legnano 2012: guida alle final four 2012

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presentano… “LE NOSTRE FINAL FOUR” Guida alle Final Four di Coppa Italia Divisione Nazionale A 2012 – Trofeo “La Casa del Gioco”

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Basketinside.com presenta la guida alle final four di Legnano 2012.

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presentano…

“LE NOSTRE FINAL FOUR” Guida alle Final Four di Coppa Italia Divisione

Nazionale A 2012 – Trofeo “La Casa del Gioco”

Il benvenuto del direttore…..……………………………… di Filippo Cagno

3

Intervista a Fabio Bruttini: “Il valore di una coppa” di Davide Uccella

4

Interventi istituzionali ………………………………………

5

Albo d’oro e programma della manifestazione di Davide Uccella

6

Il punto sulla stagione: a cura di Paolo Taddeo

7

La parola ai numeri uno..……………………………………

8

Ecco a voi… Omegna ……………………………………….. di Daniele Piovera

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Ecco a voi… Napoli …………..……………………………… di Davide Uccella

12

Ecco a voi… Torino .....……………………………………… di Matteo Viberti

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Ecco a voi… Trento ..………………………………………… di Carlo Azzolini

16

Presentiamo le sfide ………………………………………..

18

Ringraziamenti ……………………… ……………………….

20

2

Indice

Metropoli contro province: Napoli e Torino vs

Omegna e Trento. La storia che non sempre si ripete

perché il gatto talvolta non è abbastanza lesto da

riuscire a banchettare col topastro di turno. Il più

avvincente ed equilibrato campionato nazionale di

quest’anno ha espresso un verdetto che per ora

rispecchia i valori visti sui parquet: la corazzata

Paffoni Omegna è fiera di essere primissima non solo

nel girone Nord-Ovest ma dell’intera Divisione

Nazionale con 50 punti; a seguirla a ruota c’è la

BPMed Napoli che domina il girone Sud-Ovest con 48

punti; completano il quartetto la Bitumcalor Trento

con 38 punti, prima nel girone Nord-Est e la ZeroUno

Torino seconda in quello Nord-Ovest con 36, sei in

più di Chieti prima nel girone sud-ovest e quindi

esclusa. Le due nobili decadute del basket italiano sognano di ritornare ai fasti di

qualche anno fa’: la BpMed è partita dal nulla ed in sei mesi è una candidata alla

vittoria finale; la ZeroUno Torino si affida ad elementi esperti mixati a giovani

della cantera gialloblù. Dal canto loro Omegna e Trento sono squadre

temibilissime: la Paffoni ha fatto man bassa di ciò che di meglio c’era sul mercato

per stravincere il campionato con straordinari risultati mentre la Bitumcalor è

riuscita a riportare l’entusiasmo al PalaTrento dopo la retrocessione sfruttando

come meglio non poteva la wild card per accedere alla DNA. La mission della DNA

è sicuramente quella di coniugare l’esperienza dei giocatori senior con il brio,

l’entusiasmo e la vitalità degli under: i progetti di BpMed, Paffoni, ZeroUno e

Bitumcalor vanno proprio in questa direzione avendo come dogma lo sviluppo del

settore giovanile con un’attività di scouting diffusa sul territorio in maniera

capillare. Il coro di voci è unanime e Julio Trovato (Ds Torino), Ugo Paffoni (Pres.

Omegna), Salvatore Calise (Pres. Napoli) e Luigi Longhi (Pres. Trento) nelle pagine

successive, vi racconteranno che vi è proprio questo alla base dei loro successi.

Dunque abbiamo quattro felini affamati, ma proprio nessuno che abbia voglia di

trasformarsi in cibo per gatti: chi sarà dunque il nostro Romeo?

Filippo Cagno

Direttore Basketinside.com

Il benvenuto del direttore

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Il Suo mandato di Presidente è breve, fino al prossimo anno, ma il consenso è stato unanime, e l'intenzione

generale sarebbe quella di un futuro mandato quinquennale. Ma Bruttini cosa ne dice?

“Io ho accettato di fare il presidente dietro alcune pressioni, ma solo se avessi avuto quella maggioranza che poi

ho avuto. Penso sia prevalsa l’esperienza maturata in tanti anni sul campo, e che per molti è essenziale volendo

dare nuovo impulso al movimento. Di qui a dire di proseguire è presto. Inoltre, dobbiamo verificare gli effetti

della prossima riforma dei campionati sarà approvata. Di certo tutto questo mi appassiona: naturalmente il

tempo, essendo io un imprenditore, non è elevatissimo, ma dopo alcuni problemi di adattamento gli stimoli ci

sono: c'è tanto da vedere soprattutto tanto da risolvere”.

Passiamo ora al suo fiore all’occhiello, il progetto Virtus, vincente e con tanti investimenti nel tempo sui

giovani. Qual è il metodo? Rischiare e basta? Quali realtà sono nella scia della Virtus?

“Intanto rispondo per la mia società: ci sono sempre dei margini di rischio,

sempre, perché noi andiamo in campo non solo con giovani, ma con dei

giovanissimi, e questo è un grande segnale distintivo. È vero, tutto questo

può sembrare estremo, soprattutto se lo si fa a livello di prima squadra.

D’altra parte ci piace farlo, ci piace rischiare, e cerchiamo di essere una

bandiera nel lanciare giovani ad ogni costo. Quanto alle altre squadre, ci

sono altre che spingono molto per i giovani, ma noi siamo un po' unici per

l’età media dei nostri effettivi, senza presunzione né per sminuire il lavoro

delle altre società, soprattutto quello delle quattro che parteciperanno, che

pur avendo obiettivi diversi hanno saputo affiancare giovani molto

interessanti a cestisti di grande esperienza in questa categoria”.

"Una Lega forte e magari più stabile...": ma quanto conterà la futura riforma rispetto a questa stabilità? Cos'è

la DNA in questa partita?

“Devo dire che quell'espressione si basava sulla possibilità che la nostra lega venisse maggiormente sentita a

livello di federazione, cosa non accaduta molto spesso negli ultimi anni. Rispetto invece al presente, devo anche

dire che sono arrivato anche nel mezzo di un mandato, con tante cose da fare: fra queste anche la necessità di

stabilizzare una categoria, la DNA, che ha prodotto grandi stravolgimenti, ma che stando gli atti non avrebbe

neanche il tempo per consolidarsi. In base alla riforma verrebbe spezzettata in due tronconi, con alcune che

rimarranno nella Legadue dilettantistica ed altre condannate ad un’ulteriore retrocessione. Nonostante questa

tenaglia, la DNA sta comunque lottando per affermare una propria identità, con tanti giovani italiani in campo e

piazze cestistiche di grande visibilità. L’unico neo è la formula, che potremo correggere nel prossimo anno, ma

resta un campionato bellissimo. La riforma parte dall'ipotesi che ci debba essere un campionato che cerchi di

sviluppare i giovani. Però questo campionato già esiste: smantellandolo si creerebbero ulteriori problemi, tutti a

danno del movimento che invece dobbiamo rilanciare al più presto, proprio grazie alla DNA”.

Arriviamo quindi alle Finale Four. Un suo pensiero conclusivo sull’evento e le sue contendenti.

“Quest'anno partecipano sicuramente le quattro società che hanno dimostrato di essere più forti durante questa

stagione regolare, senza escludere altre legittime papabili come Capo d'Orlando, Ferentino e Trieste. Il basket

però è fatto anche di gioco, e Omegna, Napoli, Torino e Trento, per spettacolo e forza di squadra, ma anche per

solidità societaria, hanno mostrato il basket migliore. Sull'organizzazione dell'evento, invece, devo ringraziare

l'amico e consigliere Marco Tajana, artefice di una grande impresa sportiva e sul territorio con i suoi Knights. Lì

ho visto solo entusiasmo, e grande professionalità, anche di recente. Viste queste premesse, umane e

organizzative, sono convinto che con il nostro impegno ci sarà un grande successo, sia a livello commerciale che

di pubblico”.

Intervista a Fabio Bruttini

“Il valore di una coppa”

Fabio Bruttini, Presidente LNP

4

Giungiamo quest’anno a un importante appuntamento

sportivo, non solo per i giovani cestisti legnanesi, ma

anche e soprattutto per la nostra Città, capace di

accogliere iniziative di varia natura - culturale, ricreativa,

sportiva - e di farle vivere al punto da renderle vere e

proprie tradizioni. Così vorremmo anche per il Basket.

