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All’interno scopri anche Il poster del nuovo sito! In questo numero Mamma, aiutami a diventare grande 5 Regole per un buon racconto Muto come un pesce o troppo ciarliero? Sul retro leggi Il nostro Editoriale #leggerepercrescere N. 01/2016 PERIODICO DI FORMAZIONE E DI AGGIORNAMENTO PER FAMIGLIE E OPERATORI D’INFANZIA

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Page 1: PERIODICO DI FORMAZIONE E DI ... · semplice filastrocca della vostra infanzia significa davvero aiutarlo a crescere. ... condiviso ogni giorno con il bimbo che cresce. In questo

All’interno scopri anche

Il poster del nuovo sito!

In questo numero

Mamma, aiutamia diventare grande

5 Regoleper un buon racconto

Muto come un pesceo troppo ciarliero?

Sul retro leggi

Il nostro Editoriale

#leggerepercrescere

N.0

1/20

16

www.leggerepercrescere.it

5 regoleper un buon racconto

Il bimbo piccolo non sa parlare, ma voidovete essere in grado di parlagli come fosse un adulto.

Impiegate frasi brevi e fate i giusti saltidi stile segnalando nel parlare le frasie le parole più importanti.

Seguite sempre ciò che più lo interessa. Bisogna sempre osservare ciò cheil piccolo preferisce.

Per aiutare il suo linguaggio a crescere, raccontate le attività di ogni giornoin cui si ritrova.

Dedicate sempre qualche minuto alla lettura, ogni giorno, sfruttando anche l’effetto positivo delle figure.

Consigli di lettura

Io sono, tu seiSILVIA RONCAGLIA

illustrazioni diANTONGIONATA FERRARI

Piemme, 2014 Pagg. 30Euro 12,00

Quando sarò grandeJEAN LEROY

illustrazioni diMATTHIEU MAUDET

Babalibri, 2015 Pagg. 26Euro 11,00

Buffa bestiaMON DAPORTA

illustrazioni di OSCAR VILLAN,traduzione di Elena RollaKalandraka, 2015 Pagg. 14

Euro 10,00

Da 16 anni GSK promuove lo sviluppo psicofisico del bambino attraverso la pratica della lettura ad alta voce insieme a Famiglie, Educatori e Pediatri con risultati brillanti:• 700mila famiglie partecipano oggi al nostro programma• Insieme a Unicef abbiamo raggiunto migliaia di famiglie di migranti con opuscoli realizzati in 8 linguediverse favorendo la loro integrazione nel tessuto sociale del Paese• In oltre 70 ospedali e 14 regioni di tutta Italia Leggere per Crescere è diventato uno strumento perfacilitare la comunicazione fra gli Operatori sanitari e i piccoli degenti e ridurre il necessario disagiodi ricovero e cure• Oltre alle Famiglie ci sono migliaia di Educatori, Pediatri, Famacisti ed altri Operatori della Salute e delSociale che ogni giorno consigliano il progetto ad altri: il sito web ha raccolto oltre 14.000 iscrizioni sinoad ora.

Partiamo da qui per sfruttare ancora meglio le risorse e competenze dell’azienda, continuandoa garantire l’anima istituzionale del progetto, lo spirito di cittadinanza attiva e responsabileche lo permea.

Per approfondimenti su GlaxoSmithKline, consultare il sito www.gsk.it

Periodico del progetto “Leggere per Crescere” - Registrazione presso il Tribunale di Verona n. 1602 del 17/06/2004 Direttore Responsabile Massimo Ascani.Copyright GlaxoSmithKline 2013 www.leggerepercrescere.it e-mail [email protected]

www.leggerepercrescere.it www.leggerepercrescere.it

Muto come un pesce o troppo ciarliero?La parola è importante nello sviluppo del bambino.Cosa e come raccontare per aiutarlo a crescere.

All’inizio i vagiti ci fanno tenerezza. E anche se non capiamo nulla, rappresentano un modo di mettersi in contatto con il mondo, in particolare con le persone che più sono vicine al piccolo. Ma lo sviluppo del linguaggio è ovviamente solo agli inizi.

Ecco, in sintesi, le tappe che conviene osservare:

Come parla il bambino

Sembra impossibile, eppure fin dai primi giorni di vita il bimbo riconosce la voce della mamma, senza confonderla con quella di un’altra donna. Papà diventa protagonista nella sua comprensione a due settimane dal parto. Insomma, il bebè può davvero essere un ottimo ricevente di stimoli uditivi da parte dei genitori. Quindi, anche se pare non ascoltarvi con interesse, offrirgli più volte al giorno il piacere di un breve racconto o una semplice filastrocca della vostra infanzia significa davvero aiutarlo a crescere.

Ciò che conta di più, in ogni caso,è sapere che l’opera di papà e mamma deve essere attenta e commisurata all’età del piccolo, se davvero si intende aiutarlo a svilupparsi. Sapendo che spesso è necessario anche saper “perdere” tempo insieme al piccolo.

I progressi sono quasi quotidiani. Nelle prime settimane, vagiti e gridolini del tutto incomprensibili sono all’ordine del giorno, ma già verso i primi due-tre mesi cominciano i primi vocalizzi. Se ci fate caso, le prime vocali a “prendere vita” nella voce del piccolo sono la a e la e, poi arrivano le altre. Verso i quattro mesi, poi, compaiono le prime consonanti gutturali: il classico “ghe-ghe” insomma. Poi, intorno ai sei mesi, arrivano le lettere labiali e dentali come p, b, d e t.

Cosa accade Primi mesi di vita.

È dopo i nove mesi che arriva la magica parola che tutte le madri vogliono sentire. Normalmente il gentil sesso vince sul sesso forte in questa graduatoria temporale: mamma si sente verso il nono mese, mentre per il padre occorre aspettare più a lungo; la gioia di sentirsi chiamare arriva verso l’anno.

9 mesi.

Il vocabolario si è fatto più robusto. Sia chiaro: il piccolo riesce a gestire dalle 10 alle 20-25 parole con un significato, che mamma e papà possono capire senza difficoltà.In molti casi poi riesce ad inventarsi vocaboli che fanno sorridere, ma non prendetelo ingiro! È il suo modo di portare avanti un percorso che lo condurrà a breve a comporre brevifrasi (circa tre parole, ma con un significato compiuto) inserendo il verbo.

Un anno e mezzo.

Normalmente a questa età il linguaggio è completo. Ma per arrivare a questa tappa ci vuole tempo, costanza e tanta voglia di raccontare da parte dei genitori. In ogni caso lo sviluppo del linguaggio dopo i due anni appare prorompente. Se a quell’età il piccolo ha già nel suo portafoglio da 200 a 400 parole (non vi preoccupate troppo se sembra usare sempre gli stessi vocaboli, ma seguite quanto avviene insieme al pediatra), intorno ai tre anni vi sembrerà quasi un “bignami” di grammatica. Userà i plurali, costruirà frasi con gli articoli e la corretta sequenza delle parole. E non solo.

5 anni.

La scienza dimostra chiaramente che uno dei principali fattori di apprendimento linguistico nei primi anni di vita è presentato dal rapporto a due, ovvero dalla possibilità che la mamma (e ancheil papà), hanno di dedicarsi a “parlare” con il bebé.Il coinvolgimento, ricordatelo, deve essere totale. Quando i due protagonisti di questo magico rapporto riescono ad essere isolati dalla realtà che li circonda e possono davvero dedicarsi l’uno all’altro, senza il tramite di una Tv o di un’occhiata al lavoro o alle pentole da parte dei genitori, si crea davvero un’atmosfera unica. Ed è in questo “magic moment” che adulto e bambino trovano lo spazio per il racconto ad alta voce, quello che davvero rappresenta una “fisioterapia” ottimale per lo sviluppo del linguaggio.

Cosa fare

COSA RACCONTARE PER FAR CRESCERE IL SUO LINGUAGGIO?

Anche in questo caso gli esperti vengono in nostro soccorso.Ad esempio, fino ai cinque anni di vita il contatto fisico e l’impiego di parole dolci, quelle che ogni mamma conosce,sono sicuramente importanti per offrire gli stimoli giusti.

www.leggerepercrescere.itwww.leggerepercrescere.it

Mamma, aiutamia diventare grandeI primi anni di vita sono ritmati da una serie di appuntamenti fondamentali per il piccolo.

È un racconto fantastico quello della vaccinazione, che ha un valore per la sua vita e quella di chi gli vive accanto.

Hai mai provato a immaginare cosa succede quando il piccolo viene vaccinato?

Ti ricordi, mamma, quando mettevi il tuo bimbo a dormire? Per limitare i rischi della sindrome da morte in culla lo facevi sempre riposare supino. E quante volte hai scelto il gioco più adatto alla sua età, per evitare problemi legati ad ingestione di parti del giocattolo? Come hai prestato attenzione alle tappe dell’alimentazione, per non sottoporre il suo apparato digerente a cibi che non era pronto a sopportare? Sono ovviamente solo esempi del tuo “viaggio”, insieme al tuo piccolo, con i tempi decisi intorno alla tua “guida” personale: il tuo pediatra.

