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www.cflagondola.it e-mail: [email protected] - fax 041-5237116 NOTIZIARIO del Circolo Fotografico LA GONDOLA Associazione di Promozione Sociale Encomiabile e Benemerito della Fotografia Italiana I soci del Circolo Fotografico La Gondola si riuniscono ogni venerdì alle ore 21 presso la Sede Sociale alla Giudecca c/o il Centro Civico Recapito postale: Circolo Fotografico La Gondola c/o Manfredo Manfroi San Marco 3007 30124 Venezia, tel. Presidente 041-5237116 CALENDARIO DI DICEMBRE 2015 Venerdì 4 visione opere dei soci Venerdì 11 riunione dei soci Venerdì 18 serata degli auguri Il Circolo riapre venerdì 8 gennaio AUGURI A tutti i Soci, agli amici, ai simpatizzanti del Circolo La Gondola e alle loro famiglie, i migliori Auguri di buon Natale e sereno 2016 CARTA È MEGLIO? di Manfredo Manfroi L'OCSE - Organizzazione per la Cooperazione e Sviluppo Economico – è un organismo internazionale nato nel 1960 sulle ceneri della famosa OECE che, nell'immediato dopoguerra, ebbe l'incarico di distribuire in Europa gli aiuti del piano Marshall. Finita la contingenza post /bellica, l'OCSE si è occupata principalmente di migliorare e intensificare i legami economici e commerciali tra gli Stati membri (attualmente 34 tra cui l'Italia) e anche verso Paesi terzi. Tra i vari compiti istituzionali c'è anche quello di redigere rapporti periodici sullo stato di salute dell'economia e del commercio ma anche della cultura e dell'istruzione; poche settimane fa, a fine settembre, ne è stato pubblicato uno dal titolo “Students, computers and learning: making the connection” che ha dato un risultato inaspettato, riassumibile nella seguente nota: “Nonostante investimenti considerevoli in computer, connessioni internet e software educativo, c'è ben poca evidenza che un maggior uso del computer da parte degli studenti porti a risultati migliori in matematica e nella lettura”. Prosegue il rapporto spiegando che“ ..nei Paesi in cui gli studenti fanno più scarso uso di internet a scuola o per i compiti, i risultati nella lettura sono migliorati in media più velocemente che nei Paesi in cui tale uso è più diffuso” . Le ragioni addotte sono assai complesse ma possono essere riassunte nell'affermazione che un uso non moderato di strumenti elettronici fa peggiorare le prestazioni scolastiche anziché migliorarle, come generalmente si crede. Roberto Casati (“Chi legge naviga meglio” Il Sole/24Ore del 27.9.2015 pag. 27) evidenzia una stretta correlazione tra capacità di lettura e “navigazione” in rete; un buon lettore su carta ha più facoltà di interagire con lo strumento elettronico non soffermandosi, ad esempio, sulla prima risposta ma selezionando, scartando ed approfondendo proprio in virtù della capacità che gli proviene dalla padronanza nella lettura. Carta o schermo sembra essere dunque il crescente dilemma che si pone a genitori, insegnanti, politici, ecc. circa le modalità di apprendimento dei giovani studenti. Ancora Roberto Casati (“Perchè la carta è meglio” Il Sole/ 24Ore del 19.4.2015 pag.25) riferisce sulla rassegna di volumi raccolta da Naomi Baron nel suo libro “Words Onscreen” (Oxford University Press - pagg.320 24). In estrema sintesi, si tratta di un compendio degli studi condotti da diversi ricercatori presso svariate tipologie di lettori; i risultati offrono interessanti spunti di riflessione. Alcuni esempi: chi legge seguendo i link ipertestuali capisce meno di chi legge in modo lineare, gruppi di studenti hanno capito meno un passaggio di 1500 parole su pdf su schermo rispetto al medesimo stampato su carta, i bambini della scuola materna che co-leggono con i genitori ricordano meglio la storia quando la sorgente è cartacea rispetto all' e-book, e così via. Un lavoro di Ferris Jabr (“Why the brain prefers paper” Scientific American 309,48-53) ipotizza, confortato da approfondite ricerche, che il cervello preferisca il libro a causa della sua semplicità tecnologica. Insomma, il libro (va ribadito, usato principalmente come fonte di studio) sarebbe vincente grazie alla sua fisicità, alla possibilità che il nostro cervello ha di scansionare la doppia pagina, che una pagina voltata esiste ancora, che possiamo inserire il nostro dito a pagina 106 mentre leggiamo la pagina 130 e, aggiungiamo, che il libro in versione cartacea stimola una concentrazione maggiore da parte del lettore proprio per la sua dimensione e composizione nonché per la sua attrattiva estetica (copertina, caratteri di stampa, ecc.ecc.) E la fotografia? Si possono fare analoghi discorsi tra la fotografia proiettata o vista sullo schermo di un computer o smartphone e quella stampata su carta? In una certa misura crediamo di sì anche se, a nostro parere, si tratta più di un condizionamento derivante dal fatto che per più di un secolo siamo stati abituati a vedere una fotografia su di un supporto esclusivo, carta o metallo che fosse. Il progresso tecnologico permette oggi di effettuare riprese praticamente senza soluzione di continuità avendo la possibilità (questa a nostro parere è la grande novità) di controllarle immediatamente e di conservarle, se ci pare, nella memoria digitale. Ma realmente cosa vediamo? pag. 1 ANNO XL Numero 12 Dicembre 2015 Fondato nel 1948 Iscrizione FIAF n. 12

