modena "cittàaperta"

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Periodico culturale locale-globale TENDENZE DAL MONDO Locale/globale: notizie, persone, invenzioni, società ATTUALITÀ Notizie dal comune di Modena C ittà A perta Mensile culturale a diffusione gratuita 25 Gennaio 2013 / 25 Febbraio 2013 - Anno II n. 10 Modena Cliccate “mi piace” sulla nostra pagina CARPI Guida ai giardini romantici storici LA CITTÀ DEL FUTURO Approfondimenti Ipotesi di scenari urbani possibili, tra immaginazione e realtà

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Periodico gratuito distribuito nella città di Modena e nei comuni limitrofi

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Page 1: Modena "CittàAperta"

Periodico culturale locale-globale

TENDENZE DAL MONDOLocale/globale: notizie,

persone, invenzioni, società

ATTuALiTàNotizie dal comune

di Modena

CittàApertaMensile culturale a diffusione gratuita

25 Gennaio 2013 / 25 Febbraio 2013 - Anno II n. 10

Modena

Cliccate “mi piace” sulla nostra pagina

CARPiGuida ai giardini romantici storici

LA CITTà DEL FUTURO

Approfondimenti

Ipotesi di scenari urbani possibili, tra immaginazione e realtà

Page 2: Modena "CittàAperta"
Page 3: Modena "CittàAperta"

Sommario

Gennaio 2013-febbraio 2013Editoriale

05

BaccanaliDiscorsi ebbri d’arte, letteratura, filosofia di Davide Donadio

30

Agenda Modena/Altrove08/10Associazioni Corsi Eventi Attività

La città del futuroUno sguardo sul futuro

12

Romanticismo e natura a Carpi

20

Carpi/Territorio. Di Luca Ghelfi

Scritture26

Notizie dalla città24Attualità a Modena

Siete un’associazione e volete promuovere le vostre attività e i vostri eventi? Contattateci! Tel. 0522 210183

E-mail: [email protected]

Potete trovare «CittàAperta» nei luoghi di incontro (bar, locali, attività commerciali, associazioni...) dei seguenti paesi: Bastiglia, Bomporto,

Casinalbo, Castelfranco Emilia, Formigine, Maranello, Modena, Montale Rangone, Nonantola, Soliera.

Ci trovate anche su

25 Gennaio 2013 / 25 Febbraio 2013 - Anno II n. 10

Pagine di letteratura, critica e recensioni “Serial killer” di Gian Carlo Barbieri“Gli acini d'uva” di Adalgisa Pini

Per la tua pubblicità su «CittàAperta»► Zona Modena (centro escluso), comuni di Bastiglia, Bomporto, Formigine, Casinalbo, Maranello, Soliera:

BMG Immagine, Commerciale Sig. Marco Barbieri tel 328 0050604► Zona Modena Centro, Castelfranco Emilia,

Castelnuovo Rangone, Montale Rangone, Nonantola: Alberto Predieri tel 348 3134825

Cercate «CittàAperta»

Tendenze e curiosità dal mondo06Globale/Locale

25 Gennaio 2013 / 25 Febbraio 2013 ♦ 03

Tutti al cinema!22Prossime uscite in sala

Page 4: Modena "CittàAperta"

nel cassetto? ♦ Stampa a prezzi concorrenziali ed elaborazione grafica del vostro

materiale pubblicitario e della vostra documentazione aziendale (brochure,

volantini, biglietti da visita, ecc.)

♦ Progetti editorialiRiviste e periodici

»» ALTRI SERVIZI per le attività commerciali e le imprese in genere

Chiedici un preventivo, possiamo occuparci noi:

■ della cura editoriale, con la correzione critica del testoe l’impaginazione

■ della stampa e del progetto grafico, ovvero l’elaborazione della copertina e del formato adatto

■ della promozione: pubblicità su varie testate locali e presentazioni dei vostri libri

■ Distribuzione nelle principali edicole della «Bassa» reggiana, modenese e mantovana

Per info: redazione La Clessidra Editrice tel 0522 210183via XXV aprile, 33 42046 - Reggiolo (RE)

DIVERSE OPZIONI. Puoi scegliere diversi pacchetti, dalla sola stampa, alla sola

distribuzione o alla sola cura editoriale.

La cosiddetta editoria a pagamento è vista talvolta con sospetto. Ma noi siamo diversi! I costi vivi dell’opera li sostiene l’autore, ma a differenza di altre proposte che incontrate sul mercato con noi siete

sicuri di una cura editoriale, grafica e di stampa accurata, fatta con passione. Non vi promettiamo il successo, ma ci occuperemo con amore delle vostre fatiche.

Page 5: Modena "CittàAperta"

25 Gennaio 2013 / 25 Febbraio 2013 ♦ 05

Per vedere e capire qualcosa occorre guardare da un punto di vista. Frase sibillina che non

vuol sottolineare nient'altro che quello che ci portiamo dietro come soggettivi-tà, condizionamenti familiari e sociali, è ineliminabile dall'atto di guardare le cose. Discorso analogo si può fare per il territorio. Il mondo che corre là fuori, al di là della nostra casa, della nostra città, è per forza colto con la media-zione di quanto ci sta intorno. Questo ha indubbiamente un lato positivo (un'identità è meglio dell'assenza di identità) e il suo lato negativo (il filtro può distorcere in parte le cose).Questa premessa senza pretese, che forse ha troppo del filosofico, vuole solo indicare come sia quasi ovvia conseguenza il trattare temi di am-

pia portata, come “la città nel futuro”, sulle pagine di un periodico che da quando è nato si vanta di avere radici nel territorio. Le ipotesi che possono sembrare così generali degli scenari possibili del nostro futuro “urbano”, sociale, economico, culturale, vanno proiettate sulle città, i quartieri, le stra-de che concretamente vediamo ogni giorno. Il tema di copertina tratta di “futurologia”. “È comprensibile come un simile approccio possa suscitare sospetto. Se anche semplici fenomeni fisici, isolati nel contesto dell'espe-rimento, sono difficili da prevedere con un margine di sicurezza, si pensi alle dinamiche sociali, economiche, politiche e alla loro complessità!”. Ma ammettiamo di aver anche giocato un po' sul tema.

Editoriale

Gennaio '13 febbraio '13

AVVISO IMPORTANTE! Avvisiamo i nostri gentili clienti e i nostri lettori che la persona cono-sciuta con il nome di Garuti Giorgio è diffidato dall'agire a nome della BMG Immagine, una delle concessionarie pubblicitarie di questa testata. La persona, che falsamente si presenta come colla-boratore della BMG, è già stata segnalata alle autorità per falsa dichiarazione e truffa nei confronti dell'agenzia. Se venite contattati da un nostro agente, prima di qualsiasi pagamento/anticipo, vi preghiamo di assicurarvi che sia effettivamente un nostro collaboratore, chiamandoci al n. 328 0050604.

«CittàAperta»

EditoriEditrice La Clessidra / E.Lui Editore

Sede redazione: via XXV aprile 33,

42046 Reggiolo (RE) Tel. 0522 210183

[email protected]

Direttore responsabile: Davide Donadio

Grafica: Paola TorelliStampa: Tipografia E. Lui Reggiolo (RE)

Pubblicità: BMG Immagine, commerciale

Sig. Marco Barbieri tel. 328 0050604

[email protected] Predieritel 348 3134825

[email protected](per dettagli zone aree

di riferimento riquadro a pag. 3)

Registrazione 795/2012 rg v.g. n. 5/2012 del 2 maggio 2012

Redazione: Adriano Amati, Marco Barbieri,

Emanuela Bussolotti, Davide Donadio, Enrico Lui, Tommy

Manfredini, Paola Torelli

In questo numero hanno collaborato o dato la loro disponibilità:

Associazioni/Enti: Associazione L'Incontro, Salotto Magico, Amici del

libro, Metronom, LaRoseNoire.

Persone: Luca Ghelfi, Gian Carlo Barbieri, Adalgisa Pini, Anna Rosa

Ferrari.

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06 ♦ 25 Gennaio 2013 / 25 Febbraio 2013

dal mondoTendenze

L'APP ChE Ti DiCE sE sEi DEPREssA Si chiama Rebecca, ed è gratuita

L'applicazione "Rebecca App" ti dice se sei una donna a rischio depressione, in particolare nel periodo dalla gravidanza fino a

12 mesi dopo il parto. Sembra una cosa singolare, ma visto che il problema è decisamente serio, si può solo essere felici che la prevenzione rimanga al passo con i tempi. Riconoscere la

depressione post partum da parte di chi ne è affetto è difficile.In realtà "Rebecca App" è un pacchetto di tre applicazioni svi-luppato da Ivan Signorile per conto di Barikreativa. È possibile

scaricarlo gratuitamente da iTunes. È adatto a tre fasi: "Re-becca Gravidanza" aiuta a riconoscere i sintomi nel corso della gestazione. "Rebecca Blues" si rivolge alle donne entro il primo mese dopo la nascita e "Rebecca Post Partum" valuta il rischio

di cadere in depressione da uno a 12 mesi dopo il parto.

E CuRiOsiTàFACEbOOk LANCiA

GRAPh sEARChUn motore di ricerca incentrato

sulle persone

Non sorprende che dietro al pro-getto del nuovo motore lanciato da Facebook ci siano due ingegneri

di Google: Lars Rasmussen e Tom Stocky. Proprio come tra amanti di

una fiction, i personaggi di spicco del web 2.0 si scambiano tra di loro, tra tradimenti e unioni improbabili. Dei

retroscena ne parla anche il sito della rivista «Wired».

Lars Rasmussen è stato il “padre” di Google Maps e Google Wave

(questo secondo progetto fu un flop). Anche Tom Stocky lavorava per

Google.I lavori sono cominciati nei primi mesi

del 2011 e sono stati portati avanti da un team di 50 ingegneri e due

linguisti.L'obiettivo, giudicato impossibile in

partenza, era quello di realizzare un motore di ricerca che rispondesse

alle richieste di informazioni sui nostri amici e tutto quello che li circonda.

L'idea è comunque quella di ripensa-re il motore di ricerca andando oltre Google, ponendo al centro le per-sone per cercare e trovare ciò che a loro piace e quello che succede

intorno. Sotto certi aspetti può sem-brare inquietante: ma ricordiamoci che ormai l'evoluzione social del

web è un fatto e - se così si può dire - siamo noi i “carnefici di noi stessi", visto che quasi sempre siamo noi a determinare ciò che gli altri possono sapere di noi. Nelle prossime setti-

mane probabilmente si saprà qualco-sa di più sull'argomento.

DAN bROwN ORA Ci PROvA

CON DANTEIl nuovo libro

del famoso autore uscirà in tutto il

mondo il 14 maggio

Guardato con so-spetto dagli studiosi di storia e di archeo-

logia (perchè effet-tivamente inventa e amplifica luoghi

comuni e leggende metropolitane), ma molto amato dai lettori per il clima che sa creare, ora Dan Brown ci riprova. E ancora una volta è l'Italia la sua ispirazione. Questa volta tocca a Dante, il nostro som-mo poeta. "Inferno", così si chiamerà il nuovo romanzo dello

scrittore nordamericano.Questa volta il mistero riguarda la "Divina Commedia" (l'indi-

screzione è trapelata dai fan di Dan Brown), ma sembra certa. Sarà ancora una volta un romanzo di codici, simboli, ecc. E,

come in passato, molto probabilmente farà arrabbiare gli stori-ci e i critici del grande poeta.

LibRi

TECNOLOGiA

sOCiAL NETwORk

Page 7: Modena "CittàAperta"

TwiTTER vi FA PERDERE PEsO

Lo stabilisce una ricerca americana

Ormai il primo mese dell'anno è passato, e con esso anche le

discussioni delle prime settimane sulla necessità di smaltire quanto

si è mangiato durante le feste. Pare che Twitter possa essere di aiuto, in particolare se tra i vostri ''followers" ci sono dei salutisti o delle persone a dieta. A questa

conclusione è giunta una ricerca della University of Carolina's Ar-

nold School of Public Health pub-blicata sulla rivista «Translational

Behavioral Medicine». Ogni nuovo ''cinguettio'' relativo a una pietanza

sana da mangiare o all'esercizio fisico aiuterebbe a perdere chili

(forse per condizionamento positi-vo o per qualcosa legato ai famosi

neuroni specchio?).

CittàAperta globale/locale: notizie, persone, invenzioni, società

QuAsi sETTE ANNi iN CAMMiNO

Opera compiuta in 2.425 gior-ni da George Meegan, dalla

Patagonia all'Alaska

Ha camminato per 30.000 km, per 2.425 giorni. Con pochi soldi e uno zaino in spalla. Non è una notizia fresca, perché l'impresa

compiuta da George Meegan risale agli anni 1977-1983. Esce

però in questo periodo il rac-conto di quella epica avventura:

il racconto di un viaggio dalla Patagonia all'Alaska, attraverso tutto il continente americano, a contatto con paesaggi, popoli,

tradizioni completamente diversi tra loro. Il reportage esce per

l'editore Mursia.

