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1 LA MELAGRANA ARCHETIPO MASSONICO In Massoneria la Melagrana simboleggia una figura archetipale presente nelle Nostre Officine sin dai primordi della Tradizione Libero Muratoria.(1) Trae la sua scaturigine dal tramando Biblico, ove nel Primo Libro dei Re(2) si fa riferimento all’Edificazione del Tempio di Salomone, narrando la mirabile Opera del Maesro Hiram, il quale nella realizzazione delle Colonne esterne ornando il capitello, creò due ordini di Melagrane attorno. L’aspetto che maggiormente affascina di questo Simbolo, va ricercato nella sua valenza che in maniera speculare riflette i prolegomeni della filosofia Latomistica. Volendo penetrarne il significato, cogliamo una profonda analogia fra il frutto che appare coriaceo e resistente ed i grani presenti al suo interno, che ci riporta al concetto stesso di Massoneria e quindi di una Comunione Iniziatica, formata da più Officine che al loro interno uniscono Fratelli. La botanica ci viene in ausilio definendola: “Frutto, chiamato balausta, è di media misura, rotondeggiante, di colore giallo-rosso. Ha una scorza grossa e resistente, simile ad una pergamena. Al suo interno dei setti fibrosi color giallo intenso formano delle logge in cui sono contenuti i semi dalla polpa rossa e trasparente, di forma prismatica.”(3) Il linguaggio scientifico definisce Logge, quelle porzioni di frutto all’interno delle quali sono racchiusi i grani, quindi l’analogia va colta anche nella sua valenza simbolica ed operativa. Una realtà coesa che racchiude delle parti, che a loro volta contengono singole unità. Una raffigurazione simbolica che perfettamente sintetizza e descrive la Massoneria, ove il Singolo Figlio della Vedova vive la realtà della propria Officina nell’Armonia dell’intera Comunione,(4) il tutto contenuto in un frutto sferico (elemento di perfezione Pitagorica).(5) La Melagrana è Simbolo di prosperità ed unione e per gli Studiosi della Scienza Sacra rammenterà il Salmo 133 “Ecce quam Bonum”, conosciuto come il Salmo della Fratellanza o della Vita Fraterna, tramandatoci in Massoneria dalla Tradizione Templare e prescritto dalla Regola di S. Bernardo di Chiaravalle. Numerosi studi ci tramandano che era il precipuo nella preghiera quotidiana dei Templari e salmodiato sempre prima di ogni Battaglia. Recita: “Ecce quam bonum et quam jucundum abitare fratres in unum” che a mio dire, in nuce, sintetizza uno dei concetti cardini della Massoneria che si riverbera in armonia nel più puro simbolismo della Melagrana.(6) Un’ulteriore riflessione va dedicata al concetto del singolo grano che rappresenta il Massone, il quale possiede una sua Luce propria, una sua autonomia ed è in itinere sul proprio Cammino, ma in unione di ideali e di intenti con gli altri Fratelli, catalizza la propria Energia nella singola Loggia e dall’Unione di queste si crea la Comunione al pari di come avviene con la Melagrana, il frutto della Fratellanza .

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Tavola Massonica del Fratello Domenico Vittorio Ripa Montesano Massoneria Universale Gran Maestro della Gran Loggia Phoenix degli ALAM ® pubblicata mercoledì 6 marzo 2014

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LA MELAGRANA ARCHETIPO MASSONICO

