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PROVINCIA DI RAVENNA LINEE PROGRAMMATICHE E SCHEDE DELLE AZIONI E DEI PROGETTI DA REALIZZARE NEL CORSO DEL MANDATO 2011-2016 (Art. 46 comma 3 D. Lgs. 267/2000)

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PROVINCIA DI RAVENNA

LINEE PROGRAMMATICHE

E SCHEDE DELLE AZIONI E DEI PROGETTI

DA REALIZZARE

NEL CORSO DEL MANDATO

2011-2016

(Art. 46 comma 3 D. Lgs. 267/2000)

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INDICE

RAVENNA, UNA PROVINCIA APERTA AL FUTURO..................................................................................... 3

Occorre mettere in campo il coraggio di cambiare e affrontare la sfida........................................... 3 La responsabilità sociale della impresa ............................................................................................... 4 La centralità della formazione................................................................................................................ 4 Ricade sulla politica la scelta se perseguire realmente l'indipendenza energetica......................... 5 Politiche urbanistiche sostenibili .......................................................................................................... 6 Servizi pubblici locali e politiche di area vasta.................................................................................... 7 Infrastrutture di valenza nazionale ........................................................................................................ 7 Infrastrutture di valenza regionale e locale .......................................................................................... 7 Infrastrutture tecnologiche..................................................................................................................... 8 Portare a sintesi in modo dialettico e costruttivo il rapporto con la Regione Emilia - Romagna in relazione a:............................................................................................................................................... 8 La società che si modifica...................................................................................................................... 9 Un servizio è pubblico perché è di tutti e perché è per tutti!............................................................ 10 Coesione sociale, comunità, servizi universalistici .......................................................................... 10 Un territorio socialmente responsabile .............................................................................................. 11 Base essenziale della nostra vita democratica è la partecipazione. ............................................... 12

SCHEDE DELLE AZIONI E DEI PROGETTI DA REALIZZARE.................................................................... 13

1) LAVORO: PRIORITA' ASSOLUTA........................................................................................................ 13 Le Politiche del Lavoro e della Formazione ....................................................................................... 13 Le Politiche Educative .......................................................................................................................... 14 Le politiche giovanili............................................................................................................................. 15

2) SVILUPPO ECONOMICO E MODERNIZZAZIONE DELLE IMPRESE................................................. 16 Le politiche per rilanciare uno sviluppo sostenibile e di qualità ..................................................... 16

3) AGRICOLTURA...................................................................................................................................... 18 Politiche per un'agricoltura aperta ed innovativa.............................................................................. 18 Politiche per la gestione faunistica ..................................................................................................... 19 Politiche per le aree protette................................................................................................................ 19

4) UNA PROVINCIA SOSTENIBILE........................................................................................................... 21 Le politiche per uno sviluppo sostenibile del territorio e dell’ambiente. Il Ruolo del PTCP......... 21

5) SERVIZI PUBBLICI LOCALI E PROGRAMMA PLURIENNALE DEGLI INVESTIMENTI.................... 23 Lavori Pubblici....................................................................................................................................... 23 Viabilità................................................................................................................................................... 23 Patrimonio Edilizio ................................................................................................................................ 23 Le politiche per la mobilità e i trasporti .............................................................................................. 24 Sicurezza :Corpo Polizia Provinciale .................................................................................................. 25 Reti informatiche ................................................................................................................................... 26

6) CULTURA E SPORT .............................................................................................................................. 27 Le politche culturali .............................................................................................................................. 27 Le biblioteche ........................................................................................................................................ 28 Lo sport .................................................................................................................................................. 28

7) WELFARE DI COMUNITA'..................................................................................................................... 30 Le politiche per garantire e rafforzare il Welfare di comunità .......................................................... 30 La casa e le politiche abitative............................................................................................................. 32

8) UNA ORGANIZZAZIONE MODERNA ED EFFICIENTE ....................................................................... 33 Organizzazione e innovazione tecnologica........................................................................................ 33 Semplificazione amministrativa, snellimento delle procedure e trasparenza ................................ 34 Strumenti di programmazione e rendicontazione ............................................................................. 34 Federalismo fiscale ............................................................................................................................... 34 Patto di stabilità interno ....................................................................................................................... 35 Partecipazioni ........................................................................................................................................ 35

9) POLITICA INTERNAZIONALE ED EUROPEA...................................................................................... 36 Le Politiche Europee e le relazioni internazionali per la pace e la cooperazione ......................... 36

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RAVENNA, UNA PROVINCIA APERTA AL FUTURO

Il mondo è cambiato: la crisi globale economica, finanziaria, sociale e dei cambiamenti climatici ha colpito anche la nostra Provincia. Anche Ravenna e L'Emilia Romagna sono coinvolte dalla crisi globale: cala l'occupazione, si riduce il potere di acquisto delle famiglie e si allarga la spirale che via via coinvolge le aree sociali intermedie. In pari tempo, i tagli alle risorse degli enti locali e un patto di stabilità che ne paralizza l'autonomia colpiscono i servizi per il futuro, come la scuola, la formazione e l'Università, e riducono servizi pubblici e sociali decisivi per la qualità della vita dei cittadini: scelte che penalizzano i giovani e il loro futuro.

Occorre mettere in campo il coraggio di cambiare e affrontare la sfida

Europa 2020 è il nuovo strumento strategico che l’Unione Europea si è data per disegnare le prospettive di sviluppo de futuro prossimo e che dovrà guidare tutti gli Stati membri nelle prossime legislature. In sintesi le priorità evidenziate dal governo centrale europeo sono tre:

1. Crescita intelligente per sviluppare un’economia basata sulla conoscenza e l’innovazione; 2. Crescita sostenibile: per promuovere un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più

verde e più competitiva; 3. Crescita inclusiva: per promuovere un’economia con alto tasso d’occupazione, che favorisca la

coesione economia, sociale e territoriale.

Le amministrazioni locali devono assumere il tema del lavoro come priorità assoluta per il proprio territorio. Occorre in concreto:

1. costruire un progetto lavorativo che coinvolga centri per l’impiego, OO.SS. e associazioni di categoria, anche attraverso l’erogazione di borse lavoro;

2. salvaguardare e valorizzare il nostro sistema produttivo investendo prioritariamente sulle aziende con forte legame sul territorio, contrapponendosi alla logica delle delocalizzazioni produttive;

3. mettere in campo un impegno particolare sulla sicurezza nei posti di lavoro.

Di fronte a questa grave crisi epocale è necessario essere duttili e avere la forza culturale e morale, oltre che il consenso, per governare il cambiamento verso una maggiore equità e giustizia sociale, a partire da una radicale riforma del sistema fiscale e per la riconversione ecologica del nostro sistema economico e sociale.

L'uscita dalla crisi può prendere la forma di una ripresa finta, anemica, senza crescita. Una bonaccia in cui tutti i nostri mali diventerebbero cronici, insolubili: dal debito pubblico alla crisi previdenziale, dal precariato alle tensioni sociali.

Abbiamo come orizzonte lo sviluppo, per riuscire ad investire in tecnologie verdi, per aumentare la qualità dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Pensiamo ad uno sviluppo che non si misura soltanto con l'indicatore del PIL, ma attraverso la salvaguardia della salute, nonché l'aumento del benessere e della qualità della vita quotidiana di tutti.

Noi lavoriamo per difendere la base produttiva e per favorire la ripresa economica, per quello sviluppo che produce nuova occupazione e ricchezza avendo come obiettivi principali la sostenibilità ambientale, la qualità della vita e la salute dei cittadini.

Occorre a questo proposito stabilire un nuovo patto tra istituzioni pubbliche, rappresentanze del mondo economico e con l'insieme delle forze sociali e culturali del territorio.

Ciascuno deve fare la propria parte per conseguire l'obiettivo comune di evitare una ulteriore riduzione della base produttiva: andranno valutati con la massima attenzione i progetti condivisi nella recente Conferenza Economica provinciale.

In particolare diviene obiettivo primario lo snellimento delle procedure amministrative in funzione di incentivo allo sviluppo del territorio, nel quadro delle sostenibilità sopra evidenziate.

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La responsabilità sociale della impresa

Un patto territoriale per fronteggiare la crisi vuol dire questo: quali impegni assumono la politica e le istituzioni locali per sostenere le imprese del territorio da un lato, e quanto restituisce l'impresa al suo territorio, in termini di ricchezza e di lavoro, e condividendo le responsabilità nella tutela della sicurezza e dei diritti dei lavoratori.

Bene dunque gli ammortizzatori sociali in deroga, ma servono nello stesso tempo politiche attive per il lavoro, a cominciare dalla leva della formazione professionale.

Gli anni che abbiamo alle spalle dimostrano che non basta una risposta d'emergenza. Serve, al contrario, una risposta strutturale.

Obiettivo generale, nel campo delle attività produttive di beni e servizi, è quello di privilegiare quei cambiamenti che favoriscono l'evoluzione del nostro apparato produttivo nella direzione di una capacità di competere nella fascia alta del mercato, qualificando i suoi processi produttivi, i suoi prodotti e i servizi post-vendita.

Serve, senza perdere di vista l'equilibrio dei conti pubblici, l'utilizzo della leva della spesa pubblica, e in particolare degli investimenti, con la ripresa degli appalti e la riapertura dei cantieri.

Per questo non è più rinviabile la modifica dei vincoli del patto di stabilità.

La sfida più difficile, ma è la più importante, è il sostegno alla modernizzazione ed all'innovazione del nostro sistema di imprese.

Per noi investire nell'innovazione significa migliorare i sistemi di relazione e creare un rapporto più stretto tra economia, territorio e società.

Gli elementi chiave sono due: Fare sistema e mettere in rete i vari attori - pubblici e privati - per andare oltre il tema della pura efficienza e innalzare il livello della qualità e della sicurezza. Potenziare le intersettorialità per favorire l'emergere di nuove soluzioni tecnologiche e organizzative. Questo perché l'approccio settoriale è sempre meno capace di dare rispose adeguate alla complessità ed alla velocità che caratterizzano le dinamiche economiche odierne.

La centralità della formazione

Nella società della conoscenza, quella che abitiamo, la centralità delle persone è l'elemento chiave del successo. Le risorse umane sono sempre state la chiave di sviluppo essenziale delle nostre comunità, basti pensare alla storia ed al radicamento del movimento cooperativo ed alla diffusione della piccola e media impresa. Dunque gli investimenti in formazione sono investimenti per un futuro di maggiori opportunità, qualità del lavoro e ricchezza per il territorio. In questo quadro di riferimento sarà impegno prioritario della Provincia l’intervento per l’edilizia scolastica, per la sicurezza e la qualità delle nostre scuole. Sarà altresì prioritario coinvolgere il Centro per l’impiego e gli enti di formazione al fine di costituire un efficace raccordo fra domanda e offerta.

Innovazione, giovani, sapere sono tre parole che poniamo alla base del nostro Progetto per la provincia di Ravenna.

Dobbiamo mettere insieme, nel territorio, la più larga alleanza possibile per una scuola di qualità, a partire dal ruolo della scuola pubblica, e per un sistema universitario e della ricerca orientati al futuro, alla società della conoscenza.

Le questioni ambientali devono costituire il quadro di riferimento per scelte sostenibili entro cui declinare le politiche per lo sviluppo, sociale ed economico.

Lavoriamo per risolvere concretamente i problemi che penalizzano la nostra agricoltura:

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aumentare la competitività delle imprese al fine di una maggior redditività agli agricoltori in modo da garantire la continuità di un settore che non è solamente fondamentale per l'economia provinciale ma è anche sinonimo di presidio territoriale, tutela ambientale e valorizzazione paesaggistica. Dobbiamo individuare nuovi strumenti in grado di migliorare l'organizzazione produttiva e commerciale delle imprese, in modo da renderle più efficienti e capaci di sviluppare un maggior potere contrattuale nei confronti degli altri attori della filiera e recuperare così valore per le nostre produzioni. Occorre ridurre le incertezze future e le instabilità del mercato che stanno sempre più assumendo risvolti strutturali, che finiscono con il disorientare gli agricoltori nelle loro scelte produttive e penalizzare il ricambio generazionale. Dobbiamo lavorare per fare in modo che il sistema bancario e distributivo rinsaldino maggiormente i rapporti con le imprese agricole, per sostenerle nel loro percorso di crescita competitiva, negli investimenti in ricerca e tecnologia, nella riorganizzazione delle filiere, nella tutela della qualità ed origine territoriale.

Va stimolata la collaborazione tra tutti i protagonisti del mondo agricolo, così come l'aggregazione dell'offerta per affrontare in maniera più efficiente la fase commerciale. Vanno altresì impostate iniziative di comunicazione verso i consumatori, a partire dal mondo della scuola basate sulla garanzia della provenienza e della qualità.

Lavoriamo per modernizzare e salvare la nostra manifattura: significa crescita dimensionale e capitalizzazione delle imprese, internazionalizzazione, investimento sulle competenze e sul capitale umano, trasferimento tecnologico dalla ricerca all'impresa ed al territorio, riduzioni delle componenti di costo del prodotto derivati da energia e logistica, che penalizzano pesantemente la competitività.

Il nostro paese deve tornare a produrre ricchezza con scelte coraggiose e compatibili con l'uomo, il territorio e l'ambiente. Dobbiamo attrezzarci con una politica industriale a livello nazionale che investa in ricerca ed innovazione. In questo contesto va valorizzato il distretto industriale di Ravenna come uno degli elementi di eccellenza di tutto il paese.

In un momento così difficile nessun settore è così fondamentale per il nostro futuro come l'energia. Sbaglia chi pensa che sia un problema come tanti altri. La dipendenza dal petrolio è una delle peggiori minacce che abbiamo affrontato. Questo pericolo per la nostra sicurezza e per la nostra economia è accompagnato dalla minaccia del cambiamento climatico che abbiamo avuto modo di conoscere quali conseguenze può provocare.

Ricade sulla politica la scelta se perseguire realmente l'indipendenza energetica.

Nella provincia di Ravenna già oggi si produce una quantità di energia quattro volte superiore a quella consumata: è perciò evidente che non sono proponibili nuovi grandi impianti, a partire da quelli basati sull'energia nucleare, mentre è impegno prioritario l’aumento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili al fine del rispetto degli impegni assunti in sede dell’Unione Europea per il perseguimento degli obiettivi del protocollo di Kyoto, così come previsto dal piano energetico provinciale, incentivando gli impianti di piccola dimensione.

Il nostro compito deve essere quello di sostenere le imprese e di pianificare l'attuazione dei progetti più innovativi nel rispetto della compatibilità e della sostenibilità ambientale. La nascita a Ravenna del tecnopolo dell'energia, promosso dalla Regione Emilia Romagna, sarà un'occasione importante per lo sviluppo del territorio. Scienziati e ricercatori che operano nel nostro territorio, in collaborazione con università ed imprese, saranno un'opportunità di sviluppo della nostra economia, e di tutela dell'ambiente. Nuove opportunità nel settore delle energie rinnovabili significa nuovi progetti, che devono incontrare amministrazioni pubbliche attente, prive di pregiudizi e rispettose dei percorsi partecipativi della cittadinanza..

Tenuto fermo l'obiettivo prioritario di tutela della qualità dell'aria, previsto fra l'altro nelle normative di cui la provincia si è dotata, le istituzioni devono valutare i singoli progetti, con procedure trasparenti e con garanzie delle autorità terze rispetto agli aspetti tecnico-scientifici degli impianti che vengono proposti.

Occorre che il tema dell’energia venga affrontato nel suo complesso in un quadro di pianificazione che abbia nella sostenibilità il suo asse portante.

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Per noi promuovere un cambiamento profondo verso una "società ambientalmente sostenibile" è una priorità. Il passaggio verso un'economia verde prevede cambiamenti importanti negli stili di vita individuali, a fianco di strutturali trasformazioni della nostra economia con l'obiettivo di ridurre il debito ambientale che ricadrà sulle generazioni future. Le amministrazioni locali hanno un ruolo fondamentale in questo senso, in particolare nella formazione e nell'educazione dei giovani.

Ai piani energetici devono applicarsi i principi della perequazione (l'energia da fonti rinnovabili deve prendere il posto di quella prodotta da combustibili tradizionali) e del bilancio energetico positivo (l'impatto dei nuovi impianti deve essere inferiore a quello determinato da quelli alimentati da combustibili tradizionali).

Muoversi, consumare e produrre in modo sostenibile e consapevole significa mettere in moto coscienze e idealità, ma anche costruire opportunità di lavoro e d'impresa.

Gli aspetti da tenere in considerazioni sono molteplici, tanto che eccellenti realtà europee hanno adottato un "piano verde globale" per integrare politiche e azioni, quali ad esempio la scelta di ridurre il consumo di territorio, puntare sull'uso razionale delle risorse e produzione energetica diffusa, una più efficiente organizzazione e dotazione del sistema dei trasporti con particolare riferimento alla mobilità collettiva, una governance della gestione del ciclo dell'acqua e dei rifiuti attenta all'interesse pubblico.