PERsONE

sALuTE

25 Gennaio 2013 / 25 Febbraio 2013 ♦ 07

Page 8: Modena "CittàAperta"

Eventi/Attività

CittàAperta

Mesi ricchi di eventi, mostre e incontri quelli di gennaio e febbraio per l'Associazione

“Gli Amici del Libro” (Via S. G. Bosco 153, Modena - tel. 059 217530, e-mail: [email protected]).Fino al 31 gennaio sarà visitabile la mostra “Vecchia Modena” che presenta riproduzioni di foto tratte dall'archivio del collezionista Giuliano Marmiroli e da analoghe collezioni. La mostra sarà aperta presso la sede dell'Associazione nei seguenti orari: 9-12,15 e 16-18,30 esclusi domenica e lunedì pomeriggio.Inaugurerà il 2 febbraio alle ore 18,00, invece, la mostra “I miti del ‘900”: foto, poster, manifesti dei personaggi più amati. Inoltre, continuano le presentazioni di libri, tutte di sabato e con inizio alle ore 17,00. Il 26 gennaio Sara Prati e Giorgio Rinaldi presentano il libro “C'era una volta l'amore: dall'incontro a una vita insieme - Usanze, riti, tradizioni e ricette”. Il 2 febbraio Marisa Portaccio Grimaldi presenta

il libro “Ritrovarsi”. Il 9 febbraio Sergio Greco e Roberto Ortolano presentano il libro “Dal Vesuvio

alle Ande”: una storia d'amore,

di calcio, di Diego Maradona, ma soprattutto di Napoli, terra natale di Greco. La presentazione sarà accompagnata dalle poesie di Roberto Ortolano, poesie coerenti che parlano con passione e con una vena di nostalgia della sua città. Il 16 febbraio “Indagine sulla violenza”, immagini e parole con Donadella Casolari. Infine, il 23 febbraio “W il dialetto”, poesie e monologhi di noti autori dialettali italiani e modenesi con Mauro Bavutti, Gennaro Giordano e Roberto Ortolano.Inoltre, Gli Amici del Libro, in collaborazione con la Caffetteria “Il Cantuccio”, hanno inaugurato presso la sede di via Ramazzini 65 a Modena (angolo via del Voltone) la mostra fotografica di Massimo Morandi “Il luogo della nascita”, che resterà aperta fino al 18 febbraio. In mostra opere al confine tra fotografia e pittura, tra realtà e sogno, dove il luogo della nascita diventa l'equivalente del luogo della creazione artistica.Si ricorda, infine, che sono aperte le iscrizioni ai corsi di “Disegno dal vero e acquerello”, “Lettura espressi-va a voce alta”, giapponese e grafo-logia.

Amici del Libro Eventi, mostre e incontri in programma

Ha preso il via presso la Polisportiva Modena Est (viale Indipendenza 25, Modena) la 23° edizione della

rassegna di prosa dialettale “Venerdì insieme... al dialetto” che accompagnerà il pubblico fino al 3 maggio. Il 1 febbraio andrà in scena lo spettacolo “Non parlate all'autista” de “La compagnia del Ponte della Bionda”. L'8 febbraio la compagnia “Qui'd Puianell” presenta “La reditae dal Sijo Canonich” - “L'eredità dello Zio Canonico”. Il 15 febbraio sarà la volta della compagnia “Il Buffone di Corte” e dello spettacolo “Grata, grata, ma t'am ma freg”. Il 22 febbraio appuntamento con “Tot par gninta” e con la compagnia “Quì dal Rè de Bèghér”.Il 1 marzo la coppia Antonio Guidetti e Enzo Fontanesi presenta “Quando ancora non c'era la rucola e al kiwi”. Gli appuntamenti di marzo continuano l'8 marzo con la compagnia “Gli Artristi” in “La Signora Tabacci”; il 15 marzo la compagnia “Teatro Nuovo” mette in scena “Stréca i occ... e adésa canta”; il 22 marzo la compagnia “Quelli delle Roncole 2” presenta “An n'è mai cum i dìsan”.Ultimi appuntamenti: il 5 aprile “Al Teorema ed la Filomena” della compagnia “A. Guidetti e i Matt'Attori”; il 12 aprile “I Vadévv” della compagnia “Tra Sàccia e Panéra”; il 19 aprile “Magagni Incartedi” della compagnia “Qui'd Cadros”; il 26 aprile “Pover Sgabanaza” della compagnia “In Fen C'la Dura”; infine il 3 maggio la coppia Antonio Guidetti e Mauro Incerti porterà in scena “Non c'è limite alla vergogna, fondiamo un partito anche noi... se catòm ch as'dà i sold”.Gli spettacoli iniziano alle ore 21,15. Le attività sono riservate ai soci della Polisportiva, Arci, Uisp e Csi. L’ingresso a ogni spettacolo è di 7,50€, mentre l’abbonamento a 5 spettacoli costa 30€. Per informazioni si può contattare la polisportiva Modena Est: tel. 059 283449, e-mail: [email protected].

Venerdì insieme... al dialettoAl via la rassegna di prosa dialettale

08 ♦ 25 Gennaio 2013 / 25 Febbraio 2013

Sabato 2 febbraio alle ore 17,00 presso l'Auditorium Pieran-gelo Bertoli di Sassuolo (via Pia 108, Sassuolo) si svolgerà la presentazione del romanzo “Te lucis ante, Tu prima della

luce” di Rita Neri (Apostrofo Editore).

A condurre l'incontro, la giornalista Roberta Rossi che dialogherà con l'autrice. Letture a cura di Egidio Rosi dell'Associazione Li-brarsi, suggestioni musicali di Anna Lisa Lugari alla chitarra. L'incontro è organizzato dal Circolo Amici della Lirica di Sassuolo.

La voce interiore del cambiamentoPresentazione del romanzo di Rita Neri “Te lucis ante, Tu prima della luce”

SASSUOLO

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CittàAperta

Agenda Modena/Altrove

LaRoseNoire, in collaborazio-ne con Il Salotto culturale di Simonetta Aggazzotti e

con il Museo delle Rose Antiche, presenta sabato 26 gennaio alle ore 18,00 “Essentia Rosae - Sim-boli, Miti e Allegorie della Rosa”. Durante l'incontro, con Giorgio Sangiorgio e Elisabeth Mantovani, si parlerà della rosa nella tradizio-ne ermetica dall'antichità ai nostri giorni. Inoltre, durante la serata intervento musicale del Maestro Fernando Zampieri e di Daniela Zampieri che eseguiranno brani per violino e pianoforte di Bach, Beethoveen, Schubert, Kreisler, Massenet, Saint-Saëns e Brahms. Alle ore 19,30 “Brindisi alla rosa antica - Rievocazione dei sensi e del cuore”: la rosa celebrata dai poeti del '600, aromi ed essenze a base di rosa. A cura del Museo delle Rose Antiche. Da lunedì 11 febbraio alle ore 20,10, corso di Astrologia di III Livello - La Prognosi Astrologica. Il corso si compone di sei lezioni, comprensive di dispense illustrate e di un attestato finale. Durante le serate si affronteranno i seguenti argomenti: a cosa serve la progno-si astrologica, diversi metodi di prognosi, i cicli planetari, i transiti, l’oroscopo solare e le progressioni. Inoltre, è in preparazione per sabato 23 marzo alle ore 20,00, in collaborazione con Teatro Nero, “Il Castello dei Destini Incrociati. Musica, Arte e Spettacolo” con in concerto L'Effet C'Est Moi (Martial Folk) e Roma Amor (Folk - Dark Cabaret), esposizione di Valentina Mangieri “I Tarocchi illustrati” e con la partecipazione di Claudio Calafiore e Elisabeth Mantovani. Alle ore 20,00 inaugurazione della mostra con buffet e musica a cura di dj DK Z, TaroT table nell'antro incantato del Mago Atlante con la scuola di TaroT de LaRoseNoire. Alle ore 21,00 inizio performance e concerti. La serata si svolgerà presso il Teatro Nero in via Bolza-no 31 a Modena.Per informazioni e iscrizioni agli eventi: Associazione Culturale LaRoseNoire, e-mail [email protected] - tel. 339 1196575.

25 Gennaio 2013 / 25 Febbraio 2013 ♦ 09

Riprende la propria attività l'Univer-sità per adulti “Salotto magico: arte, scienza e fantasia” con gli incontri,

patrocinati dal comune di Modena, sul tema “Chiesa, gerarchia, struttura” a cura del Prof. Marzio Ardovini.Primo incontro mercoledì 13 febbraio alle ore 16,00 con un'introduzione generale sull'argomento. A seguire, mercoledì 20 febbraio alle ore 16,00 “Immagini di chiesa

attraverso i secoli” e mercoledì 27 febbraio alle ore 16,00 “Le nuove tendenze contem-poranee”. Le lezioni avranno luogo pres-so la Biblioteca storica dell'Istituto d'arte A.Venturi (via Belle Arti, Modena) e la partecipazione è gratuita.Per informazioni e iscrizioni: Università per gli adulti “Salotto magico: arte, scienza e fantasia”, cell. 331 9069870 - e-mail: [email protected].

Chiesa, gerarchia, strutturaDa febbraio gli incontri organizzati sul tema

dall'Università per gli adulti “Salotto magico”

Metronom prosegue il suo programma espositivo con

“Rêverie”, mostra delle arti-ste Melissa Moore e Alberta Pellacani, che sarà inaugurata sabato 9 febbraio alle ore 18,30 e resterà aperta fino al 6 aprile.Lo sguardo si offusca, quasi intorbidito, lo spazio reale e tangibile si popola di detta-gli irreali e spiazzanti. Uno sguardo che vagheggia reali mondi possibili nel caso di Melissa Moore e di sottili incertezze che si insinuano, modificandolo senza giungere a un cambiamento tangibile, per Alberta Pellacani. Nel mezzo la natura, svelata e ce-lata al tempo stesso, la natura come fiducia nelle possibilità dell’uomo e la natura come continua necessaria metamorfosi. “The Island” è una serie inedita, esito di una ricerca durata oltre tredici anni, duran-te i quali Melissa Moore si è ripetutamente recata sull’isola di Hornby, in Canada, dove negli anni '70 gli abitanti hanno costruito

da soli le proprie case e vissuto ispirandosi a principi di praticabile autosufficienza. La sua ricerca la porta a mettersi in gioco, in prima persona, con una pratica artistica che avvicina elemento umano ed elemento naturale. È un legame con la natura che Melissa Moore cerca con la modalità a lei consueta dell’autoritratto, ma un autoritrat-to che non svela, anzi, che ha sempre una caratteristica di incompiutezza. Alberta Pellacani affida, invece, a “Chan-

ging” il pro-prio sguardo riferito al pre-sente. La serie, composta da fotografie e vi-deo, è una in-dagine intima che si traduce nella continua ricerca di uno stato di quiete perpetuamen-te turbata. La

natura si trasforma, incessantemente, per svelare o per nascondere al tempo stesso, difficile da decifrare. La prospettiva obbli-gata a cui ci costringe Alberta Pellacani è quella di un movimento lento, impercetti-bile, che potrebbe durare anni come un atti-mo. È un cambiamento che va di pari passo con l’incertezza, con l’inquietudine della conoscenza, quello stato ricco di promesse che prelude alla consapevolezza. Sede della mostra: Metronom, Viale G. Amendola 142, Modena - www.metronom.it; [email protected]. Orari di apertura: martedì - sabato 15.00 - 19.00 e su appunta-mento.

Rêverie In mostra dal 9 febbraio le opere di Melissa Moore

e Alberta Pellacani

LaRoiseNoireSerate dedicate alle allegorie della rosa,

all'astrologia e alla musica

Page 10: Modena "CittàAperta"

CittàAperta

Eventi/Attività

L'Associazione di Promozione So-ciale “Damanhur” presenta, con il patrocinio del Comune di Modena,

il ciclo di incontri “Per un mondo colora-to, armonia e comunicazione”. Prossimo incontro mercoledì 27 febbraio alle ore 21,00 con “Comunicare come colorare, armonia del contatto” a cura di Orango Riso, direttore Scuola per Guari-tori Spirituali di Damanhur. Giovedì 14 marzo alle ore 21,00 “Il coraggio, indi-spensabile per essere felici e realizzare i sogni. Si può sviluppare? Dalla poesia alla pratica di tutti i giorni”, relatore Fagiano, direttore del Centro Daman-hurcrea e ricercatore spirituale. Ultimo incontro mercoledì 27 marzo sempre alle ore 21,00 con “Le frequenze che riac-cendono i colori, armonizzare se stessi armonizzando la società” a cura di Oran-go Riso, direttore Scuola per Guaritori Spirituali di Damanhur.Inoltre, in collaborazione con le associa-zioni Conacreis Emilia Romagna e con il patrocinio del Comune di Modena, confe-renze e sperimentazioni “I soci relaziona-

no: divertiamoci a coltivare il piacere di scoprire” con inizio alle ore 21,00: martedì 29 gennaio “Che cos'è l'acqua viva e come può guarire il corpo” con Olga Heinrich; martedì 19 marzo “Arte guerriera: l'arte della difesa a mani nude” con Diego Nievi.Per il ciclo di conferenze “Il benessere nella visione olistica”: mercoledì 13 febbraio “La potenza di dire... grazie” relatore Roberto Soli, ricercatore e coa-ching; giovedì 21 febbraio “Le intolleran-ze alimentari: verità e fantasia” a cura del Dott. Giancarlo Fiorucci, medico e ricercatore; giovedì 7 marzo “Semplice-mente sei... come vivere la molteplicità interiore... il voice dialogue”, relatori Silvana Ruggi, Giuseppina Ulivieri e Maurizio Barilli, counsellors. Inizio degli incontri alle ore 21,00. Tutti gli incontri sono ad ingresso gratuito, libero anche per i non soci.Infine, domenica 27 gennaio e domenica 24

febbraio dalle ore 15,00 alle 19,00 “Gior-nate dedicate al benessere”: applicazioni di pranopratica, consulti di grafologia e mantiche, presso la sede sociale. Dome-nica 3 marzo dalle ore 15,00 alle 19,00 mercatino dello scambio: diamo nuova vita a cose dimenticate, promuoviamo il baratto di oggetti e libri. Damanhur: via Pica 18/A, Modena - Orari segreteria: mercoledì ore 10/12 - lunedì, martedì, giovedì, venerdì ore 16/19 - tel. 059.280251 cell. 349 3291747 - e-mail: [email protected] - www.daman-hurmodena.it

Damanhur Corsi e seminari per raggiungere il benessere

con le discipline bio-naturali

Madonna con bambino, San Brunone e Santi in estasiCollezione privata (venduto)Olio su tavola130 x 95Prezzo1800,00 €

Note. Si tratta di una bella copia di una pala del pittore seicentesco Guercino.

Ritratto di TolstojCollezione privata Olio su tela50 x 60Prezzo700,00 €

Note. Copia ben riuscita di un famoso ritratto di Tolstoj, di Nikolai Ge:Tolstoj al suo banco.Attualmente il dipinto è privo di cornice.

Grandfather’s song Collezione privata

Fotografia/Arte digitale90 x 60

Anno2009

Prezzo690,00 €

Note. Supporto in cornice pregiata in legno più vetro.

