libero 11 mag 2010 - giorno di follia nelle sale operative. «a breve il contrattacco all’euro»
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8/9/2019 Libero 11 Mag 2010 - Giorno di follia nelle sale operative. «A breve il contrattacco all’euro»
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6 Martedì 11 maggio 2010 PRIMOPIANO
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LISTINI Piazza Affari è salita dell’11,2 per cento. Madrid
del 14. Londra del 5,16. E Atene quasi del 10. I titoli bancari,
soprattutto quelli italiani hanno recuperato le perdite la crisi dell’euro
Le Borse fanno festaMa il piano europeoporterà altri debitiL’operazione anti-speculativa dei governi è riuscita
Ma il costo sarà alto in termini di tasse o spesa pubblica
Moody’s è di nuovo all’attacco di Grecia e Portogallo
::: NEL MIRINO
PORTOGALLO
Ieri con un comunicatoMoody’sannuncia il prossi-mo possibile taglio del ra-ting sul debito pubblico por-toghese. Il declassamento,probabile al livello Aa3, po-trebbe essere anche di duegradini(da Aa2 ad A1entrole prossime quattro settima-ne). Sempre di ieri la notiziadel probabile ulteriore de-classamento «molto sostan-ziale verso il livello Baa» (ti-toli spazzatura) del debitopubblico greco.
ITALIA
Lo scorso 6 maggio, un rap-porto di Moody’s - oltra aquelli di Portogallo, Spagnae Irlanda - indica «a rischiocontagio» anche i sistemibancari di Italia e RegnoUnito. Già in serata, però,con la conferma della valu-tazione (Aa2) assegnata aldebito italiano arriva unaparziale retromarcia. Com-pletata il giorno successivo,quando l’agenzia afferma: «Iconti pubblici italiani nonsono a rischio soprattuttoper meritodel sistema ban-cario».
GRECIA
Il 23aprile Eurostatrivedealrialzo le stime del deficitpubblico greco e solleva
nuovi dubbi sull’attendibili -tà dei conti pubblici di Ate-ne. Moody’s declassa l’affi -dabilità del debito grecodallivello A2 al livello A3.
:::CLAUDIO ANTONELLI
La speculazione aveva in-fattiaggredito imercati europeifi-no a venerdì. Ieri l’enorme massamonetaria messa a sostegnodell’euro da parte dell’Europa e afirma di Trichet, il numero unodella Bce, ha avuto il suo effettoimmediato. E i governi hannocontrastato con un’altro tipo dispeculazione quella d’oltreocea -no. Piazza Affari è salita dell’11,2per cento. Madrid del 14. Londradel 5,16. E Atene quasi del 10. I tito-libancari, soprattuttoquelliitalia-ni hanno recuperato le perditedell’ultimo mesee sfruttato il so-
stegno dei soldi pubblici. Tuttobene, insomma, quel che finiscebene. Per ora. Infatti l’interventoda 600 miliardi di euro più i 150 delFmi ha sollevato due grossi puntiinterrogativi. Ilprimo è come rea-giranno i poteri forti degli StatiUniti, comprese le agenzie di ra-ting. Il secondo è chi pagherà ilconto di un maxi stanziamento da600 miliardi. Alla primadomandaabbiamo già avuto risposta. IeriMoody’s ha diffuso un report.«Nonci sono in programmataglidi rating per Irlanda, Italiae Spa-gna, siamo, invece, orientati a fararretrare il Portogallo dall’attuale Aa2 a Aa3, e la Grecia dall’attuale A3 a un probabile Baa». Nel comu-nicato dal titolo «Rating Gover-
nments Through Extraordinary Times» (Valutare igoverni in mo-menti fuori dall'ordinario), pub-blicato alla chiusura delle Borse,