La visione del futuro che abbiamo descritto fin qui si declina, secondo noi, nelle seguenti priorità programmatiche:

Politiche urbanistiche sostenibili

Ridurre il consumo puntando verso il recupero di aree già urbanizzate. Nella situazione economica attuale gli investimenti vanno riconsiderati secondo priorità, privilegiando quelli di interesse generale: è necessario valorizzare il ruolo di indirizzo e programmazione della Provincia come momento centrale nei progetti di sviluppo del territorio.

Favorire con i Regolamenti Urbanistici e Edilizi la rigenerazione diffusa delle città e dei paesi del territorio a partire dai centri storici e dalle periferie a maggior degrado.

Incentivare la riqualificazione e il rilancio delle principali città della provincia mediante Piani Strategici volti a individuarne potenzialità, ruolo, strumenti e partnership per l'attuazione delle strategie emerse.

Salvaguardare la presenza e l'identità delle comunità diffuse sul territorio.

Promuovere pratiche di urbanistica partecipata per condividere in via preventiva con la cittadinanza le principali scelte per il territorio e allo stesso tempo favorire una più diffusa visione d'insieme delle cose, adottare forme di progettazione partecipata.

Prediligere la localizzazione delle aree industriali nelle vicinanze delle piattaforme logistiche e dei centri intermodali per lo scambio ferro/gomma.

Prevedere parcheggi scambiatori alle periferie delle nostre città e garantire la mobilità alternativa.

Progettare la viabilità urbana con un occhio di riguardo alla sicurezza di ciclisti e pedoni (messa in rete di piste ciclabili e ciclo-pedonali) anche in previsione di un uso turistico della rete ciclabile.

Utilizzo degli strumenti premiali come leva di qualità e trasparenza in prima battuta, che porti poi al consolidarsi di buona prassi comune.

Valorizzare il paesaggio mediante politiche di tutela attiva a partire dal sistema regionale dei parchi (Parco del Delta, Parco della Vena dei Gessi), dei Paesaggi Protetti (Paesaggio della Centuriazione), delle Aree di Riequilibrio Ecologico (Podere Pantaleone, Villa Romana a Russi, asta del Canale dei Mulini nel Lughese, Chiusaccia a Cotignola).

Differenziare l'offerta abitativa mediante interventi di edilizia sociale capaci di supportare le tradizionali politiche di Edilizia Residenziale Pubblica con particolare riferimento alla locazione a prezzi calmierati, distribuiti sul territorio per generare "mix sociale" ed evitare la concentrazione e formazione spontanea di ghetti separati e contrapposti a quartieri di lusso.

Promuovere la qualificazione energetica e ambientale delle aree produttive nella direzione di vere e proprie Aree Ecologicamente Attrezzate, a partire dagli ambiti strategici, e mediante una più articolata definizione delle destinazioni d'uso.

Tutelare e promuovere i beni culturali del territorio includendo anche le principali opere architettoniche e gli edifici d'autore del ‘900 e incentivare la qualità architettonica, con particolare attenzione alle opere pubbliche, anche tramite concorsi di progettazione.

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Promuovere e sostenere le iniziative volte al risparmio energetico (a partire dall'efficientamento del patrimonio edilizio esistente) e alla produzione da fonti rinnovabili attraverso strumenti chiari, di facile utilizzo e comprensione.

Fare dei piani energetici comunali o d'area una grande occasione per una discussione sull'energia, collegandoli alla pianificazione urbanistica.

Incentivare le pianificazioni comunali per l'installazione delle antenne per la telefonia mobile, cercando di inquadrarle in una sintesi provinciale.

Perseguire la sostituzione delle tubazioni in amianto presenti nelle reti acquedottistiche e incentivare la sostituzione delle coperture residue in cemento amianto a partire dagli edifici di valenza pubblica.

Servizi pubblici locali e politiche di area vasta

L'industrializzazione dei servizi pubblici locali è indispensabile per dare efficienza e qualità al sistema e non certamente per una loro privatizzazione mascherata.

In questo quadro occorre ridefinire il ruolo di Hera e la sua funzione anche in ambiti come la ricerca e l'innovazione; la promozione di una filiera corta dei rifiuti; la generalizzazione della raccolta "porta a porta" verso rifiuti con scarto zero investendo nei processi di: riuso - riciclo - selezione - trasformazione; l'introduzione di politiche per la riduzione della produzione dei rifiuti. Va inoltre incentivato l’insediamento di aziende per il processo di recupero del materiale.

Tutto ciò al fine di rendere residuali i processi di smaltimento dei rifiuti.

La risorsa idrica va mantenuta pubblica: è necessario verificare la fattibilità di una modifica della forma societaria di Romagna Acque per non consentire la vendita di questo bene ai privati. Si propone l’inserimento nello Statuto della Provincia della dichiarazione che l’acqua è un bene pubblico privo di rilevanza economica.

Abbiamo bisogno di logiche meno particolaristiche e meno spartitorie, a partire dal settore della formazione del capitale umano, che necessita di nuova e diversa fase di programmazione della Provincia dei fondi comunitari (meno progetti, più di sistema e di qualità).

In questo quadro occorre:

progettare lo sviluppo su area vasta, rafforzando i legami di sistema e ricercando relazioni di rete anche oltre l'ambito provinciale;

lavoro e imprese: perseguire uno sviluppo economico intersettoriale equilibrato che favorisca l'innovazione nel settore industriale e artigiano e sostenga l'agricoltura del territorio;

ridurre, per quanto di competenza delle istituzioni locali, gli adempimenti delle imprese all'essenziale e garantire il rispetto delle leggi, la sicurezza dei lavoratori e la tutela dei cittadini e dell’ambiente;

valorizzare l'importanza strategica del settore agricolo sul versante ambientale (come presidio territoriale) ed economico. Per farlo è necessario riorganizzare le filiere agroindustriali, puntare sulla distintività, la tracciabilità, e la qualità media del prodotto;

innovare le politiche di sostegno alla crescita dimensionale ed alla capitalizzazione delle imprese, all'internazionalizzazione, all' investimento sulle competenze e sul capitale umano, al trasferimento

tecnologico dalla ricerca all'impresa ed al territorio.

Infrastrutture di valenza nazionale

Incalzare il Governo sulle questioni infrastrutturali irrisolte, a partire da quelle da tempo pianificate, nell'ottica di una revisione dei trasporti che deve avere una natura di sistema padano e nazionale, per renderli più efficienti ed economici e per proteggere la salute dei cittadini minacciata dall'inquinamento; rafforzare l'azione sul fronte della mobilità cittadina che, nelle città di medie dimensioni, vede ridursi progressivamente l'apporto dei mezzi pubblici sempre più circoscritti ad una tipologia d'utenza meno avvantaggiata.

Infrastrutture di valenza regionale e locale

Impegno per realizzare le previsioni degli assi strategici del PRIT e del PTCP, ancora non attuate. Priorità alla sicurezza, in particolare in relazione all'attraversamento dei centri abitati.

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Rafforzare l'impegno per l'adeguamento della rete ferroviaria per il potenziamento del trasporto merci su ferro, anche in chiave di riduzione delle emissioni. Attuare le scelte di integrazione tra pubblico e privato e tra le aziende del bacino della Romagna, Bologna e ferrovie regionali, per raggiungere obiettivi di efficienza e standard qualitativi più alti nel settore del trasporto pubblico locale.

Redigere un piano di trasporto che nel medio periodo sposti la mobilità regionale dalla gomma verso il ferro potenziando gli spostamenti dei pendolari da e verso i grandi centri della regione.

Infrastrutture tecnologiche

Diffusione della banda larga in tutto il territorio provinciale per supportare lo sviluppo sociale ed economico anche delle zone più svantaggiate. Ciò anche al fine di supportare innumerevoli servizi: dai tempi di attesa nel rapporto con la pubblica amministrazione alla possibilità di svolgere conferenze senza spostare gli operatori, dai servizi di telemedicina e telesoccorso alla videosorvegilanza. Ciò permetterà fra l'altro di utilizzare le tecnologia wireless solo nelle aree non cablate.

E' importante prevedere in questa prospettiva la diffusione del Wi Fi gratuito sul territorio provinciale mediante la realizzazione di una rete pubblica cui possano accedere anche i pubblici esercizi per migliorare il servizio alla clientela.

Portare a sintesi in modo dialettico e costruttivo il rapporto con la Regione Emilia - Romagna in relazione a:

rapporti con il Governo;

rapporti tra ENI/ENEL e territorio;

supporto al Tecnopolo Energia;

impegno sul territorio degli enti di secondo grado o strumentali che, di fatto, rappresentano i bracci operativi di rilevanti ambiti delle politiche regionali (Aster, Ervet, Lepida, ecc.);

sostegno alla proposta della collocazione a Ravenna di una sede della Fondazione ENI Enrico Mattei;

valorizzazione dei centri storici e rilancio attività commerciali ed artigianali;

consolidare la vocazione turistica, arricchendo e qualificando l'offerta con una più marcata caratterizzazione ambientale ( rilanciare il parco del delta del Po, progettare lo sviluppo dell'energia solare sulla costa, valorizzare la ricchezza paesaggistica dell'area collinare).

Attenzione particolare meritano le questioni dello sviluppo portuale. Occorre ridefinire, alla luce degli effetti della crisi, la strategia per il rilancio del Porto di Ravenna: il tema della concorrenza tra gli operatori e nei servizi, quindi della competitività del porto; il tema della valorizzazione delle aree e delle modalità e degli obiettivi della presenza del pubblico - SAPIR - in funzione di quei temi; il tema essenziale dei collegamenti e della logistica; il tema della sicurezza e della qualità del lavoro; il tema della sicurezza degli impianti.

Altro settore chiave per l'intera Provincia è quello del turismo. Noi siamo parte di una delle aree turistiche più importanti d'Italia e d'Europa. Tuttavia di fronte agli effetti della crisi e della crescita della competizione a livello internazionale e del calo dei consumi a livello nazionale, occorre una svolta nelle politiche del governo per il settore, politiche sinora del tutto assenti e introdurre profonde innovazioni:

rafforzare l'internazionalizzazione del nostro turismo guardando ai nuovi mercati in Europa e nelle aree emergenti;

puntare sull'integrazione delle risorse e sugli elementi di forte identità territoriale;

cogliere fino in fondo e per tutta la provincia le opportunità legate alla candidatura di Ravenna a Capitale Europea della Cultura;

migliorare la sostenibilità ambientale del settore, tutelare il mare e la costa, rafforzare e valorizzare il sistema dei parchi naturali;

adeguare i collegamenti a partire dalla realizzazione del sistema ferroviario veloce di costa;

sostenere l'innovazione delle imprese del settore e trovare una soluzione positiva sulla

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concessione delle aree demaniali per tutelare professionalità e competenze;

favorire la riqualificazione delle strutture ricettive evitando la loro trasformazione ad uso residenziale;

rafforzare il connubio tra turismo e agricoltura con l’impegno a favore della rete di ospitalità rurale e il sostegno alle più importanti manifestazioni, anche di antica tradizione, che si svolgono sul territorio;

sviluppare il turismo sociale per favorire l'accoglienza di persone che manifestano esigenze particolari: portatori delle disabilità più varie (non solo motorie), persone anziane, monogenitori con bambini, persone che soffrono di intolleranze alimentari;

aggiornare gli strumenti di promozione tenendo conto del ruolo ormai centrale di internet e dei

sistemi web.

La società che si modifica

Altro tema fondamentale è l'immigrazione: occorre prendere atto e sensibilizzare la collettività sulla circostanza che l'immigrazione costituisce un fenomeno strutturale e non più sporadico. In una società sempre più multiculturale e multilinguistica per conseguire una vera e propria integrazione è necessario partire dalla civile convivenza basata sul rispetto reciproco delle diversità culturali e delle regole comuni attraverso il riconoscimento delle persone come soggetti di diritto, nel rispetto delle leggi. Solamente politiche continuative attente ai processi di integrazione e volte al riconoscimento dei diritti fondamentali, della piena cittadinanza e della multiculturalità come opportunità di arricchimento economico, sociale e culturale, potranno attenuare le tensioni sociali e creare le condizioni affinché ogni individuo si senta parte integrante di un progetto comune.

Altre due questioni rilevanti: l'invecchiamento della popolazione e l'integrazione degli immigrati in una società sempre più multiculturale, dovranno essere pertanto al centro delle politiche pubbliche che anche la Provincia dovrà concorrere a realizzare.

Le due questioni sono legate tra loro perché, già oggi, dato il trend storico della denatalità italiana, se non ci fossero i lavoratori immigrati che pagano le tasse e versano regolarmente i contributi previdenziali il nostro sistema di protezione sociale ed il nostro sistema pensionistico sarebbero in crisi. Già oggi se non ci fossero le assistenti domiciliari o badanti che vengono da altri paesi, il nostro welfare non sarebbe in grado di rispondere ai problemi che abbiamo. Guidare questo cambiamento vuol dire anche contrastare le pulsioni difensive e di ripiegamento delle nostre comunità.

Il nuovo assetto dei servizi, per il quale ci impegniamo, più aperto e più dinamico richiede un rafforzamento delle funzioni di programmazione e regolazione che le istituzioni pubbliche devono assicurare. Il rapporto pubblico privato deve modularsi in coerenza con gli obiettivi della garanzia della qualità dei servizi e della loro estensione. Dentro a questo quadro, nel quale agli enti locali è richiesta una più puntuale capacità di indirizzo controllo e verifica dei risultati, la gestione pubblica dei servizi deve rivestire un ruolo importante, in particolare nell’ambito della scuola e dei servizi educativi, della sanità e dei servizi socio-assistenziali.

Bisogna rafforzare il welfare di comunità e applicarlo alle nuove trasformazioni sociali, aprendo uno sguardo globale complessivo, non limitandosi a rispondere di volta in volta a segmenti della società (le donne, i giovani, gli immigrati...). In questo senso "riportare al centro" il tema dei servizi educativi, scolastici ed extrascolastici, e per le famiglie significa anche "rafforzare" concretamente la fiducia delle famiglie nel futuro che, pur nell'attuale situazione di precarietà, vivono come fondamentale l'investimento pubblico rispetto alle giovani generazioni. Il raggiungimento del 33% dei servizi per l'infanzia, rispetto ai potenziali utenti su tutto il territorio provinciale, già previsto per il 2012 dagli indirizzi europei non è più rinviabile (per offrire ai bambini servizi di qualità, ai genitori sicurezza e possibilità di conciliare lavoro e famiglia, alle aziende di investire su territori che garantiscono servizi. Responsabilità sociale è anche individuare con le aziende, i sindacati, gli enti pubblici, le associazioni di Categoria, nuove forme di conciliazione fra tempo di vita e di lavoro.

Mettere al centro la persona vuol dire garantire l'universalismo, ma anche superare i servizi che non corrispondono più alle esigenze del mondo di oggi per liberare risorse, per puntare alla domiciliarità, su un insieme ampio di risposte capaci di consentire la scelta ai cittadini, dentro ad una rete integrata di pubblico e privato selezionata e valutata con lo strumento dell'accreditamento che rappresenta una occasione importante per definire il carattere qualitativo del nostro Welfare locale.

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In questo quadro di innovazione, occorre parallelamente sperimentare nuove forme di co-progettazione tra pubblico e privato sociale, a partire dalla cooperazione e dal valore delle esperienze che ha fin qui prodotto, volontariato e famiglie.

In particolare il volontariato può e deve assumere un ruolo sempre più rilevante e riconosciuto nella comunità.

Questo nuovo assetto dei servizi, più aperto e più dinamico, richiede però che si rafforzino le capacità di governo, che sono cosa diversa dalla gestione.

L’assunzione di questo approccio presuppone per le Pubbliche Amministrazioni, spesso sovraccaricate di compiti e responsabilità, di provare ad assumere, anche un ruolo più “leggero” e sofisticato di attivatore e facilitatore di processi progettuali e di controllore, facendosi carico insieme ad altre componenti della società, dell’avvio di nuove tipologie di servizi caratterizzati da:

valorizzazione delle competenze e dei saperi provenienti dal “basso”

capacità diffusa di sviluppare e coordinare gli apporti di capitale sociale del territorio

organizzazione della capacità di risposta a bisogni complessi

capacità di attrarre e combinare risorse di diversa natura

approccio operativo di tipo incrementale capace di adeguare in corso d'opera obiettivi e contenuti delle azioni intraprese, adattandole alla mutevolezza e alla dinamicità del contesto

mantenere la capacità di indirizzo politico

Un servizio è pubblico perché è di tutti e perché è per tutti!

