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Speciale 46 a Settimana sociale 2 11 15 Spazio Giovane Editoriale di Vincenzo Filice Sanità Oggi Famiglia Sped. Abb. Post. 45% Art. 2 Comma 20/b Legge 662/96 - Filiale di Cosenza Anno XXII n.9-10-11/settembre-ottobre-novembre 2010 segue a pag. 16 “Cattolici nell’Italia di oggi. Un’Agenda di speranza per il futuro del Paese” Responsabilità e unità per una speranza affidabile Ahi serva Italia, di dolore ostello, Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello! non donna di provincie, ma bordello! (Purg.,VI, 76-78) (Purg.,VI, 76-78) Q uesti celebri versi danteschi uesti celebri versi danteschi sembrano scrii per l’Italia di sembrano scrii per l’Italia di oggi. A conti fai, nulla è cambiato e oggi. A conti fai, nulla è cambiato e la tempesta continua a imperversare la tempesta continua a imperversare tra il mugugno generale e le ripetute tra il mugugno generale e le ripetute toppe vecchie ricucite sul vestito toppe vecchie ricucite sul vestito nuovo. L’Italia sperimenta un nuovo. L’Italia sperimenta un dissesto economico ed etico-valoriale dissesto economico ed etico-valoriale di proporzioni gigantesche. Non c’è di proporzioni gigantesche. Non c’è posto per la speranza, dunque, dopo posto per la speranza, dunque, dopo 7 secoli? Andiamoci piano. Non avere 7 secoli? Andiamoci piano. Non avere tuo, non vuol dire non avere nulla. tuo, non vuol dire non avere nulla. L’Italia moderna L’Italia moderna , unificata dopo , unificata dopo anni (dal 1848 al 71) di loe intestine anni (dal 1848 al 71) di loe intestine e di prezzi pagati dalla solita e e di prezzi pagati dalla solita e povera gente, è divenuta nazione povera gente, è divenuta nazione e, oggi, è la V potenza mondiale: e, oggi, è la V potenza mondiale: benessere più diffuso, assistenza benessere più diffuso, assistenza medica e istruzione per tui, Well- medica e istruzione per tui, Well- fare, libertà e dirii individuali fare, libertà e dirii individuali tutelati, sistema democratico e tutelati, sistema democratico e costituzionale consolidato. I capisaldi costituzionale consolidato. I capisaldi di un sistema di convivenza civile, di un sistema di convivenza civile, pacifico e dignitoso per tui, sono pacifico e dignitoso per tui, sono definitivamente acquisiti. L’Italia definitivamente acquisiti. L’Italia è cresciuta. Libera dalle tutele è cresciuta. Libera dalle tutele sfruatrici: feudali, monarchiche, sfruatrici: feudali, monarchiche, autoritarie, partitocratiche, è divenuta autoritarie, partitocratiche, è divenuta adulta. adulta. Ma come spesso accade, l’entrata Ma come spesso accade, l’entrata nel mondo adulto accresce anche la nel mondo adulto accresce anche la responsabilità, le difficoltà e le sfide responsabilità, le difficoltà e le sfide del futuro. Per cui viene spontaneo del futuro. Per cui viene spontaneo pensare: “stavamo meglio quando pensare: “stavamo meglio quando stavamo peggio”. Ma non è così. stavamo peggio”. Ma non è così. In realtà ci siamo lasciati vivere, In realtà ci siamo lasciati vivere, cullati sull’onda del benessere e cullati sull’onda del benessere e dell’assistenzialismo. Certo, altro è dell’assistenzialismo. Certo, altro è camminare tenuti per mano, altro camminare tenuti per mano, altro è camminare sulle proprie gambe è camminare sulle proprie gambe segue a pag. 2 segue a pag. 2 N ell’orizzonte della presenza della Chiesa nel mondo, emerge non di rado il discorso sulla laicità, che sembrerebbe a qualcuno di per sé incompatibile con ogni istanza di tipo religioso. Per ragioni di giustizia, bisogna dire che la laicità nasce con il cristianesimo: il mondo, in quanto creato da Dio, non è Dio e la grazia della redenzione suppone la natura umana.... E’ del tuo evidente che la distinzione fino alla separatezza tra le due sfere, e il preteso confinamento della religione nello spazio individuale e privato, non appartengono alla visione né cristiana né religiosa delle cose, ma neppure alla ragione, semplicemente perché non appartengono all’uomo. L’uomo è uno in se stesso e non sopporta schizofrenie. Inoltre, la civitas mundi e la civitas Dei riguardano gli stessi “ciadini”, e quindi entrambe le civitas hanno come scopo il bene delle medesime persone: bene che, pur avendo differenti e specifiche nature nelle rispeive sfere, tuavia non si escludono e non sono tra loro contradditori. Infai, il bene supremo della vita eterna non ostacola il bene materiale dell’individuo e della società, al contrario lo promuove con iniziative sociali e umanitarie che la Chiesa pratica da sempre. Ma soprauo lo promuove annunciando in Cristo Gesù la pienezza dell’umanità dell’uomo, e il criterio irrinunciabile della sua dignità integrale come misura di Settimana Sociale di Reggio Calabria Dalla prolusione di Bagnasco, Presidente CEI, stralciamo la riflessione proposta dal porporato su Laicità e laicismo

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Speciale46a Settimana sociale2 11 15Spazio

Giovane

Editorial

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Sanità

OggiFamigliaOggiOggiSped. Abb. Post. 45% Art. 2 Comma 20/b Legge 662/96 - Filiale di CosenzaSped. Abb. Post. 45% Art. 2 Comma 20/b Legge 662/96 - Filiale di Cosenza

FamigliaPeriodico del

FamigliaFamigliaFamigliaCENTRO SOCIO-CULTURALE

FamigliaFamigliaFamiglia“VITTORIO BACHELET” Cosenza

FamigliaFamigliaFamigliaAl servizio

FamigliaFamigliaFamigliadella famiglia in Calabria

FamigliaFamigliaAnno XXII n.9-10-11/settembre-ottobre-novembre 2010

segue a pag. 16

“Cattolici nell’Italia di oggi.Un’Agenda di speranza per il futuro del Paese”

Responsabilità e unitàper una speranza affidabile

Ahi serva Italia, di dolore ostello,Ahi serva Italia, di dolore ostello,Ahi serva Italia, di dolore ostello,nave sanza nocchiere in gran tempesta, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello! non donna di provincie, ma bordello! (Purg.,VI, 76-78)(Purg.,VI, 76-78)non donna di provincie, ma bordello! non donna di provincie, ma bordello! (Purg.,VI, 76-78)non donna di provincie, ma bordello! non donna di provincie, ma bordello!

Questi celebri versi danteschi uesti celebri versi danteschi sembrano scritti per l’Italia di sembrano scritti per l’Italia di

oggi. A conti fatti, nulla è cambiato e oggi. A conti fatti, nulla è cambiato e Qoggi. A conti fatti, nulla è cambiato e QQsembrano scritti per l’Italia di sembrano scritti per l’Italia di oggi. A conti fatti, nulla è cambiato e

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nuovo. L’Italia sperimenta un nuovo. L’Italia sperimenta un toppe vecchie ricucite sul vestito toppe vecchie ricucite sul vestito nuovo. L’Italia sperimenta un toppe vecchie ricucite sul vestito toppe vecchie ricucite sul vestito

dissesto economico ed etico-valoriale dissesto economico ed etico-valoriale nuovo. L’Italia sperimenta un nuovo. L’Italia sperimenta un dissesto economico ed etico-valoriale nuovo. L’Italia sperimenta un nuovo. L’Italia sperimenta un

di proporzioni gigantesche. Non c’è di proporzioni gigantesche. Non c’è posto per la speranza, dunque, dopo posto per la speranza, dunque, dopo di proporzioni gigantesche. Non c’è di proporzioni gigantesche. Non c’è posto per la speranza, dunque, dopo di proporzioni gigantesche. Non c’è di proporzioni gigantesche. Non c’è

7 secoli? Andiamoci piano. Non avere 7 secoli? Andiamoci piano. Non avere posto per la speranza, dunque, dopo posto per la speranza, dunque, dopo 7 secoli? Andiamoci piano. Non avere posto per la speranza, dunque, dopo posto per la speranza, dunque, dopo

tutto, non vuol dire non avere nulla. tutto, non vuol dire non avere nulla. 7 secoli? Andiamoci piano. Non avere 7 secoli? Andiamoci piano. Non avere tutto, non vuol dire non avere nulla. 7 secoli? Andiamoci piano. Non avere 7 secoli? Andiamoci piano. Non avere

L’Italia modernaL’Italia moderna, unificata dopo , unificata dopo anni (dal 1848 al 71) di lotte intestine anni (dal 1848 al 71) di lotte intestine

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e di prezzi pagati dalla solita e e di prezzi pagati dalla solita e povera gente, è divenuta nazione povera gente, è divenuta nazione e di prezzi pagati dalla solita e e di prezzi pagati dalla solita e povera gente, è divenuta nazione e di prezzi pagati dalla solita e e di prezzi pagati dalla solita e

e, oggi, è la V potenza mondiale: e, oggi, è la V potenza mondiale: povera gente, è divenuta nazione povera gente, è divenuta nazione e, oggi, è la V potenza mondiale: povera gente, è divenuta nazione povera gente, è divenuta nazione

benessere più diffuso, assistenza benessere più diffuso, assistenza benessere più diffuso, assistenza e, oggi, è la V potenza mondiale: e, oggi, è la V potenza mondiale: benessere più diffuso, assistenza e, oggi, è la V potenza mondiale: e, oggi, è la V potenza mondiale:

medica e istruzione per tutti, Well-medica e istruzione per tutti, Well-benessere più diffuso, assistenza benessere più diffuso, assistenza medica e istruzione per tutti, Well-benessere più diffuso, assistenza benessere più diffuso, assistenza

fare, libertà e diritti individuali fare, libertà e diritti individuali medica e istruzione per tutti, Well-medica e istruzione per tutti, Well-fare, libertà e diritti individuali medica e istruzione per tutti, Well-medica e istruzione per tutti, Well-

tutelati, sistema democratico e tutelati, sistema democratico e tutelati, sistema democratico e costituzionale consolidato. I capisaldi costituzionale consolidato. I capisaldi di un sistema di convivenza civile, di un sistema di convivenza civile, di un sistema di convivenza civile, costituzionale consolidato. I capisaldi costituzionale consolidato. I capisaldi di un sistema di convivenza civile, costituzionale consolidato. I capisaldi costituzionale consolidato. I capisaldi

pacifico e dignitoso per tutti, sono pacifico e dignitoso per tutti, sono definitivamente acquisiti. L’Italia definitivamente acquisiti. L’Italia pacifico e dignitoso per tutti, sono pacifico e dignitoso per tutti, sono definitivamente acquisiti. L’Italia pacifico e dignitoso per tutti, sono pacifico e dignitoso per tutti, sono

è cresciuta. Libera dalle tutele è cresciuta. Libera dalle tutele definitivamente acquisiti. L’Italia definitivamente acquisiti. L’Italia è cresciuta. Libera dalle tutele definitivamente acquisiti. L’Italia definitivamente acquisiti. L’Italia

sfruttatrici: feudali, monarchiche, sfruttatrici: feudali, monarchiche, autoritarie, partitocratiche, è divenuta autoritarie, partitocratiche, è divenuta adulta. adulta. autoritarie, partitocratiche, è divenuta autoritarie, partitocratiche, è divenuta adulta. autoritarie, partitocratiche, è divenuta autoritarie, partitocratiche, è divenuta

Ma come spesso accade, l’entrata Ma come spesso accade, l’entrata nel mondo adulto accresce anche la nel mondo adulto accresce anche la

Ma come spesso accade, l’entrata Ma come spesso accade, l’entrata nel mondo adulto accresce anche la

Ma come spesso accade, l’entrata Ma come spesso accade, l’entrata

responsabilità, le difficoltà e le sfide responsabilità, le difficoltà e le sfide del futuro. Per cui viene spontaneo del futuro. Per cui viene spontaneo responsabilità, le difficoltà e le sfide responsabilità, le difficoltà e le sfide del futuro. Per cui viene spontaneo responsabilità, le difficoltà e le sfide responsabilità, le difficoltà e le sfide

pensare: “stavamo meglio quando pensare: “stavamo meglio quando del futuro. Per cui viene spontaneo del futuro. Per cui viene spontaneo pensare: “stavamo meglio quando del futuro. Per cui viene spontaneo del futuro. Per cui viene spontaneo

stavamo peggio”. Ma non è così. stavamo peggio”. Ma non è così. pensare: “stavamo meglio quando pensare: “stavamo meglio quando stavamo peggio”. Ma non è così. pensare: “stavamo meglio quando pensare: “stavamo meglio quando

In realtà ci siamo lasciati vivere, In realtà ci siamo lasciati vivere, stavamo peggio”. Ma non è così. stavamo peggio”. Ma non è così. In realtà ci siamo lasciati vivere, stavamo peggio”. Ma non è così. stavamo peggio”. Ma non è così.

cullati sull’onda del benessere e cullati sull’onda del benessere e dell’assistenzialismo. Certo, altro è dell’assistenzialismo. Certo, altro è camminare tenuti per mano, altro camminare tenuti per mano, altro è camminare sulle proprie gambe è camminare sulle proprie gambe camminare tenuti per mano, altro camminare tenuti per mano, altro è camminare sulle proprie gambe camminare tenuti per mano, altro camminare tenuti per mano, altro

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Nell’orizzonte della presenza della Chiesa nel mondo,

emerge non di rado il discorso sulla laicità, che sembrerebbe a qualcuno di per sé incompatibile con ogni istanza di tipo religioso. Per ragioni di giustizia, bisogna dire che la laicità nasce con il cristianesimo: il mondo, in quanto creato da Dio, non è Dio e la grazia della redenzione suppone la natura umana.... E’ del tutto evidente che la distinzione fino alla separatezza tra le due sfere, e il preteso confinamento della religione nello spazio individuale e privato, non appartengono alla visione né cristiana né religiosa delle cose, ma neppure alla ragione, semplicemente perché non appartengono all’uomo. L’uomo è uno in se stesso e non sopporta schizofrenie. Inoltre,

la civitas mundi e la civitas Dei riguardano gli stessi “cittadini”, e quindi entrambe le civitas hanno come scopo il bene delle medesime persone: bene che, pur avendo differenti e specifiche nature nelle rispettive sfere, tuttavia non si escludono e non sono tra loro contradditori. Infatti, il bene supremo della vita eterna non ostacola il bene materiale dell’individuo e della società, al contrario lo promuove con iniziative sociali e umanitarie che la Chiesa pratica da sempre. Ma soprattutto lo promuove annunciando in Cristo Gesù la pienezza dell’umanità dell’uomo, e il criterio irrinunciabile della sua dignità integrale come misura di

Settimana Sociale di Reggio CalabriaDalla prolusione di Bagnasco, Presidente CEI,

stralciamo la riflessione proposta dal porporato su Laicità e laicismo

O G G I F A M I G L I A

Anno XXII n.9-10-11/ settembre-ottobre-novembre 20102

segue editoriale da pag. 1

senza appoggi e garanzie. E allora? Allora bisogna decidersi di stare in piedi da soli e guardare al futuro con fiducia e speranza confortati dal proprio patrimonio di intelligenza e di savoir-faire. Questo ci deve portare a capire, per esempio, che i partiti, le istituzioni ( tutte!), sono strumenti e non fini. Esse sono al servizio della persona e non viceversa. E quando non servono la persona bisogna operare per cambiarle “intus et in cute”.

Proprio per questo 1200 delegati provenienti da tutta Italia, si sono dati appuntamento a Reggio Calabria per la 46a settimana sociale dei cattolici italiani. Per “scrivere una agenda di speranza”, è stato detto, per il Paese, all’altezza delle sfide di oggi; per sprigionare energie nuove e aprire, con saggezza e coraggio, nuovi orizzonti a quella creatività operosa e solidale che ha sempre contraddistinto la nostra nazione.

Il terzo millennio dovrà essere il millennio della responsabilità e dell’unità non più e non tanto per se stessi, individualisticamente e nella perversa logica di un cinico capitalismo, ma per il bene comune. E in gioco, infatti, il futuro stesso del paese che è possibile costruire, equo e solidale, solo, se il senso di responsabilità di tutti e di ciascuno, “resta alieno dall’egoismo, dalla cupidigia dei beni e dalla bramosia della carriera” (prolusione Bagnasco). Questo processo che è già attivo, oggi appare rallentato, quasi frenato, dal degrado morale generalizzato, come quando si entra, con la macchina, in lungo guado melmoso, puzzolente e pieno di insidie. Ci è piombata addosso una alluvione e siamo prigionieri dei detriti.

L’alluvione si chiama ateismo materialistico e i detriti si chiamano: edonismo, relativismo culturale ed etico, pluralismo senza verità, soggettivismo narcisistico, scientismo, utilitarismo, consumismo, arrivismo, volontà di potenza, autoreferenzialità, nichilismo. La storia passata e recente

avrebbe dovuto esserci maestra di vita. Non è stato così. E, perciò, non abbiamo capito che la “morte di Dio” nella coscienza individuale e sociale, sarà, solo e sempre, la morte dell’uomo. Tolto il fondamento assoluto all’ordine dei valori, tutti i valori , come la triste cronaca quotidiana insegna ( vedi caso Scazzi di Avetrana), implodono e questo “piccolo uomo”, autoproclamatosi “Re dell’universo”, resta un re nudo e regredisce inesorabilmente all’età del “ciuccetto”, cioè all’uomo “della pietra e della fionda”.

La 46a settimana di Reggio Calabria, per ravvivare il ruolo dei cattolici in Politica, ha sollecitato, con forza, l’attenzione sulla fede. Il credente cattolico, infatti, tutto quello che pensa e che progetta lo fa scaturire dalla sua fede in Dio. Il suo impegno è, in realtà, una risposta (responsabile!) alla chiamata dello Spirito che “fa nuove tutte le cose”. La fede, dunque, è l’anima dell’impegno del credente per un futuro amico dell’umanità dell’uomo nel consesso socio-politico della patria italiana.

E già, la fede! Ma quale? Quella del “turismo religioso” coltivata, in modo consumistico, dalla politica dei santuari e dei pellegrinaggi dove, sia pure con qualche eccezione, si somministra un sacro devozionale, miracolistico, tutto rosari e celebrazioni folcloriche, animati da stigmatizzati e veggenti di grande suggestione emotiva?. Questa fede, come è arcinoto, più che “forte e semplice” come la auspica Mondello vescovo di Reggio C., è una fede sempliciona, ingenua, fragile, intimistica e infantile, che non tocca la vita e, perciò, non porta acqua al mulino dell’impegno dei credenti, ma a quello dell’alienazione, o dell’infantilismo avido di aiuto e di sostegno meccanicistico e consolatorio. Questa fede, come sanno i meridionali pensanti, porta acqua al mulino delle “mafie devote” che ammazzano e delinquono facendosi il segno della croce, o dopo aver pregato P. Pio. Del resto il Concilio

Vaticano II, nella Gaudium et Spes, ha messo il dito sulla piaga quando rileva che l’ateismo non è qualcosa di originario, ma ha cause diverse e tra queste, i credenti stessi:”Nella genesi dell’ateismo possono contribuire non poco i credenti, nella misura in cui, per aver trascurato di educare la propria fede, o per una rappresentazione ingannevole della dottrina, od anche per i difetti della propria vita religiosa, morale e sociale, si deve dire piuttosto che nascondono e non che manifestano il genuino volto di Dio e della religione”. (n.19).

