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Dicember 2013 ____________________________________________ Anno I numero 5 1 Mensile di informazione culturale – Anno I N. 5 – dicember 2013 Aut. Tribunale Milano n. 151 del 20/05/2013 Car i mè amis, è passato un altro anno…e sono sedici dalla fonda- zione. Il numero dicono porti buono, tuttavia per non dar luogo a errate interpretazioni preciso che siamo giunti sino a qui non per fortuna ma per il costante im- pegno di tanti amici e volontari, che per onor, senza ciappà nanch on ghèll, gh’hann daa ona man a la Cre- denza. Nel seguito di questo numero troverete il reso- conto del premio di Poesia e Prosa : “Prima che vègna nòtt” con i premiati. Nella giornata della premiazione importanti personalità ci hanno gratificato della loro presenza: il presidente di FNM spa ing. Norberto A- chille, il dott. Marco Balsamo consigliere di una impor- tante associazione milanese Agoràfutura che sta colla- borando con noi e con la Consulta Lombarda allo svi- luppo del progetto Il Poliedro de l’Armonia a Tavola (v. n. 3 della Frusta), il multiforme protagonista della cultura e tradizione milanese Roberto Marelli, la dott.ssa Maria Paola Domini presidente provinciale di ENS-Ente Nazionale impegnato nell’importante missione a favore dei non udenti, il poeta professor Edoardo Zuccato presidente della giuria del nostro XVI premio e il nuovo gruppo di artisti Carta Bianca che ha allietato il pome- riggio. Nel seguito della Frusta è dettagliatamente riportato il pro- gramma dello spettacolo teatrale della Compagnia Carta Bianca. Per l’attività del 2013 nel numero tre della nostra Frusta abbiamo già presentato il dettaglio delle inizia- tive realizzate, e in questo numero natalizio vi aggiorniamo con le novità, alcune in anteprima assolu- ta. Il 23 novembre al Teatro Don Bo- sco si è tenuto il Primo Festival de Milan concorso riservato alle can- zoni milanesi e lombarde organizzato e promosso dalla Fondazione Renata Quattropani benemerita per la sua attività di promozione della ricerca per il trattamento della Leucemia Cronica e per il sostegno ai malati col- piti da questa grave malattia invalidante di cui Giovan- na Ferrante è presidente ed anima fondatrice. Hanno collaborato all’organizzazione ed allietato l’evento i giovani e bravi Amici della Musica e della Spettacolo presentati dal loro attivissimo presidente Luigi Frojo, lo spettacolo nel suo sviluppo è stato condotto, con abi- tuale verve, da Roberto Marelli con la presenza straor- dinaria di Pelé che ha portato un’ondata di buon umore con le sue storie della “Milano della mala” accompa- gnato dal suo Tollofono e dal maestro Mario Toffoli alla chitarra. Hanno partecipato alla finale dodici can- zoni tutte molto belle e divertenti. Il primo premio del- la Giuria Tecnica, della quale ha fatto parte la Credenza con il Circolo Filologico, l’Accademia del Dialetto, Radio Cernusco Stereo, il Sodalizio Brambilla, Fanco Friggeri coordinatore teatrale ed Anna Priori nota attri- ce, è andato a Gigi Pellegrini noto a tutti i Credenzieri per aver allietato con le sue canzoni durante vari nostri incontri sociali. In questo numero presentiamo in “anteprima mondia- le” una straordinaria iniziativa: “IL MANIFESTO DELLA CUCINA AMBROSIANA” ! che si svilup- perà a partire dall’anno prossimo nell’ambito del il Po- liedro de l’Armonia a Tavola. Dobbiamo segnalare due eventi particolarmente tristi per la cultura di Milano: la importante e storica Libre- ria Pecorini che aveva una bella sede, proprio di fronte alla Credenza, dopo stoici tentativi di resistenza ha do- vuto chiudere e si è trasferita in altra sede alla Bovisa. Mentre la Libreria di largo Mahler ha chiuso definitivamente. Nel seguito ne riportiamo il triste e sconsolato addio. Altri casi sono accaduti anche fra le sto- riche bancarelle di libri antichi e vecchi nelle quali si trovavano a prezzi conve- nienti edizioni rare o esaurite, tramite lo- ro vengono rimessi in circolo intere bi- blioteche pazientemente raccolte da pri- vati collezionisti e studiosi altrimenti de- stinate al macero. Fra i motivi certo le gravose imposte comunali, ma anche un certo sordo, dilagante disinteresse per la lettura dei testi in originale cartaceo, di amore per la lettura paziente fatta di an- notazioni, di segnalibri, di riletture, di ricordi allineati sulle librerie, di godere il piacere anche tattile di tenere fra le mani un amico discreto da sfogliare lentamente anche alla luce dell’abat-jour prima di prendere sonno! Un mondo lontano dall’efficiente freddo del digitale, utile certo, oggi irri- nunciabile, ma invisibile archivio di bit senz’anima. Quando una porta di accesso e diffusione alla cultura chiude è un segnale preoccupante per tutti noi. Augu- riamoci che gli operatori del settore resistano, e conti- nuino nella loro imprescindibile missione. Grazie a tut- ti gli amici, che spero continueranno ad esserci vicini ed a promuovere la Credenza seguendone l’attività an- che portando nuovi associati, e allora Bon Fèst a tucc: Natal, fin d’ann, princippi d’ann, bòna Epifania e sere- nità anca per el rèst del 2014, cara la mé gént cerchèm de stà, per qèll che pòdom: sù alégher. ...se védom, el vòster Giuseppe Frattini.

