comunicazione, pubblicità, linguaggi

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tesina ultimo anno

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Page 1: Comunicazione, Pubblicità, Linguaggi

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Comunicazione

Comunicazione Commerciale

Comunicazione Emotiva

Discorsi di D’Annunzio e

Mussolini

Marketing

Pubblicità

Linguaggio

Matematico

Iap/Antitrust

Unsolicited Offers

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1. La comunicazionecos’è, elementi, funzioni, segno

pag. 4

2.Il marketinggestione delle vendite, sistema informativo di marketing

pag. 7

3. Marketing-Mixcomunicazione commerciale, direct marketing, attività promo-zionale, relazioni esterne

pag. 9

4. La Pubblicitàtipi, effetti, piano di comunicazio-ne

pag. 9

5. Disciplina della pubblicitàIap, antitrust

pag. 11

6. Pubblicità in reteinternet, html, usabilita’, accessi-bilita’

pag. 15

7. Unsolicited OffersPlanning the letter, the aim

pag. 16

8. D’Annunzio e Mussolinianalogie,differenze,tecniche

pag. 17

9.Linguaggio matematicoproporzioni, insiemi

pag. 21

Indice

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1. COS’E’

La comunicazione, ossia il processo per mezzo del quale un messaggio opportunamente codi-ficato viene trasmesso da un emittente ad un destinatario, è uno dei fenomeni più rilevanti a livello sociale. La comunicazione è la colonna portante del processo di socializzazione in quanto permette all’individuo di relazionarsi con i suoi simili e di trovare la propria collocazione all’interno di una comunità.La comunicazione non è fatta solo di gesti e parole: esistono infatti altri modi per trasmet-tere messaggi. Ad esempio l’atteggiamento, la postura, lo sguardo. Si comunica quindi nelle più svariate situazioni e per i più svariati motivi.Appiano definisce la comunicazione interper-sonale come quella che “si verifica tra due o più soggetti che entrano in relazione fra loro, in un processo funzionale nel quale ciascuno agisce e reagisce, riceve e trasmette messaggi”1.

2. ELEMENTI

Solitamente il processo di comunicazione viene presentato attraverso lo schema proposto da Ja-kobson2 nel 1956.

la Comunicazione« Comunicare non significa solo inviare informazioni all’indirizzo di

un’altra persona. Significa creare negli altri un’esperienza, coinvol-gerli fin nelle viscere e questa e’ un’abilita’ emotiva.�

1 “Pubblicita comunicazione immagine” - Appiano A.2 “Saggi di linguistica generale” - Jakobson R.

Gli elementi fondamentali sono:1 . M i t t e n t eE’ colui che da inizio alla comunicazione. Pro-duce il messaggio e, dopo averlo opportuna-mente codificato, lo trasmette al destinatario servendosi di un canale.2 . M e s s a g g i oE’ l’informazione che, dopo essere stata tradotta in segni per mezzo di un opportuno codice, vie-ne trasmessa dal mittente al destinatario.3 . C o d i c eE’ un sistema di regole convenzionali, social-mente riconosciute che permettono di produrre ed interpretare il messaggio attribuendogli una struttura ben definita e coerente.Perchè la comunicazione avvenga con successo

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è necessario che mittente e destinatario utiliz-zino lo stesso codice per produrre ed interpre-tare il messaggio. Se ciò non avviene altrimenti il destinatario conferirà al messaggio un signi-ficato diverso da quello che il mittente voleva trasmetterIl processo di codifica riguarda il mittente, il quale, basandosi su di un codice, traduce l’in-formazione che vuole trasmettere in opportuni segnali.4 . C a n a l eE’ il mezzo attraverso cui il messaggio viene trasmesso dal mittente al destinatario e, ai fini pubblicitari può essere diretto, quando si entra in contatto con un individuo identificato univo-camente, oppure di massa quando si rivolge ad un generico consumatore. 5 . C o n t e s t oFa riferimento alla situazione che accomuna mittente e destinatario, compreso l’oggetto della comunicazione; la pubblicità è uno dei contesti entro cui si svolge la comunicazione tra azienda e consumatore6 . D e s t i n a t a r i oE’ colui che riceve il messaggio.Vi sarebbe poi un altro elemento che però non viene considerato dallo schema di Jakobson, os-sia il processo di Feedback per mezzo del quale il mittente riceve un segnale di reazione da par-te del destinatario.

3. FUNZIONI

Ad ogni elemento è poi associata una specifica funzione che caratterizza il messaggio a secon-da dell’importanza dell’elemento stesso all’in-terno del processo comunicativo:

1.funzione EMOTIVASi ha quando la comunicazione è incentrata sul mittente, il quale tenderà a trasmettere un im-pronta fortemente “soggettiva” nel tentativo di

suscitare una reazione emozionale da parte del ricevente (“La coop sei tu, chi può darti di più”).

2.funzione CONATIVASi ha quando il messaggio è finalizzato a in-durre un dato comportamento nel ricevente o quando si vuole provocare una risposta.Il punto di riferimento è il destinatario.

3.funzione POETICARafforzare la dimensione espressiva del messag-gio attraverso l’uso di forme poetiche e figure retoriche. L’attenzione si concentra quindi sulla forma del messaggio prima ancora che sul suo contenuto.

4.funzione METALINGUISTICA

Il messaggio fa diretto riferimento al codice sul quale è basato, anche quando fornisce le indi-cazioni utili ad interpretarlo. Tipico è il caso in cui, in una conversazione a due, viene espresso un concetto che la controparte non riesce a ca-pire, e quindi, si procede a fornire una spiega-zione idonea a facilitarne la comprensione.

