la documentata verita’ colombo”, e con articoli sui ... · dopo aver sostenuto, per oltre...

12
. Pietro Canepa LA DOCUMENTATA VERITA’ SUL “PRESUNTO” COLOMBO CUCCARESE Cuccaro 2012 INTRODUZIONE Dopo aver sostenuto, per oltre vent’anni, la tesi del Colombo cuccarese, attraverso le ricerche del Comitato Colombiano Monferrino; nel libro “Cuccaro: c’era una volta…”; nella monografia “L’altro Colombo”; negli Atti del Congresso Colombiano 1999; nei dépliants; nel film “Cuccaro e Colombo”, e con articoli sui giornali, sento il dovere di affrontare ancora una volta l’annosa questione, per fare il punto della situazione, in seguito alla scoperta di atti notarili che illustrano la vera discendenza del Domenico Colombo di Cuccaro, già presunto padre del grande Cristoforo. Queste sacrosante pergamene del 1400, che godono di riconoscimento giuridico-legale, ci fanno purtroppo concludere che il presunto Cristoforo cuccarese non è mai esistito , se non nella macchinosa messa in scena architettata dal Baldassarre Colombo di Cuccaro, noto per il suo intervento nella causa di Spagna per la successione al Maggiorasco del Navigatore. Accettata la “sconfitta”, questi documenti mi costringono ora a dissociarmi da coloro che continuano a raccontare la vecchia storia, per non essere un giorno accusato di continuare a mungere finanziamenti pubblici a sostegno di una causa ormai compromessa: un furto in piena regola, che mi fa ricordare la massima: “Se vuoi essere assolto, devi prima restituire”: una terribile trappola, senza via d’uscita! Meglio mille sconfitte, alleviate dalla consapevolezza che, sull’altro piatto della bilancia, c’è la “storia”, che, dopo quattro secoli, finalmente conosce quale è la verità. L’autore

Upload: hathuy

Post on 17-Feb-2019

222 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

. Pietro Canepa

LA DOCUMENTATA VERITA’

SUL “PRESUNTO”

COLOMBO CUCCARESE

Cuccaro 2012

INTRODUZIONE

Dopo aver sostenuto, per oltre vent’anni, la tesi del Colombo

cuccarese, attraverso le ricerche del Comitato Colombiano

Monferrino; nel libro “Cuccaro: c’era una volta…”; nella

monografia “L’altro Colombo”; negli Atti del Congresso

Colombiano 1999; nei dépliants; nel film “Cuccaro e

Colombo”, e con articoli sui giornali, sento il dovere di

affrontare ancora una volta l’annosa questione, per fare il

punto della situazione, in seguito alla scoperta di atti notarili

che illustrano la vera discendenza del Domenico Colombo di Cuccaro, già presunto padre del grande Cristoforo. Queste

sacrosante pergamene del 1400, che godono di

riconoscimento giuridico-legale, ci fanno purtroppo

concludere che il presunto Cristoforo cuccarese non è mai esistito, se non nella macchinosa messa in scena architettata

dal Baldassarre Colombo di Cuccaro, noto per il suo

intervento nella causa di Spagna per la successione al

Maggiorasco del Navigatore. Accettata la “sconfitta”, questi documenti mi costringono ora a dissociarmi da coloro che

continuano a raccontare la vecchia storia, per non essere un

giorno accusato di continuare a mungere finanziamenti

pubblici a sostegno di una causa ormai compromessa: un furto

in piena regola, che mi fa ricordare la massima: “Se vuoi

essere assolto, devi prima restituire”: una terribile trappola,

senza via d’uscita! Meglio mille sconfitte, alleviate dalla

consapevolezza che, sull’altro piatto della bilancia, c’è la

“storia”, che, dopo quattro secoli, finalmente conosce quale è

la verità.

