOCIALE ONLUSPulizie-Manutenzione edilizia-Confezioni manufat-ti-artigianato-Settore alberghiero-Ristorazione
Biella
COOPERATIVA SOCIALE SIRIO 93 ONLUS Pulizie-Settore alberghiero-Ristorazione-Agriturismo Biella
COOPERATIVA SOCIALE TRACCE D’IMMA-GINE E COMUNICAZIONE
Attività grafi che e di stampa Biella
BUONSEGNO SOCIETÀ COOPERATIVA SO-À COOPERATIVA SO-ÀCIALE
Settore alberghiero, ristorazione e turismo/Grafi ca e organizzazione eventi
Sordevolo
• n. 2 Consorzi di Cooperative, specifi catamente:
Denominazione Cooperative sociali aderenti SedeCONSORZIO SOCIALE ORIZZONTI-SOCIETÀCOOPERATIVA SOCIALE ONLUS
La Famiglia - Anteo - Dell’Orso Blu - Sirio 93 Biella
CONSORZIO SOCIALE IL FILO DA TESSERE ONLUS
Domus Laetitiae - La Vela - La Luna - Maria Cecilia - Il Cammino - Tantintenti - Sportivamente
Biella
1. Dati acquisiti dalla Provincia di Biella
In ambito provinciale il rapporto tra Cooperazione sociale ed Enti Pubblici ha trovato una sua con-fi gurazione strutturata fi n dal 2001, nell’ambito dei lavori sviluppatisi con il Patto per il Biellese. In tale ambito infatti, al fi ne di qualifi care il rapporto tra Enti Pubblici e Cooperazione Sociale e consolidare un modello di sviluppo sociale che ponesse in evidenza il contributo di tutti i soggetti, è stato defi nito un “codice di autoregolamentazione” ed è stato messo a punto un capitolato tipo per l’erogazione dei servizi
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sanitari e socio-assistenziali. Tali documenti, approvati dal Consorzio, da numerosi Enti Pubblici e sotto-scritti dalle Cooperative Sociali operanti sul territorio, costituiscono “linea - guida” per l’affi damento dei servizi alla persona e per l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate.
Nel 2005 si è costituito il Forum del Terzo Settore che può divenire un importante interlocutore per le Istituzioni, in quanto soggetto non solo di rappresentanza degli aderenti nel confronto con le istituzioni, ma anche “luogo” in cui convergono le diverse esperienze e si supporta lo sviluppo delle partnership tra Terzo Settore e gli altri attori locali.
Il Volontariato
Anche le organizzazioni di volontariato nel territorio del Consorzio sono una realtà “ricca” e variegata. Nel Registro Provinciale risultano iscritte n. 126 di Associazioni di cui un numero rilevante opera nel settore delle attività socio assistenziali e sanitarie, come si evince dal grafi co sottoriportato:
Il rapporto tra Associazioni di Volontariato ed Enti Pubblici Servizi, avviatosi per la per la prima volta in modo strutturato con la L.285/97, si è via via consolidato. La maggioranza dei progetti attivati dal Consorzio vedono il coinvolgimento di Associazioni; in particolare i servizi il “Filo d’Arianna”- Sportello Informativo per anziani- ed il Centro di Pronta e Prima Accoglienza “E. Borri”-per senza fi ssa dimora-, che sono gestiti rispettivamente in collaborazione ed in concessione con Associazioni di Volontariato.
La normativa di riferimento per le organizzazioni di volontariato è la legge quadro 11 agosto 1991 n. 266. Le Associazioni sono defi nite come “gruppo di persone che si riunisce per uno scopo comune” al fi ne di svolgere attività di volontariato-attività personale, spontanea, senza fi ni di lucro, con fi ni di solidarietà. Le attività vengono svolte avvalendosi in misura determinante e prevalente delle attività personali dei propri soci volontarie e gratuite dei propri soci.
La presenza sul territorio Provinciale del Centro di Servizio di Volontariato, risulta molto importante sia per la promozione di una cultura di solidarietà, che per lo sviluppo ed il sostegno delle organizzazioni di volontariato. Il Centro di Servizio infatti, come previsto dalla L.266/91, ha lo scopo di qualifi care l’atti-vità del volontariato; eroga prestazioni a tutte le Associazioni iscritte o non iscritte al registro provinciale. In particolare offre consulenza, strumenti per la progettazione e la realizzazione di iniziative, nonché percorsi formativi, costitendo un reale punto di riferimento per le Associazioni.
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2.1 Il metodo e le regole del processo di pianifi cazione2.1 Il metodo e le regole del processo di pianifi cazione
Il Piano di Zona è lo strumento principale per la programmazione locale dei servizi alla persona, in-trodotto dalla legge per favorire il riordino, il potenziamento e la messa in rete di servizi ed interventi e, di conseguenza, consentire il ‘governo’ del sistema locale dei servizi territoriali (art.19 L. 328/2000 e art. 17 L.R 1/2004).
Nell’ambito delle specifi che funzioni ad essa attribuite nella costruzione del Piano dall’art. 5 della L.R 1/2004, la Provincia di Biella ha quindi in primo luogo dato vita ad un Gruppo Tecnico Provinciale (Ca-bina di Regia) composto dai responsabili dei Consorzi Cissabo ed I.R.I.S, della Città di Biella, dell’ASL 12 e della Provincia, coordinato dall’IRS, Istituto per la Ricerca Sociale di Milano.
In tal modo i due Piani di Zona del Biellese, pur dovendo affrontare problematiche diverse, hanno teso a confi gurarsi come strumenti omogenei di programmazione delle politiche sociali del territorio, anche in ragione della loro corrispondenza geografi ca con i due Distretti Sanitari dell’ASL 12.
Nel corso degli incontri, il Gruppo Tecnico ha lavorato su casi concreti per individuare un metodo di progettazione che tenesse conto delle peculiarità locali nel gestire le: • relazioni inter-istituzionali; • relazioni fra organi tecnici e organi politici; • relazioni con il Terzo Settore.
A fronte della necessità e complessità di ‘tenere insieme’ questi tre aspetti, il Gruppo Tecnico Provin-ciale ha adottato un metodo di lavoro pragmatico. Partendo dai problemi percepiti come rilevanti dalle organizzazioni coinvolte, ha cercato di aggregare progressivamente altri punti di vista, supportando queste rifl essioni con dati e informazioni selezionate, in grado di irrobustire e argomentare le singole percezioni dei problemi.
Attraverso questa modalità di lavoro si sono raccolti i dati, le informazioni che costituiscono degli indizi, dei segnali da usare anche per mettere in luce elementi e caratteristiche di ciò che viene percepito come un problema.
Collocando ‘quel’ problema all’interno del contesto e favorendo l’inclusione di altri punti di vista at-traverso modalità dialogiche di progettazione e di apprendimento, il Gruppo Tecnico Provinciale ha così sperimentato che, tra l’altro, è possibile sfatare luoghi comuni e timori sempre presenti nei contesti sociali e nelle organizzazioni coinvolte nella programmazione.
Esemplifi cativo di quanto affermato può essere l’incontro con i referenti del terzo settore avvenuto il 21 aprile 2005, che ha visto la partecipazione di referenti per il CSV e per il mondo della cooperazione al Gruppo tecnico. L’incontro è stata l’occasione per avviare un confronto fra i referenti tecnici degli Uffi ci di Piano e i referenti del Terzo Settore.
Infatti, nel corso dell’incontro i referenti del Terzo Settore hanno espresso aspettative, timori e pres-sioni da parte della base, ed hanno formalizzato la costituzione del Forum del Terzo Settore come espres-sione di una rappresentanza signifi cativa delle organizzazioni territoriali. Inoltre hanno messo in luce le attività che stanno già svolgendo e che potrebbero costituire validi apporti alla defi nizione dei problemi presenti sul territorio a partire dal loro punto di vista. I referenti degli Uffi ci di Piano hanno fatto il punto sullo stato della programmazione, mettendo in luce i nodi organizzativi oggetto di decisione e gli obiettivi e le modalità con le quali si intendono coinvolgere le organizzazioni terze.
Capitolo IIGli obiettivi strategici e le priorità generali del Piano di Zona
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Questo confronto ha consentito di superare alcuni timori presenti fra le parti in campo che, di fatto, avrebbero potuto risultare bloccanti il coinvolgimento e la concertazione.
2.2 La dimensione incrementale del Piano
Con l’obiettivo di costruire un Piano realistico ed effi cace, il Gruppo Tecnico Provinciale ha proposto un approccio di tipo incrementale alla programmazione, che si caratterizza nella: • defi nizione dei primi elementi funzionali alla programmazione stessa (fi nalità, modello organizzativo con indicazione di ruoli, funzioni e regole di funzionamento); • individuazione degli obiettivi strategici del Piano di Zona, a partire dalla condivisione fra gruppo tecni-co e gruppo politico dei principali problemi di carattere sociale e organizzativo; • defi nizione di obiettivi specifi ci (d’area di intervento) con indicazione delle azioni da sviluppare e delle relative risorse necessarie; • defi nizione di un disegno di valutazione in grado di supportare l’implementazione e lo sviluppo del Piano nel triennio di vigenza dello stesso.
