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NutritionCamp. Food security, crisi alimentare e fallimento dei meccanismi di mercato - Massimiliano SartoriTRANSCRIPT
Strettamente Riservato
Food security, crisi alimentare e fallimento dei meccanismi di mercato
Massimiliano Sartori
© 2009 The European House - Ambrosetti S.p.A. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Questo documento è stato ideato e preparato da Ambrosetti S.p.A. per il cliente destinatario; nessuna parte di esso può essere in alcun modo riprodotta per terze parti o da queste utilizzata, senza l’autorizzazione scritta di Ambrosetti S.p.A.Il suo utilizzo non può essere disgiunto dalla presentazione e/o dai commenti che l’hanno accompagnato.
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Barilla Center for Food & Nutrition – Il funzionamento dei mercati dei beni alimentari
Agenda
Accessibilità al cibo: dati ed analisi strutturale
La crisi alimentare 2006-08 e il fallimento dei meccanismi di mercato
Possibili interpretazioni a confronto
Alcune raccomandazioni
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3
878,0
853,0845,3
824,9
857872,9
1.020,0
800
850
900
950
1000
1050
1969-71 1979-81 1990-92 1995-97 2000-02 2004-06 2009 (E)
586
173
5315
529
198
5225
552
210
4927
566
217
45 29
0
100
200
300
400
500
600
Asia Africa America Latina Medio Oriente
1990-92 1995-97 2000-02 2004-06
Milioni di persone
Milioni di personeFonte: FAO, 2009
In Asia vivono 566,2 milioni di persone in condizioni di malnutrizione, più del doppio di quelle che vivono in Africa (217 milioni di persone). In America Latina, invece, se ne contano circa 45 milioni, mentre in Medio Oriente ve ne sono circa 29 milioni
Nel periodo 2004-06 si contavano nel mondo ben 873 milioni di persone che vivevano in condizioni di malnutrizione.
Alla luce delle recenti impennate dei prezzi la FAO stima che nel 2009 vi sia stato un incremento tale da superare il miliardo di persone che vessano in condizione di fame cronica
Food Security: le dimensioni del problema
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Economia
Società
Ambiente
Politica
FoodSecurity
SaluteConflittisociali e
Migrazioni
Climatechange
Waterscarcity
Demografia
Commoditymarkets
Utilizzo dellerisorse
Politiche internazionali
Safety Nets
Governance globale
Domanda e Offerta alimentare
Mercati e Modelli
di produzione
Food Security: un problema multidimensionale
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Food Security: la dimensione economica 1
Nonostante l’aspetto multidimensionale, la povertà è la causa principale di denutrizione e malnutrizione
Pertanto, per risolvere i problemi di accessibilità al cibo occorre promuovere lo sviluppo economico. Tale sviluppo però deve essere:
essere equo, perché, non è sufficiente produrre più ricchezza, ma soprattutto garantirne una ripartizione sociale più equa
essere sostenibile, per assicurare l’accessibilità al cibo delle generazioni future ed il rispetto ambientale
porre al centro lo sviluppo dell’agricoltura. Infatti, si stima che il 75% delle persone che vivono sotto la soglia di povertà viva in comunità rurali e sia costituito prevalentemente da piccoli agricoltori. Un punto di crescita economica legato all’agricoltura è due volte più efficace nel contribuire alla riduzione di fame e povertà rispetto ad un incremento simile generato dal settore manifatturiero o dal terziario
Nonostante l’aspetto multidimensionale, la povertà è la causa principale di denutrizione e malnutrizione
Pertanto, per risolvere i problemi di accessibilità al cibo occorre promuovere lo sviluppo economico. Tale sviluppo però deve essere:
essere equo, perché, non è sufficiente produrre più ricchezza, ma soprattutto garantirne una ripartizione sociale più equa
essere sostenibile, per assicurare l’accessibilità al cibo delle generazioni future ed il rispetto ambientale
porre al centro lo sviluppo dell’agricoltura. Infatti, si stima che il 75% delle persone che vivono sotto la soglia di povertà viva in comunità rurali e sia costituito prevalentemente da piccoli agricoltori. Un punto di crescita economica legato all’agricoltura è due volte più efficace nel contribuire alla riduzione di fame e povertà rispetto ad un incremento simile generato dal settore manifatturiero o dal terziario
Aspetti strutturali del binomio fra food security ed economia: il collegamento fra fame, povertà, sviluppo economico ed agricolo