Perché i nostri servizi siano effettivamente per tutti, dobbiamo lavorare sull'universalismo del welfare, che purtroppo non è garantito dalle risorse pubbliche in campo.

Ma bisogna anche battersi contro le diseguaglianze nell'accesso ai servizi, perché è dimostrato che le persone più in difficoltà per censo, reddito, formazione, inclusione sociale, quando hanno bisogno di protezione sociale sono quelle che fanno più fatica a cogliere le opportunità che esistono.

Questa capacità di rimotivare il senso di un servizio pubblico dobbiamo saperla rivolgere all'insieme dei servizi, a prescindere dal soggetto che li gestisce, sulla traccia di valori antichi della nostra comunità provinciale che oggi rischiano un appannamento se non siamo capaci di portarli dentro la concreta quotidianità dei problemi.

Il lavoro per vincere le nuove sfide è già in corso: integrazione fra ambito sociale e sanitario, integrazione fra servizi territoriali e ospedalieri. E poi l'appropriatezza delle prestazioni, perché non è un valore che fa star meglio la gente il consumo di farmaci e di specialistica quando non serve. Anche nelle politiche sanitarie è un male che ci si concentri sui confini anziché sui servizi e le politiche. La dimensione dell'area vasta della Romagna può rappresentare il bacino ottimale per valorizzare ed investire sulle eccellenze, e mettere a disposizione degli utenti il meglio delle innovazioni mediche e scientifiche.

Per realizzare questo obiettivo occorre che le istituzioni del territorio, Comuni e Province, mettano in campo con determinazione una forte volontà politica che superi i particolarismi.

Coesione sociale, comunità, servizi universalistici

Con questo possiamo contrastare la paura. Il bisogno di sicurezza dei cittadini non deriva solo dalla paura della criminalità, ma soprattutto dalla paura di essere soli, di vivere in una società in cui ciascuno deve arrangiarsi come può e fare da sé. Non è questa la società che vogliamo. Questa è la società che sta bene solo ai più ricchi, perché chi la soffre di più, chi ha più paura, sono i più deboli, come gli anziani o le donne e i giovanissimi, precari per definizione, ormai. Offrire opportunità di incontro, scambio, confronto ha pari valore rispetto al contrasto dell'illegalità. Sperimentare che ci si può fidare degli altri è una grande risorsa.

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La nostra Provincia è tra le aree più sicure d'Italia e del mondo, e così vogliamo che rimanga. Per questo siamo attenti a questi temi.

Di fronte ai problemi che la crisi globale ci ha scaraventato addosso il policentrismo della nostra Provincia e la sua capacità di fare sistema e costruire relazioni sono grandi risorse sulle quali fare leva. Il compito della politica non è omogeneizzare il sistema provinciale, ma fare di ogni eccellenza, potenzialità e distintività locale, patrimonio di tutti.

In questi anni abbiamo fatto importanti passi avanti, dalle politiche di integrazione e di gestione associata dei servizi mediante le Unioni di Comuni, alla gestione efficace ed efficiente dei servizi pubblici locali. Occorre dare maggiore slancio alle forme associative dei Comuni, per gestire in modo più efficace ed efficiente i servizi, evitando decisioni burocratiche e calate dall'alto.

Occorre anche maggiore integrazione delle Province della Romagna, per poter garantire innovazione delle politiche di area vasta: politiche per le imprese, per il turismo, per la viabilità e manutenzione stradale, non solo di servizi ai cittadini.

Occorre che insieme all'attuazione del federalismo fiscale si definisca, con la carta delle autonomie locali, una riforma coerente della pubblica amministrazione, la cui organizzazione appare inadeguata alle necessità di un Paese moderno e competitivo.

Una pubblica amministrazione più efficiente, attraverso un forte investimento sull'innovazione tecnologica, organizzativa e sulla valorizzazione delle competenze professionali, la semplificazione amministrativa, la riduzione dei tempi e dei costi, l'applicazione quotidiana dei principi costituzionali di buon andamento e imparzialità, per noi non sono soltanto obiettivi di battaglia politica ma un tratto distintivo dell'azione di governo del centro sinistra.

Un territorio socialmente responsabile

La nostra vera sfida è per il futuro quella di superare la visione della comunità del welfare come supporto sociale alle fasce deboli e puntare con decisione alla comunità dell’inclusione, in cui anche le fasce dei soggetti deboli possono avere un ruolo attivo.

Riteniamo che, in un contesto connotato dalla complessità e dall’interrelazione delle questioni e dei problemi, sia necessario sviluppare una visione cooperativa e corresponsabile del territorio che dovrebbe guidare l’azione di tutti i soggetti della comunità, anche in materie di politiche attive del lavoro, per perseguire quel concetto di cittadinanza attiva che da alcuni anni viene sollecitato dai vari livelli istituzionali, Comunità Europea in primis. Su questo ed altri significativi elementi si basa l’idea dei Territori Socialmente Responsabili (TSR), la quale può essere definita come l’integrazione volontaria da parte delle autorità locali di preoccupazione sociali ed ambientali (al di là del minimo legale) nelle proprie attività di gestione del territorio e nelle proprie relazioni con i diversi portatori di interessi locali. Di conseguenza la “cornice TSR” qualifica l’azione dell’autorità locale nella direzione di rendere coerenti tutte le proprie politiche in modo trasversale, in riferimento a un modello di sviluppo sostenibile che rispetta un equilibrio tra la dimensione economica, sociale, culturale e ambientale, nel doppio paradigma “agire localmente, pensare globalmente, pensare globalmente agire localmente”, nel presente, preservando l’avvenire, appoggiandosi su un processo di good governance in grado di sensibilizzare e mobilitare gli attori locali verso una partecipazione attiva e un comportamento responsabile.

Occorre, pertanto, la sottoscrizione di un patto territoriale per l’inclusione e i diritti di cittadinanza che chiarisca la volontà da parte dell’Amministrazione provinciale e dei principali portatori di interesse della comunità di collaborare alla realizzazione degli indirizzi strategici promossi dall’Unione Europea nel documento Europa 2020 e da quanto definito dalla Conferenza Economica Provinciale in merito all’investimento nel capitale umano e sociale, attraverso l’innalzamento delle conoscenze e la creazione di facilitazioni per l’accesso al mercato del lavoro da parte delle fasce più deboli, quali priorità per raggiungere lo sviluppo economico, attraverso l’innovazione e coesione sociale della comunità quali assi prioritari di azione.

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Base essenziale della nostra vita democratica è la partecipazione.

E’ necessario ricreare un legame tra istituzioni e cittadini che esse rappresentano. Vanno implementati con i Comuni progetti che permettano alla cittadinanza di prendere parte ai percorsi che portano alle decisioni amministrative in modo diretto. La Provincia, in un continuato e rinnovato sforzo di trasparenza, dovrà permettere ai propri una conoscenza approfondita dei progetti più importanti.

In questo contesto occorre valorizzare appieno il ruolo degli organismi elettivi, in specifico il Consiglio provinciale, affinché possa svolgere pienamente le funzioni di indirizzo e di controllo ad esso demandate dalla legge.

E' altresì importante diffondere e sostenere a tutti i livelli la cultura della legalità, così come è necessario contrastare fenomeni di infiltrazioni malavotose attraverso la trasparenza delle procedure, i controlli degli appalti e i percorsi di sensibilizzazione soprattutto nei confronti dei giovani.

Trasparenza e partecipazione democratica devono caratterizzare l’azione della Provincia, al fine di dare piena attuazione alla nostra Costituzione, di promuovere forme sempre più elevate di comunità attiva e di diffondere la cultura della convivenza civile e della pace.

Ravenna, 11.04.2011

Il Candidato Presidente ____________________________________

Federazione della Sinistra ____________________________________

Laburisti per Ravenna ____________________________________

Italia dei Valori ____________________________________

Partito Democratico ____________________________________

Partito Repubblicano Italiano ____________________________________

Sinistra Ecologia Libertà ____________________________________

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SCHEDE DELLE AZIONI E DEI PROGETTI DA REALIZZARE

1) LAVORO: PRIORITA' ASSOLUTA

Le Politiche del Lavoro e della Formazione

La Provincia di Ravenna sarà fortemente impegnata nei prossimi anni a contrastare gli effetti della crisi occupazionale locale salvaguardando in particolare l'occupabilità delle categorie dei cittadini più a rischio di espulsione dal mercato del lavoro e promuovendo al contempo lo sviluppo delle competenze del capitale umano, la ripresa economica del territorio e l'avvio di una crescita sostenibile. Partendo dal percorso già delineato dalla Conferenza Economica Provinciale e dalle strategie di intervento previste dal POR FSE “Competività regionale e occupazione” 2007-2013 verranno programmati interventi finalizzati al potenziamento dell'investimento nel capitale umano, attraverso l'innalzamento delle competenze ed alla facilitazione dell'accesso al mercato del lavoro da parte delle fasce più deboli. In particolare le attività formative dovranno essere indirizzate al miglioramento qualitativo e quantitativo delle prospettive occupazionali e professionali dei lavoratori e al miglioramento del profilo competitivo delle imprese. Tali interventi saranno oggetto di programmazione concertata con le forze economico sociali nonché con tutti i soggetti istituzionali e sociali del territorio coinvolti.(Enti Locali, Istituzioni Scolastiche, ecc,).

Per rispondere ai nuovi bisogni che emergono a seguito della crisi economica sarà prioritario intervenire per rafforzare le competenze dei lavoratori sia per sostenere la permanenza nel mercato del lavoro dei lavoratori che sono a rischio di espulsione sia per fare fronte alle innovazioni e ai cambiamenti del sistema produttivo. Le iniziative di formazione potranno sostenere il rilancio della competitività del sistema intervenendo in particolare a supporto delle imprese impegnate in innovazione, ricerca, internazionalizzazione, apertura ai mercati esteri, sviluppo di conoscenze e competenze nel settore delle energie rinnovabili, del risparmio energetico e idrico, della mobilità sostenibile (green econonomy).

Gli interventi formativi e di politica attiva del lavoro saranno inoltre finalizzati a sostenere l'inserimento lavorativo delle persone che si trovano in difficoltà e che maggiormente necessitano di supporto. Sarà quindi necessario promuovere interventi con particolare attenzione :

- ai lavoratori che sono stati espulsi dal mercato del lavoro affinché vengano rioccupati nel più breve tempo possibile e non perdano la loro professionalità;

- alle persone over 50 per evitare il rischio di emarginazione anche sociale; - ai giovani inoccupati in cerca di primo impiego ed in particolare a quelli con elevata scolarità anche

per ridurre scelte forzate di mobilità fuori dal territorio provinciale o regionale; - ai lavoratori precari mettendo in campo strumenti per favorirne la stabilizzazione; - alle donne sostenendo la conciliazione dei tempi di lavoro e familiari.

In una fase profondamente critica del mercato del lavoro, modificato dalla crisi globale, la domanda di orientamento e sostegno al lavoro è in continua crescita. I Centri per l’impiego rivestono un ruolo fondamentale nel sostegno alle persone e mettono in campo, a partire dal 2011, nuove azioni per fronteggiare insieme ai cittadini e alle imprese i cambiamenti. Alle nuove azioni si affiancano nuove modalità di intervento anche tenendo conto del fatto che il contesto socioeconomico è cambiato radicalmente negli ultimi tempi, e questa modificazione influenza il modo con cui le persone si pongono alle scelte professionali o formative. Sempre meno si sceglie un mestiere una volta sola nella vita e le richieste di riorientamento lavorativo sono sempre più frequenti. Di conseguenza l'azione di orientamento deve adattarsi ai nuovi bisogni. L'attività di orientamento al lavoro presso i Centri per l'impiego dovrà quindi prestare particolare attenzione ai cambiamenti non basandosi più sull'idea di stabilità e di carriera lineare e progressiva. Dovrà essere maggiormente finalizzata a sviluppare le capacità delle persone a costruire un progetto e ad affrontare le frequenti transizioni socioprofessionali, presenti e future.

Un altro importante intervento previsto consiste nell'avvio di un processo di semplificazione amministrativa teso a rendere l'azione dei Centri per l'impiego più efficiente, trasparente e vicina ai cittadini e alle imprese. I centri saranno quindi impegnati a rendere più chiaro, facile, comprensibile e snello il funzionamento delle proprie procedure. In generale verrà semplificata l’azione amministrativa raggiungendo l’obiettivo fissato dalle norme con modi diversi in quanto più semplici ed efficienti di quelli utilizzati nel passato.

Le azioni dei Centri per l'impiego saranno anche caratterizzate da elementi di continuità con la

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programmazione già avviata prevedendo quindi l'erogazione dei servizi così come definito dalla normativa vigente nel rispetto degli standard delle prestazioni stabiliti dalla Regione Emilia Romagna per i servizi per il lavoro dell'intero territorio regionale. I Centri per l'impiego saranno inoltre impegnati nella gestione delle politiche attive per i beneficiari di ammortizzatori sociali in deroga. In attuazione del Patto per attraversare la crisi sottoscritto da Regione Emilia-Romagna e forze sociali del 2009 e prorogato anche per l'anno 2011 e 2012 sono previsti interventi rivolti alla riqualificazione dei lavoratori sospesi o licenziati. .

Un altro aspetto che la Provincia di Ravenna ritiene di particolare importanza riguarda lo sviluppo di una visione corresponsabile del territorio che dovrebbe guidare l'azione di tutti i soggetti della comunità con particolare riferimento alle politiche attive del lavoro. La Provincia intende sviluppare nei prossimi anni il modello del TSR - Territori Socialmente Responsabili -che vede le autorità locali ad operare in un'ottica di integrazione delle proprie attività di gestione con particolare riferimento agli aspetti sociali e del lavoro. Presupposto fondamentale risulta essere lo stimolo di processi di concertazione per individuare soluzioni che rispondano alle necessità di sostegno all'inclusione. La Provincia intende promuovere il comportamento socialmente responsabile delle imprese affinché si sviluppino buone pratiche nell'ambito dell'organizzazione del lavoro e dell'inclusione sociale al di là delle prescrizioni legali. La necessità di promuovere tale modello nasce dalle difficoltà crescenti nell'inserimento lavorativo delle persone disabili o in condizioni di svantaggio. Tali difficoltà emergono sia dalla crisi occupazionale sia dal fatto che le aziende del territorio provinciale in questi anni hanno ottemperato agli obblighi di assunzione di persone disabili nel rispetto della Legge 68\99. Quest'impegno ha consentito che molte persone siano state avviate al lavoro ma ha anche contribuito a far si che si sia ridotto notevolmente il numero di imprese tenute all'assunzione di personale disabile. Ciò significa che è necessario creare nuovi posti di lavoro, oltre gli obblighi di legge, per potere dare risposte concrete al numero crescente di persone disabili e svantaggiate disponibili al lavoro. Risulta imprescindibile operare nella direzione di sensibilizzazione delle imprese non obbligate promuovendo la crescita della responsabilità sociale delle imprese del territorio Risulta inoltre fondamentale dare continuità e sviluppare il servizio provinciale SIIL (Sostegno Integrato all'inserimento lavorativo ) mantenendo il lavoro di rete con i servizi socio sanitari del territorio che ha caratterizzato il funzionamento del SIIL fino ad ora. E' necessario prevedere l'ampliamento della rete coinvolgendo nuovi soggetti del territorio (Camera di Commercio, Direzione Provinciale del Lavoro, ecc) arrivando all'approvazione di un nuovo protocollo d' intesa per “la realizzazione dei servizi di sostegno all’inserimento lavorativo dei disabili e percorsi sperimentali legati allo svantaggio sociale”,

Le Politiche Educative

Negli ultimi anni il nostro sistema scolastico ha attraversato e continua ad affrontare gravi difficoltà, determinate dai tagli agli organici del personale della scuola, dall’aumento degli iscritti e dalla carenza dei finanziamenti alle autonomie scolastiche. Tali criticità, a fronte del livello qualitativo raggiunto dalla scuola nel nostro territorio (che, secondo tutte le rilevazioni nazionali ed internazionali, presenta eccellenze e alti standard di performances), mettono seriamente a rischio il positivo svolgimento delle attività didattiche, il lavoro degli operatori della scuola e quindi la possibilità di assicurare qualità ed equità nella formazione degli studenti, toccando direttamente le esigenze dei cittadini con ripercussioni a volte molto pesanti sull’organizzazione e sul bilancio famigliare.

