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1 Canto novo Parrocchia di S. Giovanni Battista PASQUA 2018 Anno XCVII Parrocchia di S. Giovanni Battista - Busto Arsizio - www.parrocchiasangiovannibusto.it Signore, svegliami ogni mattino con la gioia della tua presenza. Il primo pensiero sia per Te. Il primo grazie sia per il dono della vita e della fede. La prima buona volontà sia per il lavoro quoti- diano e per la carità. Rendimi un uomo nuovo, che vada oltre le an- gustie della mia esistenza terrena. Questa nuova fecondità della Pa- squa mi conceda la purezza della preghiera, l’ amore per l’uomo, la speranza per la storia. Possa desi- derare uno scambio generoso del dare e del ricevere tra le perso- ne. La parola della Pasqua sia per me gioia e conforto. Insegnami a celebrare le feste, con canti, pre- ghiere e carità. Rendimi ospitale nella mia comunità. Signore, insegnami a vedere Te nella mia vita, ad incontrami con Te, a rimanerti fedele. Tu che hai inviato i tuoi discepoli nel mon- do, mandami così, come loro, nei miei giorni e nelle mie cose. Ri- petimi la parola con la quale tan- te volte mi hai ridato la speranza: «Ora andate, dite ai suoi discepo- li e a Pietro che Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto». don Severino Pagani NON È QUI È RISORTO COME AVEVA DETTO Venite, guardate il luogo dove era stato deposto VI PRECEDE IN GALILEA LÀ LO VEDRETE

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Page 1: NON è qui è risOrtO cOme aveva dettO Canto Novo... · Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto». ... NON è qui è risOrtO cOme aveva dettO Venite, guardate il luogo dove era

1Canto novo Parrocchia di S. Giovanni Battista

PASQUA 2018

Anno XCVII

Parrocchia di S. Giovanni Battista - Busto Arsizio - www.parrocchiasangiovannibusto.it

Signore, svegliami ogni mattino con la gioia della tua presenza. Il primo pensiero sia per Te. Il primo grazie sia per il dono della vita e della fede. La prima buona volontà sia per il lavoro quoti-diano e per la carità. Rendimi un uomo nuovo, che vada oltre le an-gustie della mia esistenza terrena. Questa nuova fecondità della Pa-squa mi conceda la purezza della preghiera, l’ amore per l’uomo, la speranza per la storia. Possa desi-derare uno scambio generoso del dare e del ricevere tra le perso-ne. La parola della Pasqua sia per me gioia e conforto. Insegnami a celebrare le feste, con canti, pre-ghiere e carità. Rendimi ospitale nella mia comunità.

Signore, insegnami a vedere Te nella mia vita, ad incontrami con Te, a rimanerti fedele. Tu che hai inviato i tuoi discepoli nel mon-do, mandami così, come loro, nei miei giorni e nelle mie cose. Ri-

petimi la parola con la quale tan-te volte mi hai ridato la speranza: «Ora andate, dite ai suoi discepo-li e a Pietro che Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto». don Severino Pagani

NON è qui è risOrtO cOme aveva dettOVenite, guardate il luogo dove era stato deposto

vi Precede iN GaLiLea Là LO vedrete

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2 Canto novoParrocchia di S. Giovanni Battista

I TEMPI DELLO SPIRITO

Via Crucis con l’Arcivescovo Mons. Mario Delpini

Per riuNire i FiGLi di diO

O croce di cristo, simbolo dell’amore divino e dell’ingiustizia umana, icona del sacrificio supremo per amore e dell’egoismo estremo per stoltezza,strumento di morte e via di risurrezione, segno dell’obbedienza ed emblema del tradimento, patibolo della persecuzione e vessillo della vittoria. O croce di cristo,

ancora oggi ti vediamo nei volti dei bambini, delle donne e delle persone, sfiniti e impauriti che fuggono dalle guerre e dalle violenze e spesso non trovano che la morte e tanti Pilati con le mani lavate.