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Il sistema di governo della sicurezza alimentare a livello internazionale non è stato in grado di evitare che la crisi nel prezzo dei prodotti agricoli del 2006-08 si traducesse in un’emergenza alimentare globale e che colpisse circa 1 miliardo di persone (stime FAO per il 2009)
La FAO* ha dichiarato che la mancata implementazione di solidi piani per la sicurezza alimentare è stata causata da problemi come:
mancanza di coordinamento efficace
mancanza di una forte partecipazione a livello globale, regionale e nazionale
istituzioni tutto sommato fragili
Il sistema di governo della sicurezza alimentare a livello internazionale non è stato in grado di evitare che la crisi nel prezzo dei prodotti agricoli del 2006-08 si traducesse in un’emergenza alimentare globale e che colpisse circa 1 miliardo di persone (stime FAO per il 2009)
La FAO* ha dichiarato che la mancata implementazione di solidi piani per la sicurezza alimentare è stata causata da problemi come:
mancanza di coordinamento efficace
mancanza di una forte partecipazione a livello globale, regionale e nazionale
istituzioni tutto sommato fragili
* Kostas Stamoulis, Director, Agricultural Development Economics Division, FAO* Kostas Stamoulis, Director, Agricultural Development Economics Division, FAO
Food Security: politica (1/2)2
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Negli ultimi vertici internazionali (dalla “High-level conference on World Food Security” promossa dalla FAO nel 2008, sino al recente G8 de L’Aquila di quest’anno) si è delineata una risposta articolata attorno a tre principali pilastri:
investimento in assistenza alimentare e nelle reti di sicurezza alimentare a beneficio di coloro che sono maggiormente bisognosi
aumento dell’investimento in agricoltura e infrastrutture
politiche commerciali internazionali, differenti tra paesi sviluppati o dei paesi in via di sviluppo
Il settore primario sta tornando ad essere elemento centrale dell’agenda politica e ad essere inteso come essenziale per il raggiungimento degli obiettivi posti dalla comunità internazionale per il millennio
Negli ultimi vertici internazionali (dalla “High-level conference on World Food Security” promossa dalla FAO nel 2008, sino al recente G8 de L’Aquila di quest’anno) si è delineata una risposta articolata attorno a tre principali pilastri:
investimento in assistenza alimentare e nelle reti di sicurezza alimentare a beneficio di coloro che sono maggiormente bisognosi
aumento dell’investimento in agricoltura e infrastrutture
politiche commerciali internazionali, differenti tra paesi sviluppati o dei paesi in via di sviluppo
Il settore primario sta tornando ad essere elemento centrale dell’agenda politica e ad essere inteso come essenziale per il raggiungimento degli obiettivi posti dalla comunità internazionale per il millennio
2 Food Security: politica (2/2)
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UTILIZZOACCESSO
Cambiamento climatico e risorse naturali
DISPONIBILITÀ STABILITÀ
Impatti sulla sicurezza della catena alimentare:
contaminazione dei raccolti: virus , batteri, funghi, ecc.
malattie del bestiame
Impatti sul sistema produttivo
Influenza nelle condizioni produttive del sistema agricolo (qualità del terreno agricolo, precipitazioni, ecc.)
L’aumento della frequenza e della severità di eventi estremi (cicloni, inondazioni, siccità, ecc.) comporterà maggiori fluttuazioni della produttività agricola e della disponibilità locale di cibo
Impatti sul PIL del settore agricolo e sui prezzi delle derrate alimentari
Impatti sul potere di acquisto degli individui
Fonte: rielaborazione The European House-Ambrosetti da “Global Food Security under Climate Change”, FAO 2007
Food Security: ambiente
Incremento demografico,
urbanizzazione e crescita
economica
Pratiche agricole non sostenibili (sfruttamento, disboscamento e non
adeguate tecniche di irrigazione)Inquinamento
Eventi naturali e cambiamento
climatico
Risorse energetiche alternative (biofuel)
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Food Security: società
Salute / SanitàDemografia /
UrbanizzazioneSocietà
Demografia
Forti spinte demografiche in paesi a basso tasso di sviluppo economico.
Alto tasso di decesso dei bambini sotto i 5 anni a causa dell’interazione fra demografia, fame e malattia.
Urbanizzazione
Crescente passaggio di masse ingenti di persone dalle campagne alle città:
presenza di masse di popolazione in aree ristrette e spesso prive delle basilari strutture socio-sanitarie;
pressioni sul sistema di produzione-distribuzione di cibo all’interno delle aree metropolitane;
abbandono del territorio rurale e della sua cura;
problemi legati all’accesso a cibo di qualità.