Dagli interventi della recente Settimana Sociale, non è emersa la necessità di “purificare la fede” dei credenti cattolici per renderla teologicamente motivata e aperta più che alla interpretazione della storia alla trasformazione della storia. Solo così, infatti, si può “essere nel mondo, ma non del mondo” (Mt.5,13s). Solo così si può vincere l’afasìa di cui ha parlato Mons. Bagnasco, per dare fiato, invece, alla parresìa evangelica. L’afasia è lasciarsi silenziare, intimorire, è lasciarsi rinchiudere nelle sagrestie con la scusa della laicità della Stato e della politica. La parresìa, invece, è il parlare franco, libero, coraggioso di chi non si guarda le spalle, è battersi per i valori in cui si crede con coraggio e apertura mentale senza esclusivismi e integrismi ma, anche, senza addomesticamenti e riduzionismi della verità.

Insomma, il ruolo dei cattolici nella questione sociale e in politica non è, come è stato detto giustamente, quello di un “assalto alla politica” per conquistarla e gestirla “cattolicamente”. Esso, invece, è testimonianza di fede intesa come amore per l’uomo e, perciò, come amore per Dio. Bagnasco, infatti, ha fatto bene a sottolineare che l’altro nome della questione sociale e dell’unità politica dei cattolici è, soprattutto, la questione antropologica . I cattolici, perciò, “non hanno il compito di imporre alla società pluralistica una morale cattolica”, ma di costruire una società laica senza fideismi e senza laicismi, dunque senza confessionalismi manichei e preconcetti, più inclusivista che esclusivista. Il Valore da difendere e costruire è l’umanità dell’uomo, soprattutto quello più debole e fragile, è il bene comune. Non si tratta, perciò, di intendere l’unità politica dei cattolici come un serrate le file, alla pari dell’unità della sinistra o della destra, si tratta, piuttosto di suscitare e coltivare l’unità politica degli italiani perché diventino davvero liberi di votare persone, oneste, competenti, giuste con programmi, equi, possibili, dove tutti possono ritrovare il meglio di se stessi sia come persone che come popolo. Si tratta, inoltre, del fatto che i cattolici non devono più stare divisi e ridursi, così, a fare i “porta borse” e i “porta

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Settimana sociale - giornata c 8 16 ottobre 2010 - terza giorna 17 15 ottobre 2010 - seconda gio 11 14 ottobre - Prima giornata de 13

Conferenza stampa di presen 10 Credito è speranza - Bari, 10 8 Presentazione al Senato del 6 Finanza sociale, finanza plura 10

Conferenza stampa - 10/05/2 7 L'unità nazionale: memoria co 11 Sviluppo umano e ambiente 7 Forum nazionale dei giovani 6

Settimana sociale - giornata conc17/10/2010 00:00

16 ottobre 2010 - terza giornata d16/10/2010 00:00

15 ottobre 2010 - seconda giorna15/10/2010 00:00

14 ottobre - Prima giornata dei la14/10/2010 00:00

Conferenza stampa di presentaz07/10/2010 00:00

Credito e' speranza - Bari, 10 set10/09/2010 00:00

Presentazione al Senato del docu21/07/2010 00:00

Finanza sociale, finanza plurale -05/06/2010 00:00

Conferenza stampa - 10/05/201010/05/2010 00:00

L'unita' nazionale: memoria cond03/05/2010 00:00

Sviluppo umano e ambiente23/04/2010 00:00

Forum nazionale dei giovani vers10/04/2010 00:00

Gallerie fotografiche

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O G G I F A M I G L I A

Anno XXII n.9-10-11/ settembre-ottobre-novembre 2010

…Tre anni fa le Settimane Sociali dei Cattolici Italiani compivano

il loro primo centenario di vita con la celebrazione della 45a Settimana Sociale a Pistoia e Pisa, sul tema : “Il Bene Comune oggi. Un impegno che viene da lontano”.Il cammino ora prosegue con la 46a Settimana Sociale, splendidamente accolti da questa Città e da questa Arcidiocesi, chiamati a riflettere su un tema non meno impegnativo di quello di tre anni fa: “Cattolici nell’Italia di oggi. Un’Agenda di speranza per il futuro del Paese”.

…L’attuale Comitato Scientifico e Organizzatore delle Settimane Sociali, costituito nella primavera del 2008 dal Consiglio Permanente della CEI, ha iniziato da subito a progettare questa Settimana Sociale, incoraggiato dal buon successo della precedente e dal grande interesse riscontrato per il tema del bene comune, ma anche per la storia delle Settimane, per i temi affrontati, i luoghi dove si sono svolte, i momenti storici che il nostro Paese ha attraversato lungo tutto il XX secolo, comprese le interruzioni che si incontrano nella storia delle Settimane Sociali, interruzioni talora anche lunghe che lasciano indovinare i problemi e le difficoltà del momento.

Proprio qui a Reggio Calabria si teneva 50 anni fa, dal 25 settembre al 1 ottobre, la XXXIII Settimana Sociale sul tema: “Le migrazioni interne ed internazionali nel mondo

contemporaneo”. …Da allora le Settimane

Sociali hanno conosciuto qualche trasformazione, specialmente dopo la lunga interruzione tra il ‘70 e l’inizio degli anni ‘90. È importante tenere presente la Nota CEI del 1988, che segna la ripresa delle Settimane Sociali italiane, non più sotto la diretta responsabilità della Santa Sede ma sotto quella della Conferenza Episcopale e del Comitato da questa nominato.

Nella Nota e nel Regolamento che l’accompagna vengono ben delineati “finalità, obiettivi e metodo che devono guidare le Settimane, alla

luce del Vaticano II e del Magistero pontificio, specialmente di Giovanni Paolo II…Le Settimane Sociali intendono essere una iniziativa culturale ed ecclesiale di alto profilo, capace di affrontare e se possibile anticipare gli interrogativi e le sfide, talvolta radicali, posti dall’attuale evoluzione della società...; essere strumento di ascolto e di ricerca, offrire occasioni di confronto e di approfondimento su quel che sta avvenendo e su quel che si deve fare per la crescita globale della società...Avere obiettivi e finalità coerenti con il servizio dei cattolici italiani al bene del Paese...

Consentire, sollecitare e garantire approfondimenti di alto profilo culturale e dottrinale (basati cioè sia sulla conoscenza scientifica sia sull’insegnamento della Chiesa in relazione ai vari argomenti)... fornire un valido supporto e orientamento alla presenza, molto articolata e capillare, dei cattolici nella Società italiana e alimentare in modo autorevole le connesse attività formative...

Su questa base - continua la Nota - riteniamo possa avviarsi una grande opera comunitaria di formazione permanente... utile a superare l’attuale frammentazione della vita sociale e anche ecclesiale...Le Settimane Sociali potranno rappresentare così l’espressione qualificata e unitaria di una rinnovata attenzione alla dottrina sociale della Chiesa.

Dall‘INTRODUZIONE DI S.E. MONS. ARRIGO MIGLIO

Presidente del Comitato Scientifico

Arrigo Miglio

voti” a coalizioni semplici cricche di potere e senza una ispirazione antropologica rispettosa dell’autentica umanità dell’uomo. Si tratta, infine, di far capire, con le scelte concrete, che “non è il Cristianesimo che ostacola il progresso, la democrazia, la pace” (Bagnasco). Per costruire “l’agenda di speranza per il futuro del Paese” occorre, una “nuova generazione di cattolici”, più veraci , che sappiano coniugare spiritualità e impegno politico secondo la “duplice fedeltà a Dio e all’uomo” (Bagnasco).

Il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Mons. Bagnasco, dunque ha fatto chiarezza. Ma non troppa. Il Magistero, infatti, non ha ancora detto come si può arrivare a “quella nuova generazione”. Se la fede deve essere l’humus ispiratore dell’agire politico dei cattolici, io credo che occorra un passo decisivo, annunciato a suo tempo, da Mons. Enrico Bartoletti segretario della CEI dal 1972 al 1976, che porti la Chiesa ad abbandonare la sacramentalizzazione

automatica per una nuova evangelizzazione più consona alla promozione umana per una cultura dell’uomo, della vita e della famiglia. Il cattolicesimo non deve essere più una questione di quantità, ma di qualità. I sacramenti dovranno ridiventare il punto di arrivo di un serio, impegnativo, cammino di fede che porti alla metànoia, cioè, ad una forma mentis evangelica e non il punto di partenza per, poi, fermare tutta l’educazione cristiana all’iniziazione infantile. La fede comporta una scelta di vita, comporta la sequela di Cristo e l’incarnazione non nella grande storia, ma in quella umile e povera. La fede, che non va confusa con la sua forma religiosa ereditata dalla paganizzazione del Cristianesimo, va maturata e pensata perché conduca ad una scelta di vita alternativa a quella mondana. Essa non può essere più una eredità, un costume sociologico che crea una appartenenza solo formale all’interno di famiglie vagamente cattoliche, o inclini a quella “vana credulità” di

cui parlava Paolo VI nella Marialis Cultus. Senza questa precondizione, non sarà possibile “una nuova generazione di cattolici”.

Per essere all’altezza della sfida, di cui si è parlato nella settimana sociale di Reggio Calabria, occorre una inversione ad “U” nella pastorale e nella catechesi delle nostre parrocchie che non possono più ridursi ad essere luoghi di culto, o stazioni di servizio di una religione magico-sacrale già messa la bando da Gesù. Il magistero CEI, in merito, si è pronunciato già nel 1989 .” La parrocchia non può ridursi solo al culto, e tanto meno all’adempimento burocratico delle varie pratiche. Bisogna che nasca una parrocchia comunità missionaria di credenti, che si ponga come «soggetto sociale» nel proprio territorio”( Chiesa Italiana e mezzogiorno, n. 34). Ma tra il dire il fare c’è sempre il mare dell’apatìa e dell’indolenza provvidenzialistica di una Chiesa, lenta e oppiacea, che ignora sistematicamente il Magistero, che dice e non fa.

segue editoriale da pag. 2

O G G I F A M I G L I A

Anno XXII n.9-10-11/ settembre-ottobre-novembre 20104

Le dichiarazioni di principio, le denunce e qualche sacerdote

ucciso ci sono già, ma è tempo che la Chiesa scenda in campo contro la criminalità organizzata non solo al “piano nobile” ma “al piano terra”, in ogni parrocchia, ogni giorno dell’anno, senza “chiusure” o “stanchezze”. L’esortazione, pronunciata alla Settimana sociale dei cattolici italiani di Reggio Calabria da Giuseppe Savagnone, direttore del Centro diocesano per la pastorale della cultura di Palermo, intellettuale cattolico tra i più ascoltati del momento, viene sottolineata da una standing ovation dei 1200 delegati presenti. Un applauso che suona come il desiderio di chiudere per sempre con antiche omissioni e collusioni, ma anche con pigrizie più recenti. Specialmente dopo il discorso di papa Benedetto XVI a Palermo contro la mafia. E’ stato uno dei momenti più intensi di questo raduno voluto nella Reggio Calabria che attende l’esercito dopo i bazooka davanti alla Procura, ma dove gli ultimi sviluppi delle indagini fanno sperare - ha detto a margine dell’incontro

‘Ndrangheta, settimana sociale a Reggio.Chiesa scenda in trincea

www.telereggiocalabria.it (17 ottobre 2010)

il prete antimafia don Pino De Masi - in qualche possibile crepa nell’organizzazione malavitosa più impermeabile d’Italia. Di crimine organizzato e legalità, in verità, si era parlato poco in questi giorni nella sessione pubblica del raduno, anche se oggi si è saputo che nelle assemblee tematiche é stato un tema trasversalmente presente. Nel lavoro, nella mobilità sociale, nell’ambito educativo, nella politica, sono le mafie - è stato detto - tra le principali cause del blocco dello sviluppo di società e politica. Non l’unica, tuttavia. E infatti l’ “agenda di speranza per il futuro del Paese” promessa dal depliant della Settimana sociale si è andata via via riempiendo di altri contenuti. Poche proposte, in verità, per ora, a quanto riferito, anche perché - è stato spiegato - “si trattava soprattutto di sperimentare un metodo nuovo di confronto”. Domani si saprà se i cattolici italiani hanno individuato una forma o almeno un percorso per ricompattarsi al di là delle appartenenze politiche, al di là dell’iniziale invito di Bagnasco ad essere uniti sui cosiddetti “valori non

negoziabili”. Per ora le assemblee tematiche, rigorosamente chiuse a stampa e telecamere,(“per evitare il rischio di timidezze o autocensure”, è stato spiegato), hanno prodotto, a quanto riferito dagli organizzatori, qualche proposta, al termine di un dibattito non sempre univoco e giunto a sintesi. Svolte in un centro congressi a 25 chilometri da Reggio Calabria, vi hanno partecipato delegati e ospiti esterni, tra i quali diversi politici. Non c’era una lista, ma l’impressione è che, almeno in questa sede, abbiano accettato l’invito soprattutto quelli di centrosinistra. Tutti, comunque, invitati soprattutto ad ascoltare, e a non superare i tre minuti di intervento concessi anche ai delegati. Tra le urgenze emerse con maggior forza, una totale unanimità sulla necessità di cambiare la legge elettorale che, come è ora, “pone serie preoccupazioni per la questione democratica”. E l’invito a porre mano ad una legge per dare la cittadinanza ai figli degli immigrati. Su come cambiare la legge elettorale, però, sono emerse idee diverse, mentre qualcuno ha sollecitato anche una riforma del sistema dei partiti, per renderli più trasparenti e strumento di reale rappresentanza. E se sull’educazione si è posto l’accento sul coinvolgimento di associazioni, scuole e famiglie (tra le altre è emersa una proposta per introdurre cappellani nelle scuole approfittando degli spazi di autonomia dei singoli istituti) e sulla necessità di non emarginare i giovani svantaggiati, nel dibattito su lavoro e impresa si è auspicato una flessibilità non confusa con il precariato. Sotto lo ‘zoom’ della Settimana sociale è finito anche il fisco, stretto tra la cinghia di Tremonti e le accuse di evasione ai Berlusconi: in molti hanno chiesto incentivi per le famiglie e un richiamo esplicito della Chiesa contro l’evasione fiscale. (ANSA)

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Anno XXII n.9-10-11/ settembre-ottobre-novembre 2010

Il rientro dalla pausa estiva è come l’inizio dell’anno. Si abbraccia

l’idea di ricominciare con nuovi propositi la quotidianità che ci aspetta. Dopo esserci rinvigoriti e rilassati tra mare, monti e città, si riparte “alla grande”. Il lavoro per i più grandi, la scuola per i ragazzi e, di supporto ad entrambi, la famiglia. Le aspettative si mescolano con le preoccupazioni, l’entusiasmo, specialmente per chi inizia un nuovo anno di scuola, è sempre unito a un po’ di ansia. Il nuovo anno scolastico ha preso il via ed insieme ad esso la voglia di vivere pienamente le

varie responsabilità, ognuno con il proprio ruolo. La scuola oggi più che mai è diventata la preoccupazione più grande di ogni genitore. Ci si aspetta tanto, si pretende il meglio. In fondo è la prima realtà che i nostri figli incontrano dopo la famiglia. Secondo l’impostazione scolastica tradizionale, l’insegnante doveva essere responsabile esclusivamente della propria disciplina, che gestiva restando chiuso e isolato nel suo sapere. Oggi, a scuola dell’autonomia richiede al docente di essere professionista, in quanto operatore socio-culturale. Si attribuiscono pertanto ad essa, funzioni pedagogiche e responsabilità specifiche, tali da far crescere persone capaci di compiere delle scelte, che possano giovare al loro futuro. La scuola è senza dubbio il processo più determinante per il futuro dei figli, ma non è la sola. Tra le responsabili del processo educativo e formativo dell’adolescente, vi è la famiglia, “asse portante”, in quanto luogo primario della “umanizzazione” della persona e della società. Il suo ruolo

Scuola e Famiglia:realtà da sostenere

di Eralda Giannotta

di continuazione del genere umano non si ferma solo alla procreazione, ma prosegue nell’ambito educativo. Ha il dovere di trasmettere valori culturali, sociali, etici, spirituali e religiosi, essenziali per lo sviluppo e il benessere dei propri membri e della società. Tutto questo lo deve fare con coraggio e coerenza, comunicando la voglia di vivere anche in mezzo alle tempeste. E’ compito della famiglia, infatti, accompagnare i figli lungo il percorso della vita: incoraggiarli, di volta in volta, ad accumulare parte di un tesoro che prenderà forma attraverso le diverse tappe della crescita, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Tra scuola e famiglia è necessaria sempre più una stretta collaborazione in quanto, essendo sistemi educativi fondamentali, contribuiscono entrambi alla formazione del ragazzo sia nel bene che nel male. Se è vero che il futuro è dei giovani, è anche vero che le Istituzioni e gli Enti sociali e culturali, sono responsabili principali di quello che sarà la nostra società.

Una società priva di spessore affettivo,è una società che soffre di anoressia relazionale

di Franco Pulitano

Tra le caratteristiche del tempo in cui viviamo è facile mettere

in evidenza l’individualismo e la ricerca immediata di soddisfazioni dei propri bisogni,secondo una logica infantile improntata al narci-sismo e ad uno esasperato egocen-trismo. Ciò che richiede impegno nelle relazioni con gli altri sembra essere “fuori moda”. Giorno dopo giorno ci accorgiamo di essere soli, incapaci di passare dalla propria condizione individuale ad una più ampia e più piena appartenenza sociale e umana. Siamo profon-damente cambiati,dobbiamo convivere con situazioni che,erroneamente,vengono defi-nite evoluzione,ma penso si tratti di impoverimento del nostro sub-strato umano, della nostra identità, tanto che non siamo più in grado

di guardare l’“Altro”, di guardare dentro di noi per capire chi siamo e dove stiamo andando. Il vero male sta all’interno dell’uomo e può essere vinto dalla sublima-zione della propria istintività. Quante volte di fronte all’uomo di colore che ci chiede un’informa-zione o invoca il nostro sostegno, arretriamo, facciamo finta di nulla e ci barrichiamo dietro la nostra pelle,la monotonia delle nostre abitudini,senza riuscire a rompere le barriere che ci imprigionano nel nostro piccolo e appassito mondo. A questo punto è necessario trovare un antidoto che rompa il cerchio dell’individualismo,stabilendo rapporti di partecipazione con le persone e con le cose. Non saranno certamente le folle dei mega concerti che si tengono

negli stadi,spesso sopraffatte da un’orgia cannibalica di stimoli intolleranti,che potranno assolvere a questa funzione. Piuttosto, si tratta di riscoprire un nuovo modo di mettersi in rapporto con gli altri,che si affidi ad un codice emo-tivo fatto di sguardi,di gesti,senza negare valore alla parola,perché la parola,come dice Hegel,”è la realta’ immediata del pensiero,l’unica finestra che si affaccia sullo spirito umano”. Forse abbiamo dimen-ticato che la vita è la perfezione dell’esistere e il conoscere e l’amore sono la perfezione del vivere. L’uomo quando è solo sta sul ciglio dell’abisso. La sua vocazione non è la solitudine,ma l’amore. Sentire la propria vita legata a quella altrui rende possibile la trasmissione dei valori agli altri.

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Anno XXII n.9-10-11/ settembre-ottobre-novembre 20106

Si dice spesso: il bene si apprezza quando si perde.

Capita, specie d’inverno, qualche blackout che ci mette in ginocchio per ore, o qualche guasto alle condotte dell’acqua potabile che ci costringe a riandare alla fontana di campagna. Luce e acqua a portata di bicchiere sono i segni più vistosi della nostra civiltà, li apprezziamo quando ci vengono a mancare. Ci siamo così abituati da ritenerli infiniti e, perciò, tali da poterli sprecare liberamente.

