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MAGAZINE DI CULTURA, SOCIETÀ, TURISMO DEL MEDIO FRIULI costo € 1 | COPIA OMAGGIO CODROIPO | ANNO XDIV – N. 3 | APRILE 2016 distribuito da: Ideando Pubblicità - Buja

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M AG A Z I N E D I C U LT U R A , S O C I E TÀ , T U R I S M O D E L M E D I O F R I U L I

costo € 1 | COPIA OMAGGIO CODROIPO | ANNO XDIV – N. 3 | APRILE 2016

distribuito da: Ideando Pubblicità - Buja

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SOMMARIO

magazine

Il Paese - Registrazione Tribunale di Udine n. 19/1983Periodico – Anno XDIV – n. 3 - Aprile 2016

SEDE LEGALE & DIREZIONE: Piazza Garibaldi, 65 - Codroipo (UD)

DIRETTORE RESPONSABILE: Elena del Giudice

REDAZIONE: Del Pozzo Bruno, Petri Angelo

EDITORE: Graphica s.c.a.r.l.

PUBBLICAZIONE ARTICOLI:Gli articoli degli autori dovranno pervenire all’indirizzo: il [email protected]. La Direzione si riserva di apportare al testo le modifiche di forma e/o sostanza che riterrà opportune, sottoponendole alla preventiva autoriz-zazione dell’Autore. Gli articoli accertati sono pubblicati a completo tito-lo gratuito e altrettanto vale per le immagini. La cronologia della pubbli-cazione degli articoli è di competenza della Direzione. La sola proprietà letteraria spetta alla Graphica scarl (editore) e l’autore, consentendo la pubblicazione dei propri articoli su IL PAESE, implicitamente accetta che la rivista appaia sul sito web di riferimento.

STAMPA: Tipografia Moro Andrea s.r.l. - Tolmezzo (UD)

GRAFICA & IMPAGINAZIONE:

Via Treppo, 5 - 33100 Udine - Tel. [email protected] - www.publistarudine.com

CONCESSIONARIA PER LA PUBBLICITÀ:PUBLISTAR s.r.l. - Tel. 0432.299664 - [email protected]

5 editoriale

6 società

10 il Tavan

11 opinioni

14 numeri utili

18 il criminologo

20 cultura

24 eventi & turismo

30 sport

Vuoi vedere gli altri numeride IL PAESE?

Visita il nostro sitowww.ilpaesecodroipo.ite scarica il pdf del giornale!

6 - “Earth Hour”

13 - Renzi e labuona stampa

20 - Un anno fa,un anno dopo

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L’EUROPA È DIVISAE IMPAURITASe non reagisce, è perduta

Anche questo mese avremo set-timane di dibattiti fra chi propone la chiusura delle frontiere con il si-licone e chi sostiene che in fondo l’Occidente se l’è voluta e dovrem-mo accogliere tutti con ghirlande di fiori al grido di peace and love. Continueremo ad assistere ad ore ed ore di trasmissioni che ci faran-no vedere i luoghi degli attentati, dove vivevano gli attentatori, la loro vita, i loro parenti e a corolla-rio drammatico le vite spezzate di coloro che inconsapevolmente in una mattina di marzo sono andati incontro alla morte in un aereo-porto e in metropolitana. Luoghi che da località di transito e lavoro si sono trasformati, in pochi secondi, nell’inferno in terra.

Esprimeremo la nostra solida-rietà istituzionale al popolo belga, qualche manifestazione, comme-morazioni, insomma tutta quella ritualità in cui siamo bravissimi, poi, tutti a casa fino al prossimo massa-cro. Perché se pensiamo che que-

sta storia finisca tra Parigi e Bruxelles continueremo a fare finta di non capire cosa significhi dover af-frontare problemi di di-mensioni globali, ovvero, espressioni di questa no-stra epoca in cui tutto è in-terconnesso. Pensare che all’entità, alle dimensioni dei problemi che abbiamo dinanzi si possa risponde-

re con l’inadeguatezza di politiche non comuni rispetto alla sicurezza, all’immigrazione, all’instabilità del Medio Oriente, delle sponde meri-dionali del Mediterraneo e della fa-scia dei paesi subsahariani, è follia.

Una follia che parla della inade-guatezza e codardia di una classe dirigente politica europea annichi-lita da settanta anni di pace in cui abbiamo demandato le decisioni più dure ad altri, illudendoci di poter costruire e vivere in un continente svincolato da ciò che accade dram-maticamente ogni giorno intorno a noi ed oggi, anzi, da ieri anche den-tro casa nostra. Non è con i muri che ci difenderemo. Gli Spartani a chi gli chiedeva perché Sparta non avesse mura rispondevano che una città non deve essere difesa da pie-tre e legno ma dal coraggio dei suoi abitanti. Figuriamoci in un momen-to in cui la gran parte delle minacce provengono da chi già è dentro la città. E allora questa citazione sta semplicemente a significare che la

realtà va vista per quello che è.Se si è, come si è, dinanzi a una

minaccia globale, la risposta non può che essere globale e non può essere demandata ad altri.

Continuare a credere che il proble-ma profughi possa essere addossa-to ai turchi, piuttosto che a noi ed ai greci, è un gravissimo errore. Come è un errore gravissimo pensare che ciò che sta accadendo in Libia, Siria e nell Africa sub-sahariana non ci toc-chi più di tanto e debba essere risol-to dai libici, piuttosto che dai siriani. La realtà ci sta dicendo con forza che queste situazioni sono tutte collegate e portano, in un modo o nell’altro, come punto di caduta ul-timo dentro casa nostra.

Siamo in guerra, una guerra non convenzionale, ma, di fatto, siamo in uno stato di conflitto che ha un fronte interno ed uno esterno ed una emergenza umanitaria che ogni giorno diventa più drammatica. In questo contesto, va bene ponde-rare con attenzione, va benissimo cercare e sviluppare alleanze con i paesi che rappresentano la front line con questi accadimenti, ma non iniziare a pensare seriamente a come interagire con questa realtà in maniera più concreta ed atten-ta, credendo che distanza, pietismi o muri possano salvaguardarci sa-rebbe una colpevole omissione, fo-riera di disastri inimmaginabili.

Piero Bolaffio

5editoriale

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“EARTH HOUR”O “ORA DELLA TERRA”Un’ora di buio per salvare la Terra

Quanti sono 60 minuti? Il tempo di contare fino a 3600. Il tempo che il 19 marzo 2016, dalle 20.30 alle 21.30, l’Umanità ha dedicato al no-stro Pianeta. Come? Semplicemen-te spegnendo le luci tutti assieme, dalle isole del Pacifico alle coste atlantiche, per dare un piccolo sol-lievo alla nostra stressata Terra. L’i-dea è del WWF che, dal 2007, vuole creare un momento di riflessione mondiale sul rapporto tra uomo e natura. Iniziata in Australia, esatta-mente a Sidney, l’evento si è allar-gato così tanto da essere adottato in gran parte del mondo. Quest’an-no vi hanno aderito 366 luoghi e monumenti in 178 Paesi, tra cui l’O-pera House di Sydney, la Torre Eiffel di Parigi, il Golden Gate Bridge a San Francisco, l’Empire State Building a New York.