In risposta a questa situazione, la Provincia intende promuovere interventi per la valorizzazione dell’autonomia scolastica, per sostenere la qualificazione dei servizi e per migliorare i livelli raggiunti dalla scuola nel nostro territorio. Si prevedono pertanto interventi volti a:

- sostenere azioni a favore dell’inserimento scolastico degli alunni in situazione di handicap e dell’integrazione scolastica degli alunni stranieri, in costante aumento nelle istituzioni scolastiche della provincia;

- rafforzare il rapporto fra istituzioni scolastiche ed Enti locali, da un lato valorizzando la capacità e la responsabilità delle scuole nell’utilizzo delle risorse pubbliche per le finalità loro proprie, dall’altro incentivando una migliore finalizzazione di tali risorse nel quadro di accordi territoriali che consentano la rilevazione di bisogni comuni e la proposizione di soluzioni e progettualità ad ampio impatto.

Per favorire il collegamento tra il mondo della scuola e il mondo dell'impresa, ampiamente sottolineato nei documenti della Conferenza Economica, vanno segnalati due percorsi innovativi in tal senso:

- il nuovo sistema regionale di Istruzione e Formazione Professionale che prevede percorsi triennali a qualifica coprogettati dagli enti di formazione professionale e dagli istituti professionali. La Provincia

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dovrà programmare l'offerta delle qualifiche professionali sulla base delle effettive esigenze del mercato del lavoro locale

- la formazione tecnica superiore. L'anno 2011 vedrà l'avvio dei lavori della Fondazione “Istituto Tecnico Superiore per l’Efficienza Energetica” che dovrà promuovere la diffusione della cultura tecnica e scientifica. Si tratta di un canale formativo post-secondario che formerà tecnici superiori nelle aree tecnologiche strategiche per lo sviluppo economico e la competitività. Sono soci fondatori enti locali, scuole, enti di formazione e aziende del territorio provinciale.

Le politiche giovanili

L’attenzione della Provincia alle nuove generazioni si orienta in particolare sulle tematiche dell’occupabilità, favorendo percorsi di avvicinamento dei giovani al mondo del lavoro locale ma anche europeo, attraverso progetti internazionali che permettono a giovani diplomati e laureati di sperimentare percorsi di tirocinio all’estero. L’obiettivo è quello di valorizzare i giovani diplomati o laureati in cerca di un’occupazione con percorsi professionalizzanti all’estero che ne potenzino una maggiore occupabilità e spendibilità rispetto alle imprese del territorio e alle vocazioni locali. Si prevede inoltre lo sviluppo di progetti di partecipazione di democrazia attiva rivolti ai più giovani, creando un coordinamento che mette in rete le esperienze che studenti e studentesse delle scuole elementari e medie del nostro territorio fanno nell’ambito di Consulte e Consigli Comunali dei Ragazzi. Il Consiglio Provinciale può diventare il luogo naturale in cui questi giovani si incontrano periodicamente per conoscersi, confrontarsi e portare le proprie istanze agli amministratori locali sui temi a loro più vicini, dai diritti dei bambini alle problematiche legate all’ambiente e alla salute. A partire dall'anno 2011 si prevede la piena operatività di un organismo di concertazione e di indirizzo sulle politiche per le giovani generazioni coordinato dalla Provincia, che per la prima volta coinvolge accanto agli enti locali anche soggetti diversi impegnati sul fronte del mondo giovanile quali CONI, COPRESC, AUSL, scuola, università così come definito dall' Accordo di programma locale in materia di politiche giovanili.

L'Università

Nei prossimi anni si continuerà a valorizzare la crescita qualitativa e quantitativa dei corsi universitari che si sono sviluppati nel territorio e che rappresentano un buon potenziale di crescita culturale scientifica e tecnologica. Andranno inoltre rafforzate le relazioni tra l'Università, le Istituzioni e il mondo economico e sociale per aumentare le sinergie e favorire un innalzamento complessivo della qualità del nostro sviluppo. Di grande rilevanza sarà la nascita del tecnopolo della provincia di Ravenna per creare un nuovo rapporto tra l'Università, i centri di ricerca, il mondo delle imprese, i giovani e l'intera società ravennate.

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2) SVILUPPO ECONOMICO E MODERNIZZAZIONE DELLE IMPRESE

Le politiche per rilanciare uno sviluppo sostenibile e di qualità

Dopo la grave recessione internazionale del 2009-2010 la ripresa dell’ economia della provincia di Ravenna, che pure si evidenzia nella ripresa di alcuni settori importanti ( es. metalmeccanico e movimento dei traffici portuali ) e nella crescita delle esportazioni è ancora lenta e parziale mentre permangono serie preoccupazioni per l’ occupazione, per i giovani in particolare e per il futuro di centinaia di piccole e medie imprese.

L’impegno primario della Provincia di Ravenna è quello di riprendere, insieme alla Camera di Commercio, ai Comuni e alle organizzazioni economiche e sindacali, il percorso avviato con la Conferenza Economica Provinciale per rilanciare una crescita sostenuta, innovativa e sostenibile in grado di creare lavoro qualificato specie per i giovani.

Le 14 schede elaborate con un consenso unitario e finalizzate a rilanciare uno sviluppo sostenibile e di alta qualità debbono essere tradotte in realizzazioni concrete con uno sforzo straordinario di tutte le energie primarie pubbliche e private ma anche chiamando Regione e Governo a fare la loro parte.

I temi centrali riguardano il rafforzamento del ruolo del Porto di Ravenna quale grande volano per lo sviluppo regionale anche attraverso un profondo adeguamento del sistema infrastrutturale e logistico dell’intero territorio , il rilancio degli investimenti pubblici e privati, la semplificazione delle procedure autorizzative, la costruzione di un nuovo sistema di relazioni tra il mondo della conoscenza, della ricerca e dell'innovazione e le imprese attraverso il pieno decollo dei tecnopoli, il sostegno all’internazionalizzazione del sistema produttivo, lo sviluppo di tutte le potenzialità della green economy, il rilancio del settore agroalimentare, la valorizzazione delle risorse umane attraverso politiche integrate per la formazione e il lavoro, la costruzione di un nuovo welfare basato sulla responsabilità sociale del territorio, il rafforzamento delle politiche per il turismo e per il commercio anche in previsione dell’ obbiettivo di Ravenna capitale europea della cultura.

Per questo fin dai primi mesi del nuovo mandato amministrativo si lavorerà per un aggiornamento degli strumenti per la difesa e il rilancio della nostra economia a partire dall’ accordo sul credito per il sostegno alle famiglie e alle imprese, che deve prevedere anche moderne forme di sostegno ( prestito di onore ) a favore della formazione dei giovani e dei lavoratori in fase di riqualificazione e dalle politiche pubbliche di sostegno al prezioso sistema delle cooperative di garanzia e dei consorzi fidi.

Inoltre in collaborazione con la Regione verranno convocati i Comuni e le Organizzazioni Economiche e Sociali per una verifica puntuale e un aggiornamento dell’ accordo DUP.

L’obbiettivo è quello di accelerare la piena operatività di scelte già compiute a partire dal Tecnopolo della provincia di Ravenna, dalle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate, dagli interventi pubblici e privati nei settori della cultura e dell’ ambiente per la qualificazione dell’offerta turistica e commerciale e di sbloccare pienamente le parti che sino ad ora sono state frenate dalla mancata attivazione dei fondi FAS da parte del Governo Nazionale, che consentirebbero di attivare circa 100 milioni di euro su opere condivise e strategiche per l’intero territorio.

Un altro contributo decisivo a partire dal 2011 verrà dagli investimenti già programmati per il porto di Ravenna dall’ Autorità Portuale d’intesa con la Regione e gli Enti Locali: dal completamento del Terminal Crociere, all’investimento di 70 milioni di euro per l’ approfondimento dei fondali e le nuove banchine, ai 32 milioni di euro per la riqualificazione ambientale e portuale della Pialassa dei Piomboni fino alla proposta che ci auguriamo venga accolta della rapida definizione di un vero Accordo di programma con il Governo Nazionale e con l’ ENI per il decollo del progetto strategico della “ cittadella della nautica e dell’innovazione “.

Altro aspetto che la Provincia di Ravenna unitamente ai comuni considera di importanza primaria è la piena realizzazione entro il 2011 dello sportello unico telematico per le imprese quale primo importante passo verso quel processo di omogeneizzazione, semplificazione, snellimento delle procedure amministrative finalizzato a favorire la competitività e l’ ammodernamento dei nostri sistemi imprenditoriali. Sempre a partire dal 2011 l’ Amministrazione intende proporre alle Forze Economiche e sociali la definizione di un nuovo patto organico per lo sviluppo e l’innovazione in provincia di Ravenna che favorisca l’ approfondimento e l’ attuazione dei progetti elaborati nella conferenza economica con l’ assunzione di responsabilità precise di ciascuno.

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Sulla base di tale accordo la Provincia di Ravenna esprime sin d’ora la disponibilità ad una verifica e all’ avvio di un aggiornamento nel corso del mandato amministrativo del PTCP della provincia di Ravenna per rafforzare tutti gli strumenti coordinati per uno sviluppo economico e sociale equilibrato su tutto il territorio provinciale e che contribuisca al sistema regionale integrato, per la qualità del territorio e dell’ ambiente.

Nel campo commerciale nella prossima legislatura si lavorerà per armonizzare una graduale attuazione delle previsioni del vigente Piano del Commercio con politiche anche innovative di valorizzazione dei centri storici, dei centri commerciali naturali e del sistema prezioso della piccola e media impresa. In quest' ambito si lavorerà per la realizzazione di progetti speciali di valorizzazione dei centri storici.

Per il settore turistico la Provincia di Ravenna opererà d’intesa con la CCIAA per rafforzare le sinergie con tutti i soggetti pubblici e privati che operano nel settore per far compiere al sistema turistico dell’intera area romagnola e regionale un vero e proprio salto di qualità a partire dai processi di innovazione e dalla rinnovata capacità di attrarre turisti dai Paesi Europei e dalle nuove aree di sviluppo internazionale facendo leva sull’integrazione delle straordinarie risorse culturali, ambientali e turistiche ( dal mare e dalle spiagge di Cervia e Ravenna, alle città d' arte, alle aree di valore naturalistico del Delta del Po e del Parco della vena dei gessi, ai borghi diffusi delle Terre di Faenza e della Bassa Romagna, alle tradizioni culturali ed enogastronomiche ) e sull’ adeguamento delle infrastrutture ( porto, aeroporti, viabilità, ferrovie ) di un territorio assai vasto che comprenda oltre alla provincia di Ravenna, la Romagna, il ferrarese, Bologna, il sistema delle città Unesco di arte e cultura. In quest’ambito la provincia di Ravenna intende ammodernare i propri sistemi informativi ( dagli IAT al nuovo sito WEB interattivo Ravennaintorno ), completare il percorso della CARD sia estendendo il circuito a tutti gli attrattori della provincia sia guardando anche oltre i confini provinciali, promuovere eventi di grande attrattività internazionale avendo come dimensione minima il Sistema Turistico Locale delle 4 province costiere. In tal senso l’ appuntamento 2012 del Festival Europeo della Musica Giovanile, coordinato dalla Regione Emilia-Romagna, che coinvolgerà tutta la provincia di Ravenna insieme alle altre province costiere può divenire una esperienza di grande valore in questa direzione anche per rafforzare la candidatura per Ravenna capitale europea della cultura.

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3) AGRICOLTURA

Politiche per un'agricoltura aperta ed innovativa

La crisi che sta attraversando il settore agroalimentare provinciale trova gran parte della sue cause in una serie di condizioni di natura generale.

Da un lato i cambiamenti radicali della PAC hanno cambiato completamente lo scenario di riferimento per le aziende agricole e per quelle agroalimentari. Ciò che spesso non si è compreso è che la sostanziale eliminazione delle diverse forme di intervento ha di fatto messo a nudo lo squilibrio strutturale che esiste ancora in taluni settori tra produzione e offerta da un lato e domanda dall'altro, con una conseguente prolungata ed intensa azione depressiva sui prezzi. A fronte di ciò, la forte e non più rinviabile esigenza di ristrutturazione che diverse imprese e diversi comparti agricoli stanno affrontando, ha aumentato la difficoltà anche sul piano finanziario e creditizio anche a seguito di forti riduzioni di risorse pubbliche, soprattutto nazionali, destinate all'agricoltura.

Per questi motivi a tutti i soggetti coinvolti nel sistema agroalimentare è richiesta la capacità di interpretare il proprio ruolo in modo nuovo e almeno in parte "diverso" rispetto al passato.

In questo quadro di forte cambiamento negli ultimi tempi, vista la complessità dei problemi, la molteplicità degli strumenti, la mole delle risorse in gioco, è progressivamente aumentato il peso degli adempimenti amministrativi in carico alle imprese ed alla Provincia. Provincia che intende, nel rispetto delle esigenze di correttezza e trasparenza amministrativa, lavorare per ridurre il carico burocratico e solleciterà anche i livelli superiori (Regione, Agrea, Stato) a fare altrettanto. In attesa di una possibile evoluzione della Legge regionale n.15/97 che delega alla Provincia ampie funzioni in agricoltura che daranno modo di gestire a livello territoriale buona parte delle politiche in materia, saremo impegnati a concludere la programmazione 2007-2013 del P.S.R. ed a contribuire alla progettazione e consultazione col nostro partenariato della programmazione 2013-2020 cercando di rappresentare nei modi e nelle sedi dovute gli interessi del nostro territorio. In particolare lavoreremo per mantenere e qualificare le risorse relative alle politiche per la competitività, le politiche agroambientali, le politiche per il sostegno dello sviluppo delle aree rurali incentivando anche azioni non immediatamente riconducibili all'attività agricola.

Così come emerso dalla recente Conferenza Economica Provinciale si sosterranno strumenti di stabilizzazione del reddito e riduzione delle incertezze di mercato nonché del miglioramento delle relazioni di filiera per una più equa ripartizione al suo interno del valore. Gli strumenti indicati a questo fine sono prevalentemente di tipo organizzativo. C'è grande bisogno di ridurre il gap organizzativo rispetto ad altri Paesi comunitari, soprattutto in vista di ulteriori aperture della PAC al libero mercato. Ma modificare gli assetti organizzativi, anche se non richiede grandi investimenti e spesso determina risparmi, è la cosa più difficile, parchè comporta un necessario cambiamento culturale. Un'efficace organizzazione, trasversale a tutto il processo produttivo, rende possibile migliorare l'efficienza sui costi, consente politiche di qualità, di maggiore sostenibilità economica (dal punto di vista sia patrimoniale che di capacità di investimento) ed ambientale su più vasta scala, e soprattutto offre una maggiore forza commerciale nei confronti del mercato. Ad un rafforzamento organizzativo della fase agricola si affianca la necessità di ottenere un miglioramento delle relazioni ed una maggior integrazione di filiera, come esigenza del sistema agro-alimentare nel suo complesso, consentendo una maggiore programmazione e trasparenza di mercato, e una ricerca, anche comune, di innovazione e di miglioramento della qualità.

Quindi diventa importante investire in ricerca, in innovazione e in conoscenza e nel loro trasferimento tramite un'adeguata assistenza tecnica, con un lavoro di squadra che richiede l'apporto di tutte le componenti politiche e sociali che, con l'ausilio di tutti gli strumenti, digitali e non, deve trovare modalità condivise per l'introduzione di innovazione a tutti i livelli, con il massimo della semplificazione per l'accesso alle autorizzazioni e alle risorse pubbliche. Saranno affrontati poi diversi temi che vanno gestiti trasversalmente come la tutela del territorio:

- per consentire il mantenimento dell'attività agricola nei territori più "difficili" (alta collina, ecc.) contrastando il dissesto idrogeologico ed attivando reti infrastrutturali tecnologiche (diffusione della banda larga) volte a fornire servizi essenziali alle imprese utili anche a favorire la vendita delle produzioni locali;

- per gestire la pianificazione legata ad un corretto "consumo" del territorio stesso tenendo conto sia delle esigenze di crescita dimensionale delle imprese agricole nonché di uno sviluppo sostenibile delle attività complementari (produzione di energia rinnovabile) in grado di evitare lo snaturamento

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delle valenze paesaggistiche e la sottrazione di terreni fertili per la produzione alimentare a maggior valore aggiunto.

Altri temi trasversali sono i cambiamenti climatici e la tutela della risorsa idrica. Ci si impegnerà a ridurre l'emissione di gas a effetto serra e ad incentivare le tecnologie a basso consumo idrico ma nello stesso tempo si devono trovare soluzioni non eccessivamente vincolistiche, in assenza di una pianificazione di nuovi interventi, soprattutto per invasi collinari e montani. Infine il tema trasversale per eccellenza risulta il turismo che può trovare nel mondo agricolo una risorsa importante nella rete degli agriturismi e nei prodotti enogastronomici presenti sul territorio ma anche per sviluppare forme nuove di ospitalità (turismo sociale).

Favorire poi lo sviluppo di modalità di comunicazione sul settore agricolo e di visibilità e misurabilità sul valore aggiunto dell'agricoltura, al di là dei valori delle produzioni in sè, è un punto che permetterà all'agricoltura stessa di divenire protagonista dello sviluppo economico della realtà provinciale.

