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Progetto di riqualificazione di Piazza del Plebiscito e dei suoi spazi ipogei Assessorato alle Politiche urbane, Urbanistica e Beni Comuni Disegno originale tecnica acquerello e china di Amelia Buzzi Puccini

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Page 1: Napoli - Progetto Piazza del Plebiscito

Progetto di riqualificazione di Piazza del Plebiscito

e dei suoi spazi ipogei

Assessorato alle Politiche urbane, Urbanistica e Beni Comuni

Disegno originale tecnica acquerello e china di Amelia Buzzi Puccini

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NAPOLI SOTTO E SOPRA

Il centro storico di Napoli, dichiarato nel 1995 Patrimonio mondialedell'Umanità, è forse uno dei più rappresentativi e caratteristici sitiUNESCO in quanto la sua unicità si estende fino dentro la terra, nel suoincredibile e misterioso sottosuolo, che rappresenta, al rovescio, una verae propria altra città. Napoli nasce dalle sue viscere e al suo interno siritrovano vitali e compresenti espressioni millenarie e formecontemporanee, documenti autoctoni e altri provenienti dall’esterno, chenel tempo sono stati desunti e fatti propri in una struttura che del“palinsesto” fa la sua immagine più diffusa e veritiera.Napoli rappresenta una scrittura continua sulla stessa pagina di testidiversi, di storie che si sono sovrapposte e che oggi costituisconoquell'unitario suolo su cui la città poggia e che già il Vesuvio, con le sueeruzioni aveva nel tempo contribuito a ispessire.Il rapporto che la città di sopra ha con la citta di sotto costituisce il tema diprogetto su cui molti architetti hanno lavorato e a cui questaAmministrazione prova a dare voce, attraverso atti concreti diriqualificazione e di apertura di spazi troppo a lungo negati ai cittadini.Acquedotti e canalizzazioni prima greche e poi romane, catacombepaleocristiane, gallerie di comunicazione, pozzi erosi, smangiati non daltempo o dalla natura ma dagli uomini, usati come cave nel corso dei secoli,come rifugi durante le guerre, come depositi, officine ma anche (epurtroppo) come discariche, rappresentano una complesso quantoaffascinante patrimonio che la città nel suo ventre custodisce.Vuoti sotterranei, sequenze di cunicoli, vasti ipogei, anfratti scavatirappresentano al rovescio una nuova città parallela costituita da circa550.000 mq di cavità rilevate, un mondo ricco di mistero e di storia daconoscere, indagare, e ancora da utilizzare. Un’altra Napoli, in gran parte ancora sconosciuta e misteriosa, si estendequindi al di sotto della Napoli “baciata dal sole”, al punto da indurre studiosie ricercatori napoletani, negli anni, a chiedere un riconoscimentolegislativo-normativo di “bene culturale” anche per il sottosuolo della città.L’interesse per la conservazione e per la tutela di tale patrimonio rientra inmaniera decisa nelle intenzioni di questa Amministrazione, che fa propriauna tradizione di studi e di ricerche che vede negli spazi sotterranei dellacittà un luogo mistico e magico, dove religione, culti pagani, credenzepopolari e storia si intrecciano e si confondono, come spesso accade nellacultura partenopea. Oggetto di interesse e protagonista di testi letterari,progetti architettonici e pellicole cinematografiche (tra tutte si ricordano ifilm “Operazione San Gennaro” di Dino Risi, “Viaggio in Italia” di RobertoRossellini e non ultimo “Nella Napoli di Luca Giordano” di Mario Martone),il sottosuolo di Napoli si anima di vita, diventa luogo di incontro, di socialità,di condivisione di momenti tragici, come l’esperienza della guerra e lapaura dei bombardamenti, ma anche di rapporti clandestini, di attivitàillecite.

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Francesco Venezia. Studi sottosuolo parteno-peo, crypta Neapolitana

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Non solo catacombe e morte quindi ma anche luogo in cui poter metterein scena le proprie paure per affrontarle, esorcizzarle e quindi viverle piùe meglio di prima. La città del sotto ha reso più potente e grande la città di

sopra fornendole acqua, materiali da costruzione e rifugi.I vuoti esistenti meritano,allora, quale forma parziale di riconoscimento, diessere tutelati, studiati, ripensati e vissuti. L’ipogeo esistente sotto la chiesa di San Francesco di Paola,estremamente interessante per le sue particolari caratteristiche spazialiarchitettoniche, rientra allora in questa intenzionalità progettuale. Sebbene poco conosciuto e poco descritto dai testi dell’epoca, il caso noncostituisce eccezione in quanto numerosi sono gli esempi di fondazioni dichiese, spesso utilizzate come catacombe, che sono state riaperte alpubblico e che oggi contano un numero sempre più alto di turisti. Ne costituiscono degli esempi le chiese di Santa Maria delle anime delPurgatorio ad Arco, la chiesa di San Lorenzo Maggiore, la Cappella diSant’ Aspreno al Porto, o ancora, cappella San Severo, la chiesa diSant’Antonio ai Monti etc… L’obiettivo della riapertura degli spazi ipogeial pubblico diventa allora, a ragione, il tema principale di questo progettoche potrebbe così iniziare a modificare l’immagine della Piazza, legandoladi più alla sua storia, agli ambienti del Palazzo Reale, al mare, attraversonuove condizioni d’uso e forme di percorrenza.