L’Italia non è stata da meno. Piaz-ze, monumenti, luoghi del potere e

cittadelle della cultura si

s o n o

unite alla manifestazione spe-gnendo la luce e accendendo lan-terne. Spente la Mole Antonelliana a Torino, la Basilica di San Pietro a Roma, il Castello Sforzesco, il Pi-rellone a Milano, Palazzo d’Accur-sio a Bologna, la cascata di luce di Michelucci a Firenze, Palazzo Chigi a Roma, il Maschio Angioino a Na-poli, il Duomo di Mascali a Cata-nia e molti altri ancora. Record di adesione del mondo dello sport, testimonial di eccezione come Pie-ro Angela, Marco Mengoni, Fedez. Anch’io ho contribuito staccando l’energia elettrica per un’ora. Con dispiacere, però, ho visto le luci sul-la mia strada accese e anche nelle altre case. Immagino sia stato così in tutto Codroipo, o quasi. Eppure sarebbe bastato che tutti avessero spento le tv e i computer per poter concedere un respiro di tempora-neo sollievo alla Terra che ci ospita.

Purtroppo non è stato così an-che se la mobilitazione mondiale puntava al record. Smettere di uti-lizzare l’energia elettrica per un’ora avrebbe rappresentato un gesto simbolico, un piccolo passo verso il cambiamento, avrebbe messo un tassello nella nuova “mentalità” che tutti dobbiamo adottare se vo-gliamo salvare il nostro Pianeta. Re-galare un’ora del nostro tempo alla Terra quanto costa? Niente. Eppu-re molti non l’hanno fatto. Non ne erano informati? O, forse, intendo-no assistere indifferenti e distratti

ai cambiamenti climatici, alla qua-lità della nostra stessa esistenza, al futuro migliore per noi e per chi verrà dopo di noi. Non possiamo più sperare nell’impossibile. Le nostre azioni di oggi possono favorire o danneggiare la qualità di vita per le generazioni future. Il cambiamento climatico evolve molto rapidamen-te e gli impatti sono sempre più seri e preoccupanti. Finora le azioni dei governi a livello globale sono state lente e poco incisive, non al passo con un rischio che mette a repen-taglio il Pianeta e la stessa civilizza-zione umana.

Dobbiamo mobilitarci tutti, fare la nostra parte e pretendere che i governi assumano la CRISI del cli-ma come priorità. Le generazioni giovani e future hanno tutto il dirit-to di ricevere in eredità un mondo pieno di vita e non condannato a cambiamenti climatici catastrofici. L’”Ora della Terra” vuole essere un appello urgente rivolto a tutti gli abitanti del Pianeta, ai giovani che rischiano di vedere le conseguenze più drammatiche del cambiamento climatico, alle istituzioni, attrici nel pungolare al cambiamento, alle im-prese, referenti dell’economia del futuro, a Te che leggi. Solo se ognu-no si assume una parte di impegno civile, il nostro Pianeta può nutrire qualche speranza per sopravvivere in condizione di salute.

Pierina Gallina

società

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MODELLO ISEEIl nuovo ISEE: cosa cambia con la DSU

Sono numerose le opportunità per migliorare il proprio “bilancio familiare”, p.es. usufruire delle con-dizioni agevolate per le prestazioni sociali o i servizi di pubblica utilità.

Per poter accedere a tali benefi-ci è necessario presentare la DSU, la Dichiarazione Sostitutiva Unica, ossia il documento che riporta in-formazioni in parte autodichiarate dal cittadino e in parte acquisite direttamente dagli archivi ammini-strativi dell’Agenzia delle Entrate e dell’INPS.

La DSU è la dichiarazione neces-saria per calcolare l’ISEE, l’Indica-tore della Situazione Economica Equivalente è l’indicatore che rego-la l’accesso alle prestazioni sociali o ai servizi di pubblica utilità, sulla base delle informazioni di carattere anagrafico, reddituale e patrimo-niale del nucleo familiare.

L’ISEE viene richiesto in svariati casi come per esempio l’iscrizione dei bambini a scuola, la richiesta di assegni per il nucleo familia-re, l’identificazione della fascia di reddito per le rette scolastiche ed universitarie, buoni sostegno al pagamento canone affitto, ma an-che nel caso di richiesta della social card, o la richiesta di servizi sociali, sanitari e di assistenza. Tra i servizi di pubblica utilità rientrano i bene-fici previsti da Comuni, Province, Regioni, quali ad esempio riduzioni su: trasporto pubblico, tassa rifiuti, ticket sanitari, bonus bebè, carta famiglia, ecc.

COSA FAREUna volta presentata la DSU (al

Comune; o a un centro di assisten-za fiscale; o all’INPS; o all’ente che fornisce la prestazione sociale age-volata) il dichiarante riceverà una ricevuta di avvenuta presentazione, ma non l’ISEE calcolato. Per il calco-lo dell’ISEE, infatti, è necessario che si completi l’acquisizione degli altri dati da parte dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrate. Infine, l’INPS o gli enti oppure gli intermediari renderanno disponibile al dichiarante un’atte-stazione riportante l’ISEE, il conte-nuto della DSU, nonché gli elementi informativi necessari al calcolo.

VALIDITÀLa DSU ha validità dal momen-

to della presentazione fino al 15 gennaio dell’anno successivo. Il sistema informativo ISEE tiene in memoria il contenuto della DSU in modo tale che tutti i compo-nenti del nucleo familiare possa-no richiedere prestazioni sociali agevolate senza dover presentare ulteriori dichiarazioni.

Patrizia Venutidottore commercialista revisore

[email protected]

> continua nel prossimo numero

società

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HOTEL NON DISPONIBILELa responsabilità del venditore del coupon

Il fenomeno delle vendite di ser-vizi tramite coupon è in ascesa e i siti web che ne fanno commercio spopolano. Tuttavia le sgradite sor-prese sono sempre più frequenti. Alcune, delle pur non numerose, pronunce hanno sancito la respon-sabilità delle società che commer-cializzano questa tipologia di buoni sconto (o codici sconto).

Ad esempio, secondo il Giudi-ce di Pace di Taranto (sentenza 1280/2015) l’impossibilità o l’estre-ma difficoltà per il consumatore di poter fruire del servizio acquistato, per causa imputabile al fornitore del medesimo, comporta la viola-zione delle diposizioni del Codice Civile e del Codice del Consumo che riconoscono agli utenti, come fondamentali, i diritti alla sicurezza e alla qualità dei prodotti e dei ser-vizi; ad una adeguata informazione e ad una corretta pubblicità. In via ulteriore: la tardiva o mancata con-segna del bene o della prestazione di un determinato servizio, oppure l’impossibilità di riscattare il cou-pon con il commerciante prima del-la scadenza del periodo di riscatto, per cause non imputabili all’acqui-rente, comportano violazione an-che delle clausole contrattuali di vendita del coupon nella parte in cui stabiliscono espressamente il diritto al rimborso.

Altresì vessatoria è da ritenersi la clausola contenuta delle condizio-ni generali di vendita che impone all’acquirente di attivarsi diretta-

mente ed esclusivamente con il commerciante in caso di reclamo riguardo all’erogazione dell’offerta. Quest’ultima clausola è appunto vessatoria, ex art 33 comma 2 lett b) del d.lgs. 206/2005 in quanto, escludendo o limitando le azioni o i diritti del consumatore nei con-fronti del professionista, consente alla società di e-couponing la ven-dita di un “pezzo di carta„ pratica-mente senza valore.

La responsabilità per il disser-vizio va estesa anche al venditore del coupon che sarà tenuto, in so-lido con il commerciante (fornito-re effettivo del servizio), non solo al rimborso del valore del buono sconto acquistato, ma altresì al ri-sarcimento del danno. In quest’ot-tica, appare ancora più rigorosa la decisione del Giudice di Pace di Napoli (sentenza 28288/2015), se-condo il quale sarebbe addirittura onere della società venditrice del buono accertarsi della veridicità

delle informazioni presenti sulle brochure prima di consigliare tali pacchetti ai consumatori.

