n. 3-2013 ciclobby otizie · zione stradale, la creazione di una cultura diffusa della sicurezza...

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Notiziario trimestrale dell’associazione cicloambientalista Fiab CICLOBBY onlus via Borsieri 4/E 20159 Milano tel. e fax 02.69311624 www.ciclobby.it Aderente alla FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta onlus www.fiab-onlus.it Poste Italiane s.p.a. – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Milano. In caso di mancato recapito inviare al CMP Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi. n. 3-2013 !!!!!!!!!!! N N CICLOBBY otizie amministrazione comunale di Mila- no, sull’onda del vivace dibattito e del consenso raccolto dal movi- mento #Salvaiciclisti, qualche gior- no prima della manifestazione nazionale del 28 aprile 2012 organizzata a Roma ai Fori Imperiali, accoglieva la proposta lan- ciata dal movimento con un appello intito- lato “Caro Sindaco”, indirizzato a tutte le amministrazioni italiane, di istituire un luo- go di confronto periodico sui temi della ci- clabilità. N asceva così il Tavolo Permanente della Ciclabilità. Tavolo informale e politico, assai più che tecnico, che, nell’arco del suo primo anno e mezzo di vita, ha visto con- frontarsi una volta al mese vari soggetti at- tivi nel campo della ciclabilità con assesso- ri e tecnici, in particolare dei settori Mobili- tà e Sicurezza e con l’agenzia per la Mobili- tà del Comune (Amat). I l Tavolo, nelle intenzioni di chi lo ha promosso, non aveva solo una valenza consultiva, ma costituiva un momento di incontro propositivo dove esporre idee, suggerire azioni concrete da mettere in at- to e condividere i progetti reali dell’ammi- nistrazione. N e abbiamo riferito anche su Ciclobby Notizie 2/2012, lasciando in quel caso impregiudicata ogni valutazione nel meri- to, ma evidenziando la novità del metodo. E poi ne abbiamo incidentalmente parlato nel nostro editoriale del numero 3/2012 dal significativo titolo: “Caro Sindaco: se non ora, quando?C osa possiamo dire oggi, quali valutazio- ni possiamo esprimere a un anno e mezzo dalla nascita di questa esperienza di partecipazione? S enza voler ancora dare un giudizio defi- nitivo, né improvvisare una sintesi bana- le, è però difficile sottrarsi alla impressione diffusa tra i partecipanti del Tavolo (oltre a Ciclobby e #SIC, Legambiente, Genitori Antismog, Urban Bike Messengers, Bike District, rappresentanti di attività commer- ciali ciclistiche - come Rossignoli, Doniselli - e altri), che al grande impegno e dispen- dio di energie del volontariato, che ha pro- dotto anche una certa stanchezza e alcuni allontanamenti, non abbiano corrisposto ri- sultati almeno proporzionali rispetto a tutti i temi (e sono molti) oggetto degli incontri e dei confronti. Anzi. >>> In questo numero: Passi indietro: “Aspasso” con l’auto 3 Passerelle per la bici a Milano 4 Bici, marciapiedi e polemiche mediatiche 6 Nuove corsie ciclabili in zona 9 8 Intervista all’assessore Maran 10 Bike sharing tra record di utilizzo e esigenze di manutenzione 12 Un matrimonio indimenticabile 14 E’ tempo di rinnovare la tessera a Ciclobby 16 Ricordare il Vajont in bici 18 Pillole di sicurezza (n.8-fine) 20 Moderazione del traffico: perché non possiamo più aspettare 23 Ciao, Margherita! 24 FIAB Ciclobby Onlus 18 mesi di Tavolo Permanente della Ciclabilità Pestando l’acqua nel mortaio Pestando l’acqua nel mortaio seguici su @ciclobby L L

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Page 1: n. 3-2013 CICLOBBY otizie · zione stradale, la creazione di una cultura diffusa della sicurezza sulle strade, la sensi-bilizzazione degli operatori e dei cittadini, la possibilità

Notiziario trimestraledell’associazionecicloambientalista Fiab CICLOBBY onlus

via Borsieri 4/E 20159 Milanotel. e fax 02.69311624www.ciclobby.it

Aderente alla FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta onluswww.fiab-onlus.it

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n. 3-2013

!!!!!!!!!!!!!NNCICLOBBY otizie

amministrazione comunale di Mila-no, sull’onda del vivace dibattito edel consenso raccolto dal movi-mento #Salvaiciclisti, qualche gior-

no prima della manifestazione nazionaledel 28 aprile 2012 organizzata a Roma aiFori Imperiali, accoglieva la proposta lan-ciata dal movimento con un appello intito-lato “Caro Sindaco”, indirizzato a tutte leamministrazioni italiane, di istituire un luo-go di confronto periodico sui temi della ci-clabilità.

Nasceva così il Tavolo Permanente dellaCiclabilità. Tavolo informale e politico,

assai più che tecnico, che, nell’arco del suoprimo anno e mezzo di vita, ha visto con-frontarsi una volta al mese vari soggetti at-tivi nel campo della ciclabilità con assesso-ri e tecnici, in particolare dei settori Mobili-tà e Sicurezza e con l’agenzia per la Mobili-tà del Comune (Amat).

Il Tavolo, nelle intenzioni di chi lo hapromosso, non aveva solo una valenza

consultiva, ma costituiva un momento diincontro propositivo dove esporre idee,suggerire azioni concrete da mettere in at-to e condividere i progetti reali dell’ammi-nistrazione.

Ne abbiamo riferito anche su CiclobbyNotizie 2/2012, lasciando in quel caso

impregiudicata ogni valutazione nel meri-to, ma evidenziando la novità del metodo.E poi ne abbiamo incidentalmente parlatonel nostro editoriale del numero 3/2012 dalsignificativo titolo: “Caro Sindaco: se nonora, quando?”

Cosa possiamo dire oggi, quali valutazio-ni possiamo esprimere a un anno e

mezzo dalla nascita di questa esperienza dipartecipazione?

Senza voler ancora dare un giudizio defi-nitivo, né improvvisare una sintesi bana-

le, è però difficile sottrarsi alla impressionediffusa tra i partecipanti del Tavolo (oltre aCiclobby e #SIC, Legambiente, GenitoriAntismog, Urban Bike Messengers, BikeDistrict, rappresentanti di attività commer-ciali ciclistiche - come Rossignoli, Doniselli- e altri), che al grande impegno e dispen-dio di energie del volontariato, che ha pro-dotto anche una certa stanchezza e alcuniallontanamenti, non abbiano corrisposto ri-sultati almeno proporzionali rispetto a tuttii temi (e sono molti) oggetto degli incontrie dei confronti. Anzi.

>>>

In questo numero:

Passi indietro: “Aspasso” con l’auto 3

Passerelle per la bici a Milano 4

Bici, marciapiedi e polemiche mediatiche 6

Nuove corsie ciclabili in zona 9 8

Intervista all’assessore Maran 10

Bike sharing tra record di utilizzo e esigenze di manutenzione 12

Un matrimonio indimenticabile 14

E’ tempo di rinnovare la tessera a Ciclobby 16

Ricordare il Vajont in bici 18

Pillole di sicurezza (n.8-fine) 20

Moderazione del traffico: perché non possiamo più aspettare 23

Ciao, Margherita! 24

FIAB Ciclobby Onlus

18 mesi di Tavolo Permanente

della Ciclabilità

Pestando l’acqua nel mortaioPestando l’acqua nel mortaio

seguicisu

@ciclobby

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2 CICLOBBY Notizie 3/13

Federazione ItalianaAmici della Bicicletta che aderisce a European

Cyclists’Federation

Fiab Ciclobby onlusè l’associazioneambientalista milanese,aderente alla FIAB, chepromuove l’uso della biciper la mobilità quotidiana e per il tempo libero, tutela i diritti dei ciclisti, rivendica lo sviluppo di una mobilitàsostenibile e sicura.

via Pietro Borsieri 4/E - 20159 Milano MI telefono e fax 02. 69 31 16 24web: www.ciclobby.ite-mail (presidente) [email protected]

(segreteria) [email protected]

Tram 7, 31. Bus 37, 82, 86, 166, 620MM2 fermate Gioia e Garibaldi e Passante ferroviario P.ta Garibaldi FS.

Presidente Fiab CICLOBBY onlus:Eugenio Galli

Apertura sede: da Mar a Ven: ore 17.00-19.00Sabato: ore 10.30-12.00

Ciclobby su Rete Civica di Milano con forum on line:

via FirstClass:“Desktop”\”RCM”\”ConferenzAmbiente”\”CICLOBBY”

via web:www.retecivica.milano.it/conferenzambiente

Ciclobby aderisce a:

CICLOBBY NOTIZIE n. 3/2013

Periodico registrato

Aut. Trib. Milano n. 36 del 29.01.2002

Proprietà: Ciclobby onlus

Editore: Ciclobby onlus

via Pietro Borsieri 4/E 20159 Milano MI

C.F. e P.I. 08970250158

telefono e fax 02.69311624

Direttore responsabile: Paolo Hutter

Redattore capo e responsabile

coordinamento redazionale

Eugenio Galli ([email protected])

Hanno collaborato: Vanna Bartesaghi, Mariella

Berti, Guia Biscàro, Marco Capecchi,

Maurizio Costa, Federico Del Prete,

Alfredo Drufuca, Danilo Fullin, Maurizio

Guagnetti, Stefania Fuso Nerini, Valerio

Montieri, Donata Schiannini, Lello Sforza

Per le foto si ringraziano: Guia Biscàro (ricerca

iconografica e foto), Mariella Berti, Marco

Capecchi, Danilo Fullin, Andrea Scagni.

Grafica e impaginazione Silvia Malaguti

Stampa Grafiche Liberalato srl, Mestre (VE)

Questo numero è stato chiuso

il 31 ottobre 2013

Per la stampa di questo notiziario neppure unalbero è stato abbattuto: Ciclobby Notizie èrealizzato in carta riciclata al 100% e stampatocon inchiostri biologici.

Certo, alcuni risultati positivi ci sono sta-ti: basti pensare alle sperimentazioni

avviate da ATM per la estensione della in-termodalità bici-mezzi pubblici, includen-do anche, per la prima volta in Italia, alcu-ne linee tramviarie di superficie (ma qui ilriconoscimento va dato al management diATM, con cui ci siamo direttamente rela-zionati, assai più che alle riunioni del Ta-volo); o ai pannelli a messaggio variabilesulle strade che, per la prima volta, hannocontemplato anche messaggi a favore dellasicurezza dei ciclisti. Qualche breccia si èpersino aperta rispetto a una idea di cicla-bilità tanto iperprotetta e onerosa, quantospesso discontinua e inefficace. Un esem-pio? Siamo forse riusciti, dopo una este-nuante discussione con assessore e tecnici,a evitare almeno in parte che in corso Ve-nezia fino a piazza SanBabila, dunque in pienocentro e all’interno diArea C, venisse costruitauna pista ciclabile in sedepropria, in proseguimentodi quella già realizzatadalla passata amministra-zione: almeno all’internodella prima Cerchia saràcreata come corsia in se-gnaletica.

Tema ricorrente portatoall’attenzione della

Amministrazione da partenostra e degli altri partecipanti al Tavolodella ciclabilità è stato quello di realizzareinterventi che fossero diffusi e tempestivi:diffusi in tutta la città e che venissero, intempi brevi, incontro alla urgenza di sicu-rezza da parte degli utenti quotidiani.

Si è proposta una applicazione estesadella moderazione del traffico sul terri-

torio comunale, la realizzazione di doppisensi ciclistici e linee d’arresto avanzate,l’attenzione al tema dei parcheggi, dell’in-termodalità e della manu-tenzione stradale… Ma ilquadro generale non aiutaad eccedere nell’ottimismo.

Nessun esito positivo sul-la questione da noi po-

sta relativamente alla esigen-za di continuità delle corsienegli attraversamenti (abbia-mo riferito della nostra inter-rogazione nel numero 1/2013di Ciclobby Notizie con il tito-lo “Continuità vo cercandoche m’è sì cara” e anche con

un successivo aggiornamento contenutonella trascrizione dell’intervento in Consi-glio di Zona 1 pubblicata sullo scorso Noti-ziario). Non migliore fortuna hanno avuto itemi da noi ripetutamente affrontati relati-vamente alla corsia lungo la Cerchia deiNavigli, come pure alla accessibilità ciclisti-ca del Tunnel di porta Nuova.

Con alcuni settori e uffici è addiritturamancata qualsiasi occasione di con-

fronto. E, tra le mancanze più significative,vi è quella di un incontro con i responsabi-li della Polizia Locale: eppure, il ruolo del-la PL sui nostri temi è tutt’altro che margi-nale. Esso riguarda non solo il controllo ela repressione delle contravvenzioni alCdS, ma anche l’educazione e la rieduca-zione stradale, la creazione di una culturadiffusa della sicurezza sulle strade, la sensi-bilizzazione degli operatori e dei cittadini,

la possibilità di lavo-rare in un’ottica diproblem solving piut-tosto che di problemmaking, con un ap-proccio innovativoanche nella indivi-duazione di oppor-tune soluzioni ope-rative.

Eancora, i ritardinel varo di un

Piano dedicato allaCiclabilità, che potràessere contenuto nel

Piano Urbano della Mobilità Sostenibile(PUMS), ma con tempistiche che potrebbe-ro risultare inadeguate a governare unosviluppo efficace della rete ciclabile di bre-ve e medio periodo a Milano.

Nel momento in cui scriviamo (metà ot-tobre) constatiamo altresì con stupore

ed amarezza l’assenza di qualsiasi rispostain merito alla reportistica sulle contravven-zioni che i partecipanti al Tavolo hanno ri-petutamente chiesto all’assessore alla Sicu-

>>> segue dalla prima

MilanoMilanociclabile

la sensazione è che il confronto sia rimastoimpigliato nelle sacche

di una burocrazia vorace e orfano di una visione

politica capace di azioni incisive

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CICLOBBY Notizie 3/13 3

Priorità ad estensione diarea C, Milano a 30 al-

l’ora, regolamentazionedella sosta e riordino dellalogistica merci

«Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibileparte con i giusti input, ma occorre defi-

nire obiettivi, priorità e scadenze. E quellometropolitano non deve essere uno spirito oun auspicio, ma una pratica ordinaria di go-verno e di assunzione di scelte, come fino adoggi non è avvenuto, ad esempio sulle grandiscelte nell’area vasta, che in assenza del capo-luogo hanno largamente privilegiato il raffor-zamento dell’infrastruttura automobilisticaanziché l’integrazione di tariffe e servizi».

L’agenda degli ambientalisti milanesi guardaad alcune priorità, a partire dalla riduzione

della congestione da traffico, da conseguireattraverso l’estensione di area C ma an-che con misure efficaci di decongestione al difuori delle aree centrali: la generalizzata mo-derazione della velocità (Milano a 30km/h), il pricing e la regolazione della

sosta e l’efficientamento della logisticadelle merci, misure implementabili da subi-to, perché anche con le regole attuali ci sonograndi margini per ridurre l’invadenza e il di-sagio prodotto delle automobili in sosta, dal-la velocità delle auto nei quartieri residenzia-li e dai troppi veicoli merci che spesso giranoa vuoto o a carico ridotto.

«A ssicuriamo la nostra disponibilità apartecipare al processo di piano - di-

chiarano Valerio Montieri, Anna Geromettae Damiano Di Simine, che hanno partecipatoal dibattito in rappresentanza di Fiab Ciclob-by, Genitori Antismog e Legambiente - ma ciaspettiamo che il PUMS fornisca un’agendadi obiettivi e scadenze, oltre che di regole diconvivenza virtuosa e sicura tra i diversi mo-di di mobilità, e non nuovi alibi per rinviareazioni che possono essere assunte da subitoper attenuare la morsa di congestione, inqui-namento e pericolosità stradale a carico de-gli utenti deboli delle strade milanesi».Fiab Ciclobby - Genitori Antismog - LegambienteLombardia

PUMS - diventi il Piano della Mobilità Nuova per la metropoli milanese

“Buon inizio, ma occorrono scadenzecerte per le azioni di innovazione”

Il 13 ottobre è andata in scena una do-menica di blocco del traffico molto di-

versa dalle precedenti. Le associazioniambientaliste milanesi hanno condivisoil seguente comunicato.

La rinuncia alle domeniche a piedi - è di que-sto che si tratta - ci delude profondamente

nel merito e nel metodo.Nel merito, perché si è passati da una non ne-cessaria sovrab-bondanza (gra-tuità e sconti, si-no alla tariffagiornaliera delbiglietto ATM) alritorno puro esemplice deltraffico privato, per ora mitigato con iniziativea macchia di leopardo, abbandonando quellegiornate collettive di liberazione che sonostate e sono importanti per ispirare una mo-bilità diversa nell’intera città.

Ci sembra che questa decisione sia ispiratasoprattutto da una logica rinunciataria, in

assenza di una vera controproposta e di unavisione ampia e condivisa.

Nel metodo, poi, perché nonostante lepromesse di condivisione non si è svolto

nessun confronto, e non vi è stato neanche untentativo di coinvolgerci per cercare una solu-

zione comune ai problemi economici dell’ini-ziativa.

La decisione è stata trattata come se laGiunta stesse decidendo di rinunciare a

una sua festa. Dimenticando che le associazio-ni ambientaliste in questi anni non solo hannochiesto e sostenuto scelte importanti in temadi ambiente e mobilità sostenibile, ma sonostate anche parte attiva nella organizzazionedi iniziative durante le DomenicheAspasso.

Abbiamo cre-duto nel va-

lore culturale nel-le DomenicheA-spasso, assai mag-giore della capaci-tà di incidere sullariduzione efficace

e stabile delle emissioni inquinanti. E proprioper il significato di investimento culturale sullacittà le abbiamo sostenute, collaborando allaloro realizzazione. Ci spiace che nessuno ab-bia sentito il dovere di coinvolgerci dimo-strando così scarsa attenzione alla cultura del-la partecipazione che pure si è largamentepropagandata.Eugenio Galli (Ciclobby onlus)Anna Gerometta (Genitori Antismog)Damiano Di Simine (Legambiente Lombardia)Marco Parini (Italia Nostra)Paolo Hutter (associazione Eco dalle Città)

Il passo indietro sulle

DomenicheAspasso

rezza, anche per monitorare l’andamentoeffettivo di un pannello selezionato di in-frazioni che si ritengono di particolare rile-vanza. Richiesta nata all’indomani della tra-gica morte del piccolo Giacomo, di appena12 anni, in via Solari (novembre 2011), evia via reiterata anche nelle nostre discus-sioni mensili. Ma senza risultati!

