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Libro degli Abstract

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Libro degli Abstract

41 Congresso Nazionale Lega Italiana Contro lEpilessia

Roma, 6-8 giugno 2018

Comunicazioni libere

EPILETTOLOGIA IN

ET ADULTA ED ANZIANA

41 Congresso Nazionale Lega Italiana Contro lEpilessia

Roma, 6-8 giugno 2018

Seizures and Migraine-like Attacks after Radiation Therapy (SMART) Un nuovo significato per un vecchio acronimo M. Ascoli1,2, E. Ferlazzo1,2, S. Gasparini1,2, C. Sueri2, V. Cianci2, G. Ferrigno1,2, G. Mastroianni1,2, S.M. Cavalli1,2, F. Vazzana2, U. Aguglia1,2 1 Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Universit Magna Graecia, Catanzaro 2 Centro Regionale Epilessie, Grande Ospedale Metropolitano, Reggio Calabria

La Stroke-like migraine attacks after radiation therapy (SMART) una rara complicanza a lungo termine della

radioterapia encefalica1, caratterizzato clinicamente dallinsorgenza acuta/subacuta di cefalea, crisi epilettiche e

deficit neurologici focali. La RM mostra iperintensit corticale unilaterale nelle sequenze T2/FLAIR con

enhancement dopo gadolinio. Il quadro clinico e neuroradiologico reversibile nella maggioranza dei casi2.

Paziente 1: uomo di 23 anni, sottoposto a 6 anni a chirurgia, chemioterapia e radioterapia per medulloblastoma.

Giungeva alla nostra osservazione per allucinazioni visive semplici subcontinue e cefalea gravativa. Lobiettivit

mostrava emianopsia laterale omonima destra. LEEG evidenziava uno stato epilettico occipitale sinistro. Il

trattamento con midazolam e.v. determinava una risoluzione della sintomatologia critica pur persistendo

lemianopsia. La RM encefalo prima e dopo gadolinio era suggestiva di SMART. Paziente 2: uomo di 54 anni,

sottoposto a 18 anni a chirurgia, chemioterapia e radioterapia per medulloblastoma. Giungeva alla nostra

osservazione per allucinazioni visive semplici e cefalea gravativa. Lobiettivit mostrava emianopsia laterale

omonima sinistra. LEEG mostrava brevi crisi subentranti sulle derivazioni occipitali di destra. Il trattamento con

clobazam e carbamazepina per os determinava una risoluzione della sintomatologia critica pur persistendo

lemianopsia. La RM encefalo prima e dopo gadolinio era suggestiva di SMART.

Lacronimo stroke like migraine attacks after radiation therapy fuorviante, non sottolineando lelevata

prevalenza di crisi epilettiche e le caratteristiche variabili della cefalea. Infatti le crisi epilettiche sono state

descritte nel 61% dei pazienti con SMART e la cefalea raramente a carattere emicranico. Proponiamo di

modificare lacronimo in seizures and migraine-like attacks after radiation therapy.

Bibliografia 1. Black DF, Bartleson JD, Bell ML, Lachance DH. SMART: stroke-like migraine attacks after radiation therapy. Cephalalgia. 2006 Sep;26(9):1137-42 2. Black DF, Morris JM, Lindell EP, Krecke KN, Worrell GA, Bartleson JD, Lachance DH. Stroke-like migraine attacks after radiation therapy (SMART) syndrome is not always completely reversible: a case series. AJNR Am J Neuroradiol. 2013 Dec;34(12):2298-303.

41 Congresso Nazionale Lega Italiana Contro lEpilessia

Roma, 6-8 giugno 2018

Limpatto della medicina di precisione nelle epilessie genetiche S. Balestrini, S.M. Sisodiya Department of Clinical and Experimental Epilepsy, UCL Institute of Neurology and Epilepsy Society, London, UK

In epilessia, strategie di medicina di precisione sono riportate in pochi casi aneddotici di specifiche epilessie

genetiche. Lobiettivo dello studio e quello di illustrare la complessit dellanalisi genetica e della sua

interpretazione, e comprendere la corrente applicazione della medicina di precisione in epilessia.

stata condotta unanalisi sistematica di pazienti con una alterazione genetica molecolare ritenuta associata

alleziologia dellepilessia. Un questionario standardizzato stato utilizzato per la raccolta dati, includendo

risultati genetici ed il loro impatto nella gestione clinica e terapeutica. Analisi di associazione e regressione

logistica sono state utilizzate per identificare predittori di outcome in seguito alla diagnosi genetica.

Sono stati inclusi 131 pazienti con epilessie genetiche, 59 con epilessia focale, 27 generalizzata, 44 generalizzata e

focale, 1 non classificata. In seguito alla diagnosi genetica, 34 pazienti hanno avuto modificazioni terapeutiche con

conseguente miglioramento del controllo delle crisi e/o funzioni cognitive in 25. Un miglioramento della qualita

di vita in seguito alla diagnosi genetica stato riscontrato in 20 pazienti. Cambiamenti terapeutici in seguito alla

diagnosi molecolari sono risultati associati con outcome positivo nellanalisi di regressione logistica multivariata.

Lo studio ha evidenziato un outcome eterogeneo in seguito allidentificazione di una eziologia genetica. Allo stato

attuale, lapproccio della medicina di precisione non sembra sempre applicabile o efficace, per molteplici motivi.

Tuttavia, lo studio genomico in epilessia ormai un punto cardine per la gestione clinica e terapeutica dei

pazienti, e lindividuazione delle criticit attuali cruciale per applicare strategie personalizzate su larga scala.

41 Congresso Nazionale Lega Italiana Contro lEpilessia

Roma, 6-8 giugno 2018

Caratteristiche elettrocliniche, trattamento ed esiti a lungo termine di fenotipi epilettici a possibile genesi autoimmune: risultati dello studio retrospettivo multicentrico del gruppo di studio LICE sulle epilessie disimmuni S. Matricardi1, E. Freri2, T Granata2, I. Pappalardo3, A. Stabile3, A.T. Giallonardo4, S. Casciato4, L. Zuliani5, S. Meletti6, R. Michelucci7, F. Ragona2, A. Vogrig8, G. Pauletto8, A. Gambardella9, L. Mumoli9, S. Sartori10, M. Nosadini10, E. Ferlazzo11, U. Aguglia11, C. Di Bonaventura4, G. Di Gennaro12, E. Zucchi6, G. Giovannini6, P. Riguzzi7, C.A. Galimberti13, E. Tartara13, A. La Neve14, M. Tappat14, G. Didato3, C. Pastori3, E. Fallica15, E. Cesnick15, F. Vanadia16, E. Correnti16, E. Cesaroni1, N. Zamponi1, A. Ferrari17, V. Sofia18, L. Giuliano18, V. Belcastro19, D. Passarelli20, S.M. Bova21, M. Mastrangelo21, F. Villani3

1SOD Neuropsichiatria infantile, Presidio Ospedaliero di Alta Specializzazione G. Salesi, Ospedali Riuniti Ancona 2UO Neuropsichiatria Infantile, Fondazione I.R.C.C.S. Istituto Neurologico Carlo Besta, Milano 3UO Epilettologia Clinica e Neurofisiologia Sperimentale, Fondazione I.R.C.C.S. Istituto Neurologico Carlo Besta, Milano 4Dipartimento di Scienze Neurologiche, Universit degli Studi di Roma "La Sapienza" 5Dipartimento di Neurologia, Ospedale Ca Foncello, Treviso 6Centro Epilessia, Unit di Neurologia, AOU Modena 7OUC di Neurologia dellOspedale Bellaria, Bologna 8Clinica Neurologica, Azienda Ospedaliera Universitaria di Udine 9Istituto di Neurologia, Universit Magna Graecia, Catanzaro 10Unit di Neurologia Pediatrica e Neurofisiologia, Universit degli Studi di Padova 11Dipartimento di scienze mediche e chirurgiche, Universit Magna Graecia, Catanzaro, Centro Regionale Epilessie, Azienda Ospedaliera BMM di Reggio Calabria 12I.R.C.C.S. Neuromed, Pozzilli 13Centro Regionale Epilessia, I.R.C.C.S. Istituto Neurologico Nazionale Fondazione Mondino, Pavia 14Clinica Neurologica, Universit di Bari 15UO di Clinica Neurologica, Azienda Ospedaliero Universitaria SantAnna, Ferrara 16Neuropsichiatria infantile, Ospedale G. Di Cristina, Palermo 17UOC Neurofisiopatologia IRCCS AUO San Martino-IST Genova 18Clinica Neurologica, Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico Vittorio Emanuele, Catania 19Unit di Neurologia, Ospedale S. Anna, Como 20U.O.C. Neurologia ausl Romagna -sede Ravenna- presidio Faenza 21Neurologia Pediatrica, Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi, ASST Fatebenefratelli Sacco, Milano

Caratterizzazione degli aspetti elettroclinici, delle condotte terapeutiche ed analisi degli eventuali esiti a lungo

termine di epilessie a genesi autoimmune.

Studio di coorte osservazionale retrospettivo condotto in 21 centri italiani per lepilessia. Lidentificazione dei

fenotipi epilettici a possibile eziopatogenesi autoimmune stata condotta sulla base del rilievo di anticorpi

antineuronali o dei dati clinici e paraclinici suggestivi di infiammazione del SNC, o della risposta alla terapia

immunomodulante.

Sono stati arruolati 202 pazienti (31 bambini, 171 adulti), seguiti per un periodo di almeno 36 mesi. La ricerca per

anticorpi specifici risultata positiva su siero e/o su liquor nel 70% dei casi.

Le crisi focali, motorie (41%) e non motorie (28%), erano il tipo di crisi pi frequente, farmacoresistenti nell85%

dei casi. La semeiologia critica era prevalentemente polimorfa (29%), temporale (21%), bitemporale (24%), o

extratemporlae (26%). La frequenza delle crisi era elevata, soprattutto allesordio nel 70% dei casi, con episodi di

stato epilettico nel 43%. Nel 85% dei casi, erano presenti anche altri segni e sintomi di disfunzione del SNC. La

terapia immunomodulante ha determinato una riduzione significativa della frequenza critica nel 65% dei casi e

un outcome a lungo termine pi favorevole quando precocemente istitutita (p

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Roma, 6-8 giugno 2018

Lo spettro delle epilessie a genesi autoimmune significativamente ampio e sottolinea il ruolo patogenetico della

infiammazione nel determinare e sostenere lattivit critica. Una migliore caratterizzazione dei fenotipi clinici e la

definizione di modelli di trattamento possono migliorare la prognosi e limitare possibili esiti a lungo termine.

Bibliografia 1. Suleiman J, Brilot F, Lang B, Vincent A, Dale RC. Autoimmune epilepsy in children: case series and proposed guidelines for identification. Epilepsia 2013;54:1036-1045 2. Spatola M, Dalmau J. Seizures and risk of epilepsy in autoimmune and other inflammatory encephalitis. Curr Opin Neurol 2017;30:345-353

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Suleiman%20J%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=23551014https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Brilot%20F%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=23551014https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Lang%20B%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=23551014https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Vincent%20A%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=23551014https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Dale%20RC%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=23551014

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Roma, 6-8 giugno 2018

Stimolatore del Nervo Vago: un'esperienza decennale M. Tappat, N. Pilolli, T. Francavilla, M. Trojano, A. La Neve Neurologia Amaducci, Policlinico di Bari

Lo Stimolatore del Nervo Vago (SNV) un'ormai nota terapia nel trattamento delle Epilessie farmaco-resistenti.

