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La Banca Centrale e la politica monetaria Economia degli Intermediari Finanziari 6 maggio 2009 A.A. 2008-2009

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La Banca Centrale e la politica monetaria

Economia degli Intermediari Finanziari6 maggio 2009A.A. 2008-2009

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A.A. 2008-2009 Economia degli Intermediari Finanziari 2

La politica monetaria (1)

La politica monetaria, insieme alla politica dei redditi e di bilancio, fa parte del sistema di strumenti di governo che costituisce la “politica economica” e che persegue i seguenti obiettivi:• crescita del reddito• sviluppo dell’occupazione• stabilità dei prezzi• equilibrio della bilancia dei pagamenti

POLITICA ECONOMICA

POLITICA DEI REDDITI

POLITICA DI BILANCIO

POLITICA MONETARIA

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A.A. 2008-2009 Economia degli Intermediari Finanziari 3

La politica monetaria riguarda il controllo della quantità di moneta in circolazione e dei tassi d’interesse Comprendere (e anticipare) gli interventi di politica monetaria è importante poiché questi incidono sui comportamenti degli operatori e sulla stabilità dell’intero sistema finanziarioGli intermediari finanziari, e in particolare le banche, sono un importante canale di trasmissione della politica monetaria

La politica monetaria (2)

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A.A. 2008-2009 Economia degli Intermediari Finanziari 4

La struttura del SEBC (1)

Dal 1 gennaio 1999 la Banca Centrale Europea (BCE) èresponsabile per la condotta della politica monetaria unica all’interno dell’area euro

In passato la condotta della politica monetaria era di competenza delle singole banche centrali nazionali

L’istituto della politica monetaria unica si fonda sul Trattato Costitutivo della Comunità Europea (versione emendata) e sullo Statuto del SEBC (Sistema Europeo di Banche Centrali)

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A.A. 2008-2009 Economia degli Intermediari Finanziari 5

Il SEBC comprende:

• la BCE

• le BCN (Banche Centrali Nazionali) di tutti i paesi aderenti all’Unione Europea

L’Eurosistema, invece, identifica l’insieme formato dalla BCE e dalle BCN di tutti i paesi dell’Unione Europea che hanno adottato l’euro come propria valuta nazionale

La struttura del SEBC (2)

PAESI EURO:Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Spagna + Slovenia (dal 1/01/2007) )+ Cipro e Malta (dal 1/01/2008)+ Slovacchia (dal 1/01/2009)

PAESI NON EURO:Bulgaria, Danimarca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Regno Unito, Svezia, Repubblica Ceca, Romania e Ungheria

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A.A. 2008-2009 Economia degli Intermediari Finanziari 6

Il SEBC è governato dagli organi decisionali della BCE:

• Consiglio Direttivo, responsabile della formulazione della politica monetaria

• Comitato Esecutivo, responsabile dell’attuazione della politica monetaria

• Consiglio Generale, con funzioni di coordinamento tra paesi aderenti e non aderenti all’euro

La struttura del SEBC (3)

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A.A. 2008-2009 Economia degli Intermediari Finanziari 7

Fonte: BCE (2004)

La struttura del SEBC (4)

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A.A. 2008-2009 Economia degli Intermediari Finanziari 8

Principi fondamentali dell’Eurosistema (1)

Indipendenza: nessun organismo comunitario o governo nazionale può impartire istruzioni sulla politica monetaria; a tal fine:• la BCE è dotata di un bilancio indipendente e di un capitale sociale sottoscritto dalle BCN• i membri del Consiglio Direttivo hanno un incarico piuttosto lungo (mandato settennale) e quelli del Comitato Esecutivo possono essere eletti solo una volta• le BCN non possono concedere credito al settore pubblico (divieto di finanziamento monetario del Tesoro)

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A.A. 2008-2009 Economia degli Intermediari Finanziari 9