Ecco, la sensazione è che il confronto siarimasto impigliato nelle sacche di una

burocrazia vorace e orfano di una visionepolitica capace di azioni incisive. Tutto èlento e difficile, enormemente faticoso. Atratti scoraggiante. Diciamo insomma che irisultati del Tavolo sono oggi nettamente aldi sotto delle aspettative. Erano forse leaspettative troppo alte? Forse… E l’ulteriorerischio è che la crisi faccia evaporare anchealtri impegni importanti, perché oggi ogniscelta è strettamente vincolata al bilancio.Né si può dimenticare, peraltro, che anche iltempo è per definizione una risorsa scarsa…

Il Tavolo Permanente della Ciclabilità de-ve servire a rafforzare la determinazione

dell’amministrazione su un tema cui si an-nette una speciale importanza. Esso ha sen-so se è efficace, se è utile a supportare ilcambiamento, se la partecipazione si tradu-ce in azione, non se si trasforma in un ritosterile o in un impegno aggiuntivo solo peralcuni. Parafrasando la canzone di Gaber,che è stata una colonna sonora della ele-zione del nostro sindaco, “La libertà non èstar sopra un albero / non è neanche un ge-sto o un’invenzione / la libertà non è unospazio libero / libertà è partecipazione”.

E’ questo il motivo per cui riteniamo im-portante insistere sulla partecipazione

attiva e dal basso dei cittadini, non più meriutenti passivi di servizi, ma coinvolti nellaloro realizzazione: ciò appare più che maiirrinunciabile per appassionare e avvicinarei cittadini alla cosa pubblica, partendo daibisogni quotidiani, e per restituire alla poli-tica visione e orizzonti larghi. A condizioneperò che questa partecipazione civica riescaa produrre più soluzioni che problemi, agenerare condivisioni più che frustrazioni, ead essere motore vero di un cambiamentoconcreto e non solo immaginato.

Eugenio Galli

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4 CICLOBBY Notizie 3/13

ilano città della moda, Milano in passerella. Belle ragazze e ra-gazzi, book ostentati, speculazione edilizia, notti bianche, papa-razzi: è il business della moda! Quando si parla di passerelle sipensa a questo mondo variopinto, a volte intrigante, di certomolto appariscente. Adesso a Milano va di moda anche la bici-

cletta, e il Comune ha deciso di mettere anche lei “in passerella”. Tral’anno scorso e quest’anno sono sei quelle inaugurate, posate o appenainiziate e da poco è partito il concorso per una settima. Ovviamenteparliamo di passerelle ciclopedonali, sicuramente meno “di tendenza”ma assai utili quando servono a collegare con maggior sicurezza zone diquartieri nuovi o esistenti altrimenti separate; opere, spesso, di alta tec-nologia ed ingegneria. Vediamole quindi, perché anche qui non è tuttooro ciò che luccica; non tutto, pur se annunciato con enfasi, si è poi tra-dotto in una realizzazione utilizzabile e ben fatta.

Seguiamo le lancette dell’orologio ed iniziamo da zona 2 dove vi sonotre progetti, uno in fase di realizzazione, uno da poco avviato, ed uno

mai partito.

La passerella su via Padova rientra nel progetto che vede la sistema-zione del nodo stradale di Cascina Gobba, nato con l’intento di ra-

zionalizzare e migliorare la viabilità tra i comuni che gravitano su quel-l’area: Milano, Cologno Monzese, Vimodrone, Segrate nonché gli accessialla Tangenziale Est ed all’istituto San Raffaele. Molti quindi i nodi da

sciogliere. Ad aggravare la situazione si è aggiunta la vicenda finanziariadel San Raffaele. A oggi, quasi tutti i lavori sembrano conclusi ma nonrisulta ancora aperto il sottopasso con relativa strada annessa che dallarotatoria di Cologno Monzese porta all’interno dell’ospedale. Anche lapasserella segue la stessa sorte.

Abeneficio però dei ciclisti che passano da Cologno, è stata aperta laciclabile lungo le rotatorie e che portano verso Vimodrone e la

passerella. Curioso: ho superato le transenne divelte, percorrendo iduecentoquindici metri che scavalcano via Padova e la SS11 Padana Su-periore verso l’albergo San Raffaele lungo un bel percorso sinuoso, pa-rallelo alla tangenziale ma ingentilito dal verde dei campi che lo fian-cheggiano. Un’alternativa alla ciclabile di via Olgettina anche per chi ar-riva da via Padova passando da Cascina Gobba. La passerella è stataasfaltata per non so quale stranezza e presenta un parapetto non parti-colarmente alto ma comunque sicuro per i ciclisti. Promossa, se saràaperta, salvo tenere sotto controllo la tenuta del manto.

In Zona 2 è appena stato bandito il concorso Architetto Mario Got-tardi da parte del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano, Isti-

tuto per i Navigli/Associazione Amici dei Navigli e la Società Italiana diErgonomia. Lo scopo è fornire idee per una passerella ciclopedonaledi scavalcamento della Martesana per collegare via Padova / via Idroalla via San Mamete. Dovrà permettere il passaggio anche ai disabili ealle imbarcazioni, fissa o mobile che sia. A patrocinare il concorso è ilComune di Milano secondo il quale una passerella tra via San Mametee l’area di Crescenzago rappresenterebbe un miglioramento sensibiledell’area.

L’anno scorso, in ben due incontri con Maran, sia in Consiglio di Zonache con il gruppo mobilità di zona, questa richiesta era stata già avan-

zata con calore da parte dei cittadini. Di questo collegamento poi se neera già occupata Legambiente anni fa, ma senza che ne venisse colto ilvalore. Ora vediamo cosa ne verrà fuori. Certamente stupisce l’idea diuna passerella disegnata per far passare le imbarcazioni quando poi inpiazza Costantino ce n’è una bassa ed inamovibile. Contraddizioni.

Ancora in Zona 2, giace da diverso tempo un progetto della MM percreare una passerella sulla ferrovia a fianco del ponte di Greco.

Questa sarebbe ciclopedonale e la sua costruzione permetterebbe an-che di allargare, seppur di poco, la sede stradale dell’attuale ponte to-gliendo i piccoli marciapiedi esistenti e agevolando quindi il passaggio de-gli autobus. Un progetto ancora oggi sulla carta ed inserito diverse voltenei vari strumenti di pianificazione urbanistica, etc. In una delle assem-blee tenute in Zona 2 con Maran, ci è stato detto più volte che la priori-tà di questo progetto sarebbe alta... ma di fatti, ad oggi ancora nulla. Ep-pure sarebbe tanto utile.

La passerella di Zona 4 in via Varsavia/Sulmona, sempre della MM,rientra nel più vasto progetto del lotto 4 di attestamento della S.S.

Paullese in ingresso a Milano. Stando alla prima comunicazione del Co-mune, la passerella avrebbe dovuto permettere ai pedoni e ciclisti discavalcare la ferrovia della linea di Rogoredo, per collegarsi ad una cicla-bile di collegamento con il parco Alessandrini. Ahimè, la realizzazionerisulta monca in modo grave. Chi ha steso il progetto sembra si sia di-menticato di fare i conti con la proprietà della società Ausonia che haun campo sportivo proprio dove avrebbe dovuto discendere la passe-rella in via Varsavia. Ora abbiamo una rampa che parte dalla piazza doves’innesta la via Sulmona, in cemento, adeguatamente larga e che termi-

Milano in passerella: stavolta non si parla di moda!Quando la ciclabile “decolla” è labici a far mostra di sé. Un reportageper tirare le somme sullepasserelle… a pedali

Passerella Varsavia-Sulmona

Passerella Melchiorre Gioia: i due tronchi uniti e la gru

MM

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CICLOBBY Notizie 3/13 5

Milano in passerella: stavolta non si parla di moda!na, oltre la ferrovia, con una larga gradinata in ferro ed una struttura atorre che ospita l’ascensore. Questa gradinata dà sulla via Tertulliano, aridosso di quello che era fino a poco tempo fa un campo Rom. I pochiciclisti che la percorrono devono mettersi la bici in spalle e salire oscendere non pochi gradini per proseguire la loro marcia. Teoricamentedovrebbero funzionare degli ascensori, che ad oggi non sono ancorastati resi attivi dai tecnici che più volte sono venuti a rilevarne lo stato.Di fatto questa passerella viene utilizzata per far passeggiare i cani. Unpo’ cara... I ciclisti che da via Sulmona vanno in via Varsavia utilizzano ilnuovo tunnel di sessanta metri che la ciclabile avrebbe voluto evitare.

In via Mosca, invece, la passerella funziona eccome. Non bella, ma utile.Ha sostituito quella, ormai vetusta, che aveva ben servito per una de-

cina d’anni. Molto frequentata da pedoni e ciclisti, ma anche dai motori-ni, permette di collegare il quartiere Olmi a quello di Baggio, scavalcan-do la via Pertini ad alto scorrimento. Non particolarmente lunga, ha uncalpestabile in traversine di legno. Si accede da via Castrovillari dove viaMosca è chiusa al traffico motorizzato e dall’altro da un passaggio di viadegli Ulivi per una via a fondo cieco. Promossa!

L’avveniristica struttura gettata attraverso viale Serra si inquadra inuno dei grandi progetti edilizi che cambierebbero il volto di questa

nostra città, il Nuovo Portello. A oggi è ancora un’opera incompiuta etale rischia di rimanere visto, ad esempio, la vicenda del tunnel di colle-gamento da via De Gasperi a via Gattamelata. Un cantiere fermo, chenon vedrà mai passare le auto e che il Comune non sa ancora bene acosa adibire. Rimane la Passerella che congiunge il neo Parco del Por-tello, ancora invaso dal cantiere, alla piazza del quartiere Portello doveoggi si è insediata qualche realtà produttiva. L’aspetto esteriore è moltosuggestivo. Non sembra sufficientemente largo per ospitare un cosìgrande flusso di persone e bici. Non è neppure facile fotografarlo pervia dei tanti cantieri aperti. Si vede solo l’accesso dal parco lungo unadolce rampa in cemento. Da rivedere quando aperto.

Altro grande, mega progetto in zona Garibaldi. Questo un po’ piùfortunato ed in via di lento completamento. Parliamo di Porta

Nuova, anch’esso ridimensionato nelle sue opere ed anche nel numerodelle passerelle che da due sono state ridotte ad una, questa, la cui po-sa è dello scorso maggio. Due tronconi montati grazie alla gru più gran-de d’Europa. Un’operazione di ingegneria avanzata che permetterà dicollegare dal 2014 viale Liberazione con piazza Gae Aulenti, ma solotransitando tra le torri delle Ex Varesine e non provenendo da vialeMelchiorre Gioia. Un progetto costoso, frutto degli oneri di urbanizza-zione. Largo in modo sufficiente, deve essere ancora completato ma sa-rà senza dubbio molto utilizzato. Tanto più se verrà realizzata la ciclabi-le di viale Tunisia. In questo modo, sia da Repubblica che da viale Tunisiasarà possibile raggiungere Corso Como. Rimane il rammarico perun’opera faraonica e molto costosa, i cui soldi potevano in parte esseremeglio spesi destinandoli a risistemare tutta la ciclabilità di zona, il cuisviluppo finale è ancora sconosciuto.

Terminiamo con una nota di dolcezza, la passerella su via Ornato.Dolce, visto come sono state realizzate le altre passerelle del Par-

co. C’è da stare abbastanza tranquilli sulla bontà dell’opera che rientranel quadro degli accordi tra Il Parco Nord ed il Centro commerciale“Il Gigante”. Sarà realizzata come scomputo degli oneri di urbanizza-zione. Partendo dal Parco là dove termina in via Ornato, in un’unicacampata supererà via Ornato, via Aldo Moro ed il Seveso, atterrandonell’area Parco in zona Niguarda. Ad opera ultimata si potrà quindi an-dare da Affori a Sesto San Giovanni Stazione, solo su piste ciclabili. Do-vrà essere garantito il passaggio anche ai piccoli mezzi di sorveglianzadei guardaparco. L’opera è in fase di avanzamento e si vedono già i pri-mi piloni. Utile.

Se ne ho dimenticata qualcuna, segnalatemela che andrò a fotogra-farla.

Marco Capecchi

Passerella su viale Renato Serra

Passerella Cascina Gobba, in direzione Milano, svincolo tangenziale

Passerella Cascina Gobba, in direzione S. Raffaele.

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MilanoMilanociclabile

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ino a quando le discussioni sul temadella mobilità ciclistica verranno af-frontate con la logica dei campanili, ocome se qualcuno dovesse imbracciare

un’arma carica contro qualcun altro, mi-nacciandone l’integrità fisica e la stessa vi-ta, credo che questo Paese, arretrato più ditutti gli altri in Europa, continuerà a nonfare passi avanti sul fronte della mobilitàsostenibile.

Ha senso incalzare un conflitto tra cicli-sti e pedoni? Che utilità concreta pos-

sono avere queste schermaglie? Solo a farenotizia e suscitare un dibattito isterico finea sé stesso? Perché dedicare un’intera pa-gina a un botta e risposta astratto sul pro ocontro le bici sui marciapiedi, senza nep-pure una riga di approfondimento nel me-rito e, oltretutto, scrivendo anche non po-che imprecisioni?

Qualcuno continua a ritenere che il“conflitto” sia sempre positivo e utile,

serve a smuovere, a far discutere: non nesono così convinto, specie quando vieneaffrontato in questo modo, generando ra-dicalizzazioni senza agevolare compren-sioni.

Pedoni e ciclisti sono utenti delle stradediversi nelle loro modalità di sposta-

mento, ma simili nella loro vulnerabilità.Hanno esigenze differenti, che vanno co-nosciute e rispettate, ma per entrambe lecategorie il tema della sicurezza stradale èdi vitale importanza.

E, se ragioniamo per categorie, allora di-ciamo pure che gli utenti vulnerabili

delle strade dovrebbero essere uniti controil pericolo reale e concreto rappresentatodalla mobilità pesante, ingombrante, in-quinante, veloce e, spesso, realmente as-sassina (i numeri sono incontrovertibili),rappresentata dai mezzi a motore.

Questo non significa, evidentemente,svalutare le argomentazioni di chi cri-

tica i ciclisti-pirati o liquidarle superficial-mente, scrollando le spalle o fingendo dinon vedere, ma cercare di dare una misuradi buon senso ai ragionamenti. D’altro canto è noto che la stupidità, comeinsegna il trattato di Carlo Maria Cipolla, èassolutamente trasversale alla divisione incategorie: anche per questo la discussionedicotomica - tutti i buoni di qua, tutto ilmarcio di là - non mi sembra realistica.

Amio parere, e vorrei dirlo a coloro cheda ultimo hanno scritto sul tema, que-

sti interventi non sono solo un cattivo ser-vizio alla causa della mobilità sostenibile,ma anche la ennesima dimostrazione che,dell’arretratezza di cui stiamo parlando,hanno responsabilità non soltanto una cat-tiva politica, che continua a relegare questitemi a una funzione ancillare, e dei tecni-ci incompetenti, che avvallano interpreta-zioni burocratiche di cui l’Italia sembramaestra e a cui le nostre amministrazioniaffidano realizzazioni spesso mal progetta-te, ma anche un’informazione che nonsvolge bene il proprio ruolo.

Come si fa, infatti, ad essere astratta-mente “pro”o “contro” le bici sui mar-

ciapiedi, prescindendo dai dati di fatto?Tre osservazioni puntuali.

1. Bici e marciapiediConviene tornare a spendere qualche ri-flessione sul luogo pedonale per eccellen-za. Anche perché i marciapiedi, come d’al-tronde la stessa radice semantica denun-cia, sono spazi riservati ai pedoni, cioè acoloro che “marciano a piedi”. Sono esclu-si tutti gli altri veicoli, sia in movimentoche in sosta.Non vi è tuttavia alcun dubbio che lo stes-so Codice della Strada consenta su di essi,a determinate condizioni, il transito dellebiciclette. Non direttamente, però: infatti,per poter percorrere in bici un marciapie-de, in base alla normativa vigente, occorreche l’ente proprietario della strada (in cit-tà, solitamente, è il Comune) emetta pre-ventivamente, in relazione allo specificomarciapiede, un’ordinanza e disponga lainstallazione della relativa segnaletica,orizzontale e verticale. Al riguardo, le possibilità previste dal Co-dice della Strada all’art. 39 e dal Regola-

FF Le bici sui marciapiedi:guerra tra poveri o tema di legalità?Un punto fermo sulle polemiche dal Presidente di Fiab Ciclobby Milano, dopo l’ennesimoarticolo della stampa quotidiana

I marciapiedi sono spesso invasi da moto o auto che tolgono spazio ai pedoni

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mento di attuazione del CdS all’art. 122,9c) - e come altresì definitivamente chiari-to dal Decreto ministeriale 30 novembre1999, n. 557, “regolamento recante normeper la definizione delle caratteristiche tec-niche delle piste ciclabili”. in G.U. n. 225,26 settembre 2000, Serie Generale - sonodue:a) pista ciclabile contigua al marciapiede(segnale alla fig. II. 92/a del Regolamento,con riga per separare la sezione di marcia-piede destinata ai pedoni da quella desti-nata alle biciclette); b) percorso pedonale e ciclabile (segnalealla fig. II. 92/b, senza riga di separazione,e cioè in promiscuo tra pedoni e ciclisti).In questo caso, come dispone il D.M. n.557/1999, la larghezza del marciapiede de-ve essere maggiore di quanto previsto perla sola pista ciclabile ed avere un trafficopedonale ridotto o assente e non trovarsidi fronte ad attività commerciali e ad edificiresidenziali ad alta densità abitativa.Dunque, volendolo, nelle nostre città deci-ne e decine di marciapiedi larghi (ma nonnecessariamente) e poco frequentati daipedoni potrebbero ospitare il transito del-le biciclette adottando una delle due op-portunità sopra indicate (separazione opromiscuità), offerte dal Codice della Stra-da, e installando i necessari scivoli. Concosti estremamente contenuti e con sicuribenefici per la città.Può essere questa la richiesta-chiave di chiintende favorire la ciclabilità? Certo cheno, perché il nostro obiettivo è quello ditogliere spazio alle auto, non di conten-derlo ai pedoni.Ciò detto, è impossibile non notare che suimarciapiedi si segnalano sia ciclisti sperico-lati, incuranti di chi si muove a piedi o condifficoltà, che ciclisti prudenti, i quali sem-plicemente cercano di tutelare la propriaincolumità dal prepotente traffico veicolarepercorrendo civilmente tratti di marciapie-de. Ci arrivo nella parte conclusiva.

