le scritture del mito la figura di ulisse nel tempo. sperimentazione pon classe 3^b

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Istituto Comprensivo « Battisti – Giovanni XXIII» - Corato Anno scolastico 2012 – 2013 Classe III B Prof.ssa Silvana Cantatore Sperimentazione PON Lingua, Letteratura e Cultura in una dimensione europea PON E-2-FSE-2012-184 Tutor Maria Lina Tarricone

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Nell'ambito del PON Lingua, Letteratura e Cultura in una dimensione europea nella Scuola presidio Battisti Giovanni XXIII di Corato (tutor Maria Lina Tarricone) , la classe 3^ B guidata dalla prof.ssa Silvana Cantatore ha realizzato la sperimentazione del percorso di Italiano Le scritture del mito-La figura di Ulisse nel tempo.

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Page 1: Le scritture del mito la figura di Ulisse nel tempo. Sperimentazione PON Classe 3^B

Istituto Comprensivo « Battisti – Giovanni XXIII» - Corato

Anno scolastico 2012 – 2013

Classe III BProf.ssa Silvana Cantatore

Sperimentazione PON Lingua, Letteratura e Cultura in una dimensione europea

PON E-2-FSE-2012-184 Tutor Maria Lina Tarricone

Page 2: Le scritture del mito la figura di Ulisse nel tempo. Sperimentazione PON Classe 3^B

Siamo delle studentesse della 3^B dell’ Istituto Comprensivo «Battisti-Giovanni XXIII» di Corato. A nome dei nostri compagni presentiamo un percorso didattico scelto dalla nostra professoressa di Italiano che rientra in una sperimentazione denominata «Lingua, letteratura e cultura in una dimensione europea-Area italiano».Abbiamo preso in prestito il titolo dal programma di Alberto Angela «Ulisse: il piacere della scoperta»La nostra, infatti , è stata una vera scoperta perché ci siamo resi conto del fascino che questo eroe ha esercitato ed esercita ancora oggi.Abbiamo scoperto , grazie ai testi letterari analizzati, quante sfaccettature abbia la figura di Ulisse.Volete accompagnarci in questo viaggio?

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Le scritture del mito : la figura di Ulisse nel tempo Ulisse: il piacere della scoperta

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Il giorno 8 aprile 2013 noi alunni della classe 3^ B abbiamo iniziato, con laprofessoressa di Lettere, un percorso didattico intitolato “ Le scritture del mito: la figura di Ulisse nel tempo” , che rientra nell’area tematica “ Istituzioni letterarie”.Questo percorso fa parte di una sperimentazione legata al PON E-2-FSE-2012-184

Lingua, letteratura e cultura in una dimensione europea: Area Italiano.

Finalità principale è quella di imparare ad analizzare e interpretare un testo letterario (in questo caso testi poetici, in prosa, musicali sul mito di Ulisse).

Quando la professoressa ci ha proposto questo percorso eravamo molto curiosi. Le nostre conoscenze su Ulisse si fermavano allo studio di alcuni episodi tratti

dall’Odissea e del canto XXVI dell’Inferno di Dante Alighieri. Cosa potevamo ancora sapere di più su Ulisse? Non potevamo immaginare quanta letteratura sia nata su questo famoso personaggio!

La professoressa ha proiettato sulla LIM un video riguardante gli eroi rappresentati dal cinema, dai fumetti … per arrivare poi all’eroe per antonomasia, Ulisse, e ha focalizzato tutto il nostro percorso su due temi importanti : il “viaggio” e l’“eroe”, spiegandoci il valore emblematico della figura di Ulisse e della sua vicenda presenti nella nostra lingua, nell’arte, nelle metafore , nella vita quotidiana.

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Abbiamo iniziato un brainstorming in cui ognuno di noi doveva esprimere la suaopinione su questi temi: chi è il vero eroe? Perché Ulisse è così moderno? Qualisono le doti di Ulisse?

Le risposte sono state diverse. Un eroe è una “persona forte” “ che non ha paura diessere se stesso”. Ulisse è famoso “ per le sue doti di coraggio, di astuzia”. E’ modernoperché “rispecchia le caratteristiche dei ragazzi di oggi” perché “ tutti vogliono viverela loro vita con coraggio”, “ per la sua sete di avventura”.