Responsabilità: a fronte di tale indipendenza la BCE èpienamente responsabile del suo operato nei confronti del Parlamento Europeo e dell’opinione pubblicaTrasparenza: la BCE è tenuta a pubblicare rapporti trimestrali e relazioni settimanali, nonché un rapporto annuale da sottoporre al Parlamento Europeo, alla Commissione Europea e al Consiglio Europeo; più in generale la BCE deve rendere note le motivazioni e gli obiettivi della sua strategia di politica monetaria, affinchécresca la sua credibilità presso il pubblico degli operatori economici

Principi fondamentali dell’Eurosistema (2)

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Compiti dell’Eurosistema

COMPITI EUROSISTEMA:• Definizione politica monetaria• Condotta operazioni in cambi• Custodia e gestione delle

riserve ufficiali di valuta estera degli Stati Membri

• Promozione e gestione sistema dei pagamenti

COMPITI BCN:• Trasmissione degli impulsi di

politica monetaria stabiliti dalla BCE

• Eventuale svolgimento della funzione di vigilanza sui sistemi bancari nazionali

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A.A. 2008-2009 Economia degli Intermediari Finanziari 11

Gli obiettivi dell’Eurosistema

Tale obiettivo si fonda su:

• il principio della neutralità della moneta nel lungo periodo

• il monopolio della BCE nell’emissione di base monetaria

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A.A. 2008-2009 Economia degli Intermediari Finanziari 12

Il principio di neutralità della moneta

• Nel lungo periodo variazioni della quantità di moneta in circolazione non incidono sul reddito o sul livello di occupazione che dipendono da fattori reali (tecnologia, crescitademografica, preferenze degli operatori) o istituzionali (politiche fiscali, flessibilità dei mercati, contesto normativo)• Nel lungo periodo, l’unica grandezza macroeconomica correlata all’offerta di moneta (variabile sotto il contro della BCE) è l’inflazione• Di conseguenza, le politiche fiscali e dei redditi si occupano del perseguimento degli obiettivi “reali”, mentre la politica monetaria contribuisce alla crescita creando condizioni favorevoli (stabilità dei prezzi)

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A.A. 2008-2009 Economia degli Intermediari Finanziari 13

Il controllo della base monetaria (1)

• La BCE ha il monopolio dell’emissione di base monetaria (BM), data dalla somma della moneta legale detenuta dal pubblico (BMp) e delle riserve monetarie (libere e obbligatorie) detenute dalle banche presso la stessa BCE (RB)

• Poiché anche i depositi bancari (D) possono essere utilizzati come mezzo di pagamento universalmente accettato, la moneta complessivamente in circolazione (offerta di moneta, OM) è data da

RB BMp +=BM

D BMp +=OM

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A.A. 2008-2009 Economia degli Intermediari Finanziari 14

• Esprimendo l’offerta di moneta come multiplo della base monetaria

• e dividendo il secondo membro per D

Il controllo della base monetaria (2)

RBBMD BM

p

p

+

+=

BMOM

DD

DBMOM

RBBM

1 BM

p

 p

+

+=

Propensione del pubblico a detenere scorte di BM

Dp pBM=

Db RB=

)()1(

bppBMOM++

=

Propensione delle banche a detenere scorte di BM (riserve libere ed obbligatorie)

moltiplicatore della base monetaria

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Noto il moltiplicatore della base monetaria è possibile stimare l’impatto di un intervento della BCE sulla quantità di moneta in circolazione, a condizione che i coefficienti b e p siano stabili nel tempoIn realtà esistono diverse cause di cambiamento– della propensione del pubblico a detenere contante

• tassi di rendimento degli impieghi alternativi• efficienza del sistema dei pagamenti (ATM, diffusione

carte…)– della propensione delle banche a detenere riserve

• rendimento delle riserve bancarie• rendimento degli impieghi alternativi• costo operazioni di rifinanziamento BCE• vincolo di riserva obbligatoria• vincoli di gestione della tesoreria delle banche

Il controllo della base monetaria (3)

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A.A. 2008-2009 Economia degli Intermediari Finanziari 16

La definizione quantitativa di stabilità dei prezzi

Definizione quantitativa di stabilità dei prezzi, da mantenere nel medio lungo periodo: “Incremento su base annua dell’Indice armonizzato dei prezzi al consumo all’interno dell’area euro al di sotto, ma in prossimità del 2%”

Una definizione così puntuale rende possibile valutare in modo più concreto l’operato della BCE e prevedere piùfacilmente i futuri interventi di politica monetaria

Anche la deflazione (diminuzione prezzi) è un fenomeno negativo: ad esempio può causare un aumento degli oneri per i debitori, disincentivi al consumo corrente, etc.