L’autore

. 2 CAMPANE A FESTA PER 50 ANNI

Su “La Voce di Cuccaro” di giugno 2008, avevo annunciato

di aver sottoscritto un BTP di cinquemila euro, grazie al

quale, se viene ritrovato anche un solo atto notarile, dal

quale risulti che il Domenico Colombo di Lancia ha avuto,

fra i suoi figli, anche un Cristoforo, il parroco pro tempore di

Cuccaro è autorizzato a prelevare le cedole di detto BTP

(duecento euro), per consentire il suono delle campane a festa,

il mezzodì del 12 ottobre (scoperta dell’America) di ogni

anno, e ciò per i successivi cinquant’anni. Sarebbe il felice

coronamento di una lunga ricerca, iniziata nel 1988 con la

consultazione degli archivi parrocchiali, che registrano le

nascite e le morti di tutti i nostri concittadini in questi ultimi

450 anni. Mi aveva però colpito un particolare: che la

famiglia Colombo non avesse mai rinnovato il nome di

Cristoforo: segno evidente che detta famiglia non aveva mai

avuto a che fare con lo Scopritore del Nuovo Mondo

Cristoforo Colombo. E’ stata questa constatazione a farmi

decidere di affrontare la questione delle origini del Cristoforo

monferrino, presunto originario del castello di Cuccaro,

finché. nel 2006, dopo quattro secoli di ricerche, ecco il

ritrovamento, ad opera del Prof. Bruno Ferrero, a Casale,

nell’Archivio Dalla Valle, di atti notarili (pergamene) del

1400, che illustrano la vera discendenza, fino alla quarta

generazione, del Domenico Colombo di Cuccaro. Da questi

documenti (che ora presenteremo), risulta inequivocabilmente

che il “presunto” Cristoforo cuccarese in realtà non è mai

esistito.

3

ECCO I DOCUMENTI DELLA VERITA’ (ricavati dalla ricerca B. Ferrero)

--24 gennaio 1444: Alla richiesta di Domenico Colombo

(presunto padre del grande Cristoforo, ma invece padre

soltanto di Battistina e Bartolomea), di poter adottare

Luchino, per avere un maschio al quale poi lasciare il proprio

feudo (che altrimenti dovrebbe essere ereditato dal fratello

Franceschino, come previsto dalla legge del feudo), il

marchese di Monferrato, Giovanni Giacomo, risponde

autorizzando l’adozione di Luchino, “come se fosse suo vero

figlio, affinché possa succedere nei beni di Domenico sia

feudali che allodiali”. “Concedimus prefato Dominico amplam facultatem assumendi

predictum Luchinum in eius filium adoptivum ita (ut) in bonis eiusdem

Dominici tam feudalibus quam allodialibus succedere possit, ac se ex

ipso Dominico genitus et procreatus foret”.

Domenico adotta Luchino e gli concede in sposa la figlia

Bartolomea.

--1° giugno1450 : Il testamento di Domenico lo leggiamo

nella trascrizione settecentesca di una pergamena che si stava

annerendo e che ora è per gran parte illeggibile. Da tale

trascrizione apprendiamo che Domenico lascia Luchino suo erede universale, come confermato dagli atti notarili che qui

di seguito riproduciamo.

. 4

-1°giugno 1450: Nello stesso giorno, Franceschino, pur

amareggiato per la decisione del fratello Domenico, scrive:

“Il nobile Franceschino ratifica e approva l’adozione di

Luchino nonché il testamento di Domenico…anche se in

detto testamento ci siano cose che tornano di detrimento allo

stesso Franceschino, qualunque sia la natura del feudo, nel

quale Luchino di diritto non potrebbe succedere, dovendovi

invece succedere Franceschino o i suoi eredi”. “Nobilis Francischus…ratificat et approbat dictam adoptionem factam

de ipso Luchino… nec non et testamentum factum per ipsum

Dominicum…etiam si in ipso testamento essent aliqua que…tenderent in

preiudicium ed detrimentum ipsius Francisci…quacumque natura esset

feudum, in quo idem Luchinus succedere non posset de iure, sed deberet

succedere ipse Francischus vel eius eredes”.

--8 novembre 1457 : Marieta (moglie di Domenico) lascia

eredi universali Battistina, Bartolomea e Luchino.

--3 aprile 1458: (Testamento di Luchino):

“Luchino lascia ai fratelli Colombino, Giobbe e Bonifacio,

figli del fu Franceschino, la giurisdizione e il feudo che il

testatore ha avuto dal nobile Domenico Colombo, fratello

del detto Franceschino”. “Dominus Luchinus de Columbis…legat Columbino, Iop et Bonifacio

fratribus et filiis quondam nobilis domini Francisci de

Columbis…iurisdicionem et feudum quod habet ipse testator ac habuit a

nobili domino Dominico Columbo, fratre quondam prefati domini

Francisci”.

