la parigi di san vincenzo de paoli e federico ozanam
TRANSCRIPT
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LA PARIGI
di San Vincenzo de Paoli
e di Federico Ozanam
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aoli e
di Federico O
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pie
wak Julien Spiewak
Due secoli separano questi due uomini, hanno
percorso una Parigi molto diversa e, oggi, molti
posti testimoniano ancora la loro presenza.
Questa guida vi aiuterà a scoprire questi luoghi
ricchi della loro storia.
9 788874 028436
La Parigi di San Vincenzo de Paoli e di Federico Ozanam
Parigi, testimone viva delle loro opere
San Vincenzo de Paoli e Federico Ozanam non sono nati a Parigi, tuttavia questa città ha vi-sto nascere il loro apostolato. Ed è stata da loro amata. È il luogo in cui hanno sviluppato una vasta rete di carità per alleviare la miseria dei più poveri.
Questi due uomini, benché due secoli li sepa-rino, hanno percorso in lungo e in largo una Parigi ben diversa da quella di oggi, anche se molti posti continuano a testimoniare la loro presenza.
Questa piccola guida vi permetterà di scoprire questi luoghi, impregnati della loro storia.
CronistoriaLa carità è sempre giovane
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La Società di San Vincenzo de Paoli
Sulle orme diSan Vincenzo de’ Paoli
Biografia
Cappella di San Vincenzo de Paoli Museo vincenziano Cappella N-D de la Médaille Miraculeuse Chiesa di Saint-Sulpice Chiesa di Saint-Laurent Priorato di Saint-Lazare Chiesa di Saint-Vincent-de-Paul
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727886909294
102104106108
116126
Biografia
Chiesa dicSaint-Joseph-des-Carmes Museo Frédéric Ozanam
Chiesa di Saint-Etienne-du-Mont
Chiesa di Saint-Médard
Università della Sorbona
Abitazioni di F. Ozanam e di E. Bailly
Cattedrale Notre-Dame de Paris
Cimitero di Montparnasse
Giardinetto pubblico Frédéric Ozanam
Società di San Vincenzo de Paoli, CGI
Mappe
Bibliografia
Sulle orme diFederico Ozanam
Cupola della chiesa di Saint-Joseph-des Carmes
rappresentante Elia in cielo
e vari episodi della sua vita.
Dalla Conferenza di Storia alla Conferenza di Carità
La Società di San Vincenzo de Paoli (SSVP) è nata a Parigi nel 1833, tra un gruppo di studenti riuniti nella “Conferenza di Storia”, che era animata da Emmanuel Bailly, fondatore del giornale «La Tribune Ca-tholique». Bailly riuniva studenti cristiani per trattare argomenti di storia, di diritto e di filosofia. Tra questi c’era un giovane studente di diritto, Federico Ozanam. Alle volte le discussioni divenivano accese. Un giorno uno studente lanciò questa provocazione: «Un tempo il cri-
stianesimo ha fatto prodigi, ma oggi è morto! Che cosa fate concre-tamente voi che vi vantate di essere cattolici?». Ozanam fu scosso da questa obiezione e così pure alcuni suoi amici che si dissero: «Non parliamo tanto di carità... piuttosto pratichiamola aiutando i poveri!». Uno di loro, Auguste Le Taillandier, propose di riunirsi tra giovani catto-lici non più per parlare, ma per agire: creare una Conferenza di Carità. Proposero questa idea a Bailly e delegarono Ozanam a fondare un’o-
La Società di San Vincenzo de Paoli
Cronistoria
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pera di giovani, il cui ideale caritativo si concretizzasse nella visita ai
poveri. Ecco come Ozanam ricorda quelle prime riunioni, in una lettera
del 17 maggio 1838 all’amico François Lallier: «Quando mi tornano
alla mente tutte quelle umili scene della nostra vita di studenti, hanno
per me un fascino inesprimibile: le riunioni serali alle conferenze di
M. Gerbet, che avevano un certo qual fascino di mistero e nelle quali
iniziammo a conoscerci meglio, quelle discussioni storiche, filosofiche,
nelle quali portavamo un ardore così sincero, dove si condividevano i
successi con tutto il cuore, le piccole riunioni di Rue du Petit Bourbon
Saint-Sulpice...».
Nascita della Società di San Vincenzo de’ Paoli
Il 23 aprile 1833 Emmanuel Bailly accoglie Federico Ozanam e i suoi amici François, Jules, Auguste, Félix e Paul, nella stamperia della Tri-bune Catholique al n. 38 di Rue Saint Sulpice, a quell’epoca Rue Petit-Bourbon-Saint Sulpice. È la riunione nella quale viene fondata la prima Conferenza di Carità che sarà posta sotto la protezione di San Vincenzo de Paoli nel 1834. Il gruppo propose che le riunioni fossero settimanali e che l’attività fondamentale fosse la visita ai poveri e, per fare ciò, si mise in contatto con Suor Rosalie Rendu, una Figlia della Carità che organizzava la distribuzione degli aiuti nel quartiere Mouffetard, uno dei più poveri di Parigi, vicino alla Chiesa di Saint-Etienne-du-Mont.
La Sociéta di San Vincenzo de Paoli 9
I fondatori della Societàdi San Vincenzo de Paoli
Le origini di questi giovani studenti parigini
sono state una risorsa per lo sviluppo della
Società di San Vincenzo de Paoli in Francia.
Jules Devaux
* 18 luglio 1811 a Colombières
27 ottobre 1880 a Parigi
Félix Clavé
* 8 luglio 1811 a Tolosa
9 novembre 1853 a Pau
Auguste Le Taillandier
* 28 gennaio 1811 a Rouen
23 marzo 1886 a Rouen
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Federico Ozanam
* 23 aprile 1813 a Milano
8 settembre 1853 a Marsiglia
François Lallier
* 22 giugno 1814 a Joigny
23 dicembre 1886 a Sens
Emmanuel Bailly
* 9 marzo 1794 a Bryas
12 aprile 1861 a Parigi
Paul Lamache
* 18 luglio 1810 a Saint-Pierre-Eglise
28 luglio 1892 a Grenoble
I fondatori della Società di San Vincenzo de Paoli 11
Una crescita miracolosa
Federico Ozanam scriveva a uno dei suoi cugini il 21 luglio 1834: «Vor-
rei che tutti i giovani che hanno un cervello e un cuore si unissero per
fare opere di carità e che si formasse, in tutto il paese, una vasta asso-
ciazione generosa per il sostegno delle classi popolari». Il suo desiderio
non ha tardato ad essere realizzato: tra novembre e dicembre di quel
medesimo anno il gruppo contava già oltre cento membri! Era dunque necessario dividersi e ciò avvenne non senza esitazioni e rimpianti. Il 24 gennaio 1835 furono create due sezioni e Ozanam fu nominato vice-presidente della prima di queste: era nata la Società di San Vin-cenzo de’ Paoli. Seguì a breve la diffusione nelle province: gli studenti che alla fine degli studi lasciavano Parigi e ritornavano alle loro case fondarono nuove Conferenze. Il 10 febbraio 1835 a Nîmes, il 16 ago-sto 1836 a Lione, poi a Rennes, a Nantes. Dopo lo sviluppo in Francia la Società di San Vincenzo de Paoli si diffuse rapidamente all’estero. Questo sviluppo quasi universale ha del prodigioso, se si pensa che avvenne nonostante la scarsità dei mezzi di comunicazione dell’epoca. Scrive Federico Ozanam all’amico Lallier il 9 aprile 1838: «La nostra
forza morale proviene dalle Conferenze di Parigi e della Provincia. Que-
sta solidarietà costituisce il nostro credito agli occhi del mondo, e al
tempo stesso ci dà fiducia».
Ed oggi?
La Società di San Vincenzo de Paoli conta oggi circa 800.000 membri in 146 paesi. La Società ha superato molteplici prove, ha attraversato
Il numero delle Conferenze e dei membri aumenta ogni anno
Anno Conferenze Membri
1860 2 500 50 0001913 8 000 133 0001933 12 000 200 0001983 38 000 750 0002012 45 000 800 000
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rivoluzioni e guerre. La crescita della Società è una risposta ai bisogni che si manifestano secondo le epoche e nei vari paesi. La preoccupazione co-stante della Società, fedele allo spirito dei fondatori, è quella di rinnovarsi e di adattarsi alle condizioni che mutano con i mutamenti del mondo... «Nessuna opera di carità è estranea alla Società. La sua attività comprende
ogni forma di aiuto portato per mezzo del contatto da persona a persona
per alleviare le sofferenze e promuovere la dignità e l’integrità dell’Uomo» (Regolamento della Società). Scriveva Federico Ozanam a sua madre l’8 aprile 1832 queste parole, valide ancora al giorno d’oggi: «In mezzo a
questi tristi spettacoli, la carità non si stanca mai».
La Famiglia Vincenziana
Raggruppa numerose istituzioni che vantano l’eredità del pensiero di San Vincenzo de Paoli e sono unite dalla medesima spiritualità: «Se-
guire Gesù Cristo, servitore ed evangelizzatore dei poveri» come faceva il loro santo patrono. Oggi la Società di San Vincenzo de Paoli rap-presenta il ramo più numeroso della Famiglia Vincenziana con i suoi 800.000 membri.
La Società di San Vincenzo de Paoli
Rami della Famiglia Vincenziana:
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Come descrivere il ruolo che occupano i giovani nella Società di San Vincenzo de Paoli senza ritornare alla sorgente, la prima riunione dell’a-prile 1833? Un gruppo di giovani laici cristiani, animati da Emmanuel Bailly, si riunisce per pregare, riflettere e lavorare assieme con lo scopo di alleviare la povertà. È l’epoca in cui tutta la gioventù francese è in fermento e si appassiona alle idee e alle lotte intellettuali. La prima Conferenza del 1833 rappresenta per noi oggi l’essenza stessa dello spirito vincenziano. La Società di San Vincenzo de Paoli è sempre stata animata da uno “spirito giovane” le cui caratteristiche essenziali sono descritte nel Regolamento: “entusiasmo, adattabilità e immaginazione creativa”. La nostra Società ha saputo mantenere questo spirito e ha saputo svilupparsi rapidamente in molti paesi. Le Conferenze hanno sempre saputo scoprire i problemi del loro tempo e rispondere all’a-spettativa delle persone più povere dei luoghi dove operavano. Anche se i nostri gruppi non sempre sono composti da membri giovani, è importante che questo “spirito giovane” d’innovazione e di adattabilità sia presente nel cuore di ciascuno di noi.
