n - essere e divenire

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SCUOLA DEL CERCHIO FIRENZE 77 L'ESSERE E IL DIVENIRE nell'insegnamento di Dali e del Fratello Orientale

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SCUOLA DEL CERCHIO FIRENZE 77

L'ESSERE E IL DIVENIRE

nell'insegnamento di Dali e del Fratello Orientale

A Roberto Setti

Quando Vitaliano Bilotta mi ha parlato del progetto di proporre al nostro Editore la pubblicazione di tutti i messaggi inediti del Cerchio Firenze 77 di cui egli aveva curato la raccolta, sono rimasta molto perplessa. Le pagine inedite non contengono niente di nuovo rispetto agli insegnamenti già pubblicati sui numerosi libri editi dalle Edizioni Mediterranee. Molti dei concetti esposti nei primi anni della medianità di Roberto Setti sono espressi dalle Entità in maniera essenziale, toccando vari argomenti affinché i primi partecipanti alle sedute si interessassero sempre di più ai problemi dello spirito o alla ricerca di ciò che sta oltre la percezione dei sensi fisici.Roberto stesso non amava distribuire agli amici intervenuti negli ultimi anni i dattiloscritti anteriori al 1965, che erano già stati selezionati dalle entità stesse quando abbiamo iniziato la pubblicazione dell'insegnamento, e che tutti potevano consultare leggendo i libri. Mi è noto che molte persone interessate ai messaggi del Cerchio 77 sono andate alla ricerca di questi dattiloscritti. Pensando contenessero chissà quali segrete comunicazioni. Ma non vi è niente in essi che non sia stato espresso in forma migliore negli anni che vanno dal 1965 al 1984 e poi pubblicato dalle edizioni Mediterranee.Dopo la scomparsa di Roberto sono state curate particolari raccolte quasi monografiche: Pietro Cimatti ha messo insieme il libro "Maestro Perché?" attingendo in particolar modo agli insegnamenti dell'entità François Broussais: il libro "Conosci te stesso?", sempre di Pietro Cimatti, contiene il pensiero del Maestro Claudio: il volume "La fonte preziosa", curato da me, raccoglie in ordine cronologico tutto l'insegnamento filosofico di Kempis.Perché non fare una raccolta degli insegnamenti di Dali e del Fratello Orientale, insegnamenti di facile comprensione con indicazioni sul vivere di ogni giorno, con incoraggianti parole di sprone a capire meglio ciò che gli avvenimenti della vita possono significare per la nostra crescita interiore?Dali è stato l'Entità Guida delle nostre sedute: la sua manifestazione era accompagnata da un intenso profumo di violette che si avvertiva anche prima che la trance del medium fosse completa. I suoi compiti erano molteplici: oltre quello di aprire e chiudere con un suo messaggio ogni seduta, stabiliva la data degli incontri e rispondeva a domande personali, a volte formulate solo con il pensiero. Ma la sua peculiarità era quella di porgere l'insegnamento, sia etico che filosofico, con parole semplici e piene d'amore: spesso, dopo una lezione particolarmente difficile di Kempis, con le sue parole di incoraggiamento e di chiarimento, riusciva a farci comprendere l'importanza di certi profondi concetti che a noi sembravano esulare dalla nostra aspirazione che in fondo era limitata al desiderio di essere aiutati a risolvere i problemi esistenziali del vivere quotidiano.E l'amico Vitaliano ha compreso l'importanza dell'insegnamento di Dali, offerto quasi in sordina, ma di grande efficacia per l'invito a cercare di superare le difficoltà contingenti in visione di un più ampio disegno che la conoscenza di certi aspetti sconosciuti della Realtà lascia intravedere. Molti degli interventi contenuti in questo libro (tutti posteriori al 1964) sono inediti: altri, importanti, sono stati ripetuti per meglio giudicare il metodo didattico che Dali ha usato con noi, adeguandosi alle istanze e alle capacità di comprensione dei partecipanti alle sedute.Si è preferito presentare i messaggi seguendo un ordine cronologico che permette di constatare come via via i concetti esposti si siano fatti sempre più complessi e più mirati a superare i limiti di semplici regole di buona condotta o di conformismo ai tabù imposti dall'esterno, demandando le scelte di vita alla coscienza di ogni singolo individuo.Il messaggio di Dali è stato quello che ci ha fatti sentire avvolti da un grande amore: il profumo che pervadeva la stanza ad ogni sua manifestazione dava subito la sensazione di trovarci veramente immersi in un'altra dimensione e

predisponeva gli animi all'ascolto delle sue parole in fiducioso e religioso silenzio.Qualche volta, quando eravamo riuniti per rileggere e commentare insieme i messaggi, Dali si è manifestato inaspettatamente per chiarire qualche punto più ostico delle lezioni di Kempis, rivolgendosi a noi con grande dolcezza, usando esempi e vocaboli semplici, ma sempre sottolineando l'importanza del fenomeno che stavamo vivendo. Vi sono brevi messaggi dal 1981 in poi, quando la malattia di Roberto si era aggravata, in cui Dali rivolge struggenti inviti a fissare bene nelle nostre menti le esperienze vissute per poter comunicare ad altri l'essenza di quei magici avvenimenti che per trentasette anni l'altra dimensione ci ha elargiti.E che dire del Fratello Orientale? A mio avviso leggere i suoi messaggi è sentirsi scavare fino nei riposti meccanismi dei nostri sottili egoismi, delle nostre paure e scontentezze, delle pretese che solo gli altri siano nel torto, che solo a noi spettino certi privilegi.Questa strana entità che quando si manifestava faceva sedere il medium nel centro della stanza nella posizione Yoga, e parlava con uno strano accento dalla cadenza cantilenante, in poche frasi, in poche pagine, ha compendiato un insegnamento etico così alto che basterebbe meditare e assimilare quello per far compiere un gran salto di qualità al nostro sentire interiore. Salutava sempre con la frase "Om mani padme hum" che ci è stato detto significa "La perla è nel loto" (ovvero il fiore nasce nel fango).Sappiamo che tutti i nomi che le entità del Cerchio 77 si sono dati, sono nomi fittizi; Dali ha aggiunto: "... Quelli di voi che già da tempo ci seguono hanno notato come ciascuna delle entità che si presenta abbia un suo linguaggio, un suo modo di far conoscere la verità. Questo non perché ciascuno di noi veda in modo diverso dall'altro o perché vi siano in noi reminiscenze di ciò che abbiamo creduto nell'ultima incarnazione, ma perché cerchiamo di esporvi la realtà da diversi punti di vista, in modo che ciascuno di voi possa comprendere attingendo al linguaggio che gli è più congeniale (...). Non parliamo di tante verità, ma di una sola realtà espressa in modo diverso. Ognuno prenda dove gli è più facile".Così abbiamo capito che giunti ad un certo livello di evoluzione le entità si presentano con il "sentire" raggiunto attraverso le varie personalità rivestite nella vita terrena, perciò sono la fusione e l'essenza di tutte le esperienze che hanno determinato il loro grado evolutivo. Mi sembra illuminante questa frase di Dali: "Non è importante ritrovare nell'oceano la lacrima che un lontano giorno, scendendo lungo il volto, cadde nel fiume".Certo non si può negare l'originalità dei nomi che le entità del Cerchio hanno assunto e mi appare strano che molte entità che si presentano presso altri medium non si peritino a darsi gli stessi nomi di Kempis, Dali, Claudio, Fratello Orientale, senza peraltro riuscire a mantenere lo stesso livello e la stessa omogeneità di stile nell'enunciazione delle loro dottrine. Forse la spiegazione sta nel fatto che non sono le stesse entità che si manifestavano al Cerchio 77 ed è solo la mancanza di fantasia che fa loro adottare questi nomi di cui c'è già quasi un'inflazione. Ma tutto questo non ha importanza: basta che il porre attenzione ai messaggi medianici, di qualsiasi origine essi siano, faccia vibrare le più riposte corde dei nostri sentimenti e faccia riflettere che la nostra vita non può essere solo volta alla ricerca di sensazioni piacevoli e a fare incetta di beni materiali.Io spero che queste pagine siano un altro granello di sabbia da aggiungere a tutto ciò che le Guide dell'umanità hanno detto attraverso i secoli per fare assurgere l'uomo alla dignità che gli è propria. Firenze, 7 novembre 1993 Luciana Campani Setti

"Ho conosciuto l'amore degli uomini, ed era possessivo; ho conosciuto la loro amicizia, ed era sfruttamento; ho conosciuto il loro aiuto, ed era umiliazione; ho conosciuto la pietà degli uomini, ed era degnazione; la loro protezione, ma aveva un secondo fine. Ho conosciuto la giustizia degli uomini, ma era parziale; la loro forza, ma era brutalità; la loro onestà, ed era apparenza. Ho conosciuto la fede degli uomini, ma era una prigione; la loro filosofia, ed era cenere; la loro scienza, ed era cecità. Ho conosciuto la compagnia degli uomini, ma non mi riempiva. Tutto questo ho conosciuto ed assaporato e restandone turbato ho compreso di non essere morto a me stesso"

L'INSEGNAMENTO DI DALI 20 febbraio 1965 Perché vi diciamo "Conoscete voi stessi" Che la pace sia con voi e con tutti gli uomini, figli cari.Noi parliamo per coloro che non si trovano a loro agio nel mondo, nella vita di ogni giorno; per coloro che udite le nostre parole non possono dimenticarle, per questi ed a questi noi ci rivolgiamo. E quello che noi diciamo è un insegnamento, se non nuovo, qui presentato secondo uno schema organico che comprende due lati essenziali: l'uno, come voi sapete, è la rappresentazione - per quanto più fedele ed aderente sia possibile - della Realtà, di ciò che è; l'altro, riguarda l'intimo vostro, cioè a dire: voi come esseri, come individui, collocati in questo quadro della Realtà. Dico, ancora una volta, che le nostre parole sono per coloro i quali vogliono vedersi collocati in questo quadro, nella Realtà; perché a coloro ai quali non interessa, è inutile che noi parliamo.A chi non vuol sapere: chi è, dove è, ove andrà, è inutile che noi parliamo.Ma ricordando e parlandovi di questa Realtà, noi dobbiamo illustrare dei concetti di altruismo, degli ideali di moralità che possono sembrarvi lontani e che pur tuttavia, se non presi di mira dall'individuo, se ad essi l'individuo non si volge, rimarranno veramente lontanissimi, al di là da venire; ma che, per avvicinarli, debbono essere meditati, debbono essere osservati, visti, riflettuti.E, poiché non vogliamo fare di voi degli illusi, vi diciamo anche che è inutile che voi cerchiate di vivere secondo questi ideali, se essi sono ancora troppo lontani da voi. E in questo insegnamento, in questa raccomandazione, noi enunciamo un altro grande insegnamento che è fatto per l'intimo vostro, per voi in questo quadro generale, per voi nella Realtà ed è: "conoscete voi stessi". Insegnamento che non esula da tutto il resto, ma anzi vi aiuta a vedervi come siete, aiuta a vedere la vostra realtà. E diciamo "conoscete voi stessi", perché intendiamo dire che dovete comprendere quale è la vostra forza, quanto potete seguire l'insegnamento, senza poi avere dei rimpianti: questo intendiamo dire e molte altre cose. Ora, figli, comprendo che anche queste parole, se non sono meditate, se non sono fatte oggetto di un esame, di una introspezione sincera, basata sull'estrema sincerità, possono diventare di comodo come tutto quanto l'insegnamento, non solo nostro, ma di ogni religione e di ogni filosofia morale; perché, figli, l'individuo può prenderle e giocare con esse come meglio crede. Importante è invece che l'individuo, attraverso l'introspezione e ad una sincerità - che non vuol dire pessimismo, che non vuol dire autolesionismo, che non vuol dire mania di grandezza, ma giusta visione di se stesso -, comprenda i suoi limiti e non vada oltre le sue forze nella via dell'insegnamento. Questo è importante. Quindi, figli cari, di tutto quello che noi vi diciamo, del quadro generale che vi diamo, voi dovete tenere nella vostra attenzione, come oggetto della vostra meditazione, questo insieme perché possiate comprendere dove voi siete, che cosa voi fate, dove andate. E tutto ciò può essere compreso tenendo presente il quadro generale, ed attraverso alla conoscenza di se stessi. Solo in questo modo. Che l'insegnamento sia udito e forse poco seguito, non voglio essere io a dirlo; né che d'altra parte quello che noi vi abbiamo detto sia rimasto... così, completamente dimenticato, non posso certo affermarlo; ma in queste parole che io sto dicendo non sta la Verità, né sta una Verità: sta una Verità per ciascuno di voi, e questa è la Verità, perché per ognuno di voi, figli cari, esiste una precisa realtà di fronte all'insegnamento.

Taluno può aver dimenticato qualcosa, non tutto; o non compreso qualcosa, non tutto; altri può credere di aver compreso più di quanto in effetti ha compreso; qualcuno può aver giustamente compreso. Figli, non è possibile dirlo generalmente: occorre vederlo singolarmente. E ciascuno di voi deve singolarmente vederlo.Certo si è che questo insegnamento non può aiutarvi nella vita di ogni giorno se non dandovi comprensione, se non creando in voi stessi una forza interiore, una sicurezza, una serenità, una pace. In questo modo solo l'insegnamento può aiutarvi nella vita di ogni giorno. Quante volte vi abbiamo detto: "Non crediate che la nostra vicinanza possa risparmiarvi dolori e umiliazioni!". "I figli del mondo sono assai più bravi ed esperti nelle cose del mondo, di quanto non lo siano i figli della luce", dice il Vangelo, ed in effetti è così.Chi volesse andare alla guerra, chi avesse l'animo di soldato, di militare, di combattente, e sperasse attraverso a questi insegnamenti di divenire invincibile, voi comprendete che si sbaglierebbe profondamente.Questo insegnamento non vuol fare di voi degli esseri completamente abbandonati a loro stessi, succubi loro malgrado. Questo insegnamento vi dice: comprendete voi stessi, non date più di quello che potete dare. Vi insegna ad avere equilibrio, vi insegna l'equilibrio interiore. Questo vuol dire l'insegnamento, al vostro stadio di evoluzione. Non illudetevi di essere dei predicatori, non vuol costringervi ad agire come agirebbe un Santo Francesco o un Maestro, ma ad essere dei discepoli che sono nel retto agire, nel retto pensare, nel retto desiderare. Questo e questo solo.

28 febbraio 1965 L'ordine sovrano del Cosmo e le illusioni del mondo Parliamo di ordine, di equilibrio, di giustizia in un mondo umano dove tutto sembra esservi fuorché questi capisaldi che invece regnano nel Cosmo.Eppure, tutto avviene in modo ordinato, equilibrato, giusto; tutto si svolge secondo una precisione e una efficacia che solo un Ente divino può preordinare e condurre. E' così preciso, ordinato, equilibrato quanto può invece sembrarvi caotico che, nonostante la libertà dell'uomo, ogni cosa avviene senza il minimo stridio, senza che la benché minima ingiustizia si verifichi per qualcuno.Già un santo del cristianesimo ebbe a dire che ciò che accade è come un meraviglioso tappeto del quale gli umani vedono il rovescio: il bellissimo disegno sta oltre gli occhi dell'uomo. Il dolore che vedete nel mondo è un dolore che porta, come suo frutto, la comprensione, un riscattare la creatura che soffre, un farla assurgere a un più alto livello di esistenza.Attraverso un suo errore, la creatura ha rivolto su di s‚ l'effetto di questo errore, ma dall'effetto che subisce è riscattata, e avanza. Dire che chi subisce un'ingiustizia dai suoi simili in effetti subisce solo ciò che lui stesso ha mosso, non è fare della filosofia ma è un invito a comprendere esattamente, nella sua interezza, il significato di questa affermazione: "Tutto quello che avviene ha una precisa ragione, e da ciò che avviene l'uomo esce affrancato, liberato". Comprendere questo significa comprendere che la giustizia, l'ordine e l'equilibrio regnano così nel Cosmo come nell'esistenza dell'uomo, elemento di questo Cosmo. Taluno di voi ancora immerso nella paura, vorrebbe da queste nostre parole capite solo con la mente, la panacea universale che in qualche modo lo renda sereno e felice. L'altro, udendole, pur comprendendo che esse sono le sole che spiegano come l'apparente confusione non sia, in realtà, che un piano preciso, ordinato, giusto, equilibrato, ancora tuttavia timoroso e suggestionato dall'apparente confusione, pur condividendo ciò che diciamo, non ne sarà convinto. A tutti diciamo: "Queste nostre parole non vogliono fare di voi degli incoscienti, che di fronte a creature sofferenti dicano "l'avete voluto voi, ben vi sta", perché il dolore che consegue ad un'azione mossa, in altre parole il karma doloroso, non è una vendetta divina: è la misericordia di Dio prima che la sua giustizia non è una vendetta divina. E' la misericordia di Dio prima che la sua giustizia. Vedendo soffrire le creature è giusto restarne toccati, dunque, e desiderare che il dolore non esista più tra gli uomini; sappiate però andare oltre questo dolore per non essere schiacciati dalle apparenze; sappiate vedere la profonda, giusta, misericordiosa ragione che sta al di là del dolore; sappiate operare per togliere le cause del dolore".Vi chiederete: "Ma era davvero necessario che, in un così vasto, ordinato, giusto disegno divino, dovesse esistere un capitolo tanto spiacevole per l'uomo?". Tutto ciò che conduce l'uomo lontano dal suo vero destino - noi vi rispondiamo - non può che avere un sapore amaro. Tutto ciò che distoglie l'uomo dalla sua vera mèta, non può che portare sofferenza. Se è vero che l'uomo è chiamato a questa mèta, tutto ciò che da essa lo allontana non può, in qualunque modo, che ad essa ricondurlo, non può che avere un sapore amaro.

Se l'uomo volesse con tutte le sue forze, se l'uomo ascoltasse ciò che a lui viene detto, se l'uomo si convincesse non attraverso la cruda esperienza diretta, se riuscisse ad ascoltare le molte voci di avvertimento che sempre riceve, allora molto dolore sarebbe risparmiato, perché l'uomo non si allontanerebbe dalla mèta di tutto l'Emanato.Chi fosse intimamente convinto di quello che noi gli diciamo, e seguisse il nostro insegnamento, non avrebbe niente da temere perché niente potrebbe esservi, nel mondo, che in qualche modo potesse danneggiarlo. Ma se credete che il solo fatto di essere a contatto con queste nostre voci possa allontanarvi dagli effetti che voi stessi, in precedenza, avete mossi, voi siete in errore; se credete che i nostri insegnamenti siano una sorta di rimedio alla vostra vita e che, seguendoli, possiate essere risparmiati dai colpi del destino e non patire più ingiustizia dagli altri, voi siete in errore possa allontanarvi dagli effetti che voi stessi, in precedenza, avete mossi, voi siete in errore. Voi potete, da quello che vi diciamo, trovare intimamente una serenità e una comprensione le quali possono aiutarvi nei frangenti della vita d'ogni giorno; ma ciò che il vostro karma richiede non può essere da noi distolto.Questi insegnamenti, i quali proclamano la giustizia del karma, non possono annullare i suoi effetti, il suo realizzarsi, il suo accadere. Non vi abbiamo attirati qua promettendovi una sorta di protezione, illudendovi in qualche modo; una creatura che viene a noi, prima di tutto sia disposta ad essere disillusa, perché noi combattiamo l'illusione. Chi è felice nell'illusione del mondo, resti in quella; se qua venisse, quella per prima dovrebbe distruggere. Chi credesse di poter trovare nel mondo la felicità e si sentisse dire, venendo qua da noi, "questa felicità non sarà mai raggiunta nel mondo", o "questa felicità è irraggiungibile perché la causa dell'infelicità è in te", e da queste nostre parole restasse deluso; costui non dovrebbe dare la colpa della sua delusione al nostro insegnamento; perché è molto più vicino alla liberazione colui che sa, piuttosto di colui che non sa. Chi viene a noi, dunque, sia disposto a veder demolite le proprie illusioni. Se avessimo voluto illudervi, molto facile sarebbe stato per noi; ma non è questo che vogliamo, di certo; noi vogliamo che abbandoniate l'illusione, che distruggiate un vostro intimo mondo di illusioni per trovare quello che si cela nelle fondamenta, che è il mondo della Realtà.

20 marzo 1965 L'unica famiglia è il genere umano Vi abbiamo uditi questa sera nella così varia conversazione che avete fatta; avete toccato diversi argomenti, alcuni già trattati altre volte, per poi passare ad una esposizione di pensieri che possono avere un sapore del tutto personale, ma che possono egualmente fornirci l'occasione per parlare di alcune cose.Voi questa sera avete esaminato gli avvenimenti che accadono nel mondo e vi siete chiesti se e perché vi sia questo cadere di ogni umano ritegno; perché l'uomo sembra che abbia perduto ogni inibizione e, con l'estrema facilità propria dell'incosciente, si abbandoni con facilità ad ogni suo intimo impulso. Ebbene, questo è vero in parte; è vero che l'uomo di oggi ha maggior libertà, che poco a poco tutte quelle inibizioni, quei freni che nei tempi passati erano necessari cadono, e l'uomo demolisce nell'intimo suo tutte quelle stratificazioni, infrastrutture della sua consapevolezza che davano sì largo margine al suo subcosciente.

Ebbene, figli, l'uomo di oggi è più vicino di quello di ieri ad un "uomo tipo", il quale ben poco ha nella sua subcoscienza, ossia nella parte del suo intimo che sfugge alla sua diretta consapevolezza. L'uomo tipo - per così chiamarlo - l'uomo cioè‚ della civiltà futura, è un uomo che invece ha un'ampia consapevolezza perché conosce se stesso. E' un uomo che conoscendo se stesso non ha lati nascosti del suo carattere, nascosti di proposito e per ignoranza. Così, poco a poco, l'uomo si libera da certi aspetti che erano utili ieri ma che oggi non lo sono pi—. E in questa maggior consapevolezza, in questa mancanza di freni inibitori, può sembrare che l'umano abbia perduto ogni senso di responsabilità, del dovere o dell'onore; ma non è così. Sono cadute le cose che l'uomo si imponeva senza sentire, queste sono destinate a cadere definitivamente. Voi avete detto che la famiglia è anch'essa destinata a sparire. Sì, perché vi sarà una sola famiglia: il genere umano. Voi avete detto che la famiglia è qualcosa che limita. Vedete, parlare di "genere umano" all'uomo di ieri e di oggi, è porgli di fronte una cosa talmente vasta, per le sue possibilità di entrare in contatto e di stabilire dei rapporti amorosi e affettuosi. Ed ecco allora che si è creato l'artificio della famiglia, cioè si è ristretto il campo dei doveri e delle responsabilità dell'uomo. Tutto il genere umano è troppo vasto per essere amato, ed allora restringiamo a poche persone, quelle che possono avere dei legami di parentela, di sangue e simili, come si usa dire. Con queste poche persone la capacità di amare dell'uomo non è sottoposta ad una cosa più grande di lei: ed ecco la famiglia. Per questo motivo noi diciamo: "Amate di più i vostri familiari", perché sono quelli a voi più vicini e s'intende che voi, in questo amore, poco a poco comprenderete quanto, ai fini di questo amore, sia inutile il cerchio della famiglia, quanto servisse unicamente per restringere la vastità del genere umano ad un campo che l'uomo di ieri poteva abbracciare, ma che non è certo il campo dell'uomo del domani. Nell'ambito della famiglia può darsi che le creature non provino limiti; ma la famiglia di per s‚ è un limite. L'uomo può amare i suoi familiari, ma il suo dovere non si deve limitare a questo: il cerchio familiare deve essere trasceso. Ed avete parlato, di altri argomenti. Avete parlato di una espressione che può non suonare gradita a taluno di voi, perché si pensa che nasconda un concetto che non corrisponda alla Realtà: "La divina provvidenza". Certo che con questa espressione si può veramente simbolizzare un concetto errato perché - come voi stessi del resto sapete - non esiste un aiuto che venga così, fortuitamente, all'uomo, ma tutto avviene in forza delle leggi. Ed allora questa "divina provvidenza" una volta è nutrimento, l'altra volta è un freno inibitore che è altrettanto provvidenziale per gli uomini, in taluni casi; altra volta la "divina provvidenza" è il trascendere questa inibizione, altra volta ancora la "divina provvidenza" è il dolore e così via. In questo senso, ed in questo senso solo, figli cari, possiamo intendere e concepire il concetto della "divina provvidenza". Ebbene la "divina provvidenza" è quindi il vero bene dell'uomo, il suo nascere spirituale che ora acquista l'aspetto di un bene terreno, umano, perché coincide con questo; ora invece acquista tutt'altro aspetto. Ebbene, ciò che noi vi diciamo può talvolta da voi essere interpretato non esattamente; le nostre espressioni possono acquistare un significato del tutto particolare. Ma è proprio attraverso a queste conversazioni che noi cerchiamo di sfrondare ciò che vi diciamo da quello che può darvi fastidio, rimuovere le zeppe che esistono per la vostra comprensione. La Realtà è quella che è. Non ha senso, in ultima analisi, parlare di "Realtà mistica", ma solo di "mezzi" per giungere alla comprensione della Realtà, la quale è cosa, poi, del tutto indipendente dall'aspetto mistico o logico che può averla creata. Quindi, le parole hanno la sola ed unica importanza che è quella che sta in ciò che esse vogliono significare, nel fine che esse vogliono raggiungere. Questa e questa sola è l'importanza delle parole, nella comprensione. Se queste parole

conducono alla comprensione, hanno già raggiunto il loro fine, sono state "mezzo" per giungere a questa conquista. E se queste parole vi impediscono la comprensione, esse non hanno raggiunto lo scopo per il quale furono pronunciate. Ebbene, altri modi di dire vi sono, altre parole vi sono per condurvi a comprendere; ma è proprio in questa scelta, in questo "dialogo" - per dirla con un termine molto in voga oggi -, è da questo dialogare che voi potete riuscire a trovare le giuste parole, o a disadornare i concetti - che vogliamo esprimere e che esprimiamo - da quelle parole che non vi risultano o che credete non idonee. La Realtà, come prima dicevo, è quella che è. Per taluno di voi può sembrare umano parlare della Realtà. Ebbene non è il solo modo col quale noi abbiamo indicato la Realtà: abbiamo parlato di "Assoluto". Qualcuno di voi può pensare che con questo termine si abbandoni ogni misticismo, che tutto si riduca a un freddo meccanismo. Ebbene, noi vi abbiamo detto che la natura interna dell'Assoluto è amore. E quindi, è un continuo dialogo quello che noi dobbiamo fare. Non vi sono domande per colui che ha compreso la Realtà. Ma per chi non è nella Realtà, quante e quante domande! Ed ognuna ha una risposta perché la Realtà è quella che è, e ciò che noi vi diciamo e una enunciazione della Realtà: le domande che voi fate, sono domande alle quali, per forza, deve esservi una risposta, perché la Realtà non ammette una benché minima cosa che non possa essere compresa. Meditate dunque su quello che vi diciamo, meditate profondamente; cercate di comprendere più esattamente che cosa è che in voi ancora non riuscite a vedere con esattezza nei confronti della Realtà: che cosa è che ancora non riuscite a comprendere dell'insegnamento. Ebbene, figli, se questo insegnamento fosse una cosa nostra, o un parto della nostra fantasia, avremmo ben donde d'esserne orgogliosi perché taluno di voi oggi parla, ed agisce, in modo diverso da ieri, e poco a poco questo insegnamento è stato capito, ma non ancora compreso in pieno. Vi sono ancora degli aspetti, che possono sembrare trascurabili e privi di significato, in ciò che noi vi diciamo, che diventano essenziali una volta scoperti. Prima che sia necessario il conoscerli, passano inosservati perché l'individuo è intento a comprendere altre cose; una volta che queste sono comprese, una volta che questi lati, queste parti del nostro insegnare sono da voi assimilate, ecco che vengono in luce altri aspetti fino allora passati inosservati; ed essi sono altrettanto e forse più importanti di quelli che fino ad oggi avete conosciuti. E così via, e così via. "Perché - vi chiederete - quello che noi vi diciamo deve rimanere chiuso fra queste mura?". Non è così. L'umanità di oggi respira veramente un'altra aria, sente che il mondo cambia e non solo nell'aspetto esteriore, ma anche e soprattutto in quello interiore. L'umanità di oggi ha bisogno di questo insegnamento e l'avrà. Voi che qua ci avete seguito durante questi anni, siete stati il "mezzo necessario" acciocché si compisse ciò che doveva essere compiuto; acciocché voi udiste ciò che noi abbiamo detto e diciamo. Ma non solo: parte di ciò che abbiamo detto voi l'avete racchiusa in una raccolta, e questa raccolta1 anonima chissà che un giorno possa essere letta da qualche altro che è al di fuori di queste quattro mura. Tante sono, del resto, le vie attraverso alle quali giungono le Verità, dirette e indirette. Dirette per voi che ci udite e per coloro che odono voi: indirette per il lavoro occulto, del quale altre volte vi abbiamo parlato, e che sta al di là di quella che può essere la semplice adunanza di voi creature che attendete la nostra voce. Con il vostro pensare, con il vostro dire, con questo dialogare, la cosa diventa un punto dal quale si dipartono pensieri e idee che vengono captati dagli uomini, anche da coloro che voi non conoscete, anche da coloro che non sono qua vicini. E voi direte: "Ed era forse necessario che noi uomini fossimo a creare un cerchio, perché questa sorta di telepatia avvenisse?". Certo, figli, perché sono uomini; oserei dire vibrazioni oltre che del corpo mentale, del corpo astrale, vibrazioni cerebrali che si dipartono da qui. Un tutto completo, una gamma completa di vibrazioni di materie di vari piani, che qui si producono.

Dunque, figli, siate consapevoli di quello che è stata e che è la riunione del sabato sera, ed è il perché noi sempre vi abbiamo stimolati a non scioglierla, anzi a renderla sempre più degna. Non ho altro da aggiungervi.