5 ALBERO GENEALOGICO

risultante dai documenti Dalla Valle

DOMENICO COLOMBO (testam.1450)

sp. Marieta (1430)

_______ |

| |

Battistina Bartolomea

sp. Luchino (adoz.1444)

|

Pantasilea

sp. Biagio Bignone

|

Tommaso (m. 1517)

sp. Maddalena Zoppi

|

Pantasilea (junior, m. 1556-7)

sp. in 3° nozze Rolando Dalla Valle

(depositario di questi documenti)

Del presunto Cristoforo (e fratelli) nessuna traccia

. 6

ROLANDO DALLA VALLE

Famoso giurista (1500c-1575), consigliere marchionale,

presidente del Senato di Casale, esperto di questioni famigliari (su cui scrisse quattro volumi, che vennero

ristampati ben 28 volte), nel 1536 sposa Pantasilea junior,

pronipote del Domenico Colombo di Cuccaro (v. albero qui

accanto). Come esperto di questioni famigliari, conosceva

molto bene gli ascendenti della propria moglie, che tra l’altro

gli aveva portato in dote proprio i documenti di famiglia (cioè

le pergamene di cui abbiamo parlato), con la discendenza di

Domenico fino alla quarta generazione. Se fosse esistito un Cristoforo (figlio di Domenico), Scopritore del Nuovo

Mondo, quindi prozio della propria moglie, con orgoglio

Rolando ne avrebbe esaltato le gloriose imprese: neppure una

riga! Anche per lui, quindi,

il Cristoforo cuccarese non esisteva. Rolando muore nel suo feudo di Mirabello, il 14 aprile

1575. A quella data, il Baldassarre Colombo di Cuccaro, che

tre anni dopo sarebbe intervenuto nella Causa di Spagna per

la successione al Maggiorasco del Navigatore, aveva già 32

anni, quindi sapeva benissimo dove trovare i documenti relativi alla famiglia di Domenico. Li avrà sicuramente

consultati, ma siccome non gli facevano comodo, perché

raccontavano una storia diversa, li ha ignorati, ha

confezionato a modo suo l’albero genealogico, ed ha

proceduto alla escussione di testi che avallassero la sua tesi,

come ora vedremo.

7

ALBERO GENEALOGICO NON AUTENTICATO

Nelle Rogatorie, cioè l’interrogatorio dei testimoni a favore

di Baldassarre (stranamente tutti di altri paesi, mentre i

depositari delle tradizioni solitamente sono i concittadini, in questo caso i cuccaresi), che dovevano raccontare ciò che

era successo nella famiglia Colombo di Cuccaro 140 anni

prima, la domanda n. 9 (la più importante, intorno alla quale

ruotano tutte le altre) crolla miseramente dinanzi alla critica

più elementare, quando chiede ai testi: “Se sanno che

Domenico Colombo, figlio di Lancia, abbia avuto per suoi

figli legittimi e naturali Don Cristoforo, fondatore del Maggiorasco, nonché Bartolomeo e Don Diego”. A parte la

stranezza che, nella domanda, c’è già la risposta, ci si chiede

su quali documenti tale genealogia sia stata “confezionata”,

visto che la ricercatrice spagnola, Docente di Storia

dell’America presso l’Università di Madrid, Guadalupe Chocano Higueras, a pag.173 del libro “La cuna y orígenes

de Cristobal Colon”, scrive: “L’albero di Baldassarre non

era autenticato, quindi non ammesso come prova nel

processo, per cui non risulta conservato nelle carte del

processo, dove ci sono tutti gli alberi genealogici dei pretendenti spagnoli delle varie epoche”. Strano caso: la

ricercatrice spagnola del CESCOM, Angelica Valentinetti,

nelle ben 193 pagine che gli Atti del II Congresso

Colombiano Le dedicano, su questo che dovrebbe essere alla

base della tesi colombiana cuccarese, tace…

. 8

RISPONDIAMO ALL’AVV. CASARTELLI

La millantata “novità”, con la quale il Casartelli esordisce

nella trasmissione di Voyager del 3 ottobre 2011: “Io sono il

discendente collaterale di Cristoforo Colombo”, ha suscitato

(come vedremo) la disapprovazione e il ridicolo di storici e

studiosi, perché in realtà egli è il discendente di un

personaggio che a Cuccaro non è mai esistito.