Per questo il giudicante ha rite-nuto sussistente la responsabilità del prestatore del servizio poiché, avendo fornito un alloggio non conforme alle richieste, si era reso inadempiente agli obblighi con-trattualmente assunti, con conse-guente condanna (in questo caso in via esclusiva) a carico della società venditrice del buono a un congruo indennizzo, a fronte del compro-vato pregiudizio sostanziatosi nel disagio e nell’afflizione di non aver potuto godere delle vacanze come occasione di piacere, di svago o ri-poso e del sofferto disagio psicolo-gico per non aver potuto fruire del gradevole svolgimento della va-canza come valore degno di tutela.

Studio Legale Avv. Anna FabbroUdine e Codroipo, Corte Italia

n 28 – tel. 0432 228518/e-mail: [email protected]

società

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rubrica“il Tavan”

11 libri Veltroni, 7 Renzi e poi D’Alema, Bersani, De Magistris, Maroni, Fini e via scrivendo. Oggi tutti i politici e politicanti vogliono tramandare ai posteri, il loro sublime pensiero, con libri che non legge nessuno. Se scrivessero invece dei loro errori, stupidaggini, porcherie ed intrallazzi, il successo editoriale sarebbe strepitoso!

Pesce al mercurio, carne cancerogena, verdure contaminate, dolci e bevande che provocano il diabete, frutta avvelenata, il caffè nocivo. Qualsiasi cosa oggi si ingerisca, fa male. Però, con un po’ di buona volontà e responsabile attenzione, saremo tutti sani. Ma moriremo di fame.

Pensierino della sera.Se in politica dici di non

capire nulla, ma ci credi,

ti prendono per scemo.

Se lo dici riferendoti alla religione, ti prendono per un santo.

Nel PD, non hanno ancora capito che le primarie, anche se in nome della democrazia, sono solamente un inutile gioco al massacro con brogli ed imbrogli. Per sbrogliare la situazione, ci vorrebbero regole precise, ma sembra non interessino a nessuno.

Ancora stragi in Europa a causa del terrorismo islamico. Ancora una volta l’imprevidenza europea, ha dato fiato ai terroristi. Rigidi controlli interni ed alle frontiere, potranno ridurre i pericoli, ma per eliminare il problema, bisognerà far cadere il muro di omertà, complicità e connivenza che certe comunità musulmane forniscono ai terroristi.

Il padre della Boschi

sotto indagine, il padre

di Renzi pure. Dubbio

amletico: per fare carriera

in politica, occorre avere

padri un po’ garibaldini,

oppure i padri possono

fare i garibaldini,

perché i figli sono in politica?

Qualcuno va dicendo che l’Intifada è giusta, perché Israele sta esasperando i Palestinesi. Poi qualcuno verrà a dirci che anche noi Europei stiamo esasperando i terroristi dell’Isis.

Qualcuno pensa che i politici siano tutti uguali tra di loro. Non è vero niente. Tra di loro ci sono notevoli diffidenze.

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11opinioni

CONTRO NATURASi sa che la natura è qualcosa di

estremamente imperfetto, perché non dà a nessuno la parità fisica o intellettuale, anzi, sembra faccia apposta e con sottile malignità, di creare le più strane differenze, come uomini non uomini e donne non donne. Per vivere su questo mondo, in modo confortevole, l’uo-mo ha sempre cercato di adattarlo alle proprie necessità, correggendo a suo favore, ciò che riteneva più utile o sbagliato. Per non morire di fame, ha allevato gli animali e lavo-rato i campi. Per non morire di ma-lattia, ha trovato rimedi sempre più sofisticati, ha trovato pure innume-revoli sistemi per rendersi la vita più facile o più piacevole. Ben vengano quindi, le correzioni a qualcosa di errato o imperfetto, ma scienza e tecnologia, per quanto avanzati, non possono derogare dai princi-pi etici fondamentali, che poi sono quelli che da sempre hanno scan-dito il tempo della nostra esistenza e strettamente legati alle leggi di natura. La legge fondamentale che regola qualsiasi forma di vita sulla terra, è la riproduzione. Non c’è nul-la che non sia tanto e così stretta-mente vincolato a questo principio. Umani, animali o piante, non sfug-gono a questa legge.

È un impulso talmente forte, che fa superare qualsiasi ostacolo, qual-siasi difficoltà e che in certi casi si conclude addirittura con la morte. I salmoni muoiono dopo aver depo-sto le uova, moltissimi insetti, pure. Il maschio della mantide religiosa, pur di adempiere alla regola, si la-

scia persino sbranare vivo durante la funzione. Quindi, questa primordia-le, ma insopprimibile esigenza, con-diziona la vita di qualsiasi essere vi-vente anche se, negli umani, talvolta è interpretata in modo diverso e non per scopi strettamente riproduttivi. Non conosciamo la portata o l’in-tensità delle attrazioni e delle pul-sioni negli altri esseri, ma nell’uomo sono certamente altissime, se unite poi all’innamoramento, diventano miscele davvero esplosive. Civiltà ed imperi si sono creati e distrut-ti in nome dell’amore, ma questo non significa che in nome suo, tutto possa venir giustificato. Dicono che in amore e in guerra tutto sia lecito, ma non è vero, certe regole, anche in guerra, si devono assolutamente rispettare.

Amore, è questa la parola magica che gli omosessuali usano per giu-stificare sia i loro comportamenti, che le loro pretese. Si può valutare con occhio benevolo e con la mas-sima disponibilità le loro richieste e le loro necessità, ma fino a quando non si scontrano con le leggi ba-silari della natura, dell’etica e del buon senso. Solo in questi termini si può valutare la condizione omo-sessuale maschile e femminile. Na-scere con un corpo maschile ed un cervello che ragiona al femminile e viceversa, deve essere sicura-mente una tragedia, ma da questo a pretendere l’assoluta parità, o esserne orgogliosi, rende la fac-cenda leggermente azzardata, se non farsesca. Anche il matrimonio tra due esseri dello stesso sesso

(non semplice unione), è già di per sé un assurdo, perché trascende dalle leggi naturali e dalla sacralità che l’uomo e la chiesa, hanno dato a questo importante avvenimento, ma sembra che in nome dell’amore, oggi si possa far tutto, anche anda-re contro natura. Andando avanti di questo passo, sarà lecito anche sposarsi con il proprio cagnolino o la scimmietta, tanto sempre di amore si tratta e siamo certi, che prima o poi, qualcuno lo vorrà fare. Aiutare una minoranza in difficoltà, cercare di capire anche il suo punto di vista per farla uscire dal ghetto in cui nel passato è stata cacciata da ignoranza e pregiudizio, ci sta bene, ma gli omosessuali da parte loro, dovrebbero anche capire che a tut-to c’è un limite e che loro, in quan-to diversi, non possono fare tutto quello che vogliono.

Tutti vorremmo esser giovani in eterno o essere in grado di vola-re, ma non siamo in grado di farlo e dobbiamo farcene una ragione, come loro devono rendersi conto che non si può andare oltre, non possono pretendere che tutto sia lecito e che tutto sia concesso. L’a-dozione di bambini da coppie dello stesso sesso, oltre che innaturale, non tiene conto di future conse-guenze psicologiche, ed è solo un atto di smisurato egoismo. Che poi un giudice, lo consenta in barba alla legge, è una follia. Ma purtroppo alla follia, ormai in Italia, stiamo abituandoci.

Angelo Petri

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basta cercare la pizza sana... l’avete trovata!

