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1 LA NOSTRA VERA NATURA di Swami Chidananda Anno Commemorativo del Centenario della Nascita di Swami Chidananda ASSISI - Maggio 2016

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LA NOSTRA VERA NATURA di Swami Chidananda

Anno Commemorativo del Centenario del la Nascita di Swami Chidananda

ASSISI - Maggio 2016

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Questo piccolo lavoro è dedicato con rispetto, devozione e amore a Gurudev Sri Swami Sivananda e al nostro adorabile Maestro Sri Swami Chidanandaji Maharaj in occasione del Buddha Jayanti 2016. Prima Edizione Italiana: Maggio 2016 Traduzione Italiana di: "Our True Nature & …” by Swami Chidananda a cura di L. e L. Porpora © THE DIVINE LIFE TRUST SOCIETY In India ed in Italia. COPYRIGHT: ALL THE RIGHT RESERVED by The Divine Life Trust Society P.O. Shivanandanagar - 249192 Rishikesh - Uttarakhand – India Website: www.sivanandaonline.org Stampato in Assisi-Santa Maria degli Angeli Tipolitografia Properzio

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INTRODUZIONE

Questo piccolo libro contiene alcune conferenze mattutine di Swami Chidanandaji di cui una tenuta durante un ritiro spirituale a Mussoorie e le altre durante la sua presenza allo Sivanandashram nel 1991. Quando Swamiji era presente all’Ashram, egli soleva presenziare la meditazione mattutina (ore 5.30 am) nella sala del Samadhi di Gurudev. I devoti presenti erano deliziati dal suo Darshan e dai profondi insegnamenti spirituali che lui impartiva seguendo le orme di Gurudev Swami Sivananda.

Swamiji era solito spaziare sui più diversi argomenti spirituali seguendo l’ispirazione del momento o di quanto accaduto di rilevante in qualche giorno precedente. Comunque tutto era sempre di assoluta importanza per il devoto e il ricercatore, specialmente per quello che riguardava la sadhana e una pragmatica vita nel mondo sociale. Egli sottolineava l’importanza di continuare nei propri compiti sociali con serietà e sincerità rispettando tutti e tutto, vivendo una vita altamente morale ed etica dedicata al servizio altruistico del prossimo non dimenticando l’obbiettivo fondamentale della nostra presenza su questo piano terreno, la realizzazione dell’obiettivo finale della vita umana, la Realizzazione di Dio.

Con l’augurio che ciò possa essere di aiuto a molti. I Traduttori L. & L. Porpora Maggio 2016 – Anno Centenario della Nascita di Swami Chidananda.

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PREGHIERA UNIVERSALE Oh adorabile Signore di Misericordia e Amore Salutazioni e prostrazioni a Te. Tu sei Onnipresente, Onnipotente e Onnisciente, Tu sei Satchidananda, Tu sei Colui che dimora in tutti gli esseri. Concedici un cuore comprensivo, uguale visione, mente equilibrata, fede, devozione e saggezza. Concedici forza spirituale interiore per resistere alle tentazioni e controllare la mente. Liberaci da egoismo, lussuria, cupidigia, ira, odio e gelosia. Riempi i nostri cuori di divine virtù. Concedici di osservarTi in tutti questi nomi e forme. Concedici di servirTi in tutti questi nomi e forme. Concedici di ricordarTi sempre. Concedici di cantare sempre le Tue glorie. Fa che il Tuo nome sia sempre sulle nostre labbra. Concedici di dimorare in Te per l'eternità. Swami Sivananda

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! La nostra vera Natura e i nostr i due Compagni Amati e beati figli della Luce! Grande è la nostra gioia e grande è il nostro privilegio di poter incontrare i devoti in un sacro tempio del Signore! Difficile è ottenere una nascita umana! Anche più difficile è ottenere un barlume del vero scopo della vostra presenza qui sulla terra, come un essere che può pensare, sentire o ragionare, che può meravigliarsi del mondo intorno a se. Voi potete indagare: “Perché sono qui? Cos’è questa cosa chiamata vita? Chi sono io? Qual è lo scopo per cui sono qui?” Una tale indagine e la risposta a questa ricerca non è data a tutti. Di tutte le forme di vita è all’individuo umano che è stata data da Dio la capacità di meravigliarsi, indagare e cercare di conoscere. La vita non è semplicemente qualcosa che è vissuta per necessità – questo noi lo condividiamo con le altre forme di vita. Ogni insetto, uccello, ogni animale – piccolo o grande – tutti stanno vivendo governati soltanto dall’istinto, trascinati dalle necessità di certi aspetti della loro natura. Noi condividiamo tutto questo, ma lo facciamo in un modo leggermente più fine… noi ci mettiamo un po’ di gusto estetico, amiamo il cibo che abbia un certo aroma e cucinato e presentato in un modo elegante, pulito e netto. Ma gli animali prendono il loro cibo come lo trovano in natura. Altrimenti se analizzate l’anatomia della vita biologica essa è identica. Gli animali agiscono condotti dall’istinto; noi lo facciamo applicando un po’ della nostra intelligenza. Ma poi, questo è tutto? No! L’uomo non è soddisfatto. “No! Io non voglio essere una creatura muta, vivendo solo perché questo mi è stato imposto. Voglio conoscere il profondo o il più alto significato della vita così che io possa vivere con uno scopo”. Quindi, dall’alba della creazione l’uomo ha ricercato risposte per un significato più profondo ed ha voluto conoscere la vita e la morte. Egli voleva sapere se la vita aveva un significato più profondo del semplice andare alla ricerca dei propri mezzi di sostentamento, del semplice vivere su un livello fisico e biologico. Poiché egli ha visto la monotonia di tutto ciò; ha visto che giorno dopo giorno, mese dopo mese, dalla nascita alla morte, l’uomo ripete gli stessi gesti. Egli non era soddisfatto, rifiutò di accettare che questo era il solo livello di vita ed andò all’interno per una ricerca più profonda: “Perché sono qui? Sono venuto per vivere solo una vita fisica? E passare come fa ogni altra forma di vita? Allora qual è la differenza tra me e gli animali?” Continuando incessantemente questa ricerca gli antichi, i grandi pionieri esploratori del reame interiore dell’essere umano, alla fine trovarono la loro risposta. Essi arrivarono ad uno stadio di conoscenza dove videro che la Realtà nell’uomo era molto al di là delle loro aspettative, molto oltre quello che loro potevano immaginare di trovare! Ciò li riempì di estasi, di una grande visione ed immensa gioia. Essi avevano pensato di rispondere semplicemente alla domanda che riguardava la vita terrestre ed il suo significato, ma trovarono che l’uomo andava al di là di questo mondo; c’era qualcosa nell’uomo che trascendeva la vita, trascendeva la stessa creazione. C’è qualcosa in voi che non è creato, è eterno, senza inizio e senza fine. La scoperta di una qualche assolutamente inaspettata dimensione dell’uomo era la cosa più grande che era avvenuta da quando il fenomeno dell’uomo era stato portato in essere in questo processo di creazione, qualcosa di straordinario, meraviglioso e glorioso! Allora gli antichi saggi proclamarono: “Oh voi, figli dell’Immortalità, ascoltate! Ascoltate voi tutti! Noi siamo venuti faccia a faccia con la grande verità! Abbiamo visto un Essere,

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l’Eterno, l’Immortale, l’Infinito ed abbiamo osservato quell’Essere, Egli ci ha rivelato la Verità che vi riguarda e che è straordinaria! Ci ha rivelato che Egli stesso è diventato tutta la vita, ed ha manifestato Se stesso nelle anime individuali. L’Anima Universale – eterna ed infinita, senza tempo e senza limiti – ci ha dato questa grande esperienza per cui abbiamo visto che ogni individuo umano è una scintilla di quella grande Divinità! Voi tutti siete una splendente scintilla dello Spirito Universale. Né voi avete nascita o morte, e né avete un inizio ed una fine. Voi siete indistruttibili, senza nascita e morte, trascendenti tempo e spazio, al di là di nome e forma. Voi siete l’Atman, che le armi non possono ferire, che il fuoco non può bruciare, che l’acqua non può bagnare, che il vento non può asciugare! Non nato, eterno, permanente, ed oltre la morte – indeperibile è il vostro vero essere. Questa è la semplice verità. Questo è il fatto centrale che dovete realizzare in questa nascita”. L’andare e il venire del corpo non vi influenza; non significa nulla! Proprio come una persona ha indossato degli abiti per un lungo tempo, poi se ne libera e ne indossa dei nuovi. Questo fenomeno di nascita e morte è privo di significato per voi. Voi siete il privo di nascita, privo di morte eterno Atman! Questa è la realtà della vostra identità. Voi state sognando una temporanea falsa identità: “Io sono il signor tal dei tali, sono figlio o figlia di qualcuno, questa è la mia data di nascita, questa è la mia età”. Età, peso, altezza, data di nascita tutte queste indicazioni appartengono a qualcosa che è temporaneo che non è il vostro essere essenziale. Nija Swarupa è la vostra reale essenziale natura – quello che siete in realtà. Voi siete parte di quella grande Luce delle Luci oltre tutte le oscurità, la Luce che illumina qui tutte le cose. Voi venite da quel regno di quella grande Luce delle Luci al di là di tutte le oscurità, dove il sole non brilla, né la luna, né il fulmine e cosa dire di questo fuoco terreno! Poiché Egli splende, tutte le cose qui splendono, voi siete una parte di quella grande, eterna Luce. Per conoscere il vostro Sé, siate voi stessi, e siate fermamente stabiliti nella consapevolezza della vostra vera natura – che è il vostro diritto di nascita! Nel sonno dell’ignoranza della propria vera natura uno entra in un sogno di una piccola non entità, che sembra essere ogni cosa. E questa piccola personalità, in questo sogno della vostra vita terrena, si identifica con un corpo, con testa, mani e piedi – e con una mente e un intelletto. A causa di questo coinvolgimento, vi allontanate dalla vostra vera natura. Il corpo dopo tutto appartiene all’universo materiale che è soggetto a dissoluzione e che è parte di questo fenomeno. Questo è un mondo di dolore e morte, di nascita e morte, un mondo di vecchiaia, malattia, morte che è sempre mutevole. La mente è parte di questo sempre mutevole fluttuante fenomeno; la vera natura della mente è instabile e irrequieta. Questo è il suo dharma. Ma identificandovi con il corpo e la mente, pensate di dover sopportare le condizioni del corpo fisico e gli stati della parte mentale-intellettuale del vostro essere che è chiamato l’essere psicologico. Perché rimanete in compagnia della vostra mente? Perché fate amicizia con essa e diventando una cosa sola con essa permettete che vi renda schiavi e che vi spinga in quelle esperienze che sono la sua realtà? Trascendete la mente! Perché non fate amicizia invece con l’Essere interiore che è il testimone di tutte le differenti condizioni del corpo fisico, testimoniando tranquillamente i sempre fluttuanti stati della mente? C’è un Essere interiore – sereno, non influenzato, in uno stato di assoluto equilibrio, sempre in uno stato di pace; sempre in un luminoso stato di gioia. C’è quell’Essere nel centro ed Egli è il vostro eterno compagno. Da un tempo infinito voi siete stati insieme. Voi siete inseparabili, siete una parte di Lui. Dimenticandovi di Lui, vi siete uniti a questi briganti, a questi ingannatori. La mente è la più grande tra gli ingannatori e il corpo è uno svantaggio, un ostacolo, un fardello. Swami Vivekananda osservando con i suoi occhi il fenomeno dell’uomo sulla terra disse: “Cos’è l’uomo? Che cosa vedo? L’intero mondo è come una grande prigione ed ogni corpo umano è una cella in cui un prigioniero è chiuso e legato, e nell’oscurità il suo essere si sta