La carità è sempre giovane
della prima Conferenza come modello
di lavoro e di semplicità
La Società di San Vincenzo de Paoli
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Thailandia.
Volontari di Bangkok, 2010.
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I giovani nelle nostre Conferenze
Non sempre è facile far entrare nuovi membri nella nostra Società. I giovani sono spesso impegnati nello studio, nei loro obiettivi profes-sionali, negli svaghi o coi loro amici. Dobbiamo essere consapevoli di queste difficoltà e di conseguenza farci accoglienti e disponibili. Il Regolamento ci ricorda che «la Società è costantemente preoccu-
pata di formare Conferenze di giovani e di favorire la loro accoglienza
in tutte le Conferenze». Ci sono delle Conferenze che puntualmente chiedono l’aiuto dei giovani in occasioni specifiche. Come potrebbe un giovane rifiutare di aiutarci sentendosi rivolgere un appello alla “buona volontà” per una raccolta di generi alimentari, o per distri-buire caffè a dei “senza fissa dimora”? Queste iniziative non com-portano un impegno gravoso e permettono a numerosi giovani di scoprire la nostra attività. Questi appelli alla generosità e al dono di sé costituiscono occasioni preziose per incontrare nuovi membri e per far conoscere la Società. Se non è facile attirare nuovi membri, è anche difficile conservarli nel tempo nelle Conferenze: l’impegno vincenziano non è un impegno di breve durata. Vivere il carisma vincenziano significa rivedere la propria vita di fronte al modello di San Vincenzo de Paoli per essere in ogni momento al servizio dei più poveri.
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Per vivere pienamente questa chiamata è importante che i giovani scoprano la bellezza del messaggio di San Vincenzo de Paoli. Capi-re questo messaggio permette a ciascuno di aprire il proprio cuore, di mettersi in ascolto e al servizio dei poveri. «Andrete dieci volte
al giorno a visitare i poveri e dieci volte al giorno vi troverete Dio», dice San Vincenzo de Paoli. È lui che, con la testimonianza della sua vita, ha saputo farci scoprire la bellezza della visita ai poveri, perché nella visita prendiamo contatto e confidenza con quelli che aiutiamo. A poco a poco i giovani volontari scopriranno la gioia di appartenere ad un gruppo, ad una famiglia che offre loro amicizia, appoggio e fraternità. Ognuno di noi è responsabile dell’accoglien-za di questi nuovi membri con spirito vincenziano. Dobbiamo lavo-rare per una “conversione personale” per meglio recepire questa chiamata alla fraternità e sviluppare il nostro dono dell’ascolto e della condivisione. Nel corso della vita dobbiamo a volte superare delle tappe dolorose, patire delle sconfitte o cambiare radicalmen-te modo di vivere. I giovani si trovano spesso di fronte a queste situazioni difficili. Interroghiamoci fin da oggi sulla capacità della nostra Società di essere presente in ognuna di queste tappe e par-ticolarmente vicina ai giovani: in ogni momento essi devono sentirsi membri e parte attiva della nostra Società.
La Società di San Vincenzo de Paoli
<
Spagna.
Più di cento paesi erano
rappresentati dai giovani di tutto
il mondo alle giornate internazionali
di studio della Gioventù Vincenziana
a Salamanca nel 2008.
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I giovani nella nostra struttura
I giovani sono ben preparati ad affrontare le inquietudini del loro tem-
po e a sviluppare le capacità di risposta. Nelle giornate di studio della Gioventù Vincenziana a Salamanca (Spagna) del giugno 2008, i giova-ni hanno lavorato sul tema “Nuove forme di povertà”. Mi ha rattristato fare l’elenco delle povertà delle quali i giovani erano testimoni in prima persona: le malattie endemiche, la disoccupazione, la depressione, le tossicodipendenze, la prostituzione, il frantumarsi delle famiglie, la mancanza di spiritualità e di valori, le guerre civili, il moltiplicarsi delle catastrofi naturali, ecc. Sono problemi che si diversificano sempre di più e sempre più rapidamente. Sono rimasto molto stupito dalla vici-nanza dei giovani a tutti questi problemi, ne parlavano con tristezza e con familiarità. Le diverse attività all’interno delle Conferenze li rendo-no veri attori che combattono le sofferenze del giorno d’oggi e pertan-to i giovani devono sentirsi pienamente parte della nostra Società. È importante che siano ascoltati e che le loro proposte siano valorizzate. Da diversi anni il Consiglio Generale raccomanda ai Consigli Nazionali l’integrazione dei giovani nelle loro strutture e lo sviluppo dei Comitati Nazionali Giovani. Non si tratta di creare delle strutture parallele, ma di mantenere l’unità della nostra organizzazione. Però i giovani devono poter lavorare ai vari livelli della struttura per trasmettere le loro idee e condividere il più possibile le attività. L’impiego ormai invalso di
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Internet e la possibilità di lavorare in rete permettono a molti giovani di scambiare e condividere le loro esperienze. Questi nuovi mezzi di comunicazione favoriscono la diffusione delle informazioni ed esten-dono la consapevolezza di costituire un gruppo o una famiglia. Oltre la Conferenza, oggi si sono formati dei collegamenti più ampi, anche tra Conferenze appartenenti a paesi diversi. Per esempio, per mezzo del Comitato Internazionale Giovani, decine di giovani, provenienti dalle diverse parti del mondo, si sono riuniti in una rete internazionale per restare in contatto tra loro. Gli scambi sono molteplici e possono cre-arsi dei progetti di collaborazione su vasta scala. «Vorrei racchiudere
il mondo intero in una rete di carità», questa frase profetica suona sempre attuale nelle prospettive della Società.
La fondazione permanente
Cari adulti, voi che spendete molta della vostra energia per alleviare le miserie dei nostri giorni, il vostro lavoro è testimonianza vera per tutti i giovani che scoprono la Società. Avete saputo vivere seguendo le orme di San Vincenzo de’ Paoli donando quello che avevate di più prezioso. È grazie alle vostre numerose opere che la Società è oggi così dinamica e sviluppata. I giovani ammirano e sono riconoscenti a tutti coloro che hanno fatto sì che la Società si sviluppasse e restasse al medesimo tempo così vicina ai poveri. Il Regolamento dice in proposito: «I mem-
La Società di San Vincenzo de Paoli
<
Brasile.
Incontro dei rappresentanti
dell’America del Sud
à Iguassu, 2010.
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bri, nonostante l’età, cercano di mantenere lo spirito giovane». Questo
spirito giovane deve accompagnarci per essere sempre più vicini alle
realtà dei giorni nostri. Se comprenderemo meglio le problematiche
attuali, potremo agire in modo più efficace e più giusto. Conservia-
mo uno slancio di entusiasmo che favorisca la presenza dei giovani
nelle nostre Conferenze e nella nostra struttura. I giovani sapranno
perpetuare con impegno l’entusiasmo che ci permette di continuare
ad essere testimoni audaci. Dobbiamo essere attenti a cogliere ogni
spirito nuovo, dobbiamo essere perennemente in evoluzione. Accoglia-
mo le iniziative dei più giovani come avevano intuito i nostri fondatori.
Non dobbiamo avere timore ad utilizzare nuovi strumenti di lavoro e
a sfruttare nuovi canali di comunicazione, non dobbiamo aver paura
di sostenere i giovani perché possano realizzarsi nella nostra Società
e apprezzare l’amicizia fraterna che unisce i suoi membri per formare
un unico corpo.
Serviamo tutti insieme coloro che soffrono
Cari giovani, ho avuto la fortuna di incontrarvi in occasione di molte
manifestazioni in questi ultimi anni. Quale gioia nel vedere la nostra
Società irradiare in tutti i continenti la medesima spiritualità che tutti
ci accomuna! Viviamo in regioni lontane le une dalle altre, abbiamo
culture diverse, eppure tutti noi riconosciamo l’enorme lavoro fatto dai
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fondatori. Hanno saputo trasmetterci l’amore per i più poveri, lo spirito
della carità e un tesoro spirituale al quale ognuno è invitato ad attin-gere per rigenerarsi. Il confrontarci col mondo della povertà rinforzerà la nostra fede e ci aprirà a nuove sfide. Non dobbiamo aver timore di assumerci responsabilità all’interno delle nostre Conferenze e nella nostra struttura nazionale: la Società di San Vincenzo de Paoli saprà accompagnarci nel nostro percorso. Le persone che incontriamo nelle varie attività, così come i volontari, diventeranno un po’ per volta degli amici prima, e una famiglia poi, con la quale raggiungeremo le grandi tappe della vita. Non dobbiamo aver timore di essere animati dalla bel-lezza e l’umiltà del messaggio di San Vincenzo de Paoli. Non dobbiamo aver paura di servire, tutti insieme, coloro che soffrono. Con l’entusia-smo di Federico Ozanam e di Emmanuel Bailly, costruiamo la Società di San Vincenzo de Paoli di domani e apriamo oggi stesso le porte delle nostre Conferenze e della nostra struttura ai giovani. Conserviamo il dinamismo e l’efficienza della prima Conferenza quali modelli di lavoro e di semplicità. Chiediamo allo Spirito Santo di guidarci nelle nostre decisioni e nella nostra attività di modo che la Società di San Vincenzo de Paoli possa svilupparsi per servire sempre meglio i più poveri.
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Italia.
Incontro dei Giovani Vincenziani
Europei a Roma, 2012.
