la famiglia trapp parte 1 capitoli 1-5 author: maria augusta trapp

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La famiglia Trapp e- book capitoli 1/5(The Trapp family singers- italian translation) chap.1/5Author: Maria Augusta Trapp

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  • MARIA AUGUSTA TRAPP

    LA FAMIGLIA TRAPPEdizione per la scuolaa cura di Giovanni Esposito

  • La SEI rispecchia in modo esemplare la funzione civiledi fornire alla scuola italiana una materiadestinata a ordinare non un semplice complesso di informazionima un patrimonio di delicati strumenti conoscitivicon i quali crescere un individuo nella cui misura umana sua propriasia vivo il senso di s e dell'altro,un atteggiamento cio a riconoscersi in una societ.

    (Motivazione con la quale il 9 agosto 1970 stata attribuita la medaglia d'orodel Ministero della Pubblica Istruzione alla Societ Editrice Internazionale)

    Titolo originale dell'opera:

    The Story of the Trapp Family Singers Copyright by J. B. Lippincott Company - PhiladelphiaTraduzione di M. A. Astuto e F. Bal/ini

    Propriet riservata allaSOCIET EDITRICE INTERNAZIONALEOfficine Grafiche SEI TorinoDicembre 1971 M, E. 40064

  • PRESENTAZIONE

    Oi accingiamo a seguire la storia di una famiglia impegnata innumerosi e impo1tanti avvenimenti, ricchi di imprevisti e di difficolt,sia in patria che all'estero. La narrazione ci presenta i fatti con spon-taneit, con semplicit; mai, in nessun punto, abbiamo l'impressioneche vengano esaltate capacit eccezionali o imprese eroiche, anzi ipersonaggi sono creature modeste, bisognose di affetto e di sostegno,indifese nei confronti delle difficolt della vita. Perci si rendono sim-patici e familiari, ci att'raggono e li amiamo, ne seguiamo le vicendecon attenzione e con interesse.

    A mano a mano che procediamo nella lettura ci rendiamo contoche la forza d'animo, l'ardimento, la tenacia e l'amore sono le basi su cuisi fonda il successo delle attivit che i personaggi intraprendono, oindotti dalle circostanze o spinti dalla loro volont; infatti la famigliariesce sempre a condurre a termine onoreoolmente le imprese anchequando gli imprevisti sono gravi e le avversit si scatenano.

    O' un segreto? S, ma non resta misterioso: la Fede grande chet1ttti i membri della famiglia ripongono in Dio, nella Sua provvidenzache mai li abbandona, nelle loro capacit.

    Da una lettura superficiale potrebbe sembrare che tutto riescasempre bene, che la famiglia Trapp sia fortunata senza troppo merito.Ma non cos, Le difficolt e le avversit, anche quando sono profondee gmvi, non vengono mai ingigantite, ma sono appena adombrate;il lettore viene avvinto dal succedersi dei fatti epartecipa agli avvenimentiche scorrono veloci, ma nel suo animo, quasi irresistibilmente, provarispetto e ammirazione per l'impegno e per le spiccate doti dei cantoriTrapp.

    Dobbiamo dire che famiglie simili a questa sono rare oggi; maanche questo aspetto interessante perch ci fa apprezzare e desiderare

    3

  • quel che attualmente, forse, non esiste pi in tante famiglie: l'amore,la fede, l'unione, la costanza.I fatti sono descritti in maniera piacevole e interessante tanto da

    tener viva l'attenzione del lettore che viene guidato e sollecitato a cogliere ivalori fondamentali della vita, a constatare le difficolt che questa pre-senta anche se coronate da successo, a rendersi conto che ogni impresaumana e ogni risultato positivo scaturiscono da una salda formazioneinteriore della persona, che, quindi, va curata, sviluppata, approfon-dita.

    GIOVANNI ESPOSITO

    4

  • PARTE PRIMA

  • Sono data a prestito

    Qualcuno mi batt sulla spalla. Alzai gli occhi dai quaderni chestavo correggendo, e li posai sul volto vecchio e grinzoso d'una pic-cola sorella conversa? in cui ogni ruga irradiava bont.

    - La reverenda Madre Badessa l'aspetta nel suo parlatorioprivato - mormor.

    Prima che potessi richiudere la bocca che avevo spalancato per lameraviglia, la porta si chiuse alle spalle di quella personcina. Allesorelle converse non era permesso parlare con le aspiranti al novi-zato.>

    Potevo appena credere alle mie orecchie. Noi aspiranti vedevamola reverenda Madre Badessa da lontano nel coro. Eravamo le ultimetra le ultime, relegate con i nostri mantelli neri all'estremo confinedel noviziato, nell'ansiosa attesa di essere ricevute entro le sacremura. Avevo appena terminato a Vienna l'istituto magistrale e mipreparavo a conseguire il diploma di maestra prima che la pesanteporta della clausura 3 si chiudesse dietro di me, per sempre.

    Non si era mai sentito dire che la reverenda Madre Badessachiamasse a colloquio un'aspirante. Che cosa poteva signfcareIl suo parlatorio privato era al capo opposto dell'antica abbazia escelsi la via pi lunga, allo scopo di prender tempo per fare l'esame dicoscienza. Ero la pecora nera 4 della comunit, su questo non viera dubbio. Non ch'io facessi nulla di male, ma la mia educazione

    l. sorella conversa:suora addetta aiservizivari e anchea lavori manuali.2. aspiranti al noviziato: le gio-vani che desideravano farsi suore eche compivano un periodo di ap-prendimento e di prova.3. porta della cl-wusura:quella portache divideva la parte del convento

    destinata alle suore e nella qualegli estranei non possono entrare.4. pecora nera: si indicano conquesti termini le persone che dannomotivo di scandalo o che si distin-guono dalla normalit per il lorocomportamento diverso dagli altrie mal visto.

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  • era stata pi quella di un maschiaccio che di una signorina a modo.Ripetutamente ero stata ammonita dalla maestra delle novizie dinon scendere pi le scale, come facevo, a due o tre gradini per volta;o peggio scivolando lungo la balaustra; di non fischiare, nemmenoi canti sacri, cosa che mai si era udita in quelle stanze venerabili;mi avevano anche detto che scavalcare i comignoli sul tetto a ter-razzo della scuola non era certo conveniente per un'aspirante alnoviziato del santo Ordine di San Benedetto. Ne convenivo 5 ognivolta di tutto cuore; ma il guaio era che le mie trasgressioni si ripe-tevano ogni giorno. Di che cosa si tratter, pensavo, percorrendolentamente le due rampe dell'antico scalone dai gradini consumati,attraversando il cortile della cucina con i suoi mattoni sconnessi,dal cui muro d il benvenuto il grande Crocifissoe dove, dal belmezzo di una fontana, spunta la statua di Santa Erentrude, lafondatrice della nostra antica e cara abbazia. Lentamente entraisotto le arcate del chiostro, di l del cortile della cucina.

    Turbata com'ero per aver frugato dentro la mia coscienza colpe-vole, sentivo tuttavia come sempre l'incanto della bellezza sopran-naturale 6 di quel luogo, il pi bello della terra. Mille e duecentoanni avevano contribuito a fare di Nonnberg,? la prima abbaziabenedettina di monache fondata a nord delle Alpi, un luogo dibellezza ultraterrena. Mi fermai un momento a dare uno sguardoalle mura grigie del chiostro del secoloVIII, prima di salire la scalaa chiocciolache conduceva alle stanze della reverenda Madre Badessa,

    Bussai timidamente alla pesante porta di noce, tanto grossa daIasoiarmi udire a malapena 1'Ave che il saluto benedettinoequivalente all'americano hallo, entrate.

    Mi trovavo per la prima volta in quella parte dell'abbazia.L'uscio massiccio si aperse su una grande stanza col soffitto a voltasostenuto al centro da una sola colonna di linea semplice e bella.Quasi tutte le stanze di quella meravigliosa abbazia avevano ilsoffitto a volta sostenuto da colonne; le finestre avevano vetri dipintianche nell'ala della scuola. Da una grande scrivania vicino allafinestra s'alz una figura piccola e delicata, che portava una croced'oro appesa al collo con una catena d'oro.

    - Maria cara, come stai figliola~Oh! quella dolce, dolcissima voce! Udendola non solo pietre,

    5. ne convenivo: ero d'accordo,lo riconoscevo.6. soprannaturale: al di sopra delcomune, eccezionale.

    7. Nonnberg: collina nei pressi diSalisburgo, citt posta a nord delTirolo, in Austria.

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  • ma grossi pezzi di roccia mi caddero dal cuore." Oome avevo potutoavere paura? No, la reverenda Madre non avrebbe fatto una tra-gedia di piccole cose come il fischiare e per ci una debole speranzanacque nel mio cuore: forse voleva parlarmi intorno alla data de-finitiva del mio ingresso.

    - Siedi, figlia mia. No, qui vicino a me.Dopo un minuto di silenzio prese le mie mani fra le sue, e guar-

    dandomi negli occhi con aria interrogativa disse:- Dimmi, Maria, qual la lezione pi importante che il vecchio

    Nonnberg ti ha insegnato ~Risposi senza un momento di esitazione, fissando lo sguardo

    nei begli occhi scuri:- La sola cosa importante sulla terra per noi scoprire quale sia

    la volont di Dio e compierla.- Anche se non ci piace, anche se dura, forse molto dura ~ -

    Le sue mani stringevano le mie. Ora vuole alludere a quello che significa lasciare il mondo e

    rinunziare a ogni cosa 9 pensai fra me.- S, reverenda Madre, anche allora e sempre con tutto il cuore.La reverenda Madre, lasciando le mie mani, si drizz sulla sedia.- Benissimo, allora. Maria, sembra che la volont di Dio sia

    che tu ci lasci, solo per un poco - soggiunse vedendo la mia espres-sione di terrore.

    - La ... sciare Nonnberg - mormorai e i miei occhi si colmaronodi lagrime. Non avevo potuto trattenerle. Oome una buona madre,ora ella mi stringeva a s cingendomi le spalle scosse dai singhiozzi.

    - Tu sai che il tuo mal di capo va sempre peggio, di settimana insettimana. il medico pensa che per te sia stato un cambiamentotroppo brusco passare dalle scalate in montagna alla vita claustrale,e suggerisce che ti si mandi fuori per circa un anno in qualche postodove tu possa avere una vita normale. Oos riacquisterai l'equilibriofisico, e a giugno sarai di ritorno per non laseiarei pi.

    il prossimo giugno - mio Dio - e non era che ottobre.- venuto oggi da noi un certo barone von Trapp, capitano a

    riposo della Marina austriaca. Ha bisogno di un'insegnante per la suabambina di salute delicata. Andrai da lui oggi nel pomeriggio. Eora inginocchiati; voglio darti la mia benedizione.

    M'inginocchiai. La mano fine e delicata fece il segno di croce

    8. Sta a indicare che si sent rin- 9. allontanarsi dalle gioie che pro-cuorata, incoraggiata, come se si cura la vita in societ.fossetolto un pesodal cuore.

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  • sulla mia fronte. Baciai l'anello come attraverso un velo, vidi un'ulti-ma volta quegli occhi indimenticabili che sembrava conoscesserotutto del dolore e delle pene, dell'angoscia e della sofferenza, maanche della vittoria e della pace. Non avrei potuto pronunciare unasola parola senza scoppiare in singhiozzi, ma nessuna parola eranecessaria.

    - E ora va', e ubbidisci di tutto cuore.Nient'altro.Poche ore dopo ero seduta su una delle panchine verdi sotto gli

    annos ippocastani della Residenzplatz di Salisburgo, ad aspettarela corriera che doveva portarmi ad Aigen. In una mano stringevoun biglietto su cui era scritto: Capitano Giorgio von Trapp, villa'I'rapp, Aigen presso Salisburgo j con l'altra tenevo le cinghie diuna vecchia borsa di cuoio posata accanto a me sulla panchina checonteneva tutto quanto possedessi sulla terra, in gran parte libri.Sotto il braccio stringevo il manico di quella che era una parteinseparabile di me stessa, cio la mia chitarra . Anni addietro, quandoavevo iniziato la scuola magistrale, l'avevo acquistata con i miei primiguadagni. Mi aveva accompagnata da per tutto, in tutti i mieivari viaggi ed escursioni attraverso le Alpi, fino alla santa collina diNonnberg. E ora veniva con me nelf'esilio.!''