5.funzione FATICAIl messaggio fornisce una chiara indicazione del canale attraverso cui lo stesso è trasmesso. Ad esempio il marchio a conclusione di uno spot pubblicitario.

6.funzione REFERENZIALELa si ha quando l’attenzione è accentrata sul contesto e cui il messaggio fa riferimento ovvero sul suo contenuto.

4. SEGNO LINGUISTICO

All’interno del processo comunicativo il mes-saggio ha un ruolo di centralità. Per procedere alla sua comprensione occorre individuare al suo

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interno quelli che sono gli elementi caratteriz-zanti, ad esempio il segno.Il primo ad occuparsi dello studio del segno fu Fernand de Saussure il quale, decise di concen-trare la propria attenzione sul sistema di comu-nicazione linguistico al fine di riuscire a fami-liarizzare con le regole della semeiotica.Nella sua ricerca ha individuato delle unità di base del linguaggio (fonemi) corrispondenti ai diversi suoni fonetici e di per se privi di signifi-cazione e i monemi, unità minime di significa-zione e corrispondenti alle parole.

Se__

St

Questa equazione può essere letta come il rap-porto che lega il significante al significato, ovve-ro i suoni (fonemi) alla parola (monemi). Ogni parola è composta da una serie di singoli suoni corrispondenti alle diverse lettere compo-nenti la parola stessa. Quindi i suoni (fonemi) compongono la parola (segno) che a sua volta rimanda ad un determinato concetto (significa-to).Secondo questa interpretazione il segno è com-posto da due parte indivisibili:1)significante, che corrisponde alla realtà del segno, ossia all’immagine acustica e grafica at-traverso cui questo si esprime2)significato, ovvero il concetto racchiuso nel segno, cioè ciò che questo rappresenta nel siste-ma di codifica a cui si fa riferimentoLa relazione tra questi due elementi è in larga parte arbitraria, in quanto i codici sono “emana-zioni culturali” e, dunque, non esistono motiva-zioni naturali che leghino fra loro una determi-nata coppia di significante/significato.Ogni segno possiede una dimensione denotati-va ed una o più dimensioni connotative.

Il denotato corrisponde al significato più ogget-tivo attribuibile al segno.Il connotato è il significato attribuibile al segno soggettivamente secondo il proprio sistema e nel proprio codice. In realtà però non esistono solo i segni lingui-stici, ossia quelli relativi alla lingua scritta o par-lata. Peirce, partendo dalla lingua, elabora una teo-ria generalmente valida. Identifica innanzitutto quella che è la dimensione materiale del segno: qualsiasi segno è infatti percepibile attraverso uno dei cinque sensi umani.Il segno è qualcosa che sta in luogo di qualcosa per qualcuno, sotto qualche rapporto o a qual-che titolo.L’equazione di De Saussure diventa una relazio-ne ternaria:

significato - oggetto - significanteE’ necessario quindi introdurre una distinzione fra i due segni fondamentali che costituiscono la comunicazione pubblicitaria:- segno linguistico- segno visivo

5. SEGNO VISIVO

Per immediatezza e capacità espressiva, il segno visivo è molto importante soprattutto in campo pubblicitario poiché immediato.Un segno visivo è in grado di comunicare in due livelli: livello immediato ed emotivo e livello cognitivo.Il primo aspetto non richiede un processo d’in-terpretazione, ma suscita una reazione istintiva e naturale nello spettatore. Il secondo aspetto prevede un minimo di conoscenza dell’argo-mento trattato.

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il m

ar

ket

ing

Gestione delle venditeAttraverso la gestione delle vendite l’impresa svolge una serie di azioni atte a soddisfare ladomanda che proviene dal merca-to, facendo giungere i propri pro-dotti o servizi sino al consumatoreo utilizzatore finale. In passato la mag-gior parte delle imprese svolgeva una ge-stione delle vendite orientata al prodotto.I mercati erano statici (scarsi mutamenti nelle abitudini e nei gusti dei consumatori e sostanziale omogeneità dei prodotti offerti) e l’obiettivo era offrire prodotti di qualità al prezzo più basso possibile.

Orientamento al marketingNel corso del tempo i mercati hanno su-bito mutazioni. Sono infatti divenuti:– dinamici: caratterizzati da intensi cambia-menti nelle abitudini e gusti dei consumatori

e sottoposti a forte concorrenza;– turbolenti: l’evoluzione tecnolo-gica assai rapida consente di raggiun-gere in maniera semplice alti livelli di produzione e quindi si presenta la necessità di collocare sul mercato una crescente quantità di prodotti. Questo genera una scarsità di merca-ti: situazione di eccesso causata dal-la presenza di concorrenza e di tanta quantità di offerta non in grado di essere assorbita dalladomanda;– complessi: a causa dell’interna-zionalizzazione e della globaliz-zazione: la tendenza dei mercatimondiali a divenire un unico grande mercato a causa sia della creazione di

vaste aree di libero scambio porta concorren-za. E’ necessario poi mettere in atto un’efficace po-litica di vendita basata sul soddisfacimento deibisogni e dei desideri dei consumatori.Si arriva quindi all’orientamento al marketing. Inoltre, la rapida diffusio-ne di nuove tecnologie di comunica-zione ha permesso al consumatore diconoscere le caratteristiche dei prodot-ti e di acquistare quello più conveniente. Scopo dell’azienda è quindi non consegui-re il massimo profitto nel breve periodo ma cercare di mantenere un rapporto di fiducia duraturo con il cliente.Si afferma così il marketing relazionale: l’at-tenzione delle aziende si concentra sulla cre-azione di un legame permanente con il con-sumatore in modo ca coinvolgerlo e renderlo fedele attraverso un processo di fidelizzazio-ne. I vantaggi derivanti dalla fiducia sono:– i clienti risultano meno sensi-bili alle azioni della concorrenza– i clienti sono disponibili all’acquisto di altri prodotti offerti dalla stessa impresa– l’impresa, mediante suggerimenti da parte dei clienti è in grado di migliorare il servizio.