La Società di San Vincenzo de Paoli 21
San Vincenzo de Paoli,
patrono delle opere di carità
Vincenzo de Paoli nasce il 24 apri-
le 1581 a Pouy, nelle Lande, da
una numerosa famiglia contadina
molto devota. Da questa riceve,
nella semplicità “della gente dei campi”, il senso del lavoro, l’atten-zione alle piccole cose e alla gente semplice, la fede che lo forgia. In questo ambiente Vincenzo ha an-che la possibilità di studiare: sarà prete.Viene ordinato sacerdote il 23 set-tembre 1600 dal vescovo di Péri-gueux a Château-L’Evêque.
Sui passi di San Vincenzo de Paoli
Ritratto di san Vincenzo de Paoli,
miniatura su rame, scuola francese
del XVII secolo, collezione privata.
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Parigi, un indirizzo decisivo
Dopo anni alla ricerca di un’occupazione tranquilla, Vincenzo nel 1608
si reca a Parigi. Si dona a Dio e Dio lo dona ai poveri. Cappellano della
regina Margherita di Valois nel 1610, frequenta poi Bérulle e l’Oratorio
e nel 1612 diventa Curato di Clichy. Dal 1613 la sua vita cambia e
prende un indirizzo preciso: Vincenzo è nominato precettore della nobi-le famiglia dei Gondi. Nel 1617 due eventi sono determinanti. Durante l’inverno a Gannes, nell’Oise, Vincenzo, confessando un contadino, si rende conto della povertà spirituale nelle campagne e dell’ignoranza del clero: “i poveri delle campagne”. Spinto dalla Signora Gondi lancia la missione: per cambiare la propria vita bisogna orientarsi verso Dio e lasciarsi riconciliare da Lui (Sermone di Folleville, 25 gennaio 1617). Nel 1625, grazie al finanziamento dei Gondi, fonda la Congregazione della Missione per l’evangelizzazione dei poveri e la formazione del cle-ro. Nell’estate dello stesso anno, mentre è curato a Châtillon, incontra
dei poveri e mobilita dei laici perché li aiutino: è nata la Confraternita
della Carità, ed è lui stesso a dettarne il Regolamento. Da Châtillon
nascono le Dame della Carità e nel 1633, grazie a Luisa di Marillac,
nasce la Compagnia delle Figlie della Carità.
La carità conduce alla giustizia, specialmente sul piano sociale e ospe-
daliero. Per far fronte ai bisogni dei poveri, «che si moltiplicano all’in-
finito», Vincenzo de Paoli vuole racchiudere il mondo in una rete di
carità: dalla regione parigina alle province devastate dalle guerre, fino
alla Polonia e all’Italia, oltre i mari: dall’Africa del Nord (1645-1646)
al Madagascar (1648).
Vincenzo de Paoli muore a Parigi il 27 settembre 1660. Viene beatifi-
cato il 13 agosto 1720 e canonizzato il 16 giugno 1737. Papa Leone
XIII lo nomina patrono di tutte le opere di carità esistenti o che traggo-
no ispirazione da lui. In Francia San Vincenzo de Paoli è patrono della
Assistenza pubblica.
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Storia
Vincenzo de Paoli è morto il 27 settembre 1660 nella Maison de Saint Lazare, in rue du Faubou-rg Saint-Denis, che era al tempo stesso un ospedale, un seminario ed un luogo per ritiri spirituali. È stato sepolto nel coro della chiesa di Saint Lazare. Durante la Rivo-luzione la chiesa fu saccheggiata e trasformata in prigione. Le spo-glie di San Vincenzo, restituite nel 1795, furono poste nella Cappella della Casa Madre della Congrega-zione della Missione fino al 1830. La prima pietra della Cappella di San Vincenzo fu posta il 17 agosto 1826 e la consacrazione avvenne il 1° novembre 1827 ad opera di Monsignor Hyacin-the-Louis de Quélen, arcivescovo di Parigi. Questa cappella è una bellissima testimonianza dello stile accurato dell’epoca di Carlo X.
L’architettura
La facciata, di stile antico, è composta da quattro pilastri sor-montati da un fregio rappresen-
tante delle croci greche legate alle iniziali di San Vincenzo: S e V. Nel timpano triangolare vi è l’i-scrizione latina: Sancto Vincentio
a Paolo sacrum. Sopra la porta si può vedere un medaglione con il
busto del santo. La sobrietà della
facciata contrasta con la ricchez-
za degli ornamenti all’interno. La
navata è delimitata da ventidue colonne. Al centro l’altar maggio-re, la teca di San Vincenzo e un trompe-l’oeil in cui San Vincen-zo è rappresentato nella gloria al centro delle istituzioni da lui fondate. Entrando nella Cappel-la si notano due grandi quadri: a sinistra San Vincenzo che sale al
cielo (XVIII secolo) e a destra La
visione dei globi (1760).
L’Altar maggiore
Padre Jean-Baptiste Etienne, superiore generale della Congre-gazione della Missione dal 1843 al 1874, fece erigere, nel 1854, un altar maggiore con due rampe di accesso alla teca di San Vin-cenzo.
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Teca ove riposa il corpo
di San Vincenzo de Paoli.
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L’altare maggiore è riccamente decorato da molte sculture di santi. Ai lati della croce dorata si trovano le reliquie dei due santi particolarmente legati a San Vin-cenzo: San Francesco di Sales (a sinistra) e Santa Giovanna di Chantal (a destra).
Più in alto, ai lati della teca, tro-viamo le statue degli apostoli e degli evangelisti. Nel lato sinistro
troviamo: Giovanni, Tommaso, Filippo, Bartolomeo, Giacomo il minore, Luca e Pietro. A destra: Paolo, Andrea, Marco, Giacomo il maggiore, Simone, Matteo e Giu-da Taddeo.
Teca di San Vincenzo de Paoli
La teca dove riposa il corpo di San Vincenzo è d’argento mas-siccio. È stata offerta da Mons. Hyacinthe de Quélen grazie ad una sottoscrizione popolare e fu posta solennemente al di sopra dell’altar maggiore nel 1830. Sulla teca, una statua raffigura San Vincenzo che sale al cielo circondato da quattro angeli che rappresentano la religione, la
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fede, la speranza e la carità. Da ogni lato della teca si possono ve-dere due orfanelli, un ragazzo ed una ragazza, con le mani giunte, che invocano San Vincenzo.
Sebbene le spoglie di San Vin-cenzo siano state nascoste e spostate più volte durante le guerre e le rivoluzioni, la teca ha ben conservato il suo corpo. Il viso e le mani sono incerate, il corpo del santo è vestito di un camice e una stola ricamate a filo d’oro. San Vincenzo tiene tra le mani la croce che gli è servi-ta quando ha accompagnato re Luigi XIII sul letto di morte. Mol-ti sono i pellegrini che durante l’anno vengono ad inginocchiar-si davanti al santo per pregare.
Arco di trionfo
Il dipinto semicircolare in trompe
l’oeil «Apoteosi di San Vincenzo
e delle sue istituzioni più impor-
tanti» è stato realizzato nel 1855 da François Carbonnier, lazzarista
e allievo del celebre pittore Jean
Auguste Dominique Ingres. Al di
sotto del dipinto si trova l’iscrizio-
ne latina «Pertransiit bene faciendo
(Passò facendo il bene)», citazione
tratta dagli Atti degli Apostoli (10,
38) riferita a Gesù Cristo e qui ap-
plicata a San Vincenzo. A sinistra:
San Vincenzo predica il vangelo ai
poveri, San Francesco-Regis Clet
con un crocifisso, San Gabriele
Perboyre con una gran croce e San
Vincenzo che insegna a degli ordi-
nandi nell’ambito delle Conferenze
<
Nei due lati della navata centrale
si trovano due serie
di cinque altari laterali.
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del martedì. Al centro c’è San Vin-cenzo, poi Santa Luisa di Marillac con le Figlie della Carità, le Dame della Carità e alcuni feriti di guerra curati dalle Figlie della Carità.
Altari, vetrate e cappelle
Ai due lati della navata principale si trovano due serie di cinque al-tari laterali, diverse vetrate e due cappelle: a sinistra la cappella del-la Santa Vergine e a destra quel-la di San Giuseppe. Ogni altare è dedicato a un santo e ogni vetrata contiene dei medaglioni che rap-presentano la vita di San Vincen-zo, dalla nascita fino alla morte. È anche rappresentata la traslazione delle sue reliquie e l’invito a vivere oggi la carità a sua immagine.
Comprendono una serie di altari laterali, dei confessionali e otto grandi dipinti.La cantoria di sinistra è dedicata
alla Vergine Maria e contiene quat-tro quadri: la Presentazione di Ma-
ria al tempio, l’Annunciazione, la Visitazione e la Definizione dell’Im-
macolata Concezione. La cantoria di destra, dedicata a Gesù Cristo, è decorata con quattro quadri: l’Ado-
razione dei Magi, Gesù al tempio a
dodici anni, il Discorso della Mon-
tagna e l’Ascensione.
Da notare
Federico Ozanam e i suoi com
venuto regolarmente a prega
re in raccoglimento davanti al
corpo di San Vincenzo. «Marte-
dì scorso, festa di San Vincenzo
de Paoli, ci siamo trovati assie-
me alla Messa del mattino nella
Chiesa dei Lazzaristi ove riposa il
corpo di San Vincenzo de Paoli»
>
San Vincenzo che sale al cielo (XVIII secolo)
di François Carbonnier.
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Dall’entrata, iniziando dal corridoio
di destra e continuando per il
corridoio di sinistra, troviamo le
seguenti vetrate (in coppia):
La prigionia di Vincenzo a Tunisi.
(2)
Le Confraternite di uomini.
Il catechismo.
La predicazione di San Vincenzo.
Le Conferenze del martedì.
I seminari.
Le missioni all’estero. (1)
(3)
La morte di Luigi XIII.
San Vincenzo cappellano
delle galere.
La liberazione di un galeotto.