Se ci pensi, insomma, i primi anni di vita sono davvero un percorso fatto di piccole conquiste - il primo passo insicuro dopo mille cadute, la prima volta che ti ha chiamato mamma - che hai condiviso ogni giorno con il bimbo che cresce. In questo percorso ovviamente debbono sempre trovare spazio i racconti e le letture ad alta voce, strumento fondamentale per aiutarlo a diventare sempre più grande e a viaggiare con te nel mondo della fantasia.

La strana storia di Edward Jenner

Edward Jenner amava guardare con l’occhio della scienza ciò che lo circondava. Così, nella seconda metà del 1700 aveva osservato che le mungitrici delle mucche si ammalavano del vaiolo trasmesso dagli animali e risultavano protette da quello umano, molto più grave e che spesso lasciava cicatrici profonde. Jenner decise allora di fare un esperimento: dalla pustola di una mungitrice trasse del liquido che inoculò in un bimbo sano. Qualche giorno dopo il piccolo guarì completamente. Allora Jenner inoculò nello stesso bimbo il materiale prelevato da lesioni vaiolose di una persona: grande sorpresa! Non comparvero disturbi né ci furono reazioni. Quello di Jenner, medico inglese molto curioso, è stato il primo caso di vaccinazione per il vaiolo, malattia che è stata definitivamente vinta nel 1980, praticamente due secoli dopo, graziead un vaccino.Oggi i vaccini sono davvero tanti, e possono proteggere da diverse malattie.

Ma sapete perché si chiamano così?Ai tempi di Jenner, con questo terminesi definiva il vaiolo che interessava le mandrie. Poi però, dopo che il medico inglese era riuscito a prevenire l’infezione facendo conoscere a piccole dosi il virus del vaiolo all’organismo del bimbo, la parola vaccino non è stata più solo legata al vaiolodei bovini.

Oggi con vaccino definiamo qualsiasi preparato in grado di evitare che si sviluppi una malattia.È la grande favola della prevenzione.

Cosa accade

Certo non ci riferiamo solamente al piccolo fastidio che può provare per un’iniezione (non sempre necessaria) quanto piuttosto al valore del gesto che fai per lui e per tutti coloro che con lui giocheranno, parleranno e correranno. Un vaccino in realtà è solamente uno stimolo che viene dato al sistema difensivo, che dopo poche settimane dalla nascita non ha più gli anticorpi - veri e propri soldatini pronti a reagire di fronte ad un virus o a un batterio - che gli hai trasmesso tu e che lo preservano nei primissimi giorni di vita. Così, con la vaccinazione, la tua protezione può continuare nel tempo.

Solo che a far predisporre l’invisibile esercito che lo proteggerà non è il tuo corpo, quanto lo stimolo che viene dato grazie a piccole porzioni di virus e batteri che sono capaci di far lavorare il suo sistema difensivo e fargli preparare le guardie specializzate. Queste guardie rimangono pronte e non appena l’invisibile nemico entra nel corpo,(es. il bimbo ha le mani un po’ sporcheoabbraccia giocando un suo coetaneo),si scatenano azzerando l’infezione.

Parlane con il tuo pediatra e segui i suoi consigli. I vaccini, come in una favola, aiutano a creare nel suo corpo i buoni che lo difendono dai cattivi.Giorno dopo giorno, in silenzio.

Il segreto della prevenzione

Ricorda che esistono anche altri calendari che devi tenere presentiper aiutarlo a crescere forte e sano.Il primo, e più importante, è quello delle vaccinazioni; lo hanno studiatoi massimi esperti italiani per aiutare il tuo bimbo ad essere protetto dai pericoli legati a virus e batteri. Anche in questo caso la tua scelta ragionata deve essere alla base dell’amore che provi per lui.

Ad aiutarti, come al solito, ci sarà il timoniere - ovvero il tuo pediatra - che è pronto a darti tutti i consigli di cui hai bisogno per scegliere come comportarti. Con i vaccini puoi difenderlo da invisibili nemici che magari non hai conosciuto, come ad esempio il virus della poliomielite, o anche da attacchi ben più comuni, come la varicella o l’epatite B. Anche in questo caso, la prevenzione inizia con un viaggio, che vogliamo provare a raccontarti.

Cosa fare

Con i vaccini puoi difenderlo da invisibili nemici!LA PREVENZIONE INIZIA CON UN VIAGGIO.

RICORDATIdi segnare le date

del calendariodella crescita!

Ecco allora le nostre novità per il 2016

che vi presentiamo con l’invito ad entrare nel nostro sito www.leggerepercrescere.ite la nostra e-mail [email protected] per farci avere consigli ed osservazioni:

• Un sito totalmente rinnovato, senza perdere i contenuti apprezzati del precedente• Una newsletter elettronica mensile cui ci si potrà iscrivere direttamente dal sito stesso per esseretenuti informati sulle principali novità senza timore per la privacy• La presenza sui principali social network per restare in contatto e proseguire la discussione dove vitrovate meglio• Questo magazine multiuso da utilizzare per informarsi, come poster nelle scuole, negli studi medici,nei centri vaccinali, negli ospedali, negli asili-nido e in qualunque posto riteniate opportuno, per aiutarcia diffondere il progetto: prendetene una copia, scaricatela o chiedetene altre per farle girare.

Noi di GSK consideriamo questo progetto un’attività priva di qualsiasi contenuto commercialeo di business, di utilità sociale e aperta ad ogni forma di collaborazione che ne condividaprincipi, filosofia e obiettivi, senza competizione alcuna.Vogliamo fare un pezzo di strada insieme?

La redazione di Leggerepercrescere.it

Riparte da VOI Riparte da NOI

PERIODICO DI FORMAZIONE E DI AGGIORNAMENTO PER FAMIGLIE E OPERATORI D’INFANZIA

È tempodi famiglia.Una fiaba,la tua voce,tu e il tuobambino

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All’interno scopri anche

Il poster del nuovo sito!

In questo numero

Mamma, aiutamia diventare grande

5 Regoleper un buon racconto

Muto come un pesceo troppo ciarliero?

Sul retro leggi

Il nostro Editoriale

#leggerepercrescere

N. 01/2016

www.leggerepercrescere.it

5 regoleper un buon racconto

Il bimbo piccolo non sa parlare, ma voidovete essere in grado di parlagli come fosse un adulto.

Impiegate frasi brevi e fate i giusti saltidi stile segnalando nel parlare le frasie le parole più importanti.

Seguite sempre ciò che più lo interessa. Bisogna sempre osservare ciò cheil piccolo preferisce.

Per aiutare il suo linguaggio a crescere, raccontate le attività di ogni giornoin cui si ritrova.

Dedicate sempre qualche minuto alla lettura, ogni giorno, sfruttando anche l’effetto positivo delle figure.

Consigli di lettura

Io sono, tu seiSILVIA RONCAGLIA

illustrazioni diANTONGIONATA FERRARI

Piemme, 2014 Pagg. 30Euro 12,00

Quando sarò grandeJEAN LEROY

illustrazioni diMATTHIEU MAUDET

Babalibri, 2015 Pagg. 26Euro 11,00

Buffa bestiaMON DAPORTA

illustrazioni di OSCAR VILLAN,traduzione di Elena RollaKalandraka, 2015 Pagg. 14

Euro 10,00

Da 16 anni GSK promuove lo sviluppo psicofisico del bambino attraverso la pratica della lettura ad alta voce insieme a Famiglie, Educatori e Pediatri con risultati brillanti:• 700mila famiglie partecipano oggi al nostro programma• Insieme a Unicef abbiamo raggiunto migliaia di famiglie di migranti con opuscoli realizzati in 8 lingue diverse favorendo la loro integrazione nel tessuto sociale del Paese• In oltre 70 ospedali e 14 regioni di tutta Italia Leggere per Crescere è diventato uno strumento per facilitare la comunicazione fra gli Operatori sanitari e i piccoli degenti e ridurre il necessario disagio di ricovero e cure• Oltre alle Famiglie ci sono migliaia di Educatori, Pediatri, Famacisti ed altri Operatori della Salute e del Sociale che ogni giorno consigliano il progetto ad altri: il sito web ha raccolto oltre 14.000 iscrizioni sino ad ora.

Partiamo da qui per sfruttare ancora meglio le risorse e competenze dell’azienda, continuandoa garantire l’anima istituzionale del progetto, lo spirito di cittadinanza attiva e responsabileche lo permea.