La città parallela: un tratto della chilo-metrica rete di gallerie sotterranee che attraversa la città. Tratto dal libro “Na-

poli Sotterranea. Percorsi tra i misteri

della città parallela” di A. E. Piedimonte

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PIAZZA DEL PLEBISCITO E CHIESA DI SAN FRANCESCO DI PAOLA

Piazza Plebiscito, simbolo da cartolina della città di Napoli, pausa urbananel tessuto regolare e stretto dei vicoli dei quartieri Spagnoli, rappresenta,fin dalla sua costruzione, un luogo di attrazione e di rappresentanza, difeste regali e popolari, di cortei e processioni, di grandi comizi politici emanifestazioni. In un’area di circa un chilometro quadrato si racchiude la storia politicadella città, che resta impressa oltre che nella memoria dei napoletani,anche negli edifici simbolo delle diverse dominazioni di epoca angioina,aragonese e borbonica che nel tempo hanno contribuito alla suacostruzione. Qui fu proclamato il plebiscito di annessione al regno di Sardegna nel1860, nei tempi precedenti sorgevano gli “alberi della cuccagna” deiVicerè; dal Palazzo Reale uscivano in corteo i Borbone; e nel 1799 fuinnalzato l'albero della Libertà, con il berretto frigio (o berrettarivoluzionaria) e la ghirlanda di rami verdi simbolo della neonataRepubblica Napoletana.La struttura stessa della piazza, un tempo slargo rettangolare e informe,conosciuto con il nome “largo di palazzo”, deve oggi la sua configurazionead un ambizioso progetto urbanistico che per un certo periodo della storiaprovò a fare di quel luogo, simbolo delle rappresentazioni del potere reale,una piazza del/e per il popolo.La sua storia inizia infatti i primi anni del ’600 quando il Vicerè spagnoloFernando Ruiz de Castro decise di costruire in continuità del PalazzoVecchio di Don Pedro da Toledo un grande edificio in occasione della visitadel re Filippo III, su progetto dell’architetto Domenico Fontana1.La nuova residenza non trovò nello spazio all’intorno un’adeguatasistemazione urbanistica, in quanto lo slargo antistante la sua facciata,irregolare e frastagliato nel suo andamento planimetrico, si mostrava allavista composto da

«sovraffollate stratificazioni, rumorosi accostamenti, stupefacenti contrastidi minute sopravvivenze medievali e ampie, improvvise emergenzemonumentali proprie della città barocca2».

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G. Van Wittel, Il Largo di Palazzo(Banca Commerciale Italiana)

L'albero della Libertà, Saverio dellaGatta, coll. Di Fraia

1 Cfr. Piazza del Plebiscito. Saggi di G. Doria,T. Santangelo, A. Porzio, U. Carughi, A. Ven-ditti, Casa editirice Fausto Fiorentino, Napoli,1992

2 Cfr. Villari S., “Tra neoclassicismo e restau-razione: la chiesa di San Francesco di Paola”,in N. Ossanna Cavadini (a cura di) PietroBianchi (1787-1848), architetto e archeologo,Electa, Milano, 1991

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Le prime ipotesi di trasformazione della piazza, portatrici di nuove ideeurbanistiche e riforme politiche furono allora avanzate durante il secoloilluminista. Così infatti scriveva nel 1789 Vincenzo Ruffo, nel saggio“Sull’abbellimento di cui è capace la città di Napoli”, a proposito dellatrasformazione del luogo da lui immaginata:

«un portico misto di linee rette e curve disegnato in forma d’ un semicircosostenuto da colonne isolate entro cui vi fossero botteghe per caffèrinfreschi liquori etc., con una o due trattorie darebbe il comodo dipasseggiare al coverto in ogni stagione…Al piano superiore un grande appartamento con varie divisioni per darcipubbliche feste di ballo o per formarvi un ridotto, per divertimento pubblicoo per trasferirvi la nobile Accademia de’ Cavalieri; ai due estremi del porticodue torri orarie s’innalzerebbero con due orologi uno all'italiana, allafrancese l'altro; una balaustrata sopra il portico guarnita di 30 statue checonterrebbero la serie cronologica dei nostri Re da Ruggiero fino a CarloIII; tutto ciò costituirebbe un edificio il quale nobilitando il Real Palazzo viformerebbe una piazza regolare e servirebbe ancora al comodo pubblico.Il solo Convento di Santo Spirito verrebbe demolito, l'attuale strada delGrottone chiusa ed aperta ne verrebbe un'altra sul suolo del Convento dademolire che formerebbe quasi una linea retta fin sopra Santa Maria degliAngioli. Di questo pensiero io ne ho formato un piano dettagliato co’disegni corrispondenti che ho presentati al re3».

