madonna della cintura tradizione

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(< Scrivono alcuni Classici Autori, che morto Patrizio marito di Monica nel 371, questa Santa, nello stato vedovile presentò umili suppliche alla gran Vergine Maria Madre di Dio, acciò le dimostrasse come ella andasse vestita nel suo stato vedovile; fu esaudita e seppe che la B. V. Maria vestiva un nero e lungo manto con cintura di pelle ai fianchi» C). Con tutto il rispetto per i "Classici Autori" non riesco a capa­citarmi come la "Madre di tante lacrime" quando al dolore per le scapestrataggini del Figlio si aggiunse quello per la morte del marito, fosse presa da vaghezza di saper come andasse vestita nel suo stato vedovile la santa Vergine Maria!

Né v'ha memoria di ciò nel gran libro di Agostino, né egli ricor­da nelle sue confessioni che la Madonna abbia in visione do­nato alla madre sua la cintura che le cingeva i fianchi, come pegno di consolazione dicendole : "Accipite cingulum meum, quo ego semper praecincta fui!" C). E par strano ch'egli ne abbia taciuto mentre scrisse della ma­dre il più bell'elogio che un figlio abbia dettato per la propria madre; frequentemente egli ricorda le lacrime che sparse per lui: «La madre mia piangeva davanti a Te più che non pian­gano le madri la morte corporale dei figli ». Ed aggiungeva: « Tu l'esaudisti e non disdegnasti le sue lagrime che bagnavano copiosamente la terra sotto i suoi occhi in ogni luogo in cui essa pregasse. Tu l'esaudisti. E onde quel sogno con cui la consolasti ... » C). Ma il sogno le mostrò non la Santa Vergine, bensì un "giovane

(1) Cfr. Memoria sulla devozione della Sacra Cintura, da una « Raccolta d'indul­genze ed orazioni pei divoti della B. V. della Cintura che si venera nella chiesa suburbana di S. Agostino in Como. Coi tipi di Carlo Franohi 1869 ».

(2) Cfr. ,P. 'Fulgenzo Sgariglia: La Vergine madre di consolazione - P. Michele Cavalieri: La Sacra Cintura - P. Nicola Mercury: L'Arciconfraternita della Cintura.

(3) Cfr. Confessioni di M. Aurelio Agostino III. Il, 19.

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risplendente" che, chiestole il motivo della sua mestizia, la consolò assicurandole che" dove era essa" ivi sarebbe stato il figlio.

Questa tradizione però fu accolta dagli Eremitani di S. Ago­stino che venerarono la Madonna -sotto il titolo di Madre della Consolazione e istituirono in suo onore Confraternite che eb­bero come segno distintivo la cintura.

Gli Eremitani di S. Agostino ebbero origine nel sec. XII quando parecchie congregazioni di eremiti C) sparse specialmente in I talia si raccolsero in un nuovo ordine sotto il nome e la regola del santo Vescovo di Ippona.

Agostino aveva consigliato ad altri la forma di vita spirituale che egli aveva scelto e descrive nelle sue opere la natura e le tappe della vita spirituale.

Già subito dopo la sua conversione visse santamente con alcu­ni compagni. Fatto prete subito istituÌ un monastero accanto alla chiesa e prese a vivere coi servi di Dio l'uso e la norma in vigore ai tempi degli Apostoli C). Il P. Madonnet sostiene che la regola di S. Agostino era costi­tuita dalla "disciplina monasterii" e da un commentario an­nesso poi alla epistola 211.

Altri vorrebbero che la "Regula ad servos Dei" sia un adatta­mento delle prescrizioni date dal Santo alle monache di Ip­pona e contenute nella citata epistola 211.

Sono questioni forse insolubili.

L'ordine agostiniano, comunque, fin dalla sua costituzione si sentì attratto dalle dottrine del grande Dottore, cercò di inter­pretarne le regole, di imitarne la santità.