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Fame-Malattia: un rapporto biunivoco
Da una parte, la sottonutrizione e la malnutrizione hanno effetti sul sistema immunitario degli individui, sulla loro predisposizione ad essere esposti alle malattie e sulla gravità e durata delle malattie stesse.Dall’altra parte, attraverso l’alterazione del normale metabolismo, una condizione di malattia ha effetti sull’appetito degli individui, sulla quantità d’energia richiesta dall’organismo e sulla capacità di quest’ultimo di assorbire i nutrienti introdotti attraverso l’alimentazione.
Fame nascosta
Un tema centrale è rappresentato dalla cosiddetta “fame nascosta” (hidden hunger) – una condizione in cui sia riscontrabile la carenza di uno o più micronutrienti fondamentali per l’organismo umano – che il World Food Programme stima interessare più di due miliardi di persone.
Crescita Economica
Mal nutrizione e sotto nutrizione incidono in modo fortemente negativo sulla formazione del capitale umano e sociale di un Paese e minano irrimediabilmente le sue possibilità di crescita economica.
Conflitti Sociali
È stato calcolato (UNEP) che negli ultimi 60 anni almeno il 40% dei conflitti verificatisi all’interno degli Stati hanno una connessione con la disponibilità / utilizzo di risorse agricole e naturali.
Istruzione
L’importanza dell’istruzione e dell’empowerment sociale nella lotta a fame e malnutrizione.
La condizione femminile come centrale sia nello sviluppo agricolo che nelle issues sanitarie infantili.
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Il cibo è un elemento strategico e di sviluppo
Oggi il cibo è un fattore cruciale per le Nazioni al pari dell’energia e degli armamenti
L’incremento del prezzo, unito alla dipendenza relativa di alcuni mercati, hanno indotto i governi a rafforzare la propria sovranità sulla produzione di cibo e più in generale sul settore alimentare
Attualmente circa l’82% dell’agricoltura del pianeta beneficia in modo diretto o indiretto di forme di sussidi
A riprova dell’importanza strategica del settore alimentare, Paesi come la Russia stanno tornando a nazionalizzare la produzione e l’esportazione di cereali, mentre altri come la Cina e il Medio Oriente stanno acquisendo in Africa (specialmente in Madagascar e Sudan) terreni di vaste dimensioni attraverso fondi sovrani1.
1IFAD e FAO nello studio “Land Grab or development opportunity", L. Cutula et al., del 2009 hanno evidenziato come questo fenomeno conosciuto come “land grab” (sottrazione di terra) nonostante rappresenti una opportunità di sviluppo soffra di una quasi totale assenza
di regole e rischia di trasformarsi, in ciò che il Direttore Generale della FAO, Jacques Diouf, ha chiamato “neo-colonialismo”.
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Accessibilità al cibo: dati ed analisi strutturale
La crisi alimentare 2006-08 e il fallimento dei meccanismi di mercato
Possibili interpretazioni a confronto
Alcune raccomandazioni
Agenda
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Andamento dei prezzi di alcune categorie di generi alimentariPrezzi nominali in dollari per unità di esportazione standard
Fonte: FAO, The State of Agricultural Commodities Markets, High Food Prices and the food crisis – experiences and lessons learned 2009
Sugar and beveragesLivestock commodities
Bulk commodities Vegetable oil
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I meccanismi attuali di mercato non si sono rivelati strumenti efficienti
L’incremento improvviso e rapido di quasi tutte le commodities, quelle alimentari in primis, ha prodotto effetti negativi su scala mondiale.
In particolare, l’incremento dei prezzi degli alimenti avvenuto nel 2008:
ha indotto oltre 40 governi a imporre misure di controllo dei prezzi e forme di limitazione delle esportazioni
ha spinto ulteriori 150 milioni di persone sotto la soglia della sussistenza, per un totale di 1 miliardo di persone che vessano in condizione di fame cronica
ha creato tensioni internazionali tra Paesi
è stato ampliato dalla perdita di valore delle valute più deboli a scapito del dollaro e dell’euro, monete con cui si comprano e vendono gli alimenti sui mercati internazionali
… i mercati si sono rivelati poco trasparenti e il prezzo può essere influenzato da pochi grandi operatori
Fonte: FAO, Soaring food prices: facts, perspectives, impacts and actions required. Document HLC/08/INF/1 prepared for the High- Level Conference on World Food Security: The Challenges of Climate Change and Bioenergy, 3–5 June 2008, Rome; FAO, The State of Agricultural Commodities Markets, 2009.