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3 Ruffo V., Saggio sull'abbellimento di cui ècapace la città di Napoli, Accademico dellaReal Accademia delle belle Arti diFirenza,Editore Michele Morelli, Napoli, 1789

La "macchina" di Ferdinando Sanfelice,eretta nel 1740

Tomas Ruiz,Festa al Largo di Palazzo,Napoli, coll. Radice

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Purtroppo, al fervore di idee e di elaborati, che numerosi in quegli anniponevano al centro il tema di una forma nuova da dare alla piazza, nonseguì alcuna concreta azione di trasformazione, per la quale si dovetteaspettare l’inizio dell’Ottocento e il regno di Gioacchino Murat.Il Largo di Palazzo divenne allora il gran foro Giacchino in omaggio alnuovo re e con lo scopo di rimettere al centro quel ruolo sociale, dirappresentazione e discussione politica, propria del foro romano.Nel 1809, il consiglio degli edifici civili, appena istituito, bandì un concorsoper la costruzione del gran foro, che fu vinto - dopo un lungo e accessodibattito - dagli architetti Leopoldo Laperuta e Antonio De Simone. Demoliti numerosi edifici, iniziarono i lavori per la realizzazione di unsolenne spazio semiellittico, delimitato a sud dal palazzo Acton, destinatoa residenze dei ministri di stato, a nord da un nuovo edificio, gemello delprecedente, sede del Ministero degli Esteri, e al centro, da un grandeedificio pubblico di forma circolare, riservato ad assemblee popolari, chedoveva sovrastare l’ uniforme e continuo colonnato semicircolare adibitoa museo delle scienze, della tecnica e del lavoro nazionale che chiudevae caratterizzava lo spazio della piazza.

«Così, nella trasparenza assoluta delle sue funzioni rappresentativa, ilgran foro Gioacchino inscriveva nello spazio urbano i segni di una nuovacostituzione politica del governo napoletano, fondata sull’equilibrio delleistituzioni, sull'alleanza tra forze sociali e poteri dello stato, su principi ormaiinalienabili di sovranità popolare, libertà e autodeterminazione nazionale4».

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Giuliano de Fazio. Prospetto dellaChiesa di San Francesco di Paola. Progetto partecipante al concorso del1815

4 Cfr. Villari S., “Tra neoclassicismo e restau-razione: la chiesa di San Francesco di Paola”,in N. Ossanna Cavadini (a cura di) PietroBianchi (1787-1848), architetto e archeologo,Electa, Milano, 1991

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Ma la sconfitta nel 1815 a Tolentino di Gioacchino Murat e il ritorno dei“legittimi” sovrani europei sul regno di Napoli misero bruscamente fine alleprime speranze patriottiche d’unificazione nazionale e con esse anche leidee progettuali alla base della trasformazione della piazza i cui lavorifurono infatti subito sospesi con il ritorno di Ferdinando IV.Ci volle allora qualche anno perché la restaurata monarchia borbonicadesse nuovamente il consenso a ultimare i lavori della piazza, che eranotroppo avanzati per essere annullati, ma non ancora così definitivi da nonpoter essere stravolti nel senso, nella destinazione d’uso e nella formaarchitettonica, cosa che infatti accadde. Il compito di sovraintendere ailavori, attraverso un nuovo progetto più vicino alle idee reali, fu quindiaffidato da Ferdinando IV all’architetto Pietro Bianchi, a cui si deve latrasformazione del grande edificio pubblico semicircolare in un tempiettoclassico in onore del Santo Francesco di Paola.

Leopoldo da Laperuta Prospetto e se-zione della Chiesa di San Francesco diPaola. Progetto vincitore al concorso del 1815. Da notare in sezione la presenza degliambienti ipogei al di sotto della chiesa.

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Pianta della Chiesa di San Francescodi Paola e del colonnato. Confronto tra il progetto originale diLeopoldo da Laperuta e quello succes-sivo di Pietro Bianchi

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Confermata per la chiesa la pianta circolare ciò che fu variata, nel progettodi Bianchi, è la logica compositiva dell’insieme. La relazione tra il volume della chiesa e il colonnato divenne maggiormentedilatato per la costruzione delle cupole angolari delle capelle, e si fece piùimponente in favore della chiesa, che prese il sopravvento sul colonnato,spezzato in due dalla presenza di un’imponente scalinata centrale,sormontata da un pesante frontone in stile neoclassico. Il colonnato semisferico così realizzato provò a rifarsi a quello della Basilicadi S. Pietro a Roma, di cui però non non possiede le dimensioni el’imponenza architettonica. L’interno, molto simile a quello del Pantheon, fu composto da un vestibolocircolare del diametro di 34 metri, coperto da una cupola sorretta da 34colonne di ordine corinzio, alte 11 metri, con fusti in marmo di Mondragone,alternate ad altrettanti pilastri. Sei metri al di sotto del vestibolo fu realizzatala sala ipogea che riproduce le caratteristiche dell’aula ecclesiale insuperficie, ed è caratterizzata da una struttura interamente in pietra di tufo,di altezza variabile da 4,00 m ai 5,60 m. Dalla sala centrale, spazialmentedefinita da un pilastro ad archi a forma di fungo, attraverso un sistema dipercorsi concentrici e di cunicoli è possibile raggiungere quattro sale piùpiccole, una di forma ottagonale, due circolari e una poligonale, poste aquote differenti ma corrispondenti anch’esse alle cappelle sovrastanti.