Anche per questo l’Amministrazione comunale, nel

programma di potenziamento delle strutture sportive, ha

provveduto a costruire due nuovi impianti, uno dei quali

ospita la sede del Basket Legnano. Sia per i nuovi edifici

sportivi che per le ristrutturazioni attualmente in corso il

nostro intento è, oltre a garantire l’assoluta sicurezza di

atleti e pubblico, ottenere l’agibilità delle strutture,

secondo i parametri richiesti dalle federazioni.

Sono investimenti significativi, che questa

amministrazione ha inteso e intende promuovere, a

sostegno dello sport, fondamentale per la crescita e

l’educazione dei nostri giovani.

Iniziative come la targa d’Oro sono rese possibili dalla

passione e dall’impegno di una squadra straordinaria, che

è l’Unione Sportiva Legnanese, capace di attirare anche

grandi forze volontarie; ma certamente a garantire il

successo di questa manifestazione sono i valori su cui si

fonda e che costituiscono linfa vitale per i giovani di tutti i

tempi. L’impegno che gli atleti dedicano al ciclismo è

enorme, ma ugualmente grandi sono le gratificazioni che

questo sport regala. A ciascuno auguro la vittoria, perché a

questa si deve tendere, in un confronto sempre leale con

gli altri e con la capacità di riconoscere il valore degli

avversari. Questi vanno superati solo con tenacia,

allenamento e impegno costante.

Renzo Brignoli

Assessore allo Sport

Città di Legnano

E' un grande onore, da

Presidente del Legnano

Basket, che la mia società

sia stata scelta per

l'organizzazione della Coppa Italia LNP 2012.

In fase di bando di gara, volevamo portare forte-mente a

Legnano questo evento, per dare lustro alla nostra città,

ma anche per proseguire con un nuovo mattoncino,

l'esperienza iniziata 7 anni fa e che, con la politica dei

piccoli passi, ci sta portando ad un miglioramento

continuo nell'arco degli anni.

Con Maurizio Basilico, Il GM della società, abbiamo

creduto in un progetto tecnico che ora ci sta dando ottimi

risultati, essendo primi in classifica e puntando a quella

promozione che ci è sfuggita di un soffio a Maggio 2011.

Con Massimiliano Giudici e Lorenzo Prandi, stiamo invece

progredendo sul piano organizzativo e sui settori giovanili

e minibasket, in cui abbiamo oltre 400 iscritti e 20 squadre

che partecipano a tutti i campionati FIP e UISP.

Sempre con loro, abbiamo intrapreso questa avventura

dell’organizzazione delle finali Coppa Italia, molto

emozionante e adrenalinica, anche se faticosa. Ora stiamo

lavorando alacremente perchè tutto funzioni al meglio, e,

anche se complicato, credo che riusciremo ad offrire un

ottimo spettacolo in campo, grazie alla qualità delle

squadre partecipanti, e un buon momento “sociale” di

incontro.

Il mio augurio è che sia una manifestazione di basket per il

basket. Per far crescere il movimento e l'interesse verso

questo sport che ci appassiona tanto. A tale proposito

chiudo con un ringraziamento al gruppo G-Holding titolare

del marchio “La Casa Del Gioco”, che ha voluto essere

main sponsor di questo evento e che ci ha dato quindi la

possibilità, insieme ad altre aziende, di programmare i 3

giorni di gare e l'ospitalità per le 15 squadre (la 16^ siamo

noi) partecipanti all'evento.

Marco Tajana, Presidente Legnano Basket Knights

Presidente Comitato Organizzatore Coppa Italia LNP 2012

LA SOCIETA’ OSPITANTE L’orgoglio di una storia,

l’entusiasmo di una nuova sfida

LA CITTA’ OSPITANTE Come diventare capitale

del dilettantismo nazionale

5

6

Forse mai come quest’anno la Coppa Italia giunge come autentico e realistico “test” in vista della post season; Omegna e Napoli (aritmeticamente prime nelle rispettive Division) hanno già in tasca il lasciapassare per le semifinali. Tale vantaggio non sarà indifferente, visto che il cammino “quasi netto” in casa (i piemontesi sono stati sconfitti una volta sola, i campani due) potrebbe “proiettare” le regine di ogni raggruppamento nelle due finali, dalle quali verranno catapultate al piano di sopra tre squadre su quattro. Per il quintetto rossoverde è la conferma delle previsioni estive (figlie di una campagna acquisti coi fiocchi che potrebbe colorare di tricolore sia la prima partecipazione alla coppa che il campionato) e per coach Di Lorenzo il desiderio di conquistare in riva al Verbano ciò che gli è sfuggito nell’indimenticabile sfida sull’asse Forlì-Bologna giusto due anni fa; per il team di Bartocci è l’esito di una non facile impresa: far tornare (e mantenere il più a lungo possibile) l’entusiasmo cestistico sotto il Vesuvio, approfittando dello stato di grazia dell’argentino Musso. Il duello “irredentista” al NordEst tra Trento (Buscaglia ha scacciato definitivamente i fantasmi della passata stagione) e Trieste (Dalmasson sa bene come si vince in questo campionato…) e l’ammassamento al SudEst - ancora quattro in corsa per il primo posto: ogni commento può variare anche all’ultimo tiro dell’ultima partita… - e la conseguente incertezza negli accoppiamenti playoff lascia la porta aperta per qualche sorpresa figlia dell’ultimo mese di stagione regolare. L’eventuale non qualificazione come seconde classificate di Torino e una tra Capo d’Orlando e Ferentino rappresenterebbe in parte un esito inatteso ma anche la possibilità per queste squadre, attrezzate per il salto di categoria (a partire dalla guida tecnica), di scompaginare i piani di chi vorrà capitalizzare la cospicua dote della prima posizione. Dopo i precedenti con Fidenza, il suo primo Casalpusterlengo e Treviglio, coach Lottici si ricandida con la sua Casalpusterlengo bis come “mina vagante”. In chiave salvezza, Ruvo di Puglia si aggrappa ai playout per sperare in un comunque difficile futuro in categoria, “regalando” tranquillità alle altre contendenti di bassa classifica delle Conference Sud; al Nord, il mancato ingresso ai playoff, non metterà Pavia e Perugia in pericolo, anche se gli umbri devono ancora guardarsi dal tentativo di rincorsa della “nuova” Santarcangelo di Bernardi: indubbiamente, la retrocessione al Nord sarà un piatto amarissimo - e inatteso! - per chiunque. Il voto più alto del mio personale registro di questo DNA è per coach Vertemati: Treviglio ha ottenuto il miglior risultato rispetto a quanto pronosticato alla vigilia, mentre, al di là degli esiti del campo, il mio “oscar” 2011/2012 va alla “underissima” Virtus Siena di Mecacci: squadra e società (detentrice della Coppa Italia) sfornano con regolarità talenti, con la “T maiuscola”…

Il punto sulla stagione a cura di Paolo Taddeo

Paolo Taddeo commentatore DNA per SI

7

Da due mesi il nuovo

presidente della società

bianconera è Luigi Longhi.

Il giornalista del quoti-

diano L’Adige di Trento,

grande appassionato di

basket, è subentrato a

Giovanni Zobele che ha

lasciato il timone dopo

undici anni in cui la

Bitumcalor è passata dalla

serie D al terzo

campionato nazionale.

Per lui si tratta della prima importante competizione con

in palio un trofeo.

Per voi si tratta della seconda Final Four consecutiva di

Coppa Italia. Come giudica questo risultato?

«Per Aquila Basket questa seconda partecipazione di fila è

ovviamente motivo di grande orgoglio e di soddisfazione.

Vuol dire che la squadra si sta confermando su ottimi livelli

e che sta dando vita ad un lavoro molto importante.

Quest’anno non abbiamo nulla da perdere e affronteremo

questa Final Four con tanti stimoli e con la voglia di fare

bene. Ce la giocheremo, di questo sono convinto».

Anche perché avete già dimostrato di saperlo fare molto

bene in campionato.

«Fino a questo momento abbiamo disputato davvero un

ottimo campionato. Come società siamo soddisfatti: la

squadra esprime una bella pallacanestro e anche il

pubblico ci sta sostenendo con calore. Per quanto riguarda

la squadra non c’è dubbio che i senior abbiano confermato

di essere giocatori di garanzia e di sicuro affidamento. Gli

under sono stati una scommessa che il gm Salvatore

Trainotti ha avuto il merito di vincere. Spanghero e Fiorito

sono migliorati ancora rispetto alla passata stagione,

mentre i nuovi innesti Negri e Pascolo sono cresciuti

moltissimo».

