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Corso di guida sicura – Nozioni di sicurezza – Posizione di guida 1

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Corso di guida sicura – Nozioni di sicurezza – Posizione di guida

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c'è da sapere

Questo corso di guida sicura su strada che, punto per punto, vi aiuterà a padroneggiare la vostra moto durante le varie situazioni che si possono presentare quando siete in sella. Magari certe cose le sapete già, ma … ripassare non fa mai male. Cominciamo dall’inizio.

1. Nozioni di sicurezza La strada è una miniera di informazioni. L’alto traffico, i pedoni, le pecore, ma anche le condizioni dell’asfalto, il meteo, gli avvallamenti, le curve, il vento, le sconnessioni e così via. Quando vi arrivano troppe informazioni tutte insieme, allora quello è il momento di rallentare. Non fidatevi di quello che non potete analizzare. Certe volte le informazioni saranno meno complicate da decifrare, il che, in teoria, vi permetterebbe di aumentare il ritmo. Le strade aperte di campagna, senza fossette laterali, le strade a scorrimento veloce a doppia corsia, le autostrade, sono tutti esempi calzanti. Ma non c’è nulla di statico sulla strada e le sue condizioni possono variare improvvisamente. Solo se sarete costantemente attenti, riuscirete a reagire in tempo. Essere vigili, ovviamente, significa essere coscienti di ciò che ci sta succedendo intorno, soprattutto in città. Questo significa scorgere la vecchietta sul marciapiede che sta per buttarsi in strada senza guardare o avvistare il pallone che sta volando dritto davanti e verso di voi (mio nonno diceva sempre “occhio, che dietro al pallone arriva il bambino”), oltre che a vedere l’automobilista che sta per impegnare l’incrocio senza neppure avervi notato. Imparate a fare attenzione a particolari come le ombre tra le auto, le persone che guardano negli specchietti, le auto che hanno appena accostato (a breve si aprirà una portiera) e così via. La stessa cosa vale per le strade extraurbane dove le informazioni visive provengono dalle banchine erbose, dai tombini, dal cambiamento delle dimensioni delle righe bianche o dal fondo stradale. Durante i corsi di guida in pista si impara a sfruttare i punti di riferimento. Su strada, per ovvie ragioni, non è possibile usarne di fissi, quindi bisogna usare la testa e stabilire quale sia la distanza giusta per frenare e accelerare e a quale velocità procedere per entrare in curva in sicurezza. Esercitatevi a “essere vigili” su un qualsiasi veicolo, guidate normalmente ma fate tesoro di quanto vedete. Guardate la strada attentamente, ma cercate allo stesso tempo di sfruttare la visione periferica. Quando siete in coda a un semaforo o arrivate dalla nonna per la merenda, prendetevi un minuto per riflettere su cosa avete visto durante il tragitto. Allenatevi, addestrerete la vostra mente e i vostri occhi a essere più ricettivi.

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Posizione di guida Gran parte delle moto ha comandi e manubri regolabili: una moto è studiata per andar bene a un pilota di 160 cm come a uno di 2 metri, ed è chiaro che un minimo di personalizzazione ci vuole. Leva frizione e freno sono regolabili? Bene, regoliamole! Devono essere comode da azionare con due dita. Due dita avvolgono la manopola, le altre due sono pronte sui comandi. La leva del freno dà contatto con la ruota anteriore, la leva frizione con quella posteriore. Non è possibile avere un buon controllo guidando con tutte e 4 le dita sulle leve o sulla manopola: se dobbiamo sfiorare un comando in una situazione critica, sarà impossibile se le dita sono distanti. È molto importante sapere sempre dove la leva inizia il suo lavoro, il gioco e la risposta dei comandi, imparate a “giocare” ad avere sempre in mano questi comandi … in caso di pericolo la familiarità vi tornerà molto utile. Stessa cosa per il comando del freno posteriore, sapere esattamente dove sia è vitale! Non teniamo il piede costantemente sopra, ma di lato nelle turistiche e subito dietro nelle supersportive. Imparate a sentire il pedale con l’interno del piede, zona alluce. Le uova: fate sempre conto di avere due uova tra manopola e polsi … morbidi sulle mani, ogni posizione che andremo a fare da qui alla fine, sarà sempre con la minima pressione dei polsi sui manubri. Ricordate: uova, uova, uova!