24 aprile 1965 Il potere della forma pensiero Ancora molta strada l'uomo deve percorrere. E man mano che egli progredisce, le sue conoscenze si allargheranno; ed ecco allora che tanti fenomeni incomprensibili saranno spiegati, e il lato misterioso della vita cederà il posto ad una fiducia ed una sicurezza che l'uomo, oggi, del tutto ignora. Parlo della sicurezza che ha colui che ha raggiunta la comprensione. Di fronte a ciò che non è spiegato, a ciò che quindi non essendo spiegato rimane misterioso, l'uomo è incerto; e nel tentativo di trovare spiegazione risorge in lui l'atavico timore e la sua naturale ascendenza a spiegare tutto secondo un divino intervento, attribuendo a questo divino intervento ora il senso di un premio, ora quello di un castigo. Ciò, nella comprensione, cesserà definitivamente di essere e così tanti aspetti mistici parimente scompariranno. Scompariranno le superstizioni; ed unitamente a queste anche i lati mistici secondo una mistica di oggi e dei tempi trascorsi. Perché l'uomo non vedrà più in quelli che voi chiamate oggi miracoli, l'opera di un divino Fattore, l'intervento di un Santo, di una alta Entità spirituale, ma finalmente comprenderà le forze che sono a sua disposizione e che possono essere adoperate per la sua felicità, per il suo benessere. In fondo per questo l'uomo è stato emanato; perché, l'uomo - sia pure attraverso ad un cammino di dolore dal quale scaturisce comprensione - deve giungere a quella serenità, a quella certezza che lo rendono un essere massimamente felice.Voi avete parlato, questa sera, di Maria madre del Cristo, e vi siete chiesti se le apparizioni che sono conosciute, sono apparizioni della Entità che una volta fu madre del Cristo. Ebbene, ciò non ha alcuna importanza perché queste visioni - quando sono state veramente tali - hanno il valore che gli uomini ad esse conferiscono. Il selvaggio che adora una pietra e che, per la sua evoluzione, per lo stadio di sviluppo nel quale si trova, in forza di questa fede, opera bene, di un bene adatto al suo stadio di sviluppo, in effetti è paragonabile al fedele che trova egualmente una linea di retto agire di fronte alla immagine della madre del Cristo. Non è quindi né l'immagine, né la figura che si vuol rappresentare o simbolizzare in questa immagine che ha valore, ma il valore sta nell'intimo di colui che di fronte a questa immagine si inginocchia.Con ciò vogliamo dire che, fino ad uno stadio della evoluzione, non ha importanza che l'uomo conosca la Verità più vicina che sia possibile alla Realtà; ma ad ogni stadio della evoluzione, ciascun individuo conosca la Verità che a lui è congeniale, che a lui si confà maggiormente e che è più vicina ad incrementare il suo ideale, l'ideale della sua coscienza. Questo è importante. L'evoluzione dell'individuo è un susseguirsi di gradi e di stadi e la Realtà assoluta sta all'ultima mèta di questa evoluzione che noi possiamo vedere. Là l'uomo la conoscerà, là l'uomo - che non sarà più uomo - potrà finalmente abbracciarla, ed allora sarà importante ed essenziale che l'abbracci. Prima di allora vi sono tante Verità le quali, grado a grado, in forma sempre più vicina, meno imperfetta, più attinente, conducono l'uomo alla conoscenza di questa Realtà; finché, avuta una conoscenza la più perfetta possibile - mi sia concesso dire così - l'uomo, dalla conoscenza, passerà alla definitiva comprensione e comunione.Dunque, voi che vi chiedete se sia importante che una creatura conosca qual è la fine che l'attende, sappiate che ciò non ha importanza, perché il karma molte volte - per la maggior parte delle volte - consegna la sua gemma di comprensione allorché l'individuo lo ha tutto consumato. Parlo per la generalità degli uomini. E quindi non ha importanza che l'uomo conosca l'epilogo della sua vita terrena, ma che attraverso alla sua sofferenza invece conosca e comprenda ciò che non ha compreso né conosciuto. Non è certo indispensabile, per aiutare una

creatura, dire ad essa che cosa l'attende. Voi m'intendete. E quando noi vi incitiamo ad inviare pensieri di comprensione a coloro che soffrono, intendiamo dire che non debbono comprendere quale sarà il loro avvenire, ma comprendere; ... non sopportare, ma superare. Noi vi abbiamo spiegato la legge del karma per aiutare voi singolarmente, e non già per prendere questa Verità come pretesto per giustificare la pigrizia, in quanto ben facilmente si può dire: "Se è un karma, nessuno può cancellare questa sofferenza ed io non posso certo aiutare". Quindi, l'aiuto che voi dovete dare sempre, anche con il pensiero, è quello di inviare alle creature pensieri di comprensione, non comprensione della loro situazione di fatto, materiale, ma comprensione della Verità.Ho udito una domanda alla quale torna conto rispondere. Le altre, in fondo, non hanno necessità di una risposta da parte nostra in quanto sono state soddisfatte da voi stessi; tranne quella circa il linguaggio e la forma che è possibile dare alla enunciazione della Realtà, alla Verità. Ogni Realtà che sia costretta entro gli indispensabili schemi delle parole, è sempre, in una certa misura, sacrificata; ma non sempre il disagio che si può provare nel leggere ed ascoltare ciò che viene detto in una determinata forma significa che si sia trasceso la forma. Ma vi sono a volte ragioni d'ordine psicologico le quali sono legate a riflessi condizionati, ed è appunto sul valore delle parole che io intendo soffermarmi questa sera, riallacciandomi all'altra domanda di cui prima dicevo che è di qualche interesse: il suono in s‚,la potenza del suono,la forza del suono,la parola.Certe parole possono ricondurre alla mente periodi trascorsi della nostra esistenza; un modo di parlare può richiamare inconsapevolmente dal nostro subcosciente alcune esperienze più o meno felici, più o meno tristi e via dicendo; e quindi una forma ed un modo di parlare nel suo complesso può in qualche caso rendere triste l'individuo o fargli percepire una sorta di repulsa.Ma non solo in questo sta il valore dei suoni e delle parole. Il suono in se stesso produce vibrazioni nell'ambiente nel quale viene prodotto e queste vibrazioni possono andare al di là dell'ambiente ed espandersi. Un tipo di suoni collegati fra loro possono produrre risonanze nelle materie eteriche e, per coloro che capitano nella sfera di influenza di queste risonanze, possono provocare ora distensione, ora irritazione, ora senso di riposo, ora senso di stanchezza e via dicendo. Questo un suono qualunque o un insieme di suoni uniti in una certa maniera.Se poi a questi suoni noi uniamo la volontà, anche inconscia, di un interprete - in questo caso -, ecco che l'effetto viene accresciuto. Un brano di musica, ad esempio, se fosse suonato da una sorta di strumento meccanico - ad esempio un piano a manovella - produce una certa risonanza sulle materie eteriche. Questo stesso brano di musica, le stesse note suonate, anziché meccanicamente, interpretate da un semplice pianista all'oscuro del lato occulto della cosa, hanno un effetto assai più grande. Questa è la volontà inconscia che interpretando la musica conferisce a quei suoni ancora più efficacia.Poi vi sono gli effetti con grandissime ripercussioni dovuti alla volontà conscia, dovuti ad un aumento di concentrazione, ad una operazione fatta consapevolmente, proprio per raggiungere quel determinato scopo. Non so... un essere umano, a conoscenza del lato occulto di queste cose può, attraverso a suoni modulati in un determinato modo, provocare una sensazione in colui che ascolta. Ma, vedete, non si ferma qui il lato occulto. Come prima dicevo, una forma parlata o letta può richiamare, attraverso ai riflessi condizionati, certe sensazioni di tempi trascorsi, così può accadere che ad un suono un Maestro leghi una determinata "forma pensiero".La famosa frase "Om Mani Padme Hum" è efficace di per se stessa, ma tanta è la concentrazione che su questa frase il creatore di una determinata religione ha posto, che questa sua efficacia è accresciuta moltissimo da questa concentrazione, così che il suono produce non solo una risonanza nella materia eterica, ma anche nel piano mentale, perché quel suono produce una sorta di riflesso condizionato che attraverso al corpo mentale dell'individuo che lo produca o lo ascolti, giunge nel piano mentale captando quelle forme pensiero che si sono andate costituendo durante i secoli di concentrazione e di preghiera operata su quei suoni. Sono riuscito a spiegarmi? Ecco dunque che ogni suono ha

una sua influenza; questa influenza può essere accresciuta con l'interpretazione inconsapevole di una creatura umana; molto di più con la interpretazione consapevole, ed ancora di più se a questo suono viene unita una "forma pensiero" la quale si estrinseca, produce i suoi effetti, allorché il suono viene posto in essere.Così il Padre Nostro, nella sua forma conclusiva, nella sua conclusione ha legato una grande "forma pensiero" creata dal Maestro Cristo; e ogni volta che questo Padre Nostro venga recitato - e più ancora se si riproducono in qualche modo i suoni che furono pronunciati per la prima volta, nella lingua originale -, ogni qual volta ciò avviene, ecco che questa "forma pensiero" si estrinseca.Non so se avete mai udito un conferenziere che, benché dica delle cose interessanti, tuttavia ci distoglie dalla concentrazione perché il modo di pronunciare le parole non desta e non stimola la nostra attenzione. In ciò non ha influenza il tono più o meno alto della voce, o meno intenso del parlare. E' proprio una questione di suoni. Così le parole che sono legate a certe "forme pensiero", poco a poco quasi le trascinano con sé.Se, per esempio, voi poteste vedere ogni qual volta viene pronunciata la parola "odio", come la materia eterica risuona! E come, attraverso al corpo mentale di colui che pronuncia questa parola o di colui che ascolta, risuoni la materia del piano mentale. E se una creatura odia, voi potreste vedere la sua aura colorata in un determinato modo, e formata in un modo che è sempre analogo per tutti coloro che odiano. Ebbene questa creatura che odia produce nelle materie che la circondano, più sottili, del piano astrale e del piano mentale, un certo turbamento. Le parole che stanno a simbolizzare quello stato d'animo, anche se pronunciate da una creatura che non si trovi nello stato d'animo che esse vogliono simbolizzare, producono lo stesso turbamento nelle materie sottili. Così pronunciando continuamente parole come queste: "bene", "pace", anche se colui che le pronuncia non riesce, concentrandosi, a stabilire nell'intimo suo uno stato d'animo simile alla pace, finisce col creare attorno a sé questo senso di pace che è avvertito dalle creature. 1 maggio 1965 5. Religioni e comprensione:; Secondo la tradizione dell'antico popolo ebraico, nel luogo ove erano custodite le leggi, le tavole delle leggi che Mosè ebbe come divina rivelazione - dice la tradizione mistica -, forze indescrivibili aleggiavano perché su quelle tavole erano scolpiti i Comandamenti di Dio, la legge divina. Niente di tutto questo è più falso perché, figli cari, la Verità espressa in frasi, se non è compresa, rimane un insieme di parole prive di ogni significato e, quindi, di ogni forza.Se di quello che noi vi diciamo, fosse fatta una religione, pur essendo sicuri che nessun altra religione contiene tante Verità quante quelle che noi esplicitamente vi abbiamo dette, noi con altrettanta sicurezza diciamo che questa nuova religione seguirebbe le sorti di tutte le altre che, in sé e per sé, essa non avrebbe un maggior valore, una maggior forza di imporsi agli uomini; che sarebbe soggetta ad alti e bassi, a periodi di fortuna e di rovesci perché, figli, ciò che conta della Verità è che sia compresa. Se la Verità non è compresa - lo ripeto ancora - rimane una espressione di parole e di simboli non svelati che, non essendo compresi, non danno alcuna forza e alcuna chiarezza. Ma se, invece, ciò che quelle parole vogliono dire è prima capito e poi compreso, ecco che veramente forze indicibili scaturiscono dalle leggi, dai Comandamenti, in altre parole, dalla Verità. E chi comprende la Verità, ha in s‚ quella forza che contribuisce a muovere tutto quanto esiste; ha in s‚ la ragione del Tutto, la famosa "pietra cubica" della quale parlavano gli antichi occultisti, la "pietra filosofale" degli alchimisti, il "grande agente" dei cabalisti, e via e via dicendo. Perché la Verità compresa apre all'uomo veramente un nuovo orizzonte.Ma dicendo questo noi non vogliamo illudervi, né spingervi a prendere questo insegnamento come una sorta di rimedio contro ogni malanno ed ogni avversità. Forse l'errore vostro, è proprio questo: quello di pensare che l'essere depositari di queste Verità, senza averle comprese, possa in qualche modo

conferirvi una immunità dai colpi che la vita di ogni giorno riserva a tutti gli uomini indistintamente. Ebbene, se questo è il vostro recondito pensiero, disilludetevi, perché come taluno di voi sa e come ora ho detto, la forza che queste nostre parole hanno in sé, per essere liberata, deve necessariamente scaturire dalla comprensione di ciò che le nostre parole significano.Voi forse, conoscendo ciò che noi vi diciamo, pensate che il saperlo unicamente con la mente possa spiegarvi di colpo tutto quanto accade attorno a voi. Ma non è così. Noi vi diamo gli strumenti per comprendere, e sono "insegnamenti"; ma questi insegnamenti debbono essere assimilati - come ormai ho detto tante volte - da ciascuno di voi. Noi possiamo certo aiutarvi anche nel lavoro di assimilazione, ma ciascuno di voi deve, con animo sereno, adoperarsi per comprendere. Mentre vediamo che quando i vostri affari non vanno bene come voi desiderate, misteriosamente gli insegnamenti divengono incomprensibili, mentre quando il vostro umore è più alto, tutto è pacifico e comprensibile. E' vero, questo è nella natura dell'uomo, ma certo è che l'insegnamento è quello che è, e che quindi dipende da come ad esso voi vi rivolgete.Ad esempio questa sera in più di uno vi siete chiesti: "Perché e che cosa l'uomo deve comprendere dal karma?". Noi abbiamo sempre rifuggito ogni tipo di esempio perché il karma è così complesso, è così diverso e multiforme negli aspetti nei quali si presenta, che temiamo, nel farvi esempi, che voi riduciate tutto ad una sorta di "inferno" dantesco nel quale gli uomini si dividono in vari tipi di peccatori, per i quali vi sono vari tipi di pene; ed ecco che qua l'antico si collega e si riunisce con il nuovo: l'antico poeta con i sistemi di lavorazione in serie della civiltà moderna. Ebbene per questa ragione noi sempre abbiamo cercato di non parlare del karma se non nel principio generale, che è quello che dovete comprendere per raggiungere la certezza che tutto è Giustizia e Amore nel Cosmo. Niente altro ha importanza. Non ha importanza il singolo karma, perché se ciò fosse importante l'uomo per primo ricorderebbe le sue trascorse esistenze, anche durante l'ultima esistenza terrena. Ma proprio il contrario deve invece essere, perché l'uomo non deve ricordare, nel momento che subisce l'effetto di una causa che ha mosso, quale è stato l'avvenimento per il quale, in tempi trascorsi, mosse quella causa che come conseguenza gli ha portato l'effetto che sta scontando.Ma voi vorreste invece saperne di più di questo karma. E che cosa sapere, più di quello che vi abbiamo detto? Forse non ricordate ciò che vi disse il fratello Claudio (1), quando dite che l'uomo sofferente non trova comprensione, ma maledice chi e che cosa lo fa soffrire. Certo! Il fratello Claudio disse che l'uomo, nel momento della grande sofferenza, tutto dimentica per essere più libero nel ricercare le cause che lo fanno soffrire. Certo che nel momento della sofferenza e della disperazione che la sofferenza talvolta arreca, l'uomo maledice tutto quanto lo fa soffrire! E tutto dimentica pur di trovare la ragione, e quindi il rimedio, per il suo dolore. Ma potete forse voi dire che chi ha sofferto non ha comprensione per chi soffre? Potete forse voi dire che chi è stato macerato dal dolore può trattare duramente i suoi simili e farli soffrire? Guardatevi attorno, e forse se veramente dalla discussione accademica voi passate ad una analisi profonda e vera e reale dei casi che vi stanno attorno, voi vedrete che le nostre parole trovano conferma nella realtà. Certo che nella disperazione del dolore l'uomo dimentica la fede, dimentica tanti bei principi che nella serenità aveva, ma ciò non vuol dire che questo dolore non gli arrechi comprensione. E non vi abbiamo forse detto che la comprensione giunge dopo, per la quasi totalità, per la maggior parte dei casi?Facciamo un esempio, anche se di esempi mai abbiamo voluto parlare. Supponete che una creatura possa disporre di altre creature al suo servizio, così come si poteva nei tempi passati, per farsi servire, e nella cura della propria persona dimentichi la libertà delle altre creature, la personalità e la vita di esse, arrecando ad esse dolore. E supponiamo che le parti si invertano e che per comprendere quanto sia importante l'altrui libertà e il rispetto dell'altrui personalità questa creatura, in una vita successiva, non ricordando ciò che ad altri fece patire, si trovi a rappresentare la parte di un servitore ed a subire

1 Claudio è l'entità che ha impartito l'insegnamento del "Conosci te stesso". Vedi i volumi "Per un mondo migliore" e "Conosci te stesso", editi dalle Mediterranee.

così i comandi del proprio padrone. Non ricordando ciò che era nella precedente incarnazione forse questa creatura soffrirà del suo stato, così come fece soffrire gli altri; e si dispererà e ricercherà le cause di questa sua sofferenza. Ma non ricordando, non le troverà. Ma non troverà forse comprensione ed amore per coloro che, come lui, sopportano l'altrui prepotenza? E ciò non avverrà forse indipendentemente dal ricordo e dal timore di un castigo? Perché se l'uomo ricordasse ciò che ha fatto, molto probabilmente non si parlerebbe di comprensione, ma di ritegno. Egli non commetterebbe certe azioni non perché ha compreso, ma perché avrebbe paura delle conseguenze, degli effetti che queste azioni portano. E quando questa creatura sarà trapassata, oltre alla comprensione per coloro che soffrono, che il dolore le avrà arrecato, ponendo insieme causa ed effetto, non troverà forse la comprensione vera, finalmente? La spiegazione della sua sofferenza? La spiegazione di ciò che gli è accaduto non gli apparirà chiara, pur rimanendo questa creatura anche limitata nella evoluzione? Allora, ponendo insieme le due parti che ha rappresentate in due vite terrene, questa creatura si ricorderà quale era il suo sentire allorché comandava e quale era il suo sentire allorché ubbidiva. E non acquisterà forse un maggior rispetto degli altri, ed un discernimento allorché si trovasse nuovamente a comandare? Certo che negli esempi dobbiamo tutto semplificare, ridurre ai minimi termini, e forse leggermente spostare la realtà. Ma credo che - se altro mezzo non v'è per farvi capire - essi possano essere utili almeno in questo caso.Così non si tratta di capire, dal karma, dall'effetto che una creatura sta scontando, qual è la ragione che la fa soffrire, qual è la causa che ha mosso, in altre esistenze, che oggi le arreca dolore. Anche questo può avvenire, ma se non avviene, voglio dire che ciò non è la ragione del karma; voglio dire che non quello, durante la vita terrena, il karma deve solamente dare. Ma dare comprensione verso chi soffre, dare sentimento a chi soffre, in modo che verso i suoi fratelli non provi avversione ma amore. E quando la comprensione totale, che il karma mira a dare, non è giunta nella vita terrena, giungerà senz'altro allorché l'individuo potrà unire ciò che il suo essere interiore ha sentito, ha provato, ha percepito rappresentando e vivendo due vite diverse, eppure così strettamente unite da quel filo che si chiama causa ed effetto, legge del karma.

7 giugno 1965

6. Rimanete soli e semplici Esaminiamo a grandi tratti le linee dell'evoluzione spirituale dell'individuo.Inizialmente l'individuo non ha coscienza di se stesso ed è un centro di sensibilità ed espressione. Fino a che l'individuo non si incarna come uomo, lo scopo della sua esistenza nel piano fisico è quello di costituire i propri veicoli, gli strumenti atti a dargli la possibilità di manifestare se stesso, in altre parole portarlo a quel livello di sviluppo che possa servire all'ulteriore fase dell'evoluzione individuale.Allorché questo livello è raggiunto, l'individuo ha coscienza di se stesso ed è diventato un centro di coscienza e di espressione. Mentre prima era solo un centro di sensibilità, percepiva e rivelava quanto l'ambiente circostante gli faceva percepire: freddo, caldo, sete e via dicendo. Successivamente vi è una individualizzazione ed infatti l'uomo dice: io ho freddo, io ho caldo, e così via.A questo punto è facile capire che per l'individuo si schiude un mondo nuovo: il mondo dell'io, il mondo che il senso di separatività gli suggerisce. Così l'individuo conosce profondamente e profondamente percepisce l'egoismo, l'avidità, la bramosia di possesso; stimoli che nascono appunto dall'io, dal sentirsi separati da quanto circonda. Questo egoismo inizialmente è violento e si manifesta in forme violente: il furto, l'omicidio, la violenza, perché l'individuo, che non si discosta molto dall'animale, cerca la via più breve per venire in possesso di quanto è oggetto del suo desiderio.Ed ecco che allora occorrono dei fattori che possano limitare questo richiamo violento dell'individuo in modo che non vi siano dei gravi danni verso altri individui che a lui sono vicini. Voi sapete che vi è una inibizione naturale rappresentata dalla limitazione della libertà di arbitrio dell'individuo quando questi non sia molto evoluto; ma, come sempre, ogni forza è doppia e a questa che risiede nell'intimo dell'individuo, nel suo essere, ne è accoppiata un'altra, la quale invece sta al di fuori dell'individuo, nell'organizzazione sociale in cui l'individuo vive. Abbiamo allora i tabù, le leggi che non si possono violare, i comandamenti morali o religiosi i quali, sotto la minaccia di un castigo o l'inibizione della paura, vietano di compiere certi atti violenti che l'individuo vorrebbe compiere. Gli individui si costituiscono in società e le società hanno le loro regole, le loro leggi che devono essere osservate per il rispetto reciproco degli individui. Noi vediamo quindi, a questo grado dell'evoluzione, che le istituzioni sociali sono necessarie in modo simile alla limitazione di libertà di arbitrio che risiede nell'intimo dell'individuo.Successivamente, quando l'evoluzione o la maturazione spirituale dell'individuo è tale per cui egli non compirebbe più atti di violenza per assecondare il proprio egoismo, anche se non vi fossero proibizioni formali, le organizzazioni perdono il loro significato e il loro scopo.Le organizzazioni vanno molto bene per le conquiste umane, per quello che l'uomo non riesce ad ottenere singolarmente in fatto di riconoscimento, in fatto di mete sociali, ma sono contrarie allo spirito stesso della verità e dell'insegnamento quando siano costituite e fondate con l'intenzione di fare evolvere l'individuo vanno bene per le conquiste umane, ma sono contrarie alla verità quando sono costituite con l'intenzione di far evolvere l'individuo 1:;. Chi si accosta ad una organizzazione spirituale con lo scopo di evolvere se stesso, di raggiungere una mèta, in effetti non fa che assecondare il processo di espansione dell'io.Così voi non dovete parlare ai vostri simili per insegnare loro, non dovete sentirvi degli istruttori, ma ciascuno di voi, quando se ne presenta l'occasione, addivenga ad un colloquio con il suo simile per amore verso questo, per seguire quel prezioso impulso che sente di aiutarlo, senza preoccuparsi se il suo simile lo segue, se il suo simile lo giudica evoluto o intellettualmente quadrato, erudito e via dicendo: ma, ripeto, con il solo scopo di dare chiarezza al proprio fratello.

Occorre stabilire individualmente questi colloqui, queste intime comunioni, nelle quali il desiderio di primeggiare non esiste, nelle quali esiste unicamente il desiderio di veder tornare il sorriso sul volto del proprio interlocutore, nelle quali non si esige che il proprio interlocutore abbia capito e divenga un neofito, perché in questo caso sarebbe una palese dimostrazione che il presunto altruismo è un moto ambizioso ed egoistico.Non è importante che il colloquio si ripeta. Se il vostro interlocutore avrà bisogno ancora delle vostre parole, sarà egli stesso a chiederlo, non voi ad imporglielo; se il vostro interlocutore sarà beneficato da quello che gli avete detto, sarà lui che vi chiederà di parlare ancora con voi. Ma voi non dovete sentirvi lusingati da questa richiesta, imperciocché se così fosse sarebbe una chiara, lampante, inequivocabile manifestazione che vi è ancora dell'ambizione che vi muove a parlare. E se anche così è, non vi diciamo "tacete", no, continuate pure a parlare perché il vostro interlocutore in ogni modo beneficerà delle vostre parole, sia che siano mosse dall'egoismo che dall'altruismo. Però se è l'ambizione che vi muove, siatene consapevoli e allora vedrete che non vi sentirete più dei novelli predicatori, dei discepoli prediletti che sono mandati fra gli uomini per catechizzare le masse, ma delle creature che ricercano, come la maggior parte delle altre, un mezzo per avere soddisfazione egoistica.L'individuo è quello che è. Né le organizzazioni né il prestigio che i suoi simili gli possono accordare, lo accrescono spiritualmente. In effetti, se l'uomo gode presso i suoi simili di una certa rispettabilità, la sua persona ha un peso nei confronti degli altri, una responsabilità nei confronti di chi gli accorda questo prestigio; ma in se stesso l'individuo è quello che è, e se, di peso, noi lo prendiamo dal centro più o meno ristretto di coloro che gli accordano un privilegio e lo trasportiamo in un altro cerchio di individui dove nessuno lo conosce, l'individuo torna ad essere quello che è, rimane nudo di fronte agli altri, ricco solo della sua ricchezza interiore.Se presso i vostri simili voi godete di una fama, di una notorietà, di un prestigio, siate consapevoli della fiducia che godete, sappiate bene usarla perché è un "talento" che avete e che deve essere speso nella maniera giusta. Chi è ascoltato dagli altri perché, a torto o ragione, è ritenuto in grado di poter dire qualcosa, sia consapevole di questa sua possibilità, di questo suo potere e sappia spendere questo "talento" - che ha in più rispetto agli altri, questo ascendente che ha sulle altre creature - in modo altruistico e a loro beneficio.Se da altri ha ricevuto questa cambiale firmata in bianco, sappia contraccambiare usandola per il loro bene e non per il proprio interesse.

20 novembre 1965 7.Da amore ad Amore Abbiamo seguito, o figli, la vostra turbolenta conversazione questa sera; e quando questa turbolenza significa interessamento, partecipazione, essa non può essere considerata che positivamente, e proficua per la conversazione stessa, per la comprensione, speriamo; e per creare quella giusta e necessaria tensione in forza della quale noi possiamo più agevolmente parlare.Desideriamo iniziare dall'ultimo argomento delle vostre conversazioni di questa sera, ponendovi una domanda: "Può dirsi che la vita terrena di un individuo sia illusoria?". Certo, figli, che tutto quanto non è la Realtà assoluta, è illusione; e così la vita di un individuo è cosparsa - in linea generica - di illusione.Ma pure quante esperienze! E tutte "reali", relativamente, ma proficue per l'evoluzione dell'individuo sono proficue per l'evoluzione dell'individuo 1:;. Così, gli affetti familiari non sono "amore assoluto", ma conservano in sé - quando sono veramente tali, sentiti, come le amicizie, come gli affetti che possono sorgere improvvisi al solo vedersi e conoscersi -, non sono ancora partecipi dell'Amore universale e assoluto, ma ne conservano un frammento, un barlume di questa luce.Ne sono il terreno favorevole nel quale un giorno sboccerà il vero amore. Sono "esperienze" che poste l'una accanto all'altra conducono l'individuo ad amare,

gli danno la capacità di amare nel vero senso della parola. E non sono quindi cose che possono dirsi prive di importanza; sono esperienze costruttive, quando veramente ne abbiano i caratteri presupposti.Le esperienze dell'individuo di media evoluzione possono generalmente dividersi - in modo convenzionale - in due gruppi: all'uno appartengono quelle esperienze in ordine alle quali l'individuo impara a dominare se stesso, impara a controllarsi, impara a superare varie passioni che sono inerenti ai suoi veicoli inferiori, per definizione. Le altre sono esperienze costruttive nel vero senso della parola, e sono quelle esperienze che allargano la coscienza. Del primo tipo, sovrana fra tutte, è quella che dà all'individuo la natura di amare. Questo amore, ripeto, nella sua vera essenza, nella sua vera luce, nella sua apparizione finale, è della stessa natura dell'Assoluto; ma prima d'allora l'individuo passa attraverso a varie fasi, così come la sua coscienza: da un chiuso egoismo, ad un affetto per quelli che a lui sono vicini e che in qualche modo gli sono utili e necessari.Questo affetto, voi direte, è suscitato da una questione di necessità; si, è vero, ma pure, anche se avvolto da un profondo ed essenziale egoismo, pur tuttavia ha ancora un aspetto e una parvenza di affetto. E più oltre, figli; al primo affetto disinteressato che sorge per una questione di simpatia, identità di vedute con uno o più dei suoi fratelli; e oltre ancora, fino a un affetto per ogni creatura simpatica o no; e man mano che questo affetto sboccia sempre più naturalmente e sempre meno provocato da interesse o da simpatia, sempre di più la sua natura si sublima, si affina, procede verso quell'Amore assoluto che è la perla, la mèta, dell'uomo evoluto. E quanti sono i traguardi, figli, prima di giungere a quella mèta! Certo noi non possiamo dire che un selvaggio è un uomo evoluto, né possiamo dire che il Santo è lo stesso selvaggio di molte incarnazioni prima; pur tuttavia fra la prima e l'ultima incarnazione di un individuo, vi è un filo che tutte le lega, e se non vi fosse stata la prima - evidentemente - non vi sarebbe stata l'ultima. Se l'individuo non avesse percorso tutta quella teoria di reincarnazioni con tutto quello che ne consegue, non avrebbe raggiunto la sua evoluzione individuale. Così, se non vi fossero gli affetti egoistici, familiari, umani - come chiamar li volete - non potrebbe esservi, domani, l'Amore vero, quello che pur essendo tutt'altra cosa dagli affetti umani ed egoistici, pur tuttavia ebbe in quelli il suo terreno fertile.