Politiche per la gestione faunistica

La Provincia di Ravenna, che per la sua collocazione geografica, rappresenta il naturale ingresso dell'ornitofauna all'interno della pianura padana, oltre al naturale attraversamento dell'Appennino Tosco-romagnolo, si caratterizza per ospitare la massima diversificazione ambientale, nonché uno dei maggiori incrementi ponderali di fauna selvatica omeoterma dell'intero paese.

La progressiva scomparsa di habitat favorevoli alla sosta, alla riproduzione e alla presenza della fauna selvatica può essere almeno parzialmente contrastata da opportuni interventi di miglioramento ambientale che aumentino la disponibilità trofica e rendano disponibili nuove nicchie ecologiche. Gli interventi di miglioramento, ripristino e conservazione ambientale necessitano di una programmazione organica e condivisa fra tutti i soggetti che sono interessati e coinvolti alla gestione del territorio e della fauna. La programmazione, oltre ad indicare gli interventi mirati per le varie specie, deve anche prevedere una loro dislocazione omogenea sul territorio, in modo da favorirne una distribuzione ottimale, con un sempre elevato livello di attenzione nei confronti delle realtà agricole.

La Provincia, in accordo con gli altri enti di gestione, ATC e Parchi, promuoverà azioni volte a migliorare le condizioni dell'ambiente, coinvolgendo prioritariamente gli imprenditori agricoli, e il volontariato qualificato. Infatti, poiché le disponibilità economiche per una buona difesa dell'ambiente, della fauna e per un forte impegno per la tutela e l'aumento della biodiversità sono limitate, risulta sempre più stringente la necessità di gestire con oculatezza le risorse (economiche, territoriali, faunistiche, ecc.) e in quest'ottica il volontariato diventa una risorsa sempre più importante che va favorita e motivata. A questo proposito gli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) hanno un ruolo essenziale, in particolare per creare le giuste sinergie fra aziende agricole, mondo venatorio ed ambientalista.

Strumenti basilari ed imprescindibili per la programmazione del territorio ed il coinvolgimento degli imprenditori agricoli, sono il Piano Faunistico Venatorio Provinciale approvato nel 2009, con cui si sono tracciate le strategie fino al 2013 e il Piano di Sviluppo Rurale che può dare un contributo per ricreare anche nelle campagne intensamente coltivate siti idonei per la fauna selvatica grazie a politiche di gestione attiva.

Occorre poi trovare nella multifunzionalità dell'impresa agricola nuove idee e una spinta forte verso l'attività di tutela e di gestione dell'ambiente e della fauna e migliorare la qualità del territorio, sia per la fauna che per la vita dell'uomo. L'impresa agricola può assumere un ruolo sempre più attivo, in particolare nelle zone economicamente più svantaggiate, mettendo a disposizione della gestione faunistica servizi innovativi in grado di integrare e sostenere la programmazione dell'Amministrazione, nonché l'opera di volontariato di Parchi ed ATC.

Politiche per le aree protette

Il sistema delle aree protette della Provincia di Ravenna, con le due eccellenze del Parco del Delta del Po e del Parco della Vena del Gesso Romagnola, è l’elemento da cui partire per la conservazione attiva del paesaggio e, con esso, della diversità biologica. Il sistema è sotteso dalla Rete Ecologica Provinciale e da alcune aree protette nella pianura interna quali il Paesaggio Protetto della Centuriazione, le Aree di Riequilibrio Ecologico (Podere Pantaleone, Villa Romana a Russi, asta del Canale dei Mulini nel Lughese, Chiusaccia a Cotignola, Bacini di Conselice), la Riserva Naturale di Alfonsine (di cui la Provincia è Ente gestore). Inoltre, fanno parte del sistema le aree di rango europeo, appartenenti alla Rete Natura 2000,

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alcune delle quali affidate direttamente in gestione alla Provincia (Alto Senio, Alta Valle del Torrente Sintria, Bacini di Russi e Fiume Lamone, Bacini di Massa Lombarda, Bacini di Conselice, Vasche dell’ex-zuccherificio di Mezzano, Biotopi di Alfonsine e Fiume Reno). Questo insieme di aree deve essere preservato garantendone la tutela attraverso gli strumenti di pianificazione e regolamentazione, per legge in capo alla Provincia e mediante le procedure autorizzative.

Nel contempo tali aree devono diventare uno strumento di valorizzazione effettiva del territorio e delle attività imprenditoriali compatibili con esse.

Le aree protette costituiscono anche un importante elemento di richiamo turistico. I “parchi” sono un marchio territoriale riconosciuto internazionalmente e devono essere valorizzate in chiave turistica; ciò è possibile mediante il potenziamento sostenibile, l’ammodernamento e la manutenzione costante delle strutture per la fruizione e attraverso un’adeguata promozione, facendo rete tra le aree protette e, soprattutto, tra esse e il sistema turistico provinciale, di cui rappresentano un fondamentale valore aggiunto.

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4) UNA PROVINCIA SOSTENIBILE

Le politiche per uno sviluppo sostenibile del territorio e dell’ambiente. Il Ruolo del PTCP

Promuovere un cambiamento profondo verso una “società ambientalmente sostenibile” significa garantire trasformazioni del territorio compatibili con la salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini, coniugando efficacemente lo sviluppo economico e produttivo con la tutela delle risorse paesaggistiche ed ambientali.

L’impegno primario della Provincia nell’ambito delle proprie attività di governo del territorio e dell’ambiente deve pertanto essere la definizione di politiche di sistema e di strumenti intersettoriali, capaci di dare risposte adeguate alla complessità delle dinamiche economiche ed insediative odierne. In tale contesto il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), e le sue appendici tematiche di recente approvazione (Piano dei Rifiuti, Piano di Tutela delle Acque, Piano Energetico...), rappresentano il quadro di riferimento e di coerenza, nell’ambito del quale indirizzare le attività di programmazione e di attuazione. A tal fine occorre che il Piano Territoriale Provinciale sia costantemente monitorato ed aggiornato, per rappresentare al meglio le dinamiche insediative e le strategie urbanistiche attuali.

In tale ottica si collocano gli studi e gli approfondimenti finalizzati a dare corpo all’ “Accordo Territoriale per l’attuazione degli obiettivi del PTR in tema di dispersione insediativa fra la Provincia di Forlì-Cesena, la Provincia di Ravenna e la Regione Emilia-Romagna”, recentemente sottoscritto, i cui esiti potranno portare ad una variante al PTCP finalizzata a fissare criteri e soglie nell’uso del territorio, stabilendo in particolare le condizioni e i limiti al consumo di suolo non urbanizzato a favore del recupero delle aree già urbanizzate, così da corrispondere alle disposizioni introdotte dalla recente legislazione in materia di governo del territorio. Affinché il Piano Territoriale costituisca un utile riferimento per gli enti locali, occorre inoltre che fin dai primi mesi del mandato amministrativo si lavori ad una Variante al PTCP in materia di pericolosità sismica locale e di recepimento della disciplina delle aree forestali, e successivamente all’eventuale adeguamento del Piano Provinciale al Piano Paesistico Regionale di prossima redazione. Obiettivo strategico della Provincia è inoltre la partecipazione e la collaborazione all’attività dei Comuni per il completamento della strumentazione urbanistica comunale (PSC e RUE di Cervia; RUE dei Comuni dell’ Associazione Bassa Romagna e dell’ Ambito faentino; POC comunali...), che costituisce il fondamentale strumento di attuazione delle politiche di area vasta indicate dal Piano Provinciale.

In particolare le questioni ambientali devono costituire il quadro di riferimento per scelte realmente sostenibili, entro cui declinare le politiche per lo sviluppo sociale ed economico. Per questo occorre proseguire l’impegno verso il costante aumento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili, così come previsto dal Piano Energetico Ambientale Provinciale di recente approvazione, attraverso una efficace attuazione e monitoraggio del Piano. Centrale risulta la partecipazione ai Progetti europei in tema di energia, quale strumento per garantire innovazione e sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, sperimentando le differenti potenzialità di sviluppo locale, oltre che il supporto e la collaborazione ai Comuni per la realizzazione di progetti di risparmio energetico e di promozione delle fonti rinnovabili, anche attraverso la partecipazione congiunta a bandi regionali o statali, e l’inserimento all’interno degli strumenti urbanistici comunali delle misure per l’efficienza e il risparmio energetico previste dal Piano Provinciale. In tale contesto assume particolare importanza anche lo sviluppo e la continua sperimentazione dello Sportello Energia, in collaborazione con l’Università di Bologna – CIRSA sede di Ravenna, quale strumento strategico per l’informazione e la formazione, riferimento essenziale per i cittadini, le imprese ed i tecnici a supporto dell’efficace ed efficiente svolgimento delle procedure autorizzative. Per questo si intende lavorare ad una sempre più spinta informatizzazione dei catasti ambientali ed energetici (ad esempio il catasto impianti termici, ecc...) finalizzata ad una razionalizzazione dei servizi di controllo e tutela ambientale, e all’attuazione di un Sistema Informativo Ambientale sulle varie matrici tematiche, nell’ottica di una riduzione dei tempi di gestione amministrativa delle procedure autorizzative.

Obiettivo della Provincia è anche la piena attuazione delle azioni in materia di tutela delle acque individuate dagli strumenti di pianificazione regionale e dal PTCP con la variante approvata nel 2011, in particolare attraverso l’individuazione e l’applicazione di misure per il risparmio idrico nei vari settori, associate ad un razionale impiego della risorsa, per conseguire gli obiettivi di mantenimento e di miglioramento della qualità dei fiumi e dei canali, del mare e delle acque sotterranee, nonché per tutelare gli ambienti protetti.

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In secondo luogo occorre incentivare la realizzazione di interventi sulle reti fognarie pubbliche e azioni per la realizzazione di sistemi fognari privati finalizzati al trattamento dei carichi inquinanti recapitanti nei corpi idrici, anche provenienti dal dilavamento di piazzali e strade. A tal fine è di primaria importanza promuovere nella pianificazione urbanistica l’adozione di disposizioni per favorire il processo di ricarica della falda e limitare l’impermeabilizzazione dei suoli, oltre che tutelare la qualità delle risorse idriche sotterranee nei settori di ricarica della falda nel territorio di pedecollina-pianura.

Di strategica importanza per la Provincia, in collaborazione con la Regione e con l’Autorità Portuale, è la condivisione e lo sviluppo di ipotesi progettuali per la collocazione dei materiali derivanti dalle attività di dragaggio del porto canale di Ravenna, al fine di dare concreta attuazione ai progetti di sviluppo e di potenziamento delle attività del Porto di Ravenna. Nel campo della pianificazione dei rifiuti occorre inoltre favorire la diminuzione del fenomeno relativo al loro abbattimento, in particolare degli inerti e ridurre nel contempo il fabbisogno di materiali naturali di cava, adottando le misure necessarie per promuovere il riutilizzo dei rifiuti da costruzione e demolizione, anche regolamentando nell'ambito del territorio provinciale le attività di recupero di rifiuti inerti mediante riempimento di aree. A tal fine l’eventuale revisione del Piano Infraregionale delle Attività Estrattive (PIAE), quale strumento di corretta gestione e programmazione decennale dei fabbisogni di diversi materiali inerti nel rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale e territoriale, può rappresentare lo strumento per la razionalizzazione e l’ottimizzazione del tema a livello provinciale.

Per la Provincia è inoltre necessario e prioritario proseguire nel percorso virtuoso, intrapreso nel territorio ravennate, di dialogo delle parti pubbliche con il sistema impresa attraverso accordi, alleanze e protocolli d'intesa che puntino alla salvaguardia dell'ambiente e della salute, senza compromettere la produttività. In particolare risulta di strategica importanza il mantenimento degli impegni assunti attraverso Protocolli d'intesa ormai consolidati che rappresentano una peculiarità di questa Provincia, sottoscritti con le aziende dell'area chimica e industriale e le aziende dell'area portuale di Ravenna (Protocollo per il contenimento delle polveri in ambito portuale; Protocollo per la gestione della Rete Privata di monitoraggio della qualità dell'aria in area industriale). In questo ambito la Provincia dovrà anche sostenere attivamente il processo di registrazione EMAS del distretto chimico di Ravenna, che rappresenta una delle prime esperienze in Italia e certamente il primo di tali dimensioni nel settore della chimica, che prevede il massimo impegno delle imprese coinvolte ad adottare una politica continua di miglioramento ambientale, nei settori delle emissioni atmosferiche, degli scarichi idrici e della qualità dei suoli e della falda.

Inoltre, fin dai primi mesi del nuovo mandato amministrativo, la Provincia sarà impegnata, insieme al Comune di Ravenna e in collaborazione con a Regione Emilia Romagna, alla redazione del “Piano Clima”, quale progetto pilota per i bilanci della CO2, che dovrà prevedere azioni di adeguamento ed efficientamento energetico degli edifici provinciali e politiche di contenimento delle emissioni, che potranno eventualmente essere recepite all’interno dei rinnovi delle Autorizzazioni Integrate Ambientali o in altre procedure valutative e autorizzative in capo alla Provincia.

Infine, ma non ultimo per importanza, è fondamentale mantenere alta l'attenzione dei cittadini nei confronti delle tematiche della sostenibilità, promuovendo una costante azione di formazione, informazione ed educazione, quali requisiti indispensabili per garantire un duraturo benessere economico-sociale, frutto di cambiamenti consolidati nei comportamenti e negli stili di vita di ogni singolo individuo all’interno delle comunità urbane, nella direzione di modelli più sostenibili.

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5) SERVIZI PUBBLICI LOCALI E PROGRAMMA PLURIENNALE DEGLI INVESTIMENTI

Lavori Pubblici

La programmazione dei Lavori Pubblici, tradizionalmente responsabile di una rilevante quota di spesa sia corrente che di investimento, sarà purtroppo fortemente condizionata sia dal “Patto di stabilità” che irrigidisce gli equilibri finanziari dell’Ente che dalla ridotta capacità di spesa e di indebitamento degli Enti Locali derivante dalla crisi economica che affligge il nostro paese e più in generale le economie occidentali ormai da qualche anno. Tali condizioni impongono una attenzione particolare nella realizzazione degli interventi che, per continuare a soddisfare adeguatamente i bisogni della comunità di riferimento, dovranno raggiungere livelli sempre più elevati di economicità e durabilità ottenibili solo attraverso sforzi sempre più intensi per incrementare l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa ponendo una particolare attenzione all’innovazione tecnologica e alla qualità delle lavorazioni eseguite.

Viabilità

In ambito viabilistico ciò si traduce nel mettere in campo interventi, iniziative e provvedimenti finalizzati principalmente alla conservazione del patrimonio stradale di competenza, all’innalzamento delle condizioni di sicurezza della circolazione lungo la rete stradale ed all’incremento del livello prestazionale degli asset gestiti.

Le attività gestionali e manutentive, come pure gli interventi attuati perseguiranno pertanto i seguenti scopi:

- la conservazione del patrimonio stradale esistente mediante la progettazione e l’attuazione di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria delle pavimentazioni stradali e delle relative pertinenze. Detti interventi saranno mirati e specificatamente progettati per massimizzare il risultato in termini di durabilità nel tempo e di innalzamento del livello prestazionale conseguito. Grande attenzione sarà data alle tematiche di salvaguardia delle risorse naturali mediante l’adozione di tecniche realizzative e l’impiego di materiali innovativi ed eco-compatibili (es. riciclaggio a freddo).

- l’innalzamento delle condizioni di sicurezza della circolazione lungo la rete stradale di competenza mediante la progettazione e l’attuazione di interventi di tipo infrastrutturale mirati:

in primo luogo, all’eliminazione dei maggiori punti critici presenti lungo la rete stradale di competenza provinciale, quali ad esempio incroci pericolosi, punti di promiscuità dei flussi di circolazione veicolare, viziosità planimetriche ed altimetriche dei tracciati, etc.

in secondo luogo, al miglioramento delle prestazioni statiche ed anti-sismiche delle principali opere d’arte poste al servizio della rete stradale provinciale, individuate nel rispetto delle recenti Norme Tecniche sulle Costruzioni (NTC 2008) e dai provvedimenti ad esse collegati.

- l’innalzamento della qualità prestazionale del patrimonio stradale esistente mediante la progettazione e l’attuazione di interventi di tipo infrastrutturale mirati all’adeguamento funzionale delle arterie stradali che rivestono rilevanza strategica nell’ambito della mobilità provinciale e regionale. Rientrano in tale ambito di intervento, tutti quegli interventi rispondenti agli indirizzi programmatici individuati da strumenti di pianificazione territoriale, quali P.R.I.T. e P.T.C.P., la cui definizione ed individuazione sarà accuratamente valutata in termini di scelte strategiche per lo sviluppo economico e produttivo del territorio e la cui realizzabilità sarà strettamente correlata all’entità economica dei contributi concessi dalla Regione Emilia Romagna nell’ambito del prossimo “Programma triennale di intervento lungo la rete di interesse regionale” e del suo successivo aggiornamento.