così come richiesto dalla Consob,l’agenzia di rating parla puredell’Italia. «Roma», si legge nel re-port, «rappresentaun’importanteeccezione rispettoal deficitdi altriPaesi sotto osservazione per i disa-vanzi elevati di bilancio, comeGrecia, Portogallo, Spagna e Irlan-da e ha più in generale una migliorposizione». Un messaggio positi-vo che nasconde una serie di av-vertimenti. InnanzituttoMoody’sbastona una serie di nazioni e difatto dice: bene il piano di soste-gno da 600 miliardi ma non serve amolto. Inoltre elogia l’Italia ma ècome se dicesse: ora serve unamanovra correttiva. Insomma, i
poteri forti Usa godranno dei rally di Borsae poitorneranno a scom-mettere in negativo.L’altro inter-rogativo -chi paga- èal momentoinsoluto. Il piano europeo è fattodi debito. Un ottimo interventotampone, ma a lungo termine fini-sce con l’aggiungere una monta-gna di denaro a una massa giàenorme didebiti. Almomento so-no disponibili solo 60 miliardi.Al-tri 440 saranno composti da titolidi debito negoziati o acquistatidalla Bce.Più o meno150miliardidovrebbero arrivare dal Fmi. Manessunoha dettocome equando.Il rimanente sarà racimolato dallanuove regole (imposte domenicadurante il vertice dell’Ecofin) sugliscambieuro-dollaro. Cosìa paga-
re saranno i contribuenti se i debitidiventeranno tasse o i consuma-tori e i lavoratori dipendentise di-venteranno inflazione.
LE MOSSE E I DUBBI DI TRICHET
La Bce capitanata da Jean Claude Trichet ha già iniziato adacquistare titoli e bond di singoli Paesi Ue. Andando palesementecontro i parametri di Maastricht Lapresse
TRADER IN CERCA DI BUSSOLA
Giorno di follia nelle sale operative«A breve il contrattacco all’euro»
«È stato come se fossi andato al casinò di Campione e avvessi puntatotutto sul rosso o sul nero. L’importante è esserne consapevoli». Ilcommento di un traderdi Borsa è illuminante su quelloche è succes-so ieri a Piazza Affari. Una seduta di “ordinaria follia”secondo gli ope-ratori che dalle primissime ore del mattino si sono incollati davanti ai
monitor pervedere la reazione del mercato al piano salva euro. Già nell’asta che precede le contrattazioni il rimbalzo era evidente conIntesa, che,poco primadelle 9, segnavagià unteorico +26per cento.Poisono scoppiatii veri fuochid’artificio. «Non riusciamo a entraresulmercato degli Etf- si lamenta un altrotrader- e peri primiventiminuti della sedutamoltissimititoli,soprattutto bancari,sono statisospesi per eccesso di rialzo». Fra gli esperti sono così circolate alcuneinterpretazioni: «Un rimbalzo così potente e surreale mi fa venirequalche sospetto», scrive l’autore del blog “Il Grande Bluff”, StefanoBassi. «Domenica, più che una risposta strutturale e duratura, si èmessa in piedi una "rappresaglia contingente" contro chi scommet-teva alribasso e contro chimetteva a nudogli errori, le debolezzee lecontraddizioni dell’area euro. Non solo. La virulenza dei rialzi, fuorida ognicanone di normalità,mi fa pensare che i ribassististianofa-cendo una rapidissimaritirata strategica per minimizzarele perdite.Ritirata troppo precipitosa, mi fa pensare che vogliano risparmiare leforze per riprovarci quanto prima anche perchè i problemi struttura-lisonoancorasultavolo».Dalle interpretazioniaiconsiglipergliac-quisti: «Devono operaresolo gli amanti del trading e delle emozioniforti.È ovviochei guadagni o leperditesono proporzionali alrischio
chesi prende»,spiega il consulente indipendente Paolo Barrai. Chepoi chiude con una battuta: «Quella di oggi è la speculazione “buona”,perché fa salire imercati e fa comodo ai governi. Ma ricordatevi che èpur sempre speculazione».