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A.A. 2008-2009 Economia degli Intermediari Finanziari 17

Quali sono i vantaggi della stabilità dei prezzi? (1)

rende più efficiente l’allocazione delle risorse, poiché gli agenti economici, imprese o consumatori, colgono meglio le variazioni relative dei prezzi di beni e servizi

riduce i tassi d’interesse nominali, poiché i creditori non domandano premi per tutelarsi dalla perdita di potere d’acquisto del capitale prestato

riduce utilizzi improduttivi di risorse, causati dal timore di ondate inflazionistiche (es. scorte di magazzino eccessive)

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A.A. 2008-2009 Economia degli Intermediari Finanziari 18

riduce il ricorso all’evasione o all’elusione motivato dal tentativo di evitare il fenomeno del drenaggio fiscale (nei sistemi progressivi una crescita nominale del reddito, dovuta a inflazione, porta all’applicazione di aliquote via via maggiori)

evita che il possesso di riserve liquide sia penalizzante, diminuendo la domanda di moneta e aumentando i costi di transazione

impedisce che si realizzino redistribuzioni arbitrarie ai danni dei percettori di reddito fisso

Quali sono i vantaggi della stabilità dei prezzi? (2)

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La strategia della BCE (1)

Come abbiamo detto, la variabile chiave è la quantità di moneta in circolazione e l’obiettivo principale è la stabilità dei prezzi. Tuttavia la strategia della BCE non risponde in modo automatico né ad un prefissato quantitativo di moneta in circolazione (monetary targeting), né alle oscillazioni intorno ad un tasso d’inflazione obiettivo (inflation targeting), ma utilizza un approccio più complesso basato su 2 pilastri:

• l’analisi economica

• l’analisi monetaria

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• Analisi economica. Il primo pilastro si fonda sull’ipotesi per cui nel breve e nel medio periodo l’inflazione dipende dalle dinamiche di domanda ed offerta all’interno dei mercati reali e finanziari. La BCE osserva l’andamento del PIL, gli indicatori del mercato del lavoro e del mercato finanziario, le variazioni del tasso di cambio e formula delle proiezioni per ilfuturo

Tali proiezioni sono mirate soprattutto a prevedere l’andamento dell’inflazione: essendo basate su ipotesi e modelli teorici, queste non possono essere l’unico strumento su cui fondare la politica monetaria

La strategia della BCE (2)

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• Analisi monetaria. Il secondo pilastro si fonda sull’ipotesi per cui nel lungo periodo l’inflazione dipende dalla crescita della massa monetaria in circolazione. Uno scostamento del tasso di crescita da quello ritenuto compatibile con la stabilitàdei prezzi segnala un possibile rischio d’inflazione

• Al fine di controllare la quantità di moneta in circolazione, la BCE ha definito diversi aggregati monetari:

• M1 • M2• M3

La strategia della BCE (3)

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Gli aggregati monetari

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L’attuazione della politica monetaria

I principali strumenti di politica monetaria possono essere suddivisi in tre grandi categorie:

• Operazioni di mercato aperto

• Operazioni su iniziativa delle controparti

• Variazione del coefficiente di riserva obbligatoria

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Le operazioni di mercato aperto (1)

Fonte: BCE (2004)

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Operazioni di rifinanziamento principale; sono le operazioni di politica monetaria più importanti, con le quali la BCE orienta i tassi d’interesse e immette liquidità nel sistema

• attuazione decentrata (BCN)

• frequenza e durata settimanale

• operazioni temporanee (pronti contro termine o concessione di credito dietro prestazione di idonee garanzie)