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Dicember 2013 ____________________________________________ Anno I numero 5

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Mensile di informazione culturale – Anno I N. 5 – dicember 2013 Aut. Tribunale Milano n. 151 del 20/05/2013 Car i mè amis, è passato un altro anno…e sono sedici dalla fonda-zione. Il numero dicono porti buono, tuttavia per non dar luogo a errate interpretazioni preciso che siamo giunti sino a qui non per fortuna ma per il costante im-pegno di tanti amici e volontari, che per onor, senza ciappà nanch on ghèll, gh’hann daa ona man a la Cre-denza. Nel seguito di questo numero troverete il reso-conto del premio di Poesia e Prosa : “Prima che vègna nòtt” con i premiati. Nella giornata della premiazione importanti personalità ci hanno gratificato della loro presenza: il presidente di FNM spa ing. Norberto A-chille, il dott. Marco Balsamo consigliere di una impor-tante associazione milanese Agoràfutura che sta colla-borando con noi e con la Consulta Lombarda allo svi-luppo del progetto Il Poliedro de l’Armonia a Tavola (v. n. 3 della Frusta), il multiforme protagonista della cultura e tradizione milanese Roberto Marelli, la dott.ssa Maria Paola Domini presidente provinciale di ENS-Ente Nazionale impegnato nell’importante missione a favore dei non udenti, il poeta professor Edoardo Zuccato presidente della giuria del nostro XVI premio e il nuovo gruppo di artisti Carta Bianca che ha allietato il pome-riggio. Nel seguito della Frusta è dettagliatamente riportato il pro-gramma dello spettacolo teatrale della Compagnia Carta Bianca. Per l’attività del 2013 nel numero tre della nostra Frusta abbiamo già presentato il dettaglio delle inizia-tive realizzate, e in questo numero natalizio vi aggiorniamo con le novità, alcune in anteprima assolu-ta. Il 23 novembre al Teatro Don Bo-sco si è tenuto il Primo Festival de Milan concorso riservato alle can-zoni milanesi e lombarde organizzato e promosso dalla Fondazione Renata Quattropani benemerita per la sua attività di promozione della ricerca per il trattamento della Leucemia Cronica e per il sostegno ai malati col-piti da questa grave malattia invalidante di cui Giovan-na Ferrante è presidente ed anima fondatrice. Hanno collaborato all’organizzazione ed allietato l’evento i giovani e bravi Amici della Musica e della Spettacolo presentati dal loro attivissimo presidente Luigi Frojo, lo spettacolo nel suo sviluppo è stato condotto, con abi-tuale verve, da Roberto Marelli con la presenza straor-dinaria di Pelé che ha portato un’ondata di buon umore con le sue storie della “Milano della mala” accompa-gnato dal suo Tollofono e dal maestro Mario Toffoli

alla chitarra. Hanno partecipato alla finale dodici can-zoni tutte molto belle e divertenti. Il primo premio del-la Giuria Tecnica, della quale ha fatto parte la Credenza con il Circolo Filologico, l’Accademia del Dialetto, Radio Cernusco Stereo, il Sodalizio Brambilla, Fanco Friggeri coordinatore teatrale ed Anna Priori nota attri-ce, è andato a Gigi Pellegrini noto a tutti i Credenzieri per aver allietato con le sue canzoni durante vari nostri incontri sociali. In questo numero presentiamo in “anteprima mondia-le” una straordinaria iniziativa: “IL MANIFESTO DELLA CUCINA AMBROSIANA” ! che si svilup-perà a partire dall’anno prossimo nell’ambito del il Po-liedro de l’Armonia a Tavola. Dobbiamo segnalare due eventi particolarmente tristi per la cultura di Milano: la importante e storica Libre-ria Pecorini che aveva una bella sede, proprio di fronte alla Credenza, dopo stoici tentativi di resistenza ha do-vuto chiudere e si è trasferita in altra sede alla Bovisa.

Mentre la Libreria di largo Mahler ha chiuso definitivamente. Nel seguito ne riportiamo il triste e sconsolato addio. Altri casi sono accaduti anche fra le sto-riche bancarelle di libri antichi e vecchi nelle quali si trovavano a prezzi conve-nienti edizioni rare o esaurite, tramite lo-ro vengono rimessi in circolo intere bi-blioteche pazientemente raccolte da pri-vati collezionisti e studiosi altrimenti de-stinate al macero. Fra i motivi certo le gravose imposte comunali, ma anche un certo sordo, dilagante disinteresse per la lettura dei testi in originale cartaceo, di amore per la lettura paziente fatta di an-notazioni, di segnalibri, di riletture, di ricordi allineati sulle librerie, di godere il piacere anche tattile di tenere fra le mani un amico discreto da sfogliare lentamente anche alla luce dell’abat-jour prima di prendere sonno! Un mondo lontano

dall’efficiente freddo del digitale, utile certo, oggi irri-nunciabile, ma invisibile archivio di bit senz’anima. Quando una porta di accesso e diffusione alla cultura chiude è un segnale preoccupante per tutti noi. Augu-riamoci che gli operatori del settore resistano, e conti-nuino nella loro imprescindibile missione. Grazie a tut-ti gli amici, che spero continueranno ad esserci vicini ed a promuovere la Credenza seguendone l’attività an-che portando nuovi associati, e allora Bon Fèst a tucc: Natal, fin d’ann, princippi d’ann, bòna Epifania e sere-nità anca per el rèst del 2014, cara la mé gént cerchèm de stà, per qèll che pòdom: sù alégher. ...se védom, el vòster Giuseppe Frattini.