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www.cflagondola.it e-mail: [email protected] - fax 041-5237116

NO T I Z I A R I Odel Circolo Fotografico LA GONDOLA

Associazione di Promozione SocialeEncomiabile e Benemerito della Fotografia Italiana

I soci del Circolo Fotografico La Gondola si riuniscono ogni venerdì alle ore 21 presso la Sede Sociale alla Giudecca c/o il Centro CivicoRecapito postale: Circolo Fotografico La Gondola c/o Manfredo Manfroi San Marco 3007 30124 Venezia, tel. Presidente 041-5237116

CALENDARIO DI DICEMBRE 2015

Venerdì!! 4! visione opere dei soci

Venerdì!! 11! riunione dei soci

Venerdì!! 18! serata degli auguri

Il Circolo riapre venerdì 8 gennaio

AUGURI

A tutti i Soci, agli amici, ai simpatizzanti del Circolo La Gondola e alle loro famiglie, i migliori Auguri di buon Natale e sereno 2016

CARTA È MEGLIO?di Manfredo Manfroi

L'OCSE - Organizzazione per la Cooperazione e Sviluppo Economico – è un organismo internazionale nato nel 1960 sulle ceneri della famosa OECE che, nell'immediato dopoguerra, ebbe l'incarico di distribuire in Europa gli aiuti del piano Marshall.Finita la contingenza post /bellica, l'OCSE si è occupata principalmente di migliorare e intensificare i legami economici e commerciali tra gli Stati membri (attualmente 34 tra cui l'Italia) e anche verso Paesi terzi.Tra i vari compiti istituzionali c'è anche quello di redigere rapporti periodici sullo stato di salute dell'economia e del commercio ma anche della cultura e dell'istruzione; poche settimane fa, a fine settembre, ne è stato pubblicato uno dal titolo “Students, computers and learning: making the connection” che ha dato un risultato inaspettato, riassumibile nella seguente nota: “Nonostante investimenti considerevoli in computer, connessioni internet e software educativo, c'è ben poca evidenza che un maggior uso del computer da parte degli studenti porti a risultati migliori in matematica e nella lettura”.Prosegue il rapporto spiegando che“ ..nei Paesi in cui gli studenti fanno più scarso uso di internet a scuola o per i compiti, i risultati nella lettura sono migliorati in media più velocemente che nei Paesi in cui tale uso è più diffuso” .Le ragioni addotte sono assai complesse ma possono essere riassunte nell'affermazione che un uso non moderato di strumenti elettronici fa peggiorare le prestazioni scolastiche anziché migliorarle, come generalmente si crede.

