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BREVE RASSEGNA STAMPA SULL’ITALCEMENTIMARZO-OTTOBRE 2008
ALCUNI PICCOLI ESEMPI DI CONFUSIONE SULLA DESTINAZIONE DI USO
16-03-08, 13Udine
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Italcementi, entro un mese si approva il piano
CIVIDALE. Nel giro di poche settimane, forse già entro un mese, la giunta
comunale approverà il piano particolareggiato della Banca di Cividale per il
recupero dell’area ex Italcementi, di oltre 40 mila metri quadri destinata a
trasformarsi in un centro direzionale, di servizi, residenziale e commerciale.
L’approvazione del nuovo regolamento urbanistico regionale - decretata dalla
giunta Illy venerdì - ha sancito la conclusione dell’iter burocratico del piano, che
potrà ora chiudersi definitivamente con l’atto di avallo da parte dell’esecutivo
comunale. Lo ha comunicato il sindaco Attilio Vuga ieri, nel corso della cerimonia
di inaugurazione della nuova stazione ferroviaria, svoltasi alla presenza del
presidente Riccardo Illy: «Auspico, dunque – ha dichiarato – che nei prossimi mesi
l’intervento di riqualificazione possa partire. Resta aperto il discorso università: ci
auguriamo che prevalga il buon senso e che ci venga concessa l’opportunità di
raggiungere un obiettivo che ci sta particolarmente a cuore».L’ambizione è di
portare a Cividale il corso di laurea in architettura, per il quale verrebbe edificata
una struttura nel complesso ex Italcementi: i ritardi registrati nell’avvio delle
operazioni di demolizione dei corpi di fabbrica sono pertanto imputabili, oltre che
all’attesa dell’approvazione del regolamento urbanistico regionale, al clima di
incertezza in cui il progetto si trova immerso. I vertici dell’ateneo tergiversano,
diversa la posizione di Illy: «Garantiremo tutto l’appoggio, sul piano delle
procedure urbanistiche, al programma di recupero del cementificio – ha dichiarato
il presidente – per quanto riguarda l’Università, auspichiamo che la facoltà possa
finalmente insediarsi a Cividale, città che fa forti e concrete prospettive di
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sviluppo». Il capitolo per ora resta aperto. «Positivo, intanto – commenta il
presidente della Banca di Cividale, Lorenzo Pelizzo – è il fatto che sul fronte
burocratico si sia superato l’ultimo scoglio». Lucia Aviani
01-04-08, 09Udine
Nuovo hotel nell'ex Italcementi
CIVIDALE. Puntare alla realizzazione di una nuova struttura alberghiera, concretizzando le ipotesi
formulate, al riguardo, nell’ambito del programma di recupero dell’area ex Italcementi: sarebbe questo,
a parere dell'assessore al turismo Pieralberto Felettig, il prossimo passo da compiere per favorire il
“lancio” della cittadina ducale, adeguandosi a un trend che sta registrando un incremento progressivo
dell'affluenza di visitatori e che va, dunque, incoraggiato e sostenuto tramite una serie di proposte ed
iniziative.In primo piano, appunto, c’è il discorso della ricettività: «Negli ultimi anni - commenta
l'assessore - la capacità ricettiva di Cividale è sensibilmente cresciuta grazie all'offerta extra-alberghiera,
quella, cioè, dei bed & breakfast, delle case vacanza, degli agriturismi. Un altro importante traguardo
sarebbe rappresentato, ora, dalla costruzione di un nuovo albergo, possibilmente con almeno 60 posti
letto e con uno standard qualitativo alto: un hotel in più non toglierebbe agli altri la loro clientela
“acquisita”, ma incentiverebbe, al contrario, un ulteriore sviluppo a livello di afflusso in città».I buoni
riscontri ottenuti, nel 2007, sul fronte delle presenze hanno intanto indotto l'assessorato al turismo a
pianificare un insieme di azioni tese a consolidare e a potenziare ancor più la capacità attrattiva di
Cividale: «Cercheremo - anticipa Felettig - di coinvolgere gli operatori del settore, in modo tale da
delineare iniziative capaci di accrescere il numero delle persone che scelgono di passare una o più notti
nella nostra città. Bisogna puntare, in tal senso, sui grandi come sui piccoli eventi: la prossima settimana,
ad esempio, incontrerò i portavoce della categoria degli ambulanti per programmare l’organizzazione di
alcune circostanze di richiamo». (l.a.)
04-04-08, 13Udine
La caserma dei Cc si farà nell'area ex Italcementi
CIVIDALE. Via libera al progetto teso alla costruzione di una nuova caserma per la Compagnia dei
Carabinieri di Cividale nel complesso ex Italcementi, dove presto inizieranno le attività di demolizione
dei corpi di fabbrica: nelle prossime settimane un vertice tra il prefetto di Udine, i locali dirigenti dell'Arma
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e la presidenza della Banca di Cividale dovrebbe gettare basi concrete al disegno, che fino ad ora era
stato ventilato solo in forma ipotetica. La notizia è trapelata nel corso di un sopralluogo al distaccamento
cividalese dei Vigili del Fuoco effettuato, ieri pomeriggio, dal sottosegretario agli Interni Ettore Rosato e
dall'assessore regionale alle autonomie locali Franco Iacop. Ad accoglierli, oltre al sindaco Vuga e
all'assessore al patrimonio Elia Miani, c'erano il comandante provinciale dei Vigili del fuoco, ingegner
Gaetano Vallefuoco, il comandante della Compagnia cividalese, capitano Corrado Faggioni, e il presidente
della Banca di Cividale, Lorenzo Pelizzo.L'occasione ha fornito il pretesto per affrontare, appunto, il tema
della futura caserma dei carabinieri: «Un progetto da portare avanti, indubbiamente, considerata la sua
valenza - ha commentato in merito Rosato -: presto organizzeremo un incontro per analizzare nei dettagli
l'argomento, che richiederà, naturalmente, una notevole attenzione, posto che si affiancheranno pubblico
e privato». Le premesse perché il piano si concretizzi, insomma, parrebbero esserci, anche se allo stato
attuale il condizionale resta d'obbligo.La visita del sottosegretario ha permesso alle autorità presenti,
tuttavia, di ricevere importanti informazioni pure sulla questione dell'organico del Comando provinciale di
Udine dei Vigili del Fuoco, cui il funzionamento del presidio cividalese con unità permanenti è
strettamente connesso: «Entro un anno - ha spiegato Rosato - dovrebbero avvenire, sul territorio
nazionale, almeno mille nuove assunzioni. Ne beneficerà, nonostante non si possa ancora sapere in che
misura, anche il Comando udinese». Per il futuro del distaccamento cittadino, insomma, si può ben
sperare: «Nei prossimi mesi, intanto - anticipa Vuga -, organizzeremo una cerimonia ufficiale di
inaugurazione della sede. Sono lieto - ha aggiunto - che il sottosegretario Rosato abbia potuto constatare
l'utilità del servizio, ampiamente comprovata in questo primo periodo di operatività».Lucia Aviani
03-05-08, 13Udine
«Un museo per salvare la storia del cementificio»
CIVIDALE. Mantenere, nel nuovo, una traccia del vecchio, per non perdere la memoria di uno stabilimento
industriale che rappresenta una porzione importante della storia di Cividale: questa, per la minoranza
consiliare cividalese, è la sfida che il professionista incaricato della predisposizione del piano
particolareggiato e, quindi, del progetto definitivo per il recupero dell’Italcementi deve fare propria.
L’esortazione è giunta durante l’ultima seduta di consiglio.Vari i punti toccati dall’opposizione, dal “nodo
viabilità” - si è rimarcato, in particolare, come vada approfondito il discorso dell’attraversamento
pedonale e ciclabile del futuro tracciato stradale a servizio di “Cividale 2” - alla necessità di armonizzare il
contesto con il centro città, per evitare cesure, fino al tema delle tante testimonianze presenti all’interno
del sito industriale. «Sarebbe bene - ha suggerito Enrico Minisini, del Pd - pensare alla creazione, magari
nell’edificio della stazione ferroviaria da poco dismessa, di un museo dell’Italcementi: mi auguro che al
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momento della demolizione vengano salvati, per esempio, i numerosi cartelli che si trovano nell’area, per
preservare, appunto, la memoria storica dello stabilimento. Ben venga, in tal senso, il lavoro che sta
compiendo la Banca di Cividale, impegnata nella raccolta di una serie di testimonianze relative al
complesso; ma sarebbe anche bello realizzare un video, prima di abbattere i corpi di fabbrica».D’accordo
Francesca Specogna e Domenico Pinto: «Quell’insieme di edifici - ha ricordato il portavoce di Rinascita-Prc
- è carico di storia: nell’ex mensa degli operai, in particolare, si conserva una lapide che ricorda la
fucilazione di due dipendenti».Sulla necessità di perseguire l’obiettivo dell’integrazione con la città ha
insistito, poi, Andrea Martinis (lista Valori in comune con Monai), che ha auspicato il coinvolgimento delle
singole categorie e della popolazione per cercare la massima condivisione possibile «su un progetto che è
di lunga prospettiva, e che non può prescindere da quello della candidatura Unesco». (l.a.)
03-05-08, 13Udine
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Il consiglio dà il via libera al progetto Italcementi
CIVIDALE. Con un unico voto contrario, espresso dal consigliere Domenico Pinto
(lista Rinascita-Prc), l'assemblea civica ha approvato - mercoledì sera - l'adozione
del piano particolareggiato di iniziativa privata per il recupero dell'area ex
Italcementi, acquista dalla Banca di Cividale. «Un ottimo risultato, quello della
votazione - commenta il presidente dell'istituto di credito, Lorenzo Pelizzo -, che
evidenzia come l'iniziativa sia stata accolta favorevolmente dalla città» «Il
progetto - annuncia quindi - sarà illustrato pubblicamente ai cividalesi in
occasione della cerimonia che organizzeremo per solennizzare l'avvio dell'opera di
demolizione, che confidiamo possa partire, compatibilmente con le procedure di
carattere burocratico, tra la fine di maggio e l'inizio di giugno». Che si sia giunti a
una svolta epocale, per Cividale, è stato ribadito, durante l'assemblea, da più
parti, a cominciare dal sindaco Vuga: il piano d'intervento sfocerà, infatti, nella
riqualificazione di un sito dell'estensione di ben 44 mila metri quadri, sul fronte del
quale - in corrispondenza dei due estremi della recinzione che attualmente cinge i
corpi di fabbrica - saranno realizzate due grandi rotonde. La viabilità interna alla
futura "Cividale 2", da parte sua, suddividerà il comparto in tre macro-aree: in
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direzione del centro città sorgeranno la nuova sede della Banca e (rivolto verso la
stazione ferroviaria) un edificio per attività didattiche ad alta specializzazione. Il
settore sul retro, invece, è destinato ad accogliere attività commerciali e
artigianali e, ancora, una fascia residenziale. L'impatto ambientale sarà ridotto al
minimo: «Il 60% dell'area - ha precisato il progettista, architetto Francesco Morena
- sarà sistemato a verde, anche perché i parcheggi (a parte una zona di sosta che
sarà ricavata a ridosso di via Bottego) saranno tutti interrati. Lo spirito del
progetto, che prevede pure la creazione di un grande piazzale al centro del sito e
di un percorso pedonale interno, è quello di dar vita a un polo multifunzionale: non
un quartiere dormitorio, insomma, o riservato esclusivamente ad uffici, ma un
contesto in cui ci siano i presupposti per una "continuità", un'integrazione di
servizi». Quella della progettazione specifica degli edifici sarà, è bene precisarlo,
una fase successiva: ciò su cui il consiglio è stato chiamato ad esprimersi erano,
appunto, le linee di indirizzo generali per il riutilizzo dell'ex complesso
industriale.Positivi, pur con una serie di raccomandazioni, i giudizi espressi dalla
minoranza consiliare. L'unico voto contrario, come detto, è stato quello di Pinto,
che ha focalizzato l'attenzione, in particolare, sulle prospettive che si aprono a
livello viabilistico. «Il nodo dell'attraversamento del futuro tratto di statale - ha
sottolineato - è un problema centrale, essenziale». La nuova arteria modificherà,
ha evidenziato fra l'altro, il flusso veicolare su via Bottego, e la conseguenza delle
trasformazioni in programma sarà un aumento del traffico in centro storico:
esattamente il contrario, cioè, di quello cui si dovrebbe puntare.Lucia Aviani
04-05-08, 10Udine
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Nell'ex Italcementi anche un centro commerciale
CIVIDALE. La conferenza dei capigruppo consiliari sarà riconvocata dal sindaco
Attilio Vuga nelle prossime settimane per affrontare nuovamente il discorso del
piano del commercio, strumento del quale la città, finora, non è mai stata dotata e
il cui studio di base è stato illustrato alle varie componenti dell’assemblea civica
all’incirca un mese fa. Lo ha comunicato lo stesso Vuga in occasione della seduta
di consiglio comunale di mercoledì scorso, sfociata nell’adozione del piano
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particolareggiato di iniziativa privata per il recupero dell’area ex Italcementi. Le
due tematiche, infatti - ha evidenziato il primo cittadino -, sono strettamente
connesse, dal momento che il progetto di riqualificazione del sito industriale
dismesso prevede anche la realizzazione di un settore commerciale. «Considerata
l’importanza dell’argomento - ha anticipato il sindaco - la conferenza sarà
allargata a tutti i consiglieri. Auspico - ha aggiunto - che il piano del commercio,
strumento di carattere programmatorio e pianificatorio che risulta ormai
indispensabile per la nostra città, possa approdare in consiglio nell’arco di tre,
quattro mesi». Il comparto a vocazione commerciale che sarà ricavato nella futura
“Cividale 2” sorgerà nel retro del complesso, il cui fronte - quello, cioè, rivolto
verso il centro città - ospiterà invece due grandi edifici direzionali e di servizi. La
prospettiva dell’impianto di nuove attività emporiali (a carattere alimentare) nel
sito deve essere letta, ha sottolineato la maggioranza durante l’assemblea, in
chiave decisamente positiva, e non deve preoccupare i commercianti del centro
storico. «Al momento - ha commentato Mario Strazzolini, capogruppo di Forza
Italia - Cividale registra un tasso di fuga altissimo verso i centri commerciali. Le
nuove proposte che verranno messe in campo, nel settore, nell’area Italcementi
ci consentiranno di recuperare una larga fetta di clientela locale e, nel contempo,
di attirare gente dall’esterno. I titolari degli esercizi del centro devono stare
tranquilli: l’operazione andrà a vantaggio di tutti, stimolando l’afflusso di più gente
in città e portando, quindi, benessere. Stiamo raccogliendo i primi frutti del nuovo
piano regolatore, perché se non fosse stata drasticamente ridotta la cubatura
edificabile prevista per la zona del cementificio, la questione Italcementi non si
sarebbe sbloccata». Dello stesso avviso il capogruppo dell’Udc, Gianni Cortiula: «Il
progetto - ha dichiarato - permetterà di creare un polo di attrazione commerciale
capace di disincentivare la fuga di acquirenti e di richiamarne di nuovi». La
maggioranza ha focalizzato l’attenzione anche sul tema della viabilità che verrà
realizzata a servizio del contesto: le rotonde che fronteggeranno “Cividale 2” sono
le stesse - si è ricordato - che erano state inserite nel Prgc ma che poi erano state
cassate dalla Regione.«L’ipotesi progettuale era di buon senso, di logica e attenta
all’ambiente - ha affermato Cortiula -: ora, grazie al piano di riqulificazione del
cementificio, è stata recuperata». Lucia Aviani
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21-05-08, 09Udine
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L'Italcementi riapre per l'ultima volta
CIVIDALE. Per la prima e ultima volta l’Italcementi apre al pubblico: in vista
dell’avvio, ormai prossimo, dei lavori di demolizione la Banca di Cividale offre ai
cividalesi e a tutti gli interessati l’opportunità di accedere al complesso industriale
e di conoscerne la struttura, dunque, anche dall’interno.Giovedì dalle 15 alle 17, si
potrà visitare il sito in piena sicurezza, sotto la guida di ex dipendenti della
fabbrica che forniranno notizie sulla storia del cementificio e sulle modalità del
processo produttivo che vi si svolgeva. Il ritrovo è previsto in viale Foramitti,
davanti all’ingresso principale dell’Italcementi.L’iniziativa è stata promossa
dall’istituto di credito in risposta alle numerose richieste avanzate da cittadini
desiderosi di conservare un ricordo dell’ex area industriale, che presto si
trasformerà in un grande centro direzionale, di servizi, commerciale e
residenziale. I partecipanti entreranno nel cementificio suddivisi per gruppi: sono
raccomandate calzature pesanti, adatte all’ambiente degradato. «La visita –
spiegano dalla Banca – seguirà un percorso predefinito, che consentirà (in
condizioni, appunto, di totale sicurezza) di accedere ai reparti più significativi del
vecchio opificio. Gli interessati, così, potranno immortalare con la macchina
fotografica e con la videocamera, prima che scompaia, un complesso industriale
che ha segnato la storia del lavoro e dell’economia della città ducale per quasi
mezzo secolo, fino alla dismissione, avvenuta circa 30 anni fa». Sul valore di
testimonianza storica dell’Italcementi era stata focalizzata l’attenzione anche in
occasione dell’ultima seduta di consiglio comunale, nel corso della quale si era
proceduto all’adozione del piano particolareggiato dell’intervento di recupero del
contesto: dall’opposizione era giunto l’appello a mettere in salvo –
preliminarmente all’inizio dei lavori di demolizione – reperti quali i numerosi
cartelli che si trovano nell’opificio e una lapide che ricorda la fucilazione di due
dipendenti. Lucia Aviani
12-05-08, 05Regione
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Cividale, rendimento record: 8,5%
UDINE. L’assemblea dei soci della Banca Popolare di Cividale ha approvato il
bilancio del 2007, che si chiude con un utile netto di 9,3 milioni di euro, e ha
confermato Lorenzo Pelizzo (che varca la soglia del 40esimo anno di presidenza)
alla guida dell'Istituto per il prossimo triennio, anche se per l'ufficializzazione
dell'incarico bisogna attendere l'atto formale di nomina da parte del Consiglio
d'amministrazione che si riunirà in settimana. Presenti 798 soci, portatori di 1.021
voti in proprio e per delega, il documento contabile è stato votato praticamente
all'unanimità, senza voti contrari e con pochissimi astenuti. Le assise hanno dato
pure l'assenso alla proposta di riparto dell'utile, per un importo che sfiora gli 8
milioni di euro, corrispondente a 0,60 euro per azione, la stessa misura dell'anno
precedente, e alla determinazione del sovrapprezzo, per effetto del quale il valore
dell'azione passa da 21,75 a 23 euro. Per l'azione combinata del dividendo e del
sovrapprezzo, il rendimento effettivo dell'investimento per i 10 mila 223 soci (+
457 rispetto ai 9.766 del 2006) è dell'8,5%, oltre tre punti in più rispetto alle altre
Banche popolari. Da registrare infine, quale conseguenza della
patrimonializzazione dell'azienda e dell'accresciuta liquidità disponibile, derivanti
dall'aumento di capitale di 98,7 milioni di euro, che la Banca ha acquisito una
partecipazione del 30 per cento in due società locali di leasing automobilistico,
l'Acileasing (vendita autovetture) e l'Acirend (noleggio), investendo alcuni milioni
di euro. Nella sua relazione, il Presidente Pelizzo ha ribadito la natura popolare
della Banca e il profondo legame che essa conserva con il territorio, facendo della
cooperazione, del localismo e della solidarietà i valori ispiratori di un modello di
business basato sulla prossimità e sulla forte relazione con i clienti-soci. Sul piano
operativo la Banca è impegnata nell'ampliamento della rete commerciale, dopo
l'autorizzazione di Bankitalia all'apertura di 11 sportelli in Friuli e nel vicino
Veneto, in aggiunta ai 60 esistenti. Le risorse create con l'aumento di capitale
serviranno anche ad accompagnare lo sviluppo del Gruppo in termini di massa
amministrata. A tale riguardo viene prestata specifica attenzione ai Paesi dell'ex
Yugoslavia.Il direttore generale Luciano Di Bernardo ha a sua volta illustrato i dati
salienti del bilancio: patrimonio 236,8 euro (+45%), raccolta diretta 1.998
(+9,47%) e indiretta 1.607 euro (+8,78%), impieghi alla clientela 2.186 euro
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(+12,43%). Egli ha ribadito la filosofia della mission aziendale: creare valore nel
tempo per i soci, per i clienti (famiglie e imprese), per i dipendenti (464 unità a
fine 2007) e per la collettività, cui sono stati destinati (come si desume dal
bilancio sociale) 1,2 milioni di euro.L'assemblea ha confermato per il prossimo
triennio i consiglieri in scadenza Luciano Locatelli, Redento Vazzoler nonché
Lorenzo Pelizzo, che a giorni vedrà confermata la presidenza. Parzialmente
rinnovato il collegio sindacale, composto dal presidente Giancarlo Del Zotto e dai
sindaci Franco Pirelli Marti e Carlo Del Torre, quest'ultimo al primo mandato. Nel
dibattito che ha preceduto le votazioni ampio spazio è stato dedicato al progetto
di recupero dell'area Italcementi, che comporterà investimenti per circa 70
milioni di euro destinati alla creazione di strutture commerciali, residenziali e di
servizi. Tra i numerosi interventi, da segnalare quelli di Walter Santarossa, neo
presidente di Insiel, e di Graziano Tilatti, presidente regionale degli artigiani. I soci
Rinaldo Bosco, Eliseo De Luca e Pierluigi Comelli hanno espresso riserve
sull'iniziativa immobiliare riguardante il cementificio ed hanno presentato una
mozione (non accolta) per adeguare il valore dell'azione da 23 a 30 euro.
