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La radio: storia e linguaggioLa radio: storia e linguaggio
di Andrea Sangiovannidi Andrea Sangiovanni
Linguaggi della comunicazione audiovisivaa.a. 2014/2015
Linguaggi della comunicazione audiovisivaa.a. 2014/2015
Io mi sono tanto “arrabattato” per molti anni nell’intento di limitare la ricezione dei messaggi alla sola stazione cui erano diretti e non mi sono accorto di avere in mano una fortuna di inestimabile valore: la radiodiffusione. La possibilità di ricevere contemporaneamente in molte località un’unica trasmissione fu considerata per molti anni un gravissimo difetto della radio ed essa invece può rendere immensi servizi circolari
18951895 1906 1916 1924 1938Anni ‘3019241935
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1954 1964 1974 1976
Marconi e la radiotelegrafiaMarconi e la radiotelegrafia
Quella sera sul presto i marconisti delle navi entro un raggio di parecchie miglia si misero all’ascolto appena intercettarono un segnale “CQ CQ!” in codice morse [il segnale significa Calling Any Station ed era una richiesta di attenzione generale]. Forse c’era un nave in difficoltà? Ascoltarono con attenzione, e si stupirono nel sentire una voce umana provenire dagli strumenti – qualcuno parlava! Poi si cominciò a sentire una voce di donna. Era pazzesco! …
Reginald Fessenden, nel suo laboratorio a Brant Rock, Massachussets
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La conquista del suono e della parolaLa conquista del suono e della parola
1974 1976
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1954 196419161916 1924
Radio music boxRadio music box
«Io ho in mente un piano di sviluppo che farebbe della radio uno strumento domestico al pari del pianoforte o del giradischi. L’idea è di portare la musica nelle case attraverso la radiotelefonia. Ciò è stato tentato in passato utilizzando la telegrafia senza fili, ma si è rivelato un fallimento per la inadattabilità del cavo a questo schema. Con la radio, invece, sarebbe interamente fattibile (…). Il ricevitore può essere disegnato come un semplice “Radio Music Box” e costruito per l’impiego su diverse lunghezze d’onda, la cui sintonizzazione si dovrebbe ottenere muovendo una manopola o premendo un pulsante (…). Questa scatola può essere posta su un tavolo nel salotto o nel soggiorno, l’interruttore aperto e la musica ricevuta. Entro un raggio di 25-50 miglia risiedono centinaia di migliaia di famiglie che possono tutte ricevere contemporaneamente da un singolo trasmettitore (…). Lo stesso principio può essere esteso a numerosi altri campi, come, per esempio, ascoltare letture a casa (…) partite di baseball. Lo stesso potrebbe essere vero per altre città (…) specialmente interessante per gli agricoltori e chi altri vive lontano dalla città (…) essi possono godersi i concerti, le letture, la musica, i recitals ecc. che possono essere rappresentati in città vicine all’interno del loro raggio radiofonico»
David Sarnoff
1974 1976
1) Segnale orario
2) Opera
3) Operette
4) Musica ballabile
5) Notizie giornalistiche (4 volte a settimana)
6) Musica da camera (1 volta a sett)
7) Notizie di cronaca ( 3 volte a sett)
8) Lezioni di lingue estere (2 volte a sett)
9) Notizie metereologiche ( 3 volte a sett)
10) Comunicazioni umoristiche (4 volte a sett)
…
22) Informazioni politiche (da abolirsi)
23) Prediche religiose (da abolirsi)
24) Conferenze politiche (da abolirsi)
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Radiofonia (1924)
I programmiI programmi
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1954 1964Anni ‘30Anni ‘30
Le caratteristicheLe caratteristiche
vicinanza o prossimità
sonorità
fluidità
leggerezza
mobilità
invisibilità
1974 1976
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1954 19641924 1935
La radio fascistaLa radio fascista
l’industria italiana concepisce ancora la radio come un giocattolo di lusso. È un errore imperdonabile: ci vogliono, per dirla chiara e semplice apparecchi che non costino più di 400 lire, compreso l’abbonamento, pagabili in dieci rate
(“La Stampa”, 27 gennaio 1934)
Il problema del costo:
La Radio italiana sta per raggiungere gli 800.000 abbonati: al 31 dicembre da calcoli fatti dall’EIAR, saranno 795.000 (…) il rapporto con la Germania è di 1 a 6; la Francia in soli tre anni ha visto triplicare il numero dei suoi abbonati; piccoli paesi come il Belgio e la Cecoslovacchia hanno già un milione di iscritti. (…) Noi non abbiamo mai creduto alle fantasiose trovate che ci venivano offerte dagli interessati per giustificare il lento sviluppo della nostra radiofonia: il sole la luna il clima l’atmosfera la natura il temperamento… Tutte storie. Se il popolo italiano era restio alle lusinghe della radio ci dovevano essere (…) ragioni concrete e pratiche che hanno la loro importanza. E una di codeste ragioni (…) consiste nel costo degli apparecchi (…)
(La Stampa, 28 dicembre 1937)
Da scatola sonora a megafono del regime
1974 1976
È allo stesso tempo il tentativo più organico del regime di creare un ascolto di massa e il più ambizioso progetto di propaganda radiofonica
In questo paesino ci sono altre due radio: solamente una del medico e una del ragioniere, ma che quasi tutti noi avevamo ascoltato dalla strada, senza poterle vedere. Ed ora ne abbiamo una tutta bella, elegante, con le scuri del Littorio nelle quali ci raffiguriamo il Duce e l’Italia. Siamo stati attenti alla lezione ed abbiamo eseguito il disegno di Pinocchio che cosa bella che cosa grande e non abbiamo potuto frenarci ed abbiamo gridato con tutto il fiato: Viva il Duce! Viva Marconi!
…educare la nuova generazione fin dalla più tenera infanzia secondo i dettami della dottrina fascista, completare ed illustrare le lezioni impartite dall’insegnante e fare partecipare i fanciulli, anche quelli dei più remoti villaggi, alla vita della nazione; comunicare ai contadini notizie e consigli utili, istruendoli e dilettandoli nello stesso tempo; favorire in qualsiasi modo la diffusione della radiofonia nelle campagne per apportare un’arma in più nella lotta contro l’urbanesimo
(Annuario Eiar, 1934)
La radio fascistaLa radio fascistaL’Ente Radio rurale
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1954 19641924 1935
1974 1976
La radio fascistaLa radio fascistaI programmi
I quattro moschettieri: un prodotto transmediale: dischi, libri e figurine, rilanciano il successo del varietà, che mescola numerose forme di intrattenimento
La musica e l’intrattenimento
La musica costituisce la maggior parte della programmazione: già nel 1929 occupava il 50% del tempo di trasmissione. È anche uno strumento di propaganda.
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1954 19641924 1935
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La radio fascistaLa radio fascistaI programmi
il giornale radio taglia praticamente la testa all’analfabetismo (…) scova a domicilio quelli che di giornali non ne han mai voluto sapere e a poco a poco li porta ad interessarsi della vita pubblica
(E. Rocca, Panorama dell’arte radiofonica, 1938)
Il giornale radio non aveva (…) soltanto una funzione informativa ma rispondeva, sia per la ripetizione continua dei notiziari, sia per lo stile declamatorio dei suoi speaker, a un orientamento educativo più vasto e di indottrinamento globale delle masse
(F. Monteleone, La radio italiana nel periodo fascista, Venezia 1976)
1929
1930
1934
1935
1936
1938
Nasce il Radiogiornale
Giornale Radio: edizioni ed orari
sfalsati per nord e sud Italia
Inizia Cronache del Regime di Roberto Forges Davanzati
Davanzati muore. Il suo programma cambia in Cronache fasciste
Inizia Commento ai fatti del giorno. La sua voce più significativa è Mario Appelius
Giornale radio a edizioni unificate: il direttore è Antonio Piccone Stella
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1974 1976
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1924 Anni ‘3019391945
1954 19641938
Verso la seconda guerra mondialeVerso la seconda guerra mondialeLa guerra dei mondi
un consapevole uso del medium
il ruolo del silenzio
la radio non dice più la verità
1974 1976
ItaliaItalia
InghilterraInghilterra
Stati UnitiStati Uniti
GermaniaGermania
1895 1906 191619241935
1924 Anni ‘30 1938 1954 19641939 1945
Propagande a confrontoPropagande a confronto
1974 1976