San Vincenzo nominato
Superiore delle Visitandine
da San Francesco di Sales.
La visione dei globi.
I trovatelli.
L’ospedale del Santo Nome
di Gesù.
Le Regole delle Figlie della Carità.
l’Estrema Unzione.
L’apoteosi di San Vincenzo.
di San Vincenzo.
Le Figlie della Carità
in missione all’estero.
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Andiamo a scoprirlo
Nella Casa Madre della Congre-
gazione della Missione si trova
un Museo Vincenziano dove sono
esposti numerosi ricordi di San
Vincenzo de Paoli e di altri santi e
beati della Famiglia Vincenziana.
Scoprirete un vero tesoro ricco di
storia e di emozioni: quadri, inci-
sioni, disegni, sculture, reliquie,
abiti, libri, medaglie... Nei vani in
legno scolpiti, situati a sinistra e a
destra della sala, troverete i ritratti
di San Vincenzo de Paoli e di San-
ta Luisa di Marillac: sono opera
di François Carbonnier, che è an-che l’artefice di numerosi dipinti e ornamenti della Cappella. Due grandi reliquiari dei due santi sono situati ai lati della porta d’ingresso. Seguendo la pianta riportata qui sopra, troverete una selezione di oggetti legati a San Vincenzo de’ Paoli, esposti nelle 15 sezioni che compongono il museo.
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Il Museo vincenziano è un tesoro
ricco di storia e di emozioni.
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ruolo che il Duca de Gondi, Gene-
rale delle Galere e sua moglie Mar-
gherita de Silly hanno avuto nella
vita e nelle opere di San Vincen-
di San Vincenzo de Paoli, datata
1664, quattro anni dopo la morte,
ad opera di Louis Abelly. È aperta al capitolo che descrive la fonda-zione della Congregazione della Missione.
2 Il busto di Monsignor Hya-cinthe-Louis de Quélen (1778-1839), arcivescovo di Parigi. A lui si deve l’iniziativa dell’acquisto della teca d’argento ove riposa
sculture lignee, L’Annunciazione e La Crocifissione, dono della Regi-na Anna d’Austria a San Vincenzo de Paoli. Erano poste nella sua stanza a Saint Lazare
3
dei bambini abbandonati erano stati raccolti da lui e dalle Suore.
-zo de Paoli realizzato di nascosto verso la fine della sua vita. Ha ispirato molti artisti per ritratti posteriori.
4
e pungenti, strumenti di penitenza che usava San Vincenzo de Paoli.
celebrava la Messa. Il camice pie-ghettato nel quale il suo corpo è stato trovato intatto, cinquant’an-ni dopo la sua morte.
-guillon, Marie de Vignerod, una delle grandi benefattrici di San Vincenzo de Paoli.
<
Il camice pieghettato nel quale
il corpo di San Vincenzo de Paoli
è stato trovato intatto,
dopo cinquant’anni dalla morte.
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che rappresentano scene della
vita di San Vincenzo de Paoli.
7 -
zati da San Vincenzo de Paoli per
-
ra di Vincenzo de’ Paoli al fratello
Jean Parre datata 1658.
-
rio argentato di San Vincenzo pro-
Un paliotto della Casa Madre delle
Figlie della Carità di rue du Bac
140 (7° arrondissement di Parigi).
9
Paoli aperta al capitolo della fon-dazione delle Figlie della Carità.
Marillac.
François de Gondi, arcivescovo di
Parigi al tempo di San Vincenzo
Rendu, Figlia della Carità. Indirizzò
Ozanam e i suoi compagni all’in-
contro con i poveri del quartiere
Mouffetard a Parigi.
come Luisa di Marillac, che per-
sonifica le Figlie della Carità, con-
tinua le opere iniziate da San Vin-
di un testo che Luisa di Marillac
portava sempre con sé.
42
saccheggio del Priorato di Saint
Lazare, la notte del 12 luglio 1789,
Un libretto di preghiere macchiato
del sangue di uno dei settantasei
preti massacrati il 3 settembre
1792 al seminario di San Firmino.
-
gregazione della Missione: San
François-Régis Clet (1748-1820), San Jean-Gabriel Perboyre (1802-1840) e San Justin de Jacobis
-mato, ricordo di un laico e di otto missionari massacrati il 9 ottobre 1937 a Tcheng-ting-fou (Cina) da ausiliari dell’armata giapponese.
-
Gabriel Perboyre, il suo scrittoio cinese, la sua Bibbia e un grande reliquiario.
-tore della Società di San Vincenzo de Paoli: Federico Ozanam, Em-
Una maschera mortuaria di Padre Guillaume Pouget (1847-1933), lazzarista, che ha vissuto gli ul-timi venticinque anni della sua vita completamente cieco. Nono-stante il suo handicap, ha saputo condividere la fede, l’amore per la Chiesa, il suo sapere con alcuni universitari cristiani.
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Cappella di Nostra Signoradella Medaglia Miracolosa
>
di San Vincenzo de Paoli.
circonda la statua del santo.
3
Apparizioni
La Cappella di Nostra Signora del-
la Medaglia Miracolosa è stata co-struita nel 1815; consacrata il 6 agosto 1816, è stata ampliata una prima volta nel 1849, quindi nel 1930 è stata oggetto di una vera e propria ricostruzione. È in questa cappella che la Vergine Immacola-
ta è apparsa alla Figlia della Carità suor Caterina Labouré, e ha dona-to al mondo la Medaglia Miraco-losa. Suor Caterina (1806-1876), novizia ventiquattrenne, ha avuto tre apparizioni nelle quali la Vergi-ne Maria le ha affidato la missione di far coniare una medaglia con l’invocazione: «O Maria concepita
senza peccato, prega per noi che
ricorriamo a Te».
Sono più di due milioni i pellegrini che ogni anno vistano la Cappella.
La Vergine dai raggi
Al centro, l’altar maggiore è sor-montato dalla statua della Ver-gine. Dalle sue mani escono dei raggi come aveva visto suor Ca-terina. Sono il simbolo delle gra-zie che Dio diffonde nel mondo per intercessione della Vergine. Al di sopra, un affresco di André
Mériel Bussy, datato 1930, rap-
presenta la prima visione di suor
Caterina con la Vergine seduta in
poltrona che le affida la sua mis-
sione.
Sotto l’altare di destra riposa il
corpo di santa Caterina. Sopra
l’altare c’è una statua della Ver-
>
Statua di San Vincenzo de Paoli
all’entrata di rue du Bac 140.
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gine Maria che porta un globo
sormontato da una croce.
I due fondatori
Sopra l’altare di sinistra, in una
teca, giace il corpo di Santa Luisa
di Marillac (1591-1660). Si deve
a lei e a San Vincenzo de Paoli la
fondazione della Congregazione
delle Figlie della Carità nel 1633.
Al di sopra della teca un mosaico
della scuola di Mauméjean rap-presenta lo Spirito Santo che vola nella gloria smagliante lasciando cadere, tra due angeli in adora-zione, raggi d’oro che avvolgono con la loro luce Santa Luisa. Un reliquiario posto sopra l’altare di
destra contiene il cuore di San Vincenzo de Paoli. Il reliquiario è stato offerto da una delle Dame della Carità più generose, la Du-chessa d’Aguillon, nipote del Car-dinal Richelieu.Una grande statua realizzata nel 1930 dalla ditta Raff rappresen-ta l’apostolo della carità. Dietro, un altro mosaico della scuola Mauméjean circonda il santo con le fiamme della carità. Due angeli portano i sigilli delle due famiglie religiose, le Figlie della Carità e i Padri e Fratelli della Missione. Ai lati della statua si possono leggere le parole di san Vincenzo de Paoli; a sinistra: «La grazie della perseve-
ranza è la più grande di tutte. Essa
incorona tutte le altre grazie, e la
morte che ci troverà con le armi
in pugno è la più gloriosa e la più
desiderabile»; a destra: «Amiamo
Dio, ma questo si realizzi con la fa-
tica delle braccia e il sudore della
fronte».
<
Oltre due milioni di pellegrini
vengono ogni anno a visitare
la cappella di Nostra Signora
della Medaglia Miracolosa.
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>
Statua in marmo di
San Vincenzo in una cappella
a sinistra della navata.
Chiesa di Saint-Sulpice
Fondazione della prima équipe
delle Dame della Carità a Parigi
4
Due legami
Jean-Jacques Olier, curato della
parrocchia dal 1642, era gran-
de amico di Vincenzo de Paoli.
In varie occasioni lo ha aiutato
nelle missioni a Parigi e nella
provincia. Ha fondato il primo se-
minario francese e anche la Com-
pagnia dei Preti di Saint-Sulpice
(1642). San Vincenzo era legato
a questa parrocchia anche per
un altro aspetto: è qui che, nel 1630, fu fondato il primo gruppo parigino delle Dame della Carità (oggi, in Italia, Gruppo di Volon-tariato Vincenziano e, nel mondo, Associazione Internazionale della Carità, AIC). È la prima opera che Vincenzo de Paoli creò a Châtillon les Dombes, vicino a Lione, nel 1617, persino prima della fonda-zione della Congregazione della
San Vincenzo che sale in cielo
circondato dagli angeli (1825).
52
Targa commemorativa
della cappella dedicata
a San Vincenzo de Paoli.
Missione (1625) e delle Figlie del-
la Carità (1633).
I dipinti della cappella
La cappella a sinistra della navata è dedicata a San Vincenzo. Due magnifici affreschi, realizzati da Guillemot nel 1825, mostrano San Vincenzo che parla a due bambini trovati presso le Dame della Carità all’Hotel de Dieu, e San Vincenzo che assiste re Luigi XIII sul letto di morte. Il soffitto rappresenta San Vincenzo che sale al cielo circondato dagli an-geli. Ai quattro angoli del soffitto si possono osservare scene della vita del santo: San Vincenzo che distribuisce cibo ai poveri, che visita le galere, che rifiuta un bic-chiere di vino e mentre canta i salmi in prigionia.Infine, una grande statua rap-presenta il Santo seduto con due bambini: è una riproduzione in marmo della statua originale che si trova a Châtillon-sur-Chalaron-ne nella regione del Rodano.
