multiradio press news marzo 2016

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Anno X n. 2 - marzo 2016 - numero chiuso in redazione il 5/3/2016 - PERIODICO EDITO DA MULTIRADIO - Autor. Trib. di Macerata n.466/07 del 23 Aprile 2007 - Direttore Responsabile: dott.ssa Carla Passacantando - Stampa: Tipografia San Giuseppe - www.multiradiopressnews.it MPN marzo 2016 8.000 COPIE! editoriale di Carla Passacantando MIRELLA VALENTINI: liberi di imparare di Enzo Calcaterra segue... Volevamo riaccendere il dibattito su alcune problematiche della città e ci siamo riusciti. Il servizio sull’ex Cinema Teatro Piceno è stato molto apprezzato tanto da finire sui banchi del Consiglio comunale. Ha creato attenzione. Diverse le lettere che ci sono giunte sull’argomento e che pubblichiamo. E’ questa la funzione sociale del giornale. Multiradio Press News è sempre più apprezzato. Vuole affrontare le diverse problematiche che riguardano i tolentinati. Tolentinati che in questi giorni si trovano di fronte a molti cambiamenti. C’è Maria Cristina Ascolani che lascia il comando alla Polizia municipale per entrare a far parte dell’Ufficio di segretaria del comune. C’è poi il probabile trasferimento della sede dell’Assm, Azienda Specializzata Settore Multiservizi, dall’attuale all’ex caserma dove attualmente ci sono gli uffici comunali. Lo stabile è stato acquistato dall’Assm. C’è, inoltre, la possibilità di procedere alla fusione per incorporazione del comune di Camporotondo di Fiastrone in quello di Tolentino. In merito i cittadini saranno chiamati ad esprimere la loro volontà con un referendum. Tante novità per i tolentinati. Situazioni che cercheremo di approfondire. Auguri a tutti di buona Pasqua. Tra Epicuro (Mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza) e Paola Mastrocola (Lo studio fine a se stesso resta l’ultima possibilità di ribellione e libertà), passano circa ventitré secoli. Ma esiste uno spazio, oggi, per questa ribellione senza età? Forse sì, ed è targato UNITRE. La prof Mirella Valentini ci è vissuta e cresciuta negli ultimi 25 anni, insieme con Tolentino e qualche generazione di tolentinati. Dunque, ci è sembrata la testimone più adatta a parlarcene.

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Mensile di attualità del territorio di Tolentino e dintorni edito da Multiradio.

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MPN marzo 2016

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PIE!

editorialedi Carla Passacantando

MIRELLA VALENTINI: liberi di imparare

di Enzo Calcaterra

segue...

Volevamo riaccendere il dibattito su alcune problematiche della città e ci siamo riusciti.Il servizio sull’ex Cinema Teatro Piceno è stato molto apprezzato tanto da finire sui banchi del Consiglio comunale. Ha creato attenzione.Diverse le lettere che ci sono giunte sull’argomento e che pubblichiamo. E’ questa la funzione sociale del giornale. Multiradio Press News è sempre più apprezzato. Vuole affrontare le diverse problematiche che riguardano i tolentinati.Tolentinati che in questi giorni si trovano di fronte a molti cambiamenti.C’è Maria Cristina Ascolani che lascia il comando alla Polizia municipale per entrare a far parte dell’Ufficio di segretaria del comune. C’è poi il probabile trasferimento della sede dell’Assm, Azienda Specializzata Settore Multiservizi, dall’attuale all’ex caserma dove attualmente ci sono gli uffici comunali. Lo stabile è stato acquistato dall’Assm.C’è, inoltre, la possibilità di procedere alla fusione per incorporazione del comune di Camporotondo di Fiastrone in quello di Tolentino. In merito i cittadini saranno chiamati ad esprimere la loro volontà con un referendum. Tante novità per i tolentinati. Situazioni che cercheremo di approfondire.Auguri a tutti di buona Pasqua.

Tra Epicuro (Mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza) e Paola Mastrocola (Lo studio fine a se stesso resta l’ultima possibilità di ribellione e libertà), passano circa ventitré secoli. Ma esiste uno spazio, oggi, per questa ribellione senza età? Forse sì, ed è targato UNITRE. La prof Mirella Valentini ci è vissuta e cresciuta negli ultimi 25 anni, insieme con Tolentino e qualche generazione di tolentinati. Dunque, ci è sembrata la testimone più adatta a parlarcene.

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Prof Valentini, com’è questa strana università, un tempo “della terza età”, poi ribattez-zata UNITRE?Un po’ come nel Medioevo, quando intorno a un maestro si adunavano studenti desiderosi di imparare e conoscere. Quel-lo è lo spirito.

Com’è nata nei nostri tempi, invece?Da università per anziani. Poi i fondatori di Torino si resero conto che gli anziani vivono quotidianamente a contatto con i giovani. E viceversa, ov-viamente. Allora si è comincia-to a parlare di tre età.

Ma cosa differenzia questa dall’università propriamente detta?Non ci sono voti, interrogazio-ni, esami, diplomi o titoli ufficia-li. Si può entrare in un corso, poi passare a un altro. Tutto si basa sulla volontà dei singoli, i loro interessi, le loro diverse capacità e curiosità.

Possiamo dunque dire che si tratta di una scuola fine a se stessa, cioè del modo mi-gliore e più autentico di avvi-cinarsi alla conoscenza?Fine a se stessa, ma con l’in-tento di coltivare l’umanità. Questa è la base, la sostanza di tutto.

Venticinque anni fa l’UNITRE mise radici anche a Tolenti-no. Qual è la prima immagine che le viene in mente ricor-dando quegli inizi?Vedo il prof Nicola Raponi, so-cio fondatore per eccellenza, attorniato dagli altri co-fonda-tori (me compresa) provenienti dal mondo della scuola, dall’ università, dall’associazioni-smo, dalla cultura e dal teatro. Personaggi noti ieri e ancora oggi, cui la storia dell’Associa-zione deve moltissimo.

Nicola Raponi: tolentinate, per molti anni docente a Mi-lano, studioso di alto profilo, promotore di studi storici, autore di numerose pubbli-cazioni. Fu dunque lui il mèn-

tore, cioè la guida saggia ed esperta per i primi passi di questa esperienza?A Tolentino, il suo apporto alla nascita e crescita dell’UNITRE ( di cui fu anche presidente per

i primi sette anni) è stato senza dubbio fondamentale.

Con la prof Valentini a dare una buona mano, aggiungia-mo.All’università ero stata una del-le sue allieve predilette. Fu per me un consigliere prezioso.

In che modo?Mantenendo il rigore appreso alla Cattolica, Raponi mi lascia-va anche innovare, assecon-dava la mia propensione alla sperimentazione, alla ricerca di attività collaterali e di nuovi sa-peri, all’ampliamento della pro-grammazione, delle iniziative. Beninteso, senza mai rinuncia-re alla serietà e scientificità del-le proposte.

Parliamo dei due soggetti principali che animano l’U-NITRE. Senza ordine di im-portanza, semmai di respon-sabilità. Dunque, partiamo dagli insegnanti.Il criterio di partecipazione e collaborazione è unico per

tutti: l’impegno dev’essere vo-lontario, disinteressato. Poi è indispensabile rapportarsi alle relazioni con gli allievi, alle loro reali sensibilità, possibilità, ri-chieste.

In altre parole?Una riflessione dice tutto: «Ave-vo preparato una lezione, poi li ho guardati diritto negli occhi e ho fatto tutt’altra cosa».

Qualcuno magari non l’aveva mai fatto ed è stato “costret-to” a farlo qui. Un apprendi-stato prezioso anche per chi insegna. E’ questo che vo-gliamo dire?Sicuro. Il nostro docente deve fare un costante lavoro prima di tutto su se stesso, sul suo metodo, creare una relazione, realizzare una comunicazione umana oltre che culturale e in-tellettuale.

All’UNITRE le categorie dei docenti sono due: i “catte-dratici” e i “maestri di labo-ratorio”. Chi sono questi ul-timi?L’inserimento dei laboratori è stato un passo decisivo quanto positivo per la crescita. Abbia-mo i migliori maestri artigiani del territorio, che vogliono con-tinuare a dare qualcosa di sé.

Senza di loro, preziose tradi-zioni ed esperienze andrebbe-ro perse per sempre.

Parliamo ora degli allievi.Preferisco definirli allievi-as-sociati. Hanno tratti comuni, a prescindere dalle diverse età, provenienze sociali e culturali.

Com’è l’allievo- associato ti-pico dell’UNITRE?Lo definirei un “combattente”. Soprattutto se anziano. Cioè che non si arrende alla vecchia-ia, alla malattia, agli acciacchi della vita. Gli piace soprattutto continuare a imparare, com-prendere, scoprire nuove co-noscenze, abilità che non pen-sava neppure lui di possedere. Un grande esempio per tutti. Ma, pur con le differenze di età, si condivide l’entusiasmo, sfu-mano le distinzioni tra chi arriva con un bagaglio culturale mag-giore e chi no. Nel desiderio di apprendere sono tutti uguali.

Sono o si sentono?Decisamente: sono e si sen-tono. Ciascuno trova uno spa-zio per sé. Un luogo in cui età diverse stanno bene insieme, si sentono libere di imparare, ciascuno con i propri mezzi e le proprie qualità, esperienze, aspettative. Senza limiti di tem-po, passione, ricerca di occa-sioni per realizzarsi attraverso il sapere e il saper fare.

Anche la prof Valentini ha un sogno nel cassetto?Ho sempre letto e studiato, condizionata prima dalla pro-fessione poi dal ruolo di pro-grammatrice responsabile dell’UNITRE, mettendo in se-condo piano il personale pia-cere e le preferenze. Quando il mio impegno finirà, anch’io po-trò leggere e studiare senza fini specifici se non per me stessa e il piacere di farlo.

Possiamo sapere cosa stu-dierebbe in particolare?I classici latini, che da tanti anni desidero leggere e rileggere.Che ne dice di iscriversi all’UNITRE? Sarebbe il posto giusto.

Mirella Valentini è maceratese per nascita, ma tolentinate a pieno titolo per vissuto. Laureatasi in

Pedagogia all’Università Cattolica di Milano, ha insegnato materie letterarie nella Scuola Media, filosofia, pedagogia e storia nei Licei del capoluogo e della provincia. Tra i soci fondatori dell’Università delle Tre Età (poi UNITRE) di Tolentino, dal 1991 al 1997 ne è stata vicepresidente e direttrice dei corsi. Eletta presidente dal 1998, ha iniziato a incrementarne le attività didattiche e culturali, la programmazione, le relazioni col territorio.

1993. Nicola Raponi e Mirella Valentini

...segue dalla prima

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Questi ultimi mesi sono stati duri per i cittadini tolentinati. Tra imposte e tasse hanno dovuto rimettere la mano nel portafoglio più volte. E con il trascorrere del tempo le somme da pagare diventano sem-pre più elevate. I mesi sembrano tutti uguali. C’è sempre qualcosa da pa-gare. Cerchiamo di fotografare la situazione finanziaria del co-mune di Tolentino con l’asses-sore al Bilancio, Silvia Luconi.

Quando vi siete insediati, come avete sottolineato più volte, avete trovato molteplici diffi-coltà. Oramai con il trascorrere del tempo, sono passati quasi quattro anni da quando ammi-nistrate la città, la situazione è sicuramente migliorata...

