michail bakunin - considerazioni filosofiche

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  • 7/25/2019 Michail Bakunin - Considerazioni Filosofiche

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    Michail A. Bakunin

    Considerazioni

    filosofiche

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    Titolo originale:

    Appendice: Cons idrat ions ph i losoph iques sur

    fantme divin, le monde rel et lhomme (1871).

    Copertina di Edy Zarro con disegno di Wiaz.

    Traduzione dal francese di Edy Zarro

    (versione definitiva del Collettivo La Baronata).

    Edizioni La Baronata

    Casella postale 22

    CH-6906 Lugano

    http://www.anarca-bolo.ch/baronata

    e-mail: [email protected]

    http://www.anarca-bolo.ch/baronatamailto:[email protected]:[email protected]://www.anarca-bolo.ch/baronata
  • 7/25/2019 Michail Bakunin - Considerazioni Filosofiche

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    Michail A. Bakunin

    Considerazioni

    filosofichesul fantasma divino,il mondo reale e l'uomo

    E dizio ni

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    Indice

    Comidad

    Prefazione 7

    Michail A. Bakunin

    Co nside raz ioni filosofiche

    sul fan tasm a divino, il m ondo reale e luom o I 3

    1. Il sistema del mondo I 52. Luomo: Intelligenza - Volont 28

    3. Animalit - Umanit 61

    4. La religione 75

    5. Filosofia - Scienza 94

    Note di Arthur Lehning 165

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    PREFAZIONE

    Non ci si pu chiedere di credere alla scienza, poich

    stata lincredulit, la volont di verifica, a porre le condi

    zioni della nascita e dello sviluppo della scienza stessa.

    Allo stesso modo, non ci si pu chiedere di arrenderci al

    progresso, perch se e quando progresso vi stato, ci

    avvenuto in quanto vi sono stati contrasti di idee e di interessi, resistenze da dover superare, mettendo in cam

    po saperi, tecniche, competenze e, talora, estendendone

    i benefici.

    Qui sta la differenza fra Bakunin e gli altri teorici del con

    flitto, da Darwin a Marx a Nietzsche. Questi ultimi hanno

    enunciato delle concezioni conflittuali della Vita e dellaStoria, rimanendo per su un piano del tutto astratto e

    retorico, cio quello della riedizione della solita Legge del

    Pi Forte. La retorica della Legge del Pi Forte costitui

    sce in realt uninibizione al conflitto, in quanto lo tra

    spone su un piano immaginario, pi rituale che virtuale,

    in cui i ruoli di vincitore e di perdente o, per meglio dire,

    di carnefice e di vittima, sono gi assegnati preventivamente; per cui non si pu pi davvero parlare di conflitto

    - che presuppone un confronto di pi forze, per quanto

    diseguali -, ma di sopraffazione.

    Un tipico esempio di quanto appena detto, ci pu essere

    fornito dal Manifesto dei Comunisti di Marx ed Engels, in

    cui viene enunciata la concezione della Storia come lotta

    di classe; enunciazione subito rimangiata dagli stessi au

    tori, quando accettano di riconoscere alla borghesia il

    ruolo di rivoluzionare in continuazione la produzione,

    attribuendo alla classe operaia una posizione puramente

    passiva, per cui ogni suo tentativo di resistenza alla inno

    vazione capitalistica non sarebbe altro che sterile velleit

    conservatrice.

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    Bakunin, al contrario, riconosce nel conflitto una funzio-

    ne di riequilibrio sociale e pone le condizioni per analiz-

    zare tutta una serie di fenomeni non pi in modo astrat-to, bens definendoli in base ai rapporti sociali che stabi-

    liscono. Ad esempio, per ci che concerne la scienza,

    questa non sar pi interpretata come un semplice atteg-

    giamento mentale, anche se diverso da quello religioso,

    bens come un modo in cui le persone entrano in relazio-

    ne, una relazione di un sano sospetto reciproco, che non

    diffidenza distruttiva, ma consapevolezza dellesistenza

    e del confronto di interessi diversi, il che comporta che

    le verifiche non possano essere affidate proprio a chi ab-

    bia linteresse a non compierle. Di conseguenza, anche la

    religione non sar pi analizzata solo in base ai suoi con-

    tenuti, ma per la relazione sociale che insedia, una rela-

    zione squilibrata, sbilanciata cio tutta a favore di una sola

    delle parti, la quale pu rivendicare una attendibilit illi-

    mitata.E quindi lo stesso Bakunin, estimatore della scienza e dei

    suoi risultati, a metterci in guardia contro il rischio, sem-

    pre presente ed incombente, della degenerazione religio-

    sa, dogmatica e sacerdotale delle istituzioni della scienza,

    i cui rappresentanti ,cedendo allinfluenza perniciosa che

    il privilegio esercita fatalmente sugli uomini", possono ave-

    re spesso interesse a neutralizzare quel contraddittorioche alla base del vero metodo scientifico.

    Il Bakunin che compie un immane sforzo teorico per li-

    quidare definitivamente tutta la metafisica del Creatore

    Trascendente, il Tiranno dellUniverso (il Dio dei cristia-

    ni, o lEnte Supremo dei giacobini), dunque lo stesso

    Bakunin che poi ci avverte che con questa liquidazione il

    problema non risolto, poich i sacrifici umani possono

    essere imposti nuovamente da teologie e clericalismi di

    altro genere:

    Finora tutta la storia umana stata solo una immolazione

    perpetua e sanguinosa di milioni di poveri esseri umani a

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    unastrazione impietosa qualunque: di, patria, potenza dello

    Stato, onore nazionale, diritti storici, libert politica, bene

    pubblico.

    Allindividuo spetta quindi di imparare a riconvertirsi da

    elemento funzionale allimmolazione (pedina sacrifica

    bile), a fattore di contrappeso e riequilibrio nei confronti

    delle pretese e delle prevaricazioni delle divinit di tur

    no, utilizzando il proprio dissenso in modo da svolgere

    una funzione di garanzia non soltanto per s, ma per tuttii settori deboli e sacrificabili della societ. C i non an

    cora Rivoluzione Sociale ma, proprio per questo, si di

    mostra quanto sia falsa lidea secondo cui lanarchismo

    sarebbe privo di risorse se manca allorizzonte la prospet

    tiva rivoluzionaria.

    Si dimostra anche che infondata lopinione di quanti

    sostengono che le risoluzioni dei Congressi Anti-autoritari di Saint-lmier del 1872 e di Ginevra del 1873 (quasi

    certamente formulate soprattutto da Bakunin), abbiano

    avuto un carattere estemporaneo, cio dettato dalle esi

    genze immediate della lotta contro Marx allinterno della

    prima Internazionale. In realt lidea di garantire fino in

    fondo la facolt di dissenso delle minoranze - al punto di

    ritenere che le decisioni della maggioranza impegnino

    soltanto questultima -, trova, in questi scritti filosofici,

    un significativo retroterra di riflessione ed argomentazio

    ne.

    I temi della societ sacrificale e del carattere divoratore

    che le astrazioni possono assum ere nei confronti deliavita

    umana, sono anche tipici tratti stirneriani. Il fatto che

    Bakunin riprenda e sviluppi tali temi, pu costituire per

    ci una conferm a a favore della testimonianza di Friedrich

    Engels, secondo il quale lanarchico russo avrebbe letto,

    ed in parte fatto proprio, LUnico di Max Stirner. Anche

    linterpretazione in chiave garantistica dellindividualismo

    stirneriano, proposta da Max Nettlau (per il quale Stirner

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    stato in realt un socialista preoccupato di tutelare

    lumanit contro le sue stesse tendenze allauto-canniba-

    lismo), trova cos un fondamentale precedente in Bakunin.Resterebbe comunque da spiegare il perch Bakunin non

    citi esplicitamente Stirner, come invece fa per Proudhon.

    Probabilmente Bakunin era troppo legato alla esigenza

    della costruzione e della organizzazione di un movimen

    to rivoluzionario, per accettare di buon grado lapproc

    cio irridente e lo stile provocatorio di Stirner, un approc

    cio ed uno stile estranei alla sensibilit di tutta la culturadi unepoca, nella quale, la solennit religiosa del tono e

    la gravit dellatteggiamento erano considerate come se

    gnali certi di senso di responsabilit umana e sociale.

    Sarebbe un errore ritenere che Bakunin pervenga a certi

    risultati teorici seguendo un percorso scorrevole ed ar

    monico. Al contrario, il conflitto anche dentro di lui,tra la sua formazione culturale - avvenuta tutta allinter

    no del pensiero dell800, con i suoi pregiudizi eurocentrici

    -, e la sua esperienza di essere umano e di rivoluzionario:

    questi suoi scritti filosofici vanno letti anche come il do

    cumento e la testimonianza di quel conflitto.

    C da osservare, per di pi, che molti degli argomenti a

    cui Bakunin fa ricorso quando tratta della psicologia deicosiddetti popoli primitivi o del comportamento ani

    male, sono stati smentiti dagli sviluppi successivi della

    antropologia culturale e della etologia. Anche la funzione

    consolatoria ed analgesica della religione - data per scon

    tata da Feuerbach, Proudhon, Marx, Freud, Nietzsche -

    oggi messa in questione dai pi recenti sviluppi della psi

    cologia, che hanno indotto a notare come la pratica reli

    giosa acutizzi le sofferenze, piuttosto che lenirle.

    Lanalisi bakuniniana del fenomeno religioso risente, inol

    tre, di un punto di vista eccessivamente occidentale, cio

    portato ad individuare nel cristianesimo e nella sua storia

    - vera o immaginaria che sia - un modello generalmente

    valido ed universalmente applicabile. In definitiva, Baku-

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    nin risentiva, come altri atei occidentali, del pregiudizio

    secondo cui il cristianesimo sarebbe la religione per ec

    cellenza.

    In effetti lo schema evolutivo adottato da Bakunin, mu

    tuato in gran parte dallopera di Feuerbach, non risulta

    applicabile alla esperienza religiosa dellOriente: qui, in

    fatti, delle dottrine come il Buddismo ed il Taoismo - che,

    ai loro inizi, sarebbero state classificabili, secondo i crite

    ri della filosofia occidentale, nellambito del pi rigoroso

    materialismo -, hanno subito successivamente un proces

    so di degenerazione in senso religioso e, nel caso delTaoismo, persino in senso superstizioso.

    La linea di progresso ipotizzata dalle filosofie occidentali

    - secondo cui il pensiero umano si sarebbe gradatamente

    evoluto dalle fiabe e dai miti della religione sino ai m o

    delli razionali della scienza positiva - non pu quindi es

    ser considerata assoluta, per cui si pu persino ritenere

    che, talora, si siano potuti innescare dei processi inversi,cio che delle scoperte e delle conoscenze scientifiche

    siano state in passato corrotte in forme di sapere iniziatico

    ed esoterico, ci per servire gli interessi di caste sacer

    dotali. Pu essere il caso della casta sacerdotale Egizia e

    di quella Maya, le quali mescolavano le loro mitologie ad

    una serie di conoscenze scientifiche effettive, di caratte

    re astronomico, matematico ed architettonico.

