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Unione Europea MEDOCC Regione Liguria Liguria Ricerche S.r.l. Università di Genova Liguria Ricerche S.r.l. LINEE GUIDA per la sensibilizzazione sulle problematiche relative al Rischio Sismico e alla Gestione dell’Emergenza LINEE GUIDA per la sensibilizzazione sulle problematiche relative al Rischio Sismico e alla Gestione dell’Emergenza

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Page 1: LINEE GUIDA - madonienotizie.it · Cos’è un evento sismico? Un fenomeno naturale. L’effetto fisico diretto prodotto dal terremoto consiste essenzialmente in un moto vibratorio

Unione Europea MEDOCC

Regione Liguria

Liguria Ricerche

S.r.l.

Università di Genova

LiguriaRicerche

S.r.l.

LINEE GUIDAper la sensibilizzazione sulle

problematiche relative al RischioSismico e alla Gestione dell’Emergenza

LINEE GUIDAper la sensibilizzazione sulle

problematiche relative al RischioSismico e alla Gestione dell’Emergenza

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Progettazione editoriale:Responsabile editoriale:Mario Carminati, Sara LaguzziCoordinamento editoriale:Supervisione per il progetto RINAMED:Anna Doris GenesinCoordinatore scientifico:Sergio LagomarsinoComitato scientifico:Andrea Balbi, Sonia Giovinazzi, Sergio Lagomarsino, Danilo Cortellesi, Guglielmo De LuigiTesti:Andrea Balbi, Sonia Giovinazzi, Sergio LagomarsinoIllustrazioni e Immagini:Andrea Balbi, Sonia Giovinazzi, Sergio LagomarsinoProgettazione grafica e Impaginazione:Andrea BalbiSi ringraziano:tutti i partners del Progetto RINAMED

Il presupposto fondamentale per la riduzione delle conseguenze e delle perdite causate da un terremoto, èla conoscenza del fenomeno in tutti i suoi aspetti. E’ utile conoscere le cause scatenanti l’evento e in che modoquesto possa colpire il territorio. E’ necessario essere al corrente di quali azioni possano essere intrapreseprima dell’occorrenza di un evento ed essere consapevoli di quali siano i comportamenti corretti da assumeredurante l’emergenza. E’ altresì fondamentale capire attraverso quali strumenti, il ritorno alla normalità siaaccelerato e favorito.

La monografia “LINEE GUIDA PER LA SENSIBILIZZAZIONE SULLE PROBLEMATICHE RELATIVE ALRISCHIO SISMICO E ALLA GESTIONE DELL’EMERGENZA E DELLA POST-EMERGENZA” si inquadraall’interno del progetto RINAMED, un progetto europeo che ha come obiettivo la sensibilizzazione allaconoscenza dei Rischi Naturali attraverso supporti informativi di diverso genere.

Questa monografia è stata realizzata da Liguria Ricerche s.r.l., avvalendosi della collaborazione del DISEG(Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica - Università degli Studi di Genova) e della ProtezioneCivile della Regione Liguria, ed è finalizzata alla sensibilizzazione degli amministratori pubblici locali allaproblematica del Rischio Sismico. L’auspicio è inoltre che possa rappresentare uno strumento utile a coinvolgeree a interessare i cittadini su questo tema.

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LINEE GUIDAper la sensibilizzazione sulle

problematiche relative al RischioSismico e alla Gestione dell’Emergenza

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Indice

Il TERREMOTO ... questo sconosciuto

Un fenomeno naturale.......................................................................................................

Il TERRITORIO ... esposto al RISCHIO SISMICO

6

Come si misura un terremoto?..........................................................................................

Che effetti produce?...........................................................................................................

8

10

Cosa si intende per Rischio Sismico?................................................................................ 14

Cosa fare PRIMA: la Mitigazione del Rischio e la Preparazione all’Emergenza

Mitigazione del Rischio...................................................................................................... 18

Preparazione all’Emergenza.............................................................................................. 23

Cosa fare DURANTE: la Gestione dell’Emergenza

Risposta in breve termine all’evento................................................................................. 28

La Gestione dell’Emergenza.............................................................................................. 29

Agibilità e Messa in sicurezza delle Strutture................................................................... 31

Cosa fare DOPO: la Fase Post-Emergenza e il Ritorno alla Normalità

La fase Post-Emergenza..................................................................................................... 36

Il Ritorno alla Normalità.................................................................................................... 38

La Pericolosità Sismica...................................................................................................... 15

L’Esposizione...................................................................................................................... 16

La Vulnerabilità Sismica.................................................................................................... 17

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Il TERREMOTO ... questo sconosciuto5

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Fin dall’antichità i terremoti sono stati riconosciuti dall’uomocome una delle peggiori catastrofi naturali, a causa del forte impattodistruttivo sugli ambienti naturali ed antropici, ma anche per la loroquasi totale imprevedibilità.

Il terremoto è un fenomeno naturale che si manifesta con un rapidoscuotimento della superficie della Terra, in seguito alla rottura dellerocce in profondità che liberano in questo modo l’energia accumulataper effetto dei movimenti della crosta terrestre. La teoria dellatettonica a placche rappresenta la litosfera (la parte più esterna dellaTerra) come un insieme di placche o zolle in movimento le une rispettoalle altre, secondo moti convergenti, divergenti o trascorrenti.

Durante un evento sismico, le rocce si fratturano lungo lineepreferenziali, le cosiddette faglie, in cui l’energia viene rilasciata sottoforma di calore prodotto dall’attrito e di onde sismiche che sono lacausa diretta dello scuotimento in superficie. In genere queste ondetrasportano l’energia nelle rocce compatte e coerenti rispetto ai terrenisciolti. Il punto in cui ha inizio la frattura è chiamato ipocentro ofuoco, mentre il punto sulla superficie terrestre che giace sulla verticalepassante per l’ipocentro prende il nome di epicentro.

Struttura interna della Terra

“Some say the Earth was fevrousand did shake”William Shakespeare, Macbeth, II, 3

Tra le placche che costituiscono lalitosfera, sette hanno dimensionicontinentali: l’Eurasia, l’Africa, il Nord e ilSud America, l’Indo-australia, il Pacifico el’Antartico, mentre altre hanno dimensionisub-continentali come i Caraibi, leFilippine, le Cocos e Nazca.

6

Principali moti relativi tra placche

Cos’è un evento sismico?

Un fenomeno naturale

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L’effetto fisico direttoprodotto dal terremotoconsiste essenzialmentein un moto vibratoriovariabile da punto apunto che può essereinterpretato come lacombinazione di onde divolume (onde P e S) eonde di superficie (ondedi Love e di Rayleigh).

7

Distribuzione mondiale dei terremoti nel ventennio 1975-1995.

Gli eventi sismici non avvengono con la stessa frequenza su tutta la Terra, ma sono concentrati principalmentein una ristretta fascia che circonda l’Oceano Pacifico, nella zona asiatica centrale e nell’area sub-europea. Inoltresi notano degli allineamenti di attività sismica all’interno delle zone oceaniche, spesso in corrispondenza di archiinsulari.

In Europa l’attività sismica è abbastanza diffusa, soprattutto nei paesi meridionali quali Portogallo, Italia, ex-Jugoslavia, Romania, Grecia e Turchia dove da sempre si registrano i terremoti più devastanti. Le principali zonesismogenetiche (cioè le zone responsabili dell’attività sismica) sono localizzate in corrispondenza delle maggioricatene montuose: i Pirenei, le Alpi, gli Appennini, i Carpazi, i Balcani, il Pindo e il Tauro. Raramente in Europa sihanno terremoti di magnitudo notevole (> 7), ma gli eventi di media magnitudo (4-6) sono abbastanza frequentie causano spesso perdite consistenti, poiché il patrimonio edilizio è costituito per lo più da costruzioni storiche ocomunque realizzate senza accorgimenti antisismici.