Per esempio: nessuno si preoccupa del consumo energetico della tivù quando essa è spenta. Infatti, la stragrande maggioranza degli elettrodomestici attaccati alla rete elettrica, consumano corrente anche quando non sono in funzione. “Si tratta ovviamente di piccolissime quantità di corrente, ma se le moltiplichiamo per il numero delle ore che effettivamente stanno collegate, e per il numero di utilizzatori, anzi non-utilizzatori, tale cifra raggiunge valori che incredibilmente assurdi” Una televisione media consuma in stand by, cioè quando è spenta, da 1 a 4 watt, a seconda del modello e della dimensione. Il problema è che questi consumi continuano incessantemente per 20-23 ore al giorno e per 365 giorni all’anno. Una televisione «spenta» per 20 ore al giorno, consuma, anzi spreca, la bellezza di circa 22KW/h in anno. Se moltiplichiamo questi 22 KW/h, consumati all’anno, per il numero delle televisioni si ottiene la bellezza di 660 GW/h! Oltre 660 miliardi di wattora ogni anno se ne vanno in «fumo» per alimentare un elettrodomestico (spento) come la televisione.

Lo stesso discorso vale per l’acqua. L’acqua è un diritto inalienabile di ogni cittadino del mondo. Ne siamo tutti convinti, tanto che le guerre armate scoppiano non solo per il petrolio ma anche per il controllo delle risorse idriche.

Come se non bastasse, nella situazione sprecona, molti pensano alla privatizzazione di queste fonti di energia. Nestlé (Svizzera), Danone (Francia), CocaCola (USA), Vivendi (Francia), RWE (Germania),

ACEA (Italia), Suez Lyonnaise des eaux (Francia), stanno acquistando, infatti, intere zone, per non dire interi paesi, con lo scopo di accaparrarsi l’acqua, e venderla successivamente in bottiglie ai migliori offerenti. Un domani non molto lontano gli acquedotti pubblici saranno privatizzati, e allora le multinazionali ci daranno l’acqua a caro prezzo. Che fare? Due cose: una sapere, l’altra non sprecare!

a) Bisogna sapere che da un rubinetto normale fuoriescono 10 litri di acqua ogni minuto. Da una doccia normale fuoriescono 20 litri di acqua ogni minuto. Un litro di acqua fredda costa 0,00052 euro (1 vecchia lira). Un litro di acqua calda costa 0,0052 euro (10 vecchie lire). Bisogna che tutti acquistiamo la consapevolezza che: una doccia di 10 minuti (200 litri di acqua calda) costa la bellezza di 1,04 euro (2000 di vecchie lire), mentre un rubinetto aperto per 10 minuti (100 litri di acqua calda) costa 0,52 euro (1000 di vecchie lire). Per lavarsi le mani con acqua calda o fredda si

impiegano circa 17 secondi, il che equivale ad un consumo di quasi 3 litri di acqua per lavaggio. Se ora moltiplichiamo questi 3 litri per il numero di volte che ci laviamo (almeno 3 volte al dì), e per il numero delle persone che in Italia amano la pulizia, si ottengono cifre dell’ordine di svariati miliardi di litri di acqua. Se a questo ci aggiungiamo pure le docce, questo numero sale esponenzialmente

b) Bisogna ridurre il più possibile gli sprechi di acqua, la consapevolezza non basta:

- Lavandosi i denti, le mani o mentre ci si fa la barba, aprire il rubinetto solo quando serve.

- Durante la doccia chiudere l’acqua quando ci si insapona.

- Usare i riduttori di flusso che permettono di risparmiare fino al 50% di acqua. “Se impariamo a economizzare l’acqua, durante questi giornalieri lavaggi, il risparmio è enorme”

(Cfr Lo scrittore esoterico padovano,Marcello Pamio in www.disinformazione.it)

Una famiglia responsabile, non è spreconasoprattutto fa buon uso dell’intelligenza

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Anno XXII n.9-10-11/ settembre-ottobre-novembre 2010

In questi giorni molti Mass-Media hanno denunciato, cosa ancora più grave, lo spreco di cibo delle famiglie italiane. Questo consumismo sprecone è figlio diretto dell’’odierna economia del consumo la quale si preoccupa di avere sul bancone prodotti esteticamente perfetti, pronti subito all’uso . Tale spreco alimentare ammonta a oltre 37 miliardi di euro. L’equivalente del 3% del nostro Pil. Un vero scandalo! Last Minute Market, un’emanazione della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, ha pubblicato, a proposito, il libro nero dello spreco alimentare. Si tratta di cibo buttato e non scaduto. La quantità di cibo buttato via è tale che “potrebbe soddisfare i bisogni alimentari di tre quarti della popolazione. Venti milioni di tonnellate, che sfamerebbero quasi 45 milioni di persone per un anno intero” (da Corsera). Lo spreco riguarda, in maniera massiccia, anche i prodotti dei campi . Quasi 18 milioni di tonnellate di frutta, verdura e cereali vengono buttati via ogni anno, nel solo 2009 oltre il 3% della produzione agricola nostrana. Lo scorso anno sono rimasti sul campo circa 7 milioni e mezzo di tonnellate di prodotti ortofrutticoli.

Anche le carni, le bevande, i prodotti caseari , per ragioni di mercato, vengono buttati via a causa di date di scadenza ravvicinate, deterioramento delle confezioni, mancanza di richieste. Si tratta di oltre 2 milioni di tonnellate di prodotti. Ci sono, comunque, segnali positivi perché molte imprese, tra le più sensibili, recuperano questi beni devolvendoli a favore del terzo settore, o del banco alimentare, o di enti caritativi e mense dei poveri, ospedali. Ma la situazione resta drammatica, soprattutto per le famiglie. La vera grande “discarica”,

ha scritto sul Corriere della sera del 20 Ott 2010, la giornalista Viviana D’Aloiso, “è, e resta, nei frigoriferi italiani. Ogni nucleo butta via 480 euro al mese di ciò che ha investito nella spesa, 515 se si aggiunge ciò che finisce in pattumiera a Natale, Capodanno, Pasqua e ricorrenze varie. Nell’immondizia finisce il 39% dei prodotti freschi acquistati (come latte, uova, carne), pari al 9% della spesa alimentare affrontata nell’arco di 12 mesi (i dati bolognesi combaciano con quelli diffusi dall’Adoc e Legambiente). Cui va aggiunto il 19% del pane, il 4% della pasta, il 17% di frutta e verdura. Secondo le indagini incrociate, i motivi di tanto spreco sono dovuti per lo più all’eccesso di acquisti generici (nel 36% dei casi), a prodotti scaduti o ritenuti tali (25%), all’eccesso di acquisti per offerte speciali (24%), a novità non gradite (8%) e a prodotti acquistati poi rivelatisi inutili (7%)”. Ogni anno nelle mense del nostro Paese finisce nella pattumiera cibo per un valore pari a ben 130 milioni di euro, con il record degli sprechi che, in particolare, viene toccato presso le mense scolastiche dove si arriva fino al 40% del totale dei cibo servito che viene sprecato (Indagine FIPE).

Insomma, il consumismo è una ingiuria alla povertà, ma anche all’intelligenza di ciascuno di noi. Una persona intelligente non è sprecona! Compra solo ciò che serve e, passeggiando col carrello

per le corsie dei supermercati, non si lascia abbagliare dalla pubblicità, o trascinare dal desiderio acceso dalla magia espositiva e dal “paghi due e prendi tre”. Compra il necessario e basta.

La stupidità, invece, non ci fa cogliere l’ inutilità dannosa di quel fare rifornimento a iosa. Spesso, a ben guardare, il consumismo è una vera malattia mentale che si rivela nel possedere, avere, accumulare, accaparrarsi quanti più beni possibile, per sentirsi e restare appagati. Troppo facilmente, in questa civiltà del capitalismo consumistico, l’uomo si trasforma in “uomo alienato” proprio perché fa consistere il suo valore personale nel consumare ogni sorta di cosa fruibile. Quest’uomo (o donna!), aliena se stesso proprio perché, magari inconsciamente, proietta fuori di sé, riponendola nei prodotti stessi della sua operosità, la su stessa dignità di persona.

Intanto, ho già capito il senso della vostra smorfia: il consumismo, state pensando, “è soprattutto pubblico. Il vero scandalo è lo sperpero del denaro pubblico. Volete l’ultima?

I novanta consiglieri regionali della Sicilia, che già percepiscono 19.685 euro lordi al mese, hanno pensato anche al benefit per il passaggio a miglior vita: un contributo di cinquemila euro per le spese funerarie”. A questo punto è inutile l’ulteriore spreco di parole.

segue da pag. 6

Marcello Pamio

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Anno XXII n.9-10-11/ settembre-ottobre-novembre 20108

di Vincenzo Altomare

“I barbari sono quelli che negano la piena umanità degli altri. Ciò non significa che essi ignorino

realmente la loro natura umana, né che la dimentichino, ma che si

comportano, come se gli altri non fossero umani”. (Tzvetan TODOROV)

Medito e rimedito questo piccolo brano scritto da un grande storico franco-bulgaro e ne resto sempre più affascinato. Parole che mi convincono, decisamente. Il confine fra barbarie e civiltà non sta nella tecnologia o nell’appartenenza religiosa, per cui – ad esempio - siamo civili se cristiani, barbari se musulmani. E non dipende affatto dal conto in banca, dal numero di case o di terreni che possediamo. No, il vero discrimine, la vera linea di confine e di demarcazione è data da un solo criterio: il riconoscimento della dignità umana.

È civile un popolo (o un individuo) che riconosce in teoria e, soprattutto in pratica, la dignità di ogni uomo e ogni donna sulla terra. Al contrario, è barbaro quel popolo (o quell’individuo) che non riconosce tale dignità. Per cui, conta poco essere europei o latino-americani; statunitensi o kenioti. Conta riconoscersi membri dell’unica specie umana. E dunque: è civile l’Europa che fatica ad integrare 12 milioni di Rom? È civile la Francia che li espelle perché non può assimilarli? È civile la Romania che li perseguita? È civile l’Italia che li umilia, emargina, ghettizza e demonizza? È civile l’amministrazione comunale di una città che non prende neppure in considerazione le proposte congiunte di Rom e Associazioni sulle possibili soluzioni concrete relative alla costruzione di uno o più campi sosta attrezzati, che permetterebbero a bambini, donne e anziani di vivere molto meglio e più dignitosamente? Mons. Perego, direttore della Fondazione ‘Migrantes’ della CEI, lo ha detto a chiare lettere: Berlusconi e Bossi hanno fatto scuola in Europa. La loro lezione di xenofobia e razzismo, condensata soprattutto nelle dispense del vergognoso ddl sicurezza del luglio 2009, ha già un significativo allievo, il premier francese (di origini ungheresi) Sarkozy. Lui non innalza muri né barriere, come ha invece fatto Maroni per Lampedusa e nell’Africa sahariana, in stretta collaborazione con il regime di Gheddafi. Il premier transalpino espelle i Rom dalla prima terra convertita al cristianesimo e culla dei valori illuministici di libertà, uguaglianza e fraternità. I Rom, cittadini europei a tutti gli effetti, originari dell’India e presenti in Europa da diversi secoli, conducono una vita di tipo nomade; per cui, non è facile assimilarli agli ideali della Repubblica Francese. È noto, infatti, che la Francia ha concepito l’accoglienza dei migranti in termini di assimilazione: ‘spogliatevi dei vostri abiti culturali e rivestitevi dei nostri’, dicono a Parigi e

dintorni. Cioè: ‘diventate come noi’. Fu per queste ragioni che nel novembre 2005 i sans-papiers e altri migranti si ribellarono nelle banieleu…

Fra le molteplici ragioni che generano simili barbarie (dal persistente sentimento di superiorità che ancora aleggia nelle coscienze di molti popoli europei alla ricerca del solito ‘capro espiatorio’ sul quale caricare tutte le paure e i fallimenti di governi o amministrazioni locali; dall’aver trascurato nella ricerca storica il mezzo milione di zingari vittime dell’Olocausto nazista, dimenticandosi di aggiungerli ai milioni di ebrei sterminati al gioco sporco fatto dai media, dove fa notizia un omicidio o un incendio casuale in un campo ma non le forme discriminatorie con le quali ogni giorno i Rom sono trattati nella loro casa europea) vi è da rilevarne una: manca l’Europa politica, quella che riconosce e tutela i diritti di tutti, senza esclusioni o discriminazioni. Troppo frammentata, alla mercè delle logiche economico-finanziarie del FMI e degli Usa, incapace di tradurre in scelte concrete opzioni pur già fatte, come l’istituzione di Corpi Civili di Pace (maggio 1998 e febbraio 1999). La conseguenza è che mentre il Parlamento europeo decide che i provvedimenti alla Sarkosy non hanno diritto di cittadinanza nel Vecchio Continente, in Italia l’attuale governo propende per pratiche di sgombero dei campi Rom, senza peraltro offrire ipotesi e soluzioni alternative per la gente che li abita, dopo averli consapevolmente e colpevolmente lasciati a se stessi nel corso degli anni. Per i Rom, insomma, non valgono i 30 articoli della celeberrima Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 10 dicembre 1948! Da esseri umani e cittadini europei, i Rom sono declassati nella civile Europa al rango di ‘NON PERSONE’. La sola voce che parla in loro difesa è ormai quella della Chiesa, che non manca di proclamare il Vangelo della dignità umana e di denunciare la politica che non la riconosce. ‘Famiglia cristiana’

continua a fare da ‘grillo parlante’ alla coscienza dei parlamentari e dei politici, ridicolizzando il governo e soprattutto la Lega, capace di inventarsi il ‘White Christmas’: il Natale bianco, cioè pulito, cioè senza migranti. Dimenticando che Gesù e la sua famiglia furono migranti (in Egitto) e vissero a Nazaret, in Galilea (terra meticcia, di frontiera) e non nella Giudea (terra dell’identità forte, del Tempio di Gerusalemme) dove, anzi, Gesù stesso ha trovato la morte in croce.

I veri problemi, però, restano l’educazione e la politica. A scuola si deve far conoscere la storia dei Rom, sviluppare nei ragazzi il desiderio di conoscere questo popolo, perché senza conoscenza c’è spazio solo per il razzismo. Partendo dal dato antropologico secondo il quale ogni cultura è meticcia, risultato dell’intreccio fra popoli e culture diverse, va insegnato ai ragazzi che la storia va letta soprattutto dal punto di vista delle vittime, non dei gruppi di potere. Letti in questa prospettiva, i fatti assumono un significato diverso. Sarebbe inoltre interessante organizzare anche incontri-testimonianza con i Rom stessi. La politica, poi, resta la vera grande assente. Per il lavoro come per la convivenza interculturale, così come anche per l’elaborazione dei percorsi di integrazione. La sicurezza non è il frutto dei respingimenti o della segregazione, ma dell’integrazione dato che, come già insegnava Alex Langer, l’alternativa vera (oggi come in futuro) è quella fra esclusivismo e convivenza pluri-etnica. Ma solo la seconda ipotesi dischiude gli orizzonti della civiltà e della pace.

Consigli di letturaFabrizio Gatti, Bilal, Rizzoli 2009.Laura Boldrini, Tutti indietro, Rizzoli, 2009.Stefano Liberti, A sud di Lampedusa, Minimum fax, 2009.Antonio Sciortino, Anche voi foste stranieri, Laterza 2010.

Anche i Rom sono europei.Anzi, sono esseri umani!

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Anno XXII n.9-10-11/ settembre-ottobre-novembre 2010

di Sandra Cuchetti

Se non sono belli non li vogliamo neanche in politica

Di Rina Gagliardi, giornalistanata a Pisa il 15 Novembre 1947

e morta il 27 Giugno 2010, hanno detto: “Per Rina niente era mai e morta il 27 Giugno 2010, hanno detto: “Per Rina niente era mai e morta il 27 Giugno 2010, hanno

stupido o banale, perché andava comunque a cercare il fondo delle stupido o banale, perché andava comunque a cercare il fondo delle stupido o banale, perché andava

cose, le ragioni per le quali alcune comunque a cercare il fondo delle cose, le ragioni per le quali alcune comunque a cercare il fondo delle

posizioni venivano assunte e, nella cose, le ragioni per le quali alcune posizioni venivano assunte e, nella cose, le ragioni per le quali alcune

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con un’altra persona non era, come stessa attività giornalistica, l’incontro con un’altra persona non era, come stessa attività giornalistica, l’incontro

qualche volta accade, l’incontro di con un’altra persona non era, come qualche volta accade, l’incontro di con un’altra persona non era, come

chi già sa e deve farti dire ciò che qualche volta accade, l’incontro di chi già sa e deve farti dire ciò che qualche volta accade, l’incontro di

tu hai pensato che pensi, ma era chi già sa e deve farti dire ciò che tu hai pensato che pensi, ma era chi già sa e deve farti dire ciò che

esattamente il contrario: un incontro tu hai pensato che pensi, ma era esattamente il contrario: un incontro tu hai pensato che pensi, ma era

vero, sincero, aperto, profondo e curioso delle ragioni per le quali vero, sincero, aperto, profondo e curioso delle ragioni per le quali vero, sincero, aperto, profondo e

quella persona avesse quell’idea curioso delle ragioni per le quali quella persona avesse quell’idea curioso delle ragioni per le quali

o sostenesse quella posizione. Per quella persona avesse quell’idea o sostenesse quella posizione. Per quella persona avesse quell’idea

questo era amata anche da chi non o sostenesse quella posizione. Per questo era amata anche da chi non o sostenesse quella posizione. Per

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utile alla nostra società. Questo che dire qualche cosa di interessante e utile alla nostra società. Questo che dire qualche cosa di interessante e

trascrivo è un suo articolo apparso l’ 11 Febbraio 2010 e l’argomento è trascrivo è un suo articolo apparso l’ 11 Febbraio 2010 e l’argomento è trascrivo è un suo articolo apparso

molto attuale, come vedete: “Se non l’ 11 Febbraio 2010 e l’argomento è molto attuale, come vedete: “Se non l’ 11 Febbraio 2010 e l’argomento è

sono belli non li vogliamo neanche in politica”.sono belli non li vogliamo neanche in politica”.sono belli non li vogliamo neanche

Di recente, il regista francese in politica”.

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Benoit Jacques ha dichiarato all’Afp, a proposito del Werther di Benoit Jacques ha dichiarato all’Afp, a proposito del Werther di Benoit Jacques ha dichiarato

Massenet che si rappresentava in all’Afp, a proposito del Werther di Massenet che si rappresentava in all’Afp, a proposito del Werther di

quel momento a Parigi, che il noto Massenet che si rappresentava in quel momento a Parigi, che il noto Massenet che si rappresentava in

tenore argentino Marcelo Alvarez quel momento a Parigi, che il noto tenore argentino Marcelo Alvarez quel momento a Parigi, che il noto

“può esser tutto salvo il romantico tenore argentino Marcelo Alvarez “può esser tutto salvo il romantico tenore argentino Marcelo Alvarez

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Zeffirelli aveva “protestato” la da toro”. Un mese prima, a Roma, Zeffirelli aveva “protestato” la da toro”. Un mese prima, a Roma,

soprano Daniela Dessì, che doveva Zeffirelli aveva “protestato” la soprano Daniela Dessì, che doveva Zeffirelli aveva “protestato” la

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perché ha una certa età e poi perché è piena di ciccia”. Un’altra famosa perché ha una certa età e poi perché è piena di ciccia”. Un’altra famosa perché ha una certa età e poi perché

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Voigt, era stata respinta dal Covent Garden di Londra per l’Ariadne Voigt, era stata respinta dal Covent Garden di Londra per l’Ariadne Voigt, era stata respinta dal Covent

Auf Naxos di Richard Strauss in Garden di Londra per l’Ariadne Auf Naxos di Richard Strauss in Garden di Londra per l’Ariadne

quanto “sovrappeso”. Insomma, per accreditarsi come validi o ottimi quanto “sovrappeso”. Insomma, per accreditarsi come validi o ottimi quanto “sovrappeso”. Insomma,

cantanti lirici bisogna soprattutto per accreditarsi come validi o ottimi cantanti lirici bisogna soprattutto per accreditarsi come validi o ottimi

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In effetti, pare che ai concorsi per essere belli, magri ed eleganti? In effetti, pare che ai concorsi per essere belli, magri ed eleganti?