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opinioni

NON TUTTII FRANCESI SONO...Quello che sta succedendo in Europa è catastrofico o forse peggio

Quello che stanno facendo gli europei contro l’invasione vera e propria dagli islamici è per tutti noi incomprensibile. Meglio è dire che non stanno facendo nulla, oltre che farsela nei pantaloni.

Cominciamo con l’Italietta. Renzi vuol educare i mussulmani taglia-teste. In sintesi dice, tirando loro le orecchie: ragazzacci birichini, non dovete tagliare le teste, mettere i petardi negli aeroporti, nelle me-tropolitane, nelle balere. Venite a scuola da noi che vi insegniamo il galateo, la buona creanza.

La Merkel, cotta, stracotta, bru-ciata arrosto, dopo un momento di chiusura, ha aperto le porte a tutti. Ha fatto dare al bandito Erdogan 6 miliardi di Euro (circa 12 mila miliar-di delle vecchie lire). Soldi che son anche nostri. Per forza, la Germa-nia ha talmente tanti investimenti in Turchia che per non perderli ha firmato un accordo che, per ogni emigrante clandestino fermato, la Germania deve ricevere un turco.

Quella T.D.C. (completate voi) di Sarkozy, quando il Berluska aveva ricevuto con tutti gli onori Ghed-dafi, manda armi ai ribelli libici con l’idea di far fuori il Dittatore e poi fottere gli affari alla derisa Italia. I Belgi han da sempre aperto le por-te a tutti facendosi invadere senza reagire. Come i francesi han sem-pre protetto banditi e terroristi. Ora sono nella cacca più di noi.

Obama, il grande democratico,

che porta l’a-nello d’oro al dito con la scritta “Hal-lah è grande”, che dichiara di essere mus-sulmano, che al momento di diventare p r e s i d e n t e degli USA giu-ra sulla Bibbia, combina guai stratosferici, come i suoi predecessori.

I nostri cari amici ingenuotti ame-ricani (io sono filoamericano) pre-tendono di portare la democrazia anche alle tribù dell’Amazzonia. In questi ultimi quarant’anni han pre-so tante di quelle batoste che solo Dio lo sa. Torniamo a casa nostra. Il Vaticano che fa? Più l’ISIS taglia te-ste a preti frati e suore, più croce-figge cristiani, più fa saltare Chiese, fedeli compresi, più dice bisogna aiutare questa povera gente. O la Chiesa vuol farsi perdonare i milioni di morti con le Crociate contro gli infedeli non cristiani, o con la Santa Inquisizione, le cui sentenze, tutte, finivano con la corda al collo del malcapitato?

Poi l’Europa, presieduta da quel povero diavolo di Junker (fratello gemello di Prodi e di Barroso) man-da la Commissione per controlla-

re se le Nazioni che hanno voltato pagina votando a destra, stufi de-gli arraffatutto della sinistra (parlo di Ungheria, Polonia, Repubbliche Baltiche) hanno ancora la Demo-crazia. Il mondo vota a destra (per-fino l’Argentina e il Venezuela) ma per i comunisti la democrazia è solo di sinistra. Mi fanno più paura questi inetti, drogati di cervello, in-teressati ladroni che ci governano, che non i mussulmani, tagliateste e non. Sono i nostri che ci hanno ro-vinato. Qualche anno ancora così e non ci sarà più ritorno. Vaticano svegliati!

Ma i nostri sinistri dicono, non tutti i mussulmani sono terroristi.

All’epoca di Napoleone si dice-va dei francesi: non tutti i francesi sono ladri, Buonaparte sì!

Pietro Pittaro

13opinioni

RENZI E LABUONA STAMPAL’ottimismo della ragione

Su di un quotidiano nazionale è stato pubblicato recentemente un articolo la cui tesi è semplice: sono mesi e mesi che Matteo Ren-zi “come un forsennato ci mitraglia quotidianamente con un insensa-to e ingiustificato ottimismo del-la ragione, enfatizzando al cubo qualunque dato o notiziola possa preannunciare la tanto agognata ripresona. La cosa si sta facendo talmente insopportabile agli occhi di chi abbia un minimo di senso cri-tico, che definirla propaganda è fin troppo riduttivo”.

La notizia non è una notizia. È un fatto banale, ripetutamente e per-sonalmente constatato. L’unica vera notizia è il fatto che qualcuno scriva quelle parole. Mi è sempre sembrato inverosimile che la gente sopportasse questo piazzista, che la sua popolarità rimanesse alta, che il giovanotto non fosse figu-rativamente sommerso da infinite pernacchie giornalistiche.

Invece niente. I media, si sa, ten-dono ad essere allineati col potere, a meno che il Premier non sia Ber-lusconi. Inoltre può darsi che non critichino Renzi per amor di patria: l’ottimismo può contribuire a far andar bene le cose, almeno quan-to il pessimismo può contribuire a farle andar male. Dunque vai con le previsioni rosee, vai con l’enfatizza-zione di qualunque successo vero, immaginario o meramente simbo-lico. Matteo Renzi rischia di vincere

il campionato del mondo delle bugie. Per il numero, per la frequenza, per la di-stanza dalla verità, per la sfacciataggine. Se esiste qualche categoria qui di-menticata, probabilmente Renzi sarà campione anche in quella.

Uno statista è autoriz-zato a mentire e a peggio che mentire, se pensa di farlo per il bene del Paese. Se dunque lui dice a En-rico Letta, “Stai sereno”, e poi gli toglie la sedia da sotto il sedere, come nel-le comiche strapaesane, e su quella sedia ci si siede lui, tanto di cappello. La politica è un gioco senza regole. Se, appena insediato a Palazzo Chigi, dice che farà una ri-forma epocale al mese per i succes-sivi quattro mesi, e poi naturalmen-te non ne fa niente, passi. Se dice che tutte le imprese che vantano crediti nei confronti dell’Erario sa-ranno pagate in tempi brevissimi, e poi questo non avviene, nulla qua-estio. Le promesse politiche non sono impegni seri. Le aperture di credito sono moltissime.

Si può ingannare qualcuno per tutta la vita, tutti per qualche tem-po, non tutti per tutta la vita. La catena di S. Antonio rimane attiva e procaccia affari ingrandendo-si sempre più, finché scoppia. Nel caso di Renzi è andato via via accen-

tuandosi un delirio di celebrazioni e di successi immaginari, coniugato con un delirio di promesse mirabo-lanti, come quando un medicinale comincia a produrre assuefazione e bisogna aumentarne le dosi. In questo caso, per tenere in vita una realtà immaginaria.

Fino ad ora la fortuna lo ha as-sistito in maniera sfacciata. Ma la fortuna è incostante. Prima dà molto di più di ciò che un uomo merita, poi è capace di dargli molto meno di ciò che merita, e non è un caso se fortuna, in latino, significa-va anche sfortuna. Non la auguria-mo a Renzi, perché ne soffrirebbe l’Italia, ma per quanto riguarda lui personalmente non verseremmo una lacrima.

Antonio Cainero

14

numeriutili

AVVISO IMPORTANTE(in applicazione della legge 22 febbraio 2000 n. 28)

Sono aperte le prenotazioni per l’acquisto di spaziper la propaganda elettorale per le elezioni amministrative comunaliche si terranno il 5 giugno 2016.