Dove si verifica?

Onde P

Onde S

Onde di Love

Onde di Rayleigh

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Il terremoto può essere misurato per mezzo di diversi criteri, aseconda del punto di vista sotto cui interessa analizzare il fenomeno.Una caratterizzazione distingue tra le cosiddette misure intrinsechedel terremoto (magnitudo, energia meccanica irradiata) e quelleestrinseche (accelerazione del suolo, intensità macrosismica), cioèdipendenti oltre che dall’evento sismico anche dal sito preso di voltain volta in esame. Un’altra classificazione separa i criteri di misurache richiedono rilevamenti strumentali (registrazioniaccelerometriche, magnitudo, energia) da quelli che richiedonosolamente osservazioni visive post-sismiche (intensitàmacrosismica).

8

Le storie temporali (o time histories) rappresentanol’andamento nel tempo di parametri significativi delmoto al suolo, quali l’accelerazione, la velocità e lospostamento, cioè grandezze che hanno un ben precisosignificato fisico e come tali possono essere rilevate daappositi strumenti. I sismometri consentono di rilevaregli spostamenti verticali o orizzontali di un punto dellasuperficie terrestre, utilizzando un dispositivo simile adun pendolo che agisce da sensore; se al sismometro siaggiunge un apparato in grado di registrare su supportocartaceo o in formato digitale i movimenti rilevati dalsensore, si ha il cosiddetto sismografo.

La magnitudo è una misura oggettiva dell’energia meccanicarilasciata durante un terremoto, che si basa sull’ampiezza massimadello scuotimento del suolo in un punto a una certa distanzadall’epicentro del sisma. La magnitudo è un parametro indipendentedagli effetti che il terremoto provoca sull’uomo e sulle costruzioni;essa permette di costruire una scala, comunemente chiamata scalaRichter (1935), che consente di confrontare tra loro eventi sismiciavvenuti nelle diverse parti del mondo ed in tempi differenti. Lamagnitudo è espressa in numeri con al massimo con una cifradecimale, anche se a rigori non avrebbe senso parlare di scala, inquanto un terremoto può essere caratterizzato da qualsiasi valoredi energia liberata, e quindi di magnitudo.

Molteplici criteri

Storie temporali

Magnitudo

Come si misura un TERREMOTO?

Acc.

[cm

/s2 ]

Vel.

[cm

/s]

Spos

t. [c

m]

Tempo [s]

Diagrammi del moto al suolo espresso in termini diaccelerazione, velocità e spostamento.

Magnitudo 4: piccolaesplosione nucleare

Magnitudo 2: esplosione in una cava

Magnitudo 6: Terremoto del Belice (15/01/68)

Se si incrementa la magnitudo di un’unità(per esempio da 5 a 6) si ha un aumentodi 30 volte dell’energia liberata.Questo concetto può essere visualizzatofacilmente considerando delle sfere di

volume proporzionale all’energia.

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Una misuraalternativa per la valutazione della severità del terremoto è costituita dall’intensità macrosismica,che consiste nell’osservazione degli effetti provocati da un terremoto su determinati “sensori” quali le persone,gli edifici e il territorio.

Generalmente viene introdotta una scala convenzionale basata su una descrizione qualitativa e parzialmenteanche quantitativa dei danni, i quali consentono di assegnare all’evento in esame un valore di intensità. Laprima scala macrosismica pubblicata ufficialmente è stata la scala De Rossi-Forel (1883), ma quella che haavuto il primo grande consenso internazionale è la scala Mercalli (1897), da cui sono state derivate la maggiorparte delle scale (MCS, MSK, EMS)* utilizzate soprattutto in Europa.

L’utilizzo dell’intensità macrosismica risulta molto vantaggioso in quanto per rilevare gli effetti del terremotonon è necessario alcun equipaggiamento speciale, ma è sufficiente la semplice osservazione. Inoltre le scalemacrosismiche consentono di associare un valore di intensità anche ai terremoti del passato, laddove sianodisponibili documenti storici che descrivono l’impatto del sisma.

9Intensità macrosismica

Gradi di Danno per gli edifici in muraturasecondo la scala EMS-98.

*MCS = Mercalli-Cancani-Sieberg, MSK = Medvedev-Sponheuer-Karnik, EMS = European Macroseismic Scale.

Grado 1:

Danno da trascurabilea leggero

Grado 4:Danno molto pesante

Grado 3:Danno da sostanziale

a pesante

Grado 2:Danno moderato

Grado 5:Distruzione

I NON SENTITO

II DEBOLMENTE SENTITO

III LIEVE

IV AMPIAMENTE OSSERVATO

V FORTE

VI LEGGERMENTE DANNEGGIANTE

VII DANNEGGIANTE

VIII FORTEMENTE DANNEGGIANTE

IX DISTRUTTIVO

X MOLTO DISTRUTTIVO

XI DEVASTANTE

XII COMPLETAMENTE DEVASTANTE

GRADI DI INTENSITA’ DELLA SCALA EMS-98

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L’impatto di un evento sismico produce una serie di conseguenzesull’ambiente naturale, sulle costruzioni, sulle persone, sull’economiae, più in generale, sull’intera società. Il terremoto rappresentaindubbiamente una delle peggiori catastrofi naturali in quanto è undisastro complesso, vale a dire caratterizzato da effetti multipli cheproducono danni temporanei e permanenti, sia diretti sia indiretti.

Il terremoto è interpretato come unafrattura delle rocce che sostanzialmenteproduce due effetti principali o diretti:la formazione delle faglie e loscuotimento del terreno. Le faglietalvolta si propagano fino alla superficieprovocando manifestazioni qualifratture, sollevamenti verticali espostamenti orizzontali. Quando ilterremoto interessa la crosta oceanica,la rottura della faglia può dare originead una serie di onde marine, talvoltaparticolarmente distruttive, cheprendono il nome di maremoto otsunami. Tra gli effetti più comuniindotti dallo scuotimento sismico sulterritorio, invece, si rilevano i cedimentidel suolo, fenomeni che comunementesono di entità limitata, ma che possonoconnotarsi come vere e proprie frane(caduta di massi, scorrimento di pendii,colate di detriti). Un fenomeno più raroè la liquefazione, che consiste nellaperdita della resistenza dei terrenigranulari, come le sabbie, determinandoin presenza di falda superficiale uncomportamento simile a quello di unliquido.

Un disastro complesso

Le conseguenzesull’ambiente naturale

Che effetti produce?

Dislocazione dei binari ferroviari aseguito del terremoto di Kobe (Giappone)del 17/01/1995.

Alcune faglie si possono osservaredirettamente sulla superficie terrestre.

Il 13 gennaio 2001, ilterremoto di El Salvador

innescò numerose frane conconseguenze devastanti.

Schematizzazione deglieffetti provocati da unevento sismico

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Le conseguenze sulle strutture antropiche sono strettamente collegate a quelle riguardanti l’ambiente naturale,dove le costruzioni dell’uomo si inseriscono e interagiscono. Le faglie, ad esempio, si sviluppano lungo linee didecine o anche centinaia di km: possono, quindi, compromettere i sistemi a rete quali gli acquedotti, i gasdotti,le infrastrutture stradali e ferroviarie. Gli tsunami (rari in Europa) e le colate di detriti sono talvolta in grado diradere al suolo interi quartieri o porzioni di città, con una forza impattante spesso superiore anche a quelladello stesso terremoto. La liquefazione può innescare l’affondamento di costruzioni, lo scorrimento di pendii, ilcollasso di terrapieni, argini, palificate, rilevati stradali e marittimi.

