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Informazioni generali:

DURATA DEL VIAGGIO: 14 – 15 giorni.

PERIODO DEL VIAGGIO CONSIGLIATO: Maggio – Ottobre.

COME ARRIVARE DALL’ITALIA: Se doveste raggiungere l’isola dal continente i porti di

ingresso più comunemente usati sono quelli di Olbia e Porto

Torres nel nord dell’isola o di Cagliari nella parte

meridionale della Sardegna. I traghetti che raggiungono la

Sardegna salpano principalmente dalle località di Genova,

Livorno, Civitavecchia, Napoli, Palermo e Trapani.

FUSO ORARIO: ///

DOCUMENTI NECESSARI: Carta d’Identità.

PATENTE RICHIESTA: Patente Italiana.

RISCHI SICUREZZA E SANITARI: Nessuno.

MONETA: EURO.

TASSO DI CAMBIO: ///

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Descrizione del viaggio:

1° giorno: STINTINO, ALGHERO, GROTTE DI NETTUNO, PARCO NAZIONALE DELL’ ASINARA

Come si ebbe a dire in passato: “La Sardegna è differente” e come non essere d’accordo con questo motto? Gli isolani lo sanno da sempre

ma per i turisti è sempre un’emozione calarsi in questa realtà fatta di interni brulli e punteggiati di infiniti greggi di pecore, villaggi dove il

banditismo ha imperato per secoli, città d’arte e siti archeologici preistorici, villaggi turistici frequentati dal jet set internazionale, grotte

marine che sembrano cattedrali che si innalzano dalla superficie delle acque e un mare che, non ce ne vogliano tutti gli altri aspiranti a tale

titolo, è probabilmente il più bello di tutto il Mediterraneo. Il relativo isolamento dovuto alla sua posizione geografica ha poi fatto sì che nei

millenni i sardi abbiano assunto tendenze fiere e vagamente indipendentiste, rivendicando con forza la loro singolarità culturale e culinaria

che propone alcune delle più succulente pietanze del Bel Paese.

Consigliamo di iniziare il vostro tour sardo attraccando col traghetto a Porto Torres, nei pressi di Sassari, e da qui coon un veloce

spostamento convergere subito presso Stintino (30km, 25 minuti). Questo piccolo abitato, che per secoli è stato un modesto porto di

pesca, deve il suo nome al termine sardo “istinthinu”, ossia piccolo fiordo che ricorda la forma della rada dove vengono ormeggiati i

pescherecci. Oggi però il modesto abitato composto da case dai colori caldi è principalmente una località turistica, soprattutto grazie

alla sua invidiabile posizione rispetto ai gioielli dell’area della Nurra (estremo nord-ovest della Sardegna). Vi suggeriamo di dedicare

tutta la prima giornata a crogiolarvi sulla meravigliosa spiaggia sabbiosa de La Pelosa che sorge 2,5km a nord dell’abitato e che

rappresenta davvero la quintessenza della perfezione balneare. Una distesa praticamente infinita di sabbia dorata si estende anche

sotto il pelo dell’acqua per centinaia di metri (molto adatta ai bambini) e le calme e calde acque sono un vero visibilio per gli amanti

della tintarella. Come non bastasse tutto questo la spiaggia è sorvegliata da una torre di guardia Catalano Aragonese che è divenuta

simbolo de La Pelosa e affittando un pedalò o un gommone si può tranquillamente circumnavigare l’adiacente Isola Piana ubicata a

circa 500m dalla riva. Tutta la zona è molto affollata in alta stagione ma muovendosi un poco oltre la battigia principale avrete modo

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di ammirare anche una natura sottomarina eccezionalmente rigogliosa. Terminata la giornata a mare consigliamo di trovare un

pernottamento in città, che funga anche da vostra base nei giorni successivi.

Due viste straordinarie della favolosa spiaggia de La Pelosa sita nelle immediate vicinanze di Stintino. Sullo sfondo l’Isola Piana.