    Ci troviamo quindi di fronte a quello che pu apparirci

    come un paradosso: molti degli argomenti utilizzati da

    Bakunin sono stati superati, per giungere per a delle

    conclusioni che, in definitiva, sono analoghe a quelle da

    lui raggiunte: la religione non sempre da considerare

    come uninfanzia della mente, ma pu essere ritenuta an

    che un rischio di degenerazione latente in ogni sistema di

    pensiero, anche quando parta da premesse positive.In questa nostra epoca post-moderna, la religione ha

    messo in evidenza il suo nucleo originario, arcaico, che

    non la fede ma il sacrificio, la crudelt: il disincanto

    diventato un idolo, ha i suoi sacerdoti e pretende le sue

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    vittime; la faziosit, la pura ricerca di capri espiatorii,

    surroga egregiamente la fede.

    Lidea dellevoluzione lineare, del progresso, pu quindi

    rivelarsi fuorviante, poich pu indurre delle false rassi

    curazioni, utili per giustificare i sacrifici umani del passa

    to, del presente e del futuro. Ci si potrebbe domandare

    perch Bakunin non si sia semplicemente sbarazzato del

    lidea di progresso e quindi del fardello del pressoch in

    finito potenziale mistificatorio di tale idea; tantopi che,con la cosiddetta globa lizzaz ione, ormai il suono della

    parola progre sso ha mutato la sua melodia rassicurante

    in una sorta di stridore inquietante, irto di infausti presa

    gi (un po come gi capitato con il termine riform a).

    In realt lidea di progresso pu svolgere anche una sua

    valida funzione di filtro, senza la quale il passato - che

    poi, con tutta lingombrante eredit delle sue sedimentazioni e delle sue fisiche testimonianze, presente pi del

    presente stesso -, ci aggredirebbe soltanto con il peso del

    suo immenso carico di orrori e di ingiustizie. E lidea di

    progresso a darci il senso delle distinzioni, permettendo

    ci di ammirare il senso estetico ed il sapere matematico

    che ha permesso di edificare le cattedrali gotiche, senza

    avallare, per questo, anche la visione teocratica che le haispirate. Si tratta quindi di saper vedere lelemento inge

    gnoso e liberatorio anche in quei fenomeni in cui si trova

    commisto con loscurantismo oppressivo; il punto che

    il primo non pu essere invocato per fornire alibi al se

    condo.

    Occorre perci togliere al progresso il suo mistificatorio

    alone inevitabilistico e giustificazionistico, per restituirloalla sua dimensione autentica di conflitto e dissenso, il che

    vuol dire che da verificare sino in fondo ogni pretesa di

    progresso.

    Comidad

    29 settembre I 999

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    Michail A. Bakunin

    Considerazionifilosofiche

    sul fantasma divino,

    il mondo reale e l'uomo

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    La traduzione del testo stata tratta dalla versione curata

    da James Guillaume nel tomo 3 delleOeuvres e pubblicata

    dalle Editions Stock, Parigi 1905.

    La stessa poi stata verificata con la versione curata da

    Arthur Lehning nel volume 8 delle Oeuvres compltes de

    Bakounine pubblicate per /Internationaal Instituut voor

    Sociale Geschiedenis di Amsterdam dalle Editions ChampLibre, Parigi 1982.

    Le note numerate a pi di pagina sono quelle riportate nella

    versione di James Guillaume e tra parentesi indicato se

    sono di Bakunin o dello stesso Guillaume.

    Le note indicate con lettere maiuscole e raccolte alla finedel testo sono quelle di Arthur Lehning.

    Le parentesi quadre riportate nel testo indicano le omissioni

    nel testo originale.

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    I. Il sistema del mondo

    Non questo il luogo di addentrarci in speculazioni filosofiche sulla natura dellEssere. Tuttavia, siccome mi vedo

    costretto a utilizzare sovente la parola Natura, credo di

    dover spiegare cosa intendo con questo termine. Potrei

    dire che la Natura la somma delle cose realmente esi

    stenti. Ma questo darebbe unidea completamente morta

    di questa Natura, la quale al contrario si presenta tutta

    movim ento e vita. D altronde, co s la som ma delle cose?Le cose che oggi sono, domani non saranno pi; domani

    saranno non perdute, ma interamente trasformate. Dun

    que sarei molto pi vicino alla verit affermando che la

    natura la somma delle trasformazioni reali delle cose che

    si producono e si produrranno incessantemente nel suo seno ;

    e per dare unidea pi determinata di che cosa sia questa

    somma o questa totalit che chiamo natura, enuncer, ecredo di poterlo stabilire come un assioma, la proposizione

    seguente:

    Tutto ci che esiste, gli esseri che costituiscono linsie

    me indefinito delluniverso, tutte le cose esistenti nel

    mondo, qualunque sia la loro natura particolare, sia dal

    profilo qualitativo che da quello quantitativo, i pi diversi

    e i pi simili, grandi o piccoli, vicini o immensamente lon

    tani, esercitano necessariamente e inconsciamente, per

    via immediata e diretta o per trasmissione indiretta, az io

    ni e reazioni perpetue. Tutte queste infinite azioni e rea

    zioni particolari, combinandosi in un movimento genera

    le e unico, producono e costituiscono ci che chiamiamo

    la vita, la solidariet e la causalit (') universali, la natura.

    1 Q ui e pi avanti, Bakunin n on u tilizza il termine causalit nel signifi

    cato filosofico ordinario. Questa parola abitualmente significa il rap

    porto della causa con leffetto, ed con questa accezione che viene

    impiegata nellespressione: Il principio della causalit, principio nel

    cui nome lo spirito collega ogni effetto a una causa. Ci che Baku-

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    Chiamatela Dio, lAssoluto, se vi diverte, non mimporta,

    purch non diate alla parola Dio altro significato di quello

    che preciser: quello di combinazione universale, natura-

    le, necessaria e reale, ma nientaffatto predeterminata, n

    preconcetta, n prevista, delle infinite azioni e reazioni par-

    ticolari che tutte le cose realmente esistenti esercitano

    incessantemente le une sulle altre.La solidariet universa

    le cos definita, la Natura, considerata nel significato di

    Universo senza limiti, simpone alla nostra mente come

    una necessit razionale; ma non potremo mai abbracciar

    la in modo reale, nemmeno con limmaginazione, e ancor

    meno comprendere, po ich noi possiamo cono scere solouna parte infinitamente piccola dellUniverso, quella resa

    manifesta dai nostri sensi. Tutto il resto invece lo suppo

    niamo, senza nemmeno poterne constatare realmente

    lesistenza.

    Beninteso, la solidariet universale, spiegata in questo

    modo, non pu avere il carattere di una causa assoluta e

    prima; al contrario, solo una risultante (2), sempre p ro dotta e riprodotta dallazione simultanea di infinite cause

    particolari, il cui insieme costituisce precisamente la

    causalit universale, lunit composta, sempre riprodotta

    dallinsieme indefinito delle incessanti trasformazioni di

    tutte le cose che esistono e, nello stesso tempo, creatri-

    nin designa con il termine causalit, non questo, non una delle for

    me necessarie alle nostre concezioni logiche, una categoria di giudizio.

    E una specie di entit superiore: linsieme di tutte le cause che agisco

    no, hanno agito e agiranno sullLlniverso. La Causalit universale, ossia

    la catena infinita ed eterna delle cause, sostituisce per lui la Causa pri

    ma, di cui dichiara im po ssibile lesistenza appun to pe rch essa ro m

    perebbe nel passato, questo eterno concatenamento di cause, senza

    inizio e senza fine. (No ta di Jame s Guillaume )

    2 Cosi come ogni individuo umano, a ogni istante della sua vita, la

    risultante di tutte le cause che hanno agito alla sua nascita e persino

    precedentemente, combinate con tutte le condizioni del suo sviluppo

    successivo, come di tutte le circostanze che agiscono su di lui in quel

    momento. (Nota di Bakunin)

  • 7/25/2019 Michail Bakunin - Considerazioni Filosofiche

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    ce di tutte le cose; ogni punto agendo sul tutto (ecco luni

    verso prodotto) e il tutto agente su ogni punto (ecco luni

    verso produttore o creatore).

    Dopo questa spiegazione, posso affermare ora, senza ti

    more di suscitare malintesi, che la Causalit universale, la

    Natura crea i mondi. Essa ha determinato la configurazio

    ne meccanica, fisica, chimica, geologica e geografica della

    nostra terra e, dopo aver rivestito la sua superficie di tut

    ti gli splendori della vita vegetale e animale, continua a

    creare, nel mondo umano, la societ con tutti i suoi svi

    luppi passati, presenti e futuri.

    Quando luomo inizia a osservare con attenzione perseverante e continua quella parte di natura che lo circonda

    e che ritrova in s, finisce per accorgersi che tutte le cose

    sono governate da leggi che sono loro inerentie che costi

    tuiscono appunto la loro natura particolare; che ogni cosa

    possiede un modo di trasformazione e di azione peculia

    re; che in questa trasformazione e in questa azione vi

    una successione di fenomeni o di fatti che si ripetono costantemente, in date circostanze e che, sotto linfluenza

    di nuove circostanze determinate, si modificano in modo

    altrettanto regolare e determinato. Questa costante ri-

    produzione degli stessi fatti per mezzo degli stessi pro-

    cessi costituisce appunto la legislazione della natura: lor

    dine nellinfinita diversit dei fenomeni e dei fatti.

    La somma di tutte le leggi, conosciute e ignote, agentinelluniverso, costituisce la legge unica e suprema. Q u e

    ste leggi si dividono e si suddividono in leggi generali e in

    leggi particolari e speciali. Le leggi matematiche, mecca

    niche, fisiche e chimiche, per esempio, sono leggi gene

    rali, che si manifestano in tutto ci che , in tutte le cose

    che hanno una reale esistenza, [leggi] che, in una parola,

    sono inerenti alla materia,ossia allEssere realmentee uni-camente universale, il vero substratum di tutte le cose esi

    stenti. Mi affretto ad aggiungere che la materia non esiste

    mai e in nessun luogo come substratum, che nessuno ha

    mai potuto percepirla sotto questa forma unitaria e astrat

  • 7/25/2019 Michail Bakunin - Considerazioni Filosofiche

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    ta. Esiste e pu esistere, sempre e ovunque, solo sotto

    una forma molto pi concreta, come materia pi o meno

    diversificata e determinata.

