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GENNAIO 2009 

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LUGLIO – AGOSTO 2008

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Sport 29 Ottobre 2004 L'allenamente Sport e psicologia: quando la preparazione atletica non basta. Max Formisano, uno dei massimi specialisti nel settore, spiega l'importanza del training mentale. di Mario Furlan Sempre più atleti hanno, oltre all'allenatore per il corpo, quello per la mente. Per impegnarsi con lui in quello che il barese Max Formisano, uno dei massimi specialisti nel settore, chiama, con una punta di ironia, l'allenamente. "Ci sono atleti che vincono sempre o quasi, come Schumacher o, ai tempi, il cesti sta Michael Jordan, e altri che sono eterni secondi, o peggio. Eppure la preparazione sportiva è la stessa per tutti. E lo stesso Jordan ammetteva di non essere particolarmente dotato dal punto di vista fisico. Cosa cambia allora? La psicologia. Ed ecco che intervengo io, con il training mentale" spiega Formisano. Le filosofie orientali da sempre concepiscono corpo e mente come un tutt'uno: è la loro visione olistica dell'uomo. Tutti, d'altronde, sappiamo quanto il corpo sia capace di influire sulla mente. Tanto è vero che è sufficiente fare una bella corsa per attivare la produzione di endorfine nel fisico, rilassarsi e vedere le cose da un punto di vista diverso. Quello che spesso si ignora è quanto la mente possa influire sul corpo e quanto questo sia importante nel raggiungimento della prestazione eccellente. Trovare il giusto livello di concentrazione prima o durante la gara, resistere allo sforzo ed accedere alle proprie energie nel momento decisivo e credere nelle proprie capacità fanno la differenza tra un atleta capace di vincere e chi arriva dietro di lui. "lo e i miei trainer -dice Formisano -utilizziamo le tecniche di programmazione neuro-linguistica per trasformare le credenze limitanti in occasioni da sfruttare. Per esempio passando dall'atteggiamento mentale perdente di chi si ripete "non posso farcela" a "posso provare" Questo, prosegue Formisano, serve anche "per massimizzare l'impatto delle convinzioni potenzianti che già si possiedono. Tutte queste tecniche vengono trasmesse dal coach in modo che lo sportivo, l'allenatore o il dirigente possano riutilizzarle nel momento e nell'ambito in cui ne hanno bisogno, senza instaurare un rapporto di dipendenza tra i due". Tutti vogliamo avere successo. Almeno a parole. Però a molti il successo fa paura: per raggiungerlo bisogna talvolta superare paure irrazionali che impediscono di rendere al meglio e che diventano alibi. Come non sono abbastanza dotato fisicamente, non ho abbastanza tempo, non ho soldi a sufficienza. Insomma, scattano gli autosabotaggi inconsci. Superare queste limitazioni vuoi dire liberare il vero potenziale individuale ed esprimersi finalmente nella piena accettazione dei propri limiti e delle proprie capacità. Fissare i propri obiettivi è un processo fondamentale nello sviluppo personale e sportivo; per questo riveste una importanza fondamentale nel training sportivo. In quest'ambito, secondo Formisano, "possiamo definire un obiettivo come uno specifico rendimento che si vuole raggiungere in un certo periodo di tempo. Quando si ha un obiettivo chiaro e concreto ci si può concentrare su di esso con tutte le proprie risorse focalizzandovi la propria attenzione, traendone energia, rafforzando la propria volontà di andare avanti e la fiducia in sé stessi. Ma se non si ha una meta ben precisa si rischia di disperdere energia... infatti non è possibile raggiungere un traguardo poco chiaro, o addirittura che non si conosce".