Pietro Bianchi, Prospetto della Chiesadi San Francesco di Paola.

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L’ipogeo al di sotto della Basilica di S. Francesco di Paola rientra nelcomplesso e diffuso sistema di “città sotterranea”, di cui si è detto,realizzato attraverso gli scavi che nel tempo sono stati effettuati all’internodei numerosi costoni tufacei, generatisi dall'autocementazione di vari detritivulcanici che si sono accumulati in seguiti all’antica attività eruttiva deiCampi Flegrei. La storia degli spazi ipogei della chiesa di San Francescodi Paola non è molto nota, non si conosco infatti le ragioni che hannospinto Laperuta e De Simone a dare vita, per le fondamenta di questoedificio, ad un’architettura così complessa e stupefacente e soprattuttonon è chiaro per quali usi fosse destinata. Di certo, l’idea dellarealizzazione in superficie di un palazzo pubblico per assemblee popolaripuò far non a torto ipotizzare che anche questi ambienti potessero essereutilizzati come luogo di incontro per spettacoli ed eventi. Ipotesi queste che ritornano anche nei primi anni del ‘900, all’interno deiprogetti e dei piani di riorganizzazione dell’assetto stradale cittadino chevedono il sottosuolo di Piazza Plebiscito come un importante sistema diattraversamento per collegare la zona occidentale di Napoli con quellaorientale. Così infatti scriveva il prof. Gaetano Corrado, nel suo studiopropedeutico alla realizzazione del tunnel della Vittoria (1927), pubblicatonegli Atti dell’Accademia Pontaniana del 1925, rispetto alla possibilità direalizzare un grande nodo stradale sotto Piazza Plebiscito per risolvere ilproblema delle comunicazioni tra la parte est e la parte ovest della città:

«Questo progetto si accorda ottimamente con quello dell’ Ing. De’ Simoneche utilizza il sottosuolo corrispondente all’emiciclo del colonnato di S.Francesco di Paola, nel quale spazio l’illustre ingegnere progetta, fra icavalli di bronzo, un teatro di pianta eguale al S. Carlo ed attorno quattrograndiosi saloni, con una doppia rampa, che permetterebbe l’accesso inautomobile nel sottosuolo. Egli inoltre, dato il dislivello di più di 2 metri emezzo fra la parte anteriore della piazza e quella dove sono i cavalli dibronzo, progetta innanzi ad essi una gradinata monumentale, ciòconferirebbe un magnifico aspetto estetico alla storica piazza, senzamodificarne l’abituale utilizzazione della superficie […]5».

Inoltre la Galleria di Piazza Plebiscito ipotizzata dal prof. Corrado, comeegli stesso scrive,

«sarebbe allo stesso livello di Santa Lucia, di via Domenico Morelli e diPiazza de’ Martiri. E sarebbe in connessione con tutti i locali esistenti ericavabili sotto la Basilica di San Francesco di Paola (che sono magnificied oggi inutili, perché quasi inaccessibili ed ingombri di terriccio) e sotto igrandi edifizii demaniali circostanti, compreso il Palazzo Reale con i suoigrandiosi cortili e magnifici giardini, fino ad uscire nel vallo che circonda ilCastello Nuovo, passando così dal modernissimo al medioevale, con unasuccessione quasi fantasmagorica di insuperabile bellezza6».

5 Cfr. Corrado G., Nodo stradale per le comu-nicazioni fra la parte orientale e quella occi-dentale della città di Napoli e grande Galleriasotto Piazza Plebiscito; con l'uitlizzazione delsottosuolo degli edifizii circostanti (Basilica diSan Francesco di Paola, Prefettura, CO-mando militare e Palazzo Reale), Real Acca-demia Medico-Chirurgica, 1926, p.6

6 Ibidem

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Quella ipotizzata da Gaetano Corrado è quindi una vera e propria nuovacittà sotterranea, che attraversa, percorrendoli in auto, strade, spazipubblici e addirittura teatri sotterranei, ricavati dalla messa in connessionedi spazi ipogei già esistenti (come quelli appunto citati della chiesa di SanFrancesco di Paola) e di altri la cui realizzazione è assolutamente possibilegrazie al naturale dislivello esistente tra Palazzo Reale e via Acton.

