per berlusconi si chiude un ventennio e comincia lo scontro finale… · 2013. 12. 19. · lo...

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N. 48 anno UX 5 dicembre 2013 1 PER BERLUSCONI SI CHIUDE UN VENTENNIO E COMINCIA LO SCONTRO FINALE: FUORI DAL SENATO E IN PIAZZA, DALLE LARGHE INTESE ALL'OPPOSIZIONE DURA. CONTRO IL GOVERNO, CONTRO NAPOLITANO, CONTRO L'EUROPA... UN INCREDIBILE SCARICABARILE HA RITARDATO I SOCCORSI p.46 SALENTE), I NOTAP SI OPPONGONO AL GASDOTTO DALL'ASIA p.42 LISSNER ATTACCA POLITICI, PUBBLICO ESTAMPA p.92

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Page 1: PER BERLUSCONI SI CHIUDE UN VENTENNIO E COMINCIA LO SCONTRO FINALE… · 2013. 12. 19. · lo scontro finale: fuori dal senato e in piazza, dalle larghe intese all'opposizione dura

N. 48 anno UX 5 dicembre 2013

1PER BERLUSCONI SI CHIUDE UN VENTENNIO E COMINCIA

LO SCONTRO FINALE: FUORI DAL SENATO E IN PIAZZA,DALLE LARGHE INTESE ALL'OPPOSIZIONE DURA. CONTROIL GOVERNO, CONTRO NAPOLITANO, CONTRO L'EUROPA...

UN INCREDIBILE SCARICABARILEHA RITARDATO I SOCCORSI p .46

SALENTE), I NOTAP SI OPPONGONOAL GASDOTTO DALL'ASIA p.42

LISSNER ATTACCA POLITICI,PUBBLICO E STAMPA p.92

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EFFETTO NATra Marche, Umbria, Lazio

e la costa tirrenica. Dovel'agricoltura è rigorosamente

trio. Dal vino ai cereali agliextravergine d'oliva. Siamo

andati a cercare i luoghi dove ilcibo organico è diventato stile

di vita. E dove sono naie lefattorie dei pionieri del nuovo

DI EMANUELE COEN

Volavano i falchi, sopra il monastero di Montebello,numerosi, quando ci arrivai la prima volta. Il luogomi attraeva più di una donna bella, anche se era cir-condato da un silenzio inesorabile che non volevaarrendersi al nulla», scriveva Gino Girolomoni, il

padre dell'agricoltura biologica in Italia, scomparso nel 2012 a66 anni. Come quartier generale della cooperativa Alce Nero,negli anni Settanta, aveva eletto il convento trecentesco sullecolline di Isola del Piano, a una manciata di chilometri da Urbino.Roba da pionieri, in largo anticipo su Slow Food: all'epoca, in-fatti, le aziende che praticavano l'agricoltura pulita, per usare untermine caro a Carlo Ferrini, si contavano sulle dita di una mano.In pratica, erano semiclandestine. Questo José Bove marchigiano,ad esempio, riceveva spesso visite dai carabinieri del Nas, chesequestravano quintali di pasta integrale biologica perché vietatada una legge del 1967. Adesso che il brand Alce Nero è stato ce-

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duto, a portare avanti l'attività è il figlio trentenne, GiovanniBattista, con i marchi Montebello e Girolomoni: cento aziendeagricole associate, 35 dipendenti e otto milioni di fatturato. Pro-ducono pasta, cereali e riso, legumi, sughi di pomodoro, olioextravergine d'oliva, per il 90 per cento venduti all'estero. Sottoil marchio è scritto "oltre il biologico". «Dietro questa frase c'èla visione di mio padre Gino: l'agricoltura biologica deve essereil punto di partenza per la ricostruzione del mondo rurale, nonsemplicemente un modo virtuoso di fare agricoltura. Per rinno-vare la società in chiave sostenibile: energie pulite, bioarchitertu-ra, finanza etica, commercio equo e solidale, prodotti locali»,spiega il presidente della cooperativa.NUMERI IN CONTROTENDENZA. Chissà cosa penserebbe il pa-dre, davanti ai numeri che fotografano il calo dei consumialimentari in Italia. Nei primi nove mesi del 2013 la spesadelle famiglie per alimenti e bevande è scesa del 4 per cento