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Rapporto Formazione – 10/2004 Max Formisano Training Strategie e motivazioni per nuove abilità Max Formisano, per contribuire alla diffusione della cultura della crescita personale e del miglioramento personale costante. Collaborando con trainer internazionali di primissimo piano e utilizzando le tecniche offerte dalla programmazione neurolinguistica per accelerare l'apprendimento in aula, Max Formisano Training Coaching and Consulting organizza corsi per aziende e privati concepiti e svolti con professionalità, competenza ed entusiasmo. Abbiamo rivolto alcune domande a Max Formisano, responsabile della Max Formisano Training. A quale pubblico vi rivolgete? "La Max Formisano Training Coaching & Consulting nasce dal sogno di contribuire alla crescita professionale e personale della persona e di realizzare una formazione ai massimi livelli. Manager, professionisti, venditori, le persone interessate ai nostri corsi sono tutte quelle che sentono di poter crescere nella vita e nella professione. Noi offriamo i mezzi, le strategie e la motivazione per costruire nuove abitudini potenzianti sulle ceneri di quelle limitanti e di vecchi schemi di comportamento. Durante i nostri percorsi formativi molti risultati vengono raggiunti già a fine giornata: si apprendono tecniche e strategie, aumenta la capacità di riflettere su se stessi, si accrescono le abilità e, nei team, si migliora la collaborazione e lo spirito di gruppo». Quali sono i vostri futuri progetti? «Abbiamo creato la Training and Coaching University, la prima scuola di formazione continua per le aziende, che affianca al Training anche il Coaching come strumento fondamentale per aumentare la performance. «Abbiamo poi sviluppato il dipartimento "Maxima Politica", che si occupa in modo specifico di formazione e comunicazione politica, un progetto importante che sta già riscuotendo successo, sono infatti già molti i politici che ci hanno scelto per ottimizzare le capacità comunicative e per migliorare le proprie performance quando parlano in pubblico. Ciò è anche facilitato dalla nostra posizione: pieno centro di Roma, in via del Corso tra piazza Venezia e Palazzo Chigi. «Il 3-4-5 dicembre 2004, saremo onorati di organizzare uno degli Eventi più importanti dell'anno: John Grinder, il cocreatore della Pnl (Programmazione Neuro Linguistica), sarà in Italia con noi e nei tre giorni di cor- so ci farà conoscere ed esplorare una nuova e affascinante professione: il coach. Un evento da non perdere». Il mercato della formazione è in qualche modo mutato negli ultimi anni? Ci sono nuovi spazi? «È diventato più selettivo e attento, io credo che ci sia spazio solo per chi fa questo lavoro al meglio e per chi sappia portare metodologie efficaci e innovative. «Noi, nel corso degli anni, abbiamo creato e testato una metodologia formativa che prende il nome di "Maximum Training", che utilizza le tecniche della Pnl, affiancate da caratteristiche quali: semplicità della formazione, coinvolgimento dei partecipanti e utilizzo di strategie facilitatrici anche a livello inconscio. Essa permette alle singole persone di acquisire consapevolezza e sicurezza in se stesse e la necessaria fiducia per gestire le difficoltà che si possono creare sia nel settore professionale che personale.

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numero 11 – novembre 2004 di Lucia Ingrosso – [email protected] Sfide) a tu per tu con… Max Formisano

«Fate quello che vi piace. O vi ritroverete frustati ed eternamente arrabbiati con il mondo». Esordisce cosi il formatore Max Formisano, ideatore di un metodo innovativo di motivazione definito "maximum training". Come è nata l'idea? «Leggo moltissimo in modo compulsivo, studio gli americani cercando di prendere solo il meglio. Poi elaboro il tutto. Cosi è nato il metodo, fatto più di pratica che di teoria». Come ha cominciato? «Mi sono iscritto a Giurisprudenza, a Bari. Ma le mie motivazioni lasciavano un po' a desiderare: l'università era vicina, avevo già i libri, lì studiava mio fratello... Non ero convinto: prova ne è il fatto che ci ho messo sette anni a laurearmi. Da allora, dico ai miei allievi: scegliete di fare sempre e soltanto quello che vi piace». Come ha scoperto il fascino della formazione? «Seguendo corsi e master, in Italia e all'estero. Diventando trainer Usa di Pnl. Otto anni fa ho cominciato a insegnare. Da cinque, posso dire di essere diventato bravo. Me lo dimostra la fedeltà di molti clienti. E il fatto di essere cresciuto con la mia attività solo grazie al passaparola». E da quasi un anno si è anche messo in proprio. E' stata dura? «No, di più: durissima. Negli ultimi 12 mesi posso dire di aver fatto il doppio lavoro: formatore e imprenditore. Nei primi otto, ho lavorato anche di notte. Solo ora ho capito fino in fondo l'importanza del team. Adesso con me lavorano stabilmente circa 25 persone, fra interne ed esterne. Le difficoltà non sono mancate. Ma la passione mi ha aiutato a trasformare i problemi in opportunità di crescita». Che cosa succede durante i suoi corsi? «Un pò di tutto. L'ambiente è molto informale, cerco di spingere al massimo la socialità, che aiuta l'apprendimento. Punto sul divertimento e il coinvolgimento. Privilegio la pratica sulla teoria. Spiego un massimo di 15 concetti. Ma poi li illustro uno per uno, con esempi pratici ed esercizi. Il tutto applicato su di me e sugli allievi. E' il learning by doing degli americani. L'imparare facendo. Quello che rimane impresso meglio e più a lungo». Qual è la forza della Pnl, la programmazione neuro linguistica? «A differenza della psicoterapia, si concentra sui "come" e non sui "perché": Non scava a fondo fra le motivazioni del disagio, ma va alla ricerca delle possibili soluzioni. Si dà obiettivi più piccoli, ma più concreti».