Ci vorrà la miglior Bitumcalor per aver ragione di

avversarie così forti, è d’accordo?

«Sicuramente si, anche perché in questa Coppa Italia ci

sono realtà molto importanti e che per certi versi

rispecchiano le caratteristiche della DnA. Ci sono squadre

che rappresentano grosse città di grande tradizione come

Torino e Napoli e città più piccole come Omegna e Trento

che dimostrano che anche in provincia si può fare della

pallacanestro di livello. Noi affronteremo una corazzata

come Omegna in semifinale. Sarà molto dura, ma sarà

molto dura anche per loro».

Uno è il presidente,

il patron, l’uomo di

riferimento e lo

sponsor. L’altro è il

vice, che per anni è

stato il numero uno

della società,

l’uomo che ha avuto

il merito di

riportare la

pallacanestro ad Omegna. Ugo Paffoni ed Egidio Motetta

rappresentano, nello stesso tempo, passato, presente e

futuro della Fulgor. “Stiamo vivendo - racconta Ugo

Paffoni, titolare di una delle rubinetterie con il più alto

fatturato in Italia, una stagione magica. Sapevamo di aver

costruito una squadra in grado di fare bene, ma forse

nemmeno noi pensavamo di poter raggiungere questi

risultati. E’ vero però che non abbiamo ancora vinto nulla:

tra poco parte una nuova stagione, dove si azzera tutto o

quasi. E noi dovremo farci trovare pronti, perché non

nascondiamo che il nostro obbiettivo è quello di salire in

Legadue” Prima però c’è una Coppa da provare a vincere.

“ E’ scontato dire che vogliamo alzare al cielo questo

trofeo. Sarebbe un regalo stupendo per i ragazzi, per la

società, per i tifosi e per gli sponsor”. Paffoni è sempre più

coinvolto nel mondo omegnese: “Il basket e la Fulgor sono

diventati una parte importante della mia vita”

Chi di basket ha

sempre vissuto è

stato invece Egidio

Motetta: già diri-

gente prima, con un

figlio, Nicola, che ha

giocato nella Fulgor

ed un nipote,

Tobia, che lo sta

facendo ora nelle giovanili. “Francamente siamo andati

oltre ogni aspettativa: mai avrei pensato, quattordici anni

fa, di essere qui con la mia Fulgor a giocarmi la finale di

Coppa Italia e la promozione in Legadue. Invece è tutto

vero ed il merito è di tutti: del signor Paffoni, di Burlotto,

dei dirigenti, dei tifosi e dei volontari che ci danno un

mano, dei giocatori che hanno vestito questa maglia dalla

Promozione alla Divisione Nazionale A. La Fulgor è una

piccola, grande famiglia: queste sono le caratteristiche che

ci accompagnano da sempre e che sempre ci

accompagneranno. In qualsiasi categoria, che sia la serie A

o la Prima Divisione”.

Parola ai numeri uno (1/2)

Luigi Longhi

Presidente Aquila Trento

Ugo Paffoni, Presidente Fulgor Omegna

Egidio Motetta, Vicepres. Fulgor Omegna

8

Salvatore Calise

Presidente Napoli Basketball

Che ruolo riveste il settore

giovanile alla Pms?

“Il settore giovanile è stato

il traino del progetto Pms.

Attualmente abbiamo un

ottimo settore giovanile

per il livello piemontese,

forse non siamo ancora in

grado di garantire conti-

nuità alla prima squadra,

ma siamo comunque in

crescita anche sotto questo

aspetto. Personalmente

credo che si debba in

questo caso lavorare su

due fronti: coinvolgere i ragazzi con iniziative od eventi

che sono fondamentali per fare crescere il movimento

cestistico e strutturare la propria presenza sul territorio

attraverso partnership con altre società o società satellite

Riuscirà Torino a tornare nella massima serie?

“Per raggiungere la massima serie è fondamentale una

struttura economica e marketing-amministrativa

adeguata. Talvolta ci sono società che possono contare

sulla passione di una personalità importante che permette

loro di fare il salto di qualità, penso a realtà come Bologna

e Milano. Se non si ha questa fortuna è indispensabile

sapersi strutturare, come hanno fatto Biella e Reggio

Emilia. Noi possiamo dire che stiamo provando a costruire

una società ben strutturata.”

Un obbiettivo concreto ed un “sogno proibito”.

“L’obbiettivo concreto deve essere sicuramente la

promozione in Legadue. Il mio sogno nel cassetto è

riempire nuovamente il Pala Ruffini ,in pratica… un ritorno

agli anni ’80.”

Quali sono le strategie che la società adotterebbe per

attirare i media e pubblicizzare maggiormente la squadra

durante i play off?

“Stiamo cercando, sotto questo aspetto, di muoverci su

due fronti: puntando a far crescere la partnership

pubblicitaria e, a livello societario, aumentando la

compagine dei soci. Nel primo caso possiamo ritenerci

fortunati, l’attenzione dei media nei nostri confronti è

abbastanza costante. Stiamo inoltre promuovendo

un’iniziativa lodevole che vuole avvicinare le famiglie alla

pallacanestro : abbiamo distribuito a tutti gli atleti un

coupon che permetterà a tutto il nucleo famigliare di

entrare a prezzo scontato (5 euro). Già dai prossimi

impegni casalinghi confidiamo nel supporto di un pubblico

sempre più ampio.

Salvatore Calise, cosa pen-

sava a marzo e cosa pensa

ora del progetto e dei suoi

primi risultati?

“Esattamente un anno fa

stavo preparando le slides da

proiettare nella prima confe-

renza stampa di presenta-

zione, con una certa emo-

zione. Devo ammettere che

speravo meglio nell’adesione,

ma siamo andati avanti, con la

passione di tanti, ma

soprattutto con la forza di

proporre obiettivi precisi e concreti con cui attirare nuovi

sostenitori, oltre che all’entusiasmo personale”.

Settore giovanile e Club dei Tifosi devono essere la

discontinuità. Quali le novità e quali le prospettive?

“Sulle giovanili, pur avendo una società satellite che è la

Partenope dell’amico Peppe Gallo, vorremmo creare una

rete di società alle quali poter fornire gratuitamente dei

servizi di know-how e commerciali. Quanto al Club vorrei

che si sfruttino meglio le opportunità di una struttura volta

a mettere in relazione attività e competenze diverse. In

ogni caso è chiaro che non devono cessare le iniziative in

suo favore, a partire dai play-off, su prezzi e altri vantaggi”.

Capitali, media e pubblico sono il varco per una piena

affermazione. Cosa si farà in questo senso?

“Sul pubblico saranno fondamentali i play-off, ecco perché

istituiremo "Unico Basket", un tagliando che dia accesso a

tutti i settori del palazzo, salvo il settore Club. Per il futuro

invece stiamo lavorando come se già fossimo in serie

superiore, con l'individuazione di cosiddetti soci-sponsor,

mentre stiamo perfezionando il nostro progetto per l'area

dell'ex Palasport Mario Argento, pensando ad una

cittadella multidisciplinare capace di autogestirsi. Ci sono

stati incontri con il Comune, e speriamo che vi sia presto

un bando di gara europea al quale parteciperemo, senza

sostegno pubblico”.

Un obiettivo concreto per questa stagione ed un “sogno

proibito” per il futuro.

“Per il sottoscritto nessun sogno è stato proibito, mentre

sull’obiettivo posso dire che, visto quanto fatto e quanto

hanno dimostrato questi ragazzi, possiamo giocarcela con

tutti. Potremmo non riuscire nella promozione, ma se la

squadra arriva al 100% ce la può fare, anche senza vincere.

Viviamo una situazione di grande coesione, sono molto più

che fiducioso, e ottimista soprattutto”.