Nella seconda giornata di viaggio si volge invece l’attenzione a due siti posti nel Sassarese, una sub-regione storica collocata giusto a

meridione della Nurra. In mattinata portatevi da Stintino ad Alghero (55km, 50 minuti), forse la città medievale meglio preservata di

tutta la Sardegna. Il centro storico cittadino è ancora oggi racchiuso entro le mura catalane cinquecentesche color miele che tuttora

mostrano diverse torri difensive lungo il perimetro a mare. Tutta la cinta muraria è poi percorribile mediante comodi camminamenti

da cui si possono ammirare meravigliose viste che spaziano fino a Capo Caccia e lungo cui sono posti un’infinità di ristoranti e bar in

cui concedersi piacevoli soste. All’interno del centro storico potrete poi perdervi tra i negozietti tipici siti nell’intricato dedalo di vie

storiche, avendo però cura di fermarvi almeno ad ammirare la facciata neoclassica con colonne doriche della Cattedrale di Santa

Maria e il suo splendido Campanile a pianta ottagonale, uno degli esempi più straordinari di architettura gotica catalana. Nondimeno

non dimenticate di raggiungere anche la Chiesa di San Francesco, un vero tesoro artistico eretto nel ‘300 in stile gotico e poi rivista

in chiave rinascimentale a seguito del parziale crollo che la colpì nel 1593. Nei suoi interni si collocano un fine altare in marmo

policromo dell’800 e una statua lignea del Cristo del ‘700. Giunta l’ora del pranzo consigliamo di fermarvi in uno dei ristorantini di

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pesce che abbondano in città per provare alcune specialità ittiche del luogo come l’aragosta alla catalana o i ricci di mare.

Una volta concluso il pasto potrete riprendere l’auto e, mediante una spettacolare strada che serpeggia su alte scogliere nel suo tratto

terminale, raggiungere Capo Caccia (45km, 45 minuti) un promontorio roccioso proteso verso il mare aperto che è divenuto

universalmente noto per essere il punto di accesso alle Grotte di Nettuno. Tramite la fotogenica Escala del Cabirol, una tortuosa

scalinata di 654 gradini che scende nella gola sottostante Capo Caccia per 110m si raggiunge l’ingresso a pelo d’acqua del

complesso geologico che non mancherà di sorprendervi per le sue incredibili formazioni di stalattiti e stalagmiti. Tornati all’esterno e

vedendo lo spettacolo del mare agitarsi e frangersi contro le scogliere vi chiederete se per caso questa non sia la reazione di

un’artista visionario. Risalita nuovamente l’irta rampa di scale potrete infine riprendere l’auto e rientrare a Stintino per la sera

(55km, 1 ora).

Una vista aerea del centro storico di Alghero tutto ancora contornato dalle antiche mura catalane, quindi la Escala del Cabirol che

funge da scenografico accesso alle Grotte di Nettuno (di seguito), splendida formazione geologica a pelo d’acqua.

L’ultima giornata nella Nurra si incentra invece sull’esplorazione di un parco nazionale di recente istituzione: quello che tutela l’isola

dell’Asinara. Per decenni sinonimo di uno tra i carceri di massima sicurezza italiani più inviolabili l’Asinara ha di recente avuto

modo con l’istituzione del parco di reinventarsi a meta turistica, che siamo certi avrà grande successo nel volgere di pochi anni. La

natura qua è sempre rimasta inviolata e pertanto sarete immersi in un ecosistema sano composto da distese di macchia mediterranea

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in cui pascolano liberi i tipici asini bianchi dell’isola che si alternano a tratti di costa selvaggia ora composta da irte scogliere ora

caratterizzata da baie e calette sabbiose davvero invitanti. Tutto attorno all’isola si estende poi uno dei mari più ricchi in termini di

biodiversità e concentrazione di pesci di tutto il Mediterraneo. Essendo riserva nazionale severamente protetta l’Asinara è

raggiungibile solo prendendo parte a tour organizzati che salpano da Stintino ma per lo meno spesso si ha la possibilità poi di

girovagare liberi per qualche ora dai punti più scenografici della grande isola. Fatto ritorno al porto potrete infine prepararvi alla

vostra ultima serata in terra di Nurra.

Una caletta selvaggia e incontaminata dell’Asinara, paradiso non cementificato italiano, e i suoi famosi asini bianchi che la popolano.