Abbondio Bevilacqua
----------------06-06-08, 12Udine
Ex Italcementi, il 15 altra visita
CIVIDALE. La fortissima (e inattesa) risposta di pubblico registrata in occasione della recente apertura dei
cancelli dell’Italcementi, un autentico evento, per la città - mai infatti, prima, i cividalesi avevano avuto
l’opportunità di accedere all’opificio -, ha indotto la Banca di Cividale a replicare l’iniziativa: a differenza di
quanto inizialmente previsto, dunque, ci sarà una seconda e ultima giornata di visita. L’appuntamento è
per domenica della prossima settimana, 15 giugno, in mattinata, dalle 10 alle 12.Una decisione, quella
dell’istituto di credito, assunta per soddisfare la curiosità dei tanti che non sono riusciti a beneficiare della
“tornata” proposta una decina di giorni fa. Le modalità di accesso all’area del cementificio saranno quelle
sperimentate la volta precedente: il pubblico verrà fatto entrare gradualmente all’interno della recinzione
per essere poi ripartito in gruppetti di dieci unità. A guidare i visitatori nel percorso, affascinante, fra i
corpi di fabbrica dell’Italcementi - eretti, nel periodo della seconda guerra mondiale, da maestranze
tedesche - saranno ex dipendenti della fabbrica, che dismise la produzione nel 1986, ma che fino al 2000
continuò a venire utilizzata come deposito per il materiale che arrivava da Trieste; il tutto si svolgerà
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sotto la sorveglianza dei volontari della squadra comunale di Protezione civile, uno per ciascun gruppo. La
visita si snoderà lungo un percorso predefinito, che consentirà di osservare da vicino tutti i settori dello
stabilimento - e gli imponenti macchinari che vi si conservano - ma che, per ovvie ragioni di sicurezza,
sarà quasi interamente “esterno”, non consentendo, dunque, l’accesso agli edifici.L’Italcementi
rappresenta, senza dubbio, un piccolo patrimonio di archeologia industriale: la memoria del complesso,
che presto (con ogni probabilità a partire da settembre) verrà demolito per lasciare il posto alla futura
Cividale 2, si preserverà tuttavia grazie a un volume prodotto dalla Banca di Cividale e curato dalla storica
dell’arte Chiara De Santi. La pubblicazione, suddivisa in tre sezioni, contiene infatti anche una folta
rassegna di fotografie d’epoca (inedite) e di immagini recenti che “fissano” il ricordo di una realtà fulcro,
per decenni - con il suo centinaio di dipendenti -, dell’economia cittadina. Il testo, ormai pronto, verrà
presentato in occasione del grande evento che sarà organizzato dall’istituto di credito per solennizzare
l’avvio dei lavori di demolizione, in programma per la fine dell’estate. Alcuni reperti particolarmente
significativi, inoltre - quali, per citare un unico esempio, la lapide che ricorda la fucilazione di due
dipendenti, ubicata, ad oggi, nell’ex mensa degli operai dell’Italcementi -, verranno adeguatamente
esposti all’interno di Cividale 2. Lucia Aviani
10-06-08, 09Udine
Pelizzo: qui il nuovo centro direzionale
CIVIDALE. Una doppia "spinta", una duplice esigenza: a indurre la Banca di
Cividale al grande passo dell'acquisto dell'area Italcementi c'è stata da un lato la
consapevolezza che, ormai, non si poteva più temporeggiare sul fronte del
recupero e della riqualificazione di un sito in totale abbandono e in precarie
condizioni statiche, dall'altro la necessità di dotarsi di una nuova sede centrale,
perché gli spazi di quella odierna non sono più sufficienti per un adeguato
svolgimento delle attività e per ospitare le società del Gruppo. Corre su queste
due direttrici, dunque, l'ambizioso progetto che vede protagonista, appunto,
l'istituto di credito cittadino: progetto che, peraltro, va ben al di là della
realizzazione della futura sede direzionale della realtà bancaria, destinata a
sorgere sul fronte dell'ex opificio. «Il contesto, come noto - ricorda infatti il
presidente della Banca, Lorenzo Pelizzo -, ospiterà anche un polo commerciale, a
vocazione prevalentemente alimentare. Si tratterà, va ribadito, di un
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completamento, non certo di un'alternativa, all'offerta emporiale del centro
storico: non a caso verrà data priorità, nelle richieste di insediamento, alle attività
già operanti in città. La speranza è che il futuro "sistema" sia in grado di favorire
un fenomeno di ritorno, sotto il profilo commerciale, a Cividale, configurandosi
come un punto di forte attrazione e richiamando, dunque, l'utenza dei Comuni
contermini». Alla riconversione d'uso dell'area ex Italcementi, però, l'istituto di
credito associa anche un'ulteriore ambizione, quella dell'attivazione - all'interno
del complesso, in un edificio realizzato ad hoc - della facoltà universitaria di
architettura. Il progetto, cui la Banca e l'amministrazione lavorano da anni,
continua ad incontrare ostacoli, «ma noi non molliamo», assicura Pelizzo,
rilanciando: «La mia proposta è, oggi, ancora più articolata di quella finora messa
in campo. Il mio invito, nel segno dei principi della razionalizzazione e delle
economie di scala, è infatti quello di fondere le facoltà di architettura di Trieste e
Udine e di crearne una sola, con sede nella nostra città, negli spazi di Cividale 2».
(l.a.)
------------10-06-08, 09Udine
Nell'ex cementificio la Cividale del futuroCIVIDALE. Si gioca su un terreno di 44 mila metri quadri, occupato da un colosso industriale in stato di
completo abbandono e degrado, la sfida per il rilancio di Cividale: il progetto di recupero del complesso ex
Italcementi, intervento mastodontico di cui la Banca di Cividale firma la regia e che sarà attuato (a
partire da settembre) da una società terza, promette di delineare un nuovo ruolo per una città che finora
è stata marginalizzata. Anche, se non soprattutto, a causa di inadeguati collegamenti viari con l'area
centrale del Friuli, ma protagonista, negli ultimi tempi, di un fenomeno di forte crescita sul fronte turistico;
tendenza, questa, particolarmente favorita dal suo ruolo di capofila nel progetto di candidatura Unesco
"Italia Langobardorum: centri di potere e di culto".Il vecchio sito industriale, in disarmo, ormai, da una
ventina d'anni, si trasformerà - nell'arco di un triennio - in un grande centro direzionale e di servizi,
commerciale e residenziale. Le attività di demolizione, che saranno condotte con la massima attenzione
per lo smaltimento degli eventuali materiali pericolosi, dovrebbero partire nel mese di settembre:
l'abbattimento dei corpi di fabbrica sarà integrale - si è infatti rinunciato all'ipotesi di conservare la
ciminiera, in quanto le garanzie di staticità non si sono rivelate sufficienti -, ma il nuovo conserverà
comunque qualche traccia del vecchio, a salvaguardia della memoria storica di una realtà che
rappresentò, per decenni, il fulcro dell'economica cittadina. Sarà il caso, per citare un unico esempio, di
una lapide (al momento conservata dalla mensa degli operai) che ricorda la fucilazione di due dipendenti.
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"Cividale 2", questo il nome ormai associato alla futura cittadella, sarà suddivisa in tre macro-aree: quella
di "testa", ovvero il settore rivolto verso il cuore della città, è destinata ad accogliere la nuova sede
centrale della Banca - sulla destra, guardando da Udine verso Cividale - e, all'angolo opposto, un ampio
edificio riservato a servizi; l'ambizione (tutt'altro che archiviata, nonostante le difficoltà che il progetto sta
incontrando), sarebbe quella di assegnare il complesso alla facoltà di architettura dell'Università del
capoluogo. Futuristica la struttura progettata per l'istituto di credito: sarà composta da due corpi, distinti
ma collegati; il primo, la sede centrale, avrà un andamento semicircolare, a simboleggiare un "abbraccio"
alla città, mentre il secondo, che lo fronteggerà, si configurerà come una sorta di albero, a indicare il
radicamento della Banca al territorio. La "chioma", realizzata interamente in vetro, ospiterà due sale
convegni, cui si accederà dalla struttura centrale. Il retro del sito, invece, sarà ripartito fra un comparto a
vocazione residenziale ed uno commerciale: va precisato, a quest'ultimo riguardo - come ribadisce
l'istituto di credito -, che non si tratterà di un'alternativa all'offerta emporiale del centro storico, bensì di
un'integrazione alla stessa.Lucia Aviani
-------11-06-08, 09Udine
Italcementi, prolungato l'orario delle visite
CIVIDALE. Dopo aver programmato, a differenza di quanto inizialmente previsto, una seconda ed ultima
giornata di visita al complesso Italcementi, la Banca di Cividale ha deciso di "dilatare" - rispetto ai
propositi annunciati la scorsa settimana - l'orario di apertura del vecchio opificio: chi non ha avuto modo
di fruire della prima occasione, promossa verso la fine di maggio, potrà dunque varcare la cancellata della
fabbrica questa domenica, 15 giugno, dalle 8.30 fino alle 12.La decisione di replicare l'iniziativa e di
estenderne, appunto, la fascia oraria è stata conseguente alla forte risposta dei cividalesi all'invito: la
precedente circostanza aveva richiamato centinaia di persone, rimaste in coda anche a lungo pur di poter
conoscere dall'interno la realtà del sito industriale dismesso. Le modalità di ingresso e di visita saranno
quelle già collaudate: il pubblico verrà fatto entrare gradualmente all'interno della recinzione, per essere
poi ripartito in gruppetti di dieci unità.Dopo essere stati riforniti di elmetto, i visitatori saranno guidati da
ex operai dell'Italcementi - lungo un percorso prestabilito - attraverso i corpi di fabbrica, eretti da
maestranze tedesche nel periodo della seconda guerra mondiale e in disuso, ormai, da oltre vent'anni:
era il 1986, infatti, quando la proprietà sancì lo stop alla produzione, anche se il complesso continuò a
venire utilizzato - fino al 2000 - come deposito per il materiale che arrivava da Trieste. Da otto anni, ora, il
sito è in completo stato di abbandono e di degrado. Di qui la necessità di prevedere un itinerario di visita
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quasi interamente esterno, a tutela della sicurezza: ogni drappello di persone sarà accompagnato, inoltre,
da un volontario della squadra comunale di Protezione civile.(l.a.)
15-06-08, 11Udine
Il Pd critica il progetto Italcementi: «Calato dall'alto»
«É un piano calato dall’alto» fa intendere il gruppo politico, rimarcando come pure nel caso di un’iniziativa
privata, «ma di valenza pubblica», sarebbe «fondamentale il coinvolgimento della comunità tutta, per
confrontarsi sulle scelte per la città» e sugli obiettivi che la stessa intende perseguire. La massiccia
adesione della popolazione alla visita al cementificio (che verrà replicata oggi, dalle 8.30 alle 12) è un
indizio eloquente, evidenziano quindi gli esponenti del Pd, del valore storico del luogo. «La progressiva
cancellazione delle memorie del periodo otto-novecentesco, dalla cartiera alla fabbrica del tannino, dalle
fornaci alla stazione alle botteghe artigiane - nota la portavoce del partito, Maria Cristina Novelli -, è
segnale di un pericoloso abbandono delle radici a noi più vicine per privilegiarne altre molto lontane nel
tempo». Il disegno, prosegue il Pd, presenta diverse carenze. L’area «pare del tutto separata dalla città
storica e risulta priva di efficaci collegamenti stradali». Non sarebbero stati sufficientemente valutati,
inoltre, gli effetti che provocherà sulle attività terziarie (in particolare quelle del centro) un nuovo
insediamento commerciale per una superficie di oltre 5 mila metri quadri. Il piano, poi, «eliminerà
qualunque traccia della fabbrica dismessa». L’ultimo appunto riguarda la mancanza di uno spazio
pubblico interno. Un progetto, insomma - dice il Pd -, «che non ha gerarchie, è indifferenziato, potrebbe
concretizzarsi ovunque, come ovunque sono situati i centri commerciali». L’amministrazione comunale,
conclude il partito, avrebbe dovuto prestare attenzione a tali tematiche, facendosi garante dell’interesse
collettivo. Sull’argomento, tuttavia, si levano voci discordi all’interno dello stesso direttivo del partito.
«Non ho notizia di nessuna riunione in cui siano state concordate queste dichiarazioni - dichiara Massimo
Corsano -, che non condivido in modo assoluto e che ritengo deleterie per l’immagine stessa del Pd
cividalese». Lucia Aviani
-------------19-06-08, 07Udine
«Piano di bonifica per l'Italcementi»
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CIVIDALE. Alla vigilia dell’avvio dell’opera di bonifica all’interno del complesso
Italcementi, preliminare alla demolizione dei corpi di fabbrica, il circolo
Legambiente di Udine chiede informazioni sulle modalità con cui si svolgeranno i
lavori: «Nel sito – rimarca il presidente Marino Visintini – potrebbero esserci
coperture in amianto e altri materiali pericolosi per la salute pubblica. Per questo
vorremmo sapere se è stato predisposto un piano di bonifica così come previsto
dalle norme statali e regionali, e se il piano è stato presentato e vagliato
dall’ufficio tecnico comunale e dal dipartimento di prevenzione dell’Ass 4 “Medio
Friuli” per le dovute prescrizioni e autorizzazioni. Avanziamo tali domande –
rimarca quindi – nel nome dei fini istituzionali di questa associazione, cioè
nell’interesse della salute e del benessere dei cittadini e dell’ambiente». Le
attività di bonifica dovrebbero partire – come annunciato dal presidente della
Banca di Cividale, Lorenzo Pelizzo - a brevissimo. Nel frattempo, il Circolo cittadino
del Pd rinnova il proprio invito a considerare la possibilità di salvaguardare una
parte del cementificio, per preservare la memoria storica di un contesto
produttivo che rappresentò, per lungo tempo, uno dei perni dell’economia
locale.Quella del Pd, puntualizza la portavoce del gruppo politico, Maria Cristina
Novelli, non è una posizione di contrarietà al piano di recupero dell’Italcementi: è
invece un appello a non cancellare completamente un complesso che “incarna”
una porzione importante della storia di Cividale e, nel contempo, a rivisitare
alcune delle soluzioni progettuali individuate. Le dichiarazioni del Pd stimolano, a
loro volta, un intervento del gruppo consiliare Valori in comune - Con Monai: «È
stata lamentata la mancanza di coinvolgimento della cittadinanza nel progetto,
ma in diverse occasioni, in sede municipale – ricordano dalla lista – si è discusso
dell’iniziativa della Banca, anche con gli organi direttivi della stessa, trovando una
sostanziale approvazione di massima da parte del nostro gruppo e del consigliere
Enrico Minisini, del Pd. Concordiamo sul fatto che questa operazione di valenza
epocale cancellerà una porzione importante della nostra storia recente e che
sarebbe stato opportuno prevedere il recupero simbolico di una parte del sito.