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Chiesa di Saint-Laurent
Parrocchia di San Vincenzo de Paoli
e
22h
>
San Vincenzo de Paoli
compie opere di carità
e
5
Architettura
La costruzione della chiesa di San
Lorenzo iniziò nel XV secolo e ter-minò con la costruzione del portico d’ingresso nel XIX secolo. L’archi-tettura costituisce un magnifico insieme di stile gotico “fiammeg-giante”. Sul timpano del grande portale si possono osservare degli smalti su lava raffiguranti momenti della vita di San Lorenzo.
Vita parrocchiale
San Lorenzo fu la chiesa parroc-chiale di San Vincenzo de Paoli dal 1632 al 1660. Santa Luisa di Marillac vi fu inumata nella cap-pella di San Francesco di Sales (allora cappella della Visitazione) due giorni dopo la sua morte, il 17 marzo 1660. Il suo corpo restò
nella cappella fino al 1755 prima di essere trasferito alla Casa Madre delle Figlie della Carità.
Prima cappella a sinistra
Le vetrate del XX secolo sono sta-te realizzate da Gaudin di Parigi. Nella prima cappella a sinistra, la prima vetrata (1955) è dedicata
alla Madonna di Lourdes. La se-
conda vetrata (1875) ricorda la
fondazione delle Figlie della Carità
da parte di San Vincenzo. Un qua-
dro di Maillard (1922) posto sopra
l’altare rappresenta santa Luisa di
Marillac. Nella cappella successi-
va (originariamente dedicata alla
Visitazione e oggi cappella di San
Francesco di Sales) si trovava la
tomba di Luisa di Marillac.
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Prima cappella di destra
Questa cappella è quella del bat-tistero con una magnifica scultura di San Giovanni Battista. Si può
osservare una vetrata del 1934 in
cui San Vincenzo de Paoli compie
opere di carità verso i galeotti e gli
schiavi di Algeri.
A fianco, una vetrata del 1939
raffigura il battesimo di Clodoveo.
Prima cappella di sinistra:
La fondazione delle
Figlie della Carità da parte
di Vincenzo de Paoli.
Vetrata del 1875.
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Priorato di Saint-Lazare
>
Monumento che segna la posizione
della porta dell'edificio principale
del Priorato di San Lazzaro
6
Il Priorato di Saint Lazare, all’epo-
ca di Vincenzo de Paoli, formava
un grande rettangolo delimitato
dalla rue Faubourg-Saint Denis, il
boulevard de la Chapelle, la rue du
Faubourg-Poissonnière e la rue de Paradis. Il tutto ricopriva cinquan-tadue ettari! Saint Lazare fu la Casa Madre della Congregazione della Missione dal 1632 al 1792. Lì Vincenzo de Paoli visse dal 1632
fino alla morte, il 27 settembre
1660. Il suo corpo vi riposò in una
cappella per lunghi anni. La Casa
Saint Lazare rispondeva a molte-
plici finalità: formazione dei preti,
rifugio per i ricercati in tempo di
guerra, distribuzione di cibo per
gli affamati. L’intera costruzione
del priorato fu demolita nel 1933.
Ritratto monumentale
Da non perdere è il gigantesco
ritratto di San Vincenzo nella rue
du Faubourg-Saint Denis, realiz-
zato nel 1988 dal celebre artista
Yvaral (Jean Pierre Vasarely) sul
muro dell’edificio. Quest’opera è
stata concepita come un pannel-
lo pubblicitario, le cui lamelle di
alluminio, pur rimanendo ferme,
fanno sì che il volto del santo
compaia e scompaia progressiva-
mente a seconda della posizione
assunta da chi guarda.
>
Monumentale ritratto di San Vincenzo
realizzato dall’artista Yvaral,
(Jean Pierre Vasarely) sul muro
di un edificio di rue du Faubourg-Saint-Denis.
Da vedere
Il giardinetto Alban-Satragne,
in rue du Faubourg-Saint Denis
107, è il riferimento che ricorda
l’ingresso principale del Priora-
to Saint Lazare, costruito nel
1683. Nel giardinetto è stata
posta una statua in pietra in
memoria di San Vincenzo, con
un medaglione con il ritratto
del Santo che porta scritto:
«Quanta pena provo per le
vostre pene». Alle spalle del
monumento si può vedere la
cappella dell’Ospedale di Saint
Lazare che è oggi sede di una
facoltà di medicina di Parigi e
contiene un’aula ad anfiteatro
dedicata a San Vincenzo.
60
La storia
La chiesa di San Vincenzo de Paoli
è stata costruita nel XIX secolo sul punto più alto del rione di Saint Lazare dove San Vincenzo svolse le sue attività dal 1632 fino alla morte. Fu costruita dall’architetto Jean Jaques Ignace Hittorf sullo stile delle basiliche latine.
All’esterno
Un magnifico frontone rappresen-ta la glorificazione di San Vincenzo de Paoli. Artefice dell’opera, nel 1846, fu Charles Leboeuf-Nanteu-il. San Vincenzo vi appare circon-dato da due angeli, che rappresen-tano la fede e la carità. Le sculture ai lati evocano le sue attività: i
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forzati, un neo convertito, un pre-
te lazzarista, Figlie della Carità e trovatelli. Al di sotto, un porticato ispirato ad un tempio greco, costi-tuito da dodici colonne, simbolo dei dodici apostoli.
All’interno
Larghe colonne con capitelli ioni-ci in basso, e corinzi in alto, de-limitano le navate e le tribune. I volumi ricordano le prime chiese romaniche. Nell’abside, un Cristo incoronato di gloria troneggia su un fondo d’oro e benedice i bam-bini che San Vincenzo gli presenta (bassorilievo). Cristo è attorniato dagli arcangeli Michele e Gabriele e da due gruppi di sei angeli che
portano gli strumenti della passio-ne, tra i quali la corona di spine, la croce e i chiodi. Più sotto, in un fregio semicircolare sono riportati i sette sacramenti della Chiesa: il battesimo, l’eucarestia, la cresi-ma, il matrimonio, l’ordinazione, la riconciliazione ed il sacramento dei malati.
<
Nell’abside: Cristo incoronato
di gloria benedice i bambini
che san Vincenzo gli presenta
(In bassorilievo)
Vincent de Paul, con diverse
indicazioni toponomastiche che
recano il nome del Santo.
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Cappella
di S
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incenzo
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aoli
Cappella di Nostra Signora
Chiesa di
San Vincenzo de Paoli
Chie
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itero
di
Pia
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deric
o O
zanam
Casa di
Federico Ozanam e
Chiesa di
Chiesa di
Università
Catt
edra
le d
i
La Parigi
di San Vincenzo de Paoli
e di Federico Ozanam
Federico Ozanam,
un santo laico per i nostri tempi
Antonio Federico Ozanam, nato a
Milano il 23 aprile 1813 e morto
a Marsiglia l’8 settembre 1853,
è una delle figure più brillanti
del cattolicesimo del XIX secolo.
Dopo gli studi secondari a Lione,
durante i quali supera una diffici-
le crisi spirituale, si trasferisce a
Parigi per frequentare l’università.
La difesa della verità e l’impegno
sociale costituiscono i due poli
della sua breve ma intensa e ge-
nerosa vita.
Sui passi diFederico Ozanam
Ritratto a pastello di Ozanam
all’età di vent’anni realizzato da
Sophie Bouvet, su disegno di
Louis Janmot in occasione della
beatificazione di Federico Ozanam.
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Semplicità e successo
Nel 1833 fonda, assieme ad alcuni amici, la Società di San Vincenzo de Paoli, che si diffonde rapidamente nei cinque continenti. Ozanam è anche legato alla nascita delle Conferenze Quaresimali di Notre-Dame a Parigi. Titolare della cattedra di Diritto commerciale a Lione, poi pro-fessore di Letterature straniere alla Sorbona, si dedica allo studio della civilizzazione nel V secolo, dei Germani prima del cristianesimo, della civilizzazione cristiana dei Franchi, dei poeti francescani in Italia, di Dante e della filosofia cattolica nel XIII secolo.
Testimone della carità in tutti gli aspetti della vita
Nel 1848 Ozanam partecipa alla fondazione del giornale «L’Ere Nouvelle» nel quale s’impegna a «introdurre lo spirito cristiano nel-le istituzioni repubblicane». Nello stesso anno si candida alle elezio-ni dell’Assemblea Nazionale. Il suo audace programma trae spunto dall’intuizione profetica che il fossato che divide la classe ricca da quella povera sia destinato a divenire sempre più profondo. Il suo pen-
siero ha influenzato moltissimo il cattolicesimo sociale e lo si ritrova
nell’enciclica Rerum Novarum di Papa Leone XIII del 1891. Poiché le
condizioni di salute lo allontanano dall’insegnamento, ritenuto da lui
un apostolato, consacra le sue ultime forze alle ricerche storiche e alla
Società di San Vincenzo de Paoli, prima di spegnersi a quarant’anni nell’abbandono totale a Dio. Figlio, sposo, padre e amico di rara deli-catezza, ha segnato profondamente tutti quelli che l’hanno conosciuto. È stato testimone della carità in tutti gli aspetti della vita personale, familiare e civile. Il processo di beatificazione è stato aperto il 15 mar-zo 1925 e chiuso il 25 giugno 1966 con la firma del decreto pontificio in riconoscimento del miracolo ottenuto per la sua intercessione. Papa Giovanni Paolo II l’ha proclamato Beato il 22 agosto 1997 a Notre-Dame di Parigi durante la Giornata Mondiale della Gioventù.
