multiradio press news gennaio 2015

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Anno IX n. 1 - Gennaio 2015 - PERIODICO EDITO DA MULTIRADIO - Autor. Trib. di Macerata n.466/07 del 23 Aprile 2007 - Direttore Responsabile: Ester De Troia - Stampa: Tipografia San Giuseppe MPN gennaio 2015 8.000 COPIE! editoriale A pensar male si fa peccato ma ci vuole tanta buona volontà e una dose di ingenuità a non farlo quando si parla del progetto definitivo del nuovo asilo Green presentato in un freddo pomeriggio di fine anno dall’amministrazione tolentinate. Ad “aiutarci” a non cadere in tentazione c’è la proclamata buona fede, anzi la più disinteressata intenzione degli amministratori di fare un’operazione nel totale interesse della comunità. Un asilo nuovo, fa niente se quello esistente è perfettamente a norma anzi, lo è molto più di altre strutture. Un’area verde con nuove piantumazioni e attrezzature per rendere più piacevole la sosta delle persone che fruiscono dell’adiacente area di sgambamento per cani o la pista ciclabile che finisce nei garage dei residenti. Fa niente se per realizzarla si abbattono “una decina” di pini alti decine di metri ed esistenti da decine di anni. Addirittura un campo da calcio tutto nuovo per far giocare i bambini all’aria aperta in quella che agli effetti resterà l’unica area verde in quel popolosissimo quartiere di Tolentino. Quella dell’ incontro pubblico per presentare il progetto, redatto in sette mesi dal dirigente funzionario dell’ufficio urbanistica del comune, l’architetto Migliorisi, è stata un idea di grande democrazia da parte del sindaco Pezzanesi la cui volontà era, almeno nelle intenzioni, permettere a tutti i cittadini di conoscere il progetto dell’Amministrazione e casomai consentire di sollevare delle obiezioni. Certo non è stato altrettanto carino sentire il primo cittadino spendere parole poco lusinghiere, a volte anche di natura personale, sul conto di ogni intervenuto. Certo che i toni polemici ci potevano stare considerando che fanno parte dell’indole stessa del sindaco il quale non risparmia mai un “pensierino buono” per ognu- no dei suoi avversari. E dire che nell’Auditorium dove la presentazione del progetto è avvenuta, di avversari politici ce n’erano molti, visto che, fatta salva una piccola parte di cittadini direttamente interessati dalla questione che hanno anche costituito un comitato e raccolto circa 4000 firme, la stragrande maggioranza de- gli intervenuti era composta da facce note della vecchia e nuova politica. Quello che non abbiamo afferrato bene invece è la vera natura del progetto in sé, perché a sentire una corrente, quella della maggioranza politica, ci guada- gneranno tutti, cittadini e città in primis, mentre a sentire l’altra corrente invece sembrerebbe ai più (numericamente e non politicamente), che a guadagnarci sareb- bero veramente in pochi e di sicuro non certo l’ambiente e il livello qualitativo della vita delle persone che lì ci vivono. Per aiutare i nostri lettori a capire meglio il progetto e le varie correnti di pensiero, come è da sempre nella nostra volontà di “servizio pubblico” totalmente libero, dedicheremo un’ampia parte di questo giornale alla questione dell’asilo Green. Non ce ne vogliano i concittadini che pensano di non essere direttamente interessati all’argomento, ma ci preme parlarne perché oggi è il Green di piazza La Malfa, ieri era l’area dell’Oasi, domani potrebbe essere la cosiddetta variante “Patata” e riguardare anche loro o un ipotetico microscopico fazzoletto di terra proprio davanti casa loro sul quale un illuminato amministratore pubblico potrebbe decidere di far costruire un grattacielo di 10 piani. Inoltre, riteniamo che il senso civico di ognuno di noi deve essere vivo e presente anche se la cosa non ci tocca in prima persona. di Ester De Troia UNA DIAGNOSI DI TUMORE, UN MOMENTO DI RINASCITA Ricevere una diagnosi di cancro ti sconvolge, è innegabile, ma sono talmente tante le testimonianze di uno sconvolgimento in positivo, giunte al reparto di Oncologia dell’ospedale di Macerata, da convincere il primario Professor Luciano Latini a raccoglierle tutte un una relazione dal titolo “vivere con il cancro”. Un vero e proprio viaggio introspettivo che i pazienti fanno, anche grazie agli psicologi... segue...

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Mensile di attualità del territorio di Tolentino e dintorni edito da Multiradio.

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editoriale A pensar male si fa peccato ma ci vuole tanta buona volontà e una dose di ingenuità a non farlo quando si parla del progetto definitivo del nuovo asilo Green presentato in un freddo pomeriggio di fine anno dall’amministrazione tolentinate. Ad “aiutarci” a non cadere in tentazione c’è la proclamata buona fede, anzi la più disinteressata intenzione degli amministratori di fare un’operazione nel totale interesse della comunità. Un asilo nuovo, fa niente se quello esistente è perfettamente a norma anzi, lo è molto più di altre strutture.Un’area verde con nuove piantumazioni e attrezzature per rendere più piacevole la sosta delle persone che fruiscono dell’adiacente area di sgambamento per cani o la pista ciclabile che finisce nei garage dei residenti. Fa niente se per realizzarla si abbattono “una decina” di pini alti decine di metri ed esistenti da decine di anni. Addirittura un campo da calcio tutto nuovo per far giocare i bambini all’aria aperta in quella che agli effetti resterà l’unica area verde in quel popolosissimo quartiere di Tolentino. Quella dell’ incontro pubblico per presentare il progetto, redatto in sette mesi dal dirigente funzionario dell’ufficio urbanistica del comune, l’architetto Migliorisi, è stata un idea di grande democrazia da parte del sindaco Pezzanesi la cui volontà era, almeno nelle intenzioni, permettere a tutti i cittadini di conoscere il progetto dell’Amministrazione e casomai consentire di sollevare delle obiezioni. Certo non è stato altrettanto carino sentire il primo cittadino spendere parole poco lusinghiere, a volte anche di natura personale, sul conto di ogni intervenuto. Certo che i toni polemici ci potevano stare considerando che fanno parte dell’indole stessa del sindaco il quale non risparmia mai un “pensierino buono” per ognu-no dei suoi avversari. E dire che nell’Auditorium dove la presentazione del progetto è avvenuta, di avversari politici ce n’erano molti, visto che, fatta salva una piccola parte di cittadini direttamente interessati dalla questione che hanno anche costituito un comitato e raccolto circa 4000 firme, la stragrande maggioranza de-gli intervenuti era composta da facce note della vecchia e nuova politica. Quello che non abbiamo afferrato bene invece è la vera natura del progetto in sé, perché a sentire una corrente, quella della maggioranza politica, ci guada-gneranno tutti, cittadini e città in primis, mentre a sentire l’altra corrente invece sembrerebbe ai più (numericamente e non politicamente), che a guadagnarci sareb-bero veramente in pochi e di sicuro non certo l’ambiente e il livello qualitativo della vita delle persone che lì ci vivono.Per aiutare i nostri lettori a capire meglio il progetto e le varie correnti di pensiero, come è da sempre nella nostra volontà di “servizio pubblico” totalmente libero, dedicheremo un’ampia parte di questo giornale alla questione dell’asilo Green. Non ce ne vogliano i concittadini che pensano di non essere direttamente interessati all’argomento, ma ci preme parlarne perché oggi è il Green di piazza La Malfa, ieri era l’area dell’Oasi, domani potrebbe essere la cosiddetta variante “Patata” e riguardare anche loro o un ipotetico microscopico fazzoletto di terra proprio davanti casa loro sul quale un illuminato amministratore pubblico potrebbe decidere di far costruire un grattacielo di 10 piani. Inoltre, riteniamo che il senso civico di ognuno di noi deve essere vivo e presente anche se la cosa non ci tocca in prima persona.

di Ester De Troia

UNA DIAGNOSI DI TUMORE, UN MOMENTO DI RINASCITA

Ricevere una diagnosi di cancro ti sconvolge, è innegabile, ma sono talmente tante le testimonianze di uno sconvolgimento in positivo, giunte al reparto di Oncologia dell’ospedale di Macerata, da convincere il primario Professor Luciano Latini a raccoglierle tutte un una relazione dal titolo “vivere con il cancro”. Un vero e proprio viaggio introspettivo che i pazienti fanno, anche grazie agli psicologi... segue...

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segue dalla prima

...che il centro gratuitamente met-te a disposizione del malato, e che nel tempo ha permesso una “ri-nascita” sotto diversi aspetti della vita quotidiana, tornando a godere di cose che normalmente si dan-no per scontate ma che, soprat-tutto quando si guarda in faccia alla morte, assumono un aspetto nuovo.E così Maria scopre una forza che non avrebbe mai immaginato di avere nell’affrontare la malat-tia. Lorenza si è sentita depurata da una zavorra che da sempre si portava dietro e che non le per-metteva di vivere libera, leggera e autentica. Ma ci sono anche le testimonianze di chi come Diana non si capaci-ti ancora di quello che le amiche abbiano fatto per lei e quanto le stiano tutt’ora vicino. C’è anche Paolo che si descrive come un tipo duro prima di scopri-re la malattia e che ha imparato ad apprezzare una persona con cui parlare e una compagna vicina la notte. Bellissima la frase di Patrizia: “adesso quando sono felice lo sono più di prima, è assurdo ma è così, è una felicità più profon-da”Centinaia di testimonianze che hanno riempito cassetti, scatole, raccoglitori dei medici che ogni giorno, a qualsiasi ora si metto-no a disposizione dei pazienti dei reparti di oncologia di Macerata e Tolentino.Non solo con l’interpretazione dei referti medici e con le relative tera-pie, ma soprattutto con il rapporto umano e l’ascolto dei fastidi che inevitabilmente la malattia ti pro-cura e anche tutto quello che un tumore indirettamente stravolge: gli affetti, l’equilibrio famigliare, la sfera economica e sociale.Tante sfaccettature della vita che fino a qualche anno fa erano la-sciate fuori dalle responsabilità di un medico e che invece ades-so vengono trattate direttamente dall’intero reparto come farebbe un buon padre di famiglia.E’ per questo che sono nati pro-getti, sportelli e ambulatori col-laterali ma non per questo meno importanti.C’è il progetto “Ritorno alla bel-lezza” che offre gratuitamente, come tutti gli altri servizi, parruc-