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Con il caldo o con il freddo, in compagnia o da soli, un giro in moto è una bella abitudine per staccare dalla solita routine. Spesso però la velocità troppo alta e la poca esperienza portano inevitabilmente a cadere recando danni non solo alla nostra motocicletta ma anche alla nostra salute. Questa guida offre dei consigli per non cadere dalla propria motocicletta, dei semplici passi da seguire per migliorare il nostro stile di guida.

Assicurati di avere a portata di mano: Motocicletta, Abbigliamento adatto, Casco

Con la moto si può cadere anche da fermi, caduta tanto banale quanto frequente, quindi assicuratevi che il cavalletto sia aperto completamente e fate attenzione alla presenza di qualche avvallamento o imperfezione del manto stradale. Quando andate in moto, una cosa fondamentale è non guardare solo avanti la ruota anteriore per avere una visibilità completa. Fate attenzione alla eventuale presenza di olio o ghiaia sulla strada. Ricordatevi che le gomme fredde sono una delle cause delle cadute in curva, inoltre, evitate anche pieghe esagerate.

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Mantenete una velocità proporzionale al traffico presente, questo vi permetterà di non fare brusche frenate, e mantenete sempre una distanza di sicurezza

Le cadute più frequenti avvengono in curva. Un consiglio è non scaricare tutto il peso sul manubrio per non sbandare. Quindi presa leggera, anche sul rettilineo, braccia rilassate e gambe piegate leggermente. Prima di effettuare una curva valutatela, rallentate e scalate le marce. I freni devono essere azionati progressivamente per evitare il bloccaggio delle ruote ed evitate di cambiare la marcia in curva. Usate il casco e un abbigliamento consono alla guida, non solo per la vostra comodità ma anche per una maggiore sicurezza. Indossate giubbino, paraschiena, pantaloni, guanti e stivali.

Effettuate una manutenzione alla moto periodicamente. Controllate la pressione delle gomme che per questa operazione devono essere fredde.

Approfondimento Il valore da considerare è presente sul libretto di manutenzione o scritto su un adesivo attaccato sul telaio. Ogni mille chilometri controllate l'olio del motore, per farlo mantenete dritta la moto. Se il livello è minimo potete fare brevi spostamenti mantenendo il motore a bassi giri. Ogni cinquecento chilometri, invece, lubrificate la catena che non dovrà essere né troppo secca né troppo unta e quando piove lubrificatela più spesso. Non siate avari nel riparare la vostra moto, saranno sicuramente soldi ben spesi!.

Ostacoli improvvisi, frenare o sterzare

Quando si ha un ostacolo improvviso davanti a noi, si deve effettuare una valutazione molto rapida (il che è possibile solo con l'esperienza di guida e con un adeguata conoscenza del mezzo che si guida), che ci permetta di valutare se si riesce a fermarsi prima dell'ostacolo o se si debba per forza di cose schivarlo, infatti se non si riesce a garantire l'arresto del mezzo prima del pericolo e si ha una buona visuale dell'ambiente circostante è preferibile schivare da subito l'ostacolo per evitare di scomporre eccessivamente il mezzo, ma se l'ostacolo si presenta in una condizione di scarsi spazzi di fuga o non è possibile valutare correttamente cosa si presenta dopo di esso è preferibile iniziare la frenata per ridurre la velocità e poi schivare l'ostacolo.

E SE MENTRE SIAMO PIEGATI TROVIAMO UN PERICOLO A TERRA?

I pericoli che si incontrano per strada sono numerosissimi, ognuno diverso dall’ altro e la maggior parte di questi difficilmente prevedibili. Supponete di percorrere una bella curva tonda, improvvisamente vi trovate sopra un tombino/buca/piccola macchia di unto etc. come ti comporti? Ovviamente in questi casi la moto partirà leggermente al posteriore come una piccola sbacchettata, la cosa corretta e assolutamente indispensabile da fare è NON FARE NULLA, cioè continuare a fare la curva come non fosse successo nulla, senza irrigidirsi e soprattutto SENZA TOCCARE I FRENI. La ruota posteriore perderà aderenza passando sopra l’ ostacolo e la riprenderà subito dopo procurandovi un colore marrone nelle mutande ma senza conseguenze deleterie per il fisico!