8 gennaio 1966 8. Il sentire-amare dell'Assoluto Abbiamo udito quelli di voi che ci hanno pensati, e torniamo a parlarvi, come di consueto, al termine delle vostre conversazioni.Che cosa avete detto questa sera? Vi siete fatti delle domande; avete chiesto perché la individualità non ha come condizione della sua esistenza quella di essere legata a veicoli, in piani di esistenza, durevolmente, sempre. Ebbene figli, a questa domanda voi stessi avete dato risposta; ma non avete considerato un particolare, e cioè che il "sentire" si fonde con il "sentire dell'Assoluto" e quindi noi possiamo considerare che, in questa fusione, l'esistenza della individualità, al termine di un ciclo cosmico, sulle soglie dell'ultimo riassorbimento, divenga l'Esistenza dell'Assoluto.Per farvi intendere qual è il "sentire" dell'individuo evoluto, massimamente evoluto, identificato con l'Assoluto, usammo le parole: Essenza, Beatitudine, Esistenza e dicemmo che la coscienza assoluta raggiunta dall'individuo quando questo individuo può esprimersi anche con la parola "individualità" - voi intendete che cosa ciò significa -, è un sentire di essere uno nel Tutto. Ebbene figli, questo "sentire" è la dimostrazione che allora l'individualità "poggia" - se possiamo adoperare questo verbo - la sua esistenza non più sulla vita microcosmica nei piani inferiori, ma nello stesso modo in cui l'Assoluto Esiste. L'identificazione con l'Assoluto significa, voi sapete, diventare uno col Tutto. Così, figli, quando voi parlate del "sentire" dell'Assoluto, ancora una volta vi ricordo che è un "sentire dell'Uno-Assoluto". Non è un sentire che può ampliarsi in una successione temporale, voi lo capite; è un "sentire" che significa Eterno Presente e Infinita Presenza. E' un sentire il Tutto in un attimo eterno: è un

"sentire-amare" in termini di Assoluto, ma è il sentire di un Tutto-Uno-Assoluto. E quando noi vi diciamo "il sentire dei molti nell'Uno, è un essere partecipi dell'Assoluto: Esistenza. E quindi un sentire assoluto, come ora vi dicevo, nei termini che ora vi accennavo, ed è un "sentire" di essere uno in questo Tutto-Uno-Assoluto. Esistenza. Beatitudine, perché è un partecipare del Tutto e ciò non può che pallidamente essere tradotto con questa parola: beatitudine.Essenza perché, figli, è un Esistere in forma di "Essenza".Se noi guardiamo l'individuo durante la Manifestazione di un Cosmo, vediamo che la sua "essenza" è la Scintilla divina la quale - propriamente, possiamo dire, solo di lei - ha i caratteri dell'Assoluto: la individualità e tutti gli altri veicoli servono alla manifestazione della vita individuale nel Cosmo. Esistere in stato di "Essenza" significa, quindi, aver abbandonato i veicoli che hanno servito al processo evolutivo e avere quindi trasceso il Cosmo. Se non vi fosse questo stato di Esistenza, il manifestarsi e il riassorbirsi dei Cosmi non sarebbe che un moto meccanico, un pulsare accidentale nel tempo, conseguenza imprevista della natura di un Assoluto privo del Sentire Assoluto. E tutto sarebbe ridotto ad un moto meccanico privo di ogni aspetto di sentimento nel modo che prima vi dicevo. Ma non è così, figli. La individualità, che voi sapete essere un attributo della Scintilla divina, in altre parole del virtuale frazionamento de]l'Assoluto, dell'Uno nei molti, rappresenta la natura di Dio detta "sentire-amare", la Sua natura interna che voi sapete essere un attributo della Scintilla divina, in altre parole del virtuale frazionamento de]l'Assoluto, dell'Uno nei molti, rappresenta la natura di Dio detta "sentire-amare", la Sua natura interna 1:;. Se non vi fosse questo virtuale frazionarsi dell'Uno nei molti, non vi sarebbe il "sentire-amare" dell'Uno-Assoluto, e viceversa. Ma in ciò - come avete detto - non deve intendersi che il sentire dell'Assoluto sia frazionato in tante piccole o grandi propaggini, in tanti tentacoli, in una sorta di sistema nervoso che abbia lo scopo di portare fino nei più reconditi meandri la facoltà e la possibilità dell'Assoluto di "sentire". Giammai, figli! Il virtuale frazionamento è una natura dell'Assoluto, in forza della quale - ripeto - l'Assoluto sente-ama in termini di Assoluto, di Tutto-Uno-Assoluto.Comprendo, figli, che questi argomenti possono per taluno di voi sembrare pesanti. Ma pure non dovete dimenticare e non tenere in debita considerazione la loro importanza.Avete chiesto che cosa deve fare l'individuo che sia convinto dell'Assoluto, che ne riesca ad intravedere la natura, per vivere in un modo che, pur essendo relativo, si avvicini il più possibile alla Realtà.Figli, il nostro insegnamento, pur essendo iniziato da molto del vostro tempo e da più lati, secondo differenti punti di vista, finisce con lo scoprirsi un tutto-unico che dovete seguire e ascoltare nella stessa direzione. L'Assoluto è Immutabile, nell'Assoluto non esiste divenire, ma l'Assoluto è l'Essere.Ebbene qual è l'insegnamento che noi vi abbiamo dato che si addice a questa Realtà dell'Assoluto trasportata nella vostra vita di ogni giorno, se non il "conoscere voi stessi"? Il quale tronca ogni divenire dell'individuo per realizzare nell'intimo suo un "Essere"? Noi vi abbiamo detto che se nell'individuo vi è il divenire, l'individuo non è. Voi avete udito parlare di evoluzione, ma l'evoluzione non è nel divenire. Quando vi diciamo che l'individuo non deve agire per migliorare se stesso, vi insegniamo a non agire per divenire. Quando vi diciamo "dovete agire secondo il vostro sentimento, secondo ciò che voi sentite", vi insegniamo l'Essere e non il divenire. E come potete cessare questo continuo divenire che è in voi e verso il quale siete portati e non cadere nell'abulia e non divenire ancora degli abulici e dei tepidi, se non conoscendo voi stessi? 1:;, se non conoscendo voi stessi? Annientare o superare questa forza, vi dicemmo - la forza dell'egoismo - può condurre l'individuo ad una sorta di abulia, se a questa forza dell'egoismo non si sostituisce la forza dell'altruismo. L'individuo conoscendo se stesso - e voi sapete quale processo attivo sia il conoscere se stessi, l'introspezione, l'esame del proprio intimo -, cessa il divenire e non cade quindi nell'abulia che sarebbe ancora più dannosa del divenire; imperciocché il divenire è sempre una forma attiva anche se più lontana dalla Realtà. Ma l'abulia, la tepidezza è

una forma di morte apparente che sta fra l'Essere e il divenire, che rappresenta la stasi, che non trova nessuna analogia nella Realtà. Imperciocché anche la Immutabilità - che potrebbe forse da voi essere, per analogia, accostata alla stasi - ebbene, figli, è tutt'altra cosa, perché per Immutabilità non deve intendersi "stasi", ma assoluto mutare, tanto e tanto da contenere ogni mutazione.Per questo "Immutabilità": perché nessuna condizione di mutabilità ulteriore può esistere, in quanto tutte sono contenute.Vi benedico, figli, singolarmente.

15 gennaio 1966 9. L'unico metodo possibile Quando l'uomo deve staccarsi da un concetto e lo demolisce - per ciò che è venuto a conoscenza, oppure per meditazione, riflessione e via dicendo -, molto spesso accade che l'uomo si getta a corpo morto su un concetto che essenzialmente sia l'antitesi di quello fino ad ora ritenuto e poi scartato. Così, se taluno di voi - ed io mi auguro che siate tutti - comprende, oggi, che il concetto di Dio considerato come separato dal Cosmo e dalla creazione o dalla emanazione o da quello che voi volete, non è più giusto, può anche accadere - e qui io mi auguro che non siate tutti - che si ricorra al concetto opposto, in antitesi, come altre volte abbiamo detto: sia da voi, consapevolmente o meno, abbracciato un concetto secondo il quale tutto si riduca ad una forma di panteismo, tutto divenga un Esistere eterno, legato, ma che esprima l'Essenza di questa Esistenza unicamente nella totalità del Tutto, senza che da questa totalità trascenda l'Uno. State bene attenti a non cadere in questo errore.Vi ho udito parlare, questa sera, di che cosa deve intendersi per Realtà assoluta, e se questa Realtà è in qualche modo enunciabile; dico "in qualche modo" perché voi sapete benissimo che la Realtà non può essere descritta, ma solo compresa identificandosi con essa. Parlo di Realtà, ossia di Assoluto, ossia di Dio.Ebbene, figli, la Realtà, Dio, pur conoscendolo e comprendendolo solo nella identificazione con Lui, la Realtà può essere enunciata. E voi avete detto: "Ha un volto?". S, figli, ha un volto. La Realtà assoluta ha un volto, e se voi pensate che questo volto sia quello che fino ad oggi avete creduto, che può essere in qualche modo simile a ciò che talune religioni, specie occidentali, insegnano, voi non avete compreso, neppure capito. Ma dico "Ha un volto" perché non pensiate che Dio, l'Assoluto, la Realtà, sia la totalità di tutto Ciò che E', e siccome tutto ciò che E' è l'Infinito, e siccome è l'Immutabile in quanto contenente tutte le mutazioni possibili, che questa Realtà non sia identificabile in quanto in continua mutazione. Giammai, figli cari! la Realtà, pur comprendendo tutto quanto esiste, la Realtà pur comprendendo tutto quanto E', un Tutto-Infinito, è enunciabile, ha un volto, cioè è un Tutto-Uno-Assoluto. E quindi, figli, si può dire che la Realtà è Giustizia assoluta, per quanto la Realtà sia ciò che E' e non ciò che appare.Dio è Colui che E', e non esiste ragione per la quale Egli E', ma Egli, figli, E' - come è stato detto - perché E' come E'Dio è Colui che E', e non esiste ragione per la quale Egli E', ma Egli E' perché E' come E' 1:;; e pur tuttavia possiamo dire che questo Essere, questo Esistere, questo Essere è Armonia assoluta e quindi Giustizia assoluta. Affermando ciò, noi non intendiamo affermare l'esistenza di Dio come un sovrano il quale amministri il suo regno con discernimento e con Giustizia. Eppure, figli, noi possiamo dire che Dio è anche Giustizia assoluta, senza voler dire ciò, ma affermando il principio e la Realtà della Giustizia nella sua Essenza reale.Ed, allora come comprenderci? Come dire un principio sicuri che voi comprendiate ciò che noi vogliamo dire? Se avessimo di questi timori non vi avremmo parlato mai, perché chi da tempo ci segue sa che siamo arrivati a parlare - se non a capire, lo dico per quelli di voi che sono pessimisti - di questi argomenti attraverso ad un colloquio. In questo colloquio, esisteva in noi unicamente il desiderio di farci intendere.

Perché, figli, noi vi amiamo, tutti singolarmente ed indistintamente ed ugualmente: quelli che parlano e quelli che stanno zitti, come voi dite; e tutti desideriamo che comprendiate. Quelli che parlano ci danno motivo di rispondervi, di accennare a concetti che si avvicinano il più possibile alla Realtà. Quelli che tacciono, ci offrono l'occasione di riflettere e di maturare ciò che avviene in queste conversazioni fra noi e voi; ci danno motivo di meditare e vedere fino a che punto siamo stati chiari e quanto possiamo esserlo ancora. Ebbene, occorre che ciascuno di voi faccia il massimo sforzo per seguirci; non parliamo in modo enigmatico, ma cerchiamo di farlo nel modo più palese possibile, più facile per tutti voi. E voi dovete ascoltarci con attenzione, anche se l'argomento può sembrarvi di poca utilità o già compreso talmente bene da divenire ovvio. Chi di voi può essere sicuro di avere compreso meglio degli altri, e chi può negare l'utilità di collaudare ciò che ha compreso attraverso ad una conversazione, ad un colloquio? Perché se taluno pensa che questo sia faticoso, o non utile, ciò significa che non ha compreso l'utilità del colloquio; se pensa che il colloquio non possa esistere, allora significa che fa una affermazione a fortiori in quanto sempre è possibile un colloquio fra creature e su ogni argomento: di lingua diversa, di razza diversa, di mentalità diversa. Occorre, non dico "cercare di essere concilianti" attribuendo a questa parola il significato di faciloni, accomodanti, superficiali, ma "concilianti" nel senso di trovare nelle varie posizioni - che non debbono mai essere irremovibili ma sempre transitorie, perché questo è il segreto per comprendere - nelle varie posizioni e delle varie posizioni, i punti di contatto. E su questi punti di contatto intessere veramente quel lavoro di comprensione e di avvicinamento gli uni con gli altri.In queste conversazioni quindi, sta la riprova, il collaudo di ciò che avete compreso; perché queste conversazioni non si limitano ad uno scambio di opinioni fra voi, ma fra voi e noi; ed anche se non vogliamo dare alcuna importanza a noi, anche se voi volete vederci completamente spogliati di ogni mistero e di ogni maggior confidenza con gli argomenti che trattiamo, ricordate che di questi argomenti voi avete quella tanta o poca confidenza, ripeto - per non dire "comprensione" - perché in tutto questo tempo, del vostro, abbiamo cercato sempre un dialogo, un colloquio in queste riunioni; abbiamo insomma seguito un metodo, il vero ed unico metodo che può esservi nella comprensione della Realtà.Non esiste metodo: questo è il vero ed unico metodo. Laddove avviene e si manifesta una incomprensione, è l che deve essere chiarito. E così, nello spontaneo denunciare e manifestare una carenza di comprensione, sta veramente il metodo - che, ripeto, non è un metodo - di comprendere la Realtà.Il programma che noi svolgiamo, figli? Non esiste programma. Esiste una mèta ultima e tutto il tempo che voi volete, purché questo tempo sia utilizzato e non trascorso nell'attesa, tutto il tempo che voi volete per giungere a questa mèta ultima, per addivenire a questa comprensione. E man mano che noi ci avviciniamo, od avviamo verso essa mèta, troviamo di volta in volta l'argomento da trattare ed il programma da svolgere; non già secondo uno schema rigido prestabilito, ma secondo la vostra necessità. Questo, veramente, è l'unico e solo sistema che abbiamo seguito e che possiamo seguire.Quindi, figli, voi potete trattenervi ancora sull'argomento dell'Assoluto o cambiare argomento; ma ciò che veramente vi è utile non potrà essere nascosto, né tenuto nascosto a lungo da una presa di posizione, da un consapevole travisamento di questa necessità, da un mascheramento di ciò che veramente vi è utile. Ciò di cui avete bisogno, figli, in una forma o nell'altra sortirà fuori, purché sempre vi sia quel movimento, quella giusta tensione necessaria, quel giusto fermento indispensabile, quel fattivo colloquio che lo fanno venire a galla e quindi dimostrare, palesare.Non abbiate quindi timore, tutto sia meditato con serenità, tutto sia tenuto gelosamente, ma niente di quello che oggi voi avete imparato sia da voi trattenuto come definitivo, o possa in qualche modo - questo è veramente importante - impedirvi la comprensione di domani. Perché, figli, se ciò che noi vi abbiamo detto ieri, oggi vi impedisce la comprensione, ciò vuol dire o che non avete compreso quello che vi abbiamo detto ieri, o che non avete giustamente affrontato ciò che dovete comprendere oggi, perché la Verità - quando è compresa o capita - non può mai essere in contraddizione con se stessa. Ed i principi che noi vi abbiamo da molti dei vostri anni enunciati, rimangono sempre validi,

anche se nel corso dei colloqui e delle conversazioni ciò che siete venuti a sapere, gli approfondimenti fatti, possono farvi credere che essi principi non siano più validi. Il principio resta e l'approfondimento non può smentirlo. Ed il principio, anche se può essere diversamente interpretato, pur tuttavia nell'approfondimento queste interpretazioni tendono ad uniformarsi perché è nell'approfondimento che l'uomo comprende a pieno la Verità del principio.

22 gennaio 1966 10. La memoria è dannosa quando àncora alle idee passate Taluno di voi si è chiesto se la memoria può essere di ostacolo alla comprensione di se stessi. La risposta che avete data è giusta. Come vi dicemmo, per conoscere se stessi, la memoria può essere utile; diviene dannosa quando serve a fare ancorare l'individuo alle idee che un tempo possono averlo aiutato, e far trasformare questi principi in pregiudizi. Allora la memoria, può essere dannosa, altrimenti è uno strumento utile che l'uomo ha a disposizione per il proprio progresso.Altre cose vi siete chiesti. Siete andati sull'argomento del "ricordo" che hanno alcune creature di specie inferiore di esperienze acquisite. Esperienze del tutto semplici, ma in un certo senso esperienze - se rapportate alla semplicità della vita presa in esame -, che hanno un'enorme importanza ed un enorme valore.Come è possibile che il "ricordo" possa essere trasfuso da una creatura all'altra, da un organismo all'altro, quando l'uomo è abituato a passare al ricordo come a un fatto, ad una possibilità, ad una facoltà del tutto personale? Ebbene, figli, altra cosa è il ricordo di una esperienza la quale diventa tale unicamente se l'individuo impiega il suo intelletto. Vi sono tanti tipi di esperienza, ma possono essere convenzionalmente suddivisi in due gruppi: il gruppo che interessa la mente istintiva degli individui, e l'altro gruppo che interessa l'intelletto. La mente istintiva sovrintende a tutte quelle forme di pseudo intelligenza - dico "pseudo" per distinguerla dalla vera - che sono conosciute da voi come inerenti alla vita istintiva degli individui. Di questo tipo di mente istintiva sono le esperienze dell'individuo le quali si riflettono sulla sua sfera di vita vegetativa, nelle quali entrano, appunto, i riflessi condizionati. Le altre invece riguardano la sfera dell'attività intellettiva e quindi non riguardano più la sfera del corpo fisico, ma riguardano una sfera vitale che va al di là della semplice vita fisiologica. Ma non dovete trovare strana questa possibilità di trasfondere una esperienza legata - come giustamente avete riconosciuto - a riflessi condizionati, alla mente istintiva, cioè da un individuo all'altro; perché se ciò non fosse possibile, se queste esperienze non fossero comunicabili in ogni modo, non solo attraverso ad una vita fisica, ma attraverso anche ad un'anima collettiva, non vi sarebbe stata l'evoluzione della forma. Perché la comunicazione di un'esperienza istintiva tra un individuo all'altro della stessa specie è possibile attraverso due vie? E' logico, figli, perché l'anima gruppo acquista un insieme di esperienze che vengono a lei dai molti tentacoli che sono rappresentati da tante vite, sul piano fisico, da tanti organismi di quella specie.Mi seguite? L'anima gruppo raccoglie in s‚ le esperienze, ad esempio, di tutti le api di un alveare. Ma l'evoluzione continua, e questa anima gruppo passa ad animare altri organismi di una specie superiore agli insetti. Attraverso al tempo, s'intende. Ed allora come avverrebbe che la comunità dell'alveare conserva sempre, invece, determinate fondamentali caratteristiche? Ecco la seconda via attraverso alla quale passano le esperienze da individuo a individuo; sempre però esperienze della vita istintiva. Mi seguite, figli? Così, ancora ripeto: vi è una sorta di attività mentale istintiva che è quella che riguarda la vita dell'organismo fisico - voi sapete che accade anche negli altri veicoli, come nel veicolo astrale, ad esempio -, una sorta di vita istintiva la quale è regolata dalla mente istintiva che raccoglie in sé esperienze personali e di specie.Le esperienze personali e di specie sono legate da questa doppia possibilità di scambio che ora vi ho accennato.

12 febbraio 1966 11. Il non tempo Adesso affrontate un argomento che richiede ancora uno sforzo maggiore, ma pure non è al di fuori della vostra portata purché lo si affronti con semplicità.Se noi pensassimo all'Eterno Presente come alla pagina di un libro nel quale è raccontata una storia misteriosa, bellissima, non saremmo forse molto lontani. Per capire il senso il lettore deve per• scorrere tutta la pagina, è vero! Ma la pagina del libro comprende - nell'insieme delle parole, delle lettere, della punteggiatura e via dicendo - questa storia meravigliosa. L'Eterno Presente è oltre questo, perché comprende la storia nel suo svolgersi e comprende le leggi per le quali la storia si svolge come è descritta.L'Eterno Presente, come la pagina del libro, è senza tempo; ogni parola è presente nello stesso attimo eterno, così possiamo dire. Ma pure un movimento per il lettore esiste. Certo dire "il lettore" non significa escludere che qualcuno abbia la capacità di leggere tutte contemporaneamente le lettere insieme e capire egualmente la storia senza dovere scorrere riga su riga. La storia c'è, è vero? Ma il lettore deve, ad un certo momento, iniziare dalla prima parola per giungere all'ultima.Se l'Eterno Presente non ha tempo, l'Assoluto che comprende il Tutto e di cui l'Eterno Presente è condizione di "esistere" e di "sentire" - l'Uno-Assoluto -, non ha quindi successione né logica né cronologica né di tempo, è vero? Come esiste il tempo? Da che punto comincia a nascere? Può esservi "qualcosa" che pur essendo esistente nell'Eterno Presente, prenda poi cognizione di esso? Meditate, figli. Tante sono le domande, ma tutte hanno una risposta.

26 febbraio 1966 12. Ogni fase è un "sentire" Vorrei spingere la vostra attenzione al "sentire" dell'Uno-Assoluto perché, meditando sull'Eterno Presente, è facile cadere nell'errore di questo "tutto esistere in un attimo", "in cui tutto v'è", e dimenticare il "sentire", dimenticare che ciascuna mutazione è un "sentire, dimenticare che il virtuale frazionamento è un "sentire”, che ogni fase della vita dell'individualità è un "sentire. E perfino che le varie fasi del Cosmo sono fasi che vanno dalla sensibilità alla coscienza, al "sentire" vero e proprio.Quindi, figli, non dimenticate che in questo Eterno Presente, in questo Suo stato di esistere, c'è il "sentire" dell'Uno-Assoluto. Non costringete questa visione dell'Eterno Presente in uno schema in fondo panteistico o meccanicistico, o freddo; quasi come una fotografia di tutto quanto è, ma pensate che se tutto quanto è esiste nello stesso attimo eterno, ciò non vuol dire che sia un esistere privo di sentimento; anzi è soprattutto ed essenzialmente un "sentire".Meditate su quello che vi viene detto. Cercate di comprendere questa Verità che vi è svelata molto facilmente e semplicemente. Forse sembra a voi quasi impossibile che voi soli siate messi a conoscenza di queste Verità. Ma non è così. Un tempo esisteva l'iniziazione, esistevano scuole occulte; la Verità è sempre esistita, ma è sempre stata comunicata in modo sommesso, a chi voglia prestarvi attenzione, in modo semplice e a chi voleva ascoltarla. Non siamo quindi qua per parlare a tutti, sebbene - in ultima analisi - tutti possono venire ad udire la nostra voce, sebbene non occorra, come un tempo, una particolare iniziazione. Pur tuttavia, ripeto, queste Verità sono comunicate come sempre in modo timido, sommesso, a chi voglia prestarvi attenzione.Non è facile svincolarsi dai consueti modi di pensare e di vedere le cose, eppure se volete intendere oltre quello che scienza, fede e religione possono dire, occorre che ci seguiate in questo sforzo.Se, invece, questo può sembrarvi inutile, allora nessuno sforzo c'è da fare. Tante sono le spiegazioni che giungono da altre fonti, e tutte sono valide purché rispondano alle domande in modo esauriente.

Noi, invece, parliamo per quelli che ricercano qualcosa di più, che fanno domande alle quali, né la scienza, né la religione rispondono logicamente e soddisfacentemente.

18 marzo 1966 13. Per le Nazioni in guerra L'uomo può aiutare i suoi simili, come sapete, anche con il pensiero. Poiché tanti sono i focolai dove la guerra apertamente si combatte con dolore delle creature, dove cioè il karma si manifesta in forma cruenta e dolorosa, ebbene, figli, il vostro pensiero sia volto colà, a queste nuove Nazioni che ancora non hanno raggiunto l'equilibrio interno. Ad altre Nazioni in lotta fra loro, dove da tanto del vostro tempo si parla di pace, ma che pace non avranno ancora per altro del vostro tempo. Sia volto là ad aiutare i vostri simili. Il karma non può essere cambiato, ma le creature - pur rimanendo sotto l'ala della tristezza - possono essere confortate dall'aiuto dei loro simili non può essere cambiato, ma le creature, pur rimanendo sotto l'ala della tristezza, possono essere confortate dall'aiuto dei loro simili. Per questo, figli cari, vi raccomando di pensare a quelli che soffrono intensamente, con l'intenzione che la loro sofferenza venga addolcita dalla comprensione.

26 marzo 1966

14. L'esistenza del Tutto Molte sono state le domande che vi siete rivolti questa sera. Anche se esse implicano, nelle risposte, un centrare ulteriormente i concetti che già, in linea di massima, conoscete.In particolar modo vi siete interessati del problema dell'Uno-Assoluto, della individualità, dell'Eterno Presente.Uno-Assoluto, abbiamo detto, che senza il virtuale frazionamento che origina le individualità sono "i molti", sarebbe unicamente l'Uno; e con questo intendiamo dire che non esisterebbero "i molti". Non esistendo "i molti", quindi le individualità, non esisterebbero le Manifestazioni cosmiche, ma si tratterebbe di "Uno" nel senso stretto della parola, senza Manifestazione, senza quindi virtuale frazionamento, se questo, ripeto, fosse possibile. Ma voi sapete che Esistere, in termini di Assoluto, significa quindi Essere come Egli E', significa Essere come Egli E'. Con questo non significa però che l'unica vita che abbia valore sia l'Esistenza dell'Uno, ma che il senso del Tutto, ridotto al suo essenziale, è: Esistenza del Tutto, ridotto al suo essenziale, è Esistenza del Tutto 1.Quando diciamo "Esistenza del Tutto" intendiamo significare "Esistenza dell'Uno-Assoluto"; dell'Uno e dei molti che sono Esistere inscindibile.Certo che questo quadro che noi vi abbiamo presentato, e che voi ci avete chiesto, sta a significare una Realtà la cui vastità va al di fuori di quello che, con le umane parole, cerchiamo di farvi intendere. Così enunciata nelle sue linee essenziali, può far apparire, ad esempio, l'immensità del piano fisico, dell'insieme degli Universi astronomici, una dimensione mastodontica eccessiva.Ma pure, se voi pensate quanto complicato, pur nell'ordine e nella semplicità di funzionamento, sia ad esempio il veicolo fisico di una creatura (per spiegare quanto complesso sia ciò che non si vede), potete facilmente intendere quanto altrettanto complesso sia ciò che voi non vedete; e quanti insieme di fattori sia necessario raggiungere per creare certi ambienti favorevoli.L'ambiente favorevole nel quale l'individuo si reincarna, non è rappresentato unicamente dalla materia del piano fisico che costituisce il suo veicolo fisico, né dalle creature che questo individuo può incontrare; ma alla sua costituzione astrale, e quindi alle sensazioni che egli riceve, concorrono una infinità di altri fattori. Non sono, i Sette Raggi, unicamente sette impronte: sono sette influenze essenziali, sette simboli che, mischiandosi, formano poi una infinità di sfumature nei veicoli astrali delle creature. E voi direte: "Allora il prodotto dell'ambiente è strettamente determinante ai fini della morale dell'individuo, della sua coscienza?". Abbiamo già risposto tante volte a questi interrogativi, figli cari.Nella formazione della coscienza dell'individuo giocano molti fattori: la spinta che viene dall'intimo e le esperienze che l'individuo incontra nell'ambiente che lo circonda. Queste esperienze in parte egli stesso se le procura per propria ricerca; in parte vengono a lui condotte o da motivi karmici o da motivi che rappresentano dei passaggi obbligati, in sostanza, dalla sua esistenza nel piano fisico; il che equivale a dire "motivi karmici. Ebbene, figli, l'ambiente nel quale l'individuo evolve, nel piano fisico, può essere come un piccolo granello di sabbia in confronto alla vastità dell'Universo astronomico, ma pure questa vastità è quella che è necessaria che sia, è quella che ci vuole perché ciascun sistema solare sia allo stesso tempo unito e diviso, faccia parte del Tutto del piano fisico, ma rimanga in una separazione colloidale, in una separazione che consente lo scambio da un solo verso. Dunque questa dimensione dell'Universo fisico è quella che è in quanto, per raggiungere il funzionamento e l'esistenza delle materie fisiche organizzate, necessita di questo spazio e di questa dimensione, in questo Cosmo.Ciascuna fase della individualità è un "essere", è un "sentire". Certo, per "essere" non dovete intendere un vivere a s‚ di un quid, ma un "sentire" incompleto, non errato; l'esistere dispiegato della individualità nell'Eterno Presente. Ciascuna fase è un "sentire" che esiste eternamente nell'Eterno