Circa le imminenti attività di demolizione, il presidente Pelizzo ha garantito che
avverranno con le massime cautele, in modo da evitare inquinamento da polveri e
da eventuali presenze di amianto». Lucia Aviani
------01-07-08, 07Udine
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Cividale 2 , serve un collegamento
CIVIDALE. La sfida da vincere è quella di mettere in relazione il nuovo e il preesistente, Cividale 2 e il
centro storico, facendo sì che le due realtà «siano di giovamento l'una all'altra» e aumentando
l'attrattività del cuore della città e dei suoi negozi «con spazi attrezzati, servizi di qualità e nuove offerte
merceologiche»: il piano di riqualificazione dell'area Italcementi continua ad essere sotto la lente del
circolo cividalese del Pd, coordinato da Maria Cristina Novelli e riuniutosi nei giorni scorsi. Cividale sta
vivendo «un momento storico e per molti versi irripetibile», sottolinea il partito, riferendosi alla
candidatura Unesco e, appunto, al fatto che un’impresa privata, «l’unica che in sede locale poteva farlo, si
è assunta il rischioso onere di valorizzare un vasto contesto industriale dismesso, fino ad oggi grigio
contraltare al centro storico». Bisogna stare attenti, però - ribadisce, a quest'ultimo proposito, il Pd -, ad
evitare cesure: esiste infatti - dice il circolo - un grosso limite nel progetto, che rischia di rendere
incomunicabili la Cividale storica e Cividale 2. «Tra l'area Italcementi e il centro - ricorda il partito - è
prevista la realizzazione di due rotonde e di una strada di collegamento a quattro corsie, invalicabili per i
ciclisti e soprattutto per i pedoni. Coloro che lasceranno la propria auto negli ampi parcheggi sotterranei
di Cividale 2 come potranno accedere, una volta finito lo shopping, ai negozi del centro città?».Viceversa,
domanda il circolo, cosa faranno i turisti che dal centro volessero raggiungere l'area direzionale? «In
entrambi casi - osserva il partito - si può prevedere che le persone torneranno rapidamente alle proprie
macchine per ripartire verso altri lidi. Ancora una volta si pone dunque il problema dell'attraversamento
della città da parte dell'asse viario principale, la statale 54; problema al quale l'amministrazione
nemmeno con i nuovi strumenti urbanistici ha dato una risposta adeguata. Ora, in funzione del progetto di
riqualificazione dell'Italcementi, è necessario che il Comune, assecondato dalla Regione e dall'Anas, si
adoperi per trovare una soluzione diversa da quella prevista dal piano particolareggiato dell'intervento,
adottato ma non ancora approvato dall'assemblea civica. Sarebbe importante che venissero realizzati
all'interno del sito spazi aperti di conessione (piazze, strade, rapporti dimensionali riconducibili
all'esperienza del pedone): le direttrici e le funzioni esistenti non trovano nessuna corrispondenza nel
progetto, non lo rendono specifico per quel luogo e impediranno l'integrazione e la fruizione del
sito».Lucia Aviani
---------11-07-08, 09Udine
Ex Italcementi, si cerca l'amianto
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CIVIDALE. Tutto si svolgerà nel massimo rispetto delle normative e delle prescrizioni vigenti per lo
smaltimento dei materiali pericolosi: l’unità operativa comunale urbanistica ed edilizia privata rassicura –
rispondendo ad una specifica domanda avanzata nelle scorse settimane dal Circolo Legambiente di Udine
– circa le modalità di bonifica all’interno del complesso Italcementi e le successive operazioni di
demolizione dei corpi di fabbrica. I lavori, sottolinea l’ufficio, saranno effettuati in ossequio a eventuali
prescrizioni dell’Ass4 “Medio Friuli” e dell’Arpagenzia. La richiesta – da parte della società Tabogan – di
permesso a costruire nel sito dell’ex cementificio è pervenuta in Comune, rendono noto sempre
dall’ufficio, il 10 giugno: la documentazione è stata immediatamente inoltrata sia all’Ass 4 che all’Arpa di
Udine per l’ottenimento dei pareri di competenza, inerenti - nell’ordine - agli aspetti igienico-sanitari e
ambientali dell’intervento. Le attività di bonifica dei materiali contenenti amianto e delle vasche e
serbatoi interrati o fuori terra che contenevano oli combustibili o gasolio - rimarca quindi l’unità operativa
urbanistica ed edilizia privata – avverranno con estrema scrupolosità: «Prima dell’effettivo inizio delle
opere di demolizione, inoltre – si legge nella risposta ai quesiti di Legambiente – dovrà pervenire a questo
ufficio l’autorizzazione, emessa dalla Provincia, all’esercizio di impianti mobili di smaltimento rifiuti e
copia della comunicazione per attività di recupero di rifiuti inerti prodotti durante la fase della demolizione
stessa». Solo una volta ottenuti da Ass 4, Arpa e Provincia i pareri di competenza potrà venire concessa,
da parte del Comune – conclude la nota – l’autorizzazione edilizia. I quesiti posti da Legambiente erano
stati dettati dalla constatazione che l’area, considerata la sua vetustà, potrebbe registrare la presenza di
coperture in amianto e di altri materiali pericolosi per la salute pubblica: era stato chiesto, dunque, se
fosse stato predisposto un piano di bonifica così come previsto dalle norme statali e regionali e se il
medesimo fosse stato vagliato, appunto, dall'ufficio tecnico comunale e dal dipartimento di prevenzione
dell’Ass 4 “Medio Friuli” per le dovute prescrizioni e autorizzazioni. Le attività di bonifica sono partite nei
giorni scorsi, a breve distanza dall’ultima giornata di apertura al pubblico del sito industriale dismesso.
Lucia Aviani
------------27-07-08, 07Udine
Ex Italcementi, nasce un comitato
CIVIDALE. Un comitato per discutere il progetto di riqualificazione dell’area
dell’Italcementi promosso dalla Banca popolare di Cividale che nel sito
industriale dismesso intende realizzare il proprio centro direzionale, un centro
commerciale, una zona residenziale ed uno spazio da destinare alla futura facoltà
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di architettura dell’ateneo udinese.«L’intervento – spiegano i componenti del
comitato – prevede la demolizione totale dell’ex stabilimento, a cui è legata la
storia e le memoria di Cividale e dei suoi cittadini, tale da modificare in modo
significativo la città dal punto di vista ambientale, paesaggistico, economico e
funzionale. Pur frutto di un’iniziativa privata, il progetto ha dunque una grande
valenza pubblica che non è stata debitamente considerata dall’amministrazione
comunale, carente anche nel promuovere un processo di informazione e
partecipazione dei cittadini. Queste le motivazioni che hanno spinto diversi
cittadini cividalesi a dar vita ad un Comitato al fine di suscitare ed alimentare il
dibattito ed il confronto sul progetto e sui suoi limiti, a vantaggio della città e, ne
sono convinti, anche dell’investitore privato».Il Comitato ha predisposto un
documento – appello ed iniziato a raccogliere le adesioni, che sono molte e molto
qualificate. Tra queste quella dell’architetto Benevolo.Martedì, alle 12, al caffe San
Marco di Cividale il Comitato cittadino si presenterà alla stampa nel corso di un
incontro cui parteciperà anche Moni Ovadia, che con uno degli eventi di punta
della scorsa edizione del Mittelfest ha voluto entrare nell’Italcementi e ha
sempre sostenuto che la destinazione naturale dell’area, a ridosso della città,
dovesse avere anche tratti culturali e la sua riqualificazione non dovesse essere
neutra ed inespressiva ma in grado di integrare la storia.
-----30-07-08, 08Udine
Un comitato trasversale per ripensare l area Italcementi
CIVIDALE. «Le utopie sono possibili, basta avere grinta: se si trovasse nel governo
regionale un uomo coraggioso, capace di attivarsi a livello europeo per dire che a
Cividale si può fare qualcosa di veramente grande, quello che oggi appare come
un sogno potrebbe trasformarsi in un affare enorme». Il comitato “trasversale”
(aperto, cioè, all’adesione di tutti) costituito da un gruppo di cittadini, cividalesi e
non, per avviare un dibattito sul progetto di recupero dell’area Italcementi e,
nella fattispecie, sull’opportunità di una sua rivisitazione, ha incassato ieri, all’atto
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della presentazione ufficiale, un appoggio illustre, quello del direttore artistico
uscente di Mittelfest Moni Ovadia. Cividale, ha detto l’artista, «deve osare, deve
chiedere»: se è innegabile che per ricavare dall’ex sito industriale una nuova
realtà capace di segnare davvero una svolta per il futuro della città servirebbero
risorse notevolissime, allora la strada da percorrere è quella di bussare alla porta –
tramite il coinvolgimento dell’amministrazione regionale – delle grandi istituzioni
bancarie europee, convincerle con un disegno concreto e innovativo e trovare,
conseguentemente, un pool di finanziatori.«Qualora un simile iter partisse
garantisco la mia partecipazione e il mio impegno», ha dichiarato il direttore del
festival, ricordando che non appena vide, al suo arrivo a Cividale – cinque anni fa –
la mole dell’opificio pensò che in quegli spazi si sarebbe potuto creare qualcosa di
straordinario. «Il Comitato – ha sottolineato, da parte sua, il portavoce
dell’organismo, avvocato Rino Battocletti – non è assolutamente contrario
all’intervento di recupero del sito. In tanti ritengono, però, che l’area sia una zona
strategica per lo sviluppo urbanistico della città e che l’idea di contrapporla al
centro storico non sia corretta: così come è stato progettato, il piano di
riqualificazione non risponde all’idea di mantenere una memoria di quel luogo – la
prima e la più grande fabbrica di Cividale, la realtà in cui si sviluppò il movimento
operaio –, perché ne prevede l’azzeramento totale. Il Comitato è nato perché
siamo convinti che si possa ancora fare qualcosa per migliorare un disegno che
ipotecherà il futuro della città. Crediamo si debba studiare la possibilità di
riutilizzare almeno una parte della struttura, e su questo vogliamo aprire un
confronto, nell’interesse della città come dell’investitore privato: chi volesse
aderire al movimento può farlo anche per via informatica, tramite il sito
cividaleitalcementi.forumattivo.com". All’incontro ha preso parte pure il noto
architetto Emilio Mattioni, esperto in recupero di aree industriali dismesse: «Il
progetto attuale – ha commentato – dà l’idea che ci si voglia disfare dello
stabilimento senza sapere ancora cosa mettere al suo posto. La genericità non
paga, mai». Lucia Aviani
---------31-07-08, 07Udine
Dalla Cina per progettare l'ex area Italcementi
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CIVIDALE. Dalla Cina a Cividale, per visionare il progetto di recupero dell’Italcementi e capire in che
misura recare il proprio apporto al piano di riqualificazione dell’opificio, limitatamente alle aree esterne:
Mi Qiu, architetto cinese di grido, accosterà la sua firma a quella del collega Francesco Morena nel
disegno di ridestinazione d’uso dell’area industriale dismessa, acquisita dalla Banca di Cividale e
destinata a trasformarsi in un centro direzionale, di servizi, residenziale e commerciale. La collaborazione
fra i due studi è stata avviata già da tempo, tant’è che Mi Qiu ha pronta una folta serie di proposte (sui cui
dettagli, peraltro, ancora non vengono fornite notizie): ieri è arrivato a Cividale, appunto, insieme a due
connazionali per analizzare nuovamente il piano d’intervento redatto dall’architetto Morena e per
discutere con lui le modalità di cooperazione. I tre ospiti cinesi sono stati ricevuti, in mattinata, dal
presidente della Banca di Cividale, Lorenzo Pelizzo, che ha illustrato loro le finalità e la “filosofia” del
progetto non senza fare un riferimento al comitato di cittadini – di recentissima costituzione - che propone
una rivisitazione del disegno e che sollecita (pro “memoria storica”) il mantenimento di almeno una parte
della struttura esistente: «Noi – ha dichiarato Pelizzo – vogliamo realizzare qualcosa di particolare, che si
colleghi alla città ma che, nel contempo, sia una creazione moderna, testimonianza dei nostri tempi; il
piano rispecchia perfettamente tale volontà. Il comitato, da parte sua, pensa che il manufatto andrebbe
parzialmente conservato e che si dovrebbero ipotizzare altre destinazioni rispetto a quelle da noi
prospettate: si è parlato di archeologia industriale, termine che tuttavia mi pare inadeguato se si pensa
che la fabbrica sorse nel 1909 e che le ultime modifiche strutturali risalgono al 1960, ovvero a meno di 50
anni fa. Siamo lieti che l’architetto Mi Qiu abbia accolto l’invito a venire in città per rendersi conto dal vivo
di cosa si conservi nell’area in questione e per verificare come apportare un proprio contributo». La
collaborazione, come detto, dovrebbe riguardare le aree verdi - «campo in cui i cinesi sono specialisti», ha
osservato Morena – e, più in generale, esterne: si starebbe verificando anche l’opportunità di collocarvi
alcune sculture dello stesso Mi Qiu, creazioni di carattere simbolico realizzate in vari materiali, dall’acciaio
alla giada, dal legno al legno fossile. «Sono convinto che il risultato finale sarà di alta qualità», ha
commentato ’architetto Morena. Mi Qiu, nato a Shanghai nel 1960, nel 1993 fondò l’Eccep e venne
nominato membro del prestigioso centro artistico Heine-Onstad.Nel 2000 ideò il progetto “Desiderio
2000”, il più grande esempio di arte multimediale ambientale della Cina. Lucia Aviani
----------------03-08-08, 08Udine
Pinto: sull'ex Italcementi a Cividale saltati alcuni passaggi importanti
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CIVIDALE. Dal periodico cividalese “Il truc” alla presa di posizione di un gruppo di cittadini, riunitisi in un
comitato che sollecita la revisione del progetto, fino all’annuncio (da parte della Banca di Cividale) del
coinvolgimento dell’architetto cinese Mi Qiu per “disegnare” le aree verdi della futura Cividale2: tiene
banco il tema Italcementi, oggetto di una richiesta avanzata al sindaco Attilio Vuga dal consigliere di
minoranza Domenico Pinto. Il portavoce della lista Rinascita-Prc ha domandato che si proceda alla rettifica
e all’integrazione del verbale della seduta di consiglio del 30 aprile, in merito a due passaggi del suo
intervento sul piano particolareggiato di iniziativa privata sull’ex cementificio. «Sottolineo – esordisce
Pinto – le riserve espresse in merito alla mancata convocazione della Commissione urbanistica, che
avrebbe dovuto essere consultata per la discussione preliminare del piano». Una seconda osservazione
richiama il fatto che lo “Studio di impatto sulla viabilità” a supporto del Prpc, del luglio 2007, riporta un
richiamo al “Piano di settore di commercio”: circostanza strana, ribadisce l’amministratore «alla luce del
fatto che tale documento non è mai stato valutato nè approvato dal consiglio comunale: eccepisco
dunque che la votazione con la quale il consiglio comunale ha adottato il piano particolareggiato dell’area
ex cementificio risulti viziata per essere stata espressa in merito a una documentazione nella quale si fa
riferimento essenziale a una normativa non vigente e a documenti, che di essa sarebbero istitutivi, mai
approvati dal consiglio. Nella sostanza, la deliberazione è stata assunta in assenza di un quadro di
riferimento, rappresentato dal piano del commercio, che avrebbe potuto e dovuto dare ai consiglieri tutte
le informazioni necessarie a valutare l’intervento di cui all’oggetto e al progetto stesso gli elementi di
sostenibilità riguardo al dimensionamento. Sotto il profilo formale - conclude Pinto - ritengo ammissibile
un dubbio sulla stessa legittimità della delibera. Le riserve che avanzo sono riferite al metodo e al
merito». Lucia Aviani
--------05-08-08, 10Udine
Il comitato: incontro pubblico sull'Italcementi
CIVIDALE. Il neo-comitato che caldeggia una rivisitazione del progetto di recupero dell’area Italcementi
prende atto delle dichiarazioni del presidente della Banca di Cividale circa la costituzione del sodalizio e
auspica, adesso, «l’attenzione dell’amministrazione comunale, che sembra invece non aver ancora
compreso l’importanza strategica della trasformazione urbanistica del sito e pare voler mantenere la
strategia della delega in bianco all’investitore privato». Circa la notizia del coinvolgimento – per la
progettazione dei settori esterni della futura Cividale 2 – dell’architetto cinese Mi Qiu, il comitato esprime
dubbi: appare incomprensibile, dice, «come si possano conciliare propositi che sembrano presupporre la
conservazione delle strutture esistenti con il progetto sin qui noto, cui il presidente Pelizzo non sembra in
alcun modo voler rinunciare. Non dubitiamo – si prosegue – della competenza dei tecnici incaricati, ma
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dobbiamo evidenziare che le nostre perplessità culturali nei confronti del disegno sono state condivise da
parecchi intellettuali di rilievo nazionale, oltre che da una parte significativa di cividalesi: il documento
costitutivo del comitato è stato sottoscritto da Andrea Zanzotto, uno dei più grandi poeti viventi, e da
architetti di fama internazionale, fra i quali spiccano Leonardo Benevolo, che ben conosce l’importanza
del centro storico di Cividale, avendo lavorato al suo piano regolatore, Emilio Mattioni ed Augusto Romano
Burelli, preside del corso di laurea di architettura di Udine». Il comitato invita dunque l’amministrazione a
organizzare, prima dell’approvazione del piano particolareggiato, un confronto pubblico sui vari aspetti
del progetto, per affrontare tre questioni specifiche: in che modo, cioè, il piano intenda risolvere il
problema delle relazioni fra quanto verrà edificato e il centro storico, sulla base di quali verifiche ed
