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Anno 52 N.9 Settembre 2021 LA COMUNITÀ SANVITTORESE Mensile della parrocchia di San Vittore Martire in SAN VITTORE OLONA

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Anno 52 N.9 Settembre 2021

LA COMUNITÀ

SANVITTORESE Mensile della parrocchia di San Vittore Martire

in SAN VITTORE OLONA

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- Settembre 2021 -

Editoriale pag.1

Presentazione … pag.3

Notizie dalla soglia pag.4 Benedicendo un nuovo inizio

Notizie dall’oratorio pag.6 Estate 2021 Koinè ado pag.8

Famiglie insieme pag.10 Non come prima: più di prima!

Errando si impara pag.12 Piero della Francesca: Resurrezione

Lo sapevi che..? pag.15 A me gli occhi

Vita di parrocchia pag.18

Archivio parrocchia pag.19

Spazio aperto pag.20

S

O

M

SOMMAR I

O

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Editoriale

CARISSIMI FRATELLI, IN QUESTO EDITORIALE VORREI ESPRIMERE UN SALUTO E UN AUGURIO.

Con la comunità di San Vittore ho vissuto una bella esperienza di vita cristiana. Mi si è presentata come un frammento del grande popolo di Dio che forma la Chiesa Universale, che sem-

pre è santa, perché abitata dalla presenza di Cristo Risorto, e sempre pecca-trice, in quanto è formata da uomini fragili, segnati dal peccato originale. Come ogni comunità parrocchiale ha bisogno di rinnovare il proprio cammino per essere più splendente e quindi in grado di attrarre tutte le persone che si accorgono della sua bella umanità. E’ lo Spirito Santo, dono del Cristo Risor-to, che operando l’esperienza della Comunione tra i fedeli, mostra il miracolo dell’unità e della pace e chiede a tutti di agevolare l’azione di Dio. Da qui na-sce la responsabilità di ogni cristiano che deve riconoscere il bisogno della conversione per proseguire il cammino. E’ necessario quindi accettare il cam-biamento che l’azione dello Spirito suggerisce e la fatica della “Croce” che questa azione richiede. Occorre infatti rinascere, ci ricorda Gesù nel dialogo con Nicodemo. Ho visto in molti fedeli il desiderio di collaborare per attuare l’opera di Dio. Questa constatazione fa sorgere la speranza che sostiene l’imprevedibilità dell’azione dello Spirito e che ci rende certi della Sua fedeltà, come la roccia che fa da fondamento alla comunità ecclesiale. Ho vissuto con voi il mio ministero sacerdotale seguendo le orme dei miei maestri, incontrati lungo il cammino della mia vita. Da don Giussani ho impa-rato a essere certo della possibilità di incontrare Gesù Risorto nella comunità dei credenti e quindi ad amare quella comunità “sgangherata” perché veicola il mistero di Cristo. E di conseguenza vivere con fervore sacro tutta la Liturgia della chiesa e in particolare la Santa Messa, che con Cristo, attraverso la Sua Parola, l’avvenimento della Sua comunione e la testimonianza della fraterni-tà, ci dona la forza di giudicare il mondo e la sua cultura e di sostenere la necessità dell’annuncio che il cuore di ogni uomo attende di ascoltare. Questa esperienza mi ha portato vivere il sacerdozio da uomo libero e responsabile, perché la fede facendo scoprire la verità sull’uomo e sul mondo fa evitare il

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pericolo di seguire le false e presunte verità delle ideologie, oggi sempre più condizionanti la vita di tutti. Dal Papa Giovanni Paolo II ho imparato la forza dell’annuncio e l’invito ad ac-cogliere Gesù Cristo nella propria persona; ricordo il suo grido “non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo ……” Ho condiviso la sua proposta di rendere la religione cristiana capace di svolge-re un ruolo pubblico e sociale. Purtroppo è stato inascoltato, così è aumentata la violenza contro l’uomo. Nella accettazione della grande soffe-renza ha testimoniato la dignità e la grandezza di ogni uomo. Ho gioito per il suo abbraccio amorevole e comunicativo della fede ai giovani. Il futuro della chiesa tutta; per questo ho sempre prestato grande attenzione all’educazione comunitaria dei giovani. Dal Papa Benedetto XVI ho ritrovato il valore e il senso della ragione come condizione di parlare con tutti; la riscoperta della tradizione quale via per vi-vere una fede autentica e la necessità che la fede generi una cultura se vuole essere significativa per i popoli. L’umiltà di accettare i propri limiti per esalta-re il mistero di Dio e non l’organizzazione dell’uomo. Da Papa Francesco seguo con attenzione il tentativo di fare della “misericor-dia” il criterio interpretativo ed attuativo della pastorale, la sua apertura per condividere i bisogni presenti in tutte le religioni e nelle società, come ad e-sempio l’attenzione alla ecologia. Dal cardinal Martini mi ha impressionato l’amore alla Parola di Dio, quale condizione per una maturazione della fede. Dal Cardinale Scola ho ritrovato la necessità di vivere l’amicizia come condi-zione per la maturazione della fede e di proporre la verità cristiana come luce per tutti gli uomini in continuità con i messaggi dei nostri Papi. Dall’Arcivescovo Delpini ho ammirato l’umiltà di servire la chiesa di Milano come un buon parroco che ama chi il Signore gli ha affidato e l’attenzione a tutti i sacerdoti. Auguro a don Marco, nuovo parroco, di amare fedelmente la comunità che gli è stata affidata, cercando di essere sempre se stesso, pur facendo tesoro delle testimonianze ed insegnamenti dei suoi maestri. La mia preghiera lo accompagnerà. Grazie a tutta la comunità. Don Luigi