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muovendo. Egli è stato ipnotizzato nel pensare che: ‘Io sono perso – finito, devo soffrire qui in questa oscurità’. Mentre al contrario ha in lui il potere di spezzare il catenaccio e venir fuori nella luce e gioire – questo, l’essere umano non lo comprende”. Guru Maharaj Sw Sivananda ha detto: “Risvegliatevi! Cos’è questo lamentarsi e questo pianto! Voi siete gli eredi di gloria immortale! La libertà è il vostro diritto di nascita! Chi siete voi? Perché vi state identificando con questo piccolo corpo dove l’anima è stata imprigionata? Voi non siete questo corpo; non siete questa mente impura e sempre irrequieta. Voi siete il Divino Atman; la Divinità che dimora dentro di voi è il vostro eterno compagno. Egli è l’eterna, trascendente Realtà che è diventata questo mondo, dopo essere entrata in esso, ed è presente in ogni angolo di spazio ed in ogni atomo di materia. Egli è l’Immanente e dimorante Realtà. Egli dimora in voi. Egli vi sta aspettando con le braccia spalancate. Egli è gioia infinita! Egli è profonda, incommensurabile pace! Trascurando tutto ciò, voi venite catturati nella presa di questa mente che è Maya e nella presa dei cinque sensi che sono i predoni che vi derubano! Corpo e mente sono gli strumenti che vi sono stati dati; ma voi siete caduti nella loro presa pensando che essi erano i vostri maestri. Gurudev Swami Sivananda dice: “Realizzate la vostra vera natura! Sappiate che siete parte di quell’Essere Divino che dimora dentro di voi! Quindi, risvegliatevi da questa sonnolenza di ignoranza! Scacciate questo sogno di illusione e di schiavitù. Ruggite OM e uscite fuori da questa gabbia di carne ed ossa. OM è il vostro vero nome. OM è la vostra vera identità. OM significa immortalità, significa eterna esistenza, significa pace e gioia! OM significa Luce e voi siete Quello! Dove c’è angoscia per voi? Dove c’è per voi delusione? Dove c’è schiavitù per voi? Essi sono tutti sogni! Come può esserci angoscia per voi che siete fatti di pura beatitudine e pace? Non c’è alcuna cosa chiamata angoscia; beatitudine soltanto è la verità!” Potete dirmi: “C’è in questo universo solare un qualche principio chiamato oscurità? Potete catturare l’oscurità?” L’oscurità semplicemente non esiste! E’ una parola data ad uno stato dove la luce, che soltanto è la Realtà, è temporaneamente in stato di assenza! Si sarebbe potuto dire ‘non-luce’ ma gli è stato dato il nome oscurità. Nell’universo solare la luce soltanto esiste. Questo è stato provato dagli astronauti che sono andati al di là della terra; per essi c’erano 24 ore di luce brillante; di luce soltanto! Essi hanno sperimentato la verità. E solo quando voi ritornate sul pianeta terra e siete soggetti alla sua rotazione, allora c’è oscurità e luce, notte e giorno. Nello stesso modo, nella vostra vera natura, non c’è alcuna cosa chiamata angoscia, non c’è nessuna cosa chiamata dolore. In voi c’è soltanto beatitudine, beatitudine assoluta. In voi c’è solo pace che oltrepassa ogni comprensione, una pace indescrivibile. Pace e gioia non sono cose che avete supposto di cercare di trovare. Se andate all’esterno in cerca di pace e gioia, non le troverete, perché è come il miele che va alla ricerca della dolcezza. Come potete trovare pace e gioia in un mondo imperfetto fatto di dualità? Un filosofo Hindù ha detto: “Cos’è questa terra? E’ una mescolanza; è 50% zucchero e 50% sabbia – una miscela di zucchero e sabbia. Voi non dovete sollevare un dito; non dovete muovere un passo per avere pace o felicità. Dovete solo ‘ESSERE’ come voi siete, perché siete quella pace che state cercando e siete quella felicità”. Ma poiché avete rivolto lo sguardo lontano da voi stessi non siete capaci di avere questa esperienza del Sé. Pace e gioia, costituiscono la quintessenza della vostra propria Realtà! Voi siete pace profonda! Siete beatitudine assoluta, perché voi siete l’Atman! Voi siete un Hamsha (parte) del Paramatman, e quel Paramatman è stato realizzato dai vostri antichi essere niente altro che beatitudine, beatitudine, beatitudine. Ananda è lo Swarupa di Brahman! Brahman è Ananda Swarupa Brahman. Swami Sivananda nacque nel sud dell’India non molto lontano dall’estremità dell’India, nel bel villaggio di Pattamadai, ricco di risaie e campi di palme di cocco. La sua lingua materna era il Tamil. Egli studiò e divenne un dottore in medicina alla scuola medica di

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Tanjore, dopo andò in Malesia ed a Singapore per praticare lì la professione medica. Dopo essere venuto faccia a faccia con la sofferenza, con il dolore, con le malattie, e non essendo stato capace di salvare i pazienti malgrado i suoi sforzi migliori come dottore, egli comprese che c’è una sola cosa che è assolutamente certa: questa è che un giorno dobbiamo morire. “Noi veniamo soli e ce ne andiamo soli”. Questo è vero da un punto di vista. Ma, se andate un po’ più in profondità, noi veniamo con un compagno. Chi è quello? Noi diciamo Dio. OK questo è anche vero. Allora, modifichiamo leggermente quell’affermazione. Ogni anima che è nata in questo mondo viene con due compagni; due invisibili entità che sono nostri costanti compagni. Uno è Dio da cui nessuno è mai separato: voi siete parte di Lui, Egli è parte di noi, Egli è dentro di noi, noi viviamo in Lui. L’altro compagno è la Morte. Ambedue sono i nostri eterni compagni! Quando voi siete nati, le persone dicono la vita inizia e così fanno una celebrazione ogni dodici mesi – preparano una torta e invitano gli amici a festeggiare. Questo è vero, ma è vero a causa del vostro modo sbagliato di guardare all’evento. Non è che la vita inizia, ma è il processo di morte che inizia quando voi siete nati. Considerate per un momento, ognuno è nato con una certa durata di vita predestinata, ed il momento in cui il bambino nasce e il cuore comincia a battere, l’orologio comincia a ticchettare e da quel momento in poi c’è una stabile marcia verso quel punto di uscita finale. Vi state muovendo verso la Morte. Quindi essa è lì perché vi sta guidando verso quel punto dove dice: “OK! Ora andiamo insieme! Come siamo venuti insieme, ora Io prendo te!” La Morte è l’unica grande certezza. Quindi, essa si sta sempre muovendo al vostro fianco, non vista, ma vostra compagna. Questo fatto non dovrebbe deprimervi, ma al contrario, riempiervi di una certa determinazione: “Corpo e mente mi sono stati dati per un qualche scopo e quel grande scopo è correggere l’errore in cui sono caduto, pensando di me stesso di essere una creatura nata per nascere e morire. Io sono un’anima immortale, un centro splendente di eterna coscienza, a cui morte e nascita non hanno nessun significato. Il corpo è nato e morirà. La mente è sempre fluttuante e mutevole. Ma io né cambio, né ho nascita o morte.” I nostri antichi avevano la visione che: “Io sono una divina scintilla della Suprema Anima Universale. Ma io sto vivendo in uno stato di auto-dimenticanza, la mia vita non è vita, è un’imitazione della vita. La vera vita è quando sono consapevole di quello che sono e sono quello che sono, manifestando la mia divinità in ogni pensiero, parola e azione. Ma invece di fare questo io sto solo crescendo e vivendo sulla terra. Io devo risvegliarmi! Devo affermare ed asserire la mia divinità, e devo fare della vita un glorioso processo di manifestare quello che veramente sono. Non posso rinviarlo. Perché? Perché la morte è l’unica cosa certa. Questo strumento fisico mi è stato dato per lavorare e raggiungere questo grande coronamento. Io posso raggiungere questa esperienza; posso usare i miei poteri per pensare, ragionare e sentire. Unendo me stesso con la mia origine, la mia sorgente cosmica, posso raggiungere quell’illuminazione. Non dovrei rinviare questo compito centrale della mia vita. Sono venuto qui per realizzare la mia realtà e raggiungere quell’esperienza di essere stabilito nella libertà e nell’assenza di paura. Insieme con il processo di sostenere me stesso nella vita, devo andare avanti con il dinamico processo di muovermi verso la Divina Coscienza, la realizzazione del Sé. Questo è il valore di essere consapevole della presenza della morte ‘un giorno io dovrò andare’; quindi devo alzarmi ed operare!” HARI OM TAT SAT!