Certificato di autenticità

Daniele Manfredini

NewCity ArtGallery è un progetto, un “metodo” per mettere in contatto appassionati d’arte, una galleria virtuale (senza luogo, ovvero in molti luoghi) fatta di artisti che vogliono proporre sul mercato le proprie opere e amanti dell’arte che vogliono conoscere autori emergenti. Il progetto, promosso da La Clessidra Editrice, si realizza attraverso la pubblicazione delle opere sulle testate dell’editore - che fa anche da mediatore per la vendita delle stesse e la divulgazione attraverso gli eventi culturali e le mostre promosse. Per info contattare la redazione 0522 210183

Giusi Vella

Pittura

Scultura

Sperimentazioni

PROPONETE LE VOSTRE OPERE

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Vendi e compra l’arte

NEWCITYARTGAllERY Per la diffusione dell’arte

Fotografia

10 ♦ 25 Gennaio 2013 / 25 Febbraio 2013

Da sabato 26 gennaio (inaugu-razione alle ore

17,00) fino al 1 maggio saranno esposte presso il Museo Civico d'Arte di Modena le targhe in ce-ramica dell'antico ospizio cittadino, realizzate dalla manifattura Rubbiani di Sassuolo a fine 1800 e recentemente restaurate.La mostra, dal titolo “Le mani dell'arte e delle carità”, è realizzata dal Museo Civico d'Arte in collaborazione con l'Ausl di Modena proprietaria delle targhe. Le opere in mostra presentano cera-miche di impronta verista, dipinti e opere grafiche, mettendo così in luce non solo un pezzo della storia della città, ma anche la corrente pittorica e letteraria di importanza nazionale del Verismo. Museo Civico d'Arte: Palazzo dei Musei, Largo Porta Sant'Agostino 337, Modena - tel. 059 2033101/25 - [email protected] - www.comune.modena.it/museoarte. Orari di apertura: martedì-venerdì 9-12; sabato, domenica e festivi 10-13 e 15-18.

Le mani dell'arte e della carità

L'insegna Rubbiani dell'antico Ospizio Modenese

Dentro l’opera d’arteL'Associazione L'Incontro organiz-za presso la sua sede (Via Canalet-to 100, Modena) due serate con la Prof.ssa Anna Rebecchi dal titolo “L’inferno di Dante nella illustra-zione di Sandro Botticelli”. I due incontri si svolgeranno martedì 12 e martedì 19 marzo alle ore 20,30.Per informazioni: tel. 059 315694 - [email protected].

La Bottega del RestauroRipartono le iscrizioni ai corsi di restauro organizzati dall’Univer-sità per gli adulti “Salotto magico: arte, scienza e fantasia” in collabo-razione con la Circoscrizione 3 e il patrocinio del Comune di Modena.Per l’occasione sabato 2 febbraio alle ore 11,00 sarà aperta al pub-blico La Bottega del Restauro (via Prampolini 107, Modena) per illu-strare le numerose attività che in essa si svolgono. Si va dal restau-ro del mobile, della ceramica, al restauro delle lacche e delle cornici

dorate. Quest’anno per la prima volta si terrà anche un corso di restauro del dipinto. I corsi sono tenuti dalla prof.ssa Elisabetta Gnoli.Per informazioni: tel. 331 9069870 - [email protected].

Musica, profumi e pasticciniSi svolgerà domenica 24 febbraio il nuovo percorso multisensoriale organizzato da Anne Rose Profu-malchemico, insieme all'Associa-zione Avia Pervia Rinascimento olfattivo e spirituale e all'Associa-zione L'Aura Musica. Un percor-so tra musica, profumi alchemici e sapori. In programma due incontri: uno alle 17,30 e uno alle 20,30 condotti da guide esper-te. L'evento si svolge al Salotto Culturale Aggazzotti di Modena (Viale Martiri della Libertà, 38). Ingresso 6,00€.Per informazioni e prenotazioni: tel. 335 6188683 - 059 210020.

In breve

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Madonna con bambino, San Brunone e Santi in estasiCollezione privata (venduto)Olio su tavola130 x 95Prezzo1800,00 €

Note. Si tratta di una bella copia di una pala del pittore seicentesco Guercino.

Ritratto di TolstojCollezione privata Olio su tela50 x 60Prezzo700,00 €

Note. Copia ben riuscita di un famoso ritratto di Tolstoj, di Nikolai Ge:Tolstoj al suo banco.Attualmente il dipinto è privo di cornice.

Grandfather’s song Collezione privata

Fotografia/Arte digitale90 x 60

Anno2009

Prezzo690,00 €

Note. Supporto in cornice pregiata in legno più vetro.

Certificato di autenticità

Daniele Manfredini

NewCity ArtGallery è un progetto, un “metodo” per mettere in contatto appassionati d’arte, una galleria virtuale (senza luogo, ovvero in molti luoghi) fatta di artisti che vogliono proporre sul mercato le proprie opere e amanti dell’arte che vogliono conoscere autori emergenti. Il progetto, promosso da La Clessidra Editrice, si realizza attraverso la pubblicazione delle opere sulle testate dell’editore - che fa anche da mediatore per la vendita delle stesse e la divulgazione attraverso gli eventi culturali e le mostre promosse. Per info contattare la redazione 0522 210183

Giusi Vella

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Fotografia

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12 ♦ 25 Gennaio 2013 / 25 Febbraio 2013

Ipotesi di scenari urbani possibili,

tra immaginazione e realtà

Le città e il futuro. Sebbene il termine "futurologia" abbia assunto un carattere negativo, la parola indica un tentativo di prevedere il futuro con un

certo approccio di scientificità, ovvero leggendo veramente le cause che potreb-bero determinare certi effetti. È comprensibile come un simile approccio possa suscitare sospetto. Se anche sem-plici fenomeni fisici, isolati nel contesto dell'esperimento, sono difficili da preve-dere con un margine di sicurezza totale, si pensi alle dinamiche sociali, economiche, politiche e alla loro complessità!Comunque stiano le cose, per le società e gli individui è impossibile resistere alla tentazione di fare previsioni sul proprio futuro, immediato o remoto. Anzi, molte delle scelte che le persone, le aziende, le istituzioni compiono si basano proprio su questo tipo di previsioni.In questo articolo, che dovete interpretare come spazio di divertimento e di proposte di futuro possibile, ci interesseremo in particolare ad una dimensione specifica del vivere sociale: la città.Facciamo un salto nel passato remoto, prima di balzare in avanti con previsioni del futuro. La nascita della città ha con-tribuito allo sviluppo della civiltà umana forse quanto l'invenzione dell'agricoltura. ►

CittàAperta

LA CIttà DeL fUtURo

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Uno sguardo sul futuro

25 Gennaio 2013 / 25 Febbraio 2013 ♦ 13CittàAperta

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CittàAperta

L'aggregazione sempre più intensa di persone ha determinato la nascita della politica, lo sviluppo dell'architettura, delle arti e di tutto quello che oggi identifichiamo con la vita moderna. Con l'avvento dell'era industriale, poi, le società umane si sono caratterizzate sempre di più come urbane. Il fenomeno dello spopo-lamento delle campa-gne continua tutt'ora, e ormai la maggioranza della popolazione mondiale vive in con-testi urbani.Tutto questo per dire quanto sia importan-te capire il modo di gestire oggi il fenome-no città e ipotizzarne sviluppi futuri.Ma come abbiamo detto sopra, questo articolo ha anche un'impostazione immaginativa, senza trop-pe pretese. Ecco dunque che verranno formulati due futuri possibili: un futuro nero e un futuro bianco. Sarà sufficiente spiegare che il “futuro nero” indica previsioni nefaste per il futuro delle nostre città, mentre il

“futuro bianco” descrive prospettive ben più rosee.

Il futuro nero: scenari apocalittici. Va detto che questo è il tipo di previ-sione più facile, vista la situazione reale (appesan-tita anche dai media) di

difficoltà nel panorama socio-economico odierno.Immaginiamo un contesto in cui la crisi si aggrave-rà senza fine. Le città si ingrosseranno sempre più di disoccupati che vivranno con l'assisten-za pubblica. Ma le casse delle istituzioni cittadine, irrimediabilmente lega-te a quelle degli stati e dell'economia nel suo

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Modena e persone, tra oggi e domani

Ad aprile 2012 gli abitanti di Modena erano 186.400.

Nel 2020 saranno tra 186.389 e 198.156.

I cittadini stranieri oggi sono il 14% e i bambini nati da stranieri sono il 30% dei nati.

Nel 2020 gli stranieri saranno il 20% della popolazione e oltre il 30% della forza lavoro.

I nuclei famigliari sono andati incontro a riduzione: la com-posizione delle famiglie è in media di 2,19 componenti a nucleo contro i 3,08 di inizio anni '70.

Costante aumento dei single: famiglie di questo tipo sono passate dal 13% del 1971 al 39% di oggi.

Invecchiamento in crescita: gli anziani ol-tre i 65 anni nel 2009 erano più di 41.315, il 22,56% della popolazione. Il 30% di loro vive solo.

Le famiglie residenti a Modena sono 84.000.

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CittàAperta

insieme, declineranno rapidamen-te. Presto l'unico sostentamento di milioni di persone sarà la richiesta di elemosina per le strade. Va da sé che questi fenomeni di dissesta-mento economico e sociale porte-ranno ad un aumento di problemi legati all'ordine pubblico, all'au-mento della piccola criminalità. Presto le autorità cittadine, sem-pre più abbandonate da poteri centrali, si troveranno costrette ad assumere il ruolo di controllori totali dell'ordine pubblico. Il con-tenimento dei fenomeni criminali richiederà l'introduzione del co-prifuoco notturno o persino (come capita di vedere in certe pellicole sul futuro) la costituzione di zone

franche cittadine chiuse rispetto al resto del mondo perché ormai ingestibili sotto il profilo dell'ordi-ne pubblico.Le risorse si esauriranno anche per altri aspetti della vita socia-le, come l'istruzione e la ricerca. Quest'ultimo settore, in particola-re, si arresterà del tutto, rendendo impossibile lo sviluppo di nuove tecnologie e l'impiego di nuove energie. Come da decenni sen-tiamo ripetere, il petrolio è una risorsa finita, e nella prospettiva del nostro “futuro nero” l'oro nero finisce nei termini che ci si aspet-tava. Le conseguenze, come ben si può intuire, saranno la caduta verticale degli spostamenti su

Il “futuro nero”, in altre parole, sarà l'involuzione della città, un ritorno indietro o forse semplicemente un declino inesorabile. Chissà se allora sarà più conveniente abbandonare la città e ritornare alla campagna e ad un'economia di sussistenza diretta?

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Uno sguardo sul futuro

La scienza e il futuro

Non è raro che istituzioni scientifiche e pubbliche

commissionino previsioni specifiche per il futuro. Anche l'intelligence di molti paesi svolge un ruolo in tal senso. Sul piano scientifico l'introdu-zione della Teoria dei Sistemi ha fornito un nuovo strumen-to previsionale che non fa riferimento solo ai cosiddetti fenomeni lineari. Ovviamen-te queste previsioni soffrono della stessa precarietà di altre previsioni meno raffinate sul piano matematico, ma pare che - soprattutto in economia - descrivano meglio i fenomeni e in un certo grado li preveda-no anche.

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CittàAperta

larga scala e della pro-duzione industriale.Niente ricerca e niente nuove ener-gie, niente scuola e niente alfabetiz-zazione di base. La famiglia media del “futuro nero” vivrà rinchiusa in aree di periferia molto pericolose, con figli di precaria salute, analfabeti, e in una casa riscaldata da

camini e illuminata da candele o da qualcosa di analogo.Il “futuro nero”, in altre parole, sarà l'involuzio-ne della città, un ritorno indietro o forse sempli-cemente un declino ine-sorabile. Chissà se allora sarà più conveniente abbandonare la città e ritornare alla campagna e ad un'economia di

sussistenza diretta?

futuro bianco: speranze realizzate. Ma la visione oscura appena descritta è probabilmente un'esa-gerazione degli effetti negativi di cause che, onestamente, sono ben presenti oggi. Insomma, se un “futuro nero” non è solo una questione di immaginazione, è altrettanto vero che dalle stesse problematiche, in base alle scelte del nostro presente, potrem-mo prevedere un “futu-ro bianco” di ben altro tenore.La città del futuro in questa nuova visione ha trovato, dopo decenni di declino e timori, ammi-nistratori illuminati che hanno colto il pericolo e hanno apportato quegli indispensabili correttivi

Grazie ad un accordo siglato a fine no-vembre tra la Provincia di Modena e sei istituti di credito (UniCredit spa, Banca

Popolare dell'Emilia Romagna, Banco Popola-re San Geminiano e San Prospero, Cassa di Risparmio di Cento, San Felice 1893, Banca Popolare e Banca Interprovinciale) sono sta-ti messi a disposizione delle famiglie «forme di finanziamento per sostenere le iniziative di ristrutturazione e riqualificazione residenziale anche finalizzata al risparmio energetico» per un plafond di 42 milioni di euro. Destinatari del-la convenzione sono le persone fisiche residenti a Modena o provincia proprietarie di immobili ad uso di abitazione civile.I finanziamenti richiesti possono essere di due tipi: mutui con garanzia ipotecaria della durata di 10 anni per un importo massimo di 100 mila euro (erogabili in un'unica soluzione o a stato di avanzamento dei lavori), oppure prestiti con garanzia personale, per la durata massima di 60 mesi e un importo massimo di 50 mila euro (esenti da spese di istruttoria).Gli interventi che possono accedere al finanzia-mento sono quelli che possono già disporre di agevolazioni fiscali (detrazione del 36% per le ristrutturazioni o del 55% per il risparmio energetico). Inoltre, tramite un protocollo d'intesa con alcune associazioni di cate-goria, le associazioni imprenditoriali si impegnano a coin-volgere nel progetto le imprese associate e di sensibilizzarle a praticare condizioni particolarmente competitive a chi intende effettuare ristrutturazioni e riquali-ficazioni.Lo scopo, come ha spiegato il presidente della Provincia Emilio Sabattini, è quello di «incenti-vare il recupero e la riqualificazione del patrimo-nio immobiliare esistente, in un'ottica di svilup-po sostenibile. Inoltre, in un momento di forte crisi economica - ha aggiunto - l'incentivazione dell'attività edilizia locale è un importante vola-no per la crescita del territorio modenese».