I cedimenti del suolo e le frane sono responsabilidel lesionamento, della danneggiamento e del collassodi edifici nonché dell’interruzione dei sistemi a rete.Tuttavia l’aspetto che fondamentalmente caratterizzail terremoto è lo scuotimento della superficie terrestre,perché coinvolge l’intera area investita dall’evento edè, in particolare, la prima fonte di danneggiamento delcostruito, sia per quanto riguarda gli elementi portanti(muri, pilastri, travi, solai), sia per gli elementicostruttivi non strutturali (tamponamenti,rivestimenti, impianto idraulico, elettrico, ecc.).

Quanto appena detto si ripercuote poi sull’aspettopiù drammatico, le conseguenze sulle persone,prioritariamente in termini di morti, di feriti e disenzatetto, che indicano la gravità di un evento. Ancorpiù di altre calamità, il terremoto produce inoltre effettinegativi sull’impianto sociale, economico, politico chestanno alla base del sistema umano; talvolta condinamiche imprevedibili e incontrollabili.

Le conseguenze sull’ambiente antropico

Effetti indotti sulle strutture dalla liquefazione (asinistra) e dall’instabilità dei pendii (a destra).

Il terremoto provoca danni tanto agli edificiche alle infrastrutture quali strade e ferrovie.

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Il TERRITORIO ...esposto al RISCHIO SISMICO

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Tre fattori di cui tener conto14

Cosa si intende per Rischio Sismico?

La vulnerabilità è la probabilità ogrado di perdita di un dato elemento arischio (persone, beni, attività) alverificarsi di un determinatoterremoto.

Il rischio sismico dipende in largamisura dalla densità di popolazione,dalla qualità delle costruzioni e dallapreparazione alle emergenze da partedelle autorità e della stessapopolazione. Perciò ne deriva che livellicomparabili di rischio possono aversiin situazioni molto diverse: peresempio nel caso di bassa e modestapericolosità accoppiata ad elevatavulnerabilità, come accade di frequentein Europa o, viceversa, nel caso dielevata pericolosità associata a bassavulnerabilità, come si rileva spesso inGiappone o negli Stati Uniti.

Distruzioni causate dal terremoto del 23febbraio 1887, che interessò la Liguriaoccidentale (Italia) e la Côte d’Azur(Francia).

Con il termine Rischio Sismico si intende una stima delle perditecomplessive (vittime, feriti, danni economici e sociali) causate

da un terremoto di data intensità in una determinata area. Ilrischio dipende fortemente dai rapporti tra il sistema geofisico

e quello umano, ed è correlato alla capacità che quest’ultimoha di assorbire gli effetti di una calamità naturale, nel caso

specifico il terremoto.A definire il rischio sismico concorrono tre fattori:

la pericolosità, la vulnerabilità e l’esposizione.La pericolosità o hazard misura la probabilità

che in un certo periodo di tempo e in un dato luogosi verifichi un evento sismico capace di produrre

danni.L’esposizione è rappresentata dalle

caratteristiche (consistenza, valore,posizione) degli elementi a rischio che

possono essere influenzati direttamenteo indirettamente da un evento sismico.

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La stima della pericolosità (o hazard) costituisce una valutazione della severità dell’azione sismica che si puòattendere in una determinata zona ed entro un dato periodo di tempo. Nella fattispecie, nei confronti dellalocalizzazione degli effetti sismici, la pericolosità può essere espressa alla sorgente (pericolosità regionale) oppurein situ (pericolosità locale).

La prima caratterizzazione si riferisce sostanzialmente agli aspetti più intrinseci del fenomeno terremoto,quali l’energia messa in gioco ovvero la sua magnitudo. L a pericolosità regionale dipende sostanzialmente dallecaratteristiche sismogenetiche della regione (presenza di faglie e loro attività) e che viene quantificata, a livellonormativo, attraverso la zonazione del territorio in categorie sismiche.

Per valutare la pericolosità sismica di un luogo serve innanzitutto conoscere la relativa “storia sismica”, oalmeno disporre di una lista dei terremoti dell’area la più completa ed estesa nel tempo possibile. In secondoluogo occorre associare i terremoti avvenuti nel passato alle informazioni geologiche disponibili, cosa generalmentefatta dalla zonazione sismogenetica; cioè dalla tecnica che individua le possibili sorgenti sismiche. Infine si simulacome si propagano i terremoti, cioè come l’energia si irradia dalle sorgenti; in maniera analoga all’impianto diriscaldamento di una casa, in cui si studia come il calore diminuisce man mano che ci si allontana dalla caldaia.

Il terremoto dalla sorgente al sito

Come stimare il terremoto atteso

15

La pericolosità in situ, invece, è legata agli effetti sismicilocali e, in particolare, a quelle condizioni che possonoincrementare l’azione sismica: geologia di superficie(natura e geometria dei depositi di terreno e delle formazionirocciose), proprietà dinamiche dei terreni di fondazione emorfologia (presenza di rilievi più o meno accentuati). Glistudi di microzonazione consentono di valutarel’amplificazione del moto sismico attraverso uno spettro dirisposta. Le normative tecniche propongono spettri dirisposta differenziati per diverse tipologie di terreno.

Poiché non si tratta di eventi sicurima soltanto possibili, nel caso dellapericolosità si parla di stimaprobabilistica. Per questo non siindica solo quanto dovrebbe essereforte il terremoto che ci si puòaspettare, ma anche la probabilità chequel livello di scuotimento possavenire superato in un certo periodo ditempo.

Mappa della pericolosità sismicadell’area mediterranea espressa intermini di accelerazione massima alsuolo (PGA = Peak Ground Acceleration)che ha una probabilità del 10% diessere superata nei prossimi 50 anni.

La Pericolosità Sismica

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In una regione esposta al rischio sismico gli elementi checoncorrono a definire l’esposizione sono molteplici, infattioccorre analizzare la distribuzione, la struttura e le condizionieconomiche della popolazione insediata, la quantità e lefunzioni del patrimonio edilizio residenziale, pubblico eproduttivo, il sistema delle infrastrutture, l’insieme delleattività economiche presenti e le relazioni dell’area esaminatacon quelle circostanti. È evidente, tuttavia, come unaprocedura del tipo ora descritto sia complessa e laboriosa, percui solitamente si ripartisce l’esposto vulnerabile in categorie,a ciascuna delle quali corrispondono diverse componentifisiche, per poter valutare, a parità di danno fisico occorso,l’entità e la tipologia delle perdite attese.

Allo scopo di effettuare un’analisi di rischio significativa ènecessario ricondurre le diverse componenti fisiche,riconoscibili sul territorio, all’interno di categorie specifiche.Vale la pena di sottolineare che uno stesso livello di dannoassociato a categorie diverse comporta un differente impattoin termini di perdite attese. Per esempio, a seguito di un sismasignificativo, i danni al patrimonio edilizio potrebberocomportare un certo numero di morti, feriti e senzatetto,mentre i danni alle strutture sanitarie e logistiche potrebberocompromettere la tempestività e l’efficacia dei soccorsi.Altrettanto temibili sono i danni al sistema industriale, alleinfrastrutture e alle reti, perché potrebbero pregiudicare losviluppo economico, causando gravi crisi produttive edoccupazionali, con inevitabili ripercussioni sul piano sociale.

