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diritto / ORIZZONTI Giovanni Bausilio DIZIONARIO ENCICLOPEDICO Cendon LIBRI DI STORIA NAPOLETANA Tomo I

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diritto / ORIZZONTI

Giovanni Bausilio

DIZIONARIO ENCICLOPEDICO

Cendon LIBRI

DI STORIANAPOLETANA

Tomo I

Diritto Orizzonti Giovanni Bausilio è avvocato, docente di Diritto ed economia Oltre ad aver pubblicato molti testi ed articoli aventi ad oggetto argomenti di Diritto Privato, Economia Politica, Scienza delle Finanze, Procedura contenziosa Tributaria, Contenzioso penale e procedura penale tributaria, coltiva interessi per la Storia di Napoli che è la sua città natale. In questo versante ha

Collana diritto / ORIZZONTI

EDIZIONE GENNAIO 2016

© Cendon Libri Editore S.n.c. di Paolo Cendon

& C.

via San Lazzaro 8 - 34100 Trieste (TS)

Sito internet: www.cendonlibri.it

E-mail [email protected]

ISBN

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione, di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), sono riservati in tutti i Paesi.

9788854890428

ISBN 9788854892965 (tomo I)

(opera completa)

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PREFAZIONE

Questo lavoro non vuole essere una guida della Città di Napoli ad uso dei turisti, Nel guida" che possa consentire una veloce conoscenza di quasi tutto quello che concerne la storia che ha contrassegnato Napoli.

Questo scritto non ha la pretesa di racchiudere in se tutto quanto possa essere collegato alla Città di Napoli che, storicamente, costituisce una fonte inesauribile di conoscenza.Tuttavia,in esso si rinvengono notizie che da un lato non sono patrimonio di molti,

studioso o il sempplice curioso di antiche cose deve consultare più opere dove troverebbe cio che in questo testo è riproposto.

In tale direzione è apparso utile offrire notizie di uomini, cose, avvenimenti, strade, monumenti che, nella più lata accezione, costituisce la struttura della cronaca e dei fatti che hanno formato la vita della Città.Ovviamente lo scrivente non potevva, se non sinteticamente riproporre i lineamenti della Storia di Napoli. La storia con la ESSE maiuscola è quella indicata dal Croce nella sua Storia del Regno di Napoli: "la Storia per essere tale deve avere carattere etico - politico e non giuridico - sociale

Da quella illuminata crociana precisazione, il presente lavoro si

allontana perché esso non è una disamina delle condizioni e degli, breviarium

consentire individuazione degli elementi materiali, preliminari a quelle crociane considerazioni.

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A beveriello. Era un sito presso Poggioreale, frequentato di sera da peripatetiche. In sintesi: mala via. Abate Alferio. Di origine salernitana della famiglia Pappacarbone, nacque intorno al 931. Giurista fu inviato dai principi di Salerno, in Francia per missioni diplomatiche. Ammalatosi durante il viaggio, fece voto per la sua guarigione, di darsi alla vita religiosa. Fu benedettino a Cluny. Tornato a Salerno su richiesta di Guaiama ro III, non partecipò alla vita pubblica ma si ritirò nel 1011 nella Grotta di Metellianum, presso Cava dei Tirreni, dove poi sorse la celebre Abbazia iniziata, il 1012 fino al 1014

morì nel 150. Abate Gioacchino. Nato fra il 1130 e il 1136 a Celico. Abate di Corazpapa Lucio III, si stabilì a Casamari, dove compose la

testamenti salterium decem chordarumnella Sila a Pietralata dove

fondò il cenobio dedicato a S. Giovanni. Abate Minichini. Nola 1783, sacerdote,avventuriero, patriota. Emigrò in Inghilterra. Tornato a Napoli, entrò nel convento degli Ignorantelli, passò poi in quello di S. Giovanni in Galdo, dove fu accusato di aver avvelenato un confratello. Dopo un qualche tempo in carcere, fu prosciolto. Fra il 1818 e il 1819 fece attività carbonara e nel 1820, vestito da prete a cavallo, entrò in Napoli manifestando contro i Borbone. Fu in Sicilia, dove anche là diede luogo a disordini. Partì poi

Inghilterra, dove abiurò passando alla religione protestante. Andò infine, in America e a Filadelfia insegnò lingua italiana fino alla fine avvenuta nel 1861. Abboccamento. segreto. Abbacchiarse. agnello di pochi giorni o mesi.