che di ottima qualità alle donne che perdono i capelli con le che-mioterapie. Le parrucchiere volon-tarie sono presenti in reparto due volte a settimana per consigliare anche l’acconciatura migliore per gestire il diradamento.C’è l’atelier della bellezza deno-minato “le coccole”, una volta al mese in reparto si svolge una ses-sione intensiva di relax e benesse-re con un’estetista e una visagista per rimediare alla pelle secca e alle unghie danneggiate dai trat-tamenti, ma anche per consigliare trucchi per coprire eventuale effetti collaterali dei farmaci.Anche la pratica dello yoga, è stato dimostrato, aiuta ad affrontare me-glio la malattia e tutti i disagi che ne conseguono, quindi il reparto organizza per i pazienti e i familiari una seduta settimanale svolta da insegnanti esperte che guidano i partecipanti nell’esecuzione di esercizi mirati alla scioltezza mu-scolare, ad una ottimale respira-zione e al rilassamento. La pratica dello yoga ha effetti benefici fisici ed anche psicologici favorendo una maggiore padronanza delle emozioni e fiducia in se stessi.Molti, sempre di più, sono i giova-ni che scoprono un tumore, per molteplici cause in parte ancora inspiegabili e in parte legate ad una diagnosi sempre più precoce. E per questo il team di psicologi che collabora con il professor La-tini ha studiato il progetto “Vengo anch’io” per permettere ai bambini dei malati di partecipare alle sedu-te di chemioterapia delle mamme e dei papà, proprio per allontanare il più possibile l’immagine negati-va della persona malata e quindi sofferente.In sala d’attesa è predisposto uno spazio a misura di bambino, con arredi, giochi e libri per l’infanzia e due psicologi sono disponibili per accogliere e guidare i piccoli e l’in-tera famiglia nell’opportuna condi-visione della malattia.Non solo psicologi ma in reparto collaborano anche fisioterapisti e laureati in scienze motorie che praticano sedute di linfodrenag-gio, terapia manuale della mobilità articolare, esercizio fisico e norme comportamentali per permettere di recuperare al massimo l’auto-nomia nelle attività quotidiane.Il dottor Latini e il suo staff hanno

pensato anche a chi non ha una patologia tumorale ma potenzial-mente soggetto per motivi gene-tici. E’ nato così l’ambulatorio ge-netico, a cui i soggetti sani che abbiano familiari malati possono rivolgersi per ricevere consulen-za ed effettuare test genetici per verificare la presenza di eventuali fattori di predisposizione a patolo-gie oncologiche, con la possibilità di adottare le opportune misure di prevenzione. In questo caso l’oncologo è affian-cato da uno psicologo per la ge-stione delle implicazioni psicologi-che connesse alla valutazione del rischio genetico.Gli psicoterapeuti sono specializ-zati in psico-oncologia. Assicurano pertanto il supporto ai pazienti e ai loro familiari a partire dalla prima accoglienza in reparto e durante tutte le fasi della malattia.In ultimo è attivo uno sportello per informare il malato sui suoi diritti lavorativi, previdenziali e assisten-ziali, e per orientarlo nei complessi percorsi della burocrazia. E’ presente in reparto un assisten-te sociale che valuta le specifiche problematiche, individua i sussidi di cui il malato può beneficiare, lo assiste nel disbrigo delle prati-che e nel rapporto con gli enti.Lo sappiamo, stiamo parlando di un periodo difficilissimo per una persona e per la sua famiglia. Quando si scopre di avere una patologia così grave, ma non per questo non curabile, ci si sente

come se il mondo ci cascasse ad-dosso, come se non ci fossero più speranze.Ma i dati e i fatti all’interno dei re-parti di oncologia di Macerata e Tolentino dimostrano il contrario e l’intero staff del professor Latini non lascia nulla al caso, come si farebbe in una grande famiglia, prendendo quasi per mano il paz-ziente sotto ogni punto di vista. Anche quello dello svago. È in fase di organizzazione infatti un viaggio a Santiago di Compo-stela, un pellegrinaggio profonda-mente spirituale, dal 27 giugno al 6 luglio dove in 8 giorni si percor-rono 110 chilometri a piedi attra-verso le tappe più suggestive del cammino. Una delle tante idea che uniscono Scienza a Fede, come la recente visita a San Pietro di una folta de-legazione di credenti (105 perso-ne tra pazienti e famigliari) ricevuti direttamente da Papa Francesco il 15 ottobre scorso. E a settembre è previsto un pellegrinaggio anche a Medjugorje.Questa intervista al primario del reparto di oncologia dottor Lucia-no Latini è stata per noi un’illumi-nante esperienza, soprattutto per la disponibilità, l’umanità e la sen-sibilità che lo stimato professore dimostra in ogni piccolo gesto, e che lo elevano ad una posizione di gran lunga superiore alle tante esperienze che purtroppo ci capita di vivere o di raccontare nel mon-do della sanità. Ester De Troia

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Cosa è successo al Cosmari nel totale disinteresse di gran parte della popolazione maceratese du-rante le feste natalizie? C’è stata una vera e propria rivo-luzione con il Consorzio trasfor-mato in srl e un burrascoso cam-bio al vertice con la definizione di “fuoco amico”, ma i commenti sia politici che privati sono stati vera-mente pochi se non delle tardive attestazioni di stima per l’operato svolto in tre anni da Daniele Spar-voli prima come facente funzioni dopo le dimissioni del predeces-sore e poi, pochissimi mesi fa per la precisione, votato all’unanimità dall’assemblea dei sindaci che componevano il consorzio.E allora cos’è successo per far cambiare così repentinamente idea all’assemblea del Cosma-ri? Niente di più facile, le solite logiche di partito che entrano in gioco quando c’è da spartirsi qualche poltrona, in questo caso il “fuoco amico” che ha abbattuto Sparvoli viene dai sindaci del PD che hanno preferito mettere un loro uomo considerato più strate-

gico. E nessun peso hanno avuto i buoni risultati ottenuti in questi tre anni da Sparvoli, passaggi de-licati superati, a detta degli stessi amministratori, a pieni voti. Ad esempio la tanto sospirata apertura della discarica di Cingoli, spina nel fianco del consorzio e mattone nel portafogli dei mace-ratesi. Oppure il contenimento dell’an-noso problema dei cattivi odori, l’acquisizione della Smea che ve-deva da anni un tira e molla tra le parti. L’ottenimento da parte della Provincia della gestione pubblica del servizio per i prossimi quin-dici anni. Ma anche la promessa mantenuta della chiusura dell’in-ceneritore dopo l’alta percentuale di diossina. Nonostante tutti que-sti buoni risultati ottenuti dal pre-sidente Sparvoli alcuni sindaci di centro sinistra nell’assemblea del 23 dicembre hanno chiaramente manifestato la volontà di un cam-bio netto di direzione e quindi con grande dignità lo stesso Sparvo-li ha deciso di dimettersi. La sua missiva, recapitata la notte stessa via mail a tutti i sindaci e ai dipen-denti Cosmari non lascia adito a dubbi.

“In questi giorni sono stati nume-rosi gli attestati di stima che ho ricevuto da parte di molti Sindaci di ogni estrazione politica per il la-voro svolto al Cosmari nell’ultimo triennio in qualità di Facente Fun-zioni prima e di Presidente poi. Alcuni di loro mi hanno chiesto di accettare di proseguire per un secondo triennio alla luce degli

obiettivi raggiunti nel corso del mandato affidatomi, obiettivi che hanno trovato la massima espres-sione nella equilibrata gestione della chiusura dell’inceneritore, nell’acquisizione della Smea dal Comune di Macerata, nell’avvio della nuova discarica ponendo fine alla atavica emergenza rifiuti e da ultimo nell’imminente trasfor-mazione societaria, attività svolta hanno ricordato, a titolo volontari-stico e gratuito.La personale soddisfazione è an-nullata dal fatto che taluni, di peso societario non trascurabile ed af-ferenti alla medesima componen-te politica che mi ha visto delega-to alla Assembla Costituente di Milano del 2007, concordi anche loro nel proferire apprezzamento, hanno però ritenuto che la mia presidenza dovesse concludersi alla prossima Assemblea dei soci del 27 dicembre.

Sarebbe troppo imbarazzante presiedere una assise assem-bleare che corre il rischio di es-sere densa di ipocrisie nei miei confronti e nel corso della qua-le dovrei assistere al persona-le “abbattimento” generato dal cosiddetto “fuoco amico” o da chi gestisce il potere locale da un quarantennio.

Chiedo scusa, non è nel mio tem-peramento, ma in virtù di quanto sopra ho maturato l’amara deci-sione di chiudere anticipatamente la mia esperienza di Presidente, rassegnando le dimissioni, con-sapevole di non arrecare danno

alcuno e di lasciare ad una abile e collaudata guida un Cosmari dalle caratteristiche solide, privo di cri-ticità degne di rilievo e dal futuro industriale nitido e fecondo. Ringrazio in primis le maestranze ed i componenti del Cda che sin dal primo momento hanno ricam-biato il mio affetto nei loro con-fronti e tutti coloro che mi hanno sostenuto ed aiutato nel corso di questi anni. E’ stata una esperien-za esaltante, della quale conser-verò un ricordo bellissimo.