6 Cfr. Corrado G., Nodo stradale per le comu-nicazioni fra la parte orientale e quella occi-dentale della città di Napoli e grande Galleriasotto Piazza Plebiscito; con l'uitlizzazione delsottosuolo degli edifizii circostanti (Basilica diSan Francesco di Paola, Prefettura, CO-mando militare e Palazzo Reale), Real Acca-demia Medico-Chirurgica, 1926

Disegno di Gaetano Corrado del nodostradale e della grande galleria sottoPiazza Plebiscito, con l'utilizzazione delsottosuolo degli edifici demaniali circo-stanti (Basilica di San Francesco diPaola, Prefettura, Palazzo Salerno ePalazzo Reale coi suoi cortili e giardini)fino a Castel Nuovo, 1926

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PROPOSTA PROGETTUALE

Sulla base di queste immagini, si inserisce allora la proposta di questaAmministrazione di dare vita ad un progetto condiviso di ripensamento diPiazza del Plebiscito, degli spazi al di sotto del suo colonnato e degli spaziipogei, che meravigliosi si riscoprono sotto la sua superficie.In coerenza con gli strumenti di tutela del territorio, la riqualificazione el'utilizzo della Piazza per attività temporanee amplifica la ben nota funzioneaggregativa riconosciuta alle piazze e ai giardini pubblici cittadini.In relazione alle sue caratteristiche storiche, architettoniche, ambientaliPiazza del Plebiscito richiede certamente un'attenzione particolare ai finidella programmazione e della gestione di eventi, di manifestazionitemporanee, così come di qualsiasi altra forma di uso dello spaziopubblico, che dovrà avvenire nel rispetto della singolarità della sua cornicepaesaggistica, della sua configurazione storica e morfologica e delle suevisuali privilegiate.Il progetto di “Restauro e recupero funzionale del complesso demaniale

monumentale di S. Francesco di Paola”, promosso dal Ministero delleInfrastrutture e dei Trasporti e attuato dal Provveditorato alle OperePubbliche - in corso di realizzazione - prevede quindi interventi sullefacciate dei volumi alle spalle del colonnato, restauro sia delle coperturedei volumi postici sia del colonnato e delle tre cupole, nonché restaurodegli ambienti ipogei e ristrutturazione dei locali deputati alle attivitàecclesiali. La riqualificazione di Piazza del Plebiscito dovrà seguire unapproccio integrato e partecipativo di proposte e azioni relative non soloal restauro e rifunzionalizzazione del complesso monumentale annessoalla Chiesa di S. Francesco di Paola ma anche alla ristrutturazione edefinizione delle destinazioni d'uso dei locali del colonnato per unmiglioramento generale delle condizioni di vivibilità della Piazza.

Tre allora i temi del progetto integrato: lo spazio pubblico della piazza, ilocali del colonnato e l’ipogeo. Le destinazioni d'uso prevedibili potrannoavere carattere culturale, ricreativo e commerciale.

Dal progetto di “Restauro e recupero

funzionale del complesso demaniale

monumentale di S. Francesco di

Paola”, promosso dal Ministero delleInfrastrutture e dei Trasporti e attuatodal Provveditorato alle OperePubbliche. Dettaglio prospetto Piazza Plebiscito

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Lo spazio pubblico della piazza

Nel singolare e caratteristico scenario urbano di Piazza del Plebiscito sipotranno prevedere – come già in passato − esposizioni temporanee diopere d'arte, spettacoli, manifestazioni sportive, eventi informativi e didivulgazione legate alla ricerca medico-scientifica, fiere, mostre,manifestazioni estive, installazioni e performance artistiche. Sono molti anni infatti che l’arte contemporanea nazionale edinternazionale ha iniziato a dialogare con lo spazio storico di Piazza delPlebiscito; in particolare, nel tempo, essa è stata nobile vetrina di molteopere d’arte dalla “Montagna di sale” di Mimmo Paladino, alla “Tarantatara”di Anish Kapoor, alla grande spirale “Naples” dello scultore Richard Serra,ad altre installazioni di artisti, quali, Jannis Kounellis, Mario Merz, GilbertoZorio, Giulio Paolini, Joseph Kosuth e Rebecca Horn.La realizzazione di ognuna di queste attività, da considerare di promozionedel territorio comunale e regionale, e per tempi limitati, dovrà continuaread essere organizzata ed allestita nel rispetto del patrimonio storico,artistico, paesaggistico e ambientale della piazza.In tale cornice, sarà di primaria importanza rivedere il sistema diilluminazione presente in favore di uno più attuale e conformante rispettoalle molteplici destinazioni d'uso cui lo spazio si presta ad ospitare, anchesoffuso, in alcuni casi, per valorizzare le geometrie degli edificimonumentali presenti e la singolare spazialità della piazza in relazioneanche alle opere di restauro che interesseranno il Complesso di S.Francesco di Paola. Analoga attenzione sarà data alla valorizzazione dellesculture equestri di Carlo III di Borbone e di Ferdinando I.

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Dal 1995 Piazza Plebiscito è sede di istallazioni temporanee di artecontemporanea che dialogano con lo spazio urbano e monumentaledella piazza. Di seguito alcuni esempi Mimmo paladino "Lamontagna di sale", 1995; Jannis Kounellis, 1996; Joseph Kosuth"Ripensare il vero", 2001; Richard Serra, Naples, 2003.