    Mi sentivo ancora disorientata. Tutto si era svolto cos in fretta.Cercai di ricapitolare le ultime ore vissute come in un bruttosogno.

    Lasciata la reverenda Madre Badessa, trovai che la maestradelle novizie, Frau 11 Rafaela, era gi ad aspettann nella stanzadelle aspiranti, con le braccia cariche di indumenti. Quando unanno prima ero entrata in convento, avevo scambiato il costumeaustriaco con il vestito nero a mantellina delle aspiranti. I mieiabiti erano stati regalati durante l'anno a qualche persona bisognosa,dopo che il Capitolo 12 aveva votato la mia accettazione. Vidi subitoche anche Frau Bataela si sentiva imbarazzata di fronte a quellasituazione. Guardava un poco smarrita gli abiti che erano stati diun'altra novizia un po' meno alta e pi robusta di me. Scelse unvestito, e per obbedienza indossai un indumento fuori moda, dilana blu con un buffo ricamo a graticcio 13 attorno al collo e in fondo

    lO. esiUo: lontano, cio, dal postoche riteneva a lei familiare.11. Eraa: in tedesco significa si-gnora ed usato anche come ap-pellativo per le suore; sta a indicare

    Madre Rafaela ,12. Oapitolo: la riunione delle suo-re, l'adunanza.13. graticcio: intrecciato, cos comelo sono le stuoie.

    lO

  • alle maniche. Lo dovetti infilare tre volte perch non riuscivo acapire quale fosse il davanti e quale il dietro. Fu poi la volta di uncappello di pelle che pareva esattamente un elmetto da pompiere.Mi scese fino alla fronte e mi tocc dargli una leggera spinta indietroquando volli vedere Fra1t Rafaela che mi stava dicendo:

    - Ora lascia che ti guardi.Fece un passo indietro, i suoi occhi andarono dal cappello al

    vestito blu, alle calze nere e alle pesanti scarpe pure nere. Fece uncenno di approvazione.

    - Molto grazioso, molto elegante.Frau Rafaela era una santa monaca anziana, e il giorno del suo

    addio al mondo risaliva almeno a una trentina di anni addietro.Son certa che dovevo ricordarle una signorina del suo tempo.

    Fu poi la volta dei consigli. Nella giornata libera dovevo ritornaresempre nel mio convento; dovevo ricordare le prescrizioni del medico,dormire a sufficienza e fare del moto con moderazione, e finalmentedovevo tenere in mente che la mia casa e il mio posto erano a Nonn-berg e che per quanto avessi da trattare con i secolari,14ero conloro solo a prestito.

    il cuore mi doleva quando dovetti congedarmi dalle altre tregiovani aspiranti con le quali avevo diviso la grande bellissima stanzache si affacciava sulla vallata verde del fiume Salzach, Mentre FrauRafaela si curvava su un piccolo pezzo di carta per scrivervi il nomedel posto cui ero diretta, abbracciai con un ultimo sguardo la grandestanza rettangolare con le sei finestre, le tende bianche che formavanole celle, la grande tavola centrale e l'enorme stufa di tipo antico,la bella stufa di maolea che tanto calore confortevole poteva ir-radiare nei rigidi inverni di Salisburgo. Come ero stata felice fraquelle pareti, e quanto tempo sarebbe trascorso prima che vi potessiritornare! Ma sulla parete bianca sopra la porta era scritto con lettereantiche e sbiadite: Sia fatta la tua volont ,

    Ancora poche parole, una benedizione finale e per l'ultima voltale mie dita attinsero l'acqua benedetta nell'acquasantiera di peltro."M'inginocchiai per un momento alla grata del coro, guardando gil'altar maggiore, domandando al Signore che mi desse forza. Poil'antica porta di noce si aperse con un acuto cgolo, mi pareva che

    14. secolari: le persone che vivononella comunit sociale; quelle chenon sono in una congregazionere-ligiosa.

    15. peltro: una lega di metalli:stagno, piombo e rame, di coloresimile all'argento.

    11

  • non volesse lasciar andare la pi giovane figlia di Nonnberg versoun mondo dal quale avrebbe piuttosto voluto difenderla.s"

    Quando dalla fredda arcata uscii nel camposanto vecchio disecoli, i miei occhi, a met accecati dalle lagrime e dalla viva lucedel sole, caddero sull'iscrizione di una lapide corrosa dal tempo sucui lessi: La volont di Dio non ha perch l). 17

    Sotto l'arco tagliato nel muro esterno del cimitero mi volsi pergettare un ultimo sguardo d'amore alle care mura e mormorai:

    - Torner, presto.Poi imboccai la via che scende dalla collina su cui nel secolo

    VIII Santa Erentrude ha innalzato a Dio il suo castello.Ed un vero castello, piantato su solida roccia, con le enormi

    mura spessepi di tre metri alla base. Una piccola terrazza scavatatutt'intorno, dove le fondamenta sembrano uscire dalla roccia.Mi fermai qualche minuto a guardare dalla balaustra la profondavallata su cui la roccia si affaccia a picco da un'altezza di circa 100metri, e verso le case di Salisburgo annidate sul verde pendio. Eropi alta dei campanili delle chiese. Guardai al di l dell'antico ecurioso Grabendiicher 18 (quel genere di tetto frequente nelle vecchiecase di Salisburgo), seguii con gli occhi il nastro d'argento del fiumeSalzaeh fino ai monti da cui scende. Pensai che da quelle parti dovevaessere Aigen verso cui ero diretta.

    Ovunque fosse io dovevo raggiungere la corriera, e scesi i cento-quaranta quattro gradini due alla volta, dimenticando gi i recentiammonimenti. Alla Residenzplatz seppi che la prossima corrierasarebbe passata fra una mezz'ora, e cosmi misi a sedere su una dellepanchine verdi, un po' senza fiato per quella gran corsa.

    Mi sentivo del tutto disorientata e con la testa vuota. Ohe cosasarebbe accaduto poi'? Posai gli occhi sul pezzetto di carta e lessidi nuovo: Captano di vascello von Trapp l). Oimi fece fantasticare.Non ero mai stata al mare e mai avevo incontrato un capitano di marenella mia vita. Li conoscevo solo dai racconti e dai film.

    Sar un uomo attempato con folta barba grigia, guance rosse,occhi azzurri e severi dissi tra me. Probabilmente mastica tabacco esputa un bel po'. Se capitano, avr fatto il giro del mondo varievolte. Avr certo le pareti delle stanze coperte di trofei, di pelli di

    16. L'espressionesta a indicare chela porta si apre stentatamente comese non desiderasse far uscire laragazza, come se desiderasse tenerlain convento, per difenderla dalle

    difficolt del mondo circostante.17. cio, non si deve chiederea Dioil motivo delle sue decisioni.18. pronuncia: qrabendecher.

    12

  • leoni e di tigri, di armi, di ceramiche e chiss che altro ancora. Sarmolto interessante .

    Nello stesso tempo sentii un certo timore farsi strada nel miocuore, perch certamente avrebbe gridato un bel po', visto che icapitani di mare pare siano molto arcigni. In quel momento mi vennein mente la storia dell'Ammutinamento del Bounty, un film muto cheavevo visto poco prima di entrare in convento e che aveva molestatole mie notti per vario tempo. C'erano scene di lupi di mare 19 chenon davano solo pugni ai loro marinai, ma li picchiavano a sanguee li tenevano in prigione a pane e acqua. Sarebbe capitato anche ame...~

    Un rumore assordante interruppe i miei pensieri ansiosi. Ungrosso veicolo, in una nuvola di polvere e di vapori di benzina,attraversava la Residenzplatz, e con una curva stretta e arditavenne a fermarsi proprio davanti a me. Un uomo scesedalla corriera.Volevo vedere se era l'autista, ma l'elmetto di cuoio mi scivolsugli occhi e riuscii a vederlo solo fino alla bocca da cui spuntavaun enorme stuzzicadenti. Spinto indietro il cappello, vidi ancheun berretto da conducente.

    - questa la corriera per Aigen~ - domandai. L'uomo dallostuzzicadenti assent.

    - Quando partet- Subito.Dette un'occhiata in giro per vedere se vi fossero altri passeg-

    geri. Salii e presi posto sul sedile davanti a destra. La mia valigiaaccanto a me pareva esattamente la borsa di un veterinario. Ilconducente sal, chiuse lo sportello e disse:

    - Zwanzig Grosehen.(venti centesimi). - Data una piccola spintaall'elmetto potei vederlo e, mentre mi dava il resto, fissai lo stuz-zicadenti. Riusciva a mandarlo su e gi e di lato, a muoverlo da unangolo all'altro della bocca, anche mentre parlava e sputava, esenza mai laseiarlo cadere.

    Sed al volante, premette un bottone, e tra scossoni e cigoliiinfilammo la Residenzplatz, attraversammo una piazza, costeg-giammo il fiume Salzaeh con tali curve magistrali 20 che per bendue volte mi trovai sul lato opposto del sedile. Dopo pochi minutiattraversammo il ponte sul fiume, il Karolinenbriicke, e quasi im-mediatamente fummo in aperta campagna, a costeggiare alcune

    19. lupi di mare: vecchi ed esperti 20. magistrali: complete, perfette,marinai. ben fatte.

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  • tenute 21 con grandi parchi e poi tra i prati e campi. Parecchievolte cifermammod'improvviso per far salire dei contadini. Sembravache si conoscessero tutti, si gridavano saluti, urlavano risposte,perch con tutto quel cigolo e quel frastuono, per farsi intenderebisognava alzare molto la voce. Il signor Muller, come udii che lagente chiamava l'autista, doveva rispondere a molte domande,dare molte spiegazioni. Tra una sigaretta e l'altra, sputava con unacerta dignit attraverso un piccolo foro nel finestrino di sinistra,ma non lasci mai cadere il suo stuzzicadenti.

    Dopo una ventina di minuti di corsa, la corriera si ferm d'im-provviso e il signor Miiller disse: Aigen l), puntando lo stuzzica-denti verso di me.

    Scesi e mi sentii immediatamente avvluppata in una nuvola divapori e di polvere. Quando la corriera disparve ed ebbi spinto in-dietro il mio elmetto, potei vedere una sola casa su cui era scritto Osteria l).

    - Sa dov' la villa 'I'rapp i - domandai a un uomo seduto afumare sulla porta dell'osteria. Non rispose n s n no, ma attraversla strada polverosa e indicando con la pipa un gruppo di grandialberi, disse:

    - L.A destra delle rotaie della ferrovia, la strada andava lungo una

    alta cancellata che pareva circondare un parco privato. Dall'altrolato si stendevano vasti prati fino ai piedi di un monte, che sapevoessere il Gaisberg. La stretta via pareva condurre direttamente finl. No, vi era una svolta. Avevo gi fatto abbastanza cammino ecambiato di mano ai miei bagagli diverse volte. Cercai di guardarenel parco, ma gli alberi e i cespugli formavano un fitto muro verde.Forse erano gli alberi che avevo visto alla fermata della corriera.Avrebbe dovuto esserci una casa, la casa. Ed eccola. D'improvvisola cancellata si aperse su un ampio viale carrozzabile, e al di l di ungran prato ovale, attraverso le foglie di giganteschi ippocastani,potei scorgere una costruzione. Mi fermai per un momento, spinsiindietro con impazienza il noioso cappello, e guardai. Ecco la mta!Ero combattuta da sentimenti opposti: vi era ancora in me la notatriste del brusco addio all'amato santuario, e v'era l'ansiosa curiositdell'esotica 22 residenza di un vero capitano e una generica inquie-tudine. Ma non puoi star qui per sempre dissi a me stessa.