“In questo periodo il bilancio dell’ente si è basato su un equi-librio di parte corrente solamente apparente in quanto le entrate erano costituite per una parte im-portante da residui che con il pas-sare del tempo erano sempre più difficili da realizzare. La nuova amministrazione inse-diatasi nel 2012 ha dovuto lavo-rare in profondità per chiarire tutti gli aspetti di questa vicenda ed avere un quadro sufficientemente completo e chiaro dello stato delle cose. Su questo percorso l’esercizio 2014, nonché quello del 2015, costituisce un anno di importanza fondamentale non tanto perché il consuntivo di questo esercizio porta ad evidenziare un disavan-zo di 2.590.045,07 euro, ma per-ché l’operazione di riaccertamen-to dei residui evidenzia una mas-sa di residui di parte corrente di dubbia esigibilità di 8.618.863,41 euro. Questa cifra evidenzia uno

squilibrio nei conti dell’ente che deriva da anni ed anni di gestione protesa quasi esclusivamente alla spesa senza curarsi della effettivi-tà delle entrate. Il fondo di 8.618.863,41 euro di entrate di dubbia esigibilità evi-denzia che negli anni si sono ac-cumulate registrazioni in entrata derivanti soprattutto dalle emis-sioni di ruoli per le sanzioni al Co-dice della strada e per il recupero tributario di cui poi non è stata curata la fase della effettiva acqui-sizione, senza di contro ridurre la previsione via via che ci si allonta-nava negli anni e la probabilità di riscossione diveniva sempre più remota. Una cifra così elevata di resi-dui attivi difficilmente riscuotibili avrebbe causato all’ente i pre-supposti del dissesto qualora non fosse intervenuta la recente nor-mativa che consente di far con-fluire tale somma in un fondo da risanare con una quota annuale in un arco di 30 anni. L’aver ottenuto la possibilità di recuperare questo fondo non esi-me però dallo stigmatizzare vari aspetti sopra citati. Innanzitutto un aspetto di non equità in quanto le amministra-zioni che si sono susseguite pri-ma della attuale hanno speso e si sono fatte quindi responsabili di un debito che hanno riversato sui successori. Altro aspetto importante è che da oggi ai prossimi 30 anni chi am-ministra la città di Tolentino deve accantonare quasi 300.000 euro l’anno, togliendoli dai vari servizi, per coprire questo fondo e questo squilibrio ad esse non dovuto. Tutto questo è tanto più significati-vo se si pensa che i circa 300.000 euro debbono essere ricavati da un bilancio la cui entrata di par-te corrente, entrate titolo I-II-III,

hanno visto dal 2010 ad oggi tagli importantissimi sul lato dei trasfe-rimenti dello Stato. Basta ricordare che nel 2010 lo Stato sotto varie forme ed attra-verso la fiscalità generale, soprat-tutto Irpef e Iva, portava nelle cas-se del comune di Tolentino trasfe-rimenti per oltre 3 milioni di euro e nel 2015 invece sarà il comune a fornire allo Stato una parte delle tasse ed imposte raccolte. In que-sto contesto di difficoltà in cui si è venuto a trovare il comune si ri-tiene che una delle operazioni più strategiche che hanno consentito di riavviare l’ente verso il risana-mento sia il riordino della parte-cipata Assm, società di cui l’ente detiene oltre il 98% della quota. Dal 2013 questa società, dopo un’opera di riordino delle proprie finanze, è tornata a produrre utili e a riconoscere al comune cano-ni consistenti per la concessione dei beni e queste entrate hanno consentito di compensare in parte importante tagli dei trasferimenti statali. La seconda operazione strategica messa in atto dalla attuale am-ministrazione è consistita in un radicale riordino della macchina amministrativa. Con la delibera n.65 del 20.02.2015 la giunta ha approvato il riordino della struttura con l’eliminazione delle posizio-ni dirigenziali a partire da marzo 2015, salvo una da novembre 2015, nonché un piano di esuberi e prepensionamenti che coinvol-gono 14 dipendenti, più del 10% dell’intero organico. Mai nella storia del comune di Tolentino era stata messa in atto un’operazione di revisione strut-turale operativa di tale portata. Siamo arrivati a pagare le fattu-re ai nostri fornitori rispettando il termine di 60 giorni, come da nor-mativa e al 31.12.2015 rimangono

solo 300.000 euro da soddisfare; dato molto importante se si consi-dera che appena insediati le ditte aspettavano i pagamenti da alme-no due anni”.

I cittadini si lamentano non rie-scono più a far fronte alle tante imposte e tasse che continuano ad aumentare. Sono previsti ul-teriori incrementi con il Bilan-cio preventivo?

“Nessun ulteriore aumento nel prossimo Bilancio preventivo per-tanto la tassazione è rimasta la stessa del 2015, gli anticipi della tassa rifiuti arrivata in questi gior-ni nelle abitazioni sono più alti rispetto allo scorso anno sem-plicemente perché il conguaglio giunto a novembre è stato riparti-to equamente in tutte e tre le rate. Invito tutti a mettere a confronto le cartelle. Alla città posso finalmente dire che stiamo lavorando ad una pos-sibile diminuzione della pressione fiscale. Non si tratta più di utopia, ma di concreta possibilità che ovvia-mente richiederà del tempo ragio-nevole per lo studio e per la mes-sa in atto, ma che è il prossimo obiettivo che vorremmo centrare”.

di Carla Passacantando

Nuovo look per le antiche Fonti di San Giovanni di via XXX Giugno. Sono belle e pulite. Fondamentale è stato l’ultimo ritoc-co dell’intervento. In un primo momento alla struttura sembrava che mancasse qualcosa, poi il tocco finale ha fatto la differen-za facendo assumere al manufatto luminosità e bellezza. Oltre al restauro della struttura, e’ stata realizzata la ringhiera ed in-stallato il nuovo impianto di illumi-nazione. L’intervento, che ha riguardato il primo stralcio, è stato realizzato sostenendo una spesa di 50mila euro di cui 30mila con il contributo ottenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Ma-cerata ed il restante dal comune di Tolentino. Le Fonti di San Giovanni erano in un avanzato stato di degrado. Era quindi necessario un interven-

to per ripristinarle evitando una fati-scenza inevitabile della struttura di grande significato artistico, cultura-le ed affettivo. Il manufatto è tanto caro ai tolen-tinati. E’ una sorta di luogo magico, dai segreti passaggi sotterranei che lo collegavano al centro di Tolentino. I non giovanissimi rammenteranno quando le Fonti venivano usate dal-le nonne per il bucato. Non è nota l’epoca della prima costruzione delle Fonti, né la data dell’attuale facciata. Nel XV secolo, comunque, sono stati realizzati i lavori di manuten-zione dei condotti dell’acqua e di una fornace per laterizi retrostante. Intorno al 1560 sono stati eseguiti numerosi lavori di restauro ed ab-bellimento. Le opere di manutenzione delle condutture e di lavori per ripristinare l’afflusso dell’acqua sono state fre-

quentissime fino alla fine del XVIII secolo. Il fabbricato è composto da quattro arcate di laterizio e ghiere

concentriche, alternate a sottili cor-nici aggettanti sorrette da robusti pilastri squadrati.

NUOVO LOOK PER LE FONTI DI SAN GIOVANNI restaurato il manufatto caro ai tolentinati

TASSE ED IMPOSTE PESANTI PER I TOLENTINATI la situazione finanziaria del comune secondo Silvia Luconi

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Insoliti Noti

Enzo Calcaterra

I misteri di un cristo contadinoTanto per chiarire. Da subito. Il cri-sto in minuscolo nel titolo non vuole certo essere un guizzo di laicismo lessicale, ma solo mettere l’accento sul protagonista di questa storia. Il popolo spagnolo ha sempre raffigu-rato i crocifissi con i tratti sofferenti, i corpi sgraziati e contorti marchiati dalla miseria secolare dei suoi con-tadini. Una definizione vale per tutti: Cristo campesino (contadino). Da noi, con povero cristo (ancora in minuscolo!) si è sempre inteso un poveraccio tout court. Ma il cristo contadino di cui parleremo ave-va in più un alone di mistero che a cinquant’anni esatti dalla sua morte merita di essere raccontato.

Ormai pochi ricordano l’aneddoto. Enrico Pallorito, scultore di im-magini sacre, soprattutto di Cristi, un giorno ne confezionò uno con sei dita ad un piede. Quando glielo fecero notare, si affrettò a correg-gere l’errore. Non senza un certo imbarazzo. Pare che da quel gior-no, vuoi perché s’era permesso di «correggere il corpo di Cristo (!)», vuoi perché il soggetto sembrava ricorrere più frequentemente nella sua ispirazione, per il popolo diven-ne lu cristà. Fino alla fine dei suoi giorni, e oltre.Era nato in campagna, al tempo in cui per i contadini, da una genera-zione all’altra, c’erano solo fatica, miseria, troppe bocche da sfama-re, lavori saltuari, stagioni sempre uguali quanto capricciose. Non di rado campava d’elemosina, oppu-re accettando servizi da garzone a giornata o guardiano di pecore. Tra fanciullezza e adolescenza, due o tre anni di “scuola di campagna”. Giusto per non restare analfabeti. Proprio allora, Pallorito scoprì di possedere una dote insospettata. Riempiva già i quaderni con dise-gni di visi, figure umane e animali in modo spontaneo. Novello Giot-to, nei momenti di riposo all’aria aperta cominciò anche a modella-re, soprattutto su legno. Un talento istintivo, il suo. Infatti non aveva (né avrebbe mai avuto in vita sua) ma-estri, scuole, modelli.«Sono un contadino arrivato ad es-sere artista. Un artista contadino», amava autodefinirsi. Più per vaga autoconsapevolezza che per vani-tà. Lo convinsero a trasferirsi a To-lentino per coltivare questa passio-ne, soprattutto mettere a profitto un dono venuto da chissà dove, chissà come. Però nessuno lo accolse in palazzi per farne un artista di città, anzi. Con la famiglia di poveracci, moglie e tanti figli che s’era portato

appresso, finì in uno dei quartieri più poveri, il “Fondaccio”. Per casa (?) un tugurio stretto, scuro, umido, freddo d’inverno e rovente d’estate. Dalla campagna, lu cristà portava in dote anche la sua religiosità arcai-ca, genuina come quella contadina d’un tempo. Legata a riti semplici