LE TARIFFE1/4 di pagina - dimensioni 88x108 mm - € 200 + iva1/2 di pagina - dimensioni 180x108 mm - € 380 + iva

Pagina intera - dimensioni 180x220 mm - € 600 + iva

Le richieste di acquisto degli spazi per la propaganda elettorale dovranno pervenire a: Publistar srl - Via Treppo n. 5/b – 33100 UdineTel. 0432.299664 - [email protected]

16

La nostra società è andata incon-tro, negli ultimi decenni, a profondi cambiamenti che hanno notevol-mente modificato gli stili di vita dell’uomo e le scelte alimentari. Il tempo che si dedica all’assunzione di cibo è sempre più ristretto per cui troppo spesso si preferisce consu-mare rapidamente pasti già pronti (fast-food) o addirittura eliminare uno o più pasti nella giornata (il più delle volte la colazione o il pranzo); l’emergere di tendenze che susci-tano una distorta immagine che si ha di se e del proprio corpo, se con-frontata con i modelli socialmente condivisi, inducono a modificare i propri comportamenti alimentari, pur di raggiungere l’obbiettivo de-siderato e che si allontana troppo spesso da una assunzione equilibra-ta di cibo.

Dall’altra parte l’educazione ali-mentare è stata concepita e divulga-ta (almeno nei Paesi a più alto svi-luppo) in forma esasperatamente medicalizzata. L’atto del mangiare viene interpretato dai medici come mezzo preventivo, quasi del tutto sganciato dal suo naturale ruolo gratificante: soltanto dietetica in ar-rogante conflitto con il piacere e la cultura della tradizione gastronomi-ca, maturate da gran tempo nei pae-si storicamente più evoluti. Tuttavia l’uomo non mangia proteine e vita-mine, ma alimenti, di cui ha impara-to a conoscere e apprezzare il gusto

e l’aroma. L’atto alimentare è simbolico, associativo, evoca-tore e non può essere svilito – al di fuori dello stato delle malattie – ad un puro calcolo di nutrienti. Mangiare non è soltanto uno dei piaceri della vita, ma è anche un’esperien-za sensoriale completa alla quale contribuiscono tutti e cinque i sensi. È convinzione non soltanto dagli psicologi, ma an-che dei medici che stanno più a con-tatto con i pazienti, che il progres-so tecnico della dietetica non può esaurirsi in un raffinato conteggio dei bisogni energetici e di singoli nutrienti. Dalle diete prestampate, consegnate dal medico curante con la stessa perentorietà di una ricetta di antibiotici (ma senza altrettanto motivazione scientifica!), si è pas-sati all’ancor più anonima imposta-zione computerizzata, ignorando totalmente i gusti, l’adattabilità, i contraccolpi psicologici. La valenza dieta o quella in generale della nu-trizione deve essere condivisa con altri “attori” come la famiglia, non è un atto solitario come l’assunzione di una pastiglia.

È necessario comunicare e saper ascoltare i bisogni e le necessità di chi ha deciso di intraprendere un percorso difficile come risulta es-sere quello del dimagrimento. Non si può pensare che l’alimentazione debba essere vissuta soltanto come

atto imposto. È necessario avvici-narsi ai bisogni, alle abitudini ali-mentari e ai gusti di ognuno per poi correggere gli errori senza stravol-gere la quotidianità. L’ingiustificato successo di una dietetica spicciola, fatta di menù dimagranti (possibil-mente iperproteici a base di “busti-ne e bibite magiche” che fanno si perdere molti chili ma unicamente di massa muscolare!) ha arrecato danno con la sua superficialità e con le sue banalizzazioni (un trionfo dei luoghi comuni smentiti dalla co-munità scientifica) a discapito di un miglior rapporto fra l’arte del man-giar bene e la razionalità delle scel-te dietetiche. In conclusione, l’atto del mangiare non può e non deve essere svincolato dal suo contesto umano e sociale. Mangiare seduti a tavola, significa mettersi in relazio-ne con altre persone, ricavando dal gusto non soltanto nutrimento ma anche gratificazione.

Dottor Stefano PivaSpecialista in dietologia

GUSTO &ALIMENTAZIONE

INSERZIONE PUBBLICITARIA

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L’INFERMIERADI PIOMBINOSerial killer o angelo della morte?

Secondo alcune fonti scientifiche, i serial killer di sesso femminile co-stituiscono una percentuale com-presa fra i 5% e il 10%, mentre altre stimano valori più alti: fino al 18%.

In Italia, dal 1850 ad oggi, abbia-mo avuto solo due donne serial kil-ler: Leonarda Cianciulli, nota come la “saponificatrice di Correggio”, e Milena Quaglini, soprannominata “l’angelo sterminatore”.

Se quanto sta emergendo in or-dine ai presunti omicidi dell’infer-miera di Piombino, accusata di aver ucciso 13 pazienti in 2 anni, venisse confermato con sentenza passata in giudicato, Fausta Bonino potreb-be passare alla storia come la quar-ta donna serial killer italiana; il ter-zo posto spetterebbe all’infermiera Sonya Caleffi, condannata all’erga-stolo per 5 omicidi e 2 tentati omi-cidi, commessi in due ospedali di Como, negli anni ’90.

Nella maggioranza dei casi, le assassine seriali sono cresciute in famiglie multiproblematiche; svi-luppando il più delle volte una ses-sualità precoce e intensa, e quasi tutte, durante l’infanzia, hanno su-bito qualche forma di abuso. Sono donne apparentemente normali che nascondono una personalità aggressiva, violenta e bisognosa di dominare gli altri. Spesso sono sposate e hanno un’attività lavo-rativa. Va sottolineato che esse co-stituiscono un’esclusiva dei paesi industrializzati e sono pressoché inesistenti nelle aree dove le donne sono ancora legate ai loro ruoli tra-dizionali (Paolo De Pasquali, Serial Killer in Italia, Franco Angeli Editore 2001).

Ma tornando ai presunti omicidi seriali dell’infermiera, secondo un articolo pubblicato su lastampa.it, La Stampa cronache del 31.3.2016,

Fausta Bonino «Era depressa, usava ed abusava di alcol e psicofarmaci: non c’è un motivo vero e proprio ma una situazione psicologica che avrebbe trasformato un infermiera di lungo corso in una presunta as-sassina...». Al riguardo va precisa-to che solitamente chi commette questi reati si giustifica dicendo che si tratta di una pseudo-eutanasia praticata contro la volontà dei pa-zienti. In realtà, secondo la lettera-tura scientifica, il vero movente sa-rebbe collegato alla “necromania” ovvero all’attrazione per la morte, e al senso di onnipotenza che l’assas-sino prova nel momento in cui ucci-de. Concludo ricordando che questi soggetti sono stati annoverati nella categoria degli angeli della morte (Hickey-1986).

Franco AltanScrittore, criminalista

rubrica“il Criminologo”

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UN ANNO FA,UN ANNO DOPO

cultura

Quando il Caffè letterario ha aperto i battenti, nessuno di noi sapeva esattamente come sarebbe andata quest’avventura. Avevamo tanto entusiasmo e un pizzico di aspettativa, e avevamo anche tan-ta voglia di creare aggregazione at-torno alla lettura, alla cultura, a ciò che molti di noi amano e sentono come un bisogno dell’anima, prima che della persona.

L’idea mi era venuta in mente anni prima, ma la mia attività di inse-gnante non mi avrebbe consentito la dedizione che un impegno come questo avrebbe comportato, e con il senno di poi devo ammettere che non avevo sbagliato. Così ho tenuto per me, nel mio cassetto personale, questa fantasticheria, sperando che presto o tardi avrei potuto renderla qualcosa di concreto e di vero. Poi, nell’aprile del 2015, al termine della mia carriera professionale, ho deci-so di farmi un regalo. Non un viag-

gio o un gioiello, o qualcosa che brillasse per un giorno, bensì un progetto a lun-ga scadenza, un impegno di am-pio respiro dal quale lasciarmi coinvolgere e avvolgere, sino a farlo diventare parte integrante della mia quoti-dianità.