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Aprendo la pagina di un motore di ricerca di un computer abbiamo visto tantissime pagine web dedicate a Ulisse e alla sua Odissea. A questo punto abbiamo deciso anche noi di intraprendere il nostro “ viaggio” nell’“universo Ulisse”.

Il nostro compito è stato quello di esaminare quei testi letterari e iconografici che hanno assunto Ulisse come protagonista.

Per ogni testo esaminato abbiamo individuato il nucleo tematico, abbiamo diviso in sequenze, abbiamo attribuito un titolo alle sequenze, abbiamo ricercato le parole-chiave, abbiamo cercato per ogni sequenza le informazioni principali esplicite e commentato il testo.

Come inizio, la professoressa ci ha proposto, attraverso l’uso della LIM, tre icone del re di Itaca:

La riproduzione di un cratere greco a figure nere del VI sec.a.C.La tela di De Chirico “ Il ritorno di Ulisse”Un’ immagine della campagna stampa per la pubblicità Touring Club Italiano.

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Divisi in quattro gruppi di lavoro abbiamo potuto osservare con attenzione, grazie al supporto della LIM, particolari ingranditi

e siamo giunti alle nostre interpretazioni personali dei testi proposti.

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Ecco alcune delle interpretazioni date:

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1^ gruppo Cratere del VI secolo a.C.“ C’erano dei montoni ben grassi, dal vello foltissimo,belli e grandi, e avevano lana colore di viola,questi in silenzio legavo insieme coi vimini tortisu cui il Ciclope dormiva, il mostro assassino,a tre a tre; e quello di mezzo portava un uomo, e due di fianco, avanzando, il compagno salvavano”vv. 425/430 trad. di R. Calzecchi Onesti L’immagine raffigurata sul cratere ( dal greco “mestolo”: contenitore di vino

mescolato ad acqua) è caratterizzata da uno sfondo bianco, una figura nera al centro e da dei fiori messi ai lati. Essa rappresenta un episodio tratto dall’Odissea dove Ulisse e i suoi amici si nascondono sotto un montone per scappare da Polifemo. Ulisse, rappresentato con una spada e il viso rivolto in avanti, incarna una delle sue tante doti: il coraggio e l’audacia che non vengono mai meno neanche dinanzi a drammatiche situazioni

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4^ Gruppo Cratere del VI secolo a.C. “E quando apparve la mattutina Aurora dalle dita di rose,allora si lanciarono al pascolo i montoni; ma le pecore, non munte, belavano presso i recinticon le poppe pesanti. Il Ciclope trafittoda vivi dolori, palpava sul dorso ogni pecora;e non s’accorse, tardo di mente, che i compagnipassavano legati sotto il petto lanoso dei montoni.”

vv.430/436 da Odissea canto IX trad. S. Quasimodo.

Questo cratere del VI secolo rappresenta un’immagine tratta dall’ Odissea raffigurante Ulisse che scappa dalla caverna di Polifemo. Dall’osservazione dell’immagine proposta non si riesce a vedere con esattezza come sia fatto questo cratere: sembra essere la base profonda di un cratere a calice alla quale è stato aggiunto un orlo altissimo. Il fondo è chiaro, mentre Ulisse e il montone sono raffigurati in nero. Si notano delle composizioni floreali ai lati del cratere. In questa immagine la figura di Ulisse è rappresentata come quella di un eroe impavido e coraggioso, determinato ad affrontare pericoli pur di salvare se stesso e i suoi compagni.

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2^Gruppo Dipinto di De Chirico

Su questo olio su tela è raffigurato Ulisse in una pozzanghera d’acqua chiuso in una stanza, forse della sua casa. Alla sua destra è raffigurato un tempio, alle sue spalle un drappo e un divano rievocano il calore e l’intimità di una casa. Su una

parete si apre una grande finestra ( o quadro?) da cui si scorge il mare, un promontorio e un tempio che sembra simile a quello raffigurato nelle casa.

L’espressione dell’eroe rappresenta un uomo quasi stupito di trovarsi là, come sembra anche dal braccio destro proteso in avanti, nel vuoto.

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3^Gruppo

CAMPAGNA PUBBLICITARIA T.C.I.

L’immagine è tratta da una campagna pubblicitaria promossa dal Touring Club Italiano. In questa immagine c’è una parodia del personaggio Ulisse

che è rappresentato con una Sirena e si rivolge ad un servizio di assistenza stradale. La Sirena, personaggio affascinante e pericoloso ricordato da

Omero nell’Odissea, rappresenta il suono dell’antifurto e Ulisse non viene rappresentato come un eroe ma come un qualsiasi uomo in difficoltà che ha bisogno di assistenza. L’eroe così sicuro di sè è ora messo in ridicolo.