    Le leggi dellequilibrio, della combinazione e dellazionereciproca delle forze o del movimento meccanico; le leg

    gi del peso, del calore, della vibrazione dei corpi, della

    luce, dellelettricit, come quelle della composizione e

    scomposizione chimica dei corpi, sono assolutamente ine

    renti a tutte le cose che esistono, comprese le diverse

    manifestazioni del sentimento, della volont e dello spi

    rito. Queste tre cose, costituenti propriamente il mondoideale delluomo, non sono che funzioni totalmente ma

    teriali della materia organizzata e viva, nel corpo dellani

    male in generale e in quello dellanimale umano in parti

    colare (3). Di conseguenza, tutte queste leggi sono leggi

    generali, a cui sono sottomessi tutti gli ordini conosciuti

    e ignoti dellesistenza reale nel mondo.

    Ma ci sono leggi particolari proprie di determinati ordiniparticolari di fenomeni, di fatti e di cose, che formano tra

    3 Parlo na turalm ente dello sp irito, della vo lon t e dei sentimenti che

    conosciamo, dei soli che possiamo conoscere: di quelli dellanimale e

    delluomo, che, di tutti gli animali della terra - dal punto di vista gene

    rale, non da quello di ogni facolt presa a s stante - senza dubbio il

    pi perfetto. Qu an to allo spirito, alla volo nt e ai sentime nti e xtr a

    umani ed extra-mondiali dellEssere di cui ci parlano i teologi e i meta

    fisici, devo confessare la mia ignoranza, poich non lho mai incontra

    to, e nessuno che io sappia ha mai avuto rapporti diretti con esso. Ma

    se giudichiamo da quanto ci raccontano questi signori, quello spirito

    talmente incoerente e stupido, quella volont e quei sentimenti tal

    mente perversi, che non vale la pena occuparsene se non per consta

    tare tutto il male che si ritiene abb iano causato su lla terra. Per d im o

    strare lazione assoluta e diretta delle leggi meccaniche, fisiche e chi

    miche sulle facolt ideali delluomo, mi accontenter di porre questa

    domanda: Cosa diverrebbero le pi sublimi combinazioni dellintelli-

    genza se, nel momento in cui luomo le concepisce, laria che respira si

    decomponesse, o se il movimento della terra si fermasse, o se luomo

    si vedesse inopinatamente avvolto da una temperatura di sessanta gra

    di sopra o sotto lo zero? (Nota di Bakunin)

  • 7/25/2019 Michail Bakunin - Considerazioni Filosofiche

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    loro sistemi o gruppi a parte; ad esempio, il sistema delle

    leggi geologiche; quello delle leggi dellorganizzazione

    vegetale; quello delle leggi dellorganizzazione animale;

    quello infine delle leggi che presiedono allevoluzione ideale e sociale dellanimale pi realizzato sulla terra, luo

    mo. Non possiamo affermare che le leggi appartenenti a

    uno di questi sistemi siano assolutamente estranee a quelle

    che compongono gli altri. In natura, tutto si concatena

    molto pi intimamente di quanto pensiamo in generale e

    di quanto forse lo vorrebbero i pedanti della scienza, nel

    linteresse di una maggiore precisione nel loro lavoro diclassificazione. Tuttavia possiamo affermare che un de

    terminato sistema di leggi appartiene pi a un certo ordi

    ne di cose e di fatti che a un altro e se, nella successione

    in cui le ho presentate, le leggi che dominano nel sistema

    precedente continuano a manifestare la loro azione nei

    fenomeni e nelle cose appartenenti a tutti i sistemi che lo

    seguono, non esiste azione retrograda delle leggi dei sistemi seguenti sulle cose e sui fatti dei sistemi che li pre

    cedono. Cos la legge del progresso, che costituisce il ca

    rattere essenziale dellevoluzione sociale della specie

    umana, non si manifesta affatto nella vita esclusivamente

    animale e meno ancora nella vita esclusivamente vegetale

    (4); invece tutte le leggi del mondo vegetale e del mondo

    animale si ritrovano, senza dubbio modificate dalle nuove circostanze, nel mondo umano.

    Infine, in seno a queste grandi categorie di cose, di feno

    meni e di fatti, come nelle leggi che sono loro particolar-

    4 N o n nece ssario far rilevare qu anto sareb be inesatta questa asser

    zion e se la si intend esse in sen so assoluto. La vita umana, la vita anim a

    le, la vita vegetale, non costituiscono tre mondi distinti, perci la leg

    ge del progresso non pu appartenere esclusivamente allumanit. Lo

    stesso Bakunin lo dir daltronde espressamente pi avanti. Levoluzio

    ne degli esseri animati, dalla cellula primordiale sbocciata in seno agli

    oceani nella pi lontana era geologica fino allessere superiore che chia

    miamo uomo, precisamente la manifestazione della legge del pro

    gresso. (Nota di James Guillaume)

  • 7/25/2019 Michail Bakunin - Considerazioni Filosofiche

    18/170

    mente inerenti, vi sono ancora divisioni e sottodivisioni

    che ci mostrano queste stesse leggi che si particolarizzano

    e si specializzano sempre di pi, accompagnando per cos

    [dire] la specializzazione sempre pi determinata, che di

    venta sempre pi ristretta man mano che si determina,degli esseri stessi.

    Per constatare tutte queste leggi generali, particolari e

    speciali, luomo non ha altro mezzo che losservazione

    attenta ed esatta dei fenomeni e dei fatti che accadono

    dentro e fuori di lui, distinguendo ci che accidentale e

    variabile da ci che si riproduce sempre e ovunque in

    modo immutabile. Il processo invariabile con cui si ripro

    duce costantemente un fenomeno naturale, esterno o in

    terno, la successione invariabile dei fatti che lo costitui

    scono, sono precisamente ci che chiamiamo la legge del

    fenomeno. La costanza e la ripetizione tuttavia non sono

    assolute. Lasciano sempre un largo margine a ci che de

    nominiamo impropriamente anomalie ed eccezioni - de

    finizioni molto poco esatte, poich questi fatti ai quali si

    fa riferimento dimostrano unicamente che le regole generali, conosciute da noi come leggi naturali, sono solo

    astrazioni che la nostra mente isola dallevoluzione reale

    delle cose e che non possono comprendere, esaurire,

    spiegare tutta linfinita ricchezza di questa evoluzione.

    Questa moltitudine di leggi cos diverse, che la nostra

    scienza suddivide in categorie differenti, costituisce un

    unico sistema organico e universale, un sistema nel qualesi concatenano altrettanto bene gli esseri di cui manife

    stano le trasformazioni e levoluzione? E molto probabi

    le. Ma pi che probabile, certo che non potremo mai

    arrivare, non dico a comprendere, ma solamente ad ab

    bracciare il sistema unico e reale delluniverso, sistema

    infinitamente esteso da un lato e infinitamente specializ

    zato dallaltro. Studiandolo dovremo arrestarci davanti a dueinfiniti: linfinitamente grande e linfinitamente piccolo.

    I dettagli sono inesauribili. Non sar mai dato alluomo di

    conoscere che una parte infinitamente piccola. Il nostro

  • 7/25/2019 Michail Bakunin - Considerazioni Filosofiche

    19/170

    cielo stellato, con la sua moltitudine di soli, costituisce

    solo un punto impercettibile nellimmensit dello spazio

    e anche se lo abbracciamo con lo sguardo, non ne sapre-

    mo mai quasi niente. Dobbiamo perci accontentarci di

    conoscere un po il nostro sistema solare, di cui possia-

    mo presumere la perfetta armonia con tutto il resto del-

    lUniverso, poich se questa armonia non esistesse, do-

    vrebbe realizzarsi o, in caso contrario, il nostro mondo

    solare perirebbe. Conosciamo gi molto bene questulti-

    mo dal profilo meccanico, e iniziamo a conosce rlo un po

    dal profilo fisico, chimico, persino geologico. Difficilmente

    la nostra scienza andr molto oltre. Se desiderassimo una

    conoscenza pi concreta, dovremmo attenerci al globo

    terrestre. Sappiamo che nato nel tempo e presumiamo

    che, non sappiamo in quanti secoli o centinaia di secoli,

    sar condannato a perire come nasce e perisce, o meglio

    si trasforma, tutto ci che esiste.

    In che modo il nostro globo terrestre, dapprima materiaincandescente e gassosa, si condensato, si raffredda-

    to? Attraverso quale immensa serie di evoluzioni geologi-

    che ha dovuto passare, prima di poter produrre sulla sua

    superficie tutta linfinita ricchezza della vita organica, ve-

    getale e animale, dalla semplice cellula fino alluomo?

    Com e si manifestata e continua a evolversi nel nostro

    mondo storico e sociale? Qual lo scopo verso cui avan-ziamo, spinti dalla legge suprema e fatale di incessante

    trasformazione che nella societ umana si chiama progres -

    so? Ecco le sole domande accessibili, le sole che possono

    e devono essere realmente comprese, studiate e risolte

    dalluomo. Cost ituendo so lo un punto impercettibile nel-

    la questione illimitata e indefinibile dellUniverso, queste

    domande umane e terrestri offrono ci nonostante al no -stro spirito un mondo realmente infinito, non nel senso

    divino, ossia astratto, della parola, non come lEssere su-

    premo creato dallastrazione religiosa. Infinito, al contra-

    rio, per la ricchezza dei suoi particolari, che nessuna os-

    servazione, nessuna scienza sapranno mai esaurire.

  • 7/25/2019 Michail Bakunin - Considerazioni Filosofiche

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    Per conoscere questo mondo, il nostro mondo infinito, la

    sola astrazione non basta. Abbandonata a se stessa, ci

    ricondurrebbe infallibilmente allEssere supremo, a Dio,

    al Nulla, come lha gi fatto nella storia, come spiegherpoi. Pur continuando ad applicare questa facolt di astra-

    zione, senza la quale non potremmo mai elevarci da un

    ordine di cose inferiore a un ordine di cose superiore, n

    di conseguenza comprendere la gerarchia naturale degli

    esseri, occorre che il nostro spirito si immerga contem-

    poraneamente, con rispetto e amore, nello studio minu-

    zioso dei particolari e deNinfinitamente piccolo, senza ilquale non potremmo mai concepire la realt viva degli

    esseri. Perci, solo unendo queste due facolt, queste due

    azioni dello spirito apparentemente contrarie: lastrazio-

    ne e lanalisi scrupolosa, attenta e paziente dei dettagli,

    potremo elevarci alla concezione reale del nostro mon-

    do. E evidente che se il nostro sentimento e la nostra im-

    maginazione possono fornirci unimmagine, una rappre-

    sentazione pi o meno falsa del mondo, solo la scienza

    potr darci unidea chiara e precisa.