CONCENTRATI SU OGNI TUO PICCOLO SUCCESSO. PREN-DINE NOTA. E QUANDO SBAGLI CONTINUA A CREDERE IN TE

STESSO. E' LA STRATEGIA PER VIVERE MEGLIO PROPOSTA DA UN GIOVANE FORMATORE.

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In che modo capire se si ha bisogno di seguire un corso? «C'è sempre qualcosa da imparare. La formazione serve comunque, aiuta a crescere. Lo stimolo a cambiare, poi, può nascere da due molle: il dolore o il piacere. La prima è più sgradevole, ma anche più frequente. E' legata a un evento negativo, come un abbandono o un licenziamento. Il piacere è più raro, ma preferibile. Coincide con nuovi obiettivi, più positivi e ambiziosi». Consigli per scegliere il trainer giusto? «Verificare se è conosciuto, se ha scritto qualcosa, se e come se ne parla su Internet». Che cosa abbiamo da imparare dai formatori americani? E in che cosa siamo superiori? «Dagli Stati Uniti non dobbiamo copiare la mania di far sembrare tutto facile. I corsi made in Usa danno una grande botta di motivazione. Ma poi, se non si risolvono i problemi, passato l'effetto, ci si ritrova al punto di partenza. Da adottare, invece, il pragmatismo. L’ orientamento alle soluzioni». Lei afferma che l'autostima è la base di tutto... «Faccio il paragone dell'albicocca, che è composta da due parti. L’ interno, il nocciolo duro, rappresenta la nostra autostima. Avere autostima è il centro che ci fa mantenere l'equilibrio attraverso le awersità e le tempeste della vita. L’ esterno, morbido, rappresenta il nostro modo ideale di porci con gli altri. In sintesi: bisogna essere forti dentro ed empatici fuori». Qual è l'errore più diffuso fra chi non riesce a dare il meglio di sé? «Molti stanno male, perché non vivono il presente. AI contrario, recriminano sul passato o sono troppo sbilanciati verso il futuro. E invece bisogna riappropriarsi del valore dell'oggi». Ognuno di noi può cambiare? «Sì. La frase più spaventosa che ascolto in qualche seminario è "lo sono fatto così: non posso cambiare”. Ognuno di noi può cambiare. Tutti abbiamo delle gabbie mentali. Il segreto è tenerle aperte, cercare di essere più flessibili e focalizzarsi su nuove abitudini.. Quali indicazioni darebbe a un giovane in cerca di lavoro? «L'errore di molti è partire da quello che chiede il mercato. E così, se c'è necessità di awocati o ingegneri, si sceglie quella strada. AI contrario, bisogna partire da se stessi. E puntare sulle proprie qualità. Si hanno maggiori possibilità di riuscire in un lavoro che piace, anche se più inflazionato. In ogni caso, più del talento e del genio, conta la costanza.. Lei tiene anche corsi di vendita. Una "dritta" ai commerciali? «Non mi stanco di dire che la strategia di chi vuole vendere a ogni costo, alla fine, è perdente. Meglio cercare di capire le reali esigenze del cliente e magari rinunciare a una vendita immediata. In vista della costruzione di un buon rapporto. E di un passaparola positivo…

ECCO LA FORMULA DI

MAX FORMISANO

PER FAR CRESCERE

LA PROPRIA AUTOSTIMA

CERCARE DI OTTENERE PICCOLI SUCCESSI."Abituarsi ad averne. Ricordarli, scriverli. In questo modo l'autostima, pian piano, si alza». SFRUTTARE LA FORZA DELLE METAFORE. "Nei miei corsi, includo delle prove pratiche come la rottura della tavoletta e il fire walking. Così come le persone pensavano che non sarebbero mai riuscite a camminare sulle braci ardenti e poi ce l'hanno fatta, così possono affrontare altre prove importanti della loro vita di ogni giorno». RISULTATI? "Non legare necessariamente l'autostima all'ottenimento di risultati, che a volte possono anche mancare. Ognuno di noi dovrebbe avere auto stima, per il solo fatto di essere al mondo».