4° giorno: COSTA PARADISO, SANTA TERESA DI GALLURA

Con la quarta giornata di viaggio si abbandona Stintino e la Nurra per raggiungere in serata il cuore della Gallura, la porzione di Sardegna

posta alla sua estremità nord-orientale. La giornata non vive però di un mero trasferimento ma annovera un paio di tappe che vi

intratterranno senza difficoltà per tutta la giornata. Di primo mattino lasciate Stintino e guidate per circa un’ora e mezza (100km) lungo la

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litoranea settentrionale sarda fino a raggiungere l’abitato centrale della Costa Paradiso. Questo nucleo abitativo appare composto da una

profusione di case vacanze, qualche villaggio e sembra tutto creato a misura di turista ma la felice scelta di creare composizioni

architettoniche che ben si inseriscono nel paesaggio non ha compromesso per niente l’incontaminata natura di questo tratto costiero. Qui

infatti si susseguono faraglioni e pinnacoli che si innalzano da un mare blu cobalto che luccica al sole di mille riflessi dorati. Le trasparenze

delle acque sono poi davvero straordinarie e se sommiamo a questo il fatto che la zona è incredibilmente poco nota e quindi poco

congestionata non potrete fare a meno di innamorarvi di questo tesoro semi sconosciuto ai più. Per un bagno rigenerante nulla appare

meglio che la cala sabbiosa della Spiaggia Li Cossi, incastonata tra muri rocciosi e posta alla confluenza a mare di un torrente che ha

scavato un canyon retrostante la battigia. Il sito si raggiunge con una comoda camminata di 15 minuti dall’abitato principale.

Nel pomeriggio potrete poi riprendere l’auto e coprire ancora un tratto della provinciale 90 che si allunga fino a Santa Teresa di Gallura

(40km, 35 minuti), antico borgo dall’indole marinaresca che si affaccia sul tormentato canale marino delle Bocche di Bonifacio. Il paesino è

in sé davvero accattivante, ricco in negozi e bar che vi tenteranno con i loro cocktail e aperitivi (non mancate di provare i meravigliosi vini

locali come il rosso Cannonau o il bianco Vermentino di Gallura), e presenta anche una delle più belle spiagge urbane della Sardegna:

quella di Rena Bianca.

La Spiaggia Li Cossi, probabilmente la caletta più bella della Costa Paradiso e l’abitato di Santa Teresa di Gallura in veste serale.

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Giusto a 5km verso ovest dal paese si erge poi solitario e proteso su una rocciosa penisola collegata alla costa da uno stretto lembo sabbioso

l’anfiteatro geologico di Capo Testa, una vera delizia per gli occhi. Questo tormentato promontorio è stato scolpito dai venti impetuosi e

dagli agenti atmosferici nel corso dei millenni e oggi appare come una cattedrale di granito composto da pinnacoli e guglie che si staglino

verso il cielo partendo da un mare incredibilmente cristallino e generoso in termini di vita biologica. Passeggiare per i sentieri sterrati di

Capo Testa, specie con la luce del tramonto, è davvero un’esperienza indimenticabile e se avete tempo a disposizione non mancate di

discendere (45 minuti solo andata) la cosiddetta Valle della Luna, probabilmente il percorso più scenografico del capo che scende fino al

mare tra prati e rocce sagomate dal’erosione. Per la serata consigliamo di usufruire di uno dei ristorantini invitanti di Santa Teresa di

Gallura e di fare poi rotta verso Palau (25km, 25 minuti) per la nottata.

Capo Testa visto dall’alto che si protende nelle mille tonalità del blu di questo tratto di Mediterraneo e la selvaggia Valle della Luna,

escursione principe al suo interno.

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5° - 6° giorno: PARCO NAZIONALE ARCIPELAGO DELLA MADDALENA

Il Parco Nazionale della Maddalena è uno di quei luoghi che tanto hanno reso celebre l’Italia del Mondo, un territorio in cui si alternano

isole granitiche una volta facenti parte di una vallata emersa che collegava la Sardegna alla Corsica a scenari sottomarini davvero

eccezionali per quanto concerne il Mediterraneo. Oggi le sette isole principali costituenti sono un vero trionfo di calette, litorali sabbiosi

appartati, bizzarre forme geologiche e nelle sue acque che possiedono una trasparenza unica potrete facilmente imbattervi in numerosi

banchi di pesci tanto da pensare per un attimo di esservi trasferiti ai tropici.