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Chiesa diSaint-Joseph-des-Carmes
>
Federico Ozanam andava a messa ogni
dei Carmelitani, poi tenuto dai domenicani,
8
Una chiesa ricca di storia
I primi Carmelitani vi si installaro-
no nel 1611. Alla fine del XVIII se-
colo, i rivoluzionari trasformarono
il tempio in prigione. Molti sono i
martiri morti il 2 settembre 1792
dopo essere stati rinchiusi nella
chiesa. Se ne contano 110: 105
sacerdoti, 3 vescovi e 2 laici. Mol-
te reliquie dei martiri riposano nel-
la cripta adiacente a quella dove
si trova ora la tomba di Federico
Ozanam. Sopra l’altar maggiore un
dipinto del XVII secolo rappresen-
ta ed è intitolato La presentazione
al tempio. I dipinti della cupola mostrano il profeta Elia rapito in cielo e altri episodi della sua vita (vedi pagg. 6-7) Le parti inferiori rappresentano episodi della vita dell’Ordine dei Carmelitani. Dal 1876 la chiesa e il convento dei Carmelitani ospitano l’Istituto Cat-tolico di Parigi, un’università cat-
tolica.
<
La presentazione al tempio,
dipinto del XVII secolo.
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Costeggiando il lato destro della
chiesa, si accede ad una scala
che scende nella cripta dove si
trova la tomba di Federico Oza-
nam. Già prima della partenza per un viaggio nel sud della Fran-cia ed in Italia – era la fine della primavera 1852 – Federico era gravemente malato e la moglie ebbe il presentimento che non sarebbe ritornato vivo a Parigi. Infatti, dopo un lungo soggior-no in Italia, Ozanam rientrò in
patria passando per Marsiglia,
dove morì l’8 settembre 1853. Nel suo testamento implorava la famiglia e gli amici di pregare
molto per lui. Così fu celebrata una prima messa a Marsiglia, un’altra a Lione e poi a Parigi nella chiesa di Saint-Sulpice. La moglie Amélie desiderava che il corpo del marito riposasse in una chiesa, ma a quell’epoca le inumazioni di laici in luoghi sacri erano proibite. Il feretro fu così depositato provvisoriamente nel-la cripta di Saint-Sulpice, e poi trasportato notte tempo in quel-la di Saint-Joseph-des-Carmes. Con l’appoggio del Priore dei Domenicani e del grande predi-catore Henri Lacordaire, Amélie ottenne l’autorizzazione verbale e ufficiosa del ministro per il culto,
76
Hippolyte Fortoul, già discepolo di Ozanam, di lasciare definitiva-mente il feretro in quel luogo. Fu scavata una tomba e una piccola cappella venne eretta nello stile spoglio delle catacombe.
Nel 1913, in occasione delle ce-lebrazioni per il centenario della nascita di Federico Ozanam, fu eretta una nuova tomba in mar-mo. Una esumazione canonica dei resti avvenne nel luglio del 1929 in vista della beatificazio-ne. Per quell’esumazione l’archi-
tettura attorno alla tomba venne demolita. Nel 1953, centenario della sua morte, l’artista francese René Dionnet dipinse un affresco rappresentante il buon samarita-no. Il dipinto semicircolare orna il muro dietro la tomba. Da notare la rassomiglianza del volto del buon samaritano con quello di Ozanam. Il dipinto simbolizza la testimo-nianza sempre attuale data da Ozanam ai numerosi giovani che s’impegnano ogni giorno nella So-cietà di San Vincenzo de Paoli in Francia e nel mondo.
Il medaglione posto
all’entrata della cripta
proviene dall’antica tomba
di Federico Ozanam.
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Museo Federico Ozanam
Società San Vincenzo de Paoli, Consiglio di Parigi
>
all’infanzia di Ozanam.
9
<
Museo Federico Ozanam
detto «Ricordo».
Realizzazione
La denominazione «Ricordo Fe-
derico Ozanam» è stata preferita a quella di Museo, perché que-sto luogo è stato concepito più
come una rievocazione vivente
del principale fondatore della San
Vincenzo che non come un rigido
monumento commemorativo. Il
«Ricordo Federico Ozanam» è sta-
to creato da Amin A. de Tarrazi, ex
presidente generale della Società
di San Vincenzo de Paoli. Origi-
nariamente, nel 1985, questa
istituzione era ospitata nella sede
della Società – al tempo in rue du
Pré aux Clercs n. 5. Nel 2007 il
museo è stato trasferito nella sede
del Consiglio di Parigi della Socie-
tà in rue de Saint Petersbourg n. 8
(Paris 8°). L’inaugurazione ufficia-
le è avvenuta il 23 ottobre 2010
alla presenza dei discendenti di
Federico Ozanam.
La maggior parte dei mobili, og-
getti, dipinti e incisioni è appar-
tenuta a Ozanam e deriva da un
lascito da parte delle tre pronipo-
ti: Mlle Laporte, Mme Brémard e
Mme Houssay. Poco dopo il tra-
sferimento del museo al Consiglio
di Parigi, il lascito è stato trasfor-
mato in donazione per volontà
unanime di tutta la famiglia. A
questi oggetti se ne sono succes-
sivamente aggiunti altri per ricor-
darne la vita, la testimonianza e le
opere. Amin A. de Tarrazi, aiutato
da Pascal Pesneau, ha cercato di
presentare questa figura nei vari
aspetti della sua troppo breve esi-
stenza: familiare, professionale,
civile, intellettuale, spirituale e
vincenziana. Sulla parete di destra
c’è una grande vetrina suddivisa in
tre parti, il cui contenuto ci parla
di Ozanam sotto diversi aspetti.
essenzialmente ricordi di famiglia,
della sua nascita e della sua morte:
documenti, ritratti e oggetti perso-
nali che fecero parte dell’ambiente
quotidiano di Ozanam.
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sua toga di professore della facol-
tà di lettere di Parigi e il decreto di beatificazione del 22 agosto 1997 recante l’emblema pontificio di Papa Giovanni Paolo II.
la fondazione della Società di San Vincenzo de Paoli, documenti e ri-cordi relativi alla Società. Le pareti della stanza sono ornate con disegni, stampe, acquerelli e pastelli, tutti relativi alla vita e al ricordo di Federico. Tutto l’insieme è presentato armoniosamente e ci
fa sentire la presenza del beato in
modo coinvolgente. Si tratta di un
vero e proprio pellegrinaggio alle
sorgenti della santità.
Oggetti rari
-compagnato nei numerosi viaggi in Francia e all’estero. Il baule contie-ne diversi vestiti e biancheria che gli sono appartenuti. In una targhetta sul coperchio è inciso il suo nome.
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Insieme di ricordi degli ultimi mo-
menti di Federico Ozanam nel set-
tembre 1853:
di capelli prelevati dopo la sua
morte.
che erano stati posti nella bara e
poi ricuperati dai familiari in oc-
casione della prima esumazione
nel 1929.
crocefisso firmata da S.E. il Car-
dinale Jean Verdier, arcivescovo
di Parigi, il 6 luglio 1938.
-
le direttorio, utilizzato in famiglia.
<
Pastello che rappresenta
la dimora ove Federico visse
coi suoi parenti durante
gli ultimi mesi ad Antignano.
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professore aggiunto alla facoltà di lettere della Sorbona. Il colore giallo indica la facoltà di lettere.
e figlia di Federico. Fotografia tratta da un dagherrotipo.
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Poema originale di Federico Ozanam
per il suo amico François Lallier.
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Chiesa diSaint-Etienne-du-Mont
Prima Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli
10
>
La chiesa si trova sulla
alle spalle del Pantheon.
Scoprite la magnifica tribuna
trasversale che separa
il coro dalla navata.
È stata costruita nel 1530
La chiesa di Saint-Etienne-du-
Mont fu testimone delle prime
attività di Federico Ozanam e dei suoi compagni al servizio dei poveri, incoraggiati dall’Abbé
Faudet. È in questa chiesa che è nata la prima Conferenza di San Vincenzo de Paoli. Non lontano da qui, si trova la Place de l’E-strapade sulla quale si apriva la
pensione tenuta da Emmanuel Bailly, il professore tipografo che accompagnò la nascita del-la prima «Conferenza di Carità». Federico Ozanam abitò in quel quartiere per diversi anni. In una cappella laterale un medaglione con il suo ritratto e una targa inci-sa testimoniano le prime attività della Società di San Vincenzo de Paoli in quella parrocchia.
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Un medaglione di Federico Ozanam
posto in una cappella laterale
a ricordo della fondazione della
Società di San Vincenzo de Paoli
Corrispondenza
Nella lettera del 7 novembre 1831
a sua madre Ozanam commenta:
«Sono stato ricompensato di que-
sta triste riflessione dalla bellezza
della chiesa di Saint-Etienne-du-
Mont, la mia parrocchia, il fasto
delle cerimonie, la bellezza dei
canti e dell’organo». Nella stessa
lettera illustra alla madre il Pan-
theon: «Incomincio a conoscere
Parigi, malgrado la pioggia che ieri
è stata ininterrotta e oggi molto
frequente. Ho visto il Pantheon, sia all’interno che all’esterno. Che monumento singolare! È un tem-pio pagano in mezzo ad una città in cui tutti gli abitanti sono cri-stiani oppure atei. Una magnifica cupola, mancante della croce che la coronerebbe così bene, facciata superba, il cui colore scuro indica un’origine molto anteriore alla sua stravagante destinazione».
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Aiutare i più poveri
All’epoca di Ozanam nel quartiere
Mouffetard si potevano incontra-
re tutte le miserie di quel tempo.
Nelle strade di quel quartiere, nel
1833, suor Rosalie Rendu, Figlia
della Carità, conduceva il giova-ne Federico e i suoi compagni ad incontrare e aiutare le famiglie
più povere. La parrocchia di suor Rosalie Rendu era quella di Saint Medard, in rue Mouffetard 141. In questa chiesa le è stata dedica-ta una cappella laterale con una scultura che rappresenta la suora che, col suo velo, abbraccia la parrocchia e le sue opere.