Ed ecco il fiorire delle devozioni che ho ricordate, che si diffu­sero tra i fedeli a incrementar la vita cristiana. I papi appro-

(4) Guglielmiti, Giamboniti, Brettini, Eremiti toscani della SS. Trinità ecc. (5) Cfr. Vita S . Augustini - S. Paolino. Cfr. Ed. Mondadori, p. 149.

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varono il sorgere delle Confraternite e le arricchirono di in­dulgenze.

Eugenio IV nel 1439 autorizzò l'erezione della Confraternita della Cintura nella chiesa agostiniana di Bologna, dove 56 anni dopo ne nasceva una consimile, in onore della Madonna della Consolazione.

Nel 1575 il generale degli eremitani P. Taddeo da Perugia fuse le due Confraternite nell'unica "Compagnia della Cintura della B. V. Maria Madre della Consolazione" approvata da Grego­rio XIII ed eretta in Arciconfraternita con l'obbligo di aggre­garvi tutti gli altri sodalizi dei Cinturati e).

* * * Le prime memorie della Confraternita nella chiesa di S. Ago­stino in Como, appaiono in un documento del 14 settembre 1612: ({ Conventiones secutae inter RR. Patres S.cti Augustini Comi foris et Confrates venerandae Confraternitatis seu so­cietatis Centuriatorum Nativitatis B.mae Mariae Virginis erec­tae in Ven.da ecclesia pro RR.PP. prout. ecc. ».

Un tal Hironimo Magno, Priore di detta Confraternita aveva nel 1603 rivolto una supplica al M.R. Fr. Paolo Emilio Barba­rossa Vicario Generale della Congregazione dei R. Fr. dell'Or­dine degli Osservanti, in cui avendo ricordato come avessero « i Confratelli della Compagnia della B. Vergine, eretta nella chiesa di S. Agostino di Como fatte tante spese in riparare alcune Cappelle ch'erano in pericolo di cadere, in raconciar a stucchi et ori, la Cappella della B. V. Maria con spesa grande come si può vedere, oltre tante spese che ne appaiono scritte alli libri, et tutto è seguito per carità dei Fratelli, et havendo fatte tante opere buone, resta solo a giustarli un desiderio. !. »

e il desiderio era di poter costruire a proprie spese un ({ ora­torio per ritrovarsi alli divini offizii » e un altro luogo ove « si habbino a congregarsi per il servizio d'essa Schola ». La fab­brica, pianterreno e un primo piano, con ampio camino, avreb­be dovuto sorgere ({ nel prato vicino alla facciata dello Cimi­tero » e richiedeva anche di aprire una finestra nella chiesa ... C).

(6) Cfr. Arrighini, I doni della Madonna, p. 22. (7) A.P. XV beta pro 1.

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Solo nel 1612 il nulla osta sottoscritto" di propria mano" dal Vicario Generale "indegno" della Congregazione di Lombar­dia dell'Oratorio di S. Agostino dava il via all'adunanza di Capitolo, alla Convenzione in otto articoli, alla Fabbrica.

E difficile rintracciare dove sorgesse quest'oratorio, ma è interes­sante osservare come la Confraternita non si intitolasse alla Madre di Consolazione, ma alla natività di Maria.

E tale è pure il titolo dell'attuale Cappella della Madonna dove tutto fa credere che solo più tardi si invocasse Madre di Consola­zione.

Un cartiglio, sovrastante l'arco della cappella, avverte che i lavori in fresco furono iniziati nel 1601.

Se il priore che nel 1603 vantava aver" i confratri" sostenute tan­te spese a raconciar a stucchi et oro alcune capelle, fosse stato più esplicito nell'indicare i lavori eseguiti avrebbe forse lasciato testimonianza che era stato commissionato un tal Pier France­sco Mazzuchelli detto il Morazzone C). A chi oggi ancora considera le artistiche decorazioni pittoriche non può sfuggire la maturità dell'artista.