Vi consigliamo di dedicare almeno due giornate intere a questo gioiello naturale, spendendo la prima tappa sulle due isole più estese

del parco: l’Isola de La Maddalena e l’isola di Caprera. La Maddalena, raggiungibile con un comodo e veloce tratto in traghetto da

Palau, vanta l’unico centro abitato (omonimo) dell’arcipelago e fu nell’800 sede di un importante base navale della marina italiana.

Oggi appare un luogo divertente dove girovagare senza meta tra i negozietti presenti e dove concedersi un caffè o uno snack nella sua

centrale “piazza rossa” (Piazza Garibaldi) che deve il suo nomignolo all’intenso colore scarlatto della sua pavimentazione. Dopo un

paio d’ore spese in paese e aver curiosato anche nel suo sempre affollato porticciolo vi consigliamo di affittare una bicicletta e

dirigervi attraversando lo spettacolare tratto marino noto come Passo della Moneta sulla strada che vi condurrà alla vicina Isola di

Caprera. L’isola è divenuta celebre nell’800 poiché venne scelta come dimora abituate da Giuseppe Garibaldi che vi trascorse buona

parte della sua vita, dal 1856, fino alla sua morte sopravvenuta nel 1882. Oggi la sua ex casa è stata riadattata a museo inerente il

personaggio e vale davvero la pena entrarvi e scoprire qualche aneddoto sul noto patriota italiano. Terminata la parentesi culturale

potrete quindi muovervi alla volta dei veri tesori che caratterizzano Caprera: ossia le meravigliose spiagge dall’aspetto realmente

caraibico. L’estremità meridionale dell’isola vanta un gruppo di tre mezzelune sabbiose davvero perfette, peraltro comodamente

raggiungibili attraverso una pista sterrata che si snoda lambendo un mare cristallino da un lato e una folta vegetazione tipica della

macchia mediterranea dall’altro. Cala Portese, Cala Andreani e la Spiaggia del Relitto sono destinazioni ottimali anche per le

famiglie visti i fondali bassi e protetti, ma anche i più grandi rimarranno ammaliati dalle trasparenze delle loro acque. Qualora invece

vi sentiste più proiettati alla scoperta di cale più appartate potreste spingervi via mare o via terra (attraverso accidentati sentieri)

presso Cala Coticcio o Cala Brigantina, due nicchie sabbiose incastonate in un palcoscenico roccioso composto da rocce levigate e

dall’aspetto spumoso lambite da un mare che si anima di mille tonalità di blu, azzurro e verde. Nonostante siano abbastanza fuori

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mano le calette prima citate sono una nota meta dei diportisti pertanto in alta stagione state pur certi che le troverete invasi da

natanti, il che sminuisce di molto l’impatto scenico naturale. Il consiglio quindi è di venirci o al mattino molto presto o in bassa

stagione. Terminato il tempo di bagni e relax fate poi rientro a Palau per la nottata.

L’abitato della Maddalena, unico paese vero e proprio nell’area del parco nazionale, quindi le incredibili trasparenze di Cala

Coticcio e Cala Portese sull’isola di Caprera.

La seconda giornata nell’arcipelago si incentra invece sulle sue isole minori, veri scrigni di natura incontaminata, per raggiungere i

quali si deve necessariamente prendere parte a qualche tour organizzato da appositi tour operator della zona. L’accesso è possibile

solo via mare ed è regolamentato. Prima meta di giornata è necessariamente l’isolotto incontaminato di Spargi che lungo la sua costa

meridionale e orientale vanta diverse cale (Cala Corsara, Cala Soraja, Cala Granara, Cala Conneri) di modeste estensioni ma

incredibilmente belle e adatte alla balneazione. Anche qui si registra spesso un forte afflusso turistico ma grazie alla

regolamentazione degli accessi non si verificano mai situazioni insostenibili di affollamento. L’ideale sarebbe avere la possibilità di

rimanere sull’isola almeno l’intera mattinata per spostarvi attraverso i sentieri da una cala all’altra, ma dovrete organizzarvi con

un’escursione che preveda sufficiente tempo di permanenza.