Parola ai numeri uno (2/2)

Julio Trovato,

Direttore sportivo Pms Torino

9

R

N° Cognome/Nome Anno Altezza Ruolo

4 CANALI Simone 1993 185 cm P

5 BERTOLAZZI Matteo (q) 1979 175 cm P

6 MARZORATI Lorenzo 1994 190 cm G

7 PICAZIO Pierpaolo 1979 193 cm G

8 RASPINO Tommaso (q) 1989 198 cm AP

11 CASADEI Daniele 1981 200 cm AG

12 TOURE' Mohamed 1992 190 cm P

14 MASCIADRI Stefano (q) 1989 200 cm AP

15 PACI Paolo 1990 205 cm C

18 PRELAZZI Franco (q) 1979 205 cm C

19 SCOMPARIN Riccardo 1992 192 cm AP

20 SACCAGGI Andrea (q) 1989 192 cm G

All: Giampaolo Di Lorenzo

Paffoni Omegna Daniele Piovera

2007/2008: Coppa Italia A Dilettanti Summer Cup di Darfo Boario, Finale

Fulgor Omegna vs Blu Basket Treviglio 75-85

e qualificazione per le Final Four della Winter Cup, Milano:

Semifinale Fulgor Omegna vs Basket Trapani

51-77.

I precedenti

POSIZIONE DI DIVISION

1° NORD-OVEST , 52 punti (26V - 4P)

POSIZIONE DI CONFERENCE 1° SETTENTRIONALE, 52 punti (26V - 4P)

AVVERSARIO DI SEMIFINALE: TRENTO

PRECEDENTI STAGIONALI

I- 10° ANDATA, 80-71 (Bertolazzi 14, Casadei 21)

II - 7° RITORNO, 81-73 (Casadei 26, Saccaggi 18, Paci 8)

La situazione

Prima, anzi primissima nella sua Conference. Non solo: la Paffoni ha anche il miglior record di tutto il campionato, davanti alla BpMed Napoli. Tanti i segreti della squadra allenata, per il primo anno, da Giampaolo Di Lorenzo. Come roster, la Fulgor ha un vantaggio non da poco: ha, di fatto, dieci giocatori dieci che possono dare il loro contributo. In cabina di regia Matteo Bertolazzi, play del 1979 nativo di Parma, miglior assistman del campionato, ex Pistoia, Vigevano e Casalpusterlengo. Nello spot di guardia due bocche da fuoco come Pierpaolo Picazio, capitano della Paffoni, ed Andrea Saccaggi: il primo, classe 1979, è al terzo anno in canotta Fulgor. Il secondo, carrarino doc, prodotto delle giovanili del Don Bosco Livorno, ha trovato la sua dimensione ed è fin qui la nota più lieta dei lupi. Nel ruolo di ala piccola il biellese Tommaso Raspino, un ’89 ex Pavia e Trieste che unisce atletismo, carattere e talento e Riccardo Scomparin, ragazzo delle giovanili Armani Jeans del 1992. Sotto canestro un quartetto che si completa alla perfezione. L’ex Virtus Siena Daniele Casadei, 200 centimetri, classe 1981, mortifero dalla lunga distanza e nei suoi movimenti in post passo, Stefano Masciadri, classe 1989, reduce da una stagione poco felice a Casale, Franco Prelazzi, pivot ed ex bandiera di Castelletto e Paolo Paci, torinese che sta stupendo tutti per i suoi miglioramenti.

10

Quando a giugno dello

scorso anno il suo nome

saltò fuori per il dopo-

Zanchi in molti rimasero

basiti, dubbiosi o quanto

meno perplessi. Il suo

peccato originale era

quello di avere un prece-

dente non proprio amiche-

vole con la tifoseria della

Paffoni. Che lo accolse, in

un sabato sera di fine

febbraio del 2008, con

centinaia di banane a

ricordare un gesto del

match di andata a Villa

Romiti, a Forlì. Invece

Giampaolo Di Lorenzo, napoletano doc ed ormai forlivese

d’adozione, ci ha messo un paio di ore a conquistare tutti.

Nella serata della sua presentazione, nel locale di

proprietà dello sponsor, ha scherzato e riso su quanto

accaduto anni prima ed ha chiesto simpaticamente scusa

di fronte a circa duecento tifosi che lo aspettavano con

grande curiosità. Ma poi è in palestra, con la sua

pallacanestro spettacolare e coinvolgente, che questo

allenatore che ha ancora fisico e mente da giocatore ha

saputo fare breccia nel cuore degli omegnesi, che ora lo

osannano.

“Bilancio di questi mesi ad Omegna? Direi superlativo

tutto: squadra, società, ambiente. Mi era stato chiesto di

riportare entusiasmo e di far divertire la gente e credo che

la squadra in questo abbia fatto centro. Qui si sta bene:

ambiente a dimensione d’uomo, veri valori, attaccamento

sincero e non forzato e forzoso. Ci sono tutti gli ingredienti

per costruire qualcosa di bello e duraturo: mi piacerebbe,

quando lascerò Omegna, che dicano che ho saputo portare

e dare qualcosa. Sarebbe il successo più grande, al di là

delle vittorie e della promozione.

I precedenti in Coppa Italia di DNA e B1, per lui sono

agrodolci. Nel 2003, da giocatore, insieme ad un

giovanissimo Bertolazzi che gli faceva da cambio, vinse con

Forlì a Montecatini. “ Ci siamo guardati proprio

recentemente quel video io e Matteo: immagini splendide,

tanta gioia e commozione. Perché se sei felice quando vinci

un torneo estivo, quando alzi al cielo la Coppa Italia il

cuore ti esplode…” L’amarezza è legata ad anni recenti, con

le due finali perse alla guida di Forlì contro

Casalpusterlengo prima e Fortitudo poi, al PalaFiera, in

casa dunque, ed a Foligno. “Anche qui ricordi nitidi:

delusione e rammarico. E considerato che ho provato la

gioia di vincere la Coppa ed il dispiacere di perderla, mi

piacerebbe che il bilancio, che ora è di 2 sconfitte ed una

vittoria alla final-four, tornasse in pareggio…”

Lui, come Daniele

Casadei, la Coppa Italia

l’ha già vinta due volte,

quando giocava a

Casalpusterlengo. “E

visto che so cosa si prova,

mi piacerebbe tanto

vincere la terza”. Lui è

Pierpaolo Picazio, reg-

giano del 1979, capitano

della Paffoni, alla sua

quarta stagione con la

maglia rossoverde ad-

dosso. Quest’anno le

responsabilità per il Pica

sono aumentate: è

arrivata infatti la fascia di

capitano, che nelle ultime stagioni non ha portato

particolarmente fortuna a chi l’ha indossata: “Essere

capitano non mi pesa affatto, anzi direi che è un privilegio,

un vero e proprio onore: forse mi aiuta anche l’esperienza.

In carriera ne ho viste e passate di tutti i colori e dunque

non mi faccio prendere dalla paura o dall’emozione”

Ma cosa significa essere capitano della Paffoni?

“Beh, essere capitano qui forse comporta maggiori

responsabilità che altrove. Perché c’è una maggiore

attenzione da parte della piazza, ci sono tante iniziative

collaterali, dove noi giocatori rivestiamo un ruolo

fondamentale. I tifosi ti fermano per strada, si informano,

ti spronano, ti ringraziano: avvertiamo, forse mai come

ora, l’affetto e la vicinanza.

In tanti lo davano per finito, con quella schiena ballerina

che lo ha condizionato in maniera pazzesca nel passato

campionato: “La scelta che la società ha fatto in estate,

confermandomi, non so quanti avrebbero avuto il coraggio

di farla. Io ho lavorato come un pazzo, tutti i giorni a

giugno e luglio per recuperare la condizione e per farmi

trovare pronto. Faccio gli scongiuri, siamo a marzo e posso

affermare che il lavoro ha pagato: ringrazio per questo il

nostro fisioterapista Manuel Gavioli, che è stato mio

inseparabile compagno di viaggio”

Campionato esaltante, due obbiettivi alla portata e così

vicini ed allo stesso tempo lontani.

“Prima di pensare ai play-off daremo tutto per conquistare

la Coppa e regalare una grande gioia ad Omegna.