Finanziamenti agevolati per realizzare lavori di ristrutturazione

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CittàAperta

La città del futuro in questa nuova visione ha trovato, dopo decenni di declino e timori, amministratori illuminati che hanno colto il pericolo e hanno apportato quegli indispensabili correttivi alla vita urbana, sociale ed economica.

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Uno sguardo sul futuro

alla vita urbana, sociale ed economica.Sotto questo punto di vista, la città sarà ancora una vol-ta legata al destino di istitu-zioni pubbliche più grandi, come le regioni, gli stati, le federazioni. Non è detto che le probabilità di un futu-ro migliore per le singole città siano necessariamente legate agli stati che le con-tengono, ma sicuramente il legame è molto stretto.

Da questo ragionamento - e qui forse sfociamo un po' nella politica - si intuisce come saranno determinan-ti scelte di contenimento dell'impoverimento e della forte disoccupazione, di correttivi ad un'economia sbilanciata troppo verso la finanza, all'incentivo prio-ritario e assoluto dato alla ricerca di innovazione nel campo delle tecnologie e delle energie alternative. ►

il futuro dell'Europa

Che Europa vogliamo nel futuro? È questa la domanda alla base degli incontri organizzati dalla Commis-

sione Europea e che vedono coinvolti i cit-tadini. L'obiettivo è infatti quello di coinvol-gere direttamente la cittadinanza in dibattiti sul tema occupazione, protezione dei citta-dini e sostenibilità, conoscendo così le loro aspettative e preoccupazioni nei confronti dell'Unione Europea. E proprio per favo-rire una maggiore partecipazione è stato creato su Twitter l'hashtag #dialogocittadini dove chiunque può interagire.Il prossimo incontro si svolgerà a Torino il 21 febbraio e sarà incentrato sul tema del-la protezione dei valori del modello sociale europeo e della sicurezza dei cittadini. Ospite dell'incontro, il Commissario agli Af-fari interni, Cecilia Malmstroem. Sarà infine Pisa ad ospitare il terzo ed ultimo incontro, dedicato all'uso sostenibile delle risorse, e vedrà la presenza del Commissario per l'Ambiente, Janez Potocnik.Inoltre, il 7 maggio, in occasione della Festa dell'Europa, si svolgerà a Trieste un grande evento finale con ospite il Vicepre-sidente, Viviane Reding.

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Il Psc (Piano Strutturale Co-munale) è uno strumento ur-

banistico che per la sua piena realizzazione necessita di una visione globale, una visione che proietti la Modena che conosciamo oggi ai prossimi 20 anni. Una prospettiva futu-ra che tuttavia non stravolga la città attuale e le sue radici, ma che la porti ad essere una città più sostenibile, in grado di salvaguardare l'ambiente e la nostra salute. Ed è anche per questo motivo che nel Psc si trovano le previsioni sulla costruzione di nuove infrastrut-

ture, sulle parti della città che necessitano di riqualificazione, lavori che quindi cambieranno il volto di Modena sia in termini urbanistici sia di una maggio-re qualità dei servizi offerti ai cittadini.Si stima per i prossimi dieci anni un aumento della popo-lazione di circa 6 mila abitanti, che si attesterà così al di sotto dei 200 mila residenti nel 2032. Nonostante questo aumen-to della popolazione, la città crescerà tenendo conto del suo background di città media e ac-cogliendo nuovi modelli di vita

e di relazioni sociali che non ne snaturino la sua storia. Un incremento della popolazione porta necessariamente a pen-sare a una nuova composizione dello spazio urbano della città che sappia andare incontro sia alle esigenze abitative e sociali del singolo che a un consumo più sostenibile di energia e car-buranti. Bisognerebbe imma-ginarsi a tal riguardo una città polifunzionale con la presenza sia di residenze, che di servizi di terziario, artigianato, spazi commerciali diffusi e facilmente usufruibili; senza contare sul-

CittàAperta18 ♦ 25 Gennaio 2013 / 25 Febbraio 2013

Modena creativa e concreta

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Effetto ModenaIl coinvolgimento diretto della

cittadinanza per creare la città del futuro

Come immaginare la Modena del futuro in termi-ni di riqualificazione, valorizzazione culturale,

servizi, trasporti e infrastrutture? È la stessa do-manda che si sta ponendo Effetto Modena attraver-so il coinvolgimento diretto della società modenese organizzata e un confronto esteso, che riguarda l'intera popolazione: tutti, infatti, sono invitati ad esprimere le proprie idee, individuando così nuovi spunti di riflessione che possano diventare patri-monio dell'intera città. Lo scopo è quindi quello di arrivare alla definizione di un Psc (Piano strutturale comunale) il più possibile condiviso e partecipato. Per chi è interessato esistono diversi modi di par-tecipare: incontri pubblici con gli esperti, riunioni, social media...L’obiettivo di Effetto Modena è quello di creare una città che possa crescere su basi nuove, con uno sviluppo pulito, uno stato sociale giusto e una so-cietà aperta e unita. Una vera città dell’innovazione e delle opportunità.Effetto Modena, infatti, non guarda solo all'urbani-stica della città del futuro, ma anche alla sua eco-nomia e welfare. Uno studio realizzato dal Mckin-sey Global Institute colloca Modena tra le 600 città che oggi contribuiscono a produrre gran parte della ricchezza mondiale. Tuttavia, la recente crisi economica ha mostrato come in realtà gli scenari siano in continua evoluzione e come anche territori storicamente forti come il nostro abbiano bisogno di ripensare il proprio modo di fare economia. Effet-to Modena ha quindi proposto dieci punti da cui è possibile far ripartire la città e la sua economia, che coinvolgono il lavoro, la formazione, l'innovazione, le infrastrutture, le reti telematiche e il marketing territoriale.

Per informazioni: www.comune.modena.it/effetto-modena

Uno sguardo sul futuro

Ma la città farà la sua parte. Il contenimento del traffico, il poten-ziamento del traspor-to urbano con mezzi alimentati con energie pulite, la ritrovata idea di curare anche sul piano estetico le nostre realtà urbane, porterà lentamente ad una rinascita della città e dell'ottimismo.Si compiranno altre imprese ben più ambi-ziose: le municipalità fonderanno grattacieli ecologici, vere e pro-prie serre urbane, che contribuiranno alla salubrità dell'atmosfe-ra e alla coltivazione di frutta e verdura.La razionalizzazione delle irrigazioni in questi grattacieli-serra determinerà anche un certo contenimento delle risorse idriche. E decenni dopo la scomparsa di mezzi alimentati dai sotto-prodotti del petro-lio, cominceranno a manifestarsi i primi effetti positivi genera-li sull'inquinamento ambientale e atmosfe-rico.

La realtà, tra oggi e domani. Molto pro-babilmente tra utopie luminose e scenari d'apocalisse, almeno il futuro immediato ci riserva un più tran-quillizzante o delu-dente compromesso. Se non altro perché

abbiamo imparato che il presente immediato si sottovaluta spesso nell'effetto causale che potrà avere sul futuro. Non tanto perché le scelte di oggi non sia-no importanti, quanto per il fatto che vedersi da dentro, nel con-creto fluire dell'oggi, è una situazione che ci impedisce di avere uno sguardo distacca-to e di valutare il peso reale degli eventi di oggi.Forse la chiusura con “la morale” di que-sta chiacchierata sui futuri possibili, non poteva non chiudersi con la consapevolezza che le scelte fonda-mentali sono quelle compiute oggi.In una recente inter-vista concessa dal filosofo Ervin Laszlo alla rivista “L'Espres-so”, il filosofo così diceva: «Se vogliamo affrontare e risolvere i problemi, dobbiamo seguire Gandhi ("Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo") e Einstein ("Non puoi risolvere un problema con lo stesso modo di pensare che ha creato il problema"). Dob-biamo abbandonare convinzioni forti, ma spesso non verificate, e credenze obsolete».■

CittàAperta

la necessità di avere una città sicura. È necessario, inoltre, pensare a una città eco-sosteni-bile che consuma meno energia (tra gli obiettivi c'è la riduzione per il 2020 del 20% di CO2), che utilizza correttamente lo spazio a disposizione, che privilegia gli

spostamenti puliti e i mezzi pub-blici. Un altro aspetto importante che viene chiamato in causa nel Psc è quello della costruzio-ne di una città senza barriere architettoniche che permetta anche a chi ha difficoltà motorie la massima fruizione e libertà di

spostamento: nessuna barriera architettonica a raso, nessun nuovo alloggio senza ascensore, verde condominiale protetto e spazi coperti per la socializza-zione facilmente raggiungibili da ogni alloggio.

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CittàAperta

Viaggio nel territorio car-pigiano. Nel corso della metà del XVIII e nei primi decenni dell’800 la pianu-ra carpigiana si avvia ad

assumere il suo aspetto attuale con la caratteristica “baulatura”, consistente nella sistemazione dei campi a schiena d’asino per poter consentire lo scolo delle acque verso i fossati di contorno su cui corrono i filari delle viti marita-te agli olmi e ai gelsi.La sola differenza del paesaggio attua-le consiste nella densità dei filari, mol-to maggiore a quei tempi, che la rende un rigoglioso “giardino”. Bellissime architetture si sono stratificate nel cor-so dei secoli avvicinandosi o sovrap-ponendosi al reticolo rurale, mentre il verde, inteso come ornamento di ville private o giardini pubblici, ne costitui-sce solo una piccola parte.Il nostro viaggio attraverso il territorio carpigiano, sconfinando qua e là alla ricerca di piccoli giardini, mi ha fatto scegliere un antico percorso acca-rezzando diversi luoghi speciali per

suggerirvi brevi viaggi ricchi di spunti naturalistici ed estetici.In Emilia Romagna molti giardini formali o ortivi si convertirono in giardini all’inglese che si basavano sull'accostamento e sull'avvicendarsi di elementi naturali e artificiali, tra cui grotte, ruscelli, alberi secolari, cespugli, pagode, pergole, tempietti e rovine, che chi passeggia scopre senza mai arrivare ad una visione d'insieme, un luogo comunque in cui la natura non è mai incolta, anche quando assu-me un carattere selvaggio, una sorta di giardino naturale.

Villa Chierici. Nei pressi di Santa Croce da via Bassa si raggiunge in breve via Bollitora, dove incontriamo il giardino romantico e Villa Chierici. Nel XVII secolo era di proprietà della famiglia Leoni. Estinta la famiglia Leoni alla fine del XVIII secolo, viene acquistata dalla famiglia Chierici di Modena. Si presenta con un unitario aspetto neoclassico e con ogni pro-babilità venne edificata su progetto

di Claudio Rossi. La villa è a pianta quadrata, sobria, a due piani, con finestre riquadrate da incorniciature. La facciata dà sul giardino e sul parco che si allunga a formare un triangolo, con l’aspetto romantico, arricchito di elementi decorativi, statue e vasche, mentre sul retro la villa prospetta sulla corte rustica divisa da una cancellata ritmata da pilastri sormontati da sfere di marmo. L’Oratorio di S. Rocco di stile neoclassico è unito alla villa che rivolge la facciata sul limite stradale. Decorato nel 1876 da Alfonso Molina-ri, presenta una facciata a coronamen-to orizzontale e il portale con sovra-stante finestra a semicerchio.

Villa Meloni. Sempre nei pressi di Santa Croce, di lato, il breve stradello Meloni accosta una zona densamente urbanizzata e porta su via Bersana, dove si trova l’ingresso di Villa Fer-rari, già Benassi Grisi, comunemente nota come Villa Meloni, dalla nobile famiglia carpigiana che l’eresse ver-so la fine del XVII secolo. È la più

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Breve guida al territorio carpigiano alla ricerca di piccoli giardini storici romantici

RoMAntICIsMo e nAtURA A CARPI

di Luca Ghelfi

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CittàAperta

rappresentativa, per grandiosità d’impianto, tra le ville di cam-pagna d’epoca barocca poste nel territorio carpigiano. La costru-zione della villa, su progetto di un anonimo architetto di scuola romana, risale al 1694, mentre è a una completa ristrutturazione tardo ottocentesca, verso il 1876, dell’ing. Achille Sammarini che si deve l’attuale ampia facciata. En-trambi i lati di via Bersana servo-no di accesso al vasto recinto del parco (sempre di tipo romantico, oggi in parte cambiato) e costitu-iscono la direttiva di ingresso al viale che porta alla facciata, chiusa ulteriormente da un'altra recinzio-ne a pilastri e da cancellate di stile liberty.