Il nostro scopo quello di riportare la nostra esperienza come centro terziario, nella gestione dei pazienti

portatori di tale device.

Abbiamo analizzato retrospettivamente la frequenza critica (misurata come media di crisi per mese nei 3 mesi

antecedenti l'impianto e successivamente come crisi mensili su base annuale), valuntandone gli effetti avversi a

breve e lungo termine.

La nostra coorte composta da 31 pazienti: uno di essi ha rimosso lo SNV dopo pochi mesi, 2 pazienti sono persi

al follow-up, 1 paziente deceduto, mentre per 4 pazienti non stato possibile eseguire un'adeguata

quantificazione della frequenza critica. L'analisi di efficacia stata quindi limitata a 23 pazienti affetti da Epilessia

gravemente farmaco-resistente. I primi 2 pazienti impiantati hanno un follow-up di 10 anni, l'ultimo di 1 anno

(media 5 anni). Otto pazienti hanno subito un reimpianto a seguito di esaurimento della batteria del dispositivo.

Diciannove pazienti (83%) hanno registrato una riduzione della frequenza mensile media del 38.7%. Sette

pazienti hanno lamentato tosse transitoria associata ai cambi della stimolazione; in 2 pazienti la persistenza del

disconfort stata prontamente risolta riducendo il voltaggio della stimolazione; nessun paziente ha presentato

complicanze chirurgiche.

Lo SNV una terapia estremamente ben tollerata e, sebbene la valutazione della sua efficacia sia inficiata dai

concomitanti cambi nella terapia orale, questo device ha senza dubbio una grande utilit clinica nella gestione dei

pazienti farmaco-resistenti.

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Roma, 6-8 giugno 2018

Switching da levetiracetam brand ad un prodotto generico equivalente: efficacia e tollerabilit M. Trimboli1, E. Russo2, L. Mumoli1, G. Tripepi3, F. Fortunato1, G. Mastroianni1, F. Abate1, G. De Sarro2, A. Gambardella1, A. Labate1 1Dipartimento di Scienze Mediche, Istituto di Neurologia, Universit Magna Graecia, Catanzaro 2Dipartimento di scienze della salute, Scuola di medicina, Universit Magna Graecia, Catanzaro 3Istituto di fisiologia clinica, Unit di Ricerca di Reggio Calabria, Consiglio nazionale delle ricerche (IFC- CNR), Reggio Calabria

Lo scopo di questo studio stato determinare se la sostituzione del levetiracetam (LEV) brand con un prodotto

generico equivalente (PGE), in una coorte di pazienti affetti da epilessia, potesse fornire risultati adeguati in

termini di controllo delle crisi e tollerabilit.

Per essere inclusi nello studio, i pazienti dovevano assumere LEV brand in mono- o politerapia1-2 da almeno 6

mesi. Tra marzo 2013 e aprile 2017, i pazienti sono stati invitati a passare a LEV PGE come parte del loro follow-

up3. Abbiamo valutato il numero di crisi mensili, gli eventi avversi correlati al farmaco e il quadro

elettroencefalografico prima(T0, baseline) e 6 mesi dopo la sostituzione(T1). Inoltre, abbiamo riportato il follow-

up a lungo termine dei pazienti che hanno continuato a utilizzare LEV PGE dopo la fine dello studio,

considerando la visita pi recente per ciascun paziente(T2).

55 pazienti hanno rifiutato la sostituzione. I restanti 125 pazienti hanno accettato la sostituzione di LEV brand

con LEV PGE. Confrontando i pazienti prima(T0) e dopo la sostituzione(T1), non abbiamo trovato differenze

significative in termini di frequenza delle crisi, eventi avversi e quadro EEG. Nessuna differenza statisticamente

significativa (numero di crisi/mese e eventi avversi) stata, inoltre, riscontrata tra pazienti trattati con LEV PGE

in monoterapia e pazienti che hanno rifiutato la sostituzione e continuato ad usare LEV brand in monoterapia per

un follow-up di 48 mesi.

Nel nostro campione, la sostituzione del LEV brand con un prodotto generico si dimostrava efficace e sicura sia in

monoterapia che in politerapia, indipendentemente dalla sindrome epilettica.

Bibliografia 1. Gambardella A, Labate A, Colosimo E, Ambrosio R, Quattrone A. Monotherapy for partial epilepsy: focus on levetiracetam. Neuropsychiatr Dis Treat 2008; 4: 3338 2. Labate A, Colosimo E, Gambardella A, et al. Levetiracetam in patients with generalised epilepsy and myoclonic seizures: an open label study. Seizure 2006; 15: 214218Riferimenti 3. Perucca E, Albani F, Capovilla G, Bernardina BD, Michelucci R, Zaccara G. Recommendations of the Ital- ian league against epilepsy working group on generic products of antiepileptic drugs. Epilepsia 2006; 47: 1620.

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Roma, 6-8 giugno 2018

Ridotta concentrazione del progesterone e di altri neurosteroidi nel liquor di pazienti in stato di male epilettico G. Biagini1,2, C. Lucchi2, G. Monti2, G. Giovannini2, R. Bedin2, C. Rustichelli3, S. Meletti1,2 1Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze, Universit di Modena e Reggio Emilia, Modena 2Dipartimento di Neuroscienze, Ospedale Civile di Baggiovara, Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena, Modena 3Dipartimento di Scienze della Vita, Universit di Modena e Reggio Emilia, Modena

Lo stato di male epilettico (SE) costituisce una grave emergenza neurologica. In tale condizione, mediante

cromatografia liquida e spettrometria di massa, abbiamo misurato e confrontato i livelli di pregnenolone solfato,

pregnenolone, progesterone, 5-diidroprogesterone, pregnanolone e allopregnanolone nel liquor di pazienti

affetti da SE e in una coorte di controllo. Sono stati studiati 73 pazienti ricoverati per SE, con et di 65 anni

(intervallo di variazione da 13 a 94 anni), dei quali il 67% donne. I controlli esaminati, pari a 52, avevano et

compresa tra 16 e 93 anni (mediana pari a 53), dei quali il 65% donne. I risultati sono stati analizzati con il test di

Mann-Whitney. Abbiamo anche correlato le concentrazioni dei neurosteroidi e let, il genere, la durata ed il tipo

di SE. Il progesterone risultato essere diminuito del 64% nel liquor dei pazienti con SE (p < 0.001). I

neurosteroidi pregnenolone solfato e pregnenolone, precursori del progesterone, sono risultati a livelli analoghi a

quelli dei controlli. I derivati del progesterone, al contrario, in particolare il 5-diidroprogesterone (-49%, p <

0.001), il pregnanolone (-21%, p = 0.005) e lallopregnanolone (-37%, p < 0.001), sono risultati essere inferiori ai

controlli. Le variazioni osservate nei livelli liquorali di neurosteroidi non hanno travato spiegazioni nelle

differenze di genere, et o tipo di SE. Inoltre, non sono stati riscontrati effetti dovuti alla durata del SE. In

conclusione, questi risultati indicano che vari neurosteroidi anticonvulsivanti sono presenti a ridotte

concentrazioni liquorali nei pazienti che presentano unattivit epilettica protratta.

Ringraziamenti Si ringrazia il Ministero della Salute per il finanziamento ricevuto (RF-2011-02350485)

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Roma, 6-8 giugno 2018

Epilessia late-onset di origine non determinata e malattia di Alzheimer: due aspetti della beta amiloidopatia C. Costaa, M. Romolia, C. Liguorib, L. Farottia, P. Eusebia, C. Bedettia, S. Siliquinia, E. Nardi Cesarinia, A. Verzinaa, A. Romigic, N.B. Mercurib,c, L. Parnettia, P. Calabresia,b aClinica Neurologica, Dipartimento di Medicina, S.Maria della Misericordia, Universit degli Studi di Perugia, Perugia bIRCCS Santa Lucia, Roma cNeurofisiopatologia, Centro di Epilessia e Medicina del sonno, Universit Tor Vergata, Roma

Nonostante recenti evidenze suggeriscano un ruolo cruciale della beta amiloide nella genesi dellepilessia, poche

informazioni sono ad oggi disponibili riguardo la relazione tra beta amiloide ed epilessia late-onset di origine non

definita (LOEU). Il presente studio si prefisso lobiettivo di verificare, tramite lutilizzo di biomarcatori liquorali,

la beta amiloidopatia e levoluzione a demenza tipo Alzheimer (AD) nei pazienti con LOEU.

Sono stati valutati i biomarker liquorali di 40 pazienti cognitivamente integri affetti da LOEU, comparandoli con

43 pazienti controllo. Un follow-up di 3 anni ha permesso di identificare quali e quanti pazienti progredissero a

deterioramento cognitivo.

Let media era di circa 70 anni in entrambi i gruppi. Nonostante lo score basale di pazienti LOEU e del gruppo

controllo fossero simili (MMSE 28.6), i pazienti con LOEU, 15 su 40 (37.5%), presentavano beta amiloide

patologica (

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Roma, 6-8 giugno 2018

Follow-up Cognitivo in Una Popolazione di Pazienti Affetti da Epilessia Late-Onset a genesi non determinata C. Liguori1, C. Costa2, M. Romoli2, F. Placidi1, F. Izzi1, M. Assogna1, A. Castelli1, G. Cola1, F. Marrama1, P. Calabresi2, N.B. Mercuri1 1 Universit degli Studi di Roma Tor Vergata 2 Universit di Perugia

dimostrato che pazienti affetti da epilessia a genesi non determinata ad esordio in et adulto-anziana (late-

onset) presentano alterazione liquorale delle proteine associate ad invecchiamento patologico cerebrale.1

Lobiettivo del presente studio quello di valutare in questa popolazione di pazienti lo stato cognitivo al momento

della diagnosi ed alla visita di follow-up.

Pazienti affetti da crisi late-onset focali, secondariamente generalizzate e primariamente generalizzate sono stati

sottoposti al momento della dignosi e alla visita di follow-up a 12 mesi ad una batteria cognitiva che comprendeva

MMSE (stato cognitivo globale), test delle 15 parole di Rey (memoria), fluidit verbale fonologica e semantica

(linguaggio), e copia della figura di Rey-Osterreich (prassia).

Sono stati inclusi in questa osservazione 58 pazienti, di cui 29 con crisi focali, 14 con crisi secondariamente

generalizzate, e 15 con crisi primariamente generalizzate. Analizzando lintero gruppo si osservata la

significativa riduzione delle funzioni mnesiche al follow-up. Considerando i singoli sottogruppi, i pazienti con

crisi focali mostravano modificazioni del quadro cognitivo globale e delle funzioni mnesiche al follow-up; i

pazienti con crisi secondariamente generalizzate mostravano la riduzione dei punteggi della fluenza verbale su

criterio fonologico; infine, i pazienti con crisi primariamente generalizzate non mostravano modificazioni del

profilo cognitivo.

Questo studio documenta che pazienti affetti da epilessia late-onset mostrano una riduzione delle performances

cognitive evidente al follow-up. Futuri studi prospettici saranno indispensabili per confermare questo dato

preliminare che mostrerebbe come i pazienti affetti da epilessia late-onset presentano fragilit cognitiva gi 12

mesi dopo la diagnosi.

Bibliografia 1. Costa C et al. Epilepsy, amyloid-, and D1 dopamine receptors: a possible pathogenetic link? Neurobiol Aging. 2016 Dec;48:161-171.