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– assai avvenenti e con, appunto, perfetta silhouette. E, del resto, i – assai avvenenti e con, appunto, perfetta silhouette. E, del resto, i – assai avvenenti e con, appunto,

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faccino speciale del tenore Jonas soprano russo Anna Netrebko al faccino speciale del tenore Jonas soprano russo Anna Netrebko al

Kaufmann – quello che alla Carmen della Scala era Don Josè. Ora, un tale Kaufmann – quello che alla Carmen della Scala era Don Josè. Ora, un tale Kaufmann – quello che alla Carmen

“obbligo” di bellezza (e di magrezza) fa una certa impressione proprio “obbligo” di bellezza (e di magrezza) fa una certa impressione proprio “obbligo” di bellezza (e di magrezza)

quando lo si applica al canto lirico. fa una certa impressione proprio quando lo si applica al canto lirico. fa una certa impressione proprio

Non solo per l’ovvio motivo che a un quando lo si applica al canto lirico. Non solo per l’ovvio motivo che a un quando lo si applica al canto lirico.

cantante (non solo lirico) dovrebbe Non solo per l’ovvio motivo che a un cantante (non solo lirico) dovrebbe Non solo per l’ovvio motivo che a un

esser richiesto soprattutto di saper cantare. Non solo perché – per fare esser richiesto soprattutto di saper cantare. Non solo perché – per fare esser richiesto soprattutto di saper

solo un esempio il cantante – divo cantare. Non solo perché – per fare solo un esempio il cantante – divo cantare. Non solo perché – per fare

più celebre degli ultimi venti anni, solo un esempio il cantante – divo più celebre degli ultimi venti anni, solo un esempio il cantante – divo

Luciano Pavarotti, in base a questi più celebre degli ultimi venti anni, Luciano Pavarotti, in base a questi più celebre degli ultimi venti anni,

criteri non avrebbe neppure potuto Luciano Pavarotti, in base a questi criteri non avrebbe neppure potuto Luciano Pavarotti, in base a questi

cominciare la sua epopea (vale lo criteri non avrebbe neppure potuto cominciare la sua epopea (vale lo criteri non avrebbe neppure potuto

stesso discorso per due celeberrimi cominciare la sua epopea (vale lo stesso discorso per due celeberrimi cominciare la sua epopea (vale lo

soprani dell’altro ieri, Montserrat stesso discorso per due celeberrimi soprani dell’altro ieri, Montserrat stesso discorso per due celeberrimi

Caballè, che andava oltre il quintale soprani dell’altro ieri, Montserrat Caballè, che andava oltre il quintale soprani dell’altro ieri, Montserrat

e Joan Sutherland, che sembrava Caballè, che andava oltre il quintale e Joan Sutherland, che sembrava Caballè, che andava oltre il quintale

proprio un granatiere). Ma per una ragione di fondo che vale per proprio un granatiere). Ma per una ragione di fondo che vale per proprio un granatiere). Ma per

tutti gli interpreti teatrali: la natura una ragione di fondo che vale per tutti gli interpreti teatrali: la natura una ragione di fondo che vale per

nient’affatto banalmente “realistica” tutti gli interpreti teatrali: la natura nient’affatto banalmente “realistica” tutti gli interpreti teatrali: la natura

di ogni creazione drammaturgica. Sono la recitazione, il canto, la musica di ogni creazione drammaturgica. Sono la recitazione, il canto, la musica di ogni creazione drammaturgica.

che custodiscono e comunicano il senso di un personaggio, di una tragedia o di una commedia, che senso di un personaggio, di una tragedia o di una commedia, che senso di un personaggio, di una

vivono interamente all’interno di tragedia o di una commedia, che vivono interamente all’interno di tragedia o di una commedia, che

una finzione – la finzione, appunto, teatrale. Un ovvietà che sembra una finzione – la finzione, appunto, teatrale. Un ovvietà che sembra una finzione – la finzione, appunto,

alquanto bizzarro dover ribadire. Eppure, di questo passo, perfino alquanto bizzarro dover ribadire. Eppure, di questo passo, perfino alquanto bizzarro dover ribadire.

ai direttori d’orchestra non sarà Eppure, di questo passo, perfino ai direttori d’orchestra non sarà Eppure, di questo passo, perfino

più consentito di essere bruttini o grassottelli. Eppure, soprattutto, più consentito di essere bruttini o grassottelli. Eppure, soprattutto, più consentito di essere bruttini o

questo processo non riguarda certo grassottelli. Eppure, soprattutto, questo processo non riguarda certo grassottelli. Eppure, soprattutto,

soltanto il mondo dell’opera lirica - questo processo non riguarda certo soltanto il mondo dell’opera lirica - questo processo non riguarda certo

che certo coinvolge (ahimè) piccole soltanto il mondo dell’opera lirica - che certo coinvolge (ahimè) piccole soltanto il mondo dell’opera lirica -

cerchie di cultori o appassionati. che certo coinvolge (ahimè) piccole cerchie di cultori o appassionati. che certo coinvolge (ahimè) piccole

No, stiamo arrivando a una sorta cerchie di cultori o appassionati. No, stiamo arrivando a una sorta cerchie di cultori o appassionati.

di “dittatura” dei canoni di bellezza (vediamo poi quali) in tutti i settori della vita, diciamo così, pubblica – e (vediamo poi quali) in tutti i settori della vita, diciamo così, pubblica – e (vediamo poi quali) in tutti i settori

mentre un tempo, non tanto tempo fa, questa dittatura tiranneggiava mentre un tempo, non tanto tempo fa, questa dittatura tiranneggiava mentre un tempo, non tanto tempo

quasi soltanto il sesso femminile, fa, questa dittatura tiranneggiava quasi soltanto il sesso femminile, fa, questa dittatura tiranneggiava

l’emancipazione delle donne ha quasi soltanto il sesso femminile, l’emancipazione delle donne ha quasi soltanto il sesso femminile,

prodotto il risultato che anche i l’emancipazione delle donne ha prodotto il risultato che anche i l’emancipazione delle donne ha

maschi devono soggiacere alla stessa prodotto il risultato che anche i maschi devono soggiacere alla stessa prodotto il risultato che anche i

ferrea legge. Se l’immagine è tutto, maschi devono soggiacere alla stessa ferrea legge. Se l’immagine è tutto, maschi devono soggiacere alla stessa

ma proprio tutto, se l’apparite è ferrea legge. Se l’immagine è tutto, ma proprio tutto, se l’apparite è ferrea legge. Se l’immagine è tutto,

tutto, ma proprio tutto, l’essenziale è ma proprio tutto, se l’apparite è tutto, ma proprio tutto, l’essenziale è ma proprio tutto, se l’apparite è

essere belli, bellocci, carini, graziosi, tutto, ma proprio tutto, l’essenziale è essere belli, bellocci, carini, graziosi, tutto, ma proprio tutto, l’essenziale è

levigati, senza la più piccola essere belli, bellocci, carini, graziosi, levigati, senza la più piccola essere belli, bellocci, carini, graziosi,

contraddizione, rughina, o segno levigati, senza la più piccola contraddizione, rughina, o segno levigati, senza la più piccola

del tempo. Vale, da quasi sempre, contraddizione, rughina, o segno del tempo. Vale, da quasi sempre, contraddizione, rughina, o segno

per il mondo del cinema (dove però del tempo. Vale, da quasi sempre, per il mondo del cinema (dove però del tempo. Vale, da quasi sempre,

nel passato “bruttone” e “grassoni” per il mondo del cinema (dove però nel passato “bruttone” e “grassoni” per il mondo del cinema (dove però

hanno avuto spesso carriere nel passato “bruttone” e “grassoni” hanno avuto spesso carriere nel passato “bruttone” e “grassoni”

leggendarie) che ha anticipato hanno avuto spesso carriere leggendarie) che ha anticipato hanno avuto spesso carriere

la tendenza. Vale, ovviamente, leggendarie) che ha anticipato la tendenza. Vale, ovviamente, leggendarie) che ha anticipato

per i conduttori, i giornalisti o gli anchormen televisivi soprattutto per i conduttori, i giornalisti o gli anchormen televisivi soprattutto per i conduttori, i giornalisti o gli

per le prossime new entries - quelli anchormen televisivi soprattutto per le prossime new entries - quelli anchormen televisivi soprattutto

in carriera sono stati selezionati non per le prossime new entries - quelli in carriera sono stati selezionati non per le prossime new entries - quelli

proprio sulla base di puri paradigmi estetici. Vale per i politici – come proprio sulla base di puri paradigmi estetici. Vale per i politici – come proprio sulla base di puri paradigmi

minimo bisogna essere alti come estetici. Vale per i politici – come minimo bisogna essere alti come estetici. Vale per i politici – come

Bersani e Fini o fascinosi come Casini o stupende come la Prestigiacomo. Vuoi vedere che Veltroni si è dovuto o stupende come la Prestigiacomo. Vuoi vedere che Veltroni si è dovuto o stupende come la Prestigiacomo.

ritirare dalla sua leadership in quanto abbastanza alto, ma non abbastanza ritirare dalla sua leadership in quanto abbastanza alto, ma non abbastanza ritirare dalla sua leadership in quanto

“rapinoso”? Vuoi scommettere che Barack Obama è diventato “rapinoso”? Vuoi scommettere che Barack Obama è diventato “rapinoso”? Vuoi scommettere

presidente degli Stati Uniti perché giovane, magro e bellissimo? presidente degli Stati Uniti perché giovane, magro e bellissimo? presidente degli Stati Uniti perché

Certo, le eccezioni ci sonogiovane, magro e bellissimo? le eccezioni ci sonogiovane, magro e bellissimo?

(la Merkel, per giovane, magro e bellissimo?

(la Merkel, per giovane, magro e bellissimo?

dire, ma si sa che i tedeschi sono (la Merkel, per

dire, ma si sa che i tedeschi sono (la Merkel, per

tetragoni e sostanzialisti), ma forse non è un caso che Sarkozy – che non tetragoni e sostanzialisti), ma forse non è un caso che Sarkozy – che non tetragoni e sostanzialisti), ma forse

è un Adone – si sia “procurato” al non è un caso che Sarkozy – che non è un Adone – si sia “procurato” al non è un caso che Sarkozy – che non

suo fianco una Première Dame che è un Adone – si sia “procurato” al suo fianco una Première Dame che è un Adone – si sia “procurato” al

colmasse questa sua lacuna. E allora non è poi così assurdo il vezzo del colmasse questa sua lacuna. E allora non è poi così assurdo il vezzo del colmasse questa sua lacuna. E allora

nostro premier di mostrarsi quasi non è poi così assurdo il vezzo del nostro premier di mostrarsi quasi non è poi così assurdo il vezzo del

bello, con tanti capelli, un sorriso nostro premier di mostrarsi quasi bello, con tanti capelli, un sorriso nostro premier di mostrarsi quasi

perfetto, un’aura giovanile, sana e bello, con tanti capelli, un sorriso perfetto, un’aura giovanile, sana e bello, con tanti capelli, un sorriso

profumata. Varrà, prossimamente, il perfetto, un’aura giovanile, sana e profumata. Varrà, prossimamente, il perfetto, un’aura giovanile, sana e

dovere di essere belli, per professori, profumata. Varrà, prossimamente, il dovere di essere belli, per professori, profumata. Varrà, prossimamente, il

scienziati, dirigenti della pubblica dovere di essere belli, per professori, scienziati, dirigenti della pubblica dovere di essere belli, per professori,

amministrazione, presidenti di Cda, scienziati, dirigenti della pubblica amministrazione, presidenti di Cda, scienziati, dirigenti della pubblica

imprenditori, sindacalisti, eccetera? amministrazione, presidenti di Cda, imprenditori, sindacalisti, eccetera? amministrazione, presidenti di Cda,

Io temo di sì. Temo che tra le follie di imprenditori, sindacalisti, eccetera? Io temo di sì. Temo che tra le follie di imprenditori, sindacalisti, eccetera?

questa civiltà in agonia ci sia anche questo dominio monosensoriale questa civiltà in agonia ci sia anche questo dominio monosensoriale questa civiltà in agonia ci sia anche

– la vista, il vedere – che non solo questo dominio monosensoriale – la vista, il vedere – che non solo questo dominio monosensoriale

sta uccidendo tutti gli altri sensi (la capacità di ascoltare, di toccare, sta uccidendo tutti gli altri sensi (la capacità di ascoltare, di toccare, sta uccidendo tutti gli altri sensi

di odorare, si gustare) ma sta (la capacità di ascoltare, di toccare, di odorare, si gustare) ma sta (la capacità di ascoltare, di toccare,

imponendo un ideale di “bellezza” di odorare, si gustare) ma sta imponendo un ideale di “bellezza” di odorare, si gustare) ma sta

piatta, conformista, ipergiovanilista. imponendo un ideale di “bellezza” piatta, conformista, ipergiovanilista. imponendo un ideale di “bellezza”

La paura di invecchiare e di mostrare piatta, conformista, ipergiovanilista. La paura di invecchiare e di mostrare piatta, conformista, ipergiovanilista.

sul proprio volto, sul proprio corpo, La paura di invecchiare e di mostrare sul proprio volto, sul proprio corpo, La paura di invecchiare e di mostrare

sulla propria andatura, i segni sul proprio volto, sul proprio corpo, sulla propria andatura, i segni sul proprio volto, sul proprio corpo,

della nostra storia, della nostra sulla propria andatura, i segni della nostra storia, della nostra sulla propria andatura, i segni

corposa vicenda individuale, sta diventando ossessiva. In verità, essa corposa vicenda individuale, sta diventando ossessiva. In verità, essa corposa vicenda individuale, sta

ci parla della paura del futuro (il futuro dell’occidente) da cui siamo ci parla della paura del futuro (il futuro dell’occidente) da cui siamo ci parla della paura del futuro (il

dominati.

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Anno XXII n.9-10-11/ settembre-ottobre-novembre 201010

Ormai l’antipolitica ha preso il sopravvento sulla nostra

concezione di società amministrata da gente seria, capace e perbene. E’ allora non resta altro che svestirsi definitivamente da questo mantello oscuro che tanto blocca la nostra quotidianità. “La crisi della politica è anche una crisi di valori prima ancora che di efficacia. Nuove forme cercano di sostituirsi e fornire risposte come la religione, la laicità, l’economia e il populismo che è la minaccia maggiore”.

In altre parole, non basta dire che si tratti di un fenomeno di rifiuto o negazione dalla Politica anche perché ciò non è sufficiente a chiarire né le forme né tanto meno gli esiti che la “contestazione” della politica può assumere. Dal nichilismo all’anarchismo, dal terrorismo al qualunquismo, dal populismo alla disaffezione elettorale, l’antipolitica può fare appello a diverse strategie e può avere mire diverse. Basti pensare che le risposte antipolitiche se la prendono a volte con la democrazia o con le sue istituzioni (governo, parlamento e partiti) e altre volte ancora con le ideologie o la stessa legittimità del potere politico.

In generale le spinte antipolitiche sono effetti patologici e degenerativi la cui causa va ricercata nella crisi di legittimità dei partiti e nella loro scarsa capacità di governare i processi sociali e di definire un progetto di società in seguito al tramonto delle ideologie del Novecento. Quel che è venuto meno è l’efficacia della prospettiva nazionale della politica di fronte alla mutazione generica della società moderna con l’avvento del globalismo. Sta qui il senso di impotenza che delegittima il sistema dei partiti che sempre più sono incapaci di rinnovarsi e di operare una riforma della politica. Un vuoto e uno spazio dove appunto alcune forze si inseriscono denunciando la crisi della politica e candidandosi

come alternativa. Come tutte le forme di antipolitica

anche il populismo si alimenta della crisi dei partiti, della loro debolezza e incapacità a rappresentare l’interesse generale. In questo senso esso si muove nel solco della democrazia e con un linguaggio non convenzionale tenta di far accettare la sua deliberata offerta di soluzione e di futuro. Spesso la sua proposta acquisisce credibilità in quanto “exit stategy” dall’inerzia dei partiti la cui denuncia trova consenso sempre più nell’opinione. Il populista spesso riesce a dire ciò che la maggior parte della gente vede, cioè che la politica in crisi non è una cosa bella né utile per la gente, che la politica ha smesso di essere una missione, un servizio ma un affare di cui beneficiano solo i politici. Quindi è del tutto evidente che il suo linguaggio e la “sua offerta politica” appaiono tanto più attraenti quanto

più la politica continua a galleggiare nel “politicantismo” e i partiti restano dei gruppi auto-referenziali senza visione né progetto per la società. Una politica che diventa sempre più spesso una questione di conquista del potere o di marketing elettorale tra forze concorrenti ma convergenti sul grande gioco.

Se la politica non riesce a risolvere la sua crisi, se le forze politiche tradizionali non sono in grado di auto-riformarsi, se non ci si inventa una nuova Politica della Politica, allora fenomeni di antipolitica saranno sempre pronti a colmare il

La nuova societàspoliticizzata!

di Alessandro Grandinetti

vuoto e il rischio che ne deriva per la democrazia e per la società è evidente. Si rammenta che l’antipolitica è un affare che rende nel momento in cui l’inerzia della politica porta alla disaffezione dei cittadini e coloro i quali vogliono investire su questo terreno sono molti.

Il distacco tra politici/politica e Paese reale è sempre più netto; come è sempre più marcata la causa: i politici non sanno più cosa voglia dire “fare politica“! Hanno smarrito (se mai l’hanno avuta) l’umiltà di ammettere gli errori, la cavalleria di ammettere le cose buone realizzate dall’avversario, si sono invece incaponiti nella lotta fra bande che ha trasformato il Parlamento e le piazze in un’arena in cui dirsi e farsi di tutto; hanno perso il senso di quel bene comune che dovrebbe essere alla base di qualunque azione di governo.

Al Paese non importa se una cosa sia giusta o sbagliata…quella la valuteranno nel tempo e decideranno se apprezzarla o meno al momento del voto; ma ha bisogno di decisioni, fatti concreti che corrispondano alle parole e alle promesse che hanno ascoltato prima di scegliere.

La crisi della politica nasce anche dal sistema politico e finisce per rendere la decisione degli elettori tra le più tristi che si possano fare: si sceglie “il meno peggio” e in pochi hanno il coraggio di confermare il proprio voto già dopo pochi mesi di attività del governo!

Il rapporto tra giovani e politica è complesso ed attuale. Si dice, spesso a ragione, che la politica non si occupa a sufficienza dei giovani.

I giovani sembrano non avere fiducia nella politica e nelle istituzioni, hanno rinunciato a credere negli ideali che hanno accompagnato le generazioni precedenti, si sono ormai abituati a vedere la politica come un’entità che non appartiene loro e che va osservata a distanza. La politica giovanile è praticamente inesistente, e i pochi giovani che hanno degli ideali politici non vengono incoraggiati a portare avanti le proprie idee.