Un’altra categoria di grande interesse, soprattutto perl’Europa, è quella rappresentata dal patrimonio monumentale(storico, artistico, ecc.), la cui rilevanza va ben oltre il semplicedanno fisico alle strutture, ma coinvolge i valori della civiltà,della religione e della storia.

L’Esposizione16

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La vulnerabilità sismica rappresenta la propensione di persone, beni o attività a subire danni in seguito ad undeterminato evento sismico. Essa misura da una parte la perdita o la riduzione di efficienza, dall’altra la capacitàresidua a svolgere e assicurare le funzioni che l’elemento considerato normalmente esplica a regime. Nell’otticadi un’analisi completa della vulnerabilità si pone il problema di individuare non solo i singoli elementi che possonocollassare sotto l’effetto del sisma, ma anche di individuare e quantificare gli effetti che il loro collasso odanneggiamento determinano sulla funzionalità di altri elementi.

In tal senso si può distinguere: vulnerabilità diretta, definita in rapporto alla propensione del singolo elementosemplice o complesso a subire danneggiamento (ad esempio la vulnerabilità di un edificio, di un ponte o di uninsediamento); vulnerabilità indotta, definita in rapporto agli effetti di crisi dell’organizzazione del territoriogenerati dal danneggiamento/collasso di uno degli elementi fisici (ad esempio la crisi del sistema dei trasportiindotto dall’ostruzione di una strada); vulnerabilità differita, definita in rapporto agli effetti che si manifestanonelle fasi successive all’evento, e sono tali da modificare il comportamento delle popolazioni insediate (ad esempioil disagio della popolazione conseguente alla riduzione dei posti di lavoro per i danni causati ad un’industria).

La Vulnerabilità sismica

Osservando un insediamento colpito da un terremoto,si può avere l’impressione visiva di una distruzioneapparentemente senza ordine; in realtà, la distribuzionedel danno tra gli edifici non è casuale, ma può esserespiegata considerando le caratteristiche del terremoto,la tipologia del terreno sul quale gli edifici sono costruitie la loro qualità. In questo frangente entra in gioco lacapacità delle strutture di interagire con il sisma inmaniera tale da equilibrare le forze e sopportare ledeformazioni.

In generale i danni causati dai sismi hanno mostratocome alcune tipologie di costruzioni tendano acomportarsi peggio di altre, e dunque ad esserepiù vulnerabili. Gli edifici in muratura, ad esempio,generalmente subiscono conseguenze più gravi rispettoalle strutture in calcestruzzo armato, in acciaio o inlegno. La risposta della struttura al terremoto è inoltreinfluenzata da svariati fattori, quali ad esempio laregolarità in pianta e in altezza, i particolari strutturali,adeguati collegamenti tra gli elementi strutturali,presenza di catene, cordoli, il tipo di fondazioni, lo statodi manutenzione, l’interazione tra edifici adiacenti, ecc.

La vulnerabilità del costruito

17

Muratura di pietre grezze (pietrame, ciottoli, mista)

Case in terra

Muratura di pietre sbozzate o a spacco

Telai in c.a. senza progettazione antisismica

Muratura di pietra squadrata

Muratura di mattoni / blocchetti di cls con solai flessibili

Muratura di mattoni con solai in c.a.

Pareti di taglio in c.a. senza progettazione antisismica

Telai in c.a. con livello medio di progetto antisismico

Muratura rinforzata

Strutture in legno

Pareti di taglio in c.a. con livello medio di progetto antisismico

Telai in c.a. con livello elevato di progetto antisismico

Strutture in acciaio

Pareti di taglio in c.a. con livello elevato di progetto antisismico

TIPOLOGIE EDILIZIE

Vuln

era

bilità

sis

mic

a

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Cosa fare PRIMA:la Mitigazione del Rischio e laPreparazione all’Emergenza

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La prevenzione sismica comincia dalla scelta dei siti dove realizzareun insediamento, costruire un nuovo edificio, installare un impiantoproduttivo.

E’ infatti in relazione alle risposte dei siti ai terremoti attesi chedevono essere dimensionate le strutture per resistere ai terremoti. E’evidente quindi come la classificazione sismica e la microzonazionesiano strumenti di prevenzione per eccellenza nella pianificazioneurbanistica e nella progettazione di strutture conformi alla peculiaritàdel territorio.

La classificazione sismica (valutazione della pericolosità sismicaregionale) consiste essenzialmente nel definire:

Le possibili azioni rispetto alla Pericolosità

Mitigazione del RISCHIO

20

Mappa di pericolosità del territorio italiano espressa intermini di accelerazione massima al suolo (PGA) conprobabilità di eccedenza del 10% in 50 anni.

Sistema di faglie attive della penisolaiberica.

- La severità dei terremoti attesi con una certaprobabilità di occorrenza e il terremoto di riferimento,cioè quel terremoto che può ritenersi significativo perl’area in esame;

- Le caratteristiche del moto sismico e uno o piùaccelerogrammi di riferimento su roccia.

La microzonazione (valutazione della pericolositàsismica locale) consiste nell’individuazione di:

- Siti in prossimità di faglie attive;- Siti in cui sono possibili fenomeni di instabilità

(frane, scivolamenti e caduta di massi);- Siti in cui sono possibili fenomeni di

amplificazione della risposta sismica locale (dovutaal tipo di terreno presente).

Studio di microzonazione relativo all’abitato diRipabottoni (Molise, Italia), colpito dal sisma del 31

ottobre 2002.

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Mitigare il rischio sismico agendo sull’esposizione significa eliminare, ridurre, controllare la quantità e laqualità degli elementi esposti. In questo frangente, come nel caso della pericolosità, risultano fondamentali lalocalizzazione e la distribuzione delle persone, dei beni e delle attività umane. Per affrontare queste tematiche lediscipline coinvolte sono diverse: dalla geografia all’urbanistica, dall’economia alla sociologia. Tuttavia, lapianificazione urbanistica è l’operazione che meglio traduce in termini di criteri d’uso del territorio, sia a scalaprovinciale (con riferimento soprattutto alle infrastrutture) sia a scala comunale (con riferimento alla localizzazionedelle aree di espansione e agli interventi sull’esistente) gli esiti degli studi di rischio sismico. Una pianificazioneurbanistica responsabile comporta che vengano tenute nella giusta considerazione le problematiche sismiche epost sismiche, scegliendo, in modo da minimizzare i possibili danni, le aree per gli insediamenti abitativi, le zoneper le attività industriali, per il passaggio di infrastrutture vitali (linee elettriche, gasdotti, etc.) per la collocazionedi manufatti ad alto rischio.

Le possibili azioni rispetto all’Esposizione 21

Per quanto riguarda il costruito esistente, deve essere contrastatoil fenomeno dell’abusivismo edilizio con grande convinzione e conadeguati strumenti. L’edilizia illegale, realizzata nel passato senzaalcun supporto normativo, indubbiamente rappresenta oggi una delletipologie di costruito più vulnerabili. Gli abusi in genere consistonoin corpi aggiunti ad edifici esistenti, con un notevole peggioramentodel comportamento sismico complessivo.