Di solito il pastore lo tiene nei

cioè il suo nodoso bastone sul quale il pastore benché seduto, si appoggia in cerca di riposo e

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quasi assopito. Da ciò il significa to di essere Abbattutis G. Alessio. V. Basile G. Battista. Abbetiello: Ovvero abitino che era una figurina o reliquia di un santo cucita in un sacchettino e sospesa al collo o fermata con uno spillo sulla biancheria del fedele in segno di devozione. Abbeveratoio piazza nel quartiere Barra. In quella zona si abbeveravano i cavalli Abbiento. Si tratta di un termine molto antico già utilizzato da poeti dei secoli passati. Pare probabile che derivi dal latino adventus che significa venuta, arrivo. Genericamente con r

termine. Tuttavia, in alcuni casi sta anche a significare che ricorra il fenomeno di fermarsi come nella poesia di S. Di Giacomo Na Tavernella

truvà cchiù abbiento! Cioè il vento

sconvolge i capelli che non hanno modo di fermarsi sulla fronte. Abbrucato. Chi è affetto da raucedine. Secondo alcuni la sua etimologia è da ritrovarsi nella lingua greca dove broghos sta per gola. E qui il passo è breve. Abburrato. per errore si produce su un

Burrus è il termine latino che evidenzia il colore rosso che si tramuta in marrone per eccessivo calore. Acalà.

tradizione a Napoli fare uso, almeno nei vecchi quartieri, del paniere ovvero del panaro che

prassi antica che colui che vende merce su di un carrettino si rivolga a chi è affacciato ad un balcone, invitandolo ad acalare il panaro per dargli la merce acquistata, di solito alimentari come frutta e verdura.

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Accademia borbonica. Dopo un incendio avvenuto nel 1816, il teatro di S. Carlo venne ampliato e si ottennero dei locali che furono adibiti a locali da gioco. Dopo il 1822, Ferdinando II di Borbone preferì affidarli alla Reale Accademia dei Cavalieri. Tali locali furono adibiti a balli e a concerti.

. Una volta, tra via S. Eligio e via Duca di

greca su di un pilastrino, assai deteriorata. Secondo la tradizio ne, quella era un avanzo della tomba di Partenope che aveva la sua sede sulla collina denominata appunto, Caponapo li. Il popolino chiamava quella testa: . Ora si trova in Palazzo S. Giacomo, sede del Comune di Napoli al sommo della scalinata

Accademia del disegno. V. Accademia delle Belle arti. Accademia delle Belle arti. sita in via Bellini strada che incrocia via Costantinopoli, a destra per chi viene da via Foria. Tale Accademia è posta

Giovanni delle Monache. Essa è

voluta da Carlo di Borbone nel tuale sede risale al

1861. Da questa Accademia uscirono i migliori pittori

lustro donarono alla pittura nazionale. Accademia Pontaniana. Salendo lungo la strada dei tribunali, superata via Duomo piazza S. Gaetano, a sinistra, di

anticamente conosciuto come Porticus Antonianus, dove il poeta Antonio Beccadelli detto il Panormita fondò la sua accademia dove si coltivavano studi umanistici. In questa accademia svolse la sua opera di poeta, appunto, Gioviano Pontano ed a lui, come magna pars, successe Jacopo Sannazzaro. Accapezzà. Dal latino capitium cioè mettere la cavezza agli asini mettendo insieme una fune spezzata. In senso negativo significa non riuscire a porre

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insieme o a capire situazioni, cose, parole disarticolate. Acciaiuoli Niccolò. Uomo politico italiano nato a Montefugoni (FI) nel 1310 e morto a Napoli il 1365. Mercante a Napoli al servizio di Caterina II di Courtenay Valois. Fu giustiziere di Terra di lAl servizio di Luigi di Taranto fece da intermediario per le nozze di questi con la regina

gran siniscalco del regno, sostenne Luigi nel tentativo di esautorare la regina. Dopo

e, nel 1357 riconquistò la Sicilia. I suoi nemici lo fecero allontanare dalla corte e fu inviato presso il papa per perorare la causa del regno contro le pretese di sovranità della Chiesa. Amante delle lettere e delle arti fu amico del Petrarca e del Boccaccio. Accio.Alaccio. Accucchià. Dal latino adcopulare cioè unire in matrimonio. In senso comune, mettere insieme con difficoltà o esprimersi in maniera confusa

utilizzando molte espressioni poco coerenti. Le cronache riportano una frase di E. Scarpetta durante il processo

figlio di Jorio

napoletano, per plagio. patrono del

pescarese si dilungò con molte

del reato e la colpevolezza di Scarpetta. Questo durante la dotta esposizione del Cocchia, ebbe a dire, vista la lungaggine

Che cacchio

Cocchiaismo generale.

