le specie aliene
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CHE COSA SONO?
0Per specie aliena, in biologia, si intende una qualsiasi specie vivente (animale, vegetale o fungo) che, a causa dell'azione dell'uomo (intenzionale o accidentale), si trova ad abitare e colonizzare un territorio diverso dal suo areale storico. In tal caso, si parla anche di specie alloctona.
Che cosa sono?
Una specie aliena che si inserisce in un nuovo habitat può essere non adatta o non in grado di adattarsi e quindi estinguersi nel nuovo areale o mantenere livelli di popolazione molto bassi, magari solo per un breve periodo di tempo. Esistono molti casi in cui, però, una specie aliena riesce ad adattarsi e a sopravvivere in un habitat nuovo e differente da quello in cui essa si è evoluta e in cui normalmente vive. In questi casi la specie può prosperare nel nuovo ambiente, riproducendosi anche in grandi numeri e per lunghi periodi di tempo.
0 In molti casi, una specie aliena che si adatta a un
nuovo habitat ne altera l'equilibrio, ad esempio
entrando in competizione con una o più
specie autoctone. In alcuni casi, la specie alloctona
prende il sopravvento su una o più specie
originarie, portando le popolazioni autoctone
persino all'estinzione. Uno dei frequenti motivi del
vantaggio delle specie aliene su quelle autoctone è
l'assenza di predatori e parassiti specifici che
possano frenare la crescita di queste popolazioni.
0Ad oggi sono migliaia, le specie aliene
introdotte pressoché in tutti gli ambienti del
mondo, spesso con risultati di
considerevole impatto ambientale ed
economico. In Europa si stima che siano
state introdotte oltre 13000 specie aliene, e
che oltre 1300 di queste causino impatti
negativi sull'ambiente
COME E’ AUMENTATA NEL TEMPO
Ecco un esempioIn Italia
COME SI MUOVONO I RICERCATORI…
0Frontiers in Marine Science ha pubblicato lo studio
“Invading the Mediterranean Sea: biodiversity
patterns shaped by human activities” nel quale un
team di ricercatori greci, francesi e tunisini, rivela
che «Le attività umane, come i trasporti marittimi,
l’acquacoltura, e l’apertura del Canale di Suez,
hanno portato all’introduzione di circa 1.000 specie
aliene nel Mar Mediterraneo».
Come si muovono i ricerctori…
Dal Canale di Suez…
0Il team ha studiato come le attività antropiche,
fornendo, possono plasmare i modelli della
biodiversità nel Mar Mediterraneo. Ne è venuto
fuori che «La ricchezza di specie del Mar Rosso
introdotte attraverso il Canale di Suez è molto
elevata lungo la costa orientale del Mediterraneo,
raggiungendo un massimo di 129 specie per 100
km2 , e declina verso il nord e l’ovest.
Dai trasporti marittimi…
0La distribuzione delle specie introdotte dai
trasporti marittimi è molto diversa, con
diversi hotspot in tutto il bacino del
Mediterraneo , ed di due hotspot principali
per le specie allevate introdotte sono le
lagune di Thau e Venezia. Nella Laguna
Veneta ci sono almeno 60 specie aliene,
soprattutto alghe
0Secondo Katsanevakis, «Utilizzando le
informazioni dal Easin (European Alien
Species Information Network), potremmo
mappare in dettaglio come mai finora quanto
si sia già diffusa ogni specie aliena».
CHE COSA FA LA EASIN?
0La nuova piattaforma Easin facilita l’esplorazione di informazioni sulle specie aliene esistenti permettendo di attingere ad una varietà di fonti di informazioni, sviluppando e rendendo liberamente disponibili strumenti e servizi web interoperabili conformi agli standard riconosciuti a livello internazionale.
Che cosa fa la EASIN?
0La Ciesm (Commission Internationalepour l’Exploration
Scientifique de la Méditerranée) ha a tal riguardo censito nel Mediterraneo 565 specie alloctone appartenenti a diversi gruppi vegetali e animali (132 vegetali, 25 celenterati, 16 briozoi, 141 molluschi, 59 anellidi, 60 crostacei, 12 ascidiacei, 120 pesci). Di queste, 185 sarebbero già presenti nei mari italiani.
L’arrivo di nuove specie ittiche provenienti da aree tropicali extramediterraneeha assunto negli ultimi 30 anni un significativo incremento.
. Il fenomeno è in questo caso da associare soprattutto a spostamenti migratori indotti dai cosiddetti “cambiamenti globali” attribuibili alla perdurante anomalia climatica e al complessivo surriscaldamento del clima, dei mari e degli oceani.
.
Anche se il fattore determinante è da attribuire all’aumento della temperatura, pare che altre variabili abbiano contribuito al consolidamento di tale tendenza.