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La vulnerabilità del sistema basato è emersa in tutti i Paesi nel Mondo
Paesi del Nord, Sud e Centro America, Europa, Asia, Africa e Oceania sono intervenuti con strumenti differenti, ma in modo deciso
Fonte: FAO, The State of Food and Agriculture, 2008
Politiche adottate in risposta all’incremento dei prezzi del 2008N
um
ero
di P
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si
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
20
Riduzione delle tariffe
sull'import di cereali
Restrizioni all'export
Sussidi al settore agro-alimentare
Riduzione delle tasse sul
settore agro-alimentare
Controllo dei prezzi
Nord America, Europa, Oceania America Latina Asia Africa
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È la fine del cosiddetto “cheap-food”?
I mercati internazionali vengono da circa 30 anni di discesa (o stagnazione) dei prezzi dei generi alimentari in termini reali.
A livello generale, dagli anni 70 in poi, i prezzi dei generi alimentari sono diminuiti mediamente ogni anno tra il 2% e il 3% in termini reali, fino al 2008, quando si è avuta una inversione di tendenza anche in termini reali.
Se si guarda in un’ottica di lungo periodo, anche l’incremento registratosi nel 2008 risulta poco significativo.
È stata la rapidità del rialzo verificatosi nel 2008 che haallarmato i mercati e provocato un’ampia
perdita del potere d’acquisto dei Paesi più poveri.
Fonte: Rielaborazione TEH-Ambrosetti su dati FAO, The State of Food and Agriculture, 2008
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Andamento dei prezzi in termini reali di alcune categorie di generi alimentari
Fonte: FAO, The State of Food and Agriculture, 2008
Sugar and beveragesLivestock commodities
Bulk commodities Vegetable oilPrezzi reali in dollari per unità di esportazione standard
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Le due crisi a confronto: differenze e similitudini per una visione di lungo periodo
Crisi del 1972-1974 Crisi 2007-2008
Cattive condizioni climatiche Aumento del prezzo del petrolio Limitazione delle esportazioni
Cattive condizioni climatiche Aumento del prezzo del petrolio Limitazione delle esportazioni
Fonte: TEH - Ambrosetti
=
Crisi generata prevalentemente da shock nell’offerta
I prezzi triplicarono in termini reali
Crisi generata da squilibri tra domanda e offerta
I prezzi sebbene il deciso incremento in termini reali sono 1/5 rispetto a quelli del 1970
≠
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I fattori che incidono sui prezzi dei generi alimentari
Fonte: FAO, The State of Agricultural Commodities Markets, High Food Prices and the food crisis – experiences and lessons learned 2009
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Nuovo fattore
Aumento della domanda di prodotti agricoli destinati alla produzione biofuel (1)
L’utilizzo di alcuni specifici prodotti agricoli per la produzione di biofuel ha ridotto la disponibilità degli stessi per l’utilizzo tradizionale nei raccolti
Più in dettaglio, la produzione di biofuel impatta sulla domanda di:
grano e mais
zucchero
oli e semi
… e di conseguenza, crea pressione sui prezzi per i prodotti agricoli.
Nel 2007 dei quasi 40 milioni di tonnellate di incremento nella produzione mondiale di mais ben 30 milioni sono stati utilizzati per la produzione di etanolo.
In USA, l’utilizzo di mais per la produzione di etanolo rappresenta il 30% dal consumo di mais sul mercato domestico. A livello mondiale, nel 2007 il 12% della produzione di mais è stato utilizzato per produrre etanolo.
In EU il 60% dei raccolti dei semi di colza sono stati utilizzati nella produzione di biodiesel.
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Nuovo fattore
Aumento della domanda di prodotti agricoli destinati alla produzione biofuel (2)
Perché sono aumentati i prezzi anche dei prodotti agricoli non coinvolti nel processo di produzione di combustibili?
Le colture internazionali di mais sono aumentate del 18% nel 2007, ma ciò è stato reso possibile solo attraverso una riduzione delle colture di semi di soia e frumento, che hanno quindi sofferto di un calo di produzione e un aumento dei prezzi.