Le promesse non mantenute, gli scandali, l’opportunismo, i giochi di potere, queste sono le ragioni per le quali regna lo scetticismo tra le nuove generazioni che sono diventate il soggetto escluso dalla politica.

E’ necessario, invece, un tipo d’educazione completamente diverso, che abitui le persone, fin dai primi anni della propria vita, a porsi in relazione con gli altri. Questo è certamente un primo passo per far comprendere, in seguito, l’importanza della politica come strumento di aiuto alla collettività.

“Giovani e politica un rapportodifficile”

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“Un fiore calpestato non sboccia più”. Intervista alla Professoressa Matilde Spadafora,

sul tema della violenza sulle donne.Antonio BarbarelliAntonio Barbarelli

Idati sono allarmanti. A tal punto dati sono allarmanti. A tal punto Idati sono allarmanti. A tal punto IIda spingere il Ministero della Pari da spingere il Ministero della Pari Ida spingere il Ministero della Pari IIOpportunità a mandare in onda Opportunità a mandare in onda IOpportunità a mandare in onda IIsui canali nazionali uno spot con sui canali nazionali uno spot con Isui canali nazionali uno spot con IIun numero di telefono: 1522, per un numero di telefono: 1522, per permettere alle donne vittime di permettere alle donne vittime di violenza di poter denunciare. Già, violenza di poter denunciare. Già, perché purtroppo ancora alcune perché purtroppo ancora alcune non lo fanno. non lo fanno. Noi ne parliamo con una donna che Noi ne parliamo con una donna che ha fatto di questi temi una ragione ha fatto di questi temi una ragione di vita e che insieme con il marito, il di vita e che insieme con il marito, il dottor Franco Lanzino, ha realizzato dottor Franco Lanzino, ha realizzato la Fondazione dedicata a sua figlia, la Fondazione dedicata a sua figlia, Roberta Lanzino, barbaramente Roberta Lanzino, barbaramente uccisa dalla violenza di criminali uccisa dalla violenza di criminali prima che uomini: la professoressa prima che uomini: la professoressa Matilde Spadafora. Matilde Spadafora. Professoressa, qual è l’attuale

concezione culturale della donna? Dagli anni 70 in poi la condizione Dagli anni 70 in poi la condizione femminile ha fatto dei passi femminile ha fatto dei passi grandissimi, basti pensare ad alcune grandissimi, basti pensare ad alcune leggi come quelle sulla violenza leggi come quelle sulla violenza sessuale. Ciò non significa che sia sessuale. Ciò non significa che sia cambiata anche la mentalità di cambiata anche la mentalità di fondo. Rimane aperta una questione fondo. Rimane aperta una questione culturale, che riguarda i singoli, sia culturale, che riguarda i singoli, sia donne che uomini, ma anche la donne che uomini, ma anche la collettività.collettività.Qual è il ruolo dei media nell’ alimentare questa concezione?Anche qui la questione è duplice e Anche qui la questione è duplice e contraddittoria. contraddittoria. Da un lato I media negli ultimi Da un lato I media negli ultimi anni stanno aprendo alle donne anni stanno aprendo alle donne spazi interessanti in programmi spazi interessanti in programmi culturali, politici, economici. Quindi culturali, politici, economici. Quindi le donne intervengono anche in le donne intervengono anche in programmi più importanti e non programmi più importanti e non solo di intrattenimento.solo di intrattenimento.Anche nelle sale cinematografiche i Anche nelle sale cinematografiche i ruoli delle donne sono più articolati, ruoli delle donne sono più articolati, pur rimanendo la presenza pur rimanendo la presenza femminile nei media minoritaria femminile nei media minoritaria rispetto a quella maschile.rispetto a quella maschile.Dall’altro, però, la concezione del Dall’altro, però, la concezione del corpo della donne come oggetto è corpo della donne come oggetto è centrale non solo nella pubblicità ma centrale non solo nella pubblicità ma anche in varie forme mediatiche.anche in varie forme mediatiche.Parliamo un po’ della violenza domestica.La violenza domestica è molto più La violenza domestica è molto più diffusa di quanto uno non crede diffusa di quanto uno non crede perché è nascosta. Le donne che perché è nascosta. Le donne che la subiscono molto spesso non la subiscono molto spesso non denunziano, perché vincolate dalle denunziano, perché vincolate dalle relazioni affettive e ciò determina relazioni affettive e ciò determina nella donna un conflitto: da un lato nella donna un conflitto: da un lato se ne vorrebbe liberare, dall’altro è se ne vorrebbe liberare, dall’altro è vincolata appunto da una violenza vincolata appunto da una violenza esercitata in relazioni affettive forti esercitata in relazioni affettive forti Spesso la presenza dei figli è una Spesso la presenza dei figli è una remora per la donna, che però remora per la donna, che però decide di denunziare quando si decide di denunziare quando si accorge che la violenza è estesa accorge che la violenza è estesa

anche ai figli. Oppure la denunzia anche ai figli. Oppure la denunzia avviene quando i figli sono grandi avviene quando i figli sono grandi e quindi esse sono più libere di e quindi esse sono più libere di decidere. Oggi comunque le donne decidere. Oggi comunque le donne denunciano di più.denunciano di più.Perché?Da un lato c’è stato un cammino delle Da un lato c’è stato un cammino delle donne, dall’altro c’è il sostegno di donne, dall’altro c’è il sostegno di associazioni che le accompagnano in associazioni che le accompagnano in percorsi psicologici e legali, e quindi percorsi psicologici e legali, e quindi esse si sentono più sollevate.esse si sentono più sollevate.Poi c’è l’aspetto economico. Una Poi c’è l’aspetto economico. Una volta le donne non lavoravano volta le donne non lavoravano e il patrimonio che avevano lo e il patrimonio che avevano lo mettevano a disposizione della mettevano a disposizione della famiglia e questo le rendeva succubi famiglia e questo le rendeva succubi degli uomini. Oggi il lavoro le ha rese degli uomini. Oggi il lavoro le ha rese più indipendenti e questo è un altro più indipendenti e questo è un altro motivo che spinge a denunziare più motivo che spinge a denunziare più facilmente che in passato, senza facilmente che in passato, senza contare che la società si interessa contare che la società si interessa di più al tema della violenza sulle di più al tema della violenza sulle donne, non è completamente donne, non è completamente sorda, mentre una volta questo sorda, mentre una volta questo tema non si poteva nemmeno tema non si poteva nemmeno nominare. C’era addirittura una nominare. C’era addirittura una sorta di colpevolizzazione sulle sorta di colpevolizzazione sulle donne vittime di violenza.donne vittime di violenza.Parliamo della tutela delle legge sulle donne. Ad esempio la legge sullo stalking.La legge sullo stalking può essere La legge sullo stalking può essere migliorata, però il fatto che ci sia migliorata, però il fatto che ci sia una legge significa che questo una legge significa che questo problema è riconosciuto. Le leggi problema è riconosciuto. Le leggi comunque si possono sempre comunque si possono sempre migliorare però l’importante è che migliorare però l’importante è che sia stata fatta. Infatti prima era la sia stata fatta. Infatti prima era la donna che finiva con l’ allontanarsi donna che finiva con l’ allontanarsi a seguito di persecuzioni continue, a seguito di persecuzioni continue, che si esprimono in varie forme, che si esprimono in varie forme, fino all’omicidio. Oggi c’è la fino all’omicidio. Oggi c’è la consapevolezza che deve essere consapevolezza che deve essere presa una precauzione nei confronti presa una precauzione nei confronti dell’uomo che perseguita , che deve dell’uomo che perseguita , che deve essere raggiunto dalle forme legali.essere raggiunto dalle forme legali.Come può la scuola aiutare a prevenire la violenza?La scuola può aiutare molto a La scuola può aiutare molto a prevenire la violenza sulle donne, prevenire la violenza sulle donne, che prima che fisica è culturale. Si che prima che fisica è culturale. Si ritiene ad esempio che sia normale ritiene ad esempio che sia normale accompagnare il passaggio della accompagnare il passaggio della donna con apprezzamenti pesanti. donna con apprezzamenti pesanti. Ciò va cambiato, come anche Ciò va cambiato, come anche l’immagine dell’uomo che deve l’immagine dell’uomo che deve essere rude per forza. Ci vuole essere rude per forza. Ci vuole il riconoscimento reciproco che il riconoscimento reciproco che la relazione tra uomo e donna va la relazione tra uomo e donna va impostata su una reale parità. Sulle impostata su una reale parità. Sulle donne c’è una violenza psicologica donne c’è una violenza psicologica diffusissima. E questa mentalità diffusissima. E questa mentalità riguarda non solo i ceti deprivati riguarda non solo i ceti deprivati o alcune zone del territorio , ma o alcune zone del territorio , ma riguarda tutte le fasce sociali e riguarda tutte le fasce sociali e tutte le zone territoriali.tutte le zone territoriali.Professoressa, parliamo

dell’opera della Fondazione Lanzino.L’opera della Fondazione nasce 22 L’opera della Fondazione nasce 22 anni fa . Operiamo su donne e minori. anni fa . Operiamo su donne e minori. E questo fenomeno lo aggrediamo E questo fenomeno lo aggrediamo da tanti punti di vista: si è lavorato da tanti punti di vista: si è lavorato moltissimo sulla prevenzione, moltissimo sulla prevenzione, portando tanti progetti in tutte le portando tanti progetti in tutte le scuole della Calabria, con cadenza scuole della Calabria, con cadenza annuale riconfermata, dando vita annuale riconfermata, dando vita a un’interessantissima produzione a un’interessantissima produzione che diventa strumento didattico che diventa strumento didattico anche per le scuole non aderenti al anche per le scuole non aderenti al progetto. Si lavora soprattutto nelle progetto. Si lavora soprattutto nelle scuole superiori.scuole superiori.Poi c’è l’aspetto del sostegno alle Poi c’è l’aspetto del sostegno alle donne. La fondazione fa opera donne. La fondazione fa opera di accoglienza alle donne , con di accoglienza alle donne , con un numero verde, un numero di un numero verde, un numero di telefono fisso: 0984462453, e c’è telefono fisso: 0984462453, e c’è un ascolto delle donne che vengono un ascolto delle donne che vengono accompagnate nel bisogno. Come? accompagnate nel bisogno. Come? Dal punto di vista psicologico, Dal punto di vista psicologico, legale, alimentare quando c’è legale, alimentare quando c’è bisogno, dal punto di vista medico. bisogno, dal punto di vista medico. Il progetto più importante resta Il progetto più importante resta quello dell’ospitalità. E’ stata quello dell’ospitalità. E’ stata realizzata, con fondi della Regione realizzata, con fondi della Regione Calabria, una casa di accoglienza per Calabria, una casa di accoglienza per donne, donne con minori, minori in donne, donne con minori, minori in difficoltà. La Struttura deve ancora difficoltà. La Struttura deve ancora aprirsi, ma è pronta.aprirsi, ma è pronta.Infine l’aspetto della cultura diffusa. Infine l’aspetto della cultura diffusa. La Fondazione opera attraverso La Fondazione opera attraverso convegni, presentazioni di libri a convegni, presentazioni di libri a tema, pubblicazioni di nostri lavori tema, pubblicazioni di nostri lavori e attraverso una fornita biblioteca. e attraverso una fornita biblioteca. La casa di ospitalità si chiama “Casa La casa di ospitalità si chiama “Casa di Roberta” e si trova in via Verdi di Roberta” e si trova in via Verdi a Rende (Cs), invece la biblioteca a Rende (Cs), invece la biblioteca si trova presso il Centro Sociale si trova presso il Centro Sociale Roberta Lanzino, in via De Chirico Roberta Lanzino, in via De Chirico a Saporito di Rende (Cs). C’è da a Saporito di Rende (Cs). C’è da dire che nelle scuole la Fondazione dire che nelle scuole la Fondazione promuove molte borse di studio, promuove molte borse di studio, anche a Roma, che stimolano i anche a Roma, che stimolano i ragazzi a lavorare, a confrontarsi e ragazzi a lavorare, a confrontarsi e a produrre.a produrre.Una nuova idea che ha preso piede Una nuova idea che ha preso piede l’anno scorso, il 25 aprile, giornata l’anno scorso, il 25 aprile, giornata mondiale contro la violenza sulle mondiale contro la violenza sulle donne, è quella di portare i ragazzi donne, è quella di portare i ragazzi e le ragazze delle scuole in corteo e le ragazze delle scuole in corteo contro la violenza sulle donne, contro la violenza sulle donne, con striscioni prodotti da loro, con striscioni prodotti da loro, per mostrare alla città che anche i per mostrare alla città che anche i giovani cosentini possono affrontare giovani cosentini possono affrontare seriamente questo problema.seriamente questo problema.

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Caro lettore ti scrivo l’intervista aro lettore ti scrivo l’intervista Caro lettore ti scrivo l’intervista CCfatta a due giovani innamorati, fatta a due giovani innamorati, Cfatta a due giovani innamorati, CCSimona e Gianfranco, che hanno Simona e Gianfranco, che hanno CSimona e Gianfranco, che hanno CCavuto la gioia di vivere insieme avuto la gioia di vivere insieme il pellegrinaggio a Medugorje lo il pellegrinaggio a Medugorje lo scorso luglio. Quella che segue è scorso luglio. Quella che segue è stata la domanda che ho rivolto stata la domanda che ho rivolto loro alla quale hanno voluto loro alla quale hanno voluto rispondermi prima singolarmente rispondermi prima singolarmente e poi insieme:e poi insieme:Simona e Gianfranco, cosa Simona e Gianfranco, cosa vi ha spinto a fare questa vi ha spinto a fare questa esperienza?esperienza?SimonaSimona: : ««Tutto è iniziato un Tutto è iniziato un ««Tutto è iniziato un ««pomeriggio dello scorso maggio. pomeriggio dello scorso maggio. Recandomi in chiesa ho incontrato Recandomi in chiesa ho incontrato la mia amica Maria Giovanna che la mia amica Maria Giovanna che mi ha detto che a luglio sarebbe mi ha detto che a luglio sarebbe andata a Medugorje. Appena ho andata a Medugorje. Appena ho sentito questo ho esultato anche sentito questo ho esultato anche se le ho espresso il mio desiderio se le ho espresso il mio desiderio di voler andare a Lourdes. A di voler andare a Lourdes. A sentire ciò, Maria Giovanna mi ha sentire ciò, Maria Giovanna mi ha detto: “Vuoi venire? Se ora si è detto: “Vuoi venire? Se ora si è presentato questo viaggio è perché presentato questo viaggio è perché la Madonna ti vuole lì!”. E’ stata la Madonna ti vuole lì!”. E’ stata proprio questa la frase che mi ha proprio questa la frase che mi ha convinta e appena sono tornata a convinta e appena sono tornata a casa l’ho detto a Gianfranco e non casa l’ho detto a Gianfranco e non è stato facile…è stato facile…».».GianfrancoGianfranco: : ««Lo stesso Lo stesso pomeriggio sono andato a casa pomeriggio sono andato a casa di Simona e ho notato in lei di Simona e ho notato in lei uno strano atteggiamento e mi uno strano atteggiamento e mi sono chiesto: “Simona deve sono chiesto: “Simona deve dirmi qualcosa!” e subito mi ha dirmi qualcosa!” e subito mi ha

detto di Medugorje ma pensavo detto di Medugorje ma pensavo stesse scherzando e ho scherzato stesse scherzando e ho scherzato anch’io dicendole: “Quando parti? anch’io dicendole: “Quando parti? Quanti giorni rimani?”. Simona, Quanti giorni rimani?”. Simona, con piglio deciso, m’ha risposto: con piglio deciso, m’ha risposto: “Quando partiamo… e comunque “Quando partiamo… e comunque una settimana: tu riesci a non una settimana: tu riesci a non vedermi per una settimana?”. Ho vedermi per una settimana?”. Ho allora capito che aveva deciso di allora capito che aveva deciso di andare e ho sentito il dovere di andare e ho sentito il dovere di seguirla anche se, proprio in quel seguirla anche se, proprio in quel periodo, avevo degli impegni che periodo, avevo degli impegni che forse partendo non avrei portato forse partendo non avrei portato a termine e consideravo superfluo a termine e consideravo superfluo un viaggio così lungo per pregare un viaggio così lungo per pregare la Madonna quando si può fare la Madonna quando si può fare tranquillamente anche a casa. Ma tranquillamente anche a casa. Ma siamo andati, meno male… infatti siamo andati, meno male… infatti mi sono ricreduto quando ho mi sono ricreduto quando ho avvertito la presenza dello Spirito avvertito la presenza dello Spirito Santo ai piedi della Croce sul Monte Santo ai piedi della Croce sul Monte KrizevacKrizevac»»..Simona e GianfrancoSimona e Gianfranco: : ««Da questa Da questa splendida esperienza, che siamo splendida esperienza, che siamo felici di aver vissuto, abbiamo felici di aver vissuto, abbiamo conservato la voglia e la necessità conservato la voglia e la necessità di pregare insieme e recitare tutti i di pregare insieme e recitare tutti i giorni il Santo Rosario. Io, Simona, giorni il Santo Rosario. Io, Simona, sono tornata portando con me più sono tornata portando con me più coraggio nell’affrontare situazioni coraggio nell’affrontare situazioni difficili; io, Gianfranco, invece, con difficili; io, Gianfranco, invece, con più speranza. Insieme, la gioia di più speranza. Insieme, la gioia di aver stretto nuove amicizie e il aver stretto nuove amicizie e il desiderio di rivivere presto altre desiderio di rivivere presto altre esperienze altrettanto intense ora esperienze altrettanto intense ora che abbiamo capito che l’importante che abbiamo capito che l’importante

Medugorje cambia… Medugorje unisce… Oltre il miracolismo e le suggestioni emotive,

un’esperienza che può cambiare la vitaSimona CariatiSimona Cariati

è aprire e donare il nostro cuore al è aprire e donare il nostro cuore al SignoreSignore»»..In questa intervista ho constatato In questa intervista ho constatato il cambiamento e il rafforzamento il cambiamento e il rafforzamento del rapporto di questi due giovani del rapporto di questi due giovani che sono lieti di manifestare la che sono lieti di manifestare la chiara consapevolezza di avere chiara consapevolezza di avere sempre a fianco una GRANDE sempre a fianco una GRANDE MAMMA che offre continuamente MAMMA che offre continuamente la sua protezione e la crescita la sua protezione e la crescita del desiderio di pregare di più del desiderio di pregare di più con cuore di veri figli affidandosi con cuore di veri figli affidandosi completamente a lei. Grazie ragazzi completamente a lei. Grazie ragazzi per la vostra testimonianza.per la vostra testimonianza.