    Quando, uscendo da sotto i grandi alberi, imboccai il viale di

    21. tenute: propriet, vasto pos- 22. esotica: originale,di gusto stra-sedimento, niero o di paesi lontani.

    14

  • ghiaia, ebbi la VISIOnecompleta della grande costruzione gngra,che finiva con una torretta all'angolo destro. L'edera copriva quellato della casa. La mia attenzione and subito alle finestre del pianoterreno. Erano eccezionalmente alte. Si poteva vedere qualcosa dirosso e bianco appeso a una rete. Due gradini salivano a una pesanteporta di quercia a due battenti e il modo come s'aperse con un leg-gero cigolio alla mia sonata valse a rncuorarm.

    - questa la villa 'I'rapp' - domandai a un uomo dall'aspettobonario che comparve sulla soglia, vestito con il grigio costumeaustriaco, ma con bottoni d'argento al posto dei caratteristici bottonidi corno.

    - S, signora.- Sono la nuova insegnante. lei il Capitano!Non un muscolo si mosse in quel viso abbronzato.- No, signora. lo sono Hans, il maggiordomo.- Buon giorno, Hans - gli stesi la mano.Egli me la strinse in fretta e parve un po' a disagio. Prese la

    mia sacca e m'introdusse, attraverso una porta a doppi vetri, in unaanticamera sontuosa che prendeva tutto il lato della casa; mi fecesedere e scomparve silenziosamente prima che avessi potuto aggiun-gere una parola. Ero un po' delusa. Nel piccolo villaggio del Tirolo 23da cui venivo, e dove tutti si conoscevano, non si aveva mai tantafretta . .A.vrei parlato volentieri un poco con quell'uomo simpatico,e gli avrei voluto chiedere parecchie cose prima di affrontare ilprimo capitano di mare della mia vita. Ma forse era questo il modoin cui i maggiordomi devono comportarsi. Non ne avevo ancora maiincontrato nessuno nella mia vita. Fra le nostre montagne non cen'erano, n nell'internato 24 della scuola di Vienna e nemmeno aNonnberg. Li avevo trovati solo nei romanzi e al cinematografocome i capitani di mare.

    Mi misi a sedere su un seggiolonescuro e riccamente scolpito chemi ricord un poco gli stalli 25 nel coro dell'abbazia. Incuriositacercai intorno le pelli di leoni e di tigri e le armi esotiche, ma nellagrande anticamera vi erano solo pochi mobili antichi e dalle paretipendevano due scuri quadri ad olio. il sole, attraverso i finestroniche avevo gi ammirati fuori, illuminava una bella scala che salivacon una curva elegante. il rosso e bianco intravisto era la pi grande

    23. Tirolo: una regione del-l'Austria confinante a sud-ovestcon l'Italia.24. internato: collegio,pensione per

    studenti.25. stalli: sedili di legno con schie-nale e braccioli.

    15

  • bandiera che avessi mai vista nella mia vita, appesa alla parete.Era lunga almeno lO metri, rossa, bianca, rossa, con un enormestemma nel centro.

    D'un tratto udii dei passi frettolosi dietro di me, e una vocepiena, e sonora esclam:

    - Vedo che guarda la mia bandiera.Era lui, il Capitano!TI signore alto, vestito impeccabilmente, che mi stava davanti

    era certo assai diverso dal vecchio lupo di mare della mia fantasia.Quell'aria di completa sicurezza di s e l'istintiva signorilit miavrebbero spaventata e intimidita se non fosse stata la calda ecordiale stretta di mano.

    - Sono contento che sia qui, Friiulein ...26lo completai:- Maria.Mi lanci una rapida occhiata. D'un tratto fui conscia del mio

    abito buffo e mi sentii soffocare sotto il mio elmetto. Ma gli occhi delCapitano si fermarono sulle mie scarpe.

    Eravamo ancora in piedi nell'anticamera quando egli disse:- Voglio per prima cosa che conosca i miei figli.Tolse di tasca un fischietto di ottone lucido e di forma bizzarra,

    da cui trasse una serie di trilli complicati.Dovevo aver l'aria molto stupita perch disse, come scusandosi:- Vede, ci vuole tanto tempo a chiamare tanti bambini per

    nome che ho assegnato a ciascuno un fischio diverso.Naturalmente mi aspettavo di udire un grande sbattere di porte,

    un coro di risate e grida, la corsa di tanti ragazzi gi per le scale olungo la ringhiera. Invece, guidata da una govanetta dal visocomposto, una piccola processione quasi solenne discendeva gradinoper gradino in un silenzio bene educato, quattro bambine e dueragazzi, tutti vestiti di turchino alla marinara, Per un momentoci guardammo sbigottiti. lo non avevo mai visto signorine e gentil-uomini cos perfetti ed essi non avevano mai visto un casco simileal mio.

    - Ecco la vostra nuova insegnante, Friiulein Maria.- Grues Gott,27 Friiulein Maria ~ sei voci dissero in coro. Se-

    guirono sei perfetti inchini.

    26. Fraulein: leggi frilain; in te-desco significa signorina .27. Griiss Gott: un modo di

    salutare in tedesco; significa pres-s'a poco sia lodato Dio ,

    16

  • Mi pareva di sognare. Tutto questo non poteva essere vero.Dovetti spingere ancora indietro quel cappello ridicolo. Fu tuttavial'ultima spinta. La piccola cosa bruna rotol sul pavimento lucido eand a finire ai piedi d'una graziosissima bimba di circa cinque anni.Una risatella ruppe quel silenzio severo. li ghiaccio era rotto. Ridem-mo tutti.

    - Questa Giovanna - disse il padre presentando la bimbache aveva riso - e questa Martina, la nostra piccola.

    Che deliziosa bambina , pensai. Nascose le manine dietro laschiena, e mi guard attentamente, osservandomi in silenzio.

    - Edvige gi una bimba grande che va a scuola - e il padreindic la terza delle tre minori. Tutt'e tre avevano i capelli tagliaticorti che scendevano ai due lati del viso, mentre la quarta bimbache il Capitano present come: - La mia figlia maggiore, Agata- aveva un nastro bianco che le tratteneva in alto i capelli inanellati,lunghi fino alle spalle. Provai un'istintiva simpatia per quella gio-vanetta dall'insolita espressione grave e dal sorriso timido. Desideraicon tutto il cuore di poterle diventare amica.

    In quel momento, tuttavia, non c'era tempo per esprimere lamia simpatia, perch il padre continuava:

    - Ed ecco i ragazzi, Rupert, il maggiore di tutti, e Werner.Rupert pareva avesse l'aspetto un po' distante del padre, ma

    Werner era un ometto con occhi bruni di velluto, che avrei volutosubito prendere fra le braccia.

    - Qual la mia allieva' - domandai al Capitano.Pass un'ombra nei suoi occhi sorridenti quando rispose:- Non ha visto ancora la sua allieva, Ora la conduco di sopra.Con un cenno conged i bambini e mentre lo seguivo per le

    scale, spieg:- La poca salute di questa bambina stata per anni un pro-

    blema per noi. Da quando ebbe la scarlattina le rimasto il cuoredebole. Adesso ha avuto l'influenza e sembra non riesca a rimettersi.Povera piccola.

    Sul pianerottolo del secondo piano, il Capitano aperse una portae salimmo un'altra rampa di scala, stretta e a chiocciola, per rag-giungere al terzo piano una grande stanza piena di sole, che si aprivasu di un balcone. Appoggiata a una montagna di cuscini, in un lettoantico in legno scolpito, e di dimensioni fuori dell'ordinario, ripo-sava una bimba.

    - Questa Maria, Friiulein, - disse il Capitano, chinandosisul visetto pallido segnato di scuro sotto i grandi occhi neri, e con-tinu sotto voce in tono di tenerezza. - Sono sicuro che voi due

    17

  • andrete d'accordo, piccola. Avete anche lo stesso nome.Un debole sorriso illumin quel visino e una vocina rispose:- S, babbo, e sonomolto contenta di conoscerla,FrauleinMaria.- AdessoFriiulein Maria deve andare nella sua stanza - esclam

    il Capitano - ma presto sar di nuovo con te.Mentre scendevamoinsieme le scale, si gir d'un tratto e domand:- Le piacciono i miei figli~La domanda mi trov impreparata.-: Hanno i pi begli occhi che abbia mai visto - balbettai -

    ma sono pallidi e seri.Odiai me stessa mentre pronunziavo queste parole che il padre

    avrebbe giustamente potuto prendere per una critica affrettata esuperflua, per cui aggiunsi in fretta:

    - Sono tutti molto bene educati.- Non sempre, - disse il Capitano con una strzzatina d'occhi.28Poi fattosi serio, aveva certamente capito pi che non avessi

    detto, aggiunse con voce pi bassa, mentre continuavamo a scendere:- Vede, lei la ventiseiesima di una lunga serie di bambinaie,

    governanti e insegnanti che abbiamo dovuto sperimentare dallamorte della loro povera mamma, avvenuta quattro anni fa. Questole spiegher molte cose. L'ultima governante stata con noi solo duemesi, ma ho l'impressione che questa volta sar diverso.

    - S - sorrisi - nove mesi.Aperse un'altra porta bianca dicendo:- Presto soner la campana per il pranzo, - mi fece un leggero

    inchino e si allontan.Era una grande camera, piena di sole, con un'ampia finestra.

    Un tappeto orientale copriva quasi tutto il pavimento. Mobiliantichi di valore e una tappezzeria lussuosa alle pareti le davanoun'aria aristocratica. Il letto bianco nell'alcova 29 aveva una copertadi seta colore azzurro pallido; nel centro una tavola ricoperta dipesante damasco sotto il lampadario scolpito. A Nonnberg nonavevamo tappeti, n sete, n broccati, ma alle pareti pendevanodipinti antichi e incisioni su legno di Nostro Signore e della Madonnae di tutti i Santi. A ogni porta trovavamo un'acquasantiera dipeltro, d'argento o di ceramica, di fattura artistica. Niente di tuttoci potei trovare nella mia nuova stanza. .Ai piedi del letto eraun semplice sgabello su cui posava la mia sdrucita sacca e lo sfortu-

    28. strizzatina: il socchiudere ra-pidamente gli occhi per un cenno diintesa.

    29. alcova: la parte della stanza,di solito circondata da tende, dovec' il letto.

    18

  • nato cappellino; la chitarra era sul letto. Sembravano stranieri e iocon loro. Mi sedetti sullo sgabello, presi in grembo le mie cose e perun momento mi sentii quasi abbandonata e sola. Quando un suonovibrante e strano mi fece balzar su: era la campana del pranzo.

    Poco dopo ci ritrovammo tutti nella elegante sala da pranzo.A capo tavola era il Capitano. I figli sedevano lungo i due lati. L'altrocapo della tavola era occupato da una signora di mezza et. TImio posto era alla sua sinistra, la pi piccola delle bimbe alla suadestra. Seppi che era la baronessa Matilde, una signora di anticanobilt, che dirigeva la casa. Aveva modi gentili e affabili. Ognisuo gesto dimostrava raffinatezza e mi faceva pensare al profumodi lavanda,

    Alle molte che gi occupavano la mia mente si aggiunsero oravarie altre domande: A che cosa servivano tutti quei differentipiatti d'argento e di cristallo l Perch Hans, il maggiordomo siera infilato in fretta i guanti? in casa poi! Che cosa gli era accaduto allamano sinistra che teneva cos stretta contro il dorso? (C'era forseun buco nell'altro guanto ...?). Perch la baronessa sonava il cam-panello l Perch invece non lo chiamava, essendo, egli, l davantialla porta ~ E altre ancora.

    Appena finito il pranzo, mi fu detto che ero libera per quellasera di salire nella mia stanza per disfare i bagagli e riordinare lemie cose.