Daniele Sparvoli”

Anno nuovo presidente e CdA nuovi. La scelta è caduta sul ma-ceratese Graziano Ciurlanti, già presidente e amministratore dele-gato dell’Apm, presidente dell’En-te Cultura del comune di Mace-rata e presidente di Confservizi Marche. Nel CdA, che resterà in carica per tre anni, sono stati elet-ti, in rappresentanza del comune di Tolentino Rosalia Calcagni-ni, Paolo Gattafoni di Potenza Picena , Maria Elena Sacchi di Recanati, Armando Vitali di Cin-goli. Il vicepresidente sarà scelto direttamente dal consiglio di am-ministrazione. Una differenza so-stanziale si noterà già da subito. Mentre il presidente uscente non percepiva alcun corrispettivo nella prossima assemblea dei sindaci saranno determinati i compensi e il documento programmatico a cui dovrà ispirarsi il nuovo consiglio di amministrazione. E.D.T

“ABBATTUTO DA FUOCO AMICO”

Daniele Sparvoli

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Quest’anno ricorre un centenario speciale, anche per la nostra To-lentino. Nel 1915 iniziava infatti la partecipazione dell’Italia alla Grande Guerra. Si è pensato di proporre al lettore un viaggio dallo spazio delle vie cittadine verso il tempo della memoria. Il tutto, at-traverso storie di protagonisti fa-mosi, poco noti, dimenticati o del tutto sconosciuti. Scopriremo così un mondo che è stato anche quel-lo dei nostri nonni, bisnonni, ante-nati, certo non meno importanti e degni di rispetto. Soprattutto (questo è l’intento e l’auspicio di chi scrive), per ren-derci conto che quegli eventi, quei tempi, quelle esperienze, quegli esempi, ci appartengono e sono assai meno remoti di quanto im-maginassimo. Così che le topo-storie (storie di luoghi) diventino anche luoghi di storie da cui tutti proveniamo. Iniziamo da due protagonisti, legati a una sorte comune: Cesare Batti-sti e Fabio Filzi. Con una delibera del 9 ottobre 1917, si decise di inti-tolare un nuovo viale, che dal Giar-dino pubblico “Leopardi” antistante la Cattedrale conduceva al viale Umberto I, principale collegamento del centro abitato di Tolentino con la stazione ferroviaria, inaugurata nel 1888. Non soltanto per dare un nome, ma “allo scopo di ricordare sempre anche a questa cittadinanza l’esempio e il patriottismo, l’eroismo e il sacrificio di Cesare Battisti ono-randone la veneranda memoria”. Val la pena di precisare che il prov-vedimento venne preso all’unani-mità, con la guerra ancora in corso, alla vigilia della tragica disfatta di Caporetto, a soli 13 mesi dalla mor-te di Battisti, avvenuta il precedente 16 luglio 1916. L’Italia di allora già conosceva molto bene l’Eroe, nato a Trento nel 1875. Molti lo ricorda-vano come un coerente sostenitore dei suoi ideali di matrice risorgimen-tale, patriottica e socialista. Tenace divulgatore dell’irredentismo, era fermamente deciso a fare dell’unità nazionale la ragione profonda, idea-le, condivisa, per una guerra che le masse stentavano a capire, accetta-re, considerare degna di sacrificarvi affetti, energie, vita. Mai Battisti evitò di esporsi in ogni modo e in ogni oc-casione. Giornalista, deputato, stu-dioso, infaticabile sostenitore della

sua causa, percorse tutta l’Italia tra il 1914 e 1915 (fu anche a Macera-ta il 20 dicembre1914), cercando di convincere anche i più scettici sulla necessità di entrare in guerra. Non certo per vanità, calcolo o sterile intellettualismo, bensì mettendo in

gioco se stesso e sacrificando ogni risorsa per quella Patria in cui una parte – la più sincera, ingenua e il-lusa, forse – credeva ancora since-ramente. Suscitò passioni, contesta-zioni, entusiasmi in tutta la Penisola, senza tuttavia mai perdere il rispetto e il carisma che la sua onestà, la sua storia, le sue parole, sapevano imporre, al di là di ogni interesse o schieramento di parte.Allo scoppio della guerra, si arruolò

negli Alpini. Deciso a partecipare in prima fila, non si risparmiò rischi, pericoli, disagi, fino all’ultimo giorno. Fu sempre insieme ai suoi soldati, ovunque, in ogni azione. Durante un contrattacco austriaco a Monte Cor-no di Vallarsa sul Pasubio, dove il

suo battaglione fu quasi annientato, venne catturato il 10 luglio 1916. “Quanto a me”, confidò subito con serena consapevolezza, “non mi spetta altro che la forca”. Stessa sorte sarebbe toccata al suo sotto-tenente Fabio Filzi.Anche a lui, meno famoso ma non meno coraggioso e coerente, Tolen-tino volle dedicare una via nel do-poguerra. Il tratto che costeggiava le vecchie mura castellane, strada

secondaria fino a metà ‘800, portava direttamente alla Porta del Ponte e al Borgo omonimo. Aveva due diver-si, generici nomi: via Nuova, via del Molino. Per il popolino era “la strada de li macinitti”, riferito alle numerose macine di colori usate dai vasai che lavoravano nelle botteghe di quel tratto. Fabio Filzi era nato a Pisino d’Istria nel 1884. Fin da giovanissimo fu irredentista, socialista, patriota ge-nuino. Assai presto ebbe contro le autorità austriache: fu degradato, perse il lavoro, venne emarginato. Non cedette di un palmo. Disertò, e anziché partire per la Galizia con una divisa che rifiutava, fuggì in Ita-lia. Si trovò assegnato al 6° Alpini con Battisti, diventandone autentico fratello d’armi, fino a condividerne il tragico destino. Vennero condotti a Trento per un processo già deciso, con l’accusa di diserzione e alto tradimento. Sape-vano già cosa li attendeva, ma non persero neppure per un istante la loro dignità. Messi come criminali su un carretto scortato da soldati con la baionetta inastata, furono fatti pas-sare in mezzo a una folla che li coprì di insulti, li percosse, tentò invano di umiliarli. Il boia era già partito da Vienna prima della sentenza.Il loro supplizio, più che un’esecu-zione capitale, fu uno spettacolo di sadismo e barbarie. Non c’è detta-glio (bastino la documentazione fo-tografica e le cronache dell’epoca a provarlo) che non susciti ancora oggi orrore, sdegno, condanna in chiunque. L’Italia di quegli anni, messa bru-talmente di fronte al dramma, ne fu scossa per decenni. Il fascismo tentò di fare di Battisti un “suo” mar-tire, un precursore, un padre illustre. Fino alla mia generazione, quei nomi ci furono familiari, quanto i loro volti nei libri di scuola, le loro vicen-de tramandate nei racconti dei nostri nonni e genitori.Anche se la storiografia ha da tempo ampiamente sgombrato il campo da equivoci e strumentalismi, va alme-no dato atto che la memoria di quel-le figure fu comunque tenuta viva da chi aveva tentato di appropriarsene. Quanto a noi, in un tempo di post e di ex, abbiamo buoni motivi per ripercorrere quelle storie solo ap-parentemente lontane. Se non per altro, perché si sente più che mai bisogno di qualche buon esempio.

Cesare e Fabio

Cesare Battisti (a destra) e Fabio Filzi prigionieri degli austriaci

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Carla Passacantando

LA CLAUSURA PER LE CARMELITANE SCALZEle monache del monastero di via del Carmelo si raccontano

Continua il racconto con le Car-melitane scalze di Tolentino.Le monache hanno aperto le loro porte per farci conoscere più da vicino la loro vita.Parlare con loro è sempre un’e-mozione.Per una volta siamo andati ol-tre alla ruota del parlatorio del monastero per una lunga chiac-chierata con le monache. Le carmelitane sono in clausu-ra, non escono mai dal mona-stero di via del Carmelo tranne in caso di malattia per raggiun-gere l’ospedale o per visite.Da qualche tempo a questa par-te, comunque, hanno anche la possibilità di uscire per accudire i familiari. “Perché in clausura?” E’ quello che si sente chiedere ogni ra-gazza quando annuncia la scel-ta di entrare in monastero. “La domanda, posta così, - di-cono le monache - è fuorviante.La vocazione, qualsiasi, non si spiega razionalmente, non è questione di ideali o di circo-stanze.Il perché è in realtà un per Chi, è una persona, Cristo, che ci viene incontro, che affascina il cuore e riempie la vita.Per Lui si trova allora l’audacia di lasciare casa e famiglia, ami-ci e lavoro, buttandosi in un’av-ventura che lascia intravedere

una pienezza d’amore e una fe-licità più vera di quella che già si possiede.Nelle sue costanti di radicalità e di gioia, la vita monastica rea-lizza la parabola dell’uomo che corre contento a vendere tutti i suoi beni per acquistare il cam-po in cui ha trovato il tesoro na-scosto”.Varcando la soglia del monaste-ro che cosa si trova?“L’immagine – affermano - della claustrale che fugge dal mondo delusa e incapace d’affetto è tanto consueta quanto inauten-tica.Quello che si trova, varcando la soglia del monastero, è anzitut-to un modo di essere plasmato dal Vangelo.E’uno stile di relazioni sbilancia-te verso Dio ed il prossimo, le sorelle della comunità e in loro ogni uomo e donna, nel segno dell’accoglienza mite e della gratuità.La clausura, libera scelta di marginalità, di solitudine, di po-vertà, ci pone in solidale condi-visione con gli ultimi della terra: il loro grido sale al cuore di Dio e risuona in noi per essere of-ferto al Padre come umile invo-cazione, come disarmata cer-tezza che Egli solo può deporre nei solchi tormentati della storia semi di pace e di consolazione.Non ci troviamo, quindi, sottrat-te alle umane vicende e preser-vate dal dolore e dal male, anzi, è proprio la clausura a consen-

tirci di rimanere aperte a Dio ed all’uomo senza eludere l’ango-scia delle domande di senso e senza appagarci delle realtà penultime”.È questa, secondo le monache, l’intuizione con cui Santa Tere-sa di Gesù d’Avila ha fondato i suoi monasteri: vivere l’amici-zia con Dio, fra loro e con ogni creatura, tutti riconducendo alla sorgente della vita e dell’amore attraverso la preghiera.Attratta dalla solitudine dei primi eremiti del monte Carmelo (XIII secolo) ed innamorata dell’u-

manità di Cristo, Teresa ha in-nestato la ricerca di Dio che “solo basta” nella vita fraterna di comunità piccole e gioiose, secondo una formula che è sta-ta definita “eremitismo insieme”. “Assumere con appassionata fedeltà – concludono - tutte le esigenze che questo stile com-porta è il nostro modo di servi-re la chiesa ed i fratelli, certe che la preghiera ed ogni altra nascosta fatica si diffondono in bene per tutti, come l’aria buona che sale dai polmoni verdi delle città.