I toni sono chiari; predominano rosa festosi, azzurri sbiancati dalla luce, gialli brillanti e verdi ancor più brillanti e trasparenti di quelli che aveva usato Gaudenzio Ferrari, che ebbe molta in­fluenza sul Morazzone.

Dove però troviamo tutte le caratteristiche dell'arte compositiva del Morazzone è nella parte alta della cappella: la Crociera. La decorazione è divisa in quattro parti che raffigurano: l'Assunzio­ne, la Crocefissione, l'Apparizione di Gesù alla Madonna nel gior­no della Resurrezione, la Dormizione di Maria C). Più che affreschi sono miniature che lasciano stupiti per la forza espressiva e la grazia dei particolari. Anche le quattro tele che ancor oggi arricchiscono la cappella son sue.

Quella della natività di Maria è stata evidentemente ampliata per renderla di misura pari all 'altra, una presentazione di Ma­ria al tempio, che le è posta di fronte.

(8) Pier Francesco Mazzucchelli 1571-1626. (9) Cfr. A.P. voI. XVIII, alfa, pro 2. Prof. Pietro Bonorandi: - Affreschi e quadri del

Morazzone.

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Non è azzardato pensare che questa "Natività" campeggiasse dall'altare e abbia avuto l'attuale collocazione solo quando introdottasi la devozione alla Madonna della Consolazione, si aprì una nicchia sopra l'altare e il titolo primitivo di cappella della Natività della B. V. Maria andò dimenticato.

Con la soppressione degli Eremitani avvenuta nel 1772 anche la compagnia dei Cinturati fu soppressa e i capitali sui quali gravavano oneri di messe furono depositati presso il banco di S. Ambrogio di Milano CO).

La Conferenza però non morì: (< già canonicamente eretta nella chiesa dei RR. Padri di S. Agostino di Como e conservata sino al presente da molti divo ti, ora con recente decreto di legittimi superiori (è) approvata; nell'anno 1803, li 23 dicem­bre viene a partecipare di tutte le indulgenze» (11).

È di quell'anno la facoltà all'arciprete pro tempore di aggre­gare nuovi soci al Consorzio dei Cinturati, « sempre che non si erigano di nuovo in Como altri monasteri dell'ordine» C2).

Sempre in quell'anno l'arciprete Perlasca chiese, a nome della gioventù del borgo ed ottenne dal Vescovo, il permesso di fare una processione entro i confini della parrocchia (13).

Si sa che in quel 1803, il simulacro della B. V. venne esposto « col concorso dei divo ti dell'uno e dell'altro sesso ». Questi, tutti col proprio lume, alzarono lo stendardo per la processione in chiesa per il trasporto di detta statua dalla cappella al trono situato nella navata centrale, alla sinistra, dirimpetto all'or­gano.

({ La festa fu preceduta da una novena e la processione fu ac­compagnata dalla sinfonia del sig. Brambilla, dalla sinfonia di S. Martino e da quella di Cernobbio ».

Nel 1839 l'arciprete Monti, in un Capitolato o Statuto che avrebbe dovuto servir di norma d'allora in poi ed evitare al-

(lO) A.P. xv B pro 2. (11) A.P. XVI B pro 3. Catalogo delle indulgenze concesse ai divo ti ecc. (12) A.P. XVI B pro 1 - questa facoltà fu concessa essendo andata smarrìta

quella già concessa all'arco Velzi. (13) l.c. Pro 2.

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cuni abusi ch'eran nel contempo invalsi, direbbe che "nell'an­no 1801 (?) venne fondata la Compagnia o Confraternita della B.V. della Cintura e della Consolazione aggregandola alla Con­fraternita del 55. Sacramento". Egli efferma essere stato sta­bilito che ogni anno, la prima domenica di settembre C4) inva­riabilmente se ne celebrasse con solennità la festa, ed ogni settimo anno venisse portata la statua della B.V. in trionfo e processionalmente per le vie della parrocchia CS). Il Capitolato consta di 4 titoli in 38 articoli.