    Bene, il disfare i bagagli non mi prese pi di cinque minuti. Lospazzolino da denti e i pochi capi di biancheria, l'abito di vellutomarrone, che aveva irrimediabilmente l'aspetto di un sacco, e ladozzina di libri, furono presto sistemati. La valigia e il cappellinofinirono nell'angolo pi oscuro dell'enorme guardaroba. TI nuovoTestamento e la Regola di San Benedetto, con un piccolo Crocifisso,furono piazzati sul tavolino da notte.

    Andai alla finestra. Sotto la luce rossa del tramonto si stendevaun grande parco: prati, gruppi di alberi alti e di nuovo prati. E unpo' pi lontano vedevo nettamente stagliato sul cielo pallido dellasera il profilo della mia diletta montagna, l'Unterberg, nellastessa direzione in cui l'avevo visto ogni giorno da Nonnberg. Ec'erano anche tutti gli altri monti: Temengebirge, Ragengebirge,Staufen, Watzmann.

    Mi sentivo gi un po' meglio. Quando si veramente figli dellemontagne, si appartiene loro. Si ha bisogno di esse. Diventano lefedeli guardiane della nostra vita. Se non ci si pu trattenere sempresulle vette per tutta la vita, bisogna almeno poter fissare su diloro il nostro sguardo quando siamo in difficolt. L'uomo che scrisse

    19

  • tremila anni fa: Voglio tenere il mio occhio sui monti donde vieneil mio aiuto )}sapeva anche questo. Anche Nostro Signore, quandoera stanco e affaticato, e desiderava esser solo col Padre, salivasulla montagna.

    Felice come una scolaretta, mi feci un piccolo calendario checonteneva esattamente duecentocinquanta giorni, il numero esattodi quelli che dovevo trascorrere in quella casa. Sul primo giornomisi una crocetta e l'ultimo pensiero che mi venne in mente allafine di quel giorno importante, fu: dopo tutto non appartengo allacasa, qui sono solo a prestito. so

    30. ci sono soltanto per breve tempo e per fare un favore.

    UNA PAUSA DI RIFLESSIONE

    L'introduzione del romanzo suggestiva: una ragazza, che intendeva farsisuora, viene inviata presso una nobile famiglia per svolgere il compito diistitutrice. Svariate sono le impressioni che lei prova in quella occasione:il titolo del capitolo gi prospetta situazioni e sentimenti. Il paesaggio co-stituisce un'altra caratteristica del passo: richiama alla memoria le descri-zioni e paragona la localit a qualcuna che, forse, tu conosci. Infine il ca-pitolo ci fa conoscere il modo di agire di questa signorina sia nei confrontidella sua superiora sia nei confronti del padrone di casa. Che cosa pensi diquesto comportamento?

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  • Glorie del passato

    Durante i pnmi giorni VISSI m un continuo stato di disagio.In quella casa niente, proprio niente, m'era familiare. In primo luogodovevo abituarmi alla presenza delle persone. C'era il barone con isuoi sette figli.C'era la baronessa Matilde con il gruppo dei domestici,a capo dei quali era Hans, il maggiordomo. Nella cucina regnavaResi, la grossa e cordiale capocuoca. Tempo addietro, nei suoi annigiovanili, aveva cucinato su un bastimento inglese. Era stata inAustralia e in India e qualche volta, di sera, raccontava alle ragazzedi cucina storie paurose di pirati e di cannibali. In quelle occasioniaccadeva che capitassero in cucina anche le due cameriere, Poldi eLisi, e Bepi, il giardiniere. E allora anche Hans preferiva pulirel'argenteria nella cucina, perch, diceva, c'era pi luce. Le storiedi Resi erano troppo interessanti per non ascoltarle.

    Solo Franz non compariva mai in cucina, non aveva bisogno diascoltare le straordinarie storie di Resi. Era stato attendente 1del Capitano durante il suo servizio attivo nella Marina e avrebbeavuto egli stesso storie da raccontare di sottomarini e di siluri, mapensava che fossero troppo serie per la cucina. Viveva anche lui conla famiglia nella grande casa, ma dato che il Capitano non avevapi bisogno di un attendente, aveva l'incarico della fattoria. Essendofigliodi contadini, si era adattato meglio del suo padrone al cambia-mento di vita. Tuttavia ogni tanto si poteva vedere di sera il Capi-tano e il suo antico attendente, che, finito il lavoro, fumavanoinsieme la pipa, ricordando i tempi gloriosi nella Marina.

    Oltre la numerosa famiglia e i domestici, il che faceva gi ventipersone, c'era la casa con cui fare amicizia. Tante stanze, corridoi,finestre sporgenti, balconate e poi nelle stanze tante cose straneaffatto nuove per me.

    1. attendente: quel militare che viene assegnato al servizio di un ufficiale.

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  • TI terzo giorno dal mio arrivo il barone part per una battutadi caccia in Ungheria. Quella sera stessa la baronessa Matilde midisse, durante la cena:

    - Quando tutti i ragazzi saranno a letto, vuol venire nella miastanza 7

    Accettai con piacere e cominciai subito a rimuginare 2 nella mentele domande pi importanti da rivolgerle circa i ragazzi, la casa eper ultimo, lo stesso Capitano.

    - Entri e s'accomodi - rispose la voce acuta e dolce dellabaronessa Matilde al mio sommesso bussare.

    Entrai, ma non riuscii a sentirmi subito a mio agio. In quellacamera c'era un'abbondanza di qualche cosa: ma di che cosat Unmomento dopo capii che si trattava di arricciature. Le tendinebianche di merletto alla finestra cadevano arricciate in piegoline.La toeletta, con il grande specchio incorniciato d'argento e varieboccette luccicanti e fiale di cristallo dal tappo d'argento, era anch'es-sa rivestita di mussola 3 bianca a fitte arricciature. La sedia a sdraio,messa di traverso nell'ampia camera, aveva una profusione di seta. arricciata. E fino il cuscino di seta su cui la baronessa si appoggiava,sfoggiava una aureola 4 color crema.

    Alla mia sensibilit quasi maschile di scalatrice di montagne,ripugnava 5 tanta ostentazione 6 di femminilit, Senza accorgermene,dovevo essermi fermata sull'uscio, perch la signora, che aveva alcollo un lungo nastro di velluto nero, disse gentilmente:

    - Non vuole sedere, cara ~Accanto alla poltrona a sdraio, su un tavolino di ebano," era

    posato un vassoio d'argento. La baronessa Matilde prese una bot-tiglia di cristallo, ne tolse il tappo d'argento e vers del vino doratoin due bicchieri di cristallo. Poi mi pos in grembo un piatto di maio-lioa di strana foggia, colmo di pasteen e disse:

    - Prenda.Sollevando il bicchiere continu con un certo calore nella voce:- Benvenuta, benvenuta, e possa non andarsene mai!Mi ci volle un momento per capire che si trattava dell'augurio

    di rimanere finch i ragazzi fossero cresciuti e non avessero pi

    2. rimuginare: rimescolare, ripen-sare.3. mussola: tessuto fine leggero etrasparente.4. aureola: contorno, bordo.5. ripugnava: dava fastidio, teneva

    lontano.6. ostentazione: mostrare in ma-niera molto evidente.7. ebano: legno pregiato, duro,di color nero.

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  • bisogno di governante. La signora era davvero gentile e nonostantele balze 8 arricciate incominciai a rinfrancarmi.

    Nella mia vita non ero mai stata abituata a torte e caramelle e lesquisitezze che avevo sulle ginocchia mi sciolsero la lingua, cos checominciai a formulare tutte le domande che mi stavano a cuore.Sorridendo, la baronessa pazientemente rispondeva ai cento e unperch e percome,? finch dissi alla fine:

    - C' una cosa che non riesco affatto a capire. Perch il Capitanonon ha l'aria felice con questi graziosi figlioli, la sua meravigliosacasa, e tutto ci che si pu acquistare con il denaro?

    Il sorriso scomparve dal viso della mia compagna e ripet:- Tutto ci che si pu comperare con il denaro molto poco.

    Il poveretto ha perso tanto!La baronessa Matilde tacque con un'espressione assente, sotto

    la luce dorata della lampada. Mi sentii imbarazzata, forse non avreidovuto fare domande sul padrone di casa. Forse adesso era il momentodi congedarmi e andare a letto, e, incerta, feci per alzarmi. La ba-ronessa Matilde sembr riscuotersi da pensieri gravi. Si volse dinuovo verso di me e disse gentilmente:

    - No, non vada ancora via, cara figliola. Posso senz'altroraccontarle tutta la storia. Non facile capire il Capitano e ci puservirle di chiave lO per l'avvenire.

    Ascoltai cos una vicenda fuori del comune.- Il. Capitano von Trapp era nato e cresciuto in riva al mare

    poich aveva appartenuto alla Marina anche suo padre . .All'et didiciotto anni aveva guadagnato la prima decorazione, combattendoin Cina al tempo della rivolta dei Boxers.'! Era stato uno dei primia capire l'importanza dei sottomarini da guerra. Fu destinato aFiume 12 dove si costruivano i siluri per tutta l'Europa. Questadestinazione aveva orientato tutta la sua vita. Gli era stato asse-gnato il comando del prino sottomarino messo a servizio nella Marinaaustriaca.

    8. le balze: le strisce di stoffa posteper ornamento.9. ai cento e un perch e percome:a tutte le pi svariate domande.lO. chiave: mezzo per conoscere,modo per rendersi conto.11. Boxers: membri di una societsegreta cinese che era contraria airapporti tra cinesi ed europei. Nel1899 e nel 1900 vi furono scontritra il governo cinese e le Potenze

    europee, a causa di questa societ;tali scontri terminarono con untrattato, nel 1901,con cui venivanopuniti i Boxers,12. Fiwme: citt in Istria che,come Pola, appartenne all'Austriafino al termine della prima guerramondiale; pass poi all'Italia eattualmente appartiene alla Ju-goslavia.

    23

  • La fanciulla che era stata madrina del varo di questo sottomarinoera nipote dell'inventore del siluro e proprietario della fabbrica deisiluri, Robert Whitehead . .Al varo del sottomarino il cuore del suocomandante era stato fatto prigonero.P Ella era straordinariamentebella, di carattere dolcissimo e favolosamente ricca. Poco dopo sierano sposati. A Pola, base navale della Marina austriaca, si eranocostruiti una villa di lusso, di fronte al mare, e vivevano felici.

    Lo scoppio della guerra mondiale aveva posto improvvisamentefine alla bella favola. Tutti i civili avevano dovuto lasciare Pola. Lagiovane sposa era andata ad abitare, con i due primi bambini, nellapropriet della madre nelle Alp austriache, e l'interessante passa-tempo del Capitano si era d'un tratto mutato in una professionepericolosa.

    Scoperse ben presto che quei sottomarini erano ancora in fasesperimentale.w Residui di gas dilagavano nel piccolo scafo avve-lenando l'equipaggio. TI periscopio15 non poteva essere alzato eabbassato, ma il mezzo doveva muoversi sempre con il periscopiopuntato. TI Capitano von 'I'rapp aveva fatto miracoli pur con ilmateriale scadente di cui disponeva. Perlustr le spiagge dell'Adria-tico, inflisse perdite ai convogli16nemici e ben presto pot liberarele acque territoriali 17dalle navi nemiche. In poco tempo il suo pettofu ricoperto di medaglie, fra cui la pi alta decorazione austriaca,la Croce dell'imperatrice Maria Teresa, e seppi che questa onori-ficenza, la pi alta che un ufficialepotesse ricevere in tempo di guerra,era stata istituita dall'imperatore come ricompensa ad un atto dicoraggio, compiuto per iniziativa personale e a proprio rischio, avolte anche contro gli ordini ricevuti. Ci significava che se l'attoeroico aveva successo, il responsabile riceveva la Croce di MariaTeresa e insieme il titolo di barone. Ma se gli fosse accaduto difallire il colpo, egli era portato davanti al consiglio di guerra,18

    Con il proseguire della guerra, il Capitano von 'I'rapp divent unafigura leggendaria dell'Esercito e della Marina. La famiglia contava.ormai gi cinque figli. Gli amici profetizzavano che alla fine della

    13. era stato fatto prigioniero: siera irurramorato.14. in fase sperimentale: ancora nonperfezionati; in esperimento.15. periscopio: strumento medianteil quale dal sommergibile si puvedere all'intorno. formato da unlungo tubo fornito di lenti a prisma.16. convogli: gruppi di navi da

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    trasporto, scortate da navi da guerra.17. acque territoriaU: zona di mareche appartiene a un determinatoStato.18. consiglio di guerra: tribunalemilitare che giudica coloro che intempo di guerra compiono atti con-trari alla salvezzao all'interesse dellapropria patria.