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NOTIZIE DALLA SOGLIA Presentazione

Sono nato a Saronno nel 1971, cresciuto nella parrocchia di Gerenzano. Dopo il Liceo Scientifico, ho frequentato la Facoltà di In-gegneria presso il Politecnico di Milano, concludendo con la Laurea nel 1996. Dopo l’anno di servizio civile, ho lavorato per circa un an-no e mezzo, prima presso una ditta di Arona (NO), poi

presso l’Assessorato alla Sanità della Regione Lombardia a Milano. In Parrocchia ero impegnato come catechista, educatore e organista. Durante l’esperienza lavorativa, nel 1998, avevo preso i primi contatti col Se-minario Diocesano e iniziato a frequentare alcuni incontri di accompagnamento. Nel settembre 1999 ho maturato la scelta di lasciare il lavoro e di entrare in Seminario. Ordinato prete l’11 giugno 2005 dal card. Dionigi Tettamanzi, dopo l’esperienza estiva nelle parrocchie di Mediglia (MI), sono stato destinato a Luino (VA), dove mi sono occupato dell’oratorio, della pastorale giovanile e dell’insegnamento della Religione Cattolica presso il locale Liceo. Nel 2014 sono stato nominato parroco delle parrocchie di Bardello, Bregano e Malgesso, nel Decanato di Besozzo (VA).

E ora giungo tra voi.

“…e camminava con loro” è il motto scelto dalla mia classe di Ordi-nazione, preso dal racconto evangelico dei due discepoli di Emmaus (Lc 24): Gesù Risorto mi accompagna, o meglio, ci accompagna in questo momento di passaggio, cammina con noi in questo momento particolare della nostra storia di singoli e di comunità. Ci affidiamo dunque a Lui, a Maria Regina del Rosario e al martire san Vittore. E iniziamo così un nuovo tratto di cammino, insieme.

don Marco Longoni

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NOTIZIE DALLA SOGLIA Benedicendo un nuovo inizio

Un caro saluto a tutti, È ormai terminata la stagione estiva, almeno per quanto ine-rente le iniziative parrocchiali rivolte ai nostri ragazzi, vorrei condividere la mia grande gioia in ordine alle diverse esperien-ze che, con l’aiuto di molti, si sono concretizzate attraverso momenti ri-creativi.

Prima di tutto ringrazio il Signore e tutti coloro che hanno reso possibile la re-alizzazione dell’oratorio estivo, in particolare i nostri giovani, con cui già dall’inverno ho vissuto il dono di condividere idee, difficoltà e passione educa-tiva. Per 5 settimane abbiamo accolto più di 200 bambini delle scuole elementari e medie grazie all’animazione di oltre 50 adolescenti ed all’attenzione e buon cuore di amici adulti, che in modo diverso hanno appli-cato con dedizione il prezioso principio del “buon padre di famiglia”. Non sono certo mancate le difficoltà, sia in termini organizzativi che per quanto relativo alla necessaria qualità della proposta educativa da caratterizzare soprattutto at-traverso un sincero spirito di ac-coglienza, tuttavia ho potuto os-servare nei volti di tutti gli effetti di un clima buono, di relazioni buone, come a lasciar manifesta-re ciò che il lock down aveva te-nuto in gabbia imprigionando le energie di giovani e adulti, il de-siderio di vivere, di relazionarsi, conoscersi…volersi bene. Una seconda esperienza che senza dubbio rimarrà indelebile nel mio cuore è stata quella della Koinè a S.Caterina Valfurva, sicuramente molti ricorderan-no le indagini conoscitive, i volantini che abbiamo fatto circolare già da febbraio per capire la fattibilità di questa non facile iniziativa, sicuramente pe-rò tanto non facile dal punto di vista organizzativo quanto facilitata dalla buona volontà di coloro che hanno fornito il loro aiuto donando tempo, di-sponibilità ed esperienza.

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Rimuovendo senza fatica pessimismi e delazioni, rimane nel mio cuore la soddisfazione dei genitori dei bambini delle elementari e medie che ho incon-trato, una soddisfazione che non è che lo specchio di quanto trasmesso dai lo-ro figli. Ma in modo più specifico ho vissuto e condiviso la grande e gioiosa esperien-za dei nostri adolescenti e la conoscenza quotidiana ed edificante degli adulti, è stato questo un momento di Grazia, la mia preghiera è rivolta alla cura che Dio non fa mai mancare a ciascuno di noi affinché tutto questo “vivere” non trovi soluzione di continuità e soprattutto possa ciascuno, a partire dalla bon-tà di cuore sperimentata, trovare motivazione nel condividere la premura educativa della comunità parrocchiale tutta. Un’ultima, anzi penultima, particolare menzione, desidero rivolgerla al valore prezioso della presenza di Riccardo, il nostro seminarista, in mezzo ai nostri giovani, senza il suo carisma e la sua energia, poco di quanto visto si sarebbe potuto realizzare. Caro Riccardo, possa il Signore custodire e illuminare il tuo cammino in quanto terreno reso fertile dalla tua disponibilità nei suoi con-fronti, quante persone aspettano l’opportunità di incontri veri e attraenti come quello che tu puoi donare ispirato dalla consapevolezza di quel “tutto” che Cristo vuole essere in noi. Per ultimo vorrei sottolineare il grande dono vissuto attraverso la collabora-zione con alcune associazioni presenti nel nostro territorio: Radio Punto, le associazioni “ScenAperta” e “l’Aereoplano” insieme con l’Ente Morale, hanno reso unica l’esperienza estiva dei nostri ragazzi e, auspichiamo, dato inizio ad una collaborazione preziosa in quanto finalizzata alla conoscenza e matura-zione dei nostri ragazzi. Tutto questo costituisce un po’ lo scenario che questo tempo recente ci ha of-ferto, questo è quanto contribuisce ad un nuovo inizio che la nostra comunità parrocchiale si appresta a vivere e che insieme a don Marco, con rinnovato entusiasmo, desideriamo diventi cammino condiviso capace di diventare e-sperienza della presenza dell’amore e della cura che Dio Padre non manca di proporre alla nostra vita, interpellando la nostra Fede. Facciamo nostre quindi le parole del nostro Arcivescovo quando ci dice che “il Signore benedice gli inizi!” Grazie a tutti!