E così è nato il Caffè Letterario

Codroipese, davanti a una tazza di caffè in compagnia di un pugno di amici che si sono dimostrati da su-bito disponibili a sostenere un’idea balzana come la mia e che, dopo un anno, balzana lo è ancora, ma posso gridarlo con enorme soddisfazione.

In un anno di attività, la creatura codroipese è cresciuta ben oltre le più rosee aspettative, e anche noi siamo cresciuti, come perso-ne, come lettori, come appassio-nati di cultura e di parole che non stancano mai di riservare percorsi nuovi, storie nuove, poesie scritte per portarci in alto senza anticipar-ci mai nulla, sempre pronte a sor-prenderci.

In dieci mesi, quel pugno di ami-ci si è ritrovato con quasi 150 nuovi amici, soci di un progetto che non ha alcuna intenzione di tirare i remi in barca, e che al contrario per-segue una via spesso faticosa, la

quale sino ad oggi ci ha però anche gratificato con una partecipazione e un successo inattesi.

Quei soci sono stati insieme a noi e con noi, e ci hanno supportati e spinti ad andare avanti, incorag-giandoci e regalandoci spunti nuo-vi, proponendoci percorsi, facen-doci incontrare là dove meno ce lo aspettavamo, accogliendo il frutto di un lavoro significativo che non consideriamo un punto di arrivo bensì un punto di partenza.

Ed è proprio a tutti questi 150 soci, e a tutti i simpatizzanti, e alle migliaia di persone (migliaia, sì, non è un’esagerazione) che si sono avvi-cinate per una sera o più, per ascol-tare, lasciarsi incantare, concedersi un caffè in compagnia di Altan, De André, Pasolini, Khadra, Capuozzo, Dante, di un autore locale o di qual-cuno che portava il proprio sapere a disposizione di tutti. In un anno di attività abbiamo realizzato dieci eventi e altrettante riunioni soci, e persino un’ uscita a Venezia, al se-stiere di Cannaregio e prima ancora a Casarsa, nei luoghi Pasoliniani.

C’è indubbiamente ancora mol-to da fare, molto da organizzare e molto da migliorare, ma la sfi-da non ci spaventa, perché siamo consapevoli che dove c’è cultura ci sarà sempre un paracadute che ci concederà di cadere in piedi senza timore di farci male, e noi non ab-biamo paura di cadere, perché non abbiamo paura di volare.

Luisa Venuti

loscofratelli.it

FRATELLILOSCO

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INCONTROCON TOMMASO CERNO

DA BLUENERGY UNA LIM PER GLI STUDENTI

Martedì 19 aprile alle ore 20.30 presso Villa Manin

Tommaso Cerno, giornalista, scrit-tore e opinionista tv, è stato ospite di trasmissioni tv sulle reti Rai, Me-diaset, La7 e Sky. Come conduttore televisivo, è stato autore e presen-tatore della trasmissione  D-Day - I giorni decisivi  in onda su Rai 3. Fir-ma de “ l’Espresso” e direttore del Messaggero Veneto. Ha pubblicato “Inferno.

La commedia del potere” una ri-scrittura dell’Inferno in terzine di endecasillabi, come quello dante-sco, ma con protagonisti i perso-naggi politici e non della Seconda

A margine della cerimonia di pre-sentazione del libro “Caramelle no

Repubblica e, recente-mente, “A Noi - Cosa ci resta del f a s c i s m o n e l l ’ e p o c a di Berlusco-ni, Grillo e Renzi ”.

Nella lin-gua italiana c’è una pa-rola, che da più di novant’anni, non è mai pas-

grazie”, tenutasi a Codroipo, Bluenergy, sponsor dell’inizia-tiva, tramite Andrea Camovit-to (responsabile commerciale dell’area retail) ha consegnato all’Istituto comprensivo di Co-droipo una lavagna interattiva multimediale (Lim).

Ad accogliere la Lim donata da Bluenergy è stata la dirigente scolastica Giovanna Crimaldi.

sata di moda: “fascismo”. Definisce il Ventennio di Mussolini da cui, nel ‘45, abbiamo preso espressamente le distanze. Eppure da allora non ab-biamo mai smesso di utilizzare l’ag-gettivo “fascista” per bollare uomini politici, movimenti, ma anche grup-pi sociali e persino comportamenti comuni.

Con questo suo ultimo lavoro, Tommaso Cerno ci racconta come la mentalità del Ventennio sia ancora oggi diffusa nella politica, nella so-cietà, nella vita quotidiana, permet-tendoci di capire meglio, grazie ad un’accurata lettura della Storia del nostro Paese, chi siamo stati, chi ci ha governati e chi ci governa oggi.

A moderare la serata sarà Edoardo Petiziol, esperto di diplomazia, poli-tica e relazioni pubbliche.

Luogo dell’incontro: ristorante Nuovo Doge - Villa Manin di Pas-sariano (Udine). L’appuntamento è martedì 19 Aprile, ora di inizio le 20.30. L’ingresso è libero.

cultura

24 eventi&turismo

NUOVO AUTONOMISMO VS. NEO-AUTONOMISMOA Codroipo Incontro alla BCC di Basiliano

“L’incontro di “Nuovo autono-mismo vs neo-autonomismo” é stata l’occasione per affrontare il tema dell’autonomia della Regione, dell’identità del Friuli e per discute-re in parte anche della riforma de-gli enti locali, ma soprattutto della possibilità di un nuovo futuro per una terra che avverte da sempre una forte pulsione all’autogoverno, mai sbocciata però nella creazione di un “partito di raccolta territoria-le” come Svp o Union Valdotaine.

Il dibattito, guidato dal giorna-lista Walter Tomada, ha messo a confronto nella sala della Bcc di Basiliano a Codroipo alcune voci in-teressanti come l’ex sindic di Udine Sergio Cecotti, il parroco di Tarcen-to don Duilio Corgnali e il sindaco di Valvasone Markus Marmair, espo-nente del nuovo Patto per l’Auto-nomia nato intorno a una trentina di amministratori del territorio ne-gli scorsi mesi. Proprio il Patto si è posto come realtà organizzatrice del confronto, assieme al Circo-lo udinese “Paesi” (rappresentato dall’onorevole Gianna Malisani) e al Centro Iniziative Culturali Codroi-pesi, per il quale ha introdotto i la-vori Mario Banelli.

Se la prospettiva di don Corgnali, tra i rappresentanti più autorevoli del movimento nato nelle tendo-poli, dopo il terremoto del 1976, è spesso tornata ai momenti del si-sma per sottolineare la necessità di un riscatto morale del popolo

friulano che avrebbe bisogno di ri-svegliare il proprio orgoglio e il pro-prio senso di comunità, Cecotti ha riflettuto invece più sulla dimen-sione politica.

Particolarmente ad effetto il rife-rimento all’appello che il 9 settem-bre 1943 Pier Paolo Pasolini lan-ciò ai sindaci e ai parroci del Friuli perché mantenessero salde le loro comunità all’indomani del disfaci-mento dello Stato italiano e degli apparati che avevano caratteriz-zato il regime fascista. “Pure oggi – ha spiegato Cecotti – è necessa-ria una mobilitazione dei sindaci e dei parroci per combattere il nuovo centralismo”: i sindaci devono te-nere in piedi la coesione sociale e i “plevans” “dovrebbero raccogliere

almeno qui in Friuli l’invito del Pre-sidente del Consiglio che si è det-to disposto all’indomani del family day a spiegare in ogni parrocchia le ragioni di una riforma costituzio-nale che lede profondamente ogni possibilità per le comunità regiona-li di avere strumenti, competenze e risorse per influire sulla propria comunità”. E non colpisce in parti-colare le Regioni speciali: “i più irri-tati e sconcertati sono i dipendenti e i dirigenti della Regione Emilia Romagna – ha spiegato Cecotti – perché in quel contesto si sono svi-luppate molte buone pratiche che ora sarà difficile mantenere senza competenze”.