In tale contesto è utile evidenziare come la produzione di energia da biofuel non è economicamente sostenibile ed è più cara rispetto ai combustibili fossili ed è resa possibile solo attraverso ingenti sussidi che, nel 2006, si sono attestati a 10,8 miliardi di dollari (5,8 mld in USA e 4,7 mld in EU)
I piani e gli indirizzi futuri dei Governi sono di un continuo incremento del biofuel:
−l’UE si è data l’obiettivo di sviluppare il biofuel fino a raggiungere una quota pari al 10% del combustibile totale utilizzato nei trasporti in Europa entro il 2020
−la Cina ha programmato di dedicare un’area grande quanto il Regno Unito per la produzione di biofuel
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Barilla Center for Food & Nutrition – Il funzionamento dei mercati dei beni alimentariNuovo fattoreCrescita economica impetuosa
Il forte incremento della ricchezza economica mondiale, specialmente nei Paesi emergenti, ha prodotto dei cambiamenti nelle diete alimentari che si sono indirizzate verso cibi ad elevato valore come la carne, rispetto a cibi a basso valore come il frumento.
Poiché questi cambiamenti sono graduali, e si verificano da anni, non sarebbe corretto considerarli esplicativi dell’incremento rapido e improvviso dei prezzi dei prodotti agricoli.
Tuttavia, è stata accettata e diffusa l’idea che l’incremento della domanda di Paesi popolosi come Cina e India sia un fattore alla base dell’incremento dei prezzi. Uno studio condotto dall’International Food Policy Research Institute – IFRPI ha affermato che l’incremento di reddito ha spostato i consumi dei cinesi e degli indiani verso la carne e il latte, aumentando quindi la domanda di mangimi (semi di grano).
Tuttavia, dagli ultimi dati disponibili emerge che la domanda sui mercati internazionali di cereali in Cina e India non è aumentata, quindi il probabile aumento per i mangimi destinati al bestiame è stato assorbito dal mercato interno.
Nel 2008, inoltre, Cina e India sono rimasti degli esportatori netti di prodotti agricoli.
Fonte: IFPRI, High and rising food prices, 2008
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Speculazione finanziaria (1)
La speculazione finanziaria ha giocato un ruolo importante nell’incremento dei prezzi dei prodotti agricoli del biennio 2007-2008
La caduta dei prezzi degli immobili e delle azionari ha generato una fuoriuscita di flussi monetari dalle suddette attività che si sono indirizzati sul settore delle materie prime e delle commodity agricole, aumentando la quota di futures e opzioni comprati e venduti da parte di fondi e privati senza un reale interesse per il commercio dei prodotti agricoli.
Nuovo fattore
Tra il 2005 e il 2008 le transazioni sul prodotti agricoli a scopo “non commerciale” su mais, grano e soia sono raddoppiate.
L’aumento di flussi di investimento sui prodotti agricoli è coinciso con l’incremento dei prezzi
L’IMF e altre ricerche effettuate a tal proposito, non hanno ancora identificato un nesso preciso tra questi flussi monetari e l’incremento dei prezzi
Percentuale di contratti futures sui prodotti agricoli
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Speculazione finanziaria (2)
Sebbene non sia stato dimostrato come la speculazione finanziaria abbia distorto i prezzi del mercato è innegabile che nuovi attori “non commerciali” come:
banche di investimento
hedge fund
fondi pensione
operano sul mercato con la una logica della massimizzazione del profitto, che consiste nel realizzare il maggiore guadagno scommettendo sulla variazione del prezzo di una determinata commodity.
Tali attori stanno operando sempre più su questi mercati considerando il cibo una commodity come le altre (anche se non lo è).
Nel maggio del 2008, nel pieno della crisi alimentare una nota banca europea scriveva: ”Sei soddisfatto dell’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli? Tutto il mondo sta parlando di questo. Il nostro fondo Agriculture Euro Fund ti offre la possibilità di arricchirti dall’aumento del prezzo delle sette principali commodity agricole”.