diac. Stefano

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NOTIZIE DALL’ORATORIOD Estate 2021

Un’altra estate si è ormai conclusa. Abbiamo vissuta un’altra estate con anco-ra troppe restrizioni, ma nonostante tutto ancora una volta abbiamo vissuto bei momenti e tante emozioni che i nostri animatori ed educatori hanno pro-vato a raggruppare in queste righe. Nell’ultimo anno, tra lockdown e restrizioni, è stato indispensabile trascurare una parte fondamentale dell’esistenza umana: la socialità. In particolare, i bambini si sono trovati catapultati in una realtà completamente nuova e per loro insensata, obbligati a seguire regole che gli impedivano di divertirsi come sempre hanno fatto, e costretti nelle loro case per diversi mesi. Per questo motivo, subito ci è stato chiaro quanto riuscire a portare a termine un’esperienza come l’Oratorio estivo fosse importante. Già ci era chiaro che sarebbe stato molto difficile, a causa dei grandi cambia-menti che hanno coinvolto la nostra parrocchia nell’ultimo anno, come l’addio a Don Giuseppe e Luca, il responsabile dell’oratorio. Ciononostante, già ad aprile i nostri educatori, insieme a Riccardo, il seminarista, si sono messi all’opera per preparare tutto ciò che fosse necessario per iniziare. Abbiamo cominciato con tante domande, tanti dubbi che per diverse settimane non hanno avuto risposte. Avevamo però un obiettivo: cadesse il mondo, non a-vremmo abbandonato la nostra missione. A inizio maggio alcune risposte hanno iniziato a mostrarsi più chiare ai nostri occhi; sapevamo che un oratorio tradizionale era impossibile e troppo rischio-so, quindi era necessario trovare un’alternativa. Si decise di tenere le elementari al mattino, dalle 8:30 alle 12:30, e le medie il pomeriggio, dalle 14:00 alle 17:00. I ragazzi erano divisi in “bolle”, ovvero gruppi che per nessu-na ragione dovevano entrare in contatto l’uno con l’altro, composti da massimo 20 persone. Ad ogni bolla erano assegnati 3 o 4 animatori fissi che guidavano il gruppo negli eventuali spostamenti e nei giochi. Dopo gli ingressi scaglionati dei ragazzi, subito si iniziava con le attività. La fortuna di un oratorio particolare come questo è che ogni gruppo ha occasio-ne di conoscersi a fondo, sia tra gli stessi ragazzi che con i loro animatori. Per questo motivo, nonostante vi fossero sempre dei giochi pronti, la scelta sul da farsi era sempre affidata allo stesso gruppo. Oltre ai giochi, quasi ogni giorno vi erano delle attività organizzate da associazioni esterne, come musica, ge-

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stita da L’Aeroplano, teatro, gestito da Scenaperta, radio, gestita da Radio-punto, e i più piccoli avevano anche la possibilità di fare pane e focacce. Il momento più rappresentativo del nostro oratorio però era quello che noi chiamavamo “campone”: tra le due attività, tutti i gruppi si radunavano, seb-bene distanziati, per un momento di preghiera guidato da Suor Carla, per la storia, una scenetta in cui venivano raccontate le avventure del professor Spazio, quali avevano sempre una solida morale, e per dei balli, che mostra-vano quello che è veramente lo spirito di orato-rio. Impossibile negare che non è stata un’esperienza facile, ma fuori dal comune e uni-ca. Anche tra gli animatori si respirava un clima che mai vi era stato: un clima di collaborazione, fiducia reciproca, ma soprattutto di responsabili-tà. Sin da subito ci è stata chiara l’importanza delle restrizioni e regole. Riccardo ha scelto di darci piena fede, insegnandoci a capire come re-agire davanti alle più improbabili situazioni, aiutandoci se ci perdevamo, sen-za però darci la risposta, ma guidandoci verso essa. Il punto di forza di questo oratorio è stata probabilmente l’unità del gruppo animatori, che non è stata sempre impeccabile, ma comunque funzionale. Ogni animatore aveva la li-bertà di scegliere cosa fare con il proprio gruppo, ad esempio poteva cambiare attività nel caso quella precedente non funzionasse, inventare un nuovo gioco, mettere della musica e ballare, e tanto altro ancora. Un Oratorio estivo come questo avrà molti svantaggi, ma ha il pregio di met-tere in primo piano uno dei più importanti obiettivi di un percorso educativo: le relazioni. Di certo i ragazzi non hanno avuto la possibilità di socializzare con un grande numero di persone, ma gli è stata data l’opportunità di creare dei solidi legami con i loro compagni di gruppo e con i loro animatori. Ciò facilita-va anche il nostro lavoro, perché conoscevamo bene i nostri bambini e sapevamo i loro punti di forza e debolezze, potevamo capire quando Termi-niamo il nostro viaggio con tanti dubbi quanti ne avevamo all'inizio. Non ci sono certezze da quando il Covid ha iniziato a circolare, se non una: in qua-lunque caso ed in qualsiasi modo, l’Oratorio Gesù Adolescente sarà sempre a disposizione dei ragazzi e delle famiglie. Finalmente dopo un anno di pausa è tornata la Koinè. Nonostante i limiti im-posti delle normative sul Covid, siamo riusciti a fare un’incredibile settimana