2. Bici e Zone Pedonali.Credo sia opportuno altresì ricordare chele zone pedonali, ormai già dalla riformadel Codice della strada approvata nell’ago-sto 2003, sono ordinariamente consentiteal transito delle bici. Infatti, l’art. 3 CdS così attualmente defini-sce l’area pedonale: «zona interdetta allacircolazione dei veicoli, salvo quelli in ser-vizio di emergenza, i velocipedi e i veicolial servizio di persone con limitate o impe-dite capacità motorie, nonché eventualideroghe per i veicoli ad emissioni zero

aventi ingombro e velocità tali da poter es-sere assimilati ai velocipedi. In particolarisituazioni i Comuni possono introdurre,attraverso apposita segnalazione, ulteriorirestrizioni alla circolazione su aree pedo-nali». Il fatto che siano consentite, non legittimaovviamente comportamenti imprudenti oaggressivi, da parte di nessuno.E allora veniamo al terzo punto della rifles-sione.

3. In modus est rebusPer favorire la mobilità dolce, al di là deiproclami e delle buone intenzioni, occor-rono provvedimenti concreti. Tenendopresente che, in questi anni, la situazioneitaliana ha visto alcune realtà, soprattuttopiccole, migliorare lentamente, e altre re-stare al palo. Fra queste ultime, vi sonocertamente le grandi città italiane: Milano,Roma, Napoli… Nella giungla, molti si ar-rangiano come possono.Se si vuole tuttavia affrontare razionalmen-te la questione, non si possono istigareconflitti per fare notizia. E occorre partiredall’assunto che non è solo un problema dilegittimità formale, ma anche di comporta-menti fair. Se, nel mio buon diritto, mi muovo in biciin una zona pedonale, non sono per ciòsolo autorizzato a sfrecciare in zone affol-late, sfiorando chi cammina, o mettendo in

atto comportamenti pericolosi ed impru-denti. E similmente, se percorro un marcia-piede a tutta velocità, rasentando i portoni,spaventando i pedoni, prendendo le curvea gomito, dimostro di essere un arrogantemeritevole di punizione, a prescindere cheio sia o meno autorizzato dalla segnaleticaa transitare su quel marciapiede.Il problema è dunque quello del “modo”(in modus est rebus), dei modi con i qualialcuni ciclisti - vuoi per ignoranza dellenorme, per inesperienza o per arroganzavera e propria - utilizzano queste aree, inrelazione agli aspetti di velocità, condizionidi affollamento, prudenza dei comporta-menti. Questo ci sembra tutt’un altro di-scorso, senz’altro meritevole di approfon-dimenti, che chiamano in causa ruoli di-versi: quelli di chi educa, di chi controlla,di chi informa, di chi sanziona. Occorresvolgere questi ruoli senza cedere a isterieo manicheismi.L’Italia non ha bisogno né di guerre di reli-gione, né di conflitti - reali o inventati “adarte” - tra utenti deboli della strada: ciclistie pedoni stanno dalla stessa parte. E il mo-vimento ambientalista che, da più parti,chiede di cambiare la mobilità e di incenti-vare e tutelare la mobilità ciclistica non in-tende con ciò rappresentare una difesad’ufficio di comportamenti scorretti e arro-ganti.

Eugenio Galli

Un punto di... vistadiverso sulla questionedella bicicletta suimarciapiedi

Il tema del marciapiede condiviso è semprecaldo. Riporto lo stralcio di una lettera che

abbiamo ricevuto in principio d’estate daPietro Palumbo, avviando un processo di col-laborazione con un gruppo di ragazzi ipove-denti. È bene meditare sul contenuto di que-sta loro richiesta, affinché impariamo a modi-ficare i nostri atteggiamenti quotidiani, par-tendo da come e dove leghiamo la bici.

Caro Presidente, sono una persona ipovedentedi Milano. Nella nostra città si parla tanto di

accessibilità, di barriere architettoniche, si dàsempre colpa alle istituzioni che non fanno ab-bastanza. Ma un cittadino disabile si accorge chenon è solo un problema delle istituzioni ma so-prattutto di chi la città la vive e la maltratta. Nonsono qui a generalizzare ma chiedo un aiuto a

voi (FIAB CICLOBBY) per cercare di sensibilizza-re i ciclisti ad una maggior conoscenza e mag-gior attenzione. Qualche indisciplinato c’è sem-pre ma accade spesso che egli mi urti sul mar-ciapiede nonostante abbia il bastone bianco, misuoni da dietro per passare, mi sfrecci davantispaventandomi, parcheggi e leghi la bici su corri-mani e pali causandomi escoriazioni, lividi, botte,pantaloni rotti o sporchi.

Io non credo che sia solo maleducazione bensìdisinformazione e ignoranza di chi non cono-

sce cosa può causare un comportamento scor-retto.

Talvolta ho “paura”, moderata, di andare in gi-ro perché la bici è silenziosa e difficile da av-

vertire, e quando attraverso la strada, se passa-no con il rosso, mi sfiorano mentre allungo il ba-stone.

La ringrazio per l’attenzione e ci piacerebbecollaborare con voi, per sensibilizzare il ciclista

ad un maggior senso civico e ad una maggioreconoscenza delle persone con disabilità.Parole chiare su cui è bene meditare.

Marco Capecchi

Ragazzi ipovedenti ci scrivono

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unigiana-MarcheApprovata in primavera dai CdZ 2 e 9 è stata completata afine giugno 2013. Inizia all’angolo con via Melchiorre Gioiae prosegue sino all’ingresso del nuovo parcheggio sotterra-neo di piazza Maciachini. Nel senso opposto la ciclabile ini-

zia all’angolo di via Farini e termina in via Melchiorre Gioia. L’am-piezza varia da circa due metri, nei tratti in salita, fino a ridursi adella metà sul ponte di piazza Carbonari. In molti tratti è quindipossibile superare un altro ciclista. Si pedala con sicurezza perchéle auto rispettano la separazione. La sede stradale ristretta rallentala velocità dei mezzi motorizzati, mentre in caso di coda si puòprocedere in scioltezza senza districarsi tra auto e marciapiede. Lasicurezza diminuisce al solito diversi metri prima degli incroci, do-ve la sede ciclabile si interrompe.

Pellegrino RossiCompletata nel giugno 2013, segnaletica inclusa, è ricavata nel se-dime del vecchio tram extraurbano “Mombello” ed è lunga 800metri. Inizia dopo il ponte della ferrovia, fronte via Trevi, e termi-na all’incrocio con via don Grioli, dirimpetto alla fermata AfforiCentro della MM3. Da via Don Grioli e da via Trevi si può raggiun-gere la ciclabile di viale Enrico Fermi che corre parallela. La pistaè a doppio senso, abbastanza larga e protetta dalla sede stradaleda una banchina rialzata in prossimità delle fermate dell’autobus eseparata dal marciapiede vero e proprio da una canalina per il de-flusso delle acque. La sosta selvaggia delle auto è così scongiurata.Gli incroci e i passi carrabili sono ben segnalati. L’unica interruzio-ne è in corrispondenza dell’attraversamento di via Grazioli. Criticii due ingressi: da via Don Grioli è su passaggio pedonale mentre,al suo opposto, prima del ponte della ferrovia, l’immissione sullastrada è brusco e richiede molta attenzione.

PozzobonelliInserita in un nuovo giardino di 10.000 metri quadri attrezzato conpanchine, giochi per i bimbi e rastrelliere, la ciclabile è parte delprogetto di riqualificazione dell’area realizzata con gli oneri di ur-banizzazione. Pronta già nel 2012, è stata collaudata quest’anno.Pista di servizio per l’area giochi e per i residenti in zona, prendelo spazio di due incroci: da via Palanzone / Maestri del Lavoro avia Pozzobonelli; da qui a via Sogno. I flussi di passaggio tra pe-doni e ciclisti sono separati su itinerari differenti, pavimentati di-versamente. Il percorso pedonale porta verso i giochi, quello ci-

clabile corre lungo il perimetro dell’area. Migliorati gli accessi alParco Nord, anche se quello che porta nella via privata Chersoprevede solo un attraversamento pedonale. L’attraversamento ci-clabile di via Pozzobonelli presenta due scivoli con una pendenzaun po’ secca ed è senza segnalazione verticale.

Regno d’Italia-Aldo MoroSituata in zona Niguarda/Bresso, parte dall’incrocio con via Berbe-ra e termina in via Comboni a Bruzzano. Corre lungo due strademolto ampie e con un solo semaforo a regolare il traffico delle au-to. Per buona parte del percorso fiancheggia il Parco Nord, che siestende su entrambi i lati ma senza collegamenti. La corsia a senso

Zona 9: nuovecorsie cresconoUn report su alcune delle nuoveinfrastrutture a disposizione deiciclisti milanesi

LL

Nelle città storiche italiane - tra queste Milano - uno degli ostacolialla ciclabilità è da sempre la regolarità del fondo stradale. Quando

non è afflitto da buche, rappezzi e binari abbandonati, per le sue carat-teristiche tipiche di altre epoche mette comunque a repentaglio la fidu-cia del ciclista nel proprio mezzo, limitando la diffusione della bici in cit-tà. I vari lastricati, pavé, selciati o masselli, di facile usura da parte deltraffico pesante e di difficile o costosa manutenzione sono un vero de-terrente alla mobilità dolce.

La sicurezza del manto stradale è infatti da sempre in testa alle preoc-cupazioni degli indecisi, insieme al furto e ai fattori ambientali e di

immagine. Adesso sembra proprio che il Comune di Milano sia in faseoperativa per la soluzione di questo problema, e su larga scala. Già asettembre è stato risolto l’assetto di piazzale Baracca/corso Vercelli,mettendo i binari a raso e regolarizzando il fondo con un bell’asfaltorosso.

Ma Carmela Rozza, assessora ai Lavori Pubblici, guarda più lontano.In ottobre, insieme con ATM, sono già state mappate le situazioni

a rischio in un “Piano della pietra” perché siano poi sottoposte in mo-do organico alla Sovrintendenza, affinché siano individuati gli interventicompatibili con i criteri di tutela storico artistici. Quello della tuteladell’immagine storica delle città è un tema da affrontare con giudizio eobbiettività, perché influisce sulla praticabilità e la sicurezza della mobi-

Manutenzione o rimozione:a Milano parte il “Piano della pietra”Arriva un piano per la messa in sicurezza del fondo stradale, a favore non solo dei ciclisti.

Lungiana-Marche: in discesa verso via Melchiorre Gioia

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unico è molto ampia e permette un sorpasso agevole. Risulta mol-to confortevole e sicura e la velocità delle auto è molto rallentata.Due i punti critici, in corrispondenza delle interruzioni, in prossi-mità degli incroci: in direzione Milano, angolo via Berbera, e infondo a via Aldo Moro, nei pressi del cimitero, dove si interrompebruscamente contro il marciapiede, pur se agevolando l’immissio-ne nella carreggiata automobilistica. Le auto sostano spesso sullasede ciclabile, sul lato opposto al cimitero.

viale Enrico FermiLa maggiore delle nuove ciclabili di Zona9 è quella di viale Enrico

Fermi con una lunghezza di 3,3 km. Il suo sviluppo è in direzioneNord-Sud fra piazzale Maciachini e via Vincenzo da Seregno e cor-re parallelamente all’asse Crespi-Fermi. L’inizio effettivo della ci-clabile può essere individuato già all’incrocio fra viale Jenner e viaValtellina, dato che esiste un percorso ciclabile asfaltato di rossoche attraversa piazzale Maciachini, con un paio di curve, per indi-rizzarsi verso via Benigno Crespi, dove idealmente inizia la pista.A seguire, la ciclabile è pressoché dritta fino alla fine, all’incrociofra via Vincenzo da Seregno e via Iseo. La ciclabile può essere di-visa in due parti. La prima, più breve, va da piazzale Maciachini al-l’incrocio fra le vie Crespi e Bovio: ricavata fra sede stradale e mar-ciapiede, conta molti punti di attenzione, fra incroci stradali, acces-si da passi carrai e attraversamenti pedonali; inoltre la forte pre-senza di pedoni genera una notevole possibilità di invasione dellasede ciclabile da parte degli stessi. La seconda parte, più lunga, èinvece nettamente separata dalla sede stradale, ha solo due incrocistradali (via Cannero e via Brusuglio) ed è sempre affiancata dalpercorso pedonale, ma le possibilità di promiscuità con i pedoniin questo tratto sono scarse a causa della minor presenza di questiultimi. Per chi arriva da Maciachini c’è la possibilità, svoltando a si-nistra e prendendo la via Trevi o la via Valeggio, di congiungersicon la nuova ciclabile di Pellegrino Rossi.

Marco Capecchi e Danilo Fullin

lità dolce quindi, a cerchio chiuso, di nuovo sull’immagine della città. Inaltre parole, se una città conserva la sua specificità ma non garantisce lasicurezza e l’efficienza il bilancio è negativo. Si tratta quindi, sottolineaRozza, di vedere di concerto quali materiali storici possano essereconservati, quali messi in sicurezza e quali sostituiti.

Apparentemente l’operazione è a costo zero per le esangui cassecomunali, visto che l’onere sarebbe di ATM e degli altri enti coin-

volti, che risparmieranno a loro volta su cantieri e manutenzione.Aspettiamo di capire se le rimozioni di materiali non conformi si tra-sformino poi in un gioco delle tre carte, con riposizionamenti in altrearee degli stessi. Una volta fatta una scelta, speriamo di non tornare in-dietro! A questo proposito, noi ciclisti speriamo soprattutto di vederealmeno le nuove ciclabili libere da fondi stradali sconnessi e pericolosi,pensando anche alla precaria situazione di quelle esistenti.

Federico Del Prete

Pellegrino Rossi: l’attraversamento per l’ingresso al supermercato Giardino Pozzobonelli: la ciclabile verso via G. da Velate

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iclobby Notizie ha voluto incontrare l’assessore Pierfrance-sco Maran all’indomani della sua nomina a delegato ANCIper la mobilità, per fare il punto su uno scenario un po’ piùampio della consueta Milano: le buone pratiche messe in at-

to dal capoluogo lombardo sono ritenute un riferimento sia in Italiache in sede internazionale. L’assessore ci riceve cordialmente nel suostudio di piazza Beccaria.

D.: Il suo recente incarico di delegato ANCI per la mobilità èuno dei risultati della strategia milanese in favore di unamobilità allineata ai livelli europei. Cosa c’è di realmenteoperativo nel suo nuovo ruolo?R.: Molte grandi città italiane riconoscono che Milano in questo mo-mento sta innovando molto in tema di mobilità. L’ANCI ha la volontàdi tornare ad essere protagonista della vita sociale del Paese e si staquindi cercando di strutturare gli incarichi come il mio perché abbia-no una funzione operativa. Ci sono in particolare quattro grandi ob-biettivi che ci siamo posti come assessori delle grandi città e che poicondivideremo in ottobre con l’assemblea ANCI di tutti i comuni. Ilprimo è la necessità di regole sul fondo nazionale dei trasporti: è il te-ma delle risorse e degli investimenti. Il secondo è chiedere una gran-de innovazione sul sistema dello sharing, in particolare del car sha-ring, e ciò potrebbe anche necessitare di una legge nazionale; anchesu questo l’interesse nazionale su ciò che accade a Milano è fortissi-mo. Terzo, ci siamo lamentati per anni sul fatto che il codice dellastrada sia poco attento alla mobilità dolce. Ecco, questo deve diventa-re un’opportunità per provare a modificare le regole: sarà complica-to, sarà difficile, ma ci proveremo anche attraverso ANCI. Il quartotema sarà la logistica merci, che è una delle grandi questioni relativeal traffico delle città: proprio a Torino, qualche settimana fa, è statofirmato un protocollo con le categorie, e chiediamo che su questo sipossano ottenere risultati di migliore efficienza economica, rispettoambientale e qualità delle città.

D.: Milano sembra essere al centro del dialogo tra città an-che fuori dai confini nazionali. Lei è andato recentemente invisita alla Transport for London, Pechino e Bogotà sono ve-nute qui da noi. Cosa cerca Milano all’estero, cosa cercano lealtre città a Milano?R.: Credo che la mobilità in ambito urbano stia vedendo ovunque nelmondo una rivoluzione. Tenersi aggiornati è indispensabile. Ecco ilmotivo per cui io stesso ad agosto ho cercato di confrontarmi dipersona sia a Londra che a Mosca ascoltando esperti internazionali,cosa che purtroppo capita poche volte in Italia. Ma qualche buonapratica iniziamo ad averla anche noi; la congestion charge (AreaC) adesempio interessa molto; e Milano, con Londra e Stoccolma, è unodei principali contesti di studio in ambito mondiale. L’elemento posi-tivo di tutto ciò è che Milano è tornata ad essere un elemento di in-teresse a livello internazionale; sia perché ha voglia di mettersi in gio-co, sia perché ogni tanto qualcosa da insegnare riesce ad avercelo. Ildialogo tra aree metropolitane diverse permette certamente di mi-gliorare le proprie azioni.

D.: I provvedimenti messi in campo dalle amministrazionisu temi di mobilità sono spesso percepiti come limitazionidella libertà personale. Le reazioni dei cittadini sono di dif-fidenza se non di opposizione: cosa si può fare per migliora-re il consenso sulle decisioni prese?R.: Ovviamente questo non è solo un problema di Milano: i danesi silamentano delle piste ciclabili di Copenhagen, i londinesi e i pariginidelle loro metropolitane, eppure questi esempi sono da noi conside-rate eccellenze. È importante considerare sempre di più le personeprima di tutto come cittadini. Quindi, lavorare avendo piena consape-volezza sia dei limiti di azione - le risorse che diventano sempre piùscarse, le difficoltà oggettive - sia del fatto che vanno contemperati i

Se sono in bici, sembro pove-ro? La due ruote a pedali è

più brutta di un’automobile? Se-condo me no, ma molti la pensa-no ancora così. Tra questi anchegli amministratori degli stabili,che spesso alimentano la quoti-diana casistica di rifiuto al par-cheggio delle bici nei cortili,perché inadeguata al contesto(?) o semplicemente perché to-glie spazio alle auto, notoria-mente esempi di bellezza e otti-mizzazione dello spazio. Questoanche se esiste una norma chedelle bici inequivocabilmentepermette il parcheggio in ognicaso.

Parcheggiare le bici nei cortilidelle abitazioni dovrebbe es-

sere l’ennesima misura per lapromozione della ciclabilità stabi-lita a livello nazionale, ma è anco-ra affidata alle delibere locali. Mi-lano in questo senso è confortata

dall’art. 51 del Regolamento Edili-zio comunale, che stabilisce il di-ritto di parcheggiare la biciclettaa chi vive e lavora nei numeri civi-ci collegati al cortile.