    Qual dunque questa curiosit imperiosa che spinge luo-

    mo a conoscere il mondo che lo circonda, a perseguire

    con infaticabile passione i segreti di questa natura di cui

    lui stesso , su questa terra, lultima e pi perfetta crea-

    zione? Questa curiosit un semplice lusso, un piacevole

    passatempo, oppure una delie principali necessit inerential suo essere? Non esito a dire che, di tutte le necessit

    che costituiscono la natura delluomo, la pi umana. In

    effetti, luomo si distingue dagli animali di tutte le altre

    specie per linestinguibile bisogno di sapere. Diventa re-

    almente e completamente uomo solo con il risveglio e la

    soddisfazione progressiva di questo immenso bisogno di

    sapere. Per realizzarsi nella pienezza del suo essere, luo-mo deve acquistare coscienza di s, e non potr mai farlo

    in modo completo e reale finch non avr conosciuto la

    natura che lo avviluppa e della quale il prodotto. A meno

    dunque di rinunciare alla sua umanit, luomo deve sa-

  • 7/25/2019 Michail Bakunin - Considerazioni Filosofiche

    21/170

    pere, deve penetrare con il pensiero tutto il mondo reale

    e, senza sperare di poter mai raggiungere il fondo, deve

    approfondire sempre di pi la coordinazione e le leggi,

    poich la sua umanit solo a questo prezzo. Deve conoscere tutte le regioni inferiori, precedenti e contem

    poranee, tutte le evoluzioni meccaniche, fisiche, chimi

    che, geologiche, vegetali e animali, ossia tutte le cause e

    le condizioni della propria nascita, della propria esistenza

    e della propria evoluzione; affinch possa comprendere

    la propria natura e la propria missione su questa terra,

    sua patria e suo unico teatro; affinch, in questo mondodi cieca fatalit, possa inaugurare il mondo umano, il mon

    do della libert.

    Questo il compito delluomo: inesauribile, infinito e pi

    che sufficiente per soddisfare gli spiriti e i cuori pi fieri e

    pi ambiziosi. Essere effimero e impercettibile, perso in

    mezzo alloceano senza sponde della trasformazione uni

    versale, con uneternit ignorata alle sue spalle e uneternit sconosciuta di fronte, luomo pensante, luomo atti

    vo, luomo cosciente del proprio umano destino, resta

    calmo e fiero nel sentimento della propria libert, che con

    quista emancipandosi mediante il lavoro, la scienza ed

    emancipando, ribellandosi se del caso, attorno a s tutti

    gli uomini, suoi simili, suoi fratelli. Se dopo questo gli chie

    dete il suo intimo pensiero, la sua ultima parola su Wunitreale dellUniverso,vi risponder che leterna trasforma-

    zione, un movimento infinitamente particolareggiato, di-

    versificato e, di conseguenza, ordinato in s, ma tuttavia

    senza inizio, n limite, n fine. Dunque il contrario asso

    luto della Provvidenza: la negazione di Dio.

    * * *

    Si comprende come, nelluniverso cos inteso, non possa

    esserci questione n di idee antecedenti n di leggi

    preconcepite e preordinate. Le idee, compresa quella di

    Dio, non esistono su questa terra che in quanto prodotti

  • 7/25/2019 Michail Bakunin - Considerazioni Filosofiche

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    del cervello. Perci vengono molto dopo i fatti naturali,

    molto dopo le leggi che governano questi fatti. Sono giu

    ste quando sono conformi a queste leggi, false quando

    sono contrarie. Le leggi della natura si manifestano nella

    forma ideale o astratta di leggi solo per lintelligenza uma

    na, quando, riprodotte dal nostro cervello sulla base di

    osservazioni pi o meno esatte delle cose, dei fenomeni

    e della successione dei fatti, assumono la forma di idee

    umane quasi spontanee. Precedentemente alla nascita del

    pensiero umano, non sono riconosciute come leggi da

    nessuno ed esistono solo allo stato di processi reali dellanatura, processi che, come ho detto prima, sono sempre

    determinati da un concorso indefinito di condizioni par

    ticolari, di influenze e di cause che si ripetono regolar

    mente. Il termine naturaesclude di conseguenza ogni idea

    mistica o metafisica di sostanza, di causa finale o di crea

    zione provvidenziale combinata e diretta.

    Ma poich esiste un ordine nella natura, ci si chieder,deve esserci stato necessariamente un ordinatore? Nien-

    taffatto. Un ordinatore, fosse pure un Dio, avrebbe solo

    potuto intralciare con il suo arbitrario intervento perso

    nale lordine naturale e lo sviluppo logico delle cose. Sap-

    24 piamo bene che la caratteristica principale degli Di di

    tutte le religioni appunto di essere superiori, ossia con

    trari, a ogni logica naturale e di riconoscere solo una logica: quella dellassurdit e delliniquit. C o s la logica, se

    non levoluzione naturale delle cose, ossia il processo

    naturale mediante il quale molte cause determinanti, ine

    renti alle cose, p roducono fatti nuovi (5)? Di conseguen-

    5 So ste ne re che D io non contra rio alla logica, significa affermare che,

    in tutta lestensione del suo essere, completamente logico; che non

    contiene niente che sia sopra o, ed sempre la stessa cosa, esterno

    alla logica; che quindi lui stesso non altro che la logica, nientaltro che

    questo corso o questo sviluppo naturale delle cose reali; significa affer

    mare che Dio non esiste. Perci, lesistenza di Dio non pu avere altro

    significato che quello di negazione delle leggi naturali. Ne risulta il di-

  • 7/25/2019 Michail Bakunin - Considerazioni Filosofiche

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    za, mi sar permesso di enunciare questo assioma tanto

    semplice e nel contempo cos decisivo:

    Tutto ci che naturale logico, e tutto ci che logico o

    gi realizzato, oppure dovr esserlo nel mondo naturale,

    compreso il mondo sociale (6).

    Ma se le leggi del mondo naturale e del mondo sociale (7)

    non sono state create n ordinate da nessuno, perch e

    come esistono? Cosa conferisce loro questo carattere

    immutabile? Ecco una questione che non posso risolvere,

    e alla quale, chio sappia, nessuno ha trovato n, dubito,

    trover mai risposta. Mi sbaglio: i teologi e i metafisici

    hanno tentato di rispondervi supponendo una causa pri-

    lemma inevitabile: Dio , dunque non ci sono leggi naturali, non c e ordi-

    ne nella natura, il mondo un caos; oppure: Il mondo si ordina in s,

    dunque Dio non esiste. (Nota di Bakunin)

    6 D a tutto questo non discend e assolutamen te che qua nto logico o

    naturale sia, dal punto di vista umano, necessariamente utile, buono e

    giusto. Le grandi catastrofi naturali: i terremoti, le eruzioni vulcaniche,

    le inondazioni, gli uragani, le pestilenze che devastano e distruggono

    citt e popolazioni intere, sono certamente fatti naturali prodotti logi-

    camente da un concorso di cause naturali, ma nessuno sosterr che

    son o benefattrici per lumanit. Lo ste sso vale per i fatti che si pro du

    cono nella storia: le pi orribili istituzioni divine e umane; tutti i crimi

    ni passati e presenti dei capi, dei sedicenti benefattori e tutori della

    nostra povera specie umana, e la disperante stupidit dei popoli che

    obbediscono al loro giogo; le attuali prodezze di Napoleone III, di

    Bismarck, di Alessandro II e di tanti altri sovrani o uomini politici e

    militari d Europa, e la inc red ibile vigliacche ria della bo rghe sia di tutti i

    paesi che li incoraggia, li sostiene, aborrendoli nel fondo del suo cuo

    re; tutto questo rappresenta una serie di fatti naturali prodotta da cau

    se naturali, quindi molto logiche, che non impedisce loro di essere ec

    cessivamente funeste per lumanit. (Nota di Bakunin)

    7 Seg uo luso stabilito sep ara nd o in qualche m od o il m on do sociale dal

    mondo naturale. Evidentemente la societ umana, considerata in tutta

    lestensione e in tutta lampiezza del suo sviluppo storico, naturale e

    completamente subordinata alle leggi della natura quanto, per esem

    pio, il mondo animale e vegetale di cui lultima e pi alta espressione

    su questa terra. (Nota di Bakunin)

  • 7/25/2019 Michail Bakunin - Considerazioni Filosofiche

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    ma suprema, una Divinit creatrice dei mondi o, almenocome dicono i metafisici panteisti, unanima divina o unpensiero assoluto, incarnato nelluniverso e che si mani

    festa con il movimento e con la vita di tutti gli esseri chenascono e muoiono nel suo grembo. Nessuna di questedue supposizioni resiste alla minima critica. Mi stato facile dimostrare che quella di un Dio creatore delle legginaturali e sociali conteneva in s la negazione completadi queste leggi, ne rendeva impossibile la loro stessa esistenza, ossia la loro realizzazione e la loro efficacia; che

    un Dio ordinatore di questo mondo doveva necessariamente produrvi lanarchia (8), il caos. Di conseguenza delledue una: o Dio, o le leggi della natura non esistono. Siccome sappiamo di maniera certa, per lesperienza quotidiana e tramite la scienza (la quale non altro che lesperienza sistematizzata nei secoli), che queste leggi esistono, dobbiamo concludere che Dio non esiste.Approfondendo il significato delle parole: leggi naturali,

    troverem o dunque che escludono in modo assoluto lideae persino la possibilit di un creatore, di un ordinatore,di un legislatore, poich lidea di un legislatore esclude asua volta in modo altrettanto assoluto quella dell/nerenzodelle leggi alle cose. Se una legge non inerente alle coseche governa, necessariamente, per rapporto a questecose, una legge arbitraria, ossia fondata non sulla loro

    natura, ma sul pensiero e sulla volont del legislatore. Diconseguenza, tutte le leggi che emanano da un legislatore, umano o divino, individuale o collettivo, anche se eletto a suffragio universale, sono leggi dispotiche, necessa-

    8 assai strano v ede re Baku nin confo rm arsi alluso abituale della lin

    gua, prendere in questo caso il termine anarchia dal verso sbagliato,

    col significato di disordine. Perch lha fatto? Semplice negligenza di

    stile, senza dubbio. Sapeva meglio di chiunque altro che anarchia ,

    al contrario, sinonimo di ordine naturale, poich lassenza di un

    ordinatore la condizione necessaria per lesistenza dellordine, come

    dimo strer successivamente. (Nota di James Guillaum e)

  • 7/25/2019 Michail Bakunin - Considerazioni Filosofiche

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    riamente estranee e ostili agli uomini e alle cose che de

    vono dirigere: non sono leggi, ma decreti a cui si obbedi

    sce non per necessit interiore e per tendenza naturale,

    ma perch obbligati da una forza esterna, divina o umana;

    sono ordini arbitrari, ai quali lipocrisia sociale, pi in

    cosciente che cosciente, d arbitrariamente il nome di

    legge.