Il Gruppo ha quindi individuato tre aspetti trasversali che si rendeva necessario affrontare: 1. la relazione fra sociale e socioassistenziale, che si gioca nelle modalità di integrazione, di defi nizione condivisa delle priorità e di compartecipazione fra i Comuni (titolari delle politiche sociali) e gli Enti Gestori delle rispettive zone CISSABO e I.R.I.S; 2. la relazione fra i servizi sociali e socioassistenziali con i servizi sociosanitari, che chiama in causa l’ASL insieme ai Comuni e agli Enti Gestori; 3. il senso e le modalità di partecipazione del Terzo Settore alla programmazione di zona.
Ciascuno di questi tre aspetti è stato dibattuto in sede di Gruppo Tecnico Provinciale trovando poi delle decisioni e delle declinazioni operative a livello di singolo Consorzio, specie per quanto attiene l’integrazione fra servizi sociali e socioassistenziali che presenta caratteristiche assai differenti tra i due ambiti territoriali.
I paragrafi successivi rappresentano quindi gli specifi ci percorsi intrapresi dal Consorzio I.R.I.S..
2.3 Integrazione fra servizi sociali e socio-assistenziali2.3 Integrazione fra servizi sociali e socio-assistenziali
Nel territorio del Consorzio I.R.I.S. coesistono un Ente Gestore (Consorzio), il Comune di Biella, le Comunità Montane più altri Comuni singoli o associati. L’obiettivo, quindi, è stato quello di articolare un sistema organizzativo (Tavolo di Coordinamento Politico Istituzionale, Uffi cio di Piano e Tavoli Tematici) in grado di rappresentare adeguatamente la composizione del territorio e di essere nelle condizioni di poter funzionare.
La prima necessaria operazione è stata quella di favorire la partecipazione degli operatori delle singole aree territoriali di gestione al processo di costruzione del Piano.
Fin dal maggio 2004 viene nominato dagli Organi del Consorzio un gruppo tecnico - composto da rap-presentanti di tutte le aree territoriali sede dei Servizi Socio Assistenziali - avente il compito di impostare un percorso per elaborare un unico piano di zona su tutto il territorio del Consorzio.
Nel periodo tra giugno e settembre 2004, il gruppo tecnico disegna un percorso condiviso (come fare l’analisi dei bisogni, chi coinvolgere e come, valutando le possibili diverse modalità di coinvolgimento dei
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vari soggetti territoriali dopo aver considerato per ognuna l’opportunità di una loro partecipazione, di una loro consultazione piuttosto che della semplice informazione).
Nei mesi di luglio e agosto 2005, al termine della prima fase dei lavori della Cabina di Regia a livello provinciale, il gruppo tecnico - integrato dagli operatori interni al Consorzio referenti delle aree speciali-stiche - effettua la rilevazione riportata ai paragrafo 1.2.1. e 1.2.2..
Conclusa questa operazione, al gruppo è stata proposta una evoluzione organizzativa che, a partire dal cambio di denominazione che diventa di Tavolo Tecnico dei Servizi, richiede ai suoi componenti una sempre maggiore partecipazione ai diversi processi di costruzione del Piano.
Parallelamente, a giugno 2005, l’Assemblea del Consorzio ha nominato il Tavolo di Coordinamento Politico Istituzionale che, sempre a garanzia dell’integrazione tra le varie componenti territoriali, risulta composto, oltre che dal Presidente del CdA, da un rappresentante per ogni area di gestione dei servizi.
Il sottoriportato quadro illustra il disegno organizzativo fi nale:
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Si trattava a questo punto di innescare un meccanismo decisionale che salvaguardasse la condivisione e la partecipazione di tutto il territorio a tutte le fasi. Per far ciò, i lavori dei singoli Tavoli Tematici si sono sviluppati seguendo il percorso sottoriportato:
La frammentazione gestionale dei servizi socio-assistenziali presente nel Consorzio, non ha consentito in questo primo Piano di Zona di programmare specifi che azioni integrate con i servizi sociali erogati dai Comuni (soggiorni marini, centri di incontro, attività per i giovani etc.) che potranno essere oggetto di implementazioni successive del Piano.
2.4 Integrazione sociosanitaria2.4 Integrazione sociosanitaria
L’individuazione, da parte dell’ASL 12, di un interlocutore unico per la Cabina di Regia Provinciale e per gli Uffi ci di Piano dei due Consorzi CISSABO e I.R.I.S., assume, almeno a livello strategico, il signi-fi cato di voler garantire una omogeneità complessiva di obiettivi. A rafforzamento di tale disegno, i due Uffi ci di Piano hanno previsto incontri comuni tesi a: • favorire un maggior coordinamento fra Assemblea dei Sindaci e Azienda, funzionale anche ad aumenta-re le conoscenze da parte degli Amministratori sulla problematica sociosanitaria;• utilizzare i Piani di Attività dell’Azienda come strumenti di programmazione e di integrazione con i Piani di Zona.
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2.5 Partecipazione del Terzo Settore2.5 Partecipazione del Terzo Settore
Il 3 maggio 2005 il CSV, in collaborazione con gli Enti locali del territorio, ha promosso un incontro pubblico per discutere il tema della partecipazione del Terzo Settore alla costruzione dei Piani di Zona. In quella sede si è defi nita una cornice di riferimento intorno a cui sviluppare la partecipazione. In primo luogo si è convenuto che la partecipazione avviene:• su due direttrici principali: per rappresentanza e per competenza;• per due principali ragioni: la disponibilità di risorse utilizzabili per gli obiettivi sociali e la conoscenza delle situazioni di disagio e di debolezza del territorio.
In secondo luogo si è previsto un coinvolgimento incrementale, così come è incrementale il Piano, nelle diverse e successive fasi di costruzione, sottoscrizione /adesione e gestione del Piano stesso.
2.6 La comunicazione sociale1
L’attività di comunicazione sociale è intesa dalle recenti legislazioni in materia (L. 150/2000 e DPR 422/2001 con relative direttive di attuazione) come parte di una specifi ca funzione della pubblica ammi-nistrazione volta a garantire il perseguimento degli interessi pubblici e la tutela dei diritti dei cittadini. Le attività della Pubblica Amministrazione in materia di comunicazione e informazione sono state recente-mente disciplinate anche in relazione all’accresciuta importanza e centralità del rapporto con il cittadino singolo e associato.
Ai tradizionali bisogni del cittadino utente e ai tradizionali servizi forniti dalla Pubblica Amministra-zione si sono aggiunte nuove consapevolezze e principi che discendono dalle mutate esigenze dei cittadini e dalla necessità di nuove risposte del settore pubblico. Trasparenza e tracciabilità degli atti, informazione e comunicazione (anche interattiva, con il pieno utilizzo dei nuovi strumenti tecnologici) rappresentano oggi non soltanto un dovere per amministratori e dirigenti, ma anche il presupposto per una piena e matu-ra partecipazione accompagnata da una reale poosibilità di avvicinare i cittadini alla gestione pubblica.
Le attività di comunicazione sociale si ispirano inoltre ai principi propri dell’ente pubblico, quali quello di trasparenza, effi cienza, accessibilità e partecipazione. Uno dei presupposti di tali innovazioni amministrative è che le istanze di riforma e il rafforzamento dei livelli locali di governo così come l’attua-zione dei principi di sussidiarietà possono realizzarsi, infatti, solo attraverso il pieno coinvolgimento dei cittadini, degli operatori del settore pubblico, delle imprese da coinvolgere.
La costruzione di questo primo Piano di Zona ha favorito anche sul nostro territorio nuove modalità di comunicazione riguardanti sia il livello politico/amministrativo che quello gestionale/operativo ed ha coinvolto - sin dall’inizio - le diverse componenti sociali. La metodologia di lavoro adottata dovrebbe consentire un continuo miglioramento del processo.
1. paragrafo elaborato all’interno del Gruppo Tecnico Provinciale con la consulenza dell’IRS - Milano
119
3.1 I Tavoli Tematici del Consorzio I.R.I.S
Il Tavolo di Coordinamento Politico Istituzionale, per questo primo Piano di Zona, ha ritenuto suf-fi ciente organizzare i lavori su quattro aree tematiche: Anziani, Minori e Famiglie, Disabili e Adulti. Per ognuna di queste aree è stato costituito un Tavolo composto dalle diverse agenzie territoriali portatrici di differenti esperienze, conoscenze, sensibilità e professionalità.
I lavori si sono svolti nei mesi di ottobre e novembre secondo la seguente articolazione:
Tavoli n. incontri media partecipantiAnziani 2 12Minori e Famiglie 2 17Disabili 2 17Adulti 2 15Totale 8 61
L’attività dei tavoli si è sviluppata con una metodologia comune. Nel primo incontro si è condiviso e approfondito l’ esito sia dell’analisi effettuta dal Tavolo Tecnico dei Servizi sia quello derivante dalla rilevazione del contesto socio-ambientale effettuata con la collaborazione delle Associazioni, delle Coope-rative e degli altri soggetti di cui capitolo I; si sono quindi individuate priorità di intervento da sottoporre alla valutazione del Tavolo Politico Istituzionale. Il Tavolo, sentita l’Assemblea dei Sindaci ed i Presidenti delle Comunità Montane, ha approvato il lavoro ed individuato le risorse necessarie, consentendo ai Tavoli Tematici di defi nire, nel secondo incontro, le azioni conseguenti.