Non sto a dilungarmi nel descrivere queste solennità (le an­nuali e quelle del settimo anno) ma non posso tacere come queste feste fossero allietate da odi e sonetti che venivano de­dicati a personaggi illustri o anche solo ai devoti della B.V., dati alle stampe e distribuiti in ricordo.

Si conserva un sonetto firmato: "i divoti" che fu stampato per la festa di domenica 5 settembre 1841:

Perché sovra l'usato, in questo giorno una gioia, una festa si diffonde?

e un'ode per la prima del settembre 1854 siglata "G.A." e de­dicata all'esimio merito dell'illustrissimo e reverendissimo mons. don Paolo Giulini"

Chi ti diè quel vago cinto Onde avvinto Tieni il fianco, o Vergin bella,

Bella Vergin che a noi scendi, B risplendi Come in ciel l'alba novella?

Deh! mirar mi sia concesso Più da presso Quel bel Cinto ... Ah! lo ravviso;

Bi per man di cento eletti Angioletti fu tessuto in Paradiso.

(14) A.P. Miscellanea. (15) A.P. XV B Capitolato o Statuto della Ven. Compagnia o Confraternita dei

cinturati eretta ecc., sotto l'invocazione di Maria V. Madre di Consolazione.

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(

Penso che possano aver particolare interesse quelli del Con­te Gian Battista Giovio, che era borghigiano di S. Agostino.

PER LA FESTA E LA PROCESSIONE

DELLA B.V. DELLA CINTURA

che si celebra dall' arcipretal chiesa e popolazione

De' SS. Agostino e Antonino il giorno 21 settembre 1806

SONETTI

dedicati alla esimia pietà

DEL SIG. CESARE SOMELIANA

StelI ante il crin' e d'or trapunta il ',~ [manto ( O Prima Tu de le create cose

Esci aspettata in fra gli incensi e il [canto

Per vie sparse d'amaraco (*) e di rose,

Esci, e la nostra valle egra del pianto Serena co le tue luci amorose, L'inno per la tua pompa alzano intanto Garzon, vegliardi, e giovanette, e spose;

In quel tuo Cinto, ch'il purissim' alvo Fregiati, e scende a la verginea veste, Quanto poter quai grazie Iddio non

[serra!

Pel mar di questa vita ilare e salvo Di quel men vo co la virtù celeste Vo del Tuo Figlio a guerreggiar la

[guerra.

(*) è il nome botanico della persa, che appellasi maggiorana.

Spirto gentil, che tai d'affetto aperto Mi desti prove nel mortaI soggiorno, Spirto del ciel già cittadin, Tu certo Oggi al tetto già tuo t'aggiri intorno! (*)

Dopo l'ingenuo lutto ogg'io l'adorno E il lutto in gioja insolita converto. Più lieta è l'aura più purpureo il giorno E il limitar cinge di fiori un serto.

Ah Tu se' qui bennata Alma, ed oh, [quando

L'Immagin sagra in pompa andrà so­[lenne,

L'inno io sapessi almen, che andrai [pensando!

Prega che a' voti miei s'aggiungan pen­[ne,

E possa un dì di questa valle in bando Librarmi al voI, che la tua Fè sostenne.

(*) Intorno al suburbano Rezzonico s'aggira la processione.

DI POLIANTE LARIANO

Presso Pasquale Ostinelli - vicino al Liceo

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Ma quel che ha una SUa storia singolare, fu stampato nella tipo­grafia Giorgetti e Franchi nel 1850, tt dedicato all'esimio merito dei divo ti " :

o Vergin che nata al nostro scampo l'errore ammendi dell'infausto pomo;

{{ Solennizzandosi nella Chiesa suburbana di St'Agostino in Co­mo la festa della B. V. della Cintura la prima domenica di set­tembre I8S0» l'arciprete Maurizio Monti inviò alla ven. Curia di Como, per !'imprimatur il seguente:

SONETTO

DEDICATO ALL'ESIMO MERITO

DEI DIVO TI

Perchè Vergin, perchè grave e stridente Ho io di colpe una catena al fianco, E tu, si bella ognor porti pendente Fascia di luce a destro lato e al manco?