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Abbiamo notato come i tre testi propongano esempi di diverse interpretazioni del tema e come gli autoriabbiano interpretato in maniera del tutto personale l’eroe Ulisse rispetto all’ Ulisse di Omero e di Dante. I risultati sono stati sintetizzati in uno schema. La prima immagine rappresenta un episodio dell’Odissea: Ulisse, per uscire dalla grotta di Polifemo e sfuggire al Ciclope, sinasconde sotto il ventre di un montone. Il viso dell’eroe, che impugna una spada ,è proteso in avanti come se volesse avere la situazione sotto controllo. Nella seconda immagine viene rappresentata una stanza con pareti gialle. Sullo sfondo c’è un divano e una tenda . A destra c’è una finestra da cui si scorge il mare e un tempio in lontananza. Al centro c’è Ulisse in una barca in una pozzanghera di acqua. Il suo sguardo è smarrito. La terza immagine rappresenta una parodia. Ulisse è rappresentato con un cellulare all’orecchio e una Sirena accanto. Ulisse chiama l’assistenza del Touring Club perché gli si è incantata la sirena dell’auto. L’eroe ha perso tutta la sua dignità di eroe per diventare un uomo qualsiasi che non sa risolvere un problema.

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Nella fase successiva è iniziato il nostro primo approccio ai testi letterari. Sempre con l’uso della LIM abbiamo ascoltato e letto la canzone di Lucio Dalla “Itaca”, abbiamo letto un testo breve di Augusto Monterosso” La tela di Penelope, o chi inganna chi” e una poesia di Cesare Pavese” Ulisse”.

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ITACA di Lucio Dalla Capitano che hai negli occhi il tuo nobile destinopensi mai a un marinaioa cui manca pane e vino?Capitano che hai trovato principesse in ogni portopensi mai al rematore che sua moglie crede morto? Itaca, Itaca, Itaca la mia casa ce l’ho solo là Itaca, Itaca, Itaca ed a casa io voglio tornare dal mare, dal mare, dal mare

Capitano che risolvi con l’astuzia ogni avventurati ricordi di un soldato che ogni volta ha più paura? Ma anche la paura in fondomi dà sempre un gusto stranose ci fosse ancora mondoCapitano dove andiamo?

Capitanole tue colpe pago anch’io coi giorni mieimentre il mio più gran peccatofa sorridere gli deie se muori è un re che muorela tua casa avrà un eredequando io non torno a casa entran dentro fame e sete.

 

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Ecco un esempio del lavoro svolto. 1^ GRUPPO

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Informazioni espliciteNella prima sequenza un marinaio pone le sue domande a Ulisse e gli chiede se

qualche volta pensa a un povero marinaio o a un rematore che la moglie crede morto.

Nel ritornello il marinaio sogna di tornare a Itaca e quindi a casa sua.Nella terza sequenza è messa in risalto una differenza tra Ulisse e il povero marinaio:

se Ulisse morirà la sua casa avrà un erede mentre la morte del marinaio provocherà nella sua casa fame e sete.

Nella quarta sequenza il marinaio, nonostante la sua paura dell’ignoto, è pronto ad una nuova avventura.

CommentoQuesta canzone è ispirata all’Ulisse dantesco. Chi parla è un marinaio . Si rivolge a

Ulisse e gli fa notare che, per seguirlo, ha abbandonato la sua casa e la sua terra. Ha nostalgia di casa, ha paura, teme di lasciare nella miseria la sua famiglia ma è troppo simile al suo capitano: la paura lascia il posto alla sua sete di avventura. Capitano dove andiamo?

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3^ GRUPPO

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Informazioni espliciteIl marinaio espone il suo turbamento al capitanoIl marinaio spiega al capitano che entrambi pagheranno per le stesse colpe ma con

conseguenze diverse.Ogni uomo avverte il fascino dell’avventura. Commento I grandi uomini diventano tali anche grazie ai piccoli uomini. A esprimere questa

opinione è un marinaio di Ulisse che si rivolge al suo capitano e gli dice che vuole tornare a casa ma, nello stesso tempo, avverte il fascino dell’avventura. La canzone fa riferimento sia all’Ulisse dantesco sia a quello di Omero.