Patrimonio Edilizio

In ambito edilizio gli obiettivi del programma di legislatura consistono nella realizzazione di interventi, iniziative e provvedimenti tesi alla valorizzazione e alla riqualificazione edilizia ed energetica del patrimonio provinciale con particolare riguardo al tema della sicurezza dei fruitori. In particolare ci si prefigge di agire:

- in edilizia scolastica (intero sistema al servizio dell’istruzione secondaria superiore della provincia) con interventi ordinari e straordinari volti ad assicurare l’utilizzo in sicurezza degli edifici, la loro conservazione ed il risparmio energetico assecondando l’evoluzione delle esigenze didattiche che si presentano anno dopo anno;

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- in ambito patrimoniale con interventi riorganizzativi e manutentivi finalizzati all’impiego razionale ed

economico degli spazi disponibili, che ne consentano la conservazione e l’utilizzo nella massima sicurezza.

Le principali attività che vedranno impegnata la struttura tecnica provinciale nei prossimi anni riguarderanno pertanto: - le verifiche sismiche degli edifici di natura strategica derivante dalla recente normativa tecnica sulle

costruzioni e dalla estensione delle aree sismiche all’interno del territorio provinciale; - la riorganizzazione degli uffici provinciali secondo criteri di razionalità, efficienza ed economicità con

il conseguente progressivo abbandono degli immobili in locazione passiva e la ridistribuzione delle attività negli spazi in proprietà;

- il risparmio energetico e l’impiego di fonti energetiche rinnovabili attraverso la realizzazione di interventi (pilota) di tipo edilizio ed impiantistico;

- il progressivo innalzamento del livello di sicurezza antincendio degli edifici scolastici; - la risoluzione delle situazioni critiche in ambito scolastico derivanti dalle continue variazioni delle

iscrizioni annuali agli istituti ed ai licei nonché dalle esigenze dell’Ufficio Scolastico Provinciale e dalla evoluzione degli indirizzi ministeriali;

- l’estensione dei tempi e l’ottimizzazione nell’impiego delle strutture scolastiche anche per ulteriori attività compatibili a beneficio della cittadinanza attraverso interventi di razionalizzazione impiantistica che assicurino condizioni d’uso economicamente sostenibili.

Le suddette attività presentano criticità legate essenzialmente a: - vetustà del patrimonio edilizio; - consistente numero di edifici vincolati; - elevato numero di edifici scolastici con gradi di utilizzo molto diversi e con dislocazione su svariate

sedi (Ravenna, Faenza, Lugo, Cervia, Riolo Terme); - utilizzo degli edifici non sempre coincidente con la destinazione originale (es. conventi impiegati

come scuole).

Le politiche per la mobilità e i trasporti

In ossequio al mutato quadro di riferimento generale, alle nuove funzioni assegnate dall'evoluzione della normativa di settore, e agli indirizzi regionali in materia di trasporti il Settore provvederà, in un'ottica di continuità, al rafforzamento istituzionale ed organizzativo del ruolo dell'Agenzia per la mobilità ed il trasporto pubblico del bacino provinciale di Ravenna (AmbRA Srl), processo governato da una logica di efficientamento delle risorse e migliore allocazione dei compiti di carattere prettamente tecnico in capo ad un soggetto, l'Agenzia, nato specificatamente per tali funzioni.

Tale scelta gestionale è stata implementata negli ultimi anni con l'attribuzione ad AmbRA di compiti tecnico-gestionali e progettuali di tutta la rete del TPL provinciale.

Conseguentemente, a seguito del trasferimento delle competenze tecniche ad Ambra Srl, l'impegno dell'Ente in materia di TPL si svilupperà nelle attività di programmazione del bacino provinciale in termini di mobilità delle persone e delle merci e di sistema di trasporto pubblico integrato orientato all'organizzazione intermodale dei servizi.

Il ruolo di indirizzo programmatico nel settore dei trasporti si realizzerà, in primo luogo, nell'attività di pianificazione di area, attività che verrà svolta sulla base delle previsioni del PTCP e degli altri documenti di programmazione territoriale, anche regionali, in collaborazione con AmbRA e provvedendo alla definizione degli indirizzi programmatici in materia di TPL e intermodalità, sulla base degli atti di indirizzo degli enti locali ravennati e della Regione. In secondo luogo l'indirizzo programmatico vedrà la propria realizzazione nella gestione delle realtà partecipate, gestione che si svilupperà principalmente nel governo del processo di completamento della riunificazione dei gestori di TPL e delle Agenzie e nella cura dei rapporti con altri interlocutori che rivestono un ruolo principale nel settore dei trasporti e dell'intermodalità quali FER, Aeradria, Federmobilità, Fondazione Istituto Trasporti e Logistica (ITL). In particolare, grazie alla partecipazione in ITL, il Servizio Trasporti si pone come interlocutore privilegiato nel sistema della ricerca e dello studio, anche universitario, delle problematiche legate alla mobilità.

In una logica di programmazione non può non citarsi il "Patto per il trasporto pubblico regionale e locale in Emilia Romagna per il triennio 2011-2013" tra la Regione Emilia Romagna, le Province, i Comuni capoluogo

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e con popolazione superiore ai 50.000 abitanti, ANCI e UPI Emilia Romagna, Agenzie locali per la mobilità, Società e Imprese di trasporto pubblico, Associazioni di categoria, Imprese ferroviarie, Sindacati confederali e del settore dei trasporti, Associazioni di utenti, consumatori e pendolari (Crufer); tale Patto, sottoscritto a livello regionale, ha l'obiettivo di evitare che i pesanti tagli governativi mettano a rischio servizi essenziali per il cittadino nonché l'intero sistema del trasporto pubblico. Compito del Settore sarà pertanto quello di gestire, in accordo con gli attori dell'intero sistema del TPL, le statuizioni del Patto in quanto soluzione concordata e finalizzata a garantire l'equilibrio economico nonché un'efficace risposta all'esigenza di mobilità dei cittadini.

Le soluzioni individuate nel Patto consistono in azioni di medio e lungo termine atte al reperimento delle necessarie risorse alla garanzia del servizio al cittadino, alla riduzione dei costi ed all'adozione di coerenti politiche tariffarie.

Conseguentemente il focus del Settore nei prossimi anni consisterà: nella programmazione del TPL in termini di pianificazione d'area e gestione delle realtà partecipate; nella gestione del Patto per la mobilità sottoscritto a livello regionale per fare fronti ai tagli governativi al TPL; nella razionalizzazione dei servizi sulla base delle nuove esigenze rilevate; nel coordinamento e gestione, per gli aspetti di competenza, dell’applicazione del nuovo sistema tariffario regionale; nell'attuazione, per quanto di competenza, degli accordi di programma negoziati con la Regione; nella gestione degli accordi sottoscritti con l'Agenzia per la mobilità.

Sicurezza :Corpo Polizia Provinciale

Ai singoli cittadini, alle famiglie, a chi lavora e a chi un lavoro lo cerca, ai giovani, agli anziani e alle donne va data maggiore sicurezza e una più larga vivibilità delle città, dei paesi e del territorio extraurbano. La sicurezza e la qualità della vita e del lavoro, l’indicazione di una prospettiva e di una speranza sono elementi fondanti della coesione sociale e di quell’elevato grado di civiltà che caratterizza storicamente Ravenna e la sua provincia.

Il quadro di riferimento dell’azione del Corpo di Polizia Provinciale e le principali direttrici di attività del servizio, sono orientate alla prevenzione ed alla vigilanza nello spirito degli indirizzi programmatici di legislatura attraverso una "polizia di comunità" con cui si fa riferimento ad una strategia organizzativa dove le attività di polizia siano orientate ad affrontare le condizioni che danno origine alle preoccupazioni dei cittadini per la sicurezza, i reati e il disordine urbano ed extraurbano. La Provincia assume come proprio il compito di sviluppare la sicurezza attuando azioni volte al conseguimento di una ordinata civile convivenza nel territorio provinciale attraverso politiche per la sicurezza che privilegino interventi integrati di natura preventiva, pratiche di mediazione e riduzione del danno e l'educazione alla convivenza nel rispetto del principio di legalità.

La Regione Emilia Romagna ha definito le regole in cui tutte le Province si muovono nell'ambito della polizia amministrativa locale. In tale quadro ha dettato norme anche per la promozione di un sistema integrato di sicurezza delle città e del territorio regionale, attraverso la disciplina della Polizia locale. La Provincia, nel nuovo quadro normativo, è chiamata ad esercitare con più forza, nell’ambito delle proprie competenze, funzioni di polizia locale, attraverso il Corpo di Polizia Provinciale

Rappresentano obiettivi da perseguire l'incremento della sicurezza per la comunità locale attraverso l’aumento dell’efficienza e dell’efficacia del servizio di vigilanza sul territorio e l'esecuzione di interventi più diretti e mirati alla prevenzione, alla tutela delle risorse del territorio, alla qualità della vita dei cittadini. In particolar modo, per rispondere alle esigenze e alle sensibilità della cittadinanza, sarà dedicata particolare attenzione alla prevenzione dei comportamenti pericolosi al fine di garantire una maggiore sicurezza della circolazione stradale e alla tutela dell'ambiente dall'inquinamento idrico, dell'aria e derivante dalla gestione dei rifiuti. Le linee di azione principali del Corpo di Polizia provinciale saranno orientate al perseguimento di obiettivi operativi, formulati sulla base dei seguenti indirizzi: ampliamento dell'attività di vigilanza in materia ambientale con controlli periodici alle attività sottoposte alle procedure semplificate e agli enti e imprese che producono e trasportano rifiuti pericolosi; consolidamento dell’attività di polizia stradale sulle strade provinciali, orientata alla prevenzione degli incidenti ed alla sicurezza della circolazione stradale; consolidamento delle attività istituzionali di rappresentanza, di coordinamento e collaborazione con le altre forze di polizia operanti sul territorio provinciale; maggiore visibilità e valorizzazione dell’immagine della polizia provinciale sul territorio, orientata a definire un rapporto di conoscenza e fiducia con i cittadini e finalizzata ad assicurare una maggiore sicurezza alla comunità locale; presidio nelle aree tradizionalmente

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consolidate dell’attività di vigilanza provinciale nell’ambito della caccia e pesca e delle zone protette. Strumenti di coordinamento e gestione per il raggiungimento di questi obiettivi sono rappresentati dalla centrale operativa del Corpo di Polizia Provinciale e dalla gestione unificata delle sanzioni elevate in tutte le materie di competenza della Provincia al fine di prevedere la possibilità di interventi più diretti e mirati alla prevenzione, alla tutela delle risorse del proprio territorio, ed in particolare alla qualità della vita dei cittadini.

Reti informatiche

Per quanto concerne le reti informatiche territoriali gli obiettivi sono quattro: - la connessione in banda larga alla rete regionale dei Comuni che ne sono attualmente sprovvisti; - il progressivo superamento del digital divide sul territorio provinciale; - la realizzazione di una infrastruttura a banda larga che interconnetta le scuole alla rete regionale; - ampliamento dell'offerta WI FI estendendola progressivamente agli spazi pubblici.

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6) CULTURA E SPORT

Le politiche culturali

Nel territorio della Provincia di Ravenna insiste un patrimonio culturale e artistico unico al mondo, che dovrà essere sempre più valorizzato in quanto le manifestazioni culturali, gli eventi di spettacolo e le istituzioni culturali consolidano un’immagine positiva delle nostre città d’arte, favorendo il turismo di qualità e la complessiva offerta culturale. Tale impegno proseguirà anche attraverso il sostegno alle attività di spettacolo ad associazioni ed enti per la realizzazione di attività di rilevante interesse, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna. La cultura nel nostro territorio deve essere sempre più strumento di sviluppo della conoscenza e della creatività, di valorizzazione della tradizione e dell’identità territoriale, di apertura alle reti di relazioni internazionali e di incontro con altre tradizioni e con altri saperi. La Provincia di Ravenna fa parte del comitato promotore che sostiene la candidatura di Ravenna a Capitale Europea della Cultura Ravenna per il 2019, anno in cui tale titolo spetterà all’Italia. Il progetto di candidatura si configura come una scelta di metodo per lo sviluppo complessivo del territorio provinciale, una chiave di lettura per la futura crescita sociale ed economica. La cultura, germogliata nelle diverse epoche dalle antiche radici, viene posta al centro delle politiche di sviluppo, in una strategia di innovazione e di costruzione dei valori che guarda al futuro e alla crescita integrata di un sistema complesso. La volontà di progettare il futuro intorno ad un ambizioso progetto culturale costituisce una grande opportunità per rafforzare il carattere europeo di una comunità dove la cultura si configura come imprescindibile risorsa di sviluppo e una chiave di lettura per una crescita critica e consapevole. Ravenna, forte dell’unicità e della straordinarietà della propria storia che la consacra, in Europa, come uno dei più significativi punti d’incontro tra culture diverse, ponte tra Oriente e Occidente, luogo di elezione per il dialogo tra i popoli, intraprende questo percorso di candidatura come laboratorio dove la progettazione culturale si fa relazione e partecipazione, dove la ricerca di innovazione si fa integrazione e confronto tra le diverse componenti della società dove, soprattutto, si guarda al futuro in termini di miglioramento della qualità della vita di ciascuno e di progettazione condivisa per vivere come opportunità le sfide poste dal mondo di oggi. In questo contesto andrà fatto uno sforzo particolare per sostenere la produzione culturale ed artistica rivolta al contemporaneo, anche come elemento di stimolo alla crescita socio-economica della comunità. Ravenna e le città della Romagna che ne sostengono la candidatura costituiscono un unicum territoriale, ovvero un vissuto di storia e storie, che si pone come esempio operativo per creare nuovi progetti di cultura a livello europeo. Il primo grande evento culturale e turistico in questa direzione sarà la realizzazione dell'XI Festival Europeo della Musica per la Gioventù nel maggio 2012, con il coinvolgimento delle province costiere; in collaborazione con l'Associazione delle Scuole di Musica dell'Emilia-Romagna, Assonanza e la Regione Emilia-Romagna che sarà un primo banco di prova. La grande tradizione diffusa di produrre e partecipare alle attività culturali trova sostegno nel ricco e articolato tessuto dell'Associazionismo che rappresenta una grande risorsa. In questo positivo contesto la Provincia ha svolto, e continuerà a svolgere, un importante ruolo per sviluppare il sistema a rete dei Musei, delle Biblioteche e per sostenere la capillare diffusione dello spettacolo dal vivo, nei numerosi teatri e luoghi di spettacolo, attivi sull’intero territorio provinciale. Altrettanta attenzione andrà dedicata a tutte le attività artistiche e alla conoscenza scientifica. Sottolineiamo infine la necessità di completare il recupero e la riqualificazione degli spazi, che tanti risultati ha dato fino ad oggi, per mantenere attiva le rete dei luoghi di cultura e rispondere alle esigenze dei cittadini e soprattutto dei giovani. Nel quadro degli strumenti normativi di riferimento in materia di musei e beni culturali biblioteche e archivi storici di enti locali e la Convenzione tra l’IBACN e le Province di Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna per la gestione del polo Rete bibliotecaria di Romagna di SBN, rinnovato impegno sarà rivolto allo sviluppo dei servizi di accesso all’informazione e alla conoscenza, al fine di garantire a questo territorio il livello europeo di accesso al sistema delle biblioteche, che la Provincia di Ravenna, aveva anticipato concentrando gli sforzi nella costituzione di un catalogo informatizzato condiviso a livello locale prima, nazionale poi e nell’erogazione di servizi avanzati al pubblico. Analogamente saranno implementate le azioni di sistema volte alla crescita e alla piena valorizzazione delle realtà museali. Il Sistema Museale continuerà a promuovere e a supportare le istituzioni del territorio, dalle più grandi alle più piccole, ai fini della realizzazione di livelli qualitativi ottimali, secondo gli standard fissati dalla Regione Emilia-Romagna. Le azioni di sistema, inoltre, saranno rivolte a migliorare il legame con le realtà locali nell’ambito di una più ampia azione di marketing territoriale, grazie anche ai progetti di intervento legati all’utilizzo delle nuove tecnologie di sostegno alla relazione bene culturale - territorio (web 2.0, ricostruzioni multimediali, audioguide, visite virtuali ecc.).