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Partendo dal presupposto che prevenire è meglio che curare, la riduzione del rischio sismico consente diversispazi di manovra soprattutto agendo sulla vulnerabilità, cioè migliorando la capacità dell’elemento esposto aresistere al terremoto. La progettazione antisismica delle nuove opere ingegneristiche e l’adeguamento sismicodel patrimonio edilizio esistente sono l’obiettivo cardine della prevenzione sismica; esse sono guidate da normativea livello europeo, nazionale e regionale e devono confrontarsi con i vincoli urbanistici e lo stato dell’arte.Considerando la scarsità di nuove edificazioni e la tendenza alla riabilitazione dell’esistente, si pone la questionesu dove e come intervenire al fine di conseguire il massimo risultato a partire dalle risorse disponibili.

Per conseguire le finalità di riduzione della vulnerabilità, sono disponibili diverse tipologie di intervento cheutilizzano tecniche tradizionali o moderne o che prevedono materiali e tecnologie innovative (fibre di carbonio,leghe a memoria di forma); comunemente le opere vengono distinte in relazione alla tipologia di elementostrutturale coinvolto: fondazioni, elementi verticali, elementi orizzontali.

Gli interventi in fondazione possono avere come obiettivo il miglioramento del terreno: le iniezioni e i dreni,ad esempio, consentono di incrementare la resistenza del suolo; agendo direttamente sulla fondazione, invece, sicerca di ottenere il collegamento e l’irrigidimento dei diversi elementi attraverso cordoli, pali, sottomurazioni.

Le possibili azioni rispetto alla Vulnerabilità22

Le strutture verticali presentano unavulnerabilità legata ai dissesti (lesioni,spanciamenti) già presenti, dove è opportunoadottare quelle opere che ripristino le funzionistrutturali o al più limitino il processo didecadimento delle prestazioni; è il caso dicontrafforti, cerchiature (nel caso di pilastri),armature di rinforzo, tiranti e cuciture. Esistepoi un’ulteriore fonte di vulnerabilità che èrappresentata dalla risposta dell’interoorganismo strutturale; per ridurre l’impatto delterremoto deve essere garantito il cosiddettocomportamento d’insieme utilizzandoincatenamenti, ammorsamenti e cerchiature.

In maniera analoga, per gli orizzontamentisi cerca di garantire connessione, irrigidimentoe resistenza, rinforzando con materiali e tecnichediverse in funzione della tipologia e tenendoconto dell’esigenze di conservazione nel caso diedifici storici (tavolati di legno, armature epiastre di acciaio, fibre di carbonio, resine, ecc.).Per gli archi e le volte l’obiettivo è quello dicontrastare le spinte laterali utilizzando lecatene, oppure si può intervenire riducendol’entità dei carichi agenti sull’arco/voltaattraverso l’alleggerimento dei rinfianchi e lacollaborazione di armature e/o profilatimetallici.

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La riduzione delle conseguenze che l’occorrenza di un fenomenosismico potrebbe produrre è subordinata a una risposta bencoordinata all’emergenza, alla disponibilità di personale addetto agliinterventi di emergenza, soccorso e assistenza alle popolazioni colpite,alla disponibilità di mezzi e materiali indispensabili per attuare isoccorsi. La mancanza di coordinamento nei momenti successiviall’occorrenza dell’evento può rendere la situazione caotica, con azioninon organizzate, mancanza di comunicazione tra i gruppi di interventoe una generale ignoranza della popolazione su cosa fare e su comecomportarsi. Il reperimento di mezzi e materiali, se nonimmediatamente disponibili, può portare a una drastica riduzionedel tempo utile per l’intervento; il tempo è essenziale: molte personeintrappolate nelle macerie potrebbero morire se non portate in salvonel giro di poche ore.

Il modo migliore per assicurare che la situazione post-evento possaessere efficacemente gestita è dotarsi di un piano di emergenza:questo consente di prendere un grande numero di decisioni primadell’evento e di identificare quali decisioni dovranno essere adottatedurante la crisi, in modo da poter creare le condizioni per autorizzarlerapidamente.

In ogni caso è sempre necessaria da parte di tutti gli organi chiamatiad intervenire una buona conoscenza delle necessità e delle prioritàche potrebbero verificarsi in caso di emergenza; tale conoscenza puòconsentire di individuare un’efficace risposta all’emergenza se il pianonon fosse disponibile o si rivelasse inappropriato al momentodell’applicazione.

Essere preparati all’evento

Preparazione all’EMERGENZA

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Essere preparati all’emergenza significa poter disporre in qualunque momento di uomini, strutture, mezzi epiù in generale strumenti adeguati per affrontare la calamità naturale.

E’ primario l’utilizzo delle risorse umane sia per organizzare sia per prestare i soccorsi; in questo frangente illivello di preparazione preventiva è fondamentale. Va precisato che non esiste un ente che abbia da solo la capacitàdi gestire le conseguenze di un terremoto distruttivo, e non esistono forze armate “dedicate” pronte da utilizzarein fase di emergenza. Viene impiegato personale normalmente addetto ad altri compiti, preparato per lamobilitazione in caso di necessità, proveniente da enti pubblici, enti locali, enti di ricerca, ecc. Ovviamente, almomento dell’impiego, il personale necessita di un forte coordinamento, che può essere fornito solo grazie a unostrumento appropriato come il piano di emergenza.

Altrettanto importante è l’utilizzo di tecnologie innovative quali il GIS (Sistema Informatico Georeferenziato),le immagini satellitari che consentono di stimare/valutare le conseguenze del sisma con una percezionesensibilmente più significativa.

Quali STRUMENTI per affrontare l’emergenza?

Un piano di emergenza stabilisce le relazioni tra vari gruppi,come operano e quali saranno le loro aree di attività in modo danon creare conflitti di competenze. E’ essenziale stabilire unacatena di comando che sia ininterrotta e senza ambiguità (e chepreveda la creazione di un centro di comando e controllo) e unacatena di avvertenza che chiama il personale al suo posto durantela prima fase dell’impatto (ogni piano deve essere corredato diun elenco dei contatti, elenco del personale addetto, con gliindirizzi e i numeri telefonici sia di residenza che di lavoro).

Il piano deve essere attentamente progettato e ripetutamentetestato e continuamente aggiornato; in fase di progettazione tuttigli enti e i servizi potenzialmente coinvolti in fase di attuazionedevono essere sentiti durante la redazione del piano in modo daassicurarsi che il piano sia riconosciuto e condiviso da tutti.

Il piano deve inoltre prevedere il censimento, il reperimento,l’immagazzinamento e la manutenzione dei veicoli edell’attrezzatura necessaria per affrontare un’emergenza.

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Tra gli strumenti più efficaci per prevenire e reagire all’ eventosismico, nonché per mitigare il rischio, riveste notevole importanzal’informazione e l’educazione al terremoto. La divulgazione dellacultura antisismica costituisce un obbiettivo significativo, non soloper la sua rilevanza e la sua utilità, ma anche perché si muove e siintreccia con il forte radicamento della popolazione al proprioterritorio, consuetudini e tradizioni.

Gli strumenti che si possono impiegare sono molteplici, dallecampagne di sensibilizzazione a vario livello (rivolte adamministratori, studenti, popolazione in genere attraversopubblicazioni, prodotti multimediali, incontri) alle esercitazioni diprotezione civile. La popolazione dovrebbe essere al corrente delrischio sismico inerente al proprio territorio e nel contempoconoscere le principali norme di comportamento da adottare in casodi evento.

Informazione della POPOLAZIONE

NORME DI COMPORTAMENTO IN CASO DI TERREMOTO

1. Cercare un posto sicuroSe siete in casa quando cominciano le scosse, non precipitatevi fuori. Ponetevi invece al riparo sotto il vano di una porta, sotto un tavolo solido,una scrivania, un letto, per evitare di rimanere feriti in seguito alla caduta di calcinacci.Nelle case moderne, mettetevi sotto gli architravi interni allastruttura di cemento armato, che sono i punti più sicuri.