Nel corso dello svolgimento degli incontri, sono stati individuati obiettivi e azioni che sono dettaglia-tamente descritti nei paragrafi successivi
Tavoli n. obiettivi n. azioni
Anziani 6 11Minori e Famiglie 3 13Disabili 3 11Adulti 2 8Totale 14 42
3.2 Tavolo tematico anziani
Il tavolo tematico, a cui hanno partecipato mediamente n. 12 rappresentanti di Enti/Organizzazioni/Associazioni, si è riunito due volte, il 14 ed il 28 ottobre 2005.
Nel primo incontro si è condivisa e discussa una griglia di raffronto, predisposta dall’Uffi cio di Piano, tra gli della rilevazione del Tavolo Tecnico dei Servizi e quella del Contesto Socio-Ambientale.
N.B. carattere corsivo = rilevazione del Tavolo Tecnico Servizi
Capitolo III
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Griglia di raffronto
Principali problemi rilevati:Crescita esponenziale del numero di persone anziane non autosuffi cienti; presenza di un numero elevato di
“grandi vecchi”; fragilità della famiglia nel garantire cura e assistenza; redditi insuffi cienti a grantirsi i servizi; abitazioni non adeguate; solitudine/ isolamento/ autoesclusione.
Presenza di un numero crescente di anziani non autosuffi cienti; sostegno alle famiglie; necessità di una maggiore offerta di servizi fl essibili; diffi coltà economiche a garantirsi i servizi; carenza di servizi sanitari di base.
Principali criticità del sistema di offerta: diffi coltà ad accedere ai servizi; carenza di informazioni su servizi, procedure, modalità di accesso, diritti
esigibili, di un raccordo strutturato con i Servizi Sanitari, di un percorso integrato tra tutti i i Servizi Sociali e Sanitari sia territoriali che residenziali; di un servizio di trasporto adeguato che assicuri mobilità; di un “Siste-ma di garanzia” rispetto alla qualità del lavoro di cura svolto da privati (badanti).
Carenza di volontari e diffi coltà di collaborazione e coordinamento tra Associazioni; carenza di risor-se; scarsa cultura della domiciliarità.
Proposte di miglioramento:maggiore integrazione con i Servizi Sanitari; istituzione di uno Sportello Unico; attivazione di Servizi di
garanzia, di un Servizio trasporti che assicuri mobilità, di interventi per prevenire solitudine/ depressione.
Sostegno alla domiciliarità; incremento di servizi semiresidenziali; offerta da parte delle strutture resi-denziali di interventi domiciliari; “adozione” di anziani in diffi coltà da parte di pensionati ancora attivi.
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Nel secondo incontro, il Tavolo si è confrontato sulle sottoriportate priorità di intervento e ipotesi operative già validate dal Tavolo Politico Istituzionale:
PRIORITÀ IPOTESI OPERATIVE
osservatorioAttività in programmazione sia da parte della Provincia che dal Centro Servi-zi Volontariato. Potrebbe essere svolta da questi soggetti in raccordo operati-vo con i Consorzi IRIS e Cissabo e l’ASL 12
sportello unico/prontuario
implementare lo Sportello Filo d’Arianna assegnando come obiettivo del pri-mo anno la costruzione del prontuario informatico ed uno studio di fattibilità di Sportello Unico (prevedendo Sportello centrale con personale dedicato e sedi periferiche con volontari)Risorse: aumento del personale dedicato per un importo presunto di 30.000 euro a carico del Consorzio richiedendo la partecipazione dell’ASL che già cofi nanzia le altre attività del Filo di Arianna
UVG
la richiesta di adeguamento delle attività della Commissione alla normativa vigente è già presentata (da parte di entrambi i Consorzi Socio Assistenziali) al Presidente della Conferenza dei Sindaci dell’ASL.Risorse: alla disponibilità dell’ASL di adeguare la Commissione dovrà corri-spondere un aumento del personale socio assistenziale dedicato
servizi di garanzia
Potranno essere attivati qualora:POR 2005 venga approvato dalla RegioneProgetto Banca Intesa Biverbanca trovi accordo tra Provincia e Consorzio e Banche proponentiComuni/Comunità Montane destinino risorse per assegni di cura
prevenzione anche della disabilitàPer attivare azioni in tal senso occorrerebbe elaborare proposte di contratti di sponsorizzazione(farmacie, prodotti specifi ci per anziani ecc)
trasportiPotranno essere affrontati questi problemi qualora si attivino azioni integrate Comuni/Provincia/ATAP
centri diurniÈ necessario raggiungere un accordo con l’ASL per la determinazione di una quota parte del budget già destinato alla residenzialità
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Il quadro sinottico sotto riportato espone le risultanze dei lavori che costituiscono il piano program-matico dell’area anziani.
AREA ANZIANI - PIANO PROGRAMMATICO
Problemi, bisogni e criticità Priorità di intervento Azioni Risorse dei diversi attoriRilevante incidenza della popolazione ultrasessanta-cinquenne sul totale della popolazione e conseguente crescita esponenziale nu-mero delle persone anziane non autosuffi cienti:
Carenza di elementi cono-scenza sul problema
Individuazione di una mo-dalità di raccolta ed elabo-razione dati utile alla pro-grammazione dei servizi
Innovazione: promozione dell’ istituzione di un Osser-vatorio a dimensione alme-no provinciale
Ore lavoro personale inter-no al Consorzio
Carenza di informazioni sulle procedure e modalità di accesso ai Servizi
Creazione di una rete infor-mativa sul territorio, ovvero ricomposizione della fram-mentazione esistente per agevolare la conoscenza e l’accesso ai Servizi
Cambiamento: implemen-tazione dello Sportello In-formativo Anziani ‘Il Filo di Arianna’ fi nalizzata alla Innovazione: costruzione del Prontuario Unico Informatico dei Di-ritti e dei Servizi ad uso de-gli operatori socio sanitarieffettuazione di uno studio di fattibilità per la creazione dello Sportello Unico con le necessarie articolazioni territoriali
Ore lavoro personale inter-no al Consorzio, personale socio assistenziale dei Co-muni/Comunità Montane, personale dell’ASL + vo-lontari + fondi dedicati dal Consorzio Nello specifi co, ogni or-ganizzazione individuerà i proprii soggetti referenti per:1^ fase: costruire mappa esistente2^ fase:individuare i percor-si d’accesso.Per l’anno 2006 si stimano necessarie 100 ore per ogni referente.
Carenza di integrazione tra Servizi Sociali e Sanitari
Individuazione di percorsi integrati tra tutti i Servizi Sociali e Sanitari sia territo-riali che residenziali per una presa in carico globale
Consolidamento propedeu-tico: prosecuzione della spe-rimentazione dell’erogazio-ni di assegni di cura/buoni servizio e mantenimento di tutti i servizi presenti a so-stegno della domiciliaritàCambiamento: adeguamen-to delle attività della UVG e creazione dei percorsi di assistenza così come previ-sto dalla normativa vigente (DGR 17-15226/2005)
Ore lavoro personale inter-no al Consorzio, personale socio assistenziale dei Co-muni/Comunità Montane, personale dell’ASL con i rispettivi adeguamenti con-nessi all’applicazione della normativaSi stimano necessari max 6 incontri per 3 ore per 3 mesi. Agli incontri partecipano tre rappresentati ASL (1 geria-tria e 2 SAST- convenzioni e cure domiciliari), 2 rappre-sentanti Consorzio IRIS, 2 del CISSABO e n. 1 del Co-mune di Biella, con chiusura dei lavori entro il 20/7/06.
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Problemi, bisogni e criticità Priorità di intervento Azioni Risorse dei diversi attoriFragilità della famiglia nel garantire cura e assistenza
Messa a sistema di servizi fi nalizzati al sostegno della famiglia
Consolidamento propedeu-tico: prosecuzione della spe-rimentazione dell’erogazio-ni di assegni di cura/buoni servizio e mantenimento di tutti i servizi presenti a so-stegno della domiciliaritàCambiamento: erogazione di assegni di cura/buoni ser-vizio su tutto il territorio del ConsorzioInnovazione: servizi a so-stegno dell’assistenza fami-gliare per persone non au-tosuffi cienti, realizzazione del Progetto Tutt’Insieme, riconoscimento economico del rilievo sanitario per i Centri Diurni Integrati.
Ore lavoro personale inter-no al Consorzio, personale socio assistenziale dei Co-muni/Comunità Montane + fondi Comuni/Comuni-tà Montane per assegni di cura/buoni servizio e fondi ASL per riconoscimento economico del rilievo sa-nitario per i Centri Diurni Integrati Casa di Giorno di Biella e Tut ‘l Dì di Candelo, con indirizzamento ai mede-simi da parte dell’UVG
Carenza di servizi di preven-zione alla disabilità
Individuazione di strategie e connessioni fi nalizzate alla prevenzione
Innovazione: elaborazione, con il competente Dipar-timento dell’ASL, di un piano attuativo di azioni preventive.