  • guerra sarebbe stato certamente promosso grande ammiraglio.L'intera nazione era orgogliosa di lui. Non era solo popolare, maera diventato l'idolo del paese. Poi le cose andarono a finire inmodo del tutto diverso. L'Austria fu sconfitta e perdette tutte lecitt costiere. L'orgogliosa Marina imperiale non esisteva pi. TICapitano era stato spazzato via dal turbine, nella primavera dellavita, quando era quasi giunto all'apice 19 della fama e del successo.Adesso era un Capitano senza nave, il che nel suo caso particolaresignificava quasi un corpo senza il euore.s?

    Solo la moglie, la regina del suo cuore, gli rendeva ancora soppor-tabile la vita. Dopo la guerra nacquero altri due bambini. Poi, duranteun'epidemia, la scarlattina gli uccise la giovane sposa. Met della suavita era morta con la Marina, dell'altra met una gran parte parveandare sepolta con lei. TI giovane eroe della giovent austriaca - pro-segu la baronessa - diventato un uomo silenzioso dallo sguardovuoto. Abbandonati i luoghi della sua felicit ha trasportati i suoisette figli in questa tenuta acquistata di recente, in cui i ricordi nonlo assllano.s-Non ha pi pace. Ha cercato di tornare al mare. Ha fon-dato la Vega Shipping Company l). Poi si occupato di commerciodellegname, e ha subito cambiato idea per tentare un'impresa di naviga-zione sul Danubio. Ha viaggiato, ha preso parte a lunghe battute dicaccia.Ha tentato altri affari, ma niente riesce quando il cuore fa male.

    - E i figli? - non potei trattenermi dal domandare.- Questa veramente la parte pi triste della storia, - rispose

    la baronessa con voce sommessa. - Ama i figli pi di ogni altracosa al mondo. Provvede loro tutto quanto pu essere acquistatocon il denaro. Ha radunato uno stato maggiore di domestici, unagovernante per la maggiore, un'altra per le bambine, una bambinaiaper la piccola, un'insegnante particolare per Maria. quanto ave-vamo prima del suo arrivo. Una cosa da far piet! Le governantisi bisticciavano fra loro e dovevano essere cambiate spesso. Tuttaquesta gente era chiamata a prendere il posto di una persona sola.A volte egli non si interessa abbastanza dei figli. Forse gli ricordanotroppo la loro madre. Non sta mai a lungo a casa. Capita inaspettato,porta regali e sorprese, ma presto ripreso dall'inquietudine e riparteper un altro viaggio. I suoi parenti lo hanno persuaso a cercare unapersona che rimpiazzi tutto questo personale domestico, un'altramadre per i suoi figli.

    19. apice: al culmine, al massimo. 21. assillano: angustiano, tormen-20. era, cio, una persona senza tano.interessi e senza entusiasmi.

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  • UNA PAUSA DI RIFLESSIONE

    Ecco descritta la vita del Capitano: gioie e dolori, soddisfazioni e delu-sioni; sembrava che egli dovesse giungere al massimo della sua carrierae della gloria, ma la sconfitta dell'Austria e la morte della moglie gli tron-cano ogni entusiasmo.Anche se non nella stessamaniera, ciascuno di noi trascorre nella sua vitamomenti piacevoli e momenti difficoltosi; la vita non tutta in rosa, e bi-sogna prepararsi per essere pronti ad affrontare le difficolt e a vivereequilibratamente in ogni circostanza.Quale giudizio puoi dare del Capitano? Conosci qualche persona che hasaputo dimostrare forza d'animo e carattere equilibrato anche in occa-sioni difficili?

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  • Il barone non vuole 000

    Con il passare delle settimane mi abituai al mio lavoro. C'erauna certa r01dine 1 da seguire ogni giorno. Alla baronessa piacevariposare al mattino. lo avevo il compito di badare a tutti i ragazzi,dovevo svegliarli, occuparmi della loro colazione, e sorvegliare chei pi grandi andassero a scuola. Non era incombenza da poco, tanteerano le cose da ricordare. I ragazzi dovevano mettere cappello dicuoio, ghette 2 e guanti di pelle. Nelle giornate piovose si dovevanoaggiungere soprascarpe e ombrelli. In pochissimo tempo avevoconfuso tutta questa roba. Una mattina trovai solo i guanti dellesinistre e le ghette delle destre, e occorreva sempre molto tempo perrintracciare il resto.

    Disperata, andai in cerca di un rimedio.- Non si potrebbero comperare delle scarpe chiodate robuste.t

    - suggerii un giorno alla baronessa quasi esausta 3 a forza di andarea caccia di soprascarpe.

    Dovetti confessare che due guanti di pelle della mano sinistraerano andati perduti.

    - Non sarebbero pi pratici e meno costosi per bambini deiguanti di lana ~ E non le pare, baronessa, che comperare un wetter-fieck per ciascuno sarebbe un vero affare~

    - Che cosa.t- Ma, baronessa, tutti portano i wetterfieck al giorno d'oggi. -

    Risi al suo sguardo sgomento. - Sa, quelle mantelle di lana im-permeabile col cappuccio, cos avremmo finito di usare quei terribiliombrelli.

    La baronessa ascolt educatamente.

    1. routine: ritmo, abitudine negliorari e negli impegni.2. ghette: gambali di stoffa, ab-

    bottonati.3. esaueta: stanca, sfinita.

    27

  • 28

    - Ho sempre pensato che l'ombrello sia una grande comodit,- disse alla fine. - Pu essere che per i bambini l'altro sistemasarebbe pi agevole. Ma sa - e sospir con rassegnazione - il Ca-pitano vuole si faccia cos.

    Quando i pi grandi erano usciti per andare a scuola, cominciavolo studio con Maria e Giovanna. Questa aveva iniziato a percorrerecon gli altri i due chilometri di strada necessari per raggiungere lascuola. In Austria le scuole non avevano l'autobus privato. La pic-cola Giovanna per si stancava a compiere quella lunga camminataogni giorno e cos si era deciso di farla studiare in casa.

    Insegnare alle due piccole, anche se cos diverse fra loro, erauna vera gioia. Maria era molto delicata. Per le condizioni del cuoreandava tenuta molto tranquilla. Non doveva n saltare, n correre,n prendere parte a giuochi sfrenati.

    Com' duro per una bambina starsene in disparte quando glialtri bambini giocano e si divertono! Ma Maria era un'eccezione:non dimostrava dispiacere. Una sola volta le colsi sul viso un'espres-sione di vivo desiderio, quasi una fame, nei begli occhi neri, mentreguardava fratelli e sorelle intenti in un gioco animato. Dopo aversorpreso quello sguardo decisi di far tutto ci che potevo per com-pensare in qualche modo i molti sacrifici richiesti a quella bimba.

    Prima di tutto cercai di mettere nel mio insegnamento tutto ilmio impegno e tutto il cuore. Era intelligente e capiva subito. Lematerie principali di studio erano dodici: religione, grammatica,composizione, letteratura, storia, geografia, fisica, botanica, linguafrancese, geometria, algebra e latino. Oltre a queste avevamo disegno,lavoro d'ago e solfeggio.Era portata specialmente per la matematica,la scienza e il solfeggio, ma non trascuravamo le altre materie.In sei settimane avevamo svolto tutto il programma per il primosemestre di scuola. Ero quasi preoccupata di tanto entusiasmo e diuna diligenza cosperfetta. Spesso andavo nella sua camera e cercavodi interrompere il suo studio, dicendole:

    .,- Per oggi basta, Maria. Giochiamo a dama.Di solito allora levava verso di me il visetto infervorato e con

    occhi ansiosi diceva:- Oh! questo tanto pi divertente, Fraulein Maria, - indi-

    cando un problema d'algebra o un intricato disegno di geometria. Finch felice - pensavo - non ho il cuore di affliggerla con

    altri comandi ).Maria non era una bambina espansiva. Teneva tutto per s, ma

    un giorno mi confid:- Non m'importa tanto di non poter correre con gli altri: ci

  • che mi costa di aver dovuto smettere le lezioni di piano.Ricordai di aver visto nella sala della musica due astucci di

    mogano per violino.- Oh! che bellezza! chi suona il volino'l - avevo esclamato

    rivolta alla baronessa.- Nessuno adesso.Avevo capito.Ma pensando a Maria andai dalla baronessa e le chiesi:- Posso portare uno dei violini a Maria~ Potrebbe tenerlo nella

    sua camera ed esercitarsi un poco ogni giorno.Non ebbi un rifiuto. Mi fu anzi accordato il permesso di cercare

    una maestra che venisse a dar lezioni due volte alla settimana.La bimba tranquilla s'illumin di gioia e le piccole dita delicate sidimostrarono molto abili sul violino.

    Giovanna era diversa. Non avevo mai bisogno di dire basta alsuo studio. Al contrario, invece! La signorina aveva una menteadatta ad apprendere, ma preferiva una vita piacevole. Di solito,dopo una prima mezz'ora in cui stava a sedere composta, cercavadi arrampicarsi sulle mie ginocchia perch cos la sento meglio ~,diceva. Trovava cento modi per distrarre la mia attenzione. Le suearmi erano minuscole scorticature, quasi invisibili, sul viso e sulledita,che le facevano talmente male da impedirle di continuare a scriverecerte lettere maiuscole, o a contare per due. Una volta per tuttedovetti essere severa e rimproverarla. Tuttavia per nessuna cosa almondo avrei voluto far dispiacere a qualcuno. Subito le scesero deilagrimoni sulle guance e, saltandomi in grembo, mi strinse le bracciaal collo singhiozzando disperatamente:

    - Sar buona...!Era sempre tanto espansiva e affettuosa. Dopo la nostra prima

    lezione, mi venne vicina e mi disse, rizzandosi in punta di piedi:- Le voglio dire una cosa.Quando mi chinai mi sussurr all'orecchio:- Lei mi piace tanto! - e mi scocc un bacio sulla bocca.Quella bimba robusta, con la pelle bianca, le guance rosa e i

    capelli neri, era tanto graziosa che la gente per via si fermava aguardarla. Aveva occhi espressivi grandi e bruni; quando sorridevale si formavano le fossette sulle guance e sorrideva sempre. Questapiccola Bianca Neve era davvero un raggio di sole.

    La piccola Martina era del tutto diversa dalle mie due allieve,Non era affatto espansiva. Non voleva essere n baciata, n abbrac-ciata. Quando cercai di prenderla sulle ginocchia, essa si irrigid.Sorrideva di rado. Mi domandavo che cosa ci fosse in quella bim-

    29

  • betta seria. Tuttavia era affascinata dalle mie lezioni. Stava per oreaccanto a Giovanna, con le manine dietro il dorso, a osservare coni grandi occhi scuri tutto quanto dicevo o facevo. Ma se mi voltavoverso di lei o le rivolgevo una domanda, si nascondeva sotto la tavolae rimaneva l come un topolino per tutto il resto della lezione. .Allostesso tempo non era n timida n vergognosa come avevo pensatoda principio. Se voleva qualche cosa lo diceva chiaramente. Mi eraparsa fredda e indifferente, finch un giorno la vidi che abbracciavacon tenerezza un orsacchiotto di stoffa, suo compagno inseparabile.Sapevo che la confidenza di una bimba comeun castello chiuso peril quale occorre la chiave. Non serve rompere la serratura e forzarel'ingresso. Poich non ero stata ancora invitata, sapevo di dovereaspettare fuori pazientemente, forse un giorno mi sarebbe statadata la ehiave.!

