le confraternite di poggio san marcello

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Le Confraternite a Poggio San Marcello: Confraternita del Santissimo Sacramento, del Gonfalone e della Morte ed Orazione (A cura della Dott.ssa. Roberta Vico) La confraternita è un’unione di fedeli nata con riconoscimento formale dell’autorità ecclesiastica (ha una struttura gerarchica e dipende dall’autorità vescovile 1 ) che ha per scopo la salus animarum e la solidarietà verso i poveri e i bisognosi; essa ha sede in una chiesa, oratorio, cappella o altare 2 . Le confraternite si occupavano anche dei monti di pietà e dei monti frumentari 3 , che tentavano di combattere fenomeni quali l’usura, e degli ospedali (BARCHI 2001, pag.13). Con il Concilio di Trento (1545-1563) la chiesa opera una sistemazione territoriale attraverso il coordinamento delle varie tipologie confraternitali, che si uniscono per omonimia o per funzione. La Confraternita del Santissimo Sacramento e la chiesa di San Nicolò La Confraternita del Santissimo 4 viene riconosciuta ufficialmente il 7 Novembre 1607 con decreto che ordina che ogni parrocchia ne possieda una (FIORANI 2009, pag.107-112). Possediamo la bolla con cui Paolo V 5 riconosce la confraternita poggiana 6 , che prende possesso anche dell’oratorio di San Nicolò e avvia nel 1595 la costruzione della prima omonima chiesa. Non abbiamo testimonianze dirette di questo nuovo edificio, ma due visite pastorali 7 ne denunciano lo stato miserevole: essa doveva sorgere sopra l’Oratorio di San Nicolò, occupandone il lato orientale dell’attuale canonica (BELLINI 2007, pag.30-31). Nel 1758 il vescovo Fonseca ordina ai cittadini di Poggio San Marcello di costruire una nuova chiesa, nel territorio attiguo alla stessa chiesa che dovrà essere demolita; tra l’altro nel 1735 quest’ultima aveva anche subito un incendio. La nuova chiesa di San Nicolò viene realizzata tra 1763 e 1772 da Mattia Capponi (BELLINI 2007, pag.54-58). 1 Esse differiscono sia dalle associazioni monastiche, che sono tenute ad una vita in comune e all’ emissione di voti, che dalle “pie unioni”, che invece sono aggregazioni occasionali. Le Confraternite si riuniscono periodicamente per espletare alcune pratiche di culto e di pietà (FIORANI 1995, pag. 32; CUCCO 1999, pag.8 e FAGIOLO 1999, pag. 14). 2 BELLINI 2007, pag.18-19; FIORANI 2009, pag.53-56 e LUCCHETTI 2010, pag. 9. 3 I monti frumentari sono una scorta di sementi che le confraternite conservano per quei contadini che sono costretti a consumare per la sussistenza anche le quantità necessarie per la semina (BARCHI 2001, pag. 13). 4 Conosciuta anche con altri nomi, come compagnia “del corpo di Cristo” o del “corpus Domini”. 5 Vescovo di Jesi prima dell’elezione al soglio pontificio (BELLINI 2007, pag.37). 6 Essa in realtà era già nata grazie ad una bolla papale del 1588, ma tale copia non è conservata nell’Archivio Parrocchiale come la successiva. E’ riconosciuta come: Confraternita del Sagratissimo Corpo del Nostro Salvatore ch’è Jessù (GRAZZI 1987, pag. 308-309 e BELLINI 2007, pag. 30-31). 7 Del 1725 e del 1758, conservate nel nostro archivio.

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Testo realizzato dalla Dott.ssa. Roberta Vico per il Progetto di Valorizzazione del Patrimonio Culturale di Poggio San Marcello (AN) promosso dall'Associazione Culturale Minerva

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Le Confraternite a Poggio San Marcello: Confraternita del Santissimo

Sacramento, del Gonfalone e della Morte ed Orazione

(A cura della Dott.ssa. Roberta Vico)

La confraternita è un’unione di fedeli nata con riconoscimento formale dell’autorità ecclesiastica

(ha una struttura gerarchica e dipende dall’autorità vescovile1) che ha per scopo la salus animarum

e la solidarietà verso i poveri e i bisognosi; essa ha sede in una chiesa, oratorio, cappella o altare2.

Le confraternite si occupavano anche dei monti di pietà e dei monti frumentari3, che tentavano di

combattere fenomeni quali l’usura, e degli ospedali (BARCHI 2001, pag.13). Con il Concilio di

Trento (1545-1563) la chiesa opera una sistemazione territoriale attraverso il coordinamento delle

varie tipologie confraternitali, che si uniscono per omonimia o per funzione.