O croce di cristo,immagine dell’amore senza fine e via della Risurrezione, ti vediamo ancora oggi nelle persone buone e giuste che fanno il bene senza cercare gli applausi o l’ammirazione degli altri.

O croce di cristo, insegnaci che l’alba del sole è più forte dell’oscuritàdella notte.Insegnaci che l’apparente vittoria del male si dissipa davanti alla tomba vuota e di fronte alla certezza della Risurrezione e dell’amore di Dio che nulla può sconfiggere od oscurare o indebolire.(Papa Francesco, Via Crucis 2016)

La sera del 13 marzo ab-biamo percorso le strade della nostra città con l’Arci-vescovo Mons. Mario Delpi-ni. Gesù, ci ha amato fino al dono totale di sé «per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi». Guar-dando a lui, ritroveremo le ragioni che alimentano la nostra speranza e impare-remo a riconoscere quanto è bello e gioioso che uomi-ni e donne, di etnie, popoli, nazioni e culture differenti possano ritrovarsi nella pro-fessione di un’unica fede e possa amarsi come figli del-lo stesso Padre. La Chiesa, tratta dalle genti, vive della luce del Crocifisso Risorto e di questa luce vuole con-tinuare a essere testimone credibile di fronte al mondo.

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3Canto novo Parrocchia di S. Giovanni Battista

TEMPI DELLO SPIRITO

i GiOvaNi cercaNO diO

La direzione giusta

Esercizi spirituali? Allenarsi alla connessione con Dio. A volte ho come l’impressione che la vita mi sfugga di mano. Non capita anche a voi? Sono immersa nella mia routine fat-ta di lavoro, amicizie, fidanza-to, famiglia, oratorio, ragazzi ...ma... Per chi faccio tutto que-sto? Perché mi sto affannando? Che direzione sta prendendo il mio cammino? Beh, quando saltano fuori queste domande vuol dire che è ora di fermarmi e fare un po’ di ordine.

L’occasione privilegiata

L’occasione privilegiata per ri-appropriarmi del mio cammi-no sono gli esercizi spirituali di Quaresima proposti dalla Pa-storale Giovanile a tutti i giova-ni di Busto. Che cosa sono? In sintesi direi due giorni e qualco-sina per fermare tutto, spegne-re affanni e pensieri inutili e … magari anche il telefono (che se

non sono connessa per qualche giorno il mondo sopravvive lo stesso). Sì, perché gli esercizi spirituali sono un buonissimo allenamento per sperimentale un nuovo tipo di connessione che non ha bisogno di chissà quali strumenti: un po’ di si-lenzio e l’ascolto della Parola di Dio. La connessione con me stessa e con il Signore è fonda-mentale per fare il punto della situazione e provare a rispon-dere alle domande più urgenti che abitano il cuore.

un posto per pregareOrmai la location nei nostri esercizi decanali è diventata un luogo famigliare e accoglien-te. Anche quest’anno, come per tante altre volte in passato, siamo stati ospitati dai Padri Passionisti di Caravate. Il si-lenzio, la natura, la preghiera, il riposo e la compagnia di ami-ci che condividono il cammi-no rendono questi giorni ogni anno preziosi. Fondamenta-le la figura di riferimento che ci guida a entrare nella Parola di Dio. Quest’anno Frate An-tonio Prando ci ha aiutati con semplicità ma con decisione a immergerci nel Vangelo di Giovanni e a guardare alla figu-ra del Discepolo Amato.

La Parola nel cuoreÈ incredibile vedere come la Parola possa risuonare nei cuo-ri di noi giovani in modi tan-to diversi e stupefacenti. Ed è altrettanto bello sperimentare come il Signore riesca sempre a trovare il modo di connettersi con noi.