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Favola di A. Monterosso

Ulisse viaggiava perché lei tesseva

Molti anni fa viveva in Grecia un uomo chiamato Ulisse ( il quale, nonostante fosse abbastanza saggio, era molto astuto), sposato con Penelope, donna bella e ricca di doti, il cui unico difetto era la smisurata passione per la tessitura, abitudine grazie alla quale aveva potuto trascorrere da sola lunghi periodi.Dice la leggenda che ogni volta che Ulisse con la sua astuzia scopriva che, nonostante le proibizioni, lei si accingeva a iniziare un’ennesima volta una delle sue interminabili tele, lo si poteva vedere di notte preparare alla chetichella gli stivali e una buona barca, e poi, senza dirle niente, se ne andava a girare il mondo e cercare se stesso. In quel modo lei riusciva a tenerlo lontano mentre civettava con i suoi pretendenti, facendo credere loro che tesseva poiché Ulisse viaggiava e non che Ulisse viaggiava perché lei tesseva, come avrebbe potuto immaginare Omero, che però, come si sa, a volte dormiva e non si accorgeva di nulla. 

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2^ GRUPPO

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Informazioni esplicitePenelope, sposa di Ulisse, è una bellissima donna con tanti pregi ma un bruttissimo difetto: la

smodata passione per la tessitura.Ulisse scappa da sua moglie perché, nonostante le sue proibizioni, lei continua a tessere.Penelope tesse per tenere lontano il marito e poter civettare con i pretendenti, facendo credere

loro che è lei ad essere trascurata dal marito e che per questo motivo si dedica alla tessitura di lunghissime tele.

CommentoNella breve favola di Augusto Monterosso , scrittore guatemalteco celebre per i suoi brevi racconti

paradossali del genere satirico, Penelope, simbolo della pazienza femminile e della fedeltà coniugale, viene rappresentata come una donna frivola e leggera, intenta a civettare con i Proci e a tenere lontano Ulisse tessendo la sua tela ( attività che Ulisse non sopporta). Sembra infatti che Ulisse, ogni volta che lei si accinge a tessere una nuova tela, disperato si metta in mare in cerca di se stesso. I ruoli, all’interno della coppia, sono rovesciati, la donna prevale sull’uomo e vediamo una nuova Penelope, annoiata dalla presenza del marito, infedele.

Dunque, attraverso la parodia di personaggi divenuti simboli di idee che fanno parte del patrimonio comune ( la fedeltà, la sete di conoscere) si dimostra che non esistono valori assoluti inattaccabili e che anche eroi come Ulisse possono essere presi in giro e acquisire una dimensione umana.

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Ulisse

Questo è un vecchio deluso, perché ha fatto suo figliotroppo tardi. Si guardano in faccia ogni tanto,ma una volta bastava uno schiaffo. (Esce il vecchioe ritorna col figlio che si stringe una guanciae non leva più gli occhi). Ora il vecchio è sedutofino a notte, davanti a una grande finestra,ma non viene nessuno e la strada è deserta.

 Stamattina, è scappato il ragazzo, e ritornaquesta notte. Starà sogghignando. A nessunovorrà dire se a pranzo ha mangiato. Magariavrà gli occhi pesanti e andrà a letto in silenzio:due scarponi infangati. Il mattino era azzurrosulle piogge di un mese.

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Per la fresca finestra scorre amaro un sentore di foglie. Ma il vecchionon si muove dal buio, non ha sonno la notte,e vorrebbe aver sonno e scordare ogni cosa come un tempo al ritorno dopo un lungo cammino.Per scaldarsi una volta gridava e picchiava.

Il ragazzo che torna tra poco, non prende più schiaffi.Il ragazzo comincia a essere giovane e scopre ogni giorno qualcosa e non parla a nessuno.