Roberto Casati (“Chi legge naviga meglio” Il Sole/24Ore del 27.9.2015 pag. 27) evidenzia una stretta correlazione tra capacità di lettura e “navigazione” in rete; un buon lettore su carta ha più facoltà di interagire con lo strumento elettronico non soffermandosi, ad esempio, sulla prima risposta ma selezionando, scartando ed approfondendo proprio in virtù della capacità che gli proviene dalla padronanza nella lettura.Carta o schermo sembra essere dunque il crescente dilemma che si pone a genitori, insegnanti, politici, ecc. circa le modalità di apprendimento dei giovani studenti.Ancora Roberto Casati (“Perchè la carta è meglio” Il Sole/ 24Ore del 19.4.2015 pag.25) riferisce sulla rassegna di volumi raccolta da Naomi Baron nel suo libro “Words Onscreen” (Oxford University Press - pagg.320 € 24). In estrema sintesi, si tratta di un compendio degli studi condotti da diversi ricercatori presso svariate tipologie di lettori; i risultati offrono interessanti spunti di riflessione.Alcuni esempi: chi legge seguendo i link ipertestuali capisce meno di chi legge in modo lineare, gruppi di studenti hanno capito meno un passaggio di 1500 parole su pdf su schermo rispetto al medesimo stampato su carta, i bambini della scuola materna che co-leggono con i genitori ricordano meglio la storia quando la sorgente è cartacea rispetto all' e-book, e così via.Un lavoro di Ferris Jabr (“Why the brain prefers paper” Scientific American 309,48-53) ipotizza, confortato da approfondite ricerche, che il cervello preferisca il libro a causa della sua semplicità tecnologica.Insomma, il libro (va ribadito, usato principalmente come fonte di studio) sarebbe vincente grazie alla sua fisicità, alla possibilità che il nostro cervello ha di scansionare la doppia pagina, che una pagina voltata esiste ancora, che possiamo inserire il nostro dito a pagina 106 mentre leggiamo la pagina 130 e, aggiungiamo, che il libro in versione cartacea stimola una concentrazione maggiore da parte del lettore proprio per la sua dimensione e composizione nonché per la sua attrattiva estetica (copertina, caratteri di stampa, ecc.ecc.) E la fotografia?Si possono fare analoghi discorsi tra la fotografia proiettata o vista sullo schermo di un computer o smartphone e quella stampata su carta?In una certa misura crediamo di sì anche se, a nostro parere, si tratta più di un condizionamento derivante dal fatto che per più di un secolo siamo stati abituati a vedere una fotografia su di un supporto esclusivo, carta o metallo che fosse.Il progresso tecnologico permette oggi di effettuare riprese praticamente senza soluzione di continuità avendo la possibilità (questa a nostro parere è la grande novità) di controllarle immediatamente e di conservarle, se ci pare, nella memoria digitale.Ma realmente cosa vediamo?

pag. 1

ANNO XL

Numero 12Dicembre 2015

Fondato nel 1948 Iscrizione FIAF n. 12

www.cflagondola.it e-mail: [email protected] - fax 041-5237116 pag. 2

Nella maggior parte dei casi si tratta di un piccolo rettangolo nel quale sono concentrate tutte le informazioni catturate; a loro volta queste hanno dimensioni ridottissime assai difficili da esaminare nella loro completezza formale.Nella buona sostanza, quello che vediamo è un embrione di fotografia che deve necessariamente passare per un ingrandimento per poter essere completamente valutato.Chi ha pratica di camera oscura ricorderà la delusione di tanti ingrandimenti rispetto alla presunta qualità di una stampa a contatto.