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Roma, 6-8 giugno 2018

Impatto dellepilessia sulla qualit della vita correlata alla salute in pazienti adulti affetti da malattie rare T. Martino, A. Lalla, M.T. Di Claudio, A. Sabetta, N. Pilolli, C. Avolio, G. dOrsi Centro per lo Studio e la Cura dellEpilessia, S.C. Neurologia Universitaria, A.O.U. Ospedali Riuniti, Foggia

Valutazione dellimpatto dellepilessia sulla qualit della vita correlata alla salute (HRQOL) in pazienti affetti da

malattia rara, e identificazione di predittori di salute che influenzano la HRQOL.

Pazienti adulti affetti da epilessie inquadrabili nel contesto delle malattie rare sono stati arruolati e sottoposti a

studio elettro-clinico con monitoraggi video-EEG/poligrafici prolungati. Sono stati somministrati questionari

disegnati per la valutazione della HRQOL (Quality of Life in Epilepsy Inventory-89, QOLIE-89), severit delle

crisi (National Hospital Seizure Severity Scale, NHS3) ed eventi avversi di farmaci antiepilettici (Liverpool

Adverse Event Profile, LAEP). Nel modello di regressione sono state inserite covariate legate al numero ed alla

seversit di comorbidit. La popolazione di controllo costituita da pazienti affetti da epilessia farmacoresistente.

Sono stati reclutati 62 pazienti (36M, et media 387), di cui 20 affetti da sindrome di Lennox-Gastaut, 2 da

sindrome di Dravet, 4 da sindrome di Rett, 5 da PME, 4 da sclerosi tuberosa. Rispetto al gruppo di controllo

(n=58), i pazienti affetti da malattia rara presentavano una inferiore qualit della vita (p

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Roma, 6-8 giugno 2018

Epilessia e gliomi: le caratteristiche biologico-molecolari della neoplasia influenzano loutcome epilettologico post-chirurgico? G. Pauletto1, T. Ius1, D. Cesselli2, C. Lettieri1, G. Cerretti1, M. Skrap1

1Dipartimento di Neuroscienze, Azienda Sanitaria Universitaria Integrata, Udine 2Dipartimento di Scienze Mediche e Biologiche, Azienda Sanitaria Universitaria Integrata, Udine

Nella chirurgia dei gliomi di basso grado (LGGs), il controllo delle crisi epilettiche rappresenta un obiettivo

terapeutico principale, per limpatto sulla qualit della vita e il follow-up oncologico. Lo scopo del presente studio

valutare i fattori predittivi di outcome epilettologico, considerando anche i pattern di crescita e le caratteristiche

molecolari della neoplasia.

Analisi retrospettiva di pazienti con LGGs ed epilessia tumore-relata non controllata dai farmaci anti-epilettici,

operati nel nostro Dipartimento, fra il 2007 ed il 2017.

Sono stati analizzati 155 pazienti, con et media di 38.8 anni. La frequenze delle crisi era cos distribuita: 59%

mensili, 34% settimanali e11% quotidiane. Lestensione della resezione (EOR) risultata >90% nel 45% dei

pazienti, compresa fra

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Roma, 6-8 giugno 2018

Scenario dellEpilessia Generalizzata Idiopatica nellAdulto: dati da un Centro Epilessia di Terzo Livello E. Tartara1, A. Quaglini2, A. Cere2, E. Micalizzi3, A. Picca3, C.A. Galimberti1 1Centro per la Diagnosi e Cura dellEpilessia, IRCCS Istituto Neurologico Nazionale Fondazione Mondino, Pavia 2Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento, Universit degli Studi di Pavia 3Scuola di Specializzazione in Neurologia, Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento, Universit degli Studi di Pavia

Descrivere le caratteristiche cliniche di soggetti con Epilessia Generalizzata Idiopatica (EGI) afferenti in et

adulta ad un Centro Epilessia di terzo livello, seguiti da un singolo specialista epilettologo (CG).

Analisi retrospettiva dei dati clinici, EEG, di terapia e di aspetti sociali di pazienti ambulatoriali consecutivi

afferiti come prima visita o controllo al Centro Epilessia di Pavia dal 01/01/2005 con diagnosi di EGI, follow-up

di almeno 3 anni.

Sono stati individuati 255 pazienti (60.4% donne), seguiti in media per 8.8 anni (range 3-30), et media

allesordio pari a 16.4 anni e allultima osservazione di 37.1 anni (range 21-89). I pazienti avevano presentato in

maggioranza crisi generalizzate tonico-cloniche (GTC, in 83.9% dei casi), isolate nel 36.9% dei casi o in

associazione ad assenze (A) (19.6%); mioclonie (M), isolate e associate a GTC nel 13.3% e la combinazione di

A+GTC+M nel 7.8% dei casi. Il 67.8 % dei pazienti ha ottenuto libert da crisi in terapia, in maggioranza con

Valproato, pi frequentemente nei pazienti con sole GTC (p

41 Congresso Nazionale Lega Italiana Contro lEpilessia

Roma, 6-8 giugno 2018

L utilizzo del Machine Learning nella diagnosi delle PNES I. Martino1, R. Vasta2, A. Cerasa2, E. Bartolini3, A. Sarica2, A. Bruni1, A. Quattrone2, A. Gambardella1, R. Guerrini3, A. Labate1 1Institutes of Neurology, Department of Medical and Surgical Sciences, Magna Grcia University of Catanzaro 2Neuroimaging Research Unit, Institute of Bioimaging and Molecular Physiology, National Research Council, Catanzaro 3Neurology Unit and Laboratories, A. Meyer Children's Hospital, University of Florence

L applicazione di algoritmi di intelligenza artificiale per identificare pazienti con o senza crisi psicogene non

epilettiche (PNES) una nuova frontiera di studi. Scopo del nostro lavoro lapplicazione di un algoritmo di

classificazione multivariata su metriche morfologiche di imaging cerebrale (spessore corticale, superficie, volume)

per lidentificazione di biomarcatori per le PNES. 23 pazienti con PNES (age:26.2 12.3 anni; 20 f) e 21 controlli

matchati per et e sesso (28.7 7.6; 15 f) sono stati sottoposti a risonanza magnetica 3 Tesla e a valutazione

neuropsicologica. Utilizzando il software Freesurfer, sono state estratte pi di 150 metrice cerebrali utilizzate per

allenare un algoritmo di Random Forest, allo scopo di verificarne lutilit clinica nella classificazione della

patologia in esame.

Nei pazienti con PNES stato osservato un quadro psicopatologico, caratterizzato da valori patologici di

dissociazione somatoforme, alessitimia, ansia e depressione. Lanalisi statistica univariata sulle metriche di

neuroimaging ha mostrato alterazioni neuroanatomiche diffuse riguardanti la corteccia associativa, il sistema

limbico e quello motorio.

In seguito alla selezione delle sole features rilevanti, lalgoritmo di Random Forest stato in grado di discriminare

fra PNES e controlli sani con una accuratezza media del 74.5%, dimostrando che le regioni che maggiormente

influenzano laccuratezza di classificazione sono principalmente localizzate nel sistema limbico e in quello di

inibizione motoria.

Il nostro studio ha dimostrato che leterogeneit dei meccanismi patofisiologici tipica delle PNES pu essere

superata da algoritmi di machine learning allenati su dati di imaging morfologico.

Bibliografia

1. Labate A, Cerasa A, Mula M, Mumoli L, Gioia MC, Aguglia U et al. Neuroanatomic correlates of psychogenic nonepileptic seizures: a cortical thickness and VBM study. Epilepsia 2012;53:37785 2. Breiman L. Random forests Machine learning. 2001, 45: 5-32 3. Mcsweeney M, Reuber M, Levita L. Neuroimaging studies in patients with psychogenic non-epileptic seizures: A systematic meta-review. Neuroimage Clin. 2017 Jul 27;16:210-221

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Modificazioni cardiache e respiratorie critiche in una popolazione di soggetti adulti con epilessia mono e bitemporale A. Danieli1, R. Mandarano1, S. Negrin1, E. Osanni 1, G. Randazzo2, P. Bonanni1

1UO Epilessia e Neurofisiologia Clinica, IRCCS E. Medea, Conegliano 2Centro di Riabilitazione, IRCCS E. Medea, San Vito al Tagliamento

Modificazioni cardiorespiratorie critiche e pericritiche sono riscontrate frequentemente in pazienti affetti da

epilessia temporale e rivestono interesse clinico alla luce della possibile relazione con il rischio di morte

improvvisa. Lobiettivo dello studio valutare caratteristiche e frequenza delle modificazioni cardiache e

respiratorie critiche in una popolazione di soggetti adulti con epilessia temporale in relazione alla tipologia di

crisi.

Revisione delle modifiche cardiorespiratorie critiche registrate in corso di Video EEG con poligrafia (criterio

minimo di inclusione la presenza di un canale ECG e PNG) in 33 pazienti con epilessia monotemporale (n=19, di

cui 5 temporale sinistra) e bitemporale (n=14). 40 crisi analizzate, di cui 19 temporali destre, 13 temporali

sinistre, 8 bitemporali.

Aumento della frequenza cardiaca (>10% rispetto ai valori basali) e tachicardia ricorrono con frequenza elevata

nei diversi gruppi analizzati (tra il 70 e 80% considerate insieme), le tachicardie marcate (>120 bpm) pi

frequentemente nelle crisi temporali destre. Bradicardia e asistolia (3 su 40 crisi) sono state osservate solo in crisi

temporali destre o bitemporali. Manifestazioni a tipo di ipo-apnea sono risultate pi frequenti nelle crisi

bitemporali (50%).

Nella popolazione studiata laumento della frequenza cardiaca risultata essere la modificazione

cardiorespiratoria critica pi frequente, con prevalenza di tachicardia marcata nelle crisi temporali destre.

Manifestazioni a tipo di bradicardia/asistolia e ipopnea sono risultate prevalenti rispettivamente nelle crisi

temporali destre e bitemporali.

Bibliografia 1. Mayer H et al. EKG abnormalities in children and adolescents with symptomatic temporal lobe epilepsy. Neurology. 2004 Jul 27;63(2):324-8. 2. Lacuey N et al. The incidence and significance of periictal apnea in epileptic seizures. Epilepsia. 2018 Mar;59(3):573-582

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15277628https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29336036

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Epilessia occipitale ed occipitale plus: semeiologia critica e caratteristiche anatomo-cliniche di una popolazione di pazienti sottoposti a chirurgia dellepilessia V. Pelliccia1, V. Manfioli2, F. Gozzo1, V. Mariani1, F. Cardinale1, L. Tassi1

1Centro per la Chirurgia dellEpilessia Claudio Munari Ospedale Niguarda Milano 2UOC Neurologia - Ospedale Santa Maria della Misericordia Rovigo

Lepilessia occipitale rara ed spesso sotto-diagnosticata. Obiettivo dello studio individuare le caratteristiche

dellepilessia occipitale o dellepilessia occipitale in associazione con altri lobi (occipitale plus).

Sono stati selezionati 90 (6%) tra 1499 pazienti con epilessia farmacoresistente operati (1996-2015) presso il

Centro Chirurgia Epilessia Claudio Munari, secondo i seguenti criteri: - libert da crisi dopo un intervento nel

lobo occipitale isolatamente o in associazione con il parietale e/o temporale; - follow-up >36 mesi. I pazienti sono

stati suddivisi in occipitali puri, parieto-occipitali, temporo-occipitali, temporo-parieto-occipitali; abbiamo

analizzato la semeiologia critica e i dati anatomo-elettro-clinici.

Otto pazienti (9%) sono stati operati nel lobo occipitale, 9 (10%) in parieto-occipitale, 33 (37%) nei lobi temporo-

occipitali e 40 pazienti (44%) in temporo-parieto-occipitale.