Accunto.

cliente che frequenta un certo locale. A volte è usata con sapore ironico quando non si gradisce la

truovete chiuso e pierde

Acerra. Si ritiene dagli storici che Acerra a pochi km da Napoli, sia di origine etrusca. Nel V secolo cadde sotto il dominio sannitico per poi unirsi a Roma unitamente a Capua. Nel 332 ottenne la civitas sine

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suffragio cioè senza diritto di voto. Durante la guerra annibalica combattè al fianco di Roma ma fu distrutta. Dopo Cinque anni dalla caduta di Capua, Acerra fu ricostruita c90 a. C. il territorio di Acerra fu

battaglia, quella combattuta tra il console Cesare e Papius Mutilus. Augusto impiantò in essa una colonia composta di suoi veterani. Acetusella. Acqua termale di Castellammare di Stabia. Acquari. piazza Giovanni Bovio e via Sedil di Porto Tutta la zona che circonda piazza della Borsa, ovvero piazza Bovio, un tempo

ivi erano anche delle strutture termali. In memoria di ciò, nella zona fu costruita anche una chiesetta dedicata a S. Nicola

in ricordo degli antichi bagni che fiorirono in quel tratto di costa. Anticamente tutta la zona intorno a piazza della Borsa era ricca di corsi d'acqua per una particolare caratteristica del terreno che

distava di poco dalla linea costiera e che, in epoca romana, ospitò anche strutture termali, delle quali resta interessantissima traccia nell'attuale palazzo della Borsa. Anche i tintori usarono le abbondanti acque della zona per le note esigenze del loro, lavoro che prevede continui lavaggi delle stoffe trattate, tanto che «ai Tintori» e «ai Mercati» fu anche dedicata l'antica cappella di S. Aspreno attualmente inglobata nel palazzo della Borsa, costruito su progetto dell'architetto Alfonso Guerra nel 1895.

Acquario. Nella Villa Comunale di Napoli, nel 1872, il naturalista tedesco Antonio Dohrn fece costruire una Stazione Zoologica per la conoscenza della fauna e flora marina. Ancora oggi tale acquario è una

perché costituisce uno dei laboratori più avanzati nel campo biologico. Garibaldi, quando entrò in Napoli, diede

tale stazione biologica e nel 1871 questa fu inserita

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Marittima. Acquaquiglia. Nel quartiere Porto vi era via della Quaquiglia oggi via Olivares Enrico di Guzman Vicerè di Napoli. In quella strada tra il Mandracchio e la vecchia Dogana del sale nei pressi della chiesa di S. Maria di Portosalvo vi era una piccola fontana a forma di grossa conchiglia, risalente al 1500 detta della Quaquiglia che a Napoli, appunto, significa conchiglia. Tale fontana era dal

Acquaviva. Antica famiglia proveniente dalla Baviera e stabilitasi nelle Marche e trasferitasi a Napoli tra i secoli XI e XII. Personaggi illustri di tale famiglia si ricordano Rinaldo e Rodolfo che nel 1185 si recò in terra Santa con proprie milizie per liberare il Sepolcro di Cristo. Altri Acquaviva combatterono agli

famiglia possedette molti ducati

aggregata al Seggio di Nilo e

nobiltà Napoletana. Lunga è la

storia di tale famiglia attraverso i secoli che videro i singoli suoi personaggi partecipare a moltissime vicende della città di Napoli. Testimonianze della presenza di tale famiglia sono in Napoli nella Cappella del Monte di Pietà, nel Duomo e nella chiesa di S. Maria di Piedigrotta. In via Atri, nel centro storico, esiste un palazzo già di proprietà degli Acquaviva.

