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Le Galassie Lezione 6

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Le GalassieLezione 6

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Le Galassie EsterneAA 2008/2009

Il Teorema del Viriale

2

d

dt(m!!v!) = !

!

" !=!

Gm!m"

|!x! ! !x" |3 (!x! ! !x") + !F!ext = !m!""(!x!)

!

!

d

dt(m!!v!) · !x! = !

!

!," !=!

Gm!m"

|!x! ! !x" |3 (!x! ! !x") · !x! +!

!

!F!ext · !x!

!

!

d

dt(m!!v!) · !x! = !

!

!," !=!

Gm!m"

|!x! ! !x"|3 (!x! ! !x") · !x! +!

!

!F !ext · !x!

Consideriamo un sistema di N particelle in interazione gravitazionale con masse mα (α=1,2,...,N) alle posizioni !x!

Per ogni stella α

Faccio il prodotto scalare membro a membro con e sommo su α:!x!

Analogamente per la stella β

Forza esterna, esempio interazione con materia oscura, gas

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d

dt(m!!v!) · !x! =

12

d2

dt2(m!!x! · !x!)!m!!v! · !v!

!

!

d

dt(m!!v!) · !x! = !1

2

!

!," !=!

Gm!m"

|!x! ! !x" | +!

!

!F!ext · !x!

Le Galassie EsterneAA 2008/2009

Il Teorema del Viriale

3

Sommando membro a membro e dividendo per 2:

Notando che

!

!

d

dt(m!!v!) · !x! =

12

d2I

dt2! 2Ksi ottiene

I =!

!

m!!x! · !x! Momento di inerzia del sistema

K =12

!

!

m!v2! Energia cinetica totale

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12!

!dI

dt(!) ! dI

dt(0)

"= 2"K# + "W # +

#

!

""F!ext · "x!#

Le Galassie EsterneAA 2008/2009

Il Teorema del Viriale

4

W =12

!

V!("x)#("x)d"x3 =

12

"

!

m!#("x!)Energia potenziale del sistema:

!("x!) = !!

" !=!

Gm"

|"x! ! "x" | W = !12

!

!," !=!

Gm!m"

|!x! ! !x" |da cui

12

d2I

dt2! 2K = W +

!

!

!F!ext · !x!Si ottiene infine

Mediando membro a membro sul tempo τ, per τ→∞ si ottiene (dI/dτ è finito)

2!K" + !W " +!

!

!!F!ext · !x!" = 0

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Le Galassie EsterneAA 2008/2009

Il Teorema del VirialeConsideriamo un sistema di particelle in interazione gravitazionale legato ed in equilibrio per cui si possono trascurare le forze esterne. Per esso vale il teorema del Viriale:

< W > + 2 < K >=0

< W > è l’energia gravitazionale media totale del sistema;

< K > è l’energia cinetica totale media.

< W > e < K > sono valori medi su tempi lunghi rispetto ai tempio scala del sistema. Indichiamoli per semplicità con W e K.

K>0 per definizione di energia cinetica (< K > = < Σi 1/2 mi vi2 >) da cui necessariamente risulta < W > < 0 (è un sistema legato ...).

Definendo l’energia totale del sistema E = W+K il teorema del viriale si può riscrivere come E = 1/2 W oppure E = -K

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Uno sferoide è caratterizzato da moti caotici per cui la curva di rotazione quando non è completamente piatta non dice molto sulla massa totale come per i dischi delle spirali.Consideriamo un sistema di N stelle, il teorema del viriale si può esprimere come:

consideriamo per semplicità un ammasso sferico di raggio R, con N stelle di massa m per cui M = m N

ma

con l’assunzione di un sistema isotropo in cui, per l’equipartizione, la dispersione di velocità osservata lungo la linea di vista σr è 1/√3 del totale.

