la lesione della cuffia dei rotatori
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LA LESIONE DELLA CUFFIA DEI ROTATORI
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ANATOMO-FISIOLOGIA
La spalla è fondamentalmente costituita da 2 articolazioni principali vere:
. scapolomerale
. acromionclavicolare
Queste articolazioni sono avvolte e sostenute sostanzialmente da 2 distinti gruppi muscolari:
ANATOMO-FISIOLOGIA
Superficiali - m. deltoide Principale abduttore elevatore omero, soprattutto dopo i 90° fino a 180° e stabilizzatore della scapolomerale. - m. grande rotondo Adduttore e introrotatore.
Profondi -_Cuffia dei rotatori - m. sovraspinoso Abduttore fino a 90° e extrarotatore. - m. sottospinoso Extrarotatore. - m. piccolo rotondo Extrarotatore. - m. sottoscapolare Adduttore e introrotatore.
ANATOMO-FISIOLOGIA
“ La cuffia dei rotatori ” non contribuisce soltanto alla rotazione della testa omerale, ma insieme al m. deltoide partecipa alla sua stabilizzazione all’ interno della cavità glenoidea durante l’ abduzione (stabilizzatori dinamici), conservando il centro di rotazione. Pertanto una patologia infiammatoria, degenerativa e traumatica a suo carico può determinare un grave danno funzionale.
ANATOMO-FISIOLOGIA
Per comprendere meglio le lesioni della cuffia dei rotatori dobbiamo tenere presente l’anatomia dello spazio subacromiale, ove transita la cuffia stessa prima di inserirsi sulla tuberosità omerale. Esso è un canale o arco osteofibroso inestensibile, costituito in alto dall’acromion, dal legamento coracoacromiale, e dal processo coracoideo, ed in basso dalla testa dell’omero (v.n. 6 - 12 mm.)
ANATOMO-FISIOLOGIA
Questa struttura è anche chiamata “defilé del sovraspinoso”, poiché il sovraspinoso essendo il più craniale e superficiale è maggiormente implicato nelle lesioni. A causa della sua posizione direttamente al di sopra della cuffia, l’ arco cosiddetto acromiale viene implicato nella patologia della cuffia come condizione predisponente o precipitante laddove si individuino anomalie che portano inevitabilmente ad una “ sindrome da conflitto o attrito subacromiale ( impigment )”.
ANATOMO-FISIOLOGIA
Varie infatti sono le cause che possono provocare il restringimento del defilé del sovraspinoso:
- osteofita acromiale anteriore - osteofita acromionclavicolare
- forma, dimensione ( >10-12 mm), inclinazione dell’ acromion
ETIOPATOGENESI
Le lesioni della cuffia dei rotatori nella loro totalità rappresentano senz’altro le lesioni più frequenti nella patologia della spalla. Esse si distinguono in:
Lesioni degenerative 90-95%
Lesioni traumatiche 5-10%
ETIOPATOGENESI
La rottura della cuffia su base degenerativa: evento frequente, 90% casi, 50-70 anni, prevalenza sesso maschile, pregresse attività manuali, fatica e sforzo, predisponenti attività lavorative e sportive con uso ripetuto braccia al di sopra livello spalle ed in anteposizione. È una tendinosi che diminuisce resistenza meccanica dei tendini stessi, spesso favorita da: –Fattori intrinseci: predisposizione individuale (alterata elasticità) involuzione senile (alterata vascolarizzazione) –Fattori estrinseci: ipersollecitazione funzionali lavorative Soprattutto fenomeni di attrito tra le superfici ossee dell’acromion e la cuffia sottostante (sindrome da conflitto subacromiale).
ETIOPATOGENESI
La rottura della cuffia su base traumatica: evento più raro, 5-10% casi, maggiore incidenza nei giovani prima dei 40 anni. Può presentarsi: Pura Associata a lussazione anteriore Con distacco del trochite
Avviene spesso per meccanismo “indiretto” a seguito di brusca contrazione muscolare conseguente a caduta sul palmo mano o sul gomito per un violento e rapido movimento di abduzione ed extrarotazione della spalla. Come meccanismo “diretto” avviene per caduta sul moncone della spalla stessa.
DIAGNOSI CLINICA
Anamnesi (età, attività lavorativa e/o sportiva, traumi e loro modalità) Dolore spontaneo Limitazione funzionale (diminuita forza di movimenti di flessione, abduzione, extrarotazione) Più di rado una vera e propria sensazione di strappo con immediata impotenza funzionale (rottura completa) Dolore alla pressione in abduzione (70°- 110°), specie in corrispondenza del trochite e sulla doccia bicipitale Dissociazione caratteristica articolarità passiva (normale) e attiva (compromessa) Rumore di crepitio o scatto in abduzione.