Poi, riprendendo l’affermazione con cui il conduttore

Giacobbo aveva esordito, il Casartelli dice che, nella sentenza del Tribunale delle Indie, “Baldassarre fu

riconosciuto parente di Cristoforo in 8° grado, e gli furono assegnati 2.000 ducati”. Purtroppo, quella sentenza non è mai stata ritrovata, come ci conferma la stessa ricercatrice

spagnola del CESCOM, Angelica Valentinetti, a pag. 63

degli Atti del Primo Congresso Colombiano: “E’ curioso che

in nessuno di questi fascicoli si trovi il dispositivo originale (della sentenza) emesso nel 1608. Strano caso, si potrebbe

dire, visto che l’Archivio di Madrid conserva pressoché tutto

il materiale della causa”.

Quanto alla parentela col grande Navigatore, a pag. 7

abbiamo già dimostrato che l’albero genealogico NON ERA

AUTENTICATIO. Quanto alla assegnazione di 2.000 ducati al pretendente

cuccarese è il caso di precisare che tale assegnazione è la

spettanza di Baldassarre nella suddivisione, fra tutti i

“pretendenti”, della rendita dello Stato di Veragua (l’attuale

Panama), che faceva parte del Maggiorasco. Quindi un

semplice riconoscimento della sua qualità di pretendente.

9

LE DATE CHE NON QUADRANO

1-Una testimonianza particolarmente notevole è quella

dell’adelantado Bartolomeo Colombo, resa in Santo

Domingo nel 1513. Egli disse di “aver cinquant’anni o più

(çinquenta años e más”. Lo storico Aldo Albònico precisa

che l’ atto legale stilato a Santo Domingo il 14 marzo 1513…

è una probanza (atto probatorio) sollecitata dal figlio

maggiore di Cristoforo Colombo, Diego, per accreditare

alcuni diritti dell’eredità paterna: là Bartolomeo affermò di

avere più di cinquant’anni (çincuenta años e más)”. Il calcolo

è presto fatto: 1513-50=1463. Aldo Albònico osserva che la

formula <más > o <más o menos> in genere veniva usata per

occultare parte dell’età…Quindi il nostro (Bartolomeo)

sarebbe nato fra il 1453 e il 1463, quando il padre Domenico

era già defunto (1451).

2- Altra incongruenza: Fernandez de Oviedo (che visse alla

corte dell’infante don Juan con i figli di Cristoforo Colombo,

Diego e Fernando), in “General y Natural Historia de las

Indias”, a pag. 42-45 scrive: “Vivendo Domenico Colombo,

suo padre…Cristoforo Colombo andò in Portogallo…Lì visse

per qualche tempo nella città di Lisbona, da dove, così come

da tutte le altre parti in cui si trovò, da figlio riconoscente,

aiutava il vecchio padre con una parte dei suoi guadagni”.

(Cristoforo vive a Lisbona verso l’anno 1476, quando

Domenico Colombo di Cuccaro era già deceduto da 25 anni.

Le date corrispondono perfettamente con la tesi genovese).

. 10

CHE NE PENSANO GLI STUDIOSI?

1-Il Dr. Carlo Tibaldeschi (forse il più autorevole esponente

del CESCOM), con il quale da tempo sto scambiando lunghi

messaggi, nel commentare il giubilo delle campane a festa

(vedi pag. 2), nel caso si trovasse anche un solo atto notarile

favorevole alla tesi cuccarese, in una e-mail del 16/12/ 2011

ha scritto: “Abbi fede: l’alleluja potrebbe essere non

lontanissimo”. Abbiamo capito: niente “nuovi documenti”

ripetutamente promessi: per ora, come sempre, ci dobbiamo

accontentare di atti di fede!

2-Il Prof. Bruno Ferrero, il noto scopritore dei documenti

Dalla Valle, scrive: “Se i responsabili di Voyager si limitano

a pontificare, con gratuite affermazioni senza contraddittorio,

rendono davvero un cattivo servizio alla loro causa e a

Cuccaro”.

3- Da Savona, lo studioso Giuseppe Milazzo, dopo un

ironico commento, scrive: “Avevo conosciuto due anni fa a

Savona il Presidente del CESCOM: un uomo dalla ‘verità

rivelata’ “

4-Commentando la “sconfitta” subita dai ricercatori

cuccaresi, il colombista Antonio Calcagno (il “convertito”

alla tesi cuccarese, che il 5 marzo 2011 aveva preso parte

all’incontro organizzato dal CESCOM ad Arenzano) ha

scritto: “Lo studioso serio non ricerca ‘la propria verità’, ma

‘la verità’, anche quando è scomoda, per cui lo studioso

onesto non è mai sconfitto. Sto cercando di trasmettere ai

miei figli questo grande valore”.