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Cala Cortese e Cala Conneri, due delle meravigliose spiagge dell’Isola di Spargi.

Nel pomeriggio potrete quindi far rotta verso il gruppo più esterno ed esposto ai venti e agli agenti atmosferici erosi della Maddalena:

ossia gli isolotti di Budelli, Santa Maria e Razzoli. Già solo i nomi vi evocano meravigliosi scenari marini e le vostre attese non

verranno di certo disattese: la perla dell’area è indubbiamente Budelli con la sua celeberrima Spiaggia Rosa e la Spiaggia dei

Cavalieri. L’ecosistema dell’isolotto è talmente fragile e la sua bellezza così eterea che vi si può accedere solo accompagnati e vige un

divieto assoluto di raccogliere qualsiasi souvenir da portarsi a casa per ricordo della vista compiuta. Se le regolamentazioni sono

ferree la magnificenza delle baie è incommensurabile. Oltretutto tutta l’estensione marina che separa le tre isole è nota come le

Piscine e costituisce un rettangolo marino composto da acque basse e incredibilmente luminose e scenografiche che creano un vero

tesoro naturale di rilevanza mondiale. Non c’è niente da fare il tempo a vostra disposizione presso quest’area vi apparirà sempre

insufficiente rispetto alle vostre volontà di rimanere per sempre in questo scrigno incantato. In ultimo, prima di fare rientro a Palau in

serata, potrete concedervi un drink presso Cala Santa Maria, l’unica zona antropizzata delle isole esterne della Maddalena, sita

proprio sull’Isola Santa Maria e caratterizzata da un’altra splendida battigia sabbiosa.

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La celeberrima Spiaggia Rosa dell’Isola di Budelli e le Piscine, tratto marino incredibilmente variopinto e spettacolare tra gli isolotti

di Budelli, Razzoli e Santa Maria.

7° - 8° giorno: COSTA SMERALDA

Dopo tanti scenari naturali incontaminati comincerete a sentire il bisogno impellente di ritornare alla civiltà ai suoi agi e alle sue frivolezze.

Ebbene la Costa Smeralda sarà proprio quello che farà per voi. Divenuta sinonimo di alberghi lussuosi, mare cristallino, discoteche

all’ultima moda, locali notturni esclusivi e quotidianamente posta in prima pagina sui rotocalchi estivi che seguono le scappatelle di vip e

personaggi famosi questo lembo di Sardegna è davvero un mondo a parte. Si fatica davvero a comprendere come questa zona posta a breve

distanza dal porto di Olbia possa essersi così trasformata nel volgere di pochi decenni, scostandosi completamente dalla tradizione tipica

sarda per divenire una meta turistica internazionale ma il risultato è che ogni anno viene invasa da danarosi turisti che non hanno nessun

problema a sborsare quantitativi davvero esosi di denaro per intrattenersi nelle sue località. Perla del panorama della Costa Smeralda è la

facoltosa Porto Cervo (35km, 35 minuti da Palau), un modernissimo centro turistico invaso da ville sontuose, panfili e yacht delle dimensioni

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più grandi che possiate immaginare, boutique dei marchi internazionali più esclusivi, ristoranti di altissima cucina e locali di intrattenimento

tra i più famosi del Bel Paese. Certo soggiornare qui è dispendioso ma anche questa è Sardegna e se non vorrete escludere una parte ormai

iconica dell’isola dal vostro viaggio può valere il costo della spesa fermarsi in loco per un paio di notti. Se Porto Cervo è la capitale

smeraldina Porto Rotondo, qualche chilometro più a sud (25km, 30 minuti), è il suo vassallo più valido e un’altra località in forte ascesa.