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di vacanza anche i ragazzi del primo turno, quest’anno accompagnati dagli amici di Lainate, capitanati da Don Fulvio, una nostra vecchia conoscenza. Nuovamente circondati dal magnifico panorama di Santa Caterina Valfurva, che alcuni dei più grandi hanno già avuto modo di visitare negli anni scorsi, i ragazzi hanno avuto l’occasione di fare nuovamente esperienza di una vita comunitaria e di condivisione; momenti resi ancora più significativi da quasi due anni di pandemia che hanno chiuso le scuole e imposto norme di distan-ziamento sociale. I ragazzi hanno partecipato in maniera attiva alle gite, alle serate insieme, ai giochi di gruppo ma anche ai momenti di riflessione. Ringraziamo di cuore tutte le persone che hanno reso possibile questa vacanza a partire dal nostro Bomba e don Fulvio ovviamente, ma anche Suor Carla, Silvana, Filippo e tutti gli animatori ed educatori, senza ovviamente dimenticare lo staff dell’albergo di Santa Caterina che da qualche anno ci ospita. Con la speranza di vivere un’avventura ancora più emozionante, ci rivediamo la prossima estate. Gaia

NOTIZIE DALL’ORATORIOD Koinè ado

STESSA STORIA, STESSO POSTO, STESSA GIOIA! La storia è stata quella di un gruppo di 40 ragazzi tutti accumunati da deside-rio di sperimentare la bellezza della koinonia; ciò è stato reso possibile in un posto ormai già noto per la nostra comunità: Santa Caterina Valfurva. Che esperienza che è stata! Abbiamo camminato, urlato, ballato, riso fino alle lacrime, pianto… ma soprattutto abbiamo vissuto con leggerezza – che non è superficialità – e abbiamo saputo prenderci sul serio, tra di noi e con noi. Ci è stato chiesto di metterci in gioco nella totalità di quello che siamo, di fermar-ci, di ascoltarci ma prima di tutto di non continuare a scappare di fronte al rumore delle “tempeste” che ci portiamo dentro.

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Ecco quindi che siamo entrati in dialogo con i nostri “non detti”, con quelle parti di noi che facciamo fatica ad accettare perché non le consideriamo all’altezza di ciò che vorremmo essere. Nel fare questo, abbiamo scoperto quanto sia complesso fare silenzio perché esso non è soltanto un modo per tacere o mettere a tacere ma è qualcosa di vivo e il mezzo attraverso il quale rimanere in compagnia di sé stessi per iniziare a curare le proprie ferite, senza anestetizzarle solamente. Siamo stati quindi chiamati a metterci in cammino nell’affrontare i nostri “angoli bui”, capendo però che con le nostre uniche forze non sempre siamo in grado di farcela; abbiamo bisogno di compagni di viaggio che, camminan-doci a fianco, ci aiutino a rileggere la nostra storia con uno sguardo di tenerezza e non di condanna perché, diciamocelo, noi da soli non andiamo da nessuna parte. È stata una vacanza straordinaria, ora tocca a noi, nella vita di tutti i giorni, continuare a rendere l’ordinario stra-ordinario. Come? Lasciando sempre il cuore aperto perché non basta cominciare, bisogna con-tinuare! Michele & Valeria

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FAMIGLIE INSIEME Non come prima: più di prima!

Settembre 2021. Rispetto a un anno fa questa volta non sarà una falsa ripar-tenza. Pur ancora condividendo la nostra vita con il virus ci sono tutti i presupposti per una ripresa effettiva. Ma non come prima. Le novità sono tante. Per la nostra parrocchia la prima è l’arrivo, come nuovo parroco, di don Marco Longoni, che accoglieremo con gioia: gli assicuriamo tutto il nostro impegno per conti-nuare il cammino della nostra comunità, rin-rinsaldando la comunione e rendendola docile allo Spirito, aperta a quella conversione pastora-le in senso missionario, di “chiesa in uscita” che ci richiama Papa Francesco. E poi il riavvio delle attività non potrà non avve-nire forti dell’esperienza fatta durante l’emergenza pandemica. Penso che tra le tante cose che possiamo dire che la pandemia ci ha in-segnato sono l’essenzialità e uno spirito di solidarietà più condiviso e diffu-so: ci si è aiutati insieme e ancora insieme ci si aiuterà per continuare. Ci siamo scoperti tutti sulla stessa barca, “tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme" (papa Francesco), e lo siamo ancora. Leggiamo, o rileggiamo, l’enciclica “Fratelli tutti” per vivere una fraternità non a parole ma nei fatti, sull’esempio del buon samaritano: viviamo la nostra vita come l’“arte dell’incontro”, della prossimità, che crea ponti e non chiusure, che costruisce un’“amicizia sociale”, a iniziare dal recupero dell’attitudine alla gentilezza che crea una sana convivenza e a-pre le strade là dove l’esasperazione distrugge i ponti, i rapporti umani. Veniamo da un’estate in cui ci si è fattivamente aperti alla solidarietà sul fron-te educativo e sociale. Resta un esempio positivo, anzi straordinario, la splendida collaborazione tra l’Oratorio e alcune associazioni ed enti sanvitto-resi (tra cui anche la nostra associazione per quanto riguarda il piano organizzativo) che ha integrato la proposta oratoriana dell’oratorio estivo, continuando l’attività con i ragazzi fino a fine luglio e con ripresa a settembre.