5-L’altro “convertito”, che pure aveva preso parte al

convegno di Arenzano, Guglielmo Famà, scrive:

11

“Continuare a insistere sulla tesi del Colombo di Cuccaro, si

rischia di cadere nel ridicolo e di essere accusati di

manipolare a proprio vantaggio una ipotesi che non ha

nessuna possibilità di essere accreditata come vera”.

6-Il Prof. Gaspare Demartini, che nel 1991 aveva svolto per noi le ricerche presso l’Università di Pavia, scrive: “Dopo essere stato anch’io contagiato del male colombiano, saluto con sollievo il documento che finalmente riconosce la vera discendenza del Domenico Colombo di Cuccaro, genitore di sole due femmine, per cui ritengo ingiusto il comportamento dell’ ultimo rampollo collaterale dei Colombo di Cuccaro, che cerca visibilità e continuità in una tesi ormai compromessa. Caro amico, cerca di reagire positivamente, nella certezza di aver sempre operato con lealtà di intenti. Un abbraccio”. Gaspare Demartini. 7-Lo storico dott. Carlo Ferraris, aggiornando la sua “Storia del Monferrato” (2° ediz.) con i documenti Dalla Valle, definisce (pag. 243) “false le prove addotte da Baldassarre Colombo, che avrebbe giocato d’azzardo per ottenere l’eredità dello scopritore delle Americhe”. Come si vede, inesorabilmente la verità

si sta facendo strada, a livello culturale,

anche se la “bufala” del Colombo

cuccarese, allevata dal sottoscritto, è

ancora dura a morire, perché consente di

mungere, non latte, ma finanziamenti pubblici.

. 12 Una incredibile scoperta

NON E’ COLOMBO MA ENRICO VII D’INGHILTERRA Sembra una battuta, invece è una realtà, risultante da ricerche

storiche. Il primo ritratto (qui riprodotto) sarebbe il Colombo

(del pittore spagnolo P.

Berruguete), la cui cassetta VHS

acquistai nel 1992 dalla RAI per

150.000 lire. Il relativo quadro

era stato acquistato da un italo-

americano (certo Francesco

Ribaudo), e il giornale di

Genova “Il Secolo XIX” lo

aveva reclamato sotto il titolo:

“Genovesi, riportiamo a casa il

vero Colombo”.

Che il quadro raffigurasse

Colombo, era una asserzione

dell’acquirente italo-americano,

ma una convinzione condivisa

anche da alcuni studiosi colombisti, che in quella immagine

riconoscevano i lineamenti di Cristoforo indicati dallo stesso

figlio dello Scopritore, Fernando, al Cap. III delle Historie:

“Volto lungo e guance alte”.

Da allora, quel ritratto era diventato il simbolo del

“presunto” Colombo cuccarese, esposto nel museo, nonché

nell’ufficio del Sindaco in Comune.

13

Nel corso di una ricerca su Internet, scopro però che il ritratto

qui riprodotto (identico al precedente, eccetto per la

decorazione sul petto) è quello di “Enrico VII d’Inghilterra, Tudor, 1485-1509”, di proprietà della Society of Antiquaries

di Londra.

Onde averne una definitiva conferma,

mando un messaggio alla detta

Society, la quale, in data 20 giugno

2012 (a firma Julia Dudkiewicz,

Collections Manager) ha risposto:

“Con rif. al Ritratto di Enrico VII,

confermiamo che tale quadro

appartiene alla nostra collezione”.

A questo punto (non essendoci più dubbi) siamo certi che il

Colombo cuccarese sicuramente preferisce restare come

sovrano nelle Gallerie internazionali, piuttosto che essere

scambiato per un “presunto” Colombo, in uno sperduto paese

del nostro Monferrato.