    Una legge realmente una legge naturale solo quando []

    assolutamente inerente alle cose che la rendono manife

    sta al nostro spirito; quando costituisce la loro propriet,

    la loro natura pi o meno determinata, e non la naturauniversale e astratta di non si sa quale sostanza divina o

    pensiero assoluto; sostanza e pensiero necessariamente

    extra-mondiali, soprannaturali e illogici, poich, se non

    lo fossero, si annullerebbero nella realt e nella logica

    naturale delle cose. Le leggi naturali sono i processi natu

    rali e reali, pi o meno particolari, mediante i quali tutte

    le cose esistono e, dal punto di vista teorico, sono la solaspiegazione possibile delle cose. Dunque, chi vuole capir

    le deve rinunciare una volta per tutte sia al Dio personale

    dei teologi sia alla Divinit impersonale dei metafisici.

    Ma se possiamo negare con piena certezza lesistenza di

    un divino legislatore, non ne consegue affatto che possia

    mo renderci conto di come si sono stabilite le leggi natu

    rali e sociali nel mondo. Esse esistono, sono inseparabilidal mondo reale, da questo insieme di cose e di fatti, di

    cui noi stessi siamo i prodotti, gli effetti, salvo diventare

    a nostra volta cause - relative - di esseri, cose e fatti nuo

    vi. Ecco tutto ci che sappiamo e, credo, tutto ci che

    possiam o sapere. D altronde come potremmo trovare la

    causa prima, se non esiste? Ci che abbiamo chiamato la

    Causalit universale non altro che una Risultante di tutte le cause particolari agenti nellUniverso. Chiedersi per

    ch le leggi naturali esistono, sarebbe come domandarsi

    perch esiste questo Universo, al di fuori del quale non vi

    nulla. Perch lEssere ? E assurdo.

  • 7/25/2019 Michail Bakunin - Considerazioni Filosofiche

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    2. Luomo: Intelligenza - Volont

    Obbedendo alle leggi della natura, ho affermato, luomo

    non affatto schiavo, poich obbedisce a leggi che sono

    inerenti alla sua natura, alle stesse condizioni per cui esi

    ste e costituiscono tutto il suo essere: obbedendo loro,

    obbedisce a se stesso.

    Tuttavia, nella natura esiste una schiavit da cui luomo

    deve liberarsi se non vuole rinunciare alla sua umanit:quella del mondo naturale che lo circonda e che abitual

    mente denomina natura esterna. E linsieme delle cose,

    dei fenomeni e degli esseri viventi che lo ossessionano, lo

    avviluppano costantemente da ogni parte, senza i quali e

    allinfuori dei quali, vero, non potrebbe vivere un solo

    istante, ma che tuttavia sembrano congiurare contro di

    lui, obbligandolo in ogni istante della sua vita a difenderecontro di essi la propria esistenza. Luomo non pu fare a

    meno del mondo esterno, perch pu solo viverci e nu

    trirsi a sue spese. Nello stesso tempo deve difendersi da

    lui, perch il mondo a sua volta sembra volerlo divorare.

    Da questo punto di vista, il mondo naturale ci presenta il

    quadro assassino e sanguinario di una lotta spietata e per

    petua, della lotta per la vita. Luomo non il solo a com

    battere: tutti gli animali, tutti gli esseri viventi, che dico?,

    tutte le cose esistenti portano in s, bench in modo meno

    appariscente, il germe della propria distruzione e, per cos

    dire, il proprio nemico - questa fatalit naturale che le

    produce, le conserva e le distrugge - [tutte] lottano come

    lui. Ogni categoria di cose, ogni specie vegetale e animale

    vive solo a detrimento di tutte le altre; una divora laltra,

    di modo che, come ho gi detto altrove ('), il mondonaturale pu essere considerato una sanguinosa ecatombe,1

    1 Ne Le Progrs, di Le Lode, del 21 agosto 1869, articolo intitolato

    Patriotisme. (Not a di James Guillaume)

  • 7/25/2019 Michail Bakunin - Considerazioni Filosofiche

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    una lugubre tragedia creata dalla fame. il teatro costan-te di una lotta senza grazia e senza tregua. Non dobbia-mo chiederci il perch, non ne siamo affatto responsabili.Troviamo questordine di cose stabilito appena ci affac-

    ciamo alla vita. E il nostro naturale punto di partenza, enon possiamo far altro che constatarlo e convincerci cheda quando esiste il mondo sempre stato cos e, con ogniprobabilit, non sar mai altrimenti nel mondo animale.Larmonia si stabilisce con la lotta: con il trionfo degli uni,con la disfatta e la morte degli altri, con la sofferenza ditutti... Noi non diciamo, come i cristiani, che questa ter-

    ra una valle di lacrime; vi sono anche dei piaceri, altri-menti gli esseri viventi non sarebbero tanto attaccati allavita. Ma dobbiamo convenire che la Natura non affattola tenera madre che si dice e per vivere, per mantenercinel suo grembo, abbiamo bisogno di una singolare ener-gia, perch nel mondo naturale i forti vivono e / debolisoccombono, e i primi vivono solo perch gli altri soccombono

    (2). Questa la legge suprema del mondo animale. Possi-

    2 C o lo ro che amm ettono l 'esistenza di un D io creato re probabilmente

    non dubitano del bel com plimen to che gli fanno rapp resen tand olo com e

    il creatore di questo mondo. Come! Un Dio onnipotente, tutto intell i -

    genza, tutto bont non avrebbe potuto creare un mondo simile, un

    orrore.

    vero che i teologi hanno un eccellente argomento per spiegare que-sta rivoltante contraddizione. Il mondo sarebbe stato creato perfetto,

    affermano. Allinizio vi regnava unarmonia assoluta, fin quando aven-

    do luomo peccato, Dio, furioso contro di lui, maledisse luomo e il

    mondo.

    Questa spiegazione tanto pi edificante quanto piena di assurdit e

    sappiamo che la fede nellassurdo a costituire la forza dei teologi.

    Per loro, pi una cosa assurda, impossibile, pi vera. Ogni religione

    non che la deificazione dellassurdo.Cos, Dio perfetto ha creato un mondo perfetto, ma ecco che questa

    perfezione ruzzola e attira su di s la maledizione del suo creatore e,

    dopo essere stata la perfezione assoluta, diventa limperfezione asso-

    luta. C o m e ha potu to la perfezion e sc en de re cos in basso ? A que sto si

    risponde appunto che il mondo, bench perfetto al momento di uscire

  • 7/25/2019 Michail Bakunin - Considerazioni Filosofiche

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    bile che questa legge fatale sia quella del mondo umano e

    sociale?

    dalle mani del creatore, tuttavia non era una perfezione assoluta, es

    sendo solo Dio assoluto, il Perfettissimo. Il mondo era perfetto solo

    relativamente e in confronto a quanto lo ora.

    M a allora perch usare la parola perfezione, che non co m po rta nulla di

    relativo? La perfezione non forse necessariamente assoluta? Soste

    nete dunque che Dio aveva creato un mondo imperfetto, ma migliore

    di quello che vediamo ora. Ma se era solo migliore, se era gi imper

    fetto quando uscito dalle mani del creatore, non presentava questa

    armonia e questa pace assoluta di cui i signori teologi ci riempiono le

    orecchie. E allora chiediamo loro: O gn i creatore, se con do le vostre

    stesse parole, non deve forse e ssere giudicato dalla sua creazione, com e

    loperaio dalla sila opera? Il creatore di una cosa imperfetta necessa

    riamente un creatore imperfetto; il mondo essendo stato imperfetto,

    Dio, il suo creatore, necessariamente imperfetto. Perch laver cre

    ato un mondo imperfetto si pu spiegare solo per la sua inintelligenza,

    per la sua impotenza o per la sua cattiveria.

    Ma si dir, il mondo era perfetto, solo meno perfetto di Dio. A questo

    risponder che quando si tratta della perfezione, non si pu parlare dipi o di meno; la perfezione completa, intera, assoluta, oppure non

    . Dunque, se il mondo era meno perfetto di Dio, il mondo era imper

    fetto; ne risulta che Dio, creatore di un mondo imperfetto, era imper

    fetto lui stesso, che resta imperfetto, che non mai stato Dio, che di

    conseguenza Dio non esiste.

    Per salvare lesistenza di Dio, i signori teologi saranno perci costretti

    ad accordarmi che il mondo da lui creato era perfetto allorigine. Ma

    allora porr loro due piccole domande. La prima: Se il mondo era perfetto, come possono esistere due perfezioni, una fuori dallaltra? La

    perfezione non pu essere che unica; non permette dualit, poich la

    dualit, limitando una laltra, le riduce e le rende necessariamente im

    perfette. Dunque, se il mondo era perfetto, non vi era Dio n sopra n

    fuori di lui - il mondo stesso era Dio.

    Unaltra domanda: Se il mondo era perfetto, come ha potuto decade

    re? Bella perfezione quella che pu alterarsi e svanire! E se si ammette

    che la perfezione pu decadere, ne consegue che anche Dio pu deca

    dere! Ci significa che Dio, il presunto creatore del mondo, esistito

    come essere assoluto e perfetto nellimmaginazione ignorante e cre

    dente degli uomini, ma la ragione umana, che trionfa sempre pi nel

    corso dei secoli, lo ha fatto decadere, lo ha distrutto.

    Infine, quanto singolare questo Dio dei cristiani! Ha creato luomo in

  • 7/25/2019 Michail Bakunin - Considerazioni Filosofiche

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    * * *

    Ahim! La vita individuale e sociale delluomo non altroche la continuazione pi immediata della vita animale. Non

    modo che possa, che debba peccare e cadere. Dio che grazie ai suoi

    infiniti attributi possiede lonniscienza e la Provvidenza, non poteva

    ignorare, nel creare luom o, che sareb be caduto; e poich D io lo sape -

    va, luomo doveva cadere: altrimenti avrebbe smentito insolentemente

    la prescienza divina. Perch ci parlano di libert umana? Era fatalit!

    Obbedendo a questa tendenza fatale, accadde alluomo ci che il pi

    semplice padre di famiglia avrebbe previsto, luomo pecc. Ed ecco

    che la divina perfezione presa da una terribile collera, collera ridico-la quanto atroce; Dio non maledisse solamente i trasgressori della sua

    legge, ma tutta la discendenza umana, quando nemmeno esisteva e di

    conseguenza era assolutamente innocente del peccato commesso dai

    nostri due sfortunati antenati. I teologi non si scompongono raccon-

    tando questa storia, che sembra loro di una profondit infinita tanto

    iniqua e assurda. Non contento di questa rivoltante ingiustizia, Dio

    maledisse anche il mondo che aveva creato cos prodigiosamente ar-

    monioso, trasformandolo in un ricettacolo di crimini e di orrori, in unaperpetua carneficina. Poi, alcuni millenni dopo, schiavo della propria

    collera e della maledizione pronunciata contro gli uomini e tutto il mon-

    do, ricordandosi tardivamente di essere un Dio di amore, cosa fa? Non

    contento di aver insanguinato la terra per infiniti secoli con la sua ter-

    ribile vendetta; questo Dio sanguinario versa anche il sangue del suo

    unico Figlio; lo immola con il pretesto di riconciliare il mondo con la

    sua divina Maest! E ci fosse almeno riuscito! No, il mondo naturale e

    umano resta lacerato e insanguinato oggi come prima di questa mo-struosa redenzione. Da questo risulta che il Dio dei cristiani, come tutti

    gli Di che lo hanno preceduto e che gli sono succeduti nella storia delle

    allucinazioni umane, un Dio impotente quanto crudele, assurdo quanto

    cattivo.