acquistato dalla famiglia inglese Winspeare e nel 1889 ceduta ad altri che vi tennero una scuola di Lettere. Acton. Famiglia inglese che prese il suo nome dalla località suburbana di Londra Oaktown. Le sue origini risalgono al 1180. Suo capostipite fu Guglielmo Acton. Creati successivamente baronetti, alcuni personaggi di tale famiglia godettero dello stato nobiliare alla corte degli Stuart. Gli Acton giunsero nel Napoletano nel 1778, quando Ferdinando IV di Borbone, chiamò John Francis Edward Acton a far parte della Marina napoletana affidandogli

nominò segretario di Stato per

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la Marina. Seguì le sorti dei Borbone. Gli eredi di tale famiglia, pur non recidendo i

Savoia. Gli Acton perpetuarono la loro partecipazione alle vicende locali nel napoletano Uno dei rami della famiglia che discende da Joseph Edward Acton vive ancora a Napoli Il Barone Francesco Eduardo Maria Acton fu direttore del Muso Civico Gaetano Filangieri. Acton Ferdinando. (Napoli 1832 Roma 1891) appartenente alla famiglia del famoso ministro, favorito della Regina Maria Carolina. Dalla marina borbonica passò a quella italiana e divenne ammiraglio. Fu eccellente uomo di mare. Acton John. Ammiraglio napoletano di origine inglese nato a Besancon nel 1736 e morto a Palermo il 1811. Generale maggiore della marina Toscana, nel 1778 venne al servizio di Ferdinando IV di Borbone. Fu segretario di Stato, ebbe la direzione della Marina e della segreteria della guerra. Fu

Ministro degli esteri e presidente del consiglio. Fu favorevole

la regina Maria Carolina. La Francia brigò per farlo allontanare dal regno. Fu reintegrato con i Borbone ma poi riparò in Sicilia con la venuta di Giuseppe Bonaparte nel 1806.

addormentarsi dolcemente. Addunarse. Sta per avvedersi, venire a conoscenza, accorger_ si. Non è facile individuarne

adnoscere che significa conoscere. Afflussiunate. Sono gli occhi iniettati di sangue cioè che hanno afflusso di sangue. Agesilao Milano. ( S. Benedetto Ullano Cosenza 1830 - Napoli 1856). Di famiglia di origine albanese di idee rivoluzionarie, fino dal 1848 aveva pensato di combattere la tirannia borbonica rappresentata da Ferdinando II. Combatté nel 1848 in Calabria nelle formazioni di Ribotti. Di

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orientamento mazziniano, quando nel 1856 fu arruolato nel battaglione cacciatori di stanza a Napoli concepì di uccidere Ferdinando II alla cui vita attentò mentre il re passava in rivista le truppe a Capodichino, ferendolo con un colpo di baionetta che peraltro, non provocò che una modesta ferita sul torace del re. Il 10 dicembre, il Consiglio di Guerra Condannò a morte Agesilao Milano. Dopo la degradazione militare, fuori Porta Capuana, il reo fu impiccato il 13 dicembre dello stesso anno. A ricordo

piccola chiesa presso il Campo di Marte di Secondigliano e

Conce zione. Agliara. Piccolo recipiente per

usava per far soffiare con forza le partorienti per aiutarle nello sforzo del parto. Agliarulo. Forse da acchiarulo perché il rossore forma come occhiali intorno agli occhi. Dal latino hordeariolum cioè orzaiolo.

Agnano V. Terme di Agnano. Agnese di Durazzo. (1345-1383) Vedova di Cansignorio della Scala e in seconde nozze a Giacomo del Balzo, figlia di Carlo, Duca di Durazzo e di Maria di Calabria sorella della

Agnese di Perigord. Figlia di Elia VII di Talleyrand, conte di Perigord e di Brunissende de Foix. Moglie di Giovanni di Durazzo, fratello di Roberto

nacquero Stefano di Durazzo, Carlo conte di Gravina e duca di Durazzo, Luigi, conte di Gravina e duca di Durazzo, Roberto. Rimasta vedova brigò perché il suo primogenito, Carlo di Durazzo, sposando Maria

ngiò sorella di Giovanna regina, sarebbe divenuto re alla

senza eredi. Agresti Filippo. Patriota italiano (Napoli 1797 1862) Carbonaro, partecipò ai moti napoletani del 1820 1821, alla congiura