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Il 2014 ce l’abbiamo lasciato alle spalle e la sensazione generale è che sia un anno da dimenticare.Tra gli eventi positivi, o i successi, e quelli negativi sono questi ultimi ad essere rimasti impressi nella nostra mente.Sembra quasi che i 12 mesi dell’anno passato siamo trascorsi lentamente, molto lentamente come se, ogni mese, ci fossimo caricati di un fardello sempre più pesante.E questo lo vedi nei volti delle persone, nelle loro scelte, nei comportamenti. A furia di eventi amari, le nostre menti si sono bloccate, quasi abituate a vedere, a leggere, a subire eventi negativi.

Cosa ci ricordiamo di positivo del 2014?E’ una domanda che ho fatto a diverse persone ma sono poche le risposte ottenute. O forse, se qualcuno ricorda il bello, c’è paura ad ammetterlo.Prevale decisamente un senso di delusione: licenziamenti, imprese chiuse, disoccupati, una politica arenata, corruzione a tutti i livelli, tasse, aumenti, e ancora tasse.E’ questo che fa spegnere le nostre menti perché dopo aver sperato, se niente cambia, ci si arrende.

Sarà il 2015 l’anno della rivincita? L’anno in cui tutto si sistemerà e

tornerà, quantomeno, normale?La speranza è l’ultima a morire, è vero ma la speranza va alimentata, non solo da pensieri e preghiere ma soprattutto da azioni concrete.Del resto il 2015 è arrivato attaccato al 2014 e, personalmente, non credo che solo un numero diverso possa segnare un distacco netto con l’anno passato, un cambiamento radicale. Il 2015 è un continuare il percorso intrapreso.

E’ necessario capire fino in fondo cosa è successo nel 2014, sia a livello di fatti che di nostre emozioni intime e trarne un valido insegnamento per evolvere in qualcosa di diverso. C’è una lezione che dovremmo ricavare tutti noi, comprese le persone che ci governano.

Quando c’è crisi, soprattutto economica, è come se tutto si azzerasse. Il rischio peggiore è quello di lasciarci coinvolgere nei sentimenti. Perché senza un lavoro, e senza soldi, non sai più dove sbattere la testa, non sai come pagare le tasse che inesorabilmente ti piombano addosso e non sai come mangiare. Perdi tanto e perdi anche la dignità. E sta qui il rischio di lasciarsi impoverire anche nei sentimenti, in una sfera intima che ti preclude perfino l’affetto che vorresti dare e ricevere.

E’ difficile reagire, lo so. E’ impegnativo restare lucidi ma è

necessario. Possiamo lasciarci travolgere dagli eventi o gestirli. Possiamo isolarci o restare uniti, creare collaborazioni, rafforzarci.Dovremmo metterci in discussione perché dietro alla storia, dietro agli eventi, dietro ai fatti, ci siamo noi. Sono le persone che fanno la differenza.Ed è qui che voglio arrivare, alla riscoperta dei nostri valori, al cercare e dare un senso consapevole alle nostre vite, ai nostri progetti. All’etica, in ogni contesto. Sopra e prima di ogni cosa.

Se tutto è azzerato, ripartiamo da noi. Guardiamoci negli occhi ed iniziamo ad ammettere i nostri errori. Cerchiamo di scoprire dove e in cosa possiamo migliorare. Cosa possiamo fare di diverso. Ingegniamoci. Rendiamoci responsabili di qualcosa che cambia.Le lamentele e le critiche, sempre e comunque, non trovano spazio in un terreno vuoto.

L’onestà, ecco questa è una parola che dovremmo adottare nel vocabolario del 2015. All’onestà, uniamo l’umiltà e la comprensione profonda.Ripartiamo dal dare l’esempio, liberi da tutte quelle sovrastrutture, differenze di ceti, classificazioni in base agli averi.Forse per troppo tempo ci siamo lasciati guidare da ciò che volevamo possedere. Lo abbiamo avuto, e forse lo abbiamo perso. Le cose vanno e vengono. Cerchiamo di dare un giusto ed equilibrato peso all’apparenza e fondiamo le nostre vite sulla vera essenza: Noi. Ed al tipo di impronte che vogliamo lasciare.Bisogna sperare, reagire e costruire. Insieme.

“La speranza è come una strada nei campi: non c’è mai stata una strada, ma quando molte persone vi camminano, la strada prende forma.” - Yutang Lin

Solidea

L’ARRIVO DEL NUOVO ANNO

di Solidea Vitali

COMUNICARE

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Tutto è cominciato quando, il 20 settembre 2013, il Prof. Roberto Romagnoli, docente di filosofia e storia dell’Istituto Istruzione Secon-daria “F. Filelfo”, ha proposto alla classe 4° sez. A indirizzo scientifi-co, di partecipare al Concorso Na-zionale indetto dal Quotidiano in classe – Osservatorio Permanente Giovani Editori.Il concorso consisteva in una sfida a colpi di post fra gli studenti di tutte le scuole superiori italiane promos-sa dall’Osservatorio Permanente Giovani-Editori in collaborazione con i siti internet di Corriere della Sera, Il Sole 24 ORE e Quotidiano.net.Un progetto educativo che rappre-sentava l’evoluzione naturale dell’i-niziativa cartacea, “Il Quotidiano in Classe” e che voleva dare spazio e voce ai ragazzi per stimolare la creatività e la (sana) competizione.All’iniziativa si poteva partecipa-re singolarmente o come gruppo classe e ogni settimana, sui blog di corriere.it, ilsole24ore.com e quoti-diano.net, veniva proposto un tema e ogni studente da solo o in reda-zione poteva pubblicare un post testuale, un video, una gallery foto-grafica o una vignetta.Gli alunni hanno risposto con entu-siasmo alla proposta del professore e hanno partecipato come gruppo-classe creando una vera e propria redazione: “Sapere Aude”.In palio c’erano tantissimi premi: abbonamenti digitali ai quotidiani, biglietti per eventi, Smartphone di ultima generazione, corsi gratuiti in

lingua inglese e, per la redazione vincitrice assoluta, un viaggio A/R a Londra, per visitare la città e la sede europea del WALL STREET JOURNAL.Tra 2.021.825 studenti e 43.848 docenti partecipanti, alla fine è ri-sultata vincitrice assoluta proprio la redazione SAPERE AUDE dell’Isti-tuto Istruzione Secondaria “Fran-cesco Filelfo” di Tolentino che ha sbaragliato tutte le altre scuole su-periori d’Italia.Quindi i vincitori assoluti, con una delegazione composta da 5 alunni (Melissa Cappelletti, Sara Cer-netti, Gloria Cristallini, Alessan-dra Orici, Lorenzo Sabbatini ) e dal capoderattore Prof. Roberto Romagnoli, sono volati a Londra per il meritatissimo viaggio-premio che hanno condiviso ovviamente con tutta la classe.Infatti la vittoria finale è stata il frut-to del lavoro di tutti i ragazzi della ormai 5° sez A: Cappelletti Melis-sa, Cernetti Sara, Cristallini Glo-ria, Delic Sabina, Fabi Giovanna, Francucci Alessio, Gianfelici Bene-detta, Kacani Donatella, Marinelli Francesco, Nabissi Giorgia, Nardi Nicola, Orici Alessandra, Rogani Jacopo, Sabbatini Lorenzo, Salva-tori Matteo, Scarpacci Giulia, Scat-tolini Mara, Selimi Adelina, Sensini Alessia, Tiberi Cesare, Vitali Alice, in quanto ognuno, con le proprie competenze, ha contribuito alla esaltante vittoria.Vittoria finale che è stata solo l’ul-timo tassello di un anno pieno di soddisfazioni, infatti la redazio-

ne ha vinto numerosi altri premi: smartphone (Alice Vitali), corso in-tensivo di inglese (Mara Scattolini), abbonamenti digitali (Lorenzo Sab-batini, Francesco Marinelli, Alessio Francucci).In merito al viaggio-premio i ragaz-zi in tre giorni hanno fatto una full immersion nella City visitando il Big Ben presso l’House of Parliament, l’Abbazia di Westminster, St. Paul e lungo Tamigi, The Globe Thea-tre, Tower Bridge, Tower of London, Hyde Park, Piccadilly Circus, Natio-nal Gallery ecc.: tutto immortalato in un live dagli abili cronisti tolentinati.Tra un giro sulla ruota panoramica “London Eye” e lo shopping in Ox-ford Street, i ragazzi hanno avuto modo di fare un’esperienza uni-ca: visitare il Wall Street Journal, intrattenersi per alcune ore con i capo-redattori del prestigioso gior-nale, con i quali hanno discusso di lavoro, economia e problematiche giovanili, ricevendo i complimenti sinceri del direttore Barker.

Inutile dire che per i ragazzi è sta-ta un’esperienza indimenticabile, come dimostrano le loro testimo-nianze, per il professore, che vede premiato il suo lavoro, una enorme soddisfazione e, per l’intero Istituto, un ambito riconoscimento che lo pone tra i migliori istituti italiani e per questo motivo il giorno 4 dicembre è stato premiato a Roma davanti ad una platea di studenti, docenti, formatori e addetti ai lavori, prove-nienti da ogni parte d’Italia.

DAL FILELFO AL WALL STREET JOURNAL

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Il Comune di Tolentino ha uf-ficialmente presentato il pro-getto del nuovo asilo Nicholas Green, l’intento è qui di segui-to spiegato attingendo a fonti ufficiali del Comune.L’ipotesi del Sindaco e del-la Giunta è quella di indire un bando che prevede la cessione dell’edificio che attualmente ospi-ta l’asilo e dell’area circostante in cambio della realizzazione di un nuovo stabile, più grande dell’at-tuale, da realizzare a fianco della scuola “King” e la sistemazione degli spazi verdi vicini, compre-si il campo di calcio e l’area di sgambamento per cani già esi-stenti attraverso l’alienazione dell’area e dell’edificio esistenti. L’area da alienare ha un’esten-sione complessiva di circa 3500 mq di cui solo 1500 potranno essere destinati a superficie di vendita e l’altezza dell’edificio in-teressato non potrà superare i sei metri lineari.Il progetto redatto si basa sull’e-sigenza dell’Amministrazione co-munale di dotare la cittadinanza di una struttura efficiente, mo-derna e capace di dare adeguate risposte nell’ottica di migliorare il servizio già erogato, rispondendo anche ai bisogni crescenti del-la popolazione che in quell’area (Oasi e dintorni) prevede nuove insediamenti per circa 5000 uni-tà.La nuova scuola potrà ospitare circa 60 bambini di cui 20 lattanti nel rispetto della normativa regio-nale.