2. Allontanarsi dalle finestreState lontani dalle finestre, i cui vetri probabilmente andranno in frantumi.

3. Spegnere tuttoSpegnete fornelli, caminetti, stufe, lampade o elettrodomestici in funzione, in quanto costituiscono possibili fonti di incendio.

4. Domare eventuali incendiSoffocate immediatamente (con acqua, coperte, tendaggi pesanti, ecc.) qualsiasi piccolo focolaio di incendio.

5. Chiudere GASChiudete il rubinetto del contatore del gas, onde evitare il pericolo di fughe.

6. Disattivare impianto elettricoSe rilevate danni all’impianto elettrico, disattivate l’impianto stesso, facendo scattare l’interruttore generale in posizione “aperto”.

7. Non usare ascensoriSe dovete abbandonare l’edificio, non usate ascensori o montacarichi, perché potrebbe venire a mancare l’energia elettrica proprio mentre vitrovate chiusi all’interno della cabina.

8. Limitare l’uso del telefonoEvitate per il possibile di usare il telefono: la rete deve restare libera per i servizi di soccorso.

9. Tenersi informatiTenetevi informati sulla situazione attraverso la radio e seguite le istruzioni trasmesse dalle autorità.

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Cosa fare DURANTE:la Gestione dell’Emergenza

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Una volta che il fenomeno sismico viene rilevato grazie allasorveglianza continua della rete sismica nazionale e internazionale,la prima priorità (e sicuramente la prima problematica) è quella diquantificare l’entità dell’emergenza. Una prima idea di quale potrebbeessere lo scenario di danno sul territorio, potrebbe essere ottenutaimplementando un modello di previsione, se opportunamentepredisposto, grazie a un sistema GIS.

Si può, inoltre, fare riferimento ai rapporti che, secondo quantostabilito dal piano di emergenza, ciascuna area dovrebbe redigere etrasmettere all’organo di coordinamento centrale (centro dicomando). E’, però, possibile che proprio le aree maggiormente colpitesiano incapaci di trasmettere il rapporto.

E’, quindi, vitale investigare rapidamente le informazionidisponibili per avere delle certezze in termini di severità dell’impatto,estensione geografica e distribuzione spaziale, in modo da identificarele località più bisognose di aiuto. Queste non saranno necessariamenteindividuate una volta che sia identificata la zona epicentrale; alcunezone potrebbero avere subito conseguenze più disastrose a causa dieffetti di amplificazione locale o per una maggiore vulnerabilità delcostruito o ancora a causa della maggiore densità abitativa.

Il momento fatale

Risposta in breve tempo all’evento

Nel periodo immediatamente successivo all’occorrenza dell’evento, si può contare solo sulle organizzazionilocali esistenti, il cui sfruttamento deve pertanto essere ottimizzato, indirizzando le forze a disposizione nellezona maggiormente colpite. Per eventi di particolare gravità, un riconoscimento rapido e a basso costo sulla zonadisastrata, sarà ottenuto attraverso una perizia aerea (solitamente attraverso elicotteri) o utilizzando immaginisatellitari; in questo modo saranno stabilite le priorità su larga scala (regionale).

Una volta individuate le aree più disastrate occorre procedere a livello urbano con una verifica di maggiordettaglio. A livello urbano un volo aereo sarà solo in grado di identificare rapidamente quali quartieri abbianosubito danni e quali strade siano bloccate, ma non consente di stabilire una graduatoria degli edifici collassati egravemente danneggiati per graduare la priorità degli interventi. Risulta di fondamentale importanza la verificadel piano di emergenza previsto: occorre accertarsi che gli ospedali, le caserme e gli edifici strategici in generale,sui quali il piano faceva affidamento, siano effettivamente funzionali e occorre verificare la residua funzionalitàdella rete stradale, fondamentale per indirizzare l’aiuto, per il trasporto dei feriti e per l’evacuazione deisopravvissuti dalle aree a rischio. E’ indispensabile accertarsi anche quale del personale previsto dal piano siaeffettivamente reperibile.

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Immagini satellitari della cittadella di Bam(Iran), investita dal terremoto il 26dicembre 2003 (fonte: Space Imaging).

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I fattori che determinano il numero di persone che, estratte dalle macerie, riescono a sopravvivere sono l’entitàdelle ferite che hanno subito e la rapidità con la quale vengono portate in salvo e ricevono assistenza medica.

La velocità dei soccorsi dipende sicuramente dalla disponibilità di uomini e mezzi, ma è indispensabile lapreparazione dei soccorritori: alla presenza di squadre appositamente preparate (unità cinofile, SAR = Searchand Rescue team) e di personale esperto, la localizzazione delle persone intrappolate sotto le macerie e il lororecupero può essere ottenuto attraverso tecniche relativamente semplici e utilizzando gli strumenti disponibili.

La localizzazione è favorita dall’abilità delle persone intrappolate di attirare l’attenzione su se stesse. Per nonostacolare questa possibilità è importante limitare il più possibile la rumorosità dell’ambiente circostante(posizionando generatori e compressori il più lontano possibile e consentendo l’accesso a un numero limitato dipersone).

Almeno un membro delle squadre di soccorso deve essere un medico, in modo da fornire indicazioni aisoccorritori su come recuperare le vittime per non compromettere ulteriormente le loro condizioni e in modo dafornire assistenza medica immediata ( nel caso fossero necessari trattamenti in sito: reidratazione,somministrazione di analgesici, trasfusioni di plasma o sangue).

La presenza di un medico è inoltre fondamentale per stabilire le priorità per il trasporto dei feriti negli ospedali.Il trasferimento in ospedale deve essere il più rapido possibile: se il terremoto avrà compromesso tutte le struttureospedaliere facilmente raggiungibili, dovranno essere approntati degli ospedali da campo in prossimità dellazona terremotata.

Estrazione dei feriti dalle macerie

La gestione dell’Emergenza

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Le attività assistenziali post-terremoto sono finalizzate adassicurare alle popolazioni colpite le funzioni urbane e socialipreesistenti al terremoto, preferibilmente nelle località di abitualeresidenza, in attesa della ricostruzione.

Oltre al primo soccorso ed agli aspetti sanitari d’emergenza, è difondamentale importanza l’allestimento di strutture in grado diassicurare un ricovero a coloro che hanno dovuto abbandonare lapropria abitazione.

Questo si realizza attraverso: strutture improprie (alberghi, centrisportivi, strutture militari, campeggi, ecc.), tendopoli e/o roulottopolie campi containers, insediamenti abitativi d’emergenza.

La scelta di tende e roulotte costituisce la migliore e più velocerisposta possibile ai tempi imposti dall’emergenza, pur essendoall’ultimo posto in quanto a comfort. Tende e roulotte non rispondonoperò all’esigenza di ripresa dell’attività socio-economiche che si puòinvece realizzare attraverso insediamenti abitativi d’emergenza.Bisogna, inoltre, tenere presente, che la sistemazione provvisoria duraa lungo e che le istallazioni di emergenza diventano ben prestoinadatte: le tende dopo qualche settimana, le roulottes dopo qualchemese i moduli containers dopo una o due stagioni.