D’altronde so che a Castellanza giocheremo in casa, perché

ci saranno tantissimi tifosi a seguirci, oltretutto con una

maglietta celebrativa realizzata per questa occasione

storica. Sappiamo che avremo di fronte una grande

squadra come Trento in semifinale e poi, qualora

passassimo, in finale affronteremmo Napoli o Torino. Noi

siamo pronti: non vediamo l’ora di scendere in campo per

provare a vincere”

Giampaolo Di Lorenzo,

coach Paffoni Omegna Pierpaolo Picazio

11

Dietro le quinte di Omegna con…

R

N° Cognome/Nome Anno Altezza Ruolo

5 BRANDANI Francesco 1993 187 cm P

6 PEDROTTI Michele 1993 184 cm P

7 PASCOLO Davide 1990 201 cm AG

9 SPANGHERO Marco 1991 186 cm P/G

10 SANTAROSSA Walter (q) 1978 200 cm AG

11 FIORITO Simone 1991 200 cm G/AP

13 PAZZI Marco (q) 1979 203 cm C

16 NEGRI Matteo (q) 1991 194 cm G/AP

17 MEDIZZA Devil 1990 198 cm C

19 CONTE Luca (q) 1980 193 cm G

20 FORRAY Andres Pablo (q) 1986 186 cm P

All: Maurizio Buscaglia

La Bitumcalor Trento è alla sua terza stagione consecutiva in questa categoria. Dopo la retrocessione dell’anno scorso la società ha infatti sfruttato la wild card per accedere alla DnA, puntando ad un notevole rinnovamento della squadra. Sono stati confermati il cecchino Conte, il play d’ordine Toto Forray e i due giovani talenti Spanghero, play vivace e tecnico, e Fiorito, guardia di due metri molto promettente. In estate si sono aggiunti al gruppo due giocatori di grande esperienza e di assoluto livello come il centro dalla mano calda Marco Pazzi e la carismatica ed efficacissima ala Santarossa. Loro due hanno saputo guidare molto bene anche gli under Negri, ala piccola tuttofare e grintosa, e Pascolo, lungo di grandissima qualità ed energia. Completano il roster il pivot Medizza e il play Brandani. In campionato, traghettati dal confermato coach Maurizio Buscaglia, l’Aquila ha recitato un ruolo da protagonista crescendo partita dopo partita fino a conquistare la vetta della division nord-est grazie ad un gioco brillante e veloce.

Bitumcalor Trento Carlo Azzolini

2004/2005: Coppa Italia C1, Finale secca

Casale Monferrato Aquila Basket Trento vs Basket Ferentino

77-68 (Coach di Trento Maurizio Buscaglia).

2010/2011: Coppa Italia A Dilettanti Final Four, Montecatini Terme. Finale:

Aquila Basket Trento vs Virtus Pall. Siena 57-66.

I precedenti

POSIZIONE DI DIVISION 1° NORD-EST, 40 punti (20V - 9P)

POSIZIONE DI CONFERENCE 2° SETTENTRIONALE, 40 punti (20V - 9P)

AVVERSARIO DI SEMIFINALE: OMEGNA

PRECEDENTI STAGIONALI:

I- 10° ANDATA, 71-80 (Forray 14, Pazzi 13, Negri 13 )

II - 7° RITORNO, 73-81 (Pazzi 20, Pascolo 14)

La situazione

12

Dopo averla già vinta nel

2005 e persa nel 2011 il

tecnico dell’Aquila è

sicuramente un esperto di

questa competizione.

Quest’anno vuole cercare

di guadagnare la finale

per cercare di portare la

seconda coppa in casa

Bitumcalor. Già, ma di

fronte c’è la schiacciasassi

Omegna.

Coach Buscaglia, come

pensa di battere Omegna?

«Cercando di ripetere l’ultima prestazione che abbiamo

offerto sul loro parquet in campionato. In

quell’occasione abbiamo sfiorato la vittoria. Purtroppo

non siamo riusciti a strappare i due punti però ce la

siamo giocata fino alla fine dimostrando di avere le

carte in regola per metterli in difficoltà. Ed è sicuro che

lo rifaremo anche in semifinale. Scenderemo in campo

con le facce giuste per provare a dire la nostra.

Abbiamo voglia di giocare e di toglierci delle

soddisfazioni. Quando si arriva a questo punto non ci si

può certo tirare indietro».

Anche perché la sua squadra sta giocando un ottimo

campionato?

«Guardo a questa Coppa Italia proprio come ad un

traguardo che premia il percorso che abbiamo svolto

dall’inizio della stagione. L’accesso alla Final Four per il

secondo anno di fila significa che questa squadra lavora

con impegno e che sta costruendo giorno dopo giorno,

partita dopo partita, una sua identità. In noi c’è la

consapevolezza di aver raggiunto un bel risultato».

I favori del pronostico sono a favore delle altre

squadre. Potrebbe essere un vantaggio dal punto di

vista mentale?

«È evidente che noi ci siamo inseriti nel gruppo delle

migliori formazioni del torneo, ovvero di quelle con il

roster più blasonato e forte. Però poi le partite vanno

giocate tutte quante e non si può dare davvero nulla

per scontato. Il nostro compito sarà quello di mettere i

bastoni tra le ruote a tutti i nostri avversari per cercare

di andare avanti il più possibile. L’anno scorso

perdemmo in finale in una partita molto particolare

contro Siena e fu un peccato. Però quest’anno sarà

tutta un'altra storia.

Sin dall’inizio del

campionato Walter Santa-

rossa ha rappresentato il

baluardo della Bitumcalor

in termini di personalità,

carisma e intelligenza

cestistica. Ala grande di

estrema concretezza e

qualità tanto in difesa

quanto in attacco, è una

pedina indispensabile nel-

lo scacchiere di Buscaglia.

Santarossa, secondo lei in

questa Final Four ci sono

le quattro migliori squadre del torneo?

«Dal mio punto di vista mai come quest’anno la Coppa

Italia rappresenta i veri valori del campionato. Tra le

finaliste ci sono le squadre che hanno figurato meglio

nella prima parte di stagione e che tutt’oggi, classifiche

alla mano, costituiscono le migliori formazioni.

Certamente ci sono altre squadre molto forti che

avrebbero potuto ambire ad entrare nella griglia come

Trieste, ma i posti sono quattro. Saranno tutte partite di

alto livello».

È d’accordo con chi dice che la Bitumcalor rappresenta

l’outsider?

«Diciamo che noi siamo partiti ad inizio stagione con

una squadra decisamente molto giovane e molto

rinnovata rispetto alla passata stagione. Perciò abbiamo

lavorato tanto per avere un’identità di gioco ben

precisa. Magari abbiamo faticato un po’ di più rispetto

alle altre squadre che partivano già da una base solida

con giocatori affermati. Adesso però credo che questa

Bitumcalor possa tranquillamente giocarsela con tutti».

La prima partita sarà contro Omegna. Che partita si

aspetta?

«Sarà durissima. Loro sono senza dubbio un avversario

molto competitivo e completo in ogni reparto. Hanno

tiratori temibili e un giocatore come Bertolazzi che

riesce a far girare benissimo i giochi. Pertanto dovremo

difendere con intensità e fare la partita perfetta.

Nell’ultima sfida in campionato potevamo anche

vincere noi, chissà…».

Maurizio Buscaglia,

Coach Bitumcalor Trento

Walter Santarossa

13

Dietro le quinte di Trento con…

R

N° Cognome/Nome Anno Altezza Ruolo

4 SABBATINO Nunzio 1992 190 cm P

5 MUSSO Bernardo Adolfo (q) 1986 192 cm G

8 BASTONE Nicola 1992 193 cm AP

10 GATTI Simone (q) 1982 202 cm AP/AG

11 IANNILLI Andrea (q) 1984 207 cm C

12 PARADISO Alessandro 1992 195 cm AP/AG

13 ROTONDO Paolo 1989 205 cm AG/C

14 RIZZITIELLO Nelson (q) 1984 198 cm AP/AG

16 PORFIDO Alessandro 1993 192 cm G

18 D'AVINO Mario 1993 186 cm P

19 GUASTAFERRO Gabriele 1991 180 cm P

20 LENARDON Simone (q) 1985 189 cm P

All: Maurizio Bartocci

Dalla DNA è ripartito il terzo tentativo in tre anni teso a reinfondere serenità in un ambiente oltraggiato dalle radiazioni (e conseguenti fallimenti) a firma Maione, Papalia e Cirillo. E lo si è fatto ripartendo con un coach caro alla piazza e con una squadra dimostratasi di altissima fascia nel corso della stagione, partendo comunque da ambizioni play-off. Nel quintetto ci dovevano essere e ci sono assolute garanzie. Innanzitutto un pointer tiratore affidabile come Bernardo Musso (ex Brescia e Perugia), che tuttavia non disdegna mai l'apporto a rimbalzo oppure circostanze in cui provare a far valere una straripante fisicità. Abbiamo quindi l’ex Sant’Antimo Simone Gatti, sinonimo di carattere, cuore atletismo, conditi da una superba propensione al perimetro. Proseguiamo quindi con Nelson Rizzitiello, giocatore che al pari di Gatti sta migliorando molto in fase difensiva. Passiamo quindi all’ex Trieste Simone Lenardon e Andrea Iannilli: quest’ultimo, 26 anni, tanta esperienza in A e in Legadue, è divenuto il perno tattico della squadra con rimbalzi e grande presenza. La panchina vanta come nomi noti l’ex Mens Sana e Agrigento Nunzio Sabbatino ed il centro Paolo Rotondo (ex Biella e Latina). Da ammirare poi lo spazio che hanno saputo ritagliarsi l’ex Ferentino Gabriele Guastaferro e Nicola Bastone. Ultimo arrivato la guardia Alex Porfido: ci sarà tempo per apprezzarlo.