La norma favorisce di fatto losviluppo della ciclabilità anche

negli spazi privati, oltre che sulsuolo pubblico: se la mia biciclet-ta è custodita bene dove vivo olavoro, sarò incoraggiato ad usar-la più spesso. Vista la resistenzadei singoli contesti all’applicazio-ne di questa norma e le numero-se segnalazioni giunte alla sua at-

tenzione, l’assessore Pierfrance-sco Maran ha inviato a fine lugliouna lettera a tutti gli amministra-tori condominiali del territorioper ribadire la validità della nor-ma, visto che spesso i condomìnifanno orecchie da mercante allerichieste degli inquilini come deiproprietari ciclisti.

Maran ha insistito non solo suun diritto, ma ha anche dato

consigli sulla sua applicazione, in-dicando le rastrelliere più idoneealla custodia delle bici. Nella let-tera dell’assessore è anche an-che annunciato uno standard nu-merico per il calcolo degli stallinecessari caso per caso. La lette-ra di Maran segue e sostienel’operato di associazioni come lanostra, che negli anni hanno te-nuto alta la guardia sulla concretaapplicazione di questa norma, se-guendo le numerose segnalazionidei cittadini, rispondendo ai nu-

merosi quesiti e offrendo anchesupporto legale.

Vediamo se adesso si potràmettere un punto anche su

questa faccenda. Di certo c’è chein Italia si sta alzando un vero eproprio coro di petizioni: ultimain ordine di tempo quella roma-na, che ha raccolto in poco tem-po cinquemila firme da recapita-re al sindaco Ignazio Marino, fa-cendo intanto approvare unamozione per modificare il regola-mento edilizio.

Federico Del Prete

Io resto fuoriLe biciclette sporcano?

Chiedete agli amministratori di condominio. CC

Moltepersonesonocostrette alasciare labicicletta instrada

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diversi effetti delle decisioni stesse. Ognivolta che sanzioniamo un’auto in sosta vie-tata sul marciapiede tocchiamo ciò che erapercepito come diritto dal cittadino abitua-to a parcheggiarci sopra ma, come dovreb-be essere, ripristiniamo il diritto di tutti co-loro che adesso hanno il marciapiedi libero,tanto per fare un esempio. Il confronto, avolte aspro, aiuta a rendere chiare le scelte.AreaC è stata per sei mesi un elemento difortissimo dibattito nella città: tutti si sonofatti un’idea, che fossero a favore o controil provvedimento, ma avendo comunqueben chiara la linea strategica che il Comunedi Milano aveva preso. Riuscire ogni tanto aprendere dei semplici temi di mobilità edelevarli a racconto di una trasformazionedella città aiuta i cittadini a ben comprendere la direzione che si pren-de; può essere condivisa o meno, però questo aiuta poi a gestire i pic-coli ed i grandi conflitti.

D.: Secondo dati AMAT, dopo mezzo secolo a Milano si è inver-tito il rapporto tra traffico privato e trasporto pubblico, oggial 48% contro il 43% di auto private. Secondo la stessa fonte, la

quota percentuale di pedonalità e ciclabilità rimane però sen-za variazioni significative dal 2005, nonostante gli investimentie le decisioni prese da allora. Cosa manca alle politiche mila-nesi per tornare ad avere un traffico ciclistico a due cifre?R.: Sono grandi numeri che indicano soprattutto una tendenza. A pro-posito di ciclabilità penso che da un lato ci sia sicuramente un tema in-frastrutturale, ma c’è soprattutto un tema di consapevolezza dei cittadi-

ni, in crescita anche sui temi della ciclabili-tà: ciò è testimoniato dal successo del bikesharing o dai dati del censimento di Ci-clobby meglio di quanto possano fare imacronumeri. Però credo che sia proprioquello il punto, insomma: le istituzioni fan-no la loro parte, le infrastrutture che arri-veranno entro il 2015 saranno certamen-te importanti ma, guardando ad esempiole questioni climatiche, ci sono città moltopiù inospitali di Milano con un tasso di ci-clabilità estremamente più alto. Come di-ce anche il sindaco di Londra Boris Joh-nson, per far crescere la bicicletta non bi-sogna soltanto costruire piste ciclabili, mabisogna raccontare che anche attraversola bicicletta una città cambia diventandopiù efficiente e più bella. Che si vada in bi-

cicletta o no un traffico ciclistico significativo diventa un bene di tutta lacittà. Alla fine questo cambiamento finirà per emergere anche nelle ma-crostatistiche.

D.: Il recente studio su base europea pubblicato dalla rivista«Lancet» accerta definitivamente la stretta relazione tra in-quinamento atmosferico, soprattutto quello da particolatosottile, e l’incidenza di tumori alle vie respiratorie. La Lom-bardia ha un triste primato di questa patologia. Cosa si può fa-re per incidere a breve termine su emergenze di questo tipo?R.: Non esistono provvedimenti che ci permettano di ottenere risultatisignificativi nel breve tempo. Bisogna avere la costanza e la determinazio-ne di istruire passo dopo passo un cambiamento che sia strutturale, siacon iniziative normative, sia attraverso l’aumento della consapevolezzadei cittadini. Le domeniche a spasso servivano principalmente a questo.Dal punto di vista invece dei provvedimenti strutturali, prendiamo il la-voro che è stato impostato dal ministero dell’ambiente quest’estate: nona caso sono state convocate solo le regioni. In questi anni i provvedi-menti importanti per ridurre il traffico e le emissioni sono stati a caricodelle sole città, ma questo non ha ovviamente inciso ad esempio sulla lo-gistica merci, sui mezzi pesanti, sul calo dell’offerta ferroviaria che c’èstato in tante regioni del Nord Italia. Chiudere al traffico Milano può es-sere ininfluente rispetto al dato del PM10, perché il problema non è co-sa si fa nei confini comunali di Milano ma cosa si fa in tutta la Pianura Pa-dana. Già avere individuato la dimensione giusta del problema è un pri-mo passo; essendo però coscienti che provvedimenti anche estesi nonprovocheranno una riduzione delle emissioni inquinanti nell’arco di po-chi mesi; sarebbe ingeneroso pretenderlo nei confronti dell’impegnodelle amministrazioni, ma misurabile solo sul fatto che le azioni concor-date vengano svolte e perseguite nel tempo, o meno.

(intervista di Federico Del Prete)

Quando un traffico ciclistico significativo diventa un bene per tuttiIn un’intervista esclusivaPierfrancesco Maran racconta aCiclobby Notizie la rivoluzionedella mobilità in Italia e all’estero

MilanoMilanociclabile

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12 CICLOBBY Notizie 3/13

Il sistema di Bike sharing di Milano, primo inItalia e 4° al mondo per grandezza e com-

plessità, oggi conta 187 stazioni attive, collo-cate nei punti strategici e di grande afflussodella città, fuori e dentro la Cerchia dei Ba-stioni, con 3.400 bici in circolazione. Lo scor-so anno, in quest’epoca, le stazioni erano 145con 2.340 bici.Ne ha fatta di strada da quel 3 dicembre2008, giorno che ha visto prelevate le primis-sime biciclette, di fronte ad un pubblico incu-riosito e a numerose autorità pubbliche. Ma è nel corso dell’ultimo anno che BikeMiha registrato un incremento straordinario diutilizzi ed iscrizioni. Nel mese di settembredel 2012, il numero di abbonamenti annualiattivi era di 15.940, 22.306 gli occasionali sot-toscritti e 148.751 gli utilizzi registrati solo inquel mese, con una media infrasettimanale di6.027 prelievi al giorno.Il 2013 porta gli utenti annuali attivi a supera-re quota 24.000 (precisamente 24.069 conun incremento del 51 %), gli occasionali a ol-tre 37.969 (in aumento del 70 %) e gli utilizzi

del mese a 233.779 (+ 57 %) con una mediainfrasettimanale che supera i 10.000 prelievial giorno (+ 66 %).Anche il servizio notturno ha avuto una cre-scita esponenziale. Sempre nel mese di set-tembre 2013 è stato registrato il prelievo bynight da record - 682 bici in notturna - conun incremento del 197 % rispetto allo stessogiorno dello scorso anno.Inoltre, tra il 16 e il 22 settembre si è svoltala Settimana Europea della Mobilità Sosteni-bile, con iniziative in tutto il continente. Pro-prio in quei giorni, BikeMi ha raggiunto il re-cord assoluto di prelievi in un giorno. Solonella giornata di martedì 17 settembre sonostate prelevate 10.495 bici.Il Comune di Milano aveva messo in palio unpremio speciale per il primo abbonato cheavesse toccato soglia dei 10.000 prelievi in un

giorno. Il fortunato utente si chiama AnielloD. e ha ricevuto un abbonamento gratuito aBikeMi per 10 anni (nella foto).BikeMi è uno dei migliori sistemi che, per li-vello di efficienza e funzionalità, Clear Chan-nel gestisce al mondo.Complice del successo è anche l’implemen-tazione del servizio, che porterà all’attivazio-ne di un totale di 216 stazioni e 4.000 bicientro la prossima primavera.

a moltiplicazione dei servizi di mobi-lità condivisa va, a nostro avviso,considerata come un fatto positivo.

Per quanto riguarda le auto, (recentementea Milano è stato attivato Car2Go che ha af-fiancato la tradizionale offerta di GuidaMi egià si preannuncia un possibile terzo ope-ratore) un buon servizio di car sharing con-sente di supportare l’abbandono del mo-dello culturale che ha di fatto elevato perdecenni il possesso dell’auto a una sorta distato di necessità. In molti casi, peraltro,anche quando questa condizione è solopresunta, apparendo invece manifestamen-te un alibi dovuto alla pigrizia di modifica-re abitudini consolidate.

Eper il bike sharing? Anche questo è unservizio utile, anche se ovviamente per

motivi diversi rispetto al car sharing. La bicicondivisa non va infatti pensata con l’obiet-tivo sostituire la bici di proprietà, quantopiuttosto considerandola una modalità diintegrazione diffusa del trasporto pubblicoper la mobilità breve, quella del cosiddetto“ultimo miglio” La formula del bike sharingè anche conveniente per il significativo ri-

sparmio sui costi di manutenzione rispettoalla bici propria, a condizione però che l’in-tero parco di bici condivise sia sottoposto acontrolli costanti.

Su questo aspetto, molti utenti riferisconoche capita frequentemente di trovare bi-

ci del BikeMi con problemi di manutenzio-ne. Io stesso, che pure non sono un grandeutente del BikeMi (anche se ne sono unconvinto sostenitore) poiché utilizzo abi-tualmente la mia bici, nelle poche occasioniin cui, quest’anno, ho utilizzato il bike sha-ring ho dovuto constatare l’esistenza di pro-blemi: una volta il sellino non si riusciva a

bloccare e tendeva a ruotare su se stesso;una seconda ho riscontrato problemi nel si-stema di trasmissione della pedalata.

L’ultima volta, poche settimane fa, hoprelevato il BikeMi in piazzale Lagosta

e dopo poche decine di metri mi sono resoconto che il cambio non funzionava e chela pedalata procedeva a scatti, girando an-che a vuoto. Raggiunto (a piedi) lo stallopiù vicino ho lasciato la bici e chiamato ilservizio clienti.

Le inevitabilidisavventure tecnichedelle bici pubblichesollecitano undispositivo di feedbacka disposizione degliutenti.

Super BikeMi! Record dei record

BikeMI: la manutenzione è importanteanche per la bici pubblica

LL

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Un consigliere diCiclobby nella tana dellupo: una provocazioneal convegno pro auto,Missione Mobilità

Dopo essermi trovato in tante occasioni diconfronto su temi di mobilità di fronte ad

una platea sostanzialmente d’accordo con lemie convinzioni, ecco arrivare un’invito ad unamanifestazione dove il programma esprimevaun punto di vista altrettanto radicale, ma non amio favore. Si è trattato dell’edizione milanesedel convegno Missione Mobilità (16 settembre2013), l’annuale appuntamento dei fautori diun traffico motoristico indiscriminato.

L’AMOER, Associazione per una MobilitàEqua e Responsabile (sic!) aveva visto su

YouTube il book trailer del mio libro e, purnon avendolo letto, era rimasto colpito dallafrase “usare il più possibile la bicicletta”, piut-tosto che “sempre”, come ci si sarebbe aspet-tato da un “NoSUV”, come sono stato subitodipinto ai convenuti. Ospitato nella sede ACI,sostenuto da cinque costruttori tra cui la no-stra FIAT, il convegno è servito a sensibilizzarele istituzioni sulle sorti della filiera automotiveitaliana, sommersa dalla crisi ma ancor più dal-la disaffezione per un modello di mobilità cen-trato quasi esclusivamente sul traffico privato.

Ipolitici invitati erano di livello sia nazionaleche locale, con il presidente della commissio-

ne finanze della Camera Daniele Capezzone, ilviceministro dell’Economia Luigi Casero, gli as-sessori alla mobilità milanese e torinese Marane Lubatti. C’era poi ANCMA, EICMA, UNRAE:insomma, la “task force” dell’automotive, comela chiama Pierluigi Bonora, il presidente AMO-ER che ha organizzato il convegno. Ci sono po-che strade ed autostrade, pochi parcheggi, iltraffico non scorre, le immatricolazioni latita-no.

Di chi è la colpa? Del governo, naturalmen-te. Del governo che non interrompe la fu-

nesta tendenza a limitare il traffico privato conprovvedimenti che vanno dalla vituperata Are-aC milanese - Maran ha dovuto dimostrare diavere le spalle sufficientemente larghe, di fron-te ad una platea a tratti vociante - ai semplicidissuasori a cunetta sulle strade secondarie oin prossimità di incroci pericolosi: rompono isemiassi, sono pericolosi anche per le ambu-lanze!

Bisogna tagliare le accise sulla benzina, ridur-re le assicurazioni, togliere il superbollo

sulle auto di lusso, fare autostrade sotto iquartieri, alzare i limiti di velocità, rendere le

spese per l’auto detraibili per tutti! Insomma,“non spegniamo il motore alle città”, dal titolodella sezione conclusiva del convegno. Di fron-te a tanta forza di volontà è difficile non esseresarcastici, ma anche non sentire qualche brivi-do scendere lungo la schiena.

Le reazioni dei politici più coinvolti (Capez-zone e Casero) sono garbate, ma ferme.

Per Capezzone quelli che si oppongono aiSUV sono intanto dei razzisti, ed il governo fa-rà certamente qualcosa per salvare la filiera.Casero, pur essendo un motorista convinto, fanotare che invece di chiedere aiuti finanziari leaziende dovrebbero lavorare piuttosto sul cli-ma che si è creato a sfavore dell’automotive,magari chiedendosi perché, senza contare cheil Paese di soldi ne ha ben pochi per salvarequalsiasi comparto. Comunque vedremo, ha

aggiunto. Ma le vere perle sono arrivate piùavanti. Vittorio Feltri ha riferito di avere dueSUV, uno per sé ed uno per la moglie, perchélo fanno “sentire libero”.

Il direttore del museo Ferrari di Maranello halanciato una succosa proposta: visto che l’Ita-

lia è il paese dell’arte, della bellezza e delle cit-tà storiche, perché non mettere delle Ferrariin esposizione permanente nelle più belle piaz-ze d’Italia? I cittadini potrebbero così goderesempre della bellezza dell’automobile nella suamassima espressione!

La platea rumoreggia, c’è un limite a tutto,ma il moderatore passa la palla a Feltri, che

rincara dichiarando che fosse per lui le Ferrarile metterebbe anche sul Duomo di Milano. Iosono riuscito a fare il mio intervento un po’ alritmo di quelli che leggono le avvertenze dilegge nelle pubblicità dei farmaci, ma sono arri-vato in fondo.

Dopo tanti convegni di tristi detrattori del-l’automobile un po’ di svago ci voleva, che

diamine! Il tutto, durante la settimana europeadella mobilità, naturalmente.

Federico Del Prete

Non spegniamo i motori alle città!Per prelevare una nuova bici occorre-

va attendere 15 minuti e il contactcenter non poteva in alcun modo inter-venire. Ero già in ritardo, e ho quindioptato per la metropolitana.

Da qui, per concludere, ricaviamodue proposte che sottoponiamo ai

gestori del servizio BikeMi.

Primo, dare la possibilità all’utente difornire un feed-back immediato attra-

verso i terminali di lettura al momento incui si restituisce la bici, anche molto sem-plicemente con degli emoticon (le facci-ne di internet), che esprimano il grado disoddisfazione rispetto alle condizioni dimanutenzione della bici che si è appenautilizzata.

Secondo, dare al call center la possibili-tà di intervenire con uno sblocco im-

mediato di una nuova bici quando, perun problema, l’utente debba restituirla(non è detto che sia possibile per tutti at-tendere un quarto d’ora per il prelievosuccessivo).

Eugenio Galli

Quando unpaese può dirsirealmentesviluppato?

Siamo abituati a confrontarci con lepolitiche per la mobilità di città del

profondo Nord: Amsterdam, Berlino,Stoccolma... Ma questa volta dobbiamoandare in Sud America, e in particolarein Colombia: è il sindaco di Bogotà, Gu-stavo Petro, che ci dà una bella lezionecon la frase:

Un paese è sviluppato non quando i poveri posseggono un'automobile, ma quando i ricchi usano i mezzi pubblici e la bicicletta.

C'è da dire che Bogotà dimostra datempo un grande interesse per buonepratiche di mobilità innovativa, e haguardato così anche a Milano per la suaAreaC (vedi intervista a PierfrancescoMaran in questo numero).

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In bici la festa è più festaQuando sposarsi è come andare a unacritical mass

enerdì si sposa Valeria, mia figlia, midice Lino, il simpatico signore che abi-

ta nel mio palazzo.- Dai, venite a vederci, continua con en-

tusiasmo. Sinceramente il giovedì sera misarebbe toccato il solito turno di notte.Mah. Sì, forse devo vedere. E intanto ci pensoun po' su.- Dai, venite, portate anche i bambini, dopo lacerimonia ci spostiamo tutti in bici, se ne esceLino. Cosa!? - No, dico, ho capito male.

Il venerdì mattina, alle dieci e quaranta, conGabriel e Nicole, siamo a cavallo delle due

ruote ad aspettare la sposa fuori di casa. Ecco-

la! Vestito bianco con un vistoso fiocco verdedietro la schiena. È accompagnata da Lino. Ap-pena esce di casa e si reca a piedi verso lachiesa, subito come schegge dal cielo eccodue tipi elegantissimi sfrecciare per strada conle loro bici. Il percorso è brevissimo, in menche non si dica siamo sul sagrato. Quasi quasinon troviamo neppure un palo per legare lebici da tante ce ne sono, pare di essere ad Am-sterdam. Ma quello chi è? Caspita, è lo sposo.Diego. Vestito grigio, cravatta verde e, uditeudite, All Stars verdi. Che personaggio.