Il marketing è l’insieme delle attività rea-lizzate da un’impresa per creare una pro-pria immagine di qualità attraverso un’of-ferta di prodotti servizi che soddisfino le esigenze e i bisogni della clientela, renden-dola stabilmente fedele.L’attività di marketing opera su due livelli:– livello strategico (marketing strategico) in base al quale si definiscono gli obiettivi dell’impresa e si pianificano le attività neces-

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sarie per raggiungerli– livello operativo (marketing operativo) con il quale si gestiscono le leve del marketing(prodotto, prezzo, distribuzione, comunica-zione).

Sistema informativo di marketingLa soddisfazione del cliente e la con-quista della sua fedeltà sono gli obiettivi principali dell’attivitàdi marketing. Per raggiungere gli obiet-tivi è necessario prendere decisioni.Il sistema informativo di marketing è una struttura che avvalendosi di persone, attrez-zature e procedure, raccoglie, classifica, ana-lizza, valuta e distribuisce informazioni utili alle decisioni di marketing.Sono necessarie:

– fase analitica con cui si ricercano dati e in-formazioni utili alla successiva fase è necessa-rio affrontare due tipi di problemi: che cosa analizzare e come analizzare.L’oggetto dell’analisi è costituito da tre ele-menti:1. il macro ambiente: riguarda l’individua-zione delle tendenze che possono apportare modificazioni alla domanda in termini quali-tativi e quantitativi2. il micro ambiente: ha lo scopo di reperire informazioni sulle caratteristiche del merca-to: domanda, concorrenza, struttura dei ca-nali distributivi.L’analisi della domanda ha lo scopo di cono-scere il comportamento del consumatore inmodo da disporre in modo continuativo delle informazioni necessarie per poter sfruttareal meglio i mutamenti che si registrano sul

mercato.L’analisi può essere di tipo quantitativo (mira ad individuare le informazioni sullequantità vendute, sul loro andamento nel tempo e sulla posizione del mercato. L’impre-sa è interessata a conoscere la quota di mer-cato);L’analisi può essere di tipo qualitativo (cono-scere le effettive motivazioni di acquisto delconsumatore).L’analisi della concorrenza consiste nella ri-cerca di informazioni sulla capacitàcompetitiva di imprese rivali, al fine di pro-gettare e realizzare efficaci strategieconcorrenziali.3. analisi del comportamento del consumatore: tende a dare una risposta ai quesiti delle sei w.Gli strumenti dell’analisi sono fonti interne ed esterne di informazioni.

– fase decisionale con cui le informazioni raccolte vengono utilizzate al fine di prendere decisioni in materia di marketing strategico e operativo. E’ necessario considerare:1. in quale segmento del mercato operare. Segmentare il mercato significa aggregare clienti eterogenei identificandone modelli di consumo e di acquisto affini;2. con quali strumenti. Gli strumenti riguar-dano le quattro leve fondamentali del mar-keting;3. con quali obiettivi. Gli obiettivi riguardano il volume delle vendite che si vuol raggiunge-re, la quota di mercato..

– fase di controllo per verificare l’attuazione di quanto è stato deciso.

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Marketing Mixcomunicazione commerciale

La comunicazione commerciale è strettamente collegata con le altre leve del marketing mix. Il prodotto tende a soddisfare determinate esigenze del mercato, il prezzo determina il valore del pro-dotto e la distribuzione lo rende disponibile nei diversi punti di vendita. La comunicazione com-merciale serve per informare i potenziali clienti dell’esistenza di un determinato prodotto o per cercare di convincerli a compiere una determina-ta azione o a tenere un certo comportamento.Le attività di comunicazione commerciale sono costituite da un mix di leve comunicazionali che vengono incluse in un vero e proprio piani comu-nicazionale. Le quattro leve maggiormenteutilizzate sono:

Direct MarketingIl direct marketing è una tecnica interattiva di co-municazione che viene applicata per avvicinare i potenziali clienti offrendo loro i prodotti e servizi a prezzi vantaggiosi, suscitando in tali clienti del-le reazioni misurabili e rilevabili tramite appositi strumenti, raccogliendo ordini senza dover soste-nere i costi dell’intermediazione commerciale e attuando in sostanza una strategia di merketing personalizzato, nel rispetto della privacy.Per la gestione di tale attività è necessario un da-tabase marketing, cioè una raccolta di informa-zioni su clienti attuali e potenziali che permette l’analisi strategica e la scelta puntuale di dati per l’attività di marketing.

Attività PromozionaleL’attività promozionale è uno degli strumenti della comunicazione commerciale che si prefig-ge lo scopo di raggiungere determinati obiettivi di mercato offrendo ai consuamtori per un cer-to periodo di tempo dei vantaggi supplementa-ri rispetto alle normali condizioni di vendita, in modo di stimolarli ad assumere immediatamente il comportamento desiderato.