BPMed Napoli Davide Uccella

POSIZIONE DI DIVISION 1° SUD-OVEST, 48 punti (24V - 6P)

POSIZIONE DI CONFERENCE 1° MERIDIONALE, 48 punti (24V - 6P)

AVVERSARIO DI SEMIFINALE: TORINO

PRECEDENTI STAGIONALI

3° RITORNO, 58-50 (Gatti 17pt, 7/11 al tiro e 7 rimb)

La situazione

Nessuna partecipazione a Coppe LNP.

1967/68: Vittoria della prima Coppa Italia della storia

Partenope Napoli vs Fortitudo Pall. Bologna 93-68.

2005/2006: Coppa Italia Serie A Final Eight, Forlì, Vittoria

S.S. Basket Napoli vs Pall. Virtus Roma 85-83.

I precedenti

14

Coach, la piazza lo voleva,

e Lei è arrivato…

“Mi sembrava giusto

riaprire un discorso inter-

rotto nel 2008, quando

avevamo messo a punto

una buona squadra. Poi

andò a finire come tutti

ricordiamo. Partire da

zero con una società nuo-

va ma ambiziosa, proprio

a Napoli, è stata una bella

sfida alla quale ho

accettato di partecipare

con entusiasmo”.

In questa stagione è stato

tutto una sorpresa? Qual è

stato il ruolo dei giovani?

“Sapevamo di aver puntato su ragazzi di valore, ma

sicuramente il ruolino di marcia del nostro campionato è

andato oltre le aspettative. Per quanto riguarda gli under

hanno un ruolo fondamentale, vista la strutturazione del

campionato. I più giovani lavorano duramente, sapendo di

dover dare il loro meglio nei minuti a disposizione.

Stanti i risultati, quali sono i punti di forza della sua

squadra e quali quelli da migliorare?

“La chiave è sempre l’intensità, l’attenzione, la

concentrazione, tanto in difesa quanto in attacco. Si tratta

quindi di ridurre quanto più possibile quei momenti di calo

che possono verificarsi all’interno di una partita: rispetto

agli inizi ritengo che siano stati fatti grandi passi avanti in

tal senso”.

Qual è la formazione delle Final Four che teme

maggiormente?

“Tutte e tre sono ottime squadre, che non a caso sono ai

vertici del campionato. Omegna e Trento hanno grandi

attacchi, talento e profondità, soprattutto la Paffoni, ma

anche Torino può contare su tanti terminali offensivi che

sanno prendersi le proprie responsabilità. Sono molto

fisici, hanno una panchina profonda, quattro lunghi di

altissimo livello e Portannese che è uno dei migliori under

del campionato”.

Cosa ne pensa dell'idea di fondo della DNA?

“E’ un campionato interessante ma anche faticoso: a

febbraio e marzo, praticamente, non c’è stato un

momento di pausa, tra campionato e coppa giocheremo

12 o 13 partite. Il livello è poi alto: ogni settimana c’è

qualche risultato a sorpresa, e per ogni obiettivo c’è

grande equilibrio: forse solo Omegna per il momento ha

dimostrato di avere qualcosa in più di quelle altre 4/5

squadre che si giocheranno alla fine la promozione. Ma i

playoff sono tutta un’altra storia rispetto alla stagione

regolare”.

Come valuti la stagione

fino a questo punto,

quanto hanno contato i

tifosi ?

“Non siamo ancora alla

fine, e trarre conclusioni

ora mi sembra avventato,

ma abbiamo vinto tanto, il

gruppo si è unito subito e

sul piano dei risultati non

posso che ritenere positivo

e incoraggiante il nostro

campionato. Il rapporto

con i tifosi è stato poi

splendido: in tante partite

ci hanno dato una grossa

mano, c'è grande affetto

reciproco, e il loro mettere al centro le emozioni mi rende

molto simile a loro per carattere e personalità”.

Gli errori fatti lo scorso anno con Perugia e quelli che

Napoli non dovrà fare, già in queste Final Four, secondo

te...

“Lo scorso anno abbiamo tirato troppo la corda: siamo

stati spettacolari in stagione regolare, ma abbiamo

sommato la stanchezza di tante vittorie , e poi, con alcune

sconfitte abbiamo compromesso la classifica: stavolta con

Napoli non lo abbiamo fatto, abbiamo già superato un

turno grazie a questo primo posto di Division, e questo è

un passo in avanti molto importante. Gli errori si fanno

soltanto una volta”.

In questi anni, cosa è cambiato nel tuo stile di vita,

oppure nel tuo modo di allenarti?

“Il mio modo di allenarmi non è mai cambiato: semmai

quello che è cambiato, ed è aumentato in questi due anni,

è la fiducia in sé stessi, e questo poi ha migliorato la

capacità di leggere le situazioni, la visione di gioco e il tiro,

soprattutto. Le statistiche sono state costanti e rendono

bene questa crescita, ma devo anche dire che se negli anni

scorsi non mi avessero dato spazio e minuti non sarei mai

riuscito ad arrivare a questo livello”.

Quali sono i fondamentali che eserciti maggiormente in

allenamento, per migliorare le tue prestazioni?

“Il mio gioco, come dicevi prima, è totale, riguarda ogni

aspetto del campo: quindi quello che faccio, in ogni

allenamento, è provare a migliorare sempre e su tutto,

quindi anche a livello tattico, sulla visione di gioco e le

scelte che, migliorando il tuo scout, possono anche aiutare

i compagni a dare il meglio di sé: quindi, se voglio alzare il

livello, servono sempre più assist e meno palle perse”.

Un giocatore che temi in queste Final Four.

Concentriamoci prima di tutto su Torino, la nostra

prossima avversaria. E' una squadra completa, in tutti i

reparti: spicca certamente Portannese, ma anche Parente,

Masper e Giadini hanno ottime attitudini e grandi mani”.

Maurizio Bartocci

Coach Napoli Basketball

Bernardo Musso

15

Dietro le quinte di Napoli con…

R

N° Cognome/Nome Anno Altezza Ruolo

5 PARENTE Daniele (q) 1978 190 cm P

6 TASSINARI Federico (q) 1977 195 cm AP

8 CONTI Francesco (q) 1983 205 cm C

9 FONTECCHIO Luca 1991 202 cm AG

10 BALDASSO Lorenzo 1995 190 cm P

11 PORTANNESE Marco (q) 1989 192 cm G

12 MASPER Cristiano (q) 1973 208 cm C

13 CAVALLERO Stefano 1993 194 cm G

14 DEFANT Massimiliano 1989 200 cm AG

16 TARDITI Emanuele 1993 203 cm C

17 GIUSTO Filippo 1989 188 cm P

20 GIADINI Maurizio 1976 200 cm G

All: Filippo Faina

Attualmente la ZeroUno Pms Torino rappresenta i massimi livelli cittadini sul piano cestistico: l’organizzazione, l’ambizione e certamente anche i colori “amarcord” gialloblù hanno sicuramente coinvolto una parte della tifoseria storica dell’Auxilium Torino, oltre al gruppo dei Rude Boys. Sicuramente ci sono segnali di “risveglio” del movimento cestistico cittadino, che anche una società nata nel 2009 dal sodalizio di due storiche realtà del basket piemontese, la Pallacanestro Moncalieri e la Pallacanestro San Mauro. Riuscito il salto di categoria, e passato un discreto anno di “ambientamento” nel girone A di A Dilettanti, la ZeroUno si è ulteriormente rafforzata, tanto da potersi considerare tra i papabili candidati alla promozione in Legadue. Il coach Filippo Faina è un allenatore con un curriculum da categorie superiori, in passato ha allenato diverse piazze storiche del basket. E’ sicuramente l’uomo con l’esperienza giusta al timone di una realtà in grande crescita. In due anni ha contribuito a migliorare le performance della squadra che quest’anno sembra aver acquisito una maggiore sicurezza nei propri mezzi. Quanto al roster, la Pms ha giocatori di tutto rispetto, è una squadra completa caratterizzata da un giusto mix tra esperienza ed atletismo. Ma come sempre, spetta al parquet l’ultima parola.