VEDUTA DEI MONTI SIBILLINI DA SAN GINESIO, NELLE MARCHE

Toscana gourmetI sapori toscani, come è noto, sono in cima alle preferenzedegli imprenditori stranieri che investono in Italia. Si trovain Toscana, infatti, la maggior parte delle aziende agrìcoleitaliane passate in mani straniere dall'inizio della crisi(14 per cento), mentre il 13 per cento è in Sicilia e il 7 percento rispettivamente in Veneto, Lazio e Campania, secondol'analisi di Coldiretti sulla base dei dati Inea-lnfocamere.Precursore Sting, che dieci anni fa acquistò II Palagio,la tenuta di trecento ettari a Figline Valdarno dove l'artistaproduce vino, olio extravergine di oliva, miele e frutta bio.Sulla sua scia sono arrivati in tanti: tra i nuovi vigneronc'è anche l'imprenditore cinese del settore farmaceuticoYou Yi Zhu, che ha comprato l'azienda agricola Casanova-LaRipintura a Greve in Chianti, nel cuore della Docg del GalloNero. Proprio nella denominazione del Chianti Classico - 35milioni di bottiglie prodotte in media ogni anno - è in corsouna rivoluzione. Al vertice della piramide della qualità, infatti,nasce la Gran Selezione (le prime bottiglie saranno in venditada febbraio), che comprende solo i vini prodotti i

integralmente in azienda, che potranno essere immessi sulmercato solo dopo un invecchiamento minimo di 30 mesi.Inoltre, il produttore dovrà dichiarare sempre, al momentodella richiesta di idoneità del prodotto, la sua destinazioned'uso: Chianti Classico Annata, Riserva o Gran Selezione,selezionando a priori le uve destinate alle diverse tipologie.Ma la Toscana non è solo sinonimo di vini: ci sono prodotticome il pecorino toscano, fresco o stagionato, l'unicoformaggio a denominazione di origine protetta della regione.Che per intercettare i gusti dei consumatori, sempre piùorientati a consumare cibi leggeri, ha messo a puntoil pecorino che non fa aumentare il colesterolo, fruttodi anni di ricerca in collaborazione del consorzio di tutelacon il Caseificio sociale Manciano, università di Pisa,Scuola superiore Sant'Anna di Pisa e consorzio agrariodella Maremma toscana. E ancora, il prosciutto toscano Dop,che per difendere il marchio dalle contraffazioni ha registratoil proprio marchio negli Stati Uniti, dove i numeri dell'exportsi fanno interessanti, dopo che un'azienda consorziata haottenuto le complesse certificazioni necessarie. Quanto allecertificazioni, chi produce secondo i criteri dell'agricolturabiologica ne deve garantire numerose. Ne sanno qualcosaaziende come Gonnelli 1585 (l'anno di fondazione)a Reggello, tra Firenze e Siena, che dalle 50 mila piantetutte certificate bio ricava ogni anno 300 mila litri dì olioextravergine di oliva, prodotti nei due frantoi,Santa Tea e Vertine. E. C.

su base annua (rilevazione Ismea-Gfk Eurisko), accentuandouna tendenza già in atto dall'inizio della crisi. Una débàclecon un'eccezione: i cibi biologici. Sarà la moda, malgradogh ingenti sequestri di falsi prodotti organici, sarà che moltiitaliani hanno abbracciato uno stile di vita più salutista, saràche si fidano meno dell'agricoltura convenzionale, latto stache tra il 2010 e il 2012 le vendite di prodotti alimentari bionei negozi specializzati sono cresciute del 14,5 percento, conun incremento importante anche nella grande distribuzio- •