In Massoneria la Melagrana simboleggia una figura archetipale presente nelle Nostre Officine sin dai primordi della Tradizione Libero Muratoria.(1) Trae la sua scaturigine dal tramando Biblico, ove nel Primo Libro dei Re(2) si fa riferimento all’Edificazione del Tempio di Salomone, narrando la mirabile Opera del Maesro Hiram, il quale nella realizzazione delle Colonne esterne ornando il capitello, creò due ordini di Melagrane attorno. L’aspetto che maggiormente affascina di questo Simbolo, va ricercato nella sua valenza che in maniera speculare riflette i prolegomeni della filosofia Latomistica. Volendo penetrarne il significato, cogliamo una profonda analogia fra il frutto che appare coriaceo e resistente ed i grani presenti al suo interno, che ci riporta al concetto stesso di Massoneria e quindi di una Comunione Iniziatica, formata da più Officine che al loro interno uniscono Fratelli. La botanica ci viene in ausilio definendola: “Frutto, chiamato balausta, è di media misura, rotondeggiante, di colore giallo-rosso. Ha una scorza grossa e resistente, simile ad una pergamena. Al suo interno dei setti fibrosi color giallo intenso formano delle logge in cui sono contenuti i semi dalla polpa rossa e trasparente, di forma prismatica.”(3) Il linguaggio scientifico definisce Logge, quelle porzioni di frutto all’interno delle quali sono racchiusi i grani, quindi l’analogia va colta anche nella sua valenza simbolica ed operativa. Una realtà coesa che racchiude delle parti, che a loro volta contengono singole unità. Una raffigurazione simbolica che perfettamente sintetizza e descrive la Massoneria, ove il Singolo Figlio della Vedova vive la realtà della propria Officina nell’Armonia dell’intera Comunione,(4) il tutto contenuto in un frutto sferico (elemento di perfezione Pitagorica).(5) La Melagrana è Simbolo di prosperità ed unione e per gli Studiosi della Scienza Sacra rammenterà il Salmo 133 “Ecce quam Bonum”, conosciuto come il Salmo della Fratellanza o della Vita Fraterna, tramandatoci in Massoneria dalla Tradizione Templare e prescritto dalla Regola di S. Bernardo di Chiaravalle. Numerosi studi ci tramandano che era il precipuo nella preghiera quotidiana dei Templari e salmodiato sempre prima di ogni Battaglia. Recita: “Ecce quam bonum et quam jucundum abitare fratres in unum” che a mio dire, in nuce, sintetizza uno dei concetti cardini della Massoneria che si riverbera in armonia nel più puro simbolismo della Melagrana.(6) Un’ulteriore riflessione va dedicata al concetto del singolo grano che rappresenta il Massone, il quale possiede una sua Luce propria, una sua autonomia ed è in itinere sul proprio Cammino, ma in unione di ideali e di intenti con gli altri Fratelli, catalizza la propria Energia nella singola Loggia e dall’Unione di queste si crea la Comunione al pari di come avviene con la Melagrana, i l frutto della Fratellanza.

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La Tradizione del XVIII secolo ci tramanda la colonna J (Jackin) ornata di Melagrane e fiori di acanto, unite in Armonia da catenelle d’argento, tutte allegorie femminili. Ricorderemo infatti che la Colonna J rappresenta la Bellezza governata da Venere, (che Secondo una leggenda donò agli uomini la pianta di Melograno piantandone un albero a Cipro), quindi simbolo femminile al pari della Melagrana da sempre dedicata alla fertilità, unitamente all’argento simbolo lunare ed all’acanto che rappresentava la purezza femminile nella leggenda Corinzia.(7) Paramenti Massonici in uso nei secoli addietro, ci tramandano l’utilizzo del “Punica Granatum”, come veniva denominato dai Latini, sin dagli albori della Libera Muratoria.

Ancora oggi, seguendo una immutata ed antica Tradizione di Unione, così come avviene in seno alla Gran Loggia Phoenix degli ALAM, i Fratelli che si riuniscono, conoscendone la valenza simbolica e le immense qualità salutari ed organolettiche del Succo di Melagrana sovente lo consumano insieme, così come consuetudine di un’Antica Muratoria. In ambito Rituale, per la Solenne Cerimonia Massonica dell’Equinozio d’Autunno, nella preparazione degli incensi per la Celebrazione, unitamente alle fumigazioni previste dal Tenore della Tornata, il Maestro delle Cerimonie aggiunge nel turibolo corteccia tritata di Melagrane essiccate ed attentamente custodite nel tempo, dalla Celebrazione della medesima Tornata del precedente anno.(8) La Melagrana infatti è presente nella cultura Iniziatica sin dai suoi primordi, ne abbiamo traccia nei riti funerari dell’antico Egitto, come si può osservare nella sepoltura del potente Faraone Ramses IV e nei Paesi che sono divenuti culla della civiltà Mediterranea, quale riti propiziatori come accadeva nell’antica Babilonia, ove i guerrieri masticavano semi di Melagrana confidando nel potere di divenire invincibili in battaglia.(9) Con valenza sincretica attraversa le maggiori religioni monoteiste. La Melagrana come Simbolo è sovente presente nella Tradizione Ebraica, ove oltre ad essere ricamata sulle vesti dei Gran Sacerdoti come previsto nel secondo libro della Torah (Esodo; 28:33 – 34), con il suo caratteristico picciolo a Corona (Keter), rammenta analogie Cabalistiche. Figura fra gli Arredi Sacri come nel caso dei "Rimmonim" (cioè Melograni), una coppia di puntali argentei finemente ornati in cima da una corona, riposti sui rotoli di pergamena contenente il testo del Pentateuco - il Sefer Torah - arrotolati intorno ad un bastone ligneo, avvolto e protetto da preziosi tessuti e riposti verticalmente nell’Aron ha Kòdesh (Arca Santa).(10)