• procedura standard (cioè secondo un programma prestabilito e rapide procedure d’asta, accessibili alle istituzioni creditizie dell’area euro)

Le operazioni di mercato aperto (2)

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Operazioni di rifinanziamento a più lungo termine; come le precedenti sono operazioni temporanee finalizzate ad immettere liquidità nel sistema, con una scadenza maggiore (frequenza mensile e scadenza trimestrale)

Poiché non si è ritenuto opportuno che la BCE influenzi in piùdi un punto la curva dei rendimenti per scadenze, in queste operazioni sono le controparti a comunicare il tasso che sono disposte a pagare. Le procedure d’asta sono sempre standardizzate

Le operazioni di mercato aperto (3)

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Operazioni di fine tuning. Possono avere come obiettivo sia l’immissione che l’assorbimento di liquidità. Possono assumere la forma di operazioni temporanee, ma anche di acquisto o vendita di titoli a titolo definitivo. Dato che il loro scopo è soprattutto quello di ridurre l’effetto di fluttuazioni impreviste dei tassi d’interesse, queste operazioni non hanno una scadenza regolare e non seguono procedure standardizzate

Operazioni strutturali. Sono utilizzate per regolare la posizione strutturale della BCE nei confronti del sistema finanziario. Possono essere sia temporanee che definitive, sia standardizzate che non

Le operazioni di mercato aperto (4)

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Le operazioni su iniziativa delle controparti (1)

Fonte: BCE (2004)

Oltre alle operazioni di mercato aperto, la BCE svolge anche altre operazioni, attivabili su iniziativa delle controparti (standing facilities). Il fine è quello di orientare i tassi a breve del mercato interbancario, limitandone la volatilità

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A.A. 2008-2009 Economia degli Intermediari Finanziari 29

• Operazioni di rifinanziamento marginale: le istituzioni monetarie prendono a prestito riserve liquide della BCE dietro la prestazione di idonee garanzie

• Operazioni di deposito di riserve: le istituzioni monetarie possono depositare eccedenze di liquiditàpresso la BCE

• Entrambe le operazioni hanno scadenza overnight; i tassi relativi creano il cosiddetto “corridoio dei tassi d’interesse”

Le operazioni su iniziativa delle controparti (2)

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A.A. 2008-2009 Economia degli Intermediari Finanziari 30

Il corridoio dei tassi d’interesse (1)

Nel mercato interbancario l’Eonia (European overnight index average) varierà in un intervallo così definito:• il minimo sarà il tasso sui depositi presso la BCE (se così non fosse le banche preferirebbero depositare presso la BCE piuttosto che prestare sul mercato interbancario esponendosi ad un seppur minimo rischio d’insolvenza)• il massimo sarà, invece, il tasso sul rifinanziamento marginale (se così non fosse le banche chiederebbero credito di ultima istanza alla BCE piuttosto che domandarlo sul mercato interbancario)

Limite max: tasso sulle operazioni di rifinanziamento

Limite min: tasso sui depositi presso la BCE

Tasso overnight

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A.A. 2008-2009 Economia degli Intermediari Finanziari 31

Il corridoio dei tassi d’interesse (2)

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A.A. 2008-2009 Economia degli Intermediari Finanziari 32

La istituzioni monetarie che operano all’interno dell’area euro sono tenute a mantenere una quota obbligatoria di riserve liquide depositate presso le BCN di riferimento. L’aggregato soggetto a riserva può essere cosìrappresentato:

Il regime della riserva obbligatoria (1)

Depositi con scadenza predeterminata oltre i 2 anni

Depositi rimborsabili con preavviso oltre i 2 anni

Pronti contro termine passiviTitoli emessi con scadenza

predeterminata oltre 2 anni

Depositi a vista e overnightDepositi con scadenza predeterminata fino

a 2 anniDepositi rimborsabili con preavviso fino a 2

anniTitoli emessi con scadenza predeterminata

fino a 2 anniStrumenti di raccolta a breve termine

Parte II. Raccolta soggetta ad aliquota di riserva pari allo 0%

Parte I. Raccolta soggetta ad aliquota di riserva del 2%

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A.A. 2008-2009 Economia degli Intermediari Finanziari 33