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antiborbonica del 1831, alla rivoluzione del 1848 e alla Setta

1851, nel 1859 riuscì a fuggire in Inghilterra. La città di Napoli gli dedicò una strada nei pressi di Via Arnaldo Lucci. Agrippina tomba di. Secondo la tradizione, la tomba della madre di Nerone starebbe a Bacoli. Aiglerio. Arcivescovo di Napoli. Benedettino di nobile famiglia provenzale fu chiamato alla sede napoletana da Clemente IV nel 1266. Favorì gli Angioini, da cui ebbe onori e privilegi. Alabardieri. Corpo speciale che soleva scortare i monarchi borbonici. Tale compagnia fu sciolta il 30 giugno 1784. Tale via alabardieri è oggi G. Filangieri. Alba Don Alvarez de Toledo Generale spagnolo nato ad Avila nel 1507 e morto a Lisbona nel 1582. Governatore di Milano e poi nel 1555 Viceré di Napoli.

Albergo dei poveri. Questa costruzione è ubicata in Piazza Carlo III e, nonostante siano state intitolate, sin dal 1891, al monarca borbonico, sia la piazza che l'albergo dei poveri ambedue vengono chiamate dai napoletani « il reclusorio » perché qui erano ospitati i poveri per i quali la bontà di re Carlo aveva fatto costruire questo albergo chiamandolo po-polarmente reclusorio. Questo edificio, per quanto enorme, fu costruito dall'illuminato sovrano con la sproporzionata ambizione che potesse ospitare tutti i poveri del regno. Purtroppo invece i poveri erano tanti, e gli orfani raccolti nei più luridi vicoli della città così ribelli e indisciplinati che il loro convitto fu soprannominato « il serraglio », come se fossero degli animali feroci! Questa colossale costruzione, iniziata da Ferdinando Fuga nel 1751, a seguito di una Prammatica Reale del 25 febbraio dello stesso anno, fu terminata soltanto nel 1829 e la sua estesissima facciata, di 357 metri, fu peraltro di gran lunga inferiore a quella contemplata dal progetto, che ne prevedeva

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la lunghezza in 600 metri. In essa sono ubicati uffici pubblici del Comune di Napoli. Vedi pure Ospizi. Alcalà (duca d'). Pedro Afan o Perafan de Ribera. Politico nato a Siviglia il 1508 e morto a Napoli il 1571. Viceré di Napoli dal 1559 fino alla morte, spinto da fanatismo religioso, permise il massacro di migliaia di eretici in Calabria. Per altri Aspetti, saggio governatore. Combatté con onore contro i Turchi e contro i banditi in Calabria. Fece fronte a molte carestie e terremoti in Napoli ed abbellì la città. Albino Giovanni. (Castelluccio Cilento 1445). Discepolo del Pontano Carlo VIII di Francia gli confiscò i beni per la sua fedeltà agli Aragonesi nel 1494. Scrisse Albini Lucani de gestis regum

neapolitanorum ab Aragonia qui extat libri IVpronipote De Ritis nel 1589".

Alfano primo. Nato da nobile famiglia tra il 1015 ed il 1020, fu medico, musico, verseggiatore, teologo. Sembra che fosse stato

coinvolto nella congiura contro Guaiamaro, principe di Salerno. Fu nel monastero di S. Sofia in

benedettino e fu abate in Salerno e poi arcivescovo nella stessa città. Scrisse alcune poesie in latino. Morì nel 1085. Alfonso I e V d'Aragona il Magnanimo. (1396 - Napoli 1458). Re d'Aragona, di Sicilia, di Sardegna 14I6-I458) e col nome di Alfonso I re di Napoli (1442-1458), figlio primogenito di re Ferdinando I il Giusto e di Eleonora di Castiglia. Consolida to il possesso della Sardegna (1420), fu adottato da Giovanna II regina di Napoli, e opposto a Luigi pretendenti alla corona napoletana. Alfonso non poté tuttavia dominare la confusa situazione napoletana; pertanto, la sempre tenace opposizione della fazione angioina e le difficoltà interne del Regno

Giovanna II aveva revocato l'atto d'adozione. Tornato In Italia nel 1432, alla morte di Gio-vanna II (1435) tentò di succederle, ma, essendo stata