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Frenata

Riguardo la frenata senza pericolo o ostacoli improvvisi, bisogna sempre agire con dolcezza sia sulla leva del freno anteriore, sia sul pedale del freno posteriore tirando la frizione poco prima di fermarsi. Nel caso di una FRENATA DI EMERGENZA (per un ostacolo improvviso etc) bisogna essere molto reattivi(e qui l’ utilità di tenere sempre 2 dita sulle leve freno e frizione) nel tirare freno anteriore e frizione insieme e con il piede pigiare sul pedale del freno posteriore. Molti diranno "è ma se tiri la frizione annulli l’ aiuto del motore nella frenata", si! ma in realtà nelle frenate di emergenza questo è più deleterio che di aiuto, perché bisogna fermarsi in uno spazio molto breve, quindi il freno motore non farebbe nemmeno in tempo ad aiutarti e anzi ti spingerebbe in avanti la moto (provato sulla mia pelle al corso). Quindi RICAPITOLANDO; per affrontare nel modo migliore una frenata di emergenza tirare il freno anteriore, il freno posteriore e la frizione nello stesso momento! (Frate85) Un altro consiglio che può rivelarsi molto utile per la FRENATA SU FONDI VISCIDI è quello di utilizzare un dito invece di due nella frenata, questo darà meno potenza frenante alla ruota anteriore, riducendo significativamente la possibilità di bloccaggio della stessa, e di usare sempre in queste condizioni il freno posteriore. Molti non lo usano e non conoscono l’ importanza del freno posteriore. A cosa serve? in frenata bilancia in modo da rendere omogenea la distribuzione dei carichi sul telaio e sulle sospensioni, e sul bagnato sopratutto rende la frenata ancora più dolce. Quindi non sottovalutate mai la sua efficacia e la sua importanza, tanto tenere un piede li sopra nella occorrenza non comporta troppi sacrifici.

La curva é rotonda

Un' affermazione che non mancherà di far sorridere per la sua banale ovvietà, eppure osservando le evoluzioni su strada degli utenti a due ruote motorizzate non è possibile fare a meno di pensare che le cose, alla fine, non sono poi così ovvie. Secondo il pensiero di buona parte dei motociclisti la curva rappresenta un ostacolo sulla strada al quale deve essere dedicato il minor tempo possibile per poi essere liberi di riaprire la manopola del gas sul veloce e finalmente ritrovato rettilineo. Cosa spinga molti motociclisti in sintonia con questo modo di pensare ad abbandonare la divertente A1 a favore di strade lente e noiosamente tortuose é un mistero che non affronteremo in questa sezione. La quasi totalità dei possessori di moto é autodidatta (le scuole di guida sicura su strada sono di recente formazione e non ancora affermate) e guida quindi secondo nozioni apprese dove capita o in base ad una propria sensibilità affinata con il passare del tempo e dei chilometri, rileviamo inoltre come gli input forniti dai media prendano purtroppo in considerazione solo il lato agonistico delle due ruote, appare quindi evidente come buona parte dei motociclisti soprattutto neofiti prenda ispirazione solo ed esclusivamente dal mondo dei circuiti adottando modalità di guida esasperate anche in funzione di un indotto confronto con gli amici o verso i componenti il gruppo in generale.

Purtroppo le caratteristiche della guida in circuito e quelle dalla guida su strada aperta al traffico si presentano assolutamente differenti, se non agli antipodi, in modo tale che l’applicazione delle une nel contesto opposto risultano tremendamente penalizzanti se non addirittura pericolose.

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Se è vero che solitamente le condotte di guida che garantiscono maggiore sicurezza non interessano buon parte degli “invincibili” centauri forse è possibile riscuotere un minimo di interesse andando ad analizzare modalità di guida che combinano sicurezza e ottima velocità media di percorrenza oltre ad una massiccia dose di sano divertimento.

La tecnica di guida da pista

La guida da pista generalmente adottata e sponsorizzata da tanti centauri prevede inserimento, percorrenza ed uscita di curva mediante parametri ben stabiliti: si arriva larghi sull’ esterno della curva in violenta staccata, si infila la moto in curva cercando il punto di corda più interno possibile alla curva e si esce in accelerazione progressiva, utilizzando tutto l’asfalto a disposizione, molto larghi.

Questa tecnica decisamente valida in circuito evidenzia alcune forti penalizzazioni nell' utilizzo su strada oltre ad una estrema pericolosità.