Lesordio di malattia stato 6,1 anni (DS4,7) e let media allintervento 17,7 anni (DS11,9), con unelevata

frequenza di crisi pre-intervento (media 71,02/mese). Dal punto di vista semeiologico, un deficit del campo visivo

e/o unalterazione della motilit oculare sembrano avere un valore lateralizzante cos come le allucinazioni visive,

ma entrambi possono essere presenti anche nelle epilessie occipitali plus. La deviazione del capo e/o dello

sguardo, non sembra avere alcun valore localizzatorio n lateralizzante.

Lepilessia occipitale pura difficilmente distinguibile dallepilessia occipitale plus sulla base dei soli dati

semeiologici e clinici, essendo il network che sottende al sistema visivo estremamente complesso e coinvolgente

pi lobi anche a distanza dalle regioni visive primarie.

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Comunicazioni libere

EPILETTOLOGIA IN

ET PEDIATRICA

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Spettro clinico e correlazioni genotipo-fenotipo associate a mutazioni in PRRT2 G. Balagura, M.S. Vari, F. Pinto, F. Zara, P. Striano

Istituto G. Gaslini, U.O. Neurologia pediatrica e malattie muscolari, Genova; Universit degli Studi di Genova

PRRT2 un gene collocato sul cromosoma 16p11.2 coinvolto nella modulazione del rilascio delle vescicole

sinaptiche nel Sistema Nervoso Centrale1. Lo spettro clinico associato alle mutazioni ampio e in evoluzione2.

Testare una coorte pediatrica per mutzioni in PRRT2 e valutare le correlazioni genotipo-fenotipo.

Il gene PRRT2 stato sequenziato (Sanger) in 40 probandi con crisi neonatali-infantili benigne (BNIS) con/senza

discinesia parossistica kinesigenica (PKD) e/o emicrania emiplegica (HM). Sui non-mutati stato eseguito CGH-

array. Con probando mutato, anche i genitori e i familiari affetti sono stati testati.

20/40 probandi risultano mutati in PRRT2 con genotipo eterozigote: c.649dupC (17, uno de novo), c.649C>T (1),

c.872C>T (1), c.679C>T (1; non riportata) e delezione in 16p11.2 (2). 17 famiglie risultano portatrici di mutazione

o delezione (31/43 familiari, affetti e non). I fenotipi associati alle mutazioni sono: BNIS, BNIS con PKD, BNIS

con PKD ed HM, e non affetti. Ritardo del linguaggio o dello sviluppo associato in 6 casi. La terapia

antiepilettica eterogenea oppure assente, senza significative differenze nellet di remissione dei probandi.

Mutazioni in PRRT2 sono caratterizzate da pleiotropia e penetranza incompleta, di conseguenza difficile

stabilire sicure correlazioni genotipo-fenotipo allinterno dello spettro clinico. Tuttavia, limpatto clinico del test

genetico per PRRT2 ha rilevanza diagnostica, prognostica e nel follow-dei pazienti, specialmente per la possibilit

di future associazioni con disturbi neurologici quali PKD e/o HM.

Bibliografia 1. Valente P, Castroflorio E, Rossi P, et al. PRRT2 Is a Key Component of the Ca2+-Dependent Neurotransmitter Release Machinery. Cell Reports. 2016;15(1):117-131. doi:10.1016/j.celrep.2016.03.005. 2. Ebrahimi-Fakhari D, Saffari A, Westenberger A, et al. The evolving spectrum of PRRT2-associated paroxysmal diseases, Brain, Volume 138, Issue 12, 1 December 2015, Pages 34763495, https://doi.org/10.1093/brain/awv317

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Un nuovo fenotipo associato a mutazione ATP1A2 P. De Liso1, L. Travaglini2,3, S. Cappelletti1, L. De Palma1, A. Capuano1, N. Pietrafusa1, N. Specchio1, E. Bertini2, F. Vigevano1 1Unit di Neurologia, Dipartimento di Neuroscienze, Ospedale Pediatrico Bambino Ges IRCCS, Roma 2Unit di Malattie Neuromuscolari e Neurodegenerative Laboratorio di Medicina Molecolare, Dipartimento di Neuroscienze, Ospedale Pediatrico Bambino Ges IRCCS, Roma 3Dipartimento di Genetica e Malattie Rare, Ospedale Pediatrico Bambino Ges IRCCS, Roma

Mutazioni a carico del gene ATP1A2 sono state associate ad Emiplegia Alternante ed Emicrania Emiplegica, pi

raramente ad epilessia. Descriviamo due casi con fenotipo inusuale caratterizzato da severa epilessia focale,

disabilit cognitiva ed episodi parossistici di emiplegia.

1) Ragazza di 30 anni con epilessia focale dallet di 6 mesi. A 7 mesi episodio di Stato Epilettico. Incompleto

controllo delle crisi con valproato e clonazepam. Allet di 9 anni presenta un primo episodio di emiplegia in corso

di febbre, non associato ad emicrania, n a crisi epilettiche. RM encefalo normale. Nel corso del tempo, tali

episodi si sono verificati sia in concomitanza di piccoli traumi, febbre o durante lo stato post-critico, protraendosi

anche per diversi giorni; ultimo episodio a 23 anni. Ha una disabilit cognitiva, di grado severo. Attualmente

libera da crisi sia epilettiche che emiplegiche da 6 anni, controllate da valproato e dintoina. Non risultano crisi di

emicrania.

2) Ragazzo di 25 anni, con disabilit cognitiva di grado moderato. Esordio di crisi di tipo focale allet di 10 mesi

in corso di febbre. A 4 anni, primo episodio di emiparesi sinistra manifestatasi in seguito ad una crisi emiclonica;

Rm encefalo normale, EEG con anomalie lente sullemisfero di destra. Il deficit motorio si protratto per alcuni

mesi. Dai 7 anni incremento della frequenza delle crisi, dimostratesi resistenti a diversi trattamenti, con buona

risposta a perampanel ed oxcarbazepina. Persistono episodi parossistici di emiparesi di durata prolungata, anche

settimane, con lateralizzazione incostante, associati talora ad attacchi emicranici, talora a febbre o dopo crisi

epilettiche.

Entrambi i soggetti sono stati sottoposti a NGS per disturbi del movimento (102 geni), che ha documentato una

mutazione de novo del gene ATP1A2 (rispettivamente: c.2335A>C (p.S779R) e c.889G>A, p.(A297T)), entrambe

non descritte in letteratura.

Il fenotipo descritto caratterizzato da epilessia severa, disabilit cognitiva ed episodi di emiplegia non

strettamente legati a crisi emicraniche od epilettiche. Tale fenotipo deve essere distinto dalle altre condizioni

conosciute associate a mutazione ATP1A2, nonch dalle patologie mitocondriali.

Bibliografia 1. Al-Bulushi B, Al-Hashem A, Tabarki B. A wide clinical phenotype spectrum in patients with ATP1 A2 mutations. J Child Neurol 2014 Feb;29(2):265-8. 2. Pisano T, Spiller S, Mei D et al. Functional characterization of a novel C-terminal ATP1A2 mutation causing hemiplegic migraine and epilepsy. Cephalalgia 2013 Dec;33(16):1302-10.

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Correlazioni genotipo-fenotipo nella encefalopatia KCNQ2-correlata: caratteristiche elettrocliniche e neuroradiologiche in 11 pazienti Italiani M.S. Vari1, F. Pinto1, F. Malerba1, F. Marchese1, M.M. Mancardi1, F. Zara1, M. Taglialatela2, P. Striano1 and the Collaborative LICE network on KCNQ2 EE 1Dipartimento di Neuroscienze, Universit di Genova, Istituto G. Gaslini, Genova 2Dipartimento di Neuroscienze, Universit di Napoli Federico II, Napoli

Lencefalopatia epilettica KCNQ2-correlata dovuta a mutazione de novo nel gene KCNQ2, responsabile, inoltre,

delle convulsioni benigne familiari neonatali. Le crisi insorgono nel periodo neonatale e generalmente

scompaiono entro qualche anno, con miglioramento delle anomalie EEG ma persistenza di severi deficit

neurologici.

Studio multicentrico per caratterizzazione elettro-clinica e neuroradiologica di pazienti con mutazioni de novo in

KCNQ2.

11 pazienti (5M, 6F) con mutazione missense in KCNQ2; et media: 7,5 aa (7,2); esordio crisi: 1,7 giorni; follow-

up: 4,3 anni (range 4 mesi 24 anni); epilessia regredita in 5 pz.

Crisi focali isolate o in cluster associate o meno a desaturazione e cianosi sono presenti in tutti i pz, crisi tonico-

cloniche secondariamente generalizzate in 3, crisi in corso di rialzo termico in 1 pz. LEEG intercritico mostra in

10 pz (91%) un rallentamento dellattivit cerebrale di fondo, presenza di burst-suppression e punte o scariche

diffuse di complessi punte-onda e poli-punte-onda, talora con attivazione durante il sonno. Farmaci antiepilettici

pi utilizzati: PB, PHT, VGB, LEV, B6, ACTH, CBZ. Nessuno trattato con RTG. Risposta preferenziale con CBZ.

Tutti i pz hanno effettuato una valutazione dello sviluppo psicomotorio con riscontro di severo RPM. Alterazioni

del neuroimaging aspecifiche in 5 pz: in 3 lieve atrofia cerebrale e alterazione del segnale della sostanza bianca, in

5 assottigliamento del corpo calloso.

Lanalisi attuale della casistica dimostra unomogeneit dei dati, sia dal punto di vista elettro-clinico che

delloutcome; sar necessario implementare la casistica per migliorare la correlazione genotipo-fenotipo e avviare

precocemente adeguata terapia farmacologica.

Bibliografia 1. Millichap JJ et al, Infantile spsms and encephalopathy without preceding neonatal seizure caused by KCNQ2 R198Q, a gain-of-function-variant, Epilepsia. 2017 Jan 2. Weckhuysen S et al, Extending the KCNQ2 encephalopathy spectrum: clinical and neuroimaging findings in 17 patients. Neurology 2013

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Epilessie SCN2A correlate. Studio elettroclinico longitudinale di 11 soggetti T. Lo Barco1, G. Cantalupo1, E. Fontana1, E. Fiorini1, R. Solazzi1, E. Castino1, J. Proietti1, S. Russo2, F. Zimbardo1, B. Dalla Bernardina3, F. Darra1 1UOC Neuropsichiatria Infantile AOUI Verona 2Istituto Auxologico, Milano 3 Centro Ricerca per le Epilessie in Et Pediatrica, Verona

Mutazioni SCN2A sono state associate a molteplici forme di epilessia (BFNIS, encefalopatie epilettiche pi o

meno precoci, epilessie inclassificabili)1,2,3. Nellintento di contribuire alla definizione fenotipica delle forme di

epilessia SCN2A-correlate, riportiamo lo studio elettroclinico di 11 soggetti (5 femmine, 6 maschi) di et 2 mesi

22 anni, seguiti longitudinalmente presso lUOC di NPI di Verona.

Sono stati analizzati: antecedenti familiari, et, quadro neurologico e semeiologia delle crisi allesordio, quadro

neuroradiologico, evoluzione del quadro elettroclinico intercritico-critico e neuropsicologico a medio e lungo

termine, risposta al trattamento, tipo di mutazione.