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Necessità di contemplare la Verità Adorabili omaggi a questa suprema eterna Realtà, l’Universale Spirito Divino il cui potere controlla tutto, al quale Sw.Atmaswarupanandaji si stava giusto ora riferendo. Quel potere è onnipotente, è supremo; esso può aiutarvi a superare ogni difficoltà e tutte le cose, perché per esso nulla è impossibile. Mentre alcune cose possono sembrare per voi impossibili, a quel supremo onnipotente Essere nulla è impossibile. Offriamo tutti il nostro adorabile omaggio a quel Divino Potere! Conosciamolo come tale e quindi rivolgiamoci a Lui nel momento quando pensiamo e sentiamo che le circostanze ci stanno sopraffacendo, ed è al di là del nostro poter fare qualcosa per tenerle lontane. Amorevoli adorazioni al riverito e amato Maestro Swami Sivanandaji Maharaji che fece proprio ciò. Dalla sua ricognizione interiore della supremazia finale del Divino, Egli si abbandonò ad esso ed emerse con un atteggiamento cambiato della vita diventando un saggio, un veggente, un grande devoto, supremo tra gli yogi e i vedantini. Anche il suo Vedanta fu grazia di Dio, grazia di Ishvara. E’ solo tramite la grazia della Realtà Suprema – Ishvara – che l’anima ricercatrice può raggiungere la consapevolezza vedantica della non-differenza tra la sua natura essenziale e la sua interna identità, la grande Realtà. Questo, senza ambiguità e con un chiaro linguaggio, hanno affermato le Scritture. Possa Egli che ha provato questa verità tramite la sua esperienza e conquista, essere sempre la luce guida nelle nostre vite! Ieri abbiamo avuto motivo di menzionare che l’individuo umano vuole la gioia. Malgrado sia stato detto molte volte – tramite vari satsanga, letture e discorsi spirituali di eminenti saggi e santi – perché accade questo? Ben conoscendo che raggiungere l’esperienza del Sé è suprema beatitudine – perché gli uomini ancora continuano a seguire a loro modo la ricerca della felicità tramite i limitati sensi passeggeri di questo mondo materiale? Perché? Questa era la domanda che avevamo considerato ieri. Ora vediamo che nessun aumento della quantità di ascolto o di attenzione di questa verità o di prestare attenzione a questa verità sarà di alcun vantaggio a meno che voi non continuate a contemplarla ed a riflettere profondamente su di essa. Cosa implica esattamente per voi questo? Cosa esattamente significa per la vostra vita? Come questa contemplazione vi renderà consapevoli della profonda realtà della vita? E come porterà nella vostra coscienza, con forza convincente, la necessità di allontanarvi dalle cose transitorie e ricercare l’Eterno? Tuttavia, voi mai contemplate. Voi ascoltate e questa è l’ultima cosa che fate. Voi non fate un passo in avanti verso una costante riflessione, una costante contemplazione, dimorando costantemente su queste verità e cercando di riconoscere la loro importanza nella vostra vita quotidiana. Non è solo ascoltando discorsi e tutte le cose che vi sono state dette che ottenete elementi per pensare, riflettere e una più alta conoscenza. Anche vedendo le cose, solo se vi fermate su di esse, cominciate ad andare al di là della semplice percezione, e riflettete su quello che avete visto e cominciate a pensare circa le implicazioni. Ciò crea dentro di voi un treno di pensieri basato su quello che è stato visto. Da un tale processo sarete capaci di ricavare nuove lezioni e nuove visioni. L’altra sera, dopo il satsanga, quando avevo raggiunto Guru Nivas (la residenza di Swami Chidananda a Rishikesh) ed ero sceso dall’auto, il cielo era perfettamente chiaro e blu. Una mezza luna brillava con straordinario splendore; e una piccola stella al di sopra scintillava come un diamante, un piccolo diamante dalle molte sfaccettature. Ed io esclamai al brahmachari che mi accompagnava: “Guarda, com’è brillante, com’è chiaro il cielo, quant’è splendente la luna”. Il brahmachari ha l’abitudine di ascoltare quello che io dico e fare una considerazione che è completamente diversa, che va per la tangente rispetto a quello che è stato detto. Ed egli disse: “Si, si oggi l’acqua del Gange è un po’ torbida; è un po’ torbida perché evidentemente è caduta della pioggia da qualche parte sul corso superiore

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del fiume”. Io lo guardai per un momento poi replicai: “E’ così? Può darsi che hai ragione. Qualcosa deve essere accaduto. Si, può darsi che sia piovuto in Uttarkashi”. Così io ricevetti anche quei pensieri e andai via. Mentre stavo salendo, riflettevo su quello che il brahmachari aveva detto. Pensai: “Egli ha visto il Gange qui a Rishikesh ed ha concluso che qualcosa deve essere accaduto in qualche parte del corso superiore del fiume, una parte che non è visibile a noi, ed ha tratto una logica conclusione da qui. Dallo stato delle cose qui, egli ha messo in relazione lo stato delle cose in una parte precedente dello stesso fiume che scorre davanti a Guru Nivas”. Poi entrai e misi il bastone nel suo angolo, tolsi i sandali e mentre stavo entrando nella stanza interna la riflessione continuò. Si, è solo se tu alzi la tua visione che vedi il chiaro cielo blu, la luce brillante e la stella scintillante. Solo allora! Altrimenti se ti mantieni al tuo proprio livello vedrai solo il grigiore di tutto quello che ti circonda – alberi e pareti e anche peggio, i manifesti sulle pareti e le scritte ed i graffiti, ovunque, sui muri cadenti e sugli edifici. Voi li vedete nella pioggia, sporchi, oscuri, scoloriti. Di fronte a Guru Nivas c’è un piccolo negozio con grandi recipienti e persone occupate a riempire il loro stomaco, così quando alzate i vostri occhi non vedrete un chiaro cielo blu, né una luna scintillante, né una stella lucente. Spesso si ferma un piccolo carretto che vende ogni tipo di libro e il suo carretto non è né bello, né pulito; ogni mattina arriva e ogni sera se ne va. Ed altre cose simili sono quelle che si vedono vicino a Guru Nivas. In ogni modo, queste sono le cose che voi siete costretti ad assorbire se mantenete la vostra visione sul livello terreno. In tutte le direzioni vedrete delle cose e sarete influenzati da esse. Anche il vostro interno riceve le impressioni e l’impatto delle cose che sono al vostro proprio livello. Se volete elevare il vostro spirito e i vostri pensieri, allora guardate in alto mantenete una più elevata visione, sforzatevi di raggiungere un sempre più elevato stato finché raggiungerete quello più alto, l’Essere Supremo. Questa è la riflessione e questa è la conclusione che condivido con voi questa mattina. Mantenete la vostra visione sempre verso l’alto, mai su questo livello terreno, mai su questo livello del Prapancha (vita mondana) e del Samsara. La vostra vera esistenza non è l’esistenza terrena. La vostra realtà è al livello del Satchidananda Brahman. Ugualmente se vedete alcuni sintomi nel vostro comportamento, nelle vostre attività, nel vostro trattare con gli altri che non è cristallino, chiaro, trasparente e puro, se c’è qualcosa di torbido in esso, allora potete trarre questa conclusione che per certo in un precedente stadio di questa attività esteriore c’è stato qualcosa di sbagliato. L’attività esteriore è lo stato finale del vostro essere quello che fluisce dalla vostra personalità. Lo stadio precedente non è visibile a noi; e ciò può essere nel sentire e nei sentimenti che alberghiamo nel cuore. Può essere nei nostri pensieri, nella qualità o nel tipo di pensieri che riempiono la nostra mente. E quindi, la sorgente di questo flusso che viene all’esterno della nostra natura sotto forma dell’azione attuale, deve essere rintracciato nello stadio precedente a questa azione. L’azione è lo stato finale e il risultato dello stato precedente. Così quando osservate qualcosa, siate sicuri che c’è qualcosa che sta avvenendo, della pioggia è caduta, e come si dice, ha reso l’acqua fangosa. Quindi qualcosa in uno stato precedente alla nostra azione e in uno stadio precedente del nostro sé psicologico deve essere analizzato. E’ il nostro proprio interno che non è immediatamente visto, ma che può essere dedotto. Così se portate avanti questo processo, allora potete cambiare la situazione esterna nella vostra vita giornaliera e portarla in un regno spirituale. Quindi, la riflessione, la contemplazione porta vantaggio. Non è senza ragione che gli antichi hanno detto: “Voi dovreste riflettere, dovreste contemplare”. Allora la verità diventerà reale per voi. Questo è il consiglio che ci viene dato dai nostri saggi e antenati. Beneficiamo di questo consiglio e del suggerimento che ci viene dato e manteniamo la nostra visione sempre nobile e verso l’alto. Percepiamo quello che è puro, sublime, brillante e splendente e