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9 anni dopo si ricorda ancora l’11 Settembre del 2001

Èstato veramente un massacro stato veramente un massacro Èstato veramente un massacro ÈÈquell’ 11 settembre che ha quell’ 11 settembre che ha Èquell’ 11 settembre che ha ÈÈdistrutto le due torri gemelle distrutto le due torri gemelle Èdistrutto le due torri gemelle ÈÈdi New York, simbolo non solo di New York, simbolo non solo dell’America ma di tutto il mondo dell’America ma di tutto il mondo occidentale. Perché l’ hanno fatto? occidentale. Perché l’ hanno fatto? Perché quella strage di persone Perché quella strage di persone innocenti ad opera di pochi terroristi innocenti ad opera di pochi terroristi sanguinari? Ci sono immagini sanguinari? Ci sono immagini terribili che rimarranno impresse terribili che rimarranno impresse nei nostri cuori. Tanto dolore in nei nostri cuori. Tanto dolore in quanti hanno perso i loro cari in quanti hanno perso i loro cari in quel modo così tragico. Perché quel modo così tragico. Perché hanno dovuto morire quasi tremila hanno dovuto morire quasi tremila persone per l’odio di qualcuno? persone per l’odio di qualcuno? Ma, oggi, è giusto rispondere a tale Ma, oggi, è giusto rispondere a tale odio con altro odio? A nove anni odio con altro odio? A nove anni da quel terribile 11 settembre, da quel terribile 11 settembre, si propone la costruzione di una si propone la costruzione di una moschea nelle vicinanze di quel moschea nelle vicinanze di quel luogo del ricordo. Il 70% della luogo del ricordo. Il 70% della popolazione americana si sta popolazione americana si sta

Francesca AmatoFrancesca Amato

ribellando a tale apparentemente ribellando a tale apparentemente assurda decisione. assurda decisione. Come può il governo U.S.A. Come può il governo U.S.A. concedere il permesso di costruire concedere il permesso di costruire il simbolo di quella religione, per il simbolo di quella religione, per la quale alcuni fanatici terroristi la quale alcuni fanatici terroristi islamici hanno ucciso il simbolo del islamici hanno ucciso il simbolo del cristianesimo occidentale? Hanno cristianesimo occidentale? Hanno ucciso quindi una parte anche di ucciso quindi una parte anche di noi italiani. Ma, proprio per questo, noi italiani. Ma, proprio per questo, poniamoci una domanda: è un poniamoci una domanda: è un oltraggio all’occidente voluto dal oltraggio all’occidente voluto dal presidente Obama, o è una lezione presidente Obama, o è una lezione di grande civiltà e democrazia, di grande civiltà e democrazia, dare una casa anche a coloro i quali dare una casa anche a coloro i quali professano pacificamente quella professano pacificamente quella religione, perché possano essi religione, perché possano essi stessi combattere quella minoranza stessi combattere quella minoranza fanatica e violenta che si annida tra fanatica e violenta che si annida tra di loro? Sarà questo l’interrogativo di loro? Sarà questo l’interrogativo che, forse, determinerà le future che, forse, determinerà le future sorti della storia. sorti della storia.

“Attacca u ciucciu addu dicia u Attacca u ciucciu addu dicia u “Attacca u ciucciu addu dicia u ““patruni” ossia “Fai come ti viene patruni” ossia “Fai come ti viene “patruni” ossia “Fai come ti viene ““comandato dal tuo padrone comandato dal tuo padrone senza obiettare”. E’ questo forse più senza obiettare”. E’ questo forse più di ogni altro proverbio quello che di ogni altro proverbio quello che maggiormente si addice alla nuova maggiormente si addice alla nuova classe dei Giovani, troppo spesso classe dei Giovani, troppo spesso inermi di fronte alla supremazia inermi di fronte alla supremazia dei loro padroni, ovvero di quelle dei loro padroni, ovvero di quelle generazioni più grandi che con generazioni più grandi che con il loro operato hanno fatto tanti il loro operato hanno fatto tanti danni per la nostra società. danni per la nostra società. In primis, nel trovare i colpevoli In primis, nel trovare i colpevoli di questo grave deficit, l’occhio di questo grave deficit, l’occhio senza dubbio va ai Big della senza dubbio va ai Big della Politica nostrana che di giorno in Politica nostrana che di giorno in giorno spezzano i sogni dei giovani giorno spezzano i sogni dei giovani e giocando alla maniera della e giocando alla maniera della roulette russa sulla loro vita, si roulette russa sulla loro vita, si permettono il lusso di influenzarne permettono il lusso di influenzarne anche le scelte.anche le scelte.Nel periodo più nero per la politica Nel periodo più nero per la politica nazionale e locale, serve un partito nazionale e locale, serve un partito unitario capito dalla gente, voluto unitario capito dalla gente, voluto dalla gente, amato dalla gente, con dalla gente, amato dalla gente, con nuovi soggetti, appunto i Giovani. nuovi soggetti, appunto i Giovani. Solo questi ultimi con le loro idee Solo questi ultimi con le loro idee nuove e sempre ricche di passione nuove e sempre ricche di passione e vitalità, con i loro desideri per un e vitalità, con i loro desideri per un Paese che sappia rispondere ancora Paese che sappia rispondere ancora meglio alle loro aspettative e con i meglio alle loro aspettative e con i loro sguardi fiduciosi verso il futuro, loro sguardi fiduciosi verso il futuro, sono il vero ossigeno a questa sono il vero ossigeno a questa proposta e possono rappresentare proposta e possono rappresentare il tanto atteso motore in grado di il tanto atteso motore in grado di far ripartire una macchina troppo far ripartire una macchina troppo

spesso ferma ai box: la politica. spesso ferma ai box: la politica. Ad una malattia sempre più Ad una malattia sempre più pericolosamente contagiosa, quale pericolosamente contagiosa, quale la disaffezione alla politica ed ai la disaffezione alla politica ed ai politici, chi se non i giovani, gli politici, chi se non i giovani, gli under 30 o 40 saprebbero trovare under 30 o 40 saprebbero trovare l’antidoto giusto? Per carità! Di l’antidoto giusto? Per carità! Di persone con esperienze ne servono persone con esperienze ne servono e come, ma per poter parlare di e come, ma per poter parlare di modernizzazione, ai progetti si modernizzazione, ai progetti si devono accompagnare prospettive devono accompagnare prospettive di ricambio delle classi dirigenti di ricambio delle classi dirigenti altrimenti è fallimento. Occorre altrimenti è fallimento. Occorre dare sicurezza per le nuove dare sicurezza per le nuove generazioni, e soprattutto che si generazioni, e soprattutto che si intervenga per ottenere l’obiettivo intervenga per ottenere l’obiettivo prefissato e non tanto fermarsi a prefissato e non tanto fermarsi a tavole rotonde o convegni ad hoc. tavole rotonde o convegni ad hoc. … Occorre innovare il sistema e … Occorre innovare il sistema e assicurare il ricambio! assicurare il ricambio! L’Italia deve liberarsi del suo L’Italia deve liberarsi del suo passato, non per dimenticare, ma passato, non per dimenticare, ma per guardare avanti. Però, se la per guardare avanti. Però, se la sua classe dirigente appartiene, sua classe dirigente appartiene, ha vissuto, si è formata in quel ha vissuto, si è formata in quel passato, è evidente che il passato passato, è evidente che il passato peserà più del futuro e che il Paese peserà più del futuro e che il Paese avrà difficoltà a essere dinamico e avrà difficoltà a essere dinamico e competitivo.competitivo.Alle quote rosa dunque si Alle quote rosa dunque si aggiungano le quote verdi e aggiungano le quote verdi e allora si che ci sarà del nuovo nel allora si che ci sarà del nuovo nel panorama politico italiano. Oggi panorama politico italiano. Oggi più che mai si sente il bisogno di più che mai si sente il bisogno di un nuovo welfare europeo, della un nuovo welfare europeo, della rottura con i vecchi corporativismi, rottura con i vecchi corporativismi,

della piena realizzazione di tutti i della piena realizzazione di tutti i diritti civili, di crescita economica, diritti civili, di crescita economica, di lotta al precariato esasperato, di lotta al precariato esasperato, e di un grande partito nazionale e di un grande partito nazionale capace di mettere al centro capace di mettere al centro l’interesse collettivo come bussola l’interesse collettivo come bussola prioritaria della propria azione prioritaria della propria azione politica. I Partiti, quindi, dovranno politica. I Partiti, quindi, dovranno porsi come laboratorio creativo, porsi come laboratorio creativo, centro di discussione partecipativa centro di discussione partecipativa e di sano dibattito politico, e di sano dibattito politico, ambiente ottimale in cui esercitare ambiente ottimale in cui esercitare una ritrovata e rinnovata “passione una ritrovata e rinnovata “passione politica giovanile”. politica giovanile”. Ricordate gente: “devono essere i Ricordate gente: “devono essere i giovani a cambiare la politica, e non giovani a cambiare la politica, e non la politica a cambiare i giovani”.la politica a cambiare i giovani”.

Alessandro GrandinettiAlessandro Grandinetti

I Giovani e la Bussola della Politica

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Scalata alla Serra del Dolcedorme

Serra Dolcedorme è la erra Dolcedorme è la Serra Dolcedorme è la SSprincipale cima del Parco del principale cima del Parco del Sprincipale cima del Parco del SSPollino.Pollino.SPollino.SSCon i suoi 2267 metri sul livello del Con i suoi 2267 metri sul livello del SCon i suoi 2267 metri sul livello del SSmare guarda dall’alto le quattro mare guarda dall’alto le quattro vette inferiori, dominando l’intera vette inferiori, dominando l’intera valle del Crati e gran parte della valle del Crati e gran parte della Basilicata.Basilicata.Approfittando di una bella giornata Approfittando di una bella giornata d’autunno decido finalmente di d’autunno decido finalmente di scalarla in compagnia di altri tre scalarla in compagnia di altri tre amici.amici.Da molto tempo ne osservavo la Da molto tempo ne osservavo la

Luca IppolitoLuca Ippolito

sommità; ho tentato altre volte sommità; ho tentato altre volte l’avvicinamento ma la tanto l’avvicinamento ma la tanto agognata meta mi è stata sempre agognata meta mi è stata sempre preclusa una volta dal meteo, preclusa una volta dal meteo, un’altra dalla stanchezza fisica. un’altra dalla stanchezza fisica. Ieri finalmente ce l’ho fatta!!Ieri finalmente ce l’ho fatta!!La partenza come al solito è stata La partenza come al solito è stata da Colle Impiso a 1530 m s.l.m., da da Colle Impiso a 1530 m s.l.m., da cui con passo deciso raggiungiamo cui con passo deciso raggiungiamo i grandi piani del Pollino.i grandi piani del Pollino.Ad allietare questa prima parte, Ad allietare questa prima parte, a volte noiosa, ci pensano i caldi a volte noiosa, ci pensano i caldi colori autunnali che in questo colori autunnali che in questo

periodo screziano la faggeta: un periodo screziano la faggeta: un vero spettacolo di tonalità giallo-vero spettacolo di tonalità giallo-rosse che non possono non toccare rosse che non possono non toccare la sensibilità dell’escursionista la sensibilità dell’escursionista amante della natura.amante della natura.Raggiunti i piani, saliamo, questa Raggiunti i piani, saliamo, questa volta più lentamente per via della volta più lentamente per via della ripidezza del tracciato, fino alla ripidezza del tracciato, fino alla Sella del Pollino, il punto più basso Sella del Pollino, il punto più basso tra le due cime.tra le due cime.Arrivati a questo punto, posizionato Arrivati a questo punto, posizionato a 1900 metri, la fatica inizia a farsi a 1900 metri, la fatica inizia a farsi sentire, ma la caparbietà mia e sentire, ma la caparbietà mia e degli altri componenti del piccolo degli altri componenti del piccolo gruppo ci impedisce persino di gruppo ci impedisce persino di pensare ad un inglorioso ritorno.pensare ad un inglorioso ritorno.Il cielo sopra di noi é terso, di un Il cielo sopra di noi é terso, di un blu cobalto e striato di cirri, segno blu cobalto e striato di cirri, segno di un prossimo cambiamento del di un prossimo cambiamento del meteo.meteo.Sotto di noi un tappeto di nuvole Sotto di noi un tappeto di nuvole bianche e lontano orizzonti bianche e lontano orizzonti sconfinati causati da una pressoché sconfinati causati da una pressoché totale mancanza di foschia in tutte totale mancanza di foschia in tutte le direzioni.le direzioni.Verso la vetta allora, senza Verso la vetta allora, senza ripensamenti!ripensamenti!La cresta su cui saliamo tende La cresta su cui saliamo tende ad affilarsi regalandoci spettacoli ad affilarsi regalandoci spettacoli sempre più emozionanti. Il sempre più emozionanti. Il versante di destra, rivolto a versante di destra, rivolto a sud, è quasi del tutto verticale sud, è quasi del tutto verticale e praticamente ricoperto di pini e praticamente ricoperto di pini loricati maestosi.loricati maestosi.Un meraviglioso colpo d’occhio Un meraviglioso colpo d’occhio si apre sulle pendici di queste si apre sulle pendici di queste montagne, sui paesi sottostanti montagne, sui paesi sottostanti e sulla catena costiera: davanti a e sulla catena costiera: davanti a noi la cima, vicina eppure lontana noi la cima, vicina eppure lontana e impervia nell’ultimo tratto, in e impervia nell’ultimo tratto, in fondo il golfo di Sibari.fondo il golfo di Sibari.La parte finale, da affrontare con La parte finale, da affrontare con nervi saldi, è molto verticale, nervi saldi, è molto verticale, meglio quindi tenersi sulla sinistra, meglio quindi tenersi sulla sinistra, in modo da evitare il baratro che in modo da evitare il baratro che ormai si apre sul versante sud.ormai si apre sul versante sud.La cima arriva di colpo dopo una La cima arriva di colpo dopo una piccola anticima di altezza poco piccola anticima di altezza poco inferiore.inferiore.In vetta la calma è sovrana, un In vetta la calma è sovrana, un silenzio irreale, un’emozione che silenzio irreale, un’emozione che non dimenticherò in tutta la mia non dimenticherò in tutta la mia vita! Quanto mi hanno dato e vita! Quanto mi hanno dato e quanto ancora mi sorprendono quanto ancora mi sorprendono queste montagne!queste montagne!Rimaniamo non molto sulla vetta, Rimaniamo non molto sulla vetta, il tempo di rinfrancarci, mangiare il tempo di rinfrancarci, mangiare qualcosa e firmare il libro che il qualcosa e firmare il libro che il CAI ha installato in cima.CAI ha installato in cima.Il ritorno è estenuante, in totale Il ritorno è estenuante, in totale il tracciato è di 16 km e le nostre il tracciato è di 16 km e le nostre gambe li sentono tutti, la fatica gambe li sentono tutti, la fatica però non riuscirà a toglierci la però non riuscirà a toglierci la felicità di aver guadagnato un così felicità di aver guadagnato un così meraviglioso traguardo.meraviglioso traguardo.

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Stupore e meraviglia nei cittadini e negli stessi operatori del mondo

sanitario ha suscitato la notizia che il presidente del Consiglio Berlusconi - dopo le dimissioni dall’Ospedale S. Raffaele (dove era stato ricoverato a seguito dell’aggressione subita in Piazza Duomo a Milano) - si era fermato per circa 4 ore in uno studio odontoiatrico privato per farsi riparare i danni a due denti canini.-

Perché tanto stupore si chiederanno i lettori e quali sono le motivazioni dello stupore stesso? E’ presto detto: l’Ospedale S. Raffaele di Milano è uno dei più moderni e attrezzati d’Italia e d’Europa. Non dispone, forse, di un servizio d’eccellenza d’odontoiatria? Temiamo di no!

Oppure, come avviene in tanti ospedali, soprattutto nel Sud e in Calabria, per branche specialistiche come l’odontoiatria bisogna rivolgersi alla medicina privata e a pagamento?

Per Berlusconi, come per altri benestanti come lui, ovviamente, non ci sono problemi o impedimenti economici a rivolgersi a specialisti privati e a pagamento. Ma non è così facile per tantissime famiglie italiane e meridionali.

In effetti, per come abbiamo denunciato più volte, la riforma sanitaria, varata con la famosa legge n. 833 del 1978 ed entrata in vigore all’inizio degli anni ’80, ha previsto l’assistenza a cura del servizio sanitario pubblico a tutti i cittadini (ricchi e poveri) che la pagano con le tasse e con ticket e balzelli vari. L’assistenza garantita a tutti riguarda sia il medico generico o di base, sia lo specialista e sia le cure ospedaliere. Nei tre momenti della prevenzione, cura e riabilitazione.

Non ci risulta che la riforma sanitaria escluda dall’assistenza le cure specialistiche odontoiatriche e neanche ginecologiche, neurologiche, ortopediche, ecc. Purtuttavia, nella realtà, è diventata ordinaria routine che i cittadini si debbano rivolgere al mercato della medicina privata e a pagamento per molte branche specialistiche. Ad iniziare, soprattutto dalle cure odontoiatriche e dalle cure ginecologiche (specialmente in maternità, dove la protezione sanitaria gratuita dovrebbe essere maggiormente assicurata).-

Non è stata ancora fatta una ricerca tra quanti hanno problemi di cure dentarie e, soprattutto, tra le

SANITÀ: sprechi, deficit,controriforme e…intramoenia

incrementano la medicina privata a pagamento

gestanti ed in altri ambiti medico-specialistici. Ne verrebbe fuori, certamente, un quadro sconvolgente: con una percentuale altissima di gestanti che pagano in proprio il ginecologo per tutta la durata dei nove mesi che precedono il parto; la percentuale è certamente più alta in relazione ai cittadini (quasi tutti) che ricorrono agli studi dentistici privati per prevenire, curare o ricostruire l’apparato dentario.

La realtà “dell’altra sanità” informale, privata ed a pagamento si paleserebbe più sconcertante se solo si allargasse il sondaggio-inchiesta per conoscere quanti utenti si rivolgono agli specialisti privati a pagamento in altre discipline: neurologiche, chirurgiche, ortopediche, dermatologiche, gastroenterologhe, oculiste e finanche oncologiche (del resto basterebbe dare un’occhiata nelle affollate sale d’attesa degli studi privati dei vari specialisti operanti sul territorio).

Quanti miliardi d’euro le famiglie italiane spendono ogni anno per assistenza specialistica erogata dal mercato della medicina privata e a pagamento! Questa spesa sommersa andrebbe sommata alla spesa ufficiale del Servizio sanitario pubblico con annessi sprechi o spese allegre per personale, beni e servizi, consulenze clientelari non affatto

di Sante Casella

necessarie, ecc.La medicina privata, in verità, ha

segnato un forte incremento con la controriforma Bindi n. 229/99, che ha introdotto l’intra ed extramoenia (possibilità per i medici dipendenti del Servizio pubblico di esercitare l’attività libero-professionale dentro e fuori la struttura ospedaliera o territoriale da cui dipendono). I tempi d’attesa dopo il 1999 sono aumentati in modo esponenziale per visite specialistiche gratuite (con impegnativa del medico curante), mentre l’attesa per visite a pagamento è quasi inesistente.

Il ricorso alla medicina privata a pagamento non riguarda soltanto il Sud e la Calabria. Ci risulta che anche a Milano, per visite di controllo molti pazienti sono spesso costretti a pagare mediamente 300 euro a visita (regime extramoenia) allo stesso primario del reparto dove in precedenza erano stati curati.

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Angelo Bagnasco

ogni progresso e bene immediato. Viceversa, se la civitas mundi ha come scopo il bene materiale e sociale dei cittadini in conformità a ciò che è la persona, non può disattendere la dimensione spirituale e religiosa poiché l’uomo è un essere religioso, e in quanto religioso è sociale: infatti egli porta in sé la traccia del Creatore che non è solitutide ma Trinità di Persone nell’unico Dio. Nella visione della fede cristiana è questa la ragione ultima, il principio euristico dell’antropologia che sta all’origine dell’ umanesimo plenario e della società che ne è ispirata. E’ di tutta evidenza l’impronta individualista che la cultura contemporanea propaga. Più che una persona, l’uomo è concepito come un individuo talmente centrato sulla propria assoluta autonomia che sembra diventato prigioniero di se stesso, una monade che vive accanto ad altre monadi, ma non insieme per fare comunità, popolo, casa. La casa non è solo tetto, ma è soprattutto relazione. La casa è necessaria, ma le buone relazioni sono la vera casa dove le ferite si rimarginano e le forze si rigenerano.