Nuovo fattore
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Livello della produzione agricola
Il livello di produzione di prodotti agricoli è da sempre riconosciuto come uno dei fattori in grado di spiegare la dinamica dei prezzi dei generi alimentari
La produzione agricola mondiale tra il 1990 al 2006 è cresciuta mediamente del 6% all’anno. Le più recenti stime dell’OCED indicano come al 2010 la produzione mondiale di riso, grano, soia, semi di vario tipo e zucchero crescerà del 7% rispetto al 2007
Analogamente, la produzione mondiale di carne di maiale, manzo, pollo, pecora e del latte crescerà anch’essa del 7% entro il 2010
Le cattive condizioni climatiche, verificatesi in alcune regioni ad alta intensità di esportazione sono state identificate come fattore che ha determinato l’aumento dei prezzi
La contrazione nella produzione di cereali in Australia e Canada del 20% ha creato tensioni sui mercati. Questi Paesi rappresentano meno del 10% della produzione mondiale, ma quasi il 30% delle esportazioni di cereali
Pertanto, cambiamenti nella produzione su questi mercati può avere un effetto molto più ampio e distorsivo a livello internazionale
Fattoretradizionale
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La produttività è in continua crescita dagli anni 60
Con riferimento al grano emerge che negli ultimi 50 anni:
la dimensione delle aree destinate al raccolto è rimasta pressoché uguale
la produzione è quasi triplicata
… ciò è stato possibile a fronte di un deciso incremento di produttività
Fonte: Elaborazioni TEH – Ambrosetti su dati USDA, 2009
1
1,5
2
2,5
3
3,5
Produttività (1000 MT / 1000 HA)
Produttività
100
200
300
400
500
600
700
Area di raccola (1000 HA) e produzione totale mondiale (1000 MT)
Area di raccolta Produzione
HA = ettaro; MT = milioni di tonnellate
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Livello delle riserve internazionali
Nel 2008 si è raggiunto il livello più basso di scorte dagli anni sessanta.
Il livello delle scorte internazionali di prodotti agricoli è finalizzato a equilibrare la domanda e l’offerta nei mercati e a stabilizzare i prezzi.
Se le scorte sono basse rispetto ai consumi agricoli, i mercati non sono in grado di far fronte a shock nella domanda o nell’offerta di prodotti agricoli.
Fattoretradizionale
Andamento delle scorte di prodotti agricoli
Rap
po
rto
sco
rte/
con
su
mi
Fonte: FAO, The State of Food and Agricultural in 2008
Il livello delle scorte internazionali è il più basso da 45 anni
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Prezzo del petrolio
Il prezzo del petrolio determina i costi di produzione agricoli principalmente attraverso:
l’effetto sul costo dei carburanti
l’effetto sul costo dei prodotti chimici (fertilizzanti, diserbanti ecc.. Derivati dal petrolio)
Ancora, il prezzo del petrolio influisce su fasi intermedie che intercorrono tra la produzione e il consumo di prodotti agricoli, come il trasporto, il packaging ecc.
Storicamente la relazione tra prezzo del petrolio e prezzo dei prodotti agricoli è elevata. Tuttavia, in passato tra l’incremento del prezzo del petrolio e incremento dei prodotti agricoli si registrava un “ritardo” fisiologico che consisteva nel tempo di trasmissione a tutta la catena alimentare dell’aumento dei costi
Durante la crisi del 2008 la correlazione tra i prezzi è stata istantanea e immediata
Fattoretradizionale
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Andamento demografico e cambiamento dei gusti
Altri fattori indicati come elementi capaci di influenzare il prezzo dei prodotti agricoli sono:
l’andamento demografico
il cambiamento dei gusti
Sebbene sia evidente che un aumento demografico generi un aumento della domanda di prodotti alimentari, così come un cambiamento nei gusti sposta la domanda verso alcuni prodotti a scapito di altri, tali fenomeni sono graduali e gli operatori di mercato dovrebbero essere in grado di anticipare tali tendenze.
Fonte: Land Grab or “development opportunity", L. Cutula et al., IFAD-FAO-IIED, 2009 e Barilla - BCFN
Fattoretradizionale
Lo spostamento dei consumi dai cereali verso la carne produce, comunque, un aumento del consumo di cereali che servono per nutrire il bestiame. Per produrre:− 1kg di carne di pollo servono 2 kg di cereali− 1kg di carne di maiale servono 4 kg di cereali− 1kg di carne di manzo servono 7 kg di cereali
A livello mondiale, oggi e per alcune categorie di cereali il bestiame ne consuma più dell’uomo.
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Agenda
Accessibilità al cibo: dati ed analisi strutturale
La crisi alimentare 2006-08 e il fallimento dei meccanismi di mercato
Possibili interpretazioni a confronto
Alcune raccomandazioni
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La produzione continuerà a crescere come in passato
Nel lungo periodo la produzione mondiale di cibo è molto sensibile al livello dei prezzi dei prodotti agricoli. Prezzi più elevati incoraggiano gli investimenti nel settore agricolo, alla ricerca di maggiore produttività per ettaro.