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contempliamo sempre il come e il dove della nostra espressione esteriore del nostro essere interiore. Possa la grazia suprema del Signore e le benedizioni del Santo Maestro Gurudev renderci capaci di fare questo con perfezione. Dio vi benedica tutti. Hari Om Tat Sat! Come Riconquistare la Nostra Coscienza Satchidananda Adorabile omaggio a quell’amorevole presenza della Grande Eterna Realtà, l’unica Suprema, il non duale Essere Universale! Esistenza Assoluta, Coscienza Assoluta e Beatitudine Assoluta, che è la immutabile Realtà dietro i sempre mutevoli nomi e forme che costituiscono l’universo in cui viviamo. Tutte le cose qui sono soggette al cambiamento, decadimento, dissoluzione finale, incluso questo contenitore-corpo che abbiamo identificato con noi stessi a tal punto che non conosciamo altra identità che questa gabbia mortale di carne ed ossa; esso è stato una sorgente di costanti problemi e preoccupazioni, di dolori e pene dalla testa ai piedi. Ogni cellula in questo corpo è capace di essere un problema, capace di dare disturbo, disagio, sconforto e dolore. Se c’è appena un po’ di calore in più soffre; se c’è appena un po’ di freddo in più soffre. Se non ottenete cibo sufficiente, soffrite; se ne prendete più di quello che vi è sufficiente, soffrite; se prendete solo la quantità sufficiente e non vi è gradita, soffrite. Ogni cosa in questo mondo è costituita così, che il contatto con essa porta a sofferenza. Ma la mente, che è la sede di Maya, illude l’anima individuale pellegrina che è venuta qui per cercare di raggiungere un grande obiettivo, così la delude mentre è impegnata nel conseguire ogni altra cosa eccetto l’unico obiettivo della vita. Anche quello è dimenticato. Ogni altra cosa diventa l’oggetto della nostra ricerca, del nostro desiderio. L’intera vita è una serie di sforzi per cercare di raggiungere un migliaio di stupidi obiettivi, che molto efficacemente riescono ad allontanare la nostra attenzione dall’obiettivo finale della vita. E nel frattempo il tempo passa. Ogni secondo che scatta nell’orologio riduce il tempo disponibile; ogni secondo, ogni minuto, ogni ora. Questo è il motivo per la grande intimazione: “Sollevatevi, risvegliatevi e di corsa, rapidamente, raggiungete l’illuminazione, raggiungete la Luce!” Per quello soltanto potete liberare alla fine voi stessi da tutto quello che pensate e sentite sia spiacevole, indesiderabile, ma volenti o nolenti siete obbligati ad accettare e sperimentare in un centinaio di modi diversi giorno dopo giorno. Sollevatevi, risvegliatevi e raggiungete l’illuminazione che soltanto può liberarvi dall’oscurità dell’ignoranza spirituale e da questa fastidiosa limitazione di tempo e spazio, di nascita, crescita, vecchiaia, malattia, decadimento e dissoluzione; vi libererà dalla irritabile imperfetta vita terrena piena di piaceri e antipatie, amori ed odi, attrazione e repulsione, attaccamento e avversione che colpiscono l’anima in questo oceano di esistenza, ora pieno di nobili e sublimi pensieri, ora catturata in una rete di fantasie e desideri. Questa è la moltitudine di coppie duali che come onde colpiscono una persona che si sforza di raggiungere la salvezza in un oceano in tempesta. Questa è l’avversa situazione del jivatma. L’illuminazione soltanto può liberarvi, farvi trascendere la dualità; non solo nel senso metafisico, ma anche nel senso pragmatico della nostra vita. “Io sono quello che sono”, io sono Satchidananda – nessuno può alterare questo, nessuno può influenzarlo. Io sono sempre stabilito nella coscienza del Satchidananda. Nella profondità di me stesso fluisce un flusso di nèttare, una ininterrotta corrente di Satchidananda.

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Io esisto, sono luminosamente consapevole che esisto, che io sono. Io sono conscia esistenza ed in questo sublime non qualificato stato primario di esistente coscienza, nessuna delle esperienze che appartengono a questo piccolo piano fenomenico di esistenza può mai avvicinarsi; esse non vi hanno accesso. La folla delle dualità, l’intera gamma delle cosiddette esperienze umane non hanno alcun accesso in quel più sacro, sublime centro interiore dove voi siete quello che siete, dove voi siete come l’Essere Supremo vi ha modellato a Sua propria immagine. La splendente luminosa Luce delle luci, al di là di tutte le oscurità, dimora dentro di voi come la vostra reale natura, come la vostra vera immutabile eterna identità. Quel centro interiore che è la vostra natura cosmica è non creata. Essa è eterna, perché è l’essenza di Dio dentro di voi. E’ l’essenza di Brahman, del jiva (considerando se stesso come anima individuale). E’ lo Swarupa, il vostro proprio sé, il vostro proprio essere. E’ il vostro Sat-Swarupa, il vostro Swarupa reale. E’ la vostra essenziale immutabile natura, Nija Swarupa. E voi siete Quello. Ed in quella profondità nulla è manifesto, nulla che è venuto successivamente può osare di entrare. In quello stato di primaria esistente-coscienza, non c’è alcuna massa di dualità, non c’è alcun cambiamento, non c’è alcuna felicità o infelicità. C’è solo beatitudine, beatitudine, beatitudine, sempre beatitudine. E’ quella Suprema Cosmica Realtà che è l’infinito oceano della coscienza Satchidananda. Voi siete Quello. Voi siete fatti ad immagine di Dio – così dice la Bibbia. La luce di Dio così splende dentro di voi come la vostra intera identità. Questa verità deve essere ascoltata di nuovo, continuamente e ancora di nuovo. Su questa verità si deve riflettere continuamente. Questa è vita e sadhana; questa è vera meditazione. Questa verità deve essere meditata profondamente; così gli antichi hanno detto per il vostro bene più elevato. Ogni cosa che appartiene a questo universo esterno, non esiste. Esso venne in essere ad un certo punto del tempo. E’ solo un sogno in cui una parte di un’unità è entrata all’interno, pensando che essa stessa fosse separata dall’intero. L’onda non è mai separata dall’oceano; non è null’altro che acqua dell’oceano. L’oceano stesso assume la forma di un’onda, appare così per un momento e poi riguadagna la sua eterna immensità. Quello soltanto esiste. Il Supremo soltanto è. Tutte le altre cose sono solo apparenze temporanee in questa immensità. Il gioco o la shakti, danzano sopra l’immutabile, la sempre stabile sostanza dello Shiva-Tatwa (principio, verità di Shiva). E’ solo un gioco dell’energia. Innumerevoli, milioni, milioni e trilioni di universi sorgono. Essi hanno una breve esistenza di pochi milioni di anni e si immergono di nuovo nell’oblio. Ma la pienezza della coscienza di Satchidananda esiste sempre. E’ quella Realtà dentro di voi ed è quello che voi realmente siete. Siate Quello e fate che la vostra vita splenda di coscienza e beatitudine. Fate che la vostra vita sia una gloriosa manifestazione della vostra vera identità. Fate che ogni pensiero, sentimento ed emozione sia pieno di sublime divinità. Fate che ogni parola che pronunciate sia piena di viva pace e gioia, così che essa possa riempire il cuore di tutti di pace e di gioia. Fate che tutte le vostre azioni portino questa divinità nelle vite degli altri. Questa è la vostra vita naturale, la vostra vera vita. Ogni cosa contraria a questo è una menzogna vivente, è una falsità. Non è autentica, non è reale. E’ qualcosa che nega la vostra dignità, nega che siete venuti da Dio. Fate che la vostra vita sia quindi una splendente manifestazione della Divinità che siete e un viaggio che sia verso l’infinito stato di Satchidananda che è il vostro inizio ed anche la vostra conclusione. “Io sono il Sé, oh Arjuna, seduto nel cuore di tutti gli esseri; Io sono l’inizio, la metà ed anche la fine di tutti gli esseri (B.G. X/20). Noi viviamo ci muoviamo ed abbiamo il nostro essere in questa coscienza di Satchidananda. Possa il supremo Essere Cosmico, che è la nostra sorgente, concederci la forza interiore per superare tutte le immaginazioni contrarie e con fermezza ci faccia muovere

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verso l’Obiettivo ogni giorno. Fate che ogni alba vi trovi pienamente equipaggiati per convertire quel giorno in un giorno pieno di divini pensieri, sublimi divine emozioni, divine parole e divine azioni, e fate che ogni tramonto vi trovi così migliorati per essere passati attraverso un tale giorno. Che ognuno si sforzi verso quel grande Obiettivo. Possa la grazia di Gurudev Swami Sivanandaji , nostro eterno compagno, nostra infallibile guida, i cui insegnamenti di saggezza costituiscono la luce che illumina il nostro sentiero, scendere su di noi. Egli è sempre con noi. Camminiamo nella luce dei Suoi insegnamenti di vita divina. Allora tutto andrà bene. Il nostro viaggio sarà coronato dal successo della riconquista della coscienza di Satchidananda, raggiungendo la quale voi gioirete di nuovo e ancora. Che sia così. Dio vi benedica. Hari Om Tat Sat! Sadhana Radiante Immortale Atman! La sadhana è il processo di modificazione della natura e del movimento della vostra mente, come anche di tutti i vostri sensi. Ambedue la vostra mente i i vostri sensi sono per loro natura orientati verso l’esterno, si muovono verso altre attrazioni esterne, verso le sempre mutevoli apparenze di questo processo fenomenico; si muovono verso cose con nome e forma, cose limitate in spazio e tempo. Di conseguenza la mente ed i sensi si muovono necessariamente verso temporanee deperibili cose, verso l’irreale, l’evanescente ed il transitorio. Quindi, queste transitorie cose create sono incapaci di darvi sia vera soddisfazione o vera felicità, per non parlare di pace. Quando i sensi forzano la vostra coscienza all’esterno, verso le temporanee deperibili irrealtà, la mente segue di conseguenza, sempre insistendo sul rimanere su questi oggetti temporanei, allora noi non possiamo sperare di raggiungere l’obiettivo. Perché l’obiettivo è al di là di tempo e spazio, al di là di mente e sensi. Esso è assoluto e totalmente trascendente. La conoscenza e la comprensione di questo obiettivo viene indicato nella letteratura delle Upanishad come Para Vidya o la scienza della Realtà trascendente. Le nostre scritture dicono che dimorare su cose temporanee e deperibili che sono contrarie all’assoluta indeperibile Realtà, si conclude alla fine in angoscia e in una più grande schiavitù. Il Bhagavatam dice: “Dimorare su qualsiasi cosa diversa della vostra sadhana conduce alla schiavitù come nel caso di Bharata”. ‘Oh uomo, fai attenzione! Sii consapevole che dimorare su cose che non hanno una diretta rilevanza o connessione con la tua vita spirituale e sadhana, per raggiungere l’obiettivo dell’eterna Realtà, ti condurrà ad una terribile schiavitù’. C’è un riferimento anche nei Purana. Un Rishi che dimorava nella foresta, un eremita, venne preso da un attaccamento mentre era impegnato in una sincera sadhana. A causa della mente che dimorava su un oggetto terreno, egli sviluppò un attaccamento per esso e presto fu sopraffatto da questo attaccamento a tal punto che diventò impossibile allontanare la mente da esso. Anche quando sedeva per la meditazione, la sua mente invece di andare verso la Divina Realtà, cominciava ad andare verso quell’oggetto terreno su cui tutte le sue attenzioni erano ora centrate. Egli fu preso nei legami dell’attaccamento. Perse la concentrazione e l’equilibrio della sua mente. Questa fu la causa di una terribile schiavitù anche per una tale spirituale personalità come quella di un eremita dimorante nella foresta.