L’errore piu’ grande? Dire "io sono fatto così". Questa è una gabbia mentale che ci impedisce di cambiare»

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Marzo 2005

Risvegliare il potere nelle persone Max Formisano Training Coaching & Consulting nasce da un' idea di Max Formisano, per contribuire alla diffusione della cultura della crescita personale e del miglioramento personale costante. Fondata su un team di 50 persone, l'azienda si pone infatti l'obiettivo di passare alle persone quelle abilità che consentono di mettere "il turbo" nella vita, riscoprendo così la propria autostima, per andare a migliorare la comunicazione con gli altri e, più in generale, perfezionare le capacità manageriali. Collaborando con trainer internazionali di primo piano e utilizzando le tecniche offerte dalla programmazione neurolinguistica (Pnl) per accelerare l'apprendimento in aula, Max Formisano Training Coaching & Consulting organizza corsi per aziende e privati concepiti e svolti con professionalità, competenza ed entusiasmo. Abbiamo rivolto alcune domande a Max Formisano, responsabile formazione della Max Formisano Training, nonché trainer Usa di Pnl. A quale pubblico vi rivolgete? «A manager, imprenditori piccoli e grandi, venditori e in generale a tutti coloro che vogliono crescere nella vita e nella professione: offriamo cioè i mezzi, le strategie e la motivazione per rinforzare il "nocciolo duro" delle persone e costruire sulle stesse nuove abitudini potenzianti. Nel corso degli anni abbiamo infatti creato e testato una metodologia formativa, la "Maximum Training", che utilizza le tecniche della Pnl, affiancate da caratteristiche quali semplicità della formazione, coinvolgimento dei partecipanti e utilizzo di strategie facilitatrici anche a livello inconscio. Essa quindi permette alle singole persone di acquisire maggiore padronanza di se stesse e la necessaria fiducia per gestire le difficoltà che si possono creare sia nel settore professionale che personale. Peraltro, il perseguimento di questi obiettivi awiene in tempi celeri, grazie all'utilizzo di una serie di metodi formativi divertenti e tecniche particolari utilizzate dai nostri trainer, tutti formati all'interno della scuola e, dunque, con un forte attaccamento alla mission aziendale». Quali sono i vostri futuri progetti? «Quest'anno ci muoveremo principalmente su due aree: i classici corsi interaziendali a calendario, e la sezione aziende, per la quale proponiamo il progetto "Università in azienda", con il quale un formatore accompagna l'azienda al suo pieno sviluppo nelle aree di miglioramento. Svilupperemo poi ulteriormente il dipartimento "Maxima Politica", che si occupa in modo specifico di formazione e comunicazione politica, un progetto importante che sta già riscuotendo successo: sono infatti molti i politici che ci scelgono per ottimizzare le capacità comunicative e ciò è anche facilitato dalla nostra posizione, a Roma, in via del Corso, tra Piazza Venezia e Palazzo Chigi. Punteremo poi in maniera speciale anche su "Maximum Sport", un sito da noi recentemente creato, per aiutare gli sportivi a raggiungere prestazioni eccellenti, tramite coaching sullo sportivo e in particolare, sul suo atteggiamento mentale. Infine, dopo aver da poco tempo aperto una nostra filiale a Napoli, ne stiamo ora aprendo una a Bari e poi sarà la volta di Milano. In definitiva quindi continueremo a perseguire il nostro obiettivo prin-cipale: contribuire alla crescita professionale e personale della persona e realizzare una formazione ai massimi livelli».

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numero 7 – luglio/agosto 2006

business > psicologia

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26 aprile 2014

La solitudine dei manager tra Internet e telefono

Sarebbero circa 4 milioni gli italiani “malati” di solitudine, con maggior concentrazione nelle grandi

metropoli, in particolare a Milano, città frenetica e laboriosa per eccellenza. Significativo è

l’incremento di manager colpiti dal fenomeno, circa il 7% in più rispetto all’anno precedente. A

soffrire di questo stato d’animo sono circa 500.000 dirigenti, indipendentemente dalla dimensione

dell’azienda guidata.

La figura del “capo” è sempre stata percepita come isolata, posta al vertice della piramide

gerarchica. Oggi, complici la crisi economica e una diffusione di terminali e dispositivi tecnologici

sempre maggiore, questo divario sembra essersi accentuato, riducendo le relazioni tra i vertici e i

collaboratori a semplici e impersonali scambi di e-mail, massaggi di chat e concise telefonate

formali.