( il rosario serale, le preghiere in comune, la messa quando possi-bile…). Convinta, sincera, schietta, senza fronzoli, saldamente radica-ta alla vita e ai suoi mille bisogni quotidiani. Quel mondo si tradusse in un linguaggio fatto soprattutto di immagini, visi, corpi, scaturiti da un singolare miscuglio di contrasti.Tra l’apparire e l’essere, ad esem-pio. Per ovvii motivi, lu cristà si presentava trasandato nel vestire (ancorché pulito quanto basta), un look dimesso con la miseria cronica scritta in faccia e cucita addosso. Ma, al primo contatto, esprimeva garbo, bontà senza finzioni. Un modo di porgersi sorprendente, se paragonato al suo aspetto esterio-re. Parlava lentamente, con fare forbito, quasi ricercato. Educato fino all’umiltà tuttavia dignitoso, mai

aggressivo, insolente, irrispettoso verso il prossimo, malgrado rara-mente venisse ripagato con la stes-sa moneta.Ancor più stupefacente, lo stile con cui esternava le sue doti naturali di artista. Il disegno era accuratissi-mo, raffinato; i volti, i corpi scolpiti

emanavano una grande dolcezza, espressività, trasparenza di emo-zioni, umanità, una bellezza da tutti immediatamente percepibile. Ma tale percezione era diversa a seconda di chi avvicinasse le sue opere, della sensibilità, dell’ottica personale con cui le misurava. Il po-polino, lo stesso che lo aveva ribat-tezzato con ironia e meraviglia, era combattuto tra ammirazione spon-tanea, invidia per questo ( ai suoi occhi) immeritato talento in grado di farsi subito capire da tutti e l’in-quietudine nel dover ammetterne la prodigiosa abilità di rappresentare i più intimi e delicati sentimenti di cia-scuno. Gli “intellettuali” tentavano di incasellarlo nelle loro categorie di giudizio preconfezionate, senza tuttavia riuscire mai fino in fondo a sciogliere il dilemma se considerar-

lo un naïf di incerta classificazione o doverne riconoscere qualità che andavano ben oltre le loro capacità di decifrarlo. Infine, i committenti: privati, benestanti, nobili, religiosi, prelati. Più o meno tutti, ne coglie-vano i pregi e il valore, salvo cer-care quasi sempre di deprezzare le sue opere, svalutarle a proprio vantaggio, giocare al ribasso senza scrupoli.Ma era lo stesso Pallorito a non avere una precisa cognizione dei propri meriti, mezzi e limiti. Insom-ma, non sapeva vendersi, privo ol-tretutto di appoggi, protezioni, me-cenati disposti a puntare su di lui. Si puntava, questo sì, sulla sua mi-seria cronica, sul suo essere con-dannato a restare un povero cristo più bravo a confezionar Cristi che a farne commercio. Così finiva il più delle volte per abbassare il prezzo del compenso, magari acconten-tandosi di essere pagato in natura, pur di non tornare a mani vuote in una casa dove la fame contava as-sai più della fama.Eppure, nonostante tutto e tutti, Pallorito produsse moltissimo nei decenni compresi tra la metà dei Trenta e dei Sessanta del secolo scorso. Volle sempre fare ciò che sentiva di saper fare, pressato sen-za posa, fino all’ultimo dei suoi gior-ni da due committenti: il bisogno e la passione. Realizzò crocifissi, statue di santi e madonne, pannelli di argomento religioso, perfino tele a olio. Quasi tutte le chiese di To-lentino ed alcune dei dintorni accol-sero i suoi lavori. Ma moltissimi altri finirono in case private, disseminati chissà dove, mai compiutamen-te raccolti, catalogati, inventariati. Qualche scritto su di lui, rari elogi, ma poco altro. A onor del vero, va detto che soltanto l’Accademia Fi-lelfica, nel 1946 e nel 1976 (con una retrospettiva dedicatagli a dieci anni dalla morte), si premurò di ri-cordarlo e valorizzarlo. Ormai, con il trascorrere degli anni e lo sbiadire delle memorie legate a generazioni che si estinguono, perfino il soprannome un tempo popolare de lu cristà suscita ricordi sempre più vaghi. Mai c’era stato a Tolentino un artista come lui, viven-te groviglio di ingenuità, candore, abilità nel dare corpo e visione ai moti più profondi dell’anima. Tan-to incapace di esprimerli, quanto in grado di rappresentarli, trasmetterli e condividerli con chiunque. Altret-tanto certo è che mai ci potrà più essere un simile cristo-contadino-artista. Questo è forse il mistero più grande, che infine li racchiude tutti.

Enrico Pallorito (1889 - 1966)

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Obiettivo Trasparenza di Carla Passacantando

C’è anche il nido d’infanzia di piazza Ugo La Malfa, l’asilo Gre-en, tra gli immobili compresi nel Piano delle alienazioni e delle valorizzazioni immobiliari 2016–2018 del comune approvato re-centemente in assise consiliare con i voti della maggioranza. Va avanti così l’operazione dell’Amministrazione comunale riguardo la vendita del nido d’in-fanzia per la ricostruzione di un altro in una zona adiacente. Ecco, allora, che dopo l’inat-tesa gara deserta per il nuovo asilo Green il comune potrebbe star predisponendo un secon-do bando per la progettazione ed esecuzione dei lavori per la realizzazione del nuovo nido d’infanzia e per la riqualificazio-ne dell’area circostante a verde pubblico. “Non molliamo – ha detto il sin-daco Giuseppe Pezzanesi in as-sise consiliare – andiamo fino in fondo e se ci riusciremo sarà per il bene della città”. Nel piano delle alienazioni approvato ci sono anche l’ex scuola di contrada Paterno, l’ex centrale idroelettrica dell’Addo-lorata di Bruno Buozzi, i locali commerciali in via San Nicola, via Filelfo e via Napoleone delle ex carceri, il complesso sportivo dei campi da tennis, il fabbricato in via Giacconi, l’area di proprie-tà concessa in diritto di superfi-

cie per la realizzazione del bar in piazzale Europa, l’area dell’ex piscina in contrada Le Grazie, l’area ex Assm nella zona Fla-minia, la cessione del lotto per la realizzazione di un edificio di culto a Stazione di Pollenza, i terreni agricoli in contrada Bura, Sant’Angelo, Santa Lucia per conto dell’ex Hotel Marche, la porzione di vicolo Nardi, l’area verde tra via Fratelli Rosselli e via Emunuela Lena, la porzione dell’ex canale del vallato in con-trada San Martino. Il tutto è in vendita per far qua-drare il bilancio. “Occorre – ha spiegato l’asses-sore al bilancio, Silvia Luconi - coprire il disavanzo”. Il Piano delle alienazioni e delle valorizzazioni immobiliari per gli anni 2016/2018 è stato approva-to con undici voti, mentre 5 sono stati i contrari, la minoranza. Sempre con undici voti favo-revoli ed un contrario, del Mo-vimento 5 stelle, Mercorelli, inoltre, in assise consiliare è stato modificato l’atto di indi-rizzo inerente la deliberazione del consiglio comunale n.71 del 26.11.2015 inerente il “Compar-to edificatorio in contrada Pace - comparti C1, C2, C3. Parere favorevole anche all’af-fidamento in delega all’Unione Montana dei Monti Azzurri delle funzioni in materia agricola e fo-restale ed è stata approvata la relativa convenzione con quindi-ci voti favorevoli ed un contrario di Mercorelli.

Con undici voti favorevoli ed un contrario di Mercorelli è stata an-che conferita all’Unione Monta-na dei Monti Azzurri la funzione fondamentale dei servizi socia-li. All’unanimità, infine, è stata

concessa alla società Un’Aquila di Luigi Mastroianni e compagni, l’autorizzazione a vendere un immobile sito a Tolentino all’in-terno del  Pip intercomunale “Le Grazie”, comparto L9.

PEZZI DELLA CITTA’ IN VENDITA “occorre coprire il disavanzo di bilancio”

i campi da tennis

l’ex centrale idroelettrica di viale Buozzi

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di Solidea Vitali

COMUNICARE

Segnaliamo un refuso occorso nella rubrica Comunicare del numero scorso di Multiradio Press News nell’intervista al chirurgo dottor Massi: a causa di un disguido la dizione “...chirurgia a degenza breve” era stata erroneamente sostituita con il termine meno preciso e meno appropriato “effettua chirurgia approssimativa”.

La riforma della sanità è in costante evoluzione. In questo articolo affron-tiamo il tema con due Medici di Base del distretto di Tolentino: il Dottor An-drea Mosca e la Dottoressa Jacqueli-ne Cesaretti.

Il dottor Andrea Mosca è anche il Co-ordinatore dell’equipe territoriale dei Me-dici di Base, organismo che raggruppa i medici di base di Tolentino e paesi limi-trofi, e i Pediatri di Libera Scelta. Un organismo che periodicamente si ri-unisce per confrontarsi sulle problema-tiche relative al settore sanitario.- Dottor Mosca, in riferimento ai cambiamenti che subirà il nostro Ospedale, cosa pensa?La necessità di una ristrutturazione è sentita da tempo. Per noi Medici di Base non è una novità. Sono almeno dieci anni che ragioniamo su una evo-luzione ottimale della sanità territoriale. Abbiamo anche fatto delle ipotesi di so-luzione e proposte.- Quando abbiamo sentito parlare di un accordo mancato con la vostra categoria e quindi si paventava una chiusura del nostro Ospedale, cosa è successo esattamente?Oggettivamente noi non abbiamo rifiu-tato alcun accordo. La realtà è che non siamo mai stati coinvolti né ascoltati. E’ mancata la comunicazione più im-portante tra Regione, Asur e Medici di Base sia a livello formale che informale.Trovo che questo passaggio vada chia-rito. Come medici non avvertiamo la responsabilità di aver determinato un’e-voluzione rispetto ad un’altra. L’unico accordo che abbiamo fatto, e preciso che risale a diverso tempo fa ed è scollegato dalla situazione dell’O-spedale, è quello con la Regione e con tutti i sindacati della nostra categoria, fi-nalizzato al reperimento di fondi con cui pagare gli eventuali Medici di Medicina Generale che partecipassero alle espe-rienze delle Case della Salute nella re-gione Marche. Dopo di questo evento, e per la realtà del nostro Ospedale, non siamo più stati contattati.- Dottor Mosca, il destino del San Salvatore pare sia quello di una Casa della Salute. Lei è favorevole a questo tipo di realtà?Sì, come Medici di Medicina Generale, riteniamo opportuna la creazione di una struttura intermedia tra Ospedale e do-micilio del paziente che possiamo chia-mare in vari modi, ma che fa riferimento alla Casa della Salute. Quello del no-stro territorio non è nemmeno il primo caso. In Italia ci sono molte realtà che hanno formato queste strutture. Faccia-mo riferimento al caso di Forlimpopoli, territorio con presupposti simili a Tolen-tino e che, ad oggi, rappresenta un mo-dello perfetto di Casa della Salute. Un esempio che poteva essere seguito in modo da garantire anche maggior pre-senza sanitaria ai cittadini.