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Quindi, considerate questo tempestivo avviso: “Dimorare su cose che non appartengono alla sadhana, che non hanno alcuna rilevanza per la vostra vita spirituale e per le pratiche, vi condurrà alla schiavitù. Sii consapevole di questo o sadhaka!” Noi di conseguenza preghiamo: “Oh Signore, dalla irrealtà conducici all’Eterna Realtà”. Tutte le cose in questo mutevole universo fisico fanno parte di un irreale temporaneo spettacolo, un’apparenza temporanea. Quindi, sadhana significa impegnarsi diligentemente in appropriate e necessarie pratiche per far si che i sensi si allontanino dagli oggetti dell’apparenza del mondo e siano diretti all’interno verso la Realtà. Sadhana significa impegnarsi in discipline che obbligheranno la mente a cambiare radicalmente la sua natura che è quella di muoversi costantemente verso questo universo oggettivo e far si che essa vada verso il centro interiore del vostro essere dove la grande Realtà è sempre presente come l’Antaratma, il Sé interiore. Questa è la quintessenza della sadhana: distaccare i vostri sensi e la vostra mente dall’attaccamento a questa apparenza transitoria ed attaccare i vostri sensi e la mente al vostro concetto dell’Essere Supremo. Voi dovete costantemente impegnarvi in questa pratica di distacco dai molti e attaccare la vostra mente ed i sensi all’Una non duale Realtà che è indeperibile, eterna ed indistruttibile. Tutti i processi e le tecniche della sadhana hanno come loro obiettivo questa trasformazione del comportamento e del movimento della vostra Antahkarana o psiche, il quadruplice strumento interiore di pensare, ragionare, contemplare e ricordare. L’ego non dovrebbe dimorare su elementi irreali. L’io del sadhaka dovrebbe essere fissato su quello che è una parte di quella Grande Realtà – Tat Sat. E’ una raccolta dell’intera personalità, dei sensi e della mente, che viene diretta verso la Realtà Eterna. “A sufficienza ho dimorato su questo spettacolo passeggero. Vita dopo vita, in molte incarnazioni, sono stato sopraffatto dall’illusione ed ho scambiato la irrealtà per la Realtà. Ho scambiato sorgenti di dolore e distrazioni per sorgenti di felicità. Ho commesso questo errore perché non sono stato saggio”. “I godimenti che sono nati dai contatti sono solo generatori di dolore, perché essi hanno un inizio ed una fine. Oh Arjuna, l’uomo saggio non gioisce in essi (B.G. V.22)”. La persona saggia non corre mai verso quello che è piacevole all’inizio ma doloroso alla fine. Ella dice: “No! Per l’amore di una piccola momentanea sensazione piacevole, non diventerò follemente preda più tardi di angoscia e sofferenza. Piuttosto andrò più volentieri alla ricerca di qualcosa che è felicità all’inizio, felicità nel mezzo e felicità alla fine. Cercherò qualcosa che culmina nella felicità, anche se può essere apparentemente dolorosa e difficile all’inizio e poi terminare in gioia nell’eternità, piuttosto che avere una piccola gioia ora e poi un rimpianto per tutto il tempo a venire”. Così è la scelta del sadhaka, quella di rigettare il temporaneo e il transitorio e di ricercare l’eterno e l’immortale. Impegnarsi in necessarie e adatte discipline e pratiche per questo fine costituisce la sadhana. Tra queste necessarie discipline c’è quella di perdere la propria erronea nozione che uno è questa deperibile gabbia di carne ed ossa, che uno è questa personalità psicologica fatta di mente, intelletto e memoria, con tutti i suoi contenuti. E’ con l’abbandono di questa errata nozione, di questo errore per poi identificarsi con la propria reale essenziale natura. Se dobbiamo muoverci nella giusta direzione, dobbiamo anche liberare noi stessi dalle varie tendenze non spirituali e non divine della nostra limitata natura che ci trascinano verso le apparenze esterne, che ci fanno impegnare in attività e pensieri contrari all’ideale spirituale. Nel XVI Capitolo della Bhagavad Gita il Signore Krishna dice: “Nell’umana natura ci sono due tendenze. Una è utile alla vita spirituale, alla sadhana e al raggiungimento dell’Obiettivo e l’altra è un ostacolo che ci porta verso una più grande schiavitù”. Quindi, queste utili divine

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qualità devono essere coltivate e attivamente praticate e quelle contrarie devono essere sradicate e allontanate dalla nostra vita. Voi siete tutti divini. Dovete sapere che non siete diversi dall’ideale che state cercando. La deludente idea che noi siamo qualcosa di diverso dalla sorgente e origine della nostra natura, dovrebbe essere sradicata ed estromessa dalla nostra coscienza. E con la stessa determinazione dobbiamo stabilire la verità, la semplice verità che noi apparteniamo a Lui. Noi siamo Quello! Noi siamo essenzialmente sempre divini e mai una cosa diversa da questa. Con questa ferma convinzione iniziate a pensare divinamente, a sentire divinamente, ad agire divinamente ed a vivere divinamente. Questa è la quintessenza della sadhana. Possa il Signore benedirci e concederci il successo nella nostra vita spirituale, in questo processo di movimento verso quel sempre presente stato di divina perfezione che è inerente in ognuno ed in tutti noi; proprio come un albero è già inerente nel seme e un bell’uccello è già inerente all’interno del suo uovo. Così ugualmente l’uomo è potenzialmente divino. La Divinità è sempre presente dentro di noi come la nostra vera essenziale natura. Riconoscere questo, essere quello che siamo, rifiutare di essere qualsiasi cosa contraria a quello che siamo è la sadhana. Dio vi conceda il successo in questa avventura spirituale, vi conceda il successo in questa sublime ricerca, che è il significato centrale e lo scopo della nascita umana. Possa la grazia di Gurudev ed i Suoi insegnamenti di saggezza concedervi il successo in questo grande tentativo! Hari Om Tat Sat! Continuità del la Pratica è i l segreto del Successo Saluti alla onnipervadente presenza spirituale, la grande Realtà che è l’unica costante, immutabile Verità tra le temporanee false apparenze che costituiscono questo processo fenomenico chiamato universo; essi sono in uno stato di flusso, sempre mutevole, condizionato da tempo e spazio, soggetto a decadimento e dissoluzione. L’unica cosa che dura, senza inizio, senza fine, senza tempo, che mai decade, è la Realtà alla cui presenza siete qui riuniti di fronte a Gurudev mattina dopo mattina. Possa quella grande Realtà concedervi la grazia. Possa lo sguardo di compassione di Gurudev assicurarvi l’aspirazione a conoscere quella Realtà, a sforzarvi di sperimentare ed essere stabiliti in quella Realtà. Tutte le cose passano, ma quello che voi conquistate nel regno spirituale è per sempre vostro. Voi siete per sempre una sola cosa con quella grande Realtà. La vostra vita diventa ricca, abbondante, piena, per sempre perfetta e mancante di nulla. Non c’è alcun ritorno alle imperfezioni, a questo stato fluttuante tra gioia ed angoscia, a questo stato di oscurità e schiavitù. Una volta per tutte voi diventate liberati da essa. Possa questa conquista essere vostra proprio in questa vita! Lo sforzo spirituale dovrebbe essere senza fine. L’impegno spirituale, la conferma dei vostri voti, le vostre risoluzioni, le vostre determinazioni a rimanere aderenti ad esse fino all’ultimo, a non abbandonare mai finché la più totale eliminazione è raggiunta, la vostra determinazione dovrebbe essere di nuovo e continuamente riaffermata, riconfermata, espressa con enfasi, momento dopo momento, e ancora tempo dopo tempo! Questo è il segreto. Dovrebbe esserci una continuità. E quello che desiderate raggiungere dovreste cercare di conseguirlo costantemente con tutto il vostro