Relazioni EsterneLe relazioni esterne consistono in forme di co-municazione orientate a far conoscere l’impresa e i suoi prodotti a rafforzare la sua immagine, a costruirsi una propria personalità nei confronti del pubblico e a migliorare le relazioni con l’am-biente esterno.

PubblicitàLa pubblicità è l’insieme delle iniziative che mira-no a promuovere le vendite di un’impresa,raggiungendo, attraverso appositi canali e mes-saggi, i clienti potenziali, senza contattarlidirettamente, ma attuando una forma di comuni-cazione impersonale.Esistono due tipi di pubblicità:– pubblicità di prodotto (promuove un singolo prodotto)– pubblicità istituzionale (il fine è rafforzare l’immagine di un’impresa)Effetti della pubblicità:– informare: messaggio informativo sulle caratte-ristiche che differenziano il prodotto dall’offertadel concorrente– convincere il consumatore a provare un pro-dotto o a mantenersi fedele ad una marca– ricordare, tramite pubblicità di sostegno, per mantenere viva la presenza di un’azienda sul

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gio può essere:– di carattere merciologico– di carattere funzionale– di carattere valorialeSi utilizza inoltre un argomento-prova a sostegno della promessa di base (reason why) con lo scopodi rendere credibile la promessa medesima. Que-sto è spesso accompagnato dalla frase di chiusura(pay-off).A volte i vantaggi vengono “garantiti” da perso-naggi famosi che assumono il ruolo di testimonial.La modalità di presentazione del vantaggio e dell’argomento prova consiste nel tono del mes-saggio.Il messaggio deve essere comprensibile, espresso cioè con un linguaggio e un tono che possano es-sere percepiti facilmente e con immediatezza dal target cui è rivolto.Al contrario il messaggio potrebbe essere incom-preso o compreso in maniera errata (distorsione).Infine è bene che il tema di fondo (claim) di una pubblicità sia conservato per un periodo di tem-poabbastanza lungo, anche in presenza di cambia-menti nei contenuti del messaggio o dei suoiprotagonisti.

strategie di canaleI canali o mezzi (media) sono gli strumenti attra-verso i quali il pubblico riceve il messaggio pub-blicitario.I principali: stampa, televisione, internet, radio e affissioni (manifesti, cartelloni pubblicitari), al-tro (tecniche di direct marketing, pubblicità sugli elenchi telefonici).

verifica dell’efficacia della pubblicità– misurazione preventiva: ricerche qualitative di marketing– misurazione consuntiva: variazioni delle quan-tità vendute

mercato.L’impresa deve fissare gli obiettivi che si propone di raggiungere mediante la campagna pubblicita-ria e formulare un piano di comunicazione avente diverse fasi:

redazione del budget pubblicitarioDeterminare la somma che dovrà essere global-mente investita in pubblicità.Tale importo può essere determinato in base a di-versi metodi:

– percentuale sulle vendite– confronto competitivo

– risorse disponibili– obiettivi da realizzare

E’ necessario inoltre tenere conto di due vincoli:– capacità produttiva: lo stanziamento elevato può determinare un incremento della domandasuperiore alla potenzialità produttiva dell’azienda– capacità finanziaria: l’investimento pubblici-tario non deve alterare l’equilibrio finanziarioaziendale

obiettivi di target audienceInsieme di potenziali consumatori e quindi il seg-mento di mercato (pubblico-obiettivo) che siintende raggiungere con il messaggio pubblicita-rio.

obiettivi di comunicazioneTipo di reazione che si vuole stimolare nei de-stinatari del messaggio pubblicitario: conoscenza,atteggiamento, comportamento.

strategie di messaggioIl messaggio deve essere ideato in modo da deter-minare la magiore efficacia possibile dell’azionepubblicitaria. Deve far percepire con certezza ai destinatari quale vantaggio essi otterrebbero con-sumando il prodotto pubblicizzato e dimostrare l’effettiva esistenza di tale vantaggio, esprimendo-si con tono appropriato.Utilizzando un determinato prodotto, il vantag-

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Il settore della pubblicità è stato oggetto di iniziative di autodisciplina che hanno condottoall’emanazione del Codice di autodisciplina pubblicitaria allo scopo di assicurare che la pub-blicità venga effettuata nel rispetto di precise regole di comportamento.L’organo che vige sull’osservanza di tali regole è il Giurì che può decidere di interrompere lapubblicità ritenuta non conforme al Codice.Essendo organi di autoregolamentazione non hanno poteri di controllo su tutta la pubbli-cità, non sono in grado di bloccare il lancio di una determinata campagna e non possono infliggere pene.Il decreto legislativo in attuazione di una direttiva comunitaria in materia di pubblicità ha migliorato la situazione. Il codice del consumo ha regolamentato la pubblicità ingannevole, cioè la pubblicità che in qualunque modo induca in errore o possa indurre in errore i sogget-ti cui è rivolta.Le decisioni e i provvedimenti riguardanti l’applicazione del decreto competono all’autorità garante della concorrenza e del mercato istituita dalla legge antitrust.

La disciplina della pubblicità« Lasciati ingannare!

