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Parrocchia di Monigo FOGLIETTO PARROCCHIALE a. XVIII n° 43 - 24.12.17 - IV Avvento In internet: www.parrocchiamonigo.com - Parroco: 3472631330 Natale 2017 Tra cielo e terra Le tre domande poste dai nostri giovani ieri sera: 1.Siamo in cammino? Me lo son chiesto ieri sera: io prete, sono in cammino? Oppure sono orami ben sistemato nella mia tanapur offrendo i servizi richies- mi, aendendo solo una fine? Mi chiedevo anche se noi che costuiamo la co- munità crisana che vive nel quarere di Moni- go dà limpressione di una cosa in cammino o di persone ferme, intente a gesre e difendere i loro spazi di vita ad offrire anche dei servizi, ma non in cammino”. Cosa vuol dire, per noi oggi, essere in cammi- no? Esserlo individualmente ed esserlo come comunità di persone? Per chi è in cammino, conta più il tempo dello spazio, come afferma Papa Francesco, dal mo- mento che non possiedi un tuo territorio, ma passi dalluno allaltro per seguire la stella’, co- me i re magi del Natale. S. Paolo afferma che egli, dal canto suo, si sente in corsa come un velocista o anche un marato- neta: non ha tempo di sostare perché deve rag- giungere la meta. Che vuol dire, per noi oggi, essere in cammino? 2. Cosa abbiamo da offrire? Già. I magi non si meono in cammino a mani vuote. Partono portando con sé doni preziosi. Sanno di averli e li portano con sé nel cammino. Se quei magi fossero sta dei signoro tu in- ten a difendere il loro territorio ed i loro privi- legi non si sarebbero messi in cammino, perché credevano di avere già abbastan- za, e i doni preziosi dei magi non li avrebbero possedu. Quei doni preziosi ap- partengono solo a chi si pone nella vita come un viaggiatore, un nomade, un pellegrino. I veri ricchi sono coloro che non possiedono nulla perché anelano a beni che non sono su questa terra. 3. Cosa vogliamo chiedere? Domanda apparentemente facile, infanle. Al Natale apparene quella profezia nella quale il re Natan si rifiuta di chiede: non voglio chiedere Recital in chiesa Venerdì 6 gennaio ore 16 Brani scel dal libro In nome della madredi: Erri De Luca Gruppo “Lettori Estro Versi” alternato a can mariani esegui da Paola De Longhi Favotto Marco (organo)

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Parrocchia di Monigo FOGLIETTO PARROCCHIALE a. XVIII n° 43 - 24.12.17 - IV Avvento

In internet: www.parrocchiamonigo.com - Parroco: 3472631330

Natale 2017

Tra cielo e terra

Le tre domande poste dai nostri giovani ieri sera:

1. Siamo in cammino? Me lo son chiesto ieri sera: io prete, sono in cammino? Oppure sono orami ben sistemato nella mia ‘tana’ pur offrendo i servizi richiesti-mi, attendendo solo una fine? Mi chiedevo anche se noi che costituiamo la co-munità cristiana che vive nel quartiere di Moni-go dà l’impressione di una cosa in cammino o di persone ferme, intente a gestire e difendere i loro spazi di vita ad offrire anche dei servizi, ma non “in cammino”. Cosa vuol dire, per noi oggi, essere in cammi-no? Esserlo individualmente ed esserlo come comunità di persone? Per chi è in cammino, conta più il tempo dello spazio, come afferma Papa Francesco, dal mo-mento che non possiedi un tuo territorio, ma passi dall’uno all’altro per seguire ‘la stella’, co-me i re magi del Natale. S. Paolo afferma che egli, dal canto suo, si sente in corsa come un velocista o anche un marato-neta: non ha tempo di sostare perché deve rag-giungere la meta. Che vuol dire, per noi oggi, essere in cammino? 2. Cosa abbiamo da offrire? Già. I magi non si mettono in cammino a mani vuote. Partono portando con sé doni preziosi. Sanno di averli e li portano con sé nel cammino. Se quei magi fossero stati dei signorotti tutti in-tenti a difendere il loro territorio ed i loro privi-legi non si sarebbero messi in cammino, perché

credevano di avere già abbastan-za, e i doni preziosi dei magi non li avrebbero posseduti. Quei doni preziosi ap-

partengono solo a chi si pone nella vita come un viaggiatore, un nomade, un pellegrino. I veri ricchi sono coloro che non possiedono nulla perché anelano a beni che non sono su questa terra. 3. Cosa vogliamo chiedere? Domanda apparentemente facile, infantile. Al Natale appartiene quella profezia nella quale il re Natan si rifiuta di chiede: non voglio chiedere