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intero essere. Non ci deve essere alcun rilassamento della prontezza, della vigilanza, dell’entusiasmo e del dinamismo. Un nuotatore che va contro la corrente ed il suo flusso contrario non può rischiare di essere trascinato dalla corrente. Egli deve continuare a nuotare; e deve agire nella direzione in cui vuole andare. Altrimenti va nella direzione opposta. La stessa ripetitività è la vera essenza del processo spirituale. Voi tutti avete udito che ‘piccole gocce di acqua fanno il potente oceano’. E’ la piccola goccia; sono gli atomi che vanno a costituire questo colossale universo. Particelle subatomiche, neutroni, elettroni e protoni che vanno a costituire le cose che sono intorno a noi, sono così piccole che voi non potete vederle. Tuttavia esse alla fine costituiscono vaste, infinite galassie. Esse costituiscono il sole, la luna e le stelle e questo pianeta terra su cui voi state vivendo. E’ il continuo sforzo che alla fine ci porta al Nirvikalpa Samadhi, all’illuminazione, alla realizzazione del Sé, in qualsiasi modo vogliate chiamarlo. E’ il cumulativo frutto finale o il risultato di innumerevoli minuti, ore, giorni, settimane ed anni di paziente, allegro, entusiastico sforzo che è la continuità della sadhana. Nell’illustrare i segreti della scienza della meditazione e della scienza del Raja Yoga, Ashtanga Yoga e nel trattare dal VI all’VIII passo, Patanjali Maharishi (che formulò e ci tramandò gli Yoga Sutra) specificatamente menziona la necessità di uno sforzo continuo, con uno zelo instancabile, senza abbandonare il vostro interesse in esso. Egli menziona la necessità di questa continuità dello sforzo, usa la parola Dharana. Ci dovrebbe essere costanza nella vostra sadhana – una costanza continua. Se volete raggiungere un’assoluta concentrazione, allora lo sforzo verso la concentrazione dovrebbe essere ininterrotto. Naturalmente egli prosegue anche nel dire che questo dovrebbe essere mantenuto per un lungo periodo di tempo. Allora voi vi stabilirete in uno stato di concentrazione. Una continua e costante pratica è la sua molto breve menzione di come uno può alla fine diventare un maestro di concentrazione. Così lo Yogi si stabilisce nel VI Anga (passo) dell’Asthanga Yoga. Questa continuità di pratica non si applica solo alla sadhana mistica, ai processi metafisici, che sono unici per il ricercatore e l’aspirante spirituale. Non è confinata a questo tipo di processi interiori specializzati del Vedanta e dello Yoga. Ma si applica ad ogni cosa. La costanza nello sforzo, la continuità della pratica è il segreto del successo. Cercate, cercate e cercate ancora. Anche se fallite cento volte non abbandonate, alla fine riuscirete a raggiungere il successo. Vi ho già raccontato la storia del re della Scozia che deluso per le sue sconfitte si rifugiò in una caverna per sfuggire ai suoi nemici. Ma lì dopo aver visto un ragno che con la forza della volontà, dopo molteplici fallimenti riusciva a raggiungere l’obiettivo che si era prefisso, il re riacquistò forza nelle sue capacità mise da parte la disperazione e riempito di un nuovo spirito, forte e determinato, riunì le sue forze ed alla fine sconfisse i nemici e ne uscì vittorioso. Così, questa è la formula per uno Yogi, questo dovrebbe essere l’approccio del ricercatore spirituale. Il sadhaka dovrebbe avere questa determinazione, questa calma e ferma determinazione sostenuta da forza e risolutezza. E, come ho detto, questa tenacità non è confinata solo allo Yoga ed alla metafisica, o alla politica o a governare un regno, ma si applica a tutti gli sforzi che facciamo in qualsiasi direzione, in ogni direzione del nostro essere, per un totale auto-sviluppo. E, soprattutto, nella costruzione del nostro carattere, nel modellare la nostra condotta, ciò porta ad un grande beneficio. Di nuovo e continuamente noi dovremmo applicarci nello sforzo. Descrivendolo in un modo poetico c’è la storia che parla di un piccolo uccello che perse il suo nido e le uova in esso portate via dalla marea. Quando ritornò e non trovò il nido

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con grande determinazione decise che avrebbe svuotato l’oceano immergendo in esso un filo d’erba e portando fuori l’acqua goccia dopo goccia. Le Upanishad dicono che questa dovrebbe essere la determinazione del sadhaka, dello yogi, per riguadagnare il regno perduto – di nuovo e continuamente, questo dovrebbe essere lo spirito! Se volete essere stabiliti nella verità, non è di alcuna utilità diventare semplicemente un sentimentale seguace della verità, avere un grande amore per la verità, ma dovreste praticarla continuamente, anche nel mezzo delle più difficili circostanze. Praticatela tutte le 24 ore del giorno e della notte, di nuovo e continuamente e continuate a praticarla giorno dopo giorno. Diventate voi stessi la verità, diventate la personificazione della verità. Vivete la verità. Identificatevi con la verità, fate che non vi sia dualità tra voi e la verità. Allora splenderete come Harischandra, brillerete con una luce di verità dentro di voi, diventerete splendenti come una persona stabilita nell’assoluta sincerità. Quindi voi potete applicare questo principio e farlo agire per voi in tutte le cose – autocontrollo, brahmacharya e ahimsa, superando l’impulso di danneggiare, ferire, e fare del male. Ad ogni livello della vita, a tutti i livelli nello sforzarsi nell’idealismo in pensieri, parole ed azioni, nell’area degli affari, nella vostra area domestica, nella vostra propria vita personale, siate onesti con voi stessi, siate sinceri con voi stessi! Non importa cosa la gente pensa. Non ingannate voi stessi! Shakespeare mette enfasi, da importanza a questo: “E questo soprattutto, sii sincero al tuo proprio Sé; da cui segue, come il giorno segue alla notte, che tu non puoi essere falso verso ognuno”. Come le ruote seguono le impronte dei buoi, voi sarete onesti con tutti gli altri. Se siete onesti e sinceri con voi stessi, sarete onesti e sinceri con il mondo intero. Questo deve essere affermato continuamente in ogni cosa che pensate, sentite, parlate o fate. Siate sinceri, siate onesti, siate puri. Sforzatevi per l’auto-controllo. In ogni cosa, in qualunque cosa desiderate acquisire, sviluppare e diventare, fatelo alla perfezione. Se applichiamo questo principio, allora il conseguimento sarà inevitabile, la conquista è assolutamente certa. Questo è quello che i grandi antichi che hanno raggiunto l’obiettivo supremo hanno da dirci. Essi parlano di questo piccolo uccello parlano di persone come Markandeya. Questo è quello che essi ci dicono. Dio vi benedica tutti. Hari Om Tat Sat! Come Arrivare Più Vicini a Dio (Lettura mattutina di Swami Chidananda tenuta il 13/9/1984 durante il ritiro di Mussoorie) Om Sri Ganeshaya Namaha! Om Sri Vyasaya Namaha Om Namo Bhagavate Sivanandaya! Splendente e immortale Atman! Amati e benedetti figli del Divino! Partecipanti al ritiro, ricercatori e sadhaka riuniti qui per questo piccolo incontro spirituale, offertoci dal Supremo Essere Universale per la Sua pura infinita compassione, amore e grazia e con la cui offerta Egli desidera venire più vicino a noi o che noi ci avviciniamo sempre più a Lui. E’ una tale cosa possibile? Perché in questo intero universo non c’è relazione più stretta che quella tra voi e Dio! Posso interpretarla più personalmente e dire: “Non c’è relazione più stretta tra quella che esiste tra l’Anima individuale e l’Anima Universale”. O, messa nel linguaggio di Sri Shankaracharya: ‘Non c’è relazione più stretta che quella che esiste tra il Jivatma e Paramatma’. Egli afferma che questa relazione è una relazione di identità, di non

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differenziazione. “Jivo Brahmaiva na parah!” – l’individuo non è altro che il Cosmico, l’Universale. Così, essendo questo il semplice, irrefutabile sperimentato e stabilito fatto circa la situazione che esiste tra voi e la Realtà, che è dentro di voi, al di fuori e dovunque – parlare in termini di venire più vicini sarebbe un errore. E questo è un errore, ma un errore che deve essere perdonato poiché per molti di noi appare come se: “Dio è molto lontano, noi siamo veramente distanti da Lui, così noi dobbiamo fare un grande e lungo viaggio per poterLo raggiungere”. Poiché tali idee esistono e tali sentimenti prevalgono nell’individuo, dobbiamo perdonare questo errore e dire: “Va bene, prendetevela comoda! Si, concesso che siete molto lontani da Dio, dalla pace e dalla beatitudine che state cercando, concesso che Egli è una Realtà molto distante – va bene! Vi mostrerò ora il modo di avvicinarvi e come arrivare più vicini a Lui”. “Più vicino a Te mio Dio, più vicino a Te” questo è quello che desidero, quello che voglio. Anche i più grandi maestri hanno accettato questa situazione con cui l’anima ricercatrice si confronta, ed essi descrivono i modi ed i mezzi per avvicinarsi sempre di più. Proprio come voi iniziate ad avvicinarvi al mare comincerete a sentire una brezza fresca. Nello stesso modo, come voi vi avvicinate di più a Dio, lentamente ci sarà più calma di mente, sarete più sereni, sarete meno influenzati dalle piccole cose che sono solite disturbarvi, le perdite non vi sembreranno tali e il guadagno non lo considererete un guadagno; l’angoscia sarà uguale a nulla. Questi sono i segni che voi vi state avvicinando sempre di più all’oceano del Satchidananda. Ed essi dicono: “Voi dovete avvicinarvi sempre di più a Dio ed essere in stretto contatto con Lui”. Upanishad significa stare vicini a Dio, Upasana significa sedere vicino a Dio. Noi diciamo che Dio è onnipervadente; Egli è un oceano di Satchidananda. Onnipervadente significa Onnipresente, e tuttavia noi cerchiamo, corriamo da un luogo ad un altro, bussiamo a tutte le porte. Quindi, qual è il modo per avvicinarsi di più a Dio, sempre più vicini a Lui? Un modo è un tale ritiro spirituale, un modo è il Satsanga. Così, noi guardiamo a questo periodo di riunione in Suo Nome, per amore Suo, lo consideriamo come se fosse stato creato da Lui, per la Sua infinita grazia, per darci una possibilità di avvicinarci sempre di più a Lui. Meno noi ci allontaniamo da tutte quelle cose che ce Lo fanno dimenticare e distraggono la nostra attenzione da Lui, meno ne siamo lontani. Qual è il valore di questo allontanarsi da tutta questa fastidiosa folla, dal fracasso, dal trambusto e da questo ritmo frenetico? Qual è l’utilità? Precisamente che voi diventate improvvisamente consapevoli che Egli è molto vicino! Ciò rende possibile per voi diventare consapevoli che Dio è QUI, che Dio è ORA – Egli dimora in voi, voi dimorate in Lui. La Sua pace e gioia è onnipervadente. Essa può essere a portata di mano con la semplice richiesta! Egli è sempre presente – questa è l’utilità di ciò. E quindi, con un senso di infinita gratitudine all’Essere Supremo per averci dato questa opportunità di diventare consapevoli della Sua vicinanza, della Sua essenza e poi ritornare indietro al normale stato di coscienza degli umani individui; cosa è richiesto per mantenerci nel movimento verso di Lui, nel dirigerci verso di Lui, cosa è necessario per mantenere costantemente noi stessi nella luce della conoscenza? Una delle salienti forme che l’ignoranza prende è la dimenticanza; dimenticanza della Verità, della Realtà, dimenticanza della nostra eterna unicità con il Divino – che deve essere rimpiazzata con la convinzione che noi dimoriamo in Lui e che Egli dimora in noi, che noi siamo sempre in uno stato di pace e beatitudine, sempre in uno stato di gioia perenne, sempre in uno stato di luce. Voi potete provare molte cose: Satsanga, Svadhyaya, canto, meditazione e preghiera e improvvisamente tutto ciò arriva ad uno stop. Perché? Sfortunatamente, la natura umana è costituita così che Dio ha fatto non solo il giorno, ma anche la notte. Quando arriva la notte,