Non disturbare il buon funzionamento del commercio!�

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ISTITUTO AUTODISCIPLINA PUBBLICITARIA

La disciplina introdotta nel 1966 non è la stessa attualmente in vigore. Numerose sono state le modifiche. Inizialmente il codice si intitolava Codice di Lealtà Pubblicitaria e si rivolgeva solo a coloro che direttamente o tramite le proprie associa-zioni si impegnavano ad osservare le regole. Lo scopo era quello di far si che qualsiasi for-ma di manifestazione pubblicitaria non dan-neggiasse la pubblicità. Essa infatti assumeva un ruolo essenziale per lo sviluppo dell’eco-nomia e per la creazione di maggior benes-sere.

Ora, le finalità del codice e i soggetti vincolati sono stati revisionati.

La finalità del codice è quella di assicurare che la comunicazione commerciale, nello svolgi-mento del suo ruolo particolarmente utile nel processo economico, venga realizzata come servizio per il pubblico, con speciale riguardo alla sua influenza sul consumatore.

I soggetti destinatari di tale norma sono gli utenti, le agenzie, consulenti di pubblicità e marketing, gestori di veicoli pubblicitari e per tutti coloro che abbiano accettato diret-tamente o tramite la propria associazione un contratto finalizzato all’effettuazione di una comunicazione commerciale.

Da quella data sono state apportate numerose modifiche.L’ultima edizione, la 48a è entrata in vigore l’8 giugno 2009.

Con il termine autodisciplina si intende un fenomeno per il quale una pluralità di sog-getti, accomunati dall’esigenza di confor-mare il proprio comportamento a regole di correttezza, decide di sottomettersi a norme di comportamento comuni, nonché a norme strumentali volte a far rispettare le prime me-diante appositi meccanismi repressivi.1

Tuttavia alla base di un’esperienza auto disci-plinare vi è un’assunzione di responsabilità (soggezione alle conseguenze giuridiche di un comportamento) settoriale, basata su regole di deontologia professionale.

Con il termine comunicazione commerciale si comprende la pubblicità e ogni altra forma di comunicazione, anche istituzionale, diret-ta a promuovere la vendita di beni o servizi. Qualunque siano le modalità utilizzate.La comunicazione commerciale non com-prende le politiche commerciali e le tecniche di marketing.

Il codice di autodisciplina del-la comunicazione commercia-le viene pubblicato per la pri-ma volta il 12 maggio 1966.

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All’interno delle Regole di Comportamento contenute nell’articolo I vi è la definizione di comunicazione commerciale ingannevole.La comunicazione commerciale conforme alle regole deve evitare ogni dichiarazione o rappresentazione che sia tale da indurre in errore i consumatori, anche per mezzo di omissioni, ambiguità o esagerazioni specie per quanto riguarda gli effetti del prodotto, il prezzo, o altre caratteristiche.

E’ necessario quindi che chiunque si valga della comunicazione commerciale sia in gra-do di dimostrare, a richiesta del Giurì o del Comitato di Controllo, la veridicità dei dati, delle descrizioni, affermazioni, illustrazioni.

Ciò che si deve evitare è:

- sfruttamento della superstizione e della cre-dulità;

- affermazioni o rappresentazioni di violenza fisica o morale;

- offesa a convinzioni morali, civili e religiose;

- imitazione di prodotti concorrenti, sfrutta-mento del nome, marchio, notorietà e dell’im-

magine aziendale altrui;

Il Titolo II si occupa invece dei sistemi di ven-dita quali vendite a credito, vendite a distanza e tutti i mezzi utilizzabile per l’adempimento di un’obbligazione. Tratta inoltre dei vari settori merceologici verso cui la disciplina verte.Terminati i principi generali è necessario esa-

minare gli organi competenti.

Il Giurì, è un organo composto da un nu-mero di membri compreso tra dieci e venti, nominati dall’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria e scelti tra gli esperti di diritto, di problemi dei consumatori, di comunica-zione.Rimangono in carica due anni e sono ricon-fermabili.La sua funzione è quella di esaminare la co-municazione commerciale che gli viene sot-toposta e pronunciarsi su di essa secondo il Codice.

Il Comitato di Controllo è l’organo garante degli interessi generali dei consumatori. È comporto da un numero di membri compre-so tra dieci e venti, nominanti dall’Istituto. Rimangono in carica due anni.Le sue funzioni sono:sottoporre all’esame del Giurì, la comunica-zione commerciale a suo parere non confor-me alle regole del Codiceesprimere parere consuntivi su richiesta del Presidente del Giurìinvitare in via preventiva a modificare la co-municazione commerciale che appaia non conforme alle norme del codiceesprimere in via preventiva il proprio parere circa la conformità della comunicazione.

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Molto spesso con il termine Antitrust si indica impropriamente, l’organo o l’autorità che vigila sull’osservanza e il rispetto delle norme a tutela della concorrenza, cioè l’Autorità garante della con-correnza e del mercato. La sua istituzione risale al 1990 su impulso della normativa comunitaria.Le competenze sono:

2 vigilanza contro gli abusi di posizione dominante

2 vigilanza di intese e / o cartelli che possono risultare lesivi o restrittivi per la concorrenza

2 controllo delle operazioni di concentrazione che superano un certo valore, comunicate all’autorità che valuterà l’impatto sul mercato

2 controllo del rispetto del divieto della pubblicità ingannevolevalutazione e sanzionamento dei casi di conflitto d’interesse dei componenti del governo

Della concorrenza sleale e pubblicità ingannevole l’ordinamento se ne occupa all’articolo 2598 e seguenti.le

Secondo l’ordinamento compie atti di concorrenza sleale chiunque:

3 usa nomi o segni distintivi idonei a produrre confusione con i nomi o con i segni distintivi legittimamente usati da altri, o imita servilmente i prodotti di un concorrente, o compie con qualsia-si altro mezzo atti idonei a creare confusione con i prodotti e con l’attività di un concorrente

3 diffonde notizie e apprezzamenti sui prodotti e sull’attività di un concorrente, idonei a deter-minare il discredito, o si appropria di pregi dei prodotti o dell’impresa di un concorrente

3 si vale direttamente o indirettamente di ogni altro mezzo non conforme ai principi della correttezza professionale e idoneo a danneggiare l’altrui azienda

Esempio: Roma, 2 giugno, Antitrust multa la pubblicità anticolesterolo di Danacol e Pro-activ

ANTITRUSTCon il termine Antitrust si definisce il complesso delle norme giuridiche a tute-la della concorrenza sui mercati economici. Viene detto anche Diritto della concorrenza.

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PUBBLICITA’ IN REtE

Uno dei canali attraverso i quali l'azienda mette a punto le proprie strategie di marke-ting è la rete Internet.Internet ha rivoluzionato il mondo del com-puter e delle comunicazioni in un modo sen-za precedenti poiché consente la collabora-zione e l'iterazione tra individui senza limiti dovute alle distanze geografiche. Internet è una rete delle reti, molte reti diver-se sono connesse tra loro a formare ungrande gruppo di computer.La rapida espansione della rete e del nume-ro degli utenti ha comportato in pochi anni l'aumento dei siti raggiungibili e della quan-tità di informazioni disponibili.Moltissime sono le aziende che creano un proprio sito Internet per mettere in condivi-sione progretti, informazioni o archivi di dati per presentare prodotti commerciali, attività, servizi, iniziative, corsi o altro.Le pagine vengono realizzate usando il lin-guaggio HTML, in modo che possano esserecorrettamente interpretate dal browser e vi-sualizzate in forma grafica. Esistono Web Editor che consentono di realizzare facilmen-te pagine web anche se non si conosce il lin-guaggio.L'uso di un Web Editor presuppone la dispo-nibilità di un programma browser.Una volta create create e verificato il funzio-namento, devono essere trasferite sul server dove si trova il sito e spesso devono essere modificate e aggiornate. Per il trasferimento (upload) dal disco del computer al server In-ternet è necessario disporre di una linea te-

lefonica ed utilizzare un programma di FTP (File Transfer Protocol). Per effettuare questa operazione l'utente deve possedere il permes-so di accesso (account), tramite un nome di identificazione e una password, forniti dall'amministratore del server web.Il linguaggio HTML, non è un linguaggio di programmazione, ma un linguaggio di for-mazione della pagina che utilizza dei contras-segni per la formazione di ipertesti. Consente di sfruttare i vantaggi e le prestazioni deri-vanti dall'organizzazione ipertestuale (link) e dall'uso di oggetti multimediali. Questo linguaggio è diventato lo standard dell'archi-tettura WWW per la creazione di documenti ipermediali.Pubblicare sulla rete Internet significa rende-re accessibile le informazioni e i documenti a tutte le persone del mondo, comprese quelle con disabilità fisiche.Il consorzio W3C evidenzia i problemi di ac-cessibilità per gli utenti e nel 1997 mediante il progetto WAI promuove la loro eliminazio-ne.In Italia questi principi sono stati recepiti da una legge del 2004 che obbliga le ammini-strazioni pubbliche e gli enti che si rivolgono al pubblico ad adeguare le pagine e i docu-menti dei loro siti Web per consentire un fa-cile accesso ai soggetti diversamente abili.La legge fornisce questa definizione di acces-sibilità: la capacità dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalla co-noscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discrimi-

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nazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive e configurazioni particolari.Il concetto di accessibilità è legato al concetto di usabilità che può essere definito come: la caratteristica dei servizi di rispondere a criteri di facilità e semplicità d'uso, di efficienza, di rispondenza alle esigenze dell'utente, di gradevolezza e soddisfazione nell'uso del prodotto.Le WCAG (Web Content Accesisibilità Guidelines) del 3WC sono una rarccolta di racco-mandazioni che si pongono due obiettivi principali:1. capacità di trasformazione dei documenti secondo le caratteristiche proprie del browser o fissate dell'autore per la lettura;2. facilità di orientamento, di navigazione e di comprensione all'interno dei documenti.

An unsolicited offer to a prospective customer is a promotional tool.The style is usually more restrained than in ad advertising, but the aim is attract the reader’s attention to your product or service.The tone is personal and friendly, sometimes almost confidential.The wording of the message will always be original and different, but the structure usuallyfollows this strategy:– the aim is attract the reader’s attention, often by showing that the company knows what his need are;– company says how his product or service can meet the reader’s needs and what advantages the company offers. Here the emphasis is on what “we can do for you”;– company suggestes a course of acion, ie urge the reader to contact you, buy the product, look for more information, take advantage of the offer.

Planning the letter1. the first paragraph is the key paragraph. If you cannot rouse your reader’s attention and keep him reading you message will instantly end up in the waste paper bin (real or virtual);2. once you have attracted the reader’s attention, you may relax, and, for exaple, give details or additional information;3. in the last paragraph you urge the reeader to take advantage of your offer and contact you.