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Locali del colonnato

Perseguendo l'obiettivo di un'effettiva rivitalizzazione dell'emiciclo e di unsuo maggiore uso pubblico, per i locali del colonnato si propone di rivederele attuali destinazioni d'uso esistenti. Attualmente, ad esclusione del centro di informazioni turistiche,dell'archivio fotografico della città di Napoli e dell'antica libreria Treves, lamaggior parte dei locali presenti all’interno dell’emiciclo sono destinati adepositi di materiale documentale. Quest'ultima funzione è sicuramente da rivedere a favore di attività ingrado di rendere viva la partecipazione dei cittadini e turisti sia durante ilgiorno che durante le prime ore della sera.Si propone, quindi, di destinare la maggior parte dei locali ad attività legatealle arti e agli antichi mestieri della città di Napoli, botteghe di artigianatodi qualità con spazi per la vendita, dalla ceramica all’arte orafa opresepiale, fino alla promozione di prodotti di alta sartoria napoletana.Parimenti si dovrebbe destinare una parte dei locali ad attività che offronobeni e servizi, esercizi di somministrazione al pubblico di alimenti ebevande, opportunamente selezionati, e di promozione dei prodottienograstronomici regionali. La varietà di attività commerciali, aperte anche nelle prime ore della sera,potrebbe certamente assicurare una maggiore vivibilità della piazza,rendendo i cittadini co-protagonisti di una nuova fruizione dello spaziourbano.Risulta particolarmente importante, specie in questo momento storico,valorizzare e sostenere gli esercizi commerciali ed artigianali già esistentidel Centro Storico, che hanno un intrinseco valore storico, documentarioe architettonico e che costituiscono una risorsa preziosa per la città, anchesotto il profilo dell'attrattività turistica, in quanto testimonianza della storiadell'arte, della cultura e della più nobile tradizione imprenditorialenapoletana. Tali funzioni potrebbero trovare la loro massima espressioneproprio nei locali del colonnato di una delle più centrali e importanti piazzecittadine. A tal proposito si sottolinea come siano da inibire invecel’insediamento di esercizi di vendita e di attività commerciali riguardantimerceologie ingombranti o ritenute avulse ed incompatibili con il contestodel centro storico di Napoli e con le sue esigenze ambientali.Le attività che potrebbero allora rientrare tra quelle compatibili sono:- esercizi commerciali per la vendita di prodotti quali piante, fiori, erbemedicali, libri, materiali di cancelleria e simili;- esercizi pubblici per la somministrazione di alimenti e bevande;- servizi al pubblico di accoglienza e di informazione turistico culturale;- laboratori artigianali, che svolgono attività di produzione o di servizio,purché siano aperti al pubblico, per la vendita diretta dei propri prodotti oper la prestazione di servizi.Sono invece da ritenersi assolutamente incompatibili tutte le attività chenon si inquadrano con la cornice monumentale della piazza o che possonopresentare aspetti di pericolosità per l’incolumità pubblica o che ancora

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Scene tratte dal film “Il giovane favo-loso” diretto dal regista Mario Martone,2014. Il giovane Leopardi consuma ungelato seduto al tavolino di un bar sottoil colonnato della Chiesa di San France-sco di Paola.

Immagini di Piazze italiane attrezzatecon eleganti tavolini per la somministra-zione di cibi e bevande. Dall’alto versoil basso: Piazza San Marco a Venezia,e Piazza Navona a Roma.

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non si conciliano con la caratteristica di assoluta pedonalizzazionedell’area. A tal scopo è importante e significativo il contributo che laSoprintendenza B.A.P.S.A.E potrà dare nella definizione delle attivitàcompatibili con il carattere storico del complesso monumentale e dellapiazza.Inoltre, nell’ipotesi di apertura al pubblico degli spazi ipogei della chiesadi S. Francesco e Paola, alcuni dei locali del colonnato potrebbero ospitarefunzioni strettamente collegate con le attività culturali, museali, teatraliartistiche che si prevedono nel sottosuolo, in questo modo si creerebbeuna forte simbiosi tra le due strutture, in grado di attirare e incuriosire unnumero sempre maggiore di visitatori. Un collegamento tra le parti che difatto fisicamente già esiste in corrispondenza dei civici 6 e 7del colonnatodove sono stati realizzati una scala e un ascensore per disabili checonsente l’accesso pubblico ai locali ipogei.Per tali ambienti, di proprietà del FEC – Fondo Edifici di Culto – diriferimento del Ministero dell'Interno, è in corso l’elaborazione di unaspecifica convenzione che evidenzi gli usi compatibili e i termini di utilizzoe gestione.

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Sovrapposizione della pianta dell’ipo-geo (in rosso) e la pianta della Chiesadi San Francesco di Paola. L’ipogeo di-sposto a sei metri sotto il vestibolo dellaBasilica riproduce in pianta le caratteri-stiche dell’aula ecclesiale posta in su-perficie.