Ore lavoro personale inter-no al Consorzio, personale socio assistenziale dei Co-muni/Comunità Montane, dell’ASL + fondi derivanti da contratti di sponsorizza-zioneCostituzione di un gruppo di lavoro con il Dipartimen-to di prevenzione
Insuffi cienza di servizi di trasporto
Individuazione di strategie per favorire una mobilità adeguata
Consolidamento: manteni-mento delle convenzioni in essere tra Comuni/Comuni-tà Montane/Consorzio e As-sociazioni di VolontariatoInnovazione: formulazione di specifi che proposte ai Co-muni comprensive di propo-ste di convenzioni con Asso-ciazioni di Volontariato
Ore lavoro personale inter-no al Consorzio, personale socio assistenziale dei Co-muni/Comunità Montane, Provincia, ASL, del Vo-lontariato da destinare ad apposito gruppo che verrà costituito
3.3 Tavolo tematico minori e famiglie3.3 Tavolo tematico minori e famiglie
Il tavolo tematico, a cui hanno partecipato mediamente n. 17 rappresentanti di Enti/Organizzazioni/Associazioni, si è riunito due volte, l’11 ed il 24 ottobre 2005.
Nel primo incontro si è condivisa e discussa una griglia di raffronto, predisposta dall’Uffi cio di Piano tra gli esiti della rilevazione del Tavolo Tecnico dei Servizi e quella del Contesto Socio-Ambientale.
N.B. carattere corsivo = rilevazione del Tavolo Tecnico Servizi
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Griglia di raffronto
FamigliePrincipali problemi rilevati:genitorialità diffi cile; cambiamenti nella struttura della famiglia; confl ittualità all’interno dei nuclei, dif-
fi coltà economiche.
Sostegno alla genitorialità; confl itti famigliari; richiesta di ervizi accessibili e fl essibili; maggiore inte-grzione per le famiglie di stranieri; raccordo con i Servizi
Principali criticità del sistema di offerta:carenza di risorse a sostegno delle fi gure”genitoriali fragili” di Servizi fl essibili a sostegno della famiglia di
integrazione con i Servizi Sanitari per la valutazione delle capacità genitoriali.
scarsità di risorse per affrontare la complessità dei problemi; rigidità normativa e istituzionale
Minori:Principali problemi rilevati:rischio di disagio psico-sociale; rischio di devianza sulla fascia dei pre-adolescenti e adolescenti; diffi coltà
di integrazione dei minori stranieri.
Disagio adolescenziale.
Principali criticità del sistema di offerta:carenza di integrazione con i Servizi Sanitari per il sostegno dei minori che hanno subito traumi a seguito
di violenze e abusi; carenza di Servizi a favore della fascia adolescenziale a rischio di devianza.
scarsità di risorse per affrontare la complessità dei problemi; rigidità normativa e istituzionale
Proposte di miglioramento:creazione o implementazione in collaborazione con i Comuni, il terzo Settore e la Comunità Locale di Ser-
vizi fl essibili e leggeri a favore delle famiglie e di minori pre-adolescenti e adolescenti a rischio di devianza.
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Concertazione tra pubblico e privato; promozione dell’integrazione dei servizi con il territorio, del vo-lontariato; potenzaimento dei servizi per la prevenzione. Nel secondo incontro, il Tavolo si è confrontato sulle sottoriportate priorità di intervento e ipotesi operative, già validate dal Tavolo Politico Istituzionale:
PRIORITÀ IPOTESI OPERATIVE
sostegno genitoriale
mantenere attivo il Progetto ‘Genitori si Diventa’ implementandolo at-traverso:1. raccordo con lo Spazio Famiglie Il Patio,2. inserimento di attività di Mediazione Famigliare,proporre ai Comuni una maggiore fl essibilità dei Nidi attraverso l’utilizzo degli appositi fondi regionaliverifi ca applicazione ed esiti protocollo Servizi/Asili Nido/Scuola integrazione sociale famiglie straniereRisorse: utilizzo dei fondi regionali per il sostegno delle famiglie in si-tuazioni problematiche anno 2005 (DD 213 del 24.8.05) fermo restando il trasferimento storico già riconosciuto alla Città di Biella e pari ad euro 29.000.000 ca.unifi care e dare continuità alle due èquipes di valutazione capacità geni-toriali e su abuso e maltrattamento, dando anche le conseguenti risposte al sostegno genitoriale Risorse: da richiedere all’ASL 12
sviluppo di sinergie tra le associazioni e tra queste e la comunità locale,
cercare sinergie con il Progetto Periferie in corso di progettazione da par-te della Città di Biella promuovendone una sperimentazione (in analogia) sul territorio dei Comuni che hanno delegato tutte le funzioni al Consor-zio. Individuare in accordo con il CSV il facilitatore della rete
prevenzione disagio pre adolescentie adolescenti.
mantenimento dello Spazio Famiglie Il PatioRisorse: del Consorzio oltre a richiedere all’ASL 12 una partecipazione essendo l’attività all’interno del Servizio Spaf! già cofi nanziato dall’ASL medesima
Per tutte le attività dell’area minori e famiglie valutare la partecipazione della Provincia (ad es. con le risorse residue deri-vanti dalla L. 285/97) pensando ad interventi su scala ampia: vedi “Scuter”, animazione fi nalizzata a leggere i bisogni, etc
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Il quadro sinottico sottoriportato espone le risultanze dei lavori che costituiscono il piano program-matico dell’area minori e famiglie.
AREA MINORI E FAMIGLIE - PIANO PROGRAMMATICO
Problemi, bisogni e criticità Priorità di intervento Azioni Risorse dei diversi attoriGenitorialità diffi cile: • carenza di risorse a sostegno delle fi gure genitoriali • cambiamenti nella struttura della famiglia: carenza di servizi fl essibili a sostegno della famiglia• confl ittualità all’interno dei nuclei• carenza di integrazione con i Servizi Sanitari per la valutazione delle capacità genitoriali e per il sostegno dei genitori
Individuazione di strategie e connessioni tra Servizi Pubblici e Privati fi nalizzate al sostegno genitoriale
1. Consolidamento: prosecuzione dei Progetti “Genitori si diventa” e “Spazio Famiglie ‘Il Patio’” al 31.12.2006Cambiamento: raccordo tra i due ProgettiInnovazione: attivazione di inter-venti di mediazione famigliare
1. ore lavoro del personale interno al Consorzio, del personale dei Nidi Pub-blici e Privati, del perso-nale socio assistenziale dei Comuni/Comunità Mon-tane + fondi di cui alla DD 213 del 24.08.2005 dell’ Assessorato Regiona-le Politiche Sociali (Con-sorzio) e fondi Provinciali ex L.285/97.
2. Consolidamento: prosecuzione, da parte dei Nidi Pubblici e Priva-ti, dell’attività di coordinamentoCambiamento: formulazione pro-poste ai Comuni e sostenere una maggiore fl essibilità degli Asili Nido
2.1. ore lavoro del perso-nale dei Nidi Pubblici e Privati 2.2. personale interno al Consorzio
3. Consolidamento: verifi ca appli-cazione ed esiti Protocollo Servizi/Asili Nido/Scuola
3. N. 9 ore lavoro del per-sonale interno al Consor-zio, del personale dei Nidi Pubblici e Privati, della Scuola, del personale socio assistenziale dei Comuni/Comunità Montane, del Servizio NPI ASL per il proseguimento del tavolo.