Per approfondimenti su GlaxoSmithKline, consultare il sito www.gsk.it

Periodico del progetto “Leggere per Crescere” - Registrazione presso il Tribunale di Verona n. 1602 del 17/06/2004 Direttore Responsabile Massimo Ascani.Copyright GlaxoSmithKline 2013 www.leggerepercrescere.it e-mail [email protected]

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Muto come un pesce o troppo ciarliero?La parola è importante nello sviluppo del bambino.Cosa e come raccontare per aiutarlo a crescere.

All’inizio i vagiti ci fanno tenerezza. E anche se non capiamo nulla, rappresentano un modo di mettersi in contatto con il mondo, in particolare con le persone che più sono vicine al piccolo. Ma lo sviluppo del linguaggio è ovviamente solo agli inizi.

Ecco, in sintesi, le tappe che conviene osservare:

Come parla il bambino

Sembra impossibile, eppure fin dai primi giorni di vita il bimbo riconosce la voce della mamma, senza confonderla con quella di un’altra donna. Papà diventa protagonista nella sua comprensione a due settimane dal parto. Insomma, il bebè può davvero essere un ottimo ricevente di stimoli uditivi da parte dei genitori. Quindi, anche se pare non ascoltarvi con interesse, offrirgli più volte al giorno il piacere di un breve racconto o una semplice filastrocca della vostra infanzia significa davvero aiutarlo a crescere.

Ciò che conta di più, in ogni caso,è sapere che l’opera di papà e mamma deve essere attenta e commisurata all’età del piccolo, se davvero si intende aiutarlo a svilupparsi. Sapendo che spesso è necessario anche saper “perdere” tempo insieme al piccolo.

I progressi sono quasi quotidiani. Nelle prime settimane, vagiti e gridolini del tutto incomprensibili sono all’ordine del giorno, ma già verso i primi due-tre mesi cominciano i primi vocalizzi. Se ci fate caso, le prime vocali a “prendere vita” nella voce del piccolo sono la a e la e, poi arrivano le altre. Verso i quattro mesi, poi, compaiono le prime consonanti gutturali: il classico “ghe-ghe” insomma. Poi, intorno ai sei mesi, arrivano le lettere labiali e dentali come p, b, d e t.

Cosa accadePrimi mesi di vita.

È dopo i nove mesi che arriva la magica parola che tutte le madri vogliono sentire. Normalmente il gentil sesso vince sul sesso forte in questa graduatoria temporale: mamma si sente verso il nono mese, mentre per il padre occorre aspettare più a lungo; la gioia di sentirsi chiamare arriva verso l’anno.

9 mesi.

Il vocabolario si è fatto più robusto. Sia chiaro: il piccolo riesce a gestire dalle 10 alle 20-25 parole con un significato, che mamma e papà possono capire senza difficoltà.In molti casi poi riesce ad inventarsi vocaboli che fanno sorridere, ma non prendetelo in giro! È il suo modo di portare avanti un percorso che lo condurrà a breve a comporre brevi frasi (circa tre parole, ma con un significato compiuto) inserendo il verbo.

Un anno e mezzo.

Normalmente a questa età il linguaggio è completo. Ma per arrivare a questa tappa ci vuole tempo, costanza e tanta voglia di raccontare da parte dei genitori. In ogni caso lo sviluppo del linguaggio dopo i due anni appare prorompente. Se a quell’età il piccolo ha già nel suo portafoglio da 200 a 400 parole (non vi preoccupate troppo se sembra usare sempre gli stessi vocaboli, ma seguite quanto avviene insieme al pediatra), intorno ai tre anni vi sembrerà quasi un “bignami” di grammatica. Userà i plurali, costruirà frasi con gli articoli e la corretta sequenza delle parole. E non solo.

5 anni.

La scienza dimostra chiaramente che uno dei principali fattori di apprendimento linguistico nei primi anni di vita è presentato dal rapporto a due, ovvero dalla possibilità che la mamma (e ancheil papà), hanno di dedicarsi a “parlare” con il bebé.Il coinvolgimento, ricordatelo, deve essere totale. Quando i due protagonisti di questo magico rapporto riescono ad essere isolati dalla realtà che li circonda e possono davvero dedicarsi l’uno all’altro, senza il tramite di una Tv o di un’occhiata al lavoro o alle pentole da parte dei genitori, si crea davvero un’atmosfera unica. Ed è in questo “magic moment” che adulto e bambino trovano lo spazio per il racconto ad alta voce, quello che davvero rappresenta una “fisioterapia” ottimale per lo sviluppo del linguaggio.

Cosa fare

COSA RACCONTARE PER FAR CRESCERE IL SUO LINGUAGGIO?

Anche in questo caso gli esperti vengono in nostro soccorso.Ad esempio, fino ai cinque anni di vita il contatto fisico e l’impiego di parole dolci, quelle che ogni mamma conosce,sono sicuramente importanti per offrire gli stimoli giusti.

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Mamma, aiutamia diventare grandeI primi anni di vita sono ritmati da una serie di appuntamenti fondamentali per il piccolo.

È un racconto fantastico quello della vaccinazione, che ha un valore per la sua vita e quella di chi gli vive accanto.

Hai mai provato a immaginare cosa succede quando il piccolo viene vaccinato?

Ti ricordi, mamma, quando mettevi il tuo bimbo a dormire? Per limitare i rischi della sindrome da morte in culla lo facevi sempre riposare supino. E quante volte hai scelto il gioco più adatto alla sua età, per evitare problemi legati ad ingestione di parti del giocattolo? Come hai prestato attenzione alle tappe dell’alimentazione, per non sottoporre il suo apparato digerente a cibi che non era pronto a sopportare? Sono ovviamente solo esempi del tuo “viaggio”, insieme al tuo piccolo, con i tempi decisi intorno alla tua “guida” personale: il tuo pediatra.

Se ci pensi, insomma, i primi anni di vita sono davvero un percorso fatto di piccole conquiste - il primo passo insicuro dopo mille cadute, la prima volta che ti ha chiamato mamma - che hai condiviso ogni giorno con il bimbo che cresce. In questo percorso ovviamente debbono sempre trovare spazio i racconti e le letture ad alta voce, strumento fondamentale per aiutarlo a diventare sempre più grande e a viaggiare con te nel mondo della fantasia.

La strana storia di Edward Jenner

Edward Jenner amava guardare con l’occhio della scienza ciò che lo circondava. Così, nella seconda metà del 1700 aveva osservato che le mungitrici delle mucche si ammalavano del vaiolo trasmesso dagli animali e risultavano protette da quello umano, molto più grave e che spesso lasciava cicatrici profonde. Jenner decise allora di fare un esperimento: dalla pustola di una mungitrice trasse del liquido che inoculò in un bimbo sano. Qualche giorno dopo il piccolo guarì completamente. Allora Jenner inoculò nello stesso bimbo il materiale prelevato da lesioni vaiolose di una persona: grande sorpresa! Non comparvero disturbi né ci furono reazioni. Quello di Jenner, medico inglese molto curioso, è stato il primo caso di vaccinazione per il vaiolo, malattia che è stata definitivamente vinta nel 1980, praticamente due secoli dopo, graziead un vaccino.Oggi i vaccini sono davvero tanti, e possono proteggere da diverse malattie.

Ma sapete perché si chiamano così?Ai tempi di Jenner, con questo terminesi definiva il vaiolo che interessava le mandrie. Poi però, dopo che il medico inglese era riuscito a prevenire l’infezione facendo conoscere a piccole dosi il virus del vaiolo all’organismo del bimbo, la parola vaccino non è stata più solo legata al vaiolodei bovini.

Oggi con vaccino definiamo qualsiasi preparato in grado di evitare che si sviluppi una malattia.È la grande favola della prevenzione.

Cosa accade

Certo non ci riferiamo solamente al piccolo fastidio che può provare per un’iniezione (non sempre necessaria) quanto piuttosto al valore del gesto che fai per lui e per tutti coloro che con lui giocheranno, parleranno e correranno. Un vaccino in realtà è solamente uno stimolo che viene dato al sistema difensivo, che dopo poche settimane dalla nascita non ha più gli anticorpi - veri e propri soldatini pronti a reagire di fronte ad un virus o a un batterio - che gli hai trasmesso tu e che lo preservano nei primissimi giorni di vita. Così, con la vaccinazione, la tua protezione può continuare nel tempo.

Solo che a far predisporre l’invisibile esercito che lo proteggerà non è il tuo corpo, quanto lo stimolo che viene dato grazie a piccole porzioni di virus e batteri che sono capaci di far lavorare il suo sistema difensivo e fargli preparare le guardie specializzate. Queste guardie rimangono pronte e non appena l’invisibile nemico entra nel corpo,(es. il bimbo ha le mani un po’ sporcheo abbraccia giocando un suo coetaneo),si scatenano azzerando l’infezione.

Parlane con il tuo pediatra e segui i suoi consigli. I vaccini, come in una favola, aiutano a creare nel suo corpo i buoni che lo difendono dai cattivi.Giorno dopo giorno, in silenzio.