La cerimonia è di quelle che non si scorda-no, una delle letture, quella del Cantico dei

Cantici, mi intenerisce, l'avevamo scelta ancheio e Deborah per il nostro matrimonio, e chedire del coro con le canzoni di don Bosco, daex allievo salesiano mi sono commosso. Scam-bio degli anelli, lacrima di papà e mamma, ap-

plauso, si sono sposati. Inizia quello che nonso come definire se non come una delle cosepiù folli, più belle, più originali, più casinare, piùemozionanti, più, più, più.

Tutti in sella, tanti muniti di fischietto, pal-loncini colorati appesi alle bici, un tizio di-

versamente abile con la sua hand bike spiccain mezzo a tutti. Perché è diverso dagli altri di-rete voi. Certo che è diverso rispondo io, è ilpiù figo di tutti. E gli sposi dove li abbiamo la-sciati? Eccoli su una bibici, e chi non sa cos'èuna bibici vada a vederselo su internet perchénon ho tempo di spiegarvelo: non per cattive-ria, è che gli sposi stanno per partire e io nonho ancora slegato le bici mia e dei miei figli.Cavolo, si parte! Sdedeng, sdedeng, sdedeng!

Ovviamente non potevano mancare le lat-tine dietro ai pedali degli sposi. Palloncini

fischietti e bici invadono le strade di Milano, epoco importa se la fiumana di ruote blocca iltraffico, gli automobilisti spengono il motoredelle auto, applaudono fischiano, suonano iclacson. Chi si è perso il passaggio della sposachiede ai ciclisti:- Ma è per la pace?- È un matrimonio, ma va bene anche per lapace.

C'è un tizio che è una via di mezzo tra India-na Jones e Brad Pitt, capelli biondi e lunghi

legati in una piccola coda e cappello di paglia atesa larga. E che dire del ragazzo con quei baf-foni alla Vittorio Emanuele, eccezionale. E ledonne? Elegantissime, con i loro bei vestitinicolorati e il rimmel che fa a pugni con il sudo-re, su un po' la gonna senza pudore e pedalare.Fermi ai semafori in gruppo diamo il meglio. Lagente si affaccia dai balconi e applaude, i nego-zianti escono per strada a salutare.

Dopo un paio di chilometri entriamo nellapista ciclabile della Martesana, ora tutto è

un po' più tranquillo, ma l'euforia e l'entusia-smo non tramontano. Una ragazza sulla bici dacorsa “molla il colpo” e si fa portare in cannadal fidanzato mentre un amico si offre di “tira-re” la bici abbandonata. Un bimbo cade, nes-sun problema, come un guerriero di Sparta sa-le in sella e riparte. Dopo cinque chilometri,colpo di scena: i nostri eroi hanno organizzatoun simpaticissimo “pit stop” con rinfrescopresso l'anfiteatro nel parco Martesana.

Che spettacolo. Lo spumante gelato va giùche è un piacere, con moderazione ovvia-

mente, due olive, qualche patatina, mentre losposo instancabile continua a fare girotondoin sella al suo velocipede con la sua signora in-collata dietro. Niente di più facile che ora arri-vi qualcuno a chiederci l'autografo, siamol'ombelico del mondo.- Dai, tutti sulle gradinate per una foto! EsortaDiego, appena sceso dalla bibici.- No, dai, dico io, - sono un imbucato, mancoci conosciamo. Non voglio rovinare la fotomettendomi in mezzo.-- Tranquillo, sono un imbucato anch'io, rispon-

La bicicletta non è niente senza l’uomo,e a volte è vero anche l’inverso… La

bicicletta non è solo un mezzo per farsiuna passeggiata domenicale o soltanto unmezzo di trasporto urbano. La biciclettaè un modo per conoscere il mondo, perriflettere su se stessi e sugli altri, unità dimisura del tempo e dello spazio, incrociodi strade, meccanismo perfetto in gradodi riportare l’uomo indietro nel tempoall’età dell’infanzia, antistress e scaccia-pensieri, legame tra l’uomo e la natura. Inbreve, uno stile di vita. Claude Marthaler,“Lo Zen e l’arte di andare in bicicletta”,Ediciclo.

Questo lo sanno bene i protagonistidi BiciMondo, la nostra rassegna di

scrittori e viaggiatori in bicicletta, e ce nedanno contezza con i loro racconti e im-magini nelle serate dei giovedì di fine me-se. Per rivivere insieme le vostre espe-rienze, attendo la segnalazione dei rac-conti e delle immagini delle vostre va-canze in bici e che verranno presentatinella prossima stagione insieme a libri intema.

Mariella [email protected]

L’unica delquartiereFece un bagno e sitrovò sommersa dai

ricordi della sua infanzia. Sen-tiva le proprie urla di gioia ilgiorno in cui suo padre le ave-va regalato una bicicletta perandare a scuola. Era l’unicabambina del quartiere adaverne una.

Tahar Ben JellounPartire (Bompiani 2007)

Parole su due ruote

!!!!!!!!

“!

VV de lo sposo senza fare una piega.

Dopo qualche minuto, di nuovo tutti in sel-la verso il ristorante che si trova al parco

Lambro, altri cinque chilometri. Gabriel e Ni-cole resistono bene. Ancora chiasso e clamo-re, sorpresa e complimenti da parte di estra-nei travolti dall'entusiasmo. L'arrivo al risto-rante coglie gli invitati stanchi, sudati ma gio-iosi. Insieme ai bambini saluto gli sposi e rin-grazio della bella iniziativa. Che spettacolo.Buona vita ragazzi.

Maurizio Costa da "L'Eclettico, 2 ruote leggere",

www.rudyz.net/eclettico

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socivita di as azionesoci

CICLOBBY Notizie 3/13 15

ome ogni anno, nel bel mezzo dellaSettimana della Mobilità Sostenibile,abbiamo messo in piedi il 12° Censi-mento dei ciclisti urbani di Milano. Unappuntamento storico che ha visto

crescere, specialmente in questi ultimi due an-ni, l’attenzione intorno a sé. L’anno scorso ab-biamo iniziato una collaborazione con Regio-ne Lombardia, istituendo, insieme al coordina-mento regionale Fiab, il rilevamento in tutti icapoluoghi di provincia.

Quest’anno con il Comune di Milano ab-biamo cercato di allargare il territorio

censito, analizzando l’area coperta dalle tele-camere di AreaC. AMAT, l’agenzia MobilitàAmbiente e Territorio del Comune, si è pre-occupata di trattenere le registrazioni dei pas-saggi effettuate nel giorno del “nostro” censi-mento.

Ora i loro tecnici e i nostri volontari stan-no “sbobinando” i filmati e contando i

passaggi bici. Questa operazione, lunga e unpo’ noiosa, è necessaria perché il sistema nonè in grado di riconoscere automaticamente lebiciclette.

Idati che scaturiranno da questo lavoro sonosicuramente importanti: sarà possibile inte-

grare i dati delle nostre “storiche” postazionie si potrà raffrontare il numero dei passaggidelle bici con quelli di auto e moto, arrivando

ad avere, su molte postazioni il dato di modalsplit, la percentuale fra gli spostamenti in bicie gli altri mezzi particolarmente utile per va-lutare lo sviluppo dell’uso quotidiano della bi-cicletta. Curiosi ?

Nel prossimo numero riporteremo i daticompleti di valutazioni e tendenze.

Valerio Montieri

Il censimento si fa in tre

CC

Le serate già in programma:

Giovedì 28 novembre ore 19Nel nome di MarcoMichele Marziani ci presenta il suo nuovo li-bro “Nel nome di Marco” Ediciclo.A dieci anni dalla scomparsa di Marco Pantani,il mito del Pirata, tra ascesa e caduta, viene ri-percorso nella personale vicenda del protago-nista, un ex sacerdote.Con l’autore dialogherà Gino Cervi, scrittoree giornalista. Un bicchiere di vino offerto da-

gli amici e appassionati ciclisti dell’aziendaagricola La Basia sul lago di Garda concluderàla serata. Libreria Popolare di via Tadino – Mi-lano via Tadino 18

Giovedì 16 gennaio ore 19VelopensieriFrancesco Ricci presenta il suo libro “Velo-pensieri. Un ciclista fuori dal gruppo”, Ediciclo.Riflessioni sul senso della vita che scaturisco-no durante escursioni ciclistiche più che altrosolitarie, tra sudore e tornanti. Dialogheràcon l’autore Marco Zapparoli (Marcos y Mar-cos). Libreria Popolare di via Tadino –via Tadi-no 18 Milano

Giovedì 30 gennaio ore 21The Big Chill –Ireland –Scotland - Ice-land –NorwayAlla scoperta del Grande Nord con una buo-na attrezzatura fotografica. Fotoracconto diFulvio Silvestri. Fiab Ciclobby –via Borsieri 4/EMilano

Giovedì 13 febbraio ore 19Compratevi una Bicicletta!Federico Del Prete presenta il suo libro:Compratevi una bicicletta! Come liberarsi

dalla dipendenza da automobile e cambiare lapropria vita, Ediciclo. Un saggio semiserio sulladipendenza da automobile raccontato sul filodi una conversione personale dai mezzi a mo-tore alla bici. Dialogherà con l’autore GinoCervi, scrittore e giornalista. Libreria Popola-re di via Tadino - via Tadino 18 Milano

Giovedì 27 febbraio ore 21L’emozione della natura in sella con Ci-clobby MTBVuoi sapere come scoprire la natura, speciequella ancora a portata di mano ma ignoratadai più? Con una breve e variopinta presenta-zione, i partecipanti, i percorsi, i salti e le sali-te, i momenti di meraviglia e quelli di ilaritàdelle gite MTB di Fiab Ciclobby Milano. Rac-conto e immagini di Silvia Malaguti ed AndreaScagni. Fiab Ciclobby –via Borsieri 4/E Milano

Giovedì 27 marzo ore 21CilentoGuia Biscaro e Annibale Osti. Da definire

Giovedì 21 aprileIslandaRiccardo Cateni e Daniela Villani. Da definirePer aggiornamenti visita ciclobby.it

BiciMondo

Per la dodicesimaedizione di questoimportanteappuntamento ivolontari di Ciclobbypossono “contare”anche su altri occhi...

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vita di as azionesocisoci

16 CICLOBBY Notizie 3/13

E se domani investissi il cagnoli-no della fidanzata di Berlusconie Ghedini ti chiedesse 100 mi-lioni di euro di risarcimento?Meglio avere l’assicurazione aposto. O no?

Oggi è il 30 ottobre, la mia tessera di Ci-clobby del 2013 è nel portafoglio e quin-

di sono a posto con l’assicurazione, la possibi-lità di partecipare alle gite e avere gli sconti neiCiclobby Point. Ma stasera, quando esco dal la-voro, passo in sede e rinnovo per il 2014, lacampagna iscrizioni per il nuovo anno è apertae io incubi come quello di stanotte non ne vo-glio più avere.E dire che ieri sera non avevo mangiato pe-sante e non ero neppure stata a una riunionedi condominio: come può essere che abbiafatto un sogno del genere? Era una bella mat-tina tersa, il cielo azzurro come non capitaspesso e io me ne andavoal lavoro con la mia bici-cletta, come faccio ognimattina. Dopo aver attra-versato il Parco Solari im-bocco la pista ciclabile divia Dezza, dove quotidia-namente faccio allenamen-to di tolleranza nei con-fronti di mamme con pas-seggino, pensionati con ca-ne al guinzaglio, fidanzatinie umanità varia che ci pas-seggia serafica e sussultase scampanello, stupendo-si del fatto che sulla pistaciclabile passino anchedelle biciclette.Pedalo e canticchio, quan-do da un cespuglio saltafuori all’improvviso un barboncino bianco: fre-no di colpo, sterzo, la ruota sobbalza su unadelle radici che sporgono dall’asfalto e io miritrovo per terra, praticamente col cagnolinofra le braccia. Ho un attimo di smarrimento, ilcagnolino mugola, ma il piede sinistro, inca-strato fra ruota e telaio, mi fa male e non rie-sco a muovermi. È in questa atmosfera un po’

sospesa che sento una voce che chiama “Du-dù, Dudù, piccolino, dove sei?”Dudù? Mi giroe… sì, quella che sta chiamando Dudù èFrancesca Pascale, la fidanzata più famosad’Italia. Cosa ci fa ai giardini di via Dezza? Do-manda scema, è un sogno e può farci quelloche vuole. Nella fattispecie sta portando aspasso Dudù in compagnia dell’avvocato Ghe-dini che mi raggiunge, mi guarda dall’alto con

l’occhio ceruleo e con fa-re minaccioso dice amezza voce frasi che noncapisco. Io cerco di di-scolparmi, di dire che è ilcane che è uscito all’im-provviso e che comun-que sembra che fra i duesia io quella che sta peg-gio. Ma io resto per ter-ra, lui incombe e biascicaparole che non mi arriva-no, capisco solo: “Dovràrisarcirci con 100 milionidi euro”. 100milioni dieuro? Non so neppurequanti siano, ma se pen-sano di spaventarmi li si-stemo io. Frugo nellaborsa, tiro fuori il porta-

foglio e orgogliosa mostro ai due la mia tesse-ra Fiab Ciclobby, dicendogli con tutta la voceche riesco a tirar fuori: “Sono iscritta a Ci-clobby, ho l’assicurazione, ve la vedrete tra av-vocati.” I due danno un’occhiata alla tessera.La Pascale si toglie gli occhiali scuri per veder-la meglio e Ghedini esordisce in un ghigno in-quietante; io sono sempre in una posizione di

inferiorità, fosse solo perché continuo a staresdraiata per terra col piede incastrato fraruota e telaio e loro due mi squadrano davve-ro dall’alto in basso. Poi sogghignano, riguarda-no la tessera, si scambiano un’occhiata com-plice e in coro sentenziano: “Signora, siamo adaprile 2014 e la sua tessera 2013 è scaduta!”A questo punto mi gira la testa e perdo i sen-si, mi appare Travaglio che grida allo scandalo:“È la vicepresidente di Ciclobby e gira con latessera scaduta!” E no, questo è troppo, pro-prio io che da anni scrivo gli articoli per ricor-dare di rinnovare l’iscrizione non posso es-sermi dimenticata di farlo. Urlo e mi svegliotutta sudata. Accipicchia che bello, sento un po’ di formico-lio al piede sinistro, ma quella che abbaia èAnita, la cagnolina della mia vicina. Siamo inottobre e non in aprile, ma la campagna tesse-ramento per il 2014 è aperta e io stasera va-do subito a rinnovare.

Stefania Fuso Nerini

QUOTE ASSOCIATIVE 2014(nuovi soci e rinnovi)

Socio ordinario 30 € con abbonamento rivista BC 32 €

Socio sostenitore 50 €

Socio benemerito 80 €

Familiare di un socio 20 €

Gruppi familiari (senza limite di numero) 70 €

Da 15 a 18 anni e studenti 20 €con abbonamento rivista BC 22 €Fino a 14 anni 5 €

La tessera Fiab Ciclobby ha validità gennaio-dicembre.

L’abbonamento alla rivista BC, la rivistabimestrale della FIAB su ambiente, movi-mento, cultura, è riservato ai soci ordina-ri, sostenitori e benemeriti. Per i soci or-dinari è necessario richiederlo al momen-to dell’iscrizione e versare un piccolocontributo spese di 2 euro.

Per dormiresonni tranquilli,rinnova subitola tessera aFiab Ciclobby!

Campagna iscrizioni 2014

Più siamo, più contiamo

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Perché rinnovaresubito la tessera

Lo sapete tutti che è tempo di rinnovarel’iscrizione a Fiab CICLOBBY, vero? Sì,

avete tempo ancora qualche mese, ma si sache abbiamo tutti un sacco di cose per latesta e per non dimenticarsene è megliofarlo subito.

L’iscrizione è un gesto importante perconfermare il proprio sostegno all’asso-

ciazione che porta avanti i diritti dei ciclistie si spende per una politica a favore dellamobilità dolce: nella nostra città grazie aivolontari di Ciclobby, ma anche su tutto ilterritorio nazionale attraverso la Fiab.

Rinnovare è necessario per non perderela copertura assicurativa, ma la tessera

inoltre dà diritto a:• partecipare a gite, itinerari artistici, in-

contri culturali, corsi di manutenzionedella bicicletta e a tutte le diverse iniziati-ve che i soci attivi organizzano;

• avere diritto all’assicurazione RC, che ri-sponde dei danni che potremmo causarecon la nostra bicicletta, e al servizio diconsulenza legale e assicurativa per il re-cupero dei danni che altri potrebberoprovocarci;

• restare aggiornati su quanto accade nelmondo delle due ruote grazie al Notizia-rio Fiab CICLOBBY, alla rivista BC e allemail e Newsletter che vengono inviate aisoci;

• ottenere agevolazioni nei Ciclobby Pointe beneficiare di tutte le convenzioni sti-pulate dalla Fiab, vantaggi talvolta così in-teressanti da ripagare ampiamente il co-sto dell’iscrizione, come per esempio losconto del 10% praticato da alcuni ope-ratori turistici sulle vacanze in bicicletta(per poter vedere le numerose conven-zioni visitate il sito Fiab e andate alla pa-gina “Agenzie ed Operatori Turistici cheorganizzano viaggi in bicicletta”.

Come rinnovare la tessera Potete rinnovare la tessera passando in se-de negli orari di segreteria (dal martedì alvenerdì dalle 17 alle 19 e il sabato dalle 10alle 12) oppure in occasione di una dellenostre iniziative, ma se proprio non potetevenire a trovarci è sempre possibile iscri-versi e pagare direttamente online sul sitowww.ciclobby.it.

Domenica 15 dicembre 2013 e 2 febbraio 2014

Porte aperte a ciclobby per rinnovo iscrizioni e bicisicura Un’occasione in più, anzi due, per venire in sede a rinnovare la tessera a Fiab CICLOB-BY, ma anche per verificare insieme ai nostri meccanici lo stato di salute della vostrabicicletta: domenica 15 dicembre 2013 e domenica 2 febbraio 2014 la sede di Ciclobbysarà aperta e vi aspettiamo dalle 10 alle 18.

Una delle novità di “prendiamoci Cura2013”, l’ormai tradizionale appuntamen-

to di fine settembre a Rho con i prodotti del-l’agricoltura biologica e con i temi della so-stenibilità e del consumo critico, è stato ilcircuito educativo stradale per bambini, rea-lizzato dai volontari di FIAB Ciclobby. Nelparcheggio in piazza Visconti, davanti al Muni-cipio, è stato disegnato un percorso ciclisticoche i bambini dovevano affrontare in bici ri-spettando la segnaletica orizzontale e verti-cale predisposta. L’idea era di proporre aibambini una prova di abilità e di capacità dirispettare le regole della strada.