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sconfitta la sua flotta a Ponza, venne fatto prigioniero da Filippo Maria Visconti, alleato di Renato d'Angiò, fratello ed erede di Luigi III. Ma il duca di Milano, mutato il corso della sua politica, si accordò con Alfonso V e nel 1442 l'aragonese prese possesso definitivo di Napoli, città in cui stabilì la sua corte accogliendovi ì letterati italiani più illustri del tempo quali Jacopo Sannazzaro e Lorenzo Valla, lasciando il governo del regno d'Aragona al fratello Gio-vanni. Partecipò poi alle lotte per la successione nel ducato di Milano, finché la pace di Lodi 1454) cui aderì solo nel 1455, frustrò le sue aspirazioni. Alfonso lento nell attuare nel Mediterraneo una politica di am-pio respiro e nel regno di Napoli, immiserito dalle precedenti guerre, rafforzò il potere della corona, valorizzando il demanio regio e imponendo nuovi sistemi fiscali. Prese per primo il titolo di < re delle Due Sicilie > (ri-comparso solo dopo il 1815): morendo lasciò Napoli al figlio naturale Ferdinando <Ferrante> e l'Aragona al fratello Giovanni, che fu, dal 1425 re di Navarra.

Alfonso II d'Aragona. (Napoli 1448 Messina 1495). Re di Napoli. Primogenito di Ferdinando I e di Isabella di Chiaromonte. Nel 1458 fu nominato duca di Calabria e, prima di salire al trono (1494), acquistò larga fama come uomo

Firenze nella guerra che seguì la congiura dei Pazzi ( 1478 1479), contro i Turchi sbarcati ad Otranto nel 1480, e partecipando alla guerra di Ferrara (1482 1484).

erno del regno riuscì a fronteggiare vittoriosamente i baroni insofferenti del potere monarchico. Sposò Ippolita Maria Sforza figlia del duca

Lodovico il Moro, usurpatore dei diritti alla corona ducale di Gian Galeazzo, e dovette difendersi dal re di Francia Carlo VIII, chiamato in Italia dal duca di Milano. In Francia alla morte di Luigi XI era asceso al trono il figlio tredicenne Carlo VIII, sotto la reggenza della sorella Anna, che aveva sposato un suo lontano cugino, Piero II di Borbone. II giovane re si dimostro' subito ambizioso e il suo primo desiderio fu di

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organizzare la conquista del regno di Napoli vantando sangue angioino in quanto sua nonna era una sorella di Renato I, usurpando i diritti di suo cugino Renato di Lorena. II sovrano aveva 20 anni quando penso' di rivendicare il trono di Napoli, nonostante che quasi tutti quelli che lo contornavano fossero contrari alla spedizione per i numerosi rischi dell'attraversamento di molti stati, il cui comportamento era una pericolosa incognita. Nell'estate del 1494 Carlo VIII invase l'Italia. L'unico stato che si oppose fu quello del papato, con Alessandro VI, Rodrigo Borgia, che nulla potè' contro il corpo di spedizione composto da un esercito di 30 mila uomini dotato di formidabili artiglierie, ben organizzato e deciso. Nonostante la dimostrazione di forza, il pontefice ribadi' per ben tre volte che mai e poi mai gli avrebbe concesso l'investitura del regno di Napoli. Carlo VIII il 28 gennaio del 1495 lascio' Roma, e facendo a meno del consenso del pontefice si diresse verso Napoli. Alfonso II allora, non avendo possibilità' di difesa, sapendosi poco amato

dai sudditi, abdico' a favore del figlio Ferrantino, che ascese al trono di Napoli con il nome di Ferrante II. Dopo l'abdicazione Alfonso II si ritiro' in Sicilia e dopo lunga meditazione indosso' il saio dei frati Olivetani: 18 dicembre 1495. Mori a Messina all'eta' di 47 anni.

. Cugino del grande marchese di Pescara, nacque a Napoli nel 1502. Combatté alla battaglia di Pavia e divenne capitano di Carlo V, che seguì in tutte le sue imprese. Fu Governatore di Milano, batté a Nizza nel 1543, ma fu a sua volta, battuto a Cerisola. Morì ancor giovane nel 1546. Fu uomo crudele e violento. Aliperti Giovanni. (Napoli 1891-1958) non ha lasciato raccolte delle numerose poesie pubblicate su riviste periodiche. Sul Giorno del dopoguerra commentò con buoni versi dialettali gli avvenimenti di cronaca di maggiore interesse. I suoi ultimi anni furono funestati

dare alle stampe i suoi lavori.