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XVI concorso di poesia e prosa “…. prima che vegna nòtt” Si è concluso il 7 dicembre presso il ridotto Sales di Via Copernico, 9 a Milano l’annuale premiazione del concorso di poesia e prosa “… prima che vegna nòtt” organizzato dall’Antica Credenza di Sant’Ambrogio. Il concorso, aperto a tutte le lingue comprese nei territori della Regione Lombardia, del Canton Ticino (Confe-derazione Elvetica), Novara, Verbano Cusio Ossola, ma anche di altre province delle regioni confinanti a-venti ceppo linguistico lombardo e che si inserisce nel filone di iniziative volte alla conservazione, valorizza-zione e promozione della cultura lombarda, in particolare del patrimonio linguistico, ha raggiunto un impor-tante traguardo: ha superato i 3 lustri di vita, essendo giunto infatti alla sua XVI edizione ed, in via del tutto eccezionale, è stato dedicato a Piero Mazzarella, il più grande attore (milanese) di tutti i tempi e prestigioso presidente della giuria del XV concorso di poesia e prosa “… prima che vegna nòtt”, recentemente scompar-so. Presidente della giuria anche quest’anno un uomo di cultura: Edoardo Zuccato, noto poeta bosino e pro-fessore Associato di letteratura inglese presso l’Università IULM di Milano, dove insegna dal 1991. È anche caporedattore della rivista Testo a fronte, e fa parte dell’Editorial Board della rivista Comparative Critical Studies (Edinburgh, UK). Attualmente è Direttore dell'Istituto di Arti, Culture e Letterature Comparate della IULM. La parte dedicata all’intrattenimento ha visto come protagonisti un nome nuovo nel mondo dello spettacolo, la Compagnia Carta Bianca, che ha aperto una serie di finestre teatrali su temi, persone e scene prettamente milanesi, ripresi poi nelle canzoni in un misto di poesia e umorismo. L’evento è stato realizzato grazie all’intervento dell’Ente Nazionale Sordi. Come da tradizione, prestigioso il parterre del comitato d’onore, composto da: Norberto Achille, presidente delle FNM, Marco Balsamo rappresentante di Agoràfutura, cui hanno fatto buona compagnia lo scrittore e attore Roberto Marelli, che ha presentato la sua ultima novità editoriale, il presidente e vicepresidente della Antica Credenza, rispettivamente Giuseppe Frattini e Gianni Staccotti, nonché gli altri membri della giuria, il poeta Renato Colombo e lo studioso di lingua e cultura milanese Pierluigi Crola. In questa edizione del con-corso meritano di essere segnalati tre partecipanti, di cui due internazionali: una poetessa che ci manda poe-sie in milanese da un paesino vicino a Parigi (già in una passata edizione avevamo avuto un poeta che ci a-veva mandato poesie in milanese dall’Argentina) e un concorrente del Canton Ticino e per la seconda volta ha partecipato anche un prete da un paese in provincia di Bergamo. Per quanto riguarda il risultato, la giuria composta da Edoardo Zuccato (presidente), Renato Colombo e Pier-luigi Crola, dopo aver esaminato attentamente i componimenti e aver tenuto conto della grafia (per il milane-se), dello stile e dei contenuti, ha così deciso:

Concorso di prosa 1° classificato: Luna de Milan di Tullo Montanari 2° classificato: Ricordass di Raffaello Spagnoli 3° classificato: Dove vanno a finire i palloncini? di Giovanni Penati Concorso di poesia 1° classificato: El prim cafè di Velise Bonfante 2° classificato: Ciamìm per nòmm di Daniele Ardigò 3° classificato: Senza cornis di Alessandro Bogani

Pierluigi Crola

La frusta de sant Ambroeus periodico mensile registrato presso il Tribunale di Milano il 20-05-2013 con il n. 151 stampato in proprio Direttore responsabile Giuseppe Frattini - Redattore Giovanni Staccotti - Impaginazione Bruno Colombo Collaboratori: Pierluigi Crola, Milo de Angelis, Giulio Piacentini Editore Antica Credenza di Sant’Ambrogio Via Rivoli, 4 20121 Milano tel 02 45487985 www.anticacredenzasantambrogiomilano.org - E-mail: [email protected]