Diverso è il discorso dell'immagine vista attraverso lo schermo di un computer delle dimensioni, poniamo, di un 30x40 vale a dire il formato standard delle fotografie stampate.In questo caso a fare la differenza sono la retroilluminazione dello schermo, la risoluzione dell'immagine, il contrasto tonale che forniscono un risultato sensibilmente “diverso” dal supporto cartaceo.Ma, tornando all 'assunto iniziale, si “legge” (o s'interpreta...) meglio una fotografia al computer o su carta?Facciamo nostra un'affermazione di Casati nell'articolo più sopra citato : “La nostra memoria viene confortata dal fatto che una pagina di carta voltata continua ad esistere come oggetto; la schermata invece è il risultato di un processo per sua natura effimero e, una volta passata, è come non esistesse più”.In effetti, l'immagine vista sullo schermo non si sottrae a quel senso di provvisorietà insito nell'uso del supporto tecnologico; ciò inconsciamente riduce l'attenzione di chi guarda sapendo che comunque si t rat ta di un'informazione destinata a sparire.Si sa che l'analisi di una fotografia è assai complessa e non si limita a decifrare il soggetto rappresentato; tutto concorre a stabilire un livello di giudizio: inquadratura, composizione, tono, scelte cromatiche, rapporti di forma e di significato e così via.Maneggiare una fotografia, sapere che magari proprio “quella” è stata stampata dall'autore, controllarne le caratteristiche come si fa con un oggetto unico, crea un rapporto tra fruitore ed opera difficilmente ripetibile, ben diverso, a nostro parere, di quello tra uomo e schermo del computer.Ci pervade una sorta di incantamento, un trasporto emotivo pari quello provato al cospetto di un'opera d'arte - un quadro, una scultura - magari avendo la possibilità, sia pure per pochi secondi di avere l'immagine tra le mani.La storia, il passato di una fotografia si leggono anche attraverso le pieghe delle superfici, i fori delle puntine, le impronte delle dita. Imperdonabili difetti, qualcuno dirà; per noi, prove indiziarie del processo di approfondimento che, superata l'emozione iniziale, ci consente di indagare a ritroso nella storia arricchendoci di quell'esperienza conoscitiva che in definitiva possiamo chiamare cultura.Manfredo Manfroi

PER PASOLINI E BRUNI

Si è celebrato in questi giorni, con una ridondanza di toni che probabilmente Pasolini non avrebbe gradito, il quarantesimo anniversario della sua scomparsa.

Molti di coloro che oggi ne incensano la grandezza sono i medesimi che in vita lo ignoravano quando non lo denigravano; tra le voci autenticamente sincere che sempre lo apprezzarono e difesero ci fu quella del professor Bruno Bruni (Santa Lucia d'Isonzo, 1929 – Mestre, Campalto 1997).Bruni era stato uno degli allievi di Pasolini a Versuta, una frazione di Casarsa, dove si erano raccolti alcuni ragazzi impossibilitati a raggiungere, a causa dei bombardamenti, le scuole di Udine.Pasolini e altri docenti diedero vita ad un'esperienza scolastica indimenticabile che tanto o poco forgiò la vita dei giovani facendo vedere loro il mondo e la vita con occhi nuovi, curiosi e innocenti.Bruni nel 1950 si trasferì a Venezia, si appassionò di fotografia e entrò a far parte della Gondola; ne uscì, come altri, nel 1961 abbandonando la pratica per dedicarsi interamente all'insegnamento, alla poesia e all'attività sindacale.

Dopo la sua morte, la vedova signora Licia e la figlia Annalisa donarono l'intero fondo fotografico all'Archivio del Circolo con cui furono allestite due mostre; altre foto di Bruni figurarono in numerose rassegne della Gondola.Giorni fa il Domenicale del Sole 24Ore, assieme a un lungo e dettagliato articolo di Cristina Battocletti, ha pubblicato una fotografia dove figurano assieme a Pasolini i ragazzi di Versuta; tra questi naturalmente c'è il giovane Bruno Bruni.Prendendo spunto da ciò, la signora Licia ci manda un pensiero del marito, tratto dalla raccolta di poesie “Il ragazzo e la civetta”; pubblicandolo, intendiamo ricordare assieme due uomini di grande valore intellettuale e culturale, animati da una passione civica che, tralasciati gli interessi personali, agì per il solo bene della società italiana.