analisi strutturali si è giunti a ritenere impossibile il riuso delle strutture esistenti e, infine, se le soluzioni
estetiche siano adeguate alle ambizioni turistiche e culturali di Cividale. «Siamo certi – conclude il
Comitato, che ha attivato un blog cividaleitalcementi-wordpress.com - che la Banca saprà cogliere gli esiti
di questa discussione, fortemente sentita dalla comunità; appare invece impropria la discussione
“filologica” sul fatto che si tratti o meno di archeologia industriale. Il contributo di un rappresentante della
grande architettura dovrà confrontarsi con la nostra sensibilità, che è profondamente diversa dalla
tradizione millenaria degli imperatori cinesi». Lucia Aviani
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10-08-08, 08Udine
Ex Italcementi a Cividale il comitato all'attacco
CIVIDALE. «All’organizzazione di un “evento festoso”, circostanza che stride con la demolizione di quella
che fu la più grande fabbrica della città, avremmo preferito una manifestazione di approfondimento degli
argomenti da noi sollevati in ordine alle modalità dell’intervento programmato»: il neo-comitato
costituitosi per caldeggiare una revisione del progetto di recupero dell’Italcementi prende posizione – in
maniera piuttosto drastica – circa i preparativi della grande cerimonia che saluterà l’avvio dell’opera di
abbattimento dell’opificio e rinnova il proprio appello al dialogo, perché altrimenti - fa intendere - sarà
costretto a studiare ogni possibile azione per «evitare un intervento dannoso per la città». La festa
sarebbe prevista per la sera del 13 settembre: così si legge in un volantino distribuito nei giorni scorsi alle
attività commerciali del centro storico da GierrePi Eventi immagine comunicazione, la società cui la Banca
di Cividale ha affidato il compito di firmare la regia della kermesse; nel testo si invitavano commercianti
ed esercenti a partecipare a un “incontro propositivo” incentrato “sulle concrete opportunità offerte a
tutti gli operatori” nella serata in questione, che si aprirà nell’area del parcheggio della nuova stazione
ferroviaria ma che dovrebbe poi coinvolgere anche il centro storico. «Avevamo apprezzato le dichiarazioni
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del presidente della Banca di Cividale, Lorenzo Pelizzo, sulla nascita del Comitato - esordisce il portavoce
dell’organismo, avvocato Rino Battocletti -: non possiamo dire lo stesso, invece, per questo tipo di
iniziativa, che non ci pare rispecchi il significato dell’abbattimento di una realtà industriale che tanto
rappresentò per la città di Cividale. Sarebbe stata preferibile - ribadisce quindi - rispetto a un evento
effimero e poco rispettoso della memoria di quel luogo, una manifestazione dedicata all’approfondimento
delle problematiche che abbiamo evidenziato circa la tipologia del progetto. Un tanto anche perché il
Comitato continua a ricevere autorevoli adesioni dal mondo della cultura e della società civile. Precisiamo
- conclude - che la nostra disponibilità al dialogo c’è sempre, e ribadiamo che non siamo assolutamente
contro l’intervento di recupero, bensì contro queste specifiche modalità di intervento». Quello che
l’organismo si augura, a questo punto, è dunque che «i segnali non siano solamente di chiusura».Lucia
Aviani
---------------03-09-08, 15Udine
Solo ora le opposizioni per l'ex Italcementi
Com’è possibile che dopo almeno due anni che si parla a Cividale del tanto atteso
progetto per il recupero e la riqualificazione dell’ex area Italcementi che da
decenni blocca lo sviluppo urbano ed economico della città, solo ora che stanno
per cominciare i lavori sorga un comitato che ne mette in discussione il progetto
stesso? Mi chiedo ancora, che ci fa nel suddetto comitato qualche personaggio
che mi risulta abbia approvato il progetto in consiglio comunale? E come mai si
accusa solo ora la civica amministrazione di non aver coinvolto maggiormente la
comunità locale su questa iniziativa privata quando la stessa era stata sottoposta
a suo tempo al vaglio della stessa giunta comunale, dei capigruppo consiliari e del
consiglio comunale che l’anno favorevolmente accolta? E ancora, che cosa
propongono questi concittadini riuniti in un comitato quale alternativa all’attuale
soluzione prospettata dalla Banca popolare di Cividale per il recupero e il riutilizzo
di quella vasta area? E qualora avessero un’alternativa, con quali mezzi finanziari
e in quali tempi sarebbero in grado di realizzarla? Sono solo alcuni dei quesiti che
in molti si sono posti nel leggere con amara sorpresa sul “Messaggero Veneto” il
servizio sull’improvvisa nascita di un comitato che velleitariamente intende
mettere in discussione un progetto di vitale importanza per il futuro della città,
generalmente condiviso e favorevolmente accolto dai cividalesi e che
meritoriamente viene posto in atto da un privato.Manlio NadaluttiCividale del Friuli
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--------05/09
Notte bianca per l'addio all'ex ItalcementiUna serie di microcariche guidate farà crollare in modo scenografico quello che era il simbolo del “Tabogàn” – come veniva chiamata la struttura – tra effetti laser, musica e fuochi d’artificio. L’organizzazione è curata dalla società GierrePi di Udine, che coordina il lato artistico di un evento unico in regione, pronto ad essere seguito da migliaia di persone.Già dal pomeriggio, Cividale si preparerà ad accogliere il pubblico, offrendo concerti e show parade. Si comincia in Foro Giulio Cesare alle 16 con i giovani gruppi rock cividalesi e poi, in serata, Via Ristori ospiterà originali defilé di moda, mentre fino a notte la festa continuerà in tutta la città. In Piazza Paolo Diacono c’è il Forum Music Summer 2008 con dj, in Piazza Duomo musica swing dal vivo, in Largo Boiani spazio a ska, punk e rock. I negozi resteranno aperti fino alle 21 e fino a tardi si potrà ballare in Foro Giulio Cesare con i migliori estratti della discomusic.Ma il centro di attrazione principale sarà il piazzale adiacente la nuova stazione ferroviaria, da dove si potrà seguire da vicino lo spettacolare crollo, che avverrà in piena sicurezza e sotto il controllo della Protezione Civile. Nell’attesa del momento clou, una novità originale, scelta per caratterizzare la serata. Alle 21,30 ecco “Fashion 626”, sfilata di moda dedicata all’abbigliamento tecnico di sicurezza da cantiere: tute, caschi ed altro ancora avvolgeranno in passerella splendide modelle per un effetto decisamente fuori dal comune. Contemporaneamente inizieranno le proiezioni scenografiche dei video dedicati al sito in cui sorgeranno le nuove strutture, tra cui proprio il centro direzionale della Banca Popolare di Cividale. L’atmosfera si farà carica d’emozione, grazie agli effetti spettacolari studiati per l’occasione, fino all’apice del crollo della ciminiera. A seguire, grande festa popolare e pastasciutta per tutti a cura della Sezione ANA di Cividale. Chioschi e degustazioni di prodotti tipici faranno da contorno, insieme alla musica di “Gone with the Swing” e “Bandelia”.Dopo quasi trent’anni di abbandono, inizia quindi con “Cividale ritorna al futuro” l’attesa opera di recupero e riqualificazione di un’area che ha ospitato un’azienda importante per l’economia cittadina. Parte così una grande opera, con un progetto di vitale importanza per il futuro della città.
------05-09-2008
Senza TitoloCIVIDALE. Una notte bianca. Evento senza precedenti per la cerimonia d’inizio lavori dell’area Italcementi. La Banca Popolare di Cividale regala alla città ducale un momento da ricordare. “Cividale ritorna al futuro”: questo il titolo dell’appuntamento di sabato 13, con la spettacolarizzazione della demolizione della grande ciminiera dell’ex cementificio.
------------------07-09-2008, 17Udine
Un progetto per l'ex ItalcementiLa lettera del signor Nadalutti, pubblicata sulle pagine di questo quotidiano mercoledì 3 settembre, ci
permette di chiarire la posizione del comitato sul progetto dell’area ex Italcementi di Cividale.Ha ragione
il signor Nadalutti quando afferma che sono due anni che in vario modo si parla dell’utilizzo dell’area ex
Italcementi, ma è anche vero che il progetto è stato reso noto ai cittadini solamente nella primavera di
quest’anno. Infatti la nostra prima critica è rivolta alle forze politiche sia di maggioranza sia di opposizione
che, malauguratamente, non sono state capaci di coinvolgere la cittadinanza nel suo complesso in scelte
tanto importanti per il futuro di Cividale, perdendo così un’ulteriore occasione per attivare percorsi di
trasparenza, partecipazione e condivisione.Proprio perché l’intervento ipotecherà il volto e il ruolo della
città di Cividale per molti anni a venire, questa strada era ed è doverosa.Il comitato, pur riconoscendo le
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legittime aspettative imprenditoriali dell’investitore privato, non si riconosce nell’atteggiamento di
ossequiosa delega alla Banca di Cividale dei poteri di controllo della trasformazione urbanistica del
territorio, che propone la lettera del nostro concittadino e che è purtroppo stata adottata
dall’amministrazione comunale.Liberi, come siamo, da sponsorizzazioni dell’istituto di credito, così come
dai partiti politici e da altri centri di potere, rivendichiamo e intendiamo esercitare ogni facoltà di critica
del piano in corso di approvazione, perché soltanto un dibattito pubblico aperto e partecipato potrà
consentire di chiarire ciò che il signor Nadalutti presuppone fideisticamente e cioè la generale
condivisione del progetto da parte della cittadinanza.Com’è stato più volte e da più parti osservato,
l’organizzazione di un concorso d’idee a livello nazionale e internazionale, coinvolgendo progettisti e
tecnici del recupero di aree dismesse, per poter raccogliere diverse e qualificate ipotesi anche di natura
tecnica, avrebbe potuto dare adeguata risposta ai seguenti interrogativi: 1) quanto e quale parte del
vecchio edificio possono essere salvaguardati anche per conservare la memoria storica del più grande
stabilimento industriale della città? Ci sono infiniti esempi in Italia e nel mondo di siti industriali riutilizzati
(vedi www.patrimonioindustriale.it).2) Quali le destinazioni d’uso dell’area? A tutt’oggi l’unica certezza è
data dall’edificio direzionale della banca, per il resto ci troviamo di fronte a ipotesi vaghe, irrealizzabili (la
facoltà di Architettura) o addirittura critiche (l’ennesimo supermercato?).3) Quale relazione urbanistica fra
l’area e il resto della città? Il progetto prevede che quest’area venga attraversata da una strada a quattro
corsie che sembra fatta apposta per dividere i due nuclei.4) A quali canoni di bellezza risponde il nuovo
progetto, inserito in un’area che già contiene la nuova stazione ferroviaria e il palazzetto dello sport? È
questa la Cividale 3 (evidentemente ci siamo persi la Cividale 2), rivolta al futuro, come riportato
nell’invito alla “festa” di demolizione del 13 settembre? Noi riteniamo che in una città splendida, che ha
l’aspirazione a diventare patrimonio dell’Unesco, il concetto di bellezza debba essere sempre il filo
conduttore di ogni intervento urbanistico. Come ha recentemente detto il professor Philippe Daverio ai
Colonos, «il bello nell’arte esiste se difende valori e territorio» (vedi Messaggero Veneto del 3 settembre).
A nostro avviso, tale progetto non risponde a questi criteri.Relativamente, infine, alla disponibilità
finanziaria menzionata nella lettera, non riteniamo che la stessa debba prevaricare sugli interessi
collettivi. Riteniamo altresì che con la stessa disponibilità finanziaria messa in gioco dalla Banca di
Cividale si sarebbero potuti ottenere risultati migliori.Il comitato auspica ed è sempre disponibile a un
incontro pubblico. Il problema Italcementi è in attesa da 30 anni: un rinvio di qualche mese per trovare
una soluzione adeguata ci sembra un obbiettivo da perseguire.Franco QuadrifoglioSergio BertossiRino
BattoclettiMauro Pascolinia nome del Comitato Italcementi diCividale ----------------09-09-2008, 09Udine
Ex Italcementi, conto alla rovescia per la demolizione
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CIVIDALE. Il Comitato che si batte per la revisione del progetto di recupero dell’Italcementi critica sia la maggioranza che l’opposizione consiliare per la loro incapacità di «coinvolgere la cittadinanza in scelte così importanti per il futuro di Cividale», la lista di minoranza “Valori in Comune - con Monai” attacca il Comitato: a pochi giorni di distanza dall’avvio dell’opera di demolizione dell’opificio, prevista per sabato prossimo il clima, in città, si scalda. Da un lato, appunto, la presa di posizione di chi non approva il disegno nella sua configurazione attuale: le aspettative imprenditoriali dell’investitore privato sono legittime - dichiara il Comitato - «ma non ci riconosciamo - prosegue - nell’atteggiamento di ossequiosa delega alla Banca di Cividale dei poteri di controllo della trasformazione urbanistica del territorio che è purtroppo stato adottato dall’amministrazione comunale. Liberi, come siamo, da sponsorizzazioni dell’istituto di credito, così come dai partiti politici e da altri centri di potere, rivendichiamo e intendiamo esercitare ogni facoltà di critica del piano in corso di approvazione, perché soltanto un dibattito pubblico aperto e partecipato potrà consentire di chiarire se vi sia una generale condivisione del progetto da parte della cittadinanza».La strada da percorrere, insiste l’organismo, sarebbe stata quella di un concorso d’idee a livello nazionale e internazionale. «Riteniamo - si rimarca - che con la stessa disponibilità finanziaria messa in gioco dalla Banca di Cividale si sarebbero potuti ottenere dei risultati migliori. Il Comitato auspica ed è sempre disponibile a un incontro pubblico». Dall’altro lato “Valori in Comune - con Monai”, che prende le distanze dal sodalizio: «Non intendiamo inseguire - afferma la lista - delle ipotetiche soluzioni alternative di cui neppure i promotori della contestazione hanno definito i contorni. Noi, con i piedi per terra, in occasione delle riunioni istituzionali svoltesi in Comune per la presentazione del disegno avevamo rimarcato la necessità di migliorare la viabilità e auspicato la disponibilità di parcheggi liberi, che con la creazione del centro-intermodale saranno ancor più necessari. Su quest’ultimo aspetto abbiamo ottenuto rassicurazioni: i parcheggi ci saranno, e saranno superiori a quelli attualmente disponibili; circa la questione viabilità, pensiamo che si potrà rimediare anche in seguito, ma che questo suggerimento non debba necessariamente condizionare, ora, l’atteso intervento di riconversione urbanistica».Le condizioni dell’ex cementificio, secondo quanto riferito in consiglio comunale dai tecnici - si ricorda inoltre -, rendevano impraticabile l’ipotesi di una sua pur parziale conservazione e riconversione. «Su tutto questo discorso - si conclude - prevale però il principio che, nell’ambito della sua autonomia privata, la Banca di Cividale ha scelto legittimamente una soluzione edificatoria di rinnovo radicale del sito, nel rispetto delle previsioni del piano regolatore». Lucia Aviani
---------09-09-2008, 09Udine
Alle 22 sarà fatta saltare la storica ciminiera
CIVIDALE. Commercianti, esercenti, artisti, alpini, tecnici della sicurezza e forze dell’ordine stanno unendo
le loro forze per contribuire a dare un significato di festa a una città che si sta rinnovando nel segno della
tradizione. Tutti all’opera quindi, affinché quella del 13 settembre sia una data da ricordare. L’inizio dei
festeggiamenti per l’avvio ufficiale dei lavori di riqualificazione dell’area dell’ex cementificio, curata dalla
Banca Popolare di Cividale, sarà accompagnato da innumerevoli appuntamenti, che si andranno a
intrecciare non solo nel sito del piazzale della nuova stazione, ma anche in centro. E la storica Banda
cittadina, una delle più antiche della regione (se ne trovano tracce negli archivi veneziani dell’800),
scende così in campo per spegnere 30 candeline dall’anno della sua rifondazione, facendo da trait d’union
tra la festa al cementificio e quella in città, accompagnata per l’occasione dalle bande di Manzano e
Corno di Rosazzo. Attesa anche la presentazione del volume “Cividale 3 - Dall’Italcementi all’architettura
del futuro” (alle 20 al Centro S.Francesco) al quale interverranno varie autorità tra cui il presidente
dell’Associazione Nazionale Banche Popolari Carlo Fratta Pasini e il presidente della Regione, Renzo
Tondo, che poi assisteranno al crollo della ciminera. Sarà questo il momento clou di una serata che, tra
effetti luce, fuochi d’artificio ed una colonna sonora studiata ad hoc, darà il via alla realizzazione di
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un’opera storica per la Cividale di domani. In previsione dell’afflusso di pubblico, gli esercenti stanno
intanto scatenando la loro fantasia organizzativa con proposte enogastronomiche e musicali in tutto il
centro, mentre il sito principale della manifestazione vedrà un allestimento di gazebi con le offerte più
particolari, prodotti tipici locali e prelibatezze varie. Tra le novità dell’ultima ora, l’annunciata
presentazione di un pinot bianco in purezza dal nome benaugurante “In bocca al lupo”, prodotto
dall’azienda La buse dal lof e presentato in abbinamento al prosciutto crudo D’Osvaldo.Al termine della
cerimonia di demolizione, che inizierà alle 20, coordinata dalla GierrePi di Udine, la Banda di Cividale
accompagnerà gli ospiti verso il centro, dove la musica del futuro prenderà forma nelle esibizioni live di
gruppi e dee jay.