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Quando la religione diventa storia e cultura Spesso riteniamo, a torto, che un episodio legato anche alla religione sia un fenomeno squisitamente religioso e che, pertanto, celebrarlo, significherebbe discriminare gente di altre fedi. Ma non è così. E di esempi e di gente che ha com-piuto questo errore, specialmente importanti cariche politiche, la storia ne conta a iosa. Partiamo dall’episodio più re-cente per la cronaca politica, la battaglia di Legnano, avvenuta il 29/05/1176, dove la Lega Lom-barda, formata da diversi comuni delle principali regioni del Nord, ha combattuto contro l’Imperatore Federico Barbarossa per rivendicare il diritto ad una sacrosanta autonomia. Questo fatto è al centro di una decisione della nostra Regione, che proprio in questi giorni ha voluto prendere ad esempio per istituire la festa della Lombardia. Un evento molto importante che è da ricordare anche per un altro motivo: in prima fila nella battaglia, oltre alla Compagnia della Mor-te, vi era il Carroccio, un carro con un crocefisso e una campana, la famosa Martinella, la cui “in-venzione” la tradizione attribuisce all'arcivescovo di Milano, Ariberto d’Intimiano (XI secolo) tra il 1037 ed il 1039. Ecco un primo esempio, dove le componenti della società, quella laica e quella religiosa, si uniscono insieme per fare la storia. Un altro esempio molto significativo è dato dalle radici giudaico-cristiane dell’Europa, quelle radici che proprio il Parlamento Europeo ha rifiutato di includere nel preambolo alla sua Costituzione e che invece costituiscono l’essenza stessa del concetto di Europa. Non a caso il patrono del nostro conti-nente è san Benedetto, un religioso che univa alla preghiera il lavoro. E non a caso sul suo esempio sono nati nei secoli successivi i certosini e i cistercensi, che non hanno solo pregato, ma hanno anche “inventato” le marcite, un sistema di irrigazione che rivoluzionerà in meglio l’agricoltura. Ecco un altro esempio in cui la religione si è “incarnata” nella sto-

ria e nella cultura. Vorrei concludere però con un segnale di speranza e di pa-ce, altrimenti sembra che la religione calata nella storia sia soprattutto legata a eventi bellici o di sopraffa-zione. E la nota lieta viene dal-la nostra amata Milano e pro-

prio quest’anno cade l’anniversario lungo ben 17 secoli. Sto parlando dell’Editto di Milano (noto anche come E-ditto di Costantino o Editto di Tolleranza) l'accordo sot-toscritto nel febbraio 313 Costantino per l'Occidente e Licinio per l'Oriente, con il quale venne equiparato il Cri-stianesimo alle altre religioni professate nell’Impero Ro-mano. Grazie a questo Editto, che ha sancito una svolta decisiva nella storia, vengono poste le basi di quella cul-tura e spiritualità europea che oggi i padri dell’Europa vogliono disconoscere e che gli stessi amministratori del-la nostra città non mi sembra abbiano molto tenuto in considerazione. Per porre fine a queste sterili polemiche bisognerebbe però che tutti gli “uomini di buona volon-tà” si adoperino per risolvere una volta per tutte, col loro fattivo contributo, questo “scontro fittizio” tra culture differenti, quella laicista anticlericale e quella storica, quella cioè della onestà intellettuale e di chi è non è in malafede e riconosce l’oggettività del fattore religioso non rinchiuso nelle sacrestie ma legato alla storia e quin-di degno di essere celebrato anche da chi non è cattolico o cristiano. Pierluigi Crola Nelle pagini centrali troverete una strana pubblicazione in italiano e in dialetto. E’ il primo manifesto nella storia della Cucina Ambr osiana , da noi ideato e studiato, proposto con La Consulta Lom-barda sotto l’egida della Charta Ambrosiana condivisa da De.CA e del Poliedro de l’Armonia. Questa importante ini-ziativa è sostenuta e condivisa dalla Accademia dei Cuochi Professionali e da CAPC il Politecnico della Cucina. Ricor-diamo che il Poliedro de l’Armonia ha avuto il patrocinio dalla Camera di Commercio di Milano, EPAM-DeCA, ASA, FNM, Provincia di Milano, da EXPO2015 Comitato Scientifico Comune di Milano, Ass.ne Marmisti Lombardi, Famiglia Mene-ghina Circolo del Giardino.

EL SCIOR CARERA L’E’ TORNAA Una grave assenza incombe sulla Città di Milano: ad oggi i suoi notabili non sono ancora riusciti, o peggio sarebbe il non aver voluto realizzare né l’Accademia del Teatro Milanese con una propria sede, né una Scuola di Teatro Milanese! E’ GRAVISSIMO! Da anni ha chiuso il teatro Gerolamo, le vari osterie e cabaret (Derby, Prati-cello, Briosca, Brioschina).Tutte le Città europee con una tradizione teatrale e linguistica di cabaret hanno destinato spazi a questo fine. Nessun so-stegno all’unica radio che parla milanese: Radio Meneghina gloriosamente mantenuta in vita, ap-pesa a un filo, da Tullio Barbato: un eroe! Biso-gna fare qualcosa a riguardo, protestare senza ri-guardo. E…dico ancora: “a chi la tocca la tocca” , questa responsabilità è ormai scritta nella storia di Milano, e non si può far finta di non vedere e non sentire! Noi ne parleremo ancora, non dubitate: Prima che vègna nòtt!!!