La Confraternita del Santissimo Sacramento e la chiesa di San Nicolò

La Confraternita del Santissimo4 viene riconosciuta ufficialmente il 7 Novembre 1607 con decreto

che ordina che ogni parrocchia ne possieda una (FIORANI 2009, pag.107-112). Possediamo la bolla

con cui Paolo V5 riconosce la confraternita poggiana

6, che prende possesso anche dell’oratorio di

San Nicolò e avvia nel 1595 la costruzione della prima omonima chiesa. Non abbiamo

testimonianze dirette di questo nuovo edificio, ma due visite pastorali7ne denunciano lo stato

miserevole: essa doveva sorgere sopra l’Oratorio di San Nicolò, occupandone il lato orientale

dell’attuale canonica (BELLINI 2007, pag.30-31).

Nel 1758 il vescovo Fonseca ordina ai cittadini di Poggio San Marcello di costruire una nuova

chiesa, nel territorio attiguo alla stessa chiesa che dovrà essere demolita; tra l’altro nel 1735

quest’ultima aveva anche subito un incendio. La nuova chiesa di San Nicolò viene realizzata tra

1763 e 1772 da Mattia Capponi (BELLINI 2007, pag.54-58).

1 Esse differiscono sia dalle associazioni monastiche, che sono tenute ad una vita in comune e all’ emissione di voti,

che dalle “pie unioni”, che invece sono aggregazioni occasionali. Le Confraternite si riuniscono periodicamente per

espletare alcune pratiche di culto e di pietà (FIORANI 1995, pag. 32; CUCCO 1999, pag.8 e FAGIOLO 1999, pag. 14). 2 BELLINI 2007, pag.18-19; FIORANI 2009, pag.53-56 e LUCCHETTI 2010, pag. 9.

3 I monti frumentari sono una scorta di sementi che le confraternite conservano per quei contadini che sono costretti a

consumare per la sussistenza anche le quantità necessarie per la semina (BARCHI 2001, pag. 13). 4 Conosciuta anche con altri nomi, come compagnia “del corpo di Cristo” o del “corpus Domini”.

5 Vescovo di Jesi prima dell’elezione al soglio pontificio (BELLINI 2007, pag.37).

6 Essa in realtà era già nata grazie ad una bolla papale del 1588, ma tale copia non è conservata nell’Archivio

Parrocchiale come la successiva. E’ riconosciuta come: Confraternita del Sagratissimo Corpo del Nostro Salvatore ch’è

Jessù (GRAZZI 1987, pag. 308-309 e BELLINI 2007, pag. 30-31). 7 Del 1725 e del 1758, conservate nel nostro archivio.

La Confraternita del Gonfalone e la devozione alla Madonna del Soccorso

Tale Confraternita8viene riconosciuta ufficialmente nel 1486 da Innocenzio VIII: si occupava anche

del riscatto degli schiavi (FIORANI 2009, pag.84). Possediamo anche in questo caso la bolla di

riconoscimento, datata 4 Luglio 16079. Con tale decreto la confraternita viene aggregata a quella di

Roma (BELLINI 2007, pag. 37). La nascita di questo sodalizio è legata indissolubilmente alla

devozione verso la Madonna del Soccorso: tale tradizione è diffusa in tutta Italia e nelle Marche

stesse, anche sotto varie denominazioni, come Madonna “delle Grazie” e “della

Misericordia10

”(FILENI-SERINI 1991, pag.34).

La Confraternita possedeva una chiesetta presso l’attuale circonvallazione del paese11

e sembra

esistere sicuramente nel 1514, ma secondo l’Annibaldi era già stata costruita nel ‘400. Sull’altare

già presente l’immagine della prima Madonna del Soccorso12

sostituita nel 1608 dall’attuale, una

scultura lignea raffigurante la Madonna in trono con il bambino in braccio. La chiesetta però già ai

primi del ‘600 dà segni di cedimento strutturale(BELLINI 2007, pag.39).

La Costruzione della chiesa all’interno del castello, nella posizione che conosciamo oggi,

incomincia nel 1646 e termina nel 1662. La chiesa ha una pianta ovale, sulle 8 colonne con capitello

si ergono 4 archi sul cui sfondo c’è l’altare maggiore che ospita la statua della Madonna. Altri due

altari laterali ospitavano inizialmente i due dipinti del Ramazzani, mentre attualmente vi sono

collocate delle statue. Sopra gli archi si curva la volta a forma di cupola, che culmina con una

lucerniera. Sopra la Sagrestia si trova la sede della confraternita del Gonfalone; una scaletta di legno

conduce alla torre campanaria ristrutturata nel 178613

(BELLINI 2012, pag. 14).