La tecnica da pista per risultare efficace prevede il completo utilizzo dello spazio asfaltato a disposizione del pilota, normalmente sovradimensionato nei circuiti, se non addirittura del cordolo più esterno; il concetto di fondo si può riassumere nel maggiore “raddrizzamento” della curva ottenibile sfruttando appunto tutto lo spazio a disposizione.

Su strada l’adozione di questa tecnica risulta oltre che pericolosa anche penalizzante, innanzitutto lo spazio a disposizione e' decisamente ridotto rispetto a quello offerto da un circuito, lo spostamento esterno in fase di staccata ed il successivo raggiungimento del punto di corda non permettono di variare in modo eclatante il raggio della curva, di conseguenza la stessa velocità di percorrenza non risente in modo positivo della manovra, in uscita di curva ci troveremo costretti, se vogliamo mantenere una velocità decente, ad allargare pericolosamente la traiettoria verso il centro della carreggiata con il rischio di invadere la corsia opposta.

Per conservare una traiettoria sicura, dato che dobbiamo mantenere la moto inclinata anche oltre la fine della curva, saremo costretti a limitare l'accelerazione e ad effettuare continue correzioni di direzione per compensare la mancanza di una costante forza centripeta che contrasti quella centrifuga.

Questa tecnica infine risulta di difficile applicazione e di conseguente penalizzazione nei curvoni di lunga estensione e tornanti non accentuati, non esiste infatti in questo caso un solo punto di corda utilizzabile, ci troveremo inseriti all'interno di una curva che non permette di uscire come preventivato giocando con il gas per tentare di mantenere una comunque sporca traiettoria in attesa della liberatoria uscita di curva. Valutando la manovra dal punto di vista della sicurezza si evidenziano molti aspetti negativi: adottando come punto di corda la linea di mezzeria ci troveremo, una volta in piega, ad invadere con il nostro corpo la corsia opposta intralciando la marcia di chi proviene nella direzione opposta, situazione a volte letale come vedremo più avanti

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Nelle varianti di curva a destra ci troveremo pericolosamente vicini al ciglio della strada in potenziale rotta di collisione, soprattutto con testa e manubrio, contro cartelli, muretti, rocce, alberi e tutto quello che si può normalmente rilevare ai lati di una strada extraurbana, basta un piccolo urto con il manubrio per innescare pericolose reazioni, anche una improvvisa correzione di inclinazione può generare nuove e non molto apprezzabili traiettorie.

In entrambi i casi analizzati ci troveremo a percorrere una traiettoria quasi obbligata dalla quale non potremo uscire variando la direzione verso l'interno, che non risulta disponibile, frenando o chiudendo il gas.

Questa tecnica genera una delle situazioni più pericolose riscontrabili sulle strade più battute dai centauri e provoca frequenti incidenti spesso gravi per le velocità e gli assetti tenuti che non permettono di effettuare correzioni in tempo utile una volta in traiettorie convergenti.

Entrare cercando il punto di corda ed uscire larghi da una curva pone due ipotetici veicoli che procedono in direzione opposta in sicura rotta di collisione, come possiamo vedere nel montaggio qui sotto

La foto realizzata in studio, evidenzia la pericolosità di alcune traiettorie perseguite su strada (esasperate nella simulazione), come possiamo notare lo stesso pilota che segue le nozioni della guida su pista in entrambe le direzioni non potrebbe evitare la collisione.... con se stesso. Se pensate a quanti "colleghi" adottano la vostra stessa tecnica e che potrebbero procedere in senso opposto avrete una idea di cosa state rischiando

Si può osservare dalla simulazione su strada offerta dal nostro pilota, come adottando la linea di mezzeria come punto di corda si invada la opposta corsia con il nostro corpo, e questo nonostante l'angolo di piega sia decisamente ridotto a a causa appunto della simulazione in sicurezza. Immaginate la stessa cosa in situazione reale con piega accentuata

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La curva è rotonda; Per analizzare la corretta tecnica di guida su strada occorre ripartire dalla iniziale ovvietà.