ZeroUno Torino Matteo Viberti

2008/2009: Coppa Italia C Dilettanti Final Eight, Potenza, Quarti di Finale

Casa Azienda Moncalieri vs U.C. Piacentina 77-93

2009/2010: Coppa Italia B Dilettanti

Final Eight, Foligno, Vittoria Pall. Moncalieri S.Mauro vs U.S. Recanati

74-64

I precedenti

POSIZIONE DI DIVISION 2° NORD-OVEST, 36 punti (18V - 12P)

POSIZIONE DI CONFERENCE 4° SETTENTRIONALE, 36 punti (18V - 12P)

AVVERSARIO DI SEMIFINALE: NAPOLI

PRECEDENTI STAGIONALI

3° RITORNO, 50-58 (Portannese 16pt, 5/11 dal campo, 7 rimb, 3 rec e 2 as)

La situazione

16

Buonasera coach: può farci

brevemente un bilancio

della stagione?

“Premetto che è presto per

tracciare un bilancio, per

mia natura sono uno che

guarda sempre avanti e che

si volta indietro solo a

stagione terminata. Finora

abbiamo dimostrato di

essere una formazione di

tutto rispetto, il nostro

obiettivo primario è

consolidare il secondo

posto. Poi si sa, l’appetito

vien mangiando…”

Quali sono i punti di forza della squadra e quelli da

migliorare in vista dei play off?

“Siamo sicuramente un collettivo valido, ben costruito,

caratterizzato da un buon equilibrio e una panchina che sa

offrire ottime alternative. Purtroppo in questa fase

abbiamo subito alcuni infortuni che ci hanno un po’

ridimensionato. Quello che mi auguro migliori in vista dei

play off è proprio la salute generale della squadra.”

Qual è la formazione delle final four che teme

maggiormente?

“Indubbiamente Omegna. E’ la favorita: ha costruito una

squadra per vincere, è sicura del primo posto in

campionato e potrà dedicare energie maggiori alle Final

Four di Coppa Italia. Anche la Fulgor tuttavia sta facendo i

conti con la grande intensità del campionato DNA, diciamo

che in questa fase in cui le tante partite giocate lasciano il

segno sui giocatori, i giochi sono comunque apertissimi e

tutto può succedere.”

Come organizza gli allenamenti in settimana? Come

ripartisce la tecnica, la tattica e la forma atletica?

“Solitamente dedico due mattinate alla preparazione fisica

ed al tiro. Il martedì ed il mercoledì curo maggiormente la

parte atletica, dal giovedì in poi preparo la partita,

affrontando gli aspetti tattici. In realtà sovente devo fare i

conti con una ‘settimana corta’, visti anche gli impegni

settimanali.”

Quali sono le caratteristiche che un allenatore deve avere

per la gestione di un gruppo?

“L’allenatore deve essere prima di tutto un buon

psicologo, deve riuscire a comprendere i punti deboli non

solo tecnici ma anche caratteriali. Allenare una squadra

seniores è più difficile, devi essere anche fortunato: a

differenza delle giovanili, dove l’allenatore può influenzare

il carattere di un giocatore, il carattere è formato ci si

limita a gestire personalità differenti .A volte si riesce altre

invece no. “

C’è un giocatore della Serie

A o di un massimo

campionato in cui meglio ti

identifichi? Perchè?

“Mi piace tantissimo

Kaukenas, è un giocatore

che lavora intensamente

con grande dedizione e

forza mentale. Cerco di fare

anch’io altrettanto in ogni

allenamento, provo a dare

il massimo sempre.”

In questi anni hai girato

piazze importanti: Monte-

granaro, Scafati, Siena e

Torino, com’è cambiato il

tuo modo di allenarti ed il tuo stile di vita?

“Sicuramente sono stati per me anni di grandi

cambiamenti: Siena è una grande città ma è a misura

d’uomo, Torino è invece una metropoli. Sono due realtà

molto differenti. A Siena ho trovato un gruppo molto

giovane ed un allenatore che mi dava molte libertà. Torino

mi sta facendo maturare molto come giocatore : ho

imparato ad integrarmi in una squadra con giocatori più

esperti ed a stare dentro gli schemi.“

Quali ritieni debbano essere gli obbiettivi per un

giocatore come te?

“Non ho obbiettivi nel lungo periodo. Sono molto

ambizioso ma con la testa al presente : cerco di dare il

massimo partita per partita. “

Che cosa consigli ad un giovane che ci legge e gioca nel

tuo ruolo?

“ Gli direi di allenarsi anche due volte al giorno, di metterci

passione e determinazione. E’ importantissimo soprattutto

per i giovanissimi curare la proprietà di controllo del

palleggio attraverso esercizi di ball handling che sono la

base della pallacanestro. Per i seniores consiglio una

grande attenzione sui fondamentali in allenamento.”

Quali emozioni hai provato a vestire la maglia della

nazionale a livello giovanile?

“E’ stata un ‘emozione grandissima il coronamento di una

fantastica stagione. Giocavo a Livorno, in realtà non mi

aspettavo la convocazione, anche se avevo partecipato ad

alcuni raduni. Quando mi dissero che ero tra i dodici ero

contentissimo. “

Quali sono i fondamentali che ritieni importanti sui quali

ti eserciti più spesso?

“Privilegio in modo particolare il tiro : in sospensione, dal

palleggio e dalla lunga distanza. Curo meticolosamente

anche il palleggio, un fondamentale per me

importantissimo.”

Marco Portannese Filippo Faina,

coach Pms Torino

17

Dietro le quinte di Torino con…

PRO

Nei due precedenti in campionato, la Paffoni ha

superato in entrambe le occasioni la Bitumcalor. 80-71

nel match di andata dopo una partita dominata, 81-73

nel match di ritorno con una grande rimonta.

Il fattore campo: al Pala Borsani di Castellanza la

Paffoni di fatto giocherà in casa, perché da Omegna

arriveranno almeno trecento tifosi pronti a sostenere i

lupi. Un vantaggio non da poco.

La condizione psicofisica. Una squadra che sta

dominando dall’inizio del campionato, che gioca con la

precisione e la puntualità di un orologio svizzero. E che

non vede l’ora di alzare al cielo il primo trofeo.

La profondità della rosa. Non è retorica, ma Di Lorenzo

ha a disposizione dieci-giocatori dieci, che gli

consentono di tenere sempre ritmi alti e di imporre il

suo credo cestistico.

CONTRO

Proprio il 2-0 negli scontri diretti potrebbe essere uno

stimolo per i ragazzi di Buscaglia, che venderanno

carissima la pelle e faranno di tutto per sgambettare i

lupi.

Attenzione a Toto Forray. Quando vede rossoverde è

come un toro nell’Arena: carica a testa bassa. Forse

perché sa che la Fulgor è stata spesso sul punto di

tesserarlo: un amore a distanza mai concretizzatosi.

A che punto sarà il recupero di Prelazzi? Una bella

incognita, che rischia di pesare: Pazzi infatti

rappresenta un lungo difficilmente marcabile. E se il

gaucho non sarà vicino al top, l’ex Perugia rischia di

banchettare nel pitturato.

Prima abbiamo parlato di Forray e Pazzi, ma l’uomo cui

la Paffoni dovrà prestare la massima attenzione è Luca

Conte. Uno che sa accendersi come pochi, che fa

dell’imprevedibilità il suo punto di forza. E lui, contro la

Fulgor, prima in B2 con Casalpusterlengo, poi a

Castelletto, infine a Trento, ha sempre giocato

grandissime partite.

PRO

Attacco: la Bitumcalor ha uno dei migliori attacchi del

campionato. I punti sono ben distribuiti tra tutti i

giocatori, sia tra quelli d’area che tra quelli del

perimetro.

Fantasia: la squadra di Buscaglia può sfruttare le

invenzioni dei senior, le giocate estemporanee dei più

giovani e l’imprevedibilità del suo gioco. Insieme alla

corsa e al gioco aperto a tutto campo sono armi

temibili anche per la corazzata Omegna.

La coppia: il duo Pazzi-Santarossa e sicuramente il più

pericoloso di tutto il campionato, sia per punti

realizzati sia per la mole di gioco che sviluppa. L’intesa

tra il talento del pivot e l’efficacia dell’ala crea problemi

ad ogni difesa, compresa quella di Omegna.