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L’aspetto sicuramente più interessante è legato ad un assunto etico filosofico che vede la Melagrana come un simbolo che racchiude in se una valenza numerologica. La Tradizione Ebraica tramanda che la Melagrana conterrebbe con esattezza seicentotredici chicchi, come seicentotredici sono le mitzvoth, (sing. Mitzvah), i precetti che l’individuo è tenuto scrupolosamente a rispettare nell’arco della suo transito terreno. L’osservanza dei seicentotredici Mitzvah, sarà foriera di pace e fratellanza fra gli uomini indispensabile per l’avvento del Messia. La Melagrana ha un posto importante anche nella Tradizione Rabbinica, poiché è usato come metafora per indicare il discepolo che ha imparato a selezionare esclusivamente il Bene: «Rabbi Meir, trovando una Melagrana, ne mangiò i chicchi e scartò la buccia»,(11) considerando che diversamente dai suoi cicchi la buccia della Melagrana è molto amara e tannica Il ritrovamento di oggetti di culto nell’area medio-orientale, come la famosa Melagrana di Avorio, ritrovata a Gerusalemme, confermano l’importanza del frutto nella vita spirituale dell’Antico Israele.(12)

Codésti elementi ci aiutano a comprendere l’importanza che la Melagrana occupa nella Cultura Ebraica ed è interessante compiere un altro disvelamento del significato con valenza introspettiva e di ricerca interiore ove: Pardès remmunim, il “Giardino dei Melograni” prevede un “Paradiso”, che è luogo intimo ove avviene la ricerca interiore, Pardès infatti vuol dire giardino, frutteto, divenuto a seguire “paradiso” in virtù delle evidenti assonanze semantiche, ma la vera chiave di lettura è in ottica mistica ove quella ricerca interiore, frutto di un Cammino, è l’accesso al Pardé cioè la frequentazione riservata di quel frutteto che è il Sapere, la Conoscenza racchiusa nel contenuto del frutto che sintetizza il concetto di Bellezza con valenza esoterica. Questa chiave di lettura trova alcune assonanze anche nel pensiero Islamico, ove fra le rivelazioni del Corano (55:068), la Melograna alberga nel Giardino del Paradiso figurando fra le buone cose che Allah ha creato (6:99, 6:141).

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Ugualmente il Cristianesimo, al pari dell’Ebraismo e dell’Islam contempla la Melagrane fra i suoi Simboli. Troviamo riscontro in primis in molteplici Paramenti Sacri Cattolici

e con la riproduzione del frutto, nell’iconografia religiosa che l’Arte ci ha tramandato. Il Rinascimento italiano ci ha trasmesso capolavori di insigni pittori, ricordiamo opere quali La Madonna della Melagrana del Botticelli(13)

e la Madonna Dreyfus di Leonardo da Vinci,(14) ove gli artisti toscani ritraevano la Melagrana nella mano a Gesù Bambino figurandolo quale Simbolo del corso della nuova vita donata all'umanità, concetto che si sommava a quello di stampo prettamente medioevale, ove il rosso del frutto era avvicinato al martirio del Cristo e di coloro che si erano immolati nel suo nome. La polivalenza simbolica della Melagrana di abbondanza e prosperità relativamente al Cattolicesimo, rimane ugualmente in linea con i concetti diffusi nelle principali religioni, al pari di quanto avveniva in seno alla civiltà ellenistica, ove occorre ricordare che durante le celebrazioni delle feste in onore della Dea Demetra, le Thesmophoria (tra l'11 e il 13 di pianepsione all'incirca il 26-28 ottobre), avveniva che le donne ateniesi consumavano i frutti della Melagrana, proprio quale auspicio di prosperità e fecondia. I Sacerdoti invece, durante le celebrazioni, non potendo consumare il frutto in quanto simbolo di fertilità, ornavano il capo ritualmente con i rami della pianta. Per comprendere anche la valenza duale di questo simbolo (morte e rinascita), occorre approfondire il famoso mito di Kore - Persefone, sovente rappresentata con il frutto di Melograna in mano, che la identifica come Signora dei Morti. L’Araldica che è la scienza del blasone, annovera il “Punica Granatum”, fra i suoi Simboli, mantenendone la rilevanza già descritta. È presente in alcuni Stemmi