Presente, ma che non esiste e non avrebbe significato d'esistenza se la si considerasse divisa, avulsa, presa a sé; ma la si deve considerare nella interezza. Ogni fase, nel significato profondo, è quindi una fase di passaggio, dispiegata, ma che si raccoglie ed acquista significato del suo "essere" nell'ultima fase, nella fase di fusione con la Scintilla divina.L'Eterno Presente ha quindi una dimensione? L'Eterno Presente ha la dimensione del Tutto; l'Eterno Presente non è quindi una cosa delimitata, non è quindi né uno spazio chiuso, né uno spazio infinito, ma ha una dimensione che contiene il Tutto. L'Eterno Presente quindi, contenendo ogni mutazione, è capace di contenere ogni fase della individualità che può essere, o meno, simbolizzata con una diversa colorazione. Ma la vera Essenza di questa dimensione si coglie laddove ha vita quell'elemento che è proprio dell'Eterno Presente. E' una Essenza di Unità, è una Essenza di Unicità. Ogni mutazione quindi è contenuta per capacità, non per diretta emanazione dalla molteplicità. Ogni mutazione è contenuta perché se una sola non fosse contenibile, questa non avrebbe posto nell'eternità; questa sarebbe assurda e non possibile. Ogni mutazione è contenuta perché se ciò che è possibile non fosse contenuto nell'Eterno Presente, divenendo assurdo, sarebbe al di fuori dell'Assoluto e della possibilità di esistenza.Voi, dunque, se volete cogliere il significato di questi concetti, dovete, giocoforza, meditare sulle risposte che vi vengono date. Meditare per ricostruire, nella vostra mente, il più aderente possibile alla Realtà, il disegno che noi cerchiamo di illustrarvi nella maniera più aderente possibile alla Realtà che E'. 15. La dimensione dell'Eterno Presente Un caro saluto ed una benedizione a tutti voi, che vi riunite finalmente in buona armonia, per parlare di quello che è oggetto delle nostre conservazioni. E noi siamo qua per rispondere e per approfondire sempre di più questi concetti, acciocché possiate trovare in essi la sicurezza e l'ordine interiore da cui essa scaturisce, che finalmente farà di voi degli esseri che sanno ciò che vogliono e verso quale mèta sono diretti.Ora, figli, voi avete parlato, questa sera, di argomenti che da diverse volte noi andiamo ripetendo ed approfondendo. Vi siete chiesti se e quale dimensione può avere l'Eterno Presente e che cosa significava quella frase, oscura, che proprio l'ultima volta io ebbi a pronunciare. Ebbene, figli, essa vuol dire e significare proprio la dimensione dell'Eterno Presente; l'Eterno Presente che non è, quindi, un contenitore del Tutto, ma che ugualmente contiene il Tutto, perché niente può esservi - essendo "stato d'Esistere dell'Assoluto" - che ne sia al di fuori.i.bEterno Presente (L') è lo stato d'Esistere dell'Assoluto 1:;. Perciò non può esservi nulla al di fuori dell'Eterno Presente, tutto quindi è contenuto nell'Eterno Presente. Ma non deve intendersi come un contenimento in una dimensione di spazio, perché lo spazio è una dimensione del Cosmo.i.bCosmo (I piani di esistenza del) 1:;, e già voi sapete quanto diverso sia il concetto di Spazio.i.bSpazio 1:;, come di Tempo.i.bTempo 1:;, da un piano di esistenza all'altro del Cosmo. Così nell'Eterno Presente tutto è presente; è presente come Realtà eternamente esistente. Ma se noi parliamo del piano fisico.i.bEsempio del piano fisico (Per spiegare come ogni minimo particolare del Tutto sia contenuto nell'Eterno Presente) 1:; del Cosmo, ad esempio, questo è presente nell'Eterno Presente ed è contenuto nei minimi particolari, perché ciò che non fosse contenuto nei minimi particolari, anche se un solo particolare mancasse, non troverebbe attuazione nella Manifestazione in quanto - ripeto ancora - l'Eterno Presente è "stato di Esistere dell'Assoluto". Ma il piano fisico, pure essendo contenuto in questo senso nell'Eterno Presente, occupa una dimensione solo nel piano fisico stesso: laddove si realizza come materia, nel Tempo, cioè. Mi seguite figli? Quindi la dimensione dell'Eterno Presente è la dimensione del Tutto, in quanto tutto è presente; tutto quindi è contenuto, ma non nella dimensione in cui questo tutto si concretizza e si realizza, specialmente per quanto si riferisce alla Manifestazione o alle Manifestazioni. Ora, figli, se dunque un Cosmo è contenuto nell'Eterno Presente nei minimi particolari, anche se la dimensione si realizza ed il Tempo si realizza nella Manifestazione,

ebbene ogni mutazione del Cosmo è egualmente contenuta nell'Eterno Presente.i.bCosmo (Ogni mutazione del) è egualmente contenuta nell'Eterno Presente 1:;. V'è dunque una differenza fra il Cosmo - ed un Cosmo - come si realizza, e le possibili mutazioni secondo le quali si potrebbe realizzare? Per quanto concerne "stato d'Esistere dell'Assoluto", per quanto concerne "mondo archetipo".i.bArchetipo (Mondo) 1:;, nessuna mutazione e nessuna differenza può esservi fra le varie mutazioni possibili; ma poiché non possiamo pensare ad un Eterno Presente che non contenga anche la combinazione secondo la quale un Cosmo si realizza, e visto che un Cosmo si realizza nel migliore ed unico modo possibile.i.bCosmo (Un) si realizza nel migliore ed unico modo possibile 1:;, ebbene figli, voi comprendete che fra le possibili mutazioni e la combinazione medesima, esiste una diversità di sussistere nell'Eterno Presente. Dunque, in altre parole, esistono le leggi nell'Eterno Presente, ed esiste quindi ogni possibile attuazione di un Cosmo - poiché esistono le leggi - ma esiste anche la combinazione seconda la quale questo Cosmo è realizzato nel Tempo. E questo Cosmo esiste realizzato nel Tempo, anche se, - ripeto - Tempo e dimensioni si manifestano, appaiono, si realizzano o si misurano - meglio ancora - solo nella Manifestazione. Non è possibile misurare le dimensioni di un Cosmo nell'Eterno Presente; un Cosmo esiste ed è contenuto nell'Eterno Presente, ma le sue dimensioni di Spazio e di Tempo si misurano solo nel Cosmo stesso, cioè nella Manifestazione.Infine vi siete chiesti della individualità: se esiste una differenza fra "sentire" ed "essere" nel ciclo di vita della individualità; e perché, parlando di questo ciclo di vita, in primo tempo abbiamo detto che ogni fase rappresentava un "sentire" e non abbiamo, altro che ultimamente, detto che ogni fase rappresenta un "essere". Ebbene, figli, noi abbiamo adoperato questa espressione proprio per cercare di farvi capire ancora meglio che ogni fase è una fase di esistenza della individualità, e quindi una fase di "essere". E' un "sentire ed un essere".i.bSentire (Un) è un essere e un essere è un sentire 1:;, che.i.bEssere (Un) è un sentire è un sentire è un essere 1:; equivale a dire la stessa cosa, ma che è detta in due modi diversi per far sì che voi possiate meglio cogliere quello che intendiamo significare. Dunque ogni fase della individualità - eternamente dispiegata nell'Eterno Presente - nel suo ciclo di vita è "uno stato di essere" della individualità e rappresenta un "sentire".i.bSentire (Ogni) è incompleto, mai errato 1:; che fino al compimento evolutivo - evoluzione delle evoluzioni -.i.bEvoluzione delle evoluzioni 1:; della individualità è da considerarsi relativo in quanto incompleto - ripetiamo -, mai errato; ma che al termine del ciclo di vita, nella identificazione con la Scintilla divina, ha i caratteri dell'Assoluto. Diviene Uno con l'Assoluto e quindi non più relativo, non più incompleto.Questo ciclo di vita della individualità, affonda, abbiamo detto, le radici in un Cosmo; e in qualunque Cosmo affondi le proprie radici ha un eguale dispiegarsi. Se noi potessimo paragonare l'individualità con il suo ciclo di vita ad un seme, noi.i.bEsempio del seme (per spiegare come l'individualità abbia in qualunque Cosmo un uguale dispiegarsi) 1:; diremmo che ciascuna individualità è un seme della stessa specie - di vegetali, ad esempio - e che in qualunque terreno e clima affondi le proprie radici, ha lo stesso, eguale, ciclo di vita in quanto appartiene alla stessa specie vegetale.Affondando le radici in un Cosmo: "affondando" significa che ogni individualità è strettamente collegata alla vita dei Micro-cosmi, degli individui che in questo Cosmo evolvono; i quali, come voi sapete, da prima formano gli strumenti della loro evoluzione, i veicoli, e poi la coscienza, e più oltre: dalla coscienza individuale.i.bCoscienza individuale 1:; alla coscienza cosmica.i.bCoscienza cosmica 1:;, alla coscienza assoluta.i.bCoscienza assoluta 1:;. Ma gli strumenti, i veicoli di questa evoluzione, vengono - a mano a mano che hanno servito al loro compito - abbandonati. Paragonando il ciclo di vita dell'individuo, cioè delle radici della individualità.i.bIndividualità (Le radici dell') 1:; - secondo l'esempio e l'espressione che sempre abbiamo usato -, paragonando questo ciclo di vita al ciclo di vita della individualità, cioè della pianta, noi vediamo che v'è uno stretto legamento, uno stretto parallelismo in quanto appunto si tratta di un unico e medesimo essere.

Quando l'individuo è, all'inizio, "centro di sensibilità e di espressione",.i.bCentro di sensibilità e di espressione 1:; il ciclo di vita della individualità è in quella fase che noi abbiamo chiamata di "potenza". L'individuo è occupato ad organizzare i veicoli inferiori, incarnandosi nel piano fisico in forma di vita appartenenti ai regni inferiori naturali. Poi diviene "centro di coscienza e di espressione".i.bCentro di coscienza e di espressione 1:;, e voi sapete che ciò corrisponde allo stadio umano; ed ecco che allo stadio umano corrisponde, nel ciclo di vita della individualità, il primo svegliarsi, il primo "sentire" della individualità che non possa considerarsi prettamente in atto, ma che nella scala dall'atto alla potenza.i.bIndividualità (Dall'atto alla potenza dell') 1:;, abbia già trascorso alcune fasi. Mi seguite? Ed oltre ancora, quando la coscienza individuale è costituita, vi è un corrispondere, nel ciclo di vita della individualità, ad una fase più inoltrata.Voi sapete che, costituita la coscienza individuale, si ha il costituirsi della coscienza cosmica.i.bCoscienza cosmica 1:;, e a questo stadio di evoluzione individuale corrisponde, nel ciclo di vita della individualità, un'ulteriore fase; ma che ancora non è la fase conclusiva. Quando l'individuo ha raggiunto la coscienza individuale cosmica, cioè ha raggiunto la coscienza individuale, e questa è talmente costituita e formata da abbracciare tutto il Cosmo nel quale l'individuo vive, ecco che il corpo akasico.i.bCorpo akasico (Il) viene abbandonato ma sostituito dall'individualità 1:;, il corpo della coscienza individuale, viene abbandonato; ed allora l'individuo, finalmente, è unito sensitivamente, con il "sentire", alla propria individualità.Noi vi abbiamo parlato della fusione con la Scintilla divina dell'individuo che, unito con la propria Scintilla divina.i.bScintilla Divina (Nella fusione con la) l'individuo s'identifica con l'Assoluto) 1:;, si identifica con l'Assoluto. Cioè, finalmente, vive, sente, ama in termini di Assoluto. Ma prima di allora l'individuo si fonde, si identifica con la propria individualità.i.bIndividualità (Quando l'individuo si fonde con la propria) raggiunge la coscienza cosmica 1:;. Ed è il momento in cui l'individuo raggiunge la coscienza cosmica. Se noi potessimo fare un paragone, vedremmo la coscienza dell'individuo che, poco a poco, sale. Sale! Se potessimo collocare ad esempio un Cosmo.i.bEsempio della collocazione del Cosmo in uno spazio (per spiegare la progressione coscienza individuale, coscienza cosmica, individualità, coscienza Assoluta 1:; in un dato spazio in un nostro disegno schematico, noi vedremmo che la coscienza individuale sarebbe, al livello di questo Cosmo, in basso; la coscienza cosmica sarebbe più in alto, ma sempre nell'area delimitata di questo Cosmo, al confine: fusione e identificazione del "sentire" della individualità. La coscienza individuale, il corpo akasico, viene abbandonato ma è sostituito - se così possiamo dire - dalla individualità. Più oltre è la Coscienza Assoluta. Ed allora è l'individualità che si identifica con la Scintilla Divina.i.bIndividualità (E' l') che si identifica con la Scintilla Divina 1:; e quindi l'essere, l'individuo; l'individualità, S‚.i.bS‚ 1:;, Ego.i.bEgo 1:;, diviene un tutto unico; parlando sempre dalla parte dello scorrere del Tempo, voi intendete, figli. Ed ecco quindi l'identificazione con l'Assoluto, l'unione di tutto l'Essere. Questo visto dal sorgere, dalla "nascita spirituale" verso il compimento della Esistenza.Ma nell'Eterno Presente nessun scorrere e nessun trascorrere esiste. Ogni fase ed ogni ciclo di vita della individualità è presente: rappresenta un "sentire" ed "essere", e così rimane nella eternità, perché questo è lo stato d'Esistere dell'Assoluto. 23 aprile 1966 .i.a1. La "prova" dell'aldilà:; Eccoci ancora riuniti, o figli, e questa sera un poco più - per quanto concerne l'organizzazione vostra, la disposizione nel piano fisico -, più uniti favorevolmente per la realizzazione del fenomeno.Certo, l'andamento della serata non è stato dei più favorevoli per consentire a noi una risposta dettagliata. Ma, tuttavia figli, noi egualmente siamo qua per rispondervi.

Rispondere alla prima domanda? Mi pare che questa risposta non debba essere data da noi, ma da voi. E in effetti ciascuno di voi deve saper rispondere, deve dire - ad esempio - che la "prova", la "dimostrazione" dell'esistenza di un aldilà, la quale abbia un valore scientifico, valido, allo stato attuale delle conoscenze della vostra scienza, non esiste.i.bAldilà (La dimostrazione dell'), allo stato attuale delle conoscenze della vostra scienza, non esiste 1:;. E non già perché non vi siano già ora, in atto, fenomeni che dimostrino pienamente l'esistenza di un aldilà, di un piano astrale, di forme di esistenza oltre quelle che conoscete sul piano fisico, ma perché la vostra scienza non è ancora capace di capire queste dimostrazioni. Cosicché non è che le dimostrazioni non vi sono, ma sono gli uomini che nella loro ristrettezza - e di ciò non v'è certamente nessuna colpa, nessuna responsabilità, come non è condannabile il fiore che è ancora in boccio -, nella loro poca conoscenza non riescono a capire il senso di questi fenomeni che sono in se stessi delle dimostrazioni viventi.Così, figli, l'aldilà non è dimostrabile per la scienza la quale non riesce a comprendere i fenomeni che dimostrano l'esistenza dell'aldilà. Dunque, se la scienza non può ufficialmente credere all'aldilà, questo vuol dire che nessun uomo debba credervi? Prescindendo da quelle che possono essere le convinzioni personali?No, certo, figli. Perché se anche la scienza umana positiva.i.bScienza (Gli uomini possono comprendere ciò che la) ancora non comprende 1:; non ha dimostrazioni, pur tuttavia le dimostrazioni esistono, e gli uomini i quali fortunatamente trascendono e precorrono la scienza, ne anticipano le conquiste, perché se così non fosse la scienza umana sarebbe destinata a rimanere quella che è senza possibilità di incremento.Dicevo che gli uomini fortunatamente possono comprendere ciò che la scienza ancora non comprende. E in ciò vi è un atto di fede cieca, di fede illogica ed accettata, che può significare una resa senza condizioni; ma questa dimostrazione non è da accettare ad occhi chiusi: viene accettata proprio perché essa è sostenuta dalla logica, la stessa che ha formato il patrimonio della scienza umana. E' quindi non un atto di fede.i.bAldilà (Credere nell') è ancora un'intuizione 1:; che rappresenta una cambiale in bianco, un'accettazione del tutto gratuita, ma è un intuire, al di là di ciò che ancora non si è fatto completamente proprio, confortati e sostenuti in questa congettura dalla logica e dalla concomitanza delle prove.Certo, credere di poter rendere comprensibile ciò che può essere, per la nostra limitatezza, complesso, è un problema molto arduo, quasi, direi, insolubile. Infatti è molto più facile accrescere la nostra possibilità di comprendere, per giungere così, attraverso le nostre migliorate facoltà di comprensione, a vedere il problema non più complesso ma semplice, piuttosto che il caso opposto: cercare di semplificare, rendere alla portata della nostra limitata comprensione ciò che invece, per i limiti di essa comprensione, non può essere assai complicato. Ecco perché, figli, noi vi parliamo. Ma non vi parliamo di particolari del piano astrale.i.bPiano astrale 1:; i quali veramente, se vi fossero illustrati, non servirebbero a chiarirvi le idee - come avete detto - ma anzi a dipingere questo piano ancora di più un mondo di favola di quanto già voi lo riteniate. Vi parliamo quindi non di ciò che addirittura è ancora più difficile a dimostrarsi alla vostra incredulità, o al vostro bisogno di vedere più da vicino, ma vi parliamo di ciò che, invece, potete capire senza fare un atto di fede cieca, come invece sareste costretti a fare se vi parlassimo dei particolari del piano astrale.Vi parliamo invece di cose che possono essere seguite anche dalla vostra logica, per comprendere; e se un atto di fede dovete farlo, figli, questo atto di fede è sostenuto dalla logica e non è totale, resa incondizionata - se ancora qualcuno di voi v'è, qui, che sia capace di credere ciecamente -, come invece dovreste fare se vi parlassimo di quello che è il piano astrale nei suoi particolari.A che scopo descrivervi la forma di un abitante del piano astrale, di uno spirito elementare.i.bSpirito elementare 1:;, quando questo argomento - proprio forse per sua natura - non è stato da voi completamente afferrato? Preferiamo parlarvi della struttura fondamentale del Cosmo, la quale, invece, può essere da voi seguita attraverso alla logica e alla ragione.

Così, figli, forse ho dedicato più del vostro tempo a questa domanda, di quanto in effetti la necessità richiedeva. Ma credo che non sia a sproposito perché - ripeto - a queste domande, a questi interrogativi, voi dovete rispondere. Non più noi. 28 maggio 19661 .i.a1. L'Uno ed i molti:; Siete di fronte ad una visione di quanto sapete che vi apre a nuovi concetti, nuove Verità. Potete comprendere, ora, quelle nostre affermazioni che potevano - ed in effetti possono - apparire paradossali; o che sembravano avere un significato immediato e che invece, oggi, acquistano un senso più profondo e più riferibile a precisi concetti, a determinate Verità.Questo, figli, non deve per• autorizzarvi a accettare per buona la prima interpretazione che voi date, la quale - lentamente - cerchiamo di mostrarvi, di farvi intendere. Ricordate quanto avete mutato nelle vostre opinioni da quando ci avete udito per le prime volte; e cade giusto ricordare, oggi - visto che voi siete nel Tempo - che vi seguiamo non da ora. Alcuni di voi sono giunti recentemente, per voi, ma già noi li attendevamo, li conoscevamo; altri ci seguono dai primi tempi che ci siamo manifestati. Ebbene, figli, voi noterete quanto avete mutato nella opinione e nella interpretazione degli insegnamenti; quindi ancora voi dovete essere pronti a rivedere le vostre interpretazioni - intendo riferirmi a quelle che vi vengono immediatamente oggi, alla luce delle ultime comunicazioni -, essere pronti a rivederle, ad ampliarle, a modificarle; perché noi cerchiamo di portarvi più vicini possibile alla comprensione della Verità.i.bInsegnamento (Dovete essere sempre pronti a rivedere le vostre interpretazioni dell') 1:;. Ma ciò che dovete comprendere è la Realtà, la quale non può essere comunicata: deve essere sentita.i.bRealtà (La) non può essere comunicata, deve essere sentita 1:;. Così, è vero che qualunque parola che possa essere pronunciata della Realtà sarà sempre una "rappresentazione", e quindi non sarà mai la Realtà vera.i.bRealtà (Qualunque parola che possa essere pronunciata della) sarà sempre una "rappresentazione", e quindi non sarà mai la Realtà vera 1:;. Ciascuno di noi deve sentire la Realtà. Ci• non di meno confidiamo - sia pure attraverso a "rappresentazioni" che ci sforziamo di rendere il più possibile aderenti e il più possibile esatte -, cerchiamo, figli, di spingervi alla comprensione della Realtà. Allora constaterete che tutte queste affermazioni che oggi andiamo facendo, hanno un loro significato effettivo.Parlandovi, vediamo mutare il vostro atteggiamento intenzionale - dico "intenzionale" perché, in effetti, molto spesso tutto rimane allo stadio di intenzioni - nei confronti della vita, di volta in volta che vi parliamo.i.bInsegnamento (Il vostro cambiamento nei confronti della vita, rispetto all'), rimane molto spesso intenzionale 1:;. Così questa nuova precisazione che avete saputa, anche se pronunciata da molto del vostro tempo, può indurvi a interpretazioni che potrebbero essere più precise. Andate quindi cauti, riflettete, non affrettatevi a trarre conclusioni. In linea di massima non avete capito male quello che il fratello Kempis.i.bKempis 1:; vi ha detto, ma questa visione che vi è stata presentata comporta in s‚ dei pericoli per chi, ancora, non si è svincolato dal Tempo.i.bTempo 1:; e dallo Spazio.i.bSpazio 1:;. Ed anche altre cose debbono essere aggiunte. Questa nuova visione può aiutarvi a comprendere il concetto dell'Eterno Presente.i.bEterno Presente 1:;, dello stato di Esistere dell'Assoluto.i.bAssoluto (Stato di esistere dell') 1:;, di ciò che è immutabile e che contiene tutte le mutazioni possibili, di ciò che è moto assoluto; ma non diminuisce minimamente il senso della Realtà relativa del Cosmo o dei Cosmi. Un Cosmo.i.bCosmo 1:; è fatto in una maniera, occorre che siano fissate le leggi che lo governano, cioè che lo fanno così come è fatto. Perché un Cosmo è fatto in un modo. Ribadisco e sottolineo questa affermazione. Il piano fisico è costituito in un modo, il piano astrale nel modo come è costituito e così via. Cambia solo, rispetto a quello che voi avete saputo fino ad oggi, la posizione dell'individuo-individualità.i.bIndividuo-individualità 1:;, del S‚ spirituale.i.bS‚ spirituale 1:;, nei confronti del relativo. Esponendo a voi il concetto dell'Eterno Presente, era necessario - per

comprendere e legare tutto ciò che precedentemente vi avevamo detto - illustrare questo nuovo concetto, per voi, dell'esistere del relativo, del manifestato, del non manifestato che, nel moto assoluto, circoscrive e delimita un movimento: ed ecco un Cosmo. Ma questo circoscrivere e delimitare non ha un inizio laddove non v'è Tempo: così era, così è, così sempre sarà, per farci intendere da voi, figli. E' l'Eterno Presente, è lo stato di Esistere dell'Assoluto. E questo Assoluto è un Uno-Tutto; è un Tutto-Uno-Assoluto.i.bTutto-Uno-Assoluto 1:;. S, non ha né inizio né fine, né perché né scopo, quindi. Perché Egli è Colui che E'.i.bColui che E' 1:;. Ma è l'Uno ed è i molti.i.bUno (L') e i molti 1:;. Riflettete su questa affermazione, la quale ha un profondo significato, anche nel momento attuale del vostro "sentire" e quindi del vostro esistere.Ancora altre cose vi sarebbero da precisare. Il convenzionale passaggio dell'individuo-individualità attraverso ai vari punti del Cosmo: se esiste nel piano oggettivo e chi è che compie questi passaggi: l'individuo o l'individualità. Precisazione che pensiamo di poter fare, un giorno. Riflettete con calma, senza fretta, senza trarre affrettate conclusioni. Quello che, per mezzo nostro, vi viene detto, non è cosa di poca importanza. Con questo non intendo valorizzare né voi, né noi, né il fenomeno in s‚. Ma invitarvi a comprendere come e in quale modo possa giungere la Verità alle creature. Noi siamo qua per parlare con voi, per rispondere alle vostre domande. E voi siete qua, figli, per comprendere.i.bComprendere (Voi siete qua per) 1:;. Questo è il senso e il significato di queste riunioni: esse sono per voi. Possiate sempre farne tesoro.

1 Ventesimo anniversario della prima seduta, avvenuta il 28 maggio 1946. 4 giugno 1966 .i.a1. L'inizio di un'Era:; Questa sera occorre, figli cari, fare una pausa, soffermarci, per meditare quello che avete saputo nelle ultime riunioni. In questa meditazione, figli, diverrete consapevoli che "il nuovo" non sovverte il vecchio, ma lo completa.i.bNuovo (Il) non sovverte il vecchio, ma lo completa 1:;. Lo completa al punto tale che se questo che noi vi diciamo non fosse la Realtà ma fosse una filosofia, questa spiegherebbe in modo valido e convincente ciò che tutte le altre non spiegano.i.bInsegnamento (Se l') non fosse la Realtà ma una filosofia, questa spiegherebbe in modo valido e convincente ciò che tutte le altre non spiegano 1:;. Questo di per s‚, è una prova della validità di quello che vi viene detto. Filosofie orientali.i.bFilosofie orientali 1:;, religioni più sapienti.i.bReligioni più sapienti 1:;, misticismi più vivi.i.bMisticismi più vivi 1:;, non hanno potuto dare in modo collettivo agli uomini quanto vi viene detto. Verità sono state date, ma Verità concernenti Dio non sono mai state date: in modo collettivo, sia pure ad un numero ristretto di creature che - scusate, figli, se debbo dire questo, ammesso che questo possa essere, per voi, doloroso - non avessero una ben netta preparazione. Perché se è vero che voi siete qua per un ben valido motivo, dovete per• egualmente riconoscere che - al di fuori dell'amore per queste cose - non avete fatto niente in modo particolare per richiedere chiaramente, esplicitamente, queste Verità. Non siete stati su vostra richiesta, su vostra pressante domanda, iniziati a ricevere queste Verità; ma le avete avute qualche volta vostro malgrado e siete stati ad ascoltarle più per amore verso di noi - parlo in generale, s'intende - che per una necessità vera e propria di saperle. Ecco perché dico che voi rappresentate un caso forse unico nella storia dell'insegnamento esoterico. Dico forse unico e non unico, perché un altro caso v'è stato. Ma, figli, con questo non dovete pensare di essere dei privilegiati.i.bPrivilegiati (Non dovete pensare di essere dei) 1:;, ma vedere in questo strano fenomeno l'inizio dell'Era.i.bFenomeno (Voi dovete vedere in questo strano) l'inizio di un'Era 1:; nella quale le Verità di un tempo, gelosamente custodite o rivelate a creature che avevano dato prova della loro tenacia e del loro desiderio di conoscerle, oggi sono invece "gridate dai tetti".i.bCristo (Frasi del) 1:;. Egualmente per•, voi dovete fare tesoro di queste Verità che avete conosciute, perché una volta conosciuta la Verità, non la si può e non la si deve far passare sotto silenzio.i.bVerità (Una volta conosciuta la), non la si può far passare sotto silenzio 1:;: o la si rinnega recisamente appena conosciuta, o ci si adopera per capirla, comprenderla, assimilarla."Oh se tu fossi stato freddo o caldo!.i.bApocalisse (Frasi dell') Ma poiché sei stato tiepido comincer• col vomitarti dalla mia bocca". Ebbene, figli, così è.Ma questa Verità nuova che ci siamo prefissi di farvi conoscere - ripeto - non annulla ciò che fino ad oggi avete conosciuto. Ha bisogno solo di un nuovo esame, di rivedere tutto - nella meditazione - e alla luce di questo nuovo aspetto dell'insegnamento. Allora vedrete che nulla cambia nel senso di perdere di validità, ma tutto, figli, acquista un più preciso significato, un esatto posto, una determinata definizione nel quadro generale. Meditate. Meditate.i.bMeditate in amore fraterno 1:; in conversazione come avete fatto in questi ultimi tempi, in serenità, in armonia, in amore fraterno. Vorremmo che tutti voi, figli, partecipaste alle conversazioni. Ma se pensiamo che "partecipare" non significa solamente parlare od interloquire, ma ascoltare, anche, attentamente e con interesse, allora vediamo che possiamo dire che tutti partecipate attivamente.i.bPartecipare significa anche ascoltare con interesse 1:;.Sta per compiersi e concludersi anche il ciclo di riunioni di questo anno, dei vostri o dei nostri, e potete vedere quante nuove cose siete venuti a conoscere. Meditatele e, prima di lasciarci per il consueto riposo, può darsi che ancora altre cose potremo aggiungere. Aiutatevi l'un l'altro nella

comprensione.i.bComprensione (Aiutatevi l'un l'altro nella) 1:;. Come sempre dico, preoccupatevi solamente ed unicamente di riuscire utili gli uni agli altri, e non già di riuscire vittoriosi nella discussione..i.bUtili (Preoccupatevi unicamente di riuscire) gli uni agli altri, e non già di riuscire vittoriosi nella discussione 1:; Questo.i.bVittoriosi (Preoccupatevi unicamente di riuscire utili gli uni agli altri, e non già di riuscire) nella discussione 1:; deve essere lo stimolo che spinge chi parla a continuare a parlare e chi ascolta a continuare ad ascoltare. Certi, figli, che ci seguirete anche in questa ultima raccomandazione, vi benedico con rinnovato affetto. +4-2-671 La verifica dell'insegnamento Gli avvenimenti umani hanno valore per ciò che portano nell'intimo di ciascuno di voi. Quindi anche un piccolo, trascurabile avvenimento, limitato nell'interesse alle pareti domestiche, può da noi essere rilevato, commentato, qualora significhi, per voi, qualcosa che colpisca il vostro intimo. Mentre un grande avvenimento che interessi un intero popolo, se da voi che qua siete riuniti ascoltando quello che vi diciamo, ha interessato poco, può essere da noi trascurato. Ma ignorando il piccolo o il grande avvenimento, scorgo in ciascuno di voi, o figli, una maggior consapevolezza, un più grande senso del valore di quello che vi viene detto, una verifica che voi avete fatta alle nostre parole, all'insegnamento. Vedo che in ciascuno di voi, figli, gli ultimi avvenimenti1 hanno dato materia di meditazione. Forse qualcuno è diventato più fatalista, e in questo può esservi un errore. Forse altri, essendosi sentito protetto, ha assunto l'atteggiamento opposto; ed anche in questo può esservi un errore. Gli avvenimenti vanno come debbono andare, in funzione delle scelte fatte dall'individuo nel tempo trascorso, nel suo tempo trascorso, e nel presente. Così vanno gli avvenimenti. Fatalismo quindi? Per quanto in questi avvenimenti vi sia di obbligatorio, e desiderio di rimettere la propria vita nelle mani di chi può scansare i pericoli e le difficoltà, per quella parte di libertà che ciascuno di voi ha. Ma chi può scansare i pericoli, le amarezze, i travagli se non voi stessi, comprendendo? Chi può meglio di voi stessi fare in modo che il domani non significhi per voi passaggio obbligato nel dolore? Da quanti anni andiamo ripetendovi queste parole! Eppure quanto esse ancora - dico "ancora" -, sono attuali e per quanto tempo lo rimarranno! Ma, figli cari, voi stessi avete veduto, per le esperienze che avete vissuto in modo collettivo, quanto sia facile che una situazione si capovolga, e quanto dolore vi sia per chi non voglia comprendere.Ora, noi ci riuniamo da tempo, vi parliamo e voi ci ascoltate. Ma queste, figli, non debbono rimanere riunioni accademiche, conversazioni da salotto, scambi di interpretazioni filosofiche. Quando vi parliamo dell'insegnamento generale, quando cerchiamo di farvi comprendere gli avvenimenti suggerendovi di allontanarvi da essi in modo che possiate vedere ciò che - al di là di quello che comunemente l'uomo vede - li collega, li intesse, li fa accadere, noi allora, figli, possiamo dire che facciamo dell'accademia se non riusciamo a collegare questo insegnamento generale nel contesto dell'insegnamento particolare. Se noi vi parliamo dell'Assoluto, dell'Eterno Presente, delle Manifestazioni, delle illusioni e via dicendo, lo facciamo perché vogliamo che, al di là di quello che gli occhi vostri vedono, al di là del susseguirsi degli eventi umani apparentemente rincorrentisi in un caos, in un susseguirsi disordinato, voi possiate vedere una trama d'oro che li unisce, una finalità che veramente li giustifica. Questa è la ragione essenziale. Tutto ciò che accade, sia esso rientrante nell'ambito della ristretta libertà umana o faccia parte di quei passi obbligatori, ha una profonda e valida finalità per l'individuo. Questo voi dovete tenere presente. E non solo ha valore diretto, ma per chi, anche, ne venga a conoscenza. Per tutti, figli. Così, forse il leggere la cronaca dei giornali può essere motivo di curiosità per voi; ma sia altrettanto motivo di meditazione. Non per condannare ma per comprendere; non per dire: "io mai farei una cosa simile", ma per cercare nell'intimo vostro le ragioni che possono avere condotto una creatura ad agire in un senso piuttosto che