Gli insediamenti abitativi d’emergenza, realizzati con moduliabitativi provvisori, consentono di mantenere la popolazione neipropri territori, necessità molto sentita dalle personepsicologicamente colpite dalla perdita della “casa” intesa come luogodella memoria e della vita familiare. Consente inoltre di mantenerele popolazioni interessate come “soggetti attivi”, in grado cioè dipartecipare alla ripresa delle proprie attività, contribuendo in questomodo ad una più rapida ripresa sociale ed economica dell’areainteressata dall’evento.

Assistenza ai senzatetto

Le attività assistenziali post-terremoto sono finalizzate ad assicurare alle popolazioni colpite le funzioni urbanee sociali preesistenti al terremoto. Dopo un evento sismico è necessario ristabilire il prima possibile il controllodel territorio da parte delle autorità, questo per consentire la sorveglianza delle proprietà e delle struttureabbandonate, evitare l’accesso alle zone a rischio e tutelare le zone ad elevato rischio di calamità secondaria(come le stazioni termoelettriche, le dighe, le fonti di inquinamento). Questo consente anche di ristabilire lafiducia nella popolazione dopo un evento così destabilizzante.

E’ inoltre importante garantire il ripristino della viabilità stradale e ferroviaria, restaurare la funzionalitàdegli aeroporti, riparare i danni alle piste di atterraggio sistemare i magazzini per il ricevimento e lo smistamentodei viveri.

Il controllo del territorio

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Per alleggerire il carico delle attività assistenziali e ripristinare una situazione di normalità è necessarioconoscere al più presto lo stato degli edifici per permettere, dove possibile, il rientro una volta cessata l’attivitàsismica.

Per questo sono condotte delle campagna sistematiche di sopralluoghi agli edifici lesionati per la valutazionedel danno e dell’agibilità. La valutazione dell’agibilità è un’operazione socialmente rilevante che ha un notevoleimpatto sul territorio perché consente di ridurre il disagio della popolazione riducendo il numero dei senzatettoe consentendo un più facile rientro alle attività socio-economiche pre-evento. Inoltre è un’operazione diresponsabilità perché investe il campo della pubblica incolumità quando si afferma l’agibilità.

L’agibilità è l’esistenza dei requisiti che rendono un edificio idoneo ad accoglierne gli occupanti; nel casod’agibilità post-sismica l’edificio idoneo deve poter essere utilizzato lasciando protetta la vita umana anche inpresenza di una successiva crisi sismica. Il danno e l’agibilità sono valutati da tecnici mediante sopralluoghi su:

- edifici pubblici per la loro importanza strategica per le funzioni stesse di protezione civile (ospedali, sedicomunali, Prefetture, caserme, ecc.) o perché contenitori di particolari tipi di popolazione (ospizi) o riutilizzabiliper gli sfollati (scuole);

- chiese perché hanno spesso caratteristiche di pregio storico, artistico o architettonico o sono luoghi diriferimento per le popolazioni colpite;

- edifici privati perché il loro danneggiamento costringe gli occupanti ad essere evacuati in tendopoli o villaggiprovvisori.

Affinché il giudizio di agibilità sia il più possibile oggettivo, l’evento di riferimento deve essere lo stesso pertutti i rilevatori e quindi stabilito prima del sopralluogo, solitamente viene preso come riferimento un eventoparagonabile a quello della scossa che ha motivato l’ispezione. I sopralluoghi devono avvenire rispettando precisicomportamenti nel muoversi in territori danneggiati perché, in genere, la crisi sismica è ancora in atto e sonopossibili repliche.

Agibilità

Agibilità e Messa in sicurezza delle STRUTTURE

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In Italia i risultati della verifica di agibilità sugli edifici sono codificati in cinque casi:

edificio agibilequando non sono presenti danni o in presenza di danno lieve non diffuso su tutta la struttura

edificio inagibilein presenza di danno superiore al medio diffuso su tutta la struttura

edificio parzialmente agibilein presenza di danno superiore al medio, ma molto localizzato

edificio agibile con provvedimenti di pronto interventoma temporaneamente non agibile, quando la situazione di pericolo è dovuta ad elementi nonstrutturali facilmente rimovibili o consolidabili con un’idonea protezione

edificio temporaneamente inagibileda rivedere con approfondimento, ad esempio nel caso di diffusione sistematica di danno lievecon manifestazioni di danno medio

Può inoltre verificarsi il caso di un edificio che, seppur senza danni, debba essere dichiarato inagibile acausa del rischio indotto dai vicini edifici pericolanti

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Quando un terremoto danneggia gli edifici in modo moltograve rendendoli pericolanti, è necessario provvedere alladelimitazione delle aree potenzialmente interessabili da uncrollo, limitando gli accessi tramite transennamenti. Lademarcazione di aree “non accessibili” deve essere limitataquanto possibile a singoli edifici o ad aree altamente a rischio,per non ostacolare la ripresa delle normali attività economichee sociali. Nel caso di edifici non di valore storico eirrimediabilmente danneggiati può risultare utile la immediatademolizione totale o parziale.

Quando un terremoto danneggia gli edifici senza farlicrollare uno dei primi interventi necessari è la loro messa insicurezza per evitare il progredire del danno in seguito ad altrescosse, tutelare l’incolumità delle persone e dei soccorritori eripristinare rapidamente le normali attività economiche esociali. L’urgenza di un intervento immediato permette direalizzare solo opere provvisorie, che siano semplici dainstallare e che impieghino materiali facilmente reperibili elavorabili anche nelle difficili condizioni dell’emergenza post-terremoto.

Le opere per la messa in sicurezza sono provvisorie, cioèdestinate ad essere rimosse dopo un tempo più o meno lungo.Ciò permette l’uso di materiali a basso costo e rapidi da metterein opera, anche perché, una volta rimossi, non possono piùessere utilizzati. Tuttavia la sicurezza deve essere comunquegarantita, anche in previsione di altre scosse paragonabili aquella principale.

Messa in sicurezza delle strutture32

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Quali opere eseguire? 33

La scelta del tipo di intervento provvisionale viene fatta inbase alla tipologia d’intervento, ad una facile e correttaesecuzione e all’ottimizzazione dei costi. I tipi di opere sonosostanzialmente tre: puntellamenti, tirantature, cerchiature.

I puntelli sono dispositivi di sostegno alla costruzione nellaparte debole, tali da surrogare la capacità portantedell’elemento compromesso dal terremoto. In questo casosvolgono una funzione sostitutiva dell’elemento. In altri casipossono svolgere una funzione cautelativa (quando lacostruzione resiste ancora ma si teme un cedimentoimprovviso) o protettiva (quando c’è il rischio del distacco diqualche parte o frammento).

I tiranti o catene sono elementi di acciaio che unendo duemuri paralleli li tengono aderenti al solaio o al muro ortogonaleche li collega.

Le cerchiature vengono impiegate per impedire ladilatazione trasversale degli elementi murari sottoposti acompressione verticale, aumentando così la resistenza allacompressione, attraverso l’inserimento intorno all’elementoda consolidare di anelli o cerchioni distanziati, di un tondinocontinuo elicoidale o di fasce di poliestere ad alta resistenza.La cerchiatura può essere fatta anche su interi edifici inalternativa al puntellamento.

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Cosa fare DOPO:la Post-Emergenza e il Ritorno allaNormalità

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La semplice valutazione di agibilità non è sufficiente a consentire una valutazione economica del danno occorsoe a fornire indirizzi per la ricostruzione.