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gentilizi e comunali come nel caso della città di Granada (Melagrana), che ne reca una nella sua Arma, in memoria dell’invasione Araba della Spagna dell’ottavo secolo, ove fu denominata così in onore del frutto che i conquistatori introdussero al loro arrivo.

Vi sono aspetti ugualmente importanti che nei secoli hanno contraddistinto le virtù mediche e fitoterapiche di questo frutto. Già nel 400 a.c. Ippocrate ne elogiava le qualità officinali tramandatesi nel medio evo e giunte fino a noi . I suoi evidenti effetti benefici sulla salute, oggi sono supportati da protocolli di studio della medicina ufficiale, che ne ha progressivamente confermato le potenzialità terapeutiche, poiché nel succo di Melagrana sono presenti potenti agenti antiossidanti che agiscono sullo stato di benessere del nostro organismo e svolgono un ruolo importante nel combattere diverse patologie.

Fr.˙. Domenico Vittorio Ripa Montesano.˙. Ser.˙.mo Gran Maestro della Gran Loggia Phoenix degli A.˙.L.˙.A.˙.M.˙. NOTE: (1) Domenico V. Ripa Montesano RITUALI PER LE CERIMONIE MASSONICHE della Gran Loggia Phoenix degli Antichi Liberi Accettati Muratori ISBN 978-88-905059-7-3 (2)La Sacra Bibbia Primo libro dei Re 7, 18-20. 7:18 Fece due ordini di melagrane attorno all'uno di quei reticolati, per coprire il capitello che era in cima a una delle colonne; e lo stesso fece per l'altro capitello. 7:20 I capitelli posti sulle due colonne erano circondati da duecento melagrane, in alto, vicino alla sporgenza che era al di là del reticolato; c'erano duecento melagrane disposte attorno al primo e duecento intorno al secondo capitello. (3) Punica Granatum in IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2013.2, IUCN, 2013 (4) Domenico V. Ripa Montesano, VADEMECUM DI LOGGIA, Edizione Gran Loggia Phoenix – Roma Italia 2009 ISBN 978-88-905059-0-4. (5) C. H. Kahn, Pitagora e i Pitagorici, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 1993. (6)Domenico Vittorio Ripa Montesano, "Raimondo di Sangro Principe di San Severo primo Gran Maestro del Rito Egizio Tradizionale" . Ed. Riservata Napoli 2011. (7) U.G. Porciatti Massoneria Azzurra- Atanor Roma 1982 (8) Domenico V. Ripa Montesano RITUALI PER GLI EQUINOZI ED I SOLSTIZI della Gran Loggia Phoenix degli Antichi Liberi Accettati Muratori ISBN 978-88-905059-5-9 (9) Dal libro Florario di Alfredo Cattabiani "Miti, leggende e simboli di fiori e piante" (10)D. Di Castro, "Gli ebrei romani all' epoca del Giubileo di Bonifacio VIII; G. Z. Zani chelli, "Manoscritti ebraici romani" (11) Talmud Babilonese, Hagiga 15b. (Il trattato Hagiga è composto di un solo capitolo, per cui la citazione si riferisce al solo capitolo primo, diviso comunque in sezione a, b). (12) Melograno in avorio della grandezza di un pollice, recante un'iscrizione paleoebraica, probabilmente del primo Tempio di Gerusalemme, VIII secolo a.E.V•. Museo d'Israele, Gerusalemme- Fatti su Israele Ministero per gli Affari Esteri d'Israele Editing: Ufficio Centrale di Statistica 2010 Gerusalemme, Israele (13)Madonna del Melograno di Botticelli Maria e Gesù tengono in mano una Melagrana 1478 Galleria degli Uffizzi, Firenze (14) La Madonna Dreyfus (Madonna della Melagrana) è un dipinto a olio su tavola (15,7x12,8 cm) attribuito a Leonardo da Vinci, conservato nella National Gallery of Art di Washington.