lla scoperta del mondo tutti a capracotta, la regina degli … · il nome, infatti, deriva proprio...

1
SÌ VIAGGIARE ALLA SCOPERTA DEL MONDO n_1 gennaio 2008 Tutti a Capracotta, la regina degli Appennini Uscita dell’autostrada A1 di Caianello. Si prosegue per Venafro fino raggiungere Isernia. Da qui si imbocca la statale per Vasto e, subito prima dell’uscita per Pescolanciano, compare il car- tello stradale con la tappa del nostro viaggio: Capracotta. Per arrivarci, in realtà, mancano ancora una ventina di chilome- tri, da percorrere tra verdissimi boschi e una natura incontami- nata. Alla fine del pecorso c’è lei, la cittadina di Capracotta, tremila anni di storia alle spalle e mille abitanti circa, adagiata su un crinale che divide la valle del fiume Sangro da quella del Trigno, a 1421 metri sul livello del mare, che la collocano al terzo posto tra i Comuni italiani nella speciale classifica per altitudine. Il primo insediamento umano risale al X sec. a.C., agli inizi cioé del proces- so di formazione storica dei Sanniti. Questa popolazione, proveniente dall’Italia centrale, si ferma in un’area più a valle dell’attuale abitato lascian- do tracce archeologiche di grande importanza. Ai Sanniti subentrano i Romani. L’antico centro cresce per importanza e dimensioni finché viene cancellato nel primo decennio del I secolo d.C. da un violento incendio. Cinque secoli più tardi, i Longobardi insediano un piccolo drappel- lo militare sull’attuale “Terra Vecchia”, sancendo la nascita ufficiale dell’odierna Capracotta. Il nome, infatti, deriva proprio da un rito lon- gobardo: quello della purifi- cazione del popolo in armi prima di metter tende su un territorio appena conquistato. Prevedeva l’immolazione di una testa di capra, una danza sacra e un banchetto rituale. Nonostante la posizione geo- grafica apparentemente peri- ferica, Capracotta è stata protagonista di tutte le grandi vicende storiche del Mezzogiorno. Ultima su tutte: la Seconda guerra mondiale. Nel mese di novembre del 1943, i tedeschi in ritira- ta la rasero al suolo con le mine e il fuoco per la sua importanza strategica. Oggi, Capracotta è una importante sta- zione turistica invernale ed estiva. Francesco Di Rienzo LA PEZZATA La pezzata è una tipica pietanza locale. La sua origine risale ai tempi della transumanza, quando i pastori trasferivano le greggi dalle fredde montagne dell’Abruzzo al Tavoliere pugliese. Ingrediente fondamentale è la carne di pecora che acquista il suo gusto particola- re grazie ai pascoli d'altura dove gli animali rassodano i loro muscoli (che diventeranno carne) brucando per chilometri nei prati montani quantitativamente meno ricchi dei corrispondenti di pianura ma quali- tativamente molto più nutrienti. La carne viene cotta in grandi paioli riempiti d'acqua. La prima opera- zione da compiere è la "schiumatu- ra", ovvero l'eliminazione del gras- so in eccesso venuto a galla a seguito della cottura, dopidichè, oltre al sale, si aggiunge qualche patata (anche con la buccia) che continua ad assorbire il grasso rila- sciato durante la lunga cottura (almeno 4 ore) e qualche pomodo- ro per dare colore al brodo senza renderlo, però, troppo rosso. Questa è la ricetta base. Variazioni sul tema contemplano l'aggiunta di altri odori come sedano, carote, cipolle e un pizzico di peperoncino. Dagli anni Sessanta, l’amministra- zione comunale organizza ogni anno una sagra per promuoverne la conoscenza e preservarne la tradi- zione. L’appuntamento è per il primo week end del mese di agosto Il nome di Capracotta rievoca i passaggi nelle cronache nazio- nali dei tempi passati per le abbondanti nevicate che spesso ne hanno provocato l'isolamento anche per diversi giorni. I suoi abitanti hanno saputo valorizza- re al meglio la neve, trasforman- dola da maledizione a risorsa. Quella neve che nel passato ha creato soltanto problemioggi è diventata un elemento trainante dell'economia locale. A Prato Gentile (mt. 1573), alle falde di Monte Campo, sono stati realiz- zati gli impianti per la pratica dello sci di fondo. La pista "Mario Di Nucci", omologata dalla Fisi, da dieci mani a questa parte è stabilmente sede di importanti appuntamenti agoni- stici a livello nazionale ed euro- peo. La mascotte è una capretta: Bianca. Per gli amanti dello sci alpino, invece, su Monte Capraro è stato costruito un moderno e funzionale comprensorio che completa l'offerta del turismo invernale e qualifica ulterior- mente l'attività del locale Sci Club, uno dei più antichi d'Italia, fondato nel lontano 1914. Sci nordico e alpino: un’offerta turistica per tutti i gusti 24