    La scuola in citt cominciava alle otto e finiva alle dodici. Non viera la refezione a scuola e i bambini dovevano tornare a casa per ildesinare. Quattro volte alla settimana ritornavano a scuola alledue per altre lezioni, che duravano fino alle quattro o alle cinque.Nel pomeriggio di mercoled e sabato erano liberi.

    La casa padronale 5 era circondata da un grande parco, artistica-mente disegnato. Vicino alla casa vi erano aiuole di dalie, crisantemi emolti altri fiori e arbusti che non avevo mai visti prima d'allora.Sentieri coperti di ghiaia dividevano i prati ben tenuti in grandiappezzamenti e raggiungevano i campi ombreggiati da piccoligruppi di alberi particolarmente belli: olmi, aceri e pini. Da un latola propriet era circoscritta da un piccolo bosco. Dall'altro, dietroun pergolato, erano il garage, la stalla della mucca, la serra per glierbaggi e da l un sentiero fiancheggiato da siepi di arbusti selvaticie di uva spina conduceva a un grande frutteto.

    Nel primo pomeriggio libero, la baronessa Matilde e i ragazzimi condussero a vedere tutta la propriet. Quando passammodavanti a una grande aiuola di fiori gialli dall'alto stelo, Rupertdisse con orgoglio:

    - Questo l'achte amerikanische Goldtrude (un fiore genuinodell'America). Pap dice che molto prezioso e a noi proibito dicoglierne. Bepi, il nostro giardiniere, ne ha una cura particolare ed alle piante una speciale miscela di concime.

    4. sarei riuscita a entrare in sim-patia, in confidenza.

    5. padronale: abitata dalla fami-glia del padrone.

    30

  • Ammirai di tutto cuore questo nobile ospite americano i cuifiori gialli attiravano le api di tutto il vicinato.

    Stavamo rientrando dal nostro giro, quando Werner mi preseper la mano e disse:

    - Voglio mostrarle il mio albero favorito.Andammo verso il lato nord della casa. C'era un gruppo di alberi

    sempreverdi, che non somigliavano n al pino n all'abete. Gli aghierano pi delicati e pi morbidi. I rami si piegavano con eleganzaall'estremit.

    - Pap dice che anche questi sono forestieri: abeti canadesi -disse il ragazzo con orgoglio. - Sono molto rari, ma voglio darneun ramo a lei.

    E il piccolo cavaliere mi porse un rametto lungo tre centimetri.Ero sopraffatta da quanto vedevo e non potei trattenermi dal-

    l'esclamare:- Che paradiso per i ragazzi!.Agata che mi camminava davanti, si volse e mi domand stupita:- Perch?- Ecco - dissi. - Pensa solo a quante cose straordinarie si

    possono fare in un giardino cos grande, quanti giuochi e quante ...- Lei pensa cos - m'interruppe .Agata e la sua voce infantile

    risuon piena di saggezza. - Ma, vede, se si vuol giocare alla pallaper esempio, la palla esce sempre dai sentieri e va a fnire nelleaiuole. Se la si vuole riprendere nel prato, ci si bagna i piedi e ci sibusca un raffreddore. Se si prova a giocare nei boschi, laggi, ci sonotante spine che i capelli si impigliano, gli abiti si strappano e si rimproverati. Cos in realt non si pu giocare molto nel giardino.Si pu solo fare delle passeggiate, come facciamo infatti.

    Mi fermai sbigottita davanti alla porta d'ingresso e avevo appenaincominciato a spiegare che non ero della sua opinione, quando labaronessa mi interruppe in fretta:

    - .Agata ha ragione, - concluse e cortesemente mi sospinseverso la soglia.

    Nelle settimane seguenti potei con dolore rendermi conto cometutto ci fosse vero: non si pu giocare nel pi bel giardino se neigiorni feriali bisogna fare attenzione agli abiti alla marinara, e allescarpe buone, e alla domenica, agli abitini di seta e alle scarpettebianche. Non si potrebbe pensare che una camicia banea alla mari-nara potesse rimanere inalterata dopo una salita su quell'abetelaggi. Ma che bisogno c' di indossare una camicia bianca alla

    31

  • marinata quando ci si vuole arrampcare sugli alberi? Cos andavopensando fra me, e presi la mia risoluzione!

    Tutta eccitata, feci irruzione nella camera della baronessa peresporle la mia idea, subito dopo avere picchiato all'uscio, e senzanemmeno aspettare il suo entri l).

    - Baronessa Matilde, non si potrebbero comperare abiti dagioco e sandali per tutti i ragazzi? In giardino non avrebbero da fareattenzione ai loro vestiti e potrebbero essere veramente spensierati.Prima di pranzo potremmo far loro indossare di nuovo gli abitialla marinara. E non si potrebbe avere un campo di palla a voloe palla a canestro per le bambine e un bastone da hookey 6 per i ra-gazzi, e anche un giavellotto e un disco?

    Nel frattempo avevo cercato invano in tutta la casa questioggetti inseparabili dai miei ricordi delle ricreazioni in collegio.Ma la baronessa Matlde doveva aver frequentato un'altra scuola,perch il suo viso non si illumin al semplice suono di queste parole.Disse gentilmente:

    - Tutto ci molto interessante, Friiulein Maria; ma veda,io non oserei ordinare nessuna di queste cose, abiti da gioco, lei hadetto? senza parlarne prima al padre dei bambini. Lei sa, il baronevuole che i figli abbiano l'aspetto pulito e in ordine; quei giochi chelei ha nominato, non li conosconemmeno di nome. Quando ero unagiovanetta, ci si divertiva giocando al croquet? I bambini potrebberogiocarlo nel grande prato, quando il tempo asciutto. Altrimentici dedichiamo alle passeggiate igieniche nei viali del parco.

    Dopo l'ultima buona notte ai bambini, andai diritta nella miacamera. Rimasi a lungo a sedere sul letto, nel buio, rimuginandopensieri sul Capitano. Quell'uomo era buffo!Aveva una grande casa,un parco fantastico e molto denaro. Non poteva fare in modo che isuoi bei figlioli potessero godere di tutto ci anzich imprigionarliin abiti eleganti che guastavano loro ogni sano divertimento? Lapovera baronessa doveva avere un lavoro enorme per sorvegliarel'esecuzione dei suoi ordini!

    Tutta la simpatia verso il Capitano in me suscitata dalla suadolorosa storia, in qualche modo si illanguid 8 e alla mia preghiera

    6. hockey: gioco a squadre in cuiuna palla o un disco vengono so-spinti, mediante bastoni, nella reteavversaria difesa da un portiere.7. eroquet: gioco nel quale si fa

    passare attraverso vari archettiuna pallina, colpendola con unbastone apposito.8. illanguid: diminu molto, sispense.

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  • della sera aggiunsi: Fa', o Signore, che questi bambini siano final-mente felici .

    Era novembre e gli alberi avevano lasciato cadere le loro ultimefoglie dorate; il tempo era spesso brutto. Vennero lunghi periodidi pioggia, e la famosa pioggia scrosciante di Salisburgo segn lafine delle nostre passeggiate.

    In un pomeriggio piovoso di sabato tutti avevano finito i compitidi casa. I ragazzi grandi vennero da noi nell'appartamento delle pic-cole, guardandosi attorno incerti e non sapendo che cosa fare. Gliocchi di Werner caddero sulla chitarra appesa al muro, vicino almio letto.

    - La sa suonare, Friiulein? - domand.- S, la so suonare - risposi e andai a prendere lo strumento.

    - Cantiamo qualche cosa.Dopo qualche accordo attaccai un motivo popolarissimo. I

    bambini stavano a sentire attenti, ma in silenzio. Mi fermai.- Perch non cantate con me~- Non conosciamo questa canzone.- Bene, eantiamone un'altra.Ma non conoscevano nemmeno quella, n la terza, n la quarta.- Quale canzone conoscete, bambini? - domandai alla fine.La piccola Giovanna confess:- Soltanto Notte silente. 9Gli altri ridacchiarono, ma io avevo gi cominciato Notte

    silente, santa notte , Un po' timidamente, a mezza voce, cantammoin coro la prima strofa.

    - Ripetiamola. Questa volta voi cantate l'alto e io il basso.- Cos facemmo.

    - Chi vuol provare a cantare il basso, perch io faccia il terzo~ lO- domandai.

    Maria e Werner vollero provare. Ero stupita al sentire come levoci riuscivano a fondersi armoniosamente. Nessuno provava pivergogna. Cantammo a piena voce le tre strofe di Notte silente e lafusione era perfetta.

    Poi misi gi la chitarra e dissi:- Adesso cercate di ricordare quale altra canzone sapete.Dopo un bel po' avevamo messo insieme una breve lista: qualche

    9. Notte silente: una canzone,famosa in tutto il mondo, che sicanta in occasione della ricorrenza

    natalizia.lO. il terzo: la terza voce nelcoro.

    Z TRAPI' 33

  • canto di marinai, alcuni dei quali in italiano che avevano imparatodal padre, una canzone di caccia, due canti scherzosi nel nostro dia-letto nativo, uno o due canti religiosi, le prime battute di Sottoil tiglio, R08ellina di macchia, La Lorelei, altri due canti di Natale,e l'inno nazionale. Era veramente una lista meschina. Non conosce-vano una sola nota dei nostri antichi e meravigliosi canti po-polari. .

    Quando dissi: Conoscete questa , e cominciai le prime battuted'una vecchia ballata," gridarono tutti:

    - No, ma per piacere la canti lei.Cos cantai le mie canzoni preferite, una dopo l'altra. Le piccole

    erano strette alle mie ginocchia. I pi grandi s'erano seduti sullatavola per vedere come suonavo la chitarra, quando d'improvviso sispalanc l'uscio.

    - Nessuno ha sentito la campana del pranzo? Oh! bambini, cheorrore, siete seduti sulla tavola! Che cosa direbbe vostro padre

    L'indomani era domenica, e pioveva ancora. Era stato stabilitoun turno tra la baronessa e me per rimanere in casa la domenica.Quella era la mia domenica. La baronessa usc per andare a visitaredegli amici. I ragazzi erano entusiasti al pensiero di imparare nuovecanzoni. Sembravano tutti molto portati per la musica. Non ci vollegran che per insegnare loro semplici versioni di vecchie canzoni.Dopo cena i ragazzi proposero:

    - Accendiamo il caminetto nella biblioteca. Si sta cos bene l.Anche questo era nuovo per me. Stetti a guardare i ragazzi

    accendere i ceppi gi preparati da Hans, Poco dopo eravamo tuttia sedere sul folto e morbido tappeto, a guardare le fiamme, io nelcentro con la chitarra e cantammo tutto il nostro repertorio: ottovecchie canzoni e sei moderne.

    - Ma ragazze, ragazze! Le signorine non fanno questo. Viho detto altre volte che vostro padre non vuole che sediate per terra.Prendete quegli sgabelli.

    Evidentemente la baronessa era di ritorno dalla sua visita.Ecco di nuovo la mano severa del padre che ci frenava.

    La corda del mi 12 fece: bang!- Ora dobbiamo smettere - dissi alzandomi - mi si spezzata

    una corda.

    Il. ballata: composisione, anche della chitarra sono accordate cia-popolare, per musica e canto. scuna su una nota differente.12. la corda del mi: le sei corde

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  • UNA PAUSA DI RIFLESSIONE

    La signorina riuscita a conquistare la simpatia dei ragazzi e vorrebbeoffrire loro un modo nuovo e pi idoneo per divertirsi, dopo aver compiutoi loro doveri di scolari. Ma in quella casa si seguono metodi un po' anti-quati; tuttavia il canto viene accolto con gioia e con la partecipazionedi tutti.Se rifletti puoi notare che la simpatia e l'affetto sono sentimenti reciprocii quali danno gioia e serenit. Anche il gioco importante per i ragazzi.Vuoi esporre quali sono le persone a cui sei affezionato e per quali mo-tivi 7 Quali sono i giochi che maggiormente ti attraggono7

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  • Un Natale austriaco

    Il Natale si andava avvicinando. Intorno alla grande tavolanella stanza delle piccole avevamo lunghe confabulazioni 1 per de-cidere che cosa preparare per il padre e la baronessa Matilde, e perla nonna che viveva in un castello vicino a Vienna,

    Avevo suggerito che ciascuno dei bambini preparasse anche unasorpresa per ognuno dei fratelli. Tutto questo ci teneva molto oc-cupati. La grande tavola era coperta di carte, di colori, di pennelli,di gomitoli di lana, di aghi e di ferri da calza. Presto anche la stanzadei ragazzi si trasform in laboratorio, con l'odore della colla inaggiunta allo speciale odore dei topi bianchi di Werner.