nell'altro. E' molto difficile che voi possiate fare questo perché la vita che conducete ha raggiunto ormai un parossismo quasi dannoso - anche per l'equilibrio del corpo fisico -, che non potete pi—, anche se lo voleste, meditare. Pur tuttavia sappiate trovare il tempo per farlo. Non sia - no - la vostra vita dedita interamente alla meditazione; ciò non fa più per voi, per la vostra natura, per la vostra evoluzione, per la vostra razza. Non si addice pi—. Il vostro modulo di vita non è solo meditazione: è attività. Ma non sia solo attività, non sia solo un susseguirsi di atti dettati dall'istinto e privi di qualunque meditazione; non frutto di una benché minima riflessione. No, figli. Sia un giusto dosaggio fra l'azione e la meditazione. Ed allora voi vedrete che quella verifica degli insegnamenti, che potete aver fatta a seguito di una circostanza eccezionale che ha colpito tante creature, potrà essere svolta quotidianamente, giornalmente. Ed anziché essere il silenzio a ricordarvi le nostre parole, forse saremo noi che, con lo stesso amore e con la stessa assiduità, vi ricorderemo i concetti fondamentali che da anni vi ripetiamo. 1 Dopo l'alluvione di Firenze del 4 novembre 1966. 11 maggio 1967 .i.a1. I fotogrammi e il modulo fondamentale del Cosmo1:; Avete avuto il tempo necessario per meditare; meditare su questi concetti significa cercare un nuovo modo di intendere, cercare di penetrare entro una Realtà inconsueta, inusitata; una Realtà totalmente diversa da quella che cade sotto i vostri sensi, o che voi potete immaginare sulla base di ciò che siete avvezzi a vedere, a sentire, a percepire. Ci• non di meno è indispensabile che ciascuno di voi cerchi di comprendere questo nuovo Verbo.i.bVerbo (E' indispensabile che ciascuno di voi cerchi di comprendere questo nuovo) 1:;; è indispensabile che ciascuno di voi penetri tutto questo concetto nuovo. E' una visione del mondo che voi avete, che può apparire divisa, frazionata in tanti elementi costituenti; eppure così è, figli. Anche il Cosmo è composto di tante unità elementari - il Cosmo inteso come vita, come movimento, quale a voi appare -, di tante unità costituenti che noi abbiamo chiamate "fotogrammi".i.bFotogrammi (Il Cosmo è composto di tante unità costituenti che noi abbiamo chiamate) 1:;. Questo nuovo modo di vedere deve porvi di fronte a nuovi pensieri, nuove deduzioni.i.bCosmo (Il) è composto di costituenti che noi abbiamo chiamate "fotogrammi" 1:;.Immaginate che ciascun attimo della vostra esistenza - e della nostra esistenza - che passa con tanta velocità, o tanta lentezza a volte, esiste eternamente; e non già come cosa passata che ha perduto ogni significato ed ogni "vita"; ma così come voi lo vivete, come voi lo sentite, come voi lo percepite: in quel modo, con la stessa carica emotiva, con la stessa carica di vita, di sentire o di esprimere; in quel modo esiste per l'eternità.i.bEsistenza (Ciascun attimo della vostra) che passa con tanta velocità, o tanta lentezza a volte, esiste eternamente 1:;.Pensate, figli, che ogni attimo dunque, per quanto celermente possa trascorrere, è il risultato di una scelta che voi fate nell'ambito della vostra libertà.i.bEsistenza (Ogni attimo della vostra) è il risultato di una scelta che voi fate nell'ambito della vostra libertà 1:;. E quando anche è giocoforza andare in quel senso, vivere quell'attimo - che a voi sembra il risultato di tutto fuorché di una vostra scelta -, ricordate che quel fotogramma si è parato di fronte a voi chiamato da una vostra antecedente scelta.i.bFotogramma (Ogni) della vostra esistenza si è parato di fronte a voi chiamato da una vostra antecedente scelta 1:;. Così può darvi smarrimento il vedere questa miriade di fotogrammi; può darvi la sensazione di confusione. Ma non temete, così è. E non vi è pericolo che vi perdiate. V'è l'unità fondamentale del vostro essere che percorre - scegliendo dove può - i vari fotogrammi, e che non perde la strada giacché alla radice di se stessa v'è ciò che sicuramente la conduce alla mèta che deve essere.Ora, figli, l'esempio dei fotogrammi, se non è considerato nella sua estensione può ricondurvi ad una visione della vostra esistenza in cui non esiste libertà

alcuna. Ma pensate che il Cosmo esiste in tutte le mutazioni possibili. E voi - con la libertà che avete, che è direttamente proporzionale alla coscienza acquisita -.i.bLibertà (La) che avete è direttamente proporzionale alla coscienza acquisita 1:; potete scegliere varie di queste mutazioni.Nell'Assoluto, vi dicemmo, esiste il Tutto, quindi il Tutto nel senso lato; nel Cosmo, vi diciamo, esistono innumerevoli mutazioni possibili. Perché diciamo "possibili"? Perché il Cosmo, essendo costituito secondo un modulo, limita - per forza di questo modulo - l'ampiezza delle mutazioni. Supponiamo che voi scegliate un fotogramma in cui vi sia una creatura la quale pone in movimento un fenomeno fisico che conduce ad una esplosione.i.bEsempio della bomba (per spiegare l'ampiezza delle mutazioni permessa dal modulo di un Cosmo) 1:;. Innesca una bomba, è vero? L'esplosione avviene - voi dite - in virt— di una legge fisica. E noi possiamo servirci di questa espressione. Il fotogramma successivo non sarà unico: la creatura che sceglie una situazione, un fotogramma in cui innesca una bomba, ha di fronte a s‚ un certo numero di altri fotogrammi. Perché dico "un certo numero" e non "un numero infinito"? Perché in virt— del modulo convenzionale del Cosmo, i fotogrammi, le mutazioni possibili, sono solo quelle in cui si ha l'esplosione della bomba. Da qui la scoperta della legge che conduce ad enunciare il fenomeno della esplosione come fenomeno delle leggi fisiche. Intendo dire, figli, che se una creatura opera una scelta innescando - ad esempio - questa bomba, ciò che la creatura subirà nell'attimo successivo, potrà contemplare la mutazione del suo modo di agire, ma non già del fenomeno che si produce in virt— del modulo fondamentale del Cosmo.i.bModulo fondamentale del Cosmo 1:;. Così.i.bCosmo (Modulo fondamentale del) 1:; la creatura potra essere colta da una crisi di coscienza, ed allora scegliere un altro fotogramma in cui essa avverte i propri simili affinché non abbiano a restare vittime di questa esplosione, ma in questo fotogramma scelto l'esplosione vi sarà. Potrà addirittura scegliere - sempre per una crisi di coscienza un fotogramma in cui si getterà sopra la bomba per soffocarne l'esplosione e fare in modo che nessuno - pur non essendo avvertito - possa rimanere danneggiato: ma l'esplosione vi sarà. Potrà ancora scegliere un altro fotogramma in cui penserà a fuggire essa sola, recando così danno a quanti sono l presenti: ma l'esplosione vi sarà. Mi seguite? Ecco quindi le mutazioni possibili. Sono quelle - nell'ambito di un Cosmo - che possono avvenire nell'ambito del modulo fondamentale del Cosmo. E sono tante, figli cari, tante! E ciascuna mutazione, ciascun fotogramma, è eterno, come cosa viva, vera, vitale. Può essere - per dire - rivissuto sempre. E non già rivisto come qualcosa di trascorso, come un ricordo, come una proiezione cinematografica; ma vissuto nuovamente nel senso più vero, più esteso di questa espressione.Siano dunque le vostre scelte tali da non recare dolore a voi stessi o agli altri.i.bScelte (Siano le vostre) tali da non recare dolore a voi stessi o agli altri 1:;. Questa.i.bDolore (Siano le vostre scelte tali da non recare) a voi stessi o agli altri 1:; libertà l'avete. Scegliete dunque i fotogrammi in cui è il trionfo dell'amore, della bontà, della pace e della gioia.i.bFotogrammi (Scegliete i) in cui è il trionfo dell'amore, della bontà, della pace e della gioia 1:;. Questo vi auguro. 1 Il concetto del mondo come rappresentazione è stato ampiamente illustrato nel libro "Oltre l'illusione", edito dalle Mediterranee. +30 giugno 1967 Scarsa evoluzione, aspre difficoltà Alcuni di voi, cari, questa sera, pensano che noi vi rivolgiamo il saluto che segna la chiusura del ciclo di riunioni; e virtualmente è così. Ma vogliamo, una volta tanto, chiudere anche noi usando un simbolo; per questo - senza che voi pensiate a qualche cosa di eccezionale, ma unicamente ad una semplice conversazione -, vi preghiamo di riunirvi un venerd, alla stessa ora consueta, in un luogo un po' appartato dalla città. E questo non per fare manifestazioni straordinarie che ormai già conoscete, ma unicamente per salutarvi, in questa

stasi consueta, in modo simbolico. Chiediamo quindi ospitalità al figlio Guido per questa riunione serale e simbolica. Un venerd che vi sarà comodo. Domanda: All'aperto, vero? Risposta: Si. Occorrerà un velo per coprire la testa dello strumento. Ebbene, figli, vi abbiamo seguito nella conversazione di questa sera, abbiamo udito le vostre domande, le risposte che vi siete dati, e vorremmo che sempre continuassero in questo clima di armonia e di serenità.La domanda che avete fatto circa l'individualità pare che abbia avuto una risposta... - seguite quello che dico, non pensate alla riunione del venerd, figli, non faremo niente di eccezionale; un semplice saluto simbolico -, ha avuto una risposta ed è certo soddisfacente, per il momento.L'altra domanda circa le difficoltà che incontra l'individuo per camminare di pari passo, o addirittura precedere il naturale moto che tende a farlo evolvere, è una domanda che si ricollega a ciò che vi dicemmo ultimamente a proposito di queste riunioni. Si, figli, basta guardare la natura e vedere quante sono le difficoltà che si sovrappongono al naturale ciclo di ogni essere vivente. Quante, se poi ci riportiamo ai tempi in cui necessario era costituire le razze - razze nel senso dato dalle scienze naturali, non nel senso animico -, razze per veicoli fisici, allorché era necessario costituire questi veicoli fisici, degli uomini primitivi, parlo. Quante! Quante difficoltà incontravano e incontrano gli esseri viventi! Sopravvivono i più forti. Anche qua può sembrare strano. Anche qua un eccessivo rigore può sembrare volto a decimare le razze viventi; e invece, così come nella evoluzione, è essenziale, indispensabile che gli ostacoli siano fortissimi, e tanto più forti per chi ha poca possibilità; per chi ancora sulla strada della realizzazione interiore è minimo. Così, cari, l'essere umano, l'individuo, incontra queste difficoltà e sono più quelle che sembrano allontanarlo dalla giusta via che quelle che, invece, vorrebbero così apparentemente farlo evolvere. Ma l'evoluzione nasce proprio da quello che ai vostri occhi sembra un ritardo, giacché se tutto fosse facile, per lui, non vi sarebbe evoluzione, non vi sarebbe assimilazione; solo un passivo acquisire, solo un semplice e superficiale apprendere, e non già un intimo vero e reale "sentire". Ed è più importante un piccolo passo realmente effettuato, piuttosto che un apparente grande vantaggio raggiunto, ma che non corrisponde ad una reale trasformazione.Se ciascuno di voi non facesse domande, si limitasse ad udire quello che noi diciamo, per dimenticarlo presto o tardi, oppure impararlo a memoria senza che dal fermento della conversazione nascesse veramente la comprensione - senza parlare di vera e propria assimilazione -, ben poco utili sarebbero le nostre parole. Sarebbe stato sufficiente scrivere qualche libro - come tanti forse ce ne sono, anche se non tutti parlano delle Verità delle quali siete venuti a conoscenza ultimamente - e divulgarlo fra gli uomini. Essi lo avrebbero letto una volta, due volte, ricordato e poi, non essendo il frutto di un dialogo, di un reciproco scambio, di una assimilazione alla quale si è giunti attraverso ad una collettiva comprensione, ad un lavoro di gruppo, ecco che ben presto tutto sarebbe stato dimenticato. La coscienza nasce nella libertà, figli, e la comprensione attraverso alla precedente macerazione. Nella calma che segue alla tempesta è la liberazione. 7 luglio 19671 .i.a1. Siate voi a condurre la vostra vita:; Eccovi qua riuniti, o figli, come vi avevamo chiesto, in luogo appartato; e ringraziamo chi ha offerto a noi e a voi l'ospitalità per questa sera, come per tutto il ciclo di riunioni.Siamo voluti venire qua, o figli, e seguire in questo - anche noi - un simbolo. Siamo in un luogo più alto rispetto alla città; udiamo per• ancora i rumori che ci giungono a ricordarci il peso che la città, la civiltà, la vita di ogni giorno ha per voi. Ma pure la vediamo in questo momento da un orizzonte diverso,

non ne siamo immersi dentro e neppure a contatto di gomiti dei nostri fratelli che come voi in questo momento conducono la loro esistenza terrena.Ebbene, figli, queste riunioni, allorché avvengono, per che cosa esse vogliono significare, debbono rappresentare questa realtà: farvi sostare di tanto in tanto, fare il punto, come si usa dire, meditare come prima si faceva circa il vivere di ogni giorno; allontanarvi momentaneamente dalla civiltà, dal vivere di ogni giorno, non già per fuggire tutto questo, ma per condurre una introspezione, un esame approfondito delle ragioni che vi spingono ad agire, a comportarvi in un modo piuttosto che nell'altro.i.bRiunioni (Queste) devono farvi meditare 1:;. Questo l'uomo deve fare, figli. Perché se noi osserviamo la natura che ci circonda possiamo - alla luce di quello che conosciamo - vedere queste realtà viventi. Vediamo i regni naturali.i.bRegni naturali 1:; che nonostante qualche lieve modifica genetica dovuta all'acclimatarsi della specie nei mutevoli ambienti, conservano intatte certe loro maniere di manifestarsi. Così un ragno.i.bEsempio del ragno (per spiegare la differenza tra l'uomo e le forme di vita inferiori 1:; può essere cambiato nell'organismo, essere più grande o più piccolo, avere subto - in virt— della legge di adattamento all'ambiente - alcune lievi modifiche, ma la sua tela o il modo col quale fa la tela, da molto e molto del vostro tempo è così.Se noi invece osserviamo le razze umane, ebbene noi vediamo - anche senza tener conto delle mutazioni di ciascun individuo dall'inizio della sua vita alla chiusura del ciclo vitale - che l'uomo ha tutt'altro destino; dal modo di costruirsi e cercare, ancora prima un'abitazione, un riparo, a costruirsela prima in un modo e via via sempre cercando la perfezione. Ecco che in questa analisi noi scopriamo il mutare dell'uomo interiore.i.bUomo (L') è un individuo che evolve attraverso il suo intimo 1:;. Non è più un individuo legato ad un ciclo meccanico, macchinoso, come è nella vita dei tre regni naturali, ma è un individuo che evolve attraverso all'intimo suo, al suo industriarsi, al suo far muovere un meccanismo.i.bIntimo (L'uomo è un individuo che evolve attraverso il suo) 1:;. Egli non è trascinato, volente o nolente, dal meccanismo della natura così come avviene - ripeto - nei regni naturali. Ma egli - pur soggiacendo alle leggi della natura che governano il suo corpo fisico e gli altri veicoli grossolani - è protagonista, è attore, conduce l'azione, in qualche modo. Per questo voi tutti, che conducete l'azione delle vostre vite, dovete - così come fa il navigatore - sostare.i.bEsempio del navigatore (per spiegare che l'uomo deve soffermarsi a controllare la propria vita) 1:;, fare il punto, controllare la rotta, aprire una parentesi nel vostro vivere di ogni giorno per verificare se ciò che voi fate è veramente frutto di voi stessi; cercare di intenderne le ragioni, scoprire i significati. Con ciò non intendiamo dire che dovete ripudiare la vita di ogni giorno, ma soffermarvi a controllarla. Non fate che essa diventi come sono le leggi naturali per gli individui che ancora non s'incarnano come uomini, cioè un meccanismo che trascina, e che attraverso a questo forzato mutare di situazioni e di ambienti qualcosa ridesta nell'individuo; ma siate voi a condurre la vostra vita, così come deve essere per l'uomo.i.bUomo (Il periodo evolutivo chiamato) deve condurre lui la sua vita, e non essere vittima di un meccanismo che trascina 1:;.Voi ben sapete quanto faticoso e pieno di contrattempi sia il vivere di ogni giorno; il ritmo della vostra civiltà non vi lascia il tempo, forse, di esaminare una situazione che già ve ne viene presentata un'altra, o voi stessi un'altra ne cercate. Eppure è da questa macerazione, è da questa esercitazione - ripeto - che l'uomo sviluppa, che l'uomo si trasforma. Può sembrare che questa trasformazione sia superficiale, ma non è così. La trasformazione avviene lentamente, impercettibilmente per voi, ma avviene in profondità.i.bMacerazione (E' dalla) della vita quotidiana che l'uomo si trasforma 1:;. E tanto più è lenta tanto più è profonda. Solo se è preceduta da un lavoro interiore che sia protratto nel tempo, una maturazione costante può rendere vera una immediata conversione. Se non c'è questa precedente lenta maturazione, un cambiamento immediato non può essere reale, ma diviene unicamente un diverso modo di comportarsi, un atteggiamento, un atteggiarsi.i.bAtteggiarsi (Differenza tra) e sentire 1:;; non un "sentire", non un "essere".i.bEssere 1:;.Così, figli, in questo simbolo sia il vostro modo di condurre la vita: soffermatevi, con la mente, dal diverso punto di orizzonte che questi

insegnamenti vi hanno dato, a contemplare la vita di tutti i giorni nella quale fra breve tornerete; e tornateci pure ma portate il ricordo di questa meditazione.i.bInsegnamenti (Soffermatevi, dal diverso punto di orizzonte che questi) vi hanno dato, a contemplare la vita di tutti i giorni 1:;. Come in questo momento voi guardate dall'alto la città e la vostra vita di ogni giorno che vi ricordano la loro presenza con rumori, così, quando sarete ritornati laggi—, ricordatevi di questi istanti di meditazione. Ricordatevi nel senso più vero, più costruttivo, più reale. Per questo, da tanto del vostro tempo, noi vi seguiamo. 1 Seduta all'aperto, sul terreno della costruenda casa Campani, sulle colline di Firenze. 16 novembre 1967 Se l'insegnamento fosse solo una filosofia Un caro saluto ed una benedizione a tutti voi, o figli, che questa sera vi siete riuniti per iniziare il nuovo ciclo di riunioni.Avete atteso questo ritorno delle voci e a udirle - nel piano fisico - v'è qualche assente e qualche nuovo venuto; ma per noi, figli, nessuno rappresenta una creatura perduta né una creatura trovata, giacché chi ha lasciato il piano fisico è con noi come prima.i.bPiano fisico (Chi ha lasciato il) è con noi come prima 1:;, e chi non molto sovente o per la prima volta qua interviene, lo abbiamo conosciuto da sempre e da sempre sapevamo che un giorno avrebbe udito la nostra voce, sul piano fisico, attraverso a questo strumento.i.bRiunioni (Chi partecipa a queste), lo conoscevano da sempre 1:;.Vi parler• del nostro insegnamento, di quello che può apparire a chi vi ascolta di rado, a chi vi ascolta per la prima volta, a quelli - anche - che sempre ci ascoltano e vi ascoltano, ma che non intendono il valore degli argomenti che trattiamo e trattate. A tutti questi, il vostro dire ed il nostro dire può sembrare fare dell'accademia, discutere sul sesso degli angeli, o su quanti spiriti possono entrare nella cruna di un ago. Può sembrare una ricerca di sofismi, che si perda del tempo; ma pure, voi e coloro che così pensano, guardino a questi insegnamenti anche se non credono che essi siano la Verità - giacché dire questo è dire troppo - , ma credendo che siano una filosofia; anche credendo che questi insegnamenti siano una filosofia, si sappia che nessuna filosofia dall'uomo pensata, fatta conoscere ai suoi simili e intuita, è capace - come questa che voi apprendete brano su brano - di rendere un'idea così completa ed esauriente dell'Assoluto, della Realtà, del Tutto.i.bInsegnamento (Anche se credete che il nostro) sia solo una filosofia, si sappia che nessuna filosofia umana è capace, come questa, di rendere un'idea così esaueriente del Tutto 1:;. Ed allora, figli, con questa premessa e con questa considerazione, voi che pensate che qua si faccia dell'accademia, perdonerete i sofismi di chi interviene in queste discussioni e la pochezza del linguaggio di noi che cerchiamo di illustrarvi questa filosofia.Con questa premessa e con questa considerazione, ogni sofismo, ogni accademia, ogni discussione, oziosa che sia, è tollerata e assurge a valori che debbono essere tenuti in debita considerazione anche da chi di questi argomenti non ama interessarsi, non riesce a coglierne l'importanza.Pensate che la storia del pensiero dell'uomo è ricca di concetti profondi ed ogni pensatore si è sforzato di rappresentare l'Assoluto, Dio, nel modo che potesse resistere più ampiamente alle critiche, nel modo che perciò, resistendo alle critiche, si avvicinasse alla Realtà di ciò che E'. E nella vasta storia del pensiero umano nessun pensatore ha mai prospettato ai suoi simili, o a se stesso, un'immagine di Dio in modo che riesca a conciliare tutti i problemi del vivere umano con gli ideali più alti.i.bFilosofia (Nella storia della) nessun pensatore ha mai prospettato un'immagine di Dio che riesca a conciliare tutti i problemi del vivere umano con gli ideali più alti 1:;, in modo che riesca a resistere alle critiche, costruttive o distruttive, di chi al di fuori di esso concetto si volge a pensare. E' quindi per questo che vedendo gli altri comprenderli o meno, noi amiamo vedere la vostra calorosa discussione, la quale

è - e sia - aliena da ogni spirito di parte, da ogni desiderio di mostrare di aver compreso, da ogni desiderio - come da tempo diciamo - di risultare i vincitori.i.bInsegnamento (Nel discutere dell') non dovete risultare di risultare i vincitori 1:;. Ma sia fatta nella gioia e nella speranza di vedere avvicinarsi la Realtà. Non per accrescere se stessi, ma per la Realtà, per la Verità in se stessa e da se stessa.Discutete quindi fraternamente e animatamente. L'argomento - ripeto - può essere venuto a noia a taluni, ma anche a chi non interessa sia posto in evidenza il valore di ciò che diciamo. Può darsi che queste parole, un giorno, giungano a chi per tanto del vostro tempo le ha cercate, a chi le ha cercate in se stesso senza riuscire a trovarle, a chi le ha cercate nella storia del pensiero dell'uomo, senza in alcun modo reperirle.i.bParole (Può darsi che queste) un giorno giungano a chi per tanto del vostro tempo le ha cercate 1:;. E pensate quale gioia, colui che così ha fatto, può provare nelle parole che voi oggi ascoltate con critica e con superficialità. +21 febbraio 1968 Il nostro insegnamento è per tutti voi Comprendiamo, figli, che questo insegnamento possa procurarvi un maggior impegno, una più intensa applicazione per seguirlo. Ebbene, taluno di voi può rimanere smarrito da questo nuovo modo di presentarvi la Realtà; ma pure il rimanere nell'insegnamento quale voi fino ad ora avete conosciuto, significa ripetere cose che - se le avete già capite - non comportavano una necessità ulteriore di ripeterle, e se ancora non le avete capite, ciò significa che nessun altra ripetizione poteva farvele intendere. Ebbene, figli, dobbiamo quindi ampliare, lasciare il vecchio; vecchio del resto utilissimo, che noi non abbiamo smentito, con il quale non siamo in contrasto per andare avanti; andare avanti nella comprensione della Realtà. Lasciando questo "vecchio" noi vogliamo portarvi ad una concezione della Realtà tutt'affatto diversa.Le sedute così dette appunto "spiritiche", le riunioni nostre, figli, hanno subto moltissime critiche. I fenomeni fisici sono stati criticati, e anche gli insegnamenti; a proposito dell'insegnamento fu detto che ciò che noi vi dicevamo, il mondo che noi vi rappresentavamo - l'aldilà, ad esempio - non si discostava molto dalla realtà fisica. E questo era dovuto all'inconscio vostro che, abituato ad un mondo fisico, dovendo immaginare un mondo ultra terreno, per quanti sforzi facesse, non riusciva a distaccarsi dagli schemi che conosceva. Così la vita nel piano astrale, ad esempio, è simile alla vita del piano fisico per questa impossibilità dell'inconscio - autore delle sedute medianiche - d'immaginare qualcosa di diverso dalla vita del piano fisico. Ebbene, figli, quanto questa obiezione sia poco probante per coloro che ritengono le riunioni medianiche frutto di intervento di trapassati, non v'è bisogno di sottolinearlo. E' tanto poco probante - e forse meno probante - di quanto non sia la tesi spiritica per coloro che agli spiriti non credono. Ma - questo è un discorso che noi facciamo per inciso - questo nuovo insegnamento non deve mostrare agli increduli che le voci sanno immaginare condizioni di esistenza, realtà ben diverse da quella fisica; questo nuovo insegnamento invece deve portare voi ad immaginare nuovi modi di esistere, nuove condizioni di vita; deve spingervi ad aprire la vostra mente.Quanto questo sia utile ai fini di migliorare voi stessi, può apparire incerto. Infatti il fenomeno che noi provochiamo non è stato solo oggetto di critiche da parte di increduli, ma anche da coloro, da voi che continuamente ci seguite. E ciò è legittimo, figli, è legittimo purché sia per voi fattivo. Purché sia di qualche utilità, nel senso più lato e più esatto del significato della parola.Certo, dire che l'insegnamento di Claudio è più utile di questi insegnamenti, è una Verità, forse; è una Verità del resto che acquista più precisione per taluno di voi; che calza più esattamente per certi temperamenti. Ma non per tutti. Non per niente, figli, vi diciamo che diverse sono le vie che potete seguire per giungere alla Realtà. Conoscere se stessi è cosa profondamente, estremamente utile. L'insegnamento del conoscere se stessi, figli, per• è un insegnamento che, una volta enunciato, deve essere vissuto singolarmente. Può essere chiarito

nella sua enunciazione; possiamo soffermarci sul significato del conoscere se stessi, dei processi di espansione dell'io. Esaminare in quanti e quali modi l'io riesce a nascondersi pur di espandersi, e via e via. Esaminare i processi del non-io, di coloro che cercano di annullarsi in terra per diventare grandi in cielo. E ancora di pi—: possiamo chiarire tutti questi punti di vista e fare con ciò opera meritoria, ma l'insegnamento del conoscere se stessi, figli, deve essere vissuto singolarmente da ciascuno di voi. E quindi le nostre riunioni, dopo breve tempo - se solo su quello vertessero - avrebbero finito il loro scopo, una volta che vi avessero spinto a meditare e a conoscere senza falsità, in piena sincerità, l'essere vostro, l'intimo vostro sentire. E non sarebbe poco! Ma il loro compito, il loro senso, il loro significato, sarebbe così dopo poco venuto a cessare dal momento che, per applicare questo insegnamento, ciascuno di voi deve agire nel proprio intimo e direttamente, da solo, senza l'aiuto di nessuno.Del resto poi non tutti avete la stessa natura interiore, ed allora cerchiamo di parlarvi di Realtà che trascendono la realtà umana individuale, proprio, figli, per farvi sentire l'armonia del Tutto. Per convincervi, attraverso a questa visione generale di un Tutto armonico, quanto poco importante sia espandere il proprio io. Quanto essenziale sia amare i nostri simili, pur valutando le forze di ciascuno di noi, "forze" per sostenere questo amore. Nessuno di voi è tanto forte da annientare la propria vita per i suoi simili, e sarebbe un errore, un sopravalutarsi, agire senza vagliare queste sue possibilità. N‚ d'altra parte queste parole siano prese a scusa, a giustificazione della propria indolenza, della propria pigrizia, della propria mancanza di una volontà. Insomma il nostro insegnamento è per tutti voi.Se in questo momento parliamo più dell'Assoluto, del Cosmo, dell'Eterno Presente, ciò non vuol dire che attribuiamo a questo argomento maggiore importanza che ad altri, che al conoscere se stessi. Ma anzi li riteniamo tanto importanti da sottintendere che siano da voi compresi, non solo, ma messi in atto. E che questo insegnamento della Realtà, della visione d'insieme, sia a quella del conoscere se stessi un utile complemento. Sia un modo di completarlo. Questo volevamo dirvi. 20 marzo 1968 .i.a1. Le modalità del nuovo insegnamento:; Avete provato a pensare a certe idee, certi concetti che noi per il passato vi abbiamo illustrati, e vedere quanto essi vi siano oggi più familiari di un tempo? Avete notato come certe preposizioni che noi vi abbiamo fatto, in un primo tempo fossero state da voi quasi rifuggite, e come oggi invece possiate pensare ad esse senza tanta difficoltà?Vi dicevamo, ad esempio, che il Cosmo.i.bCosmo (L'inizio e la fine del) 1:; ha un inizio e una fine; e quanto ancora valida è questa Verità! Ancora una volta vogliamo sottolineare ciò. Eppure, in Assoluto, non v'è né inizio né fine. Allora questo, a taluno di voi se non a tutti, poteva sembrare una cosa assurda, un controsenso: quando vi dicevamo che il ciclo di vita del Cosmo lo osserva il primo atto, i primi fotogrammi.i.bFotogrammi 1:;, le prime situazioni cosmiche.i.bCosmiche (Situazioni) 1:;; e il riassorbimento.i.bRiassorbimento 1:; li vive chi si lega agli ultimi atti del Cosmo. Ce n'è voluto del tempo prima che questo concetto acquistasse per voi una certa chiarezza.Ma vi abbiamo fatto altre domande alle quali era inutile dare una risposta, considerando che voi non avete compreso il senso pieno della domanda. Sarebbe stato come se noi stessi ci fossimo posti un indovinello, per così dire, e ci fossimo risposti da noi. Non si trattava qui di fare un gioco, ma si trattava - attraverso alla domanda - di farvi intendere un concetto, l'importanza di questo concetto; e attraverso alla risposta - data solo quando voi aveste ben compreso il problema riassunto nella domanda - illustrare la Realtà. Certo, allorché la domanda non è stata compresa nella sua interezza, inutile è stato dare una risposta intiera. C'è in tutti - e non parlo di voi soli in questo momento - una pigrizia mentale nel senso di un maggior piacere nell'avere la risposta già formulata a certe domande che vengono poste, e così molte volte voi aspettate