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Le linee di azione dell’Amministrazione Pubblica locale muoveranno in una duplice direzione: assicurare da un lato le condizioni per mantenere e sviluppare il già ricco patrimonio culturale e di spettacolo presente e dall’altro promuovere e sostenere le azioni orientate a favorire la partecipazione anche dei bambini e dei giovani alle diverse realtà culturali: laboratori museali, laboratori didattici per il teatro e il cinema, lo spettacolo, la musica, la pittura, la scultura. Abbiamo la consapevolezza che tutelare e soprattutto valorizzare le risorse culturali, siano esse beni che ci derivano dalla storia e dalla tradizione, opere della creatività dei contemporaneo, eventi dello spettacolo, armonizzandole con il territorio e con la vita dei cittadini, porta benefici diretti ed immediati, in termini di partecipazione, crescita ed inclusione sociale, ed aiuta anche lo sviluppo economico e l’ occupazione del territorio attraverso l’industria del tempo libero e del turismo. In tale direzione un rinnovato impegno viene rivolto a salvaguardare il patrimonio delle nostre tradizioni e della cultura popolare romagnola, in particolare attraverso progetti di tutela e valorizzazione del dialetto romagnolo nelle sue varie espressioni orali e nel loro utilizzo letterario. Le azioni a favore della cultura non sono assolutamente da considerare fini a se stesse, ma sono da collocare in un più ampio e coinvolgente finalizzato a creare nuove sinergie tra il locale - storia, tradizione, identità, turismo culturale - ed il globale - scambi internazionali, relazioni multiculturali,

Le biblioteche

Per quanto concerne la rete bibliotecaria, cui aderiscono le Province di Forlì-Cesena e Rimini e le biblioteche di quasi tutti i comuni romagnoli e che è coordinata dalla Provincia di Ravenna, tre saranno le linee di azione:

- lo sviluppo di sistemi di front-end che consentano l'accesso ai servizi, tradizionali e digitali (e-book e risorse digitali), con modalità tecnologicamente avanzate;

- lo sviluppo dei servizi e della cooperazione con i territori limitrofi; - l'individuazione di un diverso assetto gestionale (fondazione o forma associativa più solida), più

coerente con politiche di area vasta. L'area vasta romagnola appare infatti il bacino più idoneo per la gestione sostenibile di reti di servizi, tecnologicamente avanzati, nei settori delle biblioteche, degli archivi e dei musei.

Lo sport

L’attività sportiva è assai diffusa sul nostro territorio e a questa pratica corrisponde anche una buona diffusione dell’impiantistica sportiva di base e di qualità. Per valorizzare e promuovere la pratica sportiva, ricercare il benessere delle persone in una logica di educazione e utilizzo positivo del tempo libero, si intende operare principalmente in due direzioni: la promozione della pratica sportiva nella scuola dell’obbligo con il coinvolgimento dell'Ufficio Scolastico Provinciale, del C.O.N.I. e dei Comuni del territorio, al fine di promuovere lo sviluppo di una corretta cultura della pratica sportiva, non solo agonistica. Il coordinamento degli interventi per l’impiantistica sportiva, sulla base della pianificazione e dei contributi previsti dalla legge regionale di settore. In questo quadro, nella prossima legislatura, anche aderendo allo spirito della nuova Legge Regionale, punteremo a rendere sempre più effettivo il principio dello “Sport per tutti”. Promuovere il ruolo dello sport, la programmazione e il coordinamento delle politiche sportive sul territorio, supportando gli Enti locali e le singole realtà sportive per consolidare e sviluppare l’associazionismo. Attivare interventi di sviluppo dell’impiantistica sportiva nella nostra provincia, con particolare attenzione agli impianti sportivi di origine scolastica ed all’abbattimento delle barriere architettoniche. Questi interventi renderanno possibile: una maggiore promozione dello sport fra i giovani, una più efficace e completa attività didattica, una più forte integrazione sociale attenuando il disagio e promuovendo il benessere. Il nostro Ente avrà, soprattutto il compito di dare a tutti, giovani e meno giovani, poiché lo sport è una pratica che coinvolge l’individuo in tutte le fasi della vita, la possibilità di praticare tutti gli sport in sicurezza per migliorare il corpo, salvaguardando la mente e la salute. A tal fine intendiamo impegnarci per una verifica puntuale delle strutture impiantistiche per assicurarne la sicurezza e la piena funzionalità, per adeguarle, migliorarle e completarle, per dare risposte compiute alle esigenze delle diverse discipline sportive. Gli interventi di messa in sicurezza degli impianti, pertanto, riguarderanno sia la messa a norma dell’impiantistica tradizionale, ivi comprese le palestre scolastiche molte delle quali sono fra l’altro proprio della Provincia, che di quella diffusa nel territorio (parchi, piste ciclabili, percorsi nel verde) che sempre più sono la sede dove si manifesta una pratica sportiva assai diffusa.

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La Provincia oltre che ad una funzione di coordinamento e stimolo dei Comuni, intende incentivare questo tipo di impiantistica inserendo sempre più nei pacchetti turistici che il nostro territorio offre anche la possibilità di fare una pratica sportiva ampia, articolata, con strutture adeguate, sicure e con eventi sportivi non solo agonistici, ma che si rivolgano ad una platea sempre più estesa.

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7) WELFARE DI COMUNITA'

Le politiche per garantire e rafforzare il Welfare di comunità

Al centro del nuovo welfare vi deve essere la persona come soggetto di diritti e di doveri, ossia come cittadino inserito in una rete di relazioni sociali e di responsabilità individuali e collettive. Ed è per questo che il nuovo welfare, partendo dal ruolo fondamentale che spetta alle politiche pubbliche nel definire i livelli essenziali delle prestazioni, nel governare l’allocazione delle risorse, disegnare le regole e garantire omogenei livelli di intervento in modo da includere nel sistema tutti i cittadini, deve valorizzare le energie presenti nella società civile, dalle relazioni di comunità alle capacità di iniziativa dei soggetti del terzo settore, dal volontariato all’impresa sociale, dal ruolo fondamentale della famiglia come luogo di relazioni affettive, formative, solidali, al più ampio contesto di relazioni sociali in cui le persone interagiscono.. E sta ancora alle politiche pubbliche sostenere e regolare lo sviluppo di mercati dei servizi di qualità sociale che includano tutti i cittadini e sfruttino nel loro interesse l’apporto di capacità imprenditoriali diffuse, a cominciare da quelle del terzo settore.

Da oltre dieci anni, la nostra Regione ha seguito un coerente disegno di riforme per attuare un sistema di welfare locale universale ed inclusivo. Lo sviluppo dei territori si basa sulla crescita del capitale umano e sociale: la libertà delle persone, la crescita delle opportunità per ciascuno è più forte dove la comunità investe sui beni comuni e sulla coesione sociale. La Provincia, unitamente alla Conferenza Sociale e Sanitaria, anche nell’ambito dell’Ufficio di Supporto di cui viene condiviso il coordinamento con l’azienda USL, unitamente agli Uffici di Piano, dovrà garantire il governo unitario del Fondo per la Non autosufficienza. Uno degli obiettivi, oltre al mantenimento dei servizi esistenti, dovrà essere la promozione della qualità nel lavoro di cura, attraverso il potenziamento del progetto di qualificazione degli operatori domiciliari e familiari. Ci proponiamo di sostenere la domiciliarità promuovendo la vita attiva degli anziani e un modello di welfare rivolto agli anziani che non sia fondato esclusivamente sulla rete dei servizi, ma che ponga al centro delle proprie attenzioni lo sviluppo di azioni positive per il miglioramento della vita di tutta la popolazione, tenendo presente che la qualità della vita nelle diverse età determina la qualità della vita negli anni seguenti. Impegnarsi e aiutare i territori all’ applicazione delle norme sull’accreditamento dei servizi socio-sanitari garantisce ai cittadini che tutti i servizi, gestiti dal pubblico o dal privato-sociale, abbiano la stessa qualità e trasparenza nella gestione delle risorse e permette alla cooperazione sociale di crescere come attore fondamentale di un sistema pubblico.

La Provincia dovrà impegnarsi, anche sulla base del nuovo Atto di indirizzo e coordinamento che dovrà essere predisposto a seguito del Piano sociale e sanitario che la Regione sta elaborando, nell’integrazione delle politiche di welfare locale, con particolare riferimento all'equità nell'accesso ai servizi del sistema, alla promozione dell'intersettorialità con le politiche sanitarie, educative, formative, del lavoro, culturali, urbanistiche ed abitative. Importante anche il monitoraggio, con gli Uffici di Piano, degli sportelli sociali distrettuali al fine di offrire a tutti i cittadini parità di accesso e omogeneità nell'informazione e orientamento sui diritti e opportunità del sistema integrato di interventi e servizi sociali. La rete integrata dei servizi sociali, in un contesto sempre più necessario di integrazione socio-sanitaria, costituisce una condizione fondamentale per realizzare il welfare locale e comunitario. La Provincia realizza il Piano per l’integrazione sociale dei cittadini extracomunitari nell’ambito dei Piani di zona. I progetti contenuti nel Piano sono rivolti all’inclusione sociale e alla multiculturalità nelle scuole elementari nonché a sostenere lo sviluppo degli sportelli antidiscriminazione rivolti in particolare ai cittadini stranieri con consulenze legali e la messa in rete degli stessi sportelli con i servizi già esistenti sul territorio. Sono di competenza della Provincia anche i Piani di alfabetizzazione finalizzati sia al rilascio della certificazione linguistica sia all’apprendimento della lingua base alle donne e alle persone che arrivano per la prima volta nel nostro territorio. La Provincia si propone di predisporre un protocollo di intesa in materia di diffusione della conoscenza della lingua italiana per cittadini stranieri adulti da presentare alla Prefettura, ai Comuni, alla Questura, ai CTP, alle organizzazioni sindacali e imprenditoriali nonché alle organizzazioni di volontariato. Rafforzare e coordinare gli interventi di promozione e sostegno della genitorialità con l'obiettivo di valorizzare le potenzialità e rafforzare le competenze della famiglia nella cura e nell'educazione dei figli e nella gestione della quotidianità; sostenere le famiglie con difficoltà socio-economiche; prevenire situazioni di crisi e di rischio psico-sociale; favorire l'inserimento e l'integrazione nel contesto sociale dei nuclei più deboli ed emarginati è ciò che questa Amministrazione si propone.

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Le famiglie vanno sostenute costruendo un contesto di servizi e di prestazioni che ne faciliti la formazione, ne migliori la qualità della vita quotidiana, le aiuti a fronteggiare le situazioni di fragilità, allevi il carico per le donne. La normativa regionale ci impegna a sostenere e qualificare la rete dei servizi educativi dalla prima infanzia all’adolescenza, estendendo la rete dei servizi integrativi al nido ed al sistema educativo (centri educativi pomeridiani, pre e post-scuola, centri estivi, ecc). Il nuovo Atto di indirizzo e coordinamento dovrà proporsi l’obiettivo di costruire comunità attraverso il coinvolgimento e la partecipazione di tutti i soggetti sociali. Un welfare di comunità si rafforza se può fare leva sulla responsabilità di tutti: il Terzo settore è una risorsa fondamentale prima di tutto per le competenze e l’ innovazione nella gestione dei servizi. In Terzo settore è un bene pubblico alla pari con i servizi pubblici e alla pari deve poter contribuire alla programmazione della rete sociale di cui cooperazione e volontariato sono soggetti fondamentali. Ci si impegna anche a consolidare la promozione del Servizio Civile Volontario.

Lo sviluppo e il rafforzamento dei servizi per l'infanzia rappresentano un tema centrale delle politiche socio educative della nostra Provincia. A fronte dell'esistenza ormai consolidata di un sistema di servizi in rete per la prima infanzia sviluppato negli ultimi 10 anni (in alcuni territori della Provincia si supera di gran lunga il 33 % di copertura dei posti) emerge chiaramente la necessità di proseguire la ricerca di soluzioni che incontrino i bisogni dei bambini e delle famiglie. Appare prioritario per il prossimo mandato, alla luce di una sempre maggiore contrazione delle risorse, contemplare varie necessità: far fronte ad una domanda crescente di servizi e contestualmente contemplare le esigenze di maggiore flessibilità dei servizi al fine di favorire la conciliazione tra i tempi di cura dei figli e i tempi di lavoro; i servizi dovrebbero essere disponibili per più ore e con orari di entrata più flessibili; inoltre, all'interno del sistema integrato pubblico e privato dei servizi per l'infanzia non deve venir meno l'attenzione per gli aspetti educativi e quindi qualificati dal punto di vista del progetto pedagogico. Le risorse per i servizi educativi 0-3 anni saranno investite per perseguire tali obiettivi sempre in accordo con i Comuni che rappresentano il cuore del sistema integrato dei servizi:

- nell'ambito della gestione, sostenere il sistema integrato, Enti Locali e i gestori privati, relativamente ai servizi già presenti nei territori, favorendo la loro flessibilità in rapporto alle esigenze delle famiglie;

- per quanto riguarda i fondi in conto capitale sarà cura della Provincia direzionare le risorse per ampliare l'offerta di posti nuovi, soprattutto nei territori dove ancora la domanda di nido non è completamente soddisfatta, dove indipendentemente dalla percentuale di copertura, esiste ancora una lista di attesa, o un crescente numero di nuovi nati;

- relativamente alla qualificazione, ovvero la capacità dei servizi di rispondere ai bisogni fondamentali dei bambini anche in termini educativi, verrà promosso, per tutto il territorio provinciale lo studio e la ricerca del progetto educativo attraverso il coinvolgimento del Coordinamento Pedagogico Provinciale in vista anche dell'accreditamento degli stessi.

Proseguire l'impegno rispetto all'autorizzazione al funzionamento dei servizi privati è un obiettivo importante per realizzare compiutamente la qualità all'interno del sistema integrato. A tal fine, la priorità è quella di monitorare accuratamente, in sinergia con i Comuni, le situazioni che richiedono eventuali investimenti strutturali anche rispetto alla nuova normativa antisismica. L’integrazione e collaborazione tra gli ambiti di intervento del sociale sanitario ed educativo è necessaria e fondamentale: un chiaro esempio è rappresentato dal progetto formativo sullo spettro autistico che ha l'obiettivo di formare circa una cinquantina tra insegnanti, pedagogiste, ed altre figure professionali del territorio provinciale e il progetto “Nati per la musica”. Per il programma provinciale finalizzato alla promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza l'impegno è quello, insieme ai Comuni, i Servizi sociali e sanitari, il mondo dell'associazionismo e del volontariato e la rete delle scuole di accompagnare la governance locale attraverso azioni di sostegno in questa importante area. In tale senso si prevedono molteplici azioni provinciali:

- di accompagnamento rispetto ai centri socio-educativi di aggregazione per adolescenti e preadolescenti con compito di confronto, coordinamento, analisi e scambio;

- di formazione e scambio sulle competenze che la Provincia ha assunto e promuove rispetto alle politiche di accoglienza e tutela dell’infanzia e dell’adolescenza articolate in tre azioni: promozione di politiche sull’affido familiare, sull’adozione e sulla tutela. In particolare, sull’adozione aiutando i genitori nei percorsi pre – adozione, e il mondo della scuola e gli stessi genitori nella fase del post – adozione.

Al fine di razionalizzare le residue risorse sia finanziarie che umane dedicate a questo segmento del sociale si ritiene molto importante il lavoro che svolgerà il "Coordinamento tecnico infanzia e adolescenza".

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La casa e le politiche abitative

Lo scenario complessivo mostra aspetti problematici perché per una parte della popolazione è divenuto più difficile l’accesso al bene casa e per la quale non sussiste un’offerta di affitti a costi sostenibili. Il fabbisogno di abitazioni generato da quest’ultima fascia di cittadini cresce di anno in anno, prevalentemente costituito da immigrati, giovani con condizioni di lavoro precario, anziani soli e da nuclei familiari monoreddito. A fronte di tale situazione le politiche abitative attuate dalla pubblica amministrazione si articolano su diversi fronti tuttavia il fabbisogno abitativo provinciale appare in aumento, soprattutto in relazione alla crescita della fetta di popolazione meno abbiente. Infatti occorre considerare che il diminuito potere d’acquisto delle famiglie anche con redditi medi, la maggiore precarietà del lavoro, particolarmente per fasce di giovani, la costituzione di famiglie di cittadini immigrati rende più problematico l’accesso al credito bancario per acquistare la casa creandosi così una quota di popolazione per la quale diviene pressante prefigurare altre soluzioni abitative. Sempre più la programmazione delle politiche abitative e dell’edilizia sociale deve essere interconnesso con le scelte di pianificazione del territorio così com' è previsto nel PTCP. Oggi, utilizzando e rafforzando correttamente questo strumento attraverso la definizione del fabbisogno abitativo sociale si può pianificare e programmare, nel prossimo decennio, un' offerta consistente di alloggi per classi di reddito medio e basso, per particolari gruppi sociali (anziani, diversamente, lavoratori temporanei, ecc.) con diverse tipologie di edilizia residenziale sociale idonee per il nostro territorio. Intendiamo continuare a valorizzare in particolare il Tavolo provinciale per l’edilizia residenziale quale sede della concertazione con i Comuni, ed i Sindacati e le Associazioni di categoria che promuove l’attuazione delle scelte di pianificazione e la sinergia con gli altri soggetti del territorio perseguendo gli obiettivi di sviluppo della qualità urbana ed edilizia. In questo senso si può affermare che l’intensa produzione di edilizia privata verificatasi in questi ultimi anni non ha fornito sufficienti risposte alle fasce deboli della popolazione come anziani, giovani coppie, sfrattati e alle nuove domande provenienti dal mondo produttivo. E’ evidente che in un quadro di diminuzione sostanziale di risorse pubbliche diventa più stringente la necessità di costruire politiche di pianificazione delle aree che attraggano risorse private al fine di rendere competitivo investire nel settore della locazione. L’obiettivo deve essere quello di promuovere e sostenere nuovi interventi per alloggi in affitto a termine e/o permanente. Vanno messe in sinergia le risorse della Pubblica Amministrazione con quelle degli operatori privati con particolare attenzione al recupero del patrimonio edilizio esistente. L’Azienda Casa ER della Provincia Ravenna, che è lo strumento delle politiche abitative di E.R.P. dei Comuni, deve divenire uno dei soggetti attuatori che opera in sinergia con i soggetti economici cooperativi e privati.