Unsolicited Offers

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Parlare di fascismo significa parlare di un lin-guaggio passionale e ricco di retorica. La lingua utilizzata dai retori fascisti è il pri-mo strumento e veicolo per diffondere tale dottrina.Mussolini ne è ben conscio, per lui la parola equivale all’azione.

«Le parole, in determinati momenti, possono essere dei fatti»

Mussolini B (1934)

Mussolini, data la sua volontà politica di dominare la massa è al corrente del valore persuasorio e manipolatore dei suoi discorsi, soprattutto quelli pronunciati di fronte ad una folla (a differenza dei discorsi di D’An-nunzio rivolti ad un elite aristocratica).

Era ovvio che Mussolini sarebbe stato in-fluenzato da una figura dalla levatura e dalla personalità letteraria e politica come quella di Gabriele D’Annunzio. La comparazione a livello retorico, linguistico e stilistico ne da la conferma.D’altra parte Mussolini non poteva non esse-re dannunziano quando, nell’Italia dell’epo-ca, dannunziani erano persino gli oppositori.In realtà però Mussolini trae spunto anche da Mazzini, Carducci, Pascoli e Garibaldi.

i discorsi diD’AnnunzioeMussoliniStile

DIFFERENZE

D’annunzio, fin dal 1915 crea un’oratoria mitico-eroica presentata come una cerimonia mistico-religiosa. Da forza all’irrazionale e al misticismo cristiano. Adopera sempre lo stes-so genere deliberativo con scopo di sedurre l’uditore nella bellezza dell’azione politica.

Mussol ini , utilizza un registro e una tona-lità retorica variabile a seconda dell’uditorio e delle circostanze enunciative in cui si esegue l’enunciato. Ovviamente queste due variabi-li determinano il riferimento linguistico e la tematica. Il peso dell’argomentazione risulta essere cen-trale.Mussolini adopera nel suo interesse qualun-que ideologia gli potesse servire per la presa del potere. Non esita ad arrivare a patti con le diverse istituzioni politiche. La sua oratoria è frutto della necessità prag-maticha pià che dell’ideale poetico.

«D’Annunzio è un uomo di genio. È l’uomo delle ore eccezzionali non è l’uo-

mo della pratica quotidiana» Mussolini B (1934)

ANALOGIE

Entrambi ricorrono all’uso di una comuni-cazione emotiva. Questi testi cercano, con il loro potere sug-

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gestivo, quasi di ipnotizzare il destinatario, determinandone meccanicamente la sua condot-ta.L’oratore per raggiungere il suo scopo ricorre all’uso della topica argomentativa già adope-rata dai retori latini. Il messaggio deve essere strutturato di conseguenza antiteticamente e manicheamente: cioè riproponendo una visione binaria e antagonistica della realtà mitica ma verosimile dei fatti rappresentati. I buoni prodannunziani o fascisti combattono contro i cattivi, tutto il resto, nemici della Patria.La struttura mitica e antitetica, radicata nell’inconscio collettivo della folla, serve a persuade-re e soddisfare in modo primario e fantastico l’uditorio.Tale struttura favorisce d’altronde il cliema di eccitazione del gruppo, grazie a cui si arriva alla catarsi e al raggiungimento diretto del piacere da parte del pubblico, infervorato e radu-nato in piazza.In realtà quindi non si dovrebbe parlare di veri discorsi, ma di cerimonie religiose, di comu-nioni mistiche o pseudo-sedute spiritiche fra l’oratorer, profeta o duce e la folla: sono dei riti commemorativi o riti di rinnovamento nella nuova fede fascista.

I discorsi di D’annunzio e Mussol ini hanno un’identica struttura antitetica.In tutti e due i casi si conta sulla presenza dell’eroe, soggetto dell’azione discorsiva e narrati-va: solo chi ha fatto e visto può raccontare o ammonire, consigliare o così via.

1.L’oratore diventa duce, annunciatore, condottiero e capo. A volte l’oratore riproduce le sue stesse parole prendendosi come testimone autorevole della propria argomentazione.Viene quindi prediletto l’uso della prima persona.

«Voi siete l’imminente primavera d’Italia. La mia fede, la mia costanza la mia aspettazione mi fanno degno di essere l’annun-

ciatore della vostra volontà vittoriosa.» D’Annunzio G (1918)

2.Un ruolo fondamentale assume l’oggetto della comunicazione: la vittoria. Ma per raggiun-gere tale situazione di pace è necessaria la guerra. I fascisti devono lottare contro il nemico. Il modo o le armi non sono l’elemento determinante.La guerra è voluta da Dio il quale parla al popolo italiano er bocca dei due grandi eletti: D’Annunzio e Mussolini.

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«La patria è perduta se oggi non combattiamo per lei con tute le nostre amri. Vin-cere bisogna questa suprema battaglia contro il nemico interno prima di muoverci

con un solo impretto verso la santa riconquista.»

«L’Iddio nostro per segno di salvezza ha creato d noi questo mito» D’Annunzio G (1958)

3. E’ necessario poi considerare il comportamento dell’eroe nei confronti dei nemici interni o esterni alla Patria. A volte, Mussolini, usa il termine al signolare: il nemico, e data l’anititesi relisa e mitica su cui si costruisce il discorso, il nemico viene identificato inconsciamente con il diavolo.D’annunzio utilizza voci arcaizzanti che disprezzano il nemico in nome di un codice di onore e morale piuttosto medievale.Mussol ini invece sceglie insulti più diretti ed espliciti, violenti. Ridicolizza sarcasticamen-te l’avversario. Utilizza anche riferimenti sessuali per ridicolazzare l’avversario

«Voi dovete impedire che un pugno di furriani e di frodatori riesca a imbrattare e a perdere l’Italia»

D’Annunzio G (1958)

In D’annunzio resta l’oppositore politico implicito; non esiste quasi mai una menzione di-retta, mentre Mussolini da vero uomo politico, mette chiaramente davanti la propria perso-nalità politica e tenta di denigrare ed attaccare.