Il giardino pubblico. Nel cuore della città di Carpi, a ridosso di Palazzo Scacchetti e del teatro, si erge il primo giardino pubblico, risalente intorno alla fine degli anni '50 dell’800. L’esiguo spazio ha caratteristiche prettamente romantiche, ispirate ai temi del giardino paesistico, nel desiderio di rievocare il perduto rapporto tra l’uomo e la natura, in linea con le tendenze che si andava-no diffondendo in tutta Europa sulla scia dell’esperienza inglese del gusto del giardino naturale come dettava William Robinson (giardiniere inglese, 5 luglio 1838 - 17 maggio 1935). Certo, viste le dimensioni ridotte del nuovo giardino, Carolus Susan (esperto botanico viennese che dal 1830 offriva la sua collaborazione alla corte ducale di Modena) non potè sbizzarrirsi in vistose invenzioni, ma riuscì comunque a collocare, tra i percorsi sinuosi dei viali, folti gruppi di vegetazione e qual-che oggetto di decoro, quali un tempietto e una serra (ora non più visibili) e adornarlo di statue (la

Flora di Fermo Forti, ora entrata a far parte delle collezioni del Museo Civico, e la statua Italia di Francesco Bisattini di Modena). Si trattava, in definitiva, della pro-gettazione di un verde decorativo, ideale contorno scenografico alla componente monumentale degli edifici più rappresentativi della città.Oltre ad un discreto quantitativo di piante d’alto fusto, la preferen-za era rivolta alle piante esotiche (come voleva la moda dell’epoca), ma soprattutto ad essenze arbu-stive, cioè cespugli di “Siringhe e Nociolo” o di “Altea”, “Agnoca-stus”, “Spirea”.Accanto ad una certa quantità di essenze esotiche, si andava introducendo un consistente numero di specie non autoctone, considerate ideali per rispondere alle nuove esigenze estetiche e de-corative: fra queste anche piante sempreverdi. Si approntano nuovi connotati estetici e ornamentali tramite l’entrata in scena di ine-dite e misteriose specie arboree. Si assiste così alla formazione dell’idoneo apparato d'arredo del nuovo giardino, ideato per soddi-sfare principalmente le esigenze dei fruitori di questo nuovo ser-vizio pubblico, identificabili nella sosta e nel riposo, e indispensabili per assaporare colori, profumi e forme della lussureggiante vege-tazione interna, verificabile dalle fotografie storiche dell’epoca, nel-le quali il giardino si mostra nelle sue vesti di piccolo, ma rigoglioso, boschetto. ■

Nelle foto: a pagina a fianco, sullo sfondo, un dipinto di A. Lugli.In questa pagina: in alto da sinistra, foto d'epoca e odierna del giardino pubblico di Carpi.Di fianco a destra: castello dei Pio.

25 Gennaio 2013 / 25 Febbraio 2013 ♦ 21

«Il territorio di Carpi si stende in lunghezza di venti miglia,

in larghezza di nove circa, è tutta pianura.

Ha pascoli… campagna, boschi et altre delizie.

Abbonda di biade, vini, frutti et bestiame.

Et se i molti esenti non li pregiudicassero con l’estraditione

di dette robe,saria per modo di dir cuccagna…è diviso et confinato verso Oriente

dal fiume Secchia il quale è di grave spesa

e di gran travaglio il contenerlo dentro i suoi argini.

Da Occidente è irrigato dal Tresinaro.»

da "Della Città e Governo di Carpi nell’anno 1633", manoscritto di Don Paolo Guaitoli

Carpi - Territorio

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CittàAperta

Uno dei film più attesi della stagione, a cui finora non

sono mancati i riconoscimenti: candidato ad 8 statuette agli Oscar, tra cui miglior film, Hugh Jackman come miglior attore protagonista, Anne Ha-thaway come miglior attrice non protagonista e miglior scenografia, e candidato a 9 Bafta, gli “Oscar” del cinema inglese, tra cui miglior film.Il film è l'adattamento cine-matografico dell'omonimo musical, tratto dal romanzo di Victor Hugo e ambienta-to nella Francia della prima metà dell'Ottocento, ancora

sconvolta dai tumulti politici e sociali. Protagonista della storia è Jean Valjean (Hugh Jackman), appena uscito di prigione e in lotta contro il suo passato. In cerca di redenzio-ne, diventa, sotto falso nome, un fortunato imprenditore e persino sindaco di una città di provincia. Tra le intenzioni di Valjean ci sono anche quelle di salvare dal degrado la giovane mamma Fantine (Anne Ha-thaway) e sua figlia Colette. Ma le sue buone intenzioni si andranno a scontrare con il crudele ispettore Javert (Rus-sell Crowe).

Tutti al cinema!Aspettando la notte degli Oscar (24 febbraio), questo mese

sono in uscita alcuni dei film più attesi della stagione

i più attesi

Dopo il successo di “The Hurt Locker”, Kathryn Bigelow e lo sceneggiato-

re Mark Boal raccontano la storia della caccia all'uomo più pericoloso degli ultimi tempi: Osama Bin Laden. E anche in questo caso il film si preannuncia come uno dei più attesi della stagione con le 5 nomination all'Oscar, tra cui miglior film, migliore attrice protagonista per Jessica Chastain e miglior sceneggiatura origina-le, e altre 5 candidature ai Bafta.Il film racconta la storia di Maya, giovane ufficiale della CIA, che, grazie alla sua determinazione e al suo intuito, svolge un ruolo chiave nell'operazione segreta di ricerca e cattura di Bin Laden. Una caccia che ha visto gli Stati Uniti coinvolti per oltre un decennio ed esposti ai riflettori del mondo intero.

FlightDrammaticoIn uscita il 24/01/2013Regia di Robert Zemeckis. Con Denzel Wa-shington, James Badge Dale, John Goodman, Don Cheadle, Bruce Greenwood, Kelly Reilly.

Whip Whitaker (Denzel Washington) è un esperto pilota di linea. Dopo una

notte di festa, si appresta a un volo ordinario, una corsa tra Orlando e Atlanta. Ma, inaspet-tatamente il volo si trasforma in un incubo, quando l'aereo rischia di schiantarsi al suolo. Whitaker riesce a compiere una manovra disperata e a salvare la vita di quasi tutti i passeggeri, diventando così un eroe per l'opi-nione pubblica. Tuttavia, quando iniziano le inchieste per capire cosa sia realmente acca-duto, viene svelato il suo segreto...L'interpretazione di Denzel Washington in questo film gli è valsa la candidatura come miglior attore protagonista agli Oscar 2013. Il film, inoltre, è candidato anche per la miglior sceneggiatura originale.

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Les MisérablesDrammatico, MusicalIn uscita il 31/01/2013Regia di Tom Hooper. Con Hugh Jackman, Russell Crowe, Anne Hathaway, Amanda Seyfried, Eddie Redmayne, Samantha Barks.

Zero Dark ThirtyDrammaticoIn uscita il 07/02/2013Regia di Kathryn Bigelow. Con Joel Edgerton, Jessica Chastain, Edgar Ramirez, Kyle Chandler, Mark Strong, Jennifer Ehle.

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CittàAperta

Cinema - In sala

Russia, 1874. Sul treno che corre verso Mosca, Anna va incontro al suo

tragico destino. Bella e rispettata, Anna Karenina ha tutto quello che i suoi con-temporanei vorrebbero avere: è la mo-glie di Karenin, un importante ufficiale governativo dello Zar, e la sua reputazio-ne non potrebbe essere migliore. Anna si reca a Mosca per intercedere presso la cognata per conto di suo fratello, un

impenitente dongiovanni, che la moglie non ha più intenzione di perdonare. Durante il viaggio, conosce la Contessa Vronsky e, alla stazione, il figlio, l'affasci-nante Aleksej, innamorandosene perdu-tamente.

La colonna sonora del film dell'italiano Dario Marianelli ha ottenuto la nomina-tion agli Oscar.

Basato su una storia vera, “The Impossible” racconta la storia di Maria (Naomi Watts), di Henry

(Ewan McGregor) e dei loro tre figli che si concedono alcuni giorni di vacanza invernale in Thailandia. Ma la mattina del 26 dicembre, mentre la famiglia è intenta a rilassarsi in piscina, un boato terrificante e un enorme muro di acqua nera sconvolgeranno per sempre le loro vite...

Il film è il racconto indimenticabile di una famiglia che, insieme a decine di migliaia di altre persone, si trova coin-volta in una delle peggiori catastrofi naturali del nostro tempo.

L'interpretazione di Naomi Watts le è valsa la candidatura agli Oscar come miglior attrice protagonista.

Da una storia vera►►►

Dal libro al filmAnna kareninaDrammaticoIn uscita il 21/02/2013 Regia di Joe Wright. Con Keira Knightley, Kelly Macdonald, Jude Law, Matthew Macfadyen, Aaron Johnson, Emily Watson.

The impossibleAzione, DrammaticoIn uscita il 31/01/2013Regia di Juan Antonio Bayona. Con Ewan McGregor, Naomi Watts, Geraldine Chaplin, Marta Etura, Tom Holland.

25 Gennaio 2013 / 25 Febbraio 2013 ♦ 23

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In una cupa New York un detective di Brooklyn (Mark Wahlberg) si trova coinvolto in un giro

di corruzione, inganni e tradimenti. Assunto dal sindaco per scoprire chi è l'amante della moglie, il detective rinviene il cadavere dell'uomo e inizia ad indagare su un contesto più ampio, che vede il coinvolgimento inaspettato anche del sindaco.

broken city Drammatico, thrillerIn uscita il 07/02/2013Regia di Allen Hughes. Con Mark Wahlberg, Rus-sell Crowe, Catherine Zeta-Jones, Jeffrey Wright, Natalie Martinez, Kyle Chandler.

Steve Butler (Matt Damon) è un venditore di una grossa compagnia, la cui vita prende una piega

inaspettata quando viene mandato insieme alla collega Sue Thomason (Frances McDormand) nella piccola città di McKinkley allo scopo di acquisire i diritti di trivellazione del territorio. In un primo momento la comunità, colpita dalla crisi economica, sembra accettare l'offerta, ma a complicare la situa-zione arrivano un rispettato insegnante e il leader di un movimento popolare...

Promised LandDrammaticoIn uscita il 14/02/2013 Regia di Gus Van Sant. Con Matt Damon, John Krasinski, Frances McDormand, Rosemarie DeWitt, Lucas Black, Hal Holbroock.

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CittàApertaCittàAperta24 ♦ 25 Gennaio 2013 / 25 Febbraio 2013

Sono 60 le attività che, al ter-mine del corso “Conoscere e comunicare il territorio mode-

nese”, possono ufficialmente defi-nirsi “Punto amico del turista” ed esporre la vetrofania “Welcome to Modena” con il disegno del rosone del Duomo.Si tratta di otto esercenti, due agenzie di viaggi e turismo, venti strutture ricettive, undici bar risto-ranti e gastronomie, diciannove taxi, che hanno portato a termine la parte necessaria dei corsi offerti gratuitamente dal progetto e sud-divisi in tre moduli: conoscenza del territorio, inglese di base, utilizzo di internet e social network.La cerimonia di consegna degli attestati e delle vetrofanie da parte degli Assessori comunali al Tu-rismo e allo Sviluppo economico Roberto Alperoli e Daniele Sitta e del vice presidente e Assessore al Turismo della Provincia Mario Galli si è svolta giovedì 10 gennaio nella Sala di Rappresentanza di Palazzo Comunale in piazza Grande.“È stata un'esperienza innovati-

va, valutata positivamente da chi ha partecipato e auspichiamo di proseguire su questa strada. - ha affermato Alperoli - Modena non ha una tradizione di città turistica ma vanta un sito patrimonio dell’uma-nità Unesco, il nuovo Museo Fer-rari, eventi culturali di richiamo e un’enogastronomia rinomata e riconosciuta. Condividere le infor-mazioni attraverso una conoscenza diffusa aumenta l’autostima degli operatori e la qualità dell’accoglien-za che possiamo offrire a chi viene da fuori”.Il progetto “Conoscere e comuni-care il territorio modenese” è stato promosso dalla Provincia e dal Co-mune di Modena e affidato a Mode-natur, con l’obiettivo di potenziare l’accoglienza e l’informazione ai tu-risti italiani e stranieri che visitano la città. L’intento è creare una rete di tanti punti informativi diffusi sul territorio che integrino gli uffici turistici istituzionali, rendendo gli operatori economici soggetti attivi nella promozione del territorio per renderlo più accogliente.

Welcome to ModenaUn riconoscimento per 60 attività

"amiche" del turista

100 nuovi parcheggi per disabili, carico e scarico merci

È iniziata la prima fase dei lavori per la realizzazione della nuova segnaletica stradale orizzontale e verti-cale che segnalerà cento nuovi posti riservati alla so-

sta per disabili, per carico e scarico merci e attraversamenti pedonali. In attesa dell’aggiudicazione del progetto “Mes-sa in sicurezza intersezioni stradali, manutenzione straor-dinaria segnaletica verticale e orizzontale”, dell’importo di 300 mila euro, i tecnici comunali del settore manutenzione

traffico e logistica provvederanno alla realizzazione di 20 posti per portatori di handicap. Con l’assegnazione dei la-vori, entro il mese di febbraio, sarà completato il progetto che prevede la realizzazione di altre 80 postazioni richieste dai cittadini e accolte dal Servizio traffico. Sempre nell’am-bito del progetto saranno realizzati interventi di messa in sicurezza degli incroci stradali, piste ciclabili e rifacimento della segnaletica orizzontale usurata.

Al via i lavori per la realizzazione della nuova segnaletica

Sito UnescoDal piano di gestione un milione e 300 mila euro nel primo biennio

Circa un milione e 300 mila euro per prendersi cura del Duomo, della Ghirlandina e

di piazza Grande, che dal 1997 sono stati dichiarati Patrimonio mondia-le dell'Umanità dall'agenzia delle Nazioni Unite per l'Educazione, la scienza e la cultura (Unesco). Sono i fondi previsti, per il primo biennio di validità, dal nuovo “Piano di ge-stione del sito Unesco di Modena”, approvato all’unanimità dal Con-siglio comunale di Modena a metà gennaio. La delibera, presentata in aula dall’Assessore comunale alla Cul-tura Roberto Alperoli, fissa anche gli obiettivi strategici per l'Ammi-nistrazione comunale: prosegui-re le campagne di restauro e gli interventi di consolidamento resesi necessari dai terremoti del 2012 e mettere in atto il piano di monito-raggio e manutenzione program-mata dei monumenti, anche alla luce dei maggiori rischi sismici. Al-tro importante obiettivo è la defini-zione del Regolamento del sito, cioè stabilire le norme per l'uso degli spazi aperti e degli arredi urbani, lo svolgimento di manifestazioni pubbliche, l'utilizzo degli edifici che affacciano su piazza Grande. Si ribadisce, inoltre, la volontà di coinvolgere i cittadini nella tutela e valorizzazione della zona monu-mentale e di proseguire nella sua promozione turistica, culturale ed economica.