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Alliffarse. Sta per ricercato, agghindato nel vestire riferito particolarmente ad un uomo. V. pure alliffato. Alliffato. e impomatata in modo puntuale quasi eccessivo. Forse dal greco aleifar con il quale si cospargevano gli atleti. Alonge Antonino. (1871-1958) nacque a Palermo e come Andrea Perrucci si trasferì a Napoli dove studiò e si ritrovò poeta. Ma il Perrucci morì nella patria si spense a Milano in un caldo

poeta, buon giornalista; collaborò Don Marzio, a Il Mattino, a Il giornale di Sicilia, a

a a Il corriere della sera per 15 anni. Non dimenticò di Napoli quando andò via, tanto è vero che non smise mai di adoperare il nostro

sollecitava. Scrisse nella prefazione alla raccolta PennelIate napoletane del 1934:

fantasie, senza: preconcetti di sorta e senza arrière-pensées,

intuirà con quale senso nostalgico, pur vivendo da molti anni lontano da Napoli ho amato ed amo questa città, ove trascorsi gli anni migliori della

volumi, oltre a Pennellate O e suspire,

poemetto con prefazione di F. Russo; Aria di Napoli, con una lettera di B. Croce; Suor Beatrice, con prefazione d Ettore De Mura. Fu anche autore di romanzi, novelle e opere teatrali in lingua. Alluccà. gridare. Secondo alcuni il verbo deriverebbe da adloquor latino che appunto significa parlare ad una moltitudine il che comporta alzare di tono la voce. Altamura Saverio. Pittore, scrittore e patriota italiano ( Foggia 1822 Napoli 1897) I suoi quadri, di gusto accademico, si ispirano a motivi storici e patriottici. Si trasferì a Napoli dalla natia Foggia, dove aveva studiato presso gli Scolopi, inizialmente per frequentare la facoltà di medicina. Seguiva tuttavia

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anche i corsi serali dell'Accademia di Belle Arti (Napoli), dove conobbe Domenico Morelli, che lo convinse a dedicarsi alla pittura. Frequentò quindi il pittore Michele De Napoli. Appassionato di soggetti storici, nel 1847 si recò a Roma, dopo aver vinto un concorso per il pensionato artistico. Nel 1848 combatté sulle barricate di Santa Brigida. Condannato a morte in contumacia per le sue attività di cospirazione contro i Borboni, fuggì prima a L'Aquila nel 1848, poi a Firenze nel 1850, dove entrò in contatto con il circolo artistico che si raccoglieva nel Caffè Michelangelo. Nel 1855 si recò, insieme a Domenico Morelli e Serafino De Tivoli, o ne Universale Parigi, riportando a Firenze le nuove tendenze che contribuirono alla nascita della corrente pittorica dei Macchiaioli, ma egli stesso non abbandonò i soggetti storici. Nello stesso periodo prese parte alla Scuola di Staggia. Durante il sodalizio con i macchiaioli dipinse alcuni studi di paesaggio. Nel 1860 ritornò a Napoli, combattendo con le

armate garibaldine. Proseguì anche in seguito l'attività politica: fu consigliere comunale a Napoli e a Firenze e rivestì cariche di governo con Bettino Ricasoli.Nel 1861 espose alla "Prima esposizione nazionale" di Firenze "I funerali di Buondelmonte", commissionato gli dal banchiere Vonwiller, che venne molto discusso. Nel 1865 fu incaricato di affrescare la cappella del Palazzo Reale di Napoli. Si stabilì definitivamente a Napoli nel 1867 e continuò a produrre quadri, presentati in varie esposizioni. Fra le varie commissioni ricevute, nel 1892 dipinse per la restaurata chiesa parrocchiale di Castrignano de' Greci (LE) cinque pale d'altare e quattro tondi. Contribuì alla nascita della pinacoteca nel Museo di Capodimonte. Altavilla Enrico.Nato ad Aversa il 27 gennaio 1883, già da studente universitario pubblicò il