Recital in chiesa Venerdì 6 gennaio ore 16

Brani scelti dal libro “In nome della madre” di:

Erri De Luca

Gruppo “Lettori Estro Versi”

alternato a canti mariani eseguiti da

Paola De Longhi

Favotto Marco (organo)

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nulla a Dio. Aveva infatti paura di perdere la con-trollo della sua vita e del suo potere. A Dio spesso chiediamo ciò che ci servirebbe per continuare a vivere senza di Lui. Chiediamo ciò che ci mantiene a debita distanza da Lui. Siamo spesso figli che chiedono al padre ogni cosa, tranne lui stesso, la sua presenza, il suo amore. Che sia un Natale che risveglia, pone in cammi-no, aiuta a guardare oltre le nostre piccole sicu-rezze.

Segni natalizi di speranza:

Aperto corri-doio umani-tario dalla Li-bia

Intesa governo-Cei, abbracciati 162 pro-fughi dal cardinale Bassetti e Minniti

LUCA LIVERANI

È buio quando il C130J dell’Aeronautica milita-re partito da Tripoli atterra alle 18 sulla pista dell’aeroporto di Pratica Di Mare. Fa freddo, il cielo è limpido e la luna è sottile. Il cielo per-fetto per un presepe. Il grosso velivolo militare si avvicina rullando e rombando. Trasporta un carico frastornato e incredulo di mamme e bambinelli, scampati miracolosamente agli Erodi libici. Sono 108, in gran parte ragazze giovanissime con uno o due bambini, qualcuna anche tre. Molti dei più piccini sono stati con-cepiti durante il calvario violento affrontato da queste donne in fuga da altre violenze. Il se-condo aereo atterrerà un paio d’ore dopo con altri 54 profughi. In tutto 162 tra somali, eri-trei, etiopi di etnia Omoro, yemeniti.

Sono i protagonisti inconsapevoli di un evento unico: il primo corridoio umanitario dalla Libia, il primo gestito direttamente dalla Cei, attra-verso la Caritas italiana, e dal governo. La stra-da già sperimentata con successo dalla Chiesa italiana è stata accolta dal Viminale e dalla Far-

nesina, che stavolta hanno messo a disposizio-ne non solo la macchina amministrativa, come per i corridoi per i siriani di Sant’Egidio, Fcei e Valdesi, o come per quello aperto di recente dalla Cei con Sant’Egidio dal Corno d’Africa. Stavolta lo Stato italiano ha prestato anche la diplomazia e i mezzi per portare in salvo que-sto primo gruppo di profughi, strappandoli ai trafficanti e alle carceri libiche e affidandoli all’accoglienza di diocesi e realtà ecclesiali. Un viaggio verso una nuova vita, non su un barco-ne, rischiando la vita e ingrassando i trafficanti di schiavi, ma con un volo militare, in tutta si-curezza per loro e per il nostro Paese che sa chi accoglie. Una collaborazione efficace tra

Cei e Viminale che si è avvalsa del supporto es-senziale dell’Acnur.

L’avventura è cominciata con la richiesta della Cei al ministero degli Esteri per il rilascio di permessi per protezione umanitaria. Allora il ministero degli Interni si è attivato, chiedendo all’Agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati di ottenere il rilascio dalle carceri libiche di mi-granti da paesi che Tripoli riconosce come luo-ghi di origine di profughi. Dei 162 atterrati ieri sera, 42 saranno accolti nei Cas, i centri di ac-coglienza straordinaria, e nelle strutture dei comuni aderenti al sistema Sprar. Di tutti gli al-tri, 120 persone, si farà invece carico la Chiesa italiana distribuendoli in 16 diocesi: Arezzo, Benevento, Bergamo, Biella, Ferrara, Firenze, Genova, Milano, Reggio Calabria, Savona, Teg-giano-Policastro, Teramo, Termoli, Treviso, Va-rese, Ventimiglia-Sanremo.