In caso di necessità, la produttività nel settore agricolo storicamente si è dimostrata più reattiva rispetto ad altri settori come quello manifatturiero e non c’è motivo per pensare che tale situazione possa cambiare in futuro.
Quindi, nel lungo periodo, i contadini sono in grado di aumentare in modo significativo la produttività attraverso l’utilizzo più efficiente di fertilizzanti e degli strumenti di lavoro della terra.
Nei Paesi sviluppati la superficie coltivabile si è andata comprimendosi nel corso degli ultimi 30 anni, a seguito dell’urbanizzazione di molte aree. Ad esempio, in USA negli ultimi 50 anni la forza lavoro dedicata all’agricoltura si è ridotta del 2% e le terre attualmente coltivate sono la metà delle disponibili (nonostante ciò, l’agricoltura in USA è in grado di fornire cibo ai cittadini americani ed esportare verso l’esterno soia, grano e mais).
Prezzi più elevati incoraggiano i contadini anche a espandere la superficie delle colture con conseguenze positive.
Fonte: Rielaborazione TEH-Ambrosetti su dati Gary Becker
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Probabilmente si è nel mezzo di un cambiamento di paradigma
L’aumento della produttività agricola si è fermato, o comunque non è così sostenuto come in passato. Può essere che si sia in un momento in cui, esaurito l’effetto della rivoluzione verde, iniziano a farsi sentire in modo negativo gli effetti del cambiamento climatico. Possibili risposte vanno ricercate nell’utilizzo degli OGM di nuova generazione
Andamento del prezzo del grano in USA($ per bushel, che rappresenta la misura di capacità per prodotti cerealicoli)
Fonte: Rielaborazione TEH-Ambrosetti su dati Mario Deaglio
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I problemi non risolti generati dalla globalizzazione (come ad esempio, la rappresentanza di alcuni Paesi negli organismi mondiali e la definizione di regole nuove costruite sulla nuova situazione) si sono accumulati e hanno contribuito a generare la recente crisi.
Per anni (e ancor oggi) le azioni di politica economica a livello mondiale sono state indirizzate verso l’industria, con l’obiettivo di risolvere il problema della disoccupazione, e si sono disinteressate completamente o quasi del settore agricolo.
Il settore agricolo non è in crisi per ragioni proprie (le industrie alimentari non sono in crisi e la produzione mondiale continua a crescere) ma per squilibri internazionali sul fronte economico e finanziario.
Le cause sono esterne e prevalentemente di natura finanziaria
Fonte: Rielaborazione TEH-Ambrosetti su dati Giacomo Vaciago
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La politica dei Paesi ricchi è sbagliata e dannosa per il pianeta
Esistono numerosi studi scientifici condotti da economisti e climatologi che dimostrano in modo chiaro come la politica adottata dai Paesi sviluppati, e sostenuta dalla FAO, abbia portato alla situazione attuale di crisi
In particolare, gli attuali modelli di sviluppo agricolo basati sull’utilizzo di:fertilizzantiOGMmonocolture
… impoveriscono il sistema agricolo mondiale rendendolo più vulnerabile, alterando il clima e provocando più danni che benefici
Aumentare i finanziamenti per la produzione di sostanze chimiche utilizzate in agricoltura significa, nel lungo periodo, aumentare il numero di persone che soffriranno la fame
È necessario puntare sull’agricoltura di piccola scala, sull’uso di sementi locali, offrire supporti a chi sviluppa biologico e fermare i sussidi ai fertilizzanti
Fonte: Rielaborazione TEH-Ambrosetti su dati Vandana Shiva
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L’incremento dei prezzi agricoli non è stato il più ampio, ma il più rapido dal 1970 ad oggi. Le ragioni di tale incremento sono da ricercare in squilibri sia sul fronte della domanda, sia sul fronte dell’offerta di prodotti agricoli.
La nuova domanda di biofuel unita all’aumento del prezzo del petrolio sembrano essere stati i fattori principali nell’incremento dei prezzi dei prodotti agricoli e hanno portato gli economisti a domandarsi se la nuova relazione tra queste componenti non abbia interrotto la contrazione dei prezzi in termini reali del cibo che proseguiva dagli anni 70.
La speculazione ha anch’essa giocato un ruolo decisivo, ma sembra aver seguito l’incremento dei prezzi, aumentandone la volatilità, piuttosto che causato l’incremento dei prezzi.
L’incremento della popolazione e del reddito disponibile non sembrano rientrare tra le cause dell’impennata dei prezzi poiché, come in passato, queste variabili hanno mostrato un graduale, e quindi atteso, incremento.