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MANIFESTO DELLA CUCINA AMBROSIANA I Notabili Cittadini Lombardi di nascita ed adozione nel nome della Cultura Cucinaria si rivolgono a tutti i Cultori del Convivio

e con unità di intenti

PRESO ATTO che nella formazione del multiforme panorama gastronomico italiano ed europeo hanno avuto grande ruolo il clima, la natura del ter-reno, i commerci e l’indole dei singoli popoli che, con le loro tradizioni in un percorso di reciproco sostegno dell’economia agraria e

silvo-pastorale grazie alla varietà delle risorse e dei generi consumati in un sostanziale equilibrio della dieta quotidiana che aveva ritenuto di codificare già Bonvesin de la Riva con le sue cinquanta cortesie da tavola scritte nel XIII secolo per un fenomeno durato secoli che ha costruito memorabili sintesi socio-culturali, veri patrimoni dell’Umanità, si ritiene quindi sia giusto il tempo in cui si

debba riconoscere nuovamente l’ambito della

TERRA AMBROSIANA così, come si è detto, è venuta geogastronomicamente definendosi nel corso dei secoli sino ad oggi per specifiche antiche ragioni storiche, linguistiche, di tradizione popolare, alimentare ed agricola che, pur nelle diverse ricche sfumature, hanno profonde radici

comuni di condivisione e scambio. Si viene quindi ad identificare questo vasto territorio nella attuale Lombardia estesa ad ovest agli antichi territori del Sesia, a nord

alla Corona Alpina col Canton Ticino e a sud dal corso del Po ed alle terre più direttamente afferenti, con un sostanziale ed evidente richiamo all’Antico Ducato Visconteo Sforzesco nella sua massima espansione del 1402.

Per dare corpo a questo progetto viene qui condiviso il marchio creato dalla Consulta Lombarda Camera Confederale delle Associa-zioni Culturali Lombarde nell’ambito dei programmi mirati a valorizzare gli aspetti della Cultura Lombarda

che trovano la loro identità nel format:

IL POLIEDRO DE L’ARMONIA A TAVOLA©®

CHARTA AMBROSIANA e DeCA

® confermano una proposta cucinaria che affonda le sue radici nella rassegna di cucina milanese, organizzata dal Comune di Milano nel

1985, e nell’edizione del 1998 in collaborazione con E.P.A.M. (Ass.ne Provinciale Milanese Pubblici Esercizi) in occasione del I° e II° Salone dei Sapori tenutisi a Milano.

I pilastri di Charta Ambrosiana e DeCA sono: 1) Netta distinzione dalle semplici elencazioni di piatti simili a solisti portatori di singole armonie, precisando che il pranzo deve es-sere concepito nel contesto di uno stile concertante secondo l’accezione del verbo conserere, per evidenziare il carattere di dialogo, di intreccio, che caratterizza effettivamente lo stile concertante, un appagamento sensoriale che coinvolge i sensi che sono carichi di un contesto di consuetudini, storia, ambiente, la Charta Ambrosiana e DeCA si collocano così nella dimensione della tradizione e radici gustative ambrosiane che questo progetto intende far conoscere ed apprezzare; 2) Ogni locale (ristorante, osteria o trattoria) aderente alla Charta Ambrosiana ed a DeCA proporranno una lista di vivande facenti parte della migliore tradizione ambrosiana, le cui ricette sono fedelmente interpretate dal cuoco del locale ed i vari piatti devono es-sere correttamente accostati in un Menù con l’abbinamento al vino più adatto; 3) La Charta Ambrosiana e DeCA non si limitano ad indicare un solo piatto “specialità del locale”, ma lo inseriscono nel contesto di una serie di piatti che nei Menù costituiscono l’essenza come in un Poliedro di una ricca Armonia dove sostenibilità etica-estetica in dimensione ecologica, fisica, biologica, in una esperienza condivisa, conviviale, una sensorialità sostenibile partecipativa intersogget-tiva; 4) I Menù proposti e definiti da ogni locale devono avere carattere di chiara proposta nella Qualità e Prezzo 5) La proposta gastronomica potrà variare in funzione delle scelte del gestore del locale e della stagione; 6) I Menù proposti sono in un continuo divenire reso possibile da una versione informatica carattere distintivo di questa presentazio-ne rispetto ad altre proposte in forma fissa nella staticità della versione cartacea; 7) L’adesione del singolo locale deve contestualizzare la propria presenza su base territoriale entro ambiti che consentano di valoriz-zare non solo gli aspetti gastronomici Ambrosiani, ma anche la storia e le tradizioni della città, paese, quartiere secondo proposte di itinerari o vicinanze di presenze di rilevante valore turistico o costituire locations di eventi culturali di cui il locale costituisce la Sosta Golosa;

FORTI DI QUESTI PRINCIPI che costituiscono altresì una esperienza culturale ed educativa e critica aperta al confronto ed all’incontro con altre culture e promo-zione delle risorse del Territorio Ambrosiano, certi che stante le specifiche radici popolari cui si riferisce esistano principi interna-zionali di interpretazione alimentare al di là delle varie etnie e religioni, questo Consesso approva il presente Manifesto Programma-tico e lo sottoscrive nell’impegno a sostenere, difenderne e diffonderne i principi gastronomici. MILANO, il giorno 29 di novembre dell’anno 2013 SI PONE QUESTO DOCUMENTO ALLA FIRMA DEI CONVENUTI E SOSTENITORI