Fin dal mattino sono accorsi i nostri picco-li amici, chi da casa con le proprie biciclet-

te, chi utilizzando quelle messe a disposizio-ne per l’occasione da FIAB Ciclobby, tutti ri-gorosamente con il caschetto. Per molti diloro non è stato facile percorrere il circuitosenza commettere infrazio-ni o senza invadere la corsiaopposta, ma con il sapienteaiuto di Silvia anche i menoesperti sono riusciti a faredel loro meglio per rispetta-re le regole e la segnaletica.

C’era chi, come Luca, èarrivato con la propria

mountain bike ammortizza-ta, ma, poiché era un po’troppo grande e poco ma-neggevole in curva, ha prefe-rito montare su una bici piùpiccola, in modo da percor-rere il circuito in modo piùagevole. Francesca invece hapreferito girare con la suabici da passeggio dotata ancoradi rotelle laterali, perché non si fidava a usareuna bici senza rotelle.

Marco non voleva salire sulla bici della suamisura perché era di colore rosa, per

cui ha preferito utilizzare una bici azzurra piùpiccola, accettando l’idea di faticare di piùpiuttosto che non montare la bici del colorepreferito.

Barbara voleva provare ad andare senzarotelle, ma, dopo aver tentato di pedala-

re, si è scomposta, ha perso l’equilibrio ed ècaduta. Sul momento si è spaventata, ma nonsi è persa d’animo: è risalita in sella e con cal-

ma, aiutata da Silvia, è riuscita a compiere lesue prime vere pedalate. Poi se n’è andata viacontenta.

Come al solito, i maschi si sono distintiper essere più spericolati, badando me-

no ai segnali e più a confrontarsi fra loro invelocità, rischiando anche più del lecito, men-tre le femmine si sono generalmente dimo-strate sempre disciplinate e ossequiose dellasegnaletica. Naturalmente non sono manca-te le cadute in serie - Filippo ne sa qualco-sa… - ma per fortuna si è trattato solo diqualche botta senza alcuna seria conseguen-za.

In certi momenti il traffico sul circuito è sta-to veramente intenso, con bimbi di ogni età

su ogni tipo di bici che giravano sul percorsoin tutte le direzioni. In quei casi era veramen-te difficile rispettare le regole e la segnaleti-ca, per cui Silvia ha dovuto sgolarsi più di una

volta per far rispettare l’ordine. A volte inve-ce, quando giravano solo i più piccoli, sem-brava di essere in Inghilterra, con tutte le biciche tenevano la sinistra anziché la destra…

Alla fine della giornata, quando ormai tut-te le bancarelle avevano ritirato le merci

esposte, c’erano ancora parecchi bambini inbici che giravano sul circuito, incuranti dei lo-ro genitori che li chiamavano per tornare acasa. In realtà a loro dispiaceva smettere dipedalare, proprio ora che ci avevano presogusto…

Danilo Fullin

Prendiamoli da piccoli!Consumo critico... anche di mobilità!

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vita di as azionesocisoci

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ono ormai troppo avanti con l’età per non ricordare quandoaccadde. E la cosa mi aveva colpito ancor di più perché av-venuta vicino al mio paese. Anche per questo, ogni estatedall’Alpago salgo alla diga per ricordare quei duemila sven-turati. Longarone, Codissago, Erto, Pirago, Villanova, Maè:tutti quei paesi io li avevo visti vivi, prima che scomparisse-

ro. Troppe dunque le ragioni per non mancare all’appuntamentocon l’iniziativa di Paciclica per il 50° della sciagura del Vajont.

Così, la matttina di sabato 24 agosto sono partito in bici da Tam-bre. Tempo variabile, un po’ coperto, aria frizzante, non pro-

mette bene, forse pioverà… speriamo di no. È alla stazione di Bel-luno l’ppuntamento con il gruppo FIAB Bologna Monte Sole, nu-meroso e organizzatissimo con pullman e carrelloportabici di ultima generazione. Ad atten-derlo ci sono anche gli amici della FIAB diBelluno, capitanati da Bortolo e Beppe,che guideranno il gruppo dei trenta ciclistilungo il percorso.

Fin da subito capiamo che le nostre guideci eviteranno, per quanto possibile, le

strade trafficate. Appena usciti dal centro diBelluno, infatti, prendiamo una sinuosa ci-clabile che si snoda a monte della statale, finoltre Ponte nelle Alpi. La prima tappa è allacentrale ENEL di Soverzene, il “cervello” checomanda le acque che dai bacini idroelettricidelle valli circostanti arrivano al Piave. Nelbellissimo mosaico che campeggia nell’atriodella Centrale è beffardamente indicato an-che il bacino del Vajont, naturalmente il più capiente di tutti. Al-meno... così avrebbe dovuto essere.

Lasciamo la centrale e ci dirigiamo verso Longarone, pedalandolungo la stradina che costeggia il Piave, sulla sponda di sinistra,

parallela alla sempre troppo trafficata statale di Alemagna. DopoDogna, una sosta è d’obbligo, perché all’improvviso compare, inalto a destra, la diga: imponente, sbarra imperiosamente l’orridodella valle del Vajont. Bortolo ci spiega cosa c’era prima della suacostruzione e, per chi ancora non lo avesse ben chiaro in mente,

cosa accadde la sera del 9 ottobre 1963.Il pensiero va a cosa sarebbe successo inpiù se la diga avesse ceduto alla pressio-ne dell’acqua in seguito alla frana delToc. Ma la diga tenne: dunque il proble-ma non era stato la diga in sé, ma il fattoche fosse stata costruita lì…

Eccoci all’incrocio con la provincialeche arriva da Longarone, dove inizia

la salita verso Erto. La pendenza è dol-ce, ma decidiamo comunque di divider-ci in due gruppi. Superiamo le gallerie,con le targhe a ricordo di tecnici e ope-rai sorpresi dall’ondata nel cantieredella diga, e arriviamo allo spiazzo an-tistante la diga, o meglio, quello che è

chiamato il “coronamento” della diga. Sosta forzata, il luogo èsempre affollato, in qualsiasi stagione: ci sono la chiesetta comme-morativa e il gazebo con le foto di Bepi Zanfron, spesso c’è ancheun chiosco di gelati; ma soprattutto è il punto di partenza per levisite guidate lungo il coronamento della diga, vero obiettivo deivisitatori.

Attendiamo un po’ ma il secondo gruppo è ancora lontano. De-cidiamo quindi di salire a Casso, punto panoramico della val-

le. Qualche curva, un paio di tornanti ed ecco che lo sguardo vie-ne calamitato dalla parete del Toc: la grande “M” che vide per pri-

Progetto Fiab-Vajont 50°

Anche Ciclobby a Erto, per nondimenticare

SS

Non sapete cosa regalare a Natale ai vostri amici? Se an-che loro amano andare in bicicletta, in città o nel tem-

po libero, vi diamo qualche idea. Innanzitutto, se non sonoancora soci di Ciclobby, potrebbe essere una bella idea re-galare loro l’iscrizione all’associazione: si ricorderan-no di voi tutto l’anno, quando riceveranno Notiziari e New-sletter e magari li convincerete anche a venire con voi aqualche gita. In sede ci sono anche le t-shirt “sostenibile (la bici) inso-stenibile (l’auto)”: il disegno che hanno davanti è davverobello e trovate sia la versione da uomo che da donna. Graziosi regali sono anche i due libri di Anna Pa-van, con foto di Guia Biscaro, dedicati alla scopertadi itinerari in bicicletta nella nostra città: Milano èbella in bici e Evviva Milano in bici. Se poi siete a caccia di piccoli regali potete scegliere tra ildischetto NO OIL, la fascia riflettente ferma panta-loni o il copri sellino. Idee utili che saranno sicuramente gradite e che contribui-ranno anche a sostenere la nostra associazione.Puoi acquistare tutto in sede dal martedì al venerdì,dalle 17 alle 19.

Stefania Fuso Nerini

Natale 2013: un bici - regalo per i vostri amici ciclisti

La T-shirt con il messaggiosostenibile, nera e beige,anche nella versionedonna, più aderente

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mo il professor Müller è ancora lì, come l’immensa zampata di unenorme dinosauro che in pochi minuti ha spento duemila vitespostando 270 milioni di metri cubi di alberi, rocce e sassi alla ve-locità di 100 km orari. Provo a pensarci, ma inutilmente: è una co-sa inimmaginabile.

Ritroviamo i compagni del secondo gruppo e ci fermiamo permangiare qualcosa. Poi Bortolo ci porta a fare quello che lui

chiama “il giro della frana” cioè di quello che è rimasto del vec-chio lago colmato quasi totalmente dal materiale franato dal Toc.La natura ha fatto ricrescere gli alberi e i cespugli, a Pineda, Lirone Prada ci sono prati e pascoli, all’apparenza sembra un amenopaesaggio di montagna, ma chi non sa com’era prima, non puòrendersi conto di come il luogo sia cambiato da quella sera. C’èperò chi ancora se lo ricorda, ma purtroppo non lo potrà fare an-cora per molto, per cui è doveroso, oltre che estremamente im-portante, che qualcuno raccolga e conservi la memoria di unmondo che non c’è più.

Arriviamo infine a Erto, quella vecchia, con le case dai tetti dipietra e i vicoli stretti. C’è sempre l’osteria del Gallo Cedrone:

non c’è Mauro Corona, il suo cliente più illustre, ma ci fermiamovolentieri a bere qualcosa. Qui, sebbene siano trascorsi ormai cin-quant’anni, tutto è ancora impregnato della tragedia, i muri di sas-so, gli scorci verso la valle, le case abbandonate. Sembra di respi-rare ancora l’aria di quella sera di ottobre. Purtroppo certi luoghisi legano in modo indissolubile a certi eventi, e il tempo spessonon riesce a rimarginare le ferite.

Dopo le foto di rito, voltiamo la prua delle nostre bici verso val-le e facciamo ritorno. È ormai tardo pomeriggio e, per nostra

fortuna, non ha piovuto. A Longarone ci separiamo dai compagnidi Bologna, il loro pullman li attende per riportarli a casa. Pocopiù avanti, prima di Ponte nelle Alpi, saluto Bortolo e gli amicidella FIAB di Belluno, che mi fanno coraggio, dato che ho ancorada fare una salita tosta per arrivare a Tambre.

Mentre riempio la borraccia a una fontana, si avvicina un bam-bino in bici, vede la bandierina gialla della FIAB legata alla

mia bici e mi chiede cos’è la FIAB. Non sono mai molto pronto arispondere in modo semplice e chiaro a domande così a bruciape-lo, ma stavolta devo dire che mi è venuta bene: “È un grandegruppo di amici che vanno in bici e che, quando s’incontrano,fanno un pezzo di strada insieme” Bello, no?

Eallora, grazie Gino, per la tua iniziativa in ricordo del Vajont eper l’opportunità che ci hai dato d’incontrare nuovi amici ciclisti!

Danilo Fullin

Natale 2013: un bici - regalo per i vostri amici ciclisti

I due libri di Anna Pavan, con itinerariin bicicletta nella nostra città

Il gilet rifrangente per rendersi visibili

la targa NO OIL,per un piccolo

pensiero

Venerdì 13 Dicembre

Festa degli auguriCome tutti gli anni ci troviamo in sede perscambiarci gli auguri e rinnovare (o regala-re) la tessera dell'associazione. Sono gradite specialità, salate o dolci, e

bevande per il buffet.

Dalle 18.30 Sede Ciclobby

Calendario delle iniziativeStiamo lavorando alla nuova edizione del Calendario delle nostreiniziative, intitolato PEDALA CON NOI.

Esce ai primi di gennaio in 10.000 copie: vuoi aiutare nella distribuzione in città? Comunicalo alla segreteria (02 69.31.16.24 o [email protected]) o a Vanna Bartesaghi ([email protected]).

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eriodicamente qualcuno ci rimprovera di non dire, di nonfare abbastanza sui temi della sicurezza stradale, di esseretroppo condiscendenti rispetto ai molti ciclisti che circolanocon imprudenza sulle strade mettendo a repentaglio la pro-pria e altrui sicurezza (senza luci, sfrecciando sui marcia-

piedi, spaventando i pedoni ecc.). In realtà la nostra associazioneè da anni impegnata anche su questi temi. Ha organizzato attivi-tà, iniziative diverse. Ad esempio un decalogo sulla sicurezza delciclista; una presentazione itinerante di due ore su questo tema; ilForum sulla sicurezza stradale insieme alla Fondazione Rete Civi-ca di Milano; ha richiesto e ottenuto, con la passata amministra-zione, la costituzione del Tavolo comunale su questi temi (poi falli-to per debolezza della volontà politica); promuove periodicamenteiniziative come “Bici sicura”e “Il ciclista illuminato” e potremmocontinuare con l’elenco. Si potrà allora affermare che non è ancora abbastanza, perché sipuò sempre fare qualcosa di più. Ma non sono in molti a poter di-re di avere fatto altrettanto. E certamente è stato spesso latitante ilfronte istituzionale, che non può ritenersi una semplice comparsa,ma deve invece essere protagonista attivo e partecipe.Sulle strade –troppo spesso arene insanguinate e dominate da unapatologica aggressività –abbiamo bisogno anche di un nuovo ga-lateo, di un codice etico condiviso che non faccia sentire nessunofuori luogo. Ma anche di maggiori controlli.

Occorre partire dalla consapevolezza dei diritti e dei doveri perun’affermazione responsabile della presenza dei ciclisti sulle stra-de: il ciclista sulla strada non è inferiore agli altri utenti. D’altrocanto, il semplice rispetto delle regole della circolazione (tenere ladestra, procedere in fila indiana, segnalare le svolte, utilizzare lepiste ciclabili ove esistenti) può non essere sufficiente a garantirela sicurezza del ciclista e in qualche caso può avere addirittura ef-fetti controproducenti. E anche alcuni dispositivi di protezione in-dividuale (come il casco), non solo non devono sostituire misuredi prevenzione collettiva, ma possono rivelarsi inadeguati se il ci-clista si muove come uno sprovveduto nelle insidie del traffico.Non quindi suscitare paura, bensì creare attenzione: questo il no-stro intento.Attraverso queste “Pillole” giunte qui alla conclusione della serieche avevamo pensato (la pubblicazione è stata distribuita su ottonumeri di Ciclobby Notizie e dunque in un arco temporale di oltredue anni), abbiamo voluto provare a seminare qualcosa di nuovo,favorendo la conoscenza di regole, obblighi, divieti e registri com-portamentali.Abbiamo evidenziato l’importanza di valutare i pericoli, studiarele norme (la maggior parte degli incidenti è dovuta a infrazioni) eimporsi comportamenti prudenti. Speriamo di avere contribuito a disseminare qualche elemento diconoscenza utile.

Un occhio alle regole(cosa dice il Codice della Strada)Comportamenti* posizione (art. 143 CdS)* velocità (art. 141 CdS)* precedenza (art. 145 CdS)* cambiamento di direzione (art. 154 CdS)* verso i pedoni (art. 191 CdS)Circolazione sulle strade (art. 182 CdS)

* affiancamento* conduzione a manoVeicolo (requisiti bicicletta: art 68 CdS)* luci * campanello* freni

Bici Sicura: la sicurezza dipende anche dal mezzoDimensioni massime di ingombroLarghezza: 1,30 m, Lunghezza: 3 m, Altezza: 2,20 m

1; 2 Due freni indipendenti, uno per ogni asse, agenti sulle ruo-te, con comando a mano o pedale

3 Un campanello per segnalazione acustica (il suono deve po-ter esser percepito a 30 m)

4 Luce anteriore, bianca o gialla, con altezza da terra tra 30 e100 cm. L’asse ottico deve incontrare terra a non più di 20 m

5 Luce rossa posteriore, a non più di 100 cm da terra6 Catadiottro posteriore a luce riflessa rossa, a non più di 90

cm da terra7 Dispositivi catadiottrici a luce riflessa gialla, sui due fian-

chetti di ogni pedale8 Dispositivi catadiottrici laterali a luce riflessa gialla, sui due

lati di ogni ruotaNote:a) i dispositivi ottici di segnalazione (luce anteriore e posteriore)devono essere accesi da mezz’ora dopo il tramonto a mezz’oraprima del sorgere del sole. Inoltre devono essere accesi: nelle gal-lerie, con pioggia, nebbia, neve o scarsa visibilitàb) l’art. 224 del DPR 16/12/92 nr. 495, specifica le caratteristichetecniche cui devono soddisfare i dispositivi di segnalazione ottica

Sanzioni: cosa dice il Codice della StradaRiteniamo che questo elenco possa costituire una utile check-listdei propri comportamenti di guida in bicicletta, dal punto di vistadella osservanza delle norme del Codice della strada. Non riportia-mo gli importi delle sanzioni perché i nostri dati potrebbero nonessere aggiornati. Ma attraverso la descrizione del comportamentosanzionato ciascuno potrà avere degli elementi di valutazione ri-feribili a sé stesso.