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25 Gennaio 2013 / 25 Febbraio 2013 ♦ 25CittàAperta

Scuole dell’infanziaC'è tempo fino al 28 febbraio

per presentare le domande per l’anno scolastico 2013-2014

Sono aperte dal 17 gennaio le iscrizioni al primo anno delle scuole d'infanzia modenesi per l'anno scolastico 2013-2014. Si possono iscrivere tutti i bambini resi-

denti a Modena che compiono 3 anni entro il 31 dicembre 2013 (nati nel 2010). A differenza delle scuole primarie e secondarie (elementari e medie) statali che prevedono solo la modalità on line, per le scuole d’infanzia è possibile iscri-versi entro il 28 febbraio sia on line (sul sito www.comune.modena.it/istruzione) sia in formato cartaceo, consegnando il modulo debitamente compilato agli sportelli del Settore Istruzione del Comune di Modena (via Galaverna 8, lunedì, mercoledì e giovedì mattina dalle 8.30 alle 13, lunedì e gio-vedì pomeriggio dalle 14.30 alle 18). Il modulo è disponibile su internet o nei punti informativi del Comune di Modena (Circoscrizioni, Centro stranieri, Ufficio relazioni con il pubblico di piazza Grande, portineria del Settore Istruzio-ne, Ufficio Ammissioni Scuole dell’infanzia).“Confermiamo per i genitori la necessità di indicare nella

domanda di iscrizione un massimo di sei scuole scelte in ordine di preferenza: due comunali, due convenzionate e due statali”, ha affermato l’Assessore all’Istruzione Adriana Querzè, precisando che “nel bando si intendono tra le scuo-le comunali anche quelle affidate alla fondazione Cresci@mo. Questo vincolo nella scelta - ha proseguito l'Assessore - è in vigore da alcuni anni e consente alle famiglie di sceglie-re tra una pluralità di offerte, senza penalizzare nessuna tipologia di scuola, in quanto tutte fanno parte di un unico sistema scolastico che fa capo al Centro unico di iscrizioni del Comune”.Per ulteriori informazioni i genitori possono contattare l’Ufficio Ammissioni scuole dell’infanzia (tel. 059 2032708, 059 2032771, e-mail: [email protected]). L'ordine di iscrizione non influisce sulla posizione in graduatoria, ma una modalità di iscrizione (di persona o tramite web) esclude l'altra e la doppia presentazione com-porta l'annullamento.

Stradanove si rinnovaNuova veste grafica per il portale

Interviste a talenti locali o ad autori internazionali. Cronache di viaggi attra-

verso cui crescere. Spazio a giovani modenesi con storie da raccontare ed esperienze da condividere. Stradanove (www.stradanove.net), portale dell’Assessorato alle Politi-che giovanili del Comune di Modena dedicato ai giovani, si rinnova nella veste grafica e sceglie la strada della “mode-nesità” per avvicinare ancora di più i ragazzi alle sue pagine.“Abbiamo deciso di dar voce ai giovani modenesi - spiega Giovanni Scalambra coordina-tore di Stradanove - lasciando che siano i loro racconti, le loro idee, le esperienze di vita ad arricchire il portale. Su Stra-danove ogni settimana dedi-chiamo uno spazio agli autori locali, famosi e non, per far

emergere il lato artistico e cre-ativo che contraddistingue la città. Con "Giovani atipici" pre-sentiamo esperienze esemplari di ragazzi che sono riusciti a inventarsi una o più professio-ni per riuscire ad aggirare la crisi lavorativa. Abbiamo poi raccolto nella rubrica "Crona-che di viaggio" resoconti e rac-conti di modenesi che hanno scelto il viaggio per scoprire il mondo e, probabilmente, anche un po’ se stessi”.Oltre alla parte dedicata a informazione e cultura, se-gnalazioni di appuntamenti e concorsi, video e gallerie foto-grafiche, Stradanove continua a offrire servizi di consulenza online su tematiche quali so-stanze stupefacenti, sessualità, bullismo, sicurezza stradale, alcol e guida, servizio civile e gioco d’azzardo.

Notizie dalla città

Anno europeo dei cittadini

Un blog per essere informatie conoscere i propri diritti

Non sempre i cittadini europei conoscono i loro diritti. È per questo motivo che l’Unione Europea ha indetto per il 2013

l’Anno europeo dei cittadini. In concomitanza con il lancio ufficiale dell’iniziativa, Europe Direct Mo-dena ha attivato online il blog “cittadini2013mode-na”, una piattaforma dedicata alla divulgazione di tutti gli aspetti della cittadinanza europea (diritti, doveri, opportunità) e delle attività di informazio-ne e sensibilizzazione che saranno programmate anche in città nel corso dell’anno.“È un modo per coinvolgere il più possibile i cittadini, con un’attenzione particolare rivolta ai giovani, nel grande dibattito sulla riforma delle istituzioni europee - spiega Simona Arletti, Asses-sore con delega alle Politiche europee - ma anche a promuovere le attività organizzate dal centro Eu-rope Direct Modena e dagli altri centri regionali”.Il blog è accessibile sia dalla rete civica Monet (www.comune.modena.it) sia dal sito del centro Europe Direct Modena (http://europedirect.comu-ne.modena.it).

Page 26: Modena "CittàAperta"

CittàAperta

Serial killerdi Gian Carlo Barbieri*

Ha colpito di nuovo.È su tutti i giornali, in prima pagina: l’assassino uccide ancora.

Non che io sia entusiasta per questo genere di notizie, ma i media con queste cose ci vanno a nozze, te le propinano di continuo, nei telegiornali, persino camminando per la strada non puoi fare a meno di leggere quei titoli cubitali sulle locandine delle edicole. E così ti ritrovi tuo malgrado a pensarci, a fare considerazioni, congetture… Puoi dire non mi interessa, ma tanto un’idea finisci col fartela.E poi non capita tutti i giorni di vivere in una città che ospita un serial killer! La sera nei notiziari fanno vedere la scena del delitto, che magari è a due passi da casa tua, o intervistano gente che conosci, osservi i luoghi a te familiari salire agli onori della cronaca. Se non sbaglio questa è la settima vittima, tutte uccise per la strada, tutte con un colpo di pistola; ogni volta le stesse dichiarazioni della polizia, che praticamente non ha in mano nulla o quasi. Se la pren-de con chiunque passi al momento giusto nel posto giusto, senza fare caso a sesso o età: finora devono essere quattro donne e tre uomini, e quella di ieri era una donna. Abitava poco lontano da casa mia, ma non la conoscevo, le ha sparato verso le nove dicono, mentre rincasava. Stavolta però qualcuno afferma di avere vi-sto qualcosa, perfino la macchina sulla quale è fuggito dopo l’omicidio. Ero così curioso che ho comprato il giornale, e ho appena finito di leggere l’articolo; sembra proprio che qualcuno abbia udito lo sparo, e subito dopo visto la sagoma di un uomo infilarsi in un’auto sportiva scura, che è partita senza accendere le luci se non quando era ormai lontana. Questo è praticamente tutto, e a meno che gli inquirenti vogliano tenere qualcosa nascosto non mi pare molto, ma devo confessare che questa vicenda comin-cia ad interessarmi. Il delitto è avvenuto non lontano da qui, per cui non è da escludere che l’assassino possa abitare nella zona. Sempre che sia di questo comune però, poiché uno potrebbe anche spostarsi per compiere un crimine, e poi sarebbe possibile trattarsi di una donna vestita con abiti maschili; innegabilmente comunque sa il fatto suo. Certo però che ve-nire qui per uccidere tutte le vittime… No, è più pratico risiedere proprio in questa città. E poi l’auto sportiva: che idea insolita quella di usare un simile mezzo per compiere dei delitti, davvero originale. Ma ora che ci penso, il mio vicino ha una

macchina che potrebbe essere quella descritta: è una Mazda MX5 color verde scuro, una sportiva a due posti. Veramente di macchine ne ha due, una è di sua moglie, una Golf grigia metallizzata che parcheggia dentro il cortile, poiché la sportiva sta in garage. Oddio, che idea bizzarra! Figuriamoci se l’inquilino del piano di sotto può concepire una cosa del genere. E poi perché no? Cristo! Ma ieri sera lui è rincasato verso le dieci, l'ho incontrato in cortile rientrando dalla mia passeggiata, ed aveva appena messo la Mazda in garage. Calma, non corriamo con la fantasia, ho bisogno di rior-dinare le idee: mi prendo una Coca Cola dal frigo, mi aiuta a pensare. Dunque, vediamo un po’: io abito qui da tre anni, e quando ho affittato l’appartamento in questa palazzina lui ci alloggiava già, ma quando ci siamo conosciuti mi ha detto di avermi preceduto di soli cinque mesi. Ora ricordo bene che il primo delitto irrisolto ri-sale a meno di quattro anni fa, e come tempi ci potrebbe anche stare. Ma no, non riesco a crederci… Sarei solo curioso di sapere cosa riuscirebbe a raccontare ad una moglie uno che rientra dopo avere assassinato un passante. Eppure non sarebbe la prima volta che maniaci si affezionano ad una persona e decidano di proteggerla, è già successo, ed anche il boia della Torre di Londra aveva una figlia che adorava. Pura pazzia! Ma che schifo questa Coca Cola, sa di petrolio, magari sarà scaduta. Calma, riflettiamo: se io fossi un inquirente ed avessi sospetti cosa farei? Credo cerche-rei di sapere dove abitava prima l’indagato, ricostruirei insomma la sua vita per vedere se ci sono analogie con altri casi. Sono fortunato, trattandosi di colui che abita un piano sotto il mio posso chiederglielo direttamente: siamo buoni conoscenti e con un minimo di tatto non si insospettirà; di solito rientriamo dal lavoro alla stessa ora, quello sarà il momento buono. Spero solo di riuscire ad addormentarmi stasera, non sono per niente tranquillo.Che giornataccia! Come mi aspettavo ho dormito poco e male, e sul lavoro ero tal-mente deconcentrato che ho fatto la metà di quello che avrei dovuto, ma ho saputo quel-lo che mi interessava. Ci siamo incontrati davanti al portone, ho attaccato il discorso in dialetto, e quando lui mi ha risposto nello stesso idioma io prontamente ho osservato che notavo qualcosa di particolare nel suo accento, e lui c’è cascato, mi ha detto che in

realtà è originario di Modena, così adesso so quello che m’interessa.Ma c’è di più, mentre tornavo a casa dal lavoro, per pura curiosità, ho deviato per andare a vedere il luogo dell’ultimo omi-cidio: pedalavo piano per guardare me-glio, quando ad un tratto chi vedo? Lui, il mio vicino di casa! Era a piedi, osservava attentamente proprio dove la polizia aveva tracciato i segni bianchi intorno alla salma, e poco lontano ho subito riconosciuto la sua Golf parcheggiata. Ora, che dovrei pensare? Per prima cosa è risaputo che l’omicida tor-na sempre sul luogo del delitto, ma a parte questo, perché proprio con la Golf e non con la Mazda? Temeva forse di farsi riconoscere? E cosa osservava con tanta attenzione? Mi viene da pensare che cercasse tracce lascia-te involontariamente, magari credeva di poter trovare qualcosa… Sono sempre più convinto che in questa storia ci sia dentro fino al collo. Ora devo aspettare fino a sabato, quando avrò modo di recarmi a Modena per fare una piccola indagine. Andrò alla redazione del giornale più autorevole, e chiederò di consultare gli arretrati di più di tre anni e mezzo, così saprò se ci sono stati dei prece-denti, qualunque cosa possa essere messa in relazione con i miei sospetti. È sembrata davvero lunga questa settimana, di solito il tempo vola, ma stavolta pareva non arrivare mai! Ho dovuto fingere indiffe-renza, sia con i colleghi di lavoro che soprat-tutto con l’indiziato, anche se non è stato facile salutare uno che potrebbe rendermi la vita difficile. Finalmente ho avuto modo di andare a Modena, da qui ci ho messo meno di un’ora, e non ho fatto fatica a trovare il posto che cercavo, poiché anche io ho abi-tato a Modena tempo fa. Che coincidenza, anche prima risiedevamo nella stessa città, pure se non certo così vicini, ma comunque ho quello che cercavo. Quando ho comin-ciato a consultare gli archivi per poco mi prendeva un colpo, tanto che ho chiesto ed ottenuto delle fotocopie e mi sono portato il tutto a casa, e ora ce l’ho qui davanti a me, ed è materiale che scotta! C’è da non crederci, ma in quella città, nei cinque anni che ho consultato, ci sono alme-no altri sei casi irrisolti, che porterebbero il numero delle vittime a non meno di tredici.

Scritture

Pagine di letteratura, critica, recensioni

26 ♦ 25 Gennaio 2013 / 25 Febbraio 2013

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CittàAperta 25 Gennaio 2013 / 25 Febbraio 2013 ♦ 27

*Gian carlo Barbie-ri, nasce a Modena nel 1960, diplomato, felicemente convi-vente ed in attesa della nascita di un bambino, che

si chiamerà Guido. Dopo varie esperienze lavorative attualmente lavora in una ditta che si occupa di meccanica. Ha da sempre nutrito interesse per le scienze naturali, collezionan-do minerali e fossili, iniziando a frequentare circoli naturalistici. Altra passione è quella per la pittura, che l'ha visto impegnato in diverse mostre sia a Modena che in altre città, attività che gli ha regalato anche alcuni premi in vari concorsi a cui ha partecipato. L’interesse per la scrittura nasce circa quindici anni orsono, con la pubblicazione su una rivista di cultura underground di un paio di racconti brevi, cui fa seguito la pubblicazione di tre opere su una nota testata veronese dedicata agli autori esordienti. Al momento è impegnato nella ste-sura di un romanzo breve e di alcuni racconti destinati ad una prima raccolta.