La tua d'immensi rai sparge un torrente Tal che in guardarla occhio mortaI vien manco; Nera e sozza è la mia, sicché repente Al sol pensarlo di spavento imbianco.

Non v'è speme, che a far l'antiche prove Tenti ragion spezzarne i nodi orrendi: Ch'ella è spenta, o s'asconde, io non so dove.

Deh! Tu che scorgi ogni mia cruda pena Dammi, o gran Madre, la tua fascia, e prendi, Se pietosa pur sei, la mia catena.

Il sonetto ritornò dalla curia con l'" Admittitur" del Vicario Generale Calcaterra in data 26 agosto 1850 con due corre­zioni: la bozza di stampa era già pronta: qualcuno aveva in­viato le correzioni in tipografia. Ma l'arciprete non ne volle sapere: sostituì il sonetto e mise tutto in archivio con la se­guente annotazione: qualcuno ne avrebbe un giorno giudicato.

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« La Curia Vescovile di Como nel sonetto qui unito di Vin­cenzo Monti C6 ) che comincia:

"Perché Vergin, perché grave e stridente ecc."

cambiò l'undicesimo verso: (nel quale le parve distrutto il libero arbitrio) e l'ultimo in quanto troppo ardito.

Il sonetto di Vincenzo Monti è stampato più volte; ed io pro­metterei di essere capace di levare la clava ad Ercole, non già di insegnare poesia a Vincenzo Monti.

Aborrendo il mestiere di Norcino feci sostituire un sonetto di

Salandri, tolto alle sue litanie che principia:

"O Vergin, che nata al nostro scampo ecc.".

Però questa sostituzione è un cambio secco che invece di una spada pone un stecco ».

'* '* '* La statua della B.V. Madre di Consolazione che oggi ancora si venera sull'altare della cappella in S. Agostino, fu ivi collo­cata dall'arciprete Cherubino Pizzala.

È di buone fattezze, un po' triste lo sguardo volto a terra. Regge il Bambino sul braccio sinistro e con la destra la cin­tura. Ha un manto azzurro e una bianca tunica rabescata.

« All'antico simulacro - lasciò scritto il Pizzala (17) - che non aveva d'intaglio che la testa, le mani e i piedi ed era bisognoso di gravi riparazioni, venne sostituito il presente, acquistato dalla ditta Werrebunt di Parigi e trasportato a Como median­te la complessiva spesa di L. 609 l'anno 1880».

Egli ne seguì con amore la confezione, suggerendo i partico­lari della fattura CS). Della vecchia Madonna si conserva una stampa di cui non si conosce 1'epoca.

(16) Qualcuno ha posto in dubbio la paternità del sonetto non avendolo rintrac­ciato in non so quale raccolta del Monti. Penso però non possa negarsi e per l'autorità dell'arciprete, ch'era letterato, e per il fatto che il Monti Vincenzo (1754-1828) compì i suoi primi studi nel seminario di Faenza e fu avviato alla notorietà letteraria dal card. Borghese, che lo portò con sé a Roma, di 22 anni.

(17) Cfr. A.P. inventario delle suppellettili compilato nell'anno 1892. (18) Cfr. A,P. lettera da Parigi del can. Serafmo Balestra.

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Porta una veste di seta ricamata a fiori che scende fino ai piedi che ne rimangono nascosti, molto stretta in vita come si usava in quei tempi: al collo un giro di pizzo; sul capo una corona imperiale ferma il manto che s'allarga poggiando sulle spalle C9).

Nella mano libera regge insieme la cintura e un mazzo di rose, come pure il Bambino nell'una mano la cintura e nell'altra i fiori. Sotto i piedi una rozza nube e il capo alato di tre angio­letti. I tratti dei volti per quanto è possibile giudicare dalla stampa, sono gentili e ben proporzionati.

Una cinquantina d'anni fa, la festa si celebrava ancora COl

carismi antichi.