La guida su strada

Dato che, come abbiamo visto, le possibili alternative si rivelano inefficaci oltre che pericolose, dobbiamo quindi pensare di percorrere la curva secondo il suo esatto raggio di curvatura. La fase di inizio della percorrenza di curva e il relativo inserimento in piega della moto rappresenta un momento molto importante che può condizionare in modo positivo o negativo la corretta esecuzione della manovra complessiva. Per fare questo correttamente è necessario innanzitutto approssimarsi alla curva mantenendo una posizione centrale sulla propria corsia decelerando progressivamente, senza esasperare la staccata e ritardando contemporaneamente l'inserimento, è importante sottolineare come sia fondamentale in questa fase di rallentamento l'utilizzo di entrambi i freni oltre al freno motore dato dalla scalata di almeno una marcia. Il freno posteriore in combinazione a quello veramente decelerante anteriore consente di mantenere la moto in perfetta traiettoria evitando scodinzolamenti del posteriore ed inoltre consente al pilota di mantenere un controllo sensoriale della moto, così come la riduzione di una marcia impone psicologicamente una percorrenza di curva in accelerazione progressiva. La fase di rallentamento progressivo continua anche per la primissima parte di inserimento in piega del mezzo, si alleggerisce la pressione sui freni in funzione dell'aumentare dell'angolo di piega per poi abbandonare del tutto l'anteriore al momento della progressione in accelerazione, in questo importante momento il nostro corpo deve mantenere una centralità rispetto alla nostra corsia mentre nello stesso istante si sposta la moto verso l'esterno accentuandone progressivamente la piega, manovra che può ricordare molto quella dello sciatore impegnato in slalom che mantiene il corpo centrale rispetto ai paletti mentre sposta all'esterno gli sci per affrontare la curva; questa tecnica risulta assolutamente determinante in situazioni che vedremo più avanti. Così facendo oltre ad impostare correttamente la curva si utilizza una parte della corsia stradale lontana da quella opposta, il nostro corpo resta all'interno della suddetta corsia senza andare ad intralciare la marcia nel senso contrario e contemporaneamente si utilizza una parte di asfalto normalmente più pulita grazie al passaggio delle ruote delle auto.

Corpo centrale,moto leggermente spostata verso l'esterno della curva, la proiezione dello spazio occupato totale e' perfettamente centrale, il massimo della sicurezza.

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Inserita la moto in curva ed eliminata la pressione sull'impianto frenante dobbiamo adesso seguire perfettamente il raggio della curva accelerando progressivamente in funzione appunto della percorrenza corretta, un riferimento molto importante quello della centralità che permette al neofita di imparare a gestire l'accelerazione senza pericolo, si può allargare o stringere senza rischi estremi e di ricercare la necessaria fluidità per l' esecuzione della curva stessa.

Progressivamente con la diminuzione del raggio di curvatura dovuto alla fine della curva, si raddrizza lentamente il mezzo aumentando parallelamente l'apertura del gas sempre mantenendo la centralità della corsia; grazie a questa condizione è possibile gestire al meglio l'accelerazione del nostro mezzo anche in funzione di possibili ostacoli o situazioni di emergenza.

La tecnica non richiede normalmente marcati movimenti del corpo: durante lo spostamento del mezzo verso l'esterno un appena percettibile alleggerimento sulle pedane e manopole seguito da un leggero movimento verso l'interno curva e verso il basso servono ad armonizzare la manovra ed a renderla più fluida, regalando al corpo il ruolo di attore principale.

Per cercare di essere più chiari in questa delicata fase esasperando la manovra: si arriva in curva iniziando la decelerazione a moto diritta si sposta la moto verso l'esterno alleggerendo la nostra pressione ed agevolando lo spostamento, (come se ci alzassimo da una posizione più rannicchiata) si sposta il mezzo restando centrali e si recupera il possesso della guida con l'aumentare dell'angolo di piega, per chi sa sciare ancora una volta il paragone è calzante, alleggerimento sugli sci durante lo spostamento laterale per poi ritrovare aderenza durante l'esecuzione della curva.

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Il pilota inizia la fase di frenata alleggerendo il peso sul mezzo, spostandolo verso l'esterno

comincia la fase di piega, mantenendo il corpo centrale rispetto alla propria corsia.

Con l'accentuarsi dell'angolo di piega aumenta il controllo sul mezzo recuperando la presa dopo il

precedente alleggerimento

Mentalmente potremmo anche pensare ad un' ipotetica situazione in cui affrontiamo una curva con pendenza esterna da parabolica nella quale dovremo mantenere una velocità tale da impedirci di cadere inutilmente verso l'interno e il punto di corda.