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La Massa degli Sferoidi

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!2

!N"

i=1

12miv

2i

#= W

!M

N

!N"

i=1

v2i

#= W

1N

!N"

i=1

v2i

#= !v2" = !v2

r" + !v2!" + !v2

"" # 3!v2r" = 3!2

r

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Consideriamo una sfera di densità uniforme, di massa M e raggio R, allora

applicando il teorema del viriale:

questa è la cosiddetta massa viriale.In generale:

Si può usare per calcolare il rapporto M/L del sistema. La figura mostra che Mvir è un’ottima approssimazione rispetto a misure di M da modelli dinamici completi → galassie non sono troppo complicate!

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La Massa degli Sferoidi

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Cappellari et al. 2006

best fitrel. 1:1

W = !12

! R

0!(r)"(r)4#r2dr = !3

5GM2

R

Mvirial =5R!2

r

G!3M!2

r = !35

GM2

R

Mvirial = fR!2

r

G

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Kzz =12

!

!

m!vz2! Wzz = !1

2

!

!," !=!

Gm!m"

|!x! ! !x" |

3

(z! ! z")2

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Teorema del viriale tensorialeE se il sistema avesse una distribuzione di velocità anisotropa o semplicemente una componente di rotazione ordinata, buttiamo via tutto?Ovviamente no. Consideriamo l’equazione di partenza (F=ma per stella α, senza forze esterne):

8

d

dt(m!!v!) = !

!

" !=!

Gm!m"

|!x! ! !x" |3 (!x! ! !x") + !F!ext = !m!""(!x!)

!x! = x!!i + y!

!j + z!!k

!z! = z!!kRipetiamo la dimostrazione del teorema del viriale ma usando

invece di ovvero considerando una sola direzione spaziale. Si ottiene:

12

d2Izz

dt2= 2Kzz + Wzz Izz =

!

!

m!z2!con

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Teorema del viriale tensoriale

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Teorema del Viriale Tensoriale: come il teorema del viriale ma per la sola componente z. Relazioni analoghe valgono per x e y.

Se una galassia è “schiacciata” in xy ed è assi-simmetrica rispetto a z allora

!Wzz" > !Wxx" = !Wyy" segno “>” perché W è negativa.

12!2

z <12!2

x =12!2

yAllora la galassia deve essere “anisotropa”:

Se ho una componente di rotazione ordinata V sul piano xy (la stessa in media lungo x e lungo y) allora posso scrivere:

12!2

z <12!2

x +12V 2 =

12!2

y +12V 2

In questo caso posso mantenere l’isotropia e lo “schiacciamento” è supportato dalla rotazione ordinata.

!2z = !2

x = !2y

2!Kzz" + !Wzz" = 0ovvero, facendo la media sul tempo τ→∞

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Si mettono in relazione i vari parametri strutturali ottenibili per una galassia per cercare di capire le proprietà fisiche.Attenzione però a non abusare delle correlazioni!

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Leggi Scala delle Galassie

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What we learn from scaling relations...

VenusYellowstone Park forest fire

Jeep Cherokee running in a garageburning cigar

observable universe

... is sometimes nothing!

Kennicutt, 1989

Kennicutt 1989

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Leggi Scala nelle SpiraliLe curve di rotazione delle galassie a spirale sono piatte a grandi raggi (misure HI) quindi VC è una caratteristica della galassia (si può usare la larghezza della riga HI indicata con W o ΔVC).

Vc correlata con la luminosità della galassia

Relazione Tully-Fisher: L ~ VCα

Qual’è il significato fisico?

Massa della galassia: M = VC2 R / G

Rapporto M/L: M = L (M/L) = L ΥBrillanza superficiale μ: L = μ πR2

Si può quindi scrivere: L ∝ VC4 / ( μ Υ2 )μ Υ2 ~ cost. → stretto legame tra stelle (L) e materia oscura (M).

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Indicatore di Luminosità!

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Le ellittiche più luminose sono più grandi ed hanno una surface brightness minore ovvero la loro “densità di luminosità” sul piano del cielo è minore rispetto alle galassie meno luminose.Le galassie dE e dSph hanno un comportamento completamente diverso dalle Ellittiche e dai Bulge delle spirali!