Particolare attenzione è stata po-sta alla dotazione e all’efficienza energetica, che consentono all’e-dificio di essere energeticamente autonomo.Le tecnologie costruttive, gli im-pianti, ed i materiali da utilizza-re (riscaldamento a pavimento, raffrescamento, pareti ventilate, adeguati ombreggiamento e in insolazione delle superficie tra-sparenti a seconda delle stagioni, ampi spazi per lo svago sia ester-ni che interni) rendono l’edificio ecosostenibile, garantendo con-fort e un ambiente salubre.Inoltre il progetto prevede anche la sistemazione a verde attrez-zato dell’area retrostante piazza Ugo La Malfa e adiacente al Par-co Pace.L’intervento è finalizzato al recu-pero ambientale dell’area e alla sua fruizione, permettendo una riqualificazione di tutta l’area per circa un ettaro di verde con bene-fici indotti sugli edifici circostanti in termini di vivibilità ed autono-mia funzionale. Verranno realizzati percorsi pe-donali e aree di sosta attrezzate, verranno inseriti elementi di arre-do, verranno effettuate nuove e abbondanti piantumazioni, verrà istallata una nuova illuminazio-ne, verrà realizzato un campetto di calcio o calcetto con adegua-ta recinzione e fondo specifico e verrà sistemato lo spazio interno all’area di sgambamento cani.Per questi interventisi prevede una spesa di poco superiore a 1.700.000 euro che saranno fi-

nanziati con la vendita dello sta-bile che attualmente ospita l’asilo nido comunale e della porzione di area circostante.In base ai valori di mercato si ipo-tizza di incassare oltre 2 milioni di euro con un avanzo, a favore della collettività, di oltre 300 mila euro che resterebbero a disposi-zione per eventuali altre opere.Infatti, come specificato nel pro-getto, in sede di bando di gara dovrà essere inserita la clauso-la che la procedura di appalto si intenderà deserta qualora la ditta aggiudicataria, oltre alla re-alizzazione delle opere previste, non corrisponda al Comune, nel-le modalità stabilite dal contratto, almeno la somma di 305 mila euro a completa copertura del valore degli immobili e dell’area da alienare, da destinare alla co-struzione del nuovo ponte di at-traversamento del fiume Chienti.Il nuovo asilo sarà inserito in un complesso scolastico già esi-stente e funzionale, consentendo anche economie gestionali.Non meno importante il fatto che da tutta l’operazione si potranno

avere anche ulteriori fondi da de-stinare per la realizzazione di al-tre opere pubbliche.In un momento particolarmente difficile per le finanze comunali – ha detto Pezzanesi – questo è un progetto che ci può consentire di riqualificare un intero quartiere e di avere una nuova scuola, al-tamente tecnologica e autosuffi-ciente a livello energetico. Per quanto concerne il traffico, l’area è dotata di una piazza ade-guata e altri parcheggi verranno attrezzati dagli aggiudicatari del bando che potranno essere rea-lizzati sia nei sotterranei o sul tet-to e nell’area circostante. Tutta la zona è a senso unico e quindi la viabilità risulta scorre-vole. Le sterili polemiche e le critiche fini a se stesse le lasciamo ad una politica che non ci appar-tiene e come sempre accade in queste circostanze, saranno gli elettori alla scadenza del nostro mandato a giudicare attraverso il loro consenso se il nostro lavoro è stato nel suo complesso profi-cuo e gradito oppure no.

Edificio unico livello € 850.000,00Logge e portici € 120.000,00Sistemazione area interna, sbancamenti, riporti, recinzioni e percorsi € 80.000,00

Impianto fotovoltaico Kw 100 e solare termico € 160.000,00Sistemazione area a verde attrezzato € 170.000,00Sommano lavori € 1.380.000,00Di cui: - oneri per la sicurezza - incidenza costo della manodopera

€ €

41.400,00 197.064,00

Importo lavori a base d’asta € 1.141.536,00

Somme a disposizione

Oneri per variante urbanistica € 10.000,00Indagine geologica € 3.500,00Spese tecniche € 75.000,00Competenze art. 92 D. Lgs 163/2006 € 10.488,00Collaudo statico e tecnico-amministrativo € 5.000,00IVA 10% su lavori € 138.000,00CI 4% + IVA 22% Indagine geologica € 800,80CI 4% + IVA 22% Spese tecniche € 17.160,00CI 4% + IVA 22% Collaudo € 1.144,00Oneri per allacciamenti IVA compresa € 15.000,00

Imprevisti e pagamenti su fattura 5% € 69.000,00

Totale somme a disposizione € 345.092,80

TOTALE INTERVENTO € 1.725.092,80

FOCUS ASILO GREEN: il progetto

QUADRO TECNICO ECONOMICOIl quadro economico riporta i costi di realizzazione parametrizzati in base alla consistenza ed alle opere da eseguire, secondo lo schema di seguito riportato:

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Il Comitato Salviamo il Green

È nato di sette mesi, e si vede.Ci sono voluti sette mesi e quat-tromila firme per partorire il pro-gettino presentato ai cittadini, nella gelida serata di fine anno.Un progetto striminzito di un asilo, dove, con inutile dovizia, si puntualizza anche la zona per la pulizia dei sederi, tanto ba-sta per far dire al Sindaco: “noi pensiamo al bene dei bambini”.

Non una parola sulla viabili-tà, sui parcheggi, sull’impatto dell’area commerciale, sulla criticità di due supermercati a contatto con tre istituti scolasti-ci, sulla necessità dello sposta-mento del nido.

Sugli aspetti fondamenta-li non è stato detto nulla. Sette mesi di indefesso lavoro, e l’unica cosa certa è che 60 lat-tanti avranno il sedere più lindo.Il resto era già cosa nota: al po-sto dell’esistente asilo un’ area commerciale, chi se la piglia po-trà costruire un supermercato e mettere i parcheggi sopra, sotto terra o a raso, fare come meglio crede.

La zona alla mercé di chi ha i soldi per farne ciò che vuole.Le decisione prese saran-no irreversibili e non si esau-riranno con un mandato. Inutile è stato porre domande: la risposta, il più delle volte, è sta-ta un’ invettiva a livello persona-le, e il mantra “noi pensiamo al

bene dei bambini”, chiaramen-te, non quelli che si intossicano con gli scarichi o che finiscono sotto le macchine.

Il sacrificio di questi ultimi sarà ben ripagato: il comune otter-rà 200 mila euro per sistemare la spianata verde vicina al rio Pace.

Il comitato, anche per il rispetto delle 4000 persone che hanno espresso la propria contrarietà, si riserva di impugnare qualsiasi azione ritenuta lesiva del bene comune.

30.12.2014 Il comitato Salviamo il Green

A rompere il silenzio anche l’ex sindaco di Tolentino, Lu-ciano Ruffini, che benché fos-se presente all’incontro di To-lentino è stato più volte visto borbottare ed agitarsi sulla poltrona senza però prendere la parola. L’ingegner Ruffini ha invia-to una nota “per condividere qualche considerazione sen-za pretese”.

Tra le principali argomentazioni (presunte) che l’Amministrazio-ne Comunale “adduce costan-temente” per fronteggiare le critiche dei cittadini al progetto “abbattimento Green” e siste-maticamente esposte alla “co-municazione”, figura la seguen-te rivolta ai 4000 firmatari della petizione ed ispirata al concetto

di campagna elettorale perma-nente:

“Ma come, non avete espres-so contrarietà all’intervento ur-banistico in zona Pace che ha realizzato 165.000 metri cubi di edifici (“cementificato”) e ve la prendete con l’intervento mini-male del Green pensato per il bene dei bambini”? Questa la sostanza di quanto affermato più volte dal sindaco Pezzanesi

Nell’occasione dell’Assemblea pubblica, non era opportuno introdurre argomenti che avreb-bero alimentato la polemica fuo-ri dall’ordine del giorno: Proget-to Green.Giova ora ritornare sull’argo-mento con qualche precisazio-ne.L’intervento Pace realizzato in “fase economica discendente” ha dotato circa 160 giovani fa-miglie tolentinati di una abitazio-ne ERP di pregio a prezzi “non elevati”. Aggiungasi che l’urba-nizzazione realizzata, sicura-mente da completare appena ne matureranno le condizioni, è di elevata qualità. L’area a ter-ziario realizzata risente del mo-mento non facile; essa rappre-senta comunque un riferimento per l’entroterra maceratese, sia per quanto ha già dato in termini di occupazione, sia in termini di servizi insediati, sia per quello che potrà dare quando siano superate le attuali difficoltà.

L’intervento, a controllo pubbli-co, approvato con tutti i passag-gi in Consiglio Comunale, con la stragrande adesione anche delle forze dell’attuale mag-gioranza al governo della città, non ha comportato alcun onere per il bilancio Comunale e non ha avuto code negative di una particolare significatività, pure annunciate dai “Gufi” che non mancano mai.

Le attività del Centro Storico non sono tracollate più di quan-to sarebbe avvenuto se il Piano Pace non fosse strato avviato e ci sarebbero state sicuramente meno opportunità per Tolentino.

Formulate le predenti sintetiche valutazioni non sembra che esi-stano analoghe prospettive di interesse pubblico per la propo-sta “Green”.

A fronte di previste utilità di bi-lancio per 2-300.000€ (ammes-so che tutto vada bene) si im-poverisce in modo irreversibile una area già destinata a servi-zio scolastico con evidente dan-no per le nuove generazioni di Tolentinati.

Mi pare che non ci sia spazio per ulteriori commenti o per ad-durre ragioni di una qualche si-gnificatività riguardo al bene ed all’interesse pubblico.

Saluti ed a risentirci.

Luciano Ruffini”

FOCUS ASILO GREEN: le osservazioni

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SPAZIO AUTOGESTITO gratuito

SINDACO FERMATI, SUL “GREEN” LA STAI FACENDO TROPPO GROSSA…

Un parco di 3500mq, un asilo a norma, un altro spazio verde e la salute dei bimbi del “Rodari/King” valutati dall’amministra-zione solo 305mila euro.