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Speciale Grand Tour

ne. E le previsioni per il 2013 parlano di un ulteriore più /,7per cento (dati Osservatorio Sana 2013 a cura di Nomisma).Per un giro d'affari di 3 miliardi di euro, che colloca l'Italia,con quasi 50 mila aziende e una superficie coltivata di oltreun milione e 100 mila ettari (dati Sinab) al quarto posto inEuropa dietro Germania, Francia e Regno Unito e in sestaposizione nella classifica mondiale. È cresciuta a tal punto,la domanda di vini biologici, che al prossimo "Vinitaly" (6-9aprile 2014 a Veronafiere) per la prima volta ci sarà uno spa-zio dedicato, Vinitalybio. Per ospitare bottiglie "slow" comeil Chianti Classico 2010 di Val delle Corti, oppure il Brunellodi Montalcino Bramante Riserva 2007 di San Lorenzo, cheil 7 dicembre, all'agriturismo Ponterosa a Morrovalle, vici-no a Macerata, accompagneranno una delle CentoCene perlanciare la guida "Slow Wine 2014'". 1 vini, tuttavia, sonosolo un aspetto del fenomeno bio. «Anche se la maggior partedelle imprese bio è concentrata al Sud e la leadership per nu-mero di aziende di trasformazione spetta all'Emilia Romagnaseguita da Lombardia e Veneto, storicamente nelle regionidell'Italia centrale esiste una forte concentrazione di impreseorientate all'impegno sociale», dice Paolo Carnemolla, pre-sidente di Federbio, la federazione che rappresenta il 40 percento dei produttori agricoli italiani del settore. Il riferimentoè alle cooperative sociali come Capodarco a Grottaferrata,alle porte di Roma, 25 ettari coltivati a ortaggi, vini, olio,miele e un allevamento avicolo a terra, che rifornisce negozi,mense scolastiche e gruppi di acquisto solidale.IL GRANO DEL SENATORE. Nelle Marche, intanto, gli operato-ri del settore fanno squadra. Da tre anni il Consorzio MarcheBiologiche, promosso da cinque cooperative (Gino Girolomoni,Italcer, La Terra e il Cielo, Montebello e Terra bio) con 300 pro-duttori soci, unisce in un'unica filiera gli agricoltori biologici del-la regione, che coltivano soprattutto cereali, foraggi, trasformatepoi in pasta, zuppe con cereali (orzo, miglio, avena, farro), mue-sli e caffè d'orzo. Inoltre, il consorzio sostiene il recupero dellabiodiversità anche attraverso l'utilizzo di varietà antiche come ilgrano duro "Senatore Cappelli", che porta il nome del senatoreabruzzese Raffaele Cappelli, promotore nei primi del Novecentodella riforma agraria. Negli anni Trenta e Quaranta era una va-rietà d'eccellenza, poi caduta in disgrazia e ora riscoperta. Oggiquesto frumento pregiato è coltivato da poche aziende agricoleesclusivamente secondo il metodo biologico nelle Marche, in

Figli delle stelle

Puglia e in Basilicata. Quanto ai vini marchigiani, le scopertenon mancano. Sia sul fronte del Verdicchio, intorno a Jesi, e suquello del Piceno. A Offida, ad esempio, nella zona di produzio-ne del Rosso Piceno Superiore, operano aziende di prim'ordinecome Aurora, tra i fondatori dell'Associazione mediterranea perl'agricoltura biologica (il bianco Falerio dei Colli Ascolani 2012,17 ventesimi nella guida "1 vini d'Italia 2014" dell'Espresso) erealtà in grande crescita come Giù Ciù della famiglia Bartolo-mei, 130 ettari dedicati per la maggior parte ai vitigni autoctoni.Producono solo vini biologici, tra cui spicca l'Offida Pecorino Le

Neanche il tempo di assaporarela terza stella Michelin, la grandenovità della Guida Rossa 2014.Che per la prima volta assegnail massimo riconoscimentoa un ristorante d'Abruzzo,il Casadonna Reale a Casteldi Sangro, in un ex conventodel Cinquecento a un'ora di autodall'Aquila, spostando a sud ilconfine dell'eccellenza, fino a ierifermo all'ottavo re di Roma, Heinz

Beck. con La Pergola dell'HotelRome Cavalieri. Giusto il tempo digioire: Niko Romito, 39 anni, chegestisce il ristorante insieme allasorella Cristiana, è già pronto alanciare insieme a Pasta Garofalo"Unforketable". il database "inprogress" di ricette custodite in unsito web, per far conoscere a tuttila cucina italiana. Iniziativa che siaggiunge a "Spazio", il progettodedicato agli allievi della scuola

di alta cucina Niko RomitoFormazione, inaugurata nel 2012:a metà novembre otto giovani chefdella scuola si sono trasferiti perdieci giorni nella cucina delristorante Settembrini, a Roma,trasformandola in laboratoriodi ricerca e sperimentazione.Romito a parte, è piuttosto nutritoil plotone degli chef stellatidell'Italia centrale: a Firenzesi conferma Enoteca Pinchiorri

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PIANO GRANDE DI CASTELLUCCIO DiNORCIA. IN UMBRIA. A SINISTRA: L'EXMONASTERO DI MONTEBELLO. VICINOA URBINO. SEDE DELLA COOPERATIVAAGRICOLA GINO GIROLOMONI.NELL'ALTRA PAGINA. IN BASSO: NIKOROMITO. CHEF DEL RISTORANTECASADONNA REALE A CASTEL DISANGRO. IN PROVINCIA DELL'AQUILA

Merlettaie 2012 (nella nostraguida 17 ventesimi).