Ho scoperto che anche a Modena per un po’ si era parlato di un presunto mostro, poi tut-to sfumò nel nulla, e quando non ci furono più delitti la cosa fu dimenticata. Sfido che non ce ne sono più stati, ora il mostro uccide qui! Quello che è sconcertante è che anche allora la tecnica era la stessa: un colpo di pistola. Certo se ci sono arrivato io ci avrà pensato anche la polizia, forse lo prenderanno… E se non fosse così? Che fare? Ho bisogno di riflettere: ho comprato dell’altra Coca Cola, speriamo sia meglio dell’altra. Adesso i giorni passano lenti, oggi è solo mercoledì, e non riesco a pensare ad altro; ho perfino sognato che lui mi seguiva, e per quanto affrettassi il passo non mi mollava, è stato orribile… Devo fare qualcosa. Non ritengo opportuno affrontarlo diretta-mente ed esternargli i miei dubbi, natural-mente, e nemmeno posso denunciarlo, in quanto se anche andassi alla polizia verrei preso per un mitomane. Potrei cercare di proseguire da solo, giusto per capire se sono sulla buona strada, senza espormi troppo e con discrezione; sì, credo di riuscire a farlo. Per cominciare cercherò di parlargli, magari giù in cortile, per le scale, con qualsiasi pre-testo e di qualunque cosa, ma starò attento alle sue reazioni, al suo atteggiamento, ad ogni piccolo dettaglio capace di tradirlo. Per ora non credo di essere in grado di fare di più. Forse è possibile prevedere quando potreb-be colpire di nuovo calcolando i tempi: sette delitti in poco più di tre anni equivale ad uno ogni sei mesi esatti. Ricordo di aver let-to qualcosa sui killer seriali, e sembra che col passare del tempo l’intervallo tra un crimine e l’altro tenda a scendere, ma non in questo caso. Evidentemente c’è una grande pianifi-cazione e freddezza di esecuzione, quasi che più che ad un raptus obbedisca al calcolo; fra sei mesi colpirà di nuovo, e aspettare senza far niente mi sembra inopportuno. Oggi è già venerdì, ed ancora non sono riu-scito ad incontrare il mio vicino; prima me lo trovavo sempre davanti, adesso sembra quasi mi voglia evitare, come se avesse ca-pito qualcosa. Forse è solo una coincidenza, ma continuo ad essere in apprensione; ho notato che adesso usa sempre la macchina di sua moglie, la sua non si è mossa dal ga-rage, e questo mi conferma nei miei sospetti. Ora mi prendo una bella lattina dal frigo. Domani sarà sabato, credo proprio userò la macchina e andrò a fare una gita, così almeno non penso; ieri ci ho parlato, o almeno ci ho provato, ma il fatto è che lui non è più come prima: si conversava del più e del meno, ci si scambiava una battu-ta, adesso invece è sfuggente, nervoso, e praticamente mi ha risposto a monosillabi. Forse non avrei dovuto, ma gli ho anche accennato al delitto della settimana scorsa, giusto per vedere la sua reazione: ebbene, ha quasi cambiato colore, non sapeva cosa dire, ha borbottato qualcosa e mi ha salutato, ag-giungendo che andava di fretta. I miei dubbi

stanno assumendo sempre più l’aspetto di certezze. Già m’immagino i titoli dei giornali: il killer della porta a fianco, oppure nella casa del mostro, o ancora a cena con l’assassino; certo diventerei famoso, e qui si libererebbe un appartamento, magari qualcuno ci scriverà un bel libro, su questa vicenda.Un’altra settimana è trascorsa, i giornali non parlano più del delitto, ma io ci penso, eccome! In uno degli ultimi articoli pubbli-cati hanno perfino chiesto il parere ad uno psicologo, il quale ha parlato di schizofrenia, paranoia, istinto omicida, le solite cose che uno si aspetta di sentire insomma; ma per me non ci siamo: non è così. Intendo che uno può uccidere per il piacere di farlo, e soprattutto per dimostrare che è il migliore, un’intelligenza superiore, che niente è in grado di fermare. Se è possibile ripetere un crimine tredici volte, nel medesimo modo, senza venire presi, credo di poter parlare di genialità. Capisco, quello che riesce a provare chi at-tende nel buio l’attimo propizio, l’irripetibile occasione di un istante, dove tutto si decide tra la vita e la morte. Un corpo che si raffredda, l’arma che per qualche minuto rimane tiepida, quasi che assorba il calore della vita che ha soppres-so. Uno scambio osmotico, tra colui che in quel lampo crea, plasmando con la materia umana il suo capolavoro: la sua la vittima. Lo sparo è il momento dell’equilibrio, la frazione di tempo in cui le forze si equival-gono, ma svanisce subito, poi resta solo il tepore dell’arma.Il killer la sente come viva nella tasca della giacca, la stringe forte per mantenere quel lieve calore, ma sa che tra un po’ tornerà fredda. Allora esiste solo un modo per scal-darla: raffreddare un altro corpo.Domani credo andrò a fare un bel giro con la mia macchina: da qualche giorno non la uso, poiché a lavorare ci vado in bici, per fare un po’ di movimento. L’auto sta sem-pre in garage, bella pulita e riparata, così quando decido di usarla è sempre un’occa-sione speciale; domani il tempo sarà otti-mo, e potrò girare con la capottina abbas-sata, che è una cosa che adoro. Sì, ho una spyder, una bellissima Mazda MX5 rosso corsa, proprio come quella del mio vicino, ma la mia è più curata, amata, coccolata; l'ho comprata perché quando vedevo lui ne avevo invidia, e devo riconoscere che è davvero una gran macchina.Forse è anche per questo, per quella male-volenza che provavo nei suoi confronti, ma non sento nessuna pietà, nessun rimorso: lo farò e basta. Lui ha dei sospetti, da tempo mi sono accorto di come mi osser-va. Due sere fa è persino entrato all’im-provviso nel mio garage, con la scusa di chiedermi dove ho comprato quelle belle copertine per la macchina. Lo so che in realtà voleva solo dare un’occhiata, cercare un qualsiasi indizio che confermasse le sue supposizioni, come del resto era solo

un pretesto per sbirciare in casa mia il suo presunto disturbo alla tv. Ma a chi crede di darla a bere? Siamo tutti collegati alla stessa antenna, figuriamoci se da me Rete Quattro si vede meglio che da lui! Sento il suo fiato sul collo, deve avere raccolto qualche indi-zio, qualche prova, e so che non si arrende-rebbe facilmente; sarebbe capace di andare a denunciarmi, credo sia vicinissimo a farlo, tanto ha già deposto quanto ha visto quella sera, e già è un caso non abbia avuto il co-raggio di fare il mio nome. Per fortuna non ho acceso i fari dell’auto quella sera, e col buio ha preso il rosso corsa della mia Mazda per un colore scuro: davvero una combina-zione, ma in futuro starò più attento. Agirò stasera, conosco i suoi orari, ma stavolta la farò io a lui una bella sorpresa: lo aspetterò lungo il percorso dal suo ufficio a casa, in quel tratto di strada prima del se-maforo. Dovrà fermarsi di sicuro, c’é sempre la fila, e quel cantiere sembra fatto apposta perché io mi ci nasconda con la mia Beretta 9 mm automatica, e da quella distanza non posso mancarlo. Nemmeno il rumore dello sparo si sentirà, c’è talmente frastuono che nessuno se ne accorgerà, e se anche fosse ho tutto il tempo di sparire senza essere visto. L’indagine che ho svolto a Modena lo ha confermato: non ho lasciato altri indizi, questa è l’ultima seccatura, l’ultima piccola svista, ma mi converrà cambiare nuovamen-te città. Adoro la mia pistola: trascorro intere serate a pulirla, oliarla, carezzarla; poi la carico e la metto via. Ho trovato un posto sicurissimo nel quale nascondere la mia automatica: in bagno. Ma non nello sciacquone, no, lì ci guarderebbe chiunque; io la tengo in una piccola nicchia, scavata sotto il bidè, che, quando è necessario, sposto svitando le due viti che lo vincolano al pavimento.Non mi prenderanno mai.

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CittàAperta

Scritture

Pagine di letteratura, critica, recensioni

Gli acini d’uva di Adalgisa Pini*

Mi piaceva molto la domenica pomeriggio, perché in quasi tutte le stagioni arrivavano

in bicicletta degli ospiti graditissimi, la zia Elvira con i suoi due figli Gabriella e Luciano. Abitavano a San Faustino al terzo piano di una vecchia palazzi-na intonacata di rosso, ma piuttosto maltenuta e scolorita. Per accedervi, si salivano cinque gradini esterni, poi si entrava in un portoncino, da cui partiva la stretta scaletta che portava ai tre piani della casa. Non c’era giardino e nemme-no un po’ di cortile privato, il portone d’ingresso si apriva praticamente sulla strada. L’appartamento, senza balconi, era modesto, di piccole dimensioni, ma sempre pulitissimo, arioso e profumato. A me sembrava bello; le rare volte in cui andavo a trovarli avrei voluto rimanere lì per molto tempo, perché il loro modo di vivere in quel luogo stretto, raccolto e così in alto mi affascinava, essendo com-pletamente diverso ed opposto a quello in cui abitavo io, a Villanova. La zia El-vira lavorava alla Manifattura Tabacchi, era “una paltadora”, vedova da tanti anni e con lei vivevano i due figli, i miei cugini preferiti, oltre alla zia Alma, nubile, che accudiva la famiglia con amore e passio-ne. Era grazie a lei che la casa era sempre ordinata ed accogliente, che i ragazzi era-no seguiti e spesso si spargeva nel piccolo condominio il profumo di pane fresco o di torta! Economicamente si trovavano in una situazione modesta, ma decorosa. Le due zie erano sorelle della mia mamma, erano affiatate tra loro, si volevano bene, ma a casa nostra veniva ogni domenica soltanto la zia Elvira, semplicemente perché la zia Alma non sapeva andare in bicicletta e non c’erano altri mezzi per venire a Villanova da noi, se non il treno, la cui stazione era scomoda da raggiun-gere. Il fatto che la zia Alma, già adulta, non sapesse andare in bicicletta faceva fare a noi ragazzi delle saporite risate. Ci sembrava impossibile che si potesse vivere senza le due ruote! Noi avevamo dei “biciclettoni”arrugginiti, enormi per la nostra statura, spesso con la canna da uomo, difficile da scavalcare, ma quando vi salivamo sopra ci trasformavamo in giocolieri, farfalle, condor velocissimi. Sa-pevamo fare di tutto sulla bicicletta, dalle piccole acrobazie, alle gare di velocità, al trasporto di persone o cose. Raramente si cadeva, i pochi ruzzoloni non erano mai catastrofici, dopo una caduta provavamo soprattutto vergogna e ci guardavamo attorno nella speranza che nessuno ci

avesse visto. Se ci eravamo sbucciati o ci faceva male da qualche parte, ci allonta-navamo velocemente, fingendo di stare benissimo. Anche i miei cugini Gabriella e Luciano possedevano una bicicletta, con la quale venivano a casa nostra, insieme alla loro mamma. Arrivavano presto, nel primo pomeriggio, per rimanere più a lungo in campagna all’aria aperta a giocare con noi e a combinare monellerie. Proprio così… perché a me piaceva la loro casa in città, sempre calda, pulita e in ordine, ma essi non vedevano l’ora di raggiungere la nostra fattoria, piena di animali, piante, fango e problemi vari. Quando si pensa ad una azienda agricola, subito viene in mente un luogo idilliaco, una specie di paradiso terrestre, dove esistono grandi spazi, tanto verde, ani-mali che vivono a stretto contatto con gli abitanti della fattoria, possibilità di fare mille esperienze e giochi. Tutto questo è vero, ma solo in parte, esso rappresenta il diritto della medaglia, ma esiste anche il rovescio… come la sporcizia e i cattivi odori che provengono dagli animali, il lavoro continuo ed incessante per prov-vedere alle loro necessità, le mosche, i tafani e molti altri insetti che ronzano attorno agli abitanti della fattoria, i servizi igienici che non sono per niente igienici e molte altre “delizie”di questo genere. La nostra casa era spaziosa, molto vecchia, senza comodità, conteneva solo ciò che era essenziale alla sopravvivenza della famiglia. Al piano terra c’era una cucino-

na, che serviva per tutto: lì si studiava, si stirava, si ricevevano i pochi ospiti che venivano a trovarci, si preparavano i cibi e si mangiava, si allevavano i figli, si reci-tava il rosario durante il mese di maggio, si piangeva e si rideva, tutta la vita della famiglia si svolgeva in quell’ambiente. Appena alzati, in inverno, si accendevano il camino e la stufa a legna, per riscaldarsi e per cucinare. Procurarsi la legna non era un problema, ce n’erano delle cataste dappertutto, provenienti dalle potature degli alberi. Sotto questi mucchi di legna vivevano indisturbati ricci, donnole, fai-ne, oltre ad una miriade di insetti e vermi. Io non avevo paura di loro, anzi mi incuriosivano e mi attraevano. Credo che l’interesse e l’amore che provo tuttora per quasi tutti gli animali abbia le sue radici proprio in questa convivenza con loro fin dall’infanzia. Anche in estate, però, si accendeva la stufa, per cuocere i cibi e il caldo diveniva insopportabile. A questo bisogna aggiungere che dovevamo tenere sempre le finestre socchiuse, altrimenti entravano le mosche e ogni genere di insetti. Sempre al piano terra, nella parte posteriore, c’erano le cantine e un ripa-ro per gli attrezzi agricoli. Le galline, le anatre, i conigli, i piccioni, il cane e i gatti erano padroni di andare dove volevano e ci andavano... sporcando dappertutto. Al primo piano c’erano tre stanzucce da letto e una quarta sempre piena di grano, cibo molto gradito ai topi. Nel cortile c’erano altre tre costruzioni: la stalla, con sopra il fienile, la “barchessa”, piena zeppa di paglia e fieno, e il pozzo, ricoperto da una tettoia, sotto la quale c’era anche un contenitore di cemento, nel quale si lava-vano i panni. L’unico servizio igienico era uno sgabuzzino, costruito dietro la stalla, con un buco comunicante direttamente con il pozzo nero. Tutto era scomodo e il lavoro per far funzionare l’azienda non finiva mai. Comunque i miei cugini non erano preoccupati dei problemi relativi alla fattoria, essi notavano solo gli aspetti positivi; così, appena arrivavano a casa nostra, si liberavano degli indumenti pe-santi e dei pensieri della città e iniziavano a correre a perdifiato intorno alla casa, alla stalla, dietro i polli che fuggivano starnazzando, sopra i mucchi di fieno o di paglia o di erba fresca appena tagliata, pronta per essere portata nella stalla; a volte salivano sulle cataste di legna o si arrampicavano sugli alberi. Dopo aver scaricato una buona parte dell’energia repressa durante la settimana, si calmava-no, si buttavano a sedere da qualche parte