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11-09-2008, 17Udine
Il progetto per l'Italcementi
Come semplice cittadino residente a Cividale, dopo aver letto l’articolo “Un progetto per l’Italcementi”
pubblicato nella Posta ai Lettori domenica 7 settembre scorso a nome dei firmatari del Comitato
Italcementi di Cividale, chiedo spazio per esprimere alcune semplici considerazioni. 1) Finalmente dopo
tanti anni si prospetta un cambio del biglietto di visita della nostra meravigliosa Cividale, qualunque esso
sia, sicuramente migliore di quello attuale, in cui non si capisce proprio quali “bellezze da salvare” ci
siano, con tutto il rispetto per la gente che in passato vi ha lavorato, ma mi sembra un po’ esagerato
promuovere parte del fabbricato a Civitas-Museo: è una semplice realtà industriale dismessa, “canoni di
bellezza” e “memoria storica” sono storia d’altri tempi, basta fare una passeggiata in centro storico o
attraversare l’incantevole Ponte del diavolo senza addentrarci negli edifici che cullano la storia secolare di
Cividale. Un grazie di cuore, pertanto, agli investitori privati e alla Banca popolare di Cividale che con i
propri sforzi economici intendono riqualificare quest’area. 2) Penso sia normale che chi scuce i quattrini
dal proprio portafogli intenda innanzi tutto tutelare il proprio interesse, e ben venga la realizzazione
dell’edificio direzionale della banca, a divenire sicuramente ci saranno altre opportunità o soluzioni, sia
per il pubblico sia per il privato, e forse anche qualche spazio per il Comitato Italcementi di Cividale
nell’eventualità che intendesse avanzare qualche richiesta d’investimento. 3) È troppo facile criticare chi
propone e presenta un progetto; più difficile contrapporne un altro o apprezzare la volontà e il desiderio di
rinnovamento di colui che ha iniziato questo difficile e complicato percorso che certamente, ripeto,
abbraccia interessi privati, ma si misura principalmente anche con la pubblica realtà. È chiaro, poi, che è
praticamente impossibile accontentare tutti, o, meglio, costruire e dipingere la città con il proprio colore
preferito: sono i tempi che lo impongono, la realtà del momento. Ma poi chi ha detto che un colore sia più
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bello di un altro? Chi può stabilire che un progetto vada meglio di un altro? Suvvia, siamo uomini, così
uniti e così distanti, ognuno con in cuor suo la propria verità; già, la propria verità. Valentino Balus
Cividale
-------------11-09-2008, 08Udine
Nell'ex opificio nascerà un polo multifunzionale
CIVIDALE. Interesserà un’area di ben 44 mila metri quadri il piano di recupero dell’ex complesso
industriale dell’Italcementi, acquistato, lo scorso anno, dalla Banca di Cividale. Il progetto (firmato
dall’architetto Francesco Morena) prevede la ripartizione del contesto in tre macro settori, divisi l’uno
dell’altro dalla viabilità interna: sul fronte del sito, in corrispondenza degli estremi della recinzione che
attualmente cinge i corpi di fabbrica, è in programma la realizzazione di due grandi rotonde, che
diventeranno il fulcro del nuovo sistema viabilistico all’imbocco del centro storico. Ed è proprio tale
aspetto uno dei principali elementi su cui si concentrano le voci di contrarietà al disegno. In direzione del
centro città sorgeranno la nuova sede della Banca (composta, fra l’altro, da una struttura che avrà la
forma di un albero di vetro) e, rivolto verso la stazione ferroviaria, un edificio per attività didattiche ad
alta specializzazione: l’auspicio sarebbe di riuscire ad insediarvi la facoltà di architettura dell’Università di
Udine. Il comparto sul retro, invece, è riservato ad attività commerciali e artigianali e, ancora, a una fascia
residenziale. L’impatto ambientale sarà ridotto al minimo: il 60% dell’area verrà sistemato a verde, anche
perché i parcheggi (fatta eccezione per una zona di sosta che si ricaverà a ridosso di via Bottego) saranno
tutti interrati. É in previsione pure la creazione di un ampio piazzale al centro del sito e di un percorso
pedonale interno. La “filosofia” del progetto sarebbe quella di costituire un polo multifunzionale: una
realtà, cioè, che rappresenti un’integrazione di servizi, e non un quartiere riservato esclusivamente ad
alloggi, a uffici o al commercio. La versione del piano adottata dal consiglio comunale, va precisato,
coincide con le linee di indirizzo generali per il riutilizzo del complesso Italcementi: la progettazione
specifica degli edifici sarà oggetto di un passaggio successivo. Del vecchio opificio, secondo quanto
previsto dal piano di riqualificazione, non rimarrà niente: gli accertamenti compiuti avrebbero escluso la
possibilità del recupero di parte del complesso. ( l.a. )
-----11-09-08, 08Udine
Italcementi day: sabato attese diecimila persone
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CIVIDALE. Meno due: si accorcia il conto alla rovescia per l’avvio dell’opera di demolizione
dell’Italcementi e cresce l’attesa, in città, per un momento annunciato come spettacolare. Sabato sera,
alle 22, una serie di microcariche guidate farà crollare il “Tabogàn”, la ciminiera dell’opificio, simbolo
della realtà produttiva. Attese 10 mila persone, se il tem,po sarà clemente. Una fabbrica che per decenni,
dal periodo della seconda guerra mondiale fino agli anni Settanta, rappresentò uno degli elementi
trainanti dell’economia cittadina. In disarmo da oltre un ventennio - la produzione venne interrotta nel
1986 -, l’Italcementi scomparirà, a breve, per cedere il posto a un centro di servizi, residenziale e
commerciale. La festa. “Cividale ritorna al futuro”: titolo altisonante quello che la società Gierrepi di
Udine, ideatrice e curatrice dell’evento, ha scelto come cornice per la folta serie di intrattenimenti previsti
per il pomeriggio e la serata di sabato. L’addio al cementificio sarà scandito da esibizioni musicali, sfilate
di moda, proiezioni, gran pastasciutta servita dagli alpini, fuochi d’artificio: un mix capace, insomma, di
attirare i grandi numeri. E le aspettative, sotto questo profilo, sono infatti alte: si conta di replicare lo
straordinario successo di pubblico che due anni fa era stato registrato dalla prima notte bianca
organizzata dalla Banca di Cividale, per solennizzare la ricorrenza del 120° anniversario di fondazione. I
festeggiamenti coinvolgeranno l’intera città, sviluppandosi sia in centro storico che nell’area protagonista
della manifestazione, il piazzale antistante la nuova stazione ferroviaria, di fronte all’Italcementi.
Appuntamenti in centro. Il primo spettacolo è in programma per le 16, nei rinnovati scenari di piazza Foro
Giulio Cesare: si esibiranno giovani artisti di “casa”, gruppi rock cividalesi che già in precedenti occasioni
hanno ottenuto buoni consensi di pubblico. In serata, poi, il centro storico si trasformerà in una sorta di
grande passerella e palcoscenico: in via Ristori verranno proposti defilé di moda, piazza Paolo Diacono
accoglierà il Forum Music Summer 2008 con dj, piazza Duomo sarà riservata alla musica swing dal vivo,
gli spazi di Largo Boiani potranno soddisfare gli amanti dei generi ska, punk e rock e Foro Giulio Cesare,
ancora, offrirà sfogo agli appassionati della disco-music. Le attività commerciali, da parte loro, rimarranno
aperte per un’ora e mezza in più del consueto, fino alle 21. Cuore dell’evento. Facile intuire, comunque,
che il luogo più affollato sarà - quanto meno in corrispondenza del crollo del Tabogàn - il parcheggio della
nuova stazione. L’attesa dell’esplosione sarà riempita da una singolare sfilata di moda (alle 21.30)
dedicata all’abbigliamento tecnico di sicurezza da cantiere. Nel mentre verranno anche proiettati dei
video relativi al progetto del nuovo sito. Alle 22, come detto, addio alla ciminiera, e a seguire uno
spettacolo pirotecnico, pastasciutta preparata dall’Ana di Cividale e musica. Il fronte del sì. Presentato
dalla Banca di Cividale, che ha acquisito l’area Italcementi, il piano di recupero vede favorevole
l’amministrazione comunale pressoché al suo completo. Dalla minoranza una sola voce discorde, quella
del portavoce della lista Rinascita-Prc Domenico Pinto. Il fronte del no. Contrario al progetto di recupero
nella sua strutturazione attuale è, oltre al citato esponente dell’opposizione, un Comitato di cittadini che
caldeggia la conservazione di almeno una parte della struttura, pro “memoria storica”. Lucia Aviani
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12-09-08, 15Cultura - Spettacolo
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Il committente è la Banca Popolare il progettista è Francesco Morena
di LICIO DAMIANI Una enclave avveniristica alle porte di Cividale. Con la
spettacolare demolizione della ciminiera Italcementi prende il via il progetto
Cividale 3 . Farà sorgere, in luogo dei giganteschi e compatti volumi della fabbrica
fuori scala rispetto all a sky line del centro storico, fabbrica che per più di
ottant’anni ha caratterizzato la vita economica e sociale della città di Paolo
Diacono, lo scenario post-moderno ideato dall’architetto Francesco Morena. Il
progetto è stato commissionato dal Gruppo Banca Popolare di Cividale, che ha
acquisito l’area industriale dismessa, di 72 mila metri quadri, con l’obiettivo di
realizzare una cittadella all’avanguardia sotto l’aspetto estetico e tecnologico.
Perno dell’insediamento la nuova sede dell’istituto bancario, intorno alla quale
centri commerciali e di servizio e unità abitative fioriranno d’intrecci e di ariose
sovrapposizioni edilizie immerse nel verde. Una sorta di fantastico calligramma
tridimensionale. Il progetto è illustrato in un volume edito da Forum e curato da
Chiara de Santi, a conclusione di una rievocazione rapsodica, con scritti e
fotografie, delle vicende del cementificio. Il libro, infatti, Cividale 3 –
Dall’Italcementi allì’architettura del futuro , si articola in tre parti intitolate,
rispettivamente, Passato , Presente , Futuro . Il primo stabilimento cividalese –
informa nel suo saggio l’architetto Manuela Castagnara Codeluppi – fu realizzato
nel 1910 dalla Società Italiana dei Cementi, poi Italcementi, della famiglia
bergamasca Pesenti. Come materiale si utilizzò la marna delle cave di Tarcetta di
Antro e di Ponteacco. La fabbrica subì risistemazioni e ampliamenti nel 1927, tra il
1935 e il 1938, nel 1943 e, da ultimo, negli anni Sessanta. Nella zona più a ovest
sorgeva lo stabilimento della Società Cementi del Friuli fatto costruire nel 1925 da
Arturo Malignani, proprietario anche di un cementificio a San Leonardo. La marna
giunse dalla cava di Gnivizza di Torreano. Nel 1951 la Cementi del Friuli fu
inglobata nell’Italcementi, che sette anni più tardi aprì una nuova cava a
Sanguarzo. La produzione proseguì con fasi alterne. L’ex fabbrica Cementi del
Friuli cessò l’attività nel 1965 e venne completamente demolita, mentre il forno
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dello stabilimento Pesenti rimase operante fino al 1987. Nel 2002 si concluse
anche il ciclo della macinazione. Foto d’epoca, in gran parte dello studio
Brisighelli, restituiscono, con il loro tono seppia, l’aura di un tempo perduto. A
esse si contrappone la nutrita serie d’immagini scattate dal fotografo Roberto
Mancuso sulle condizioni attuali dello stabilimento: tubature arrugginite, scritte
semicancellate sui portelli metallici che rammentano passaggi di esistenze
anonime, cortili deserti chiazzati d’erbe selvatiche, scorci vertiginosi di silos e
capannoni, colonnati surreali, particolari di macchinari e di utensili incrostati di
muffe, bocche angosciose di forni spenti, murature fatiscenti, oblò come occhi
ciechi. Visioni kafkiane d’archeologia industriale, labirinti della dissoluzione,
inquietanti sequenze oniriche evocanti il decadente film di Ridley Scott Blade
Runner , apparizioni fantasmatiche di una realtà fatiscente destinata a dissolversi.
Sullo stesso tema, con toni più intimistici, si sviluppa l’elegia visiva La città
dimenticata di Adriana Iaconcig. Il quadro umano del vissuto in quella fabbrica
grandiosa e ormai degradata è stato ricostruito da testimonianze di pensionati
dell’Italcementi raccolte da Giulio Tarlao, ricercatore all’Istituto di Sociologia
Internazionale di Gorizia. Ripercorrono fatti e avvenimenti dalla seconda guerra
mondiale alla ripresa post-bellica, dai mutamenti sociali degli anni Sessanta al
terremoto del 1976, fino alla malinconica fine dell’ epos produttivo. «In quella
fabbrica, un tempo non lontano – scrive un ex dipendente – il fragore delle
macchine e uno stuolo di lavoratori rendevano vivace un’attività che dava
compensi e profitti. Oggi il silenzio e la natura hanno invaso quell’aerea, dove le
sezioni operative sono vuote e un senso d’abbandono coglie ogni pensiero rivolto
al recente passato... Squallide rovine in preda alla ruggine... Spettrale
disfacimento...». Altri riferiscono delle dispute sindacali e della curva discendente
dell’attività: «Il grosso cambiamento si ebbe dopo il terremoto: nessuno veniva più
a lavorare all’Italcementi, viste anche le altre opportunità di lavoro che c’erano
in zona». C’è chi si duole della chiusura e della demolizione, ritenute ingiustificate
e chi smentisce problemi d’inquinamento: «Più che inquinamento era fastidio per
le polveri bianche, che non costituivano però pericolo per la salute». Alcuni
ricordano le difficili condizioni di lavoro: «Dai reparti di macinazione gli operai
uscivano sordi». «Adesso si dice l’amianto, ma allora gli operai entravano con tuta
d’amianto... A 65 anni pochi ci arrivavano...». «Ho visto cinque morti a Cividale, di
cui tre in cava: due caduti con la campagnola, più un altro che è caduto perché si
era slegato, fracassandosi la testa». Dichiarazioni riguardano i rapporti con
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direzione e proprietà, le controversie sindacali, la vita quotidiana in fabbrica. Uno
cita la proibizione di bere vino: «Un mio collega mangiava un panino bevendo da
una bottiglietta. Il direttore lo vide e buttò a terra la bottiglietta. L’operaio il giorno
dopo si licenziò». Infine la conclusione sconsolata: «C’è amore dei cividalesi per
l’Italcementi, ma ora. In passato quando combattevamo contro la chiusura
eravamo soli. Ora tutti sono romantici». Criteri e spirito del progetto sono illustrati
nell’intervista di Chiara de Santi all’architetto Morena. All’intervista segue la
Scheda tecnica di Maurizio Milan. Morena ha studio a Monfalcone, Venezia, Milano
e Shanghai. In Cina progetta, insieme all’architetto e scultore Mi Qiu, alberghi,
centri commerciali, centri d’affari e partecipa al restauro della città sull’acqua di
Tong Li risalente ai primi secoli del secondo millennio. L’edizione 2007 della
Biennale d’architettura di Venezia ha dato grande visibilità al piano,
comprendente la realizzazione di una città satellite. Il dialogo fra culture diverse è
dunue una peculiarità del linguaggio architettonico di Morena e connota in modo
molto pronunciato anche i lineamenti di Cividale 3 . Non soltanto a Mi Qiu sono
stati affidati gli interventi installativi nella cittadella cividalese, ma l’intero
complesso rivela influssi della scrittura orientale. L’esigenza prioritaria che ha
mosso il progetto nell’area ex Italcementi – secondo Morena – è un riequilibrio di
ordine volumetrico del nuovo insediamento con la città storica. Non banale
tentativo di contestualizzazione imitativa o di camuffamenti, ma affermazione
decisa del «vento fresco e vivificante della creatività moderna». E tuttavia, nella
sede dell’istituto bancario, la filigrana reticolare delle due ali che cingono quali
braccia aperte il prisma centrale abitabile, concepito come chioma di un albero o
come enorme corpo di cristallo da Guerre stellari , oltre a echeggiare forme
ideogrammatiche, in sottofondo e alla lontana parrebbero risentire anche dei ritmi
decorativi stilizzati di matrice longobarda. Un tentativo riuscito di sincretismo
futuribile? Chissà. Adiacente alla sede bancaria è collocato il Centro di Alta
Formazione, sorta di articolato corpo conventuale interamente coperto di vetri
scuri che celano l’interno e moltiplicano le visuali esterne in una sorta di
caleidoscopio misterioso. La grande conchiglia posata sul prato richiama
l’aerostato di Incontri ravvicinati del terzo tipo . Sparse tutt’intorno le manciate
degli edifici residenziali posano come dadi su un prato che è in realtà la copertura
del tetto dell’area commerciale e dei parcheggi. Alto e qualificato il livello
tecnologico. E un importante ruolo svolgono gli spazi aperti, traforati dalle forme
dinamiche dell’architettura in un rapporto simbiotico con la vegetazione. In questo
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senso un contributo alla lettura più approfondita del progetto viene dagli schizzi e
dai disegni dello stesso architetto, espressivamente intensi nella loro forte
gestualità. «Vorrei che il mio intervento – afferma Morena – comunicasse
ottimismo! L’ottimismo di una visione che guarda al futuro senza riserve mentali o
pseudo culturali, ma che aspira a contemplare nuovi modi possibili di operare nel
rispetto dell’ambiente e nel nome della libertà espressiva».