Sulla pista, a dare il benvenuto alle ragazze e alle mamme che passano dal C130J al pullman, con i loro vestiti colorati e gli scialli sulla testa,

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c’è il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, assieme al responsabile immigrazio-ne di Caritas Italiana, Oliviero Forti: «Con i miei confratelli vescovi – dice il cardinale – abbiamo creduto nella possibilità di un corridoio dalla Libia, per salvare queste creature innocenti. Ma sarebbe stato impossibile senza tanti pre-ziosi collaboratori. È un’antivigilia di Natale bellissima. Neanche la Sacra Famiglia trovò chi li ospitasse. E quanti bambini, piccoli e piccolis-simi in braccio alle loro madri, hanno trovato accoglienza dopo tante lacrime. La nostra pa-tria, la nostra casa è la loro casa. È il primo buon Natale per queste persone». Tra i profu-ghi di questo primo aereo c’è una coppia parti-colarissima di «minori soli non accompagnati»: una mamma di soli 17 anni con il suo bimbo nato da meno di un mese.

«E’ una prima volta storica – dice il ministro dell’Interno Marco Minniti nell’hangar di fronte alla pista – perché la Li-bia non ha mai firmato la con-venzione di Ginevra del 1951. Grazie anche alla collaborazio-ne del governo libico si è potu-to aprire questo corridoio per bambini, donne, mamme che scappano da situazioni diffici-lissime e trovano in Italia un tetto e una mensa. Questa ini-ziativa è stata accesa dal cardi-nale Bassetti – sottolinea il mi-nistro dell’Interno – che ringra-zio per avere contribuito con noi a questo percorso. Come italiani siamo particolarmen-teorgogliosi di avere dato la salvezza a questi rifugiati sottraendoli ai trafficanti». Minniti è visibilmente soddi-sfatto: «Abbiamo dimostrato, e l’avevamo detto, che l’impegno era di sconfiggere l’illegalità e i trafficanti. E una volta sconfitti avremmo promosso la legalità.

Battezziamo questo primo corridoio umanita-rio dalla Libia e siamo particolarmente conten-ti che avvenga a ridosso di una festa importan-te per la cristianità. L’Italia – aggiunge Minniti – oggi ha scritto una bellissima pagina di acco-glienza e solidarietà con la forza del suo siste-ma paese: perché nelle circostanze più impe-gnative l’Italia dà il meglio». Poi fa una pro-messa: «Questo è un inizio, continueremo a la-vorare con le autorità libiche e l’Acnur per combattere l’illegalità e costruire la legalità e la solidarietà».

Per l’Acnur non è stata un’operazione sempli-ce. Ma gli operatori sul campo hanno compiu-to un altro miracolo: in sole dodici ore molte di

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0Giorno Ore Intenzioni S. Messe defunti

Sabato 23 18.30 Guglielmin Alvise, Nicoletti Luigina e Piazza Angelo, Possanzini Berta; Liberali Rino e Fam. Vianello; def. Pozzobon Sergio e fam. Pozzobon Giuseppe e Zanatta Antonio;

Domenica

24

8.00 S. Anna Specie Giovanni; Gallaon Franco;

9.00

11.00

Natale 25 8.00 9.00 11.00

Martedì 26 10.00 S. Stefano

Battesimo di Davide Zanetta di Andrea e Laura Lupo

Mercoledì 27 18.30 S. Giovanni

Marco Salvatore Francesco Coviello;

Giovedì 28 18.30 SS. Innocenti

Venerdì 29 9.00

Sabato 30 18.30

Domenica

31

8.00 S. Anna Menegazzi Umberto, Emilia, Giannina, Lorenzo, Marcello;

9.00 Fam. Brunello Marcello;

11.00

queste persone sono passate da un centro di detenzione all’accoglienza calda e solidale dell’Italia. L’agenzia delle Nazioni unite in que-sti mesi ha compiuto 995 visite nei centri libici dove sono detenuti in condizioni vergognose tutti i migranti fermati sul territorio o recupe-rati in mare dalle motovedette libiche mentre cercavano di partire. Finora sono riusciti a identificare e far rilasciare 1.200 profughi. Nel 2018 contano di liberarne tra 5 e 10 mila. E re-stituire a tutti dignità e vita.

Cari cristiani, vedete che “si può”?

Non lasciamoci incantare dalle chiacchere di chi, per una manciata di voti, venderebbe an-che sua madre. Guardiamoci dalla gente velenosa e disfattista che usa la paura come combustibile della sua campagna elettorale. Se la politica è un servizio oneroso per il bene del popolo, come mai si scannano tanto per andare al governo? Vuol dire che a muoverli non è l’amore alla gente, ma la brama di pote-re e magari di arricchirsi a spese del popolo.

AVVISI

Ricordo rinnovo abbonamenti alla “Vita del popolo”

S. Messa della notte di Natale ore 23

Venerdì 6 gennaio Recital in chiesa ore 16