E’ necessario quindi organizzare una campagna di rilievo più approfondita, utilizzando strumenti schedograficistudiati ad hoc per una più precisa lettura e registrazione del danno e differenziati per specifiche tipologie edilizie:edifici ordinari (distinguendo gli edifici in muratura da quelli con struttura portante in cemento armato), ediliziamonumentale e pubblica, attività produttive. L’approccio da seguire non è quello della descrizione del danno,

Quadro del danno occorso

La fase POST-EMERGENZA

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ma quello di un’interpretazionecomportamentale, volta a mettere illuce quale sia stato,sotto l’azionesismica, il comportamento dei diversielementi costruttivi e come talecomportamento abbia generato ildanno.

Sulla base di tale analisi,l’intervento più appropriato saràidentificato come quello in grado dicontrastare la specifica vulnerabilitàche ha generato il danno; avendodefinito l’entità dell’intervento saràpossibile avanzare una stima dei costi.

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Schedatura del danno 37

Lo strumento principe in fase di accertamentodel danno è rappresentato dalle cosiddette schededi rilevamento, cioè documenti predisposti perraccogliere agevolmente e ordinatamente leinformazioni riguardanti l’edificio esaminato. Laletteratura scientifica e l’esperienza sul campovantano ormai numerosi contributi in questosettore; molteplici, infatti, sono le schede elaborateper rilevare un determinato bene piuttosto che unaltro (edificio ordinario, chiesa, ecc.) oppurecaratterizzate da un differente livello di dettaglio.

Una scheda di rilevamento in genere contienesempre un pacchetto minimo di dati relativi allacostruzione quali la localizzazione, le dimensioniprincipali, la tipologia strutturale, l’uso e l’età,nonché, ovviamente, l’estensione e il livello didanno.

Le schede di ultima generazione sonostate messe a punto per essere il più possibilesemplici e comprensibili, eliminando larichiesta di informazioni inessenziali; inoltresono state corredate da note esplicative cosìda agevolare i rilevatori.

Le schede di rilevamento costituisconoun mezzo molto potente in quanto, oltrea fornire il danno subito dal patrimonioedilizio, sono anche di supporto alleindagini per la misura dell’intensitàmacrosismica che è proprio basata suldanno osservato. Disponendo di unnumero significativo di schede inoltre, idati raccolti consentono di definire dellecorrelazioni tra la severità del terremotoe il danno cioè, in altre parole, dellemisure di vulnerabilità differenziate perogni tipologia costruttiva.

Brick masonry with wooden slabs

0

1

2

3

4

5

5 6 7 8 9 10 11 12

EMS-98 Intensity

Mea

n D

amag

e G

rade

upper curvemedian curvelower curveLisbonBanja Luca'69Bucharest '77, 1Bucharest '77, 2Bucharest '77, 3Bucharest '77, 4Irpinia '80

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La valutazione del quadro di danno occorso consente di stabilire la priorità degli interventi e di stimare i costinecessari ad approntarli. Tale stima delle conseguenze prodotte dal terremoto costituisce il primo passo che leamministrazioni locali e i cittadini devono effettuare per accedere ai finanziamenti stanziati a livello centrale. LoStato, ovviamente, stabilisce una soglia minima di danno per ammettere l’edificio al finanziamento; nel passato,sovente, tale soglia è stata identificata con la dichiarazione di inagibilità dell’edificio, ma ad oggi si preferiscesvincolarsi dal giudizio di agibilità, in modo da non incorrere in dichiarazioni forzate nell’ottica di ottenere unfinanziamento.

Ripristino, miglioramento e adeguamento sismico

Il Ritorno alla Normalità

Quando si parla di interventi nella fase post-sismica cisi trova di fronte ad un panorama alquanto variegato pertipologia, tecnologia, efficacia e costo. In generale, gliinterventi possono essere classificati in tre gruppi infunzione dell’incremento della sicurezza che apportano neiconfronti del terremoto; si distinguono così interventi diripristino, di miglioramento e di adeguamento sismico.

Gli interventi di ripristino consistono nell’esecuzionedelle opere necessarie per ristabilire la funzione staticaordinaria della struttura danneggiata. maggior grado disicurezza nei confronti del terremoto.

Il miglioramento sismico, invece, è rappresentatodagli interventi riguardanti singoli elementistrutturali dell’edificio, con lo scopo di conseguireun maggior grado di sicurezza nei confronti delterremoto. Gli interventi di adeguamento, infine,sono quel complesso di opere volte a modificare inmaniera sostanziale il comportamento globaledell’edificio, raggiungendo così la resistenzanecessaria per equilibrare le azioni sismiche attese.

Le amministrazioni pubbliche dovrebberoscegliere strategicamente interventi che non sianosolo di ripristino, ma che siano volti ad unpotenziamento delle prestazioni della strutturaattraverso il miglioramento o l’adeguamentosismico, cioè interventi che consentano di ridurre lavulnerabilità sismica. Sebbene l’adeguamentorappresenti la soluzione auspicabile, in vero è anchenotevolmente oneroso; il miglioramento, alcontrario, a fronte della sicurezza non porta ad unasostanziale differenza rispetto a quelli che sarebberoi costi di un solo ripristino. Naturalmente, le opereche si realizzano devono conseguire un effettivomiglioramento, agendo, prima di tutto, nei confrontidei meccanismi di danno che si sono attivati e chesono stati messi in luce dal rilievo del danno.

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Il punto di partenza per effettuare un controllodei progetti è rappresentato dalla normativatecnica di riferimento a livello europeo, nazionalee regionale.

La conformità alla legge, tuttavia, da sola nonè sufficiente per validare l’efficacia di un progetto;infatti risulta necessario verificare anche chel’intervento sia finalizzato ad eliminare levulnerabilità specifiche messe in luce dal quadrodel danno rilevato. Il miglioramento apportatoalla costruzione effettuando l’intervento previstodal progetto dovrebbe poter essere quantificabile.

Indicazioni per la progettazione di interventimirati al contrasto di meccanismi di collassospecifici, possono essere proposti nella forma dicodice di pratica o linee guida; tali codici sarannomessi a punto attraverso studi specifici chetengano conto delle realtà costruttive locali eredatti nella forma di manuali ad uso dei tecniciincaricati di eseguire e seguire i progetti dimiglioramento.

Controllo dei progetti 39

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Il TERRITORIO ... esposto al RISCHIO SISMICOSiti internethttp://www.ingv.ithttp://gndt.ingv.ithttp://emidius.mi.ingv.ithttp://www.serviziosismico.ithttp://earthquake.usgs.govhttp://www.eqnet.orghttp://nisee.berkeley.edu/lessons/general.htmlhttp://www.eerc.berkeley.eduhttp://www.seismo.ethz.ch

Cosa fare PRIMA: la mitigazione del Rischio e la Preparazione all’EmergenzaSiti internetwww.edurisk.itTesti di approfondimentoCoburn A., Spence R. Earthquake Protection John Wiley & Sons, Chichester 1992.Tiedemann H., Earthquake and Volcanic Eruptions – a Handbook on Risk Assessment . Swiss RePubblication, Zurich.

Cosa fare DURANTE: la Gestione dell’emergenzaSiti internethttp://www.fema.orghttp://www.disastermanagement.it/http://www.protezionecivile.ithttp://geohaz.org/home.htm

Cosa fare DOPO: la Post emergenza e il ritorno alla normalitàMateriale informativoAA.VV. Manuale per la compilazione della scheda di I livello di rilevamento danno, pronto intervento eagibilità per edifici ordinari nell’emergenza post-sismica (AeDES) Dip.to di Protezione Civile, Roma 2002.Testi di approfondimentoAA. VV., Guerrieri, F., (a cura di). Manuale per la riabilitazione e la ricostruzione postsismica degli edifici.DEI Tipografia del Genio Civile, Roma 1999.