Walter Tomada

25eventi&turismo

C.I.C. SUL “NUOVO AUTONOMISMO”Con i relatori Mario Banelli, On. Gianna Malisani, Mons. Duilio Corgnali, prof. Sergio Cecotti ed il sindaco di Valvasone Markus Maurmair

Ho sentito con piacere che i rela-tori, sono favorevoli all’idea che il Friuli abbia una “patria”, un territorio autonomo. Non sono però emerse azioni mirate per arrivare all’obiet-tivo. E’ nella nostra tradizione ed è utile e piacevole parlare in friulano, ma per non continuare ad essere nostalgici, sognatori, accontentarsi dell’idea è necessario che coloro che condividono questa tesi promuova-no iniziative concrete e unitarie per arrivare alla meta. Innanzitutto è necessario chiedersi: con la rifor-ma Panontin questo è possibile? Mi sembra di no, e allora c’è un’azione unitaria degli autonomisti?

Come giustamente ha affermato il Presidente Cecotti è obbligatorio che tutti gli autonomisti abbiano vedute comuni, si uniscano. Ag-giungo, la sensibilità per la lingua e la cultura friulana è una ragione, ma non basta. E’ necessario creare un progetto politico inter-generazio-nale che coinvolga dai grandi padri fondatori alle nuove generazioni dei friulani e dia risposte ai settori cul-turale ed economico di una Regione Autonoma del XXI° secolo. Questo è il nuovo autonomismo.

Perché il Trentino è arrivato e noi no. Ci sono sicuramente le ragioni storiche, ma in Friuli è mancata la volontà politica che il Trentino ha avuto.

Il Trentino Alto Adige è l’esempio

di una regione unica e coesa, con compiti legislativi di indirizzo e coordinamento e due aree territoriali auto-nome, le provincie di Trento e Bolzano che rispettano le due Et-nie.

Ed allora bisogna chiarire subito con i partiti quali sono fa-vorevoli ad una città metropolitana a Trie-ste ed ad un territorio autonomo per il Friuli e quali no. Ma mettiamoci dalla par-te dei cittadini che si chiedono: cosa fanno, cosa producono gli enti loca-li: erogano servizi.

Se erogano servizi è dai Servizi che bisogna partire per definire qual’è l’ambito ottimale per la loro gestio-ne più efficace e rappresentativa.

E allora scopriamo che l’orga-nizzazione ottimale dei servizi non coincide sempre con il territorio del Comune o della Regione; ci sono i servizi di area comprensoriale e quelli di area vasta per i quali biso-gna trovare uno territorio adegua-to. I servizi idrici, dei rifiuti, del gas, dell’illuminazione pubblica ma an-che del trasporto locale. Per questi si può avere un gestore unico per il territorio friulano ed uno per quello giuliano. O dobbiamo cedere tutto

vedi Amga. Il giovane sindaco Mar-kus ha espresso il suo rammarico per lo svuotamento delle competenze ai comuni. Prima i servizi sociali af-fidati alle ASP, ora il governo dell’ac-qua e dei rifiuti che è stato affidato ad un’autority unica (Ausir) l. r. ap-provata il 30/03/2016.

Ultima considerazione, siamo re-alisti: il governo ha già più di una proposta per ridurre il numero delle regioni. Si tratta di tempo e noi fini-remo nel Triveneto.

Il territorio friulano può essere rappresentatato dalle UTI o ci vuole un’istituzione unica che rappresenti il territorio con un peso politico ade-guato!

Se vogliamo la “PATRIE” dobbiamo pedalare molto.

Enrico Valoppi

26 eventi&turismo

IL POTERE DEL CIBO

LA CRUP OSPITEDELLE FRECCE TRICOLORI

Al Caffè letterario

Lo scorso 21 marzo la base militare di Rivolto ha ospitato il CdA della Fondazione CRUP

Si è trattata di una serata decisa-mente diversa dal solito quella del 22 marzo scorso, quando abbiamo parlato di cibo e di influenza dell’a-limentazione moderna nell’insor-genza e nell’evoluzione di malattie autoimmuni e cronico degenerati-ve. L’appuntamento è iniziato con il quesito: è possibile che il cibo abbia davvero il potere di farci ammalare o di porre un contributo efficace alla guarigione?

È toccato alla dott.ssa Monica Bossi, medico chirurgo speciali-sta in Medicina interna e Nutrizio-ne, spiegarci come ciò non sia solo possibile ma anche imprescindibile

Si è tenuto presso la sede del 313° Gruppo Addestramento Acrobatico l’ultimo Consiglio di Amministra-zione della Fondazione CRUP. A fare da cornice ideale è stata la nuova area museale delle Frecce Tricolori realizzata da PromoTurismo FVG, e allestita proprio grazie ad una do-nazione della Fondazione Crup.

“L’evento suggella una collabo-razione in atto ormai da numerosi anni, che va oltre il rapporto tra due istituzioni” ha sottolineato il Presi-dente Lionello D’Agostini.

E proprio in favore della cultura e della crescita dei giovani, la col-laborazione tra la Fondazione e la Pattuglia Acrobatica Nazionale ha visto confermata anche nel 2016 l’iniziativa “A scuola con le Frecce Tricolori”, con il coinvolgimento de-gli studenti di ben otto istituti su-periori del Friuli Venezia Giulia. L’i-niziativa in favore delle scuole si è conclusa simbolicamente martedì 22 marzo con la conferenza a Udi-ne al Liceo Scientifico Marinelli du-

da conoscere per la salvaguardia del nostro stato di salute.

La serata, che ha visto la parte-cipazione di quasi 200 persone, ha dato la possibilità a tutti di riflet-tere sul proprio stile di vita e sul-la qualità del cibo che ingeriamo, molte volte frutto di sofisticazioni e spesso molto carente dei nutrien-ti che invece ci si aspetterebbe di trovare. 

La parola chiave per preservare la nostra salute è “equilibrio”, non solo fisico ma psicofisico, perché “il cibo influenza anche il nostro umore”. L’invito, quindi, è quello di cercare una varietà nei cibi che assumiamo

rante la quale, ancora una volta, è stata data la possi-bilità ai ragazzi di apprendere i valori di cui le Frecce Tri-colori si fanno promotrici e hanno l’onore di rappresen-tare, nonché di conoscere “quanto im-pegno, pas-sione e dedizione siano necessari per realizzare i propri sogni e rag-giungere i propri obiettivi” - come ha precisato il Comandante del 313° Gruppo Addestramento Acrobati-co, il T. Col. Jan Slangen.

A CdA concluso, ai membri del Consiglio si sono uniti i Dirigenti Scolastici degli otto istituti coin-volti nell’iniziativa “A scuola con le Frecce Tricolori”, a loro è stata

e di cercare sempre un’ottima qua-lità, facendo attenzione a quanto riportato nelle etichette informa-tive. 

La dott.ssa Bossi ha pubblicato: Perché “stare a dieta” fa ingras-sare - cosa pensa il nostro cervel-lo” quando ci mettiamo a dieta; e: Dieta o non dieta, (ed. Ponte delle Grazie); svolge attività di ambula-torio a Trieste, Udine, Firenze, ed è docente di Medicina preventiva e PsicoNeuroEndocrinoImmunologia presso l’Imeb, in tutta Italia.