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Sul fronte educativo la nostra Associazione ha realizzato poi un partecipato Doposcuola estivo presso l’ex Convento dei frati di Cerro Maggiore, sede ora dell’Associazione “Il Chiostro solidale”. È continuato e continua poi l’aiuto alle famiglie in difficoltà, in collaborazione con la Caritas, attraverso il microcredito. Su questo fronte siamo associazio-ne capofila di una coprogettazione (progetto “Solidarietà in circolo”) con la Caritas decanale e altre realtà del territorio, nell’ambito del Fondo Povertà della Fondazione Comunitaria Ticino Olona, che vedrà l’avvio a ottobre. Al centro ci sarà l’educazione finanziaria: momenti di accompagnamento delle famiglie che, a causa delle conseguenze economiche del Covid, sono in diffi-coltà, insieme a un percorso formativo aperto a tutte le famiglie che punta a un’educazione sulle priorità e le attenzioni di gestione dell’economia dome-stica (bilancio familiare, gestione delle utenze, affitti, mutui, attenzioni sull’indebitamento e soluzioni, ecc.): in tal modo si aiuta ad affrontare il mo-mento di crisi e a non ricadere in errori che conducono ad aumentare le situazioni di difficoltà; accanto all’educazione finanziaria si prevede poi la continuazione del microcredito e aiuti per tirocini lavorativi. L’auspicio è che si instauri con tutti i comuni rapporti di più forte collabora-zione, avviando coprogrammazioni e coprogettazioni, come si sta cercando di prevedere nel nuovo Piano di Zona dei servizi sociali dell’Ambito dell’Alto Milanese. Non deve essere dimenticata l’accoglienza, e su questo, in particolare per la nuova emergenza dei profughi afgani, la nostra associazione – che già svolge servizi di integrazione come il corso di italiano per donne straniere e media-zione linguistica a scuola – non farà mancare il proprio contributo. Insomma, riprendiamo l’attività ma non come prima, più di prima!

Le Famiglie dell’Associazione familiare “Una Casa per Pollicino – Onlus”

www.facebook.com/casaperpollicino.onlus

[email protected]

tel. 334 6757157

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Errando si impara Piero della Francesca: Resurrezione

“La più folgorante resurrezione della storia dell’arte”.

F: Allora Luciano oggi gita a Sansepolcro! L: Fino a Gerusalemme? Mi sembra un filo eccessivo. F: Si tratta ovviamente dell’omonima cittadina in provincia di Arezzo che die-de i natali al Piero per antonomasia del rinascimento. -Ore dopo nell’alta val tiberina- F: Ci troviamo qui nel Museo Civico di Sansepolcro dove, nella sala affianco al grande Polittico della Misericordia, sempre di Piero della Francesca, e ad

altri due suoi resti di affreschi con S. Giuliano e S. Ludovico, è posta, in fondo al salone incorniciata da due colonne affrescate, la Resurrezione. L: Estatica e immobile… Narrami di più sulla storia. F: Realizzata, si ipotizza tra gli anni ’50 e ’60 del ‘400 per il comune dell’allora Borgo Sansepolcro, con l’intenzione di nobilitate la storia della cittadina col-legandola direttamene con l’omonimo luogo santo di Gerusalemme…

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L: Si tratta di un affresco realizzato per il palazzo del comune? F: Si, ma non dove la vediamo ora. Il recente restauro ha chiarito che era stata fatta per un’altra parte del palazzo e poi portata, con il muro di supporto, nel-la collocazione attuale in epoca imprecisata. L: E sull’iconografia invece? Cosa mi dici? F: Un’impostazione generale non innovativa, ma con alcune scelte partico-larmente vincenti. Ma andiamo con ordine: In basso sono rappresentati quattro soldati addormentati sulle loro armi, al centro, sopra un sarcofago, è saldamente appoggiato con una gamba Gesù che regge il vessillo di Cristo. L: La posa e il volto di Cristo appaiono ieratici e solenni, ricordano certe icone bizantine. Un arcaismo oppure una scelta deliberata? F: Difficile credere che un profondo conoscitore dello spazio e della prospetti-va, si sia riferito a schemi datati senza un valido motivo. Qui semplicemente come nell’iconografia bizantina (e forse in riferimento al Sacro Volto di San-sepolcro) si è voluto sottolineare l’aspetto ultraterreno di Cristo con questo volto ieratico e il profondo sguardo frontale che lo astrae dal contesto in cui è inserito, ma al contempo ne sottolinea l’aspetto terreno umano enfatizzan-done i caratteri statuari con un corpo ben definito e una struttura ben piantata a terra che seppure senza sforzo lo fa issare fuori dal sepolcro. La po-sa marmorea poi è un riferimento sia alla statuaria classica, di cui Piero era un conoscitore, sia alla celebrazione del momento e all’assunzione dell’immagine come simbolo. L: In che modo? F: Lo stemma del comune raffigura infatti proprio il risorto in questa posa a sua volta già ripresa ed ela-borata da Niccolò di Segna nel XIV secolo e inserita al centro del polittico del Duomo della città opera che sicuramente Piero aveva bene in testa nell’atto di preparare la sua opera. L: In entrambe le opere calma e immobilità preval-gono come astratte dal tempo, un attimo che diviene assoluto e fuoriesce dalla quarta dimensione. F: L’impressione davanti a quest’opera, come davanti agli affreschi di Piero ad Arezzo, è esattamente quella di pace, calma e tranquillità. L: Vedo poi che i corpi creano una specie di vertice con Cristo in cima. F: Una semplice costruzione simmetrica e strutturale per ordinare nel modo migliore le figure.