Quello che ci sta coinvolgendo è forse dettato dalla fretta. Per operare un cam-biamento che mira ad evitare gli sprechi e riorganizzare in modo efficiente il set-tore sanitario, sono necessari una pro-fonda comprensione del territorio, una comunicazione che mira al confronto tra i soggetti interessati in modo tale da costruire insieme la soluzione ideale.- Si è ipotizzata una vostra ritrosia alla Casa della Salute per motivi eco-nomici. In sostanza si è detto che voi guadagnate di più così che non come professionisti inseriti in una struttura condivisa con altri medici. Qual è il suo pensiero in merito?Questo è punto importante da chiarire. Penso che la Casa della Salute sia un modello da seguire, adattandolo certo al territorio. La collaborazione tra Me-dici di Base non spaventa nessuno. Basti pensare ai gruppi associati che abbiamo costruito. A Tolentino ci sono tre grandi raggruppamenti di medici associati. Questo dimostra la capacità collaborativa tra noi e amplia l’offerta al paziente con le diverse ore di apertu-ra dello Studio, con un Medico sempre presente e con il servizio di frontdesk attraverso il personale di segreteria. Questo tipo di assetto è già un primo passo. La Casa della Salute è, ipoteti-camente, il passo successivo. Noi siamo favorevoli e ne riconosciamo i vantaggi come quello di offrire ai cit-tadini i servizi essenziali, un laboratorio analisi e una strumentistica specialisti-ca, mini ricoveri programmati. Come detto, nessuno ci ha contattati, la gran-de assente è stata l’Asur. Far parte di una Casa della Salute rappresentereb-be per noi un improvement professio-nale con la possibilità di seguire in pri-ma persona il paziente. Significherebbe fare i Medici, quello che in realtà siamo, e non scrivere solo ricette. Abbiamo anche un nostro modello di riferimento che è quello di Alassio, cittadina poco più piccola di Tolentino che fece l’espe-rienza pilota. Certo, un nostro inserimento nella Casa della Salute dovrebbe coinvolgere an-che la sfera economica, non sulla quan-tità ma sul tipo di contratto da applicare. Il Medico di Base non è un dipendente dell’Asur ma un Libero Professionista convenzionato. Si tratterebbe di trovare la formula di retribuzione migliore. Il problema è quello di trasformare la quota capita-ria in oraria. Sulla base di Alassio, per esempio, in forme diverse, altre realtà hanno previsto per i Medici di Base un budget col quale gestire gli ambulatori, i Medici di Base, la Guardia Medica, i codici bianchi e verdi. Una sorta di co-operativa con ottimi risultati in termini di prestazioni e servizi.Per quanto riguarda il nostro reddito, tutto si basa sul numero dei mutuati. Ipotizzando un massimale di 1.500 mu-tuati, un Medico di Base può arrivare a 6.000 euro lordi mensili. A questi van-no tolti la Ritenuta d’Acconto, l’Irpef, le spese per lo Studio, come l’affitto, il per-sonale di segreteria, le utenze. A grandi linee, il netto si aggira sui 3.000 euro. E non tutti i Medici di Base hanno il massimale di mutuati.- A Tolentino, per concludere, come verrà riorganizzato l’Ospedale?Difficile dirlo, vista la continua evoluzio-ne. Credo comunque verrà realizzata una Casa della Saluta atipica, e diversa dalle centinaia sperimentate con suc-cesso e condivise dalle parti protago-niste, dove, forse, saranno coinvolti i medici ospedalieri, i medici del 118 e la Guardia Medica.

In effetti la situazione, anche nel cor-so delle due interviste realizzate, si è evoluta.Lunedì 22 Febbraio, la Regio-ne ha firmato una nuova delibera.

Affrontiamo questo passaggio con la Dottoressa Jacqueline Cesaretti, Me-dico di Base dal 1996, Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Consigliere Comunale Pd-Coalizione Centro Sini-stra.- Dottoressa Cesaretti, ci aiuta a comprendere i nuovi cambiamenti?La delibera regionale n. 139 del 22.02 è importante perché offre dettagli alla precedente 735, considerata da mol-ti un contenitore vuoto. Dal DGR si evince che avremo un potenziamento degli ambulatori specialistici, il mante-nimento dell’ambulatorio di Oncologia, la Radiologia e un punto prelievo, un servizio di ambulatorio H24 che sosti-tuirà il punto di primo intervento, e una ambulanza medicalizzata, dotata di ri-animazione in modo da poter coprire le urgenze.Il nostro “Ospedale”, purtroppo, non è più idoneo a fornire una diagnosi e cura tale da garantire la salvaguardia della salute. Per questo necessitiamo di un servizio di emergenza efficiente che possa stabilizzare il paziente e tra-sportarlo in una struttura adatta. Inol-tre, avremo una struttura in cui poter effettuare le cure intermedie cosicché i pazienti “fragili”, quelli cioè che hanno bisogno di ricoveri perché una terapia domiciliare metterebbe a rischio la loro salute, avranno una struttura impor-tante con figure professionali a cui ri-volgersi e avere una diagnosi e terapia in tempi utili. I Medici di Base potranno decidere e prescrivere direttamente il ricovero togliendo così al pronto soc-corso un afflusso improprio. La pos-sibilità che si offre è quella di coprire le richieste immediate con ambulatori operativi 24ore di pronta diagnosi, vedi codici bianchi e verdi . Questo rende concreta anche la necessità di eliminare i lunghi tempi di attesa in p. soccorso e per esami strumentali. In questa nuova delibera non si parla più di Casa della Salute ma di Ospedali di Comunità, orientati e centrali quindi al territorio. Cambia il termine ma la so-stanza è la stessa.- Quindi avremo un Ospedale terri-toriale, cosa significa questo?Avremo un Ospedale basato sulle re-ali esigenze del territorio. Questo è un passaggio chiave. Sono tanti i fattori che, nel tempo, sono mutati. Dobbia-mo essere consapevoli del fatto che è cambiata l’età media dei cittadini,la popolazione sta invecchiando, sono cambiate le patologie, i diritti dei malati e dei loro familiari. Una ristrutturazione è decisamente fondamentale.Di certo il passaggio dal Presidio Ospedaliero di oggi all’Ospedale di Comunità dovrà avvenire in modo gra-duale così da garantire una evoluzione senza stop radicali o assenza di ser-vizi. Bisogna tener presente il cittadi-

no con il quale si rischia di generare relazioni difficili. La gente ha paura di star male e di non avere più i soccorsi sanitari. Anche questo aspetto va com-preso, rispettato e approcciato con il giusto stile.- Come cittadini abbiamo visto tan-te e diverse reazioni alla Riforma, a volte abbiamo capito poco di ciò che si sta ristrutturando e come. Da Consigliere Comunale d’opposizio-ne, come vede questo movimento di pensieri?In merito alla Ristrutturazione sanita-ria non ho mai parlato proprio perché si sono alimentate tante polemiche. Il mio unico interventio c’è stato nel Con-siglio comunale aperto indetto dal Sin-daco di Tolentino. Sono partita da una semplice doman-da: cosa serve realmente a Tolentino? Questo è stato il passo per presentare un documento, che sarebbe dovuto diventare condiviso, nel quale veniva proposto il modello di struttura sanita-ria inserito oggi nella nuova delibera regionale. Anche senza la Riforma, non possiamo far finta che la nostra realtà sia in grado di tutelare e salva-guardare la salute del cittadini. Abbia-mo bisogno di Presidi incentrati sulle vere esigenze dei nostri cittadini. Firmare un documento condiviso era assolutamente importante per focaliz-zare l’attenzione su cosa è necessario e cosa non lo è. Le reazioni, o polemi-che, ad un certo punto, si sono incen-trate sulla perdita del punto di primo in-tervento. Ma questo è solo un aspetto di tanti che andrebbero valutati. Credo che i toni alti, colorati, abbiano solo ali-mentato la paura, la confusione e ge-nerato un allarmismo eccessivo.In una Riforma così importante non si può mettere avanti la politica intesa come pensieri divisi, nessuno deve dimostrare di essere il “primo della classe”.C’è bisogno di maggiore comunicazio-ne per trovare insieme le soluzioni. Il cittadino non va messo in stato d’al-larme ma dobbiamo facilitare la com-prensione di ciò che sta avvenendo. Far capire quali sono gli interventi necessari e agevolare un’educazione sanitaria. Tutti, medici, operatori specialistici, politici e cittadini dovremmo essere consapevolmente responsabili e tro-vare soluzioni condivise. La ristruttura-zione dovrebbe investire più settori e responsabilità. La Medicina, in generale, è cambiata profondamente insieme alle patologie dei pazienti. Sarà necessario avviare un’educazione anche all’utilizzo dei farmaci, a quando chiamare il 118 o rivolgersi al Medico di Base o allo Specialista. Il Medico di Base, una vol-ta chiamato di Famiglia, che, come il nome suggerisce, conosce non solo il paziente ma tutta la famiglia, e la sua storia, dovrebbe rappresentare un punto d’incontro con gli altri Medici Specialistici. L’isolamento, la non comunicazione, o peggio le polemiche, non sono funzio-nali e soprattutto fanno perdere di vista l’obiettivo.- Dottoressa Cesaretti, qual è il vero obiettivo?Il vero obiettivo è rassicurare il cittadi-no e il paziente, offrire loro servizi di prevenzione, cura e mantenimento. E migliorare la salvaguardia del diritto alla Salute, tenendo sempre alto l’Art. 32 della Costituzione italiana.Ricordiamoci che: a vincere deve es-sere sempre il paziente. E il cittadino.

RIFORMA DELLA SANITÀ: la situazione del nostro ospedale vista con due Medici di Medicina Generale

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Carissimi lettori,siamo alle porte della Pasqua e in questo anno così speciale voluto dal Santo Padre abbiamo un’occa-sione eccezionale per sperimenta-re la misericordia del Risorto che ci strappa dalle nostre morti, che ci libera dalla schiavitù del peccato e che ci salva dalla tristezza.Questo Anno Santo della Miseri-

cordia, questa Pasqua è uno spi-raglio attraverso il quale Dio può raggiungerci con la sua luce, vin-cere le nostre tenebre e il fitto buio, che a volte disorienta i nostri passi, che ci pone nel caos e ci fa crede-re bene e naturale ciò che in realtà non lo è per nulla! Papa Francesco, a più riprese, nel libro-intervista “Il nome di Dio è mi-sericordia” parla di “spiraglio”. Sì, al Signore basta uno spiraglio per entrare nella nostra vita e rivoluzio-narla, trasformarla e rinnovarla.Dio sta cercando in ciascuno di noi, anche in questo tempo, uno spira-glio per farci grazia, una feritoia at-traverso la quale far passare il suo amore e la sua tenerezza di Padre. Non ci tiriamo indietro, non perdia-mo questa opportunità di vedere la nostra vita illuminata da una luce nuova, che non è nostra ma divina.“Le feritoie” - diceva Il Vescovo To-nino Bello - “sono anche ferite”, le nostre ferite!

Dio passa anche attraverso queste per liberarci e salvarci, sono ferite che fanno male ma che possono diventare canali attraverso i quali passa la grazia, sono aperture che ci fanno gridare a Dio: Signore sal-vami! Signore abbia pietà di me! Attraverso le feritoie, trovandoci in un luogo buio, possiamo intravede-re la luce, e attraverso queste fe-ritoie un po’ di luce può filtrare nel nostro buio. Dobbiamo chiedere in questi giorni santi il dono della fede, la sapienza si saper leggere ciò che ci accade, di interpretare così le prove e le sofferenze come uno “spiraglio” dove Dio può opera-re la nostra guarigione! “Feritoie” e “spiragli” sono poi in modo speciale le ferite di Cristo. Il costato e il segno dei chiodi sono, per chi crede, sorgente da cui sca-turisce il sangue prezioso di Cristo, prezzo del nostro riscatto, sangue che lava le colpe... Ma anche per chi non crede, queste ferite rap-

presentano il desiderio di Dio Pa-dre, che supera il possibile dell’uo-mo, per realizzare l’impossibile e raggiungere anche chi è lontano, chi è scettico, chi è nel dubbio! In questa Pasqua, come nel cuore di Dio, c’è posto per tutti.A noi la scelta di lasciarci raggiun-gere, a noi la libertà di dire sì all’a-more di Dio che sa rimettere ordine nel nostro caos, che ci fa amare ciò che è secondo natura, che ci fa desiderare il bene degli altri e so-prattutto dei più indifesi, prima del nostro e dei nostri capricci. Stiamo perdendo la rotta, la no-stra società a volte sembra un po’ impazzita dietro a mode oscene e voglie strane, rifissiamo lo sguar-do sulle ferite di Cristo e queste ci indicheranno la via del bene, della pace, dell’eterno.