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la sadhana termina, japa, meditazione, kirtan, scrittura del mantra – ogni cosa arriva ad un termine e voi entrate in un sonno profondo, profondo tamas – completa dimenticanza! Così, la speciale attività che avete iniziato arriva ad un brutale stop! Evidentemente voi dovete di nuovo ricominciare. Talvolta ricominciare diventa una cosa abbastanza difficile! Ogni mattina dobbiamo di nuovo iniziare il processo dell’attività spirituale, creare una fresca consapevolezza, scuoterci da dosso questa dimenticanza ed entrare in uno stato di conoscenza e luce. “Uno dovrebbe sollevarsi con il proprio Sé soltanto: non dovrebbe abbassarsi; perché il Sé è l’amico di se stesso, ed il Sé è anche il nemico di se stesso” (Gita VI.5). Voi stessi siete il vostro migliore amico, ma voi stessi potete diventare il vostro nemico se pensate negativamente e diventate pessimisti, depressi e fatalisti. Dio ha fatto il ciclo che il giorno segue la notte, e che tutte le attività hanno un termine. Ma quando emergete dal sonno, dovete emergere con un grande, positivo, acuto entusiasmo, sentendo: “Ora, di nuovo, il giorno è venuto e questa è la mia opportunità; devo alzarmi ed agire, devo essere attivo”. Questo è quello che l’alba dovrebbe significare per voi. Così, come cominciare a fare questo? Un grande contenitore di conoscenza è stato creato per amor nostro e noi siamo gli eredi di questo grande tesoro. Abbiamo ereditato questo perché non siamo nati cani, gatti o scimmie, no! Siamo nati come esseri capaci di pensare, ragionare, con una logica, una comprensione e la facoltà di afferrare. Il tesoro che è stato messo insieme ed accumulato di questa grande scienza del Sé, Brahma–Vidya, Atma-Vidya, è la scienza spirituale, la scienza divina – che è destinata a voi. E’ stata creata, preservata e poi, inviata a voi. Il XX secolo ci ha portato una grande quantità di dolori, sofferenze ed anche problemi. Ma questo stesso secolo ci ha portato grandi tesori, grandi fortune e grandi benedizioni! Un particolare arricchimento nella tecnologia è una delle caratteristiche di questo secolo e noi siamo tutti beneficiari di questo, ad esempio ora le Scritture sono disponibili per tutti ed accessibili in ogni lingua. Quindi è una benedizione di questo secolo che tutta questa saggezza sia disponibile anche per noi, mentre nei secolo passati si poteva avvicinare ad essa solo pochi intellettuali. Così se iniziate il giorno e volete spazzar via il velo di oscurità e di sonno ed entrare di nuovo in una sincera ricerca dello stato di illuminazione, la prima cosa che dovete fare è quella di leggere le Scritture. Prima di tutto portate la conoscenza nella vostra coscienza, rimuovete l’oscurità e portate la luce con le Upanishad, la Bhagavad Gita, il Nuovo Testamento. E’ sempre bene rivolgersi alle scritture classiche perché esse sono parole viventi. Non sono semplici scritti umani – esse sono rivelazioni. Se siete già sufficientemente avanzati non avete bisogno di prendere un libro, aprirlo e leggerlo. Avete già in mente le Upanishad o la Gita, vi sedete ed iniziate mentalmente a ripeterle ed entrate nella luce degli insegnamenti di saggezza della Gita o delle Upanishad. Contemplate e meditate su di esse, poi iniziate il giorno nel modo giusto. Swami Bhumananda, un mio fratello spirituale che ha superato i 70 anni, segue questa sadhana e come si alza inizia a recitare la Gita dall’inizio alla fine in un’unica seduta. Egli non deve neanche aprire gli occhi o un libro e la recita 4 volte al giorno. Un altro Swami conosce a memoria molte altre scritture. Come può l’oscurità rimanere in tali spiriti, quando così tanta luce è invocata attraverso queste meravigliose scritture? Questi insegnamenti propongono una grande verità ed innalzano dentro di voi un certo stato di coscienza; danno anche specifiche istruzioni sul vostro modo di pensare, agire e vivere ed ogni altro stato contrario di pensare o agire vi priverà immediatamente di qualsiasi cosa avete cercato per iniziare favorevolmente il giorno. Dopo aver letto le Upanishad o contemplato la Gita, dovreste essere attenti e non iniziare ad essere disonesti nella vostra vita quotidiana, fare i furbi e dire bugie, essere spinti dalla lussuria e dalla cupidigia, o dall’ira e

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dalla gelosia, o dalla meschinità, dalle brame e dai desideri – queste sono tutte cose che circondano un normale essere umano ogni giorno. Tutto ciò può essere non esagerato, in misura sottile, ma il principio è lo stesso. Queste cose sono come l’inquinamento che è ovunque nell’atmosfera. Nello stesso modo, come questo è presente nell’aria, noi abbiamo intorno una certa atmosfera eterica dove ci sono meschinità, egoismo, attaccamento, ego, brame, desideri e tutto quello che il grande illuminato Buddha chiama ‘Quello che ti afferra’! Voi volete possedere, volete mantenere. Questa avidità può essere in una dozzina di forme differenti, ma è la normale tendenza dell’umana natura e finché, e a meno che non l’abbiate trascesa, essa si stabilisce in differenti piani di coscienza. Il successivo punto importante è quello di non essere ingannati e portati via dal giusto inizio quando dobbiamo entrare in questo ambiente ed atmosfera eterica. Noi dobbiamo riempire la coscienza quando siamo svegli con lo stesso stato di consapevolezza, conoscenza, luce e corretta direzione. A questo fine le Sacre Scritture hanno anche incluso certi indirizzi nei loro insegnamenti di saggezza. E’ molto importante osservare questi indirizzi e vivere in accordo con le istruzioni e così mantenere la direzione con cui avete iniziato il giorno. Abbiate questo obiettivo sempre splendente di fronte a voi e continuate a muovervi verso di esso. Così, insegnamenti spirituali e scritture sono qui per arricchire la nostra vita. Essi hanno il doppio scopo di risvegliare e di illuminare, di guidare e dirigere e far sì che noi andiamo lungo il sentiero che ci conduce ad una sempre progressiva, accresciuta consapevolezza divina. Con quella stessa luce voi dovete anche attivamente sforzarvi, dovete essere attivi nel resistere alle tentazioni e mettere da parte ogni spinta contraria, ogni cosa che non è spirituale, che è contraria all’obiettivo che state cercando di raggiungere. Dovete entusiasticamente e attivamente dirigere le vostre energie e sforzi – dovete resistere non con violenza! Siete nell’errore se pensate che la non violenza è una non-attività. La spiritualità non è passività. E’ mettere insieme lo sforzo, non solo per quello che deve essere fatto ma anche per rimuovere dal vostro sentiero ogni cosa che vi attira in una situazione dove potete rischiare di fare qualcosa che non dovrebbe essere fatta. Questo è come Gurudev riassumeva la sadhana e diceva: “Stacca e attacca”. Anche staccarsi è un’azione, voi dovete andare avanti staccandovi da tante di quelle cose che la mente fa per abitudine – staccatevi e poi attaccatevi al Divino. Coltivate il satsanga. Fate attenzione, questo è un processo che deve essere iniziato e mantenuto per tutto il giorno, ogni giorno! E’ necessario riattivare, istituire di nuovo questo processo. Questo è un aspetto della pratica spirituale che Gurudev desiderava che noi tenessimo sempre in mente. Ciò è necessario a causa della vera natura della vita umana. Samartha Ramdas il grande guru di Shivaji, ha detto: “Ogni mattina oh mente, tu devi evocare dentro te stessa pensieri divini e iniziare ad andare nella direzione dei pensieri divini”. Così, questo invito alla mente non ha riferimento solo all’ultima condizione finale della vita, ma ha rilevanza per ogni giorno. Questa è la mia piccola offerta per questo quarto giorno di ritiro spirituale e vi viene offerto da tutti i grandi Guru. Tutti Loro ci invitano ad una vita di vigilanza, ad una vita di stare allerta e di consapevolezza interiore, essi ci chiamano tutti ad andare dall’oscurità verso la luce e dalla direzione contraria verso la direzione di Dio. Oggi essendo giovedì, nel nome di tutti i grandi maestri di tempi antichi e medioevali e degli insegnanti di tempi recenti, i conoscitori di Brahman del passato e di oggi, nel loro nome, vi offro questa molto importante visione della vostra vita spirituale, questo importante sguardo sulla vostra vita spirituale, alla cui luce dovete valutare la vostra vita spirituale. State facendo quello che vi è stato messo di fronte per operare giorno dopo giorno? La vostra vita spirituale contiene tutte queste cose che sono state portate ora alla vostra