4. Cambiamento: ‘tener conto’, all’interno di ogni azione, della necessità di integrazione delle fa-miglie straniere
4. azione trasversale che riguarda il personale di tutti gli attori via via inte-ressati alle singole azioni
5. Consolidamento: anno 2006: prosecuzione delle attività dell’ équipe di valutazione delle capaci-tà genitoriali, mediante la messa a disposizione da parte dell’ASL.Formale riconoscimento dell’èqui-pe e delle sue modalità di funzio-namento
5. n. 24 ore di lavoro settimanale da parte del personale dell’ASL (psi-cologi), pari numero di ore lavoro del personale socio assistenziale dei Co-muni/Comunità Montane e n. 3 ore mensili di perso-nale interno al Consorzio
6. Cambiamento: Anno 2007 uni-fi cazione delle équipes di valutazio-ne delle capacità genitoriali e con-sulenza sui casi di maltrattamento e abuso previo studio da parte di un gruppo di lavoro ad hocInnovazione: attivazione da parte delle èquipes di interventi di soste-gno genitoriale
6. n. ore di lavoro (da quantifi care) da parte di personale interno al Con-sorzio, di personale socio assistenziale dei Comuni/Comunità Montane e del-l’ASL (Ostetricia-Gineco-logia, Pediatria, Medicina Legale, DSM, NPI, Ser.T)
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Problemi, bisogni e criticità Priorità di intervento Azioni Risorse dei diversi attoriMinori a rischio di “disagio psico sociale” ( con partico-lare riguardo a fenomeni di abuso e maltrattamento) e di devianza
Individuazione, in ag-giunta a quanto previ-sto al p.to precedente, di strategie e connes-sioni tra Servizi Pubbli-ci e Privati fi nalizzate alla prevenzione del disagio e della devianza giovanile
1. Consolidamento: prosecuzione del Progetto “Spazio Famiglie ‘Il Patio’ “al 31.12.2006 Innovazio-ne: attivazione di gruppi AMA per famiglie con adolescenti in colle-gamento con il Servizio Spaf!, at-tivazione dei Progetti ‘Sport-ello’ e ‘Accesso Libero’
1. 1.ore lavoro del perso-nale interno al Consorzio, del personale socio assi-stenziale dei Comuni/Co-munità Montane + ore la-voro/fondi dell’ASL nella misura e con le modalità in essere + fondi desti-nati dalla Provincia e dal Lions Club Biella
Carenza di integrazione fra Servizi, Associazioni e Co-munità Locale per la preven-zione del disagio minorile
Sviluppo di sinergie tra le Associazioni e tra queste e la Comunità Locale
1. Innovazione: coinvolgimento delle Associazioni e della Comuni-tà Locale attraverso la realizzazione del Progetto Periferie e di analoghi di questo su parte del territorio del Consorzio
1.1. ore lavoro del perso-nale interno + fondi (Cit-tà di Biella)1.2. ore lavoro del perso-nale interno al Consor-zio, del personale socio as-sistenziale dei Comuni che hanno delegato al Consor-zio tutte le funzioni
3.4 Tavolo tematico disabili
Il tavolo tematico, a cui hanno partecipato mediamente n. 17 rappresentanti di Enti/Organizzazioni/Associazioni, si è riunito due volte, l’8 ed il 23 novembre 2005.
Nel primo incontro si è condivisa e discussa una griglia di raffronto, predisposta dall’Uffi cio di Piano, tra gli esiti della rilevazione del Tavolo Tecnico dei Servizi e quella del Contesto Socio-Ambientale.
N.B. carattere corsivo = rilevazione del Tavolo Tecnico Servizi
Griglia di raffronto
Principali problemi rilevati:Diffi coltà della famiglia a prendersi cura della persona disabile per il carico emotivo e assistenziale che
richiede; diffi coltà di integrazione scolastica e sociale in contesti “normali”; diffi coltà di essere genitori anziani di un fi glio disabile.
Maggiore informazione sui servizi e diritti e procedure; necessità di sostegno psicologico, di inter-venti di emergenza, di servizi fl essibili a supporto delle famiglie; ansia dei genitori per il futuro dei fi gli; isolamento sociale delle famiglie;carenza di posti di lavoro”reali”, carenza di personale adeguatamente preparato nella scuola.
Principali criticità del sistema di offerta: diffi coltà ad accedere ai Servizi; carenza di un raccordo strutturato Servizi Sanitari/ Sociali, di Servizi di
emergenza e di sollievo, di percorsi per inserimento lavorativi di disabili gravi.
Scarsa integrazione tra i Servizi Socio-Sanitari; scarsa sensibilità e cultura sulla disabilità da parte della Comunità Locale; percezione dei Servizi come “sperimentali” senza garanzia di continuità; scarso risonoscimento della Cooperazione Sociale da parte del l’Ente Pubblico.
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Proposte di miglioramento: attivare modalità di coordinamento strutturato con: Servizi Sanitari, Centro per l’Impiego, Associazioni
di Volontariato, Terzo Settore, Organi Giudiziari e Scuola; attivazione di uno Sportello Unico; attivazione Servizio trtasporti per garantire mobilità; individuazione nuovi percorsi formativi e di inserimento lavorativo per persone con gravi disabilità.
Maggiore coordinamento tra le Associazioni; maggiore coinvolgimento delle famiglie nei progetti in-dividuali; maggiore lavoro di rete e collaborazione tra Pubblico/ Privato.
Nel secondo incontro, il Tavolo si è confrontato sulle sottoriportate priorità di intervento e ipotesi operative, già validate dal Tavolo Politico Istituzionale:
PRIORITÀ IPOTESI OPERATIVE
Disamina sullo stato di applicazione delle nor-me (UVH, LEA) e sulla valutazione delle risor-se disponibili e di quelle attivabili
Defi nizione, da parte dell’ASL, di specifi co mandato all’UVH per:• la disamina dello stato di applicazione delle norme vigenti in materia• la valutazione sull’utilizzo delle risorse disponibili e di quelle attivabiliIl lavoro dovrà essere oggetto di confronto nel laboratorio Tavolo Tematico Diversamente abilii
Differenziazione servizi e impattosui progetti di vita
Ridefi nizione, da parte dell’ASL, dei compiti dell’UVH intesa anche come servizio di consulenza agli operatori socio sanitari per la co-struzione dei PAI per i quali, al momento, si dispone delle seguente risorse ‘fi nite’:• progetto ‘oltre la diagnosi’ (Consorzio)• inserimenti in asili nido (Comuni/Comunità Montane/Nidi Privati)• servizio Gli Altri e noi (Consorzio)• inserimento scolastico (Scuola,Comuni,ASL)• servizio S’Mossa (Consorzio)• servizio Il lavoro diffi cile(Consorzio)• inserimenti lavorativi (Centro per l’Impiego)• centri diurni (ASL, Comuni,terzo settore)• servizi residenziali(ASL, Comuni, terzo settore)• costruenda Fondazione Dopo di NoiRichiesta al CSV di predisporre e defi nire corsi di formazione per persone che assumeranno il ruolo di “amministratore di sostegno”
Osservatorio/informazioni/comunicazione/ap-proccio culturale
Queste attività potrebbero essere svolte dal progetto Ability in siner-gia con Provincia e Centro Servizi Volontariato.
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Il quadro sinottico sotto riportato espone le risultanze dei lavori che costituiscono il piano program-matico dell’area disabili.
AREA DISABILI - PIANO PROGRAMMATICO
Problemi, bisognie criticità
Prioritàdi intervento Azioni Risorse dei diversi attori
Carenza di raccordo strut-turato tra Servizi Sanitari e Servizi SocialiPercezione dei Servizi come ‘sperimentali’ e sen-za garanzia di continuità
Disamina sullo sta-to di applicazione delle norme e valu-tazione delle risor-se disponibili e di quelle attivabili
Cambiamento: defi nizione, da parte del-l’ASL, di specifi co mandato all’UVH fi na-lizzato a:• disamina dello stato di applicazione delle norme vigenti in materia• valutazione sull’utilizzo delle risorse di-sponibili e di quelle attivabiliInnovazione: • incontri calendarizzati tra UVH e Labo-ratorio Tavolo Tematico Disabili sugli esiti dell’azione di cambiamento• integrazione dell’UVH con i rappresen-tanti dei diversi soggetti di volta in volta interessati alle problematiche inerenti i di-sabili (Scuola, terzo settore ecc)
Ore lavoro personale in-terno al Consorzio, perso-nale dell’ASL, personale socio assistenziale dei Co-muni/Comunità Monta-ne, personale appartenen-te alle organizzazioni dei diversi soggetti di volta in volta interessati.Nello specifi co il Gruppo Tecnico sarà composto da personale del Dipartimen-to Strutture Territoriali dell’ASL e dei Consorzi IRIS e CISSABO ed effet-tuerà n. max di 8 incontri quindicinali di 2 ore cia-scuno. Conclusione dei lavori entro luglio 2006.
Diffi coltà:1. della famiglia a pren-dersi cura della persona disabile2. ad accedere ai Servizi3. di integrazione scola-stica e sociale in contesti ‘normali’4. di essere genitori an-ziani di un fi glio disabileCarenza di:1. servizi di emergenza e di sollievo 2. percorsi per inseri-mento lavorativo di di-sabili gravi
Differenziazione servizi e impatto sui progetti di vita
Consolidamento: mantenimento dei servizi/progetti in essere e nello specifi co:• progetto ‘Oltre la Diagnosi’ (Consorzio, ASL)• inserimenti in asili nido (Comuni/Comunità Montane/Nidi Privati)• progetto Gli Altri e Noi (Consorzio)• progetto La Sessualità Possibile (Consorzio, terzo settore)• inserimento scolastico (Scuola, Comuni, ASL)• servizio Centro S’Mossa (Consorzio)• progetto Il lavoro diffi cile(Consorzio)• inserimenti lavorativi (Centro per l’Impiego)• centri diurni (ASL, Comuni,terzo settore)• servizi residenziali (ASL, Comuni, terzo settore)Immediatamente successiva alla disamina e previa validazione della nuova impostazione data da parte delle rispettive Istituzioni di ap-partenenza:Innovazione: • Ridefi nizione, da parte dell’ASL, dei com-piti dell’UVH intesa anche come servizio di consulenza agli operatori socio sanitari per la costruzione dei PEI• Istituzione di un gruppo di lavoro dedicato al “Durante Noi per il Dopo di Noi “• Istituzione da parte della Provincia dell’Uffi -cio per le Pubbliche Tutele • Promozione di azioni di formazione e sele-zione di persone disponibili ad assumere la funzione di Amministratore di Sostegno
Ore lavoro personale in-terno al Consorzio, perso-nale dei Comuni/Comu-nità Montane, dell’ASL, della Scuola + volontari + fondi già dedicati da ogni Ente /Organizzazione.