Pastorale giovanile di Busto Arsizio - Esercizi spirituali di quaresima

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4 Canto novoParrocchia di S. Giovanni Battista

LA COMUNIONE DEI SANTI

Nel silenzio della notteIl giorno 22 marzo 2018, dalla casa di Varese Maria Ausiliatri-ce, il Signore nel silenzio della notte ha chiamato a sé la no-stra carissima Suor Giuseppina Ballardin. Giuseppina nacque a Thiene il 16 agosto 1942, una località situata al centro dell’ampia pianura a nord di Vicenza, nella zona cosiddet-ta Pedemontana. Nella bella e numerosa famiglia Ballardin, composta da 4 fratelli e 6 so-relle si viveva serenamente del lavoro della terra. Scriveva: «I nostri genitori ci hanno in-culcato una fede forte, basti pensare che papà, nel suo te-stamento lasciò scritto: deside-ro, o Signore, che i miei figli si accostino più frequentemente ai SS Sacramenti, si amino e si sostengano in ogni difficoltà». La crescita dei figli e la neces-sità di avere una certa sicurezza economica spinse Giuseppina, all’età di 9 anni, a raggiungere con i familiari Appiano Genti-le, in provincia di Como.

La gioia della preghiera

Tra i suoi ricordi si legge: «Amavo le mie suore e quando scendevo in paese per la spesa mi fermavo da loro per collo-quiare e intrattenermi un poco per conoscerle sempre me-glio». Giuseppina ricordava che a contatto con la vita parroc-chiale sentiva nascere in lei una forte inclinazione alla preghiera e al servizio degli altri. Invitata a partecipare con lei agli eser-cizi spirituali che si tenevano a Bosto di Varese, ebbe la for-

te percezione che il Signore la chiamava ad essere una Figlia di Maria Ausiliatrice.

La grazia della vocazione

Chiese ben presto di poter en-trare nel nostro Istituto. Il 31 gennaio del 1962 ricordava: «Furono anni sereni di occupa-zione e di preghiera, lo studio e le ricreazioni rendevano gio-iose le mie giornate, e quanto

ci veniva insegnato si radica-va sempre più nel mio cuore e confermava felicemente la mia scelta. Il mio papà è stato il primo benefattore della mia vocazione, pregava per la mia perseveranza». Il 5 agosto 1962 le giovani postulanti passarono a Pella (Novara) per vivere il noviziato. Lo spirito di fervore animava le sue giornate e il 6 agosto 1964 fece la sua prima professione religiosa.

Suor Giuseppina Ballardin ha raggiunto il suo Signore

La GiOia deLLa vOcaZiONe

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LA NOSTRA COMUNITà

il suo arrivo a BustoTrascorse poi un anno a Vare-se “Maria Ausiliatrice” come aiuto cuoca e l’anno successivo passò come cuoca nella comu-nità di Busto Arsizio “Maria Ausiliatrice” della parrocchia “S. Edoardo”. La missione di suor Giuseppina non si è mai fermata alle attività casalinghe di cui era incaricata, ma seppe vivere con entusiasmo la vita parrocchiale, l’oratorio e la ca-techesi; nella scuola dell’infan-zia, anche se non vi era impe-gnata direttamente, diceva che sentiva suoi i bambini, così i ragazzi dell’oratorio, i genito-ri: per tutti aveva una parola buona. Le oratoriane l’apprez-zavano e desideravano la sua compagnia perché era sempre sorridente e benevola.

La pace interiore ela comunione con dioUna consorella lasciò scritto: «suor Giuseppina possedeva una pace interiore e una felicità derivante dalla sua vita di pre-ghiera e dall’intensa comunione con Dio». Lentamente suben-trarono problemi al cuore e nel 2015 le venne diagnosticato un tumore al seno, ma questo non le impedì di essere sempre pre-sente in oratorio, di continuare la sua vita normale. Cercò sem-pre di vivere la sofferenza col sorriso sulle labbra. Trascor-reva le sue giornate pregando in particolare per i giovani che portava nel cuore e dedican-dosi all’assistenza dei bambini della scuola. Visse tutto abban-donandosi al Suo Dio che cer-cava nella preghiera semplice e continua e, in tale abbandono sereno e totale, Egli la chiamò per le nozze eterne. Suor Maria Teresa Cocco