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MANIFEST DE LA CUSINA AMBROSIANA I Notabil Cittadin Lombard de nascita e adozion in del nòmm de la Coltura Gastronòmica se rivòlgen

a tutti i Cultor del Convivi e con unità de intent

CONSTATAA che el sfaccettaa panorama gastronòmich italian e europeo el s’è formaa anca grazie al clima, a la natura del terren, ai commerci e al caratter di vari pòpol che, cont i sò tradizion hann sostegnuu a vicenda l’economia agraria e quella di

bosch e di bergamitt in virtù di risors e di prodòtt consumaa tegnendo present l’equilibri de la dietta de tutti i dì giamò codificada da Bonvesin de la Riva cont i sò cinquanta cortesii da tavola scrivuu in del tredicesim sècol per on fenòmen

che l’ha daa origin a sintesi sòcio-colturai memorabil, effettiv patrimoni de l’Umanità, se cred che l’è vegnuu el moment bon de riconoss ancamò el spazzi de la

TERRA AMBROSIANA inscì, come emm ditt, la s’è definida a livell geografich e gastronòmich in di sècol fina al dì d’incoeu per antigh reson stòrich, linguistich, de tradizion popolar, alimentar e agricola che, anca se con nuanz different, gh’hann comun radis

profond de condivision e scambi. Se pò donca fà corrispond sto vast territòri a la Lombardia del dì d’incoeu insèma ai antigh territori del Sesia a òvest, ai Alp e al Canton Tesin a nòrd, al cors del Po’ e ai terr pussee strettament collegaa a sud, in sostanza a l’Antigh Ducaa di

Viscont e di Sfòrza consideraa in la soa massima espansion del 1402. Per portà innanz sto progett s’è decis de approvà el simbol creaa da la Consulta Lombarda Camera Confederal di Asso-ciazion Colturai Lombard nassuu per fà conoss e dà el giust valor a tutti i aspett de la Coltura Lombarda che la troeuva

la soa identità in del fòrmat:

EL POLIEDRO DE L’ARMONIA A TAVOLA ©®

la CHARTA AMBROSIANA ® e De.CA

confermen ona proposta gastronomica che la gh’ha i sò radis in la rassegna de cusina milanesa, organizzada dal comun de Milan in del 1985 e in la edizion del 1998 in collaborazion con E.P.A.M. (Associazione Provinciale Milanese Pub-blici Esercizi) in occasion del primm e second Salon del Gust che l’è staa faa a Milan.

I fondament de la Charta Ambrosiana hinn: 1) El mangià el gh’ha minga de vess on fin, ma ona manera per gustà e condivid i savor e l’identità gastronòmica mi-

lanesa e “lombarda”, perchè rimanden a ona stòria, ona tradizion e abitudin che la Charta Ambrosiana la voer fà conoss e apprezzà;

2) Tutti i sit (ristorant, osterii ò trattorii) che aderissen a la Charta Ambrosiana gh’avarann de propònn ona lista de mangià de la miglior tradizion ambrosiana; de soramaròss i ricett gh’hann de vess cusinaa dal coeugh second la tra-dizion e gh’hann anca de vess correttament cobbiaa con el vin pussee adtt;

3) La Charta Ambrosiana la se limita nò a indicà on piatt soll come specialità del local, ma le mett insèma a ona serie de ricett che in di Menù “formen un insèma unich”, come in d’on Poliedro de ona ricca Armonia indove la dimen-sion ecologica, fisica, biologica e l’aspett convivial diventen ona ròba sola;

4) I Menù propòst e definii da ògni local gh’hann de vess valid in la Qualità e giust in del Prezzi; 5) La proposta gastronòmica la podarà cambià a seconda de la “sensibilità”del gestor del local e de la stagion; 6) I Menù pròpost su un suppòrt informatich gh’hann el vantagg che pòden vess cambiaa al moment; 7) L’adesion de ògni local voeur dì che el gestor el gh’avarà minga de valorizzà l’aspett gastronòmich Ambrosian, ma

anca la stòria e i tradizion de la soa città, paes ò quarttier, per mezz de propòst de itinerari turistich ò colturai, ma anca offrendo el sò local come spazzi per avveniment colturai;

BEN CONSAPEVOL DE STI PRINCIPPI che rappresenten anca ona esperienza coltural, educativa e critica disponibil al confront e a l’inconter con alter coltur e on’occasion de promozion di risors del Territòri Ambrosian, sicur che i specifich radis popolar de sto territòri hinn co-mun a tanti part del mond, pòpol e religion, sta Assemblea la dà l’approvazion a sto Manifest Programmatich e le sotto-scriv, con l’impegn de sostegnì, difend e fà conoss i sò principi gastronòmich.