«Gli esseri umani esistono in funzione della loro rete di relazioni e soffrono se queste non sono

efficaci – ha commentato Max Formisano, formatore professionista di manager e quadri e autore

del libro Se solo potessi… creare relazioni efficaci, scritto a quattro mani con Davide Tambone,

edito Gribaudi -. Da sempre i dirigenti di azienda si trovano a dover far fronte a problemi di tipo

economico e burocratico, ma oggi, causa la crisi economica che ha costretto molti ad apportare

riduzioni di spese e del personale, a tutto questo si somma un sentimento di ostilità e diffidenza da

parte dei collaboratori nei suoi confronti, come se fosse una sorta di nemico più che un alleato. Il

ricorso a comunicazioni mediate da strumenti tecnologici ha contribuito a rendere i rapporti

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26 aprile 2014

sempre più freddi e impersonali. La maggior parte dell’attività di coaching aziendale riguarda

proprio le relazioni capo-collaboratore. Per instaurare una relazione professionale efficace e

positiva con i collaboratori è necessario partire dall’aspetto umano, cercando di motivarli, fornire

loro un obiettivo e farli sentire parte integrante dell’intero sistema».

«La prima cosa dalla quale partire è, dunque, guadagnare la fiducia dell’interlocutore, in quanto

consente di aumentare la velocità dello scambio e diminuirne i costi. Per far sì che l’altro si fidi di

noi, dobbiamo rispettare quattro principi: integrità (essere schietti e leali), intento (esplicitare

finalità e aspettative) e capacità (mettere in evidenza i punti di forza e gli strumenti in possesso

dell’azienda e del collaboratore per raggiungere l’obiettivo finale) e risultati (illustrare quelli

raggiunti e prospettare una stima di quelli futuri). L’unica strada efficace che ha un leader è creare

responsabilità nei collaboratori, conquistando la loro fiducia e fornendo loro continui stimoli e

motivazioni».

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5 maggio 2014

Maggior concentrazione a Milano

Malati di solitudine: 4 milioni d'italiani

A sentirsi soli sono soprattutto i manager, visti con ostilità dai dipendenti a causa della crisi e delle

nuove tecnologie. Scambi di e-mail, messaggi di chat e concise telefonate formali hanno

aumentato la distanza tra capo e collaboratori

Sarebbero circa 4 milioni gli italiani 'malati' di solitudine, con maggior concentrazione nelle grandi

metropoli, in particolare a Milano, città frenetica e laboriosa per eccellenza. A sentirsi soli sono

soprattutto i manager, il 7 per cento in più rispetto all’anno precedente. A soffrire di questo stato

d'animo sono circa 500.000 dirigenti, indipendentemente dalla dimensione dell'azienda guidata.

La figura del capo è sempre stata percepita come isolata, posta al vertice della piramide

gerarchica. Oggi, complici la crisi economica e una diffusione di terminali e dispositivi tecnologici

sempre maggiore, questo divario sembra essersi accentuato, riducendo le relazioni tra i vertici e i

collaboratori a semplici e impersonali scambi di e-mail, massaggi di chat e concise telefonate

formali.

Con la crisi economica aumenta ostilità nei confronti del capo

"Gli esseri umani esistono in funzione della loro rete di relazioni e soffrono se queste non sono

efficaci - ha commentato Max Formisano, formatore professionista di manager - da sempre i

dirigenti di azienda si trovano a dover far fronte a problemi di tipo economico e burocratico, ma

oggi, a causa della crisi economica che ha costretto molti ad apportare riduzioni di spese e del

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5 maggio 2014

personale, a tutto questo si somma un sentimento di ostilità e diffidenza da parte dei collaboratori

nei suoi confronti, come se fosse una sorta di nemico più che un alleato.

La tecnologia ha creato rapporti più freddi

Il ricorso a comunicazioni mediate da strumenti tecnologici ha contribuito a rendere i rapporti

sempre più freddi e impersonali. Per instaurare una relazione professionale efficace e positiva con

i collaboratori è necessario partire dall'aspetto umano, cercando di motivarli, fornire loro un

obiettivo e farli sentire parte integrante dell'intero sistema."

Guadagnare la fiducia dei collaboratori

La prima cosa dalla quale partire è, dunque, "guadagnare la fiducia dell'interlocutore - ha spiegato

Formisano - in quanto consente di aumentare la velocità dello scambio e diminuirne i costi. Per far

sì che l'altro si fidi di noi, dobbiamo rispettare quattro principi: integrità, intento, capacità e

risultati. L'unica strada efficace che ha un leader è creare responsabilità nei collaboratori,

conquistando la loro fiducia e fornendo loro continui stimoli e motivazioni".