Rotazioni under: l’Aquila può schierare giovani di

grandissima qualità come il play Spanghero, le guardie

Fiorito e Negri e l’ala Pascolo, che nel corso della

stagione sono cresciuti in costanza e personalità.

CONTRO

Continuità: nel corso dei quaranta minuti di gioco

l’Aquila a volte si prende delle pause che consentono

agli avversari di recuperare lo scarto.

Cinismo: spesso e volentieri capace di controllare la

partita e di imporre il proprio gioco, la formazione

bianconera stenta in certe occasioni a chiudere le

partite.

Leggerezza: sotto le plance manca il classico numero 5

classico. Potrebbe rappresentare un problema contro

un centro di ruolo come Prelazzi.

Esperienza: nella semifinale contro Omegna i trentini

dovranno giocoforza affidarsi alla spregiudicatezza dei

suoi giovani in un appuntamento in cui l’esperienza

può valere molto, anche se non tutto.

Presentiamo le sfide: pro e contro di Omegna e Trento

18

PRO

L'atletismo: il presidio sempre più costante sotto

canestro, la valanga di punti che si ottengono in

contropiede, l’amore per la velocità fanno di Napoli

una formazione che forse, neanche la stessa Omegna

può pareggiare per talento squisitamente legato ai

singoli.

Il cuore: sin dalle prime sfide c’è stata la volontà di

vincere, ma soprattutto di vincere senza calcoli,

giocando sempre con coraggio e senza etichette, per

onorare il parquet.

Il tiro da tre punti: alcune scelte dai 6,75 sembrano

spesso forzate, ma quando c'è in un’intera squadra una

data abilità a prescindere, al di là di qualsiasi situazione

tattica, questa può essere soltanto constatata,

apprezzata e applaudita.

La difesa: ormai anche i più restii come Gatti e

Rizzitiello sono diventati provetti marcatori, con

raddoppi, e cambi al momento giusto. C'è poi la

lietissima novità della zona, che ha spesso costretto gli

avversari a fiere balistiche spesso infruttuose.

CONTRO

Le palle perse: lo spreco di possessi è stato in alcune

partite una vera piaga per la formazione partenopea,

complice anche la regia intermittente di Lenardon e

Sabbatino, soprattutto nel feeling alterno con Iannilli.

La difesa su Musso: l’eccessiva emotività e la forte

suscettibilità della stella potrebbe richiedere un

ricambio che però i talenti del quintetto possono

azzardare.

L’incostanza: giocatori del calibro di Gatti e Rizzitiello,

se da un lato, decidono da soli le partite, in altre

occasioni, soprattutto in trasferta, hanno mostrato una

sorta di estraneità al campo che lontano dal calore del

PalaBarbuto rappresenta un vero rischio.

La difesa sui play avversari: in attacco ci sono gli altri,

ma il problema dei piccoli puri del roster partenopeo

contro le grandi è stato spesso la difesa in uno contro

uno e in situazioni di gioco schierate. A Napoli servirà

imporre ritmi alti di gioco per stordire gli avversari.

PRO

L’amalgama: è cambiato poco dall’anno scorso, e il

gruppo è forte. E’ una squadra completa e davvero

profonda, quindi una reale candidata alla vittoria finale,

anche perché capace di esaltarsi contro le più forti.

I giovani: i loro margini di miglioramento possono

ulteriormente rafforzare la squadra: se Defant e

Fontecchio dessero il 20-30% in più di quanto già

danno sotto le plance, diverrebbero devastanti.

I playmaker: Il momento è no, ma Daniele Parente, 34

anni di esperienza e fosforo, è assist-man, ottimo

tiratore da 3, tecnica a classe a prescindere. Il suo

cambio è Filippo Giusto, 23 anni, temperamento e

atletismo, giocatore in crescita. Insieme danno quasi

sempre armonia al gioco PMS.

La versatilità di Giadini e Tassinari. Il primo ha

esperienza e talento, anche se atleticamente in fase

discendente; il secondo, miglior giocatore per Torino lo

scorso anno, sa fare tutto: tiratore, rimbalzista,

carattere forte, agonista. Qualità che in sfide secche

sono fondamentali…

CONTRO

Il fattore campo. La squadra è molto sensibile al fattore

campo. Lontana dal Pala Ruffini a volte “stecca”, anche

contro formazioni sulla carta di livello inferiore: i

momenti recenti lo confermano, con due vinte nelle

ultime sette e tre sconfitte consecutive che

accompagnano la squadra a questa rassegna.

Infortuni. Le assenze che hanno falcidiato la rosa di

Torino hanno sicuramente complicato la situazione: a

Siena Masper non ha giocato e Conti si è bloccato in

corsa. Sembra poi che la squadra sia arrivata piuttosto

logora all’appuntamento, soprattutto con Parente e

Giadini, apparsi affaticati negli ultimi incontri.

Pochi veri terminali offensivi. La squadra è molto legata

alla presenza carismatica del capitano. Considerando

che la squadra ha solo due veri terminali d’attacco

(Masper incluso), le responsabilità ricadrebbero tutte

su Marco Portannese: pressioni forse insostenibili, ma

il gioiellino ex Siena può smentire.

Presentiamo le sfide: pro e contro di Napoli e Torino

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Ringraziamenti La maggior parte delle fotografie utilizzate in questa guida sono di proprietà – o ricavate da fotografie di

proprietà - di Basketinside.com*. Cogliamo la presente occasione per ringraziare tutti i fotografi di

Basketinside.com (in particolare Pierfrancesco Accardo e Marco Magosso) per l’eccellente lavoro svolto, e

senza il quale la realizzazione di questa guida non sarebbe stata possibile, al pari di quello compiuto con

perseveranza e passione da Carlo Azzolini, il Direttore Responsabile Filippo Cagno, Daniele Piovera,

Matteo Viberti e Davide Uccella per introduzioni, interviste, presentazioni e schede relative ad ogni singola

compagine partecipante. Fondamentale quindi l’apporto dei colleghi redattori Carlo Della Marianna,

Daniele Tagliabue e Walter Gorini in fase di impaginazione, cura grafica e messa in rete della presente

guida.

Altre immagini presenti in questa guida sono state ottenute in collaborazione con Alberto Ossola (fotografo

ufficiale Fulgor Basket Omegna), oppure tratte dal portale ufficiale della Lega Nazionale Pallacanestro

(www.legapallacanestro.it), di cui ringraziamo vivamente il Presidente Fabio Bruttini, il Direttore Generale

Giuseppe Gonella e l’Addetto Stampa Giovanni Di Luozzo per la disponibilità prestata nel corso di queste

settimane.

Ulteriori e doverosi ringraziamenti per la cortesia dimostrata nella stesura della guida vanno rivolti:

- alla società Napoli Basketball, nelle persone di Maurizio Bartocci, Marco Caiazzo (Addetto

Stampa), Salvatore Calise (Presidente), Bernardo Musso e Vittorio Marotta (Addetto Stampa);

- alla società Fulgor Basket Omegna, nelle persone di Giampaolo Di Lorenzo, Egidio Motetta

(Vicepresidente), Ugo Paffoni (Presidente), Pierpaolo Picazio e Gianluca Trentini (Addetto

Stampa);

- alla società PMS Basketball Torino, nelle persone di Filippo Faina, Domenico Marchese (Addetto

Stampa), Marco Portannese e Julio Trovato (Direttore Sportivo);

- alla società Aquila Basket Trento, nelle persone di Maurizio Buscaglia, Luigi Longhi (Presidente),

Walter Santarossa e Stefano Trainotti (Addetto Stampa).

Ringraziamenti conclusivi e indispensabili vanno infine indirizzati:

- al nostro affezionato lettore, amico e stimato collega Paolo Taddeo;

- alla società Legnano Basket Knights, nelle persone di Massimiliano Giudici (Addetto Stampa), e Marco Tajana (Presidente);

- al Comune di Legnano – Città di Legnano, nelle persone di Elisabetta Benetti (Addetto Stampa), e Renzo Brignoli (Assessore allo Sport, Turismo, Tempo libero e Politiche giovanili – Centro Informa Giovani).

*Le immagini dei loghi delle squadre rappresentano un marchio registrato o di fabbrica. Si ritiene che possano essere riprodotti su questa guida, in quanto utilizzati a meri fini informativi e descrittivi e comunque per finalità non commerciali e non apposti su prodotti, di alcuna sorta, destinati al mercato commerciale.

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