. Al TURISTI PIACE NATURALE.Storicamente, molte aziende

, bio sono concentrate tra l'altoLazio e la Maremma, terre di noccioleti (la tonda gentile roma-na, nel Viterbese), uliveti, vigneti e allevamenti. Una delle zoned'Italia a più alta vocazione per il turismo rurale. «I visitato-ri stranieri, soprattutto quelli provenienti dal Nord Europa, inqueste regioni si aspettano di trovare cibi biologici», continuaCamemolla. Per realizzare le sue creme spalmabili a base dinocciola, ad esempio, l'azienda Dea Nocciola della famiglia DeAngelis, a Civita Castellana, si avvale di una intera filiera certi-ficata biologica, libera da Ogm e priva di glutine. Mentre più anord, nel Parco regionale della Maremma, l'Ente Terre regionali

(3 stelle), il tempio della buonatavola di Annie Féolde e GiorgioPinchiorri, alle spalle dei qualisi fanno strada i locali 2 stelle:tra gli altri, in Toscana IIPellicano a Porto Èrcole (chefAntonio Guida) e Caino aMontemerano (Valeria Piccini);in Umbria, a Baschi, Vissanidi Gianfranco Vissani. E poii signori di Senigallia, vicinoad Ancona: Mauro Uliassi con

il ristorante Uliassie Moreno Cedroni, patrondella Madonnina del Pescatore.Nel Lazio, infine, oltre ai trelocali 2 stelle (La Trota, aRivodutri, e a Roma II Pagliaccioe Oliver Glowig), fa capolinoil ristorante del Resortdi Antonello Colonna nel parconaturale di Vallefredda,a Labico, che conquistala prima stella. E. C.

toscane (ex Azienda agricola Alberese), è la più grande aziendaagricola bio d'Italia: 4.600 ettari di terreni, per la maggior partedestinati alle coltivazioni biologiche tra bosco, pascolo, pineta esuperfici coltivabili. Presidio Slow Food della razza bovina ma-remmana, produce vino Morellino di Scansano Docg, olio extravergine di oliva Igp Toscano Biologico, cereali e ortaggi, passatedi pomodoro.DAI GAS Al GODO. In Umbria, invece, per far incontrare produt-tori e consumatori già da qualche anno sono attivi in sette città(tra cui Perugia, Todi e Terni) i Godo, i gruppi organizzati didomanda e offerta promossi dalla sezione regionale dall'Aiab,l'associazione italiana agricoltura biologica che nel 2013 festeg-gia 25 anni. Oltre a gestire le consegne di ortaggi, cereali, vino,carne, legumi e altri prodotti, ogni Godo organizza per i socidegustazioni guidate e seminari sull'agricoltura bio. E nonsolo tra i privati, i gruppi di acquisto promuovono i prodottibiologici anche nelle aziende e nelle mense scolastiche.Come risulta dalla recente indagine realizzata da Nomisma

per Pentapolis, oggi in Italia sono 1.196 le mense scolasti-che bio (dato Biobank), con una netta prevalenza nel Nord,mentre nei primi anni Duemila erano solo 200. Un numerodestinato a crescere nei prosssimi anni. In questo contesto,le scuole dell'infanzia, elementari e medie del Comune diRoma rappresentano un caso di successo. Il 67 per cento deiprodotti offerti, infatti, proviene da agricoltura biologica,mentre un giorno a settimana, il martedì, tutti gli alimentidel menu sono certificati. Non è poco, visto che il servizioconsiste in 145 mila colazioni, altrettanti pasti e merende algiorno in 550 scuole dotate di cucina. «L'esperienza della so-stenibilità non si esaurisce con i pasti bio», sottolinea SilviaZucconi, coordinatore area agricoltura e industria alimenta-re di Nomisma: « C'è uno sforzo importante per l'utilizzo distoviglie lavabili e nella redazione dei menu si valuta anchel'impronta ecologica del pasto, non solo le caratteristichenutrizionali degli alimenti. La scuola, in questo modo, di-venta un laboratorio dove individuare azioni concrete perla sostenibilità ambientale del pianeta. Il caso di Roma è unottimo esempio», conclude Zucconi. •

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