Le mutazioni sono missense in 10 casi, troncante in 1; de novo in 5, ereditate in 5. Le caratteristiche

elettrocliniche hanno permesso di classificare i soggetti in: BFNIS (5), BIS (1), Developmental Epileptic

Encephalopathy (3: 1 ad esordio neonatale, 1 infantile, 1 nel terzo anno con pre-esistente quadro autistico),

Epilessia con crisi febbrili ed afebbrili (GEFS+) (2). In 2 soggetti (1 con BFNIS, 1 con GEFS+) compare nel corso

dellevoluzione un quadro di ESES, con assenze atipiche e crisi inibitorie in 1. Al follow-up: 5 pazienti (3-22 anni)

sono liberi da crisi e dal trattamento, in 3 (2-3 anni) le crisi sono farmacologicamente controllate, in 3 (3-16 anni)

risultano farmaco-resistenti.

Il nostro contributo conferma lelevata eterogeneit dello spettro di epilessie potenzialmente correlate a

mutazioni SCN2A. Significativi risultano laver documentato la possibile correlazione con quadri di GEFS+,

solo eccezionalmente menzionati in letteratura, e la correlazione con quadri di ESES ad evoluzione

favorevole in forme di epilessia diverse tra loro.

Bibliografia 1. Genetic and phenotypic heterogeneity suggest therapeutic implications in SCN2A-related disorders. Wolff et al, Brain, 2017. 2. The voltage-gated sodium channel gene SCN2A and idiopathic generalized epilepsy. Haug et al, EpilepsyRes. 2001 3. Clinical spectrum of SCN2A mutations. Shi et al. Brain Dev.2012

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22029951

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Pazienti con mutazioni de novo KCNQ2 vs STXBP1 : encefalopatie epilettiche a confronto F. Marchese1, M.S. Vari1, F. Pinto1, G. Balagura1, F. Malerba1, M.M. Mancardi1, F. Zara1, M. Taglialatela2,

P. Striano1 and the Collaborative LICE network on EE 1Dipartimento di Neuroscienze, Universit di Genova, Istituto G. Gaslini, Genova 2Dipartimento di Neuroscienze, Universit di Napoli Federico II, Napoli

Mutazioni dei geni KCNQ2 e STXBP1 determinano encefalopatie epilettiche farmacoresistenti ad esordio

neonatale, pattern EEG di burst-suppression e severa disabilit intellettiva.

Studio multicentrico per caratterizzazione elettro-clinica e neuroradiologica a confronto di pazienti con mutazioni

in KCNQ2 e STXBP1.

18 pazienti con mutazione de novo (missenso) in KCNQ2 e 16 pazienti con mutazioni de novo

(inserzioni/delezioni, missenso e stop-codon) in STXBP1. Et di esordio delle crisi pi precoce nella coorte

KCNQ2 (media a 1,8 giorni dalla nascita) con crisi focali, isolate o in cluster, e tonico-cloniche secondariamente

generalizzate, con componenti autonomiche. Nella coorte STXBP1 esordio delle crisi pi variabile (media 48,7

giorni, range 1 giorno-11 mesi) con spasmi e crisi tonico-cloniche associati ad automatismi orali. LEEG

intercritico mostra in entrambi i casi rallentamento dellattivit di fondo, anomalie multifocali e presenza di

burst-suppression con evoluzione in ipsaritmia pi frequentemente nei pazienti STXBP1. Tutti i pazienti sono

stati sottoposti a politerapia farmacologica; nei pazienti KCNQ2 si riscontrata una migliore risposta alla terapia

con regressione delle crisi nel 61% dei casi (vs 44% STXBP1). La valutazione dello sviluppo psicomotorio

evidenzia in entrambe le coorti RPM da moderato a severo (stereotipie, iperattivit, tremori, atassia e tetraparesi

prevalentemente nei pazienti STXBP1). Il neuroimaging mostra alterazioni aspecifiche non evolutive della

sostanza bianca pi frequenti nella coorte KCNQ2 (33%).

Lanalisi della casistica dimostra peculiari caratteristiche elettrocliniche e neuroadiologiche nei pazienti con

mutazioni in KCNQ2 e STXBP1. Sar necessario implementare la casistica per migliorare ulteriormente la

correlazione genotipo-fenotipo e permettere una precoce diagnosi differenziale.

Bibliografia 1. Stamberger H et al. STXBP1 encephalopathy: A neurodevelopmental disorder including epilepsy. Neurology. 2016;86:954962. 2. Allen NM, Mannion M, Conroy J, et al. The variable phenotypes of KCNQ-related epilepsy. Epilepsia 2014;55:e99e105 3. Devaux J, et al . A possible link between KCNQ2- and STXBP1-related encephalopathies: STXBP1 reduces the inhibitory impact of syntaxin-IA on M current 2017; 58(12):2073-2084.

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Roma, 6-8 giugno 2018

Stato Mioclonico in soggetti con mutazioni SCN8A R. Solazzi1, D. Zini1, T. Lo Barco1, E. Fontana1, E. Osanni2, M. Mastrangelo3, E. Fiorini1, S. Russo4, L. Spaccini3, V. Colamaria1, A. Bertoldo1, B. Dalla Bernardina1, F. Darra1. 1UOC Neuropsichiatria Infantile, AOUI Verona 2Unit di Epilettologia, IRCCS Eugenio Medea, Conegliano Veneto 3Unit di Neurologia Pediatrica e Genetica, Ospedale dei bambini Buzzi - ASST FBF Sacco, Milano 4Dipartimento di Genetica Molecolare, Istituto Auxologico Italiano, Milano

Mutazioni del gene SCN8A sono state associate ad un ampio spettro di epilessie1,2. Il fenotipo clinico

frequentemente caratterizzato da preesistente compromissione dello sviluppo, crisi precoci farmacoresistenti ed

evoluzione in encefalopatia epilettica con grave disabilit neurologica e cognitiva. Spesso si associano disordini

del movimento (hyperekplexia, distonia, discinesie, coreoatetosi, startle e mioclono). Scopo del presente

contributo documentare la possibile occorrenza di uno Stato Mioclonico.

Si tratta di 4 soggetti (3 femmine, 1 maschio) di et compresa tra 16 e 29 anni, portatori di mutazione SCN8A de

novo, nei quali sono stati in particolare analizzati il quadro elettroclinico intercritico e critico allesordio e nel

corso dellevoluzione, mediante registrazioni videoEEG poligrafiche seriate.

Il quadro neurologico di esordio significativamente compromesso in 2/4 soggetti. Le crisi esordiscono tra 50

giorni e 11 mesi, focali motorie in due, tonico-vibratorie in due. In due soggetti compaiono inoltre assenze

miocloniche a 10 e 11 mesi. Lo stato di male mioclonico compare rispettivamente a 12, 17, 19 mesi e 7 anni. In tutti

i casi risulta farmaco-resistente e si associa a progressivo deterioramento del quadro neurologico e cognitivo. Il

quadro neurologico allultima osservazione caratterizzato da gravi segni di compromissione piramidale ed

extrapiramidale, mioclono corticale, assenza di significativa autonomia motoria e grave deficit cognitivo.

Si sottolinea come levoluzione in stato mioclonico nei soggetti con mutazione SCN8A possa essere molto pi

frequente di quanto ad oggi riportato e come, rimanendo misconosciuto, possa contribuire al progressivo

deterioramento del quadro motorio e cognitivo dei soggetti affetti.

Bibliografia 1. Larsen et al., The phenotypic spectrum of SCN8A encephalopathy. Neurology. 2015 2. Gardella et al., Benign infantile seizures and paroxysmal dyskinesia caused by an SCN8A mutation. Ann Neurol. 2016

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Roma, 6-8 giugno 2018

Importanza dei test funzionali nella diagnosi dellepilessia temporale laterale autosomica dominante E. Dazzo1, P. Pulitano2, S. Binelli3, G. Coppola4, A. La Neve5, O. Mecarelli2, R. Michelucci6, C. Nobile1,7 1Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Neuroscienze, Sede di Padova 2Dipartimento di Neurologia e Psichiatria, Universit La Sapienza di Roma 3Fondazione Carlo Besta, Istituto di Neurologia, Milano 4Neuropsichiatria infantile, Facolt di Medicina e Chirurgia, Universit di Salerno 5Neurologia Clinica, Universit di Bari 6IRCCS- Istituto di Scienze Neurologiche, Ospedale di Bellaria, Bologna 7Dipartimento di Scienze Biomediche, Universit di Padova

Lepilessia temporale laterale autosomica dominante (ADLTE; OMIM 600512) caratterizzata da sintomi uditivi

o afasia e viene trasmessa con modalit autosomica dominante con penetranza ridotta (circa il 70%). Tre sono i

geni implicati nelleziologia dellADLTE, rispettivamente LGI1 e RELN, che codificano per proteine che vengono

secrete, e MICAL-1, che codifica per una proteina intracellulare con attivit ossidoriduttasica, che depolimerizza i

filamenti di actina. Il test funzionale, utilizzato da tempo per stabilire gli effetti delle varianti in LGI1 sulla

funzione della proteina codificata il test di secrezione, mentre nel caso di RELN e MICAL-1 non vengono

eseguiti test funzionali. Allo scopo di verificare gli effetti delle varianti identificate nei due geni RELN e MICAL-1

abbiamo messo a punto un test di secrezione per RELN e un test enzimatico per MICAL-1, entrambi basati su

cellule trasfettate.

Abbiamo valutato leffetto di sette varianti identificate nel gene RELN e tre nel gene MICAL-1 in famiglie con

ADLTE sulla funzione delle proteine da essi codificate. Nel caso di RELN il test ha dimostrato che tali varianti

determinano un difetto di secrezione di entit variabile, mentre nel caso di MICAL-1 ha dimostrato che due delle

varianti analizzate inducono un aumento dellattivit ossidoreduttasica, con conseguente aumento della

depolimerizzazione dellactina, mentre la terza non da nessun effetto.

Questo studio evidenzia limportanza dei test funzionali. Suggerisce, inoltre, che per garantire una diagnosi

molecolare pi affidabile e stabilire con pi precisione leffetto di ogni variante, sarebbe consigliabile il loro

utilizzo a supporto degli strumenti bioinformatici.

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Roma, 6-8 giugno 2018

Sicurezza ed Efficacia a lungo termine della terapia enzimatica sostitutiva con cerliponase alfa in bambini affetti da CLN2: risultati a due anni da uno studio multicentrico di estensione N. Pietrafusa1, A. Schulz2, N. Specchio3, P. Gissen3, E. de los Reyes4, H. Cahan5, P. Slasor5, T. Ajayi5, D. Jacoby5

1Bambino Ges Childrens Hospital, IRCCS, Rome, Italy 2University Medical Center Hamburg-Eppendorf, Hamburg, Germany 3Great Ormond Street Hospital for Children, London, UK 4Nationwide Childrens Hospital, The Ohio State University, Columbus, OH, USA 5BioMarin Pharmaceutical Inc., Novato, CA, USA

La ceroidolipofuscinosi tipo 2 una malattia neurodegenerative del Sistema Nervoso Centrale. Uno studio di fase

1/2 (NCT01907087) ha dimostrato che linfusione bimensile intracerebroventricolare di Cerliponase Alpha (300

mg), determina un rallentamento della progressione della malattia. Questo studio di estensione (NCT02485899)

valuta la sicurezza e lefficacia di Cerliponase Alpha fino a 240 settimane.

I soggetti che hanno completato la fase 1/2 hanno continuato ad essere trattati con Cerliponase Alpha (300 mg). I

dati cumulativi da entrambe gli studi sono stati utilizzati per la sicurezza a lungo termine e lefficacia.