    E sono simili assurdit che ancora oggi vogliono imporre alla nostra

    libert, alla nostra ragione! con simili mostruosit che si pretende

    moralizzare, um anizzare gli uomini! Lasciam o du nque una volta per tutte

    queste sciocchezze disgustose e questi orrori divini agli impostori che

    sperano follemente di poter ancora sfruttare le masse popolari in loro

    nome. Lasciamo queste creazioni di un passato miserabile agli uomini

    del passato. Quanto a noi, operai, ricordiamoci sempre che la luce

    umana, la sola che possa rischiararci, emanciparci, renderci degni e

    felici, la ragione, non mai allinizio, ma relativamente al tempo in cui

  • 7/25/2019 Michail Bakunin - Considerazioni Filosofiche

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    altro che la stessa vita animale, ma complicata da un

    nuovo elemento: la facolt di pensare e di parlare.

    * * *

    Luomo non il solo animale intelligente sulla terra. Al

    contrario: la psicologia comparata ci dimostra che non

    esiste un animale assolutamente privo di intelligenza e pi

    una specie [animale], per lorganizzazione e soprattutto

    per lo sviluppo del cervello, si avvicina aMuomo, pi la

    sua intelligenza si sviluppa e si eleva. Ma solo luomo arri

    va a ci che appropriatamente viene chiamata lafacolt dipensare, ossia di confrontare, separare e combinare tra

    di loro le rappresentazioni degli oggetti esterni e interni

    fornite dai nostri sensi per formare dei gruppi; poi di pa

    ragonare e combinare tra di loro questi gruppi, non pi

    esseri reali, n rappresentazioni di oggetti percepiti dai

    nostri sensi, ma nozioni astratte, elaborate e classificate

    dal lavoro della nostra mente e che, ritenute dalla nostramemoria, altra facolt del cervello, diventano il punto di

    partenza o la base di quelle conclusioni che chiamiamo

    idee (3). Tutte queste funzioni del nostro cerve llo sareb-

    si vive, alla fine della storia, e che luomo nel suo sviluppo storico

    partito dallanimalit per giungere, per realizzare sempre pi la sua

    umanit. Non guardiamoci dunque mai indietro, ma sempre in avanti

    perch in avanti sta il nostro sole e la nostra salvezza; e se ci per

    messo, se ci persino utile talvolta guardare indietro, solo per con

    statare ci che siamo stati e che non dobbiamo pi essere, ci che

    abbiamo fatto e ci che non dobbiamo mai pi fare. (Nota di Bakunin)

    3 C i voluta una grande do se di stravaganza teolo gica e metafisica per

    immaginarsi unanima immateriale vivente imprigionata nel corpo ma

    teriale delluomo, mentre chiaro che solo ci che materiale pu

    essere racchiuso, limitato, contenuto in una prigione materiale. Biso

    gnava avere la robusta fede di Tertulliano, manifestata nel celebre det

    to: Credo in ci che assurdo! per ammettere due cose tanto incompa

    tibili quanto la pretesa immaterialit dellanima e la sua dipendenza

    imm ediata dalle m odifiche materiali, dai fenomen i patologici che si pr -

  • 7/25/2019 Michail Bakunin - Considerazioni Filosofiche

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    bero state impossibili, se luomo non fosse dotato di unal

    tra facolt complementare e inseparabile da quella di pn-

    ducono nel corpo deHuomo. Per noi che non possiamo credere nel

    lassu rdo e che non siamo affatto disposti ad adorarlo, lanima um an a-

    tutto questo insieme di facolt affettive, intellettuali e volitive che co

    stituisc ono il m ondo ideale o spirituale de lluo m o - non che lultima

    e pi alta espressione della sua vita animale, delle funzioni materiali di

    un organo materiale, il cervello. La facolt di pensare, in quanto pote

    re formale, il grado e la natura particolare e per cos dire individuale in

    ogni uomo, tutto ci dipende dalla conformazione pi o meno fortuna

    ta del suo cervello. Ma in seguito questa facolt si consolida, prima di

    tutto con la salute del corpo, con una buona igiene e con una buona ali

    mentazione; poi si sviluppa e si rafforza con un esercizio razionale, con

    leducazione e con listruzione, con lapplicazione di buoni metodi scienti

    fici, come la forza e la destrezza muscolare delluomo si sviluppano con la

    ginnastica.

    La natura, sostenuta principalmente dallorganizzazione viziosa della

    societ, talvolta crea disgraziatamente degli idioti, quegli individui umani

    molto stupidi. Talvolta crea anche degli uomini di genio. Ma gli uni come

    gli altri non sono che eccezioni. Limmensa maggioranza degli individui

    umani nascono uguali o quasi uguali: senza dubbio non identici, ma equi

    valenti nel senso che in ognuno i difetti e le qualit quasi si compensa

    no, di modo che, considerati nel loro insieme, luno vale laltro. E ledu

    cazione che produce le enormi differenze che oggi ci fanno disperare.

    Ne concludo che, per instaurare luguaglianza tra gli uomini, occorre

    assolutamente instaurarla nelleducazione dei bambini.Finora ho parlato solo della facolt formale di concepire dei pensieri.

    Quanto ai pensieri stessi, che costituiscono la base del nostro mondo

    intellettuale e che i metafisici considerano creazioni spontanee e pure

    del nostro spirito, in origine non furono altro che semplici constatazioni,

    naturalmente allinizio molto imperfette, di fatti naturali e sociali e con

    clusioni, ancora meno giudiziose, tratte dai fatti. Questo fu linizio di

    tutte le rappresentazioni, immaginazioni, allucinazioni e idee umane,

    da cui si vede che il contenuto del nostro pensiero, i nostri pensieripropriamente detti, le nostre idee, lungi dallessere state create da

    unazione tutta spon tanea de llo spirito, o di essere innate, com e lo pre

    tendono ancora oggi i metafisici, ci sono state fornite dallinizio dal

    m on do delle cose e dei fatti reali, estern i o interni. Lo sp irito delluo

    mo, ossia il lavoro o il funzionamento stesso del suo cervello, provo

    cato dalle impressioni che gli trasmettono i nervi, non gli apporta che

  • 7/25/2019 Michail Bakunin - Considerazioni Filosofiche

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    sare: dalla facolt di incorporare e di fissare, per cos dire,

    fin nelle loro variazioni e modificazioni pi sottili e pi

    unazione tutta formale, che consiste nel confrontare e nel combinare

    queste cose e questi fatti in sistemi giusti o sbagliati: giusti, se confor

    mi allordine inerente alle cose e ai fatti; sbagliati, se contrari. Con la

    parola, le idee cos elaborate si precisano e si fissano nello spirito del

    luomo e si trasmettono da un uomo allaltro, di modo che le nozioni

    individuali sulle cose, le idee individuali di ognuno, incontrandosi, si

    controllano e si modificano reciprocamente, e confondendosi, si uni

    scono in un solo sistema, finiscono per formare la coscienza comune o

    il pensiero collettivo di una societ di uomini pi o meno estesa, pen

    siero sempre modificabile e sempre spinto in avanti dai nuovi lavori di

    ogni individuo; e trasmesso con la tradizione da una generazione allal

    tra, questo insieme di immagini e di pensieri si arricchisce e si amplia

    sempre di pi con il lavoro collettivo dei secoli, costituisce in ogni epoca

    della storia, in un ambiente sociale pi o meno vasto, il patrimonio

    collettivo di tutti gli individui che lo compongono.

    O gn i nuova gene razione trova nella culla un m on do di idee, di im m agi

    ni e di sentimenti trasm essogli sotto form a di eredit com une dal lavo

    ro intellettuale e morale di tutte le gen era zion i passate. Q ue sto m on

    do non si presen ta allinizio, alluo m o neo-na to, nella sua form a ideale,

    com e sistema di rappresentazioni e di idee, com e religione, com e do t

    trina; il bambino sarebbe incapace di recepirlo sotto questa forma. Sim

    pone a lui come un mondo di fatti, incarnato e realizzato nelle persone

    e nelle cose che lo circondano, e parla ai suoi sensi con tutto ci che

    ode e vede dai suoi primi giorni. Poich le idee e le rappresentazioni

    umane, che allinizio non sono che i prodotti dei fatti naturali e sociali- nel senso che sono solo la ripercussione o la riflessione nel cervello

    delluomo, e la loro riproduzione per cos dire ideale e pi o meno

    giudiziosa da parte di questo organo assolutamente materiale del pen

    siero umano - acquistano pi tardi, dopo essersi ben stabilite nel modo

    che ho spiegato nella coscienza collettiva di una societ qualsiasi, il

    potere di divenire a loro volta cause producenti fatti nuovi, non pro

    priam ente naturali, ma sociali. Ess e m odificano lesistenza, le abitudini

    e le istituzioni umane, in una parola tutti i rapporti esistenti tra gli uo

    mini nella societ, e, con la loro incarnazione nei fatti e nelle cose pi

    qu otidian e de lla vita di ognun o, diven tano sensibili, palpabili per tutti,

    pe rsino per i bambini. C o s ogni nuo va gene razione le assorbe fin dalla

    pi tenera infanzia; e quando arriva allet virile in cui comincia il lavo

    ro del proprio pensiero, agguerrito, esercitato e necessariamente ac-

  • 7/25/2019 Michail Bakunin - Considerazioni Filosofiche

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    complicate, tutte quelle operazioni dello spirito, tutti quei

    moti materiali del cervello, con segni esteriori: se, in una

    compagnato da una critica nuova, trova in s e nella societ che la cir

    conda, tutto un mondo di pensieri e di rappresentazioni stabilite che le

    servono da punto di partenza e le forniscono in qualche modo la stoffa

    o la materia prima per il proprio lavoro intellettuale e morale. Di que

    sto gen ere s on o le imm agini tradiziona li e com uni che i metafisici -

    ingannati dal modo insensibile e impercettibile con cui, provenienti dal

    lesterno, esse penetrano e si imprimono nel cervello dei bambini, pri

    ma che abbiano coscienza di s - chiamano falsamente idee innate.Ma accanto a queste idee generali, come quelle di Dio o di anima -

    idee assurde ma sanzionate dallignoranza universale e dalla stupidit

    dei secoli, tanto che an cora oggi non ci si pu pron un ciare ap ertam en

    te e con un linguaggio p op olare c on tro di esse, senza corre re il pe rico

    lo di essere lapidato dallipocrisia borghese - accanto a queste idee

    assolutamente astratte, ladolescente incontra, nella societ in cui si

    sviluppa e a seguito dellinfluenza esercitata da questa societ sulla sua

    infanzia, trova in s una quantit di idee molto pi determinate sullanatura e sulla societ, idee che toccano pi da vicino la vita reale del

    luomo, la sua esistenza quotidiana. Sono le idee sulla giustizia, sui do

    veri, sulle convenienze sociali, sui diritti di ognuno, sulla famiglia, sulla

    propriet, sullo Stato, e molte altre pi particolari ancora, che regola

    no i rapporti degli uomini tra di loro. Tutte queste idee che luomo

    nasce ndo trova incarnate negli uom ini e nelle cose, e pi tardi im pre s

    se nel proprio spirito dalleducazione che indipendentemente da ogni

    azione spontanea del suo spirito ha subito durante linfanzia, e che,

    arrivato alla coscienza di s, presentandosi a lui come idee generali

    accettate e con sacra te dalla co scie nza collettiva della soc iet in cui vive,

    [queste idee] sono state prodotte, ho detto, dal lavoro intellettuale e

    morale collettivo delle passate generazioni. Come sono state prodot

    te? Dalla constatazione e da una sorta di consacrazione dei fatti compiu-

    ti, poich negli sviluppi pratici dellumanit, come nella scienza pro

    priamente detta, i fatti compiuti precedono sempre le idee. Ques to d i

    m ostra an cora una volta che il con tenu to st esso del pe nsiero um ano, il

    suo fondo reale, non affatto una creazione spontanea dello spirito,

    ma sempre dato dall 'esperienza meditata delle cose reali. (Nota di

    8 akunin)