Non c’è nulla per strada che non possa sapersi stando a questa finestra. Ma il ragazzo camminatutto il giorno per strada. Non cerca ancor donnee non gioca più in terra. Ogni volta ritorna.Il ragazzo ha un suo modo di uscire di casache, chi resta, s’accorge di non farci più nulla

C. Pavese

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4^ GRUPPO

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Informazioni espliciteIl vecchio scopre con amarezza che ha fatto suo figlio troppo tardi e non riesce più a farsi

rispettare.Il ragazzo è scappato e quando ritorna non dice nulla e va a letto in silenzio.Il vecchio aspetta al buio. Vorrebbe cadere nell’oblio del sonno ma non ci riesce.Il ragazzo ora non prende più schiaffi. Si è liberato dell’autorità paterna.Il ragazzo cammina, scopre cose nuove ma ritorna sempre a casa, senza più temere suo padre. CommentoCiò che si coglie in questa poesia è il problematico rapporto padre- figlio. Il padre è

preoccupato di non potere esercitare la sua antica autorità sul figlio, il figlio si ribella e fugge. Sembra un moderno Ulisse per quella sua sete di conoscere e fare nuove scoperte: è da solo in strada, per il mondo. Dietro questo atteggiamento del figlio c’è la delusione del padre che non riesce a dormire : lasciare libero per il mondo un figlio è doloroso per chi è sempre stato abituato a farsi obbedire. Comunque il figlio, una volta superato l’ostacolo del difficile rapporto col padre, come Ulisse, fa ritorno a casa.

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Con l’attività 2 abbiamo cominciato ad esaminare testi letterari più complessi per lingua, per contenuto e per forma. Sempre divisi in quattro gruppi abbiamo analizzato le liriche di Umberto Saba “ Ulisse” e di Giuseppe Ungaretti “ Allegria di naufragi”. Anche per questa fase, a fine lavoro le varie ipotesi interpretative dei testi sono state sintetizzate sulla LIM in tabelle riassuntive.

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UlisseNella mia giovinezza ho navigato lungo le coste dalmate. Isolotti a fior d’onda emergevano, ove raro un uccello sostava intento a prede,coperti d’alghe, scivolosi, al solebelli come smeraldi. Quando l’altamarea e la notte li annullava velesottovento sbandavano più al largo,per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regnoè quella terra di nessuno. Il portoaccende ad altri i suoi lumi; me al largosospinge ancora il non domato spirito,e della vita il doloroso amore. Umberto Saba

Allegria di naufragiE subitoriprendeil viaggiocome dopo il naufragioun superstite lupo di mare. Giuseppe Ungaretti

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A questo punto del percorso abbiamo già cominciato a capire come facilmente la figura di Ulisse possa essere interpretata in maniera personale da chiunque, poiché è diventata un simbolo universale. Abbiamo notato che le differenze tra i due testi poetici mostrano che la sensibilità e le storie individuali hanno avuto un ruolo importante nella stesura delle liriche che, pur trattando lo stesso tema, inducono a diverse interpretazioni.

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L’ultimo testo poetico da noi esaminato è stato il sonetto autobiografico “ A Zacinto” di Ugo Foscolo.

In questa lirica abbiamo individuato il tema centrale, i campi semantici, la scrittura della versione in prosa. Il lavoro di analisi della lirica è stato riassunto in tabelle. Ecco un esempio.

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Né più mai toccherò le amate spondeove il mio corpo fanciulletto giacque,Zacinto mia, che te specchi nell’ondedel greco mar da cui vergine nacque Venere, e fea quelle isole fecondecol suo primo sorriso, onde non tacquele tue limpide nubi e le tue frondel’inclito verso di colui che l’acque cantò fatali, ed il diverso esiglioper cui bello di fama e di sventurabaciò la sua petrosa Itaca Ulisse. Tu non altro che il canto avrai del figlio,o materna mia terra; a noi prescrisseil fato illacrimata sepoltura. Ugo Foscolo

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3^ GRUPPO Informazioni espliciteFoscolo ricorda con molta nostalgia Zacinto ( oggi Zante) l’isola in cui è nato e ne ricorda la sua bellezza e il

suo fascino celebrati anche dal poeta Omero, famoso per aver cantato le imprese e le peregrinazioni di Ulisse.

Il poeta non potrà più tornare in patria, la sua tomba sarà in terra straniera e Zacinto del suo figliolontano avrà soltanto il canto.Tema centraleL amore per la terra lontanaCampi semanticiZacinto : sacre sponde, mia, onde, greco mar.Venere : vergine, nacque, sorrisoOmero : inclito verso, cantòUlisse: acque fatali, diverso esiglio, bello di fama e di sventura, baciò la sua petrosa Itaca.Figlio : canto, materna mia terra, illacrimata sepoltura. Scrittura della versione in prosaIl sonetto è un inno d’amore e di nostalgia per la sua terra, Zacinto, isola che sorge nel mar Egeo da cui la

mitologia fa emergere la dea Venere. Anche Omero cantò la bellezza di quel cielo e di quella vegetazione con lo stesso ardore con cui aveva celebrato le avventure per mare e l’esilio in luoghi diversi di Ulisse il quale però, alla fine riuscì a baciare la sua pietrosa Itaca.