L’uomo è sì un individuo – anche le pietre sono individuali - , ma la persona è un individuo in relazione con gli altri, sempre, anche quando non se ne accorge ancora o non se ne accorge più: “Il mondo moderno confonde semplicemente due cose che la sapienza antica aveva distinte: confonde l’individualità e la personalità” (J. Maritain, Tre riformatori, Brescia 1964, 26).

Non di rado si pensa che la vera laicità si riduca a rispetto per la religione, al benevolo riconoscimento del diritto di parola da parte della Chiesa. Questa posizione presenta elementi apprezzabili, ma è incompleta; infatti bisognerebbe aggiungere che la responsabilità politica per il bene comune non è incondizionata. Tanto il bene comune che la responsabilità politica include la dimensione etica, hanno a che fare con il bene e il male morale: queste sono categorie costitutive dell’umano. Il bene o il male morale non sono indifferenti rispetto alle conseguenze che hanno sull’uomo, lasciano traccia: costruiscono o demoliscono ciò che l’uomo è per natura e che è inscritto nel suo stesso essere. Esso non è prodotto della cultura nel suo evolversi, ma – pur riconoscendo il fattore storico-culturale – l’uomo è un dato oggettivo, tant’è vero che oggi appartiene alla coscienza universale (quanto alla prassi?) l’uguaglianza di dignità e di valore di ogni persona a qualunque cultura e società appartenga. Dispiace constatare che qualunque dichiarazione la Chiesa faccia a riguardo dei valori morali, sia bollata da qualcuno di confessionalismo, come se si volesse imporre alla società pluralista una morale cattolica: “La questione centrale in gioco – afferma Benedetto XVI – è la seguente: dove

può essere trovato il fondamento Angelo Bagnasco

può essere trovato il fondamento Angelo Bagnascoetico per le scelte politiche? La Angelo Bagnascoetico per le scelte politiche? La Angelo Bagnasco

tradizione cattolica sostiene che le norme obiettive che governano il retto agire sono accessibili alla ragione, prescindendo dal contenuto della rivelazione. Secondo questa comprensione, il ruolo della religione nel dibattito politico non è tanto quello di fornire tali norme, come se esse non potessero essere conosciute dai non credenti – ancora meno è quello di riproporre soluzioni politiche concrete, cosa che è del tutto al di fuori della competenza della religione – bensì piuttosto di aiutare nel purificare e gettare luce sull’applicazione della ragione nella scoperta dei principi morali oggettivi. Questo ruolo ‘correttivo’ della religione nei confronti della ragione, tuttavia, non è sempre bene accolto, in parte perché delle forme distorte di religione, come il settarismo e il fondamentalismo, possono mostrarsi esse stesse causa di seri problemi sociali. E, a loro volta, queste distorsioni della religione emergono quando viene data una non sufficiente attenzione al ruolo purificatore e strutturante della ragione all’interno della religione.

E’ un processo che funziona nel doppio senso. Senza il correttivo fornito dalla religione, infatti, anche la ragione può cadere preda di distorsioni, come avviene quando essa è manipolata dall’ideologia, o, applicata in modo parziale, che non tiene conto pienamente della dignità della persona umana. Fu questo uso distorto della ragione, in fin dei conti, che diede origine al commercio degli schiavi e poi a molti altri mali sociali, non da ultimo le ideologie totalitarie del ventesimo secolo. Per questo vorrei suggerire che il mondo della ragione e il mondo della fede – il mondo della secolarità razionale e il mondo della fede – hanno bisogno l’uno dell’altro e non dovrebbero aver timore di entrare in un profondo e continuo dialogo, per il bene della nostra civiltà” (Benedetto XVI, Viaggio Apostolico nel Regno Unito, Discorso alle Autorità civili, 17.9.2010).

segue da pag. 1

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Il Governo centrale chiede alla Regione Calabria il rientro dal

deficit di circa due miliardi che il servizio sanitario ha accumulato negli ultimi anni per responsabilità trasversali ai due schieramenti politici attuali. È stato deciso il commissariamento della sanità, ma resta il gravoso impegno della Giunta regionale di ridurre il deficit: I cittadini – utenti reali o potenziali – non sarebbero scandalizzati più di tanto, anche per la forzata chiusura d’alcuni ospedali minori, se l’assistenza erogata (quantità e qualità) a livello ospedaliero e territoriale fosse soddisfacente. Purtroppo non è così. E non solo per i casi di malasanità o per la responsabilità degli operatori, che, nonostante la loro professionalità, umanità e comprensione verso i pazienti, devono fare i conti spesso con mestieranti della politica e del potere presenti nel settore.Se pensiamo al deficit finanziario, dunque, dobbiamo fare riferimento anche all’ingente investimento di risorse economiche nel settore sanitario: la voce più alta del bilancio regionale! la sola ASP di Cosenza gestisce un bilancio annuo di oltre 750 milioni di euro!

Ma, per come abbiamo denunciato altre volte su queste

colonne, i mali che affliggono il servizio sanitario,– al di là e nonostante il deficit – derivano da:1. mancanza del piano della salute promesso dalla precedente Giunta Loiero; 2. emigrazione di pazienti verso strutture d’eccellenza del centro-nord; 3. lunghe liste d’attesa per visite specialistiche ed accertamenti diagnostici (un solo esempio: a Cosenza per una colonscopia bisogna attendere 4/5 mesi, a Rende ancora più mesi perché nel locale del poliambulatorio ci piove, da oltre un anno e non si provvede);4. scarsa o mancata utilizzazione di macchinari e strumentari costosi, che se funzionassero a pieno regime farebbero diminuire i tempi d’attesa e farebbero incassare milioni alle aziende; 5. confusione o mancata regolamentazione dell’Intramoenia (esercizio dell’attività professionale a pagamento dei sanitari dipendenti pubblici); 6. mancato potenziamento della medicina territoriale, con studi di medici di base attualmente aperti per poche ore al giorno; 7. ambulatori specialistici chiusi di pomeriggio e sabato mattina; 8. mancanza di controlli ispettivi periodici

(la Regione ha chiuso da anni gli Uffici di ispezione e vigilanza su strutture pubbliche e private); 9. politici e gestori della sanità tollerano che i cittadini spesso paghino in proprio visite specialistiche e accertamenti diagnostici in studi privati di sanitari dipendenti di strutture pubbliche e/o di “luminari” provenienti da altre regioni; 10. reintroduzione dei ticket, aumentati d’importo, unitamente alle maggiorazioni Irpef, per visite e accertamenti vari; 11. mancanza di provvedimenti organizzativi per disincentivare il ricorso costante alla medicina privata e a pagamento.

A tal proposito bisogna rilevare l’ingente spesa (sommersa) sostenuta dai cittadini nella medicina privata ed a pagamento, che se fosse quantizzata farebbe lievitare la già alta spesa della sanità calabrese. Una spesa sanitaria complessiva che – ripetiamo – discende da sprechi notevoli; senza controlli ispettivi in materia d’acquisto e consumo di beni e servizi, consulenze clientelari inutili, dispendiose ed illegittime decise anche da gestioni aziendali monocratiche (un uomo solo al comando!).

In fatto di consulenze milionarie, ogni tanto interviene la Corte dei Conti (negli anni scorsi i gestori e dirigenti delle due aziende cosentine hanno dovuto rimborsare il danno erariale di qualche centinaio di migliaia d’euro per consulenza illegittima ad un giovane giornalista esterno). L’ultima sentenza della Corte dei Conti riguarda sempre l’ASL di Cosenza. Tutto lo staff gestionale e dirigenziale direttivo, ad iniziare dal direttore generale protempore D’Alessandro, sono stati condannati a rimborsare danni da disservizio e da immagine, rispettivamente per 272 mila più 272 mila euro e 565 mila euro il dirigente regionale del settore per mancato espletamento della campagna di screening per la diagnosi precoce dei tumori femminili e mancata o sottutillizzazione di apparecchi costosi come il mammotono.-

LA SANITÀ CALABRESE VERSO IL RIENTRO DAL DEFICIT E LA FINE DEGLI SPRECHI?

Il neo Governatore Scopelliti alle prese con le grane del settore

di Sante Casella

Giuseppe Scopelliti

O G G I F A M I G L I A

Anno XXII n.9-10-11/ settembre-ottobre-novembre 201018

Sorridi, quando apri gli occhi e cominci la ritualità di tanti gesti:

ti crogiuoli al suono della sveglia, ti rendi conto che ci sei ancora e, ripassando la lista di ciò che farai, programmi che tutto avverrà nel miglior modo possibile, senza grandi pretese.

Ricorda l’ultimo pensiero della sera precedente, quando ti sei imposto di fissare anche un solo momento piacevole che hai vissuto, con la consapevolezza di aver avuto il coraggio di scalare una montagna di difficoltà…ma tu ci sei ancora.

Robert Louis Stevenson, scrittore scozzese, affermava: “Non c’è dovere che sottovalutiamo di più del dovere di essere felici. Quando siamo felici, seminiamo anonimi benefici sul mondo, che restano sconosciuti anche a noi stessi, se rivelati, sorprendono più di tutti il loro benefattore”.

Impariamo il grande teorema della Piacevolezza del Vivere. “Riso? C’è forse ancora qualcuno che si interessa al riso? Voglio dire il riso vero, che non ha niente in comune con lo scherzo, con la beffa e il ridicolo.

Riso, godimento immenso e delizioso...ridere significa vivere così profondamente. Milan Kundera aveva inventato con la sorella, il “gioco del riso”, inizialmente forzato, ridicolo, ma poi il riso vero, che dava una grande sensazione di liberazione: “Un riso prorompente, rinnovato, dondolante, libero, espressioni di risa, magnifiche, superbe, pazze…”

Qualsiasi realtà ha diverse chiavi di lettura: c’è chi si sofferma solo sulla negatività di qualsiasi gesto e pensiero, mentre ciò che c’è di bello, di buono lo sfiora inutilmente.

Perché dimenticarci il grande dono della vita e ricordarcene solo quando si ha paura di perderla?

La vita è un eterno, unico presente da assaporare, anche quando il gusto non è piacevole, ma è sempre vita, esistenza, possibilità di cambiarla.

Non si può stare sempre a puntare il dito sulle sbavature, dimenticando il disegno:

Dio ci ha dato una tela da tessere, forse con tanti nodi, questo dipenderà anche da noi, per come sapremo combinare la trama e l’ordito.

Bisogna accettare la combinazione di gioia e dolore, sapendoli tastare con la stessa serenità ed equilibrio.

“Alcuni di voi dicono: La gioia è superiore al dolore, altri dicono: No, il dolore è superiore.

Ma vi dico che essi sono inseparabili. Giungono insieme e quando uno si siede con voi alla vostra mensa, ricordatevi che l’altro giace addormentato sul vostro letto.

In verità siete sospesi tra gioia e dolore come bilance.

Solo quando siete vuoti, siete immobili ed equilibrati. Quando il tesoriere vi solleva per pesare l’oro, l’argento, la vostra gioia o il vostro dolore devono necessariamente alzarsi o cadere” (Kahlil Gibran).

Ricordi quando hai pianto di gioia o quando hai contagiato gli altri con un riso irrefrenabile?

Fai provviste di tutte le energie sane che riesci ad immagazzinare

La piacevolezza del vivere

e ti siano di supporto nei giorni bui, armonizzando il dolore.

Riappacificati con quanto di negativo hai vissuto; passa in rassegna chi ti è più caro: chi è libero da inutili aspettative, chi non si lamenta e non si abbarbica ai suoi problemi, chi si vuole bene e non pretende da se stesso la perfezione, chi accetta le opinioni altrui ed è disposto a mettere in discussione le proprie. Porta con te il tuo bambino interiore e insieme divertitevi!

Kahlil Gibran

di Lina Pecoraro

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F O R U M

Anno XXII n.9-10-11 settembre-ottobre-novembre 2010

Nell’ultimo numero di questo nostro periodico ho letto un

articolo (A. Grandinetti, La Sacra Sindone: un semplice lenzuolo o il mistero di un Dio che ci ama?, “Oggi Famiglia”, n. 5-8, giugno-agosto 2010, p. 14) che mi è apparso piacevole e interessante. L’apprezzamento, tuttavia, non è stato totale perché non ho potuto condividere il capoverso finale, che riporto qui di seguito.

“Quello della Sindone è uno dei rari casi in cui fede e scienza cercano di incontrarsi per accertare l’autenticità storica del Telo. Ma la sua veridicità è oggetto di fortissime controversie. Da una parte ci sono coloro che elencano le evidenze materiali che riconducono il sudario alla figura di Gesù. Dall’altra, coloro che, prove scientifiche alla mano, contestano questa tesi. Il Mistero, dunque, è sempre forte ancora oggi, del resto bisogna credere per comprendere i sacri misteri della religione cristiana. Per poter credere, però, occorre assumere a criterio di verità ciò che appare assurdo”.

I motivi del mio dissenso sono i seguenti:

1. Innanzi tutto la Sindone non è un “mistero” di fede. Perciò non riguarda il rapporto fede-scienza. I “misteri” cristiani, infatti, sono

le verità contenute nel Credo, che riguardano Dio e l’uomo e sono state accolte dalla Chiesa perché proclamate da Gesù. La Chiesa, perciò, non ha mai dichiarato “mistero” di fede la Sindone e nemmeno oggetto di culto. Per la Chiesa la Sindone può essere il lenzuolo che ha avvolto Gesù dopo la sua morte in Croce e perciò può essere un “documento storico” del fatto narrato nei libri del Nuovo Testamento (Vangeli, lettere di San Paolo ecc.). Altri, invece, lo ritengono un falso costruito artificialmente vari secoli dopo. Pertanto il dibattito riguarda soltanto la sua validità come documento storico.

2. L’affermazione che i favorevoli alla sua autenticità elenchino soltanto “evidenze materiali”, mentre i contrari lo contestino, “prove scientifiche alla mano”, non corrisponde alla realtà.

In primo luogo le “prove scientifiche” presentate dai contestatori sono quasi tutte inconsistenti; l’unica che potrebbe essere valida è la prova del “carbonio 14”. Il risultato, tuttavia, è stato fortemente contestato da molti per vari motivi, fra i quali il fatto che in seguito a un incendio subito secoli fa il contenuto di carbonio della Sindone

La Sindone: fondamenti storici e fondamenti scientifici. Se da una parte resta, ancora , una prova non provata, dall’altra resta un segno evocativo

e allusivo della passione di Cristo che potrebbe dare vigore alla fede.

di Luigi Intrieri

segue a pag. 20

è stato alterato e quindi la datazione assegnata non è attendibile.

In secondo luogo, l’espressione “evidenze materiali”, attribuita alle prove favorevoli alla storicità della Sindone è un modo ingannatorio per mascherare la validità dei numerosi studi scientifici compiuti finora. Nessuno è riuscito a provarne finora la falsità.

3. Le prove a favore dell’autenticità della Sindone sarebbero state accettate da tutti con enorme entusiasmo, se avessero riguardato la vita di Giulio Cesare o di qualsiasi altro personaggio dell’antichità. Invece il pregiudizio ideologico contro la religione cristiana ne ha impedito acriticamente l’accettazione. Tutto sommato, però, anche questo fatto è positivo, perché spinge a studiare a fondo il lenzuolo nel tentativo di scoprirne le più minute particolarità. E tutto ciò è servito ad accumulare prove sempre più forti della sua autenticità. Inevitabilmente questo si riflette positivamente anche sul valore “storico” delle testimonianze dei testi del Nuovo Testamento.

4. In senso generale il termine “scienza” indica qualsiasi complesso di conoscenze razionalmente

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20 Anno XXII n.9-10-11/ settembre-ottobre-novembre 2010

segue da pag. 19

organizzate. Da questo punto di vista si può parlare anche di scienze teologiche, filosofiche, storiche, naturali ecc. Tuttavia da Galileo in poi il termine “scienza” indica di preferenza la conoscenza dei “rapporti matematici invariabili tra i fenomeni” naturali, scoperti mediante “esperimenti replicabili”. La loro “invariabilità” ha indotto gli studiosi a definirli “leggi” della natura. I “fenomeni”, tuttavia, sono soltanto quegli aspetti che possono essere sperimentati e conosciuti mediante l’uso dei nostri sensi, eventualmente rafforzati da strumenti adatti. Per questo motivo Dio, l’anima, la salvezza, il paradiso ecc., che NON sono fenomeni, non possono essere oggetto di esperimenti scientifici e su di essi la “scienza” non può dire assolutamente nulla. Gli uomini di scienza che si esprimono su di essi “NON fanno” scienza, ma filosofia o teologia, cioè una riflessione diversa.

5. Gli “avvenimenti storici” sono anch’essi “fenomeni”, ma non possono essere “replicati” mediante esperimenti perché ciascuno di essi è “unico” e irripetibile. Tuttavia, siccome sono “fenomeni” del passato, essi hanno lasciato tracce sensibili, cioè “documenti”, opere volontarie o involontarie degli uomini, che possono essere studiati mediante i nostri sensi e quindi con modalità scientifiche proprie e tipiche della scienza storica. La Sindone, perciò, è sempre un documento storico, anche se fosse falso, perché in ogni caso frutto dell’attività umana. Spetta perciò agli studi storici (anche mediante l’utilizzazione di studi appartenenti ad altre scienze) decidere il suo valore di documento relativo all’avvenimento della morte di Gesù. Pertanto spetta ad essi stabilire se ha avvolto veramente l’uomo Gesù Cristo, oppure se ha avvolto qualcun altro, oppure ancora se è un manufatto posteriore.

6. Nonostante il suo limite al campo dello sperimentabile mediante i sensi, la “scienza” è sempre un prodotto dell’intelligenza dell’uomo, cioè della capacità umana di raggiungere delle conoscenze mediante l’intuito (conoscenza immediata) e il ragionamento (passaggio da un’affermazione a un’altra legate logicamente). Fin dalla sua prima apparizione sulla Terra l’uomo ha tentato di dare una spiegazione logica ai fenomeni, ipotizzando rapporti stabili e replicabili tra di essi. Tutti i genitori sanno che, se si ridà nelle mani di un bambino

ancora lattante un oggetto cadutogli occasionalmente, questi lo lascia subito cadere nuovamente e ripete questo “gioco” innumerevoli volte. Il bambino ha scoperto il “rapporto di causa ed effetto” tra il rilascio dell’oggetto e il rumore prodotto da esso nel toccare terra, e perciò prova piacere nello sperimentarlo senza stancarsi. Anche se ciò può sembrare “assurdo” (ma non lo è) il bambino ha fatto intuitivamente una scoperta scientifica.

7. L’intelligenza umana non si è mai chiusa nel sensibile, ma ha cercato sempre di superarlo. Fin dai primordi ha cercato di dare una spiegazione “ragionevole” a problemi che ancora oggi sono oggetto di riflessione e di dibattito come la vita, la morte, l’aspirazione dell’uomo all’immortalità e la possibilità dell’esistenza di “realtà” non sensibili, come Dio e l’anima. Qualsiasi fede religiosa, infatti, e quella cristiana in particolare, perciò non si fonda sull’assurdo, ma su una intuizione o su una riflessione. Perciò non afferma mai che “per poter credere occorre assumere a criterio di verità ciò che appare assurdo”. La millenaria teologia cattolica, fondata sui Padri della Chiesa e accolta nei Concili ecumenici, ha sempre fortemente rifiutato questa asserzione e ha affermato il valore della ragione e dell’intelligenza. Il corpo umano (come l’universo intero e qualsiasi altro corpo vivente) ha un funzionamento eccezionalmente complesso e regolato (basti pensare alla moltitudine di geni, che pur essendo piccolissimi e visibili solo con potenti microscopi, regolano la vita, le caratteristiche individuali, lo sviluppo e la salute o malattia degli organismi viventi). Da questo fatto ne deriva ragionevolmente che l’uomo e l’universo hanno certamente origine da una realtà estremamente intelligente, alla quale è stato dato il nome “Dio”. Ritenere che la complessità e la regolarità del funzionamento dell’universo, e soprattutto degli esseri viventi, possa essere derivato dal caos e dalla cieca

causalità appare, invece, “assurdo” (cioè contro ogni logica). Alcuni (pochi) uomini di scienza saltano dall’affermazione che “la scienza può conoscere solo il sensibile” alla conclusione non scientifica (perché è filosofica) che “esiste solo il sensibile”. La fede in Dio è anch’esso un salto non scientifico (perché è filosofico). Tuttavia mentre la fede in una Intelligenza che ha creato il mondo e le sue leggi è “ragionevole”, la fede nel Caso è “irragionevole”.