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Problemi, bisognie criticità
Prioritàdi intervento Azioni Risorse dei diversi attori
Carenza di informazio-ne su servizi, diritti e procedureScarsa sensibilità e cul-tura sulla disabilità da parte della comunità locale
Osservatorio: co-struire informazio-ne, comunicazione,cultura
Consolidamento: prosecuzione del pro-getto AbilityCambiamento/Innovazione: implementa-zione delle funzioni di Ability, in sinergia con Provincia e CSV attraverso:1. adeguamento/implementazione del proto-collo esistente fi nalizzati anche a ridefi nire le funzioni ed i rapporti tra gli Enti interessati;2. completamento dell’archivio informati-co della Medicina Legale dell’ASL, prope-deutico alla3. costruzione dell’Osservatorio per la par-te riferita ai dati sanitari;4. sperimentazione dell’applicativo infor-matico per la condivisione della documen-tazione socio sanitaria da parte dell’ASL, dei Consorzi, della Città di Biella, della Provincia (Centro per l’Impiego).
Ore lavoro personale del-l’ASL, personale interno al Consorzio, personale socio assistenziale dei Co-muni/Comunità Montane e della Provincia, con i rispettivi adeguamenti connessi alla ridefi nizione dei compiti
3.5 Tavolo tematico adulti
Il tavolo tematico, a cui hanno partecipato mediamente n. 15 rappresentanti di Enti/Organizzazioni/Associazioni, si è riunito due volte, l’11 ed il 24 novembre 2005.
Nel primo incontro si è condivisa e discussa una griglia di raffronto, predisposta dall’Uffi cio di Piano tra gli esiti della rilevazione del Tavolo Tecnico dei Servizi e quella del Contesto Socio-Ambientale.
N.B. carattere corsivo = rilevazione delTavolo Tecnico Servizi
Griglia di raffronto
Principali problemi rilevati:Presenza di numerosi adulti a “disagio sociale” con problemi economici, abitativi e relazionali; di adulti in
diffi coltà a causa della crisi occupazionale o con problemi di dipendenze o di carattere psichiatrico.
Lavoro, casa, orientamento e accompagnamento al lavoro, sostegno economico, confl ittualità nei rap-porti famigliari; integrazione sociale per gli stranieri.
Principali criticità del sistema di offerta: carenza di strumenti e risorse per affrontare i disagi derivanti dalla crisi economica e/ occupazionale,
di sbocchi lavorativi per soggetti deboli, di una politica territoriale sul problema abitativo, di integrazione e coordinamento con i Servizi Sanitari.
Carenza di coordinamento strutturato tra i diversi soggetti che attivano servizi, di una rete tra i Servi-zi, di Servizi che affrontino problematiche complesse; scarsità di fondi; carenza di volontari.
Proposte di miglioramento: attivare modalità di coordinamento strutturato con il centro per l’Impiego, Servizi Sanitari, Associazioni di Volonta-
riato, il Terzo Settore, Comuni e ATC, Autorità Giudiziaria, carcere e con gli Sportelli di informazione agli stranieri.
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Incrementare e strutturare la collaborazione tra Terzo settore ed enti pubblici; promozione di cultura delle “responsabilità “individuali e sociali.
Nel secondo incontro, il Tavolo si è confrontato sulle sottoriportate priorità di intervento e ipotesi operative, già validate dal Tavolo Politico Istituzionale che di seguito si riportano:
PRIORITÀ IPOTESI OPERATIVE
Costruire conoscenza, sinergie, cultura
1. Individuazione di uno ‘spazio’ (laboratorio Tavolo Tematico Adulti?) in cui:• far convergere, in modo strutturato e coordinato, tutte le informa-zioni utili a conoscere l’offerta dei Servizi per orientare operatori, volontari e cittadini• far dialogare gli attori e costruire sinergie per effettuare interventi il più effi caci possibileIl lavoro prodotto in questo spazio potrà essere propedeutico alla strutturazione di uno Sportello Unico (PdZ 2008/2010)
2. Organizzazione, da parte della Provincia e dei Comuni insieme al Tavolo Povertà c/o CSV, di un evento (spettacolo teatrale?) di sen-sibilizzazione, a partire dalla scuola, sui temi di un contesto socio economico in cambiamento. L’ evento sarà teso a determinare un processo culturale (con richiami almeno annuali) capace di valoriz-zare contenuti positivi dei momenti di crisi
Riposizionare gli interventi di Enti e Terzo Settore all’interno del sistema, a garanzia - in primis- del soddisfacimento dei bisogni primari (salute,casa, lavoro)
Essendo questa operazione subordinata agli esiti del lavoro di cui al punto precedente, il PdZ 2005/2007 dovrà impegnare gli operatori e i volontari nel trovare soluzioni di collaborazione per la defi nizione e gestione degli interventi. La gestione di casi complessi, in quanto necessitanti di integrazione istituzionale e operativa, sarà anche utile a evidenziare criticità e solle-citare proposte per strutturare risposte fl essibili, effi cienti e effi caci.Nello specifi co:Casa1. strutturare percorsi ed azioni “dal centro di accoglienza ad alloggi di seconda accoglienza”2. istituzione7revisione collaborazioni con ATC per problematiche inerenti gli alloggi ERP3. “Cercare e trovare” formule e possibili soluzioni per affrontare il problema di coloro che hanno acceso mutui per l’acquisto della casa e a causa della crisi economica ed occupazionale in atto non sono più in grado di affrontare tale spesa. Una possibile azione è quella di verifi care con la Provincia il possibile utilizzo del fondo di garanzia per gli insediamenti nelle zone montane. Lavoro1. Studio, con Centro per l’impiego e l’Assessorato Provinciale alla Formazione, di adeguati percorsi integrati compresi i tirocini lavora-tivi a vario titolo attivati da diversi soggetti2. incremento degli affi damenti di commesse di lavoro da parte della P.A. a cooperative di tipo B per l’inserimento lavorativo di persone con disagio.Salute1. studio, con l’ASL, di adeguati percorsi integrati, in particolare per la gestione di casi complessi.
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Il quadro sinottico sotto riportato espone le risultanze dei lavori che costituiscono il piano program-matico dell’area adulti.
AREA ADULTI - PIANO PROGRAMMATICO
Problemi, bisognie criticità
Prioritàdi intervento Azioni Risorse dei diversi
attori
Aumento del numero di adulti a “disagio so-ciale” (problemi eco-nomico-occupaziona-li, abitativi, relazionali di dipendenze o di ca-rattere psichiatrico)
Costruire conoscen-za, sinergie, cultura
Innovazione:1. individuazione del Laboratorio Tavolo Tematico Adulti quale ‘spazio’ in cui:• far convergere, in modo strutturato e coordinato, tutte le informazioni utili a conoscere l’offerta dei Servizi per orienta-re operatori, volontari e cittadini• far dialogare gli attori e costruire siner-gie per effettuare interventi il più effi caci possibileIl lavoro prodotto in questo spazio potrà essere propedeutico alla strutturazione di uno Sportello Unico (PdZ 2008/2010)
2. Organizzazione, da parte dei Comuni insieme al Tavolo Povertà c/o CSV, di un evento di sensibilizzazione, a partire dalla scuola, sui temi di un contesto socio eco-nomico in cambiamento. L’ evento sarà teso a determinare un processo culturale capace di valorizzare contenuti positivi dei momenti di crisi
Ore lavoro personale inter-no al Consorzio, personale dell’ASL, personale socio as-sistenziale dei Comuni/Co-munità Montane, personale appartenente alle organizza-zioni dei diversi soggetti di volta in volta interessati, per garantire presenza e conti-nuità a riunioni mensili di 2 ore ciascuna. L’ASL parteci-perà con rappresentanti de-signati dal SerT e dal DSM.
Carenza di:• strumenti e di ri-sorse per affrontare i disagi di cui sopra
• integrazione e coor-dinamento tra Servizi Sociali i Servizi Sani-tari
Riposizionare gli interventi di Enti e Terzo Settore all’in-terno del sistema, a garanzia - in primis- del soddisfacimento dei bisogni primari (salute,casa, lavoro)
Essendo questa operazione subordinata agli esiti del lavoro di cui al punto prece-dente, il periodo corrispondente al PdZ 2005/2007 vedrà gli operatori e i volonta-ri impegnati nel trovare soluzioni di col-laborazione per la defi nizione e gestione degli interventi.
La gestione concordata e congiunta di casi complessi, e -in quanto tali- necessi-tanti di integrazione istituzionale e opera-tiva, sarà anche utile a evidenziare criticità e sollecitare proposte. Gli elementi di ri-fl essione derivanti, riportati al Laborato-rio Tavolo Tematico Adulti, saranno utlili per strutturare risposte fl essibili, effi cienti e effi caci.