Analizzando il significato della lirica, abbiamo notato quanto il parallelo tra la vita dell’autore e il personaggio

Ulisse sia evidente. La vicenda dell’eroe e quella del poeta si richiamano e si avvicinano; la realtà dolorosa dell’esilio evoca nella mente del poeta il rimpianto di una patria ideale in un mondo mitico lontano.

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Interessante è stata la selezione dei campi semantici scaturita dall’esame di alcune parole-chiave.

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A fine attività la professoressa ha fornito a ognuno di noi un questionario per la comprensione del testo, sugli aspetti formali (metro) e linguistici, sull’uso delle figure retoriche e sul significato della lirica. E’ emerso un linguaggio ricco di latinismi e termini letterari. Abbiamo notato come gli aggettivi qualificativi e possessivi esprimano qualità attribuite soggettivamente dal poeta e un sentimento di appartenenza ( Zacinto mia, mia terra…),come gli eventi siano collocati in un passato mitico e in futuro lontano e quante figure retoriche abbia usato il poeta: perifrasi, enjambements, litote.

L’attività 3 è stata ridotta dalla professoressa solo alla fase 4. Attraverso attività di ricerca compiute individualmente, abbiamo approfondito con un breve

testo i seguenti temi: • Ulisse omerico• Ulisse dantesco• Ulisse parodiato• Ulisse nuovo

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Ulisse omerico

Le caratteristiche di Ulisse “ uom di multiforme ingegno” sono sintetizzate nel Proemio dell’Odissea. Ulisse è un uomo dotato di un ingegno multiforme, arricchito da diverse esperienze, forte nel sopportare le avversità, rispettoso degli dei, fiducioso nelle proprie capacità, generoso, tormentato dalla nostalgia per la patria e la famiglia. E’ l’uomo dalle mille astuzie ed è noto per il suo desiderio di conoscenza e di avventura. L’astuzia, l’intelligenza e la sua sete di conoscenza sono le tre caratteristiche che lo portano a compiere l’interminabile viaggio prima del suo ritorno a casa. Ulisse mette in campo la sua astuzia e la sua intelligenza quando è costretto a lottare per la sua vita o per quella dei suoi compagni: un esempio molto evidente è quello riguardante il ciclope Polifemo.

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Una volta prigioniero del ciclope e capite le sue terribili intenzioni, Ulisse attua un piano per fuggire. Dopo aver detto a Polifemo di chiamarsi Nessuno, ordina ai compagni di levigare un grosso tronco trovato nella grotta, rendendone aguzza una estremità, fa ubriacare Polifemo e, quando questo dorme, gli conficca il palo aguzzo nell’unico occhio. Quando gli altri ciclopi accorrono alle grida di Polifemo, questo dice che Nessuno è stato a fargli male. Quelli allora vanno via, pensando a qualche malanno mandato dagli dei. Allora Ulisse si prepara per la fuga: lega i compagni sotto il ventre delle pecore di Polifemo, mentre per sé riserva un montone molto grande. Il mattino seguente Polifemo, ormai cieco, manda al pascolo le sue pecore, tastandole sul dorso per catturare i fuggiaschi. Così Ulisse e i suoi compagni possono raggiungere la nave ma, a questo punto, Ulisse pecca di presunzione e, ormai al sicuro sulla nave, rivela a Polifemo la sua vera identità, scatenando la maledizione del ciclope che chiede a suo padre Poseidone di vendicarlo: infatti il dio del mare tormenterà Ulisse per tutto il suo viaggio.

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La sua sete di conoscenza è invece il motore iniziale del viaggio perché Ulisse è talmente desideroso di fare nuove esperienze e conoscere nuovi luoghi che rinuncia a ritornare a casa subito dopo la guerra di Troia. Un episodio dove si mette bene in evidenza la sua sete di conoscenza è sicuramente l’episodio delle Sirene in cui Ulisse, pur di riuscire a sentire il famoso e fatale canto delle Sirene, tappa le orecchie ai suoi compagni con la cera e si fa legare all’albero della nave.