DIAGNOSI CLINICA
Positività segni clinici speciali
Test di sdr. da conflitto Segno di Neer Test di Hawkins Test di Yocum
Test per la cuffia dei rotatori
Test di Jobe Test di Patte Test di lift-off
DIAGNOSI CLINICA
Condizioni cliniche:
1) SDR DA CONFLITTO SUBACROMIALE Con possibile lesione progressiva della cuffia (degenerativa) soggetti più anziani
2) ROTTURA DELLA CUFFIA ROTATORI anche senza sdr. da conflitto (trauma diretto, microtraumi) soggetti più giovani
Spesso però le due situazioni si intersecano e i loro limiti possono risultare non ben definibili , come avviene nella cosiddetta “estensione acuta” laddove un trauma allarga una lesione parziale già preesistente, magari asintomatica. Per questo talora possono crearsi problematiche medico-legali o risarcitorie in ambito lavorativo-infortunistico.
DIAGNOSI STRUMENTALE
RADIOGRAFIA
AP in rotazione neutra, interna - esterna, ascellare
DIAGNOSI STRUMENTALE
OUTLET VIEW “ per defilé del sovraspinoso” . è una laterale di scapola con scapola parallela al suolo ed il raggio angolato 10° verso il basso.
DIAGNOSI STRUMENTALE
ECOGRAFIA
Esame di secondo livello, comunque pratico, richiede esperienza sulla spalla, non di facile interpretazione. Sempre comparativo. - in patologia acuta (traumi): valutazione lesione cuffia associate a lussazioni, contusioni, distorsioni - in patologia cronica: valutazione lesioni da sovraccarico e degenerative
DIAGNOSI STRUMENTALE
RMN
Metodica di primo livello nella patologia della spalla, perché altamente sensibile e specifica. Evidenzia: lesione parziale o completa della cuffia, condizioni patogenetiche predisponenti della sdr. conflitto, versamento borsa sottoacromiale, peritendinite corpo lungo bicipite.
TERAPIA
SDR CONFLITTO SUBACROMIALE
E’ necessario individuare la fase clinica, 3 stadi: 1)edema ed emorragia 2)fibrosi e tendinite, possibile lesione parziale cuffia 3)rottura cuffia completa, ev. capo lungo bicipite
TERAPIA
Terapia conservativa
nel 1° e 2° stadio può essere efficace Obiettivi: - sedazione dolore - recupero articolarità passiva - potenziamento muscoli stabilizzatori (cuffia, deltoide) - ripresa consueta attività Trattamento: - riposo funzionale ( 1-2 sett.) - FANS, infiltrazioni steroidi a lento riassorbimento ripetibile dopo 10gg. (40mg) diluito con anestetico - kinesiterapia passiva e attiva - terapia fisica (ultrasuoni, laser, TENS)
TERAPIA
Terapia chirurgica
In tutti quei casi in cui la terapia conservativa protratta per almeno 4-6 mesi non si sia dimostrata efficace e nel 3° stadio. Si tratta di intervento di “ decompressione”chirurgica. Può essere condotto per via aperta chirurgica o in artroscopia. Prevede : - asportazione borsa sottoacromiale - sezione del legamento coracoacromiale ipertrofico - rimozione osteofiti acromion o articolazione acromionclavicolare - plastica della superficie inferiore acromion - esplorazione di tutta la cuffia e riparazione della stessa in corso di lesione parziale o totale.
TERAPIA
Chirurgia aperta
TERAPIA
Artroscopia
TERAPIA
ROTTURA CUFFIA ROTATORI
Deve essere sottoposta ad intervento chirurgico in presenza di 3 condizioni: 1) dolore resistente alla terapia conservativa 2) riduzione mobilità e/o forza con diminuzione capacità funzionali lavorative,sportive, quotidiane 3) ampia lezione acuta (tutto spessore) dovuta ad un singolo evento traumatico con significativa diminuzione delle forza, specie nel giovane
Si tenga presente peraltro la estrema variabilità dei quadri clinici. Alcune rotture della cuffia sono sintomatiche altre addirittura asintomatiche.
TERAPIA
Si distinguono:
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ROTTURE RIPARABILI
ROTTURE IRREPARABILI
TERAPIA
ROTTURE RIPARABILI
Chirurgia aperta Inizialmente stesso procedimento della sdr. da conflitto. - posizionamento paziente (beach – chair o sedia a sdraio) - incisione cutanea: laterale ‘orizzontale’, lungo il margine anteriore acromion, permette una migliore visione cuffia, specie se ampia e massiva laterale ‘verticale’, anche come mini-open dopo una prima fase artroscopica per riparare la cuffia - disinserzione deltoide economica 3-6 cm - acromion plastica, sezione leg. coraco-acromiale ispessito, bursactomia
TERAPIA
successivamente:
- attenta valutazione lesione cuffia sede (sovraspinoso, sottospinoso….) ampiezza (piccola 1 cm, media ampia, massima >5 cm) tipo ( trasversale , verticale, U,V,L, semilunare) degenerazione tendinea (margini spessi sclerotici o sottili friabili)
- valutazione capolungo bicipite integro degenerato, parzialmente rotto (SLAP) lussato Va effettuata resezione e tenodesi al solco bicipitale, se rotto parzialmente, specie in anziano.