Scultura posta in una
cappella laterale dedicata
a suor Rosalie Rendu
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È in questa prestigiosa università che nel 1840 Federico Ozanam, allora ventisettenne, fu ammesso al concorso per l’aggregazione alla facoltà di lettere. Divenne insegnante e poi titolare della cattedra di Letteratura straniera comparata nel 1844. Molti edi-
fici del quartiere sono collegati all’università. Al suo arrivo a Pa-rigi, Federico Ozanam commenta questa facoltà in una lettera indi-rizzata all’amico Falconnet del 18 dicembre 1831: «Questa antica
Sorbona fondata dal cristianesimo
e la cui cupola è ancora coronata
dal segno della Croce».
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Prime impressioni
Federico Ozanam, all’arrivo a Pa-
rigi per la prima volta nel 1831,
ha solo diciotto anni. La grande
capitale non lo conquista subito,
e parla addirittura della «bruciante
e pericolosa solitudine della capi-
tale». Un mese dopo, scrive all’a-
mico Pierre Balloffet: «Ho visto la
celebre Parigi, la grande città di cui
tanto spesso abbiamo parlato: l’ho
vista, eccomi qua, non è un sogno,
è proprio la vecchia Lutezia, con le
sue bellezze e i suoi orrori, edifici
e baracche, luci e corruzione. Ho
visto quasi tutto ciò che si ammira:
palazzi, chiese, monumenti di tutti i
tipi, Louvre, Tuileries, Carrousel, ho
visto tutto quello che bruciavamo
dalla voglia di vedere, e non sono
assolutamente soddisfatto. La real-
tà è ben al di sotto dell’idea che mi
ero fatto» (Lettera a Pierre Balloffet
del 10 dicembre 1831).
Un attaccamento profondo
Dopo qualche tempo, Ozanam ini-
zia a sentirsi un po’ più a suo agio a Parig; ha allacciato amicizie ed ha scoperto le bellezze della ca-
pitale. Nel 1835, all’avvicinarsi di una sua partenza da Parigi, scrive: «Mi rattrista il pensiero che l’anno
prossimo sarà l’ultimo che passerò
a Parigi ... sarà duro, sarà duro la-
sciare il luogo del mio esilio, dire
addio a quelli che l’hanno reso sop-
portabile, dare l’addio alle riunioni
fraterne...» (Lettera a François Lal-lier del 23 novembre 1835).
L’anno seguente si rallegra di ri-vedere Parigi: «Molti impegni mi
obbligano a passare sei settima-
ne a Parigi, e tra quattro giorni il
battello a vapore mi porterà verso
questa grande capitale di cui altre
volte ho parlato tanto male, ma per
la quale non saprei rinunciare all’at-
taccamento profondo, dal momen-
to che vi ho lasciato tanti amici» (Lettera a Léonce Curnier del 10 ottobre 1836). Nel 1837 ammet-te persino: «In verità, dopo i fastidi
del primo anno, la capitale mi ha
dato molte consolazioni, e il tempo
che vi ho trascorso non figurerà tra
i giorni meno felici della mia vita» (Lettera a Pierre Balloffet del 23 gennaio 1837).
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Ozanam abita, dalla fine di di-
cembre 1831 fino all’aprile 1833,
presso il celebre fisico e chimico
André Marie Ampère in rue des
Fossés Saint-Victor, n. 5, oggi rue
du Cardinal Lemoine. Lo stabile si
trova all’angolo di questa via con
rue Monge (Vedi pag. 96)
«Oggi sto molto meglio, perché da due giorni mi trovo da M. Ampère... e sono sistemato in una camera bella e palchettata, con due porte che danno sul giardino, una biblio-teca piena di libri tedeschi, italiani
e persino svedesi e spagnoli» (Let-
tera al padre del 18-29 dicembre
1831).
Ozanam si trova come in famiglia:
«Mi ricordo della casa che si aprì
per ospitare la mia inesperienza,
la famiglia che mi ha considerato
come uno dei suoi figli e colui che,
in mezzo ai suoi impegni numero-
si e agli onori che gli tributavano,
trovò il tempo e non disdegnò di
farmi da padre» (Lettera a Jean
Jaques Ampère del 16 febbraio
1837).
e
«Da sabato sera mi sono sistemato
nella pensione, in una cameretta
che guarda a mezzogiorno, sul
giardino, in uno dei quartieri più
salubri vicino al Jardin des Plan-
tes» (Lettera alla madre del 7 no-
vembre 1831).
e
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Ozanam si sistema presto nell’al-
bergo dei suoi amici lionesi: «For-
tunatamente c’erano due camere
libere nell’albergo d’Arthaud e di
Bouchacourt: ma non era un gran
che ed era caro, così abbiamo
fissato delle camere che saranno
libere dal 20 prossimo all’albergo
di Chaurand...» (Lettera alle ma-
dre del 16 aprile 1833). L’albergo
dove alloggiava Chaurand era l’al-
bergo Des Ecoles, in rue de Grès,
n. 7, oggi rue Cujas, n. 11.
«Il mio indirizzo è piazza del Pan-theon, n. 3, al 5° piano. Sono siste-
mato bene per morire: il mio corpo
non dovrebbe fare che due passi
per essere sepolto con i grandi e
la mia anima si troverebbe a metà
strada per il cielo» (Lettera a Ferdi-
nand Velay del 25 maggio 1835).
e
e
Ozanam abitò con sua moglie in
rue Saint-André des Arts al n.
54 dal dicembre 1841 a gennaio
1842. Il n. 54 oggi corrisponde al
n. 46.
e
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Vista dall’esterno
distrutti o che non hanno parti
colare rilievo. Invece il 23 aprile
Federico e i suoi amici François,
Sulpice. Si tratta della riunione
in cui venne fondata la prima
Conferenza di Carità, che dal
zione di San Vincenzo de Paoli.
Una lapide che commemora l’e
della casa. Le Conferenze nasco
no rapidamente a Parigi. Ozanam
fondazione della Società di San
«I legami che ci uniscono alla So-
cietà di Parigi sono come quelli
che univano quei celebri gemelli
la cui separazione ne provocò la
morte: il sangue e la vita vi circo-
lano interiormente».
Dopo un rapido passaggio a
Nogent-sur-Marne, la coppia
Ozanam abitò in rue de Grenel-le, 10 e poi al primo piano lato
giardino dell’immobile sito in rue Garancière, 7. Questa casa esiste tutt’oggi ed è dietro la chiesa di Saint-Sulpice.
L’ultimo appartamento abitato da Federico Ozanam a Parigi fu quello in rue de Fleurs, 31-33,
accanto alla chiesa di Saint-Jo-seph-des-Carmes. Questo caseg-giato fu poi distrutto.
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Conferenze wuaresimali
Le «Conferenze di Notre-Dame»
furono create grazie all’insistenza
di Federico Ozanam e dei suoi
compagni presso la gerarchia
ecclesiastica. Tenute dal dome-
nicano padre Lacordaire, questa
istituzione continua ad avere un
impatto importante in Francia,
particolarmente durante la Qua-
resima. «A mezzogiorno e mezzo
devo essere a Notre-Dame per
ascoltare l’Abate Lacordaire che,
sotto la presidenza dell’arcivescovo
e di fronte a un numeroso uditorio,
continua a tenere le conferenze ini-
ziate lo scorso anno in una piccola
cappella. Le sue conferenze sono
magnifiche» (Lettera al padre, 15
marzo 1835). Una targa ricorda
la cerimonia di beatificazione di
Federico Ozanam, presieduta da
Giovanni Paolo II, proprio a Notre-
Dame il 22 agosto 1997, in occa-
sione delle Giornate Mondiali della
Gioventù. Una cappella della cat-tedrale è dedicata a San Vincenzo
de Paoli e una sua bella statua
troneggia sull’altar maggiore di
quella cappella.
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Cimetero di Montparnasse
Suor Rosalie
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e division, 7e
Apertura
La domenica e i festivi apertura alle 9h
e
e e
Suor Rosalie Rendu (1786-
1856), Figlia della Carità, gui-dava Federico Ozanam e i suoi compagni nel quartiere Mouffe-tard per aiutare i più poveri. Suor Rosalie Rendu è stata beatificata a Roma da Papa Giovanni Paolo II nel 2003.
Dare conforto agli infelici
Il giornale ufficiale del tempo, «Le Moniteur universel», lodò
l’azione caritativa di quella suo-
ra: «A suor Rosalie Rendu sono
stati resi onori funebri con un
lustro fuori del comune. La santa
donna per cinquantadue anni ha
dato ospitalità ai miserabili in un
quartiere dove ci sono moltissimi
infelici da confortare e tutti costo-
ro, riconoscenti, l’hanno accom-
pagnata in chiesa e al cimitero.
Un picchetto d’onore faceva parte
del corteo».
Numerosi visitatori vengono al ci-
mitero di Montparnasse in racco-
glimento sulla tomba di colei che
fu davvero la provvidenza. Non fu
facile trovare un recinto riserva-
to alle Figlie della Carità, così il suo corpo fu deposto in un luogo molto più accessibile, più vici-no all’entrata del cimitero. Sulla tomba, sormontata da una gran-de croce, sono incise queste pa-role: «Alla buona madre Rosalie,
i suoi amici riconoscenti, ricchi e
poveri». Mani sconosciute hanno ricoperto e continuano a ricoprire di fiori la tomba: omaggio discre-to ma duraturo a questa umile Figlia della Carità.
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Riconoscenza
La città di Parigi ha voluto ren-dere omaggio a Federico Ozanam dedicandogli un giardinetto situa-to lungo la chiesa di Notre-Dame-des-Champs tra il Quartiere latino e Montparnasse.
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La sede del Consiglio Generale
Internazionale (CGI) della Socie-
tà di San Vincenzo de Paoli dal settembre 2005 si trova in rue de Londres n. 6 (Parigi, 9° arrondis-sement). Sulla facciata del palaz-zo sventola la bandiera con il logo della Società. L’interno accoglie l’ufficio del Presidente generale e quelli dei vari servizi che formano il CGI. Una cappella e diverse sale sono dedicate ai santi originari dei Paesi che hanno contribuito alla realizzazione del CGI.