Ulisse, però, è anche un uomo che prova tanto amore sia per la sua famiglia e per la patria che per i suoi compagni. Il sentimento che gli permetterà di sopportare disavventure e dolori è il desiderio di rivedere la sua terra e la sua famiglia .Infatti quando Ermes arriva all’isola di Ogigia, vede Ulisse che, nonostante si trovi in un’isola meravigliosa con una dea stupenda, è seduto sulla scogliera e piange guardando l’orizzonte e sospirando il suo ritorno a casa. L’amore di Ulisse per i compagni emerge soprattutto in due episodi. Quando la maga Circe fa prigionieri i suoi compagni lui, piuttosto che abbandonarli rimane accanto a loro fino a quando non ritornano liberi sani e salvi. Nell’episodio di Scilla e Cariddi, quando Scilla, il mostro a sei teste, cerca di divorare i compagni, nonostante Circe gli avesse raccomandato di non combattere il mostro, lui lo fa comunque, pur di riuscire a salvare i compagni. Ulisse è un eroe non per la sua forza fisica ma per la sua grande forza d’animo, per la capacità di resistere ai rovesci della sorte, per la sua intelligenza: infatti con le sole armi della sua mente non sarà mai un uomo vinto.

4^ gruppo ( Capogruppo: Katia Saragaglia )

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La modernità e il fascino di Ulisse sta nel fatto che la ricerca del sapere, il desiderio di percorrere strade spesso

inesplorate, rende questo personaggio amato da tutti coloro che ritengono che la libertà di pensiero e di ricerca sia una realtà indiscussa.

Siamo nel XXI secolo e le nuove scoperte in ogni campo( tecnologico, scientifico, medico…) dimostrano il desiderio di fare nuove scoperte sia intimamente impresso nell’uomo del terzo millennio.

Ma Dante appartiene al Medioevo e le scoperte geografiche erano ancora lontane. Nel Medioevo si riteneva che oltre le Colonne d’Ercole ci fosse solo la montagna del Purgatorio e che quelle terre fossero vietate ai viventi. Certamente non si pensava al mare come una possibile via di comunicazione per i mercati orientali, perciò le imprese di Ulisse rappresentavano per Dante una violazione alle leggi divine, un atto di presunzione.

Per l’autore della Divina Commedia la sete di conoscenza di Ulisse ( così normale per noi uomini moderni) era inaccettabile.

Ecco perché l’esortazione che Ulisse fa ai suoi compagni ( “ fatti non foste per viver come bruti/ ma per seguir virtute e canoscenza”) è per Dante un consiglio fraudolento perché la virtù può esercitarsi solo nel riconoscimento dei limiti posti alla conoscenza umana.

Per Dante Ulisse è un genio eversivo e perciò lo colloca nell’Inferno, nell’ottava bolgia tra i consiglieri fraudolenti, nonostante forse la sua personale ammirazione per l’eroe omerico.

3^ gruppo ( capogruppo: Fabiana Petrone)

Ulisse dantesco

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Ulisse parodiatoCon il termine “ parodia” il dizionario recita “ riferimento comico e satirico di un’opera

seria”. Che la figura dell’eroe Ulisse, prode guerriero, si presti alla satira suscita meraviglia. Eppure anche il mito di Ulisse, che tanto fascino ha esercitato sulla poesia di ogni tempo, è stato oggetto di parodie.

Nel cartello pubblicitario, proposto dal Touring Club Italiano, l’eroe è raffigurato con un cellulare in mano perché la sirena dell’allarme ( rappresentata dalla Sirena dell’Odissea di Omero) si è incantata e vuole sapere come fare per staccare l’antifurto.

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Nella breve favola di Augusto Monterosso , scrittore guatemalteco celebre per i suoi brevi racconti

paradossali del genere satirico, Penelope, simbolo della pazienza femminile e della fedeltà coniugale, viene rappresentata come una donna frivola e leggera, intenta a civettare con i Proci e a tenere lontano Ulisse tessendo la sua tela ( attività che Ulisse non sopporta). Sembra infatti che Ulisse, ogni volta che si accinge a tessere una nuova tela, disperato si metta in mare in cerca di se stesso. I ruoli, all’interno della coppia, sono rovesciati, la donna prevale sull’uomo e vediamo una nuova Penelope, annoiata dalla presenza del marito, infedele.

Dunque, attraverso la parodia di personaggi divenuti simboli di idee che fanno parte del patrimonio comune ( la fedeltà, la sete di conoscere) si dimostra che non esistono valori assoluti inattaccabili e che anche eroi come Ulisse possono essere presi in giro e acquisire una dimensione umana.