Buona Pasqua! padre Gabriele Pedicino

UNA PASQUA DI “FERITOIE E SPIRAGLI”

Di Carla Passacantando

Marco Francalancia ora è felice. Il trentacinquenne camerte decide di mollare tutto trasformando un momento di crisi nell’occasione di cambiare vita. Decide di inseguire i propri sogni e di fare della sua più grande passione, il windsurf, un la-voro, il suo. Attualmente è istruttore di windsurf, barca a vela e catama-rano. Chiude anche una relazione sentimentale ed ora sta vivendo il grande amore della sua vita. Dolore e sconforto, ma anche voglia di vive-

re e di libertà. Il tutto lo racconta in un libro, pubblicato dalla casa editri-ce Italic Pequod, che il prossimo 12 marzo, alle 17, verrà presentato alla Biblioteca Filelfica di Tolentino in via largo Fidi. Nel volume, dal titolo “Cambiare si può – Una vita da surfista”, l’auto-re racconta i cambiamenti avvenuti nella sua vita. Il giovane decide di appendere al chiodo la toga di av-vocato e diventa istruttore di win-dsurf. Stronca anche una relazione sentimentale che andava avanti da tanti anni. Adesso è contento.

“Ho solo una vita – afferma Marco Francalancia - ed è tutta da vivere. A darmi forza la speranza ritrovata di farcela e di poter lottare per qualco-sa in cui credo con tutto me stesso. Cambiando lavoro mi sono trovato inaspettatamente di fronte a scelte del tutto impreviste. Un percorso di crescita umana e professionale, che partendo dall’Italia, attraverso Sta-ti Uniti, Germania ed Egitto, mi ha condotto alla ricerca di me stesso e non solo”. Un viaggio introspettivo fra molte av-venture e qualche disavventura che

ha messo a nudo idee e paure di un ragazzo come tanti. Molto spes-so non si ha il coraggio di cambiare finché un soffio di vento spazza via i punti fermi della propria esistenza, allora ci si rende conto che è pos-sibile rimescolare le carte e giocare una nuova partita.

CAMBIARE SI PUO’ Marco Francalancia: da legale a surfista

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SPAZIO AUTOGESTITO gratuito

Il 26 Febbraio il TAR Marche ha accolto la sospensiva richiesta dal Comune di Tolentino con ricorso contro L’ASUR e la Regione Mar-che nel merito del riordino della Sa-nità Regionale (che riguarda anche la Struttura Tolentinate). Trattasi dell’ennesimo decreto di sospen-siva concesso “in automatico” dal TAR Marche, SENZA ENTRARE NEL MERITO, e rimandando ogni valutazione alla discussione in udienza, già fissata per il 18 Marzo.La cosa non significa affatto l’acco-glimento del ricorso, infatti, come abbiamo già visto per i “Punti Na-scita”, la concessione delle so-spensive non ha poi significato nul-la rispetto al merito delle questioni ed i RICORSI SONO STATI TUTTI RESPINTI.Nei fatti, con la DGR n.139 del 22.2.2016 per la struttura Tolen-tinate, così come per tutti gli altri Ospedali di Comunità NON SONO PREVISTI TAGLI SUI COSTI, ma, anzi, ulteriori risorse per oltre 4 MI-LIONI (precisamente €.4.649.483).

Come ribadito dal Presidente Ceri-scioli nell’incontro tenutosi Giovedì 25 Febbraio a Civitanova Marche, “NON SI CHIUDE UN BEL NIEN-TE..!!!”. Nessun taglio dunque, anche in termini di servizi, e Tolen-tino non fa eccezione, anzi “porta a casa” ben più del mero MANTENI-MENTO DELL’ATTUALE, richiesto a gran voce da tutte le forze poli-tiche di destra in maggioranza a Tolentino, unitamente al M5S ed ai “Comunisti”.

In linea con quanto contempla-to nel documento presentato dal PD al Consiglio Comunale “aper-to” sulla Sanità del 29.10.2015, integralmente accettato, a To-lentino avremo:

- N.50 Posti Letto di un “Mix” di Lungodegenza/Cure Intermedie;

- Centro Dialisi Assistenza De-centrata (CAD) presso i nuovi locali di recente inaugurati;

- POTES H 24 con presenza, sempre H 24, di MSB e MSA (Mezzo di Soccorso Avanzato), ovvero di una vera e propria po-stazione mobile di rianimazione in grado di garantire interventi molto più sicuri rispetto al PPI e, nel contempo, consentire il tra-sferimento del paziente nel po-sto giusto per la cura;

- Presenza di n.2 Medici di Con-tinuità Assistenziale Notturna/Festiva;

- Presenza di un ulteriore Me-dico Ospedaliero in orario NOTTURNO, che consentirà di poter attivare un AMBULATO-RIO MEDICO H 24 in sostitu-zione del PPI per l’erogazione dei Codici BIANCHI E VERDI: tale ambulatorio, consentirà nei fatti il mantenimento dell’at-tuale PPI con un “titolo” diver-so anche oltre i termini previsti dalla legge per la chiusura!!!

Inoltre, viene previsto per Tolentino:

- L’attivazione dell’unico Centro di Riferimento per l’AV3 relativa-mente ai Disturbi del Comporta-mento Alimentare;

- L’attivazione del progetto “Dia-gnosi in 1 Giorno” per i tumori alla mammella: ciò vedrà il Centro On-cologico di Tolentino assurgere a punto di riferimento all’avanguar-dia; il progetto, inoltre, comporterà la possibilità di acquisire nuova e migliore strumentazione diagno-stica (es: mammografo);

- Il Potenziamenti dell’Ambulato-rio di VULNOLOGIA (Ferite Dif-ficili) che anch’esso diventerà di riferimento dell’AV3, con garanzia di un’attività quotidiana che potrà anche fornire una risposta RAPI-DA e ADEGUATA alla necessità di PICCOLI PROBLEMI CHIRURGI-CI (che, solo perché definiti “pic-coli” non sono di certo percepiti come “meno importanti” da chi ne è affetto…!!!);

- Confermate TAC osteoarticolari a valenza di AV (a regime, supera-te le attuali difficoltà a reperire Me-dici Anestesisti, anche con mez-zo di contrasto), unitamente alle MAMMOGRAFIE PROGRAMMA-TE E ATTIVITA’ DI SCREENING;

- Confermata la dotazione di POCT (Point of Care Testing), contestualmente alla chiusura del Laboratorio Analisi, che prevede

la permanenza del solo “Punto Prelievo”.

Resteranno tutti gli ambulato-ri specialistici già previsti con possibilità di ulteriori incre-menti per lo svolgimento di atti-vità specialistica di Dermatologia, Psichiatria, Cardiologia, ORL, Pediatria, Diagnostica per Imma-gini, Nefrologia e Dialisi, Analge-sia/Terapia del Dolore, Chirurgia, Oculistica, Medicina, Ostetricia e Ginecologia, Oncologia, Fisiatria, Urologia, DCA.

Alla luce di quanto detto è EVI-DENTE che all’Ospedale di Co-munità di Tolentino NON VIENE TOLTO NULLA ma, anzi, viene garantita una vocazione che ap-pare decisamente più qualifican-te rispetto alla situazione attuale.

E in tale contesto l’Amministra-zione Comunale che fa..?!? ri-corre al TAR contro la Regione Marche!!! Chi pagherà le spese legali di un ricorso temerario ed inutile?!?

BASTA SEMINARE PAURA E DI-SINFORMAZIONE..!!!

La MIOPIA di guardarsi “la pun-ta delle scarpe” e continuare a preoccuparsi solo dell’ OGGI, sta rischiando di penalizzare seria-mente il FUTURO della Sanità Cittadina. PD TOLENTINO

TANTO RUMORE PER NULLA… ORA BASTA PROPAGANDA!!!(l’amministrazione di Tolentino e la Sanità)

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SPAZIO AUTOGESTITO gratuito

BILANCIO - Si è tenuto di recen-te il Consiglio Comunale dedicato all’approvazione del Bilancio di Pre-visione 2016. Il MoVimento 5 Stelle ha ribadito, per l’ennesima volta, che non è con gli artifici contabili che si sistemano i conti, ma con una politica assen-nata che metta in secondo piano i progetti che possono attendere per realizzare quelli più urgenti e ne-cessari alla popolazione. Non si può sistemare il bilancio vendendo all’ASSM uno stabile di cui non ha alcun bisogno privan-dola di soldi (sempre dei cittadini) necessari per investimenti che an-drebbero a beneficio di tutti. E non si possono raccontare frot-tole dicendo che quanto ricavato dalla porzione di P.zza Martiri di Montalto che l’Amministrazione vuole vendere sarà utilizzato per la sistemazione delle strade quando, invece, nei documenti è scritto che anche il frutto di questa operazione scellerata sarà utilizzato per mette-re una pezza al “buco”. Sembra che la striscia di piazza in questione interessi a qualcuno per motivi commerciali. Ma, allora, tutti gli altri esercenti di Tolentino che pagano ogni anno fior di quattrini per l’occupazione di suo-lo pubblico sono figli di nessuno? Abbiamo messo in evidenza come continui a mancare un fondo di ri-serva da cui attingere nel caso che il Comune si trovi a fronteggiare procedimenti legali (tipo quelli “Ruf-fini” o “Tassoni” per capirci) e anche

i Revisori dei Conti che certificano il bilancio hanno rimarcato questa carenza. Cosa ci inventeremo alla prossima causa persa? Venderemo un’altra piazza? Di fronte a queste conte-stazioni la risposta del Sindaco si è ridotta unicamente a uno spot sulle decine di opere pubbliche realizza-te in questi anni. Ma quante di queste opere Voi cit-tadini ritenete indispensabili per la città? Dalla maggioranza ci siamo sentiti dire che non sono state aumentate le tasse, ma come si potevano au-mentare se sono già tutte al mas-simo? La TARI, a fronte di una diminuzio-ne dei rifiuti inviati alla COSMARI rispetto all’anno precedente, è ri-masta invariata per il 2016 con una previsione di aumento di 200.000 euro complessivi per il 2017 e di ul-teriori 100.000 euro per il 2018. E c’è stata l’ammissione da par-te dell’Assessore al Bilancio che i cittadini che versano alle casse comunali più di quanto dovrebbe-ro per coprire la quota di quelli che non pagano la TARI non rivedranno mai i soldi versati in eccedenza. Cittadini virtuosi e bastonati? E’ di questo che si vantano? Ci han-no rimproverato di ricordare solo le criticità ma non le cose positive, come per esempio i risparmi avuti grazie all’installazione dell’illumina-zione pubblica a led. Forse noi non ricordiamo, ma i no-stri governanti in quanto a poca me-moria ci battono per distacco visto che l’utilizzo dell’illuminazione al led nelle vie cittadine l’aveva proposto nel marzo 2013 proprio il MoVimen-