Il segreto della prevenzione

Ricorda che esistono anche altri calendari che devi tenere presentiper aiutarlo a crescere forte e sano.Il primo, e più importante, è quello delle vaccinazioni; lo hanno studiatoi massimi esperti italiani per aiutare il tuo bimbo ad essere protetto dai pericoli legati a virus e batteri. Anche in questo caso la tua scelta ragionata deve essere alla base dell’amore che provi per lui.

Ad aiutarti, come al solito, ci sarà il timoniere - ovvero il tuo pediatra - che è pronto a darti tutti i consigli di cui hai bisogno per scegliere come comportarti. Con i vaccini puoi difenderlo da invisibili nemici che magari non hai conosciuto, come ad esempio il virus della poliomielite, o anche da attacchi ben più comuni, come la varicella o l’epatite B. Anche in questo caso, la prevenzione inizia con un viaggio, che vogliamo provare a raccontarti.

Cosa fare

Con i vaccini puoi difenderlo da invisibili nemici!LA PREVENZIONE INIZIA CON UN VIAGGIO.

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Ecco allora le nostre novità per il 2016

che vi presentiamo con l’invito ad entrare nel nostro sito www.leggerepercrescere.ite la nostra e-mail [email protected] per farci avere consigli ed osservazioni:

• Un sito totalmente rinnovato, senza perdere i contenuti apprezzati del precedente• Una newsletter elettronica mensile cui ci si potrà iscrivere direttamente dal sito stesso per essere tenuti informati sulle principali novità senza timore per la privacy• La presenza sui principali social network per restare in contatto e proseguire la discussione dove vi trovate meglio• Questo magazine multiuso da utilizzare per informarsi, come poster nelle scuole, negli studi medici, nei centri vaccinali, negli ospedali, negli asili-nido e in qualunque posto riteniate opportuno, per aiutarcia diffondere il progetto: prendetene una copia, scaricatela o chiedetene altre per farle girare.

Noi di GSK consideriamo questo progetto un’attività priva di qualsiasi contenuto commercialeo di business, di utilità sociale e aperta ad ogni forma di collaborazione che ne condividaprincipi, filosofia e obiettivi, senza competizione alcuna.Vogliamo fare un pezzo di strada insieme?

La redazione di Leggerepercrescere.it

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Mamma, aiutamia diventare grande

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16

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Il bimbo piccolo non sa parlare, ma voidovete essere in grado di parlagli come fosse un adulto.

Impiegate frasi brevi e fate i giusti saltidi stile segnalando nel parlare le frasie le parole più importanti.

Seguite sempre ciò che più lo interessa. Bisogna sempre osservare ciò cheil piccolo preferisce.

Per aiutare il suo linguaggio a crescere, raccontate le attività di ogni giornoin cui si ritrova.

Dedicate sempre qualche minuto alla lettura, ogni giorno, sfruttando anche l’effetto positivo delle figure.

Consigli di lettura

Io sono, tu seiSILVIA RONCAGLIA

illustrazioni diANTONGIONATA FERRARI

Piemme, 2014 Pagg. 30Euro 12,00

Quando sarò grandeJEAN LEROY

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Babalibri, 2015 Pagg. 26Euro 11,00

Buffa bestiaMON DAPORTA

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Euro 10,00

Da 16 anni GSK promuove lo sviluppo psicofisico del bambino attraverso la pratica della lettura ad alta voce insieme a Famiglie, Educatori e Pediatri con risultati brillanti:• 700mila famiglie partecipano oggi al nostro programma• Insieme a Unicef abbiamo raggiunto migliaia di famiglie di migranti con opuscoli realizzati in 8 lingue diverse favorendo la loro integrazione nel tessuto sociale del Paese• In oltre 70 ospedali e 14 regioni di tutta Italia Leggere per Crescere è diventato uno strumento per facilitare la comunicazione fra gli Operatori sanitari e i piccoli degenti e ridurre il necessario disagio di ricovero e cure• Oltre alle Famiglie ci sono migliaia di Educatori, Pediatri, Famacisti ed altri Operatori della Salute e del Sociale che ogni giorno consigliano il progetto ad altri: il sito web ha raccolto oltre 14.000 iscrizioni sino ad ora.

Partiamo da qui per sfruttare ancora meglio le risorse e competenze dell’azienda, continuandoa garantire l’anima istituzionale del progetto, lo spirito di cittadinanza attiva e responsabileche lo permea.

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Periodico del progetto “Leggere per Crescere” - Registrazione presso il Tribunale di Verona n. 1602 del 17/06/2004 Direttore Responsabile Massimo Ascani.Copyright GlaxoSmithKline 2013 www.leggerepercrescere.it e-mail [email protected]

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Muto come un pesce o troppo ciarliero?La parola è importante nello sviluppo del bambino.Cosa e come raccontare per aiutarlo a crescere.

All’inizio i vagiti ci fanno tenerezza. E anche se non capiamo nulla, rappresentano un modo di mettersi in contatto con il mondo, in particolare con le persone che più sono vicine al piccolo. Ma lo sviluppo del linguaggio è ovviamente solo agli inizi.

Ecco, in sintesi, le tappe che conviene osservare:

Come parla il bambino

Sembra impossibile, eppure fin dai primi giorni di vita il bimbo riconosce la voce della mamma, senza confonderla con quella di un’altra donna. Papà diventa protagonista nella sua comprensione a due settimane dal parto. Insomma, il bebè può davvero essere un ottimo ricevente di stimoli uditivi da parte dei genitori. Quindi, anche se pare non ascoltarvi con interesse, offrirgli più volte al giorno il piacere di un breve racconto o una semplice filastrocca della vostra infanzia significa davvero aiutarlo a crescere.

Ciò che conta di più, in ogni caso,è sapere che l’opera di papà e mamma deve essere attenta e commisurata all’età del piccolo, se davvero si intende aiutarlo a svilupparsi. Sapendo che spesso è necessario anche saper “perdere” tempo insieme al piccolo.

I progressi sono quasi quotidiani. Nelle prime settimane, vagiti e gridolini del tutto incomprensibili sono all’ordine del giorno, ma già verso i primi due-tre mesi cominciano i primi vocalizzi. Se ci fate caso, le prime vocali a “prendere vita” nella voce del piccolo sono la a e la e, poi arrivano le altre. Verso i quattro mesi, poi, compaiono le prime consonanti gutturali: il classico “ghe-ghe” insomma. Poi, intorno ai sei mesi, arrivano le lettere labiali e dentali come p, b, d e t.

Cosa accade Primi mesi di vita.

È dopo i nove mesi che arriva la magica parola che tutte le madri vogliono sentire. Normalmente il gentil sesso vince sul sesso forte in questa graduatoria temporale: mamma si sente verso il nono mese, mentre per il padre occorre aspettare più a lungo; la gioia di sentirsi chiamare arriva verso l’anno.

9 mesi.

Il vocabolario si è fatto più robusto. Sia chiaro: il piccolo riesce a gestire dalle 10 alle 20-25 parole con un significato, che mamma e papà possono capire senza difficoltà.In molti casi poi riesce ad inventarsi vocaboli che fanno sorridere, ma non prendetelo in giro! È il suo modo di portare avanti un percorso che lo condurrà a breve a comporre brevi frasi (circa tre parole, ma con un significato compiuto) inserendo il verbo.

Un anno e mezzo.

Normalmente a questa età il linguaggio è completo. Ma per arrivare a questa tappa ci vuole tempo, costanza e tanta voglia di raccontare da parte dei genitori. In ogni caso lo sviluppo del linguaggio dopo i due anni appare prorompente. Se a quell’età il piccolo ha già nel suo portafoglio da 200 a 400 parole (non vi preoccupate troppo se sembra usare sempre gli stessi vocaboli, ma seguite quanto avviene insieme al pediatra), intorno ai tre anni vi sembrerà quasi un “bignami” di grammatica. Userà i plurali, costruirà frasi con gli articoli e la corretta sequenza delle parole. E non solo.

5 anni.

La scienza dimostra chiaramente che uno dei principali fattori di apprendimento linguistico nei primi anni di vita è presentato dal rapporto a due, ovvero dalla possibilità che la mamma (e ancheil papà), hanno di dedicarsi a “parlare” con il bebé.Il coinvolgimento, ricordatelo, deve essere totale. Quando i due protagonisti di questo magico rapporto riescono ad essere isolati dalla realtà che li circonda e possono davvero dedicarsi l’uno all’altro, senza il tramite di una Tv o di un’occhiata al lavoro o alle pentole da parte dei genitori, si crea davvero un’atmosfera unica. Ed è in questo “magic moment” che adulto e bambino trovano lo spazio per il racconto ad alta voce, quello che davvero rappresenta una “fisioterapia” ottimale per lo sviluppo del linguaggio.

Cosa fare

COSA RACCONTARE PER FAR CRESCERE IL SUO LINGUAGGIO?