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8) UNA ORGANIZZAZIONE MODERNA ED EFFICIENTE

Nell’attuale contesto, caratterizzato dall’incertezza sul ruolo istituzionale degli enti locali e della Provincia in particolare, dalla crisi economica e sociale in corso, dall'introduzione di un nuovo federalismo fiscale, è indispensabile sempre più che tutta la struttura dell’Ente assuma, come metro di impostazione, misura e valutazione, l’orientamento alla soddisfazione dei bisogni dell’utenza (cittadini, imprese, associazioni, enti). Ne consegue un impegno costante al miglioramento progressivo dei servizi erogati finalizzato all’ottimizzazione ed al miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia dell'azione amministrativa contestuale a un processo di semplificazione delle procedure, dei regolamenti e dei provvedimenti amministrativi nel rispetto dei principi di trasparenza, legalità e correttezza. In particolare sarà necessario intervenire nelle seguenti materie:

Organizzazione e innovazione tecnologica

La riduzione dei tempi e dei costi e il recupero di efficienza passano attraverso le modifiche organizzative e l'innovazione tecnologica. Sarà necessario attuare una riorganizzazione della struttura gestionale nella logica dell'ottimizzazione dei servizi. Per riuscire in questo intento sarà di primaria importanza:

- adottare il regolamento di organizzazione degli uffici e dei servizi, in conformità con i principi sanciti dal d.lgs.150/09, dallo Statuto dell'ente e dagli indirizzi generali del Consiglio al fine di garantire la separazione delle competenze tra apparato burocratico e apparato politico nel quadro di un’armonica collaborazione tesa al raggiungimento degli obiettivi individuati;

- valorizzare il ruolo delle risorse umane a disposizione della Provincia; - ridefinire le materie che rientrano nell’ambito della contrattazione integrativa decentrata, e

aggiornare tutti gli accordi sottoscritti in passato, col consenso ed il coinvolgimento attivo di RSU ed OO. SS. di categoria;

- adottare un Sistema di Gestione di Qualità (SGQ) o quantomeno un sistema di gestione coerente con logiche di miglioramento della qualità dei servizi, per soddisfare le esigenze degli utenti/cittadini, i requisiti da loro richiesti e nel contempo ottimizzare le risorse disponibili realizzando una struttura organizzativa dove siano ben definiti i ruoli, le responsabilità e l'utilizzo delle risorse.

Gli interventi relativi ai sistemi informativi

riguarderanno due aree funzionalmente integrate: il back-office della Provincia; i servizi ai cittadini, alle imprese e ai comuni. La prima tipologia di interventi è concepita per abilitare la riorganizzazione dell'Ente e l'e-government con particolare riguardo a quattro linee di azione:

- la digitalizzazione dei procedimenti e delle attività amministrative - l'adozione di sistemi informativi settoriali interoperabili in grado di gestire in modo integrato processi

trasversali e di abilitare la gestione online dei procedimenti di autorizzazione e concessione - la trasmissione dei dati dai servizi di line ai servizi di staff attraverso gli strumenti informativi comuni:

per evitare la duplicazione delle attività, diminuire i margini di errore, ridurre i tempi di lavoro e recuperare efficienza a vantaggio della qualità del servizio;

- l'applicazione delle ICT per la predisposizione degli atti di pianificazione e per il governo dell'Ente e del territorio

Gli interventi sul back-office dovranno essere funzionali alla effettiva disponibilità di servizi online per cittadini e imprese. A tale scopo

- sarà consolidata l'infrastruttura provinciale, realizzata nell'ambito della community network regionale, per l'erogazione di servizi online a cittadini imprese

- saranno potenziati i servizi ai Comuni, singoli o associati, erogati dell'infrastruttura provinciale, sia per rendere più efficiente l' attività amministrativa della PAL, anche attraverso la realizzazione di un sistema provinciale per la gestione documentale, sia per abilitare servizi online a cittadini e imprese

- sarà consolidata l'infrastruttura ICT che supporta il sistema provinciale degli sportelli unici per le attività produttive, a sostegno del sistema delle imprese

- saranno resi disponibili servizi tecnologicamente avanzati al sistema scolastico provinciale.

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Semplificazione amministrativa, snellimento delle procedure e trasparenza

Snellire e semplificare alcuni procedimenti amministrativi sia per adeguarli alle modifiche legislative che per facilitarne l'applicazione. In particolare occorrerà intervenire:

- sui vigenti regolamenti in materia di accesso, procedure per l'acquisizione si beni, servizi e lavori in economia, contratti;

- sulle procedure in materia di gestione dei contributi garantendo al contempo imparzialità e trasparenza delle modalità di concessione oltre che garantire la funzionalità dell'Albo dei beneficiari;

- sulle procedure in materia di governance (con particolare riferimento all'adozione degli atti di indirizzo in materia di partecipazione in società, enti ed altri organismi) garantendo comunque le informazioni e le comunicazioni necessarie;

- sullo snellimento delle procedure amministrative anche attraverso l'incentivazione dell’utilizzo di e-procurement nella gestione dei processi di acquisto (Consip e Intercent-er), nel rispetto del principio generale di progressiva riduzione della produzione e circolazione di documentazione cartacea all’interno dell’ente, nell'introduzione di criteri di sostenibilità ambientale negli acquisti e nell'ottica del contenimento della spesa secondo le prescrizioni normative in essere;

- eliminare o riesaminare procedure attuate per prassi interne ma non obbligatorie al fine di ricollocare le competenze funzionali e procedurali nelle corrette sedi (Consiglio, Giunta, Dirigenza);

- riconfigurare il sito istituzionale e la rete civica Racine come strumenti a sostegno della trasparenza dell'attività amministrativa della Provincia. La rete civica Racine, in particolare, sarà riconfigurata come strumento di partecipazione ed e-democracy.

Le finalità da conseguire saranno certamente possibili sia mediante una migliore riorganizzazione dei servizi, sia mediante una maggiore e migliore conoscenza e formazione tecnico-giuridico-amministrativo, sia mediante una migliore capacità di utilizzo degli strumenti (sia tecnologici che formativi) a disposizione o di quelli, migliori ed innovativi, che verranno messi a disposizione degli operatori, ricorrendo, ove necessario o più efficace ad un'esternalizzazione dei servizi in un'ottica di risparmio e know-how di ditte specializzate.

Strumenti di programmazione e rendicontazione

Attuare modalità più efficaci di pianificazione e programmazione da una lato e di controllo strategico e rendicontazione dall'altro, attraverso l’adeguamento dei sistemi di programmazione (PGS, Relazione previsionale e programmatica e PEG), di controllo e di rendicontazione (contabilità economica e bilancio sociale) e di valutazione (piano delle performance). La fase di programmazione deve essere considerata importantissima per il processo decisionale ed operativo dell’ente in quanto pone in primo piano le politiche che esso dovrà attuare sia nel lungo periodo e nel breve periodo. Il Piano Generale di Sviluppo (PGS) costituisce un punto cardine dell’intera programmazione dell’attività dell’ente, è infatti un documento che vuole costituire un vero e proprio piano strategico di intervento in coerenza con gli obiettivi strategici definiti nel programma di mandato. In termini sostanziali il PGS costituisce il principale strumento di comunicazione che l’amministrazione deve saper utilizzare per rendere trasparenti e dettagliate le finalità, le relative modalità e le priorità di attuazione della volontà politica dell’ente nei confronti della collettività e della struttura tecnico-amministrativa. Tutti gli altri strumenti di programmazione dell’ente (Relazione previsione e programmatica, Bilancio e PEG, Piano delle Performance) saranno definiti in relazione alle indicazioni contenute nel PGS, in modo da implementare un sistema di programmazione e controllo integrato e coordinato. In questo modo gli obiettivi gestionali delle singole unità organizzative discendono direttamente dal PGS. Questo permetterà di verificare periodicamente lo stato di avanzamento dei vari progetti inseriti nei diversi strumenti di programmazione sia in funzione della valutazione dei risultati sia della rendicontazione sociale.

Federalismo fiscale

La Provincia è chiamata alla realizzazione di una propria autonomia di entrata ridisegnando l'assetto delle proprie risorse correnti sulla base delle disposizioni che danno attuazione al federalismo fiscale. Il compito è delicato considerato che non è ancora noto l'impatto finanziario complessivo della riforma con ricadute non ancora definibili sotto il profilo delle risorse effettivamente in campo, tenuto anche conto delle tempistiche differenziate per l'entrata a regime dei vari tributi, addizionali e compartecipazioni. La normativa prevede possibili incrementi delle tariffe ed aliquote relative ai due principali tributi delle province legati al settore automobilistico, IPT ed RC auto, mentre altre entrate tributarie e compartecipazioni

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saranno di nuova istituzione, nella logica di compensare la definitiva soppressione dei trasferimenti erariali a partire dal 2012 e regionali dal 2013, realizzando così il passaggio definitivo da una finanza di tipo derivato ad una piena autonomia finanziaria. Il quadro delineato si presenta pertanto assai variegato e complesso e tuttora in corso di definizione. In particolare si sottolinea che l'RC-auto diventerà tributo proprio delle province a partire dal 2012 con notevoli conseguenze sotto il profilo gestionale. L'attuazione del federalismo, che comporta l'attribuzione di nuovi tributi e compartecipazioni e la rimodulazione di altre entrate già esistenti, ha evidenti ricadute oltre che sul piano finanziario anche su quello organizzativo. Occorre pertanto un'attenta valutazione delle nuove competenze e conseguenti nuovi carichi di lavoro ai fini di un idoneo adeguamento della struttura preposta a tali compiti. L'architettura del nuovo assetto tributario deve peraltro trovare il suo necessario completamento con la determinazione dei finanziamenti statali finalizzati al riequilibrio territoriale delle capacità di finanziamento delle funzioni svolte. La definizione dei fabbisogni standard connessi allo svolgimento delle funzioni fondamentali, per le quali la legge delega dispone il finanziamento integrale a tutela dei servizi essenziali, deve essere inquadrata in tale prospettiva. Il fabbisogno standard costituisce infatti il parametro rispetto al quale disciplinare la perequazione finanziaria per gli enti locali ed uno degli indicatori che consentirà il monitoraggio dei comportamenti di spesa dei singoli enti, tenuto conto della necessità di salvaguardare i saldi di finanza pubblica. Ferma restando in questa fase l'incertezza nella definizione del gettito complessivamente realizzabile che deriverà dalla messa a regime del nuovo assetto fiscale, dovrà essere valutato attentamente l'andamento di possibili incrementi delle entrate di parte corrente, risorse prioritariamente da destinarsi al finanziamento di spese di investimento che, a causa dei vincoli imposti dal patto di stabilità, soffrono delle restrizioni imposte per la diminuita possibilità di contrarre nuovi prestiti.

Patto di stabilità interno

Da un lato norme che impongono obiettivi sempre più difficili da raggiungere, dall'altro un sistema sanzionatorio pesante, rendono per gli enti locali difficile ma allo stesso tempo imprescindibile il rispetto dei vincoli del patto di stabilità. Bisogna tuttavia essere consapevoli che una puntuale programmazione dei flussi di cassa, l'adesione a protocolli d'intesa per la cessione dei crediti dei fornitori, un attento monitoraggio delle entrate e delle uscite ed in generale tutti gli interventi che fanno leva sulla gestione di cassa non sono sufficienti a garantire il rispetto del patto di stabilità: occorre mettere in campo politiche che apportino modifiche strutturali al bilancio dell'ente e consentano l'osservanza dei vincoli del patto nel tempo senza penalizzare troppo gli investimenti. A tal fine si possono individuare forme di finanziamento che rappresentino una alternativa al ricorso all'accensione di prestiti, stante l'impossibilità di aumentare il livello di indebitamento:

- le eventuali maggiori entrate correnti, derivanti dal federalismo fiscale, verranno prioritariamente destinate a finanziare spese di investimento;

- dovrà proseguire l'opera di riutilizzo delle economie sui mutui già assunti.

Partecipazioni

Coordinamento e controllo degli enti ed organismi che a vario titolo fanno riferimento alla Provincia, con l’obiettivo di rendere più efficiente ed efficace l’azione amministrativa dell’ente attuata attraverso le società controllate e partecipate. Mantenere la presenza pubblica nei settori di interesse strategico, considerare fondamentale ancor più che la redditività, i positivi effetti per la nostra comunità e per lo sviluppo del territorio.

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9) POLITICA INTERNAZIONALE ED EUROPEA

Le Politiche Europee e le relazioni internazionali per la pace e la cooperazione

Lo sviluppo e il rafforzamento dell’ Unione Europea rappresenta una scelta strategica della Provincia di Ravenna. Una scelta indispensabile per contribuire a consolidare la pace e la cooperazione nel nostro continente e nel mondo, per affermare i grandi valori della libertà, della democrazia, dei diritti umani, per rafforzare il ruolo politico, la competitività economica e le opzioni ambientali degli europei e per meglio difendere e rinnovare i nostri sistemi di welfare.

La Provincia in questi anni ha tratto grandi vantaggi dalla convinta adesione al processo di integrazione europea sviluppando relazioni importanti con tanti territori della Unione Europea e dell’ area dei Balcani e dall’ altra parte sapendo utilizzare in modo ottimale le opportunità derivanti dai fondi strutturali dell’ Unione Europea.

Per questo la Provincia di Ravenna considera un obbiettivo primario quello di utilizzare integralmente, come già avvenne con l’obbiettivo 2, tutte le risorse previste dai diversi assi e misure del POR Competitività e Occupazione, consapevoli che dal loro utilizzo dipendono scelte strategiche per il nostro sviluppo: il Tecnopolo dell’ energia, della nautica, del restauro e dei nuovi materiali, le APEA, gli interventi di qualificazione culturale e ambientale, il sostegno all’innovazione strutturale, energetica e organizzativa delle piccole e medie imprese.

Allo stesso modo intende proseguire l’impegno sui programmi europei di Cooperazione Territoriale. A tal fine la priorità è quella di realizzare compiutamente tutte le azioni dei 12 progetti già finanziati dall’ Unione Europea ( con quasi 3 milioni di euro ) nei campi strategici dell’ energia, dell’ ambiente, dei parchi, del turismo, della salute, della mobilità sostenibile. Ma nel contempo si lavorerà nel corso della legislatura per elaborare e finanziare nuovi progetti europei che consentano di implementare le risorse disponibili e di moltiplicare esperienze e relazioni in settori avanzati dello sviluppo economico sociale e ambientale. A tal fine si intende verificare la possibilità di costituire d’intesa con la CCIAA e i Comuni un importante Ufficio Europa unitario con forte identità, elevate competenze e forte dinamismo operativo.

Per quanto riguarda le relazioni internazionali la Provincia di Ravenna intende muoversi secondo le linee strategiche delineate nei precedenti mandati amministrativi:

1 ) Condivisione delle linee strategiche sulle relazioni internazionali con tutto il Consiglio Provinciale 2 ) Sinergia con le politiche nazionali e regionali per la pace e la cooperazione internazionale 3 ) Scelta prioritaria di cooperazione all’interno dell’ area europea ( Paesi della UE e Paesi candidati a partire dai Balcani ) rafforzando in particolare le collaborazioni consolidate 4 ) Attenzione alle aree dei Paesi emergenti specie nel campo della cooperazione economica 5 ) Grande rigore nell’utilizzo delle risorse finanziarie e umane e netta preferenza alla cooperazione su progetti specifici di interesse reciproco.