Primo interventoGesù: L’aNNuNciO aLLe FOLLe e La cura dei discePOLidi Mons. SEVERINO PAGANI Decano di Busto Arsizio

Secondo interventoiN ascOLtO dei GiOvaNidi ROBERTA ROTONDO direttrice Centro giovanile Stoà

Decanato di Busto Arsizio – Pastorale Giovanile

Giovani e Adulti verso il Sinodo

SABATo, 7 aprile 2018

RIVOLTO A: TUTTI I GIOVANI (18-30 anni);

EDUCATORI,

CATECHISTE,

ALLENATORI,

COLLABORATORI PARROCCHIALI,

GRUPPI DI CARITÀ E MISSIONE,

CONSIGLI PASTORALI PARROCCHIALI,

CONSIGLI D’ORATORIO

PROGRAMMA

ORATORIO DI SACCONAGO, Via Longù, 10

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6 Canto novoParrocchia di S. Giovanni Battista

GIOVANI E SERVIZIO

versO uNa NuOva itaca

un lungo viaggio Il nome Itaca rievoca in ciascu-no di noi il lungo viaggio, ricco di difficoltà e pericoli, che un uomo, Ulisse, ha dovuto intra-prendere per raggiungere la sua amata terra. Anche Busto Arsi-zio ha la sua Itaca: si tratta di un doposcuola di italiano rivolto a tutti i ragazzi richiedenti asilo ospitati in città. L’esperienza è nata nel 2015 da un gruppo di giovani appartenenti a diverse parrocchie della città o residen-ti in zone limitrofe che, senza nemmeno conoscersi, hanno deciso di unire le proprie forze per creare qualcosa di bello.

un camminodi integrazioneL’intuizione è nata dopo aver partecipato ad un incontro or-ganizzato dal Centro Giovanile Stoà nell’ottobre 2015 a tema migrazione ed accoglienza. Dopo quell’incontro è nata la volontà da parte di una ventina di giovani di darsi da fare anche qui sul nostro territorio chie-dendosi quali potessero essere le esigenze dei ragazzi accolti in diverse strutture della città e dandosi da fare per migliora-

re, per quanto possibile, la loro permanenza qui. È emerso che la prima difficoltà da abbattere per comprendersi è parlare la stessa lingua.

Più che una scuola,un incontroCosì è nata ITAcA. All’inizio un po’ spaventati dalla nostra inesperienza, a poco a poco sempre più determinati (e or-ganizzati!) abbiamo proposto ai richiedenti asilo un percorso che non fosse solo il mero inse-gnamento della lingua italiana, ma un’occasione di incontro con coetanei appartenenti a culture diverse, e la possibilità di conoscere meglio l’Italia e in particolare Busto. Prima di es-sere una semplice scuola infat-ti, Itaca è soprattutto incontro e accoglienza. L’essenza è rac-chiusa proprio nel suo nome: ITAcA, Italiano che Accoglie. In questi tre anni e mezzo ab-biamo incontrato tanti nomi (alcuni difficilmente pronun-ciabili!), tante storie e soprat-tutto tanti volti.

contro ogni pregiudizioNonostante i loro passati dif-ficili, nonostante la difficoltà di vivere lontano dalla propria famiglia e nonostante l’incer-tezza per il loro futuro, i nostri “studenti” non hanno mai per-so il loro buon umore, la vo-glia di scherzare e di imparare a conoscere il paese e la città che li ha accolti. In tutto que-sto tempo soprattutto, i ragazzi hanno continuato a ringraziar-ci per il tempo dedicato loro e per averli fatti sentire accolti. Da alcuni giorni a questa parte il centro che ospitava la mag-gior parte di loro è stato chiuso e i ragazzi sono stati trasferiti in diversi centri in Lombardia. Al momento dei saluti ci siamo resi conto di dover essere noi a ringraziare loro per tutto quello che ci hanno insegnato in que-sti anni, per ciò che ci hanno trasmesso, per la loro gioia di vivere, per il loro sorriso sem-pre pronto nonostante le diffi-coltà. E allora semplicemente grazie, buon viaggio e buona fortuna! I volontari di ITAcA