Anche in questo caso gli esperti vengono in nostro soccorso.Ad esempio, fino ai cinque anni di vita il contatto fisico e l’impiego di parole dolci, quelle che ogni mamma conosce,sono sicuramente importanti per offrire gli stimoli giusti.

www.leggerepercrescere.itwww.leggerepercrescere.it

Mamma, aiutamia diventare grandeI primi anni di vita sono ritmati da una serie di appuntamenti fondamentali per il piccolo.

È un racconto fantastico quello della vaccinazione, che ha un valore per la sua vita e quella di chi gli vive accanto.

Hai mai provato a immaginare cosa succede quando il piccolo viene vaccinato?

Ti ricordi, mamma, quando mettevi il tuo bimbo a dormire? Per limitare i rischi della sindrome da morte in culla lo facevi sempre riposare supino. E quante volte hai scelto il gioco più adatto alla sua età, per evitare problemi legati ad ingestione di parti del giocattolo? Come hai prestato attenzione alle tappe dell’alimentazione, per non sottoporre il suo apparato digerente a cibi che non era pronto a sopportare? Sono ovviamente solo esempi del tuo “viaggio”, insieme al tuo piccolo, con i tempi decisi intorno alla tua “guida” personale: il tuo pediatra.

Se ci pensi, insomma, i primi anni di vita sono davvero un percorso fatto di piccole conquiste - il primo passo insicuro dopo mille cadute, la prima volta che ti ha chiamato mamma - che hai condiviso ogni giorno con il bimbo che cresce. In questo percorso ovviamente debbono sempre trovare spazio i racconti e le letture ad alta voce, strumento fondamentale per aiutarlo a diventare sempre più grande e a viaggiare con te nel mondo della fantasia.

La strana storia di Edward Jenner

Edward Jenner amava guardare con l’occhio della scienza ciò che lo circondava. Così, nella seconda metà del 1700 aveva osservato che le mungitrici delle mucche si ammalavano del vaiolo trasmesso dagli animali e risultavano protette da quello umano, molto più grave e che spesso lasciava cicatrici profonde. Jenner decise allora di fare un esperimento: dalla pustola di una mungitrice trasse del liquido che inoculò in un bimbo sano. Qualche giorno dopo il piccolo guarì completamente. Allora Jenner inoculò nello stesso bimbo il materiale prelevato da lesioni vaiolose di una persona: grande sorpresa! Non comparvero disturbi né ci furono reazioni. Quello di Jenner, medico inglese molto curioso, è stato il primo caso di vaccinazione per il vaiolo, malattia che è stata definitivamente vinta nel 1980, praticamente due secoli dopo, graziead un vaccino.Oggi i vaccini sono davvero tanti, e possono proteggere da diverse malattie.

Ma sapete perché si chiamano così?Ai tempi di Jenner, con questo terminesi definiva il vaiolo che interessava le mandrie. Poi però, dopo che il medico inglese era riuscito a prevenire l’infezione facendo conoscere a piccole dosi il virus del vaiolo all’organismo del bimbo, la parola vaccino non è stata più solo legata al vaiolodei bovini.

Oggi con vaccino definiamo qualsiasi preparato in grado di evitare che si sviluppi una malattia.È la grande favola della prevenzione.

Cosa accade

Certo non ci riferiamo solamente al piccolo fastidio che può provare per un’iniezione (non sempre necessaria) quanto piuttosto al valore del gesto che fai per lui e per tutti coloro che con lui giocheranno, parleranno e correranno. Un vaccino in realtà è solamente uno stimolo che viene dato al sistema difensivo, che dopo poche settimane dalla nascita non ha più gli anticorpi - veri e propri soldatini pronti a reagire di fronte ad un virus o a un batterio - che gli hai trasmesso tu e che lo preservano nei primissimi giorni di vita. Così, con la vaccinazione, la tua protezione può continuare nel tempo.

Solo che a far predisporre l’invisibile esercito che lo proteggerà non è il tuo corpo, quanto lo stimolo che viene dato grazie a piccole porzioni di virus e batteri che sono capaci di far lavorare il suo sistema difensivo e fargli preparare le guardie specializzate. Queste guardie rimangono pronte e non appena l’invisibile nemico entra nel corpo,(es. il bimbo ha le mani un po’ sporcheo abbraccia giocando un suo coetaneo),si scatenano azzerando l’infezione.

Parlane con il tuo pediatra e segui i suoi consigli. I vaccini, come in una favola, aiutano a creare nel suo corpo i buoni che lo difendono dai cattivi.Giorno dopo giorno, in silenzio.

Il segreto della prevenzione

Ricorda che esistono anche altri calendari che devi tenere presentiper aiutarlo a crescere forte e sano.Il primo, e più importante, è quello delle vaccinazioni; lo hanno studiatoi massimi esperti italiani per aiutare il tuo bimbo ad essere protetto dai pericoli legati a virus e batteri. Anche in questo caso la tua scelta ragionata deve essere alla base dell’amore che provi per lui.

Ad aiutarti, come al solito, ci sarà il timoniere - ovvero il tuo pediatra - che è pronto a darti tutti i consigli di cui hai bisogno per scegliere come comportarti. Con i vaccini puoi difenderlo da invisibili nemici che magari non hai conosciuto, come ad esempio il virus della poliomielite, o anche da attacchi ben più comuni, come la varicella o l’epatite B. Anche in questo caso, la prevenzione inizia con un viaggio, che vogliamo provare a raccontarti.

Cosa fare

Con i vaccini puoi difenderlo da invisibili nemici!LA PREVENZIONE INIZIA CON UN VIAGGIO.

RICORDATIdi segnare le date

del calendariodella crescita!

Ecco allora le nostre novità per il 2016

che vi presentiamo con l’invito ad entrare nel nostro sito www.leggerepercrescere.ite la nostra e-mail [email protected] per farci avere consigli ed osservazioni:

• Un sito totalmente rinnovato, senza perdere i contenuti apprezzati del precedente• Una newsletter elettronica mensile cui ci si potrà iscrivere direttamente dal sito stesso per essere tenuti informati sulle principali novità senza timore per la privacy• La presenza sui principali social network per restare in contatto e proseguire la discussione dove vi trovate meglio• Questo magazine multiuso da utilizzare per informarsi, come poster nelle scuole, negli studi medici, nei centri vaccinali, negli ospedali, negli asili-nido e in qualunque posto riteniate opportuno, per aiutarcia diffondere il progetto: prendetene una copia, scaricatela o chiedetene altre per farle girare.

Noi di GSK consideriamo questo progetto un’attività priva di qualsiasi contenuto commercialeo di business, di utilità sociale e aperta ad ogni forma di collaborazione che ne condividaprincipi, filosofia e obiettivi, senza competizione alcuna.Vogliamo fare un pezzo di strada insieme?

La redazione di Leggerepercrescere.it

Riparte da VOI Riparte da NOI

PERIODICO DI FORMAZIONE E DI AGGIORNAMENTO PER FAMIGLIE E OPERATORI D’INFANZIA

È tempodi famiglia.Una fiaba,la tua voce,tu e il tuobambino

Page 4: PERIODICO DI FORMAZIONE E DI ... · semplice filastrocca della vostra infanzia significa davvero aiutarlo a crescere. ... condiviso ogni giorno con il bimbo che cresce. In questo

All’interno scopri anche

Il poster del nuovo sito!

In questo numero

Mamma, aiutamia diventare grande

5 Regoleper un buon racconto

Muto come un pesceo troppo ciarliero?

Sul retro leggi

Il nostro Editoriale

#leggerepercrescere

N. 0

1/20

16

www.leggerepercrescere.it

5 regoleper un buon racconto

Il bimbo piccolo non sa parlare, ma voidovete essere in grado di parlagli come fosse un adulto.

Impiegate frasi brevi e fate i giusti saltidi stile segnalando nel parlare le frasie le parole più importanti.

Seguite sempre ciò che più lo interessa. Bisogna sempre osservare ciò cheil piccolo preferisce.

Per aiutare il suo linguaggio a crescere, raccontate le attività di ogni giornoin cui si ritrova.

Dedicate sempre qualche minuto alla lettura, ogni giorno, sfruttando anche l’effetto positivo delle figure.