All’ammontare di riserve calcolato sull’aggregato di riferimento si sottrae un importo fisso pari a 100.000 euro

La riserva obbligatoria è remunerata ad un tasso pari alla media dei tassi sulle operazioni di rifinanziamento compiute nel periodo di mantenimento

Le banche non devono rispettare giornalmente l’obbligo di riserva, ma devono farlo in media nel periodo di mantenimento

Il coefficiente di riserva obbligatoria rappresenta uno strumento di politica monetaria, finalizzato a:

– stabilizzare il tasso d’interesse sul mercato interbancario dei depositi

– creare un fabbisogno strutturale di liquidità per tutte le istituzioni monetarie dell’euro area

Un aumento del coefficiente di riserva, a parità di altre condizioni, comporta una diminuzione dell’offerta di moneta e viceversa

Il regime della riserva obbligatoria (2)

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A.A. 2008-2009 Economia degli Intermediari Finanziari 34

I meccanismi di trasmissione della politica monetaria (1)

Fonte: BCE (2004)

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A.A. 2008-2009 Economia degli Intermediari Finanziari 35

I meccanismi di trasmissione della politica monetaria (2)

• La catena di trasmissione della politica monetaria inizia con la modifica dei tassi di riferimento applicati dalla BCE alle operazioni che abbiamo analizzato

• Tali variazioni si ripercuotono sui tassi di interesse del mercato interbancario e sui tassi applicati alle operazioni con la clientela per prestiti e depositi a breve termine

• L’attesa di una variazione dei tassi di riferimento incide anche sui tassi a medio termine che rispecchiano le aspettative degli operatori

• Le variazioni dei tassi si ripercuotono anche su altre variabili finanziarie come i prezzi dei titoli e i tassi di cambio

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A.A. 2008-2009 Economia degli Intermediari Finanziari 36

• Sono influenzate anche le decisioni di risparmio e di investimento di famiglie ed imprese, nonché l’offerta ed il ricorso al credito: se i tassi aumentano il consumo corrente diminuisce a favore del risparmio e dell’investimento in titoli; contrarre un prestito diviene più oneroso per le imprese e più rischioso per il creditore. Al contrario se i tassi diminuiscono crescono il consumo, gli investimenti ed il ricorso ai finanziamenti

• Tutto questo si ripercuote sul livello di domanda aggregata: ad esempio, se la domanda aumenta si possono generare spinte inflazionistiche

• Le variazioni dei tassi d’interesse incidono anche sui tassi di cambio, influenzando i prezzi all’importazione e la competitività dei prodotti sul mercato internazionale

I meccanismi di trasmissione della politica monetaria (3)

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A.A. 2008-2009 Economia degli Intermediari Finanziari 37

Gli effetti di una manovra espansiva (1)

Diminuzione dei tassi di interesse

sul mercato monetario

Diminuzione dei tassi a medio lungo termine

Aumento dei prezzi delle attività finanziarie

Aumento della domanda di prestiti (credito piùaccessibile e maggior valore della garanzie)

Aumenta la propensione al

consumo delle famiglie (maggiore accesso al

credito e minore incentivo al risparmio)

Aumenta la domanda aggregata, favorendo

l’incremento della produzione,

dell’occupazione e dell’inflazione

Ipotizzando che la BCE decida di ridurre il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale…

Aumentano gli investimenti delle

imprese

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A.A. 2008-2009 Economia degli Intermediari Finanziari 38

Gli effetti di una manovra espansiva (2)

A parità di altre condizioni, sul fronte internazionale…

La diminuzione dei tassi d’interesse

nell’area dell’euro favorisce il

deprezzamento dell’euro

Maggiore competitivitàdelle merci prodotte nell’area dell’euro

Aumento delle esportazioni e

diminuzione delle importazioni

Ciò equivale ad un aumento della domanda aggregata che faràaumentare la produzione, l’occupazione e determinerà un aumento

dei prezzi