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IPOGEO DELLA CHIESA DI SAN FRANCESCO DI PAOLA

Le caratteristiche morfologico-architettoniche dell’ipogeo della Chiesa diSan Francesco di Paola fanno di questo luogo uno spazio prezioso e uniconel suo genere; bisognerà pertanto immaginarne un utilizzo teso allavalorizzazione e all’esaltazione di questa sua singolarità. L’ipogeo sidispone a sei metri sotto il vestibolo della Basilica di S. Francesco di Paolae riproduce le caratteristiche dell’aula ecclesiale posta in superficie.Le coperture a volta, così come l’intera struttura muraria, sono interamente

in pietra di tufo con altezza variabile dai 4,00 m ai 5,60 m.

Oltre la sala centrale, ricavata all’interno di un enorme pilastro “a fungo”che regge il pavimento della chiesa, l’ipogeo si caratterizza per la presenzadi numerosi percorsi che portano a quattro sale più piccole: una di formaottagonale, due circolari e una poligonale poste a quote leggermentesottoposte. Esistono poi anche due piccoli ambienti rettangolari in cui, nelprogetto, sono stati predisposti i servizi igienici.L’accesso all’ipogeo è garantito in maniera autonoma da due distintiingressi. Il primo, interessato da lavori, attualmente in corso e promossidal Provveditorato alle Opere Pubbliche della Campania e Molise, è postoall’interno dei locali di cui al numero civico 6 e 7 del colonnato; il secondo,

si trova invece sul retro della chiesa sulla via Gennaro Serra.

Ambienti con tali caratteristiche e singolarità richiamano in maniera fortequella che dovrebbe essere la futura destinazione d’uso espositiva emuseale dell’ipogeo. Destinazioni che negli ultimi anni hanno subito evidenti e complessetrasformazioni dovute al mutamento del contesto sociologico, culturale,economico ma soprattutto tecnologico in cui viviamo. Il museo moderno èdiventato sempre più uno spazio aperto e di relazione tra i fruitori, le operee il contesto in cui sono immersi. In questa modalità, assumono semprepiù importanza i concetti di “contesto” e di “spazio” intesi come dei veri epropri percorsi di narrazione. Così, l’opera mostrata non è più relegata all’interno di un contenitoreanonimo e saturo, in cui il fruitore si limita ad osservarla, ma la suaconoscenza è sempre più mediata e consentita dall’interazione diretta checonsente di coglierne appieno il senso e il significato. Per tali ragioni, in questo progetto, le nuove tecnologie diventano l’animadell'esposizione interattiva e dell’ installazione, per proporre allo spettatoreun’esperienza e uno spazio che contenga già in sé qualcosa di artistico.Sono stati allora previsti particolari allestimenti, attraverso l’uso di pannellitematici, di sistemi digitali, come il QR code, e di installazioni multimediali,sonore e/o video-fotografiche, predisposti tenendo conto della peculiarespazialità a spirale dello spazio, che ricorda in piccolo quella delGuggenheim Museum realizzato dall’architetto Frank Lloyd Wright a NewYork. Tale conformazione è inoltre accentuata da un attento progetto diilluminazione, che dosa sapientemente la luce naturale con quella

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Ipotesi progettuali del 1988 a cura diAldo Rossi per Piazza del Plebiscito

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Foto dell’ipogeo oggi. Le immagini si riferiscono alla parte centrale a forma di fungo che sorregge il pavimento centrale della chiesa e ai percorsi laterali che portano alle sale più piccole poste intorno.