L'Angiulin secrista CO) cominciava a disporre le parature per il trono della Madonna dalla parte dell'organo, sotto il terzo arco: scendevano intrecciandosi nei drappeggi bianco e azzur­ro che parevan venir dal cielo: era l'architetto indiscutibile: Ti taàs! Non accettava osservazioni.

Vi si collocava il carro già pronto per la processione e il vene­rato simulacro tra fiori e ceri e cilostri. Si predicava un triduo di preparazione annunciato dal suono delle cinque campane in piedi, e per tre giorni ul ziu Piciu e ul Luisin Musolino (che erano specialisti) suonavano a fe­sta salendo su, in cella campanaria.

Fu allora che i giovani vollero introdurre l'incanto dei cane­stri come si faceva in altre parrocchie: e si cominciò a fare dopo la processione, sul sagrato.

Se non erro fu nel 1926.

Nel registro cassa della confraternita risultano le spese per il panegirista, il maestro di musica e l'alzamantici, il sagrestano,

(19) Nell'anno 1887 sia il simulacro della B. V. che la veste in ricamo oro e seta "fatto stimare dalle ricamatrici dell'Istituto F. della Presentazione di Borgo S. Martino" furono ceduti per L. 300 al sac. Luigi Paro lini di Lanzada per la chiesa di Triangia.

(20) Angelo Tettamanti della dinastia dei sagrestani di S. Agostino, cfr. Borgo di Coloniola.

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la colazione agli inservienti, i porta stendardi, per appendere le zandaline e affiggere gli avvisi, pel fiorista e per. .. il que­stuante. Col passar degli anni a motivo del traffico nelle stra­de, e per il prolungarsi delle vacanze estive, la processione de­cadde e la festa fu trasportata all'ultima domenica di settem­bre, poi alla prima d'ottobre.

* * * Chiuso il Concilio Vaticano II, erano cominciati movimenti di contestazione che sotto la pressione di gruppi giovanili maoisti, dall'università parigina si erano diffusi in Europa e in Italia. La Chiesa pure non fu immune da pressioni contesta­trici che portarono la grave crisi che tutti conosciamo.

In opposizione ai deliramenti anti trionfalistici che tendevano a desacralizzare anche la nostra santa religione, si predispose in parrocchia un programma di lavoro che restituisse impegno ed entusiasmo all'Azione Cattolica e agli Oratori e culminasse nella consacrazione della parrocchia al Cuore Immacolato di Maria, Madre di Consolazione.

Duecentocinquantadue famiglie contribuirono con il dono di preziosi coi quali furono confezionati Cl) due diademi per !'in­coronazione della Madonna e del Bambino.

Dopo un triduo di preparazione predicato dal Vicario Gene­rale della diocesi mons. Carlo Castelli, presente numeroso cle­ro C2), mons. Felice Bonomini vescovo di Como, la sera del 12 ottobre 1969, benediceva e imponeva le due corone al ve­nerato simulacro.

Alle 20,30 dopo il canto dei vespri, la processione usciva dalla chiesa e, attraversata la piazza Amendola, raggiungeva il cor­tile della Campanella C3).

Una folla numerosa e devota partecipava alla funzione.

(21) L'artefice del prezioso gioiello fu il sig. Renato Losi della ditta Mancadori di Milano.

(22) Erano presenti: il prevosto della cattedrale mons. Mario Frigerio; quello di S. Giuliano, don Carlo Frontini; di SS. Salvatore, don Carlo Maggi; di Acquaseria, don Augusto Cadenazzi (questi ultimi lavorarono parecchi anni in parrocchia come vicari); il prevosto di Rebbio, don Aldo Magnoni; il rettore dei Saveriani, P. Angelo Nicoliello e i sacerdoti originari di S. Ago­stino: don Attilio Sangiorgio, e il Marchese don Alessandro Cornaggia; infi­ne l'allora vicario don Enrico Verga, poi prevosto di Maccio.