che taluno risponda limitandovi ad accedere a questa o ad altra tesi; vi accontentate di una risposta sommaria, senza sviscerare completamente il problema. Proprio per una sorta - mi sia consentito il giudizio - di connaturale pigrizia che è in tutti, in tutte le creature. Ecco che allora il problema viene prospettato da più punti di vista. Le domande vengono ripetute più volte e formulate in modo diverso, fino a farvi acquistare una certa dimestichezza con il nuovo modo di vedere, con il nuovo insegnamento, potremmo dire. Cosicché, a poco a poco speriamo che voi possiate entrare nel vivo del problema. 16 aprile 1969 Tutto è l'intimo Certamente vi sarete soffermati qualche volta a meditare su quanta strada assieme abbiamo fatta; quanto, fortunatamente per voi, sia stato benigno il destino nel concedere un così lungo contatto fra noi e voi. Benigno anche con noi, certamente, perché ci ha dato la possibilità di comunicare con voi - nostri fratelli in altra dimensione - quello che noi, liberi da veicoli più densi.i.bVeicoli (I) più densi 1:;, riusciamo a captare, a percepire, a "sentire". E quanto questo tempo trascorso assieme sia stato proficuo di Verità.Sento l'obbligo di farvi capire - anch'io - quanto importante sia il nuovo insegnamento; non importante perché occupa di più l'intelletto di quanto lo abbia occupato per le Verità che vi sono state dette in precedenza; non importante per questo. Ma importante perché più formativo. Tutto, in genere, l'insegnamento è importante; ve ne abbiamo mostrati vari aspetti. In primo tempo l'aspetto mistico, e poi l'aspetto dell'intimo nostro; e quanto ancora questo sia importante ed attuale, questa sera stessa avete avuto modo di constatare; e poi l'importanza dell'insegnamento che riguarda la conoscenza. Ma il fine vero e reale di tutti questi insegnamenti, di tutte queste prospettive della Verità, di tutte queste Realtà - che sono un'unica Realtà - è la vostra formazione interiore, perché.i.bInsegnamento (Il fine ultimo dell') è la vostra formazione interiore 1:;, questa.i.bInteriore (Il fine ultimo dell'insegnamento è la vostra formazione) 1:; e quella sola - e quanto tempo è che ve lo ripetiamo - ha importanza.Come vi ha detto il fratello Kempis.i.bKempis 1:;, se tutto quanto vi circonda, comprese le creature che sono attorno a voi e che hanno sì tanta e larga parte di influenza nella vostra vita, fosse e fossero una simulazione della realtà, fossero spettri.i.bEsempio degli spettri (per spiegare l'importanza dell'intimo) 1:;, fossero parvenze reali di qualcosa inesistente, ebbene figli e fratelli, voi ugualmente seguireste uno sviluppo del "sentire", una evoluzione, perché importante è l'intimo vostro.i.bIntimo (L') vostro è la Realtà 1:;. Non vi insegnamo l'egoismo dicendo questo, dicendo che è importante l'intimo vostro non vi insegnamo a dare importanza alla vostra persona, ma cerchiamo di svelarvi quale è la Realtà.i.bRealtà (La) è l'intimo vostro 1:;. Anche l'insegnamento è importante solo nei riguardi e nei confronti dell'intimo vostro. E' importante aiutare le creature, ma questa importanza non va misurata con il metro del vantaggio e del beneficio che si riesce ad arrecare alle creature aiutate, ma va misurata con la schiettezza del "sentire" che ci muove.i.bSentire (La schiettezza del) che ci muove 1:;. E secondo questa misurazione - non prendete queste affermazioni, s'intende, per un vostro comodo modo di essere altruisti -, e secondo questa misurazione è più importante un pensiero buono.i.bEsempio del pensiero buono (per spiegare come bisogna aiutare i nostri simili) 1:; rivolto ai nostri simili, a volte, che una grande elargizione di denaro fatta per crescere il rispetto e la stima di se stessi. E' logico, questo, figli. E' logico che è più importante uno slancio di amore verso i nostri simili, fatto e dettato unicamente dall'amore, che non un'azione fatta per aiutare, e che riesce ad aiutare i nostri simili, ma che per noi significa espansione dell'io.i.bIo (Espansione dell') 1:;. Certo che quando manca il vero e lo schietto slancio interiore, è ugualmente utile aiutare i nostri fratelli; certo che, di fronte alla mancanza dell'intimo "sentire" in termini di altruismo, è meglio aiutare mossi dall'ambizione dell'io, piuttosto che non aiutare affatto.i.bIo (E' meglio aiutare mossi dall'ambizione dell'), piuttosto che non aiutare affatto 1:;,

piuttosto che essere del tutto egoisti. Ma il senso vero e reale di quanto accade va trasfuso nell'intimo di ciascuno di noi.E se dunque è tanto importante l'intimo nostro, anche aiutare gli altri significa aiutarli intimamente.i.bIntimamente (Anche aiutare gli altri significa aiutarli) 1:;. Se noi guardiamo la storia dell'uomo da quando appare come selvaggio e su su, vediamo che in un primo tempo l'uomo è volto a ricercare il soddisfacimento dei propri bisogni corporali; avrà necessità di mangiare ed allora cercherà di procacciarsi del cibo; ebbene a questa creatura - a quello stadio di "sentire" e quindi di evoluzione - non potranno essere portati problemi di natura intima, perché un uomo selvaggio che cerca del cibo unicamente per soddisfare la propria fame, non ha problemi di natura interiore, è vero? Ed allora, se lo si dovrà aiutare, non lo si potrà aiutare altro che a quel livello e secondo le sue necessità.i.bSelvaggio (Il periodo evolutivo chiamato) 1:;. Ma quando da questo stato particolare di "sentire" e di evoluzione si passa a stadi superiori dove il selvaggio si è costituito una famiglia.i.bSelvaggio (La famiglia del) 1:;, ed il suo egoismo non significa unicamente "propria persona", ma significa "propria famiglia" e quindi è un egoismo che abbraccia più creature, che quindi diminuisce di intensità e di valore, ebbene l'aiuto che si può portare a questa creatura può essere portato, arrecato, in altri termini. Significherà aiutarlo non solo nella persona, ma nella famiglia, è vero? E quando il suo stadio di evoluzione ancora progredisce fino a che questo individuo sposta la sua attenzione, lo scopo delle sue azioni, non solo alla famiglia ma ad altre creature, quando riesce a cercare il bene non solo per se stesso e per i suoi famigliari, ma anche per altre creature, ebbene.i.bEsempio del selvaggio (per spiegare perché ognuno va aiutato a seconda della sua evoluzione) 1:; questo individuo potrà essere aiutato ad un altro livello, a livello del suo intimo.i.bSocietà 1:;.Allo stesso modo è della società.i.bEsempio della società (per spiegare perché ognuno va aiutato a seconda della sua evoluzione) 1:;. Una società che inizialmente è tutta volta a sfamare i propri componenti, e poi, quando avrà raggiunto questo traguardo di sfamare i propri componenti e dar loro un certo benessere: quando avrà raggiunto questo benessere - benessere materiale, s'intende - allora sorgerà il problema di un benessere che va oltre la materia.Ebbene l'aiuto che si può portare alla società dipende dal punto di evoluzione - medio - in cui questa società esiste. Allo stesso modo come si può fare alle creature. Non si può generalizzare. Ognuno, come sempre vi abbiamo detto, deve secondo la propria coscienza, ma l'aiuto che può portare deve essere diverso da una creatura all'altra; occorre saper distinguere di che cosa hanno bisogno veramente le creature, perché non sempre dando beni materiali si aiutano. Anzi, spesso, si rendono pigre.i.bBeni materiali (Non sempre dando) si aiutano le creature. Anzi, spesso, si rendono pigre 1:;; molto spesso le creature - ripeto, parlo non per assecondare la pigrizia di qualcuno, le mie parole non siano prese con questo scopo -, molto spesso chi soffre di qualche privazione è intimamente pigro.i.bPrivazione (Molto spesso chi soffre di qualche) è intimamente pigro 1:;; ripeto.i.bIntimamente pigro (Molto spesso chi soffre di qualche privazione è) 1:;: molto spesso - non si può generalizzare - dare dei beni materiali, significa alimentare questa pigrizia; e aiutare significa, invece, cercare di discernere di cosa veramente le creature hanno necessità. E' molto difficile ma molto importante, e se veramente si vuole aiutare in modo fattivo, a questo bisogna mirare.Certo che ogni società ha tanti problemi, tanti. Problemi vicini e lontani, problemi che possono toccarci da vicino ed altri che invece, anche per la loro lontananza nello spazio, sembrano a noi tanto lontani. Che cosa fare ad esempio per far cessare una guerra che è tanto lontano da noi? Certo, direttamente, poco è possibile fare. Ma è possibile fare tanto indirettamente. In che modo? Cercando di non fare la guerra con chi ci è vicino.i.bGuerra (Per contribuire a far cessare una) cercate di non fare la guerra con chi vi è vicino 1:;. Questa può sembrare una affermazione esagerata, ma non è così. Molte volte, anche senza essere provocati, si cerca la rissa; ebbene questo può sembrare molto poco, ma è tanto; riuscire a non cercare la rissa, ad evitare le cause che possono porci in discordia con chi è vicino a noi, significa contribuire a cancellare la guerra dal mondo.i.bRissa (Riuscire a non cercare la), significa contribuire a

cancellare la guerra dal mondo 1:;; anche quella guerra che è tanto lontana da noi come spazio e come possibilità di farla cessare. Ed infatti grande è l'insegnamento del Cristo.i.bCristo (Frasi del) 1:; quando ricorda che prima di presentarsi all'altare, è necessario fare la pace con coloro con i quali si è in discordia. Insomma, certo che è un crogiuolo di problemi, di sensazioni, di varie forme di "sentire" questo vostro esistere nel piano fisico. E' un problema vasto.L'insegnamento che noi vi diamo può sembrare la teoria e la realtà la pratica, e che ci sia tanta differenza fra il dire e il fare, ma quello che noi vi diciamo deve avere un valore pratico, un valore che non occorre stabilire, istaurare, rivelare in modo vistoso e senza una profonda meditazione. Non è necessario farsi portatori di una crociata, diventare creature che vivono per propagandare fra gli uomini questi insegnamenti; basta cominciare da poco e da vicino.i.bCominciare (Basta) da poco e da vicino 1:;, ma importante è fare qualcosa. Non è poco evitare motivi di attrito, non è poco avere l'intenzione di aiutare: è sempre più che creare motivi di attrito, è sempre più che creare disagio, è sempre più che vivere egoisticamente. Poco in confronto a quello che si dovrebbe e si potrebbe fare, ma tanto in confronto a ciò che non viene fatto.Ora, figli, il nostro insegnamento - ancora lo ripeto - non ha un valore teorico; ha un valore estremamente pratico.i.bInsegnamento (Il nostro) ha un valore estremamente pratico 1:;, anche quando sembra appartenere ad un mondo di fantascienza; anche quando, come negli ultimi tempi, vuole distogliervi dalla vita pratica - perché è così, forse, per taluno di voi - . E così può apparire.Il fratello Kempis.i.bKempis 1:; ha parlato giustamente di pazzia, perché la fase del comprendere e del "sentire" di ora è una fase che passa dal frazionamento della personalità; frazionamento della personalità che si riscontra anche in certi casi patologici.i.bPersonalità (La vostra attuale fase evolutiva passa dal frazionamento della), frazionamento che si riscontra anche in certi casi patologici 1:;. Ecco dunque i punti in comune, ecco dunque la possibilità di invadere il campo della così detta pazzia.i.bPazzia ed evoluzione 1:;. Ma pure, così è la Realtà, e se per proseguire è necessario passare da questa asse di equilibrio, in punta di piedi, facciamolo! Con calma, senza fare dei passi troppo lunghi, ma facciamolo. Come abbiamo visto, per la vita e la evoluzione dell'uomo è tutto un ampliamento del "sentire".i.bSentire (L'evoluzione dell'uomo è tutto un ampliamento del) 1:;, così è per voi che siete degli uomini, così è per l'insegnamento. E' tutto un ampliare di esporre e di conoscere. Ora dovete comprendere ciò che sta al di là del tempo, perché il capitolo che vi abbiamo esposto seguiva la direzione del tempo; ma ecco che il tempo non esiste e perché questo capitolo sia dunque rivelato nella sua vera luce, occorre vederlo al di là. Per comprendere la bellezza del tappeto, occorre vederlo dalla parte ove il disegno appare nella sua integrità, non dalla parte dove i fili si intrecciano in una apparente confusione e disordine.i.bEsempio del tappeto (per spiegare come il vero ordine sia al di là del tempo) 1:;. Il vero ordine è dall'altra parte e per cogliere dunque il vero ordine, occorre andare oltre il tempo.i.bTempo 1:;. Seguiteci dunque con pazienza, cercando di trasfondere nell'intimo vostro quello che vi diciamo, che ha lo scopo di formarvi in questo intimo il quale veramente è il ricettacolo del valore vostro.i.bIntimo (L') è il vero ricettacolo del vostro valore 1:;. +13 maggio 1969 La tolleranza Eccoci qua ancora una volta riuniti, figli, per scambiare le nostre idee, per parlare insieme di queste Verità, le quali sono sconosciute alla maggior parte degli uomini oggi incarnati, ma che debbono essere da tutti un giorno conosciute. Ha perso forse di valore questa affermazione dopo quello che vi abbiamo detto. Certo che si può dire la Verità con termini ancora più precisi, ma sostanzialmente quello che sapete non muta: era, è e rimane vero. Non cambia di valore, non è errato dire che tutti gli uomini, un giorno, conosceranno la Verità, conosceranno queste Verità che voi già conoscete.

Ognuno, nella gamma del suo "sentire", nella gamma della sua vita individuale, ha questo "sentire", corrispondente al conoscere le Verità che vi abbiamo preannunciate; corrispondente, oltre all'assimilare queste Verità, a ritrovarle nell'intimo suo. Ognuno di noi - ogni individualità, intendo dire - ha questo traguardo, questo punto di passaggio, questa fase, questo stadio; ed è importante che l'uomo si avvicini a questa Verità, comprendendola pienamente, nei riflessi che essa può avere nella sua vita.Ecco perché - dopo quello che vi ha detto il Fratello Kempis con parole a voi note ma con significato più vasto, più profondo -, la Sorella Teresa ha voluto richiamarvi in modo che voi possiate apprendere giustamente queste Verità. Il conoscere che niente trascorre, che tutto rimane, il sapere che in ultima analisi ciascun "sentire" dell'individuo è un "sentire" limitato e quindi errato, e che quindi tutti erriamo nello stesso modo; il sapere questo, figli, dà, deve dare, un'enorme comprensione: comprendere tutti. Il collocare questa Verità nel giusto schema dell'Essere Assoluto, della natura divina, riuscire a capire che ogni "sentire" individuale - pure essendo limitato e così profondamente diverso dal Sentire Assoluto - è pur tuttavia un Suo "sentire"; comprendere tutto ciò esattamente significa aprirsi ad una tolleranza nei confronti dei propri simili, senza condizione e senza limite. Perché, figli cari, chi potrà sentirsi diverso da un suo simile quando questo ha - non dico un diverso aspetto morfologico, un diverso colore della pelle o diversa età o parla una lingua diversa - ma quando questo suo simile ha idee diverse, diversi principi. N‚ potrà condannare il proprio simile e dire "erra", "è un meschino", quando sa che egli stesso esiste in una analoga forma di "sentire" e di operare.Quando voi pensavate che ogni individuo era il succo, il retaggio del suo passato che aveva abbandonato e che era bene non ricordare per tutto un insieme di errori commessi, allora veniva facile condannare i propri simili e in quest'opera di condanna innalzare se stessi. Dire: chi odia, erra. Criticare perché così facendo si dimostrava agli altri, e a se stessi, che si era superiori, che si era tutt'altra cosa. Ma quando voi sapete che il nostro passato - per quanto triste, pieno di errori e di incomprensioni sia - è l tuttora - e uso un'espressione non esatta ma che mi fa comodo per ciò che voglio dire -, è l tuttora ad accusarci, come possiamo condannare i nostri simili che vediamo errare? Quanta tolleranza dobbiamo avere, figli! Quanto il nostro prossimo dobbiamo sentirlo identico a noi! Forse non noi nello stadio attuale del "sentire", ma lui, nell'insieme della sua vita, identico a noi nell'insieme della nostra! Sono due diversi stadi di "sentire". Così come voi vedendo un vostro simile dormiente, non potreste dire che ha diversa natura da voi per il solo fatto che nella situazione contingente sta dormendo e voi siete allo stato di veglia, o viceversa. Ed invece soffermatevi, figli cari, su quanti sono i motivi che ci fanno sentire i nostri simili diversi da noi. Quanti! Il loro modo di vestire, il loro modo di pensare; basta un nulla e già noi, sentendo gli altri diversi da noi, creiamo fra loro e noi una barriera. Che cosa significa ciò che io voglio dirvi? Significa forse che dovete, tollerando tutti, essere così acquiescenti con gli altri da condividere le loro idee e aiutarli nella realizzazione dei loro principi? No. Significa solo - è una cosa che può sembrare tanto facile, e invece tanto è difficile - amarli, amarli e comprenderli. Amarli tanto da capire che il loro stadio di "sentire" è quello che è. Non è quello che appare ai nostri occhi, è diverso e comunque sia può essere più o meno limitato del vostro, ma è il loro, ed è un capitolo della loro esistenza, della loro vita individuale. Amarli quindi anche se il loro "sentire", quale voi riuscite a indovinarlo o quale voi lo ritenete, è un "sentire" diametralmente opposto al vostro, è un "sentire" totalmente diverso da quello che voi state percependo. Questo significa la tolleranza. Ma tolleranza non significa, figli, condividere l'azione degli altri quando questa è diversa e non rispecchia il vostro "sentire". Ciascuno deve seguire il suo "sentire" e comprendere che il "sentire" degli altri ha la stessa ragione d'esistere del proprio.Riflettete su quante sono le occasioni che fanno di voi delle creature "chiuse", non aperte; che fanno di voi delle creature isolate, circoscritte. Riuscite a capire al di fuori degli schemi che sono stati e continuano ad essere la vostra salvezza di ieri e di oggi, ma che non sono - e non saranno - la vostra salvezza

di domani. Perché gli schemi, i canoni, i principi che conoscete sono profondi e giusti e recano ordine; sono come lo scoglio che fu di salvezza ieri, ma anch'essi saranno abbandonati. Dunque al di là di ciò che fino ad oggi, con molto profitto, può avervi tenuti incolonnati, soggiogati a camminare, al di là di questi schemi, figli, vi sono altri principi, altri concetti tanto validi, più di quelli che conoscete. Un'altra etica, un'altra morale che oggi vi è in qualche modo sconosciuta, ma che ha un suo profondo valore. Ebbene cercate di vedere al di là di quanto fino ad oggi vi ha servito ma vi ha chiuso, e proprio perché vi ha chiuso vi ha servito. Ora, che cominciate a crescere, sappiate vedere al di là dei muri domestici, al di là di quello che credevate insormontabile. Il peccato, l'errore non sta nel superare i solchi, le linee, i confini che gli uomini e i Maestri saggiamente hanno tracciato. Ma sta nell'intenzione e nella ragione con la quale questi confini, questi solchi, queste linee si superano, si scavalcano, si abbattono.L'uomo sa che certe cose non si debbono fare; non si debbono fare perché, se tutti le facessero, una società civile non si reggerebbe più in piedi. E la continuazione della specie non avverrebbe pi—, gli ambiente favorevoli non sussisterebbero pi—. Dunque le impalcature debbono esistere, dunque esse sono necessarie. Ma quando l'uomo è cresciuto tanto da avere dentro di s‚ questi principi, egli può guardare oltre le impalcature. Può guardare oltre ciò che sta, i muri domestici, ed allora vedrà che ciò che egli crede bene e male assume un significato diverso. Il male può diventare ai suoi occhi bene e viceversa. Anche questo può avvenire. Prendete questa affermazione per ciò che essa vale. Può capire che certi principi religiosi avevano un unico scopo igienico; e quindi comprendere quanto erano giusti. Ma che, una volta che l'uomo ha imparato a lavarsi, non servono pi—. Certi timori della dannazione eterna erano necessari ad impedire che l'uomo si scatenasse; sono stati strumentalizzati anche al fine di soffocare le creature e così permettere che altri, alle loro spalle, si arricchissero e conservassero posizioni di privilegio. Ricordate quando vi dicevamo che tutte le forze sono doppie? Così molteplici sono gli scopi per i quali accadono gli avvenimenti umani, sempre più concorrono ragioni, più necessità vengono soddisfatte. Capire che la dannazione non esiste, eppure non scatenarsi, eppure conservare la propria dignità e saper auto-controllarsi. Non avere dunque più timore, non essere dalla paura soggiogati, e agire egualmente bene. A questo devono portarvi i nuovi insegnamenti. Dico "nuovi" per intenderci, figli. A questo deve portarvi il senso approfondito dei nuovi concetti.Vi benedico. +28 maggio 19691 L'insegnamento non deve indurvi al fatalismo Non è che noi diamo alcuna importanza alle ricorrenze, alle celebrazioni degli uomini, è vero figli? In genere l'umano tiene molto a questo genere di cose tanto che gli suona molto strano, ad esempio, che una creatura possa morire mentre torna da un pellegrinaggio mistico. Oppure che il giorno di una festa religiosa, il tempo non sia stato favorevole. L'uomo pensa che tutti gli avvenimenti che riguardano l'ordine più alto della natura - le cose dello spirito - siano condotti secondo una regia sovrannaturale che in qualche modo faccia sì che niente turbi lo svolgimento di questi eventi straordinari. Suona strano che ad esempio, durante una festa religiosa, vi sia qualcosa o qualcuno che turbi lo svolgersi di questo evento; come se alcune cose fossero Dio, e altre del demonio. Come se, figli cari, non tutto rientrasse nel quadro della natura, non tutto fosse naturale. Ed allora ciò che, per l'uomo, a suo giudizio e suo criterio, non è, non rientra nel quadro della natura, non deve in qualche modo appartenere ad un ordinato svolgimento; deve sempre in ogni caso essere messo immediatamente al bando, annientato, distrutto dall'Ente Supremo.Ebbene, figli cari, ora che voi avete questo quadro generale, ora che voi vedete - come voi stessi questa sera avete ammesso - la vita cosmica da una punto diverso di vista; voi che avete ben compreso che cosa significa emanazione e riassorbimento, che sono quindi eventi individuali in quanto sussistono per

colui che li vive, cioè soggettivamente, ma non sussistono oggettivamente; voi, figli, che questo avete compreso, ebbene con facilità comprenderete anche che niente può essere al di fuori del quadro naturale. Niente può essere, in qualche modo, al di fuori di un divino ordine generale. Niente può essere quindi definito come appartenente al regno di Satana, nel senso non voluto da Dio, reietto, reprobo; ma tutto ha una precisa e ben valida ragione di esistenza.Arrivare a comprendere e ad ammettere questo, figli, significa raggiungere una libertà che, al primo momento, non si riesce bene a valutare nella portata. E la si valuta man mano che questo "capire", capire questa Verità, si trasforma in comprensione, man mano che questa verità viene assimilata.Man mano che questa Verità viene assimilata, diviene parte di noi stessi, figli; ecco che allora si comprende la libertà che essa arreca all'individuo; si comprende quanto tutto quello che prima poteva turbarci, man mano perde valore. Tutti i timori che prima avevamo, lentamente impallidiscono. E' bene che questo traguardo giunga lentamente, perché ogni mutazione deve avvenire per gradi. Se l'individuo immediatamente comprendesse - assimilasse, intendo dire - per sua natura cadrebbe con molto vigore nell'eccesso opposto. E allora una Verità diventerebbe un errore; ciò che sarebbe giusto diventerebbe una cosa profondamente errata. Per questo motivo la Verità si raggiunge gradatamente. Quando l'individuo è di fronte ad una Verità - parlo dell'individuo di media evoluzione, s'intende - rimane come folgorato da essa in minima misura, è vero figli? E man mano che questa verità "torna" alla sua comprensione, intendo dire la condivide, ne prova la validità, ebbene subentra in lui una sorta di entusiasmo. Questo entusiasmo deve essere contenuto. Io non parlo per voi, figli, ai quali queste cose sono state date con il contagocce nell'arco di tempo di molti dei vostri anni. Ma parlo per l'uomo in generale. Questa sorta di entusiasmo fa sì che l'individuo facilmente cada nell'eccesso opposto. E allora la Verità, che tale era in un primo momento, ben presto scompare, ben presto non si trova più e non è più retaggio dell'uomo. Poco a poco l'uomo comprende la Verità, ed è bene che sia così.Ora voi, figli, in tutti questi anni che ci avete seguiti, avete conosciuto tante Verità, Verità che noi vi abbiamo presentate da diversi punti di vista. Finalmente potrete trarre una sorta di conclusione e arrivare alle soglie di quel retaggio che farà di voi degli uomini liberi.Voi ora conoscete l'enunciazione di questa Verità che rende liberi - della quale il Cristo parlava - ed essa, altrettanto gradatamente come voi l'avete conosciuta, darà i suoi frutti. E' bene - ripeto - che i suoi frutti vengano in voi a gocce, stilla su stilla, affinché non cadiate in un eccesso opposto, e questo potrebbe essere una sorta di fatalismo; potrebbe essere una sorta di insensibilità a quanto vi circonda, agli eventi che possono accadere alle creature. Sarebbe un grave errore: la Verità non vi arrecherebbe più luce, libertà, ma sarebbe un "errore", non più una Verità.Comprendere tutti, figli, e amare tutti. Comprendere tutti, essere buoni ma essere giusti, questo è importante ed essenziale.Fate dunque una introspezione, come vi insegna il Fratello Claudio. Guardate su questo nuovo quadro generale che avete di fronte a voi, dal quale risulta che ogni cosa, in fondo, è bene perché arreca progresso di sentire, perché arreca evoluzione; se questo nuovo quadro non fa di voi degli esseri insensibili. Se non fa di voi, per caso, degli abulici, dei fatalisti, delle creature che non vogliono più lottare pensando, in fondo, che comunque andrà sempre bene. Questo è importante che ciascuno di voi non perda di vista.Ma se in questi eccessi voi non cadrete, figli cari, se saprete giustamente comprendere questa Verità, se non sarete dei superficiali, degli insensibili, dei fatalisti, allora le Verità che avete conosciuto - vi ripeto - saranno quelle Verità che faranno di voi degli uomini liberi.Vi benedico. 1 Ventitreesimo anniversario della prima seduta, avvenuta il 28 maggio 1946. +10 dicembre 1969 Dov'è la Divinità