FIRMAA:

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A Milano chiudono le librerie! Carissimi tutti, sostenitori e amici della Libreria, un anno e mezzo dopo il mio primo tentativo di chiudere sono arrivato ora all’irrevocabile decisione di farlo davvero. Devo obbligatoriamente arrendermi all’evidenza: al momento la Largo Mahler è soltanto fonte di perdite. Avevo sperato, spinto dall’onda delle tantissime attestazioni di affetto e di solidarietà concreta ricevute l’anno scorso, che così non fosse, ma nulla sembra girare per il verso giusto. Nonostan-

te l’infittirsi di eventi e iniziative che organizzo e a cui aderisco, non sono riuscito a far cambiare quel segno “meno”, che tanto mi assilla, dai miei libri contabili. L’interminabile crisi economica, il fatto che nel nostro paese si legga sempre meno, le caratteristiche anomali del mercato dell’editoria in Italia, la concorrenza delle vendite on-line e la diffusione sempre più capillare del libro in formato elettroni-co, mi hanno sconfitto definitivamente. Gli ultimi mesi sono stati davvero disa-strosi. Non ho più risorse alcune. Spero mi comprendiate e mi possiate aiutare a “chiudere” al meglio la mia attività. Dall’inizio di settembre ci sarà infatti una grande svendita: tutto al 50%.Alla dodicesima estate la Libreria Largo Mahler chiude i battenti. In questi ultimi mesi ho tentato nuove strade. Dal cercare una nuova sede più grande, in modo di avere spazio per presentazioni, incontri, corsi, degustazioni; a nuovi contatti e sinergie con il mondo culturale del quartiere. Ho avuto contatti con la giunta comunale e il consiglio di zona. Ho collaborato con le scuole, le biblioteche, l’Auditorium, la Calusca, il Centro Asteria, il Festival Lette-ratura Milano, Lettidinotte, ReteCinque, eccetera, eccetera. Un anno fa sono stato tra i fondatori della nuova associazione Librerie Indipendenti Milano. Ho continuato il mio impegno con l’ALI, l’Associazione Librai Italiani, di cui credo che con la mia libreria sia stato tra i suoi soci più “piccoli” in assoluto. Insieme a molti di voi sono riuscito a organizzare eventi all’esterno della libreria, utilizzando osterie e caffetterie vicine, il nuovo giardino Primo Moroni e soprattutto la cara bella piazzetta qua davanti. Come non ricordare “Sopra la panca”, un’etichetta che ha contraddistinto le iniziative dell’ultimo anno e mezzo di vita della Largo Mahler. Purtroppo però la panca non è stata sufficiente a farla campare. Un ringraziamento a tutti voi per questi faticosi, ma bellissimi ed emozionanti anni insieme. Luca, il Libraio di Largo Mahler ED ORA CHIUDE Ed ora chiude, Era piccola e silenziosa Ma dal cuore Grande E molto laboriosa. Vi entravano i bambini, Le madri e Tanti innamorati Dalla magia Di Luca Spesso contagiati. Andava a scuola Luca, Pieno di cartoni, E sopra i banchi Metteva i suoi meravigliosi Aquiloni, ricchi di colori, Di fiabe, di storie e Di sapere tanto che Le mie care figlie Era impossibile riuscire a farle soprassedere. Dalla sua bocca Ogni giorno

Usciva poesia: Buon giorno! Intonava a chi Ogni mattina Con lei Amava Dedicare del tempo Alle parole, Prima di correre via. Ed ora chiude la libreria, Piccola e silenziosa, Nel nascere e nel morire Ora è arrivato il suo momento Di partire. Ma non temete Non è finita Perché per il tempo che è Vissuta Ha generato Molta altra vita. Laura Simeoni

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I funerali di Tecoppa Già da anni i radical-chic milanesi e i giornali loro portavoce avevano celebrato la morte della lingua milanese e, con essa, la definitiva scomparsa del teatro e delle tradizioni meneghine, ma i recenti funerali dell’attore dialettale Piero Maz-zarella sono diventati l’imperdibile occasione di metterci, più che metaforica-mente, una pietra sopra. La chiusura del Teatro Gerolamo, nel 1983, con il pre-testo della larghezza insufficiente delle uscite di sicurezza (pare che mancassero dieci centimetri di apertura), in realtà per contrasti politici tra il Partito Comuni-sta e la giunta Socialista di allora, da trent’anni a questa parte ha privato Milano della Compagnia Stabile del Teatro Milanese. Al Teatro Gerolamo infatti aveva sede la Compagnia, finanziata dal Comune di Milano attraverso il Piccolo Teatro di Paolo Grassi e diretta da Carletto Colombo. Tra la fine degli anni Cinquanta e la metà degli anni ’60, al Teatro Gerolamo avevano recitato tutti i grandi artisti milanesi, da Giorgio Gaber a Enzo Jannacci, da Milly a Tino Cartraro, Leda Ce-