Per ulteriori info visita il sito: www.drmonicabossi.net

offerta la possibilità di assistere al volo di addestramento e conosce-re il “dietro le quinte” della PAN. Al termine della visita nel salutare gli ospiti, il T.Col. Slangen ha rinnova-to i ringraziamenti al Presidente Lionello D’Agostini “per il prezioso supporto che la Fondazione CRUP da sempre garantisce in favore del-le iniziative promosse dalle Frecce Tricolori”.

28 eventi&turismo

FUSIONE TRA CODROIPOE CAMINOIl referendum forse già entro giugno

Il referendum per la fusione tra i Comuni di Codroipo e Camino al Ta-gliamento potrebbe svolgersi in an-ticipo rispetto a quanto prospettato all’inizio, quando sembrava si doves-se decidere se indirlo a luglio o posti-ciparlo all’autunno.

«È probabile che la data dei refe-rendum sia a metà o a fine giugno, la

L’Andos, Associazione donne ope-rate al seno sede di Codroipo, ha in serbo una lunga lista di iniziative che vanno oltre la panoramica dei servizi sempre attivi a favore delle iscritte, un piccolo esercito di donne, di ogni età, in prima linea a combattere la battaglia per la vita. L’ANDOS Onlus, 333.4140816 – sede di Codroipo – è un valido aiuto.

Sostegno morale, psicologico e sociale, ginnastica riabilitativa post intervento, momenti formativi e animazione, informazione sull’im-portanza delle sedute terapiche post–intervento, spiegando loro in che cosa consiste il problema della neoplasia mammaria e del relativo intervento, garantendo loro sedute terapiche, fisioterapiche e di linfo-drenaggio. Punto di forza è il canale

decisione non è definitiva. La consul-tazione referendaria esula dalle ele-zioni amministrative o da altri refe-rendum poiché si tratta di un quesito che gli amministratori sottopongono ai cittadini per sapere cosa pensa-no di questa opportunità», ha detto l’assessore regionale Paolo Panontin, che ha ribadito l’importanza del pro-

privilegiato che s’instaura con al-cuni specialisti e strutture sanitarie che consente alle iscritte di essere visitate in tempi rapidi.

Nella sede dell’ex-scuola elementare di piazza Dante, l’Andos dispone di uno spazio che ospita un apparecchio di pres-soterapia meccanica, dove due fisio-terapiste specializzate esercitano la ginnastica riabilitativa e il linfodre-naggio manuale. Apertura settima-nale: lunedì e giovedì, dalle 9.00 alle 11.30 e dalle 15.30 alle 17.30. In più il Coro e tante attività sociali di rilievo. Ecco i prossimi eventi in programma: 13 marzo: PRIMAVERA di VITA che ini-

cesso di fusione. «La Regione sostiene tutti i proces-

si di fusione – ha detto –, lo abbiamo fatto intervenendo a livello legisla-tivo proprio per facilitare i percorsi». Sarà la presidente del Fvg, Debora Serracchiani, a indire il referendum consultivo.

V. Z.

zia con la S.Messa a San Valeriano; 19 marzo: SPETTACOLO TEATRALE, con la Compagnia “I pignots” di Artegna; 19 giugno: MARATONINA di 5 km, dal-la ex Coop a Lonca con il pranzo; a settembre la GITA sociale. L’ANDOS, con la rondine come simbolo, può ri-velarsi davvero il faro per chi si trova nell’esperienza della malattia. Così come la poesia di Maria Antonia Fal-zago (sopra).

Pierina Gallina

ANDOSPrimavera di vita con tante iniziative

VERDE GRIDOArrivi d’improvviso, piano piano, come un ladro di

notte, senza far rumore. Di colpo ogni cosa perde il suo colore. Incredule, disorientate di fronte a questo ingan-no, una domanda sola:perché questo danno? Rabbia, rivolta, ribellione ma bisogna pur affrontar la situazione. No, tu, donna, no non ti lasci sopraffare, le armi della battaglia inizi a preparare. A sfida rispondi con sfida ed ora più che mai attaccata alla vita. Ho deciso: rossetto ed un sorriso sulle labbra, vento ed un fermaglio sui capelli, verde pistacchio il foulard sulla bianca camicia. Esco. Là fuori c’è un’altra Primavera è una nuova primavera.

Anna Maria Falzago

sede storica a Gemona del Friuli0432 971400 [email protected] esposizione: dal Lunedì al Venerdì 09.00-12.30 / 15.00-19.00 Sabato e Domenica orario continuato

Tel. 331 7846155 Basiliano (Ud) - via Pontebbana 57

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A.S. SCUDERIA MOTOCROSSDa sedici anni a Codroipo

Nasce nell’anno del Giubileo, il 2000, l’associazione sportiva di Mo-tocross Codroipo, su iniziativa di una decina di appassionati motocrossisti - alcuni cresciuti nel Motoclub Pede-montano - che sentono il bisogno di stare insieme e di fare qualcosa per il loro e nostro paese.

È dal 1993 che Codroipo - a ottobre di ogni anno, durante la Fiera di San Simone - ospita la gara di fine cam-pionato interregionale di motocross. L’intera organizzazione della mani-festazione viene coordinata, in col-laborazione del M.C. Pedemontano, dal campione regionale Marco Polo, uomo di inestimabile valore, dalle grande umanità e semplicità. È lui che ha saputo guidare, e trascinare, in

questa avventura amici e appassiona-ti in tutti questi anni fino al 1999.

Dal 2000, mentre nel frattempo viene ultimata la pista di Rivolto, la gestione della manifestazione è pas-sata alla nostra Scuderia, ed oggi: col-laboratori, simpatizzanti e gli stessi familiari sono in prima linea per orga-nizzare al meglio la gara e per render-la ogni anno sempre più prestigiosa

e innovativa. La scuderia Motocross Codroipo gestisce la pista che si trova nella campagna di Rivolto, adiacente alla base delle Frecce Tricolori.

Per quanti di voi volessero intrapren-dere lo sport del motocross e imparare l’arte di questo sport meraviglioso, noi organizziamo, con aperture giornalie-re, percorsi in pista con piloti esperti a vostra completa disposizione.

sport

PITTACOLO VINCITORE

Michele Pittacolo ha vinto dome-nica 3 aprile il Giro delle Regioni a Rivà di Ariano Polesine, in provincia di Rovigo, gara di mountain bike su un percorso vallonato sull’argine del

fiume Po.Il portacolori della Alè Cipollini, che

ha raccolto con soddisfazione l’invito da parte degli organizzatori, è riuscito ad imporsi al termine di una fuga che ha generato assieme ad altri attac-canti. Lo spunto veloce del campione friulano ha poi fatto la differenza in volata, dove Pittacolo ha saputo pre-cedere i compagni di fuga ed impo-nendosi nella classifica generale.

“Sono davvero contento - ha det-to a fine corsa Michele, dopo essere sceso dal palco delle premiazioni -: ho sentito ottime sensazioni in corsa.

Anche i tecnici che mi seguono hanno confermato che questo tipo di gare, da un’oretta e correndo a tutta, quasi alla soglia, seppur su mountain bike sono molto utili per prepararmi al me-glio soprattutto per le prossime gare a cronometro. Eppoi, la mountain bike è il mio primo amore sportivo e corro sempre volentieri”.

Il Giro delle Regioni a Rivà di Ariano Polesine, organizzato da CicloEstense di Mesola e il Circolo Acli di Rivà Pole-sine, ha visto al via centinaia di bikers, del circuito Uisp.