to 5 Stelle con una mozione che fu approvata all’unanimità. SANITA’ - Avevamo chiesto al Sindaco di Tolentino Pezzanesi di convocare un Consiglio Comunale urgente per votare una delibera che impegnasse la Regione Marche a indire un referendum riguardante la riforma sanitaria in atto. Un referendum che avrebbe, in-nanzi tutto, restituito al Consiglio Regionale quei poteri decisionali sulla sanità che al momento sono in mano alla sola Giunta di Ceriscioli e avrebbe costretto ogni Consigliere ad assumersi la responsabilità delle decisioni di fronte ai propri elettori. Ma avrebbe avuto anche un’enor-me valenza politica dando voce allo sdegno della popolazione mar-chigiana. Sembrava che l’idea fos-se stata accolta positivamente qui a Tolentino, ma poi deve essere arri-vato il dictat del Sindaco Pezzanesi in quanto i vari partiti si sono tirati tutti indietro. I soliti giochi politici a discapito dell’interesse della comunità: a chiacchiere Sindaco e maggioran-za hanno fatto il diavolo a quattro contro la riforma e ora che si pote-va passare ai fatti si sono defilati senza capire che non è cercando di coltivare il proprio orticello che si ri-solvono i problemi, ma perseguen-do un obiettivo comune che abbia una visione d’insieme della sanità. Forse Pezzanesi ha preferito non urtare la “sensibilità” del Governa-tore Ceriscioli nel timore di inimi-carselo e di perdere qualche finan-ziamento regionale, piuttosto che attivarsi per consentire ai cittadini di esprimersi sull’argomento? L’Amministrazione ha deciso, in-

vece, di seguire altri Comuni sulla strada dei (costosi) ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato. Strada che già si sta dimostrando un vicolo cieco visto che il TAR sta respingendo uno dopo l’altro tutti i ricorsi presen-tati. SICUREZZA - La nostra città sem-bra ormai indifesa di fronte all’onda-ta di criminalità che sta imperver-sando. Nonostante l’Amministrazione abbia più volte lanciato proclami sull’efficienza delle sfavillanti tele-camere installate a presidio e difesa del territorio, furti e danneggiamenti si susseguono incessanti. Qualcuno le utilizza effettivamente quelle telecamere o sono solamen-te un costoso accessorio su cui può contare qualche malvivente malato di protagonismo ansioso di finire in tv? O, più semplicemente, forse non sono le telecamere la soluzione. Tutti siamo coscienti delle difficoltà in cui versano le forze dell’ordine, con organici e mezzi ridotti ormai da tempo all’osso. E proprio per questo vorremmo chiedere pubblicamente al Sig. Sin-daco (che, ricordiamo, è l’autorità responsabile della sicurezza nel territorio comunale) per quale moti-vo nessun esponente dell’Ammini-strazione abbia ritenuto opportuno partecipare alla manifestazione or-ganizzata a Macerata dal Sindaco di Cingoli per richiedere la Prefettu-ra un maggiore sforzo e un maggior coordinamento nel controllo del ter-ritorio e nella prevenzione dei feno-meni di criminalità. Anche in questo caso paura di dar fastidio a qualcuno?

BILANCIO , SANITÁ, SICUREZZA: NESSUNA RISPOSTA

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RITRATTI PARRUCCHIERIA

via XXX giugno 36a Tolentino

Il periodo del liceo è senza dubbio molto complesso. Memorie indimenticabili ci accom-pagnano oltre il tempo e varcare la soglia d’ingresso della scuola dopo anni fa riaffiorare ricordi dolci e amari.Nel mio caso, ad esempio, anco-ra mi sveglio nel cuore della notte pensando alla versione di Luciano della seconda prova. Allo stesso tempo, però, gli interessi e gli amo-ri per le materie nati tra i banchi di scuola sono rimasti indelebili.Così, quando il caso, o meglio la fortuna (come dicono i latini), ha vo-luto che ricevessi l’invito del Liceo Classico “Francesco Filelfo” per la II edizione della Notte del Liceo Clas-sico venerdì 15 gennaio, la passio-ne ha preso il sopravvento.Scordandomi delle interrogazioni a sorpresa e dei tanti batticuore, sono rientrata nella mia scuola, senten-domi ancora una volta una liceale.Platea affollatissima di pubblico, tra cui ex alunni di ogni età, che forse come me non hanno mai dimenti-cato i primi amori letterari nati du-rante gli anni del liceo.L’auditorium come un palcoscenico pieno di luci, microfoni, scenografie e costumi, attendeva i suoi attori.Tutto pronto per dare l’inizio.Un vero e proprio spettacolo è stato portato in scena dagli alunni e dai professori del liceo classico di To-lentino.Dopo i saluti della Dirigente, la Prof.ssa Canestrini ha introdotto la sera-ta puntando l’attenzione sul perché

ancora oggi le materie umanisti-che “servono” a formare le giovani menti, addestrandole al pensiero critico, e su quanto sia necessaria la resistenza del liceo classico per preservare l’imprescindibile patri-monio dei valori culturali fondativi della nostra civiltà occidentale. Si sono susseguiti interventi inu-suali, come quello sui mille utilizzi delle piante citate nella mitologia classica curato dalla Prof.ssa Bol-dorini e dai suoi studenti.All’evento ha preso parte anche un ex alunno “Filelfiano” d’eccezione, il Prof. Pellegrino, il quale nel suo intervento ha innestato la contem-poraneità nella civiltà greca e nelle sue strutture civili e politiche.Nulla è mancato, neppure il cine-ma, grazie all’approfondimento “Ciak si gira… il mito va al cinema” a cura del Prof. Rascioni.Gli alunni coordinati dai docenti Borgiani, Giuli, Zampera, Zoccari, hanno portato in scena una piece teatrale, intitolata “A scuola con Pi-tagora”.Il palcoscenico d’eccezione, ha ospitato, inoltre, la divertentissima versione del “Miles Gloriosus”, in-terpretata da alunni ed ex alunni del liceo con la regia di Damiano Bruè, Iacopo Cicconofri, Alessandro Nalli e il coordinamento della Prof.ssa Dionisi.La serata si è conclusa con un inte-ressante excursus sul tema del so-gno della Prof.ssa Pietrella e delle sue classi.La buonanotte, infine, è stata data dalla lettura del Notturno dell’Iliade della Prof.ssa Dionisi accompagna-ta al piano dal talentuoso Giacomo Vicomandi.

Risate, riflessioni ed emozioni hanno riempito l’evento e senza rendermi conto se la campanella avesse suonato o meno, per la pri-ma volta sono rimasta incollata alla

sedia della scuola per sei ore, dalle 18.00 alle 24.00, gustandomi anco-ra un po’ la compagnia dei grandi maestri del passato con cui ho avu-to la fortuna di dialogare di nuovo.

UNA NOTTE AL LICEO CLASSICO

Ilaria Gobbi

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RITRATTI PARRUCCHIERIA

via XXX giugno 36a Tolentino

TI PRESENTO LA CREAZIONE estetica e benessereTi trovi sempre al solito punto... Cerchi relax e tempo esclusivo, in-vece, sei di nuovo in un centro ano-nimo, freddo e caotico.Sei all’ennesimo ciclo di trattamenti corpo, attaccata ad un macchina-rio, al termine del quale, raggiungi anche un buon modellamento, ma questo risultato, non si mantiene nel tempo. Sei amareggiata e diffidente... Ti capisco!Sono Laura Cavarischia da 12 anni titolare del centro estetico La Creazione. Da 16 anni sono nel fantastico mon-do dell’estetica, e mi sono subito orientata nel mondo del massaggio, del corpo e del suo modellamento.

Ti spiego un pò come: 5 anni circa di continua formazione ayurvedica, 20 giorni di Master in In-dia, 3 anni di percorso emozionale sul corpo, ho letto e studio valanghe di libri sull’ anatomia, sull’ alimenta-zione e frequento costantemente corsi di aggiornamento sulle evolu-zioni delle tecniche di modellamento del corpo. Con il mio Centro ho soddisfatto in 12 anni quasi un migliaglio di clienti che mi hanno seguito costantemen-te nei lavori sul corpo. Certo che l’e-sperienza conta e poi tanto, soprat-tutto se nella tua carriera hai sempre seguito solo ed esclusivamente un’unica direzione. Il CORPO. La mia missione NON è SOLO mo-dellare le tue curve, o esaltare ciò che di più bello c’è in te. La mia missione è farti sentire VE-RAMENTE UNICA e farti tornare ad amare Te stessa.

Ti spiego subito cosa NON trovi nel mio centro: -Open day con beauty esterne che ti propongono pacchetti. -Lavoro sul corpo insipido strutturato da un macchinario. -Non ti abbandono durante le pose (del trattamento) immobilizzata a fis-sare il soffitto. -Mai e poi mai interrompo il tuo be-nessere uscendo dalla cabina per rispondere al telefono o accogliere qualcun’altro in arrivo. -Mai verrai rifilata ad una stagista o estetista non ancora QUALIFICATA.

Scegli La Creazione? Trovi la CONSULENZA personaliz-zata Corpo gestita esclusivamente da Me o da un componente del mio Staff. Seguo un protocollo ben preciso du-rante la Consulenza, il mio! Strutturato, ricercato e perfezionato attraverso gli anni di esperienza e continui studi. Tre Step ben precisi la caratterizza-no: -indagine -valutazione-diagnostico. Il lavoro sul corpo di conseguenza è creato su misura per Te!

Cosa hanno di speciale i miei tratta-menti? -Preparazione super intensiva del corpo (questo è proprio il segreto)-Lavoro manuale (si lavoro ancora con le mani, perché come ti model-lano loro non ce n’é)-Macchinari di ultima genererazione-Un paio di assi nella manica. Cosa ha di particolare il mio Staff?

Investono annualmente cifre a 3 zeri per la loro formazione perché esigo che il servizio non risulti scadente. Il mio Staff segue in maniera assolu-ta il mio metodo.

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Non inizio mai nulla senza lei!

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LaCreazione estetica e benessere Via G. Saragat , Tolentino.

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Come spesso capita nella vita, dalle brutte esperienze, nascono le favole più belle; è quello che è capitato a me due anni fa quan-do, dopo 8 anni di “militanza” in un centro cinofilo della provincia (con il quale doveva vedere la luce il mio progetto), la poca se-rietà e la scarsa sincerità di chi lo gestiva, mi hanno spinto a in-traprendere (avendone i titoli per farlo) questa avventura con per-sone diverse. Grazie infatti ai miei amici Pao-lo Morresi e Francesca Maruc-ci, è nata l’associazione “Il Mio Labrador” che ha come finalità, l’educazione di cani da assisten-za per disabili motori e/o persone afflitte da crisi epilettiche ed in ul-timo, ma non di certo per impor-tanza, cani da allerta per perso-ne con diabete.

La particolarità della nostra as-sociazione, è che dopo 24 mesi di addestramento, il cane viene ceduto in maniera del tutto GRA-TUITA a chi ne ha fatto richiesta.

Il cane inizia il suo percorso da cucciolo, a 2 mesi e al termine del suo percorso educativo, il no-stro amico a quattro zampe, sarà in grado di eseguire svariati co-mandi come ad esempio: aprire e chiudere le porte, aprire e chiu-dere cassetti e/o sportelli, prele-vare e riportare oggetti all’interno di cassetti e sportelli, camminare senza tirare al fianco della sedia

a rotelle, aprire e chiudere la la-vatrice, tirare fuori i panni dalla lavatrice, riportare oggetti caduti a terra, ecc. Nel caso di persone con epiles-sia o con diabete, segnalare in anticipo l’inizio di una crisi epilet-tica o glicemica.