1^ gruppo ( capogruppo: Valeria Di Gennaro)

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Ulisse nuovo Ulisse non è soltanto l’eroe omerico o il personaggio che Dante incontra nella bolgiadei consiglieri fraudolenti del suo Inferno.Esiste anche un Ulisse nuovo, un Ulisse che nasce dalla fantasia, dall’immaginazione edalle esperienze personali di molti letterati e artisti.

Ecco dunque il capitano che non si accorge del travaglio interiore del suo marinaio (Itaca di Lucio Dalla). Nella lirica di Cesare Pavese il figlio, nuovo Ulisse, si scontra col padre, esce di casa come e quando vuole alla scoperta del mondo, ma poi ritorna a casa come ritorna Ulisse alla sua Itaca. Umberto Saba rievoca la sua giovinezza di marinaio e questa sua esperienza sul mare gli rimarrà dentro anche quando,ormai anziano, viaggia solo col cuore. Ungaretti, naufrago nel mare della guerra, ricorda quell’Ulisse che, come un naufrago, è costretto dal fato a peregrinare per mare e a sopportare molte disavventure.

Infine Giorgio De Chirico ci presenta un altro Ulisse: è un personaggio intrappolato in una stanza, ridotto in una pozzanghera d’acqua, stupito e disorientato, ben lontano dal personaggio classico che tutti conosciamo.

2^ gruppo (capogruppo: Mariarosaria Di Gioia )

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Ulisse nuovo

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Alla fine del nostro percorso di studio siamo ritornati, con un breve brainstorming, alla domanda iniziale : chi è un eroe? chi sono oggi gli Ulisse moderni? Perché Ulisse più di altri eroi classici sopravvive nel tempo? Che significato diamo al suo “Viaggio”?

Siamo giunti a questa conclusione.Con il termine eroe possiamo definire chi lotta ogni giorno tra varie difficoltà per

condurre una vita dignitosa, nuovi Ulisse del terzo millennio che affidano la propria vita al mare potrebbero essere quei disperati che ogni giorno sbarcano sulle nostre coste in cerca di fortuna, chi affronta con coraggio le prove della vita… Ulisse è uno di quei pochi miti che sopravvivono nel tempo per la sua impressionante modernità: è forte, coraggioso, desideroso di sapere, astuto e ingannatore, ma anche legato ai suoi affetti, a volte presuntuoso (quando, ormai al sicuro, sfida Polifemo), a volte un po’ debole e umano (quando soffre di nostalgia per la sua Itaca). Insomma un eroe moderno in cui l’uomo moderno si può immedesimare.

Anche il suo viaggio, quel continuo peregrinare per mare per conoscere terre sconosciute, è la metafora di quel viaggio che ognuno di noi vorrebbe fare nel mare della vita.

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Disegno di Valeria Di Gennaro.

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Riflessioni conclusive

Quando la nostra professoressa ci ha proposto il percorso didattico sulla figura di Ulisse e sui testi letterari che hanno trattato il tema dell’eroe omerico abbiamo pensato ad una noiosa trattazione su un argomento serio e poco accattivante. Non potevamo immaginare quanto questo personaggio sia stato trattato da letterati e artisti di tutti i tempi e quante interpretazioni, varie e originali, ne siano state date!

A fine lavoro abbiamo imparato a:• analizzare e interpretare un testo letterario• stabilire confronti tra il personaggio Ulisse e le diverse interpretazioni che i vari letterati ne

hanno dato• migliorare la nostra competenza linguistica attraverso l’analisi testuale dei testi letterari

proposti.• risolvere, all’interno dei gruppi di lavoro, problemi e difficoltà• agire in modo autonomo e responsabile.Abbiamo capito di far parte di un gruppo di lavoro affiatato e fantastico: la nostra 3^B.

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Ecco, il nostro viaggio è terminato . Ricorderemo tante cose di quanto abbiamo studiato in questi tre anni ,ma

ricorderemo soprattutto questo breve ma bellissimo viaggio con Ulisse.

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Lavoro realizzato dalla

3^B

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Le capogruppo

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Power point realizzato da :Musto Teresa

Nichilo Vanessa Di Gioia Mariarosaria

Ventura Roberta Fiore Cosimo

Saragaglia KatiaBucci Luca