:::L’analisi
Senza la politica, perfino 750 miliardi possono non bastare:::GERONIMO
Fanno un po’ ridere quanti in questi giornihanno cominciato ad avanzare dubbi sulle modalitàconcui fu introdotta la moneta unica allafine deglianni Novanta e si interrogano addirittura sulla suautilità. Per quanto ci riguarda l’adesione all’euro èstata unascelta giusta. Senzadi esso già da qualcheanno la lira sarebbe statatravolta visto che in questi15anni siamo cresciutipoco e male nelmentrede-ficit e debito aumentavano. Detto questo bisognadare atto all’Europa che questa volta si è mossa benee hadato ai mercati ealla speculazioneun messag-gio forte e chiaro. Il fondo di 750 miliardi, infatti, altronon è che una misura utile a evitare negli Stati sovra-ni emergenze comequella greca e a spiegare ai de-linquenti che girano nei mercati che l’Europa nonconsentirà che un Paese membro venga messo in gi-nocchio da forze speculative. È fuor d’opera ricorda-reche iPaesi membri,afronte diqueste decisionidi
reciproca solidarietà, devono mettersi sulle spallel’onere di una politica di bilancio funzionale a rimet-tere sotto controllo la propria finanza pubblica.
Il chiamarsi fuori della Gran Bretagna amareggiaperchédà lariconfermadi un euroscetticismoche adistanza di anni sembra quasi un residuato bellico. Ilnostroauspicio èche il Paese diSua Maestàbritan-nica non abbia prima o poi a pentirsene visti il suobilancio pubblico e i suoi problemi di crescita dopoaver contribuito a piene mani alla fibrillazionedell’intero sistema bancario internazionale. È dav-vero incomprensibile, infatti, l’atteggiamento ingle-se chenon ha battuto ciglio quando siè trattato disalvare banche i cui vertici avevano commesso ditutto e di più, consentendo da parte della Bce l’im -missione di immense liquidità nei mercati finanzia-ri e autorizzando Gordon Brown a nazionalizzare al-cune banche sull’orlo del fallimento. Detto questo,però,bisogna esseremolto attenti a nonintrapren-dereuna strada lungo la quale debiti e debolezze si
trasferiscano daisingoli Stati all’intera Europae allaBce giustamente chiamata a un ruolo non di pococonto nell’attualecrisi finanziariacominciata conlebanche e proseguita conalcuni Stati membri. Quelche abbiamo già detto alcuni giorni fa anticipando leconclusioni del vertice è che sin da questo momentobisogna metter mano a un più incisivo coordina-mento delle politiche economiche dei 27 Paesidell’Europa comunitaria. Un coordinamento nonsignifica una sola politica economica. Questa potràessere l’obiettivo cui tendere ma oggi, politicamen-te, è praticabile solo un coordinamento delle singolepolitiche nazionali che devono mettere al centrol’innovazione, la ricercae le politiche dellavoro peraumentare la competitività dell’intero sistema eu-ropeo efarne così a un tempo un mercatounico maanche un’area con un tassodi crescitasignificativo.Sarà questo ancheil modo per faravanzare semprepiù l’unità politica dell’Europa battendo tentazionidei singoli Paesi di farsi concorrenza.
Questa strada è lunga ed accidentata ma è l’unicapossibile nella stagione della globalizzazione perevitare effetti domino che partendo da Paesi ad eco-nomiadebole sitrasferiscano, intermini didoman-da di consumi, sui Paesi ad economia più forte. Oggiil fondo di 750 miliardi è solo una rete di protezionefinanziaria ma sarà la convergenza delle politicheeconomiche ad evitare crisi contagiose del tipo diquella greca. Imercati hanno dato ieriuna rispostapositivaalle decisioni dei capi di Stato. Ciò non to-glie, però,cheaccanto alcoordinamento dellepoli-tiche economiche si facciano concreti passi in avan-ti anche su una nuova disciplina deimercati finan-ziari incoraggiando e sostenendo l’ottimo lavoro diMario Draghi con una politica prevalentemente didivieti e su di un nuovo ordine monetario mondiale.Quest’ultimoda 5 anniè unanostra ideaossessivaecon gioia abbiamo visto che, nell’ultimo incontro traSarkozye HuJintao, questoproblema hafattofinal-mente capolino. Avremo modo di riparlarne prestoonde evitare che altre tegole ci cadano sulla testasenza neanche aver dato un avviso ai naviganti.