    Mentre le mani lavoravano, nemmeno la lingua rimaneva ferma.Imparavano pastorali di Natale; una ogni sera, scelte dal tesoroche avevo raccolto andando con il gruppo dei ragazzi del MovimentoGiovanile Oattolico Austriaco da un paese all'altro delle Alpi. Avolte ci si fermava in valli nascoste o in fattorie isolate di montagna,per ascoltare i canti popolari tramandati da secoli.Avevamo scopertocos i pi bei canti natalizi e ne conoscevo a dozzine.

    Una sera la baronessa Matilde era uscita per passare la notte dallasorella ammalata. Oon i ragazzi decidemmo di fare una prova ge-nerale di tutte le nostre canzoni. Maria, che gi suonava dei pezzi :facili sul violino, avrebbe cercato di accompagnare i cori.

    Scendemmo e con perfetta disciplina ci mettemmo a sedere sulgrande divano davanti al caminetto e sulle comode sedie. Ma inquel modo eravamo distanti gli uni dagli altri e non potevamo unirecos bene le voci come quando ci era capitato di sedere sul morbidotappeto, tutti in gruppo. Non resistemmo alla tentazione di farlo.Agata prese la mia chitarra, perch le avevo insegnato l'accompagna-mento delle canzoni pi semplici. Maria con le guance rosse per

    1. confabulazioni: colloqui familiari, conversazioni domestiche.

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  • l'eccitazione, sonava il motivo, mentre noi cantavamo a tre vociIn dulci iubilo. D'improvviso qualcuno apr la porta.

    - Pap" pap - gridarono i bambini e si strinsero attornoall'alta figura ferma sulla soglia. Eccolo dunque, e noi sedevamo perterra! Mi alzai con calma, raccolsi la chitarra e la posai sul divano.Intanto il Capitano aveva baciato tutti i bambini e mi venne incontroper salutarmi tenendo in collo Martina.

    - Sono dolente, Capitano - dissi.- Di che cosat - Poi sottovoce - Oh! capisco, doveva essere

    una sorpresa per Natale. Ma non si crucci, lo stesso una sorpresa:bambini, non posso credere a tutto questo. proprio straordinario!Fatemi sentire ancora qualcosa. No, non accendiamo la luce. Met-tiamoci a sedere qui. Venite.

    Sedette lui stesso comodamente sul pavimento, appoggiandosicon le spalle ad una delle pesanti poltrone, e facendo sedere le duepiccole sulle ginocchia.

    - Avete imparato una nuova canzone! Quale~ Ripetetela.- Una nuova canzone' - fecero i bimbi in coro - Solo una.I!- Che cosa volete drej - domand il padre. E poi, stupito:

    - Friiulein, sta cercando qualche cosa~Ero rimasta in piedi, non potevo credere ai miei occhi.- N...no - e mi sedetti sul divano.- No, venga qui con noi, sul tappeto. Non le pare pi familiare'Non lo avevo mai dubitato. Cosmi unii al gruppo e ricominciam-

    mo a cantare e fin per diventare una serata assai piacevole.Ogni tanto il Capitano ci interrompeva:- Ma, bambini, bambini, non meravgloso !Il suo entusiasmo cos genuino 2 era contagioso. Lod molto

    Maria e Agata per la loro abilit nel suonare e d'un tratto prese luistesso il violino e attacc il delicato preludio 3 di una delle nostreantiche ballate. E poi ne cantammo tutti i ventidue versi. La chitarraSuon solo due battute dopo che le voci tacquero, ma il violinocontinu a suonare molto dolcemente. Nessuno si muoveva. D'untratto il Capitano si ferm e come destandosi da un sogno mise gilo strumento.

    - Non pensavo che avrei suonato ancora! - disse con un pro-fondo sospiro. Poi aggiunse dei ceppi nel caminetto per ravvivarela fiamma che si era abbassata, e domand: - Adesso, ragazzi,

    2. genuino: spontaneo, immediatotanto che si diffondeva anche tragli altri.

    3. preludio: la parte iniziale diuna composizionemusicale.

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  • ditemi le notizie. Come va la seuola' E tu come stai, pccolat -e con tenerezza strinse la testina di Maria contro la spalla. Cominciun rumoroso chacchiero. Dopo che i bambini ebbero parlato dellascuola, vollero a loro volta sapere tutto della battuta di caccia.Le bimbe piccole scoprirono che le tasche del padre erano pienedi code di coniglio con le quali si sarebbe potuto fare un mantello dipelliccia per l'orsacchiotto di Martina. Peccato fossero ormai leotto e fosse gi passata l'ora di coricarsi!

    Era giunto il sabato avanti la prima domenica di Avvento.!Durante la colazione chiesi a Maria:

    - Dove mettete di solito la corona dell'Avvento - Dove mettiamo che cosa'Ero stupita.- Non preparate dunque ogni anno la corona dell'Avvento - No, non l'abbiamo mai fatto. Che cos'M- una grande corona fatta con ramoscelli di abete, su cui

    si infilano quattro candele per le quattro domeniche di Avvento. Siusa metterla nella stanza di soggiorno. Ci ricorda che s'avvicinail Natale. Si accendono le candele e si cantano le pastorali.

    - Chebello!Non possiamo averne anche da noi una quest'anno!Per piacere, pap, compra una grande corona di Avvento per noi.

    - Non si comprano le corone dell'Avvento. Possiamo Iareelafacilmente anche noi, - interruppi io e spiegai al Capitano che oc-correvano circa due cesti pieni di ramoscelli di abete e, se fossestato possibile, una di quelle vecchie ruote di carro che avevo vistonel magazzino degli attrezzi.

    - Che cos'altro!- Un gomitolo di spago, quattro candele di cera e 6 metri

    di nastro di seta rossa.TI Capitano si offr di acquistare tutto in citt. I ragazzi erano

    eccitati al pensiero della corona dell'Avvento e ansiosi che fossepronta in tempo. Al giardiniere fu ordinato di tagliare i ramoscellidi abete e i ragazzi corsero nel magazzino degli attrezzi a cercarela ruota, e a pulrla prima di portarla nella stanza delle bambine.

    Poi ci ponemmo all'opera. I bambini prendevano dal cesto iramoscelli e me li passavano, io li arrotolavo alla ruota, fssandolicon lo spago. Ci volle abbastanza tempo perch era una coronagrande. Si dovettero piantare quattro grossi chiodi a eguale distanzasulla ruota perch servissero da portacandele. Avevamo appena

    4. Avvento: periodo che precede il Natale e che inizia quattro do-meniche prima.

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  • finito e stavamo ripulendo il pavimento quando il Capitano torn dallacitt. Cos le candele furono infilate sui chiodi, il nastro rosso futagliato in quattro parti eguali che vennero legate alla corona perappenderla al soffitto. La nostra prima corona di Avvento era finita.

    - Che cosa posso fare per lei, ora? - domand il Capitano.Ero indecisa.

    - Dovrebbe pendere dal soffitto nel centro della stanza disoggiorno, ma poich questa casa non ha una stanza di soggiorno,possiamo metterla qui, nella stanza delle bambine, sopra la grandetavola rotonda!

    TI Capitano sal sulla tavola, armato di chiodi e di martello.Tutti noi tenevamo la corona ed egli la fiss al soffitto. D'un trattosi ferm, tra il picchiare di un chiodo e di un altro, e guardando giverso di me, disse corrugando la fronte:

    - Perch ha detto che questa casa non ha una stanza di sog-gornoj

    - vero, - dissi, - non l'ha.- E che cosa sono allora la grande sala e il salotto piccolo,

    la biblioteca e la stanza della musioaj- No, - insistei, - non la stessa cosa. Padre, madre e figli

    devonovivere nella stessa stanza, lavorare, leggere, giocare e scriverel, tutti insieme. Quella la stanza di soggiorno.

    TI Capitano fin e scese. Tutti ci tirammo indietro per ammirarela bella e grande corona con le sue quattro candele. Dava a tuttala stanza un'aria di festa e anche un odore di festa.

    - Che cosa si deve fare dopo? - domand Agata.- Ecco, questa sera la famiglia si raccoglier sotto la corona

    e vostro padre legger il Vangelo della prima domenica di Avvento.Poi accender una delle quattro candele e tutta la famiglia cantercanzoni natalizie e pastorali. La settimana prossima accenderemodue candele, l'altra ancora tre, e infine quattro.

    - Come mai sa tutto questo?- un'antica tradizione popolare, una delle tante.- Una delle tante: ne ha altre in riserva per noi?Mi venne da ridere.- Forse qualcuna.- Benissimo, allora, - il Capitano raccolse i chiodi rimasti

    e il martello, - ci troveremo questa sera dopo cena sotto la coronadell'Avvento, nella nostra nuova stanza di soggiorno.

    Questa era una frecciata 5 per me. Non potevo gnorarla, sia

    5. frecciata: discorso malizioso.

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  • che fosse un semplice scherzo, sia che fosse una critica alla mia os-servazione sulla stanza di soggiorno familiare. Era stato il pensierodominante che mi aveva turbata durante la settimana: il fatto chela famiglia si trovasse riunita solo all'ora dei pasti. Nel resto dellagiornata non si pensava nemmeno che i ragazzi potessero trovarsi in-sieme. Pareva che i maschi dovessero stare nella loro stanza, lebimbe pi grandi nella loro, e a tutti veniva ripetuto ogni tantodalla baronessa Matilde che non avevano niente a che fare nellastanza delle piccole. Quando i pi grandi avevano cominciato a bus-sare gentilmente all'uscio della nursery 6 con un timido: Possiamoentrare! ero a volte tentata di dire: Smettetela con queste scioc-chezze. Non siete tutti una sola famiglia! .

    Ma ci esulava 7 dal mio compito. Era una delle tante legginon scritte. Mi rimaneva semplicemente incomprensibile come sipotesse dividere una famiglia in tre parti, che per forza finivanoper litigare fra loro. Avevo cercato di sapere il motivo dalla baronessaMatilde, ma non fu capace di spiegarmelo. Seppi solo che l'abitudinedi molte case aristocratiche era di avere una governante per i pigrandi, una bambinaia per i piccoli e magari un precettore per imaschi. Sfortunatamente succedeva che queste governanti si ingelo-sisserol'una dell'altra e insegnassero ai rispettivi allievi di fare dispettia fratelli e sorelle.

    Tale stato di cose mi addolorava. Mi avevano detto che il miocompito era di stare nella nursery e che non avevo nulla a che farecon Rupert, Werner, Agata e Maria, eccetto per le lezioni da im-partire a quest'ultima. Volendo agire correttamente avrei dovutomandare via i grandi, anzich insegnare loro a cantare in coro. Einoltre era di mia competenza dare, come avevo fatto poc'anzi, unapprezzamento sulla stanza di soggiorno' Mi sentivo preoccupatapensando alla baronessa Matilde. Per nessuna cosa al mondo avreivoluto recarle dispiacere. Che cosa avrebbe detto di fronte a questanuova stanza di soggiorno e all'idea dei ragazzi tutti riuniti ~ Mami consolai al pensiero che proprio lei soleva rimandare tutto alCapitano, dicendomi che ogni cosa andava fatta secondo i suoidesideri. Dopo tutto era stato lui a dichiarare la nursery nuovastanza di soggiorno familiare, non io. Questa per sarebbe statal'ultima volta che mi sarei intromessa in qualche cosa estranea almio preciso compito. Fu da parte mia una risoluzione ferma e solenne.