Il suicidio, intuizioni psicologiche e documentazioni statistichepubblicò anche un secondo, nel quale approfondiva l'esame del suicidio nell'indagine giudiziaria e nel diritto, proponendo una

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sua classificazione dei suicidi. Si laureò a pieni voti in Giurisprudenza con la tesi: fattori della delinquenza

Conseguì la libera docenza in Diritto e Procedura penale nell'Università di Napoli, e insegnò più volte sia questa disciplina. Fu insignito della medaglia d'oro dal Ministro della Sanità Pubblica, fu membro del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione e, per oltre quindici anni, Commissario straordinario della Federazione d'Italia dell'Opera Maternità ed Infanzia. Accademico della Pontaniana, membro onorario dell'Accademia di Medicina legale, Presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati e Procuratori di Napoli, fu insignito dal Governo Argentino del diploma di scienze criminologi_ che e Medicina legale. Presidente del Consiglio di Profilassi Sociale di Parigi, e membro del Consiglio d'Europa per le scienze criminologiche e giuridiche. L'Altavilla si occupò ancora di colpa, e le sue teorie furono accolte nel codice penale italiano, nel quale fu recepita la proposta di rendere possibile in forma facoltativa la recidiva fra

delitto doloso e reato colposo.. Illustrò anche l'attività giudiziaria civilista fornendo ai magistrati, agli avvocati e a tutti gli studiosi una guida sicura e capace di suggerire i criteri necessari alla disciplina di ogni rapporto giudiziario. Studiò, inoltre, la condotta umana nei suoi rapporti con l'ambiente dimostrando come essa possa, a volte, rivelare una condotta illecita ma non criminosa. La sua produzione scientifica si sviluppò ad ampio raggio.Morì a Napoli il 5 Febbraio del 1968: Aversa, sua città natale gli ha dedicato una importante arteria nel "borgo", e lo stesso ha fatto il Comune di Napoli, giacché fu anche Presidente della Provincia. Altavilla Pasquale (Napoli, 6 dicembre 1806 - 2 agosto 1875) è stato un attore teatrale e drammaturgo italiano, dotato di grande versatilità artistica in quanto si cimentò anche con buoni esiti nelle attività di mimo, ballerino, musicista e paroliere. Fu attivo a Napoli, la sua città, e fu definito da Salvatore Di Giacomo

popolare partenopea». Altavilla

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recitò a lungo, dal 1834 al Teatro San Carlino, impersonando principalmente personaggi dal

oltretutto le invidie del più noto Antonio Petito (il più celebre dei Pulcinella napoletani) e dal quale fu spesso osteggiato. Nel 1864 passò a lavorare in altri teatri napoletani come il Sebeto, la Fenice e il Nuovo e diventò uno degli autori drammatici e di

arrivando a scrivere almeno una sessantina di commedie (alcune fonti parlano di centodieci) in lingua napoletana, quasi tutte ispirate a fatti di vita quotidiana, con effetti comici e di spontaneità che fecero molta presa sul pubblico. cosi come era chiamato amichevolmente da Eduardo Scarpetta si spense nella sua città, auna rovinosa caduta dalle scale. Alvarez. Antichissima famiglia spagnola. Fu insignita

del Grandato di Spagna. A Napoli iniziò la sua partecipazione alle vicende del Regno nel 1532 con don Pedro de Toledo. Questo nacque ad Alba de Tormes nel 1484. A

Napoli successe come viceré al cardinale Pompeo Colonna nel 1532. Fu un governatore molto rigido, assolutista ed inviso da molti. Represse gli abusi dei baroni e recuperò molti diritti Demaniali. Represse la delinquenza con pene severe.

universitario e impedì il nascere di nuove accademie. Nel 1547 si ebbe il sospetto che volesse introdurre il Tribunale d nel Napoletano, tentativo già fallito nel 1510, ma popolo e nobiltà lo impedirono. Il nome di don Pedro è legato ad iniziative urbanistiche sia private, sia pubbliche come il restauro di Castel Capuano. Abolì la vergognosa ed antica pratica della pena nota come la

in Piazza Capuana tra la Porta ed il Castello. Tale pena consisteva nel far salire su questa colonna il condannato per debiti facendogli mostrare al pubblico il fondo schiena,

cedo bonisdalla pemanenza sulla colonna descoperto, con il banditore urlante il nome del condannato.