lani, Piero Mazzarella, Anna Priori, Roberto Marelli, Liliana Feldman, Tino Scotti, Rosalina Neri, Walter Valdi e per il Gerolamo avevano scritto autori come Ciro Fontana, Carlo Maria Pensa, Umberto Simonetta Nato nel 1813 come Teatro Fiando e ristrutturato dall’architetto Mengoni nel 1868, il Teatro Gerolamo ha rappresentato per più di un secolo la grande tradizione del Teatro Milanese, poi ha chiuso, nell'indifferenza generale, come hanno chiuso per sempre, negli ultimi trent’anni, diversi altri grandi Teatri Milanesi di tra-dizione: il Teatro Olimpia, il Teatro Uomo, il Sant'Erasmo, il Convegno, l’ Excelsior, l’Odeon e....se Milano non interverrà in tempo, anche il glorioso Teatro Gerolamo. Nel marzo 2013 il Teatro della memoria ha fat-to una manifestazione di protesta davanti al portone chiuso di Piazza Beccaria, proseguendo poi la manife-stazione in piazza Duomo e in Galleria, per attirare l’attenzione dei milanesi (si può vedere un filmato su YouTube) e delle autorità cittadine, chiamate a interessarsi della gloriosa sala teatrale, ora di proprietà dell’Immobiliare Ceschina, per restituire ai milanesi un pezzo della loro Storia e della loro Identità culturale. Fino ad ora però da parte del Comune di Milano non ci sono state reazioni di sorta. Sperèm ! Attualmente a Milano il Teatro milanese da anni è scomparso dai maggiori teatri cittadini. Con la sola ecce-zione del Teatro della Memoria, che tiene alta la bandiera dell’autentica tradizione teatrale milanese. In questi ultimi quindici anni infatti , al Teatro della Memoria sono andati in scena i grandi autori della Sca-pigliatura, da CLetto Arrighi (Carlo Righetti) al Ferravilla, da Carlo Bertolazzi a Carlo Dossi, dalle origini portiane a Delio Tessa e, per stare alla contemporaneità, da Giovanni Danzi a Walter Valdi, da Nanni Svam-pa a Piero Mazzarella che, non ha caso, ha fatto dono del cappello del Ferravilla al Teatro della Memoria, che lo tiene esposto in una vetrina, nell’atrio del piccolo teatro di via Cucchiari, 4. Un indirizzo prezioso per chi continua ad amare la lingua milanese e il suo teatro di tradizione.

El Meneghin Il Tecoppa, personaggio del teatro dialettale milanese (così detto dal suo abituale intercalare Dio te coppa «Dio t’accoppi»), è una figura singolare, creata da Edoardo Ferravilla sulla fine del-l'Ottocento. E’ una figura divenuta subito popolare. Allampa-nato, curvo, dal passo incerto, nemico del lavoro, strano miscuglio di furberia e ingenuità, è la vivace raffigurazione di un tipo ai mar-gini della società. Il Tecoppa, ancora prima che Ferravilla gli desse vita e nome, lo si poteva incontrare in molti rioni della vecchia Mi-lano, ma soprattutto nelle osterie di periferia.

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El dì de la vigilia di Giovanni Rajberti

Van tucc a faa ona visita al verzee che ‘l deventa l’ottava maravilia per virtù di pessee, cervellee, fruttireou e pollireou. che esposizion de trutt, de storion! Zandalinn de salam e de pescioeu, de lugnaegh, de lengu affumicaa, codeghitt, busechitt e cervelaa; e capponn a monton, e pollin senza fin, e on sterminni de occh bianch, gras, biott, cavezzaa col straforzin; triffol, légor, salvadegh e fasan; gh’è la grazia de Dio proppì a balocch che la naspa la vista e la consola; bel fondamment per el peccaa de gola! gh’è on proverbi a Milan

che tutti i salmi va a fenì in gloria; e istess i bon cristian fenissen tutti i fest in pacciatoria. El prim dì de l’ann già se comensa a mangià la carsenza; se fa onor a San Bias col panatton; San Giusepp l’è el vin dolz con i tortej; San Giorg, panera o lacc e mascarpon; Pasqua la gh’ha ‘l cavrett a l’uso ebrej, e, per fa la differenza, no se scappa de fa l’insalatinna e i oeuv in ciappa; gh’è ‘l rosari e i marron. Figurev poeu ‘l Natal che tra i fest l’è la festa principal; se sent fin a tre mess, e capirii che gh’è anca l’obblig de mangià per tri. El men che sia l’è panatton, torron, e rosoli e mostarda e pollinon: e per la pitoccaja luganeghitt, cazzoeula e gran vinaja. “ Bon Natale bon fest voj ti, ciavo: bon fest e bon Natal”. El gran salut l’è quest de la gent a la bonna e natural.

Giovanni Rajberti , nasce nel 1805 a Milano in una casa di Via Fiori Oscuri dove è stata posta una lapide. Dopo gli studi classici, che lo preparano alla carriera di scrittore e poeta, si laurea anche in medicina. Dalla sua opera: l’arte di convitare spiegata al popolo del 1850 è tratto El dì de la vigilia: un boz-zetto di vita milanese sul calendario delle festività .

Lo scorso 21 novembre alla biblioteca Isimbardi Tullo Montanari, scrittore e artista ha letto alcuni brani scelti di Delio Tessa:poeta espressionista ignorato. nella stessa occasione Pier-luigi Crola ha espresso alcuni concetti sull’importanza dell’identità leggendo testi di Renato Colombo, Emilio De Marchi e Carlo Cattaneo. L’attività dei nostri due soci proseguirà il 12 dicembre 2013 alle ore 18 in via Laghetto 9/11 presso il negozio CHIAMA MILANO

dove verranno presentati due volumi molto interessanti 1) Pierluigi Crola On quaicòss per rid in sul seri - vol. I (storia seria e divertente della letteratura milanese) 2) Tullo Montanari Stòri per grand (fiabe classiche rivisitate in lingua milanese). Partecipate numerosi!