Consigli di lettura

Io sono, tu seiSILVIA RONCAGLIA

illustrazioni diANTONGIONATA FERRARI

Piemme, 2014 Pagg. 30Euro 12,00

Quando sarò grandeJEAN LEROY

illustrazioni diMATTHIEU MAUDET

Babalibri, 2015 Pagg. 26Euro 11,00

Buffa bestiaMON DAPORTA

illustrazioni di OSCAR VILLAN,traduzione di Elena RollaKalandraka, 2015 Pagg. 14

Euro 10,00

Da 16 anni GSK promuove lo sviluppo psicofisico del bambino attraverso la pratica della lettura ad alta voce insieme a Famiglie, Educatori e Pediatri con risultati brillanti:• 700mila famiglie partecipano oggi al nostro programma• Insieme a Unicef abbiamo raggiunto migliaia di famiglie di migranti con opuscoli realizzati in 8 lingue diverse favorendo la loro integrazione nel tessuto sociale del Paese• In oltre 70 ospedali e 14 regioni di tutta Italia Leggere per Crescere è diventato uno strumento per facilitare la comunicazione fra gli Operatori sanitari e i piccoli degenti e ridurre il necessario disagio di ricovero e cure• Oltre alle Famiglie ci sono migliaia di Educatori, Pediatri, Famacisti ed altri Operatori della Salute e del Sociale che ogni giorno consigliano il progetto ad altri: il sito web ha raccolto oltre 14.000 iscrizioni sino ad ora.

Partiamo da qui per sfruttare ancora meglio le risorse e competenze dell’azienda, continuandoa garantire l’anima istituzionale del progetto, lo spirito di cittadinanza attiva e responsabileche lo permea.

Per approfondimenti su GlaxoSmithKline, consultare il sito www.gsk.it

Periodico del progetto “Leggere per Crescere” - Registrazione presso il Tribunale di Verona n. 1602 del 17/06/2004 Direttore Responsabile Massimo Ascani.Copyright GlaxoSmithKline 2013 www.leggerepercrescere.it e-mail [email protected]

www.leggerepercrescere.it www.leggerepercrescere.it

Muto come un pesce o troppo ciarliero?La parola è importante nello sviluppo del bambino.Cosa e come raccontare per aiutarlo a crescere.

All’inizio i vagiti ci fanno tenerezza. E anche se non capiamo nulla, rappresentano un modo di mettersi in contatto con il mondo, in particolare con le persone che più sono vicine al piccolo. Ma lo sviluppo del linguaggio è ovviamente solo agli inizi.

Ecco, in sintesi, le tappe che conviene osservare:

Come parla il bambino

Sembra impossibile, eppure fin dai primi giorni di vita il bimbo riconosce la voce della mamma, senza confonderla con quella di un’altra donna. Papà diventa protagonista nella sua comprensione a due settimane dal parto. Insomma, il bebè può davvero essere un ottimo ricevente di stimoli uditivi da parte dei genitori. Quindi, anche se pare non ascoltarvi con interesse, offrirgli più volte al giorno il piacere di un breve racconto o una semplice filastrocca della vostra infanzia significa davvero aiutarlo a crescere.

Ciò che conta di più, in ogni caso,è sapere che l’opera di papà e mamma deve essere attenta e commisurata all’età del piccolo, se davvero si intende aiutarlo a svilupparsi. Sapendo che spesso è necessario anche saper “perdere” tempo insieme al piccolo.

I progressi sono quasi quotidiani. Nelle prime settimane, vagiti e gridolini del tutto incomprensibili sono all’ordine del giorno, ma già verso i primi due-tre mesi cominciano i primi vocalizzi. Se ci fate caso, le prime vocali a “prendere vita” nella voce del piccolo sono la a e la e, poi arrivano le altre. Verso i quattro mesi, poi, compaiono le prime consonanti gutturali: il classico “ghe-ghe” insomma. Poi, intorno ai sei mesi, arrivano le lettere labiali e dentali come p, b, d e t.

Cosa accade Primi mesi di vita.

È dopo i nove mesi che arriva la magica parola che tutte le madri vogliono sentire. Normalmente il gentil sesso vince sul sesso forte in questa graduatoria temporale: mamma si sente verso il nono mese, mentre per il padre occorre aspettare più a lungo; la gioia di sentirsi chiamare arriva verso l’anno.

9 mesi.

Il vocabolario si è fatto più robusto. Sia chiaro: il piccolo riesce a gestire dalle 10 alle 20-25 parole con un significato, che mamma e papà possono capire senza difficoltà.In molti casi poi riesce ad inventarsi vocaboli che fanno sorridere, ma non prendetelo in giro! È il suo modo di portare avanti un percorso che lo condurrà a breve a comporre brevi frasi (circa tre parole, ma con un significato compiuto) inserendo il verbo.

Un anno e mezzo.

Normalmente a questa età il linguaggio è completo. Ma per arrivare a questa tappa ci vuole tempo, costanza e tanta voglia di raccontare da parte dei genitori. In ogni caso lo sviluppo del linguaggio dopo i due anni appare prorompente. Se a quell’età il piccolo ha già nel suo portafoglio da 200 a 400 parole (non vi preoccupate troppo se sembra usare sempre gli stessi vocaboli, ma seguite quanto avviene insieme al pediatra), intorno ai tre anni vi sembrerà quasi un “bignami” di grammatica. Userà i plurali, costruirà frasi con gli articoli e la corretta sequenza delle parole. E non solo.

5 anni.

La scienza dimostra chiaramente che uno dei principali fattori di apprendimento linguistico nei primi anni di vita è presentato dal rapporto a due, ovvero dalla possibilità che la mamma (e ancheil papà), hanno di dedicarsi a “parlare” con il bebé.Il coinvolgimento, ricordatelo, deve essere totale. Quando i due protagonisti di questo magico rapporto riescono ad essere isolati dalla realtà che li circonda e possono davvero dedicarsi l’uno all’altro, senza il tramite di una Tv o di un’occhiata al lavoro o alle pentole da parte dei genitori, si crea davvero un’atmosfera unica. Ed è in questo “magic moment” che adulto e bambino trovano lo spazio per il racconto ad alta voce, quello che davvero rappresenta una “fisioterapia” ottimale per lo sviluppo del linguaggio.

Cosa fare

COSA RACCONTARE PER FAR CRESCERE IL SUO LINGUAGGIO?

Anche in questo caso gli esperti vengono in nostro soccorso.Ad esempio, fino ai cinque anni di vita il contatto fisico e l’impiego di parole dolci, quelle che ogni mamma conosce,sono sicuramente importanti per offrire gli stimoli giusti.

www.leggerepercrescere.itwww.leggerepercrescere.it

Mamma, aiutamia diventare grandeI primi anni di vita sono ritmati da una serie di appuntamenti fondamentali per il piccolo.

È un racconto fantastico quello della vaccinazione, che ha un valore per la sua vita e quella di chi gli vive accanto.

Hai mai provato a immaginare cosa succede quando il piccolo viene vaccinato?

Ti ricordi, mamma, quando mettevi il tuo bimbo a dormire? Per limitare i rischi della sindrome da morte in culla lo facevi sempre riposare supino. E quante volte hai scelto il gioco più adatto alla sua età, per evitare problemi legati ad ingestione di parti del giocattolo? Come hai prestato attenzione alle tappe dell’alimentazione, per non sottoporre il suo apparato digerente a cibi che non era pronto a sopportare? Sono ovviamente solo esempi del tuo “viaggio”, insieme al tuo piccolo, con i tempi decisi intorno alla tua “guida” personale: il tuo pediatra.

Se ci pensi, insomma, i primi anni di vita sono davvero un percorso fatto di piccole conquiste - il primo passo insicuro dopo mille cadute, la prima volta che ti ha chiamato mamma - che hai condiviso ogni giorno con il bimbo che cresce. In questo percorso ovviamente debbono sempre trovare spazio i racconti e le letture ad alta voce, strumento fondamentale per aiutarlo a diventare sempre più grande e a viaggiare con te nel mondo della fantasia.

La strana storia di Edward Jenner

Edward Jenner amava guardare con l’occhio della scienza ciò che lo circondava. Così, nella seconda metà del 1700 aveva osservato che le mungitrici delle mucche si ammalavano del vaiolo trasmesso dagli animali e risultavano protette da quello umano, molto più grave e che spesso lasciava cicatrici profonde. Jenner decise allora di fare un esperimento: dalla pustola di una mungitrice trasse del liquido che inoculò in un bimbo sano. Qualche giorno dopo il piccolo guarì completamente. Allora Jenner inoculò nello stesso bimbo il materiale prelevato da lesioni vaiolose di una persona: grande sorpresa! Non comparvero disturbi né ci furono reazioni. Quello di Jenner, medico inglese molto curioso, è stato il primo caso di vaccinazione per il vaiolo, malattia che è stata definitivamente vinta nel 1980, praticamente due secoli dopo, graziead un vaccino.Oggi i vaccini sono davvero tanti, e possono proteggere da diverse malattie.

Ma sapete perché si chiamano così?Ai tempi di Jenner, con questo terminesi definiva il vaiolo che interessava le mandrie. Poi però, dopo che il medico inglese era riuscito a prevenire l’infezione facendo conoscere a piccole dosi il virus del vaiolo all’organismo del bimbo, la parola vaccino non è stata più solo legata al vaiolodei bovini.

Oggi con vaccino definiamo qualsiasi preparato in grado di evitare che si sviluppi una malattia.È la grande favola della prevenzione.