8 Detta del Gonfalone perché i suoi affiliati erano ordinati sotto la bandiera della loro compagnia, levandosi in difesa di

Roma per tutelare gli interessi della religione e della giustizia sotto la protezione di Maria (FIORANI 2009, pag. 79-81). 9 Nominata come: “Venerabile confraternita del Gonfalone eretta nella Chiesa di Maria SS.ma del Soccorso di Poggio

San Marcello”. 10

La Madonna ha però un’origine distinta dal Gonfalone: è già presente nel ‘400 quando scoppia nel contado di Jesi, e

non solo, una tremenda pestilenza (BELLINI 2007, pag. 39). 11

In Via Sobborgo per intenderci. 12

Conservata attualmente presso il Museo Diocesano (GALEAZZI- PERLINI- URIELI 2001, pag.35; DONNINELLI

2012, pag. 9). 13

Una mattone ne ricorda il restauro.

La Confraternita della Morte e Orazione e l’oratorio omonimo

Questa Confraternita14

era dedita all’assistenza dei moribondi o alla sepoltura e al suffragio dei

defunti; nasce nel 1552 riconosciuta da papa Giulio III come “Santa Maria dell’orazione e della

morte” (FIORANI 2009, pag. 116-119). Dal prezioso Archivio Parrocchiale non possediamo il

decreto di nascita di questo collegio, ma dello statuto “Regole ed ordinazioni della Venerabile

Compagnia della morte, ed Orazione di Poggio San Marcello (---) nella propria Chiesa di S. Croce

(---)” datato al 185115

.

Verso la fine del XVI la Confraternita di Santa Croce incomincia la costruzione dell’Oratorio

omonimo: esso è più piccolo di quello attuale, serve alle riunioni dei confratelli e come spedale per

i poveri o per i viandanti. Nel 1685, su richiesta del vescovo, il piccolo Oratorio diventa il cimitero

di Poggio San Marcello, almeno fino al 1871: anche per questo motivo la chiesa è detta

“tumulante”16

. Non abbiamo notizie sulla ricostruzione della Chiesa di Santa Croce, ne di quando

essa assume l’aspetto che conosciamo attualmente, ma da una descrizione del 1880 essa non sembra

avere particolari ornamenti artistici (BELLINI 2007, pag. 33-35).

14

Conosciuta anche come Confraternita della “Buona Morte” e dei “Poveri e della Morte”, a Poggio, Confraternita di

“Santa Croce” (così come la sua chiesa). 15

BELLINI 2007, pag. 34. 16

Fino a questo momento era stata la Chiesa di San Nicolò a espletare questa funzione in quanto chiesa parrocchiale: si

legge però dai documenti che oramai la cavea di tale costruzione era colma e non poteva più ospitare salme. L’oratorio

avrà due cavee distinte per la tumulazione, rispettivamente, di uomini e donne e bambini.

BIBLIOGRAFIA

BARCHI 2001= G. Barchi, Le confraternite a Castelplanio dal XVI al XX secolo, Jesi, 2001.

BELLINI 2007= C. Bellini, Poggio San Marcello e il suo Archivio Parrocchiale, Castelplanio,

2007.

BELLINI 2012= C. Bellini, I monumenti architettonici religiosi I tesori di una piccola comunità. I

beni culturali ecclesiastici (Catalogo della Mostra, dal 4 Agosto 2012), Poggio San Marcello, 2012,

pag.13- 23.

CUCCO 1999= G. Cucco, I tesori delle Confraternite, Sant’Angelo in Vado, 1999.

DONNINELLI 2012= E. Donninelli, Andrea di Bartolo in I tesori di una piccola comunità. I beni

culturali ecclesiastici (Catalogo della Mostra, dal 4 Agosto 2012), Poggio San Marcello, 2012, pag.

2-3.

FAGIOLO 1999= V. Fagiolo, Le confraternite, Frascati, 1999.

FILENI-SERINI 1991= M. Fileni, P. Serini, La statua della Madonna del Soccorso di Poggio San

Marcello. Storia, arte e fede, Città di Castello, 1991.

FIORANI 1995= A. Fiorani, La storia e i caratteri della devozione lauretana delle confraternite,

Ostra Vetere, 1995.

FIORANI 2009= C. Fiorani, Le Confraternite, Ostra Vetere, 2009.

GALEAZZI-PERLINI-URIELI 2001= S. Galeazzi, A. Perlini, C. Urieli, Guida al Museo

Diocesano di Jesi, Jesi, 2001.

LUCCHETTI 2010= A. Lucchetti, La Confraternita del SS. Sacramento e la chiesa del crocifisso

D’Ete, Recanati, 2010.