Ore lavoro personale inter-no al Consorzio, personale dell’ASL, personale socio as-sistenziale dei Comuni/Co-munità Montane, personale appartenente alle organiz-zazioni dei diversi soggetti di volta in volta interessati ai lavori dei sottogruppi ‘casa’, ‘lavoro’ e ‘salute’ che saran-no costituiti.
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Problemi, bisognie criticità
Prioritàdi intervento Azioni Risorse dei diversi
attori
• coordinamento strutturato tra i diversi soggetti deputati alla costruzione della rete (Centro per l’Impie-go, Comuni e ATC, Terzo Settore, Auto-rità Giudiziaria, ecc.)
Innovazione:Casa1. strutturare, per tutti i cittadini del ter-ritorio del Consorzio, percorsi ed azioni “dal centro di accoglienza agli alloggi di seconda accoglienza” già attivati dalla Città di Biella.2. sollecitare i Comuni e l’ATC per l’atti-vazione di collaborazioni strutturate ine-renti le problematiche su assegnazione e gestione alloggi ERP.3. individuare modalità e soluzioni per af-frontare il problema di coloro che hanno acceso mutui per l’acquisto della casa e a causa della crisi economica ed occupaziona-le in atto non sono più in grado di sostenere tale spesa. Es. verifi care con la Provincia il possibile utilizzo del fondo di garanzia per gli insediamenti nelle zone montane. Lavoro3. studio, con il Centro per l’impiego e l’As-sessorato Provinciale alla Formazione, di adeguati percorsi integrati compresi i tiroci-ni lavorativi già attivati da diversi soggetti.4. promuovere l’affi damento di commesse di lavoro da parte della P.A. a cooperative di tipo B per l’inserimento lavorativo di persone con disagio, tenuto conto del Co-dice di Autoregolamentazione approvato e sottoscritto in sede di Patto per il BielleseSalute1. studio, con l’ASL, di adeguati percorsi integrati, per la gestione di casi complessi.
Ore lavoro personale inter-no al Consorzio, personale dell’ASL, personale dei Co-muni/Comunità Montane, Provincia,personale appar-tenente alle organizzazioni dei diversi soggetti di volta in volta interessati.
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4.1 Perchè valutare1
Le indicazioni normative (L.R. n.1/04 e L. n.328/2000) orientano i titolari della programmazione, nel disegnare il sistema integrato dei servizi, a considerare specifi catamente una azione valutativa. Ma oltre alle indicazioni del legislatore, la motivazione alla valutazione è data dal fatto che è essa stessa è ricono-sciuta come parte integrante dell’azione programmatoria.
La valutazione è fi nalizzata all’orientamento delle scelte; quindi è da considerarsi parte integrante del processo di pianifi cazione.
Valutare è pertanto un’azione rifl essiva di attribuzione di signifi cato al processo in atto, a ciò che è stato messo in campo, ai cambiamenti intervenuti, al raggiungimento degli obiettivi prefi ssati. Questo consente al soggetto programmatore di tenere sotto osservazione l’esito delle scelte della pianifi cazione, al fi ne di cono-scerne i primi risultati, anche e soprattutto quelli inattesi, e di ri-orientare la nuova programmazione.
4.2 Il disegno della valutazione4.2 Il disegno della valutazione
In risposta alle esigenze suesposte, il gruppo tecnico provinciale ha avviato una specifi ca rifl essione sulla defi nizione di un possibile disegno di valutazione.Il percorso delineato alcuni passaggi metodologici:1) Individuazione della fi nalità della valutazione2) Identifi cazione delle dimensioni da valutare 3) Identifi cazione dei criteri di valutazione4) Identifi cazione degli elementi osservabili - indicatori5) Individuazione degli strumenti e delle fonti informative6) Impostazione della rilevazione sul campo (chi fa cosa)7) Effettuazione della valutazione vera e propria (espressione di un giudizio)8) Individuazione delle strategie di miglioramento9) restituzione dei risultati della valutazione agli stakeholders
4.3 Finalità e dimensioni della valutazione
Sulle fi nalità generali della valutazione si è già detto nel paragrafo precedente. Di fatto, il gruppo tecnico provinciale ha riconosciuto al percorso un duplice obiettivo: rendere evidente e rendicontare al-l’esterno quanto realizzato e quanto accaduto a seguito delle scelte programmatorie ed apprendere e ac-quisire nuovi elementi dall’esperienza.
Seguendo questa duplice attribuzione di signifi cato all’azione valutativa si sono individuate due prin-cipali dimensioni di valutazione, ovvero due aspetti che si vogliono porre sotto osservazione e sui quali si vuole concentrare l’attività di ricerca:
Capitolo IV
1. capitolo elaborato all’interno del gruppo tecnico Provinciale con la consulenza dell’IRS
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a) il livello di implementazione del piano, inteso come i risultati del piano (mettere a fuoco il “quanto” della pianifi cazione zonale);b) il livello di governance attuato, inteso come grado di condivisione e di sviluppo dell’integrazione (ri-fl ettere su “come” il processo di pianifi cazione si è sviluppato).
4.4 I criteri di valutazione
Per ciascuna dimensione il gruppo tecnico provinciale ha defi nito, dei criteri di valutazione del piano, che si possono defi nire come gli aspetti di valore che si vogliono andare a considerare nella azione di ricerca. Nello specifi co:Dimensione: implementazione del sistema• Buon livello di implementazione delle azioni rispetto a quanto previsto dal piano• Rispetto dei tempi ipotizzati • Capacità di fl essibilità operativa • Realizzazione di attività di verifi ca e analisi delle modalità adottate• Raggiungimento degli obiettivi• Soddisfazione degli utenti (inizialmente intesi come partecipanti ai tavoli tematici)• Soddisfazione degli operatori (analisi dei benefi ci per gli operatori/sviluppo delle professionalità)• Corrispondenza operativa tra Piano di zona e piano delle attività della Azienda Sanitaria• Composizione delle risorse economiche (provenienza) che risponda ad un principio di proporzionalità della spesa (in base ai “bisogni” rilevati)• Capacità di attrarre risorse economiche aggiuntive
Dimensione: sviluppo della governance• Sviluppo dei tavoli tematici (in termini di produttività, soddisfazione dei partecipanti, condivisione raggiunta...)• Consolidamento dell’Uffi cio di Piano (struttura, ruoli, funzioni...)• Buon grado di integrazione Consorzi-Comuni• Buon grado di integrazione tra livello tecnico e livello politico• Buon grado di integrazione con servizi socio-sanitari• Buon grado di integrazione con servizi socio-educativi• Buon grado di integrazione con Terzo Settore• Buon grado di integrazione con Provincia• Buon grado integrazione con altre politiche sociali (urbanistica, cultura, ambiente...) • Buon grado di conoscenza/percezione del piano di zona da parte della comunità allargata.
4.5 Gli indicatori e ipotesi di strumenti per la rilevazione4.5 Gli indicatori e ipotesi di strumenti per la rilevazione
All’individuazione dei criteri di valutazione è seguita la determinazione degli indicatori, ovvero quegli elementi, quantitativi o qualitativi, direttamente osservabili che possano dare “indicazione” rispetto alla soddisfazione, o meno, del criteri.
Nell’indentifi cazione degli elementi osservabili, il gruppo tecnico provinciale ha condotto una rifl es-sione in ordine alle fonti da cui trarre le informazioni necessarie e una declinazione degli strumenti più adatti alla rilevazione di ciascuna informazione. Considerato che una buona azione valutativa considera metodi “misti” cercando l’equilibrio fra sensibilità e attendibilità di strumenti e fonti informative, non
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si sono ipotizzati indicatori sintetici omnicomprensivi e valutazioni attraverso un unico strumento e\o un’unica fonte informativa, ma viceversa si è privilegiata la varietà e la pluralità, giungendo ad una con-formazione di questo tipo:• una check list a cura dell’Uffi cio di Piano che consenta di tenere monitorati alcuni aspetti quantitativi: quante check list a cura dell’Uffi cio di Piano che consenta di tenere monitorati alcuni aspetti quantitativi: quante check listazioni vengono realizzate, grado di realizzazione, partecipazione ai tavoli tematici, numero incontri ecc.• focus group con i tavoli tematici sulla soddisfazione in ordine alla partecipazione alla fase programma-toria, sulla percezione sull’implementazione del piano ecc.• questionario di soddisfazione ai membri dei tavoli, agli operatori per rilevare la soddisfazione e i bene-fi ci operativi dell’esperienza della programmazione di zona• auto intervista all’Uffi cio di piano su diversi aspetti di ordine più qualitativo in merito all’effi cacia delle azioni messe in campo, al raggiungimento degli obiettivi, al rapporto con i diversi interlocutori, agli osta-coli e alle criticità incontrate…• interviste con i principali stakeholder (es. amministratori, vertici consorzio, rappresentanti comunità allargata...)interviste con i principali stakeholder (es. amministratori, vertici consorzio, rappresentanti comunità allargata...)interviste
QUADRO SINOTTICO DEL PERCORSO DI VALUTAZIONE Dimensione di valutazione: livello di implementazione
Criteri Elementi osservabili / indicatori Fonti informative e Strumenti
Buon livello di imple-mentazione delle azioni rispetto a quanto previ-sto dal piano
Azioni realizzate (totalmente-parzialmente -per nul-la)/azioni previste fi no alla fase di valutazione
Analisi delle motivazioni • dei ritardi • delle mancate realizzazioni• delle aggiunte di nuove azioni non programmate
Analisi delle modalità di attuazione delle azioni:• presenza ostacoli/fattori di facilitazione nella realiz-zazione delle azioni• tipologia ostacoli/facilitazioni
• Checklist
• Autointervista -Responsabile progetto
• Focus group - Tavoli Tematici
Capacità difl essibilità operativa
Esistenza di variazioni rispetto alla progettazione
Specifi ca delle modifi che
Analisi delle motivazione
• checklist/autointervista -Responsabile progetto
Realizzazione di attività di verifi ca e analisi delle modalità adottate
Interventi di verifi ca realizzati
Tipologia
Chi hanno coinvolto
n. e frequenza
• auto intervista -Uffi cio di Piano
Raggiungimentodegli obiettivi
Percezione da parte dell’Uffi ocio di Piano del rag-giungimento degli obiettivi alla luce dei precedenti elementi
• auto intervista -Uffi cio di Piano
Soddisfazione degli utenti (intesi come tavoli tematici)
Grado di soddisfazione dei tavoli rispetto: • all’implementazione del piano • e rispetto al proprio ruolo
• questionario -Tavoli Tematici
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Criteri Elementi osservabili / indicatori Fonti informative e Strumenti
Soddisfazione degli ope-ratori(Analisi dei benefi ci per gli operatori / sviluppo delle professionalità)
Grado di soddisfazione rispetto ai benefi ci avuti in me-rito alle modalità operative di lavoro dal piano di zonaSpecifi ca dei benefi ci operativi (coordinamenti - stru-menti di lavoro) e verifi carne per ciascuna azione esistenza e n.