Finalmente è arrivata la presen-tazione del progetto. Pezzanesi (il sindaco) e Migliorisi (il tecnico comunale) hanno chiarito i veri intendimenti dell’amministrazione in proposito, offre ndoci un quadro ancor peggiore di quello temuto. I dubbi, anziché esser stati chiariti, sono aumentati fino a trasformar-si nella certezza assoluta che il progetto non ha alcunché di utile per la città. Si è deciso di regalare ad un privato una della aree verdi più importanti di Tolentino affinché questo possa beatamente ce-mentificarla.

Il progetto.

Il sindaco ha chiarito che tutta l’o-perazione ruota intorno ad un uni-co fine: l’amore verso i bambini.Per tale motivo egli ha deciso che l’asilo nido “Green” (30 posti, la struttura scolastica cittadina più a norma di tutte, ristrutturata solo tre anni or sono) debba essere abbattuto e ricostruito in uno spa-zio verde limitrofo al fosso “Rio Pace”.Per raggiungere questo intento regalerà al privato, che si impe-gnerà a ricostruire l’asilo, l’area in cui la struttura ora si trova con an-

nesso parco. Il privato potrà edifi-care sul parco uno struttura in ce-mento di 2100 mq ed alta 6 metri (su due piani arriviamo a 4200mq per 12.600mc).Il privato dovrà poi limitarsi a si-stemare gli spazi verdi vicini re-alizzando un campo “da calcio o calcetto” e lo sgambamento per cani nonché pagare al Comune 305mila euro da destinare all’at-traversamento del fiume Chienti.Siamo contrari all’operazione perché Tolentino non ha biso-gno di un nuovo asilo nido (quel-lo che verrà sarà caratterizzato, peraltro, da uno spazio per ogni bimbo inferiore rispetto a quello esistente); è sicuramente più uti-le alla città lo spazio verde che si trova in P.le La Malfa; quello spa-zio verrà ad essere sovraccarica-to da traffico mettendo a rischio la salute e l’incolumità dei bimbi che frequentano il complesso Ro-dari-King; il nuovo insediamento commerciale distruggerà i piccoli commercianti della zona e mette-rà a repentaglio il posto di lavoro dei dipendenti degli altri super-mercati.

L’operazione non sta in piedi perché in realtà l’unico che ci guadagnerà sarà il non tanto misterioso privato.

Il sindaco ci ha detto che il valore dell’area in cui ora si trova l’asilo è di 1,4 milioni di euro e che per ricostruire l’asilo ci vorranno 1,7 milioni di euro. Il primo guadagno del comune starebbe, a suo dire, nella plusvalenza a favore del co-

mune di 300mila euro. Questo è palesemente falso! Al privato, in-fatti, la ricostruzione dell’asilo co-sterà non più di 1 milione di euro in virtù del ribasso d’asta su cui potrà contare.Se a questo milione aggiungiamo i 305mila euro da versare al Co-mune e la spesa per realizzare un campo di calcetto e sistemare il verde vicino (50/60mila euro) potremmo notare come al priva-to l’operazione costerà pari pari il costo dell’area. Un costo ampiamente, peraltro, sottovalutato rispetto ai reali valo-ri: quell’area vale almeno 2,9mi-lioni di euro.

Alcune domande per il sindaco.

Perché l’area è stata valutata così poco? Perché non chiede al privato il pagamento di quell’area impe-gnando il Comune a realizzare in proprio l’asilo nuovo? Perché l’interesse pubblico è ca-duto su di un nuovo asilo (a nor-ma e rinnovato di recente) e non, per esempio, sulla costruzione di una nuova palestra di cui la città ha bisogno come il pane? Perché non si è pensato di siste-mare il fatiscente asilo “Cuccio-lo”? Si intende chiudere l’asilo che si trova in zona Buozzi per concen-trare tutti i bambini nel nuovo asi-lo nido? Come verranno tutelati i bambini che frequentano il “Rodari/King” nel biennio in cui si effettueranno i corposi lavori?

Come mai ci son voluti ben sette mesi per dare alla luce un proget-tino che un geometra avrebbe re-alizzato in mezza giornata? Chi ci garantisce, infine, che tra qualche anno la struttura com-merciale non verrà trasformata in altro (vista la cubatura disponibile si potrebbero costruire ben 25 ap-partamenti da 80mq ciascuno)?

Troppi sono i punti oscuri (o, forse, tristemente chiari) della vicenda affinché possa essere accettata da quei cittadini che guardano al bene comune sen-za i “paraocchi” (oltre in 4000 hanno messo per iscritto il pro-prio dissenso). Da parte nostra ci opporrem-mo a questo scempio in tutte le sedi. Siamo davvero ama-reggiati, mai avremmo pensato che si potesse arrivare a tanto pur di esaudire i desideri di uno speculatore privato. Non riu-sciamo, infatti, a rinvenire nella “brillante” idea del sindaco il benché minimo vantaggio per i tolentinati.Non riusciamo a comprendere in quale maniera si manifesti il tanto proclamato “amore per i bambini tolentinati”.L’unica cosa che, sino ad ora, è stata fatta per loro e per le loro famiglie è stata quella di aumentare i buoni pasto.A questo ora si aggiungerà la cementificazione di un parco e di una zona a loro destinata.Questa pagina buia della poli-tica cittadina non dovrà essere mai scritta!

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Primi giorni di gennaio, momento ideale per fare i buoni propositi per l’anno che verrà. Chiediamo al Sindaco Giuseppe Pezza-nesi che cosa si aspetta e cosa prospetta per il 2015.

Innanzitutto auguro ai lettori di MultiPress News e ai to-lentinati un buon anno.Con la passione che ci con-traddistingue, anche per questo 2015, come si dice, “metteremo il cuore” nell’am-ministrare la nostra Città, con l’intento di migliorarla e con essa la qualità della vita dei nostri concittadini.Sappiamo bene che la priori-tà di tutti è il lavoro e quindi continuiamo a lavorare con attenzione, per quanto nelle nostre competenze, per assi-curare la sua preservazione a quanti lo hanno e per crea-re nuove possibilità di impie-go, specie per i giovani.Sappiamo che è tutto mol-to difficile e che questa crisi sembra non passare mai, ma con ottimismo, puntando su “qualità e innovazione”, le no-stre aziende e i nostri artigia-ni, stanno dimostrando anco-ra una volta di essere capaci

di “fare impresa” guardando sempre più a nuovi mercati e quindi all’internazionalizza-zione, mantenendo sul terri-torio le loro produzioni.Inoltre tutta la nostra atten-zione è dedicata a quanti si trovano in difficoltà e che quindi hanno problemi reali economici e di sostentamen-to.Siamo al loro fianco con di-verse azioni e siamo pronti a sostenere tutte quelle fa-miglie che purtroppo stanno facendo fatica a risalire la china.

Sindaco guardando all’an-no appena chiuso, non possiamo non evidenziare la vicenda Green e la que-stione dei buoni pasto.

Come avevo anticipato a fine anno abbiamo presentato la nostra idea progettuale per la riqualificazione dell’area “Green”.Crediamo che un bando, se vi saranno adesioni, che pre-veda per la Città un nuovo plesso scolastico, moderno, funzionale, ecocompatibile e ecosostenibile e la comple-ta riqualificazione di un’area verde con le annesse struttu-

re a costo zero per la collet-tività, possa essere un’ occa-sione da prendere in consi-derazione.Per quanto concerne i buoni pasto delle mense scolasti-che va ricordano che i nostri costi sono tra i più bassi del-la regione e che non veniva-no adeguati da diversi anni.Noi vogliamo mantenere sia la qualità del cibo che le strutture con cucine e perso-nale in ogni mensa, evitando scodellamenti e distribuzioni centralizzate.Questo ha comportato un inevitabile aumento.Per venire incontro alle diffi-coltà delle famiglie abbiamo vagliato diversi aiuti per il contenimento dei costi.Su questi due temi ci sono state prese di posizioni, pole-miche, raccolte di firme, ad-dirittura scioperi della fame.Sinceramente mi sembra tut-to un po’ esagerato, in quan-to abbiamo ampiamente con-diviso con i cittadini le nostre scelte e i motivi che ci hanno portato a decidere, spesso inevitabili, come nel caso dei buoni pasto,.Le sterili polemiche le lascia-mo a chi non vuole che que-sta città cresca.

In queste settimane abbiamo inviato nelle case una picco-la pubblicazione per rendere conto degli innumerevoli in-terventi che abbiamo realiz-zato nel campo delle opere pubbliche.Alcuni lavori aspettavano da anni e noi siamo riusciti, sep-pur tra mille difficoltà, a con-cretizzarli.Tolentino, nel suo comples-so, sta migliorando, si sta riappropriando del suo ruo-lo, quale punto di riferimento per un ampio territorio.Tolentino, ce lo riconoscono tante persone, finalmente è una Città viva, bella e vivibile che offre opportunità e che è sempre più proiettata al futu-ro.

intervista al sindaco Giuseppe Pezzanesi

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Forse a qualcuno sarà capitato di avere tra le mani il giornalino “Lavori in corso”, fatto stampare (sembra a proprie spese) dall’Amministrazione Comunale di Tolentino, in cui ven-gono pubblicizzate le mirabolanti prodezze metropolitane dei nostri governanti locali.Senza perderci in chiacchiere, es-sendo tanti gli argomenti da affron-tare, approfondiamo alcuni dei punti meritevoli di attenzione riportati dal giornalino. Già dalla prima pagina si capisce che sarà dura continuare a leggere senza farsi venire i capelli bianchi grazie allo spot sulla caser-ma dei vigili del fuoco: “1.080.000 euro. Già effettuate le opere di sban-camento. E’ imminente l’inizio delle opere generali”. A parte che con gli interessi del mu-tuo i milioni di euro saranno quasi 2, è interessante rilevare come, per un bel po’, le opere di sbancamen-to saranno l’unica cosa che avremo della caserma: l’Amministrazione, infatti, si è dimenticata di informare i cittadini che, causa qualche “piccolo errore” nei calcoli, non ha spazio nel patto di stabilità per spendere quella cifra. Quindi o rinuncerà a completare al-tre opere (il cimitero?) o per un po’ niente caserma. E intanto i citta-dini sono due anni che pagano il mutuo relativo (si, quel mutuo che secondo il Sindaco si sarebbe ripa-gato da solo con l’affitto della caser-ma che il Comune avrebbe incassa-to dal Ministero). Sarà un po’ troppo per un terreno spianato?