Inadeguatezza del mezzo Rif. art. CdSCircolare con la bicicletta priva di impianto

di illuminazione........................................................................68Circolare con la bicicletta priva dei catarifrangenti previsti......68

PPPillole di sicurezza (n.8)di Eugenio Galli

sicurezza

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socivita di as azionesoci

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Circolare con la bicicletta priva di avvisatore acustico. ............68Circolare con la bicicletta i cui freni non esercitano

una sufficiente azione frenante. ..............................................68

Mancato rispetto delle norme di circolazione Rif. art.CdSNon avere rispettato la distanza di sicurezza...........................149Farsi trainare da un altro veicolo..............................................182Trainare un altro veicolo. ..........................................................182Percorrere in bicicletta strade vietate all’accesso dei cicli.......175Non avere acceso i fari nelle circostanze previste. .................152Non avere segnalato svolta con il braccio. ..............................154Pedalare senza appoggiare le mani sul manubrio...................182Non avere dato la precedenza ai pedoni che hanno già

cominciato l’attraversamento della strada.............................191Procedere affiancati in numero superiore a due

o in gruppo.............................................................................182Procedere a velocità elevata rispetto alle circostanze. ............141Procedere a zigzag tra le auto incolonnate..............................148Pedalare con cuffie sonore........................................................173Pedalare conversando al telefonino. .......................................173Trasportare un passeggero adulto. ...........................................182Trasportare un bambino non correttamente assicurato. ........182Procedere al centro della carreggiata anziché mantenersi

il più vicino possibile al margine destro. .............................143Appoggiarsi alle auto in sosta al semaforo. .............................182Circolare sulla sede stradale in luogo della pista ciclabile

parallela. ................................................................................182Circolare sui marciapiedi e in aree riservate ai pedoni...........143Stare nella scia di un veicolo a motore....................................141Tagliare le curve invadendo la corsia opposta. .......................143Sorpassare sulla destra...............................................................148Non avere ridotto la velocità e non avere rispettato

le norme di prudenza in prossimità di attraversamenti pedonali e aree a circolazione promiscua con pedoni. ......141

Mancato rispetto della segnaletica Rif. art. CdSNon avere rispettato i segnali stradali. .....................................146Transitare con il semaforo rosso...............................................146Circolare contromano. ..............................................................143Non avere rispettato il diritto di precedenza. .........................145Non avere dato la precedenza a un pedone

sulle strisce pedonali. ...........................................................191Oltrepassare un passaggio a livello con le barriere

o le semibarriere abbassate o con i segnali luminosi di arresto in funzione.............................................................147

Altre infrazioni Rif. art. CdSNon avere osservato un ordine di arresto da parte

delle forze di polizia. .............................................................146Non avere rispettato le indicazioni fornite

dalle forze di polizia. .............................................................146Guidare in stato di ebbrezza.....................................................186Gareggiare in velocità lungo le strade......................................141Parcheggiare in un luogo di pubblico passaggio

ostruendo la circolazione di pedoni. ....................................158Danneggiare la segnaletica stradale............................................15Abbandonare lungo la strada materiale di qualsiasi

genere. ......................................................................................15Organizzare competizioni ciclistiche non autorizzate. ................9Affidare il seguito delle gare ciclistiche a personale

non autorizzato...........................................................................9

La Bici comepromozione sociale:una marcia in più

Le attività di Fiab Ciclobby Milanonella formazione di meccaniciciclistiNegli ultimi anni la bici è stata da molti riscoperta non solo comemezzo di trasporto ma anche come mezzo di promozione socialeper tutte le persone considerate diversamente abili. Associazioni cul-turali ed Onlus hanno fatto ricorso ad attività sia creative che ma-nuali per aiutare la crescita di giovani ed adulti con difficoltà fisichee/o psichiche; la ciclofficina è una di queste; se inquadrata anche co-me servizio alla zona od al quartiere, motiva il soggetto debole aduna crescita personale e sociale. Anche noi di Fiab Ciclobby abbiamofornito la collaborazione tecnica alla formazione di questi meccaniciin erba ed all’avvio di piccoli servizi di manutenzione. Con Animondo,associazione culturale in zona Lodi-Corvetto, abbiamo iniziato unpercorso partendo da una festa di quartiere in piazza Gabrio Rosadove, per la prima volta, alcuni ragazzi guidati dai nostri esperti si so-no adoperati nella riparazione delle bici in un luogo pubblico.Un’esperienza gratificante per tutti e da ripetere. Vasco, nostro socio,meccanico e laureato in Psicologia dell’educazione, si è messo allaguida della loro ciclofficina.Altro è in arrivo: una collaborazione per adulti disabili in orario diur-no, programmi formativi comuni con un’associazione di ipovedenti.Perché... un vero ciclista si ferma sempre a dare una mano a chi è indifficoltà.

Assemblea dei sociSabato 1 marzo 2013 alle 14.45, nella nostra sede divia Borsieri, si tiene l’Assemblea annuale, aperta a tuttii soci.

Partecipa anche tu!

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treni tedeschi non hanno semplici“spazi”per trasporto bici, bensì ampi“salottini” moquettati. Alla stazionedi Bamberg i ciclisti parcheggiano i

propri mezzi utilizzando variamente: boxchiusi per bici, parcheggi coperti, bici lega-te ai pali, bici legate a se stesse.Le corsie ciclabili sono tracciate solo sustrade “importanti” (nel senso di carreg-giate ampie: le strade non sono mai “traffi-cate”perché il movimento veicolare è mol-to scarso); per il resto, tutte le strade sonociclabili; quelle a senso unico sono semprea doppio senso per le bici.La piazza del duomo è immensa; attraver-sarla da’ una leggera vertigine. Si prova co-me una sensazione di vuoto...ma non è unasensazione: è proprio vuota perché non cisono automobili in sosta! (permesse solola domenica, durante le messe in duomo).Per portare i bambini si usano solo carret-tini doppio uso, che possono essere utiliz-zati sia a spinta come un normale passeg-gino sia fissati alla bici e trainati.L’apposita segnaletica per biciclette indicavari itinerari fuori città, compreso quellodedicato alle birrerie, tipiche e numerosenella zona.Tante le bici, poche le rastrelliere: le bici-clette si legano a se stesse, anche di notte,davanti a casa o in piazza, con le borse ap-pese, la luce infilata sul manubrio e il con-ta-chilometri montato.Le bici elettriche sono abbastanza diffuse:si vedono anche tandem elettrici e c’è unarivista di settore, espressamente dedicata.Oltre a ciò –ma anche per tutto questo! -la cittadina è deliziosa e la birra è ottima.

Guia Biscàro

Suggestioni daBambergSuggestioni sparse da unviaggio di tre giorni aBamberg, Alta Baviera:

Per pedalare in “affitto” non c’èsolo il bike sharing: scatta l’ope-

razione social pedal. Negli ultimidieci anni abbiamo visto crescere ilnumero delle reti sociali, dedicatepiù o meno a qualsiasi cosa. A parte la so-cialità tout court, rappresentata da Face-book, in internet si può socializzare con-dividendo la propria casa (Airbnb), la pro-pria auto privata (Buzzcar), il proprio mo-do di fotografare (Instagram) e adessoanche la bicicletta. Spinlister è il sito doveaffittare da privati biciclette (anche sci esnowboard) in più di quaranta nazioni. InItalia non è neanche agli albori, basti pen-sare che a Milano gli iscritti sono sei - trai quali il sottoscritto - a Napoli e Torinonessuno, mentre a Roma c’è solo unasimpatica ragazza, e lo stesso a Palermo. A New York, dove il servizio ènato, non si riesce a finire di vedere tutte le inserzioni, a fronte di unservizio di bike sharing partito con seimila bici e quindicimila iscrizioni.Su Spinlister si può noleggiare una bici per 15 o 150 euro al giorno, ma

anche richiedere costi orari e setti-manali. Alla fine della pedalata la vo-stra bicicletta potrà anche essererecensita per i prossimi utenti. Al dilà della curiosità, Spinlister fa vede-

re come il modello di condivisione di ser-vizi basato sulla proprietà privata trovistrada insieme alla condivisione su basepubblica. Molte persone non sono dispo-ste a pagare un noleggio vero e proprio,anche perché spesso non è dove sarebbepiù comodo, e non vogliono neanche sot-toporsi a iscrizioni a servizi, per quantofacili e convenienti. Vorrebbero piuttosto,nel caso di una bici, scegliere un modelloadatto a loro ed anche da chi affittarlo,magari, anche in previsione di un prossi-mo acquisto. In Italia una tale disinvoltura

sulla proprietà non è ancora di casa, ma arriverà di certo. L’Expo mila-nese, con il traffico di turisti previsto, sarà un banco di prova per en-trambi i sistemi, sia l’ormai classico BikeMI che il nuovo Spinlister.

Federico Del Prete

Modelli di condivisionea... pedali

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

II

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che pedalailmondomondo

1. Chiariamo subito le coseAncora oggi, a più di un secolo dall’avventodell’automobile, muoiono ogni anno nel mon-do 1,2 milioni di persone, e dai 20 ai 50 milio-ni restano ferite.Gli incidenti stradali sono una delle prime trecause dirette di morte tra le persone in etàcompresa tra i 5 ed i 44 anni, mentre l’auto è in-direttamente concausa importante di molti altrifattori di mortalità.Consideriamo ora quanto avviene nel trasportoaereo e ferroviario, il cui funzionamento non èaffidato ai comportamenti individuali e dovevengono applicati gli standard di sicurezza altri-menti normalmente (ed obbligatoriamente) ap-plicati negli altri campi dell’attività umana. Rispetto a questi sistemi di trasporto l’autopresenta tassi di mortalità (numero di morti perogni chilometro percorso da ciascun passegge-ro in un anno) rispettivamente di 60 e di 6 voltepiù elevati, mentre la moto risulta più di 2000volte (duemila!) più pericolosa dell’aereo.Di fronte a queste cifre si deve senza alcun dub-bio concludere che l’automobileindividuale rappresenta uno deipiù grandi ‘disastri’ della tecnolo-gia ad esclusione, ovviamente, diquelli causati dai prodotti esplici-tamente destinati ad uccidere,cioè dalle armi1.

2. E allora?Fermiamoci un attimo a riflette-re. Non moltissimi anni or sono fumare era cosaassolutamente normale e case, locali pubblici,autobus e scompartimenti ferroviari erano veree proprie camere a gas, anche in presenza dibambini ed anziani; oggi nessuno, nemmeno il ta-bagista più incallito, si permetterebbe anche so-lo di pensare di accendere una sigaretta mentrefa la coda in un ufficio postale.Eppure guidare una automobile pur nel pieno ri-spetto delle attuali regole e con le attuali tecno-logie è assai più pericoloso che fumare in unluogo pubblico, come le statistiche ci dimostra-no al di là di ogni ragionevole dubbio.E allora?Tra non molti anni, prima di quanto si possa cre-dere (o sperare), nessun automobilista si per-metterà di guidare a velocità e con comporta-menti incompatibili con la sicurezza delle altrepersone, per il semplice motivo che l’automobi-le per come la conosciamo scomparirà, sostitui-ta -finalmente- da veicoli a controllo di guida, oa guida, automatica2.Nel frattempo si tratta di ricondurre le modali-

tà di funzionamento di un sistema così primitivocome l’auto a guida umana ‘libera’ entro limitimaggiormente coerenti con una così evidenteimperfezione tecnologica, ed il primo, importan-tissimo passo è quello del cancellare il colossaleerrore rappresentato dall’aver assunto i 50 kmall’ora come limite di velocità compatibile conl’ambiente urbano.

I 50 km/h e la cittàPerchè i 50 km/h siano da considerarsi un erro-re è cosa facile da intendersi. Qualunque guidatore ‘normale’ tiene del tuttospontaneamente velocità molto più basse incontesti caratterizzati da spazi ristretti, fortepresenza di pedoni in attraversamento o di cicli-sti, auto che parcheggiano e ripartono, fermatedi autobus, contesti cioè nei quali i comporta-menti non pienamente prevedibili divengonopreponderanti.Il motivo è semplice: a 50 km/h il campo visivo siriduce a meno della metà di quello che si apreandando a 30 km/h mentre, in compenso, lo

spazio necessario per arrestare l’au-to più che raddoppia e tutto questol’automobilista normalmente ‘pru-dente’ lo percepisce anche da solo3.Il problema è che, in ambito urbano,non tutte le strade sono capaci ditrasmettere un segnale corretto dirischio all’automobilista, inducendo-ne la necessaria prudenza, mentretutte le strade sono capaci dello

stesso, intrinseco disordine e livello di rischio: ilpedone che attraversa all’improvviso, la biciclet-ta che scarta all’improvviso per l’apertura dellaporta, il passeggero che attraversa davanti all’au-tobus, l’auto che frena all’improvviso perchè havisto il parcheggio sono tutti accadimenti ‘nor-mali’ in tutte le strade urbane.

I 30 km/h e l’automobileSe dunque la città è e deve continuare ad essereil luogo di tutti, deve anzitutto cessare di essereil luogo di ‘qualcuno’ e, per farlo, occorre chequesto ‘qualcuno’ si comporti in modo compati-bile con gli altri.Questi ‘altri’, cioè i pedoni, i ciclisti, i fruitori de-gli spazi pubblici sono sempre meno disposti asubire l’impatto di comportamenti così (inutil-mente) lesivi della loro sicurezza e qualità di vi-ta, tanto che, nei casi di più evidente conflitto,reclamano e non di rado ottengono spazi sem-pre più estesi dai quali l’automobile viene deltutto esclusa, come le pedonalizzazioni.La moderazione è una sorta di ‘terza via’, in fon-do proposta a favore degli stessi automobilisti,capace di ospitare tutti nello spazio urbano gra-zie alla rinegoziazione delle regole di uso, in at-tesa che il progresso tecnico colmi i ritardi delpassato.Moltissime città e nazioni già l’hanno imboccata,ed in nessun caso si è tornati indietro, anzi. In Italia, pur con il solito, colpevole ritardo pri-ma o poi la imboccheremo, anche se quel ‘..poi..’purtroppo significa morti e feriti che avremmopotuto evitare.

Alfredo Drufuca

1. Peraltro il numero di morti causati dall'automobiledalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi è or-mai paragonabile ai 70 milioni di morti di quel terrifi-cante conflitto dei quali 50 milioni, è sempre bene ri-cordarlo, furono vittime civili. 2. Senza che i più lo sappiano, un veicolo sperimentalea guida totalmente automatica ha percorso quasi unmilione di chilometri nel normale traffico urbano, su-bendo come unico incidente un tamponamento. Lestime più prudenti riconoscono ai sistemi di guida au-tomatica già disponibili una riduzione di incidentalitàdi oltre il 90%.3. A queste motivazioni ne va aggiunta una, molto piùimportante per quanto non percepita dai guidatori, ecioè che per un pedone essere investito da un'auto a

50 km/h equivale a cadere dalterzo piano, mentre a 30 km/hdal primo.

La moderazione del traffico:perché non possiamo più aspettare

Un intervento di moderazionedel traffico e il logo dellacampagna di comunicazionede ”La città possibile”,utilizzato anche dal Comune diTorino per la realizzazione dellaZona 30 di Mirafiori Nord.

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Le iniziative per la mobilità nuova simoltiplicano nelle città italiane, siano

esse mirate alla costruzione di infrastrut-ture e servizi o alla semplice moderazio-ne del traffico.

Il vuoto si spalanca sulla comunicazio-ne: nessuna campagna nazionale sulla

promozione di buone pratiche e nuovistili di vita affianca le iniziative locali. Èuna conferma di come su scala nazionaleci sia ancora molto da fare, sia per far ri-spettare le leggi esistenti che per aggior-narle con altri provvedimenti. In questospazio lasciato libero dalle istituzioni siinfilano i movimenti e gli attivisti, spessocon risultati da agenzia pubblicitaria verae propria.

Èil caso di Capitan 30, un supereroe ri-calcato sul celebre Capitan

America della Marvel che so-stiene la moderazione del traf-fico con il suo strumento piùtipico: le zone urbane con li-miti di velocità ridotto a 30km/h. Già adottate da Ferrara,Reggio Emilia, Catanzaro, Sa-ronno e Caserta, alle quali siaggiungerà presto con un suoprogramma anche Milano, leZone30 non sono però soste-nute da una campagna chediffonda l’iniziativa, per laquale bisognerà forse attende-re il nuovo assetto dell’ANCI.

Ci ha per il momento pensa-to Bikeitalia.it, il nuovo

portale che si propone di di-

ventare un punto di riferimento sui temidella mobilità ciclistica in Italia. I super-poteri di questo personaggio sono ap-punto quelli di rallentare le auto troppoveloci quando stanno per provocare inci-

denti. Fin qui sarebbe banale,ma lo sceneggiatore del fu-metto –Paolo Pinzuti, anima-tore del portale e di altre ini-ziative nazionali –ha decisodi introdurre il sesso nellatrama, forse per ottenere unamaggiore eco alle impresedel nostro.

Nelle ultime tavole dellaministoria inaugurale, di-

segnate dalla mano “sgama-ta” del fumettista romano Vi-to Manolo, Capitan30 non di-sdegna, oltre a salvare unbimbo da investimento certo,di farsi ricompensare dalle at-tenzioni della mamma, laquale ha il dubbio se il valore

“30” riguardi solo la velocità o anchequalcos’altro...

Ad essere politicamente corretti si di-rebbe un finale sessista, ma vediamo

se le diversamente corrette prodezze delsupereroe riusciranno almeno ad aggiun-gere molti zeri ad una cifra ormai predadelle più diverse unità di misura.

Obbiettivo della campagna è infattiraccogliere firme in sostegno alla

proposta di legge della Rete per la Mobi-lità Nuova, di cui fa parte anche Fiab.

Federico Del Prete

Capitan 30: quando lamoderazione del traffico è anche erotismo Ciao

MargheritaHack, amicadella bicicletta

La Federazione Italiana Amici della Biciclet-ta esprime sentito cordoglio per la scom-

parsa di Margherita Hack, astrofisica e divul-gatrice scientifica ma soprattutto convinta ci-clista e amica della FIAB.

La sua passione e il suo impegno, tra gli altritemi sociali e politici, per la bicicletta eranostati ampiamente descritti nel libro autobio-grafico “La mia vita in bicicletta” dove l’astro-fisica racconta gli anni della la sua vita, dal tri-clo alla bici da corsa.

Dichiara la Presidente FIAB, Giulietta Pagliac-cio: «Un affettuoso pensiero va alla nostraamica Margherita Hack. Ci piace ricordarlacome “amica” perché come noi amava la bici-cletta e ci è sempre stata vicina nelle nostrebattaglie. Se ne va un altro pezzo importantedella nostra storia patria, ma ha lasciato unatraccia indelebile per fortuna. Ciao Margheri-ta».

Margherita Hack era stata due volte ospitedella Fiab nella sua città natale, Firenze, periniziativa dell’associazione locale Firenzeinbiciall’interno della settimana europea della mo-bilità. E, nel febbraio 2012, a Milano per un in-contro organizzato da Fiab Ciclobby insiemealla casa editrice che aveva pubblicato la suabiografia in bici.

Si unisce al saluto il presidente della associa-zione milanese (Fiab Ciclobby), Eugenio Galli:«Quando alzeremo gli occhi nelle notti sere-ne ti vedremo lassù nel cielo, brillare fra lestelle cui hai dedicato la tua vita».

Lello SforzaResponsabile Ufficio Stampa

FIAB onlus

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che pedalailmondomondo

i chiamo Maurizio Guagnet-ti e nutro due passioni: ilgiornalismo e la bicicletta.Da due anni “ciclicamente”ho abbandonato la mia scri-

vania per fare il cronista a pedali:un’esperienza chiamata Radiobici chemi ha portato a percorrere per bendue volte l’Italia da Milano fino a Mar-sala, per poi rientrare nella mia città,Milano.

Quindicimila chilometri, duecentointerviste e altrettanti collega-

menti in diretta con l’emittente per laquale lavoro: Radio 105. In giro mi ri-conoscono per la stranezza della mia bici: untandem che assomiglia a un veliero: al postodella polena c’è una telecamera con la qualein viaggio ho registrato le mie conversazionicon i sindaci delle principali città italiane, im-prenditori, cantanti, scrittori. L’idea inizialeera quella di viaggiare con uno stile 2.0, invi-tando i lettori del blog sul quale racconto ilmio viaggio a proporsi come pedalatori neglispostamenti tra una città e l’altra. Ho dovutorinunciare quasi subito a questo progetto,troppo complesso da organizzare. La fortunami ha però regalato una folta schiera di amiciche hanno più o meno il mio stesso profilopsichiatrico: Andiamo in bici a Palermo? - Chefigata! Quando si parte?