Questa tecnica di guida basa la sua efficacia sulla fluidità e sulla scorrevolezza generate da una guida essenzialmente pulita e non inquinata da continue correzioni che ne penalizzano l'esecuzione, la sensazione di una perfetta esecuzione tecnica non sarà data da una marcata sensazione di velocità ma da una consapevolezza di assoluta fluidità e "rotondità" della curva, per tornare all'esempio della parabolica sarà come se l' avessimo percorsa perfettamente mantenendo la corretta velocità non cadendo verso l'interno per mancanza di gas o allargando troppo per eccessiva smania di velocità.

Ruolo fondamentale spesso sottovalutato nel mantenimento della fluidità necessaria è svolto dal freno posteriore, in grado di correggere velocità troppo elevate senza sconvolgere la traiettoria come invece l' apri e chiudi del gas potrebbe fare, è inoltre possibile modulando la pressione modificare la nostra traiettoria senza gli effetti poco gestibili di una chiusura del gas.

L' accelerazione garantisce tenuta e direzionalità , contrastando la forza centrifuga che ci spingerebbe all'esterno secondo la tangente alla curva, il suo mantenimento in combinazione con l'utilizzo del freno posteriore permette di mantenere un perfetto controllo del mezzo.

La maggiore efficacia sarà quindi raggiunta quando ogni movimento risulterà perfettamente sincrono ed in sintonia con tutti gli altri, uomo e macchina in perfetta armonia simbiotica. La tecnica sopra ampiamente descritta non e' pensata, come la tecnica da pista, per

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permettere la percorrenza di una sola curva per volta ma è mirata a consentire la migliore

sequenza in un percorso ad alta tortuosità con sequenze di curva senza soluzione di continuità.

La centralità del corpo e del mezzo durante la fase di percorrenza di curva e lo spostamento laterale esterno della moto in fase di approccio risultano infatti estremamente efficaci nell' esecuzione di sequenze continue sempre per il già espresso parallelismo tra motociclismo e sci, in slalom infatti e' il corpo in posizione centrale e lo spostamento degli sci a destra e sinistra esterni al paletto a dare la corretta esecuzione tecnica, nella ricerca appunto della fluidità e della scorrevolezza.

Innumerevoli vantaggi dimostrabili in termini di velocità di percorrenza: in ingresso di curva si risulta più veloci, la moto entra in piega in modo progressivo con angoli inferiori negli stessi spazi di chi "prende la corda" e si rallenta in modo meno violento, in uscita si raddrizza prima e quindi si può aprire il gas in anticipo e con minor rischio rispetto a chi è ancora piegato.

Avendo inoltre una traiettoria centrale possiamo in caso di necessità anticipare l'accelerazione gestendo il conseguente allargamento di traiettoria. Se nel piccolo istante del punto di corda la guida potrebbe risultare più veloce è invece vero che nelle altre situazioni risulta più lenta realizzando una velocità media di percorrenza della curva inferiore.

Da evidenziare inoltre l'assoluta importanza della individualità del gesto tecnico, occorre guidare cioè senza prendere riferimento da chi ci precede ma restando concentrati sulla strada da percorrere, il nostro sguardo infine non dovrà essere attento a quello che accade immediatamente sotto le nostre ruote ma rivolto invece al tratto di strada che ci troveremo ad affrontare successivamente in modo da trasmettere eventuali correzioni di assetto o situazioni di pericolo in tempo per essere affrontate oltre ovviamente alla impostazione del percorso in modo armonico.

Ma sono i termini di sicurezza che rendono questo stile di guida sicuramente preferibile: si può infatti evidenziare come l'ingresso e l'uscita di curva siano gestiti in modo progressivo utilizzando per frenata e accelerazione angoli di piega meno accentuati, mantenendo il centro della nostra corsia non andiamo ad invadere con il corpo la carreggiata opposta e siamo in grado di correggere la traiettoria in ogni momento, sia allargando che stringendo in caso di pericolo o di manifesta scarsa aderenza.

E' comunque ovvio che resta compito di ognuno di noi trovare il modo migliore per interagire con l'ambiente circostante durante la guida nel tentativo di coniugare la massima fluidità e il divertimento con la maggior sicurezza possibile.