Facendo tutto questo gratuita-mente, abbiamo sempre bisogno di risorse economiche che ci per-mettano di proseguire in questa nostra missione. Sul nostro sito www.ilmiola-brador.it, potete trovare tutti gli estremi per effettuare una dona-zione. Ogni vostro piccolo gesto, può… AIUTARCI AD AIUTARE.

Andrea Zenobi parla dell’associazione Il mio Labrador

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Verso Seradott. Franco Belluigi

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Dopo questi primi articoli de-dicati alle molteplici patolo-gie della vecchiaia vorrei fare una considerazione su quella che si chiama comunicazione diseguale. La chiamano così i linguisti.Mi corre l’obbligo, prima di entrare nel tema, di dire che questa, ormai da tempo, è l’epoca dell’ageismo, termine coniato da Robert Budler per indicare la discriminazione dell’anziano basata sull’età.Scrive Palmore: ”assieme al razzismo e al sessismo l’ ageismo è uno dei tre ismi della nostra epoca”. Tuttavia l’ageismo differisce dagli altri due per due ordi-ni di motivi: tutti noi saremo potenzialmente vittime dell’a-geismo se vivremo sufficien-temente a lungo;L’ageismo spesso è meno ovvio e più sottili sono le ma-niere con cui esso si espri-me”.La comunicazione disegua-le rappresenta un aspetto dell’ageismo e si verifica spesso nella vita di un an-ziano sia in famiglia sia, in modo più frequente, quando l’anziano è malato e deve ri-

correre alle cure ospedaliere. Da subito l’anziano si trova in una posizione marginale per una serie di motivi legati alla sua psicologia e al trattamen-to che riceve.Si realizza un confronto fra due persone che non hanno lo stesso “potere”, naturalmen-te il potere di chi vuole esse-re ascoltato e di chi ascolta. L’anziano spesso viene poco ascoltato perché lo si ritiene quasi pretenzioso, quasi non in diritto di relazione perché la malattia è il frutto dell’età avanzata raggiunta .

La risposta di fronte ad una situazione di malattia dell’an-ziano che cerca conforto, quasi per allontanare la sua paura, e per ritornare a spe-rare si quantifica spesso con: ”alla sua età cosa pretende”.Quando l’anziano si amma-la spesso subisce una tale trasformazione da cadere in depressione; la malattia lo rende debole fisicamente e gli crea uno stato psicologico caratterizzato da incertezza. Si sente senza futuro.Ed allora di fronte a questo cambiamento la terapia più importante è il sentirsi consi-derato.Non di certo lo aiuta la posi-zione in sottordine rispetto al personale sanitario e di fron-te all’atteggiamento di poca

accoglienza che ha, si sente defraudato dei suoi diritti, di-ritti propri di ogni persona e la sua dignità viene mortifi-cata.

E’ qui che inizia una comuni-cazione diseguale fra il per-sonale sanitario che conosce il territorio dove si muove, che sta bene, che parla con un linguaggio a lui incom-prensibile e il paziente an-ziano spesso solo, spaven-tato, preoccupato, non consi-derato. Questa comunicazione dise-guale si verifica spesso non solo in famiglia, ma anche in altri ambiti della vita di tutti i giorni

L’anziano spesso fragile e vulnerabile viene relegato in una posizione marginale sof-frendo ancora di più per que-sta mancata attenzione.Perché non ci interroghiamo, quando avviciniamo una per-sona avanti con gli anni, se non sia il caso di mettere una particolare cura nel colloquio, nella relazione.Una buona accoglienza per tutti, in particolare modo per l’anziano ha un grande effet-to placebo, rappresenta metà della cura. A volte è l’unica cura possibile. Essere messo sullo stesso piano lo fa senti-re soggetto degno di essere

ascoltato e di essere curato nel modo migliore.Mi ascolta, si vuole prendere cura di me.Spesso per rendere felice l’anziano e farlo sentire tito-lare di una eguale comunica-zione basta un piccolo gesto: un sorriso spontaneo, oserei dire sottocorticale, e non un sorriso di maniera che lascia intendere il suo poco inte-resse per lui. Una carezza, una pacca sulle spalle, un abbraccio realizzano quello che in greco si chiama apto-nomia( scienza dell’affettività espressa attraverso il contat-to)Realizzare una comunicazio-ne eguale nasce dalla cultura di rispetto per l’uomo, qua-lunque sia la sua età, il suo grado, la sua estrazione cul-turale, la sua razza.Chiudo queste mie riflessioni con una breve considerazio-ne che prende corpo dalla lettura di un articolo e che si riduce a poche righe: ”ma io, anziano, non meriterei maggiore rispetto in famiglia, nelle relazioni pubbliche, ma soprattutto quando sono ospite in strutture residenziali o ricoverato in ospedale? Io malato non dovrei essere la ragione di essere del perso-nale sanitario?”

A voi lettori le risposte!

COMUNICAZIONE DISEGUALE

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Fusione per incorporazione tra il comune di Campotondo di Fia-strone e di Tolentino? L’iter è già avviato. Il Consiglio comunale modifica il regolamento sulle proposte di iniziativa popolare e poi si indice il referendum. I cittadini dovranno rispondere al quesito “Siete voi favorevoli alla fusione per incorporazione del comune di Camporotondo di Fiastrone nel comune di Tolenti-no?”. Il comune di Tolentino risultante dalla fusione riceverà maggiori contributi dallo Stato e dalla Re-gione e sarà escluso per cinque anni dai vincoli in materia di pat-

to di stabilità interno con conse-guente possibilità di effettuare gli investimenti necessari a livello territoriale. Sull’ipotesi di fusione resa nota dall’Amministrazione comunale in questi ultimissimi giorni è già polemica tra le forze di minoranza perché sull’argomento è mancato il dibattito politico e nella città. “Nel mutato contesto generale - si evince dalla delibera del comu-ne di Tolentino - l’esiguità dimen-sionale del comune di Camporo-tondo di Fiastrone non consente a tale ente di continuare ad offrire i giusti servizi, di qualità elevata ed a costi accessibili, ai suoi cit-tadini.

Ecco, allora, che l’incentivazione alle fusioni inserita in varie leggi recenti potrebbe tradursi in am-pliamento dei servizi e/o in una contenimento della pressione fi-scale locale. Tra i comuni contermini, con cui avrebbe potuto pensare di fon-dersi, il comune di Camporoton-do di Fiastrone ha individuato per motivi storico, stratigrafici, per oggettiva connessione geogra-fico, economica, per la maggior dimensione, il comune di Tolen-tino, confinante a nord-nord est e collegato con strada comunale di Sant’Andrea”. Il comune incorporante conserva la propria personalità, succede

in tutti i rapporti giuridici al co-mune incorporato e gli organi di quest’ultimo decadono alla data di entrata in vigore della legge re-gionale di incorporazione. Lo statuto del comune incorpo-rante prevede che alle comunità dell’ente cessato siano assicu-rate adeguate forme di parteci-pazione e di decentramento dei servizi. Ultimamente sono intercorsi in-contri tra il comune di Campo-rotondo e quello di Tolentino per condividere un accordo di fusio-ne contenente precise garanzie di partecipazione a favore del comune di Camporotondo di Fia-strone.

E’ in preparazione l’edizione 2016 della “CicloColli Storica” (CCS) che si svolgerà il 2 e il 3 aprile a Tolentino, manifestazione non competitiva, definita “passeg-giata in libera escursione con biciclette d’epoca”, cioe bici da corsa costruite prima del 1987. L’evento è un revival storico per tirare a lucido e risalire in sella a biciclette d’epoca. Due i percorsi previsti, uno di 57 e l’altro di 102 km, che si sviluppano

su strade secondarie poco traffi-cate e con alcuni tratti imbreccia-te. Non ci sono ordini di arrivo ne classifiche, conta solo terminare il percorso in una sfida con se stes-si. Un modo per riscoprire la bellezza e la durezza di un ciclismo d’altri tempi unito al piacere di pedalare attraverso paesaggi e suggestivi borghi dell’entroterra maceratese. Il tracciato, con partenza e arrivo a Tolentino, attraverserà i comuni

di Belforte del Chienti, Camporo-tondo, Caldarola, Camerino, Ser-rapetrona, e San Severino. La cittadinanza tutta è invitata a partecipare all’evento.

Per informazioni: Alberto Marinelli, telefono 338 1503448 www.ciclocolli.it facebook: ciclocollistorica.it e-mail: [email protected]

Ciclocolli, storica edizione 2016

FUSIONE TRA IL COMUNE DI CAMPOROTONDO E QUELLO DI TOLENTINO?i tolentinati si esprimeranno con un referendumdi Carla Passacantando

Il sindaco Giuseppe Pezzanesi premia Forza Italia. Sono state assegnate le deleghe al commercio ed alle attività pro-duttive al consigliere comunale di Fi Carmelo Ceselli, capogrup-po consiliare e componente della commissione affari istituzionali. Le due funzioni passano così dall’assessore Orietta Leonori al consigliere forzista. A Leonori ora rimangono le dele-ghe inerenti il turismo, la forma-zione, i rapporti con l’università, l’agricoltura e l’organizzazione di TolentinoExpo. “Abbiamo chiesto all’assessore – dice il primo cittadino – di fare un passo indietro. Con le deleghe a Fi il gruppo si ricompatta.” Ceselli è stato manager per una

multinazionale del settore alimen-tare. Attualmente in pensione, ha ricoperto la carica di consigliere comunale anche nel periodo in cui erano sindaci Giuseppe Foglia e Luciano Ruffini. Da sempre impegnato nel volon-tariato e nel sociale ha fondato l’associazione “Pier Giorgio Fras-sati, di cui è presidente, che cura l’organizzazione del Banco ali-mentare e della raccolta farmaci per la città. “Era da molto – afferma - che si chiedeva una partecipazione mol-to più attiva all’interno dell’ammi-nistrazione e ciò è stato recepito. Accetto queste deleghe con gran-de senso di responsabilità. Ora ascolteremo tutti i rappre-sentanti di categoria per recepire le istanze che ci sono e poi le va-

luteremo”. Soddisfazione è stata espressa da Roberto Lombardelli coordina-tore locale di Forza Italia, dalla vice Francesca Marsili e dal vice coor-dinatore provinciale Alessia Pupo.

“La nuova delega – sottolinea Lombardelli – sarà nel segno del-la continuità con la Leonori. Ciò che ci è stato tolto nella torna-ta elettorale, ce lo darà nella pros-sima il sindaco.”