13.09.08
Tre file di microcariche per l'addio al manufatto
CIVIDALE. Non sembra avere precedenti in Friuli Venezia Giulia una demolizione spettacolare come quella programmata per stasera al cementificio di Cividale. La ciminiera che con i suoi 60 metri di altezza domina lo storico opificio dell’Italcementi abbandonato al degrado da 30 anni sarà demolita con l’uso di microcariche esplosive. L’evento, che avrà luogo alle 22, apre i festeggiamenti per l’avvio dei lavori di riqualificazione dell’ex area industriale acquisita dalla Banca Popolare di Cividale per realizzare un articolato e modernissimo progetto immobiliare. E’ stato lo stesso gruppo bancario cividalese a voler dare il massimo risalto a questa iniziativa che di fatto apre una nuova fase per le prospettive di sviluppo della città ducale e del suo hinterland. La commissione tecnica esplosivi della provincia di Udine presieduta dal vicequestore Carlo Cracovia ha autorizzato questo procedimento di demolizione che per le dimensioni del manufatto interessato non ha precedenti nel territorio regionale, come conferma il responsabile della sicurezza del cantiere ingegner Riccardo Cisilino. Tre file di microcariche di dinamite saranno poste alla base della grande ciminiera la cui esplosione comporterà la distruzione del 50% della medesima base del manufatto. Ciò comporterà lo sbilanciamento della ciminiera che, come un alto albero abbattuto a colpi d’ascia da un boscaiolo rovinerà al suolo, all’interno dello stabilimento industriale, su un letto di sedime appositamente predisposto che ne attutirà l’impatto. Durante la demolizione saranno in funzione 7 cannoni del tipo sparaneve che emetteranno forti getti di acqua nebulizzata in grado di trattenere e neutralizzare le polveri provocate dal crollo. Per ragioni di sicurezza sarà interdetta al traffico tutta l’area adiacente alla vecchia stazione ferroviaria mentre il pubblico potrà assistere all’evento dal grande piazzale che dà su viale Foramitti. Il vecchio stabilimento sarà illuminata a giorno e la demolizione sarà ripresa da una telecamera, le immagini saranno proiettate sui silos del cementificio.
----------------13-09-08, 10Udine
«Speriamo che ripensino il progetto»
CIVIDALE. "Alle 22 spettacolare demolizione della memoria. Seguono botti": lo spirito e la filosofia
("propositiva", ribadiscono gli interessati) del "Comitato sull'area Italcementi" sono perfettamente
sintetizzati dalla vignetta che il grande disegnatore Francesco Tullio Altan ha dedicato alla cerimonia di
questa sera. Stampata su manifesti e volantini (sul retro di questi ultimi campeggiano la scritta "Perché il
futuro è di tutti" e un invito a creare uno spazio di riflessione e progettualità per il futuro di Cividale), la
vignetta è stata anche inoltrata, in formato cartolina, al sindaco Attilio Vuga: il messaggio, nel caso, recita
«Il futuro è di tutti. Ripensateci». «Riteniamo - commenta al riguardo il portavoce del Comitato, avvocato
Rino Battocletti - che il silenzio del primo cittadino, sulla questione, sia assordante. L'iniziativa che punta
all'inserimento di Cividale nella lista dei siti tutelati dall'Unesco è positiva per la città solo se
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accompagnata da una tutela efficace del suo patrimonio urbanistico, che non è merito di alcun politico
attuale ma di Cividale stessa e della sua storia. Abbiamo voluto inviare al sindaco la cartolina perché
riteniamo che sia l'amministrazione comunale, a partire dalle forze di maggioranza, a dover tutelare
l'interesse dei cittadini. Abbiamo inoltre richiesto formalmente un incontro con il Comune e la Banca, e ciò
indica, una volta di più, come non siamo per il "no" ma per il "meglio": attendiamo una risposta, nella
convinzione che sia dovere di entrambi i soggetti ascoltare un gruppo di cittadini». Ma vi sono altre
novità: il Comitato è stato contattato da Gabriele Basilico, uno dei maggiori fotografi europei di
archeologia industriale, che ha manifestato l'intenzione di venire a immortalare il sito nelle prossime
settimane; e si è mosso anche un giornale nazionale, «ulteriore motivo di soddisfazione - rileva Battocletti
- perché il dibattito sul tema potrà essere proficuo solo se riuscirà a superare l'ambito provinciale». Per
oggi nessuna contromanifestazione («Non è nel nostro stile»), ma un appuntamento «per chi vorrà
pensare» al Circolo Navel, in Foro Giulio Cesare, alle 19: saranno proiettate delle interviste alle
personalità che hanno aderito al Comitato, a cominciare da Giorgio Pressburger, e sarà presentato un
video realizzato dalla poetessa Antonella Bucovaz. (l.a.)
----13.09.08
CIVIDALE. Musica, un convegno, sfilate di moda, gastronomia - a cominciare dalla
pastasciutta che sarà servita a tutti dalla sezione Ana di Cividale -, fuochi
d'artificio: la scaletta degli intrattenimenti studiati dalla società udinese Gierrepi,
su mandato dalla Banca di Cividale, per salutare l'avvio dell'opera di demolizione
dell'Italcementi, è un mix di quelli capaci, verosimilmente, di richiamare i grandi
numeri.------------13-09-08, 10Udine
Ex Italcementi, il giorno della demolizioneLo spettacolare crollo del tabogàn, la ciminiera simbolo dell'opificio - che sarà fatta implodere da una
serie di microcariche, alle 22 -, sarà preceduto e seguito da eventi diversificati per tenore e target. Si
comincerà alle 16, in piazza Foro Giulio Cesare, con l'esibizione dei giovani talenti rock cividalesi. Alle 20,
poi, mentre gli show musicali "migreranno" dal centro storico all'area cuore della manifestazione, il
piazzale della nuova stazione ferroviaria - di fronte al cementificio -, il Centro San Francesco ospiterà un
convegno di presentazione del volume “Cividale 3: dall'Italcementi all'architettura del futuro”, redatto
dalla dottoressa Chiara De Santi: interventi della curatrice del testo, dell'architetto Francesco Morena,
progettista di quella che è stata ribattezzata in "Cividale 3", dell'avvocato Carlo Fratta Pasini, presidente
dell'Associazione nazionale Banche popolari e infine del presidente della Regione Renzo Tondo. In centro
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storico, dove i negozi rimarranno aperti fino alle 21, la musica animerà piazza Paolo Diacono (con il Forum
Music Summer 2008), piazza Duomo, riservata al genere swing, Largo Boiani (con un "Tributo a Elisa") e
Foro Giulio Cesare, dove si avvicenderanno Cursed Angels, Aproached Destiny, White Cadillac, Tug of war,
Alan Nauta & Vincent Vega, No Shelter e Dsl. In serata, inoltre, via Ristori si trasformerà in passerella per
un defilé di moda. Questo, invece, il programma che interesserà la zona Italcementi: alle 21.30,
anzitutto, sfilata dedicata all'abbigliamento di sicurezza sul lavoro, iniziativa che ha tuttavia suscitato il
risentimento del locale Circolo di Prc.«Ha tutta l'aria di essere un'operazione commerciale promossa da
qualche operatore del settore dell'antinfortunistica - dichiara il partito -. La sicurezza è una cosa seria, che
richiede una specifica legislazione, investimenti da parte dei datori di lavoro, corsi di formazione per i
dipendenti e controlli da parte delle istituzioni». Si esibiranno poi i Gone with the Swing, con un repertorio
che spazierà dal blues al soul, fino al funky e al rock. E alle 22, come detto, il momento clou, con
l'esplosione; seguiranno i fuochi d'artificio, la pastasciutta alpina e, alle 24, un concerto del Corpo
bandistico musicale Città di Cividale, che celebra il trentennale della propria fondazione. Lucia Aviani
14-09-08, 10Udine
LA STORIA
CIVIDALE. Sono più di vent'anni, 22 per la precisione, che si è aperto, in città, il "caso Italcementi": di
cosa fare dell'ingombrante e grigia mole dell'opificio si è discusso a lungo, e fino a tempi molto recenti
senza concrete prospettive d'azione, considerata l'entità della spesa necessaria per porre in essere un
progetto di riqualificazione del sito. Ora, fra entusiasmi e polemiche, il momento è arrivato, e nei prossimi
mesi, gradualmente, i mastodontici silos e i corpi di fabbrica del cementificio scompariranno per cedere il
passo al nuovo. Per quanto presenza "scomoda", anche se familiare ai cividalesi, è indubbio che
l'Italcementi sia una realtà che incarna e rappresenta un bagaglio di memorie legate alla storia
dell'economia cittadina del Novecento: una realtà di cui ancora molte famiglie conservano ricordi vivi e
diretti, sapendola ex luogo di lavoro di qualche proprio componente. Così come in tantissimi - fatta
eccezione per le più giovani generazioni - pensando all'ex fabbrica di cemento rammentano a tutt'oggi il
suono delle sirene che scandivano i turni degli operai e il ritmo dell'attività produttiva. Con l'Italcementi,
che occupava (nel periodo d'oro) un centinaio di persone, se ne va dunque un pezzo di storia cividalese:
una storia che prende le mosse negli anni della seconda guerra mondiale - quando maestranze tedesche
edificarono i corpi di fabbrica - e che di tali difficili frangenti serba anche testimonianze tangibili e tristi; in
quella che fu la mensa degli operai, infatti, è affissa una lapide che ricorda la fucilazione di due dipendenti
della fabbrica. Buona parte delle strutture e dei macchinari dell'opificio sono, come detto, di fabbricazione
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tedesca: e tedesca, in particolare, è la "firma" della grande ciminiera, per i cividalesi il "tabogàn" - in cui
veniva convogliato il vapore del procedimento di cottura -, e del forno. La produzione venne dismessa nel
1986, anche se poi fino al 2000 il complesso venne parzialmente utilizzato come deposito del materiale
che arrivava da Trieste. E i vent'anni di stop hanno lasciato un segno evidente: crepe sulle strade un
tempo percorse dai camion carichi di pietra, vetrate rotte, ruggine ovunque, boscaglie fra i silos e i
padiglioni. Il percorso fra serbatoi per la nafta, capannoni per il deposito, la cottura e la frantumazione
della pietra, camera fumo e vasconi per l'acqua (che veniva convogliata dalla roggia Torreano-Cividale) è
disseminato da vecchi cartelli che recano - per citare solo qualche esempio - le diciture "Pericolo fosse",
"Attenzione: caduta oggetti dall'alto", "Pericolo franamenti improvvisi del terreno": piccoli, a loro modo
suggestivi elementi di archeologia industriale, testimoni della tipologia dell'attività della fabbrica. Il suo
momento più prospero l'Italcementi lo visse fra gli anni Sessanta e Settanta: la produzione era continua,
24 ore su 24 in tutti i giorni dell'anno. I camion arrivavano carichi di pietra e ripartivano pieni di cemento:
al deposito di quest'ultimo era deputata l'imponente struttura, composta da vari silos, che campeggia sul
fronte dell'ex area industriale. (l.a.)
14-09-08, 10Udine
Ecco come sarà la cittadella Cividale3CIVIDALE. Tre macro settori, destinati ad accogliere, rispettivamente, un polo direzionale e di servizi - la
nuova sede della Banca di Cividale più un complesso aggiuntivo in cui si auspicherebbe di insediare la
facoltà di architettura dell'Università di Udine -, un contesto residenziale e 5 mila metri quadrati di
superficie commerciale: si svilupperà su un'area di 72 mila metri quadri il piano di recupero e
riqualificazione dell'Italcementi, sito industriale in disarmo da 22 anni e acquistato, nel 2007, dalla
Banca di Cividale. Redatto dall'architetto Francesco Morena, il progetto prevede l'azzeramento
dell'esistente, con la demolizione di tutti i corpi di fabbrica. Quelli sul fronte, in direzione del centro
storico, saranno sostituiti da due imponenti strutture: sul lato sinistro - guardando in direzione Udine-
Cividale - sorgerà il palazzo della Banca di Cividale, che sarà composto anche da un edificio che evocherà
la forma di un albero dalla chioma di vetro, mentre all'estremità opposta verrà innalzata una costruzione
studiata per accogliere un centro di attività didattiche ad alta specializzazione; l'obiettivo primario, sul
quale Banca e Comune insistono da anni ma che, allo stato attuale, rimane ancora in forse, sarebbe,
come detto, quello dell'insediamento di una facoltà universitaria, elemento che conferirebbe un
importante valore aggiunto alla città. Davanti alle costruzioni citate sarà realizzata la nuova viabilità di
accesso al centro cividalese, la stessa a suo tempo stralciata dalle previsioni del piano regolatore: in
corrispondenza dei due angoli della recinzione che attualmente cinge l'opificio verranno create due grandi
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rotonde, che diverranno il fulcro, appunto, del sistema viabilistico all'imbocco del centro storico. Proprio
tale aspetto - anche se non solo - è alla base delle perplessità espresse sia da alcuni esponenti della
minoranza consiliare, che peraltro (fatta eccezione per il portavoce di Rinascita-Prc, Domenico Pinto)
avevano votato a favore del disegno, sia dal Comitato per l'Italcementi, che si batte per una revisione
del progetto nel senso della conservazione di almeno una parte del cementificio, per salvaguardare la
memoria storica di una realtà industriale che segnò - in positivo - diversi decenni della vita produttiva
cittadina: il sistema viario programmato, si dice, produrrà una frattura fra il centro storico e quella che, da
"Cividale 2", è stata recentemente ribattezzata in "Cividale 3". Il comparto sul retro sarà invece riservato
ad attività commerciali (prevalentemente nel ramo alimentare) e al residenziale. Per contenere il più
possibile l'impatto ambientale, il 60% dell'area sarà sistemato a verde, operazione che risulterà possibile
anche in virtù del fatto che i parcheggi (ad esclusione di una zona di sosta che si intende ricavare a
ridosso di via Bottego) saranno tutti interrati. Per ottenere, sul fronte del verde appunto (ma anche, più in
generale, dei settori esterni), il miglior risultato possibile è stato coinvolto anche un architetto cinese di
grido, Mi Qiu. Sono in programma pure la costruzione di un ampio piazzale al centro del sito e di un
percorso pedonale interno. Quelle appena menzionate rappresentano, va ricordato, le linee di indirizzo
generali per il riutilizzo del complesso Italcementi: la progettazione specifica degli edifici sarà oggetto di
un passaggio successivo, che coinvolgerà nuovamente il consiglio comunale. Lucia Aviani
-------14-09-2008, 10Udine
L'architetto Vragnaz: ma serviva una sintesi tra vecchio e nuovo
CIVIDALE. Una grande occasione persa, perché «il monumento e la spettacolarizzazione c'erano già:
bastava saperle cogliere utilizzando la forza figurativa e costruttiva del complesso per inserirci il nuovo».
Parole dell'architetto cividalese Giovanni Vragnaz, assolutamente convinto, oltre che dell'inadeguatezza
del progetto di riqualificazione dell'Italcementi, del fatto che il mastodontico edificio del forno si potesse
conservare. Il piano delineato, osserva il professionista - una delle voci del Comitato per l'Italcementi -,
accusa scarsa qualità: «E' un insieme di oggetti - nota l'architetto - che non aspirano o non riescono a
costituire un quadro coerente; oggetti la cui provenienza è, per chi segue il dibattito architettonico,
assolutamente riconoscibile. Oggetti senza luogo, senza nessun rapporto né fra di loro né con la realtà
circostante». "Ritorno al futuro", recitava lo slogan dell'evento ideato per celebrare l'avvio della
demolizione: «Io temo, invece - commenta Vragnaz -, che sia un progetto destinato a invecchiare
rapidamente; è vecchio già oggi. Si tratta di un modello simile ad alcune periferie costellate da centri
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commerciali: il "linguaggio" prescelto è poco adeguato e sfocerà nella creazione di un qualcosa di molto
costoso e di difficile da mantenere. Immagino che la futura "Cividale 3" avrà lo stesso destino del vicino
palazzetto polifunzionale». La vera sfida «era di trovare un rapporto tra la città e quei fabbricati dismessi:
il primo atto da compiere, per un progettista - conclude l'architetto -, è quello di risparmiare le risorse.
Demolire costa. Il riuso, almeno, appunto, del forno, è sicuramente possibile». (l.a.)