Ognuno di questi fattori presi singolarmente non sarebbe stato in grado di aumentare i prezzi in modo così consistente
Una possibile lettura trasversale
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Agenda
Accessibilità al cibo: dati ed analisi strutturale
La crisi alimentare 2006-08 e il fallimento dei meccanismi di mercato
Possibili interpretazioni a confronto
Alcune raccomandazioni
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Raccomandazioni
1. È essenziale tornare a dare al cibo un ruolo centrale e di primaria importanza all’interno della agenda politica ed economica internazionale. Ciò significa che l’intera filiera alimentare debba strutturare politiche di produzione e di distribuzione del cibo in un’ ottica di accessibilità, sostenibilità e qualità nutrizionale. È fondamentale, infatti, garantire e assicurare la qualità del cibo prodotto e distribuito .
Creare un comune spazio di dialogo e di analisi delle tematiche legate alla food security: nessun Paese, Istituzione o attore economico della filiera agro-alimentare è in grado di rispondere da solo alle sfide poste dal contesto di riferimento (ambientali, politiche, sociali ed economiche).
È necessario un approccio multilaterale e trasversale al tema della sicurezza alimentare, che coinvolta tutti gli attori pubblici e privati direttamente e indirettamente collegati con il settore agro-alimentare, al fine di incrementare ulteriormente gli standard medi di settore.
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Raccomandazioni
2. È importante continuare a sviluppare e diffondere metodologie e tecniche in grado di accelerare il progresso nella filiera alimentare come avvenuto negli ultimi 40 anni.
Innovare continuamente verso la messa a punto di modelli agricoli e produttivi ad elevata produttività, maggiore qualità e minor impatto ambientale.
Favorire, attraverso adeguate policy e misure di incentivo/disincentivo, il mantenimento e lo sviluppo dei “sistemi locali” della produzione-distribuzione-consumo dei beni agro-alimentari, preservando le produzioni di qualità e attente alla biosostenibilità
Contrastare politiche fiscali e commerciali che risultino distorsive dei mercati agro-alimentari mondiali, soprattutto a danno dei Paesi in via di sviluppo.
Promuovere interventi di sostegno ai Paesi in via di sviluppo – finalizzati al raggiungimento di una condizione di autonomia alimentare – attraverso il trasferimento di conoscenze scientifiche e di pratiche agricole ottimali verso questi Paesi, attraverso programmi ad hoc volti a colmare il gap di know-how oggi esistente tra Paesi avanzati e Paesi arretrati.
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Raccomandazioni
3. È necessario adeguare la filiera produttiva alimentare al fine di gestire la volatilità dei prezzi – che sembra essere in costante aumento – e di garantire l’esistenza di safety nets.
Individuare soluzioni in grado di contrastare e prevenire eventuali nuove food crisis. In particolare, appare opportuno un processo di valutazione e selezione delle migliori best practice a livello internazionale, nazionale e locale per la creazione di scorte alimentari e di materie prime, definendo costi, tempi e ruoli di un simile processo di “assicurazione” globale.
Definire un nuovo sistema di regole per i mercati delle food commodities, che valorizzino il ruolo non meramente economico dei prodotti in essi scambiati, ad esempio:
prevedendo forme di vigilanza attiva da parte di un’authority indipendente;
imponendo dei “position limits” che garantiscano che le somme investite non configurino operazioni di natura eccessivamente speculativa.
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Raccomandazioni
4. È opportuno iniziare a pensare a come “gestire gli stili alimentari” nel prossimo futuro e su quale sarà la composizione alimentare alla luce dei cambiamenti che è già oggi possibile prevedere.
L’incremento demografico si associa, infatti, a una crescita economica sostenuta e a un cambiamento degli stili alimentari a favore dei prodotti di origine animale.
Per la prima volta nella storia, l’azione di governo ed indirizzo dei modelli alimentari, per tener conto di un profilo di sostenibilità, sta diventando una variabile decisiva di politica economica. Ciò sta assumendo contorni concreti nei Paesi sviluppati, per far fronte ad uno stato di emergenza sanitaria legata al dilagare di malattie metaboliche, cardiocircolatorie e tumorali derivanti da errati stili alimentari.
Peraltro, la scelta di modelli alimentari sostenibili per il futuro consente di diminuire l’accento posto sui guadagni di produttività, che genera a sua volta pressioni sulle risorse naturali e sulla sostenibilità ambientale.