Vi ho udito, cari, porvi questo interrogativo - del resto voluto dal Fratello Kempis - circa il concetto diverso che voi dovete avere di quella che comunemente viene chiamata Divinità nella vita dell'uomo e, più ancora, nel mondo che lo circonda: da quello che noi vi diciamo, intendere dietro che cosa si nasconde Dio, dove si può trovare nel mondo sensibile che circonda l'uomo.E' utile ripetere che dall'Opera stessa di Dio, l'uomo, per quanto limitato sia nella sua facoltà di comprendere, già da l può avere un inizio di comprensione dell'immensità della Divinità; alla stesso modo dei mistici, dall'Opera intuire il Fattore, il Creatore. E' utile ripetere che tutto quanto vi circonda, la natura stessa, può indirizzarci alla comprensione dell'Assoluto. A credere alla Sua esistenza."Ma - direte voi - con la spiegazione che ci è stata data, adesso non possiamo più credere nell'intervento diretto dell'Altissimo". E perché mai, figli? Perché dite questo? Tutto è suo intervento diretto. Tutto. Il mondo stesso dei fotogrammi è un Suo diretto intervento perché Egli ci sente e sente tutto quanto è attorno a noi, sempre e da sempre e per sempre. E noi quindi Lo abbiamo in noi, accanto a noi, fuori di noi sempre, in un Eterno Presente. Dunque dove voi volete cercarlo e trovarlo, se già è svelato in voi e attorno a voi? Dove credete di trovarlo mascherato, che si sveli e dia un segno della Sua esistenza, se già Egli è svelato, esistente, manifestantesi in sempiterna?Dunque che significato ha per l'uomo, il mondo che circonda quest'uomo, nei mistici? Per voi che sapete queste Realtà? Come, dove volgermi a Dio, pregare Iddio? Ebbene, se la Sua presenza è talmente compenetrante e vasta e mai carente da infondervi un senso di sbigottimento, tanto forse da non sentirLo proprio per questa Sua immensa presenza, ebbene sappiamo che voi che conoscete queste Verità, figli, voi dovete suscitare Dio entro di voi. Non dovete trovarlo nel mondo dei fotogrammi, per quanto il mondo dei fotogrammi, nella sua perfezione, non possa che testimoniarci della Sua immensità, dell'immensità di Dio. E allora come trovarlo come uomini nel mondo? E io vi dico: in voi stessi. La preghiera di Francesco, la "Preghiera semplice", è il modo in cui voi dovete trovare Dio entro voi stessi. Cioè porvi in uno stato di ricezione ed al tempo stesso trasmissione. Abbandonarvi in modo che diventiate canali del suo amore per le sue creature. Trovarlo in voi per darlo agli altri. Ecco come voi dovete cercare e trovare Dio.Egli è presente nel mondo dei fotogrammi perché Egli stesso li compone, li sostiene, li realizza. Ma l'uomo Lo trova nel mondo dei fotogrammi solo attraverso se stesso. Ed attraverso se stesso egli può vedere i segni della Sua presenza eterna e senza limiti; quella presenza - sì, figli, può sembrarvi strano - che opera i così detti miracoli; che esistono! Quella presenza che può far pensare ad un intervento diretto, come lo intendono certe religioni, quasi trascendente le sue leggi. Ebbene figli, questo intervento diretto, non trascendente le sue leggi, ma realizzantesi in forza di esse, c'è; purché voi sappiate farvi Suoi canali, Suoi strumenti, raggi della Sua Luce. 4 febbraio 1970 .i.a1. Andando oltre si comprende sempre pi—:; Vedo che state affrontando un argomento molto complesso, con la guida del fratello Kempis.i.bKempis 1:;. Come ogni cosa complessa, affrontatelo con semplicità, ricordandovi, figli cari, che anche questo che può sembrare tanto diverso, in effetti non lo è. Riconducete questo argomento della possibilità dell'individuo di seguire una serie di fotogrammi.i.bFotogrammi (Serie di) 1:; costituente una variante.i.bVariante (I rami della) 1:;, alla possibilità che ha l'individuo di agire in un modo anziché nell'altro. Se ha questa possibilità ed agisce in un modo anziché nell'altro, ciò che egli fa ha una conseguenza; e se ciò ha una conseguenza su creature, egli muove una causa che avrà un effetto su lui stesso.i.bLegge di causa ed effetto 1:;.Ma se la variante esiste vuol dire che entrambi i rami di questa variante hanno un identico peso ai fini degli effetti cosmici. Ecco perché questi effetti non

si propagano fino a far apparire il Cosmo.i.bCosmo (Il) e le varianti 1:; come qualcosa di assai più complicato di quello che è in realtà.Guardate questo problema con la massima semplicità, tenendo presente tuttavia che esiste il principio di un fatto esistente secondo una variante, che può essere "sentito" da una creatura e non "sentito" da un'altra creatura egualmente protagonista.i.bVarianti "sentite" e non "sentite" 1:;; la quale altra creatura percorre invece la variante di quel fatto e quella variante "sente"! Vedete dunque come questo può conciliarsi con quanto prima vi è stato detto.Questo naturalmente sempre che l'argomento vi interessi e voi vogliate andare avanti nella comprensione dell'insegnamento. Ricordate che è andando oltre che si comprende sempre pi—; che si comprende ancora di pi—, nella sua essenza, la legge di causa e di effetto. La Legge di evoluzione.i.bEvoluzione (Legge di) 1:;. La necessità dei cicli generatori.i.bCicli generatori (La necessità dei) 1:;. 18 febbraio 1970 .i.a1. Le varianti costituiscono la libertà dell'uomo:; Vi vedo, figli, molto confusi. Ma non dovete preoccuparvi, come già ebbi a dirvi. Prendete l'insegnamento con semplicità. In fondo i principi voi li avete già appresi, è vero? Voi avete compreso che queste varianti esistono per valide ragioni, che hanno lo scopo di dare all'individuo libertà.i.bVarianti (Le) esistono per dare libertà all'individuo-uomo 1:;; che in fondo questa libertà è molto tacciata, ma in realtà è molto meno di quanto l'individuo crede di avere. Della libertà di cui gode l'individuo noi possiamo fare una specie di gradazione. Noi, esaminando la realtà delle cose, vi abbiamo spiegato che l'individuo gode di una "libertà relativa".i.bLibertà relativa (La) dell'uomo è considerata da questi decuplicata 1:;. Questa libertà relativa si divide in pura e spuria.i.bLibertà relativa pura 1:;. E' vero.i.bLibertà relativa spuria 1:;? Cerco di rinfrescarvi le idee, perché questo è molto importante per la comprensione delle varianti. Quella pura è quel genere di libertà minima, se vogliamo, che l'individuo ha di agire senza essere influenzato da fattori esterni ambientali, dovuti ai suoi veicoli, per cui la libertà pura può essere anche di creature non molto evolute; ma è anche vero che la liberta pura è più facilmente riscontrabile in creature equilibrate e quindi evolute.i.bEvolute (Creature equilibrate e quindi) 1:;. Cioè creature che possono sottrarsi all'influenza dell'ambiente e dei propri veicoli. E vi è poi un tipo di libertà, la libertà spuria, che è quella che noi abbiamo definito: la libertà di agire dell'individuo ancorché questo stimolo ad agire provenga dai suoi veicoli o da certe sue necessità, insomma da certe influenze dell'ambiente, di se stesso. Questa è una specie di gradazione che noi abbiamo fatto della "libertà relativa" dell'individuo. Senza parlare della "libertà assoluta.i.bLibertà assoluta 1:;" che è un tipo di libertà del tutto particolare, cioè: libertà raggiunta, mèta raggiunta, coscienza raggiunta.i.bCoscienza raggiunta 1:;, che è libertà dell'uomo "libero".i.bUomo libero 1:;, dell'uomo evoluto.i.bEvoluto (Individuo) 1:;. Più giusto è dire dell'"individuo evoluto", perché non si parla più nemmeno di uomo.Ma parlando della libertà relativa, noi dobbiamo dire che l'individuo - che l'uomo, quindi - gode di un certo grado di libertà relativa; ma nella considerazione di se stesso questo grado di libertà è visto decuplicato; per cui quel processo naturale per cui all'uomo è data libertà perché l'uomo acquisti coscienza, è esaltato da questo convincimento dell'uomo di avere libertà. Mi spiego, figli cari? E' accresciuto da questa convinzione di essere più libero di quanto in effetti sia.i.bUomo (L') crede di essere più libero di quanto in effetti sia 1:;.Ma voi direte a questo punto: "Non poteva essere che la libertà dell'uomo esistesse solo nella sua immaginazione e che l'individuo-uomo in realtà non fosse affatto libero?". No, figli e fratelli. Se voi ci pensate profondamente vi accorgerete che questo non poteva essere, che questa convinzione dell'uomo poteva servire - come in effetti è - ad esaltare il processo di costituzione della coscienza, ad agevolarlo. Ma che la base, una certa base di libertà reale,

ancorché questa libertà si chiami "libertà relativa", doveva esservi. E quindi debbono esservi le varianti che costituiscono appunto la libertà dell'individuo-uomo. 4 marzo 1970 .i.a1. E' importante il seme:; Voi, figli, la scorsa volta vi siete chiesti perché per questo argomento è stato scelto, più che altre volte, il sistema di scoprire a poco a poco la verità. Perché, figli cari, noi desideriamo la partecipazione di tutti. Quello che noi vi diciamo è talmente inconsueto che ha bisogno che voi lo assimiliate veramente, poco a poco.Allora, inizialmente, vi sono stati dati degli elementi e vi dicemmo: "Per ora prendete questi principi e poi vedrete che essi stanno assieme". E voi avete scoperto come stanno insieme i concetti della contemporaneità delle razze.i.bRazze (Contemporaneità delle) 1:; con il concetto della non contemporaneità del "sentire" individuale.i.bSentire (Contemporaneità del) individuale 1:;. Vi dicemmo "per ora accettatelo". Adesso - mi auguro - lo avete compreso. Dopo i primi elementi forniti abbiamo cominciato a parlare assieme di questi argomenti. La via può sembrare tortuosa e difficile.Come ha detto prima il fratello Kempis.i.bKempis 1:;, non abbiamo voluto che la cosa rimanesse condensata e trascritta in poche lezioni, è vero? Noi abbiamo, si può dire, cominciato a parlare delle varianti.i.bVarianti 1:; all'inizio di questo ciclo di riunioni. Potevamo elencare un'altra serie di principi, ma già l'argomento inconsueto sarebbe risultato per voi completamente estraneo ed ostico. Così a poco a poco vogliamo giungere, con voi, a capire questi nuovi concetti; comprendere perché debbono essere così e non possono essere diversamente. Comprendere anche il significato delle espressioni mistiche, perché esse sono poetiche, ma hanno un significato positivo. "I massimi servono i minimi".i.bMassimi (I) servono i minimi, ha un senso esatto 1:; è un'espressione mistica, poetica, meravigliosa, ma ha un senso preciso, esatto, direi quasi meccanicistico.Ecco dunque l'importanza di queste conversazioni e di queste riunioni.Nessuno si senta, figli cari, dispiaciuto se non è stato ricordato o se non è stato ricordato il concetto che ha espresso. O se non è stato detto che egli aveva capito bene. Nessuno si senta dispiaciuto se effettivamente non aveva capito bene. Siamo qua tutti fraternamente riuniti per aiutarci vicendevolmente, nella comprensione, nel trovare la forza per poterla dare agli altri. Perché vi ricordo che insieme alla discussione dell'insegnamento - che a taluno e talvolta può sembrare ed essere accademica -, assieme alla discussione dell'insegnamento, c'è, figli, la ragione di ricaricare le vostre energie, di darvi forza per la vita che è altrettanto importante. Ogni aspetto dei temperamenti è qui contemplato: quello dell'azione.i.bAzione (Temperamento dell') 1:;, dandovi forza nella sicurezza; quello della sapienza, del ragionamento.i.bRagionamento (Temperamento del) 1:;, attraverso al ragionamento degli insegnamenti. Ma anche quello mistico.i.bMistico (Temperamento) 1:;, perché noi stiamo qua assistendo ad un fatto essenzialmente mistico, miracoloso, eccezionale e rarissimo.Perché voi e non altri? Non ha alcuna importanza dove il seme cade. Perché noi e non altre entità? Non ha alcuna importanza chi getta il seme. Ma è importante il seme e uno che lo getti e un terreno che lo riceva, qualunque essi siano. 15 aprile 1970 .i.a1. I Maestri e le nostre esperienze:; Avere delle esperienze, figli, significa avere un peso, anche di gioia; molte volte di tensione, di incertezza, di preoccupazione sull'esito. Questo significa non poter toccare, da parte nostra, la sfera della vostra esperienza.i.bEsperienze (I Maestri non possono toccare la sfera delle nostre) 1:;. Noi vorremmo tanto, quando vi vediamo preoccupati, pensierosi sull'incerto concludersi dell'evento, vorremmo tanto potervi rassicurare; ma annulleremmo,

con le nostre parole, quel peso di incertezza e di timore che invece deve parlare all'intimo di voi stessi; che è un fermento per la vostra evoluzione, il vostro sviluppo, la vostra crescita. Che può apparentemente essere una prostrazione per la creatura, ma che serve invece alla parte più sottile, più alta e più vera di lei stessa.Ecco che, o figli cari nostri.i.bIncertezze (Rassicurandovi sull'esito delle vostre) noi annulleremmo il fermento evolutivo che esse producono 1:;, rassicurandovi sull'esito delle vostre incertezze, noi distruggeremmo questo sottile e prezioso processo, quest'opera naturale - che viene da Dio - e per questo motivo, quasi sempre, non possiamo dirvi, rivelarvi il vostro avvenire.i.bAvvenire (Rivelarvi il vostro) significherebbe distruggere il fermento evolutivo della vostra esperienza 1:;, quando il farlo significherebbe appunto operare contrariamente al senso, alla portata, al valore dell'esperienza che state vivendo.Ma noi vogliamo anche infondervi fiducia e darvi la sicurezza che quanto accade, accade perché voi state annullando qualche legame, qualche debito che dovevate pagare, che avete contratto in un'epoca passata; e che noi - anche se non ve ne parliamo - vi teniamo per mano, vi sosteniamo in questo sentiero di incertezza e di sofferenza. Siate sicuri, siate sereni, abbiate speranza e fede che tutto alla fine si compirà per il vostro bene. E che la vostra incertezza sarà in qualche modo ripagata e dimenticata. 14 maggio 1970 .i.a1. Non evasioni ma comprensione:; Le varie religioni.i.bReligioni 1:; o le varie filosofie.i.bFilosofie 1:; cercano di spiegare che cosa sia la vita; ed ognuna dà una risposta cercando di adattare quella che sembra essere la Realtà in modo che l'uomo possa, a questa, appoggiarsi per trovare un sostegno a cui sorreggersi.Ma noi, figli, parlandovi della vita, parlandovi della Realtà, - come appare man mano che la si osserva da nuovi punti di vista - non vogliamo darvi tante grucce alle quali appoggiarvi; non vogliamo darvi qualcosa che possa allontanarvi da una Realtà sgradevole, ma qualcosa che sia costruttivo. Noi, cercando di enunciare la Realtà, vogliamo conciliare questa Realtà con voi stessi, vogliamo aiutarvi a realizzare voi stessi in questa Realtà.i.bRealtà (Noi vogliamo aiutarvi a realizzare voi stessi nella) 1:;.Ecco, figli, che queste sembrano parole senza significato; ecco che una tale affermazione è destinata ad essere considerata complicata, astrusa, difficile a capirsi. Ma quando noi la pronunciamo, vogliamo significare: "Destatevi! Guardate attorno a voi ed in voi; sappiate considerare la vostra realtà e la realtà che vi circonda non in modo evasivo, ma in modo costruttivo". Non vi insegnamo quindi a sopportare le ragioni dei vostri dolori, dei vostri affanni, delle vostre amarezze, proponendovi un miraggio di evasione; dicendovi che questi sono transitori, che servono a conquistare una vita felice, futura e ipotetica. Ma vi diciamo: "Anche se ciò è vero, cercate di capire ora la ragione dei vostri dolori, delle vostre ansietà.i.bDolori (Cercate di capire ora la ragione dei vostri) 1:;; qui: perché la vostra vita è fatta di realtà presenti, perché la vita, figli, non vi è data perché voi viviate in previsione del futuro che è già e che, per altri, forse è già trascorso; ma la vita è il presente; è il presente dell'Eterno Presente".i.bVita (La) è il presente dell'Eterno Presente 1:;.Quindi.i.bEterno Presente (La vita è il presente dell') 1:; niente evasioni ma comprensione: comprendere ciò che è attorno a voi, anche se questo "comprendere" - contrariamente a quanto possono promettere le filosofie e le religioni - non è di conforto, ma inizialmente di turbamento, di apparente confusione. La Realtà per la Realtà, la Realtà per se stessa. Ecco: la vita per la vita, per la creatività, non per l'evasione, non per chiudere gli occhi su ciò che è di fronte a noi, sperando che - mirando nel futuro - tutto sparisca e non sia visto.Quando un ostacolo si pone di fronte a voi, figli, non deve essere disconosciuto, non deve essere annullato nel non esaminarlo; ma esaminandolo,

ponendosi nella condizione mentale di doverlo affrontare, in parte è già affrontato, anche se non nella sua totalità. Costa molto più il pensare alla difficoltà da superare, o il non volerci pensare, piuttosto che affrontarla con semplicità. Molte volte, quando la si affronta con questo stato d'animo, la difficoltà diminuisce, sparisce. Questo per parlare dei lati amari che inevitabilmente si incontrano nella vita, perché la vita è fatta di tutte queste cose: delle cose liete e delle cose tristi. Ma affrontando la vita e accettandola.i.bVita (Si deve accettare la) così come è 1:; come è - così voi dovete fare - si deve accettare ciò che può essere piacevole e ciò che può essere spiacevole; ma con la serena accettazione io vi garantisco che la serenità nasce nell'intimo di ognuno, e ciò che può sembrare peso gravoso diviene sopportabile. Non in funzione di una evasione - che nulla risolve - ma in funzione di una comprensione.i.bComprensione (La) dona libertà 1:; che dona libertà.i.bLibertà (La comprensione dona) 1:;.Siate sereni, fiduciosi, fidenti in ciò che è la premessa del Maestro Cristo.i.bCristo 1:;: "Basta a ciascun giorno il suo affanno".i.bAffanno" (Cosa significa la frase "Basta a ciascun giorno il suo) 1:;. Non siate quindi "in ansietà solleciti".i.bAnsietà (Non siate in) solleciti 1:; e la serenità e la forza non vi mancheranno. 1 luglio 1970 .i.a1. Ponete queste idee nella catena dei pensieri umani:; Desideriamo ricordarvi che qualche anno fa dei vostri - anche se strano appare oggi parlare di "tempo" quando sappiamo quanto esso abbia un valore relativo -, proprio da qua vi preannunciammo che vi avremmo portati a conoscere le cose da un altro punto di vista; un punto di vista più elevato, più desueto per voi.Ebbene, perché voi riusciste ad entrare in queste nuove Verità, a cogliere il senso di questi nuovi insegnamenti, è stato necessario un po' del vostro tempo. A poco a poco, chi un poco più avanti o un poco in ritardo e alla retroguardia, lentamente, vi state impossessando di questi concetti, di queste Verità.Quanto queste siano state utili, non sta ora il dirlo; non si può dare un bilancio della Verità in così brevi attimi di vita.La prima cosa importante, il primo effetto importante della Verità, è la sua proclamazione.i.bVerità (Il primo effetto importante della) è la sua proclamazione 1:;; avvenga essa nell'intimo della coscienza individuale, oppure tramite le parole e il suono della voce. Il fatto stesso che una creatura o più creature la proclamino, la comprendano, la facciano propria, è un fatto direi successivo alla enunciazione della Verità. Tutto, il Tutto è la Realtà, è attorno a noi e in noi.i.bTutto (Il) è la Realtà ed è attorno a noi e in noi 1:;; ma di questo Tutto non siamo consapevoli, non ne abbiamo coscienza. Ora, quando un frammento di questo Tutto è visto, posto a fuoco, racchiuso negli angusti limiti di una enunciazione di Verità, è già un fatto di enorme importanza perché questo significa porre questa idea nella catena dei pensieri umani. Significa gettare un seme nel terreno delle umane concezioni: questo seme darà i suoi frutti indubbiamente.Primo fatto importante è la proclamazione di questa Verità, la conoscenza; quindi, per l'individuo, l'assimilazione. "Porre l'attenzione, conoscere, comprendere".i.bAttenzione (Porre), conoscere, comprendere 1:;. Ecco, il porre l'attenzione è il primo atto ed è importantissimo, quanto il conoscere e il comprendere. Il porre l'attenzione, ripeto, significa porre nella catena degli umani pensieri, delle umane possibilità di comprendere, una nuova Verità, un nuovo frammento della Realtà.Noi, figli, siamo in questa fase del "porre attenzione" a questi nuovi concetti: qualcuno vi ha posto l'attenzione - qualcuno di voi -, qualche altro li ha compresi; di poi sarà l'assimilazione. Ma non chiediamo tanto perché sappiamo che sarebbe chiedere l'impossibile. Ed ecco - vedrete figli - che se voi vi ponete l'attenzione, poco a poco queste Verità entreranno nella catena dei pensieri umani, si metteranno in movimento e da altri saranno colte. In che modo? In innumerevoli modi attraverso ai quali la Verità si comunica fra gli individui. Attraverso a modi telepatici, a modi fortuiti. Perché - vedete - non

servono i libri, non serve che la Verità, certe Verità, siano scritte se esse non hanno, negli uomini, una qualche radice di contatto; questi libri possono cadere sotto l'attenzione degli uomini, ma se non c'è nel loro intimo questa radice, figli cari, essi non la colgono, essi la passano inosservata.Ma quando questa radice è in loro, giunta attraverso a parole, o a pensieri telepatici, ecco che la colgono subito e la sottopongono ad una prima meditazione.Voi direte: "Ma noi, così pochi, così sperduti nell'oceano della umanità, noi che siamo poche unità in confronto ai miliardi di altre creature viventi, che cosa rappresentiamo?". Tanto, figli; voi rappresentate quel tanto necessario affinché queste Verità trovino un primo terreno favorevole. Ecco dunque, figli cari, che meditandole, facendole vostre, voi ponete in essere un Comandamento; voi contribuite ad attuare il destino della Verità che è quello di correre da un uomo all'altro.i.bVerità (Il destino della) è quello di correre da un uomo all'altro 1:;. Superare i limiti della separatività per congiungere tutti i centri di sensibilità o di coscienza e di espressione, in un ideale catena.Noi, figli, abbiamo dovuto dirvi questi principi nuovi, anche per altra ragione; perché il nostro insegnamento non poteva rimanere privo della sua parte più reale, più vera, più importante e più - per così dire - originale, autentica, mai rivelata pubblicamente; solo retaggio di profonde, isolate meditazioni individuali. Non potevamo lasciare incompleto il quadro della Verità."Ed allora - direte voi - ora che vi abbiamo accennato a questo nuovo mondo, questo piano ulteriore fino ad ora sconosciuto; ora che sappiamo queste cose, che cosa ancora ci resta da conoscere? Che non sia ripetizione, che non sia arricchimento di particolari, che non sia cronaca di fatterelli?".Con questo interrogativo noi vi salutiamo, in questo ciclo di riunioni; invitandovi ancora una volta a meditare, a riflettere su tutto; a far sì che ciascuno di voi comprenda gli argomenti, capisca queste nuove Verità.Se vi sono delle incertezze in taluno di voi, cercate di chiarirle reciprocamente. Pochi fra voi hanno compreso i concetti, li hanno colti; non sono in errore; hanno inteso esattamente quello che volevamo dire e abbiamo detto. Anche se è logico che la poca dimestichezza con questo nuovo modo di correre nel tempo, può trarre a qualche incertezza, a qualche passo sbagliato, a qualche momentaneo errore. Ma non pretendiamo che abbiate compreso tutto assieme, ma che abbiate afferrato i principi fondamentali. L'ordine è quando si comprende come nulla in effetti trascorra, ma tutto è.i.bTutto (Nulla in effetti trascorre, ma) è 1:;.Le mie parole, voi che le udite, i nostri sentimenti - che in un primo momento possono sembrare lontani gli uni dagli altri, conoscendo che non sono contemporanei - sono invece l da sempre: da sempre e per sempre. Noi esistiamo nel Tutto e per sempre. Nulla trascorre o è perduto. Ma basta che l'uomo riesca a trovare, con la Verità, quella luce che lo illumini nell'intimo suo, nella introspezione lenta, sicura, per giungere più profondamente nel suo essere, fino alla sua coscienza, ed ecco che cade il velo di "maya".i.bMaya 1:;, dell'illusione. Ecco che cadono quelle paratie, quelle false luci che fanno credere a quest'uomo di trascorrere, di passare, di finire. Ecco che nella sua essenza interiore, egli ritrova la contemporaneità del Tutto, la unione con tutti i suoi simili, l'unione con l'Assoluto, con Dio."E la vita - direte voi - deve essere dunque lasciata abbandonata, perdere di significato nella visione di questo futuro così diverso e nello stesso tempo così allettante e così carico di cose desiderate?".No, figli! Attraverso alla vita si giunge a questa introspezione; è attraverso alla vita che ci si fa strada nell'intimo nostro.i.bVita (E' attraverso alla) che ci si fa strada nell'intimo nostro 1:;, che si fa strada nel mondo, che si arriva alla nostra coscienza. Dal rumore assordante dell'esterno, al silenzio rivelatore dell'interno.i.bIntimo (Dal rumore assordante dell'esterno, al silenzio rivelatore dell') 1:;. Niente può sostituirsi alla vita. E' come - un semplice paragone - uno studente che, per quanto bravo e volenteroso, lasciata.i.bEsempio dello studente (per spiegare l'inadeguatezza della teoria rispetto all'esperienza vissuta) 1:; la scuola, conosca tanta teoria; ma una semplice dimenticanza o il non dare importanza ad un particolare, ed ecco che la sua conosciuta teoria viene travolta da ciò che l'esperienza vissuta poteva

salvaguardare. Così è la vita. L'uomo potrebbe meditare queste Verità, o tutta la Verità quanto volesse; ma senza la vita, senza l'incarnazione, non giungerebbe mai a trasformare se stesso.Così noi vi diciamo queste Verità, e nello stesso tempo vi diciamo: "Vivete la vostra vita liberamente, spontaneamente".i.bVita (Vivete la vostra) liberamente, spontaneamente. Ma nello stesso tempo noi vi diciamo queste Verità 1:;. Questo è l'insegnamento che vi diamo prima di salutarvi. 28 gennaio 1971 .i.a1. Non perdete nessuno definitivamente:; Siamo di nuovo riuniti qua assieme, o figli, a riprendere le nostre conversazioni, speriamo nel modo più proficuo possibile, per salutarvi "affettivamente". Abbiamo voluto iniziare queste conversazioni con una riunione - come noi la definiamo - "affettiva".i.bRiunioni affettive 1:;, per mostrarvi quanto vi amiamo, figli; tanto da parlarvi anche dei vostri problemi personali che la vita di ogni giorno vi riserva.Ma queste conversazioni sulla vostra vita personale non dovrebbero aver luogo di esistere - non possiamo fare a meno di ricordarvi e di dirvi questo - perché già da tutto quello che vi abbiamo detto, voi dovreste trarre la forza, la chiarezza, per proseguire.i.bProblemi personali (Da tutto quello che vi abbiamo detto dovreste trarre la forza per risolvere da soli i vostri) 1:;. Vi dicemmo che nelle vite di ciascun individuo vi sono vite di "attività".i.bVite di attività 1:; e vite di "espiazione".i.bVite di espiazione 1:;, e in seno alle stesse vite di attività e di espiazione, vi sono "periodi".i.bPeriodi di attività 1:; di attività e di espiazione.i.bPeriodi di espiazione 1:;. Non dovrebbe esservi bisogno di ricordarvi tutto quello che vi abbiamo detto, perché quello che noi vi diciamo, miei cari, lo diciamo per i vostri periodi di attività e per i vostri periodi di espiazione.Pur tuttavia - dice il fratello Claudio.i.bClaudio 1:; che ben comprende il meccanismo intimo dell'individuo, e che vi parla dell'introspezione.i.bIntrospezione 1:; - che l'uomo, nei momenti di grande dolore, tutto dimentica per riuscire a trovare la ragione di questa sua sofferenza; forse inconsciamente dubitando di quello che fino ad allora ha creduto, ed auspicando che una nuova concezione, una nuova Verità possa affrancarlo da quel dolore. Ma non è così, figli. Il dolore.i.bDolore (Il) arriva sia che l'uomo sia nella Verità che nell'errore 1:;, la prova e l'esperienza avviene qualunque cosa l'uomo creda: che sia vicino o lontano dalla Verità, che sia nella Verità o nell'errore, ciò che ha contratto in precedenti incarnazioni deve pagarlo. L'essere nella Verità e l'agire nella Verità può impedire di contrarre nuovi debiti karmici.i.bKarmici (Debiti) 1:; e scontare futuri effetti delle cause mosse, ma non può annullare gli effetti di cause precedentemente create e messe in moto.Allora, figli, l'uomo, per un suo istinto atavico, ritrova il timore antico e dice: "Forse l'Ente supremo.i.bEnte Supremo (La collera dell') 1:; è in collera con me perché io ho fatto qualcosa che a Lui non era gradito? Perché io credo in qualche cosa che non è la Verità?". E tutto rimette in discussione. E' un moto istintivo dell'uomo quello di legare la propria felicità alla propria condotta e alle proprie idee morali. Viene dalla notte dei tempi, da quando gli uomini credevano che un temporale.i.bEsempio del temporale (per spiegare come la nostra infelicità non dipenda dalla collera di Dio) 1:; o un qualunque fenomeno atmosferico più rilevante, fosse dovuto alla collera degli Dei. Così ancora oggi, nonostante l'età del raziocinio, l'uomo crede che la sua infelicità sia una punizione divina ad una sua condotta non conforme al volere di Dio. Ebbene, voi sapete che - al di fuori di questa visione primitiva del problema - esiste un fondo di Verità in questo, che può essere riassunto dalla legge di causa ed effetto. Certo, la nostra infelicità non è dovuta alla collera divina; è dovuta ad una nostra condotta dei tempi trascorsi.i.bInfelicità (La nostra) è dovuta ad una nostra condotta nei tempi trascorsi 1:;, non conforme a quello che doveva essere. Ma in questo, in tutto questo, non esiste la collera divina, esiste l'amore di Dio per le Sue creature perché qualunque esperienza amara voi

possiate avere avuta, reca con s‚ un messaggio dovizioso di comprensione, un nettare di Verità; reca con s‚ un balsamo per il vostro spirito.i.bCollera divina 1:;. Possono sembrare frasi fatte queste, tanto se ne è abusato, figli. Ma non è così.Dunque: forza, per chi è stato provato o lo è tuttora. Forza che dovete trarre dagli insegnamenti che avete avuti. E soprattutto il primo insegnamento che dal dolore deve venire, è quello di riconoscere una cristallizzazione del vostro modo di agire e di pensare e di essere, di vivere, in sostanza.i.bDolore (Il primo insegnamento che dal) deve venire, è quello di riconoscere una cristallizzazione del vostro modo di vivere 1:;. Una tragedia.i.bCristallizzazione 1:; dovuta ad un effetto karmico, oltre che farvi bere l'amaro calice sino in fondo, farvi estinguere un debito contratto con la legge della Verità, oltre che insegnarvi, aprirvi nello spirito, deve darvi un immediato insegnamento e cioè: che niente è stabile nel mondo fisico: che l'uomo che si adopera, si affatica per costruire stabilmente in questo piano vostro dove tutto è in continua mutazione, visto nella successione del tempo, è un uomo che getta le sue energie al vento. Tutto deve essere fatto nel migliore dei modi.i.bTutto deve essere fatto nel migliore dei modi 1:;, certo; ma non tutto deve essere dato in una prospettiva di raggiungere la perfezione e la stabilità.Pensate, figli, quanti fotogrammi.i.bFotogrammi 1:; stanno di fronte a voi e di quanti fotogrammi è costituito un Cosmo.i.bCosmo 1:;! Ciascun fotogramma in s‚ è stabile, eterno, indistruttibile, immutabile; eppure l'uomo che li scorre e che in questo gioco di scorrere segue una vicenda illusoria, deve essere consapevole dell'illusione di questa vicenda. Deve adoperarsi perché tutto il meglio sia fatto. Non deve certo - lo abbiamo detto tante volte - essere fatalista, cioè vivere come se la vita fosse veramente eterna, ma essere sempre pronto a lasciarla come colui che già conosce la propria condanna.i.bVita (L'uomo deve essere sempre pronto a lasciare la) come colui che già conosce la propria condanna 1:;. Questa è la giusta posizione. Dunque, accettate tutto di buon animo.Noi comprendiamo che voi vorreste vivere vicino alle vostre persone care, che - almeno in questo - il mondo del variabile e del mutabile dovrebbe essere cambiato: vivere sempre accanto a coloro che amiamo. Ma così, figli cari, è in realtà. Nessuno - voi lo sapete - voi perdete definitivamente; nessuno abbandonate realmente, né nessuno vi abbandona in realtà. E' solo un cambiamento di stato.i.bTrapassati (I nostri cari) hanno avuto solo un cambiamento di stato 1:;; una momentanea separazione per chi rimane nel mondo denso della materia; ma non per chi lascia questo mondo: questi continua a vedervi, ad esservi vicino. E, se ha vissuto in modo giusto, vi vede e vi è vicino, e vicino a voi felici e non piangenti.Questa è la consolazione di coloro che vi hanno momentaneamente detto: "Arrivederci".Ecco che, dopo tanti anni, torniamo ancora a parlarvi come se fosse la prima volta che noi ci troviamo con voi. Perché questo? Perché le vicende della vostra vita hanno imposto a noi di ricordarvi questi primi insegnamenti, farvi capire quanto essi ancora siano attuali. Ma soprattutto per l'amore che abbiamo per voi, figli.Ed è per questo amore che io mi rivolgo a voi, uno per uno, se volete. O, se volete facilitarmi il compito, rispondendo alle vostre domande. 10 febbraio 1972 .i.a1. Ci• che rimane del fenomeno medianico:; Eccoci ancora una volta in questo colloquio fra incarnati e disincarnati, creature che appartengono ad una dimensione, ed altre che di essa non ne sono più schiave.Noi possiamo comunicare con voi e voi udire le nostre parole. Ebbene, di tutto questo "fenomeno" qual è l'aspetto vero e reale? Qual è la Verità che è essenziale? Forse questo miracolo - tanto bello, incredibile, di una comunicazione di creature esistenti in piani diversi - è la testimonianza della sopravvivenza alla morte della vita? No, poiché questo sarebbe unicamente un