La cappella
Nell’interrato si trova una cappel-la dedicata a suor Mary Mackil-lop, «la santa del popolo australia-
no». È la prima beata d’Australia. Ha dedicato la sua vita al servizio dei poveri e degli analfabeti ed ha fondato la congregazione delle Suore di San Giuseppe. Beatifi-cata da Papa Giovanni Paolo II nel 1995 a Sidney, ci ha lasciato una incredibile eredità con la sua generosità e la sua determinazio-ne nel rispondere con la carità di
Cristo alle esigenze di quel vasto continente.
Nella sala delle Conferenze, al piano terreno, una serie di dieci incisioni decora le pareti e rap-presenta gli aspetti più signifi-cativi della vita di San Vincenzo de Paoli. È in questa sala che i membri del Consiglio generale ed i volontari della Società apparte-nenti ai vari paesi si riuniscono periodicamente.
Società di San Vincenzo de Paoli
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San Vincenzo de Paoli nella gloria.
Quadro di Bury.
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Il pianerottolo del primo piano
Sul pianerottolo del primo piano
sono esposti alcuni ricordi:
i diversi Presidenti Generali della
SSVP;
-
va delle nozze d’oro della SSVP
(1833-1883);
Ozanam;
Presidenti generali della SSVP.
Il Presidente generale svolge la
sua attività in questo ufficio e
nella adiacente sala riunioni, de-
dicata a Santa Teresa d’Avila.
In questa sala sono esposti i
doni offerti ai vari Presidenti nel
corso delle loro visite ai Paesi
dove la Società è presente. Nel-
le vetrinette sono esposte molte
medaglie coniate in occasione di
anniversari e cerimonie particola-
ri. È esposta permanentemente
una scultura in pietra del celebre scultore M. Dublos (1889-1974) intitolata Rami. Una scultura del medesimo autore che rappresen-ta Santa Genoveffa si trova nella Chiesa della Trinità, poco distan-
te dalla sede del CGI.
C’è anche da osservare il quadro
di Bury San Vincenzo de Pao-
li nella gloria, rappresentante il
santo che veglia sulle opere del-
la Congregazione dei Preti della
Missione e della Compagnia del-
le Figlie della Carità. Nella parte
superiore c’è un trittico in smalto
del 1960 dell’artista italiano Ma-
retto Il buon samaritano. Sulle
pareti una lettera autografa di
San Vincenzo de Paoli a Luisa di
Società di San Vincenzo de Paoli
<
La galleria dei ritratti
dei Presidenti generali della SSVP .
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Marillac, fondatrice e prima supe-
riora della Compagnia delle Figlie
della Carità. Vicino all’ufficio, un ritratto a matita di Ozanam del 1923, un’incisione rappresentan-te Emmanuel Bailly, Presidente della Società dal 1836 al 1844 e un’altra di Adolphe Baudon, Pre-sidente dal 1848 al 1886.
Immagine commemorativa
delle Nozze d'Oro della SSVP
(1833-1883).
La biblioteca è dedicata a suor
Suzanne Aubert, missionaria in
Oceania per sessantasei anni.
Questa religiosa lionese è la fon-
datrice delle Suore della Compas-
sione, è la “Madre Teresa” della
Nuova Zelanda. In questa biblio-
teca sono conservate collezioni
d’epoca: libri che costituiscono un
vero tesoro per la Società di San Vincenzo de Paoli. Sulle pareti della biblioteca sono esposti ritrat-ti dei papi dalla fondazione della SSVP fino ai giorni nostri. Federico Ozanam ha avuto un interesse par-ticolare ad incontrare Gregorio XVI, che ha accordato alla Società di San Vincenzo de Paoli l’approva-zione ufficiale nel 1845. Ozanam ha avuto il privilegio e la gioia di incontrare anche Pio IX.
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Il logo della Confederazione
Internazionale
cietà di San Vincenzo de Paoli.
vigile di Dio che cerca di aiu
al tempo stesso l’unione con le
che contorna il logo rappre
senta la dimensione mondiale
della SSVP, organizzazione in
ternazionale. Il motto «Serviens
in spe «Servire nella
speranza».
Società di San Vincenzo de Paoli
Sulle scaffalature della biblioteca
si possono osservare:
del gruppo fondatore della SSVP;
1836, tre anni dopo la prima riu-
nione dei fondatori della Socie-
tà di San Vincenzo, fu creato un
Consiglio direttivo, poi sostituito
dal Consiglio generale che tenne
la prima riunione il 27 dicembre
1840. Il primo «Bollettino della
Società», che aveva lo scopo di
servire da legame tra i membri, è
datato 1848. Il sogno di Ozanam
veniva così realizzato: «Vorrei rac-
chiudere il mondo intero in una
rete di carità»;
-
renze, i Bollettini dei principali rami
europei del XIX secolo, la Règle e
altri libri che illustrano la storia del-
la Società.
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Mappe da 1 a 6
Panoramica di Parigi
Cappella di San Vincenzo de’ Paoli
Museo vincenziano
Cappella di N-D de la Médaille Miraculeuse
Chiesa di Saint-Sulpice
Chiesa di Saint-Laurent
Priorato di Saint-Lazare
Chiesa di Saint-Vincent-de-Paul
Chiesa di Saint-Joseph-des-Carmes
Museo Federico Ozanam
Chiesa di Saint-Etienne-du-Mont
Chiesa di Saint-Médard
Universita La Sorbona
Abitazione di F.Ozanam e di E.Bailly
Cattedrale di Notre-Dame de Paris
Cimitero di Montparnasse
Piazza Federico Ozanam
Società di San Vincenzo de’ Paoli
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Carte
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Carte
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Rue d
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Rue de Sèvres
Rue de Vaugirard
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Saint-Placide
Cappella di Saint-Vincent-de-Paul
Museo vincenziano
Cappella di Notre-Damede la Médaille Miraculeuse
Sèvres-Babylone
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Rue du Four
Rue du Vieux ColombierRue Saint-Sulpice
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Saint-Sulpice
Chiesa diSaint-Joseph-des-Carmes
Mabillon
Chiesa diSaint-Sulpice
Abitazione di Federico Ozanam e di Emmanuel Bailly
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Gare du Nord
Poissonnière
Gare de l'Est
Chiesa diSaint-Laurent
Priorato di Saint-Lazare
Chiesa diSaint-Vincent-de-Paul
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Rue Lafayette
Rue du 8 Mai 1945
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Rue Sibour
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Place de Clichy
Trinité -d'Estienne
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Saint-Lazare
Museo Frédéric Ozanam
Società diSan Vincenzo
de Paoli
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Rue de Londres
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Rue Saint-Lazare
Mappa 3
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Censier -Daubenton
Place Monge
Cardinal Lemoine
Maubert - Mutualité
Cluny - La Sorbonne
Panthéon
Chiesa diSaint-Médard
Università della Sorbona
Chiesa diSaint-Etienne-du-Mont
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Rue Clovis
Rue Cujas
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Boulevard Saint-Germain
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Rue Censier
Rue des Ecoles
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Mappa 4
Boulevard Edgar Quinet
Rue Froidevaux
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Boulevard du Montparnasse
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GiardinoFrédéric Ozanam
Notre-Dame-des-Champs
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Cimitero di Montparnasse
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Cattedrale di Notre-Dame de Paris
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Quai Saint-Michel
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Mappa 6
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Cappella di
Saint-Vincent-de-Paul
95 rue de Sèvres, Paris 6
Museo vincenziano
95 rue de Sèvres, Paris 6e
Cappella di Notre-Dame
de la Médaille Miraculeuse 140 rue du Bac, Paris 7e
Chiesa di Saint-Sulpice Place Saint-Sulpice, Paris 6e
Chiesa di Saint-Laurent 68 bd Magenta, Paris 10e
Priorato di Saint-Lazare 107 rue du Faubourg-St-Denis, Paris 10e
Chiesa di Saint-Vincent-de-Paul Place Franz Liszt, Paris 10e
Chiesa di Saint-Joseph-des-Carmes 70 rue de Vaugirard, Paris 6e
Museo Frédéric Ozanam 8 rue de Saint-Pétersbourg, Paris 8e
Riepilogo indirizzi
Chiesa di Saint-Etienne-du-Mont Place Sainte-Geneviève,
Paris 5e
Chiesa di Saint-Médard 141 Rue Mouffetard, Paris 5e
Università della Sorbona 17 rue de la Sorbonne, Paris 5e
Abitazione di Emmanuel Bailly 38 rue Saint-Sulpice, Paris 6e
Cattedrale di Notre-Dame de Paris Place Jean-Paul II, Paris 4e
Cimetero di Montparnasse 3 bd Edgar Quinet, Paris 14e
Giardino Frédéric Ozanam 91 bd du Montparnasse, Paris 6e
Società di San Vincenzo de Paoli 6 rue de Londres, Paris 9e
125
Bibliografia
La Société de Saint-Vincent-de-Paul au XIXe siècle, Un fleuron du catholicisme social, Paris, Cerf-SSVP, 2008.
Guide de Saint Vincent de Paul à travers
Paris, Paris, Editions CEFAG, 1960.
Petit guide de la chapelle Notre-Dame
de la Médaille Miraculeuse,
Strasbourg, Editions du Signe, 2002.
Le guide de la Chapelle Saint-Vincent-de-Paul, Paris, Archiconfrérie de la Sainte-Agonie de Notre-Seigneur Jésus-Christ, 2010.
Lettres de Frédéric Ozanam, lettres de jeunesse (1819-1840), Paris, Editions Klincksieck, 1997.
Sur les pas de Saint Vincent de Paul, Bruyères-le-Châtel, Nouvelle Cité, 2010.
>
Lettera originale
di San Vincenzo de Paoli
(conservata al Consiglio Generale
Internazionale di Parigi)
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Scoprire la SSVP
in Italia: www.sanvincenzoitalia.it
internazionale: www.ssvpglobal.org
MonumentCity Editions 2011
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