    Si noter che la parola formale, nella presente nota, non utilizzata da

    Bakunin nel significato che le attribuisce, per esempio, Aristotele, per

    il quale la forma ci che c ostituisce lesse nza delle cose, di m od o che

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    parola, luomo non fosse dotato della facolt di parlare.

    Anche tutti gli altri animali hanno un linguaggio, chi ne

    dubita? ma, siccome la loro intelligenza non si eleva mai

    oltre le rappresentazioni materiali, o tuttal pi oltre un

    primissimo confronto e combinazione di queste rappre

    sentazioni tra di loro, anche il loro linguaggio, privo dor

    ganizzazione e incapace di evoluzione, esprime solo sen

    sazioni o nozioni materiali, mai idee. Posso perci affer

    mare, senza paura di essere smentito, che, di tutti gli ani-

    v mali di questa terra, solo luom o pensa e parla.

    X Solo lui dotato di questo potere dastrazione che - sen-

    ^ za dubbio rafforzato e sviluppato nella specie umana dal** lavoro dei secoli, elevandolo in s, ossia nel suo pensiero

    e solamente con lazione astratta del suo pensiero, al di

    ^ sopra di tutti gli oggetti che lo circondano e persino al di

    sopra di s in quanto individuo e specie - gli permette di

    concepire o di creare lidea della Totalit degli esseri,

    dellUniverso e dellInfinito assoluto: idea completamen

    te astratta, vuota di qualsiasi contenuto e, come tale, identica al Nulla, senza dubbio, ma che comunque si dimo

    strata onnipotente nello sviluppo storico delluomo, poi

    ch essendo stata una delle cause principali di ogni con-

    3 6 quista e nello stesso tempo di tutte le sue divagazioni,

    delle sue disgrazie e dei suoi crimini posteriori, lha strap

    pato dalle pretese beatitudini del paradiso animale, per

    gettarlo nei trionfi e nei tormenti infiniti di unevoluzione

    senza limiti...

    lelemento form ale quello che determina un essere e gli d lesisten

    za attuale. Nel vocabolario di Bakunin, una facolt formale una facol

    t considerata indipendentemente dal suo contenuto, indipende ntem ente dalle realt concrete o astratte sulle quali esercita la sua attivit. Il

    lavoro del cervello umano qualificato di lavoro formale, poich opera

    su fatti reali e cose reali che gli sono dati, non li ha creati, ma si limita

    a combinarli e a disporli, a sistematizzarli. (Nota di James Guillaume)

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    Grazie a questo potere dastrazione, luomo, elevandosi

    al di sopra della pressione immediata che gli oggetti esterni

    esercitano sullindividuo, pu confrontarli gli uni con gli

    altri e osservare i loro rapporti reciproci. Ecco linizio del-

    lanalisi e della scienza sperimentale. Grazie a questa fa-

    colt, luomo per cos dire si sdoppia e scindendosi den-

    tro di s, si innalza in qualche modo al di sopra dei propri

    moti interiori, al di sopra delle sensazioni che prova, de-

    gli istinti, degli appetiti, dei desideri che si svegliano in

    lui, come delle tendenze affettive che percepisce; ci gli

    d la possibilit di confrontarli tra di loro, come confron-

    ta gli oggetti e i movimenti esterni, e di prendere partito

    per gli uni contro gli altri, secondo lideale di giustizia e

    di bene, o secondo la passione dominante, che linfluenza

    della societ e delle circostanze particolari hanno svilup-

    pato e rafforzato in lui. Questo potere di prendere parti-

    to in favore di uno o pi motori che agiscono in lui in un

    determinato senso, contro altri motori altrettanto inte-

    riori e determinati, si chiama volont.

    Cos spiegati e compresi, lo spirito delluomo e la sua

    volont non si presentano pi come poteri assolutamen-

    te autonomi, indipendenti dal mondo materiale e capaci,

    il primo creando i pensieri e la seconda gli atti spontanei, 3 7

    di rompere il concatenamento fatale degli effetti e delle

    cause che costituisce la solidariet universale dei mondi.

    Al contrario, luno e laltra appaiono come forze la cuiindipendenza eccessivamente relativa, perch come la

    forza muscolare delluomo, queste forze o capacit ner-

    vose si formano in ogni individuo per un concorso di cir-

    costanze, di influenze e di azioni esterne, materiali e so-

    ciali, assolutamente indipendenti dal suo pensiero e dalla

    sua volont. E come dobbiamo rifiutare la possibilit di

    ci che i metafisici chiamano idee spontanee della volont,cos dobbiamo rifiutare anche gli atti spontanei della vo-

    lont, il libero arbitrio e la responsabilit morale delluo-

    mo, nel senso teologico, metafsico egiuridico del termine.

    Ogni uomo alla sua nascita e durante tutto il corso della

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    sua vita, solo la risultante di una quantit innumerevole

    di azioni, di circostanze e di condizioni, materiali e socia

    li, che continuano a produrlo fin che vive, da cui deriva

    per lui, anello transitorio e appena percettibile del concatenamento universale di tutti gli esseri passati, presenti

    e futuri, il potere di rompere con un atto volontario que

    sta eterna e onnipotente solidariet, il solo essere uni

    versale e assoluto che esista realmente, ma che nessuna

    immaginazione umana saprebbe abbracciare? R iconoscia

    molo dunque una volta per tutte: di fronte a questa natu

    ra universale, nostra madre, che ci foggia, ci alleva, cinutre, ci avvolge, ci penetra fino al midollo e nelle pi

    intime profondit del nostro essere intellettuale e mora

    le, e che finisce sempre per soffocarci con il suo abbrac

    cio materno, per noi non vi possibilit di indipendenza

    n di rivolta.

    E vero che con la conoscenza e lapplicazione meditata

    delle leggi naturali luomo si emancipa gradualmente, manon dal giogo universale che come lui portano tutti gli

    esseri viventi e tutte le cose che esistono, si producono e

    scompaiono nel mondo; egli si libera unicamente della

    pressione brutale che esercita su di lui il suo mondo ester-

    38 no, materiale e sociale, comprese tutte le cose e tutti gli

    uomini che lo attorniano. Egli domina le cose con la scien-

    t za e con il lavoro; quanto al giogo arbitrario degli uomini

    lo rovescia con le rivoluzioni. Questo lunico significato

    razionale del termine libert: il dominio sulle cose ester

    ne, fondato sullosservanza rispettosa delle leggi della na-

    tura, lindipendenza nei confronti delle pretese e degli atti

    dispotici degli uomini; sono la scienza, il lavoro, la rivolta

    politica; in sostanza lorganizzazione meditata e libera

    dellambiente sociale, conformemente alle leggi naturali

    inerenti a ogni societ umana. La prima e lultima condizione di questa libert restano perci sempre la sotto-

    missione pi assoluta allonnipotenza della natura, nostra

    madre, e losservazione e lapplicazione pi rigorosa del

    le sue leggi.

  • 7/25/2019 Michail Bakunin - Considerazioni Filosofiche

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    Nessuno parla del libero arbitrio degli animali. Tutti con

    cordano in questo: gli animali, in ogni istante della loro

    vita e in ognuno dei loro atti, sono determinati da cause

    indipendenti dal loro pensiero e dalla loro volont; seguono fatalmente limpulso che ricevono sia dal mondo

    esterno che dalla propria natura interna. In una parola,

    non hanno alcuna possibilit di interrompere con le loro

    idee e con atti spontanei della loro volont il corso uni

    versale della vita, e quindi per essi non esiste nessuna re

    sponsabilit n giuridica, n morale (4). Tuttavia, tutti gli

    animali sono incontestabilmente dotati di intelligenza edi volont. Tra queste facolt animali e le corrispondenti

    facolt delluomo, vi solo una differenza quantitativa,

    una differenza di grado. Perch dunque dichiariamo luo

    mo assolutamente responsabile e lanimale assolutamente

    irresponsabile?

    Penso che lerrore non consista nellidea di responsabili

    t, la quale esiste in maniera molto reale non solo perluomo, ma anche per tutti gli animali senza eccezione,

    bench con gradi diversi per ognuno; consiste nel senso

    assolutoche la nostra vanit umana, sostenuta da unaber

    razione teologica e metafisica d alla responsabilit uma-

    4 Questa idea dellirresponsabilit morale degli animali ammessa da

    tutti. Ma non in tutto conforme alla verit. Possiamo assicurarcene

    con lesperienza quotidiana, nei nostri rapporti con gli animali addo

    mesticati e addestrati. Li alleviamo non in vista della loro utilit e della

    loro moralit, ma conformemente ai nostri interessi e ai nostri scopi;

    noi li abituiamo a dominare, a trattenere i loro istinti, i loro desideri,

    ossia sviluppiamo in loro una forza interna che non altro che la vo

    lont. E quando agiscono contrariamente alle abitudini che abbiamo

    voluto dargli, li puniamo; dunque li consideriamo, li trattiamo come

    esseri responsabili, capaci di capire che hanno infranto la legge che gli

    abbiamo imposto e l i sottomettiamo a una specie di giurisdizione do

    mestica. In una parola, li trattiamo come il Dio dei cristiani tratta gli

    uomini - con la differenza che noi lo facciamo per la nostra utilit, lui

    per la sua gloria..., noi per soddisfare il nostro egoismo, lui per accon

    tentare e alimentare la sua infinita vanit. (Nota di Bakunin)

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    na. Lerrore risiede in questa parola: assoluto. Luomo non

    assolutamente responsabile e lanimale non assoluta-

    mente irresponsabile. La responsabilit delluno come

    dellaltro relativa al grado di riflessione di cui sono ca-paci.