TERAPIA
- lesioni “parziali” piccole lesioni di 1-2 cm, recentazione margini e sutura lembi - lesioni “totali” a tutto spessore mobilizzazione monconi tendinei, attraverso punti sutura, distacco con scollaperiostio della cuffia, avanzamento di 1-2 cm recentazione dei margini, che può non essere obbligatoria se rende difficile l’ accostamento tendineo.
TERAPIA
- fissazione all’ osso attraverso: trincea ossea, nel collo anatomico omero, creata con osteotomo, sono fatti passare fili ancorati alla cuffia che vengono annodati sulla fascia laterale trochite in abduzione ancorette in titanio, infisse nel trochite con obliquità 45° (2 o 4)
TERAPIA
Artroscopia
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TERAPIA
Trattamento postoperatorio
- reggibraccio o fasciatura Desault / Gilchrist per 2 settimane se solo acromion plastica - tutore in abduzione a 15°- 30° per 4 settimane se sutura della cuffia in lesione parziale o totale massiva - successiva rieducazione funzionale assistita
TERAPIA
CHIRURGIA APERTA O ARTROSCOPIA?
Vantaggi artroscopia . non comporta disinserzione del deltoide . più rapida riabilitazione . estetica (relativa perché spesso anziani)
Svantaggi artroscopia . maggior durata intervento . facile in lesioni cuffia piccola e nelle acromionplastica, difficile o impossibile in quelle ampie . richiede lunga curva di apprendimento ed esperienza . talora necessita di miniopen
I risultati anatomo funzionali si ritengono validi per entrambe le tecniche, e ancora oggi se ne discute la scelta migliore. Ogni chirurgo dovrà valutare l’ opportunità di praticare l’una o l’altra metodica in base alla sua esperienza e capacità, considerando la situazione clinica che si presenta.
TERAPIA
ROTTURE IRREPARABILI
Una rottura della cuffia può essere irreparabile: - anatomicamente non esiste più tessuto tendineo che ricopra la testa omerale, i monconi, totalmente retratti e/ o friabili, non possono essere mobilizzati, avvicinati o reinseriti alla testa omerale anche in abduzione 60°. - funzionalmente I monconi tendinei potrebbero essere reinseriti all’ osso in abduzione 70°- 90°, tuttavia i muscoli sono atrofici e con tessuto adiposo da non consentire alcuna mobilità attiva alla spalla Elementi che inducono a sospetta irreparabilità: 1) marcata ristrettezza spazio subacromiale 2) storia rottura inveterata 3) mobilità attiva spalla ridotta sotto 45° abduzione 4) RMN 5) Marcata atrofia muscoli cingolo scapolomerale 6) Artropatia ingravescente
TERAPIA
In questi casi le opzioni chirurgiche si indirizzano a :
1) ACROMIONPLASTICA
Per permettere almeno riduzione del dolore
2) PROTESI SPALLA
Nei pazienti ultrasettantenni per ridurre o eliminare il dolore, e ottenere una soddisfacente motilità attiva
Endoprotesi Protesi inversa
RIABILITAZIONE
Il recupero funzionale deve tener conto di:
- tipo di lesione - tipo di intervento - tempi biologici di guarigione - età e caratteristiche fisiche e psicologiche paziente - recupero inteso come diminuzione dolore, incremento graduale mobilità e forza
Protocolli:
1) 2)
trattamento conservativo trattamento postchirurgico
RIABILITAZIONE
Trattamento conservativo
A) - - -
B) - -
Riduzione dolore: riposo con braccio al collo FANS, ev. infiltrazione terapia fisica (ultrasuoni, laser, TENS )
Recupero miglior funzionalità possibile: esercizi di rinforzo muscolare piscina (maggior ampiezza movimenti, minor dolore) - vietati carichi pesanti e movimenti ripetuti in elevazione al di sopra del capo
RIABILITAZIONE
Trattamento post - chirurgico
0-14° giorno: immobilizzazione con tutore in abduzione 15°- 30°. Prevenzione malallineamento posturale (cifosi).
15°-28° giorno: mobilizzazione passiva, movimenti di flesso- estensione gomito, elevazione assistita arto. Kinetec. Esercizi isometrici.
29°-42° giorno: inizialmente esercizi attivi semplici a bassa intensità, elevare braccio 120°-145° e rotare 60°, successivamente esercizi più intensi, anche in piscina.
43° giorno in poi: inizio rinforzo con elastici e successivi esercizi isotonici in base all’ età e alla gravità delle lesioni, alla ricerca di aumentare forza e movimento, potenziando il deltoide e gli extrarotatori.
Alla fine esercizi di simulazione attività funzionali, quindi ritorno graduale al lavoro effettivo o attività sportiva.
CONCLUSIONI
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Patologia molto frequente, in costante aumento (vita più dinamica, sports impegnativi, lavori pesanti…) e talora invalidante Una volta chiamata anche “ Periartrite scapolo-omerale ” Rara la lesione traumatica pura (giovani) Frequente la lesione degenerativa (anziani) Possibile “estensione acuta” su preesistente lesione parziale, anche asintomatica Importanza diagnosi precoce Terapia ‘locale’ mirata conservativa – chirurgia aperta – artroscopia Attenzione a sindrome risarcitoria in ambito infortunistico - lavorativo
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