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artificiale dei faretti, senza però rinunciare alla bellezza delle ombre che èpropria di ogni spazio sotterraneo. Il profondo articolarsi dei corridoi checompongono l’ipogeo ha consentito inoltre di collocare dei proiettori e diutilizzare la tecnica della retroproiezione, nascondendo apparecchiaturee luci di proiezione, il che ha permesso di creare un effetto “magico” dovutoa queste nuove "finestre parlanti".Per tali ragioni, anche gli ambienti laterali, corrispondenti alle cappelle insuperficie, potrebbero avere destinazioni d'uso legate a conferenze,convegni, seminari, rassegne d’arte, mostre, manifestazioni e iniziativeculturali. In questo modo il progetto si inserirebbe pienamente nella strategiadell’amministrazione comunale tesa a sviluppare una moderna ecompetitiva offerta culturale, in grado di implementare l’interesse versoparti sempre maggiori del territorio ed aumentare i flussi di visitatori eturisti, incrementando inoltre la visibilità e la fruibilità del patrimonioculturale cittadino. Così come la piazza è diventata negli anni uno scenariounico di rappresentazione dell’arte contemporanea, così anche l’ipogeopotrebbe accogliere le singolari installazioni ed esposizioni museali al paridei già riconosciuti ed apprezzati musei internazionali. Nel sottolineareinfine l’integrità del complesso monumentale, nelle sue connessioni conla basilica sovrastante, andrà naturalmente considerata la relazione tra leattività culturali ipotizzate e le attività di culto, sia in senso più ampio chespecifico. Per la valorizzazione delle attività dell’ipogeo, nella sua funzionemuseale, sarà utile impostare strategie che amplifichino le possibilità direlazione e socialità: creare percorsi e spazi per la condivisione e ilconfronto tra le persone, impegnandosi a lavorare sul percorsopartecipativo coinvolgendo i numerosi giovani artisti napoletani einternazionali. In questa prospettiva è fondamentale dunque che il museosappia diversificare le attività proposte, affiancando alla prospettiva dellaconservazione e della salvaguardia quella dello spazio aperto al dialogoe al confronto culturale, all’evento pubblico, allo scambio simbolico traattori di una medesima comunità le cui dinamiche sociali sono in continuoe rapido mutamento.Oltre alle esposizioni temporanee che potranno trovare sede all’internodelle sale ipogee, diventa quanto mai significativo connettere questi spazicon i percorsi sotterranei già esistenti della Galleria Borbonica, su progettodell'arch. Enrico Alvino, con ingresso da via del Grottone a circa 100m daPiazza Plebiscito e da via Morelli. Il percorso proposto dagli speleologi della Galleria Borbonica prevede,infatti, l’attraversamento di ambienti legati ai tratti seicenteschidell’acquedotto della Bolla, nel corso del quale si ammirano anche le operecivili realizzate nella galleria e gli ambienti adattati a ricovero durante laSeconda Guerra Mondiale. Da un primo studio di sovrapposizione deitracciati delle cavità e da opportuni sopralluoghi tecnici, si è verificata lafattibilità della realizzazione di un percorso sotterraneo ben più esteso e

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Ipotesi di possibili installazioni multime-diali. Immagini dalla Biennale di Architet-tura di Venezia 2014, R. Koolhaas

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Sovrapposizione tracciati sotterranei e collegamento tra la Galleria Borbonica e l’ipogeo della Basilica di S. Francesco di Paola.

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suggestivo di quello proposto dalla Galleria borbonica. Lo studio deipercorsi sotterranei napoletani ha interessato l’immaginario di numerosiarchitetti italiani, tra cui Aldo Rossi, che ipotizzava già nel 1988 un possibilecollegamento tra la Piazza del Plebiscito e le aree a monte, così comeviene rappresentato dalle immagini che seguono.Per l’attuazione del progetto culturale da realizzare all’interno dell’ipogeodella Basilica di San Francesco di Paola, l’Amministrazione comunaleprovvederà a formulare e pubblicare un bando internazionale perl’affidamento di servizi culturali di gestione e sviluppo del museo, ai sensidel Dlg.vo 163/2006 s.m.i. – Codice dei contratti pubblici relativi a lavori,servizi e forniture, e in osservanza delle specifiche linee guida che sarannoapprovate con Delibera di Giunta Comunale.Il bando, che sarà opportunamente condiviso con tutti gli Enti e le Istituzionicoinvolte nel progetto di riqualificazione, conterrà l’elenco preciso di tutti iservizi da affidare, tra cui, a titolo di esempio:- gestione del museo e dei servizi connessi (bookshop e relativa venditaprodotti editoriali ed oggettistica, biglietteria, punto informazioni edaccoglienza, ecc.);- allestimenti e forniture di arredi di base;- pianificazione, organizzazione e realizzazione di mostre ed eventi di altoprofilo;- e-commerce e progettazione, realizzazione e aggiornamento del sitointernet ufficiale;- marketing, pianificazione attività e comunicazione.I soggetti ammessi a partecipare al bando dovranno avere unacomprovata esperienza in gestione dei servizi suddetti di entità uguale osuperiore a quelli oggetto dell’affidamento.

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Museo ipogeo di Matera con allestimento sculture di arte contemporanea; ipotesi di allestimento con proiettori ed esposizioni d’arte degli ambienti ipogei di Piazza Plebiscito (fotoinserimento)

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Pianta di accesso ai locali ipogei. Progetto di "Restauro e Recupero Funzionale del com-

plesso Demaniale di S. Francesco di Paola in Piazza Ple-

biscito” del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.Provveditorato interregioanle per le OO.PP. Campania eMolise. RUP Dott. Arch. Salvatore Russo

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Pianta di accesso ai locali ipogei. Dal progetto di "Restauro e Recupero Funzionale del complesso Demaniale di S. Francesco di Paola in

Piazza Plebiscito” del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Provveditorato interregioanle per le OO.PP. Campania e Molise. RUP Dott. Arch. Salvatore Russo

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Pianta e sezione dell’ipogeo. Q. -6 mt, materiale tufo. Ipotesi di percorso espositivo e di allestimento con pannelli multimediali per mostre d’arte o eventi teatrali.

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Ulteriore ipotesi di allestimento dello spazio ipogeo per installazioni multimediali, spettacoli teatrali e incontri didattico-culturali sviluppato dall’Accademia di Belle Arti di Napoli, arch. M. Pisani.