Percorrenza di una sequenza continua di curve. Il corpo mantiene la centralità della corsia mentre sposta la moto verso l'esterno in approccio di curva,

preparando durante la stessa curva la esecuzione della successiva.

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Non è nostra intenzione promuovere un qualsiasi tipo di guida veloce o esasperata ma è sicuramente aspirazione di qualsiasi mototurista il godere al meglio della tortuosità che molte strade percorse ci regalano ed è importante quindi riuscire a farlo con la massima sicurezza possibile lasciando spazio solo alle emozioni positive, importante bagaglio in qualsiasi viaggio.

IMPORTANTE

Quello che troverete all'interno del l’elaborato é solo una descrizione delle nostre esperienze e non vuole essere di insegnamento o di stimolo a nessuno, pertanto gli autori non si assumono responsabilità alcuna per eventuali danni o problematiche derivate dall'osservanza di quanto scritto.

Amici, soci, membri, lettori … per cominciare a valutare le tecniche di guida, cominciamo a valutare quei comportamenti che, se osservati, consentiranno anche alla nostra scopa di essere finalmente a rischio autovelox e ai rimanenti membri del club di ridurre i tempi di attesa.

Attenzione!!! L’argomento da trattare non è cosa semplice. Il dilemma è: addentrarci negli aspetti prettamente tecnici con alcune considerazioni sulla fisica dei veicoli o trattare l’argomento “come se parlassi a un bambino di 4 anni”?

Considerando che, Fa=Pa*f… no, non ci siamo.

Allora bambini, riproviamo! Prima di inserirci nei meandri del punto di corda, dello spostamento del peso, e di chi più ne ha più ne metta, sono a mio avviso importanti alcuni semplici ragionamenti La guida deve essere la giusta combinazione di istinto, tecnica ed intelligenza. L’una senza le altre creano un motociclista ad alto rischio. Possiamo anche essere a perfetta conoscenza delle tecniche che hanno consentito a Valentino Rossi di primeggiare, ma se non dovessimo riuscire ad abbinarle ad una buona dose di materia grigia … sono cacchi amari! A questo punto cominciamo. Raider! Per poter correttamente inclinare la moto ed inserirci nel modo ideale nella nostra adorata curva dobbiamo imparare a guardare nella direzione giusta. A parte l’ovvia considerazione che in questo modo riusciamo ad individuare con un maggior anticipo gli ostacoli posti sulla carreggiata, proiettando lo sguardo alla maggior distanza possibile, più facilmente riusciremo ad inclinare la nostra 2 ruote. Spesso si tende ad impostare la curva osservando lungo la linea del corpo moto (linea rossa). ANATEMA!!! Potrà risultare cosa scontata ma vi garantisco che non è così! Forse dovrei cominciare a citare qualcosa sulla psicologia del conducente, ma mi limito a dire che è cosa naturale, in particolare quando il panico fa capolino, prepararci all’urto guardando l’ostacolo contro cui rischiamo di accartocciare la nostra unica vera ragione di vita (forse ho un po’ esagerato?) ossia il punto A del bellissimo disegno e a irrigidire la nostra muscolatura. Cosa da considerarsi assolutamente controproducente.

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La corretta direzione dell’area in cui osservare deve essere nel punto più avanzato alla nostra portata (linea verde). Solo in questo modo possiamo riuscire ad anticipare l’inclinazione della moto in funzione del raggio della curva. Non è cosa semplice … se dovessimo avere problemi di vista poi, non ne parliamo (ogni riferimento è puramente casuale). Prevedere la traiettoria, le variazioni di raggio (tipiche della parte iniziale e terminale) della curva sono l’elemento base per riuscire a tenere il nostro mostro inclinato per tutta il raggio della stessa, per poterlo raddrizzare progressivamente e senza brusche manovre, e per poter cominciare ad aprire la manetta sempre in modo dolce, evitando spostamenti di carico improvvisi che metterebbero a dura prova l’efficienza delle nostre costosissime Harley. D’altra parte provate a pensare come potremmo riuscire a dirigere la nostra motocicletta verso il punto B fissando il punto A. Chiaramente, tenendo in considerazione che il nostro mezzo procede nella curva, dovremo mano a mano che avanziamo, spostare il nostro sguardo sempre più in avanti in modo tale da mantenere il nostro punto di osservazione nella parte più avanzata della visuale. Ragazzi questa è una cosa importante!

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