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Una composizione analoga è visibile anche nella Re-surrezione di S. Apollonia di Andrea del Castagno a Firenze. ----------------------- ------> L: Ho sentito dire che le figure in basso sono viste leg-germente dal di sotto rispetto a quella frontale di Cristo. Mi sembra un errore madornale per Piero, fatto solo per dare un’ulteriore simbologia alle due parti. F: L’ho sentito dire anch’io, ma non trovo un sufficien-te riscontro nei fatti, il soldato con la testa appoggiata al sepolcro (per alcuni un autoritratto del pittore e già presente similmente in Giotto) ha infatti il capo recli-nato all’indietro, gli altri tre mi sembra abbiano pose coerenti con il resto dell’impostazione per cui il problema è relativo. L: Più che altro il soldato di spalle sembra appoggiato ad un vetro, non può stare comodamente sdraiato in quel modo. F: Già curioso… anche se è appoggiato con il braccio destro. Farei notare poi i colori degli armigeri, pochi, ma ben giustapposti a creare i giusti contrasti che danno profondità all’opera. Così come i sapienti, minimi ed efficaci, chiaro-scuri che nella luce zenitale, diffusa, danno la giusta “tornitura” ai volumi. L: E che mi dici del paesaggio? F: Riconosciuto come un paesaggio reale al confine tra Marche, Romagna e San Marino, è diviso in due parti da Cristo che simboleggia il passaggio dalla morte alla vita con gli alberi spogli a sinistra e quelli verdi a destra secondo una simbologia già consolidata. Una torre merlata in lontananza rappresenta invece Gerusalemme. L: Mi sembra ci sia anche il tema del sonno e della veglia rappresentato il pri-mo dagli armigeri e il secondo da Cristo. Il Divino che è sempre vigile. F: Forse. Interessante poi i resti di una scritta interpretata come un motto la-tino che ricorda il destino dell’uomo, la morte, associata poi alla rivoluzione Cristiana della Resurrezione. Certo poi che la calma e l’estraneazione che quest’opera crea, sembrano una effetto che solo pochi come Piero riescono a dare, forse anche per il suo disinteresse nel voler simulare il movimento… Chissà!

Samuele

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LO SAPEVI CHE…? A me gli occhi

L’EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazio-ne e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è un approccio terapeutico utilizzato per il trattamento del trauma e di problematiche legate allo stress, soprattutto allo stress traumatico. L’EMDR si focalizza sul ricordo dell’esperienza traumatica ed è una metodologia com-pleta che utilizza i movimenti oculari per trattare disturbi legati direttamente a esperienze traumatiche o particolarmente stressanti dal punto di vista emotivo. Focaliz-zandosi sulla rievocazione di eventi o situazioni che hanno contribuito allo sviluppo di problemi emotivi o disturbi psicologici, l’EMDR consente di modificare la prospettiva con cui si vedono queste esperienze, attraverso un ridimensionamento che trasforma il trauma in un ricordo privo di condizionamenti sul presente. Il cambiamento è molto ra-pido, indipendentemente dagli anni che sono passati dall’evento. L’immagine cambia nei contenuti e nel modo in cui si presenta, i pensieri intrusivi in genere si attutiscono o spariscono, diventando più adattivi dal punto di vista terapeutico e le emozioni e sensa-zioni fisiche si riducono di intensità. Dopo un trattamento con EMDR il paziente sente che il ricordo dell’esperienza traumatica fa parte del passato e quindi viene vissuta in modo distaccato. I pazienti in genere riferiscono che, ripensando all’evento, lo vedono come un “ricordo lontano”, non più disturbante o pregnante dal punto di vista emotivo. Quali sono le basi dell’EMDR? Quando si subisce un trauma il cervello riceve una grossa mole di informazio-ni (pensieri, emozioni e sensazioni corporee) che non riesce a elaborare e immagazzinare secondo il consueto sistema di processamento. Generalmente, infatti, le esperienze vengono acquisite dal cervello in modo tale che l’individuo può accedere al ricordo in modo costruttivo e senza scatenare alcun tipo di disagio emotivo. I traumi invece ri-mangono “congelati”, mantengono le stesse emozioni e sensazioni fisiche che si erano provate al momento dell’evento e non consentono un’elaborazione razionale: non aven-do compreso e interiorizzato adeguatamente l’informazione, la persona percepisce qualcosa di irrisolto, un disagio che può manifestarsi con sintomi a livello fisico o psico-logico. Tutte queste informazioni immagazzinate in modo non funzionale, restano “congelate” all’interno delle reti neurali e continuano a provocare disagio nel soggetto; le cicatrici degli avvenimenti più dolorosi, infatti, non scompaiono facilmente dal cervello: molte persone continuano dopo decenni a soffrire di sintomi che ne condizionano il be-nessere e impediscono loro di riprendere una nuova vita. L’obiettivo dell’EMDR è quello di ripristinare il naturale processo di elaborazione delle informazioni presenti in memoria: una volta avvenuto ciò, il paziente può vedere l’evento disturbante e se stesso da una nuova prospettiva. Utilizzando un protocollo strutturato il terapeuta guida il paziente nella descrizione dell’evento traumatico, aiutandolo a sce-gliere gli elementi disturbanti importanti. Attraverso il trattamento con l’EMDR è