24 soggetti sono stati trattati con Cerliponase Alpha in uno studio di fase 1/2 (15 femmine, media (DS) et 4.3

anni(1.24)); 23 soggetti sono stati arruolati in una fase di estensione. Tutti i pazienti hanno presentato eventi

avversi (Grado 1-2): febbre, vomito, e convulsioni. Venti soggetti (83%) hanno presentato almeno un evento

avverso serio. stata osservata una significativa attenuazione del declino nel punteggio della scala Hamburg

(motorio e linguaggio) (media (95% CI): 0.27 (0.12, 0.42) punti/48 settimane, p

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Roma, 6-8 giugno 2018

Epilessia Con Crisi Ipermotorie nel Sonno in Et Pediatrica M.E. Santarone1,2, D. Caputo3, F. Vigevano1, L. Fusco1 1Ospedale Pediatrico Bambino Ges, Unit Clinica di Neurologia, Roma 2Policlinico Tor Vergata, Unit Clinica di Neuropsichiatria Infantile, Roma 3Ospedale San Paolo, Unit Clinica di Neurologia, Milano

Valutare le caratteristiche elettrofisiologiche e cliniche, leziologia e la risposta alla terapia dellepilessia con crisi

ipermotorie nel sonno (SHE) in et pediatrica.

Analizzando la documentazione clinica, strumentale e video-EEG presente nel database dei lunghi monitoraggi

video-elettroencefalografici (LTM-video-EEG) effettuati presso la nostra unit clinica di Neurologia tra il Gennaio

2009 e il Gennaio 2018, abbiamo selezionato 33 pazienti, con almeno 1 crisi registrata durante la LTM-video-

EEG e soddisfacenti un livello di certezza secondo i nuovi criteri diagnostici di SHE (1).

Dei 33 pazienti, 10 (30%) erano femmine e 23 (70%) maschi. Let media allesordio era 5 anni e 9 mesi.

Diciassette pazienti (51%) erano alla loro prima registrazione EEG. Una causa genetica stata riscontrata in 2

pazienti (6%); in 16 pazienti (48%) lepilessia era lesionale e in 12 di questi (75%) associata a una displasia

corticale focale. Dopo la LTM-videoEEG, 30 pazienti (94%) hanno iniziato una terapia con carbamazepina (CBZ).

Tra i 29 pazienti con un lungo follow-up (durata media 18 mesi), 15 (51%) hanno ottenuto libert da crisi e 3

(10%) hanno raggiunto un buon outcome clinico (meno di 1 crisi/mese) solo con la CBZ. Tra gli 8 pazienti con

epilessia farmaco-resistente, 5 (62%) stavano assumendo CBZ e 2 (25%) sono stati sottoposti a chirurgia,

ottenendo libert da crisi al primo follow-up successivo allintervento (2 mesi).

I nostri dati mostrano che leziologia prevalente nella SHE pediatrica lesionale e il farmaco antiepilettico pi

efficace la CBZ, asociandosi ad unalta probabilit di libert da crisi anche in questi casi.

Bibliografia 1. Tinuper P, Bisulli F, Cross JH, Hesdorffer D, Kahane P, Nobili L et al. Definition and diagnostic criteria of sleep-related hypermotor epilepsy. Neurology. 2016 May 10;86(19):1834-42. doi: 10.1212/WNL.0000000000002666. Epub 2016 Apr 15.

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Tinuper%20P%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=27164717https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Bisulli%20F%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=27164717https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Cross%20JH%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=27164717https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Hesdorffer%20D%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=27164717https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Kahane%20P%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=27164717https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Nobili%20L%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=27164717https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27164717

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Caratteristiche elettrocliniche precoci ed outcome a 6 anni di vita in 61 soggetti con Sindrome di Dravet (SD) nati tra il 1972 e il 2010 F. Darra1, E. Fontana1, F. Offredi1, R. Opri1, G. Rizzi1, E. Castino1, V. Beozzo1, E. Fiorini1, E. Boni1, M. Marangone1, B. Dalla Bernardina2, G. Cantalupo 1 1UOC Neuropsichiatria Infantile AOUI Verona 2Centro Ricerca per le Epilessie in Et Pediatrica - Verona

Le correlazioni genotipo-fenotipo e le caratteristiche elettrocliniche della SD aventi significato prognostico non

sono unanimemente definite.

Nellottica di valutare quali caratteristiche possano predire la prognosi e se questa sia cambiata negli anni,

abbiamo effettuato uno studio elettroclinico di 61 soggetti (et 9-46 anni, nati tra 1972-2010), seguiti presso lUO

di NPI di Verona.

La popolazione cos suddivisa: nati tra il 1972-1990 (Gruppo 1: 20), 1991-2000 (Gruppo 2: 22), 2001-2010

(Gruppo 3: 19).

Sono state analizzate: et alla diagnosi, tipo di mutazione, caratteristiche elettrocliniche di esordio ed evoluzione,

outcome a lungo termine. In base alloutcome cognitivo allet di 6 anni sono stati suddivisi in due gruppi: QI

normale/DI lieve (18) e DI moderata/severa (43).

Lincidenza dei casi con DI moderata/severa predomina nel gruppo 3 (80%). Prognosticamente sfavorevoli

risultano: esordio

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ZX008 (Fenfluramina) nella Sindrome di Dravet (SD): risultati di uno studio di Fase III randomizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo N. Specchio1, D. Battaglia2, F. Beccaria3, B. Ceulemans4, F. Darra5, F. Ragona6, L. Lagae7, A. Romeo8, P. Striano9, J.E. Sullivan10, F. Vigevano1, G.M. Farfel11, B.S. Galer11, A. Gammaitoni11, G. Morrison11, A. Mistry11, A. Barbato11, R. Guerrini12

1Dipartimento di Neuroscienze, Ospedale Pediatrico Bambino Ges, IRCCS, Roma 2UOC Neuropsichiatria Infantile, Policlinico A. Gemelli, Roma 3Neuropsichiatria Infantile, Azienda Ospedaliera C. Poma, Mantova 4Division of Child Neurology, University Hospital Antwerp, University of Antwerp, Belgium 5Neuropsichiatria Infantile, Azienda Ospedaliera Universitaria Ospedale Borgo Roma, Verona 6Neuropsichiatria Infantile, Istituto Neurologico C. Besta, Milano 7University Hospital Leuven, Belgium 8Neurologia Pediatrica, A.O. Fatebenefratelli e Oftalmico, Milano 9Ospedale Giannina Gaslini, Genova 10UCSF School of Medicine, San Francisco, USA 11Zogenix Inc, Emeryville, USA 12Dipartimento di Neuroscienze, Ospedale Pediatrico A. Meyer, Firenze

Riportiamo i risultati dello studio di Fase III di due posologie di Fenfluramina (ZX008) verso placebo rispetto alla

variazione della frequenza delle crisi convulsive (FCC) in pazienti con SD.

Sono stati arruolati pazienti di et tra i 2 e 18 anni con una diagnosi di SD. Sono stati randomizzati pazienti con

un numero di crisi pari o superiore a 6 nelle 6 settimane di periodo baseline. La randomizzazione prevedeva un

rapporto di 1:1:1 tra ZX008 0.8 mg/kg/die (30 mg/die), 0.2 mg/kg/die, o placebo. Lobiettivo primario di

efficacia era la variazione media mensile della FCC tra ZX008 0.8 mg/kg/die e placebo durante le 14 settimane di

trattamento.

119 pazienti arruolati e randomizzati (n=40, 0.8 mg/kg/die; n=39, 0.2 mg/kg/die; n=40, placebo). Let media 9

anni (2-18). 110 (92%) hanno completato lo studio (85% 0.8 mg/kg/die; 100% 0.2 mg/kg/die; 93% placebo). La

FCC media baseline stata di circa 40 crisi/mese. ZX008 0.8 mg/kg/die ha dimostrato una riduzione del 63.9%

della media mensile di FCC verso placebo (p

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Disordini del movimento nella Sindrome di Angelman S. Gasparini1,2, C. Sueri1, E. Ferlazzo1,2, V. Cianci1, D. Branca1, T. DAgostino1, G. Ferrigno2, M. Ascoli2, U. Aguglia1,2 1Centro Regionale Epilessie, Grande Ospedale Metropolitano Bianchi-Melacrino-Morelli, Reggio Calabria 2Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Universit Magna Graecia, Catanzaro

I disordini del movimento sono di comune riscontro nella Sindrome di Angelman (SA) (1), seppure esistano

poche descrizioni in letteratura (2-3). Il mioclono corticale associato o meno ad alterazione EEG, descritto nella

maggioranza dei pazienti, seppur in casistiche limitate (2-3). La distonia riportata in un unico lavoro (2) e la sua

prevalenza non nota. Scopo dello studio valutare prevalenza e severit di mioclono e distonia in un ampio

gruppo di soggetti con SA.

Pazienti con SA reclutati nel corso di congressi nazionali dellOrganizzazione SA, sono stati sottoposti a

valutazione clinico-anamnestica, esame neuropsicologico e video-poligrafia (EEG+EMG) con manovre di

attivazione del mioclono. Sono state esaminate: severit, caratteristiche neurofisiologiche e risposta alle manovre

di attivazione del mioclono; presenza, localizzazione e severit della distonia.

Sono stati inclusi 24 pazienti (12 F, et mediana 19 anni, range 3.4-48.3). Diciotto pazienti (di cui 15 in terapia

antiepilettica) presentavano mioclono corticale a riposo agli arti superiori, non associato a modifiche EEG,

incrementato dalle manovre di attivazione. Il mioclono era severo (1/minuto) in 13/18 soggetti. Ventuno/24

soggetti presentavano distonia di diversa severit agli arti superiori (modesta in 12/21, lieve in 9/21) e 5/21

presentavano distonia anche al collo (modesta in 4/5, lieve in 1/5).

Il nostro studio su unampia casistica di pazienti con SA, dimostra che il mioclono corticale spesso severo e

raramente associato ad anomalie EEG. La distonia pi comune agli arti superiori e spesso di severit

lieve/moderata.

Bibliografia 1. Williams CA, et al. Angelman syndrome 2005: updated consensus for diagnostic criteria. Am J Med Genet A 2006;140:413-8. 2. Guerrini R, et al. Cortical myoclonus in Angelman syndrome. Ann Neurol 1996;40:39-48. 3. Goto M, et al. Episodic tremors representing cortical myoclonus are characteristic in Angelman syndrome due to UBE3A mutations. Brain Dev 2015;37:216-22.

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L'epilessia nella acidemia metilmalonica con omocistinuria: caratteristiche elettrocliniche R. Cusmai1, S. Marciano2, D. Martinelli3, G. Olivieri3, P. De Liso1, D. Longo4, S. Pro1, F. Vigevano1, C. Dionisi Vici3

1UO di Neurologia, Ospedale Pediatrico Bambino Ges, Roma 2U.O.C. di Neuropsichiatria Infantile, Universit di Roma Tor Vergata, Roma 3UO di Patologia Metabolica, Ospedale Pediatrico Bambino Ges, Roma 4UO di Neuroradiologia, Ospedale Pediatrico Bambino Ges, Roma

L'epilessia una delle manifestazioni nei pazienti con acidemia metilmalonica ed omocistinuria ma il

meccanismo patogenetico non del tutto chiaro

Descriviamo le caratteristiche elettrocliniche dell'epilessia in 10 pazienti con acidemia metil malonica con

omocistinuria.

Sono state analizzate le caratteristiche cliniche, EEG e neuroradiologiche di 10 bambini .

Di 30 pazienti con diagnosi di MMA con omocistinuria, 10 pazienti (28,57%) erano affetti da epilessia con esordio

dal periodo neonatale al primo anno di vita.

Crisi focali erano presenti in tutti i pazienti. Due bambini con esordio rispettivamente a tre e sei mesi con spasmi

avevano un quadro di encefalopatia epilettica. Un paziente ha presentato uno stato epilettico focale.

