mostra della ceramica 99 - giornalelavoce.it

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Page 1: MOSTRA DELLA CERAMICA 99 - giornalelavoce.it
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99MMOOSSTTRRAA DDEELLLLAA CCEERRAAMMIICCAA

FFrraanncceessccoo AArrddiinnii Domus Carnea (MMuusseeoo ddeellllaa CCeerraammiiccaa -- PPaallaazzzzoo ddeeii CCoonnttii BBoottttoonn - Castellamonte)

La mostra di Francesco Ardini si intitola "Domus Carnea" eparla delle inquietudini che spesso caratterizzano la vita dellepersone, ma ce le propone riflesse nell'ambiente domestico. Laprima opera che si incontra in mostra si intitola infatti: "In-quietudini fra me e te". Questa installazione rappresenta tuttequelle incomprensione e silenzi a tavola... nel dialogo assentedi due persone. Quei silenzi per chi li vive sono presenze fisi-che reali. è posta all'inizio perché riesce ad essere inquietantema allo stesso tempo racchiude l'immaginazione di chi rendefigurative le paure: i bambini. Il primo rapporto che l'artista hadel suo "Io bambino" e quei silenzi a cui da un entità fisica effi-mera e fragile… come insetti sospesi in una comune tavola.L'opera farà discutere essendo gli insetti, che rappresentanofantasmi e presenze della solitudine, dei veri insetti cottinella porcellana. Uno stampo sarebbe stato contro questo pro-cesso creativo. Un'altra sala riguarda sempre l'ambiente domestico, ma con ilriferimento specifico all’ ambiente domestico del ceramista,quasi una sorta di casa - fabbrica. Qui tutto è ridotto all'osso.

Ci sono vecchi utensili, carrelli della fabbrica in disfacimento,non mancano stracci di pelle di porcellana. Prevale nelle crea-zioni dell’artista la sua porcellana di un colore bianco/roseo do-minante per tutte le sale. Di impatto impressionante è la scul-tura/installazione presentata nell'ultima sala, che scatena unbiomorfismo vorticoso e tentacolare, una sorta di natura orro-rifica che irrompe all'interno della sede espositiva: l’artista di-venta egli stessi materia, porcellana e tubolari, guanti in pelle epelle porcellanata, il tutto colorato di bianco quasi a sdramma-tizzare e attenuare la spettacolarità paurosa di questa “meta-morfosi” contemporaea.Per capire il lavoro di Francesco Ardini è necessario avere in-nanzitutto presente la straordinaria maestria che egli ha svilup-pato nella lavorazione della ceramica. Se nel tempo gli artisti cihanno abituati al fatto che il più delle volte il loro compito si li-mita al progetto, della cui realizzazione in opera sono incarica-te maestranze specializzate, Francesco muove al contrario pro-prio da quella estrema padronanza dei vari processi di lavora-zione artigianale, cui torna a essere conferita la massima im-portanza, smuovedo un'antica tradizione con innovazioni sullequali si sta costruendo un nome nel settore. Tutto ciò non vuoldire che egli non sia anche perfettamente in grado di ragionareda artista nel senso più attuale, caricando le proprie opere di u-na sorprendente forza visionaria e concettuale.

CCaarrlloo DD''OOrriiaaIl dialogo della materia (CCaasstteelllloo ddii CCaasstteellllaammoonnttee)

L'artista fa dialogare i materiali tra loro e con la propria ispirazioneche sembra trarre forza vitale proprio dal loro parlare lingue diver-se: un'infinità di idiomi per esprimere, in tutta la sua complessità,l'universo umano. Questo è un viaggio che D'Oria compie in molte tappe. Dapprimatocca all'uomo in sé, scandagliato nel corpo e nell'anima, nel movi-mento e nella stasi, nella solitudine della riflessione o in compagniafortuita di simili/estranei. Successivamente crea una nuova cosmogonia, una visione delmondo e delle sue orgini che trasforma gli esseri umani in satelliti epianeti di infiniti mondi possibili. Ultimamente, ad interessare l'ar-tista, sono le relazioni che l'uomo instaura con il mondo circostan-te: gli altri, la storia, la guerra e l'universo del lavoro. È in queste riflessioni che D'Oria riesce, con il passare del tempo, atramutare il fragile in concreto, lo stupore in consapevolezza, la do-manda in denuncia. È così che uomini piccoli ed apparentementeleggeri, in bilico su un bordo pronto a sconfinare nel baratro o in e-quilibrio perplesso sul punto più alto del mondo, si rivelano nellaloro reale consistenza: essi, gravati dal passato della loro storia edalla loro indifferenza ignave, sono in realtà pesanti, tanto da infos-sare la materia, scavandola, sotto il peso del loro stesso riflesso, di-ventando concreti persino nella loro ombra. L'artista coglie il momento più intimo e nascosto di uomini che, in-finite repliche di Dorian Gray, scoprono con sorpresa come il ritrat-to loro e del loro mondo sia stato deformato dalla turpitudine. Laloro ombra si fa sangue, o forse il sangue stesso - divenuto coscien-za - si concretizza in forma umana. Lo scultore ci rivela per quelloche siamo: una molteplicità immensa di creature vive, stanche,gobbe, simili nel loro anonimato e paradossalmente uniche. Ci faanche comprendere, e ci ricorda, un punto fondamentale della ri-flessione a noi contemporanea: essere nati dalla parte "giusta" delmondo, non significa essere dalla parte della ragione.

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