Incontro e fraternità con la scuola di italiano

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7Canto novo Parrocchia di S. Giovanni Battista

IL VILLAGGIO DELLA CARITà

PreseNZa utiLe

una presenza utileIl volontario è una persona che, per sua libera scelta, si adope-ra in favore della comunità in diversi ambiti: La nostra città, nel corso degli ultimi anni si è arricchita di giovani volonta-ri e di tante persone che ogni giorno si dedicano al prossimo, aiutando così le persone meno fortunate grazie al loro spirito di carità e solidarietà.

con un po’ di coraggioDifatti per bontà d’animo si in-tende il voler dare a chi ha più bisogno, sia il proprio aiuto, sia ciò che si ha in più, perché mossi da compassione e spirito di fratellanza, mentre con agire in buona fede significa il voler intraprendere l’attività non a scopo utilitaristico ma al solo fine di aiutare gli altri. Da questi buoni propositi è nata a livello cittadino la nuova proposta per 18/19enni e giovani “Dare” (in inglese osare) to live. Una vasta

gamma di attività caritative che possono essere scelte in meri-to alle proprie preferenze e alle proprie curiosità.

e molta perseveranzaIl servizio, o meglio, i servizi, nati da una collaborazione tra parrocchie vantano infatti di al-cune proposte originali: su tutte la consegna e distribuzione del cibo ai senzatetto stipati in sta-zione centrale, grazie all’aiuto e alla collaborazione del diacono Francesco Nicastro, che, insie-me ad alcuni volontari, ogni giovedì sera, offre un pasto cal-do ai senzatetto che dimorano ogni notte in stazione centra-le. In questa mezz’ora (circa), i giovani hanno l’opportunità di conoscere e condividere una cena in compagnia con i biso-gnosi, instaurando nuove ami-cizie e coltivando nuove rela-zioni, crescendo sotto l’aspetto umano e personale.VI sono inoltre altre proposte

molto originali e piacevoli ri-volte principalmente per i gio-vani come: servizio nelle varie mense della città nelle parroc-chie dei frati e di sant’Edoar-do (serali – tutti i giorni), e di San Giovanni Battista (mezzo-giorno – tre volte a settimana). Inoltre l’Oratorio San Filippo mette a disposizione i propri spogliatoi il sabato mattina per garantire una doccia, un pasto caldo e un cambio pulito con l’associazione “Ali d’Aquila”.E’ già collaudata invece la pro-posta, tutta unica nel suo ge-nere, del progetto “ITAcA – Italiano che accoglie”, dove numerosi volontari, il martedì e venerdì sera, insegnano la lin-gua italiana ai rifugiati alloggiati nel vari centri accoglienza citta-dini (Via dei Mille su tutti).

in spirito di comunioneInfine, grazie alla collabora-zione tra “Casa Onesimo” (ca-peggiata da Don Silvano), e la Casa Circondariale di Busto, altri giovani svolgono un servi-zio di “accompagnamento” dei detenuti che hanno avuto “per-messo premio” e si accingono a passare dei giorni al di fuori dalle mura del carcere a seguito di una “buona condotta”. Che dire… infinite sono le offer-te proposte, ma soprattutto le risorse giovanili che, convin-ti delle proprie azioni, danno il proprio contributo a favore dei più poveri. Manchi ancora tu per completare il puzzle a colori del volontariato firmato “Dare” to live. Paolo Pazzaglia