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e Luciano chiedeva: A che cosa giochiamo oggi? Scaturivano varie risposte, anche perché avevamo età e gusti diversi. Io ero la più piccola, ero una bambinetta gagliarda che adorava le gare, le sfide, che s’impegnava nei giochi con tutta l’anima, fino a correre dei rischi pur di tentare di vincere. Mio fratello Fausto aveva due anni più di me, puntava sempre sulla forza fisica, per dimostrare la sua superiorità: voleva gio-care a “braccio di ferro”, o a tirare delle palline di terra il più lontano possibile, o a sollevare degli attrezzi agricoli pesantis-simi. Luciano, mio cugino, aveva un anno più di mio fratello, cioè tre più di me, ma come carattere mi assomigliava parecchio e tra noi c’era una notevole affinità. Infine Gabriella era la più grande, aveva due anni più di suo fratello, ma era timida, un po’ chiusa, non proponeva quasi mai i giochi, si limitava a partecipare sen-za troppo entusiasmo a quelli proposti dagli altri. Si riteneva poco attraente e sgraziata, poco svelta, per lei perdere una gara rappresentava la normalità. In realtà, invece, era quasi un’adolescen-te, con il corpo che iniziava a cambiare ogni giorno, era diventata alta e sottile come un giunco, sulla fronte spesso le spuntavano dei brufolini sotto la pelle; con quelle gambe lunghe aveva perso un po’ della sua agilità. Forse sentiva già le inquietudini del cambiamento d’età che si avvicinava, fatto sta che era diventata rinunciataria e un po’ pessimista. Non era per niente brutta invece, aveva, e ha tutto-ra, degli occhi verdi stretti e sottili, come quelli di Fiorella Mannoia, la cantante, la pelle chiara e i capelli biondissimi, mentre noi tre eravamo brunetti. Ma ciò che mi piaceva maggiormente di lei era il suo carattere gentile, timido e riserva-to. Quel giorno, era settembre, stavamo su un mucchio d’erba appena tagliata ed intanto piluccavamo alcuni grappoli d’uva, staccata dai tralci sopra le nostre teste, sputando le bucce e lanciando i raspi alle galline, che facevano a botte per impadronirsene. Ad un tratto io ebbi la malaugurata idea di proporre un insolito gioco, una garettina per ridere un po’: Vediamo chi riesce a far stare nella bocca il maggior numero di acini d’uva e poi è capace di inghiottirli? - L’idea era nuova, noi eravamo piuttosto incoscienti, così fu accettata. - Perché no? - disse Luciano - di

sicuro vincerò io, perché ho la bocca più grande! - Mio fratello accettò, ma chie-se di aspettare un po’ di tempo, perché doveva prepararsi, voleva fare delle prove. Gabriella si dichiarò d’accordo, senza troppo entusiasmo, come al solito. Tutti ci mettemmo alla ricerca degli acini più piccoli, per farne stare in bocca un numero maggiore, poi iniziammo a fare delle prove pratiche, per scoprire tutti gli angoli della nostra bocca in cui si pote-vano spingere degli acini. Luciano provò a schiacciarli un poco, così occupavano meno spazio e ce ne stavano di più, ma il mosto che fuoriusciva scendeva ai due lati della bocca, oppure andava giù per l’esofago; nei casi più sfortunati infila-va la trachea, provocando dei colpi di tosse, che facevano volare i chicchi d’uva tutt’intorno. Questi episodi provocavano grande ilarità tra di noi; ridevamo felici e continuavamo le prove. Non ho la più pallida idea di quanti grappoli d’uva abbiamo ingurgitato per essere pronti alla gara vera e propria. I preparativi risultarono assai divertenti, dalle nostre mani colava un liquido dolce e rossastro, perché avevamo scelto di gareggiare con dell’uva “Salamino” ben matura, i nostri visi sembravano quelli di un pagliaccio truccato, senza parlare dei vestiti che indossavamo, che ormai erano indecenti. Ognuno, ridendo a crepapelle, preparava i suoi acini, li contava con cura e uno alla volta li sistemava nella bocca, mettendo-ne il più possibile, poi li schiacciava e li inghiottiva. Durante le prove era sempre Luciano che riusciva ad infilarne qualcu-no più degli altri nella bocca, forse perché usava strategie migliori, oppure aveva effettivamente una bocca più spaziosa. Si giunse così alla gara vera, decidemmo di iniziare insieme e di non accettare acini più piccoli di una certa misura. Anch’io, come gli altri, avevo steso sull’erba il mio fazzoletto, naturalmente senza tenere conto dell’igiene, sul quale avevo siste-mato ben venticinque chicchi d’uva, tutti ben allineati e pronti. Chiaramente non erano stati lavati. Chi poteva pensare alle norme igieniche in un momento tanto importante! Uno alla volta li avevo messi in bocca, spingendoli con un dito nei punti più difficili e sistemando per ultimi quelli vicini alle labbra. Anche gli altri compivano le stesse operazioni, girati di spalle, per non mostrare ai rivali le loro

strategie segrete. Terminata la mia fatica, piano piano mi girai verso il centro del gruppo, anche gli altri fecero altrettanto, i nostri sguardi s’incrociarono. Dapprima rimanemmo seri ed increduli. Com’era possibile che i nostri volti si fossero trasformati in questo modo? Avevamo tutti le guance sporche, con la pelle tirata e gonfia fino all’inverosimile, le labbra semiaperte che non riuscivano più a richiudersi, lasciando intravedere il con-tenuto violaceo interno, il volto deforma-to da pagliaccio… Penso che tutti, per un attimo, abbiano provato meraviglia per la trasformazione subita dal visetto degli altri, ma subito dopo ognuno ha compre-so che probabilmente anche la sua faccia era diventata mostruosa e deforme. Così uno dopo l’altro cominciammo a vedere la comicità della situazione, sentimmo il bisogno impellente di ridere, non riu-scimmo più a controllarci e scoppiammo tutti insieme in una sonora risata. Sì, ho detto “scoppiammo” e mai un verbo fu più azzeccato, perché rischiammo veramente di morire soffocati. I muscoli del viso volevano contrarsi per ridere, ma erano tesi e tirati in modo incredibile, così cercarono di liberarsi all’istante dei corpi estranei che glielo impedivano, lanciando i chicchi d’uva e il mosto che si era forma-to in tutte le direzioni. La maggior parte volò fuori dalla bocca, inondando i più vicini, ma parecchi frammenti cercarono d’infilarsi su per il naso o giù per la gola, creando bruciore e senso di soffocamen-to. Cominciammo tutti insieme a tossire furiosamente, mentre dagli occhi scen-devano delle lacrime, che non riusciva-mo a controllare. Le nostre mamme ci trovarono così, con i visi arrossati, rigati di lacrime, piegati in due, per far uscire dalla trachea i corpi estranei, in preda tutti ad una tosse convulsa. Presero tanta paura che, conosciuto l’accaduto, non ebbero nemmeno la forza di sgridarci. D’altronde noi monelli avevamo capito da soli la lezione.Il mattino dopo nessuno di noi andò a scuola, perché eravamo impegnati a difenderci dai crampi allo stomaco e dai dolori di pancia. Ma nella nostra beata incoscienza già pensavamo a pescare con un retino i pesci gatti e i pesci orologio nella bonifica dietro casa o ad arrampi-carci su per il noce… o… a combinare qualche altra bellissima monelleria.

l’associazione culturale “i Semi neri”

è nata nel 2004 con lo scopo di promuovere la cultura dello

scrivere, attraverso pubblicazioni ed eventi multidisciplinari, con par-ticolare riguardo alla produzione letteraria dei propri soci (attual-

mente diciotto) in ogni sua forma. Per informazioni: www.semineri.it

25 Gennaio 2013 / 25 Febbraio 2013 ♦ 29

*adalgisa pini è un ex insegnante elementare che ha sempre vissuto ed insegnato a Modena. Da tanti anni fa parte dell’associazione “I Semi Neri”, un gruppo di persone che condividono la stessa passione per la lettura e la scrittura. Ha scritto e pubblicato 13 racconti in antologie uscite a Modena, a Trieste e a Grosseto.Con “I Semi Neri” ha partecipato a 3 antologie: Solitudine giapponese, uscita nel 2007, editrice Il Fiorino, Emilia, la via maestra, uscita nel 2010, editrice Damster, Presenze di spirito, uscita nel 2011, editrice Damster.Presta attività di volontariato nel settore degli anziani e in un “Punto di lettura” del Comune di Modena.

CittàAperta

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Questo spazio nasce con l'idea di discutere di temi letterari e filosofi-

ci. Ma l'esperienza quotidiana mi spinge a dedicare questa paginetta ad un tema che - se proprio dobbiamo etichettare ciò di cui parliamo - definirei di sociologia della comuni-cazione, pur partendo da un punto di vista soggettivo.Uso i social network sin da quando sono nati, pochi anni or sono. Ho sempre gestito pagine o profili legati all'atti-vità editoriale, spazi che non prevedevano messaggi legati direttamente alla mia sfera personale o alle mie idee; si trattava di un contenuto informativo, di promozio-ne dell'immagine di una testata o di un evento. Il web è la dimensione in cui, mio mal-grado, vivo la maggior parte della mia giornata lavorativa. Un tempo era la lettura ad assorbire la maggior parte del mio tempo (anche lavorativo), oggi que-sta proporzione si è rovesciata a favore della rete. Questo perché anche il mondo dell'editoria è ormai irrimediabilmente integrato con internet, e gli strumenti che questa offre sono imprescindibili in questo settore. Tuttavia, nonostante questa mia precoce cittadinanza nel web 2.0, a seguito di questo uso anomalo ho cominciato ad avvertire una sorta di spersonalizzazione in quello che facevo. Mi occupavo di immagini e testi di altri; e anche quando diffondevo messaggi o testi scritti da me, questo senso di compiere un atto indipendente dalla mia persona mi faceva percepire quel disagio a cui accennavo sopra. Per farla breve, dopo mesi di dubbi ho aperto da poco un profilo Facebook personale.Se dovessi osservarmi esternamente, da un punto di vista sociologico e psicolo-gico, direi che non sono esattamente un soggetto da social network (mi si perdoni l'impostazione così personalistica, ma è strumentale all'argomento). Ho da sem-pre mantenuto una vita sociale contenu-ta, privilegiando rapporti umani stretti e quindi, per forza di cose, quantitati-vamente più limitati. Non ne faccio una

questione di maggiore o minore valore, ma di semplice gusto. Altri potrebbero soffrire di noia a frequentare le stesse persone (poche) con assiduità e potreb-bero ragionevolmente privilegiare una maggiore varietà nella propria cerchia sociale. Io mi annoio delle solite parole, più che delle solite persone.Proprio per quanto ho appena scritto, dunque, un social network nel suo uso standard mi potrebbe servire a poco. Le “persone della mia vita”, per usare lo slogan di Facebook, le raggiungo in altro modo. Se devo far sapere ad un amico o ad un'amica dove sono stato nel fine settimana, cosa ho visto in vacanza, come la penso su qualcosa, o se devo lanciare delle invettive con palesi sottointesi, op-pure se devo chiedere agli amici qualsia-si cosa, scherzare in toni adolescenziali e ridere senza senso, lo faccio a voce, quando li vedo. Certo, sto semplificando molto e sarebbe più prudente utilizzare il condizionale. Sono anche gli altri che ci indirizzano verso un tipo di comunicazione, e non è solo la cerchia di conoscenze immediata quella con cui si interagisce. Qualche persona frequentata con assiduità nel passato è lentamente fuoriuscita dalla mia vita sociale; così l'utilizzo di Facebok potrebbe essere l'occasione per ravvi-vare la relazione. Ma queste dinamiche riguardano ognuno di noi e non occorre spendere ulteriori parole.Quindi cosa me ne faccio di un profilo Facebook? Per un tipo psicologico come quello appena descritto, l'esperimento

dei social network dovrà dare un valore aggiunto o sarà una perdita di tempo, e la sua utilità non si comprenderà se non per l'appaga-mento narcisistico che questi mez-zi per la loro natura consentono e dal quale non mi sento per niente al riparo. Dovrà rendermi possibile un nuo-vo spazio di dialogo e confronto, anche con voci nuove, riguardo a temi e argomenti che mi interessa-no e che nella mia cerchia sociale, conviviale e amichevole, non possono svilupparsi per qualche motivo. Non parlo, quindi, della conoscenza di persone nuove, ma di idee, spunti, prospettive nuove.

Il dubbio mi sorge quando penso alla dimensione da chiacchiera da bar che imperversa sui social network. Non prendetela per un'affermazione snob, voglio semplicemente dire che quella della chiacchiera superficiale e un po' frusta sembra la cifra dominante di quanto pubblichiamo nei post che vanno a comporre la relazione soggetto-amici di Facebook. Forse è proprio il mezzo stesso che impone questa semplificazione, o forse siamo noi che non ci sforziamo abbastanza per realizzare le potenziali-tà che queste piattaforme ci forniscono (guardate, per fare un esempio pregnan-te, anche se scontato, gli spazi che si oc-cupano di politica: sono pieni di invettive e di luoghi comuni, di fanatismi. Di idee e analisi serie se ne trovano ben poche).Non so se potrò fare molto diversamente. E mi pongo questo interrogativo: ho resi-stito alle pressioni “di tendenza” di qual-che tempo fa che rendevano un dinosau-ro chiunque non fosse sbarcato da subito sui social network: quindi perché proprio adesso dovevo cedere a questo fenomeno di costume? Avevo bisogno di contra-stare la spersonalizzazione della quale si parlava sopra. Una cosa però è certa. Mi concederò, e concederò a Facebook, alcuni mesi di tempo. Se la mia esistenza nella rete diverrà una chiacchiera vuota e senza senso, tornerò nel web anonimato senza rimpianto.

COSA ME NE FACCIO DI FACEBOOK?

Baccanali - discorsi ebbri d'arte, letteratura, filosofia di Davide Donadio

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