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1924 Anni ‘30 1938 196419391945
1954
La radio a transistorLa radio a transistor
La concorrenza della televisione
Un nuovo soggetto socialeUn nuovo soggetto sociale
Un nuovo linguaggioUn nuovo linguaggio
In Italia le radio a transistor arrivano all’inizio degli anni Sessanta
In Italia le radio a transistor arrivano all’inizio degli anni Sessanta
Nel 1951 viene inventato il primo registratore portatile Nagra, particolarmente versatile ed efficiente: cambierà il modo di fare registrazione audio
1974 1976
Nel 1975 iniziano a sbocciare i “cento fiori” delle radio libereNel 1975 iniziano a sbocciare i “cento fiori” delle radio libere
Nel 1970 inizia il programma Alto GradimentoNel 1970 inizia il programma Alto Gradimento
Nel 1969 c’è il primo esperimento di “radio pirata” italiana: Radio Sicilia LiberaNel 1969 c’è il primo esperimento di “radio pirata” italiana: Radio Sicilia Libera
Nel 1968 inizia il programmaChiamate Roma 3131Nel 1968 inizia il programmaChiamate Roma 3131
Nel 1965, in Italia, nasce il programma Bandiera GiallaNel 1965, in Italia, nasce il programma Bandiera Gialla
nel Mare del Nord nascono le “radio pirata”nel Mare del Nord nascono le “radio pirata”
emerge un nuovo soggetto sociale: i giovaniemerge un nuovo soggetto sociale: i giovani
1895 1906 191619241935
1924 Anni ‘30 1938 19391945
1954 1964 1974 1976
1895 1906 191619241935
1924 Anni ‘30 1938 197619391945
1954 19741964
1974
1976
Sentenza Corte Costituzionale n. 225
Sentenza Corte Costituzionale n. 226
1970
1972
1975
Radio Sicilia Libera di Danilo Dolci
Radio Bologna per l’accesso al pubblico
di Roberto Faenza
…e poi tutte le altre
1971
Legge di riforma Rai (n. 103/1975)
Sentenza Corte Costituzionale n. 202
Telebiella di Peppo Sacchi
…e ora libertà d’antenna,(Eugenio Scalfari, “L’Espresso”)
I privati possono ripetere i segnali che provengono dalle emittenti estere purché non interferiscano con le trasmissioni Rai
Liberalizza le trasmissioni via cavo in ambito locale
Autorizza le trasmissioni via etere di portata non eccedente l’ambito locale
La fine del monopolioLa fine del monopolio
Inizia le trasmissioni nel 1976. Ha una forte derivazione letteraria (la rivista A/traverso) e esercita una costante sperimentazione del mezzo e dei linguaggi.
Radio Alice rifiuta di definirsi una radio di controinformazione perché, nel nostro immaginario, fare controinformazione significava guerreggiare sugli stessi argomenti del potere seppure in altri termini. Noi vogliamo parlare delle cose che gli altri non parlano…
Radio Alice, per servirla…Invenzione lessicale e calembour linguistici
…ma anche: i radiocronisti a gettoni e il “microfono aperto”, che
Umberto Eco definisce “giornalismo dell’istantaneo e acefalo”
Un esempio di trasformazione del linguaggio radiofonico: Radio Alice di Bologna
Un esempio di trasformazione del linguaggio radiofonico: Radio Alice di Bologna
Valerio Mannella
1895 1906 191619241935
1924 Anni ‘30 1938 19391945
1954 19761964 1974
Per la radio, il format indica la formula di programmazione dell’emittente a livello di contenuti, generi e stile complessivo, in relazione ad uno specifico segmento di pubblico
stationality clock
• Top 40• la variante di Bill Drake (Album-
Oriented Rock)• Adult Contemporary• Contemporary Hit Radio ecc.• Le diverse specializzazioni musicali
• All-News (con le sottosezioni Business ecc)
• Talk radio• News Talk• Sport
Dalle radio libere alle radio commerciali: le format radioDalle radio libere alle radio commerciali: le format radio
Format musicali Format parlati
Che cos’è un format radiofonico
Streaming
Community
Canali dedicati
Le onde del futuro: le radio digitaliLe onde del futuro: le radio digitaliPossiamo ancora parlare di radio?
Playlist personalizzate
Temi nuovi
Playlist servizi
La forma della radio (intesa come linguaggio) è il risultato di un pro-cesso storico: con l’e-voluzione della tecnolo-gia e i nuovi usi sociali dello strumento si sta delineando una nuova “radio”, una forma di comunicazione che con-tinuiamo a chiamare ra-dio per comodità ma che ha caratteristiche in parte inedite.
Le onde del futuro: le radio digitaliLe onde del futuro: le radio digitali