aspetto incidentale. Ci• che rimane di queste riunioni non è la testimonianza della sopravvivenza alla morte dell'animo dell'uomo, ma è ciò che voi udite, ascoltate, percepite qua. E' ciò che voi trascrivete nell'intimo vostro di queste Verità.i.bFenomeno (L'aspetto reale di questo) è ciò che voi trascrivete nell'intimo vostro di queste Verità 1:;. Questo è importante, di modo che se questo "fenomeno" un giorno sparisse, venisse dimenticato, o da nessuno conosciuto, egualmente sarebbe valido, se voi da esso ne aveste tratto una utilità. E con ciò la risposta alle vostre domande: "Ma perché noi dobbiamo udire queste parole e non altri? Perché queste Verità, la prima volta che sono dette in modo così aperto, debbono essere patrimonio di poche creature?".Ebbene, o figli, che cosa rimane, nel vostro tempo, delle meravigliose civiltà trascorse.i.bCiviltà trascorse (E' importante ciò che le) hanno trascritto nell'intimo delle loro creature, nient'altro 1:;? Cenere e polvere, perché i frutti delle civiltà non sono e non stanno in che cosa le civiltà hanno edificato, ma in ciò che le civiltà hanno trascritto nell'intimo delle loro creature. Ed i frutti delle nostre riunioni non stanno in ciò che noi riusciamo a costruire di tempio esteriore, ma in ciò che noi riusciamo a stabilire nell'intimo vostro, nel segreto del vostro cuore. Quella è la Verità di questi insegnamenti; e quella, in qualche modo, ci compensa della fatica. 16 marzo 1972 .i.a1. La Verità che evolve:; Noi siamo ancora una volta qua riuniti, o figli cari, e la nostra riunione vuol significare, veramente, una "comunione".i.bComunione 1:;.Lo scopo principale di queste conversazioni è quello di comprendere; e voi sapete che vi è un unico sistema per giungere alla comprensione.i.bComprensione 1:;: passare dall'attenzione.i.bAttenzione 1:; alla consapevolezza.i.bConsapevolezza 1:; ed infine alla comprensione.i.bAttenzione, consapevolezza, comprensione 1:;. Se l'uomo non pone attenzione ad un problema, ad un concetto, ad una Verità, non giungerà mai ad averne consapevolezza; non v'è bisogno che io vi illustri questa Verità. Ed è attraverso al ragionamento - fatto nella consapevolezza del problema e della verità - che l'uomo giunge alla comprensione, all'assimilazione, al "possesso", vero e proprio, di quella Verità; quel possesso unico e solo, capace di fargli cadere il velo che adombra i suoi occhi.Ora noi, in queste riunioni che cosa facciamo? Stiamo continuamente ponendo attenzione, consapevolezza, sui problemi e sulle Verità, fino a giungere alla comprensione. Ora è un continuo scambiare di punti di vista, di mete che sembrano raggiungersi, ma che poi, invece, ancora sembrano sfuggire.E voi non dovete pensare di raggiungere definitivamente una mèta; dovete sempre essere pronti ad abbandonare quello che credete di aver compreso, e ricominciare tutto da capo, per meglio intendere.Quello che voi comprendete, figli, deve servirvi non per farvi bagaglio di nozioni, ma per ulteriormente comprendere, ancora, nuove Verità. Questo è importante. E' diverso - è vero? - il nostro "comprendere" dalla cultura intesa nel senso umano. Noi veniamo qua, o cari, non per arricchirvi, nel senso umano, di cognizioni, ma per far sì che voi siate ricchi di Verità. Quella Verità che non vi fa fare bella figura fra gli uomini, che non può essere venduta o spacciata, della quale non ci si può adornare; ma quella Verità che fa liberi intimamente.i.bVerità (La) che vi fa liberi intimamente 1:;; quella verità, in altre parole, che evolve.Voi pensate a quante creature hanno vissuto la loro vita e la loro esperienza; quante si sono mosse in una certa direzione: pensavano di essere nel vero, e così camminavano, agivano, operavano, discutevano; e si scambiavano opinioni, come voi fate. Ebbene, poi si è visto che quella opera umana non ha radificato niente di importante, niente che sia durato per i posteri.i.bPosteri (Ci• che non è durato per i) 1:;; o ha costruito qualcosa che la polvere del tempo ha cancellato facilmente e della quale ben poco è rimasto. Ebbene, possiamo noi dire che l'opera di quelle creature sia andata perduta perché il fine che esse si prefiggevano era un fine errato? No, no certo, figli. Quelle creature, se

hanno agito ed operato con intento vero, con "sentire" reale, convinte di muoversi nel vero e nella direzione giusta, hanno perseguito lo scopo della loro esistenza. Perché è importante che le creature vivano, sentano, discutano, pensino, come voi fate.Ricordate il triste annuncio dell'Apocalisse.i.bApocalisse (Frasi dell') 1:;: "Oh se tu fossi stato freddo o caldo! Ma poiché sei stato tepido, comincer• col vomitarti dalla mia bocca!". Ecco, questa è la condanna di chi se ne vuole stare tranquillo, immerso in una pigrizia mentale.i.bMentale (Pigrizia) 1:; e, ancora più grave, di "sentire".i.bSentire (Pigrizia di) 1:;. Qualunque sia lo scopo che vi muove, che vi spinge ad agire, è buono ed è giusto purché questo scopo sia capace di farvi muovere, di farvi agire, di farvi parlare, di farvi "sentire". E questo è il supremo insegnamento che noi dobbiamo dare agli uomini: insegnargli a vivere la loro vita, a non essere dei rinunciatari, a non voler chiudere la loro esistenza, perché quando lo si fa si è sempre sopraffatti da una forma di pigrizia, in fondo, perché la rinunzia è pigrizia, mancanza di volontà. Ma insegnare a tutti - e prima fra tutti a voi stessi - a muovervi, a trovare qualcosa che possa spingervi, a farvi camminare.Ma soprattutto - lo ripeto ancora una volta - a farvi "sentire".i.bMaestri (I) ci insegnano a "sentire" 1:;.E con questo augurio, vi benedico con tutto il mio amore. 25 maggio 1972 .i.a1. I vostri simili:; Non temo di ripetermi se ancora una volta vi raccomando di pensare ai vostri simili con amore, non in termini di divisione. Che cosa significa questo? Che voi dovete vedere le creature, pensare ad esse, non come a qualcosa molto diverso da voi, qualcosa che appartenga quasi ad un'altra razza, ad un altro mondo; ma a degli esseri in tutto simili a voi, che stanno sperimentando un'altra gamma di esperienze, che stanno percependo un'altra gamma di sensazioni, di vibrazioni e di emozioni.i.bSimili (I vostri) sono degli esseri che stanno sperimentando un'altra gamma di esperienze 1:;. Ma che sono fondamentalmente e sostanzialmente simili a voi. Voi quindi non dovete operare delle discriminazioni, catalogare le creature, trovare quello che di diverso v'è in loro e fare di esso un pretesto per distinguervi da loro.i.bCatalogare (Non dovete) le creature per distinguervi da loro 1:;; financo i tratti somatici.i.bSomatici (Tratti) 1:;, il colore della pelle.i.bPelle (Coloro della) 1:;, il titolo di studio.i.bStudio (Titolo di) 1:;, l'educazione.i.bEducazione 1:; e via dicendo, perché cercare di vedere la diversità di aspetto o di sperimentare degli altri, per trarre da questa diversità un motivo di isolamento o di differenziazione fra voi e gli altri, è uno degli errori più gravi che potete commettere.i.bErrori (Uno degli) più gravi che potete commettere 1:;.Conseguenza di questa differenziazione e dello stesso errore, è il dire: "Io non farei o non direi mai quello che ha fatto o detto un altro essere umano". Ricordate, figli cari, che voi, nelle stesse condizioni, allo stesso grado di evoluzione, con le stesse spinte, con le stesse esperienze da vivere, vi comportereste - con tutta probabilità - nello stesso modo in cui si comportano i vostri fratelli.i.bEvoluzione (Voi, con lo stesso grado di), vi comportereste nello stesso modo in cui si comportano i vostri fratelli 1:;. E non potrebbe essere diversamente dal momento che vi diciamo che il vostro prossimo - e il nostro prossimo - è simile a noi stessi e a voi stessi. Cosicché sappiate, nell'intimo vostro, amare i vostri fratelli.i.bIntimo vostro (Sappiate nell') amare i vostri fratelli 1:;.Che cosa significa questo? Significa forse abbandonarvi ad essi, comprenderli nel senso di aiutarli, dare tutto a loro, permettere che essi facciano tutto quello che vogliono di voi e dei vostri beni? Certo sarebbe un errore; ma significa essere "intimamente" convinti e consapevoli che i vostri simili sono voi stessi.i.bAmare (Che cosa significa) i nostri fratelli 1:;. Amateli e sappiateli comprendere e soprattutto, sappiateli "trattare". Il Cristo.i.bCristo (Frasi del) 1:; sapeva comprendere e "trattare" gli uomini che erano, del resto, suoi simili.

C'è un errore che deriva da un mal compreso misticismo. Ed è quello di credere che amare gli altri significhi dare tutto agli altri nel senso di "sfruttamento".i.bSfruttare (Colui che ama veramente i suoi simili, non si fa), perché dà ad essi solo quello di cui hanno bisogno 1:;, da parte degli altri. Ebbene non è così; il vero mistico, colui che veramente ama i suoi simili, dà ad essi quello di cui essi hanno bisogno, non di pi—.i.bMistico (Il vero) 1:;. Colui che ama gli animali, veramente, comprende gli animali.i.bAnimali 1:;, non farebbe loro un torto né un danno, ma nello stesso tempo - se sono feroci - li tratta come la loro condizione impone che essi siano trattati.i.bEsempio di colui che ama gli animali (per spiegare come bisogna amare i propri simili 1:;. Così dei vostri simili, certo in misura minore. Amateli veramente, profondamente, realmente, nell'intimo vostro e sappiate comprenderli, ma sappiate anche "trattarli" nel senso di difendervi da essi quando occorra.i.bSimili (Che cosa significa saper "trattare" i propri simili 1:;. Ricordatevi l'insegnamento evangelico: "Siate candidi come colombe e astuti come serpenti". Questo significa, figli: "Non gettate le vostre perle ai porci." Non date ciò che il vostro amore - quando veramente c'è, esiste, è realizzato in voi - vi spingerebbe a dare, se questo "donare" non rappresenta una utilità per i vostri simili.i.bDonare (Non donate, se questo) non rappresenta un'utilità per i vostri simili 1:;. Perché non solo l'amore e la bontà dovete saper conquistare, o figli, ma dovete imparare anche ad agire, ad essere "giusti" con i vostri simili; a comportarvi in modo che dalla vostra vicinanza essi abbiano una qualche utilità, un.i.bGiusti (Che cosa significa essere) con i propri simili 1:; qualche insegnamento, un qualche vantaggio reale, spirituale. Non il soddisfacimento dei loro capricci.i.bCapricci 1:; o il soddisfacimento della loro pigrizia.i.bPigrizia 1:;, della loro ambizione.i.bAmbizione 1:;, della loro sete di potere o di possesso e via dicendo. Quindi io vi auguro che sappiate trovare dentro di voi tanto amore per comprendere i vostri simili, ma nello stesso tempo che sappiate trovare tanto discernimento da saperli "trattare" ed essere "giusti" con loro.

23 novembre 1972 .i.a1. Vogliamo dischiudervi alla comprensione:; Eccoci qua riuniti nuovamente per iniziare un nuovo ciclo di incontri. Voi siete ormai abituati a questo genere di fenomeni ed è per voi una consuetudine udire la nostra voce ad intervalli ricorrenti. E non vi accorgete di quante cose poco a poco, da voi promosse, sono state dette. Alcune che vi hanno particolarmente toccato vi sono rimaste più impresse delle altre, e molte altre invece, non viste in un primo momento, ecco che ascoltate o rilette, colpiscono la vostra attenzione. Noi abbiamo cercato sempre di seguire - in quello che abbiamo detto - l'intento di dischiudervi alla comprensione; di far vivere in voi quelle Verità che in modo forse imperfetto cerchiamo di ripetervi.Ora è venuto il momento che voi raccogliate i nostri insegnamenti in una raccolta1, la quale comprenderà gli argomenti: l'Assoluto, l'Eterno Presente, l'individuo, l'individualità, e questo ultimissimo insegnamento - del quale altri vi diranno più lungamente -, l'insegnamento del "divenire nell'essere".i.bDivenire (Il) nell'essere 1:;. Come è conciliabile, è comprensibile, può esistere allo stesso modo l'essere e il divenire.Questo lavoro voi lo farete non certo collettivamente.i.bLibri (Modalità di preparazione dei) 1:;; alcuni di voi, come sempre, quelli che hanno più possibilità e - perché non dirlo? - più buona volontà, raccoglieranno il materiale e noi lo ordineremo come abbiamo fatto altre volte.Per questo lavoro noi potremo adoperare alcune delle vostre riunioni, intendo dire servirci dello strumento anziché per comunicare con tutti voi come facciamo questa sera, per correggere, limare le nostre conversazioni. Ma non temete, le possibilità di parlarci rimarranno. Piuttosto sta a voi fare in modo che questi incontri siano proficui, che queste conversazioni provochino delle risposte tali che sempre più l'orizzonte della conoscenza sia allargato.Non altro aggiungo per il momento. I dettagli vi saranno dati successivamente. Per ora voi raccogliete il materiale come vi ho detto, e al momento opportuno diremo noi. Vi lascio momentaneamente. 1 Raccolta poi stampata privatamente col titolo "Sintesi", edita nel 1978 dalle Edizioni Mediterranee col titolo "Oltre l'illusione". 7 dicembre 1972 .i.a1. Conosci te stesso:; Noi siamo qua riuniti ancora una volta, e dire "ancora una volta" significa che tante altre hanno preceduto questa, per tanti dei vostri anni. Ebbene, in questo vostro tempo durante il quale vi abbiamo parlato, abbiamo cominciato a dirvi, a insegnarvi non solo un aspetto più vero del mondo che vi circonda, ma anche quello che - secondo gli indiani - si chiama "dharma".i.bDharma 1:;, ovverosia le regole di buona condotta; l'insegnamento mistico, potrebbe dire qualcuno.Insomma, a poco a poco, partendo dal punto in cui la vostra mente, la vostra coscienza, il vostro "sentire" poteva seguirci, siamo arrivati a parlarvi dei più alti insegnamenti che riguardano voi stessi, l'intimo dell'uomo.i.bIntimo (L') dell'uomo 1:;. Duplice aspetto dell'insegnamento: da una parte il mondo che vi circonda, dall'altra l'intimo vostro.E' un po' di tempo - del vostro tempo - che non parliamo dell'insegnamento dell'intimo vostro, del "dharma". Non ve ne parliamo perché siamo tutti rivolti al mondo che vi circonda, che a mano a mano si è così ampliato da raggiungere le soglie dell'Assoluto, della Realtà estrema.Ma poiché accogliamo fra noi delle creature che attendevamo, e che ci seguono da non molto del vostro tempo, o che per lo meno non ci hanno seguito dall'inizio, sarà bene ricordare qual è l'insegnamento che riguarda l'intimo vostro.Ecco, l'insegnamento impartito dalle religioni.i.bReligioni (L'insegnamento delle) 1:; verte su "il bene operare". Vi è una fase sottostante a questa, ed è quella non tanto di "bene operare", quanto di bene seguire le varie norme

canoniche di queste religioni: essere un "buon osservante".i.bOsservante (Cosa significa un buon) 1:;, come si usa dire. Tutto si risolverebbe in questo: seguire certe cerimonie, dire certe preghiere e pensare a Dio, e tutto finirebbe qui. Sarebbe questo abbastanza sufficiente per salvarsi l'anima, per poter godere, poi, di una vita eterna; eterna nella Beatitudine.Ebbene, figli cari, non c'è bisogno di dire che questo è un insegnamento valido e che va bene per certe creature; ma non per tutte, non è il più alto che esista. E invece un insegnamento un pochino più sottile, che ha un aspetto più reale di questo, o che per lo meno si avvicina un poco di più alla Realtà, è l'insegnamento che insegna ad amare il prossimo come se stessi, ad aiutarlo. Quell'insegnamento che dice: "Prima di accostarti all'altare, vai a fare pace con il tuo fratello che hai chiamato "raca"". Quindi, secondo questo insegnamento più spirituale, sarebbe inutile - direi quasi assurdo - accostarsi alle cerimonie religiose.i.bReligiose (Come avvicinarci alle cerimonie) 1:; quando dentro di noi non vi fosse l'amore al prossimo, o quanto meno non fossimo in pace con noi stessi nei riguardi degli altri. Ebbene, figli cari, questo è un insegnamento molto difficile a seguirsi e tanto difficile che si è cercato di renderlo più accessibile, dicendo: "Se proprio dentro di voi non v'è questo amore così sviscerato per i vostri simili, basta che voi facciate qualcosa per loro, che cerchiate di aiutarli". Voi comprendete che ciò è una cosa meritevole: piuttosto che uccidere i nostri simili, meglio astenersi dall'ucciderli, pur covando nell'animo nostro un sentimento di odio.Ma non è ancora questo il più alto insegnamento che riguardi il modo di comportarsi - o di "essere", più precisamente - degli individui. E qual è? E' proprio come ho detto ora: il giusto insegnamento individuale è quello di "essere".i.bEssere (Il giusto insegnamento individuale è quello di) 1:;. Perché vedete, o figli nostri, quando un uomo s'impone di aiutare i suoi simili unicamente perché conosce il Comandamento "Ama il prossimo tuo come te stesso".i.bAma il prossimo tuo come te stesso (Quando un uomo s'impone di aiutare i suoi simili unicamente perché conosce il Comandamento), noi abbiamo detto che fa violenza a se stesso 1:; e questo vuole seguire, noi abbiamo detto che fa violenza a se stesso. Egli non è un "essere", egli è un "divenire". E voi sapete - per l'altro insegnamento che vi abbiamo dato, quello che riguarda il modo di accostarsi all'Assoluto - che "divenire" è uguale all'"illusione", mentre l'"essere" è uguale alla "Realtà".i.bDivenire (Il) è uguale all'"illusione", mentre l'"essere" è uguale alla "Realtà" 1:;.Allora la caratteristica dell'uomo di voler apparire o comportarsi secondo una regola che gli è stata detta come "giusta", è per lui un "divenire", un'illusione. Non è un "essere", cioè un "sentire", non è una Realtà.Ecco, voi direte: "Allora che cosa dobbiamo fare? Dobbiamo forse dare libero sfogo al nostro sentimento interiore, al nostro modo di esistere reale, senza preoccuparci di quelle che sono le conseguenze?". No! Questo non è un modo di "essere" giusto; un modo di manifestare il proprio giusto "essere". Noi vi diciamo: "Comprendete voi stessi, conoscete voi stessi"; vi diciamo: "Siate estremamente sinceri con voi, conoscetevi".Voi - e non tutti -, parlo in generale, non avete la natura di essere degli apostoli, dei missionari, di trascurare la vostra entità "io", per gli altri. Ma ciò non vuol dire che voi dobbiate vivere in un modo totalmente egoistico.V'è una grande verità che conduce al "sentire" e all'"essere", ed è la verità che fa acquisire la Realtà attraverso alla mente.i.bMente (Acquisire la Realtà attraverso alla) 1:;. Comprendere qualcosa significa "porvi attenzione", conoscere ed infine comprendere.i.bComprendere qualcosa significa "porvi attenzione", conoscere ed infine comprendere 1:;; così porre attenzione al nostro egoismo, porre attenzione ai nostri limiti, agire secondo quello che la vita di ogni giorno ci spinge a fare, secondo le nostre limitazioni, senza fare cose per le quali non abbiamo le forze, senza illudersi di essere dei missionari in terra di missione, ma conoscendo soltanto noi stessi, i nostri limiti, le nostre forze; riuscire a dire: "Io non do tutto quello che ho ai miei simili perché soffrirei di questa privazione", ma "porre attenzione" a questo "sentire" egoistico, dire cioè: "Io non do questo perché se donassi lo farei per guadagnarmi un premio eterno, unicamente per questo". Ma nello stesso tempo essere consapevoli della propria natura egoistica, della propria mancanza di

fede nella divina provvidenza. Voi direte: "Sembra poco e comodo". Ed io vi dico in verità che basterebbe questo poco per trasformare entro breve tempo l'umanità tutta per quella legge di Dio - possiamo dirlo - secondo la quale la comprensione giunge dall'attenzione alla consapevolezza.i.bComprensione (La) giunge attraverso l'attenzione e la consapevolezza 1:;; attraverso l'attenzione.i.bAttenzione 1:; e la consapevolezza.i.bConsapevolezza 1:;. Ecco, di questo insegnamento noi abbiamo detto altre volte: "Conoscere se stessi" - dice il fratello Claudio.i.bClaudio 1:; - e conoscere se stessi significa questo.i.bConoscere se stessi significa che nel momento in cui l'uomo attraverso all'attenzione riesce a conoscere i propri limiti, egli trascende questi limiti 1:;: nel momento in cui l'uomo attraverso all'attenzione riesce a conoscere i propri limiti, egli trascende questi limiti. Attraverso a questo processo di concentrazione, di spietata e veritiera introspezione.i.bIntrospezione 1:;, l'uomo può passare da un modo di vivere illusorio qual è il "divenire".i.bDivenire 1:;, ad un modo di esistere reale qual è l'"essere".i.bEssere 1:;.

11 gennaio 1973 .i.a1. Il ponte meraviglioso:; Noi vi seguiamo costantemente; seguiamo non solo le vostre azioni, ma i vostri pensieri, i vostri sentimenti, ed ecco che quindi ritrovarsi assieme significa - per noi - non già vedervi solo ora, ma vedervi riuniti mentre ci invocate; questo solo, che è poco rispetto al vostro tempo fisico, che è tanto rispetto al significato della riunione. Noi dobbiamo avere consapevolezza di quello che stiamo facendo, noi dobbiamo essere coscienti di che cosa questo rappresenta, di quale ponte meraviglioso.i.bPonte (Il) meraviglioso 1:; noi stiamo gettando, e ringraziare l'Altissimo che ci concede di poter comunicare in modo così diretto e reale e puro. Voi forse prendete queste riunioni per il suono delle parole che vengono pronunciate e non potete capire che cosa sta al di là di questi suoni. Non solo dal punto di vista del significato dell'insegnamento, ma anche dal punto di vista delle forze che agiscono in queste comunicazioni.Noi non vogliamo fare di voi, con queste parole, degli esseri che a tutto credono, suggestionati e suggestionabili, no certamente. Ma vogliamo, nei limiti della ragionevolezza e della serena analisi critica, che voi abbiate coscienza di quanto accade in questa comunicazione; comprendiate che quello che voi state vivendo ora, singolarmente, nel vostro tempo umano, rappresenta il futuro "pensare-sentire" della umanità.i.bPensare-sentire (Quello che voi state vivendo ora rappresenta il futuro) dell'umanità 1:;.Ora voi siete come quell'accorto coltivatore.i.bEsempio del seme (per spiegare il futuro sentire dell'umanità) 1:; che conserva durante la carestia e la siccità una certa quantità di messi, senza cibarsene, per poter fare di questa "seme" per i tempi migliori. Voi in questa posizione siete nel mondo, inconsapevolmente custodite quel "seme" che nei tempi migliori, che già si stanno preannunciando, costituirà la base di un nuovo e più fruttuoso raccolto, che si estenderà su tutto lo spazio-tempo.i.bSpazio-tempo 1:; occupato dalla vostra razza.i.bRazza 1:;. 8 febbraio 1973 Iddio è nell'intimo: Parlare di Dio, così come lo concepiscono i mistici, in mezzo a questa società, è certamente una cosa singolare; infatti quale successo può avere chi parla di un argomento che non è - non dico poco - ma forse per niente inteso nel senso giusto. S, certo, lo dicono le statistiche nel mondo del progresso della scienza, della matematica, della precisione, tanti sono quelli che pensano a Dio o all'occulto.i.bOcculto 1:;, ma pensare a Dio nel modo secondo il quale gli uomini lo pensano e pensare a Dio come noi intendiamo, sono cose profondamente diverse. Al giorno d'oggi chi pensa allo spirito, alla spiritualità, alla religione, indubbiamente - e questo sia detto senza offesa per alcuno - è un soggetto che ha qualcosa di non perfettamente normale, perché si pensa a Dio, alla sopravvivenza, non nel modo giusto, ma solo sperando di essere aiutati nei nostri problemi, alla sopravvivenza, non nel modo giusto, ma solo sperando di essere aiutati nei nostri problemi. Questa è la vera intenzione secondo la quale gli uomini, oggi, pensano all'Ente Supremo. Ecco, noi non intendiamo questo concepire l'Ente che tutto permea, tutto sostiene ed evolve; noi vogliamo fare di voi dei mistici, dei religiosi, nel senso esatto. Forse seguiamo una strada del tutto diversa da quella che in genere percorrono gli uomini, coloro che vogliono sostenere e fondare una religione, una scuola spirituale, i quali a piene mani dispensano il presunto, o un presunto aiuto spirituale che serve a farvi superare le difficoltà della vita. Questi promettono ai loro adepti ogni sorta di beneficio, possibilmente nel mondo che segue quello fisico, che segue la morte, perché meno controllabile. Noi invece vi diciamo: "Tutto E', figli; entro di voi è una sorgente di forza, di comprensione, di vitalità, di azione, che voi neppure lontanamente supponete. Cercate di attingere da voi stessi, da questa sorgente che è in voi per camminare.i.bTutto E'. Entro di voi è una

sorgente di forza, di comprensione, di vitalità, di azione, che voi neppure lontanamente supponete. Cercate di attingere da voi stessi, da questa sorgente che è in voi per camminare 1:;. Non vendetevi ad altri, ultimi fra tutti a coloro che vi promettono una salvezza nell'aldilà. Voi soli, o meglio ciascuno di voi singolarmente, e solo e da solo può operare la propria salvezza. Nessuno può farlo per lui".Ecco io ho iniziato questo mio discorso parlandovi di Dio, ed allora se voi pensate a Dio dovete farlo non perché pensate di avere da una condotta ossequiosa nei Suoi confronti un qualche beneficio, qualche aiuto nella vita di tutti i giorni, che vivete così a volte faticosamente, ma perché questo pensiero susciti, entro di voi, la Sua nascita. Perché Iddio prima di trovarlo sugli altari, figli cari, è nell'intimo nostro.i.bIddio prima di trovarlo sugli altari, è nell'intimo nostro 1:;.Vivete ogni giorno pensando che ogni giorno che trascorre segna, o segni, una tappa per ritrovare in voi la divinità.i.bVivete ogni giorno pensando che ogni giorno è una tappa per ritrovare in voi la divinità 1:;. Siate certi di questo. Ogni trascorrere di "sentire", o di tempo astronomico, segna un abbreviarsi dello spazio che rimane fra voi e la vostra mèta.i.bSentire (Ogni trascorrere di) o di tempo astronomico, segna un abbreviarsi dello spazio che rimane fra voi e la vostra mèta 1:;. E quando voi siete certi che non vi accostate a Dio per avere dei benefici, ma unicamente per amore verso di lui, allora voi avrete la certezza di avere entro di voi l'esatto concetto della divinità.i.bDio (Quando voi siete certi che non vi accostate a) per avere dei benefici, ma unicamente per amore verso di lui, allora voi avrete la certezza di avere entro di voi l'esatto concetto della divinità 1:;. 8 marzo 1973 E' importante il fenomeno nel suo insieme: Eccoci qua nuovamente in comunicazione. Noi proseguiamo la nostra opera fra voi, e vogliamo vedere, o figli, che voi comprendete le nostre parole. Quello che noi vi diciamo è accompagnato da certi fenomeni; questi fenomeni sono per voi e per altri. Essi rappresentano una specie di garanzia - non voluta dare, ricordatevi questo, "non voluta dare", apparentemente - per voi. Ma quello che è importante ed essenziale è tutto il fenomeno nel suo insieme, per ciò che può significare nei vostri riguardi, nel vostro intimo. Avere le idee chiare in un mondo confuso, è avere acqua in un deserto. Avere la certezza nella negazione, è avere un'ancora nella tempesta. Avere chi può consolarci quando occorre, senza fare di queste parole un unico e solo scopo di consolazione, è essere in contatto con la Realtà.Ma voi state preparando, unitamente a noi, una nuova raccolta di quello che abbiamo detto. Ebbene, questo lavoro non è ancora completato, ma lo sarà al momento opportuno perché non esistono sorprese, per noi, né per coloro che in noi credono fermamente. Continuiamo nell'opera, e ciascuno si faccia dovere, se non ha la forza di dare agli altri, di dare a se stesso, di trovare equilibrio, chiarezza, discernimento, retto agire. Perché questo è quello che ci spinge a venire qui fra voi, o figli. Niente altro.