4. I collaboratori dell’eroe nella lotta contro il male sono fondamentali: la giovane Italia, il fior della primavera italiana, il popolo tranquillo che lavora, l’esercito. Ma anche: il coraggio, la passione, l’amore per la Patria e il sacrificio, la violenza, il lavoro. I collaboratori vengono rappresentati con i qualificativi topici d’ordine sacro e religioso. La Patria viene contrapposta poi alla Nazione. La Patria anche se appartiene ancora ad un campo nozionale astratto ha raggiunto median-te la personificazione, la categoria archtipica della femminilità posiva, tanto umana quanto divina.

«Lavoriamo piuttosto con cuore pure e con mente alacre per assicurare la prosperità e la grandezza della Patria»

Mussolini B (1934)

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La Patria è il movente e il fine dell’azione. Per Patria però non si intende il popolo.La Patria è un’idea astratta, una divinità gloriosa al di sopra di tutti i cittadini italiani, o al servizio di alcuni di loro.

5. C’è poi un secondo destinatore dei discorsi: il Destino o Dio. Questi hanno eletto l’Italiano come modello esempliare di gloria e di bellezza.Qui D’annunzio e Mussol ini mediante l’io ricordo e il voi ricordate introducono una narrazione esemplare ed illustrativa di due momenti storici chiave nel momento del fasci-smo: il risorgimento con la figura di Garibaldi primo duce degli italiani, e la prima guerra mondiale con i martiri di Vittorio Veneto.D’annunzio si propone come mediatore fra il mondo dei morti e quello dei vivi. Il poeta identifica se stesso in maniera esplicita con la figura di Orfeo e con Cristo. Utilizza aggettiva-zione sacra, religiosa e mitico-trascendente.Mussol ini invece propone le proprie esperienze dirette. Lo scopo è proporsi come unico sostegno e il solo artefice del movimento fascista.

L’uso della repetito.Per D’annunzio ha una funzione piuttosto estetica e letteraria.Per Mussol ini viene utilizzata con l’intenzione esclusivamente pragmatica. Viene utilizzata per fissare le parole chiave dell’enunciato e lasciarle ben incise nel cervello del ricevente.

Benito MussoliniGabriele D’Annunzio

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COS’E’

Il linguaggio è uno strumento della matematica che diventa efficace in quanto ciascun termine specialistico viene esplicitamente definito.1

La matematica limita al massimo il ricorso a pa-role che non siano definite nel contesto d’uso. In un enunciato elementare le parole non matema-tiche si limitano ad articoli e preposizioni e tutto il resto è una definizione univoca.Perché la comunicazione sia più agevole serve che tutti i membri della comunità condividano il significato e l’uso degli altri termini.

Heisenberg: “l’intrinseca incertezza del significa-to delle parole è stata naturalmente riconosciuta assai presto e ha portato alla necessità delle definizioni, o, come indica la parola definizione, a stabilire dei limiti che determinino dove la parola può essere usata e dove no. Ma le defini-zioni possono venir date solo con l’aiuto di altri concetti e così in definitiva è necessario appog-giarsi ad alcuni concetti ce sono presi come sono, non analizzati e non definiti”.2

Chiaramente l’applicazione matematica di tale concetto è differente dall’applicazione nei linguaggio comune. Perchè avvenga una co-municazione non ambigua è necessario che le parole assumano uno stesso significato sia per l’emittente che per il destinatario, ma l’italiano offre diverse possibilità di significato per uno stesso vocabolo. Nel linguaggio matematico ciò non è possibile. Il vocabolario si compone di formule, immagini e testo e il testo è formato da frasi logicamente strutturate, all’interno delle quali trovano posto, oltre a termini specifici, anche caratteri tecnici, formule e simboli propriamente matematici sempre più lontani del senso comune.

Linguaggio Matematico

1 “La lingua perfetta e i matematici” - Gouthier D.2 “Fisica e filosofia” - Heisenberg W.

REGOLE PRINCIPALI

Il linguaggio matematico moderno è basato su due concetti fondamentali: la “teoria degli insie-mi” e la “logica delle proporzioni.La teoria degli insiemi assicura che gli ogget-ti siano delle cose ben definite. All’interno di un insieme è necessario stabile con esattezza il contenuto.La stessa cosa vale per le proposizioni. Le frasi utilizzate in matematica non devono essere ambigue, bisogna dire esattamente se una frase è vera o falsa.Le proposizioni vengono espresse utilizzando connettivi logici e quantificatori.

Connettivi logici¬ (non); ^ (e); _ (oppure);

=)(se...allora/...implica...); ()(...se e solo se...)

Quantificatori8 (per ogni); 9 . . . : . . . (esiste...tale che...)

I principali insiemi numerici sono:

N insieme dei numeri naturali o interi positivi (0,1,2,3..)

Z insieme dei numeri interi (0,-1,1,-2,2..)

Q insieme dei numeri razionali (frazioni m/n dove m,e Z e n ≠ 0)

R insieme dei numeri reali ( π, radice di n, e

C insieme dei numeri complessi

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