Gli EEG intercritici erano caratterizzati da unattivit cerebrale scarsamente organizzata e differenziata sia in

sonno che in veglia in presenza di anomalie epilettiformi focali o multifocali.

In tre pazienti abbiamo registrato crisi epilettiche focali.

Disabilit intellettiva severa era presente in quattro pazienti, moderata nei restanti cinque, lieve in uno, con un

disturbo del comportamento in tre.

Tre presentavano una sindrome distonica generalizzata. In tutti era presente ipovisione e nistagmo.

La RM encefalo ha mostrato in tutti un'ipoplasia del corpo calloso associata in 7 ad una atrofia cerebrale, ed in 4

ad alterazioni della sostanza bianca.

Lepilessia una delle manifestazioni comune nei pazienti con MMA con omocistinuria. Le crisi focali sono

predominanti rispetto ad altri tipi di crisi e tendono a persistere nel corso dell'evoluzione. La disabilit intellettiva

presente in tutti i pazienti.

.

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Caratterizzazione clinica e trattamento dello stato di male in et evolutiva D. Chiarello1, L. Maltoni1, A. Lividini1, F. Duranti1, C. Spadoni1, S. Taormina1, L. Stracqualursi2, E. Franzoni1, A. Parmeggiani1 1UO Neuropsichiatria infantile, Azienda Ospedaliero Universitaria, Policlinico S. Orsola-Malpighi, Bologna 2Dipartimento di Scienze Statistiche Paolo Fortunati, Universit di Bologna

Identificazione di eventuali fattori di rischio e ruolo della terapia nello stato di male (SE) ed in particolare nello

SE refrattario (RSE).

Studio Osservazionale Retrospettivo Monocentrico in pazienti sottoposi a trattamento per SE dal 2000 al 2014.

Criteri di inclusione: i) et 1 mese-18 anni; ii) trattamento endovenoso eseguito presso la nostra Unit Operativa.

Sono stati reclutati 106 pazienti, di cui il 17,9% ha mostrato un RSE, con tasso di mortalit del 3,8% e di ricaduta

del 12,3%. Il 73,6% dei pazienti sono stati sottoposti ad un primo trattamento rescue (97,4% diazepam

endorettale). La somministrazione endovenosa di Midazolam stata la prima scelta sia in assenza (82,2%) che

dopo trattamento rescue (71,4%). Nel 40,6% dei casi Midazolam ha risolto lo SE, nel 27,3% stato necessario

ricorrere a una terapia di prima linea (15,1%) o a trattamento con Thiopentale/Propofol (12,3%). La progressione

libera da malattia (PFS) correla significativamente con refrattariet (p=0,023), tipo di SE (p=0,016) e utilizzo di

trattamenti endovenosi aggiuntivi (p=0,001). Decesso e recidiva di SE si sono verificati nel 41,2% di SE non

convulsivo e nel 23,1% di SE focale e nel 13,5% di SE convulsivo.

La percentuale di refrattariet del nostro campione inferiore a quella riportata in letteratura (1) e potrebbe

essere correlata alluso del Midazolam. La PFS associata sia allutilizzo di numerosi trattamenti endovenosi e

alla refrattariet, ma anche al tipo di SE, in particolar modo allo SE non convulsivo che richiede tempestivo

riconoscimento e approccio terapeutico.

Bibliografia 1. Lambrechtsen FA et al .Epilepsia 2008;49:615-625

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Comunicazioni libere

ASPETTI DIAGNOSTICI E

TERAPEUTICI DELLEPILESSIA

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Procedure disconnettive in chirurgia dellepilessia dellet pediatrica A. De Benedictis1, L. De Palma2, N. Pietrafusa2, S. Cossu1, S. Capelletti3, C. Rossi Espagnet4, L. Fig Talamanca4, A. Napolitano5, F. Randi1, A. Carai1, E. Procaccini1, A. Savioli 6, N. Specchio2, C. E. Marras1 1Unit di Neurochirurgia, Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione, Ospedale Pediatrico Bambino Ges, IRCCS, Roma 2Unit di Neurologia, Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione, Ospedale Pediatrico Bambino Ges, IRCCS, Roma 3Unit di Psicologia Clinica, Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione, Ospedale Pediatrico Bambino Ges, IRCCS, Roma 4Unit di Neuroradiologia, Dipartimento di Radiologia, Ospedale Pediatrico Bambino Ges, IRCCS, Roma 5Dipartimento di Fisica Sanitaria, Ospedale Pediatrico Bambino Ges, IRCCS, Roma 6Unit di Rianimazione, Dipartimento di Emergenze, Ospedale Pediatrico Bambino Ges, IRCCS, Roma

Discutere lefficacia degli approcci disconnettivi nel trattamento di differenti forme di epilessia

farmacoresistente in et pediatrica.

Riportiamo 47 casi sottoposti a procedure disconnettive consecutive (2011-2018). Lo studio prechirurgico

ha comprenso: esame clinico, video-EEG, RM-3T, inquadramento neuropsicologico, valutazione

endocrinologica negli amartomi ipotalamici (AI); 8 pazienti soto stati sottoposti a monitoraggio invasivo

(stereo-EEG). La serie stata suddivisa in tre gruppi: 1) AI(18); 2) Epilessia lobare(11); 3) Epilessia

emisferica(18). Le relative procedure sono state: diconnessione endoscopica robot-assistita (gruppo 1);

disconnessione monolobare o temporo-parieto-occipitale (TPO) (gruppo 2); emisferotomia verticale (gruppo 3).

In 10 procedure stato eseguito un monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio. Il follow-up medio stato di

27,4 mesi. Loutcome epilettologico stato definito secondo la scala di Engel. Gli AI sono stati valutati secondo la

classificazione di Delalande.

12 pazienti hanno sviluppato un deficit postoperatorio transitorio. In due casi si avuto un peggioramento

dellemiparesi preesistente e un modesto deficit del III nervo cranico. Un paziente ha sviluppato

unischemia asintomatica dellarea disconnessa. Nel gruppo 3 si sviluppato un disturbo della dinamica

liquorale nel 30% dei casi. I Pazienti Engel I sono stati: 14/18 (gruppo 1); 6/11 (gruppo 2); 11/18 (gruppo 3).

Le disconnessioni sono approcci efficaci in casi pediatrici selezionati e si associano ad una bassa morbidit e una

rapida remissione. Loutcome degli AI migliore per i tipi II e III. Nelle forme multilobari, loutcome delle

disconnessioni TPO migliore degli approci frontali. I risultati dellemisferotomia verticale sono paragonabili a

quelli delle altre tecniche.

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Emisferotomia laterale e parasagittale: tecnica ed outcome a confronto nel primo studio multicentrico Italiano L. de Palma1, F. Gozzo2, C. Barba3, N. Pietrafusa1, A. De Benedictis1, G. Carfi-Pavia1, L. Tassi2, V. Pelliccia2, M. Cossu2, C. Rossi-Espagnet4, S. Rizzi3, F. Giordano3, C.E. Marras1, F. Vigevano1, R. Guerrini3, G. Lo Russo2, N. Specchio1 1Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione, Ospedale Pediatrico Bambino Ges, Roma 2Centro per la Chirurgia dellEpilessia Claudio Munari, Dipartimento di Neuroscienze, Ospedale Niguarda, Milano 3Dipartimento di Neuroscienze, Ospedale Pediatrico Anna Meyer, Firenze 4Unit di Neuroradiologia, Dipartimento di Immagini, Ospedale Pediatrico Bambino Ges. Roma

Valutare le caratteristiche cliniche e loutcome di tre differenti tecniche emisferotomiche in bambini e adulti

operati.

Abbiamo retrospettivamente valutato il decorso clinico e loutcome di 92 pazienti con epilessia farmacoresistente

sottoposti ad emisferotomia in tre centri Italiani tra il 2006 e il 2016. Tre differenti approcci allemisferotomia

sono stati applicati: verticale parasagittale, verticale parasagittale modificata e laterale.

Let media di esordio dellepilessia 1.8 2.5 aa; la durata media 7.4 7.3 aa. Let media alla chirurgia 9.2

8.08 aa. Leziologia pi frequente la gliosi legata a lesioni ischemiche/traumatiche in et perinatale (41 pz,

44%), seguita dalla Displasia Corticale Focale (23 pz, 25%). Lidrocefalo la complicazione post-chirurgica pi

significativa (14,1%) ed leggermente pi frequente nellapproccio parasagittale (21% contro 11%). Non si sono

verificati deficit nurologici non attesi. Allultimo follow-up (media 2.81 2.4 aa) 73% erano liberi da crisi (classe 1

di Engel). Non vi sono differenze statistiche significative sia per quanto riguarda il tipo di approccio (p= 0,34) che

per patologia (congenito contro acquisito contro progressivo). Lunico fattore che chiaramente correla con un

outcome peggiore la ricorrenza acuta delle crisi nel post-operatorio (p>0,05). Allanalisi multivariata solo la

presenza di crisi focali secondariamente generalizzate predice indipendentemente loutcome (risk ratio 5 2.53,

95% CI 5 1.025.85).

La maggior parte dei pazienti ha raggiunto la libert dalle crisi indipendentemente dallapproccio chirurgico usato

e dalla patologia di base. Lo studio ci permetter di valutare meglio i pazienti candidati allemisferotomia.

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Chirurgia nei pazienti con epilessia ad esordio infantile: analisi delle complicanze e dei fattori di rischio di un decorso gravemente complicato P. dOrio, M. Rizzi, V. Mariani, V. Pelliccia, G. Lo Russo, F. Cardinale, L. Nobili, M. Cossu Centro per la Chirurgia dellEpilessia Claudio Munari, ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano

La chirurgia dellepilessia in et pediatrica appare ancora poco utilizzata a causa dei potenziali rischi. Scopo del

lavoro confrontare linsorgenza di eventi avversi legati alla chirurgia nei pazienti con epilessia focale farmaco

resistente ad esordio infantile trattati in et pediatrica ed in at adulta e analizzare potenziali fattori di rischio di

complicanze gravi con particolare attenzione allet al trattamento.

Sono stati retrospettivamente analizzati 1282 pazienti con epilessia focale farmacoresistente ad esordio infantile

trattati chirurgicamente dal 1996 al 2016. I risultati sul controllo delle crisi, gli eventi avversi postoperatori,

incluso il Decorso Gravemente Complicato (DGC: complicanza che ha richiesto un trattamento chirurgico e/o un

deficit neurologico permanente e/o il decesso) sono stati confrontati tra i pazienti operati in et pediatrica (< 16

anni) ed in et adulta ( 16 anni). Lintera popolazione stata valutata per i fattori di rischio di DGC.

Allultimo contatto (mediana di follow-up: 98 mesi) il 74.5% era in classe I di Engel (il 78% dei bambini e il 73%

degli adulti). Lincidenza di emorragie intracraniche era maggiore negli adulti. Il 7.8% dellintera popolazione ha

presentato un DGC (il 6.4% dei bambini e l8.6% degli adulti). Allanalisi multivariata, laumentare dellet

allintervento, la chirurgia multilobare e le resezioni rolandiche/perirolandiche ed opercolo-insulari erano fattori

di rischio indipendenti di un DGC.

I nostri risultati suggeriscono che i pazienti operati in et pediatrica hanno pi probabilit di raggiungere un

miglior controllo postoperatorio delle crisi con una pi bassa incidenza di complicanze gravi rispetto ai pazienti

trattati in et pi avanzata.