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attenzione? Questa è la domanda che dovete porre a voi stessi. Poi comprenderete se state avendo quella gioia, quella serenità e pace, o voi mancate di esse. Se ne siete privi non è perché non ci siano; è a causa del fatto che voi non state eseguendo le condizioni. Il rimedio è semplice, portatele a termine. Dio vi benedica. La grazia sia sopra di voi come è sempre stata, come anche le benedizioni del Santo Maestro Swami Sivananda e tutti gli altri Santi e Saggi. Quello che è stato ascoltato con attenzione, su quello bisogna riflettere con concentrazione; quello su cui avete riflettuto e avete compreso, quello deve essere ora implementato e messo in pratica; e quello che è diventato il vostro stile di vita deve essere completato entrando in profondità, sostenuto meditando su quello che è stato udito. Riflettuto sinceramente e messo in pratica con determinazione. Attraverso una tale meditazione la vita viene trasformata, l’oscurità dà spazio alla luce, la pace prende il posto dell’irrequietezza ed una gioia prolungata ora viene ad occupare il vostro cuore e la vostra mente. Pace e gioia, uno stato di luce, una serenità, tutte queste sono alla fine raggiunte tramite un tale ascolto, un’attenta riflessione, una determinata applicazione e con un serio prolungato sforzo e meditazione. Questo è il guadagno che otteniamo e l’esperienza e la gioia che abbiamo proprio in questa esistenza. Che sia così! Possa essere queste la Grazia e le Benedizioni di Dio e di Gurudev. Lokaah samastaah sukhino bhavantu! Asato Ma sat gamaya Tamaso ma jyotir gamaya Mrityor ma amritam gamaya Om purnamadah purnamidam Purnat purnamudacyate Purnasya purnamadaya Purnameva’vasishyate Om shanti, shanti shanti Hari Om Tat Sat Ricercate l’Eterno ! Possano tutti gli esseri in questo universo raggiungere la felicità! Oh Signore, conducici dall’Irreale all’Eterna Realtà. Conducici dall’oscurità dell’ignoranza nella luce della suprema saggezza. Conducici dalla mortalità e dalla morte all’immortalità e alla vita eterna in Te. Pace! Pace! Pace a tutti gli esseri! Splendenti anime immortali! Amati figli del Divino! Possa il Signore benedirvi! Possa la Sua Divina Grazia scendere su voi tutti! Possa Egli riempire ed arricchire tutti i giorni della vostra vita con il dono della grazia, con il dono della fede, della devozione e dell’aspirazione e possa Egli condurvi lungo il sentiero della luce e della gioia verso l’eterno regno della Divina Coscienza. Cantiamo tutti OM: il suono simbolo della Suprema Divina Realtà, che è pura Esistenza, assoluta Beatitudine, pienezza e perfezione. Questo OM simbolizza anche la vostra natura essenziale, il vostro proprio vero Sé, non la deperibile forma fisica, non la mente irrequieta, non questo limitato intelletto. Distinti e al di là di questi tre fattori, voi dimorate come uno splendente raggio della grande Luce delle luci che le religioni chiamano Dio. OM

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simbolizza il vostro vero Sé e il grande infinito Essere Cosmico che è l’origine e la sorgente, l’eterno supporto e il substrato di questo Sé spirituale. ‘OM! OM! OM! Amati figli del Divino! Riconoscete e affermate la vostra Divinità e rendete questa vita un glorioso processo di sviluppo e manifestazione di questa divina natura tramite tutti i pensieri, sentimenti e azioni. Vivete nella consapevolezza di questa essenziale Divinità che voi siete. Vivete nella consapevolezza del grande obiettivo dell’esperienza di Dio tramite l’unione con l’Infinito Cosmico Divino. Tutti i difetti e le limitazioni di questa vita terrena vengono trascesi in questa meravigliosa straordinaria esperienza, e voi vi stabilirete per sempre in uno stato di assoluta libertà, totale assenza di paura e assoluta perfezione. Venite ora! Vivete per questo grande ideale! Voi siete dei pellegrini passeggeri qui. Questa non è la vostra vera dimora…. Un breve intervallo mentre passate attraverso questa vita e poi voi non siete più, un po’ di tempo e non appartenete più a questo universo o a questa umanità. Avete mai posto a voi stessi queste vitali domande? “Chi Sono Io? Qual è la mia vera natura? Da dove vengo? Cosa significa questa vita attorno a me? Qual’è la mia relazione con questa vita?” Avete mai considerato qual è lo scopo di questo breve soggiorno qui su questo piano terreno? Oh pellegrino, viaggiatore su questa super-strada della vita che si muove verso un obiettivo sconosciuto, conosci il tuo obiettivo! Allora soltanto puoi vivere una vita piena di significato. Altrimenti questa mancherà di direzione e sarà piena di insoddisfazione e con una quantità di frustrazioni e illusioni. Angosce e dolori saranno il risultato finale di una vita senza scopo. Essa sarà alla mercé di ogni spinta e attrazione delle forze di questo universo oggettivo. Ma quando avete un obiettivo definito, questo dà una direzione alla vostra vita, ci sarà stabilità e fermezza. Voi sarete capaci di sopportare e superare gli eventi che si presentano con la forza di questa risolutezza interiore. La vita è fatta per la Realizzazione Divina – sappiate questo – e fate della vita il processo per raggiungere la coscienza di Dio. Purificate la vostra natura inferiore con l’altruismo e il servizio. Controllate i vostri sensi, conquistate i desideri della vostra mente. Stabilitevi nella virtù. Sviluppate un nobile carattere. Fate il voto di sincerità e purezza in pensieri, parole ed azioni; e di compassione e gentilezza verso tutte le creature. Così, vivendo una vita basata su una tale buona condotta, muovetevi verso Dio che è la perfezione finale di tutto quello che è buono, auspicioso e bello. Voi dovete risvegliare la vostra Divinità essenziale dall’interno e questo è possibile solo nel contesto di una vita purificata. Gettate le fondazioni di questa vita etica e morale con tutto l’entusiasmo. Questa è la necessaria preparazione. Dovete fare questo compito ora, qui, non in un incerto futuro. Il Santo Maestro Gurudev Swami Sivananda usava dire: “D.I.N.” che significa: “Do It Now” (fai questo ora) questo è il tempo; ieri è già passato esso non è più disponibile per voi. Il domani è incerto; quando il domani sorge è già oggi per voi. Dovete agire e vivere nel presente. Siate consapevoli che questa è una nobile missione. La vita non è semplicemente mangiare, bere e dormire. Venite, venite dunque! Non permettete che altro tempo scorra via! Ogni alba quando il sole sorge e voi salutate il nuovo giorno sentite: “Il Signore mi ha dato un meraviglioso nuovo giorno da utilizzare con un sincero e serio sforzo per la cultura del Sé e per muovermi verso la grande destinazione, la Coscienza di Dio”. Fate di ogni giorno un giorno di vita ideale. Riempitelo con parole gentili, buone azioni, attività altruistiche, servizio verso gli altri, attività che portano beneficio e gioia nelle vite di coloro tra cui Dio vi ha messo. Dentro la vostra propria famiglia irradiate bontà, amore e spirito di fratellanza. Rendete le persone felici, fate del bene agli altri. Fate che la vostra vita sia un grande dono di se. Riempite ogni giorno con tali ideali attività. Attraverso tutto il giorno mantenete una sotterranea e costante corrente di ricordo di Dio. Dovunque il vostro corpo possa muoversi e agire, in qualunque cosa la vostra mente possa essere impegnata, ancora nel vostro Sé più intimo, dimorate in Dio. Vivete, muovetevi

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ed abbiate il vostro essere in Dio. Egli è l’immanente Presenza, pervadente e permeante ogni cosa in questo Suo universo. Nemmeno per il più breve momento Egli è assente. Egli è la sempre presente Realtà Cosmica – invisibile e sottile, ma ciononostante reale e vera. A questa Cosmica Presenza dirigiamo tutti noi l’amore del nostro cuore ed anima. Viviamo nella consapevolezza di questa Cosmica Presenza. Che la riverenza riempia i vostri cuori ad ogni tempo e con riverenza e con lo spirito di adorazione impegnatevi in attività, ricordando Dio in ogni momento. Dedicate tutte le vostre attività ai Piedi del Divino. Questo è un facile e semplice modo per sviluppare l’essenziale coscienza spirituale dentro di voi e muovervi verso Dio nel mezzo della vostra vita normale. Ma è anche un efficace, un sicuro ed infallibile modo per raggiungere una più elevata consapevolezza e coscienza di Dio. Non è necessario rinunciare all’ambiente esterno e andare in una grotta per praticare questo tipo di sadhana, questo tipo di vita spirituale. Qui ed ora, proprio nel mezzo del vostro proprio ambiente e attività, muovetevi verso il Divino, e internamente siate radicati nella consapevolezza che appartenete a Lui non a questo mondo. Voi avete le vostre radici e sorgente in Lui ed in Lui voi internamente dimorate e a Lui siete legati. Voi venite dal Divino e siete diretti verso il Divino. E mentre siete impegnati in questo conscio sforzo e movimento, siete anche ora sostenuti dal Divino, supportati e radicati nel Divino e dimorate nel Divino. Siate consapevoli di ciò amati figli! Così spiritualizzate la vostra vita in una Vita Divina. Ricercate l’Eterno! Ascendete verso lo spirito immortale. Dio vi benedica tutti! Ogni momento della vostra vita fate che questa ricerca sia dinamica e di ogni momento fate che sia un’ascesa sempre più in alto verso questo grande culmine. Questo è il mio breve messaggio per il satsanga di oggi. Viene dato nel nome del mio maestro spirituale Swami Sivananda, come un’umile e devota offerta. Viene offerta ai Piedi del Signore – il Divino che risiede nel vostro cuore, che vi raccoglie come una presenza immanente ovunque, e che è presente qui ed ora come il silente testimone di tutto quello che accade in questo Suo meraviglioso universo. Pace! Pace a tutti gli esseri di questo universo! Possa la pace divina riempire i vostri cuori, permeare il vostro intero essere e dimorare con voi sempre, come voi vi impegnate nei vostri compiti quotidiani. Possa questa pace dimorare sempre con voi! Om Shanti, Shanti, Shantihi! HARI OM TAT SAT