Al punto 7 del “volantino dei mira-coli” troviamo “reperimento finan-ziamento di euro 780.000 dalla provincia da destinare all’edilizia popolare”. La verità è che è stata la Provincia a informare il Comune del-la disponibilità di quei soldi. Una cifra rimasta nelle casse grazie ai risparmi di altri Comuni che han-no eseguito opere spendendo meno del previsto e che non è affatto certo che la provincia possa comunque erogare, sempre a causa del patto di stabilità. Al punto 12: “Lavori di migliora-mento sicurezza stradale nei pres-si del ponte di Mancinella, importo 990.000 euro”. Bellissimo, peccato che metà dei soldi siano della Regione che li ave-va stanziati per il famoso ponte alle fonti di San Giovanni e che il finan-ziamento fosse stato ottenuto dalla precedente amministrazione. Al punto 25: “lavori di miglioramento termico alla piscina”. Qui l’amministrazione si è supera-ta: i lavori sarebbero dovuti costare ZERO dando in permuta dei terreni, invece alla fine il comune ha sborsa-to i soldi e si è tenuto i terreni. Pro-prio da farci pubblicità. Punto 30: “Adeguamento locali pri-mo piano mercato coperto”. L’Amministrazione dimentica che ha adeguato i locali rendendoli perfetti, con i soldi dei cittadini, all’apertura di un ristorante, non di certo a una qualsiasi attività, affittando poi i lo-cali stessi senza un bando pubblico. Punto 34: “Attivazione appalto la-vori di metanizzazione aree esterne

Terme S. Lucia”. Qui lanciamo una sfida ai cittadini: qualcuno di voi ha avuto modo di vedere nel dettaglio quali (ristret-te) zone saranno servite? Qualcu-no vuole provare a indovinare? Punto 43: “Cimitero comunale, am-pliamento raccolta differenziata”. Poco importa che i lavori di am-pliamento del cimitero che dove-vano originariamente concludersi il 31/10/2013 e che poi il Sindaco ave-va detto si sarebbero conclusi entro la primavera 2014 siano ancora in alto mare. Oppure che le tariffe per l’illumina-zione cimiteriale siano aumentate del 50% in un sol colpo. Punto 45: “Centro del riuso”. Come farsi belli con un’altra iniziativa ereditata dalla vecchia amministra-zione, che, nonostante l’apprezza-bile idea iniziale, aveva comunque partorito una struttura pressoché inutile: un centro del riuso serio non può essere la “scatoletta” che è sta-ta costruita. Ha bisogno di spazi più vasti, di un laboratorio per le riparazioni e, so-prattutto, deve essere di facile e li-bero accesso. Punto 46: “Casa dell’acqua”. Ecco una buona iniziativa, ma una do-manda sorge spontanea: perché quando abbiamo chiesto, un anno prima, che fosse fatta la stessa cosa a S. Lucia con l’acqua termale che si spreca regolarmente ci è stato ri-sposto di no? Punto 48: “Giardini di San Catervo”. Ottimo aver sistemato le panchine, ma la fontana è sempre lì a marcire.

Punto 52: “Amianto, mappatura del territorio comunale”. Va bene, lo ammettiamo, sarebbe stato troppo pretendere che scrivessero che l’i-niziativa è stata del MoVimento 5 Stelle che ha anche trovato il modo di far risparmiare al Comune 20.000 euro sull’esecuzione del censimen-to. Ma il Comune si è anche impe-gnato a rendere pubblici i risultati. Dove sono? E poi la chicca finale, il punto 55: “Finanziato lo studio epidemiologico nelle zone limitrofe al Cosmari”. Otti-mo! Ma forse sarebbe stato il caso di specificare che è stata la Regione, su pressione delle associazioni, a richiedere lo studio e che il Comune non ha potuto fare altro che aderire. In conclusione, che dire? Se la nostra Amministrazione met-tesse altrettanta solerzia nel risolve-re i veri problemi della città di quanta ne impiega per cercare di addolcire la pillola ai cittadini con le sue pubbli-cazioni stile “mediashopping” forse le cose andrebbero un po’ meglio. Ma non sembriamo sulla buona strada: nello scorso mese di dicem-bre la Giunta ha pensato bene di comprare una pagina sull’Appenni-no Camerte (notoriamente segui-tissimo in città) per “far conoscere alla cittadinanza i servizi erogati dal Comune di Tolentino e rendere note le varie iniziative intraprese dall’Am-ministrazione comunale”. Per carità, 305 euro di spesa, niente di folle, ma è il principio che conta. L’anno prossimo cosa ci aspetterà? Una televendita affidata al buon Giorgio Mastrota?

LE “TELEVENDITE” DELL’AMMINISTRAZIONE

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Questo libro ci fa vivere la storia emotiva e mentale di un ragno e di una mosca.Si parte da un affronto, che di-venta confronto, che diventa comprensione, che diventa le-game, che diventa un inno alla non-separazione, all’unione. Ci sono i desideri irrealizzati, gli amori mancati, le aspirazioni e i bisogni a complicare il gioco dei buoni tutti da una parte e dei cat-tivi tutti dall’altra.Di fronte alla ricerca di libertà e al bisogno di amore il bianco e il nero si sfumano e le nature si incontrano.Il duello verbale a tratti assume la forma della confessione, men-

tre l’interrogativo pressante costringe all’inevitabile messa

in discussione delle proprie po-sizioni, finanche delle proprie nature.Restano solo sbarre e ragnate-le, a ricordare un confine tra il dentro e il fuori, la linea di soglia tra due condizioni che appaiono sempre meno lontane.Dallo scontro-incontro di queste due creature, dal setaccio del loro affrontarsi, l’una aggrappata alle sue trame e l’altra appesa al volo dei suoi battiti d’ali, finisco-no così per emergere due piccoli giganti che diventano emblema di tutta la condizione umana pri-gioniera e imprigionante. In questa evoluzione non c’è più

distinzione tra essere umani o essere insetti. Esistono vite che si sfiorano e che sono.E in questo esistere ci sono: “morte cosa viva”, “ossessione di libertà”, “illusione di libertà”, “guardiano della sorte”, “custo-de di nessun mondo”, destino di tramare”, “perfezione”, “aria for-ma di clausura”, “amore”, “mar-gine delle traiettorie di transito, “pietà verso la debolezza”, “ri-cerca di un frastuono silenzio-so, di una leggerezza che ac-carezza l’esistenza” e volontà di non lasciare solo un uomo che si toglie la vita in carcere, luogo in cui si trovano e si scoprono il ragno e la mosca di questo li-bro.

Novitàeditoriali

Si intitiola “L’America non è poi così lontana” ed è la ter-za esperienza editoriale del quarantaduenne tolentinate Danilo Abbati, di mamma si-ciliana e papà marchigiano.Scoperta la passione per la scrittura nel 1995 Danilo Ab-bati nel 2007 ha pubblicato la sua prima raccolta di po-esie “Spirito Blues” seguita da una seconda raccolta nel 2010 intitolata “Delirio”.Ora, con “L’America non è poi così lontana” ha voluto

sperimentare una nuova for-ma di scrittura, il racconto, per esprimere meglio il suo pensiero e le sue idee.Quattro racconti legati dal filo conduttore del sogno.

Un libro autoprodotto (foto realizzate da Giovanni della Ceca) con il quale lo scrittore si è voluto mettere in gioco, forte dell’esperienza matura-ta all’interno del circolo cul-turale Luigi Sturzo.Il libro è in vendita solo nella

libreria “Bottega del libro” di via d ella Pace.

“...può accadere che certi so-gni si avverino e forse a vol-te sono dietro l’angolo che spettano noi.Basta crederci fino in fondo. Inseguirli e si faranno pren-dere.Vanessa è un sogno che si avvera,Realizzò una volta a letto e allora l’america non è poi così lontana.”

L’america non è poi così lontana - Danilo Abbati

Il ragno e la mosca - Alberto ramundo, Paolo Vachino

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Al governo si stanno impegnando per distruggere l’Italia e ci stanno riuscendo alla grande. I comuni non sono da meno.Parlo da tolentinate dove il comune sa più come rubarci i soldi.Erano quelli che non facevano pagare le tasse sulla 1° casa (prima delle elezio-ni) ora non puoi prendere un cane al canile che ti fanno pagare l’Imu anche sulla cuccia. Sono disoccupato, ho il mutuo sospeso, mi sono trovato a pagare 200 euro sulla

casa che non è ancora mia, e di questo passo non lo sarà mai. I ladri di appartamenti in confronto sono onesti.Non buttatela. Grazie (lettera anonima)

IO CITTADINO

LA GRANDE BELLEZZA La grande bellezza di Tolentino è questo complesso monumentale, abside della chiesa di S. Francesco, e relativa “Torre degli Orologi”( sec. XIII-XIV) quasi unici nella loro rarità, (se ne contano due o tre in tutta Italia), che si affaccia sulla piazza principale (Piazza della Libertà). Non sto a spiegarvi ne origini ne storia ne funzioni, che ne ha molte di sicuro e quasi tutte efficienti. So soltanto che da qualche decennio gli è stata affiancata un’altra torre della sua altezza, più esile, metallica con un lungo braccio girevole, che gira in sintonia con la banderuola della torre stessa, seguendo entrambe le direzioni del vento. Legittimo orgoglio di noi tolentinati, finché non si sente dire, da turisti appena scesi dai pullman col naso all’insù, pronti con la digitale in mano: “PECCATO QUELLA GRU’”. Aivoglia tu a spiegare che si tratta di una moderna composizione messa in atto da quella impresa edile, che forse (N.d.R) non ha deposito per attrezzature da costruzione...beh pazienza! E PECCATO QUELLA GRU, lo diciamo anche noi da troppo tempo e forse in modo ancor più esplicativo. ma nessuno di chi di dovere sente o vede. (lettera anonima)

Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, nella consapevolezza che la spesa sostenuta da famiglie, imprese e attività commerciali per la raccolta dei rifiuti è diventata insostenibile, si è fatta promotrice di iniziative destinate a renderne meno oneroso il peso nel loro bilancio. Lo scorso mese di agosto aveva proposto di installare presso i Supermercati macchine raccoglitrici di bottiglie di vetro e di plastica e lattine di alluminio, con emissione di tagliando con corrispettivo in denaro per fare la spesa; inoltre, per Tolentino e i paesi limitrofi, si era proposto la stipula di una convenzione con la locale Cartiera per la raccolta della carta, con emissione di tagliando con importo da defalcare da bollette di acqua, luce e gas.Sembra che il COSMARI stia pensando seriamente a questa soluzione, che porterebbe una consistente diminuzione dei suoi costi, per meno mezzi operativi sul territorio necessari per la raccolta dei rifiuti. A questo punto desideriamo conoscere i tempi di attuazione.Ma non basta. E’ stato constatato che, in alcuni Comuni della Provincia di MACERATA, è iniziata la raccolta per l’indifferenziato secco, non riciclabile, con sacchetti dotati di “Microchip”.FDI-AN non è contraria all’utilizzo di questo sistema, all’opposto è fortemente contraria a che esso preveda soltanto multe salatissime a chi, per disatten-zione o per errore, inserisca all’interno del “sacchetto giallo“ rifiuti vietati, senza nel contempo prevedere CONCRETI VANTAGGI ECONOMICI per chi, diligentemente, provvede ad una corretta differenziazione, tesa a ridurre il non riciclato. Ha quindi analizzato il sistema e, riguardo al “Microchip”, propone di acquisire, oltre alla lettura del codice di identificazione del conferente, il peso dei rifiuti indifferenziati non riciclabili contenuti all’interno del “sacchetto giallo”.Questo perché, il quantitativo annuale risultante, servirà a determinare, con appositi coefficienti, l’unico onere fatturato per la raccolta rifiuti a famiglie, im-prese e attività commerciali. Questo sistema produrrà il benefico effetto di invogliare i cittadini a ridurre il quantitativo di secco non riciclabile consegnato, perché ne avranno un minor onere per tassa rifiuti.Tutti i restanti materiali, conferiti nella raccolta, andranno considerati materie prime gratuite di rilevante importanza economica, quindi non soggette a tas-sa rifiuti, in quanto il COSMARI, con la vendita, ne ricaverà le risorse necessarie per la copertura dei costi della raccolta, con in più un discreto profitto. In Germania, dove è in uso questo sistema, vi è stato un considerevole abbattimento dell’onere a carico dei cittadini per la raccolta rifiuti.Quindi: + RICICLAGGIO, + SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE, + SOLDI IN TASCA AI CITTADINI

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LO SPORTdi Mario Sposetti

L’uomo del miracolo sportivo si chiama Fabrizio Castori. Su di lui nessuno avrebbe scommesso un centesimo.La stessa dirigenza del Carpi gli ha proposto, a luglio, un contrat-to annuale, non proprio come dire, un attestato di fiducia.Eppure ha portato la squadra in vetta alla classifica del campio-nato di serie B; 43 punti e + 9 su Bologna e Frosinone alla fine del girone di andata.La vita a volte è davvero strana e l’ex tecnico cremisi è approda-to a Carpi un po’ per caso.

Nel febbraio scorso Fabrizio si era recato a Donetsk, in Ucrai-na, dove era pronto un faraonico contratto per allenare il Metalurg (seconda squadra della città dove ad appassionare i tifosi è ovviamente il più quotato Shak-thar del mitico Mircea Lucescu).“Mi offrivano un sacco di soldi. Poi è scoppiata la guerra e la trattativa è saltata, ma va bene così”, ha detto l’allenatore, che a Carpi pare si sia accontentato di uno stipendio decisamente in-feriore.Poi il mister scherza (ride ndr) “Ora, però bisognerà mettersi a parlare del premio promozione.

Con la dirigenza c’è un rapporto speciale.In estate al direttore sportivo Giuntoli ho solo detto di non prendermi dei fighetti ma ragaz-zi con voglia di lavorare. Sono stato accontentato, il gruppo è davvero fantastico”.A proposito, ecco come il mister gestisce lo spogliatoio bianco-rosso, vera è propria arma in più di questa squadra: “Un tecnico deve essere convinto per essere convincente.Kelava (giocatore del Carpi per qualche settimana) mi ha detto: “In tribuna non ci vado”. E il gior-no dopo aveva le valige.Il resto della squadra ha capito ed ora siamo primi”. Il primato Castori se lo vuole godere sino in fondo:”questa è la stagione più bella da quando faccio l’alle-natore e voglio fare di tutto per-ché diventi indimenticabile”.Nel suo Carpi ci sono giovani di qualità come Inglese, Gagliolo, Lollo, Romagnoli …Porcari è l’u-nico che ha 30 anni ed è il capi-tano.Ma il vero leader della squadra chi è mister?“Il collettivo. Ho un gruppo fanta-stico e sono certo che arrivere-mo lontano. Ma non chiedetemi dove.”Per Castori, 60 anni e tanta passione, una carriera condita

da molta gavetta nei dilettanti e soprattutto ben sette promozioni (dall’Eccellenza regionale mar-chigiana con il Tolentino del pre-sidente Ivano Ercoli campionato 1992-93 alla serie B, in attesa dell’arrivo di quella “più pe-sante” nella massima serie del campionato di calcio italiano). Il suo nome è stato legato al To-lentino al Lanciano e al Cesena, eppure spesso in passato è sta-to guardato con una certa diffi-denza.A lungo andare però il duro lavo-ro paga e i giusti riconoscimenti stanno arrivando come quello di Allenatore dell’Anno in serie B attribuitogli, nei giorni scorsi, dai giornalisti dei tre quotidiani spor-tivi nazionali (GAZZETTA DEL-LO SPORT, CORRIERE DELLO SPORT E TUTTOSPORT). Complimenti Fabrizio...

L’ALLENATORE DELL’ANNO DI SERIE B

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Lu spì

LU SPI’

Ciao, Pè!Ciao, Renà!Come t’adè jite, Pè , le feste de Natà?Come putia jì, come ar solito, in famijia, cercanno de rinnovà le tradiziò che, me pare, che tanti, se ne sta scordenno!L’ ‘i fattu lu presepiù?Sci, l’agghio fattu, ma però mpò a core!Perché c’aii paura che “Jesù” nostru putia nasce prematuru?!Tu vai sempre in barzellette, l’agghio duvutu da fa’ de prescia perché no’ statio tantu vè: c’ho un genocchiu che me fa vede’ tutte le stelle de lu firmamendu!Allora da ammò, te chiamirimo: “ Peppe lu stronumu”!E rdajie, te la voli piantà de di’ scemenze, piuttosto te faccio tanti auguri pe’ l’annu c’adè comenzatu addè, co’ la speranza che se vaca sembre a sta mejio!Cujimo l’occasio’ pe fa’ l’auguri anche a li nostri mministratori, che pozzano seguita’ a ffa’ sembre più mejio, cuscì da non dacce la scusa de rognecà!

A gorbì però, a te, te ne va sembre de rognecà!Rogneco su le cose che non va come duvria ji!E quali saria secondo te?!Saria, per un presempio, lu serviziu de li vigili urbani; che pare che l’abbia come compitu solo quillu de fa’ le multe, le disposizo’ che se deve da da’ a quilli che va rcojenno la monnezza co’ li cami e che se ferma in modu tale da vlocca’ lu trafficu all’ore de punta e addirittura aecce la pretesa de vole’ tranzita’ in sensu vietatu! E quesso non adè gnende! Penza un po’ che ha da esse a livellu nazionale, basta senti’ li Tg.Gorbi, se si’ stranu, vedimo de fa’ li voni armeno co’ l’anno nou!Come poli fa’ lo vonu se adè tutta n’anarchia, ‘sa jende deve da capi’ che la libertà sua a da fini’ do comenza la tua!Comunque, Renà, io ce proo a di’ Bon Anno a tutti, co’ la speranza che da st’annu non ce duvrimo più ‘ncazzà; tu che ne penzi?

Che, come ar solito, te lo dico a modo mia:

Porbio st’annu, a lu “Natale”,è spundate pure l’ale,senza provocare dannu,lu più vellu dì dell’annu,è volatu prestu viae c’ha fattu rrià de corsa fino alla ‘pifania;e pe’ chi de tanti dorgi c’aia porbio ‘na gran fame,quella carza adera gonfia perché “piena de votame”!E, me veni a di’: Renànon te devi più incazza’ ?!!Come fa unu, a non ‘ncazzasse,se ogni jiornu a levita’ adè solo tante tasse ?!?!Eppù vojio dillo a tutti e, a chiunque esso sia,che qui, stimo a vive porbio la peggiore monarchia,e sei prestu sopraffattu da chi vive in prepotenzada chi , invece, se putria stare molto mejio senza!Se le cose sopra ditte, non se pozzono cambia’,a vù, grandi capisciotti, che ce state a comanna’,visto che a campa’ cuscì non ce simo ‘bituati,vojio divve, a tutti asseme, jiete ‘mpò a m......ati!!

Ciao, Pè!Ciao, Renà!

Le vècchie de màrzuE’ un modo di previsione meteorologica tratto da particolari giorni di Marzo, gli ultimi del “vecchio” anno (inverno). Altri due metodi anticipano l’andamento meteorologico dell’anno che va ad incominciare.Il tempo di ciscun giorno, a partire da S. Stefano (26 Dicembre) fino all’Epifania (6 Gennaio), prefigura, in senso inverso, la meteorologia di ciascun mese dell’anno entrante: il 26 Dicembre indicherà il tempo del mese di Dicembre successivo, il 27 Dicembre quello del mese di Novembre, il 28 Dicembre quello dell’Ottobre e così via a seguire.Una cipolla viene tagliata e 12 sfoglie sono messe in ordine sul davanzale. La mattina dopo, la presenza o meno di goccioline d’acqua su ciascuna foglia indicherà il tempo del mese corrispondente.Lo capì (lo vrào) te se scàporda.Con tale locuzione ci si rivolge a colui che a parole, ha l’aria di capire o di sapere far tutto.Lo vi’ adè la poccia de li vècchj il vino è l’unico nutrimento della persona vecchia