Upload: dangkhue

Post on 15-Feb-2019

213 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

SÌ VIAGGIAREALLA SCOPERTA DEL MONDO

n_1 gennaio 2008

Tutti a Capracotta, la regina degli AppenniniUscita dell’autostrada A1 diCaianello. Si prosegue perVenafro fino raggiungereIsernia. Da qui si imbocca lastatale per Vasto e, subitoprima dell’uscita perPescolanciano, compare il car-tello stradale con la tappa delnostro viaggio: Capracotta. Perarrivarci, in realtà, mancanoancora una ventina di chilome-tri, da percorrere tra verdissimiboschi e una natura incontami-nata. Alla fine del pecorso c’èlei, la cittadina di Capracotta,tremila anni di storia alle spalle e milleabitanti circa, adagiata su un crinaleche divide la valle del fiume Sangroda quella del Trigno, a 1421 metri sullivello del mare, che la collocano alterzo posto tra i Comuni italiani nellaspeciale classifica per altitudine.Il primo insediamento umano risale alX sec. a.C., agli inizi cioé del proces-so di formazione storica dei Sanniti.

Questa popolazione, provenientedall’Italia centrale, si ferma in un’areapiù a valle dell’attuale abitato lascian-do tracce archeologiche di grandeimportanza. Ai Sanniti subentrano iRomani. L’antico centro cresce perimportanza e dimensioni finché vienecancellato nel primo decennio del Isecolo d.C. da un violento incendio.Cinque secoli più tardi, i Longobardi

insediano un piccolo drappel-lo militare sull’attuale “TerraVecchia”, sancendo la nascitaufficiale dell’odiernaCapracotta. Il nome, infatti,deriva proprio da un rito lon-gobardo: quello della purifi-cazione del popolo in armiprima di metter tende su unterritorio appena conquistato.Prevedeva l’immolazione diuna testa di capra, una danzasacra e un banchetto rituale.Nonostante la posizione geo-grafica apparentemente peri-

ferica, Capracotta è stata protagonistadi tutte le grandi vicende storiche delMezzogiorno. Ultima su tutte: laSeconda guerra mondiale. Nel mese dinovembre del 1943, i tedeschi in ritira-ta la rasero al suolo con le mine e ilfuoco per la sua importanza strategica.Oggi, Capracotta è una importante sta-zione turistica invernale ed estiva.

Francesco Di Rienzo

LA PEZZATA

La pezzata è una tipica pietanzalocale. La sua origine risale aitempi della transumanza, quando ipastori trasferivano le greggi dallefredde montagne dell’Abruzzo alTavoliere pugliese. Ingredientefondamentale è la carne di pecorache acquista il suo gusto particola-re grazie ai pascoli d'altura dove glianimali rassodano i loro muscoli(che diventeranno carne) brucandoper chilometri nei prati montaniquantitativamente meno ricchi deicorrispondenti di pianura ma quali-tativamente molto più nutrienti. Lacarne viene cotta in grandi paioliriempiti d'acqua. La prima opera-zione da compiere è la "schiumatu-ra", ovvero l'eliminazione del gras-so in eccesso venuto a galla aseguito della cottura, dopidichè,oltre al sale, si aggiunge qualchepatata (anche con la buccia) checontinua ad assorbire il grasso rila-sciato durante la lunga cottura(almeno 4 ore) e qualche pomodo-ro per dare colore al brodo senzarenderlo, però, troppo rosso.Questa è la ricetta base. Variazionisul tema contemplano l'aggiunta dialtri odori come sedano, carote,cipolle e un pizzico di peperoncino.Dagli anni Sessanta, l’amministra-zione comunale organizza ognianno una sagra per promuoverne laconoscenza e preservarne la tradi-zione. L’appuntamento è per ilprimo week end del mese di agosto

Il nome di Capracotta rievoca ipassaggi nelle cronache nazio-nali dei tempi passati per leabbondanti nevicate che spessone hanno provocato l'isolamentoanche per diversi giorni. I suoiabitanti hanno saputo valorizza-re al meglio la neve, trasforman-dola da maledizione a risorsa.Quella neve che nel passato hacreato soltanto problemioggi è

diventata un elemento trainantedell'economia locale. A PratoGentile (mt. 1573), alle falde diMonte Campo, sono stati realiz-zati gli impianti per la praticadello sci di fondo. La pista"Mario Di Nucci", omologatadalla Fisi, da dieci mani a questaparte è stabilmente sede diimportanti appuntamenti agoni-stici a livello nazionale ed euro-peo. La mascotte è una capretta:Bianca.Per gli amanti dello sci alpino,invece, su Monte Capraro èstato costruito un moderno efunzionale comprensorio checompleta l'offerta del turismoinvernale e qualifica ulterior-mente l'attività del locale SciClub, uno dei più antichi d'Italia,fondato nel lontano 1914.

Sci nordico e alpino: un’offerta turistica per tutti i gusti

2244