Cosa accade

Certo non ci riferiamo solamente al piccolo fastidio che può provare per un’iniezione (non sempre necessaria) quanto piuttosto al valore del gesto che fai per lui e per tutti coloro che con lui giocheranno, parleranno e correranno. Un vaccino in realtà è solamente uno stimolo che viene dato al sistema difensivo, che dopo poche settimane dalla nascita non ha più gli anticorpi - veri e propri soldatini pronti a reagire di fronte ad un virus o a un batterio - che gli hai trasmesso tu e che lo preservano nei primissimi giorni di vita. Così, con la vaccinazione, la tua protezione può continuare nel tempo.

Solo che a far predisporre l’invisibile esercito che lo proteggerà non è il tuo corpo, quanto lo stimolo che viene dato grazie a piccole porzioni di virus e batteri che sono capaci di far lavorare il suo sistema difensivo e fargli preparare le guardie specializzate. Queste guardie rimangono pronte e non appena l’invisibile nemico entra nel corpo,(es. il bimbo ha le mani un po’ sporcheo abbraccia giocando un suo coetaneo),si scatenano azzerando l’infezione.

Parlane con il tuo pediatra e segui i suoi consigli. I vaccini, come in una favola, aiutano a creare nel suo corpo i buoni che lo difendono dai cattivi.Giorno dopo giorno, in silenzio.

Il segreto della prevenzione

Ricorda che esistono anche altri calendari che devi tenere presentiper aiutarlo a crescere forte e sano.Il primo, e più importante, è quello delle vaccinazioni; lo hanno studiatoi massimi esperti italiani per aiutare il tuo bimbo ad essere protetto dai pericoli legati a virus e batteri. Anche in questo caso la tua scelta ragionata deve essere alla base dell’amore che provi per lui.

Ad aiutarti, come al solito, ci sarà il timoniere - ovvero il tuo pediatra - che è pronto a darti tutti i consigli di cui hai bisogno per scegliere come comportarti. Con i vaccini puoi difenderlo da invisibili nemici che magari non hai conosciuto, come ad esempio il virus della poliomielite, o anche da attacchi ben più comuni, come la varicella o l’epatite B. Anche in questo caso, la prevenzione inizia con un viaggio, che vogliamo provare a raccontarti.

Cosa fare

Con i vaccini puoi difenderlo da invisibili nemici!LA PREVENZIONE INIZIA CON UN VIAGGIO.

RICORDATIdi segnare le date

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Ecco allora le nostre novità per il 2016

che vi presentiamo con l’invito ad entrare nel nostro sito www.leggerepercrescere.ite la nostra e-mail [email protected] per farci avere consigli ed osservazioni:

• Un sito totalmente rinnovato, senza perdere i contenuti apprezzati del precedente• Una newsletter elettronica mensile cui ci si potrà iscrivere direttamente dal sito stesso per essere tenuti informati sulle principali novità senza timore per la privacy• La presenza sui principali social network per restare in contatto e proseguire la discussione dove vi trovate meglio• Questo magazine multiuso da utilizzare per informarsi, come poster nelle scuole, negli studi medici, nei centri vaccinali, negli ospedali, negli asili-nido e in qualunque posto riteniate opportuno, per aiutarcia diffondere il progetto: prendetene una copia, scaricatela o chiedetene altre per farle girare.

Noi di GSK consideriamo questo progetto un’attività priva di qualsiasi contenuto commercialeo di business, di utilità sociale e aperta ad ogni forma di collaborazione che ne condividaprincipi, filosofia e obiettivi, senza competizione alcuna.Vogliamo fare un pezzo di strada insieme?

La redazione di Leggerepercrescere.it

Riparte da VOI Riparte da NOI

PERIODICO DI FORMAZIONE E DI AGGIORNAMENTO PER FAMIGLIE E OPERATORI D’INFANZIA

È tempodi famiglia.Una fiaba,la tua voce,tu e il tuobambino

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All’interno scopri anche

Il poster del nuovo sito!

In questo numero

Mamma, aiutamia diventare grande

5 Regoleper un buon racconto

Muto come un pesceo troppo ciarliero?

Sul retro leggi

Il nostro Editoriale

#leggerepercrescereN

. 01/

2016

www.leggerepercrescere.it

5 regoleper un buon racconto

Il bimbo piccolo non sa parlare, ma voidovete essere in grado di parlagli come fosse un adulto.

Impiegate frasi brevi e fate i giusti saltidi stile segnalando nel parlare le frasie le parole più importanti.

Seguite sempre ciò che più lo interessa. Bisogna sempre osservare ciò cheil piccolo preferisce.

Per aiutare il suo linguaggio a crescere, raccontate le attività di ogni giornoin cui si ritrova.

Dedicate sempre qualche minuto alla lettura, ogni giorno, sfruttando anche l’effetto positivo delle figure.

Consigli di lettura

Io sono, tu seiSILVIA RONCAGLIA

illustrazioni diANTONGIONATA FERRARI

Piemme, 2014 Pagg. 30Euro 12,00

Quando sarò grandeJEAN LEROY

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Babalibri, 2015 Pagg. 26Euro 11,00

Buffa bestiaMON DAPORTA

illustrazioni di OSCAR VILLAN,traduzione di Elena RollaKalandraka, 2015 Pagg. 14

Euro 10,00

Da 16 anni GSK promuove lo sviluppo psicofisico del bambino attraverso la pratica della lettura ad alta voce insieme a Famiglie, Educatori e Pediatri con risultati brillanti:• 700mila famiglie partecipano oggi al nostro programma• Insieme a Unicef abbiamo raggiunto migliaia di famiglie di migranti con opuscoli realizzati in 8 lingue diverse favorendo la loro integrazione nel tessuto sociale del Paese• In oltre 70 ospedali e 14 regioni di tutta Italia Leggere per Crescere è diventato uno strumento per facilitare la comunicazione fra gli Operatori sanitari e i piccoli degenti e ridurre il necessario disagio di ricovero e cure• Oltre alle Famiglie ci sono migliaia di Educatori, Pediatri, Famacisti ed altri Operatori della Salute e del Sociale che ogni giorno consigliano il progetto ad altri: il sito web ha raccolto oltre 14.000 iscrizioni sino ad ora.

Partiamo da qui per sfruttare ancora meglio le risorse e competenze dell’azienda, continuandoa garantire l’anima istituzionale del progetto, lo spirito di cittadinanza attiva e responsabileche lo permea.

Per approfondimenti su GlaxoSmithKline, consultare il sito www.gsk.it

Periodico del progetto “Leggere per Crescere” - Registrazione presso il Tribunale di Verona n. 1602 del 17/06/2004 Direttore Responsabile Massimo Ascani.Copyright GlaxoSmithKline 2013 www.leggerepercrescere.it e-mail [email protected]

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Muto come un pesce o troppo ciarliero?La parola è importante nello sviluppo del bambino.Cosa e come raccontare per aiutarlo a crescere.

All’inizio i vagiti ci fanno tenerezza. E anche se non capiamo nulla, rappresentano un modo di mettersi in contatto con il mondo, in particolare con le persone che più sono vicine al piccolo. Ma lo sviluppo del linguaggio è ovviamente solo agli inizi.

Ecco, in sintesi, le tappe che conviene osservare:

Come parla il bambino

Sembra impossibile, eppure fin dai primi giorni di vita il bimbo riconosce la voce della mamma, senza confonderla con quella di un’altra donna. Papà diventa protagonista nella sua comprensione a due settimane dal parto. Insomma, il bebè può davvero essere un ottimo ricevente di stimoli uditivi da parte dei genitori. Quindi, anche se pare non ascoltarvi con interesse, offrirgli più volte al giorno il piacere di un breve racconto o una semplice filastrocca della vostra infanzia significa davvero aiutarlo a crescere.

Ciò che conta di più, in ogni caso,è sapere che l’opera di papà e mamma deve essere attenta e commisurata all’età del piccolo, se davvero si intende aiutarlo a svilupparsi. Sapendo che spesso è necessario anche saper “perdere” tempo insieme al piccolo.

I progressi sono quasi quotidiani. Nelle prime settimane, vagiti e gridolini del tutto incomprensibili sono all’ordine del giorno, ma già verso i primi due-tre mesi cominciano i primi vocalizzi. Se ci fate caso, le prime vocali a “prendere vita” nella voce del piccolo sono la a e la e, poi arrivano le altre. Verso i quattro mesi, poi, compaiono le prime consonanti gutturali: il classico “ghe-ghe” insomma. Poi, intorno ai sei mesi, arrivano le lettere labiali e dentali come p, b, d e t.

Cosa accade Primi mesi di vita.

È dopo i nove mesi che arriva la magica parola che tutte le madri vogliono sentire. Normalmente il gentil sesso vince sul sesso forte in questa graduatoria temporale: mamma si sente verso il nono mese, mentre per il padre occorre aspettare più a lungo; la gioia di sentirsi chiamare arriva verso l’anno.