Bruno Bruni©C.F. La Gondola

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Di queste figure, mai come oggi avvertiamo l'assenza.

“...la strada per Udine ormai è chiusa/non vale la pena morire per un po' di greco e latino/Ma ecco che nasce una scuola/ San Giovanni è Pier Paolo con Giovanna, Riccardo, Cesare che s'inventano professori di latino, greco, italiano, inglese, matematica/ Cominciano così lezioni che mai più ascolterò nelle vere scuole..../...Pier Paolo ti porta dolcemente/ attraverso le parole dei poeti/ che finalmente ti si svelano/e restano dentro di te/ generando originali capacità espressive/ che prima non esistevano/ o non credevi di possedere/ scuola di poesia, di rigore intellettuale, di vita...”

Bruno Bruni

LIBRI RICEVUTI

Mons. Valentino Vecchi (Venezia 1916-1984) fu una straordinaria figura di sacerdote che specie nella terraferma veneziana lasciò una profonda traccia di operosità e dedizione verso il prossimo.Aveva lauree in teologia e in storia dell'arte, quest'ultima conseguita nel 1943 presso l'Università di Padova con la tesi “I Santi nei mosaici della basilica di San Marco”(relatore Sergio Bettini).Recentemente questa tesi, molto approfondita e dettagliata come merita un sito così complesso come quello marciano, è stato riproposta in un elegante volume dal titolo “Il terzo poema della basilica di San Marco”. (CLEUP – 2014 – pagg. 160)Al testo originale è stato aggiunta un'ampia indagine fotografica condotta dal nostro socio arch. Giovanni Vio.Oltre a fornire un'eccellente documentazione sull'apparato musivo della basilica, di qualità e quantità forse uniche al mondo, il fotografo ha dovuto cimentarsi anche con le insidie di un'illuminazione naturale che, come sa chi ha visitato il luogo, entra fortissima dalle vetrate per poi quasi spegnersi tra le volute degli archi e la possanza delle colonne.Situazione assai difficile che molti fotografi del passato risolsero con l'uso di pannelli riflettenti e luci artificiali; Giovanni ha preferito “accettare il compromesso, se non la sconfittadel mezzo tecnico” avvalendosi della sola luce naturale.Così facendo ha restituita la magia degli spazi, le penombre gravide di sorprese, l'improvviso rilucere degli ori, l'animazione ieratica dei santi, insomma quel compendio che affascina e rende San Marco un luogo unico dello spirito e della trascendenza.In definitiva, un libro che, attraverso le pagine della tesi, offre una conoscenza approfondita anche degli aspetti iconografici minori e, allo stesso tempo, accompagna in un viaggio visivo del tutto inedito grazie a una rilettura fotografica degli spazi e della luce davvero magistrale.

Assieme alla fotografia, le auto d'epoca sono state la passione di Ernesto Fantozzi (Mi lano 1931); impareggiabile reporter, Fantozzi è stato fotografo ufficiale del per iodico “La Manovel la” organo del l 'ASI (Automotoclub Storico Italiano), dando sostanza visiva ai principali raduni e concorsi.Proprio da quei servizi, l'Autore ha estratto un certo numero di fotografie raccolte nel volume “Auto d'epoca” edito dal Circolo Fotografico Milanese, di cui è socio, e curato da Luigi Cavicchio.Fantozzi prende a pretesto i raduni per offrirci un piccolo assaggio di quel mondo che gravita attorno alle autovetture d'epoca, macchine di lusso e sportive che hanno fatto sognare intere generazioni, autentici status symbol irraggiungibili ai più.