. 14 I MARESCOTTI

DISCENDENTI “DIRETTI” DEI COLOMBO

FEDELE COLOMBO

(1783-1850)

Sp.Elisabetta Gardini (1790-1847)

|

------------------------------------------------------------------------------ | |

PAOLA COLOMBO (1811-1861) Mons. LUIGI COLOMBO

Sp. Domenico MARESCOTTI (1808-1881) (1813-1877)

6 figli fra cui Ultimo discendente maschio |

_______________________________________

| | Felice Marescotti (1841-1900) Gio. Batta. Ilario

Sp.Adelaide Novelli Marescotti Colombo (1843-1915)

11 figli fra cui sp. Sofia Fossi (m.1941) | |

------------------- |

| | |

Umberto Cleto -----------------------------------

(m.1924) Sindaco (m.1967) | | |

| Luigi Marescotti Paola Virginia

Adelaide MARESCOTTI (m. 1972) (1881-1923) (1874-1942)

Sp. Rossi Domenico sp. Bisoglio Attilia sp. Cesare Toselli | (ved. Barbiroglio |

_______ _________ dopo 2e nozze) Marcella (m.1982)

| | sp. Mario CASSINELLI UMBERTO MARIO AUGUSTO |

(viventi 2012) -----------------------

| |

Avv. Edoardo notaio Ernesto

Come risulta dall’albero genealogico (ricavato dagli archivi

parrocchiali), i discendenti “diretti” da Paola Colombo

(sorella di Mons. Luigi Colombo, ultimo discendente maschio

del casato), moglie di Domenico Marescotti (abitante in Via

Pragelato, ora Via Aldo Moro), si dividono

14

15

in due rami: dal primo, discende Adelaide Marescotti

(madre dei viventi Dr. Umberto Rossi e il fratello Avv. Mario Augusto); dal secondo, discendono Gio. Batta. Ilario Marescotti Colombo (abitante a Roma), padre di Luigi Marescotti Colombo, marito di Bisoglio Attilia (che tutti

abbiamo conosciuto perché deceduta nel 1990), nonché i Cassinelli (che nel 1988 ho incontrato nella loro casa di

Strevi).

TUTTI I BENI DEI COLOMBO EREDITATI DAI MARESCOTTI 1—Il Castello, che Mons. Luigi Colombo aveva assegnato al

ramo “romano” di Gio. Batta. Ilario Marescotti Colombo (a

scapito dei “laici” di Via Pragelato), dopo una ventennale

vertenza (conclusasi nel 1946) fra gli eredi Cassinelli e la

Attilia ved. Luigi Marescotti Colombo, toccò ai Cassinelli,

che poi lo vendettero agli attuali Boccalatte. Alla Attilia

toccarono la casa di abitazione e le terre, compresa la

cascina Colombina. Ai “laici” di Via Pragelato fu però

assegnato il Teatro del castello (come indicava una scritta in

latino tradotta da D. Caprino): un enorme salone che nel 1948

fu venduto all’ex sindaco Bisoglio Giuseppe dalla Adelaide Marescotti (madre dei citati dr. Umberto e avv. Mario

Augusto).

2—Il terreno con rustico, sul quale si ergeva il Castrum (cioè il fortino, di proprietà dei Colombo, che si trovava sulla

Mota, ai piedi di Via Montalto, spesso menzionato in atti

notarili del 1400), ora risulta venduto nel 1903 da

. 16

Umberto Marescotti (fratello del nostro ex-sindaco Dr.

Cleto) a Nano Luigi, nonno materno della sig.ra Luisa Novelli in Panizza, che su quel terreno costruì, nel 1984, la

villa che tuttora possiede. L’atto di vendita era stato rogato, a

Fubine, dal notaio Gio. Battista Roveda, il 13 dicembre 1903.

A questi beni ereditati, potremmo aggiungere i preziosi

ricordi lasciati da Mons. Luigi Colombo ai discendenti

Marescotti: il medaglione d’argento donato da Pio IX al suo

Prelato Domestico, in occasione dell’apertura del Concilio

Ecumenico in data 8 dicembre 1869, nonché il Reliquiario

(con sigillo Vaticano) che il Mons. aveva donato a Felice

Marescotti ( figlio della Paola Colombo), in occasione del

matrimonio di quest’ultimo con Adelaide Novelli nel 1861.