Con il primo degli psico-ciclisti in questio-ne, Davide, partendo da Milano ci siamo

ritrovati, in tre giorni di pedalate, in piazza Ca-stello a Torino aspettando che Piero Fassinovarcasse la soglia del suo ufficio. È stato il pri-mo colpo di fortuna: il fiatone mentre pedala-va cercando di rispondere alle mie domandeè finito subito in televisione. Quei dieci minu-ti di pedalata sono così diventati un formatche abbiamo poi replicato in tutte le città.L’obiettivo è parlare della realtà mentre ci pe-daliamo attraverso. Quando porti un sindacoin una strada affollata e inquinata dalle emis-sioni delle auto, le chiacchiere valgono zero.Quando a raccontare è invece uno scrittore,la poesia vola stando dentro la scenografiareale che l’ha vista nascere.

Il tema centrale dei nostri racconti è la so-stenibilità. Tra quelli che hanno già incrociato

i nostri racconti a qualcuno verrà da chieder-si: cosa c’entra un graphic novelist o un mili-tante dei diritti civili con la sostenibilità? Lasostenibilità, per come la intendiamo noi, èqualcosa di più grande che un calcolo traemissioni e compensazioni certificate da au-torevoli istituti di ricerca. La sostenibilità par-la di noi, della nostra storia, delle cose che cicircondano sia per come sono state costruiteche da chi sono state costruite. A Radiobiciparliamo dei diritti dell’ambiente e nell’am-biente ci stanno prima di tutto gli esseri e noisiamo esseri umani.

In Sicilia con Davide siamo riusciti a portarela Radiobici (duecento chili circa tra bici,

carrello, strumentazioni varie) fino in cima alPasso di Cadibona. E’ lì che ho vissuto la pri-ma illuminazione sostenibile: bici non comesinonimo di sofferenza, bici come scelta chemi ha portato a montare, ad un anno di di-stanza, un motore elettrico a pedalata assisti-ta, un sollievo per le mie gambe e per il fiatocorto di un ciclo-giornalista che, nonostantetutto, fuma.

Anche in questo Radiobici mi ha insegnatoche, per non vivere traumi da cui è poi

difficile riprendersi, è sempre meglio cercareuna terza via. Ma torniamo alle salite ardite:quest’anno il trauma dei su e giù del Chianti,con il mio motore elettrico, è stata impresameno epica ma più libera dall’eccessiva fatica,quella che può toglierti il gusto. A Cagliaril’intelligenza del terzo pedalatore, Alessio, ciha portato a incontrare una delle donne piùbelle e preziose che abbia incontrato in que-sto Paese, Daniela, una musicista che fa l’im-prenditrice componendo delle opere con ilsuo lavoro nel campo della bio-edilizia.

Il tema ricorrente dei nostri incontri è la cri-si: disoccupazione, assenza di un orizzonte,

frustrazioni. Però ci sono, anche se difficili dascovare, le esperienze dei singoli che fanno ladifferenza. In merito abbiamo cancellato qual-che stereotipo di cui eravamo contempora-neamente vittime e carnefici: non è vero chesolo il Nord sta lavorando per cambiare lamobilità delle proprie città. In una Napolisommersa dai rifiuti e dal traffico, è difficilenegare l’impegno dell’amministrazione. DeMagistris ha scommesso sulle piste, sulle zonepedonali e sulle limitazioni del traffico: non lachiamerei dipendenza da gioco!

Radiobici sta lentamente accantonando,per poi restituirvelo in modo organico,

una serie di dati che raccontano il Paese an-che sotto questo punto di vista: la mobilitàsostenibile e le politiche delle amministrazio-ni pubbliche in materia. Se avrete voglia di far-vi un giro sul nostro sito (www.radiobici.it), viaspettiamo!

Maurizio Guagnetti

Radiobici: il raccontodella sostenibilitàSu e giù per le realtà locali con uno studiotelevisivo... a pedali!

MM

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mondomondo

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DicembreIn Sede Giovedì 12 DicembreConsiglio Direttivo FIAB Ciclobby Lariunione è aperta a tutti i soci che voglianodare il loro contributo con proposte e sug-gerimenti. h 20:30, Sede Ciclobby.

In Sede Venerdì 13 DicembreFesta degli Auguri Ci troviamo in sedeper scambiarci gli auguri di Natale. Ore18:30 Sede Ciclobby. Proposta di: Gruppovolontari segreteria

Milano Arte Domenica 15 DicembreMilano tra le due guerre Giro cittadinoaccompagnati dall’arch. Rocculi e da MariaLuisa Bonivento. Ritrovo h 10:00, PiazzettaReale. Quota: 1 €. In caso di pioggia l’ap-puntamento è annullato. Proposta di: arch. Gian-franco Rocculi, Marialuisa Bonivento -

Cicloturistica pianura km 60Domenica 15 DicembreLanghirano, capitale del prosciutto Iltorrente Parma ci accompagnerà nella pa-tria del prosciutto. Proposta di: Roberto Facchini

In Sede Domenica 15 DicembreLa sede è aperta! Avete pensato di rega-lare l’iscrizione a Ciclobby a un vostro ami-co? O a rinnovare la vostra? Oggi la sede èaperta anche per verificare con i nostrimeccanici lo stato di salute della vostra bi-cicletta! Ore 10.00-18.30, Sede Ciclobby.Proposta di: Stefania Fuso Nerini/Vanna Bartesaghi

Fuori Sede Venerdì 20 DicembrePaella sangria e tombolataCena allegramente in compagnia. Ritrovo h20:00, Trattoria “Lo Stuzzichino”, via PorroLambertenghi 13. Termine iscrizione: 16/12Proposta di: Raffaele Peccioli, cell. 3398236496

GennaioIn Sede Giovedì 16 gennaioBiciMondo: Velopensieri Francesco Riccipresenta il suo libro Velopensieri. Sarannopresenti il giornalista scrittore Gianni Murae il fondatore della Marcos y Marcos Mar-co Zapparoli. Allieterà la serata, con le suecanzoni, il musicista scrittore Claudio San-filippo. Ore 19.00, Libreria Popolare di viaTadino, via Tadino 18, Milano. Proposta di: Ma-ria Gabriella Berti, cell. 3487815237

Milano ArteDomenica 19 gennaioMilano tra feudi e comuni Giro cittadinoaccompagnati dall’arch. Rocculi e da Maria-luisa Bonivento. Termine h 12.30. Ritrovo h10.00, Piazzetta Reale. Quota: ass.ne: 1.00€In caso di pioggia appuntamento annullato.Proposta di: Arch. Rocculi/Bonivento

In SedeGiovedì 30 gennaioBiciMondo: The Big Chill-Ireland-Sco-tland-Iceland-Norway In bicicletta allascoperta del Grande Nord con una buonaattrezzatura fotografica. Fotoracconto di

Nei giorni a cavallo di ferragosto hopotuto osservare di persona, di gior-

no e di sera, ciò che avevo in precedenzaappreso dai giornali, ossia la chiusura deiFori Imperiali alle auto. E la suggestioneè stata indimenticabile: ciclisti, tanti, epedoni di tutte le età nello spazio libera-to dal traffico in una passeggiata che at-traversa duemila anni di storia.

Certo, la cornice dei Fori è unica nelsuo genere, spettacolare e scenografi-

ca. Ma anche questo contribuisce a ren-dere la limitazione al traffico motorizzatoprivato della strada che congiunge il Co-losseo a piazza Venezia, passando perl’adiacente area archeologica, un provve-dimento dotato di una forza simbolicastraordinaria, non solo per Roma (la piùbella città del mondo) ma per tutto ilPaese.

Se ne discuteva da molti anni, e perònessuno aveva mai osato provare a

concretizzare. Lo ha fatto il sindaco Igna-zio Marino, con molta determinazione,solo qualche settimana dopo il suo inse-diamento al Campidoglio, e l’iniziativa hafatto subito discutere le opposte fazioni,divise tra favorevoli e contrari.

Tra i contrari, oltre ai rappresentanti dialcune categorie del commercio che

si dicono penalizzate dal provvedimentoe qualche associazione di consumatori, lecui ragioni mi paiono se possibile ancormeno comprensibili, vi sono anche colo-ro che ritengono tale misura insoddisfa-cente per difetto, poiché avrebbero volu-to molto di più. Domande talvolta legitti-me, rivelatrici di un grande carico diaspettative, ma che richiedono di poteressere verificate nel concreto.

Lasciamo a questo punto che si veda inmodo compiuto, e non sommario,

quale sarà la direzione intrapresa dallanuova amministrazione capitolina. Sequello dei Fori resterà solo un esperi-mento di portata limitata, chiuso in una

visione miope, configurando l’ennesimaoperazione di facciata, o se invece parteda qui, con lungimiranza, l’inizio di unarivoluzione della mobilità in senso soste-nibile. Ma, sapendo quali e quante sonole incrostazioni culturali avverse, alimen-tate da una ideologia dell’auto-a-tutti-i-costi che ha imperversato senza freni perdecenni nel nostro Paese, contaminandoin modo trasversale anche le diverse ap-partenenze politiche, non lasciamo solicoloro che desiderano finalmente unamobilità nuova per tutti, né chi, come ilsindaco Marino, ha fatto affermazioni im-pegnative disegnando una visione di unacittà che ci piace, nella quale pubblicotrasporto, pedonalità e ciclabilità rappre-sentano gli assi portanti delle scelte dimobilità.

Certo, il Colosseo non può essere ri-dotto a una immensa rotatoria sparti-

traffico. Difendere questi luoghi, questebellezze uniche, è difendere il nostroPaese. Vuol dire dare significato concretoall’articolo 9 della nostra Costituzione, se-condo il quale la Repubblica «Tutela ilpaesaggio e il patrimonio storico e artisti-co della Nazione».

Ma togliere spazio alle auto per resti-tuirlo alle persone significa soprat-

tutto rendere le nostre belle città attraentie vivibili per tutti. E così pure una appli-cazione diffusa dei principi di moderazio-ne del traffico, che, costringendo a toglie-re il piede dall’acceleratore, consentonodi vivere gli spazi pubblici urbani, di pas-seggiare e pedalare senza l’assillo costan-te dei motori. Migliorando la sicurezza,abbattendo il rumore, riducendo l’inqui-namento, favorendo stili di vita sani.

Occorrono capacità di visione e co-raggio politico, qualità che non ab-

bondano in Italia. Speriamo dunque chequello di Roma sia l’inizio di un cambia-mento concreto che si dimostra possibile.

Eugenio Galli

Ebbene sì, si può fareTutela del paesaggio, promozione della qualitàdella vita e delle relazioni: la pedonalizzazione

è uno strumento attuale. Il caso dei ForiImperiali a Roma.

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Fulvio Silvestri. Ore 21.00, Sede Ciclobby.Proposta di: Maria Gabriella Berti

FebbraioIn SedeDomenica 2 febbraioPorte aperte a Ciclobby. Secondo appun-tamento per rinnovare la tessera e verificarelo stato di salute della bicicletta. Ore 10.00-18.00, Sede Ciclobby. Proposta di: Stefania FusoNerini

In SedeGiovedì 13 febbraioBiciMondo: Compratevi una bicicletta!Federico Del Prete presenta il suo libroCompratevi una bicicletta! Come uscire dalladipendenza da automobile e cambiare la pro-pria vita (ediciclo editore) Ore 19.00, Li-breria Popolare di via Tadino, via Tadino 18,Milano. Proposta di: Maria Gabriella Berti, cell.3487815237

Milano ArteDomenica 16 febbraioMilano tra porte e navigli Giro cittadi-no alla scoperta di qualche cosa di nuovoche non avevamo mai visto. Termine versole 12.30. Ritrovo h 10.00, Piazzetta Reale.Quota: ass.ne: 1.00€. In caso di pioggia l’ap-puntamento è annullato. Proposta di: Arch. Roc-culi/Bonivento

In SedeGiovedì 27 febbraioBiciMondo: L’emozione della natura insella alla mtb. Una breve e variopintapresentazione delle gite MTB di Fiab Ci-clobby: partecipanti, percorsi, salti e salite,momenti di meraviglia e di ilarità. Raccontoe immagini di Andrea Scagni. Ore 21.00, se-de Fiab CIclobby. Proposta di: Maria Gabriella Ber-ti, cell. 3487815237

Marzo

In sedeSabato 1 MarzoAssemblea dei soci. Relazione ai soci diPresidente e Direttivo sulle attività svoltenell’ultimo anno. Ore 14.45 Sede [email protected]

Milano ArteDomenica 16 marzoMilano del Rinascimento Giro cittadinoaccompagnati dall’arch. Rocculi e da Maria-luisa Bonivento che si conclude verso le12.30. Ritrovo h 10.00, Piazzetta Reale.Quota: ass.ne: 1.00€ Note: In caso di piog-gia l’appuntamento è annullato. Proposta di:Arch. Rocculi/Bonivento

Fuori SedeSabato 22 - Domenica 30 marzoAspettando Bicinfesta... 8 giorni conFIAB Ciclobby. Per nove giorni numerosieventi in città sulla bici e per la bici. Inoltrein via Dante il nostro tradizionale gazebosarà riferimento per iscriversi a Bicinfesta,associarsi a Ciclobby o per informazioni suciò che riguarda la bici a Milano e non solo.Ore 10:00-19:00 via Dante ang. Cairoli.

In SedeGiovedì 27 marzoBiciMondo: Bi-ciLENTO Esplorazioni inbicicletta del Parco Nazionale del Cilentoe Vallo di Diano, tra foreste, paesi irraggiun-gibili, tavolate accoglienti, strade silenziosee tradizioni rumorose. Racconto ed imma-gini di Guia Biscaro ed Annibale Osti. Saràpresente Antonio Fraiese, autore della gui-da “Itinerari ciclistici alla scoperta del Ci-lento” Ore 21.00, sede Fiab CIclobby. Propo-sta di: Maria Gabriella Berti, cell. 3487815237

CiclomanifestazioneDomenica 30 Marzo

Bicinfesta di Primavera. La 28a edizione del nostro grande appun-tamento primaverile con tutti i ciclisti mi-lanesi parte alle ore 10.30 da via Dante. Idettagli nel prossimo numero. Ritrovo h9.00 via Dante angolo p.za Cairoli.www.ciclobby.it [email protected]

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o se ci sono aggiornamenti:

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o telefonando in segreteria:

tel. 02-69.31.16.24

mar-ven h 17-19 sab h 10.30-12Pubblichiamo gli appuntamenti definiti al momento di andare in stampa perchè è in arrivo il calendario 2014.

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Zona 2

A.W.S. Bici motor CNRV

via Ponte Seveso 33 ang. Schiaparelli Tel. 02.67072145 www.awsbici.com [email protected]

Bici & Radici CDLNPRUV

via N. D’Apulia 2 - Tel. 02.83418589www.bicieradici.com [email protected]

Cargo N

via Meucci 39- Tel. 02 2722131www.cargomilano.it

Cascina Quadri In Bici RV

via Nuoro 2 - Tel. 333 [email protected]

Riva Auto SAS RV

via Don Guanella 5 - Tel. [email protected]

Zona 3

Bikingdays-Brompton Store CNPRUV

via Malpighi 7 - Tel. 347 7169770 - 348 5764404www.bikingdays.com [email protected]

Ciclicoss PRV

via Canaletto 1 (ang. p.za Guardi) - Tel. 02.70102358www.ciclicoss.it [email protected]

Detto Pietro Store PRUV

viale Vittorio Veneto 8 - Tel. 02.29405018 [email protected]

Due Ruote Porpora RV

via Porpora 151 - Tel. [email protected]

La Bottega di Peter CDLNPRU

via C. Goldoni 41 - Tel.: 380 9017 [email protected]

Libreria Popolare di via Tadino NO BICI

via Tadino 18 - tel. [email protected]

Silvestrini RUV

piazzale Susa 7 - Tel. 02.87391899www.silvestrinibiciclette.it

Silvestrini RV

viale Corsica, 86 - Tel. 02.39660557cell. 331 8697892 www.silvestrinibiciclette.it

Zona 5

La Bicicletteria CNPRUV

via A. Sforza (ang. via Spaventa 1) Tel. 02.8461286www.labicicletteria.it [email protected]

Zona 6

Il Biciclettaio CPRV

via Santa Rita da Cascia 14 - Tel.: 02.89762077 www.ilbiciclettaio.it [email protected]

Jigsaw Place S.r.l. NO BICI

Rappresentante Brompton in Italia (bici pieghevoli). Non vende a privativia delle Foppette 2 - Tel. 02.36535313www.brompton.it [email protected]

La Bicicletteria CNPRUV

via Washington 60 - Tel. 02.4984694www.labicicletteria.it [email protected]

La Stazione delle Biciclette PRUV

via Ettore Ponti 21 - Tel. [email protected]

Silvestrini RUV

via Vigevano 11 - Tel. 02.89403642www.silvestrinibiciclette.it

Zona 7

Cicli Santamaria RV

via Rubens 26 - Tel. 338 1467013 [email protected]

Zona 8

Doniselli PRUV

via Procaccini 11 - Tel. 02.34533031www.doniselli.it [email protected]

La Bicicletteria CNPRUV

Centro Comm. Portello - p.le Accursio - Tel.02.39260565 [email protected]

MyByke LPRV

via Alfredo Albertini, 5 - Tel. 393 3731348www.facebook.com/[email protected]

Zona 9

Equilibrio urbano CPRV

via Pepe 12 - Tel. 02.3956 [email protected]

Igor Bike CLPRUV

via Francesco Arese 20 (ang. via Thaon di Revel)Tel. 02.69901353 [email protected]

Nino Bixio R

viale Fulvio Testi 64 - Tel. 02.66102953

FUORI MILANO

Bonariva Alfredo RV

via Milano 220 - Baranzate di Bollate (MI) Tel. 02.3560687

Gherociclo CNRU

via Gramsci 4 (ex stazione F.S.) Corsico (Mi)Tel. 02.45103113www.gheroarte.com/category/gherocicloAperto merc. e sab. 15-22. Dom. su appuntamento

La Stazione delle Biciclette DNRV

piazza IX Novembre 1989 San Donato Milanese(MI) Tel. 02.5560 3730www.lastazionedellebiciclette.cominfo@lastazionedellebiciclette.com

Mi-Wheels LPRV

via Rovani, 6 - Sesto San Giovanni (Mi)Tel. 335 8251990 [email protected]

Parcobici RV

via Trieste, 4 - Osnago (Lecco) Tel. 333 6727966http://www.parcobici.it [email protected]

LEGENDA

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