8. La fede in Gesù Cristo e in quanto Egli ha insegnato nasce da un evento storico: la vita di un personaggio eccezionale, che ha percorso la Palestina per tre anni e che nell’anno 30 della nostra era è morto in croce con l’accusa di essere un ribelle alla sua nazione e all’Impero Romano. I documenti che ne parlano attestano la sua eccezionalità. I discepoli che con Lui hanno vissuto per tre anni, e ne hanno pubblicamente parlato agli uomini del loro tempo, hanno testimoniato con vigore la loro fede in Gesù Uomo-Dio e hanno diffuso la conoscenza della sua vita e del suo insegnamento di amore universale. La loro testimonianza è rimasta ferma anche davanti alle persecuzioni e alla morte, che poi hanno ricevuto a causa della loro predicazione. “Questo Gesù, Dio L’ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni”, affermano ripetutamente gli Apostoli (Atti 2, 32 ecc.). Perciò, insieme al grande filosofo (nonché grande matematico e fisico) Biagio Pascal, ogni seguace di Cristo può dire: “Io credo solo alle storie i cui testimoni sono pronti a farsi sgozzare”.

9. Concludendo: il fondamento della fede cristiana non è e non può mai essere “ciò che appare assurdo” in sé. Certamente un “Cristo crocifisso” può apparire “scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani”, come scrive san Paolo ai Corinzi; ma con lui possiamo affermare che “ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.” (1 Cor., 1, 23-25). Perciò noi cristiani possiamo essere “pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi a rendere ragione della speranza che è in voi” (1 Pt 3, 15). E non si può rendere ragione con l’assurdo.

La morte in croce di Gesù e la sua resurrezione sono “il mistero di un Dio che ci ama” fino al punto di condividere tutta la condizione degli uomini, comprese anche le loro più grandi sofferenze, eccetto il peccato (Ebrei 2, 14-18; 4, 15). E la Sindone ne è in ogni caso una testimonianza.

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Anno XXII n.9-10-11 settembre-ottobre-novembre 2010

Il Governo Berlusconi il 29 settembre si è presentato alla

Camera dei Deputati ottenendo una schiacciante maggioranza, 342 voti, molti di più del 14 maggio 2008, quando si presentò per la prima volta alla Camera dopo il voto elettorale. Eppure Berlusconi è stato sconfitto. Non è semplice spiegare questo paradosso, ma è proprio così. Senza l’appoggio determinante dei finiani e del movimento autonomista di Lombardo che in Sicilia ha formato una quarta giunta regionale relegando il Pdl, il partito di Berlusconi, all’opposizione, la fiducia al Governo non ci sarebbe stata.

L’autosufficienza inseguita invano da più di un mese da Berlusconi e dai suoi amici è franata. Senza i voti dei finiani e dei gruppettini da solo non avrebbe mai superato la fatidica quota di 316 voti, malgrado l’aiutino di alcuni Deputati fuoriusciti dall’UDC di Casini e dall’API di Rutelli. La campagna acquisti ha fatto cilecca. Qualcuno, ancora una volta, ha sbagliato a fare i conti. E l’On. Romano Prodi ne sa qualcosa quando venne disarcionato per un voto.

Adesso, dopo quello che è accaduto alla Camera, Berlusconi è, quindi, più che mai, nelle mani di Fini e dei finiani. E questo non è un dettaglio di poco conto. Berlusconi, da oggi in poi, è in balia del suo peggior nemico, di quel Fini che ha espulso dal Partito e che avrebbe voluto che si dimettesse da Presidente della Camera dei Deputati. Ora le dimissioni non le chiede più. Non gli conviene. Perché se Fini si dimettesse, le forze d’opposizione in Parlamento con l’aiuto dei finiani e dei lombardiani avrebbero i numeri per sostituire l’attuale inquilino di Montecitorio. Gongolava Bersani dopo il voto di mercoledì:-Ora siamo in gioco-. E si facevano i nomi di D’Alema, Casini e Buttiglione. Questa è una delle minacce, ma ce ne sono delle altre. E la mozione di sfiducia presentata dall’opposizione contro il Ministro Bossi dopo che questi ha insultato Roma e i romani chiamandoli porci, sarà il primo banco di prova sulla tenuta della maggioranza e del Governo Berlusconi. Se Fini, Lombardo e il gruppetto dei fuoriusciti dall’UDC dovessero votare la mozione di

Voto alla CameraSenza il Partito di Fini non ci sarebbe più il Governo Berlusconi...

E neppure il commercio di escort e la pruderie mediatica che ammorba il Paese

sfiducia insieme all’opposizione addio Governo Berlusconi. Estromesso Bossi dal Governo, a questo punto sarebbe la Lega a defilarsi. Bossi voleva lo scioglimento delle Camere e le elezioni anticipate e non le ha ottenute ed è rimasto insoddisfatto. Ma ora, se dovesse essere sfiduciato, farebbe dimettere tutti i Ministri della Lega e chiederebbe al Presidente della Repubblica lo scioglimento delle Camere. E Bossi i numeri alla Camera dei Deputati ce li ha per disarcionare Berlusconi. Ma questo pericolo per ora non c’è più perché il Pd ha ritirato la mozione di sfiducia avendo Bossi nel frattempo chiesto scusa ai Romani. E’ stata soltanto una battuta di pessimo gusto.

L’ha capito anche il Ministro degli Interni On. Maroni, al quale dopo il deludente voto di fiducia è sfuggita questa frase.-Tanto a marzo si andrà a votare-. Cinque o sei mesi per vivacchiare. Non di più. E’ questo il tempo che resta all’opposizione e ai finiani per organizzarsi e per preparare una valida alternativa a Berlusconi, elettori italiani permettendo. Ci riusciranno? Stento a crederci.

Il maggior partito di opposizione, il Pd, è diviso in due tronconi nel suo interno ed i cattolici provenienti dalla vecchia e gloriosa Democrazia Cristiana sono in fermento. Si prevede già una scissione. Oggi come oggi il Pd non ha un programma, non sa con chi coalizzarsi, non ha un candidato Premier. Di Pietro non è credibile. Peppe Grillo sa solo insultare. Casini fa soltanto casini inseguendo un Governo di larghe intese o un governo tecnico che dovrebbe riscrivere la nuova legge elettorale che di fatto nessuno vuole. Rutelli con il suo API non vola e Montezemolo farebbe bene se si

interessasse della Ferrari di Alonso e Massa. E nel frattempo il partito di Casini in Sicilia ha perso cinque pezzi da novanta, quelli che portano i voti. Ma non c’è stata soltanto una scissione nell’UDC, ce n’è stata un’altra più importante ed eclatante dopo il voto di fiducia in Parlamento, quella nel Pdl. Infatti, l’On. Fini, ha annunciato per martedì prossimo la nascita di un nuovo partito. Tutti gli appelli del Premier sono quindi caduti nel vuoto.

Ma alla prossima competizione elettorale l’On. Fini con chi farà alleanza? Con il Pd? Impossibile. Fini ed i finiani sono di destra. Con Casini, Rutelli, Montezemolo per formare il terzo polo? Stento a crederci. E allora? Correrà da solo, andando incontro ad una sonora sconfitta elettorale perché il conflitto con Berlusconi ha indebolito entrambi.

Ma torniamo al voto di fiducia e al risultato del voto. Ai toni tranquilli e pacati del Premier si sono contrapposti i toni irruenti e duri dell’opposizione, specialmente da parte di un Di Pietro scatenato ed incontenibile.

Il Presidente della Camera l’ha dovuto richiamare all’ordine per ben due volte invitandolo ad utilizzare toni più consoni al Parlamento dopo aver accusato il Premier di essere un piduista, un illusionista, uno stupratore di democrazia. Altre dure critiche sono arrivate dal Pd e dall’UDC. Hanno accusato il Premier di aver comprato addirittura alcuni Deputati. Berlusconi ha respinto con sdegno questa volgare insinuazione.

E così finisce la giornata del Premier Berlusconi. Doveva essere una giornata tranquilla e felice, era il suo compleanno, e pure trionfale, invece è stata “una giornata di merda”.

di Francesco Gagliardi

Berlusconi e Fini

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Pd in fibrillazione.Scendono in campo Veltroni e Bersani

Quante chiacchiere si son fatte sotto gli ombrelloni in queste infuocate

giornate di agosto! Si è parlato di Qgiornate di agosto! Si è parlato di QQtutto e di più. Della crisi politica che ha colpito l’intero partito fondato sul predellino da Silvio Berlusconi, dello strappo di Fini, di elezioni politiche anticipate, di alleanze strategiche per mandare a casa definitivamente il Premier Berlusconi, di governo tecnico, di governo costituzionale, di governo a tempo per varare solamente una nuova legge elettorale. E poi? Alle urne. Con chi? Con tutti quelli che sono contro Berlusconi e che lo odiano a morte. Farebbero qualsiasi cosa, si alleerebbero finanche col diavolo pur di sconfiggerlo.

E anche “Famiglia Cristiana” è scesa in campo attaccando il Premier accusandolo che in Italia vuol comandare solo lui, grazie alla “sovranità popolare” che finora lo ha votato e che con la sua scesa in campo ha spaccato in due il voto cattolico. Ed è ripartito lo scontro non solo nel Pdl tra Berlusconi e Fini, tra Casini e Bossi, ma anche nel Pd tra Bersani, Franceschini, Follini, Chiamparino e Veltroni, senza contare l’outsider Nichi Vendola il quale da tempo si è candidato per le primarie.

Anche Veltroni è sceso in campo. Credevamo fosse già partito per l’Africa, invece è ancora in Italia. E l’altro giorno si è fatto vivo indirizzando una lunga lettera agli italiani. A quali italiani? A quelli che lo hanno votato nel 2008 ed hanno creduto al suo slogan”Yes, we can” o agli altri italiani che lo hanno trombato e che forse ora sono delusi della politica di Berlusconi, Bossi e Fini?

Per settimane e settimane sotto i

riflettori è stato soltanto il centro destra con i suoi furiosi conflitti, l’espulsione di Fini dal Pdl, il gossip su Fini e la sua compagna, le maldicenze sulla casa di Montecarlo, è bastato però l’altro giorno l’intervento di Veltroni ex segretario del Pd, ex sconfitto nelle elezioni politiche del 2008 a dar fuoco alle micce delle polemiche interne al suo stesso partito. Veltroni ha bocciato le sante alleanze contro il Premier. Non le vede di buon occhio. Sono ottime per far vincere le elezioni, ma per governare il paese non sono sufficienti. E poi porterebbero automaticamente fine al bipolarismo e spianerebbero la strada ad un:- nuovo partitismo senza partiti e alla sottrazione ai cittadini del potere di decidere il governo-.

Apriti cielo! Il suo ex Vice Franceschini ha reagito con inusitata durezza. Fa sapere che siamo in piena emergenza e quindi per disarcionare Berlusconi abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti. Ed evoca la Resistenza, quando per abbattere il fascismo e Mussolini gli italiani di allora, comunisti, socialisti, liberali, monarchici, democristiani, laici e cattolici, non persero tempo a interrogarsi a quali partiti appartenessero. Prima hanno abbattuto il fascismo e a liberazione ottenuta hanno parlato di forma di governo. Quale forma di governo auspica Franceschini? Franceschini non lo dice. Gli ha fatto eco il capo della segreteria di Bersani l’On. Penati, il quale ha così commentato seccamente:- In questa fase è prioritario bloccare la deriva berlusconiana-. Noi sappiamo però come andrebbe a finire, perché la storia ce lo ha insegnato per ben due volte. Romano Prodi vinse le elezioni e la prima volte fu cacciato da

Palazzo Chigi da D’Alema complice il Presidente della Camera Bertinotti e la seconda volte fu costretto a dimettersi complice il suo Ministro Mastella e andammo ad elezioni politiche anticipate.

Sono scesi in campo altri big del Pd i quali hanno appoggiato le idee esposte da Veltroni incominciando da Ignazio Marino a finire a Fioroni e a tutti gli altri esponenti del partito provenienti dall’ex partito Popolare. Per loro c’è uno sfilacciamento improvviso all’interno del Pd e un rimescolamento delle carte del tutto imprevisto. L’ipotesi di Franceschini è molto suggestiva, ma poco credibile e impraticabile. Sono passati 65 anni dalla Resistenza ed anche in Italia le cose sono molto cambiate. Non siamo in guerra e al Governo non c’è un dittatore. Berlusconi, piaccia o non piaccia, è stato democraticamente eletto dal popolo e Franceschini questo dovrebbe saperlo. Forse fa lo gnorri perché è privo di argomenti ed ogni giorno le bugie le spara sempre più grosse o forse il sole caldo di agosto gli ha toccato il cervello. La risposta del segretario del Pd On. Bersani non si è fatta attendere. Dopo una lunga vacanza durata un po’ troppo ed un prolungato silenzio è sceso finalmente in campo anche lui scrivendo, come Veltroni, una lunga lettera al giornale “la Repubblica” per rilanciare un nuovo Ulivo raccogliendo un sacco di entusiastiche adesioni. In questo Ulivo, riveduto e corretto, troveranno posto i comunisti, i socialisti, i radicali, i verdi, i gialli, i rosa, Vendola, Di Pietro, Rutelli, Casini, Fini e tutti i cespugli possibili ed immaginabili che dovrà sconfiggere esclusivamente Berlusconi. La più convinta è stata, come al solito, la pasionaria Rosy Bindi. In una intervista a “La Stampa” così dice:- Noi dobbiamo vincere le elezioni e per farle abbiamo bisogno di recuperare un dialogo con tutte le aree e le fasce di elettorato di centro sinistra-. Una bella grande ammucchiata ed una nuova armata brancaleone con Fini e Casini che dovrebbero portare in dono i voti dei fascisti e dei cattolici.

Bersani ha cambiato parere.E’ convinto che il governo non arriverà alla fine della legislatura e dovrà mettere Berlusconi alle spalle. Anche lui ora vuole il voto subito. Con una nuova, bella e grande ammucchiata. E il leader da contrapporre a Berlusconi chi sarebbe? Vendola, Chiamparino, Di Pietro, De Magistris, Fini, Casini, Rutelli D’Alema, Veltroni? E questi personaggi sarebbero l’alternativa credibile agli occhi degli Italiani?

di Francesco Gagliardi

Bersani e Veltroni

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Anno XXII n.9-10-11/ settembre-ottobre-novembre 2010

Il periodico della famiglia CONTRIBUTO VOLONTARIO PER IL 2010

Oggi Famigliamensile del centro socio culturale

"VITTORIO BACHELET" Aut. Trib. Cosenza n. 520 del 9 maggio 1992

DIRETTOREVincenzo Filice

DIRETTORE RESPONSABILEFrancesco Bartucci

COORDINATORE E AMMINISTRATOREAntonio Farina

SEGRETARIA DI REDAZIONEEralda Giannotta

IN REDAZIONEVincenzo Altomare, Rosa Capalbo,

Giovanni Cimino, Francesco Cundari,Mario De Bonis, Francesco Gagliardi,

Antonino Oliva, Lina Pecoraro,Alessandro Grandinetti, Sandra Cuchetti

SPAZIO GIOVANE Francesca Amato, Antonio Barbarelli, Raffaella Buccieri, Maria Clara Cariati, Antonella Serra

SPEDIZIONEEgidio Altomare, Lorenzo Zappone

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IMPAGINAZIONE E STAMPAF.lli Guido Arti Grafiche

C.da Lecco - Z.I - Rende (CS)Tel. 0984.837158

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FamigliaFamigliaFamigliaCENTRO SOCIO-CULTURALE

FamigliaFamigliaFamiglia“VITTORIO BACHELET” Cosenza

FamigliaFamigliaFamigliaAl servizio

FamigliaFamigliaFamigliadella famiglia in Calabria

FamigliaFamigliaAnno XXII n.2/ febbraio 2010

Il giorno 17/07/2010 a Cosenza, assistito Il giorno 17/07/2010 a Cosenza, assistito dall’affetto della moglie Sara, del dall’affetto della moglie Sara, del figlio Marcello e dai nipoti, è venuto a figlio Marcello e dai nipoti, è venuto a mancare Giuseppe Manna, comandante mancare Giuseppe Manna, comandante dei Vigili Urbani di Cosenza in dei Vigili Urbani di Cosenza in pensione e socio del Centro Socio pensione e socio del Centro Socio Culturale “V.Bachelet”. Il Presidente, i Culturale “V.Bachelet”. Il Presidente, i Soci del Centro e il direttore di “Oggi Soci del Centro e il direttore di “Oggi Famiglia”, si uniscono al dolore dei Famiglia”, si uniscono al dolore dei familiari, esprimendo le più sentite familiari, esprimendo le più sentite condoglianze.condoglianze.

sentite condoglianze

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Premio Internazionale di

Poesia e PitturaPoesia e Pittura“Francesco Terracina”

articolato in 2 sezioni:

1-2 dicembre 2010Cinema Teatro Italia “Aroldo Tieri” - Cosenza

MEDAGLIA D’OROPRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Programma

Info segreteria organizzativa: tel. 0984.483050 - email: [email protected] - www.centrobachelet.it

REGIONE CALABRIAPRESIDENZA

ASSESSORATOALLA CULTURA

PROVINCIA DI COSENZAASSESSORATOALLA CULTURA

COMUNE DI COSENZAASSESSORATOALLA CULTURA

CITTÀ DI COSENZAIII CIRCOSCRIZIONE

CENTRO SOCIO - CULTURALE“Vittorio Bachelet”

COSENZACOSENZA

A.GEAssociazione Genitori

COSENZA

Il Responsabile del PremioDott. Antonio Farina

“Francesco Terracina”VI Edizione 2010

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Mercoledì 1 dicembreOre 16.00- 21.00 Apertura e visita Mostra dei lavori partecipanti al PremioOre 19.00 Spettacolo teatrale - Napoli - Musica e Poesia regia Ferruccio STUMPO

Giovedì 2 dicembreOre 17.30 Presiede Antonio FARINA, Responsabile Premio “Terracina” Coordina e modera Antonino OLIVA, ordinario di fisica generale, Università della Calabria Università della Calabria Università della Calabri

Saluti Salvatore PERUGINI, Sindaco di Cosenza Mario OLIVERIO, Presidente Amministrazione Provinciale Maria Francesca CORIGLIANO, Ass. alla Cultura Provincia di Cosenza Mario CALIGIURI, Ass. alla Cultura Regione Calabria

Ore 18.00 Proiezione Video sulla figura di “Francesco Terracina”

Ore 18.15 Premiazione e Consegna Borse di Studio ai Vincitori del Premio Internazionale “Francesco Terracina” VI Edizione 2010

Intermezzo musicale