IL SINDACO PEZZANESI PREMIA FORZA ITALIAa Carmelo Ceselli le deleghe al commercio ed attivita’ produttive

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Se nelle ultime due stagioni l’Unio-ne Sportiva Tolentino si è fregiata della Coppa Disciplina nel massimo campionato dilettantistico regiona-le, quasi sicuramente nel corso di questa annata agonistica potrà am-bire all’ottenimento di un altro record decisamente lusinghiero: quello di squadra con l’età media più bassa dell’intero campionato d’Eccellenza Marche.I numeri parlano decisamente chia-ro in tal senso e se si va a spulciare, con dovizia di particolare, le varie distinte delle formazioni che scendo-no in campo di domenica in domeni-ca i conti sono nettamente a favore della formazione del Tolentino: nelle ultime settimane sulla rosa dei 18 giocatori a disposizione di norma la metà dei componenti evidenzia un numero di Under elevatissimo (gio-catori nati dal 1996 in poi con punte apici per quelli tra il 1998 e 99 ed anche un giovane del 2000 come nel caso della gara interna contro il Montegiorgio). “Sono molto conten-

to della valorizzazione dei ragazzi che mi sono stati messi a disposi-zione – è la constatazione di mister Matteo Possanzini – cresciuti sot-to l’aspetto sia umano che tecnico-agonistico. In questa fase del cam-pionato i giovani saranno fonda-mentali. Al di là del risultato, che può venire o meno, la soddisfazione più grossa è quella di toccare con mano i progressivi miglioramenti che i ra-gazzini hanno fatto denotare nel vederli giocare alla pari degli over più esperti. Probabilmente ad inizio stagione, non eravamo pronti a get-tare nella mischia così tanti under contemporaneamente. Nelle ultime settimane, nonostante l’assenza di qualche giocatore più esperto, ho potuto contare enormemente sulla loro disponibilità e sono decisamen-te fiero nel vederli giocare alla pari con le altre avversarie. Come alle-natore non ho alcun problema ad utilizzare più giovani di quelli previsti dal regolamento federale. Oramai, d’intesa con la società e visti anche i tempi che corrono questa sarà sicu-ramente la nostra missione”.Il frutto di tale filosofia, dapprima sposata dal settore giovanile dell’U. S. Tolentino e oramai da qualche stagione della dirigenza della pri-ma squadra, è più che mai tangibile anche fuori dall’ambito della nostra regione. Vedere degli osservatori di categorie superiori visionare i pro-mettenti giovani calciatori cremisi è diventata una cosa ordinaria.Non solo le società professionistiche hanno iniziato a mettere gli occhi sui giovanissimi della “cantera cre-misi” ma anche i selezionatori della rappresentativa nazionale dilettanti

Under 17 guidati dal tecnico Fausto Silipo.E’ proprio come ciliegina sulla torta è giunta la convocazione del giova-ne tolentinate Lorenzo Tizi (classe 1999) in nazionale dilettanti under 17 per prendere parte al torneo Beppe Viola ad Arco di Trento in pro-gramma nel mese di marzo.Occasione davvero speciale per

Lorenzo che potrà affrontare nella prima fase del torneo i pari età del Verona del Milan e della Juventus ed uno stimolo in più per tutti gli altri compagni di squadra affinché pos-sano incidere in maniera sempre più considerevole e positivamente determinante in questa parte finale del campionato regionale dell’eccel-lenza.

BRILLANO GLI OCCHI SULLA CANTERA CREMISI Lorenzo Tizi in maglia azzurra

LO SPORTdi Mario Sposetti

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Alunni e genitori in scena alla scuola “Giuseppe Lucatelli” per uno scopo benefico ed è stato un grande successo. Riuscitissima la nuova esperienza teatrale di bam-bini e genitori proposta nei giorni scorsi con replica all’Aula magna della “Lucatelli”. Applausi a scena aperta per i protagonisti della com-media comico dialettale in tre brevi atti: il primo in dialetto napoletano “Natale in casa Cupiello”, mentre il secondo e il terzo in dialetto to-lentinate “Natà glio casa de Catè”. Il tutto a favore di un’ottima inizia-tiva. Le offerte ricavate durante entrambe le serate contribuiscono a sostenere i lavori per la siste-

mazione e l’ammodernamento del palcoscenico della scuola King, di cui godranno gli alunni dei plessi Rodari King. E sono stati ricava-ti circa 2mila euro. Sono saliti sul palco alcuni bambini della scuo-la primaria e tra gli attori adulti il presidente d’Istituto comprensivo “Giuseppe Lucatelli” Simone Tiran-ti, il consigliere Andrea Migliorelli, Federica Mattioli, Antonella Ruffini, Barbara Salcocci, Paolo De Ange-lis autore della commedia, Rober-to Gullini, Renato Pagliari, Moreno Passarini, Massimo Seghetta. La regia è di Giuseppe Gesuelli. In entrambe le serate era presente il dirigente dell’Istituto comprensi-

vo “Lucatelli” Mara Amico, mentre nella prima c’era anche il sindaco Giuseppe Pezzanesi il quale ha

riferito che il comune si sta impe-gnando affinché venga sistemato il palcoscenico della scuola King.

Torna la “Passione di Cristo” alla Bura per lanciare un messaggio evangelico di forte coinvolgimento popolare, di speranza e di fede vol-to a sottolineare l’atmosfera della Settimana Santa. L’appuntamento con la tradizionale rappresentazione artistico-religiosa è per il prossimo 19 marzo alle 21 con rinvio, in caso di maltempo, al 20 marzo. Centocin-quanta figuranti in costume narrano l’evento centrale della fede cristiana, la morte e resurrezione di Gesù, con mezzi espressivi moderni senza al-terarne l’eterna percezione dell’ani-mo umano. Anzi.La rafforzano rendendola ancor più viva ed attuale. Regista della sacra rappresentazione, a cura dell’asso-ciazione don Primo Minnoni, è Ada Borgiani. La voce narrante è dell’at-tore e regista Saverio Marconi, men-

tre i costumi di Carla Accaramboni, le musiche di Aldo Passarini. Ingre-dienti importanti che conducono gli spettatori in una dimensione parti-colarmente intima, in un percorso, in una sorta di cammino ideale, lungo un palcoscenico naturale di circa un chilometro, per immedesimarsi nei momenti cruciali della Passione. I figuranti risalgono il pendìo del-la collina e gli spettatori, seguendo la scena in movimento, sono parte integrante della narrazione mentre accompagnano Gesù fino al Calva-rio ed esprimono, pur non recitando, tutta la loro emozione. Con molta probabilità tra il pubblico ci sarà anche il vescovo di Mace-rata, Recanati, Tolentino, Cingoli e Treia, mons. Nazzareno Marconi. “Lo scorso anno ho potuto presen-ziare – dice - la sacra rappresenta-

zione della Passione di Gesù Cristo alla Bura. E’ stata un’esperienza dello spirito particolarmente signifi-cativa. Nella cornice naturale ideale per meditare e sentirci vicini a ciò che avvenne 2000 anni fa e che so-stiene la nostra fede, le parole del vangelo diventano immagini, suoni, emozioni profonde. L’impegno di tutta l’associazione che condivide una grande passione credente ed artistica è davvero de-gno di lode. Incoraggio tanti a vivere questo momento che mescola così significativamente fede e bellezza”. Un servizio gratuito di navette, a partire dalle 19.30, consentirà di rag-giungere agevolmente la zona della rappresentazione. I punti di raccolta sono il parcheggio delle Terme San-ta Lucia e piazza dell’ex-consorzio in via Roma di Tolentino.

ALUNNI E GENITORI SUL PALCO PER UNO SCOPO BENEFICOil ricavato andrà a sostenere le spese per il palco alla scuola King

TORNA ALLA BURA LA RAPPRESENTAZIONE DELLA PASSIONE l’appuntamento è per il 19 marzo

POLITEAMA PICENO…. NON VORREMMO PERDERE LA STORIA

Su PRESS NEWS dello scorso mese (gennaio-febbraio 2016) è apparso in copertina un servizio dal titolo “LA PASSIONE DEL BELLO… avviati i lavori di restauro dell’ex cinema Politeama Piceno”, per ora ci soffermiamo solo su una delle domande rivolte al Presidente dell a Fondazione, Franco Moschini: “Chi dirigerà la struttura? Nella risposta si accenna ad un concorso per individuare la figura chiave per la parte artistica e più avanti si parla dell’importanza di affidare la gestione a persone di fiducia. Traendo spunto da questa domanda, a noi interessa proprio la gestione, proprio per-ché come riferito dal Presidente, “dopo la spinta iniziale, la leadership all’interno della Fondazione Moschini, toccherà al Comune, con tutte le conseguenti responsabilità gestionali, economiche e finanziarie.”

Siamo fiduciosi nelle capacità manageriali del Presidente e lo ringraziamo per essersi prodigato per restituire alla città un luogo di cultura e aggregazione, siamo in-vece un po’ meno convinti delle alternative che ha l’Amministrazione, per garantire il mantenimento della struttura. Non vogliamo sminuire o confondere la validità potenziale del progetto con la sua convenienza economica, sarebbe un confronto riduttivo e fuori luogo, se utilizzato per stimare il significato di un’iniziativa culturale, tuttavia ci chiediamo con quali entrate, sarà sostenibile il progetto (ammesso che ce ne sia uno), nel medio-lungo termine per garantire un’attività continuativa. Tralasciamo di ripercorrere i fatti di come si sia arrivati fin qua, ma visto che l’intero Consiglio Comunale ha approvato la trasformazione della Politeama Piceno Srl in Fondazione Franco Moschini, a noi interessa seguirne il cammino, perché la Fondazione appartiene al Comune di Tolentino per il 95,45%., nonostante nell’articolo citato non ci sia alcun accenno. Questo significa che proprietari della Fondazione sono i cittadini di Tolentino. I nomi indicati alla fine dell’articolo sono solo gli ammini-stratori, le obbligazioni che assumono impegneranno in futuro la Fondazione stessa, quindi indirettamente anche noi cittadini “economicamente e finanziariamente”. Già dal marzo 2014 la stessa Amministrazione nel comunicato stampa di presentazione del progetto accennava: “Dopo la fase di avviamento, necessaria per rendere la gestione sostenibile e compatibile con i limiti della finanza pubblica, la governance della Fondazione passerà al Comune.” Siamo curiosi di capire se e quanto durerà la spinta iniziale del Presidente, per poi passare la conduzione al Comune o quanto durerà l’avviamento, per rendere la gestione sostenibile e compatibile con i limiti della finanza pubblica e ultimamente anche con le norme modificative sulle partecipazioni pubbliche, emanate, o in via di emanazione dall’attuale governo.A tal proposito ricordiamo come la Legge Madia preveda per le Società strumentali, criteri per la scelta del modello societario e limiti e condizioni per l’assunzione, la conservazione e la razionalizzazione di partecipazioni. Nella bozza di Decreto del testo unico in materia di società a partecipazione pubblica all’ Art. 3 (Tipi di società in cui è ammessa la partecipazione pubblica) Viene previsto che 1. Le amministrazioni pubbliche possono partecipare esclusivamente a società costituite in forma di società per azioni o di società a responsabilità limitata. All’Art 11 (Organo amministrativo delle società a controllo pubblico) 3. L’organo amministrativo delle società a controllo pubblico è costituito, di norma, da un amministratore unico.Leggiamo che si conta di completare i lavori di ristrutturazione entro fine anno, forse è giunto il momento di coinvolgere tutti i portatori d’interessi per provare a deci-dere insieme e predisporre o se già c’è, a condividere il progetto gestionale.

Intanto l’Amministrazione provveda a pubblicare i bilanci consuntivo e preventivo della Fondazione, come previsto dallo Statuto.

Vorremmo essere informati, capire, per distinguere e poter scegliere. Speriamo con questo modesto contributo di aver stimolato la curiosità di qualcuno e ravvivato il dibattito oramai in letargo.

CITTADINI IN MOVIMENTO - TOLENTINO

IO CITTADINO