In ipotesi un questionarioad alcuni operatori
Corrispondenza opera-tiva tra Piano di zona e piano delle Attività della Azienda Sanitaria
Esistenza di momenti, in fase programmatoria, di connessioni con la Asl per la defi nizione delle azioni specifi che del pianoAzioni gestite in coordinamento della AslEffi cacia delle azioniGrado di soddisfazione in ordine all’integrazioneVedi governance
• auto intervista -Uffi cio di Piano
• checklist - Uffi cio di Piano
• autointervista- Uffi cio di Piano
Composizione delle ri-sorse economiche (pro-venienza) che risponda ad un principio di proporzio-nalità della spesa (in base ai “bisogni” rilevati)
Analisi della destinazione delle risorse/in relazione alle areePercezione Uffi cio di Piano in ordine alla proporzio-nalità
• Autointervista -Uffi cio di Piano
Capacità di attrarre risor-se economiche aggiuntive
Analisi della composizione della spesa complessiva del piano e delle sue fonti• Iniziative messe in atto per attrarre risorse altre • tipologia e numero
• checklist - Uffi cio di Piano
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Dimensione di valutazione: Governance
Criteri Indicatori / elementi osservabili Strumenti e fonti informative
Lo sviluppo dei tavoli te-matici (in termini di pro-duttività, soddisfazione dei partecipanti, condivi-sione raggiunta...)
numero di incontri/numero partecipanti
tenuta (costanza nella frequenza)
presenza verbali
numero caratteristiche documenti prodotti
soddisfazione utenti
soddisfazione partecipanti
• checklist
• analisi documentale verbali/documenti
• interviste responsabili
• questionario
Il consolidamentodell’Uffi cio di Piano(struttura, ruoli, funzioni...)
numero di riunioni/livello di partecipazione
intensità riunioni e rapporto instaurato in fase di costruzione e gestione
risorse dedicate
codifi ca dei tempi
presenza di un divisione dei ruoli e compiti dei partecipanti
• checklist
• auto intervista ai partecipanti
• intervista a clienti Uffi cio di Piano (politici e tecnici)
Buon grado di integra-zione consorzi-comuni
Tempo e completezza delle risposte dei comunialle richieste dell’ Uffi cio di Piano
Aumento delle deleghe ai Consorzi
Partecipazione all’Assemblea
Consapevolezza dell’importanza della pianifi cazione zonale da parte dei singoli amministratori
Grado di informazione dei comuni rispettoalle attività dei Consorzi sul Piano di Zona
Grado di soddisfazione dei comuni rispettoalle attività dei Consorzi sul Piano di Zona
• checklist
• autointervista Uffi cio di Piano
• intervista a vertici consorzio/sindaci/gruppo
• verbali
• interviste Uffi cio di Piano
Buon grado di integra-zione tra livello tecnico e livello politico
Grado di cambiamento delle proposte dell’Uffi cio di Piano da parte del Tavolo Politico Istituzionale
Buon grado di integra-zione con servizi socio-sanitari
Punti di connessione e rimanditra Piano attività aziendali e piano di zona
Partecipazione a tavoli piani aziendale
Presenza e numero di incontri tra i vertici
Presenza protocolli di intesa ASL - Piano di Zona
Grado di formalizzazione della partecipazione aziendale
• Interviste a vertici aziendali
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Criteri Indicatori / elementi osservabili Strumenti e fonti informative
Buon grado di integra-zione con servizi socio-educativi
Vedi integrazione Comuni-Consorzi
Presenza di interventi in partnership con scuola
Presenza di protocolli di intesa con scuola
• checklist
Buon grado di integra-zione con terzo settore
Partecipazione ai tavoli
Numero di sottoscrizioni del Piano di Zona tenuta vedi sviluppo tavoli nel livello di implementazione servizi
• check list
• questionario tavoli
Buon grado di integra-zione con Provincia
Presenza della percezione di vantaggi del ruolo pro-vinciale da parte dei soggetti
Grado di tenuta e partecipazione ai tavoli provinciali
Grado di partecipazione della provincia ai tavoli locali
Realizzazione di iniziative pubbliche provinciali di accompagnamento
Grado di partecipazione alle iniziative provinciali di accompagnamento
Grado di partecipazione alle altre iniziative provinciali
• autointervista
Buon grado integrazione con altre politiche (urbani-stica, cultura, ambiente...)
Presenza dei piani di zona e loro considerazione nei bilanci comunali
Presenza nei piani di zona di progetti/iniziative che coinvolgano altri settori dei Comuni
• autointervista
Buon grado di conoscen-za/percezione del Piano di Zona da parte della comunità allargata
Corposità dello strumento
Grado di realizzazione di iniziative di disseminazione del piano di zona
• Interviste stakeholders
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Tavolo adultiAssociazione Biellese VolontariatoAssociazione Culturale MosaicoAssociazione L’Alveare*Associazione Per Contare di Più*Centro per l’Impiego Provincia di BiellaCGIL CISL CittadinanzattivaConsorzio Orizzonti 2000*Cooperativa PrivatassistenzaCooperativa Sociale MosaicoDipartimento Salute Mentale ASL 12 SerT ASL 12Tavolo Salute Mentale c/o CSVDott. Emilio Sulis
Tavolo anzianiAssociazione Amici del Volontariato PralungoAssociazione di Volontariato Primavera CandeloCasa di Riposo di Graglia-MuzzanoCIGLCISLConsorzio Il Filo da Tessere*Consorzio Orizzonti 2000*Coordinamento Case di Riposo BiellaDipartimento di Geriatria ASL 12Struttura Complessa Assistenza Territoriale ASL 12UILDott. Emilio Sulis
* Aderente al Forum Biellese del Terzo Settore
Partecipanti ai tavoli di lavoro
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Tavolo disabiliAssociazione Dopo di Noi*Associazione Nazionale Italiana Mutilati Invalidi CiviliAssociazione Nazionale Mutilati Invalidi LavoroAssociazione Italiana Sclerosi MultiplaAssessorato Politiche Sociali ProvinciaCentro per l’Impiego Provincia di BiellaCGILCISLConsorzio Il Filo da Tessere*Cooperativa Sociale Integrazione BielleseDipartimento NeuroPsichiatria InfantileASL 12Rappresentanza Nidi PubbliciStruttura Complessa Assistenza Territoriale ASL 12Tavolo Disabili c/o CSVUffi cio Nidi Città di BiellaUIL
Tavolo minori e famiglieAssessorato Politiche Sociali ProvinciaAssociazione Genitori InsiemeAssociazione Nazionale Famiglie Affi datarieCentro Aiuto alla Vita BiellaCentro Servizi AmministrativiCGILConsultorio La Persona al CentroCooperativa Animazione ValdoccoCooperativa MosaicoCooperativa Pietra AltaDipartimento NeuroPsichiatria Infantile ASL 12Parrocchia NS d’Oropa BiellaQuesturaRappresentanza Nidi PrivatiRappresentanza Nidi PubbliciSerT ASL 12Tavolo Minori c/o CSVUffi cio Nidi Città di BiellaUIL
* Aderente al Forum Biellese del Terzo Settore
Finito di stampare nel mese di Maggio 2006presso Arti Grafi che Biellesi - Candelo (BI)