    Noi possiamo accettare come un assioma generale che

    ci che non si trova nel mondo animale, almeno in ger-

    me, non esiste e non si produrr mai nel mondo umano,

    lumanit non essendo altro che lultimo sv iluppo dellani-

    malit sulla terra. Quindi, se non vi responsabilit ani-

    male, non pu esserci responsabilit umana, siccome luo-

    mo sottomesso allassoluta onnipotenza della natura

    quanto lanimale pi imperfetto di questa terra; dunque,

    dal punto di vista assoluto, gli animali e luomo sono ugual-

    mente irresponsabili.

    Ma di certo la responsabilit relativa esiste a tutti i gradi

    della vita animale; impercettibile nelle specie inferiori,

    gi molto pronunciata negli animali dotati di una organiz-

    zazione superiore. Le bestie allevano i loro piccoli, ne svi-

    luppano a loro modo lintelligenza, ossia la comprensione o

    la conoscenza delle cose, e la volont, ossia quella facolt,

    quella forza interiore che permette di trattenere i movimenti

    4 0 istintivi; esse puniscono persino con tenerezza paterna la

    disobbedienza dei loro piccoli. Dunque esiste negli stessi

    animali un inizio di responsabilit morale.

    La volont, come lintelligenza, perci non una scintillamistica, immortale e divina, caduta miracolosamente dal

    cielo sulla terra, per animare dei pezzi di carne, dei cada-

    veri. E il prodotto della carne organizzata e viva, il pro-

    dotto dellorganismo animale. Lorganismo pi perfetto

    quello delluomo, di conseguenza in lui si trovano lintel-

    ligenza e la volont relativamente pi perfette, e soprat-

    tutto le pi suscettibili di perfezionamento, di progresso.La volont, come lintelligenza, una facolt nervosa del-

    lorganismo animale, il cui organo speciale principalmen-

    te il cervello; come la forza fisica o propriamente animale

    una facolt muscolare dello stesso organismo e, bench

  • 7/25/2019 Michail Bakunin - Considerazioni Filosofiche

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    sparsa in tutto il corpo, ha come organi attivi principal

    mente i piedi e le braccia. Il funzionamento nervoso che

    costituisce propriamente lintelligenza e la volont ma

    terialmente diverso, per la sua organizzazione speciale eper il suo oggetto, dal funzionamento muscolare dellor

    ganismo animale, e tuttavia altrettanto materiale di que

    stultimo. Forza musco lare o fisica, e forza nervosa, o for

    za dellintelligenza e forza della volont, hanno questo in

    comune: in primo luogo, ognuna di esse dipende innanzi

    tutto dallorganizzazione dellanimale, organizzazione che

    porta in s nascendo e quindi sono il prodotto di una

    moltitudine di circostanze e di cause che non so lo gli sono

    esterne, ma antecedenti; in secondo luogo, tutte possono

    essere sviluppate con la ginnastica o con leducazione,

    rivelandocele ancora una volta come prodotti dinfluenze

    e di azioni esterne.

    E chiaro che non essendo, dal profilo della loro natura

    come da quello dellintensit, nientaltro che prodotti di

    cause indipendenti da loro, queste forze hanno anchesse

    unindipendenza relativa, in questa causalit universale che

    costituisce e com prende i mondi... C o s la forza m usco

    lare? E una potenza materiale di intensit qualunque, co

    stituita nellanimale dal concorso di influenze o di cause

    antecedenti, che gli permette in un momento dato di op

    porre alla pressione delle forze esterne una qualunque

    resistenza, non assoluta, ma relativa.Lo stesso vale per la forza morale che chiamiamo forza di

    volont. Tutte le specie animali ne sono dotate in gradi

    diversi, e questa differenza determinata prima di tutto

    dalla natura particolare del loro organismo. Tra tutti gli

    animali di questa terra, la specie umana ne dotata in

    grado superiore. Ma anche in questa specie non tutti gli

    individui ricevono alla nascita una uguale disposizionevolitiva. La maggiore o minore capacit volitiva prede-

    terminata in ognuno dalla salute e dallo sviluppo normale

    del corpo e soprattutto dalla maggiore o minore felice

    conformazione del cervello. Ecco dunque, dallinizio, una

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    differenza di cui luomo non assolutamente responsabi-

    le. Sono colpevole se la natura mi ha dotato di una mino-

    re capacit di volere? I teologi e i metafisici pi arrabbiati

    non oseranno sostenere che ci che chiamano anima, o s-

    sia linsieme delle facolt affettive, intelligenti e volitiveche ognuno riceve nascendo, sia uguale.

    E vero che la facolt di volere, come tutte le altre facolt

    deMuomo, pu essere sviluppata dalleducazione, da una

    ginnastica appropriata. Questa ginnastica abitua poco a

    poco i bambini dapprima a non manifestare immediata-

    mente le minime impressioni o a trattenere pi o meno i

    movimenti reattivi dei loro muscoli quando sono irritatida sensazioni esterne o interne che gli vengono trasmes-

    se dai nervi; pi tardi, quando un certo grado di riflessio-

    ne, sviluppato da uneducazione ugualmente appropriata,

    si formato nel bambino, questa stessa ginnastica prende

    a sua volta un carattere sempre pi meditato e, chiaman-

    do in suo aiuto lintelligenza nascente del fanciullo e ba-

    sandosi su un certo grado di forza volitiva che si svilup-pata in lui, lo abitua a reprimere lespressione immediata

    dei propri sentimenti e desideri, e infine a sottomettere

    tutti i movimenti volontari del suo corpo, com e quelli che

    chiama la sua anima, il suo stesso pensiero, le sue parole,

    i suoi atti, a uno scopo dominante, buono o cattivo.

    La volont delluomo cos sviluppata ed esercitata, evi-

    dentemente non altro il prodotto di influenze esterne

    che si esercitano su di lei, che la determinano e la forma-

    no, indipendentemente dalle proprie risoluzioni. Un uomo

    pu essere reso responsabile delleducazione, buona o

    (cattiva], sufficiente o insufficiente, che gli stata data?

    E vero che nelladolescente o nel giovane, quando labi-

    tudine di pensare o di volere giunta, grazie alleducazio-

    ne ricevuta dallesterno, a un certo grado di sviluppo fino

    a costituire in qualche modo una forza interiore identifi-cata con il proprio essere, egli pu da solo continuare la

    propria istruzione e persino la propria educazione mora-

    le con una ginnastica, per cos dire spontanea, del suo

  • 7/25/2019 Michail Bakunin - Considerazioni Filosofiche

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    pensiero e persino della sua volont, analoga a quella del-

    la sua forza muscolare; spontanea nel senso che non sar

    pi unicamente diretta e determinata da volont e da az io-

    ni esteriori, ma anche dalla forza interiore di pensare e di

    volere che, dopo essersi formata e consolidata in lui con

    lazione passata delle cause esterne, diventa a sua volta

    un motore pi o meno attivo e potente, un produttore in

    qualche modo indipendente dalle cose, dalle idee, dalle

    volont, dalle azioni che lo attorniano.

    Cos luomo pu, fino ad un certo punto, diventare il pro-

    prio educatore, il proprio istruttore e quasi il creatore di

    se stesso. M a con questo acquisisce solo una indipenden-za relativa che non lo sottrae affatto alla dipendenza fata-

    le, o se si vuole alla solidariet assoluta, alla quale come

    essere esistente e vivente irrevocabilmente incatenato

    al mondo naturale e sociale di cui il prodotto, e nel quale

    come tutto ci che esiste, dopo essere stato effetto e

    continuando a esserlo, diventa a sua volta una causa rela-

    tiva di prodotti relativi nuovi.Pi tardi, avr loccasione di mostrare che luomo pi

    evoluto dal profilo dellintelligenza e della volont si tro-

    va ancora, per rapporto ai propri sentimenti, alle proprie

    idee e alle proprie volont, in una dipendenza quasi a sso -

    luta nei confronti del mondo naturale e sociale che lo cir-

    conda, il quale in ogni momento della sua esistenza de-

    termina le condizioni della sua vita. Ma al punto in cuisiamo, evidente che non vi posto per la responsabilit

    umana come la concepiscono i teologi, i metafisici e i

    giuristi.

    Abbiamo visto che luomo non affatto responsabile n

    del grado delle capacit intellettuali e morali ricevute alla

    nascita, n del genere di educazione buona o cattiva che

    queste facolt hanno avuto prima dellet della virilit oalmeno della pubert. Ma eccoci arrivati a un punto in cui

    luomo, cosciente di s e armato di facolt intellettuali e

    morali gi agguerrite grazie alleducazione che ha ricevu-

    to dallesterno, diventa in qualche modo il produttore di

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    se stesso, potendo evidentemente sviluppare, estendere

    e rafforzare lui stesso la propria intelligenza e la propria

    volont. Colui che, scoprendo questa possibilit in s, non

    ne approfitta, colpevole?Ma come potrebbe esserlo? E evidente che al momento

    in cui deve e pu prendere questa risoluzione di lavorare

    su di s, non ha ancora iniziato il lavoro spontaneo, inte-

    riore, che far di lui in certo modo il creatore di se stesso

    e il prodotto della propria azione su di s. In quel m o-

    mento ancora non che il prodotto dellazione altrui o

    delle influenze esterne che lhanno portato a quel punto.Dunque la risoluzione che prender dipender non dalla

    forza di pensiero e di volont che si sar data da s, poi-

    ch il suo lavoro non ancora iniziato, ma da quello che

    gli sar stato fornito sia dalla sua natura che dalleduca-

    zione, indipendentemente dalla propria risoluzione; e la

    risoluzione buona o cattiva che prender sar ancora lef-

    fetto o il prodotto immediato di quelleducazione e di

    quella natura di cui non affatto responsabile. Da questo

    risulta che la risoluzione non pu implicare la responsa-

    bilit dellindividuo che la prende (5*****il).

    5 C on side riam o due giovani che portino nella societ due diverse natu-

    re sviluppate da diverse educazioni, oppure due diverse nature svilup-

    pate dalla medesima educazione. Uno prende una risoluzione virile,per servirmi dellespressione favorita del signor Gambetta; laltro non

    ne prende alcuna o ne prende una cattiva. Vi , nel senso giuridico del

    termine, un merito da parte del primo e uno sbaglio da parte del se-

    condo? S, se mi si concede che questo merito e questo sbaglio sono

    parimenti involontari, parimenti prodotti dellazione combinata e fata-

    le della natura e delleducazione, e quindi costituiscono uno non pro-

    priamente un merito, laltro non propriamente un errore, ma due fatti,

    due risultati diversi, uno conforme a ci che in un dato m