------14-09-2008, 10Udine
Tutti in festa sotto la pioggia
CIVIDALE. Boicottato (ma solo parzialmente ridimensionato dalla pioggia e dal freddo): l’inclemenza del
tempo, che a partire dal primo pomeriggio di ieri non ha concesso tregue, non ha frenato il grande evento
predisposto dalla Banca di Cividale – tramite la società udinese Gierrepi – per solennizzare e festeggiare
l’inizio dei lavori di demolizione dell’Italcementi. Musica e sfilate . Forzato cambio di sede per i gruppi
rock cividalesi, che hanno aperto, ieri pomeriggio, il cartellone degli appuntamenti previsti a corredo del
crollo del Tabogàn, la ciminiera dell’opificio, simbolo dell’ex realtà industriale: pronti ad esibirsi in Foro
Giulio Cesare, i giovani artisti sono stati costretti a ripiegare al teatro Ristori. Nessun mutamento di
copione, invece, nell’area cuore della festa – il piazzale della nuova stazione ferroviaria, di fronte
all’Italcementi – né per il prosieguo della serata, in centro storico. I negozi sono rimasti aperti, come
previsto, fino alle 21 e musiche di generi disparati – swing, latin-jazz, blues e soul, funky e rock – hanno
mantenuto il clima vivace anche post-demolizione. Idem per le sfilate di moda, la prima – atipica,
proponendo un défilé di abbigliamento di sicurezza in cantiere – accolta dal parcheggio della stazione, la
seconda (tradizionale) da via Ristori. Il convegno. Un grande riscontro di pubblico ha premiato il convegno
di presentazione del volume “Cividale 3: dall’Italcementi all’architettura del futuro”, redatto dalla
dottoressa Chiara De Santi e impreziosito da un ricco corredo fotografico, con immagini sia tratte da
vecchi archivi che nuove, opera dell’artista Adriana Iaconcig: ospitato dalla chiesa di San Francesco,
l’evento ha registrato la partecipazione del sindaco Attilio Vuga, del presidente della Banca di Cividale,
Lorenzo Pelizzo («Ciò che verrà realizzato sarà quanto di più moderno, ecocompatibile e
tecnologicamente avanzato si sia mai visto in Friuli, e non si tratterà – ha assicurato il presidente della
banca –, come qualcuno paventa, di una cittadella satellite, staccata dal centro storico»), della curatrice
del libro, dell’architetto Francesco Morena, progettista di “Cividale 3”, del presidente dell’Associazione
nazionale Banche popolari, avvocato Carlo Fratta Pasini, e infine dell’assessore regionale Roberto
Molinaro: da questi ultimi due, il plauso a un’iniziativa che segnerà un punto di svolta per la città ducale. Il
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teatro dell’evento . Affollatissimo, nonostante il clima non certo propizio, il parcheggio della nuova
stazione, strategico punto d’osservazione per il crollo scenografico del Tabogàn e autentico cuore della
festa, con musica, pastasciutta alpina, fuochi d’artificio. Un appuntamento con la storia di una delle città
più bella e ricca di storia che la nostra regione possa vantare, un appuntamento a cui – nonostante la
mancata complicità del tempo – in migliaia hanno voluto presenziare. Magari per dire un giorno: «C’ero
anch’io». Lucia Aviani
-----14-09-08, 10Udine
Ore 22.16, ciminiera addio
CIVIDALE. Un boato secco. E poi il Tabogàn si è piegato su se stesso scomparendo dietro una nuvola di
fumo. Così, alle 22.16 di ieri, in pochi istanti si è consumato il crollo della ciminiera simbolo dell’opificio
dell’ex Italcementi. Accompagnato dagli sguardi di almeno tremila persone. Tutti con il naso all’insù. Per
osservare da vicino la fine della ciminiera di 60 metri che dal dopoguerra dominava con la sua altezza non
solo la stazione, ma tutta la città ducale. Già dalle nove ieri sera il centro di Cividale era bloccata da una
lunga coda di automobili, parcheggi selvaggi ovunque e gente incolonnata in attesa di attraversare la
strada. Ma il Mittelfest non c’entrava nulla. Ieri lo spettacolo era un altro. Uno spettacolo unico nel suo
genere, fatto di esplosioni e cemento: la demolizione del tabogàn, la canna di fumo simbolo dello storico
cementificio in stato di abbandono da una ventina d’anni. Ma ancora vivo nel ricordo di molti cividalesi. E
non solo loro. Divisi tra il piazzale della nuova stazione e quello della vecchia, all’angolo dei giardini
pubblici c’erano intere famiglie, giovani e anziani. Ex dipendenti della fabbrica in pensione che parlavano
degli anni passati al cementificio e i loro figli che invece ricordavano il suono inconfondibile della sirena
che scandiva il tempo del lavoro. Stabilendo l’entrata e l’uscita degli operai. Un suono invadente,
sgradevole che però molti cividalesi apprezzano. Perché scandiva anche i tempi della loro vita. Ieri, dopo
l’esplosione, la sirena ha suonato ancora, molto probabilmente per l’ultima volta. Perché la demolizione
ha sancito l’inizio dei lavori di riqualificazione dell’ex area industriale acquisita dalla Banca Popolare di
Cividale per realizzare un centro direzionale e residenziale. Attorno alla demolizione è stato organizzato
un vero e proprio show. Con convegni, musica, persino una sfilata dedicata all'abbigliamento di sicurezza
sul lavoro. Ma ieri tutte le attenzioni erano rivolte alla ciminiera. E poco importa se sul palco allestito per
l’occasione si alternavano diversi gruppi musicali. Dalle nove in poi la gente ha iniziato a fissare i cancelli
del cementificio con le spalle rivolte al palco. I più coraggiosi hanno preso posto in prima fila, altri hanno
preferito stare un poco più indietro perché «se cade male, non si sa mai». Nessuno comunque ha
rinunciato allo spettacolo. Sfidando la pioggia e il vento gelido. «Perché cose così non capitano spesso –
ha confidato una coppia arrivata da Udine –, si vedono solo in televisione». E invece no. Ieri lo spettacolo
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era in diretta. Dal vivo. A inaugurare lo show sono stati i 7 cannoni sparaneve che hanno lanciato in aria
forti getti di acqua nebulizzata per trattenere le polveri provocate dal crollo. A quel punto, poco prima
delle dieci, la gente ha iniziato a trattenere il fiato. La squadra di sicurezza che ha visto impegnati una
trentina di volontari della protezione civile di Cividale e una ventina di agenti tra polizia e carabinieri, ha
fatto allontanare tutti dietro le transenne. E sui silos del cemento venivano proiettate le immagini dei
cannoni sparaneve in funzione. Poi la fabbrica è stata illuminata da un fascio di luci verdi ed è partito il
conto alla rovescia. Alle 22.14, il countdown è finito, i flash delle macchine erano pronte a scattare, ma
niente. L’esplosione delle microcariche è arrivata due minuti dopo. E in un attimo il Tabogàn è scomparso
per sempre. Cristian Rigo
----------------14-09-08, 10Udine
«Salvate almeno una parte di questo patrimonio»
CIVIDALE. Non per il "no", ma per il "meglio". Il Comitato per l'Italcementi sintetizza così la propria
posizione e continua ad aspettare un segnale da parte della Banca di Cividale e, prima ancora,
dell'amministrazione, ritenuta responsabile di scelte urbanistiche che segneranno il futuro della città. E
continua, allo stesso modo, a ribadire che «la filosofia del progetto non è affatto nuova», asserendo un
tanto - come rimarca il portavoce dell'organismo, avvocato Rino Battocletti - «non sulla base di un
giudizio estetico soggettivo ma della considerazione che interventi del genere sono utilizzati da tempo per
la realizzazione di centri commerciali». Un piano già superato, insomma, «vecchio proprio perché non ha
saputo impiegare le risorse esistenti». L'appello del Comitato, come noto, sarebbe quello di salvare il
salvabile, per conservare, almeno in parte, una memoria "visiva" dell'opificio. Di lutto, «altro che di una
festa», parla dunque un esponente del sodalizio, Emilio Mattioni, in relazione all'avvio dell'opera di
demolizione: «Un lutto, sì - dice -, perché si inizia ad abbattere uno stabilimento che costituisce una parte
rilevante della storia di Cividale e della sua gente. Ho spesso assistito a feste di fine lavori, ma mai ne ho
vista una per l'avvio di una demolizione; mi è parsa subito un'iniziativa di cattivo gusto. Non penso certo
che sia necessario mantenere tutto e ovunque, ma ritengo che una riflessione approfondita, prima di dare
il via all'operazione, sarebbe stata d'obbligo». L'auspicio è che l'invito al dibattito con i cittadini, finora
eluso, venga accolto: sarebbe doveroso - osserva Mattioni - nei confronti di chi non condivide l'attuale
configurazione del progetto, «il quale, fra l'altro - nota ancora -, difetta della valutazione di impatto
ambientale». In sede di consiglio comunale, l'unica voce di dissenso (tradottasi in un voto contrario al
piano particolareggiato presentato dalla Banca) era stata espressa dal consigliere Domenico Pinto, della
lista Rinascita-Prc: una critica, ha ribadito Pinto nei giorni scorsi, che ha come bersaglio l'amministrazione
comunale più che il soggetto privato, e che si inserisce sulla scia delle argomentazioni in precedenza
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addotte contro i contenuti del nuovo piano regolatore (di cui il progetto di recupero dell'Italcementi
"riesuma" parte delle previsioni viabilistiche stralciate dalla Regione). (l.a.)
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14-09-08, 10Udine
Vuga: il nostro futuro è cominciato
CIVIDALE. «L'avvio dell’opera di demolizione dell’Italcementi è un fatto di grande rilevanza, che va al di
là della dimensione locale». Il sindaco Attilio Vuga ribadisce quanto già dichiarato in più occasioni, ovvero
che «si tratta di un progetto che guarda in avanti, al futuro della città, e che può dare a Cividale e al suo
territorio una prospettiva di crescita». In un contesto globale – nota ancora il primo cittadino – in cui
l’immobilismo significa arretramento e la competizione è fortissima, il fatto che un istituto di credito locale
abbia deciso di accollarsi l’onere di un intervento di tale entità (che ben difficilmente sarebbe stato
sostenibile da altri soggetti) è un elemento positivo. «L’amministrazione – rileva Vuga – opera per atti e
non per tardive e parziali visioni: non vi sono mai stati vincoli urbanistici di divieto di demolizione dei corpi
di fabbrica esistenti e ciò significa che nessuna delle amministrazioni succedutesi lo ha ritenuto
necessario. Non è possibile vincolare un soggetto privato ad azioni non previste. Il piano particolareggiato
e le sue ipotesi progettuali sono stati presentati ai consiglieri comunali in ripetute occasioni e sono stati
approvati con 17 voti a favore e uno contrario. Sorge il dubbio che le posizioni contrarie tardivamente
espresse abbiano anche carattere politico. Ma il presidente della Banca di Cividale non doveva essere il
candidato ideale del centro-sinistra alle comunali del 2005? Come al solito c’è chi fa e chi cerca di
demolire... E non mi riferisco certo a una ciminiera staticamente instabile». Entusiasmo e certezza che
l’opera di riqualificazione rappresenterà un passo di fondamentale importanza per il rilancio di Cividale e
della sua economia, intanto, vengono espressi dalla Confcommercio mandamentale: il progetto è vincente
e va cavalcato, come primo atto di un piano di ripresa che andrà poi giocato su più fronti e, soprattutto, in
un’ottica di strettissima sinergia fra ente pubblico, realtà quali la Banca di Cividale e mondo
imprenditoriale. «Condividiamo pienamente il disegno – commenta il presidente dell’organismo, Federico
Verzegnassi –, che offre alla città la miglior possibilità di presentarsi a chi arriva da Udine. Non entriamo
nella questione dell’architettura del complesso. Ringraziamo la banca, piuttosto, per aver reso possibile
un intervento che, altrimenti si sarebbe fatto attendere per chissà ancora quanto tempo. In una seconda
fase, quella in cui, a seguito della demolizione, si discuterà nel dettaglio del sistema di Cividale 3, allora
presteremo grande attenzione al discorso del collegamento urbanistico fra il nuovo e il preesistente,
ovvero il centro città. Sarà importante creare delle soluzioni di collegamento, anche pedonali, che
garantiscano continuità fra i due settori e che rappresentino una sorta di cordone ombelicale fra gli stessi.
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Ben venga quest’opera, che regalerà nuovi posti di lavoro». Sul fronte commerciale, la superficie a
disposizione (5 mila metri quadrati) dovrebbe essere riservata, in prevalenza (3 mila metri,
indicativamente, secondo le anticipazioni fornite da Verzegnassi), al comparto alimentare; per il resto si
interpelleranno imprenditori già operanti in zona: l’intento sarebbe, insomma, di favorire un trasferimento
di attività esistenti, piuttosto che creare ex novo un’offerta che potrebbe determinare scompensi negli
attuali equilibri dell’economia cittadina. (l.a.)
-----------18-09-08, 10Udine
La demolizione fa il giro del mondo in Internet
CIVIDALE. Impazza su Internet il video della demolizione del Tabogàn, la ciminiera dell'Italcementi,
abbattuta alle 22.16 di sabato scorso - sotto gli occhi di migliaia di persone, in una cornice di effetti laser -
con una spettacolare esplosione: in soli due giorni la scena del crollo ha fatto il giro del mondo,
diventando una delle gettonate proposte di You Tube. Cliccatissimi i numerosi siti che propongono le
immagini on line, tra cui www.messaggeroveneto.it e www.civibank.it. Era stato concepito come un
evento, l'addio ad Tabogàn, e così è stato, dunque, a giudicare dal tasso di gradimento delle riprese
messe in rete. Ma moltissime sono state anche le persone che hanno assistito allo spettacolo dal vivo: le
stime ufficiali fanno lievitare i primi bilanci (che parlavano di 3.500 unità) fino a quota 5 mila presenze se
non oltre, dal mandamento ma anche dall'intera regione e dalla vicina Slovenia. E questo nonostante il
maltempo, che ha imperversato sulla città per tutto il giorno concedendo una piccola tregua proprio
all'ora prevista per la demolizione del camino della fabbrica, una "colonna" di 60 metri che svettava al
centro dello stabilimento. Dell'Italcementi, di cui, con il crollo della ciminiera, è partita ufficialmente
l'opera di demolizione - e di cui la Banca ha previsto il recupero e la valorizzazione di alcuni elementi, fra
cui la lapide che ricorda la fucilazione di due operai -, rimarrà memoria nel libro "Cividale 3:
dall'Italcementi all'architettura del futuro", presentato sempre sabato nel corso di un apposito convegno.
(l.a.)
---------------19-09-08, 12Udine
La Banca di Cividale venderà l'80% dell'ex Italcementi
di ANTONIO SIMEOLI CIVIDALE. Ex Italcementi, al via la fase tre. Dopo la seguitissima demolizione della
ciminiera che ha di fatto dato il via al mega-progetto, il presidente della Banca di Cividale, Lorenzo Pelizzo
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fissa le prossime tappe del piano che porterà in tre anni al varo dell’investimento da 80 milioni. Prima
tappa la vendita da parte della Banca dell’80% dell’area a un immobiliarista che però dovrà rispettare
determinate prescrizioni imposte dal venditore. Presidente, i lavori non sono ancora iniziati e già siete
pronti a vendere? «Sì, ma era tutto programmato da tempo. Manterremo la proprietà dell’area in cui sarà
realizzata la sede della Banca e quella del call-center. Il resto lo venderemo entro un mese, o comunque
la fine dell’anno, a un immobiliarista». E il progetto? «Sarà completato regolarmente, come noi abbiamo
indicato. L’immobiliarista dovrà vendere agli acquirenti e alle cifre che noi indicheremo o comunque in
linea con il mercato cividalese». Nessun disimpegno allora? «Tutt’altro, questo è un progetto
assolutamente per la città. Avremmo potuto trasferire la sede della banca con i suoi 500 dipendenti alla
periferia di Udine, come ha fatto ad esempio HypoBank, abbiamo voluto invece restare a Cividale e dare
vita a un progetto, ripeto, per la città ducale, per la gente della città». Eppure un comitato e una forza
politica in Consiglio danno ancora battaglia... «E questo ci dispiace. Il 2 maggio del 2007 avevamo
incontrato tutti i capigruppo in Consiglio per presentare il nostro progetto di massima: tutti erano
concordi». E il Comitato? «A loro dico per l’ennesima volta che i nuovi edifici saranno realizzati con
materiali di qualità, primo fra tutti il cosiddetto “cemento bianco” che di fatto, grazie a particolari reazioni
chimiche, consente alla muratura esterna di non scurire. Il 60% dell’area poi sarà verde, poi ci saranno
1.200 parcheggi in gran parte sotterranei. Insomma, nulla è lasciato al caso per il rispetto dell’ambiente».
Qualcuno ancora storce il naso per la demolizione del simbolo ciminiera... «È vero, all’inizio della
progettazione io stesso avevo manifestato il desiderio di conservare la ciminiera per farne, oltre che un
legame tra il passato e il futuro, anche un punto panoramico da cui ammirare la città. Purtroppo la
ciminiera non poteva essere mantenuta in quella posizione, mentre riedificarla altrove avrebbe
comportato la spesa di almeno un milione di euro. Avevamo persino contattato persino l’ingegner Milan
che lavora con Renzo Piano». E le critiche al progettista da voi scelto? «Infondate. Abbiamo scelto
l’architetto Francesco Morena di Monfalcone, ma con studi in mezzo mondo, perchè ci serviva un
professionista che seguisse passo passo il progetto e si identificasse nello stesso». Presidente, sabato c’è
stata la prima demolizione. E ora? «Entro tre mesi ci sarà il completamento della demolizione, poi la
bonifica, che costerà non più di un milione di euro, e l’inizio dei cantieri. In tre anni contiamo si trasferire
sede della banca e call-center nel nuovo complesso». Il resto? «Area verde, centro commerciale, sede
dell’Università o auditorium e centro residenziale credo arriveranno a ruota
------------19-09-08, 12Udine
Università in città? Riprendono le trattative
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CIVIDALE. Corso di laurea in scienze dell’architettura a Cividale: la trattativa riprende. La Banca di
Cividale, infatti, rilancia l’idea del trasferimento da Udine a Cividale del corso di laurea, un “trasloco” che,
inutile dirlo, valorizzerebbe il centro direzionale in via di realizzazione nella città ducale e darebbe allo
stesso tempo nuovo impulso all’economia della città. È lo stesso presidente dell’istituto di credito,
Lorenzo Pelizzo a rilanciare l’ipotesi. «È chiaro che per il progetto di recupero dell’ex area Italcementi
avere gli studenti dell’Università di Udine sarebbe il massimo - attacca Pelizzo - c’è poi un motivo
fondamentale che fa ben sperare in una positiva conclusione della trattativa: la presenza di un protocollo
d’intesa tra il Comune di Cividale e l’Università di Udine per l’attivazione del corso di laurea a Cividale. Da
questo documento è necessario ripartire per arrivare presto a un accordo». Possibile? Pelizzo sa che gli
ostacoli da superare sono molti, ma ribadisce, ed anzi rilancia, l’impegno dell’istituto di credito.
«Avevamo offerto all’Università un contributo di poco meno di 5 milioni di euro in sette anni per
“incentivare” il trasferimento del corso di laurea, ci sembrava un’offerta difficilmente accantonabile, ora
siamo anche disposti a sederci attorno a un tavolo e ridiscutere, ed eventualmente migliorare, il nostro
impegno». «Riteniamo - prosegue Pelizzo - che la presenza di un corso di laurea a Cividale sia
fondamentale per la città. E il nuovo centro direzionale in costruzione sarebbe la sede ideale anche per la
vicinanza della linea ferroviaria recentemente potenziata e in grado di portare studenti e professori a
Udine in soli 13 minuti». Gli ostacoli al trasferimento sono due, come ha ribadito il rettore dell’ateneo
udinese, Cristiana Compagno a Pelizzo: l’indicazione del Ministero che consente di creare corsi di laurea
solo nelle città sedi di ateneo e la possibilità da parte dell’Università di sottoscrivere accordi economici
con i privati che abbiano durata almeno ventennale. «Il primo ostacolo - spiega il sindaco di Cividale,
Attilio Vuga, che lanciò l’idea università a Cividale - credo possa essere superato in quanto a Cividale,
sede ideale per ospitare l’università vista la sua invidiabile storia, già esiste corso di specializzazione in
storia dell’arte». Il secondo, quello economico potrebbe essere superato grazie a una nuova offerta,
ventennale, della banca di Cividale all’ateneo udinese. Che a quel punto, chissà, potrebbe rivedere i suoi
piani e, grazie anche a un finanziamento regionale, acquistare una parte degli spazi dell’ex cementificio
per trasferirvi la sede del corso di laurea. ( a.s.