(23) Campanella è il cortile del chiostro superiore dell'ex convento agostiniano.

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Davanti al palco sul quale era stata collocata la statua della Madonna, un bambino C4) lesse il seguente

Atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria Madre di Consolazione

nel giorno della solenne incoronazione 12 ottobre 1969

Ti preghiamo o Signore di accogliere le preghiere di questa porzione della tua Chiesa affinché in sicura libertà ti serva, superata ogni contrarietà e ogni errore. O Dio che circondato dagli Angeli visiti e proteggi questa Santa Gerusalemme in cui sono raccolte anime fedeli, guarda propizio per intercessione di Maria Gloriosa Vergine Genitrice di Dio, coi tuoi Santi Antonino e Agostino e tutti i Santi, sopra questa Parrocchia in cui dimorano i tuoi fedeli. Al Cuore Immacolato di Lei, Madre di Consolazione, noi oggi consacriamo questo tuo popolo fedele, i nostri figli, i vecchi, i malati, i poveri; le famiglie, le case e la Parrocchia tutta. Mai le sovrasti fame, né peste, né spada, né calamità di nemici crudeli, né sterm~ nio di mortalità violenta. Allontana o Signore dai tuoi servi ogni male e ogni debolezza; stendi la tua destra potente su questa Città e colma questa Parrocchia di benessere e di larga generosità, con la benedizione della tua misericordia. Ricolmala o Signore di giustizia, di benevolenza e di verità, perché sia in Lei pace e carità imperitura. Visitala o Signore nel tempo presente e non abbando­narla mai, custodiscila sempre nella sicurezza o Re dei Re, Signore Dio nostro. Per Cristo Nostro Signore.

In seguito l'arciprete Angelo Cantaluppi CS) chiedeva al Vescovo che volesse benedire e imporre le due corone come segno di devozione e di fiducia nella gran Madre di Dio, di tutto un po­polo che in modo tanto solenne aveva protestato la propria fede cattolica.

La funzione fu splendida e per il significato e per la riuscita: tempi difficili si preparavano per la Chiesa e per il popolo di Dio.

Con la gioia nel cuore, l'assemblea si sciolse.

(24) L'atto di consacrazione letto da Marco Saibene è il seguente, stampato per la circostanza e distribuito ai fedeli.

(25) Sac. Angelo Cantaluppi, baitezzato nel fonte di S. Agostino il 26 marzo 1916, ritornò parroco nella parrocchia d'origine dopo 15 anni di ministero pasto­rale a S. Bartolomeo in Città e a Cadorago, il 6 gennaio 1957. L'amore al luogo nativo e la fatiscenza della chiesa e dell'éx convento agosti­niano lo indussero a un ventemzale lavoro di restauro e di ricostruzione onde conservare alla parrocchia e alla città uno dei pochi monumenti d'arte e di fede ancora superstiti alle nefaste leggi di incameramento dei beni eccle­siastici.

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Questi interventi furono accompagnati da un accurato inventario e riordino dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale, dai quali sono tratte molte note ricordate in questo volume.

Era nell'aria l'eco di un canto antico, una preghiera che vor­remmo mai si spegnesse nei cuori, perché si mantengano vive le tradizioni più sante.

Noi voglia m Dio, Vergin Maria: porgi l'orecchio al nostro dir, noi T'invochiamo, o Madre pia, dei figli Tuoi compi il desir.

Deh! benedici, o Madre, al grido della fe'. Noi vogtiam Dio che è nostro Padre, Noi vogliam Dio che è nostro Re!

Noi vogliam Dio nelle famiglie dei nostri cari in mezzo al cor; sian forti i figli, caste le figlie tutti ci unisca di Dio l'amor.

Noi vogliam Dio, Dio nella scuola perchè la nostra gioventù sempre vi impari la sua parola sempre vi onori Cristo Gesù.

Noi vogliam Dio nell'officina qui sia concordia, fede, lavoro A Dio dai campi la fronte china levi fidente l'agricoltor.

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