L’OSTRACISMO DEL MONSIGNORE Nel nostro museo, stranamente non troverete l’unico,

autentico “cimelio” della famiglia Colombo: cioè l’autografo

che Mons. Luigi Colombo apponeva nei registri parrocchiali

quando, durante le vacanze estive a Cuccaro, celebrava le

Messe per il legato Colombo. “Colpevole” di aver lasciato

(come abbiamo visto) tutti i beni dei Colombo ai Marescotti,

(“diretti” discendenti della sorella Paola Colombo, andata

sposa a Domenico Marescotti il 18 maggio 1830), il suo

autografo non è stato mai esposto. Lo riportiamo noi, almeno

per dovere di cronaca.

17

IL COMITATO COLOMBIANO MONFERRINO (C.C.M.)

(Presidente Pietro Canepa)

Vediamo le molteplici attività in cui è rimasto coinvolto.

--1989: Consultazione degli Archivi parrocchiali e

conseguente pubblicazione ( a spese del Comune) di

“Cuccaro: c’era una volta…”.

--31/10/1990: Il Comune di Cuccaro, con delibera n. 61,

costituisce il C.C.M. (del quale fanno parte Pietro Canepa

come Presidente, Luciano Buscaglia come Tesoriere; mentre

fra le personalità di spicco vi aderiscono: il Prof. Geo

Pistarino Preside dell’Univ. di Genova, l’on. Giovanni Sisto,

il Dott. Ugo Cavallera, il Dott. Gianpaolo Brizio (della

Regione), il Prof. Giuseppe Colli, Nils Liedholm, ecc.

--Ottobre 1991: Inizio ricerche colombiane: ad Alessandria

(R. Livraghi), a Torino (R.Busetto), a Pavia (G. De Martini),

ad Acqui (G. L. Rapetti), a Piacenza (P. Galimberti).

--6/2/1992: Erogati dieci milioni (per ricerche) da Carla

Spagnolo, Presidente Consiglio Regionale.

--14/2/1992: Erogati venti milioni da Istituto S. Paolo di

Torino.

--2/6/1992: Il Presidente del C.C.M. anticipa (di tasca propria)

tre milioni alla ditta CUBRA (Novate Milanese) per la

produzione della targa di bronzo (da installare sull’ingresso

del Comune).

--14/6/1992: Inaugurata (presente il Vescovo Carlo Cavalla)

la lapide in latino sulla nuova canonica.

.

18

--9/7/1992: Erogati venti milioni (per manifestazioni

colombiane) da Gianpaolo Brizio (Presidente Giunta

Regionale).

--10/10/1992: Versati alla Tipografia Battezzati (Valenza)

dodici milioni per la monografia “L’altro Colombo” (poi

tradotta in spagnolo dagli italiani in Argentina).

--19/10/1992: Presentata la monografia “L’altro Colombo”

nel corso di una conferenza stampa in Regione.

--25/10/1992: Sponsorizzazione e inaugurazione del Piazzale Cristoforo Colombo. Nel pomeriggio: Inaugurata la

lapide, con targa di bronzo, sull’ingresso del Comune.

--27/9/1997: Alla Costituzione del CESCOM, Presidente è

l’Avv. G. Casartelli e Segretario è il Presidente del C.C.M..

--2001: Curata la pubblicazione degli Atti del Congresso

Colombiano (dove il C.C.M. figura nel Comitato

Organizzatore del Congresso tenutosi il 27/3/1999).

--2004: Pubblicata (a spese del Comune) la 3° ediz. di

“Cuccaro: c’era una volta…”.

--18/6/2006: Inaugurato il Museo Colombiano (per il quale il

Presidente del C.C.M. produce il film “Cuccaro e Colombo”).

--Gennaio 2007: La prestigiosa Rivista di Storia Arte

Archeologia per le province di Alessandria e Asti pubblica i documenti ritrovati dal Prof. Bruno Ferrero nell’Archivio Dalla Valle, a Casale: sono gli atti notarili che si ricercavano da 400 anni, relativi alla vera

discendenza del Domenico Colombo di Cuccaro, già presunto padre del Navigatore.

19

--Giugno 2011: Pubblicata la 2° edizione del libro “Cuccaro

ieri e oggi”, con, in Appendice, gli Atti notarili Dalla Valle,

che costringono il C.C.M. a dissociarsi da coloro che

continuano a raccontare la vecchia storia, ormai non più

proponibile.