--------------21-09-08, 11Udine
Il Comitato Italcementi: niente permesso Basilico non verrà a fotografare il sitoCIVIDALE. Gabriele Basilico, uno dei più famosi fotografi documentaristi europei, non verrà a immortalare l'Italcementi. Aveva annunciato il suo arrivo a Cividale per lunedì «ma la Banca di Cividale - accusa il Comitato per l'Italcementi - non ha preso in considerazione la nostra domanda di autorizzazione per l'accesso nell'area dell'opificio». «La segretaria addetta alla società Tabogàn - dichiara l'avvocato Rino Battocletti - ci aveva assicurato che avremmo ottenuto risposta entro venerdì, ma così non è stato. Il legale rappresentante della società, da parte sua, ci ha detto di non saperne nulla, aggiungendo che prima di darci l'assenso doveva parlare con il presidente della Banca e che comunque per lunedì era
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ormai troppo tardi. Basilico non avrà libere altre giornate prima di qualche mese: per Cividale, insomma, sfuma un'occasione irripetibile. Ci troviamo di fronte all'ennesimo "no" del Comune e dell'istituto di credito, dopo quelli al concorso di idee, al dibattito pubblico, all'incontro con il Comitato. La cittadinanza giudichi, a fronte di ciò, chi è realmente per il "no". Colgo l'occasione - aggiunge Battocletti - per replicare alle dichiarazioni del sindaco: dire che il Comune non aveva la possibilità di intervenire sul progetto è un'affermazione non rispondente alle norme sulla pianificazione particolareggiata. Quanto poi all'accusa di "posizioni politiche" lanciata al Comitato, è chiaro che non ci occupiamo di cronaca sportiva ma di un fatto politico, in quanto di interesse per la città; non ci occupiamo, diversamente, della polemica politica, ciò cui si è riferito Vuga con un messaggio che non ho capito né mi interessa, visto che il Comitato è assolutamente estraneo a questi contrasti». E infine la risposta sul fronte "tardività", di cui l'organismo è stato tacciato: «L'iter amministrativo - conclude Battocletti - è lungi dall'essere completato, tanto che non vi è nemmeno la necessità giuridica di impugnare l'adozione del piano particolareggiato.Prenderemo le nostre decisioni, a tale riguardo, appena il piano verrà approvato».
21-09-08, 13Gorizia
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Il Comitato Italcementi: niente permesso Basilico non verrà a fotografare il sito
CIVIDALE. Gabriele Basilico, uno dei più famosi fotografi documentaristi europei,
non verrà a immortalare l'Italcementi. Aveva annunciato il suo arrivo a Cividale
per lunedì «ma la Banca di Cividale - accusa il Comitato per l'Italcementi - non ha
preso in considerazione la nostra domanda di autorizzazione per l'accesso
nell'area dell'opificio». «La segretaria addetta alla società Tabogàn - dichiara
l'avvocato Rino Battocletti - ci aveva assicurato che avremmo ottenuto risposta
entro venerdì, ma così non è stato. Il legale rappresentante della società, da parte
sua, ci ha detto di non saperne nulla, aggiungendo che prima di darci l'assenso
doveva parlare con il presidente della Banca e che comunque per lunedì era ormai
troppo tardi. Basilico non avrà libere altre giornate prima di qualche mese: per
Cividale, insomma, sfuma un'occasione irripetibile. Ci troviamo di fronte
all'ennesimo "no" del Comune e dell'istituto di credito, dopo quelli al concorso di
idee, al dibattito pubblico, all'incontro con il Comitato. La cittadinanza giudichi, a
fronte di ciò, chi è realmente per il "no". Colgo l'occasione - aggiunge Battocletti -
per replicare alle dichiarazioni del sindaco: dire che il Comune non aveva la
possibilità di intervenire sul progetto è un'affermazione non rispondente alle
norme sulla pianificazione particolareggiata. Quanto poi all'accusa di "posizioni
politiche" lanciata al Comitato, è chiaro che non ci occupiamo di cronaca sportiva
ma di un fatto politico, in quanto di interesse per la città; non ci occupiamo,
diversamente, della polemica politica, ciò cui si è riferito Vuga con un messaggio
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che non ho capito né mi interessa, visto che il Comitato è assolutamente estraneo
a questi contrasti». E infine la risposta sul fronte "tardività", di cui l'organismo è
stato tacciato: «L'iter amministrativo - conclude Battocletti - è lungi dall'essere
completato, tanto che non vi è nemmeno la necessità giuridica di impugnare
l'adozione del piano particolareggiato.Prenderemo le nostre decisioni, a tale
riguardo, appena il piano verrà approvato».
-------------23-09-08, 19Udine
L'ex cementificio e il porto di Aquileia
Ecco... è caduta! L’annuncio delle microcariche mi aveva fatto pensare a un’esplosione, a una rovina verticale inglobata dal fumo della propria maceria. E invece è caduta intera, di lato, lentamente, abbattuta come si abbatte un animale morente e mi fa sorridere che lo stesso verbo, “abbattere”, si usi anche per i costi. Si abbattono i costi, si abbattono gli animali e si abbattono le vecchie ciminiere. Sono sicura che a più di qualcuno, e non a causa della polvere, ha bruciato per un attimo il respiro nel petto. Anche solo così, inaspettatamente e senza badarci troppo ed è passato subito. Ecco io vorrei partire da questo segnale del corpo, un piccolo bruciore subito ignorato o accantonato come momento di debolezza e inutile nostalgia. Quella punta di malessere leggero, lo so per certo, l’hanno avuta in dono anche i promotori e i sostenitori del progetto Cividale 3... Si è trattato di un piccolo moto dell’anima che mi ha fatto pensare a quella vignetta di Quino in cui Mafalda con un cerotto in mano chiede «E adesso qualcuno mi dice come si fa a mettere questo sull’anima?». È stato un piccolo moto causato da uno spostamento di pesi tra ciò che è giusto e ciò che lo è meno, tra ciò che è bellezza e ciò che non lo è, tra ciò che va bene e ciò che va male e ciò che andrà peggio. È stato l’ultimo appigliarsi a un’immagine, quella della ciminiera, che ha fatto e farà parte del nostro personale paesaggio e che abbattendosi al suolo, grigia come un faggio secolare, ci ha fatti risuonare come cosette da nulla. E ora, abbattute con la ciminiera le piccole saggezze del corpo, verrà smantellata tutta l’Italcementi e costruito l’annunciato ritorno al futuro. Per me, e vorrei riuscire a dirlo chiaramente, l’area del cementificio appartiene alla stessa scala di valori dell’area dell’antico porto di Aquileia, per esempio. Ne faccio solo una questione di punti di vista situati sulla linea del tempo. Certo durante l’impero romano gli aquileiesi non pensavano alle pietre delle proprie strade come a una ricchezza che andasse al di là della loro utilità. Sono, a distanza di secoli, una memoria preziosa di cui andiamo fieri. Questo nostro tempo ha invece l’arroganza di decidere la scomparsa della memoria in nome di un futuro improbabile. Ha l’urgenza di semplificare radendo al suolo. Ha la cecità di proporre un futuro che, visto il progetto Qualsiasi, è previsto uguale per tutti e per questo porta un altro nome: omologazione! E qui anche vorrei essere chiara. Nel tentativo che faccio quotidianamente di allevare con bellezza le mie figlie cerco di impastare la loro origine slovena con quanto più mondo mi riesce. Cresceranno intorno alla propria radice, a una memoria collettiva che nutre e che fatichiamo a preservare, ma è base per un futuro consapevole e le aiuterà a non cadere nella trappola di considerare quelle che vediamo come le uniche scelte possibili. Mi accorgo però di non essere abbastanza chiara. Voglio solo dire che rabbrividisco al pensiero che i nostri figli assistano a un’idea di futuro così come viene proposta da questo progetto. Quella cioè di un futuro che nasce dal nulla, anzi peggio, dalla distruzione di una memoria collettiva, da un deprimente senso estetico e da un’anacronistica idea di architettura. Sono partita da un piccolo moto d’animo e mi sono spinta senza intenzione in ambiti poco miei. La poesia del paesaggio non è il romanticismo degli scorci o la nostalgia folclorica dell’antico, ma è quel portarsi dietro le tracce del tutto che è stato. Questo fa di noi degli esploratori pur rimanendo nello stesso luogo. Ci vuole forza per questa poesia. Allora, forza! Antonella Bucovaz Comitato Italcementi Cividale del Friuli
------27-09-08, 23Udine
Mai Architettura in un centro commerciale
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In occasione della manifestazione pubblica che ha preceduto l’abbattimento della ciminiera dell’ex
Cementificio, il presidente della Banca di Cividale si è scagliato contro i professori dell’Università di Udine,
residenti a Cividale, che remano contro, a suo avviso, in quanto non si sono mai prodigati per portare la
facoltà di Architettura di Udine nella città ducale e magari negli edifici che saranno costruiti nel sito
dell’ex Italcementi. Poiché sono uno di questi (pochi) docenti, per di più appartenente al Comitato
Italcementi, mi sento obbligato a una risposta scritta. 1) Il dottor Pelizzo è membro del Consiglio di
amministrazione dell’Università di Udine e quindi dovrebbe conoscere lo stato attuale delle finanze di
quell’Ateneo e le nere prospettive future grazie ai decreti Tremonti. 2) Sulle finanze dell’Ateneo pesano
molto le iniziative delle aperture di corsi di laurea in sedi diverse da quelle di Udine, come denunciato da
ambienti di centro-destra per attaccare il precedente rettore. 3) La finanziaria 2007 impone alle
Università di non aprire sedi se non in comuni territorialmente contigui e comunque tali aperture
potrebbero essere attuate solamente di fronte a un piano ventennale che copra le spese dirette e
indirette da parte degli sponsor. Se la sente la Banca di impegnarsi? 4) Il sottoscritto non è membro né
della facoltà di Ingegneria (di cui Architettura fa parte), né del Senato accademico, né del Consiglio di
amministrazione e quindi non può influire sulle decisioni. 5) L’essere cittadini di Cividale non comporta
automaticamente la difesa di qualsiasi iniziativa che in questa città viene auspicata. Personalmente
ritengo che una sede universitaria richieda non solo aule ma anche strutture dipartimentali di ricerca e un
ambiente multiculturale che Cividale purtroppo non possiede. 6) Anche in presenza di tutte queste
condizioni il sottoscritto non auspicherebbe mai l’apertura di una facoltà di Architettura in un centro
commerciale. Franco Quadrifoglio
Mai Architettura in un centro commerciale
In occasione della manifestazione pubblica che ha preceduto l’abbattimento della ciminiera dell’ex
Cementificio, il presidente della Banca di Cividale si è scagliato contro i professori dell’Università di Udine,
residenti a Cividale, che remano contro, a suo avviso, in quanto non si sono mai prodigati per portare la
facoltà di Architettura di Udine nella città ducale e magari negli edifici che saranno costruiti nel sito
dell’ex Italcementi. Poiché sono uno di questi (pochi) docenti, per di più appartenente al Comitato
Italcementi, mi sento obbligato a una risposta scritta. 1) Il dottor Pelizzo è membro del Consiglio di
amministrazione dell’Università di Udine e quindi dovrebbe conoscere lo stato attuale delle finanze di
quell’Ateneo e le nere prospettive future grazie ai decreti Tremonti. 2) Sulle finanze dell’Ateneo pesano
molto le iniziative delle aperture di corsi di laurea in sedi diverse da quelle di Udine, come denunciato da
ambienti di centro-destra per attaccare il precedente rettore. 3) La finanziaria 2007 impone alle
Università di non aprire sedi se non in comuni territorialmente contigui e comunque tali aperture
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potrebbero essere attuate solamente di fronte a un piano ventennale che copra le spese dirette e
indirette da parte degli sponsor. Se la sente la Banca di impegnarsi? 4) Il sottoscritto non è membro né
della facoltà di Ingegneria (di cui Architettura fa parte), né del Senato accademico, né del Consiglio di
amministrazione e quindi non può influire sulle decisioni. 5) L’essere cittadini di Cividale non comporta
automaticamente la difesa di qualsiasi iniziativa che in questa città viene auspicata. Personalmente
ritengo che una sede universitaria richieda non solo aule ma anche strutture dipartimentali di ricerca e un
ambiente multiculturale che Cividale purtroppo non possiede. 6) Anche in presenza di tutte queste
condizioni il sottoscritto non auspicherebbe mai l’apertura di una facoltà di Architettura in un centro
commerciale. Franco Quadrifoglio
1/10 /08
Ex Italcementi di Cividale: le consultazioni del comitato
CIVIDALE. Prima le forze di maggioranza e d’opposizione, poi le associazioni e le
categorie: il comitato per l’Italcementi ha programmato una serie di
consultazioni «al termine delle quali – anticipa il portavoce Rino Battocletti –
organizzeremo un incontro con la cittadinanza per illustrare le nostre idee
sull’area dell’ex opificio e sull’assetto della città». La data della riunione con il
sindaco Vuga verrà concordata la prossima settimana. «A nome del comitato –
dichiara Battocletti – esprimo apprezzamento per l’avvio di un dibattito sullo
sviluppo urbanistico del territorio. Il nostro scopo era stimolare le forze politiche a
prestare maggior attenzione a un argomento di centrale importanza per le
ambizioni di Cividale. Riteniamo di poter indicare all’amministrazione gli strumenti
giuridici e i percorsi tecnici per ricondurre a qualità il progetto. Resta l’amarezza
per il comportamento dell’istituto di credito, che ha ritenuto di poter superare le
osservazioni da noi proposte con l’organizzazione di discutibili festeggiamenti per
la demolizione di un manufatto che è simbolo del più importante insediamento
operaio della città. L’annunciato abbandono, da parte della Banca, dell’impegno
diretto nella realizzazione del progetto spiega l’ostinato rifiuto ad ascoltare il
pensiero di chi vuole soltanto migliorarlo». (l.a.) 01-10-08, 10Udine
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Ex Italcementi di Cividale: le consultazioni del comitato
CIVIDALE. Prima le forze di maggioranza e d’opposizione, poi le associazioni e le
categorie: il comitato per l’Italcementi ha programmato una serie di
consultazioni «al termine delle quali – anticipa il portavoce Rino Battocletti –
organizzeremo un incontro con la cittadinanza per illustrare le nostre idee
sull’area dell’ex opificio e sull’assetto della città». La data della riunione con il
sindaco Vuga verrà concordata la prossima settimana. «A nome del comitato –
dichiara Battocletti – esprimo apprezzamento per l’avvio di un dibattito sullo
sviluppo urbanistico del territorio. Il nostro scopo era stimolare le forze politiche a
prestare maggior attenzione a un argomento di centrale importanza per le
ambizioni di Cividale. Riteniamo di poter indicare all’amministrazione gli strumenti
giuridici e i percorsi tecnici per ricondurre a qualità il progetto. Resta l’amarezza
per il comportamento dell’istituto di credito, che ha ritenuto di poter superare le
osservazioni da noi proposte con l’organizzazione di discutibili festeggiamenti per
la demolizione di un manufatto che è simbolo del più importante insediamento
operaio della città. L’annunciato abbandono, da parte della Banca, dell’impegno
diretto nella realizzazione del progetto spiega l’ostinato rifiuto ad ascoltare il
pensiero di chi vuole soltanto migliorarlo». (l.a.)
15-10-08, 11Udine
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Amianto, l'incognita del cantiere nell'ex cementificio
CIVIDALE. Due interrogazioni urgenti a risposta scritta per chiarire la questione
dello smaltimento dei materiali pericolosi nel cantiere dell’Italcementi - dove gli
interventi di demolizione stanno procedendo, ormai a ritmi serrati - ed in quello
del padiglione di levante dell’ospedale, ormai completamente abbattuto. A
presentarle è stato il consigliere di minoranza Domenico Pinto (lista Rinascita-Prc),
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che già nei mesi scorsi aveva sollevato il problema e che ora lo pone nuovamente,
anche alla luce – scrive nel testo riferito all’ex cementificio – dell’inottemperanza
di almeno una delle prescrizioni indicate dall’Arpa, che aveva disposto «ai fini del
trattenimento di polveri la perimetrazione dell’insediamento tramite una idonea
pannellatura alta almeno tre metri». Circa l’Italcementi, dunque,
l’amministratore comunale domanda se siano in atto «controlli puntuali
relativamente al rispetto delle prescrizioni, chi li esegua e se siano stati prodotti, e
quali, documenti attestanti la correttezza delle procedure in essere», se il Comune
abbia accertato l’adozione di adeguate misure di sicurezza in rapporto al
trattamento dell’amianto e di altri materiali pericolosi per la salute pubblica e se
tali misure siano idonee. Nel documento urgente presentato al sindaco, Pinto
chiede di conoscere, inoltre, «se vi siano state alcune lamentele da parte di
cittadini per le polveri e i rumori e quale sia la posizione dell’amministrazione al
fine di rimediare ai disagi presenti e futuri». Analogo il discorso che viene
impostato per quanto riguarda un altro cantiere, quello del padiglione di levante
del complesso ospedaliero: Pinto chiede se, alla ripresa dei lavori, che sono stati
interrotti a lungo proprio a causa del ritrovamento di amianto, siano state adottate
misure di sicurezza per il trattamento e lo smaltimento dello stesso, «nonché di
altri eventuali materiali pericolosi per l’incolumità dei degenti, del personale e
degli utenti della struttura». Lucia Aviani
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