DARE TO LIVE esperienze di volontariato

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8 Sede della Direzione: Via Tettamanti 4, Busto Arsizio - Direttore responsabile: Emanuela BonecchiRegistrazione Tribunale di Busto Arsizio N. 7/67 - Fotocomposizione interna - Stampa: Grafiche Casbot - Samarate - VA

Mons. Severino Pagani: 0331.638232 - Don Giovanni Patella: 0331.631040 - Don Gabriele Milani: 0331.677121 - Don Francesco Casati: 0331.320101Mons. Antonio Borsani: 0331.630412 - Diacono Francesco Nicastro 3357726001 - Segreteria: 0331.638232 - Sacrestia S.Giovanni: 0331.627103

CHIESA AMBROSIANA

Mattino: ore 09.00-11.30 da lunedì a sabatoMons. Prevosto riceve il Martedì dalle 17.00 - 19.00 e il Sabato dalle 9:30 alle 12:00

Telefono 0331.638 232 - Fax 0331.638 145; E-mail: [email protected] Internet: www.parrocchiasangiovannibusto.it

Feriali Santuario S. Maria: 07.00; Basilica S. Giovanni: 08.00; 09.00; 18.30

Mercoledì Santuario S. Maria: 07.00; 08.00; 09.00; 18.30

Sabato Santuario S. Maria: 07.00; 09.00 - Basilica S. Giovanni: 18.30 (Messa Vigiliare)

Festive Basilica S. Giovanni: 08.30; 10.00; 11.30; 18.00; 20.00 La Provvidenza: 09.30; Santuario S. Maria 11.00

Informazioni liturgiche: Sacristia della Basilica - Telefono 0331 627 103

OrariO saNte messe

seGreteria ParrOccHiaLe

iL siNOdO miNOre eveNtO sPirituaLeLa chiesa di Milano da ogni parte del mondo

Il Decanato di Busto Arsi-zio si prepara a coinvolgere i credenti cattolici presenti sul territorio e provenienti da ogni parte del mondo in un evento che i terrà sabato 19 maggio vigilia della Fe-sta di Pentecoste. Dopo un incontro di racconto delle varie esperienza, conclu-deremo con la celebrazio-ne della Messa vigiliare di Pentecoste nella Basilica di S. Giovanni alle ore 18.30. Vorremmo così avviare un percorso di conoscenza re-ciproca e di maggiore fre-quentazione comunitaria.

Dalla lettera di Mons. BressanVicario episcopale per il Sinodo

...Se anche il frutto fosse la capacità di attivare in ogni decanato un luogo in cui leggere e interpretare i segni delle trasformazioni che stiamo vivendo come Chiesa diocesana, sarebbe sicuramente un grande risultato! Ci troviamo dentro un corpo ecclesiale che sta reagendo in modo positivo, che sta entrando nel processo sinodale vivendo come un evento spirituale, di chiamata e di conversione personale ed ecclesiale. \Il Sinodo si rivela veramente come l’occasione per vedere la Chiesa mentre viene generata continuamente, in ogni epoca, dallo Spirito di Dio come corpo di Cristo. La radice teologica e spirituale del nostro lavoro pastorale davvero sta

emergendo con chiarezza. Da qui un compito irrinunciabile: occorre che i decanati diventino sempre più il cuore pulsante del Sinodo. Diventando cioè un laboratorio, un luogo in cui non soltanto si raccolgono ma si interpretano i dati raccolti dalle varie parrocchie e dalle altre realtà ecclesiali e civili, favorendo così lo sviluppo di una lettura nuova, capace di riconoscere i segni dello Spirito che genera la Chiesa. Se il Sinodo minore fosse l’occasione per la nascita di simili luoghi, ci troveremmo di fronte ad un’operazione rivoluzionaria: stiamo per attivare una nuova epoca di implantatio ecclesiae, di radicamento della fede cristiana dentro la cultura e la società così profondamente in cambiamento. Stiamo cioè operando per dare corpo, realtà e carne, alla visione della Chiesa dalle genti che ci guida.