--Giugno 2012: costituito il sito www.cuccaroecolombo.it, nel

quale sono stati inseriti: i libri “Cuccaro: c’era una volta” (3°

ediz.) e “Cuccaro ieri e oggi” (2° ediz.); l’opuscolo “La

documentata verità sul presunto Colombo cuccarese”; oltre

40 Foto d’epoca (Asilo, Oratoriane, Scolaresche e gruppi

vari); la “Storia di Cuccaro in pillole”; il film nonché

l’opuscolo relativo al misterioso pozzo nascondiglio; riportati,

anche in inglese, i “Documenti Dalla Valle” (cioè la vera

discendenza del Domenico Colombo di Cuccaro, fino alla

quarta generazione).

--Giugno-settembre 2012: sponsorizzando (con notevole

esborso finanziario) il recupero del misterioso pozzo

nascondiglio del 1600, il Presidente del C.C.M. si onora di

aver dato, alla propria terra , tutto ciò che uno studioso poteva

dare, in termini di cultura e risorse personali.

. 20

Riassumendo

I “DOCUMENTATI” NO DELLA TESI COLOMBIANA CUCCARESE 1--Il nome di Cristoforo mai rinnovato dalla famiglia Colombo, nei 450 anni dei registri parrocchiali di Cuccaro (Pietro Canepa-pag. 2).

2—Nessun “documento autenticato” attesta l’esistenza di un Cristoforo figlio del Domenico di Lancia di Cuccaro (Atti del Congresso Colombiano—CESCOM). 3—La discendenza del Domenico Colombo di Cuccaro, risultante dalle pergamene del 1400 ritrovate

nell’Archivio Dalla Valle, non annovera alcun Cristoforo, né altri figli maschi (Prof. Bruno Ferrero- pagg. 3-4-5). 4—Fra i 39 testi fatti interrogare da Baldassarre a favore della “sua” tesi, non risulta (al di fuori dei “parenti”) alcun cuccarese, veri “depositari” della tradizione

popolare (Atti del Congresso Colombiano—CESCOM). 5-Per il famoso giurista del 1500, Rolando Dalla Valle, esperto proprio di questioni famigliari e depositario dei documenti Dalla Valle, ricevuti in dote dalla moglie Pantasilea junior (pronipote del Domenico di Cuccaro), il “presunto” Cristoforo non è mai esistito (pag. 6).

6-L’albero genealogico presentato da Baldassarre non era

autenticato, quindi non accettato dal Tribunale spagnolo (Guadalupe Chocano Higueras- pag. 7). 7—La sentenza del Tribunale spagnolo che avrebbe riconosciuto Baldassarre cugino in 8° grado con l’Ammiraglio, non è mai stata ritrovata (Angelica

Valentinetti, pag. 63 degli Atti del Primo Congresso Colombiano). 8—Bartolomeo (figlio dello Scopritore), in un atto notarile rogato a Santo Domingo nel 1513, dichiara di avere “più

di cinquant’anni”, quindi nato dopo il 1453 , quando il “presunto” padre Domenico di Cuccaro era già morto, nel

1451 (storico Aldo Albònico- pag. 9). 9—Fernandez de Oviedo scrive che, da Lisbona (dove si trovava nel 1476), Cristoforo “da figlio riconoscente

aiutava il suo vecchio padre”…ma il padre del “presunto” Cristoforo cuccarese era già morto da 25 anni! (pag. 9).

10—Fra le assurdità del Museo Colombiano: il “presunto” ritratto di Cristoforo Colombo è in realtà l’effigie di Enrico VII d’Inghilterra: un quadro di proprietà della Society of Antiquaries di Londra (pag. 13).

11—I veri discendenti “diretti” ed eredi dei Colombo di Cuccaro sono soltanto i Marescotti (pagg. 14-15-16).

. INDICE

1- Introduzione

2- Campane a festa per 50 anni 3- Ecco i documenti della verità

6- Rolando Dalla Valle 7- Albero genealogico non autenticato 8- Rispondiamo all’Avv. Casartelli (sentenza-albero- 2.000 ducati)

9- Le date che non quadrano (Bartolomeo—Oviedo) 10- Che ne pensano gli studiosi 12- Non è Colombo ma Enrico VII d’Inghilterra 14- I Marescotti discendenti “diretti” dei Colombo 15- Tutti i beni dei Colombo ereditati dai Marescotti 16- L’ostracismo del Monsignore 17- Il Comitato Colombiano Monferrino (C.C.M.) 20- Riassumendo: I documenti NO della tesi colombiana

Cuccarese.