    Dopo cena, insieme con la baronessa Matilde, che era rientrata

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    6. 'I1A/,rsery: camera dei bambini.7. esulava: non era compreso, era estraneo.

  • dalla visita alla sorella, ci riunimmo nella nuova stanza di sog-giorno. Il Capitano lesse la pagina del Vangelo della prima domenicadi Avvento, e accese una candela. Eravamo tutti seduti intorno allatavola rotonda, sulla quale ardeva, ritto in un candeliere, un grossocero rosso. Questa era stata una mia sorpresa per i ragazzi. Lo avevoportato da Nonnberg in occasione della mia ultima visita.

    - Questo il cero dell'Avvento, - spiegai loro. - il simbolodi Cristo, che noi chiamiamo la Luce del mondo. Deve ardere cosogni sera fino a Natale, secondo un'altra tradizione popolare -aggiunsi rivolgendomi al Capitano. Quando udii anche la voce sot-tile della baronessa Matilde unirsi al nostro coro, ogni mia preoccupa-zione spar e mi lasciai andare a godere in pieno la bella corona,le limpide voci dei fanciulli e il suono del violino del Capitano.

    ( Babbo Natale l) non viene per i bimbi austriaci. Nessuno scendedal camino a empire le loro calze; la cosa non cos semplice. InAustria, piccoli e grandi devono scrivere una lettera al BambinoGes durante la prima domenica di Avvento. Si crede che vengadal cielo Lui stesso personalmente, la notte di Natale, accompagnatodagli Angeli, a portare l'albero con tutte le sue cose meravigliose.Questa lettera molto importante, perch vi si manifestano i pisegreti desideri e alla fine si formula una promessa. Poi la si mettesul davanzale della finestra prima di andare a letto, e il primo sguardoal mattino per accertarsi che la lettera sia partita. Le lettere deibambini buoni scompaiono subito dopo la prima notte. Altri bam-bini devono aspettare invece due o tre giorni e, se ci accade, ci sisente molto ansiosi. Si sar in tal modo indotti a mangiare gli anti-patici spinaci, a mettere bene in ordine sulla sedia accanto al lettogli abiti e le scarpe.

    Finita di cantare l'ultima pastorale, ancora intorno alla tavola,ci mettemmo tutti a scrivere la nostra lettera di Natale. Dopo averpensato un poco, scrissi:

    ( Caro Ges Bambino, la mia vita in questa casa sarebbe tantopi facile se tu volessi portare a ciascuno di questi bambini un paiodi scarpe chiodate, un impermeabile e un paio di guanti di lana.lo non ho bisogno di nulla dato che in ogni caso torner a Nonnberg l).

    S'era appena spenta l'eccitazione della prima domenica di Av-vento che sopraggiunse il 6 dicembre, uno dei giorni pi importantiin una casa in cui vi siano dei bambini, perch la vigilia di quelgiorno San Nicola scende sulla terra a visitare tutti i piccoli.

    San Nicola un santo vescovo del secolo VI, ed essendo statoInolto buono e caritatevole con i bambini e con i giovani, Dio per-Inette che ogni anno, nella sua festa, possa venire a trovare i suoi .

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  • 8. mitria: copricapo del vescovo,alto e rigido, a due punte.9. pastorale: bastone alto con la

    punta ricurva, usato dal vescovonelle cerimonie solenni.lO. albume: il bianco d'uovo.

    piccoli amici. Scende dal cielo con i paramenti da vescovo, con lamitria 8 in capo e il pastorale 9 in mano. Tuttavia lo accompagnaKrampus, un diavoletto nero e brutto, con la lingua rossa e lunga,un paio di corna e una lunga coda. Quando San Nicola entra in unacasa, trova tutta la famiglia riunita in attesa, e i genitori lo salutanodevotamente. Poi egli interroga i bambini sul catechismo. Essidevono ripetere una preghiera o cantare una canzoncina. Dagliammonimenti che d appare come egli sappia tutto di ciascuno,ogni fatto pi nascosto dell'anno trascorso. A tutti i bambini buoniviene dato un sacchetto di mele e noci, fichi e prugne secche e dolcideliziosi e paradisiaci. I bambini cattivi, invece, devono prometteremolto seriamente di cambiare vita. Altrimenti Krampue li portervia, e gi brontola e fa tintinnare una pesante catena. Ma il santovescovo non lascer toccare nessun bambino. D ascolto alle lagrimealle promesse, dette con la voce rotta dai singhiozzi, ma pu acca-dere che invece di un sacchetto di dolci, qualche bimbo abbia indono una verga, la quale sar tenuta in vista come simbolo del pas-sato comportamento del bimbo e a ricordo delle promesse per ilfuturo.

    Il giorno 5 l'eccitazione era grande. Appena si fece buio ci riunim-mo nell'anticamera a guardare nel viale attraverso le ampie vetrate.La mano di Martina era stretta alla mia e la sua personcina a metnascosta dalla mia gonna. Si poteva quasi sentire battere il cuoredi Giovanna e l'aria di superiorit di Edvige non riusciva a nascon-dere il suo stato d'animo.

    D'un tratto si cominci a vedere un luccicho fra i rami spogli.Un'alta figura con in mano una lanterna e un lungo bastone, svoltnel viale, seguita a breve distanza da un ometto nero. La pesanteporta si spalanc. ed entr il santo vescovo, salutato con inchini dapiccoli e grandi. La barba bianca che gli scendeva sul petto tradivala sua et avanzata. Nessuno aveva potuto vedere che una mezz'oraprima, Hans, con l'aiuto di un albume lO sbattuto se l'era lasciatapazientemente incollare sul mento. San Nicola portava gli occhiali,come spesso accade alle persone -anziane, gi sulla punta del naso.Doveva farlo senz'altro perch la sua vista era tanto buona che gliocchiali di Resi quasi lo accecavano. Dopo che si fu seduto diede areggere la lanterna al Capitano, poi tir fuori da sotto al mantellobianco un grosso volume con una grande croce d'oro. Attraverso la

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  • carta bianca che lo ricopriva si poteva debolmente intravedere untitolo: Enciclopedia da H a H-Z. In quel magico libro erano scrittetutte le molte malefatte, piccole e grandi, commesse dai bambini diquella casa. incredibile come San Nicola fosse bene informato suWerner che aveva marinato per tre volte la lezione di greco; o suEdvige che aveva pizzicato Martina; o su Rupert che aveva fumatodi nascosto; o su Maria che aveva studiato il violino molto pi alungo di quanto le avesse permesso il medico; su Resi, la cuoca, cheaveva una volta bruciato il dolce della domenica e, per nascondereil guaio, lo aveva gettato nel letamaio; s Bepi, il giardiniere che erastato spessopigro al mattino. E San Nicola scoteva il dito e guardavaseveramente i colpevoli che venivano via via chiamati ai suoi piedi.Tutti si mostravano molto pentiti e promettevano con fervore dicambiare vita. Poi il santo vescovo si alz e fece un cenno verso laporta: un gran sacco fu spinto dentro e San Nicola I'aperse, C'eraun cartoccio di frutta e di dolci per ciascuno, eccetto Resi che ebbeinvece un grossobastone, e dovette anche baciare la mano al vescovo.Dopo un ultimo ammonimento e una benedizione, quel sant'uomolasci la casa.

    Quanti giorni mancano a Natalej era la domanda ansiosa diogni mattina. Una mattina, quando la risposta fu: Soltanto sette ,appena scesi trovammo insolitamente chiusa la porta del saloneche era sempre spalancata. Nuova eccitazione; significava che ilSanto Bambino era dentro assistito dagli Angeli a preparare la salaper il Natale. Da quel momento passando vicino a quella porta ibambini camminavano in punta di piedi e parlavano sottovoce conriverenza.

    Alla sera continuava fitto il bisbiglio, quando i bambini erano datempo a dormire e il Capitano e la baronessa Matilde e io eravamoafIaccendati dietro la porta segreta intorno all'albero ancora nudo,ad aprire pacchi, scrivere auguri natalizi, mettere candeline di ceranei piccoli portacandela che sarebbero stati appesi ai rami verdi.Lentamente, ma senza sosta, la grande sala cominci a sembrareil reparto giocattoli di un grande magazzino. Dai tanti pacchi vennerofuori tutte le splendide cose della nostra moderna industria digiocattoli: una casa delle bambole e una cucina di bambola, unacarrozzella con un bel bambino, e naturalmente corredi completi dibiancheria, biberon, vasca da bagno ecc...; libri illustrati, un trenoelettrico, un fucile, un fonografo con dischi; ancora libri e ancoragiUOChi,una nuova chitarra, pattini a rotelle e sci. Mai nella mia vitaavevovisto tante belle cosetutte insieme. TI guaio era chenon riuscivo

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  • Il cio, le bambine pi piccolecredevano che al di l della portaci fossero gli angeli.

    12. cascate: decorazioniabbondantie ricadenti come una cascata diacqua.

    a fissare la mente sul mio compito, che era di svolgere e disporreperch provavo la tentazione di immergermi nei giuochi, di cambiarela biancheria al bambolotto, di sfogliare i libri. Tutto quanto il cuoreamoroso di un padre pu acquistare col denaro era riunito intorno algrande albero. Mi sentivo come nel paese delle fate. Ero ubriaca diNatale, contavo anch'io le ore che ancora mi separavano dal momentoin cui poter entrare nel regno di Cristo Bambino e degli Angeli.

    Ecco finalmente il 23. I bambini avevano cantato tutto il giornoil tradizionale Domani un Bimbo ci sar donato, quieti e buoni einsolitamente servizievoli, sapendo che la casa, e specialmente laloro stanza, era sotto la continua vigilanza degli Angeli che andavanoe venivano nella stanza del Natale. Solo Rupert e Agata sembravala sapessero pi lunga, ma da Maria in gi la fede non era scossanei santi avvenimenti che si svolgevano dietro la porta chusa.l!Ma come, non avete forse trovato un filo d'argento per la scala e undolce legato con filo rosso accanto alla porta'

    Questa ultima sera era riservata alla decorazione dell'albero.Il tronco era alto almeno 5 metri. Il Capitano, ritto su una scala,si occupava della cima, mentre la baronessa Matilde e io ci davamoda fare con i rami pi bassi. V'erano dolci di varia pasta, Lebkuchen eSpanischer Wind, caramelle e cioccolatini involtati in carta crespata,figure e simboli in pasta di mandorle, noci dorate e piccole mele emandarini; tutte queste cose furono appese con cordoncini rossiall'albero. Poi fu la volta di centoventi candeline di cera, cascate 12di stagnola sui rami e catene di carta stagnola che dondolavanolievemente tutt'intorno. Per ultimo il Capitano fiss in cima unagrande stella d'argento. Poi ci scostammo per ammirare il pi bel-l'albero di Natale che avessi mai visto nella mia vita. Le tavolelungo le pareti erano cos cariche di doni che le tovaglie bianchescomparivano.

    L'indomani era il gran giorno, la santa vigilia come la si chiamain Austria. Era nevicato tutta la notte. Andammo in chiesa coni ragazzi pi grandi. La chiesa era piena come fosse domenica. Tuttivanno a confessarsi nella santa vigilia e cos ci tocc aspettare in filail nostro turno. Era di buon'ora e fuori ancora buio come la notte.Nella chiesa non c'era luce elettrica e tanto meno riscaldamento.La gente aveva portato con s le candele e le aveva fissate sul banco,e reggendo il libro di preghiere con le mani inguantate di morbida

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  • lana, alla luce della fammella poteva seguire le parole dell'anticoinno dell'Avvento, che l'organo accompagnava dolcemente, can-tato dall'intera comunit dei fedeli: Dal cielo piove il Giu8to. Albagliore delle candele, s'intravedeva una nuvola di vapore davantia ogni bocca. Dall'abside, dov