Bibliografia 1. Barba C, Specchio N, Guerrini R, et al. Increasing volume and complexity of pediatric epilepsy surgery with stable seizure outcome between 2008 and 2014: A nationwide multicenter study. Epilepsy Behav 2017;75:151-7. 2. Hader WJ, Tellez-Zenteno J, Metcalfe A, et al. Complications of epilepsy surgery - A systematic review of focal surgical resections and invasive EEG monitoring. Epilepsia 2013; 54:840-7. 3. Bjellvi J, Flink R, Rydenhag B, et al. Complications of epilepsy surgery in Sweden 19962010: a prospective, population-based study. J Neurosurg 2015;122:519-25.

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Disconnessioni multilobari del quadrante posteriore M. Rizzi1,2, M. Revay1, P. Scarpa3, P. dOrio1, V. Pelliccia1,2, F. Gozzo1, L. Castana1, F. Cardinale1, G. Lo Russo1, M.Cossu1 1Centro Claudio Munari per la Chirurgia dellEpilessia, ASST GOM Niguarda, Milano 2Dpt di Neuroscienze, Universit degli Studi di Parma, Parma 3 Centro di Neuropsicologia Cognitiva, ASST GOM Niguarda, Milano

La letteratura riporta diverse serie cliniche relative alle disconnessioni emisferiche nel trattamento di determinate

forme di epilessia farmaco-resistente [1,2], tuttavia vi sono limitati dati relativi alle disconnessioni

subemisferiche. Lefficacia riportata inoltre estremamente variabile [3,4,5]. Riportiamo una serie retrospettiva

relativa alle disconnessioni multilobari del quadrante posteriore, eseguite presso il nostro Centro nel periodo

2005-2017. Gli outcome epilettologici, neuropsicologici, cos come le complicanze, sono discussi.

41 pazienti con una diagnosi di epilessia farmaco-resistente con origine multilobare a livello del quadrante

posteriore sono stati considerati. 32 pazienti sono stati sottoposti ad una disconnessione a livello temporo-

parieto-occipitale, mentre i restanti 9 a livello temporo-occipitale. Lestensione della resezione stata modellata

sulle caratteristiche patologiche del singolo paziente, basandosi sui dati clinici, EEG ed anatomici.

La mediana dellet allinizio degli episodi critici risultata pari ad 1 anno, mentre lintervento chirurgico stato

eseguito ad unet mediana di 13 anni. Con un periodo medio di follow-up di 46,4 mesi, il 73,2% dei pazienti in

classe I di Engel, per quanto riguarda loutcome epilettologico. Malformazioni corticali ed esiti perinatali sono

risultati i pi frequenti reperti diagnostici. Un paziente stato rioperato per un ematoma epidurale senza sequele

neurologiche, un altro paziente ha presentato un deficit parziale del terzo nervo cranico. I test neuropsicologici

hanno mostrato un miglioramento medio in tutti gli ambiti esplorati.

La chirurgia delle disconnessioni multilobari a livello del quadrante posteriore si rivelata efficace ad un lungo

follow-up. Lincidenza e la severit delle complicanze sono state contenute.

Bibliografia 1. Villemure JG, Daniel RT (2006). Peri-insular hemispherotomy in paediatric epilepsy. Childs Nerv Syst. 2006 Aug;22(8):967-81. 2. Delalande O, Bulteau C, Dellatolas G, Fohlen M, Jalin C, Buret V, Viguier D, Dorfmller G, Jambaqu I (2007): Vertical parasagittal hemispherotomy: Surgical procedures and clinical long-term outcomes in a population of 83 children. Neurosurgery 60:1932. 3. Daniel RT, Meagher-Villemure K, Farmer JP, Andermann F, Villemure JG (2007): Posterior quadrantic epilepsy surgery: Technical variants, surgical anatomy, and case series. Epilepsia 48:14291437. 4. Mohamed AR, Freeman JL, Maixner W, Bailey CA, Wrennall JA, Simon Harvey AA (2011): Temporoparietooccipital disconnection in children with intractable epilepsy. J Neurosurg Pediatrics 7:0660. 5. Yang PF, Mei Z, Lin Q, Pei JS, Zhang HJ, Zhong ZH, Tian J, Jia YZ, Chen ZQ, Zheng ZY (2014): Disconnective surgery in posterior quadrantic epilepsy: A series of 12 paediatric patients. Epileptic Disorders 16:296304.

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Roma, 6-8 giugno 2018

Hidden temporal lobe epilepsy: casi apparentemente complessi con una soluzione semplice G. Tumminelli1, L. Tassi2, F. Cardinale2, R. Mai2, L. Castana2, I. Sartori2, G. Vatti1, S. Francione2 1Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Neuroscienze, Universit di Siena, Siena 2CentroClaudio Munari per la Chirurgia dellEpilessia, Ospedale Niguarda Ca Granda, Milano

Descrivere le caratteristiche elettro-cliniche di un gruppo di pazienti con crisi a partenza dal lobo temporale, in

assenza di una clinica suggestiva e di una RM informativa.

Analisi retrospettiva di pazienti che, dopo esplorazione SEEG, hanno beneficiato di lobectomia temporale o di

termocoagulazioni (THC) esclusivamente temporali, con un follow-up > 6 mesi.

Tra 240 casi esaminati, sono stati selezionati 20 pazienti: 5 F, et esordio 11,88,7, et intervento 21,58,5,

durata di malattia 31,37,4. Clinica: aura assente o aspecifica, segni oggettivi minimi o poco localizzatori; si

segnalano automatismi gestuali pi o meno precoci in 11/20 pazienti. EEG: costante coinvolgimento intercritico

e/o critico temporale. Due pazienti sono stati sottoposti a THC, 17 a lobectomia; in un caso la SEEG aveva

evidenziato un esordio temporale ma il paziente ha rifiutato lintervento. Istologia: FCD II (3/17), FCD IIIa (3/17),

MTS (2/17), ectopie di singoli neuroni (2/17), eterotopia laminare (1/17), flogosi (1/17); 4/17 criptogenetici.

Allultimo follow-up tutti i pazienti sono in classe I ad eccezione di uno in classe IIa, e 2 rispettivamente in classe

IIIa e IVa (affetti da epilessia temporale neocorticale dominante).

Nei casi con crisi paucisintomatiche o con semeiologia suggestiva di esordio insulo-opercolare con RM negativa

per lesioni dal chiaro significato eziologico, lesplorazione SEEG deve comprendere lo studio del lobo temporale.

Dati suggestivi sono la presenza di automatismi gestuali e/o le alterazioni intercritiche e/o critiche a carico delle

derivazioni temporali allEEG di scalpo.

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Roma, 6-8 giugno 2018

Epilessia Temporale e Bitemporale: uno studio EEG con lanalisi dei microstati P. Bonanni, A. Danieli, M. Baggio, E. Osanni, M. Da Rold, S. Negrin, S. Baldini

UO Epilessia e Neurofisiologia Clinica, IRCCS E. Medea - Conegliano

Lanalisi dei microstati una metodologia che mira a studiare lattivit cerebrale su larga scala1-3. Lobiettivo di

questo studio investigare, attraverso questa tecnica, se i resting-state networks (RSNs) sono alterati in pazienti

farmaco-resistenti con epilessia uni-temporale (uniTP) e bi-temporale (biTP).

Abbiamo arruolato retrospettivamente 10 pazienti con epilessia uniTP (et=33anni7sd; F/M=5:5) e 10 pazienti

biTP (et=44anni8sd; F/M=9:1) selezionando 1-minuto di EEG in veglia rilassata (20-elettrodi). Lanalisi dei

microstati ha individuato 4 mappe topografiche (A=uditiva, B=visiva, C=salienza, D=attenzione) di cui abbiamo

quantificato le seguenti variabili: Global Eplained Variance (GEV), durata media (MD) e frequenza di apparizione

(Frequ.). Lo studio prevede un gruppo controllo di 13 soggetti sani (et=38anni7sd; F/M=9:4). Per lanalisi

statistica abbiamo utilizzato test non-parametrici (=0.05).

La MD della Mappa-A risulta aumentata nei pazienti biTP (p=0.042) e uniTP (p

41 Congresso Nazionale Lega Italiana Contro lEpilessia

Roma, 6-8 giugno 2018

"EpiConn", risultati preliminari di uno studio multicentrico finalizzato alla definizione del network epilettogeno in pazienti con epilessia focale candidati alla chirurgia mediante studio EEG-fMRI A.E. Vaudano1,2, G. Monti2, L. Mirandola2, G. Giovannini2, P. Riguzzi3, L. Volpi3, E. Pasini3, F. Bisulli4, G. Vatti5, R. Michelucci3, P. Tinuper4, L.Tassi6, S. Meletti2 1U.O. di Neurologia, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Universit di Parma, Parma 2U.O. di Neurologia, Dipartimento di Scienze Biomediche Metaboliche e Neuroscienze, Universit di Modena e Reggio Emilia, Modena 3UOC Neurologia, IRCCS Istituto Scienze Neurologiche, Ospedale Bellaria, Bologna 4IRCCS Istituto Scienze Neurologiche, Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie, Universit di Bologna, Bologna 5U.O.C. Neurologia, Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, Siena 6Centro per la Chirurgia dellEpilessia Claudio Munari, Ospedale Niguarda, Milano

Presentiamo i risultati preliminari dello studio EpiConn, progetto multicentrinco finalizzato a validare lEEG-

fMRI e metodiche di connettivit effettiva in una popolazione di pazienti con epilessie focali candidati alla

chirurgia, utilizzando la registrazione intracranica e/o loutcome chirurgico come gold standard per verificarne i

risultati.

35 pazienti affetti da epilessia focale candidati alla chirurgia sono stati studiati mediante EEG-fMRI. La

valutazione prechirurgica stato completata in 32 pazienti (91%) e nove pazienti (25%) sono stati sottoposti ad

intervento di resezione chirurgica della zona epilettogena (ZE). Il livello di concordanza tra i risultati BOLD e la

localizzazione di ZE stato categorizzato in 5 livelli (Thornton et al., 2011). Quando non disponibile loutcome

chirurgico, il gold standard stato definito dallesito della valutazione prechirurgica e dal giudizio degli esperti

clinici.

Anomalie EEG intercritiche sono state registrate in 19 soggetti. Incrementi del segnale BOLD co-localizzano con

la ZE in 5 casi (Classificazione C: concordant). In 10 soggetti oltre alla ZE, lanalisi ha mostrato il coinvolgimento

di altre aree cerebrali appartenenti allo stesso lobo della ZE (n=5) (classificazione C+) o in aree remote rispetto

ZE (n=5) (altri lobi e/o differente emisfero cerebrale). Risultati discordanti (classificazione D: discordant) sono

stati osservati in 4 pazienti.

Il protocollo EEG-fMRI utilizzato ha prodotto una buona qualit sia dei dati EEG che fMRI nella quasi totalit dei

pazienti. I risultati delle analisi del segnale BOLD riportano mappe correlate alle anomalie intercritiche

concordanti con lipotesi elettro-clinica e/o il gold standard in circa 80% dei casi.

Bibliografia 1. Thornton R, Vulliemoz S, Rodionov R, Carmichael DW, Chaudhary UJ, Diehl B, et al.; Epileptic networks in focal cortical dysplasia revealed using electroencephalography-functional magnetic resonance imaging. Annals of Neurology, 2011; 70(5): 822-837. 2. Vaudano AE, Avanzini P, Tassi L, Ruggieri A, Cantalupo G, Benuzzi F, Nichelli P, Lemieux L, Meletti S. Causality within the Epileptic Network: An EEG-fMRI S