Con la consueta lievità in cui però non è difficile riconoscere una sottile vena ironica, l'Autore chiama in causa i protagonisti di quegli eventi: i proprietari invecchiati prima delle loro auto, le dame con gli ultimi bagliori di una bellezza sfiorita, i cani, tanti cani bellissimi e impettiti e poi la quinta dei comprimari: motoristi, piloti, appassionati e semplici curiosi.Un mondo divertente e variopinto, un po' fuori del tempo, che Fantozzi registra con l'asetticità dell'entomologo, volando alto e leggero con la sua Leica; un esercizio di stile e di bravura, come sempre.

NOVITA’ DAL SITO WWW.CFLAGONDOLA.IT

La pagina del sito è dedicata questo mese alla socia Anna Zemella. Ha iniziato a fotografare nel 2009 frequentando corsi e stages con importanti fotografi; si è po i ded icata a l repor tage ( Ind ia e Nepal ) e successivamente ha trattato alcune tematiche di un soggetto che le è particolarmente caro, Venezia, la città dove vive.Ne ha tratto alcune mostre personali (2011, 2012, 2014) con ottimo riscontro di pubblico.Dal 2013 è socia della Gondola; in questa veste ha partecipato a tutte le mostre sociali.Impegnata nella difesa di Venezia e della sua laguna, alcune immagini su questo tema sono apparse su riviste e importanti quotidiani.

www.cflagondola.it e-mail: [email protected] - fax 041-5237116

Ernesto Fantozzii©C.F. La Gondola

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AFFERMAZIONI DEI NOSTRI SOCI

Il Socio Onorario Elio Ciol presenta presso la Galleria Sagittaria di Pordenone – Via Concordia 7 – la mostra personale “ Assisi, la densità del silenzio”.Sino al 28 febbraio 2016 da martedì a domenica con orario 16/19

E' del socio Andrea Avezzù la campagna fotografica visibile nella nostra città promossa dalla Confartigianato in occasione del 70° anniversario della sua fondazione. Sempre con riferimento a questo evento, il socio Manfredo Manfroi ha fatto parte della giuria del premio fotografico”Artigianato sull'acqua, oggi” riservato ai giovani di età compresa tra i diciotto e i trent'anni.

Diciotto fotografi tra cui i soci Maurizio Braiato, Carlo Chiapponi, Stefano Pandiani, Paola Casanova, Emilio Zangiacomi, espongono nella mostra fotografica “Visioni” che verrà inaugurata nel Municipio di Villadose (Ro) il 12 dicembre alle ore 18.La mostra è curata dal socio Maurizio Braiato in collaborazione col Fotoclub Adeseto e l'Assessorato alla

Cultura del Comune di Villadose

Manfredo Manfroi ha partecipato in qualità di lettore portfolio alla manifestazione Nikon Live! 2015 tenutasi lo scorso 14 novembre a Padova presso il Centro A. Luciani.

DONAZIONI ALL’ARCHIVIO STORICO

Da Samuel Delcroix tre stampe clp, da Giorgio Semenzato 19 stampe b/n, da Enrico Sisti 2 stampe bn, da Kukki due stampe in bn.Grazie a tutti i donatori.

AUGURI

Ai soci Gianfranco Giantin (5/12), Mirella Doni (5/12), Stefania Galluccio (9/12), Anna Zemella (16/12), Izabella Vegh (18/12) che compiono gli anni sotto i segni del Sagittario e del Capricorno. Auguri anche agli amici e simpatizzanti del Circolo.

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Tutti i testi e le fotografie edite su questo notiziario sono di proprietà del Circolo Fotografico La Gondola A.P.S. e dei singoli autori, se indicati, ed ogni riproduzione è riservata. A norma della vigente legge sul diritto d'autore e del codice civile, è vietata la riproduzione dei testi o di parte di essi e delle fotografie con qualsiasi mezzo.

Anna Zemella©C.F. La Gondola