Leggi Scala nelle Ellittiche

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μB = αMB +β → Re ∝ LB(1-α)/2

log Re = γMB +δ → Re ∝ LB-2.5γ

µB = !2.5 log!

FB

!R2e

"+ ZPB MB = !2.5 log LB + MB!

Le due relazioni sono equivalenti!

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Leggi Scala nelle Ellittiche

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Σ(R

e) [V

mag

arc

sec-2

]

log Re [kpc]

◆ Ellittiche ○ Bulges

◆ Ellittiche

“Kormendy relation”

log σe = αMB +β → σe ∝ LB-2.5α

LB ∝ σe4

“Faber-Jackson relation”

Queste relazioni hanno una dispersione più grande di quanto ci si aspetterebbe dagli errori di misura (χ2 >1).La dispersione intrinseca è la dispersione dei residui (σres) del fit dopo aver tolto gli errori Δ: σint2 = σres2-Δ2

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Il Piano FondamentaleLa dispersione delle correlazioni L-σ, L-R, μ-σ è grande e comunque queste relazioni sono legate tra loro. Consideriamo i 3 parametri indipendenti, μ, σ, R (oppure L, σ, R): esiste una relazione “fondamentale”?

La relazione fondamentale è un piano nello spazio dei tre parametri:

log Re = α log σe +β log μe

detto “piano fondamentale”. E’ equivalente a

Re ∝ σe1.4 μe-0.85

Le altre relazioni sono proiezioni del piano fondamentale e hanno quindi dispersione maggiore!

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Il Piano FondamentaleRe ∝ σe1.4 μe-0.85 Qual’è il suo significato fisico?

Non è altro che una relazione tra rapporto M/L (caratteristico di una popolazione stellare, della sua storia di formazione ed evoluzione) e luminosità L della galassia.Teorema del Viriale: M = ξ σe2 Re / GDefinizione di μ: L = 2μe π Re2

Re ∝ σeα μe-β → σeα Re2β-1 ∝ Lβ → σe1.4 Re0.7 ∝ L0.85

→ (σe2 Re)0.7 ∝ L0.85 → M0.7 ∝ L0.85 → M/L ∝ L0.21

ovvero M/L dipende debolmente dalla Luminosità.Le galassie più massicce sono quelle con M/L più elevato quindi hanno popolazioni stellari più vecchie.La dipendenza di M/L da L derivata dal piano fondamentale che implica una variazione di popolazioni stellari e struttura delle galassie è nota come TILT del piano fondamentale.

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La funzione di luminosità delle galassie ϕ(L) è definita da dN = ϕ(L) dLdN è il numero di galassie per unità di volume con luminosità tra L e L+dL.ϕ(L) si misura di solito in h-3 Mpc-2; h-3 serve per togliere la dipendenza dalla costante di Hubble H0 = 100 h km/s/Mpc (h=0.72).La forma funzionale che meglio descrive la funzione di luminosità è la cosiddetta funzione di Schechter:

ϕ✶ normalizzazione, α pendenza a basse L e L✶ luminosità caratteristica (L>0.1 L✶ “bright” galaxy).

La densità totale di galassie è:

La densità di luminosità totale è:

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Funzione di Luminosità delle galassie

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L ~ L-α

L ~ exp(-L/L✶)

log

Lϕ(L

) [ M

pc-3

]

log L [L☉]L✶

ϕ✶

!(L)dL

L!= !!

!L

L!

"!"

exp(!L/L!)dL

L!

nTot =!

!(L)dL = !!"(! + 1)

!L =!

L!(L)dL = L!!!"(" + 2)

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Funzione di Luminosità delle galassie

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ρ(L) ~L ϕ(L)

ϕ(L)

ϕ(L) globale è caratterizzata da: L✶ ≈9×109 h-2 L☉ corrispondente a M(BJ)=-19.7+5 log hh=0.7 →L✶ ≈2×1010 L☉ (circa come Milky Way);ϕ✶ ≈0.02 h3 Mpc-3; α = 0.46.ρL(BJ)≈2×108 h L☉ Mpc-3 e ρL(K)≈6×108 h L☉ Mpc-3