9 mesi.

Il vocabolario si è fatto più robusto. Sia chiaro: il piccolo riesce a gestire dalle 10 alle 20-25 parole con un significato, che mamma e papà possono capire senza difficoltà.In molti casi poi riesce ad inventarsi vocaboli che fanno sorridere, ma non prendetelo in giro! È il suo modo di portare avanti un percorso che lo condurrà a breve a comporre brevi frasi (circa tre parole, ma con un significato compiuto) inserendo il verbo.

Un anno e mezzo.

Normalmente a questa età il linguaggio è completo. Ma per arrivare a questa tappa ci vuole tempo, costanza e tanta voglia di raccontare da parte dei genitori. In ogni caso lo sviluppo del linguaggio dopo i due anni appare prorompente. Se a quell’età il piccolo ha già nel suo portafoglio da 200 a 400 parole (non vi preoccupate troppo se sembra usare sempre gli stessi vocaboli, ma seguite quanto avviene insieme al pediatra), intorno ai tre anni vi sembrerà quasi un “bignami” di grammatica. Userà i plurali, costruirà frasi con gli articoli e la corretta sequenza delle parole. E non solo.

5 anni.

La scienza dimostra chiaramente che uno dei principali fattori di apprendimento linguistico nei primi anni di vita è presentato dal rapporto a due, ovvero dalla possibilità che la mamma (e ancheil papà), hanno di dedicarsi a “parlare” con il bebé.Il coinvolgimento, ricordatelo, deve essere totale. Quando i due protagonisti di questo magico rapporto riescono ad essere isolati dalla realtà che li circonda e possono davvero dedicarsi l’uno all’altro, senza il tramite di una Tv o di un’occhiata al lavoro o alle pentole da parte dei genitori, si crea davvero un’atmosfera unica. Ed è in questo “magic moment” che adulto e bambino trovano lo spazio per il racconto ad alta voce, quello che davvero rappresenta una “fisioterapia” ottimale per lo sviluppo del linguaggio.

Cosa fare

COSA RACCONTARE PER FAR CRESCERE IL SUO LINGUAGGIO?

Anche in questo caso gli esperti vengono in nostro soccorso.Ad esempio, fino ai cinque anni di vita il contatto fisico e l’impiego di parole dolci, quelle che ogni mamma conosce,sono sicuramente importanti per offrire gli stimoli giusti.

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Mamma, aiutamia diventare grandeI primi anni di vita sono ritmati da una serie di appuntamenti fondamentali per il piccolo.

È un racconto fantastico quello della vaccinazione, che ha un valore per la sua vita e quella di chi gli vive accanto.

Hai mai provato a immaginare cosa succede quando il piccolo viene vaccinato?

Ti ricordi, mamma, quando mettevi il tuo bimbo a dormire? Per limitare i rischi della sindrome da morte in culla lo facevi sempre riposare supino. E quante volte hai scelto il gioco più adatto alla sua età, per evitare problemi legati ad ingestione di parti del giocattolo? Come hai prestato attenzione alle tappe dell’alimentazione, per non sottoporre il suo apparato digerente a cibi che non era pronto a sopportare? Sono ovviamente solo esempi del tuo “viaggio”, insieme al tuo piccolo, con i tempi decisi intorno alla tua “guida” personale: il tuo pediatra.

Se ci pensi, insomma, i primi anni di vita sono davvero un percorso fatto di piccole conquiste - il primo passo insicuro dopo mille cadute, la prima volta che ti ha chiamato mamma - che hai condiviso ogni giorno con il bimbo che cresce. In questo percorso ovviamente debbono sempre trovare spazio i racconti e le letture ad alta voce, strumento fondamentale per aiutarlo a diventare sempre più grande e a viaggiare con te nel mondo della fantasia.

La strana storia di Edward Jenner

Edward Jenner amava guardare con l’occhio della scienza ciò che lo circondava. Così, nella seconda metà del 1700 aveva osservato che le mungitrici delle mucche si ammalavano del vaiolo trasmesso dagli animali e risultavano protette da quello umano, molto più grave e che spesso lasciava cicatrici profonde. Jenner decise allora di fare un esperimento: dalla pustola di una mungitrice trasse del liquido che inoculò in un bimbo sano. Qualche giorno dopo il piccolo guarì completamente. Allora Jenner inoculò nello stesso bimbo il materiale prelevato da lesioni vaiolose di una persona: grande sorpresa! Non comparvero disturbi né ci furono reazioni. Quello di Jenner, medico inglese molto curioso, è stato il primo caso di vaccinazione per il vaiolo, malattia che è stata definitivamente vinta nel 1980, praticamente due secoli dopo, graziead un vaccino.Oggi i vaccini sono davvero tanti, e possono proteggere da diverse malattie.

Ma sapete perché si chiamano così?Ai tempi di Jenner, con questo terminesi definiva il vaiolo che interessava le mandrie. Poi però, dopo che il medico inglese era riuscito a prevenire l’infezione facendo conoscere a piccole dosi il virus del vaiolo all’organismo del bimbo, la parola vaccino non è stata più solo legata al vaiolodei bovini.

Oggi con vaccino definiamo qualsiasi preparato in grado di evitare che si sviluppi una malattia.È la grande favola della prevenzione.

Cosa accade

Certo non ci riferiamo solamente al piccolo fastidio che può provare per un’iniezione (non sempre necessaria) quanto piuttosto al valore del gesto che fai per lui e per tutti coloro che con lui giocheranno, parleranno e correranno. Un vaccino in realtà è solamente uno stimolo che viene dato al sistema difensivo, che dopo poche settimane dalla nascita non ha più gli anticorpi - veri e propri soldatini pronti a reagire di fronte ad un virus o a un batterio - che gli hai trasmesso tu e che lo preservano nei primissimi giorni di vita. Così, con la vaccinazione, la tua protezione può continuare nel tempo.

Solo che a far predisporre l’invisibile esercito che lo proteggerà non è il tuo corpo, quanto lo stimolo che viene dato grazie a piccole porzioni di virus e batteri che sono capaci di far lavorare il suo sistema difensivo e fargli preparare le guardie specializzate. Queste guardie rimangono pronte e non appena l’invisibile nemico entra nel corpo,(es. il bimbo ha le mani un po’ sporcheo abbraccia giocando un suo coetaneo),si scatenano azzerando l’infezione.

Parlane con il tuo pediatra e segui i suoi consigli. I vaccini, come in una favola, aiutano a creare nel suo corpo i buoni che lo difendono dai cattivi.Giorno dopo giorno, in silenzio.

Il segreto della prevenzione

Ricorda che esistono anche altri calendari che devi tenere presentiper aiutarlo a crescere forte e sano.Il primo, e più importante, è quello delle vaccinazioni; lo hanno studiatoi massimi esperti italiani per aiutare il tuo bimbo ad essere protetto dai pericoli legati a virus e batteri. Anche in questo caso la tua scelta ragionata deve essere alla base dell’amore che provi per lui.

Ad aiutarti, come al solito, ci sarà il timoniere - ovvero il tuo pediatra - che è pronto a darti tutti i consigli di cui hai bisogno per scegliere come comportarti. Con i vaccini puoi difenderlo da invisibili nemici che magari non hai conosciuto, come ad esempio il virus della poliomielite, o anche da attacchi ben più comuni, come la varicella o l’epatite B. Anche in questo caso, la prevenzione inizia con un viaggio, che vogliamo provare a raccontarti.

Cosa fare

Con i vaccini puoi difenderlo da invisibili nemici!LA PREVENZIONE INIZIA CON UN VIAGGIO.

RICORDATIdi segnare le date

del calendariodella crescita!

Ecco allora le nostre novità per il 2016

che vi presentiamo con l’invito ad entrare nel nostro sito www.leggerepercrescere.ite la nostra e-mail [email protected] per farci avere consigli ed osservazioni:

• Un sito totalmente rinnovato, senza perdere i contenuti apprezzati del precedente• Una newsletter elettronica mensile cui ci si potrà iscrivere direttamente dal sito stesso per essere tenuti informati sulle principali novità senza timore per la privacy• La presenza sui principali social network per restare in contatto e proseguire la discussione dove vi trovate meglio• Questo magazine multiuso da utilizzare per informarsi, come poster nelle scuole, negli studi medici, nei centri vaccinali, negli ospedali, negli asili-nido e in qualunque posto riteniate opportuno, per aiutarcia diffondere il progetto: prendetene una copia, scaricatela o chiedetene altre per farle girare.

Noi di GSK consideriamo questo progetto un’attività priva di qualsiasi contenuto commercialeo di business, di utilità sociale e aperta ad ogni forma di collaborazione che ne condividaprincipi, filosofia e obiettivi, senza competizione alcuna.Vogliamo fare un pezzo di strada insieme?

La redazione di Leggerepercrescere.it

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