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dunque possibile alleviare la sofferenza emotiva, permettere la riformulazione delle cre-denze negative. Come funziona. Dopo una fase di raccolta della storia di vita della per-sona e una fase di preparazione alla terapia, il ricordo o i ricordi collegati maggiormente ai sintomi riferiti vengono trattati dallo psicoterapeuta con brevi set di stimolazione bilaterale. In pratica il paziente segue con gli occhi le dita del terapeuta, che avrà prece-dentemente misurato tutti gli aspetti del ricordo: emozioni, pensieri negativi e sensazioni fisiche. Durante la stimolazione il paziente sarà in grado di collegare quel ricordo a reti di memoria più ampie, e sarà anche aiutato, attraverso le varie fasi, a integrare quell’evento nella sua storia ma a non essere più emotivamente disturbato dal ricordo. Sembra infatti che i movimenti oculari (o altre stimolazioni bilaterali) comportino l’attivazione di quel meccanismo inna-to e naturale alla base del sistema di processamento dell’informazione, consentendo così l'elaborazione del trauma. Qualche dato. Nel lasso di trent’anni dalla sua scoperta, ad opera della ricercatrice americana Francine Shapiro, l’EMDR ha ricevuto più conferme scientifiche di qualunque altro metodo usato nel trattamento dei traumi. Oggi è riconosciuto come metodo per il trattamento dei di-sturbi post traumatici, approvato, tra gli altri, dall’American Psychological Association (1998-2002), dall’American Psychiatric Association (2004), dall’International Society for Traumatic Stress Studies (2010) e dal nostro Ministero della salute nel 2003. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nell’agosto del 2013, ha riconosciuto l’EMDR come trattamento efficace per la cura del trauma e dei disturbi ad esso correlati. La ricerca recente mostra che, attraverso l’utilizzo dell’EMDR, le persone possono bene-ficiare degli effetti di una psicoterapia che una volta avrebbe impiegato anni per fare la differenza. Alcune ricerche hanno infatti dimostrato che tra l’84% e il 90% dei pazienti che riporta-vano l’esperienza di un singolo evento traumatico non mostravano più i sintomi di un Disturbo da Stress Post-traumatico dopo sole 3 sessioni di EMDR da 90 minuti ciascuna. Le scoperte in questo campo confermano l’associazione tra i risultati clinici di questa te-rapia e alcuni cambiamenti a livello delle strutture e del funzionamento cerebrale. Dato il riconoscimento a livello mondiale dell’efficacia di questo metodo terapeutico per il trattamento del trauma, a oggi più di 120.000 clinici in tutto il mondo usano questa te-rapia. Milioni di persone sono state trattate con successo negli ultimi anni.

“Il trauma è una realtà della vita, ma non per questo dev’essere una condanna a vita.”

(Peter A. Levine)

Valentina

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VITA DI PARROCCHIA BA

Dal prossimo 5 settembre don Marco Longoni inizierà il suo ministero nella nostra comunità. Con il Consiglio Pastorale si è deciso di accoglierlo con gioia e benevolenza, nella certezza che un “buon inizio” favorisce una passione pastorale e per-mette di creare nella comunità un clima sereno e bello al fine di vivere un vero rapporto di comunione e di stima tra Parroco sacerdoti e fedeli.

Programma:

VENERDI 3 settembre ore 21.00

ADORAZIONE EUCARISTICA presieduta da don Luigi

SABATO 4 settembre ore 21.00 in CHIESA

CONCERTO DI BENVENUTO

“PAGANINI PER DUE” Davide Alogna, violino – Giulio Tampalini, chitarra

DOMENICA 5 settembre

ore 11.00 S. MESSA SOLENNE presieduta da don MARCO ore 12.15 in oratorio APERITIVO

per i collaboratori e volontari (è necessaria l’iscrizione entro mercoledì 1 settembre presso la segreteria parroc-chiale o tramite e.mail: [email protected] per preparare al meglio)

L’entrata ufficiale di don Marco in parrocchia sarà comunicata dal Vicario di Zona che desidera presiederla.

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ARCHIVIO PARROCCHIALE .

BATTESIMI Sono entrati nella comunità cristiana, la Chiesa, con l’impegno dei loro genitori e dei padrini a credere in Cristo e nella fede cattolica:

15 Chloe di Proverbio Daniele e Pecoraro Daniela

16 Liam di Vinozza Paolo e Chiorboli Sara Paola

17 Aurora di Giaquinta Caponiti Davide e Meraviglia Stefania

18 Beatrice di Valente Pasquale e Triulzi Sara

UNITI IN MATRIMONIO Hanno assunto l’impegno di formare la famiglia con amore peren-

ne e ispirato al vangelo:

4 Granolla Michele con Biagiotti Rebecca

5 Bortolotti Agostino e Balleello Valeria

DEFUNTI

La nostra preghiera di suffragio interceda presso Dio, perché, nella sua misericordia e perdono, conceda la vita eterna:

41 Bianchi Felice di anni 88

42 Langella Antonio di anni 56

43 Perno Emilio Carmelo di anni 72

44 Bonatelli Giuseppe di anni 86

45 Azzimonti Fernanda di anni 79

46 Celiento Leone di anni 47

47 Lurago Vittorio di anni 73

48 Milan Carla di anni 91

49 Ferrara Michele di anni 81

50 Merigo Ennio di anni 62

UN GRAZIE PER CHI SI È RICORDATO

DELLA PARROCCHIA:

S. Messe € 1.280 – Battesimi € 70 – Matrimoni € 250 -Funerali € 600 – Va-

rie € 540 -

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SPAZIO APERTO Scrivi alla redazione

Aspettiamo le vostre riflessioni, pensieri, fotografie e suggerimenti circa eventi

o iniziative all’indirizzo della redazione ([email protected]) che do-

vranno arrivare entro il 25 Settembre per poter essere pubblicati sul numero

Ottobre 2021.

GHE CAMBIA’ UL CURADU

Un detü antigü al diseva:

“a ghe no du sensa tri”.

Par num sanvitures

chesta metafura

la se agiurnà disendu:

“a ghe no tri sensa quatar”.

Infati gha riva un curadu nö,

“don Marco”.

Num tuti l’acoglium in festa,

cul saluto e cul rispetu dovü,

A savem pocu

da la so prima esperiensa,

però sa la mandà ul Signur

acugliemal cun tutu l’unur.

A l’è duverus ringrasià i predecesur

che an lasà

tanti ricordi

ca gan in menti anca i cechi e surdi

E’ CAMBIATO IL PARROCO

Un detto antico diceva:

“non c’è due senza tre”,

Per noi sanvittoresi

questa metafora

si è aggiornata dicendo:

“non c’è tre senza quattro”.

Arriva infatti il nuovo parroco,

“don Marco”.

Noi tutti lo accogliamo con gioia, con il

saluto e con il rispetto dovuto.

Sappiamo poco

della sua esperienza precedente,

però se l’ha mandato il Signore

accogliamolo con tutto il cuore.

E’ doveroso ringraziare i predecessori

che ci hanno lasciato

buoni ricordi

che rimembrano anche cechi e sordi.

DINO MEDA 2021

Come da me già scritto in altre occasioni, ricordiamo simpaticamente ed in modo beneaugurante al nuovo parroco e collaboratori, il vecchio e famoso

detto degli alpini veneti: “soppressa lunga e predica corta”

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SERVIZIO DI FARMACIA NOTTURNA

La Farmacia della Stazione via Liberazione (angolo piazza del Popolo) Legnano è aperta tutte le notti dell’anno, a partire dalle 19,30.

I cittadini potranno liberamente accedere ai locali fino alle ore 23,00 dopo tale ora, per motivi di sicurezza, verranno serviti dallo sportello

Tel: 0331 54.31.48

CONTINUITÀ ASSISTENZIALE – DISTRETTO DI LEGNANO

Guardia Medica Tel.800.103.103 Dalle 20.00 alle 08.00 di tutti i giorni feriali

Dalle 8.00 alle 20.00 il sabato Dalle 8.00 alle 20.00 dei giorni prefestivi e festivi

ASSOCIAZIONE VOLONTARI CROCE AZZURRA

Sezione di SAN VITTORE OLONA Sede: Piazza Italia, 16 - Tel. 0331-422573 - Cell 331-5419881

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Parrocchia San Vittore Martire Zona Pastorale IV - Decanato di Legnano

Sacerdoti Parroco don Marco Longoni Tel. 0331.518383 Cell. 3384288414

E-mail: [email protected]

don Giancarlo Greco Cell. 340 60 85 722 E-mail: [email protected]

don Alain Youssoufa Cell. 327 26 593 41 E-mail: [email protected]

Sfefano Pozzati - diacono Cell. 328 88 30 323 E-mail: [email protected] presente ogni venerdì in parrocchia dalle 17.30 alle 19.00 per l’adorazione Eucaristica

Mons. Sergio Maio corepiscopo Tel. 0331.424924

Segreteria parrocchiale Per informazione in merito alla vita della parrocchia, per richieste di certificati, per intenzione del-le S. Messe

Presso Centro Sacra Famiglia via Verdi Aperto il Lunedì – Mercoledì – Venerdì dalle ore 9.30 alle 11.30 Tel. 0331.518383 E-mail: [email protected] - Sito internet: parrocchiasanvittoreolona.com E-mail: [email protected] - bollettino parrocchiale

Segreteria oratorio Per ogni informazione in merito alla vita dell’oratorio e al catechismo

Aperto da Lunedì al Venerdì dalle ore 16.00 alle 18.30 - Tel. 0331.519432 E-mail: [email protected]

Orario Sante Messe

Vigiliare Ore 18.00 in chiesa parrocchiale Festive Ore 9.00 e 11.00 in chiesa parrocchiale Ore 10.00 e 18.00 in santuario Feriali Da Lunedì a Sabato Ore 9.00 in chiesa parrocchiale (Nel periodo invernale in chiesa san Giovanni)

Presso la chiesina delle suore: Ore 7.00 da lunedì a venerdì Ore 8.00 sabato

Confessioni in chiesa parrocchiale (nel periodo invernale in chiesa san Giovanni) Da lunedì a Venerdì Ore 8.00 - 9.00 Sabato Ore 15.00 – 18.00

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ANNO ORATORIANO 2021-2022

Registrato presso il Tribunale di Milano con autorizzazione n. 265 del 29.07.1974

Direttore Responsabile Pediglieri don Giuseppe – Stampato in proprio