Entrambe le località raggiungono il massimo del loro interesse di notte, quindi impostate le vostre giornate in modo tale che la serata sia il

fulcro della vostra permanenza. Durante il giorno però potrete sempre dilettarvi con qualche spiaggia davvero magnifica posta lungo la linea

di costa tra le due località: Golfo del Pevero, Capriccioli, Romazzino con la sua Spiaggia del Principe o gli arenali di Liscia Ruja, Petra Ruja

e Rena Bianca sono i principali punti di interesse balneare della Costa Smeralda.

Una vista panoramica di Porto Cervo con il suo porticciolo sempre invaso da grandiose imbarcazioni private, quindi uno scorcio della Costa

Smeralda presso Capriccioli e uno spaccato delle sfrenate nottate che caratterizzano le località della zona.

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9° giorno: COSTA DELLE BARONIE

Con la nona giornata di viaggio si abbandonano gli splendidi scenari marini della Gallura e inizia il percorso verso il cuore dell’isola sarda.

Prima tappa di questo tour è la regione storica delle Baronie nelle quali si trova un altro tratto costiero davvero memorabile per quanto

concerne spiagge e riserve naturali. Nel volgere di pochi chilometri infatti si aprono lungo la costa una serie di favolose calette oggi ormai

contornate da borghi turistici in piena espansione, in cui le offerte ricreative abbondano e non si lesinano i divertimenti notturni. A differenza

della Costa Smeralda però qui i prezzi sono alla portata dei più e visti i fondali bassi e le correnti blande questi territori sono molto adatti

anche alle famiglie. Ad impreziosire lo scenario vi è poi la costante vista sulla possente Isola Tavolara, recentemente istituita a parco, anche

marino, che può essere meta di un’interessante uscita in gommone. Il tratto di costa spettacolare inizia presso Porto Istana (40km, 45 minuti

da Porto Cervo) e si prosegue con i litorali di Porto San Paolo, Porto Taverna, Capo di Coda Cavallo, Cala Brandinchi, Spiaggia di Lu

Impostu, sino a raggiungere l’immensa distesa sabbiosa di San Teodoro (20km, 25 minuti da Porto Istana). Francamente a questo territorio

limitato per estensione si potrebbe dedicare un’intera settimana senza mai tornare sulla medesima spiaggia e rifacendosi gli occhi sopra e

sotto il pelo dell’acqua quotidianamente. Per questioni temporali in questa trattazione gli dedichiamo solo una giornata solo perché

l’itinerario è esplorativo di tutta la Sardegna ma si potrebbe benissimo dilungarsi in loco. Cittadina più animata e in cui consigliamo di

soggiornare è San Teodoro, che offre al turista una vita notturna davvero intrigante.

Altri panorami balneari d’eccezione sardi: in questo caso siamo nella costa delle Baronie: in primis Capo di Coda Cavallo e poi la Spiaggia

di Lu Impostu in primo piano con la turrita Isola Tavolara sullo sfondo.

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10° - 11° giorno: PARCO NAZIONALE DEL GENNARGENTU E GOLFO DI OROSEI

Il Parco Nazionale del Gennargentu comprende l’area interna più rurale e attaccata alle tradizioni dell’intera Sardegna, un territorio abitato

da uomini abituati alle ruvidezze della vita all’aria aperta ma di una straordinaria ospitalità, e al contempo va a tutelare un’altra area

costiera di una bellezza mozzafiato: il Golfo di Orosei, che si caratterizza per la sua inaccessibilità e pressoché totale mancanza di

urbanizzazione.

Il primo dei due giorni dedicati alla visita dell’area si incentra sull’entroterra e i suoi luoghi più scenografici. Di buona mattina

lasciate San Teodoro e raggiungete con un moderato trasferimento il paesino di Orgosolo (100km, 70 minuti). Questa borgata può

essere considerata la quintessenza della comunità tipica della Barbagia, un paese che possiede una dubbia fama di ex centro di

banditismo e bande di sequestratori che per decenni hanno imperversato nell’area ma che oggi appare come una comunità agricola

imperniata sulla dura vita dei campi e possiede la curiosa caratteristica di essere tappezzata di grandi murales a sondo politico e

sociale che ricordano gli avvenimenti storici italiani e internazionali dell’ultimo secolo. E’ davvero interessante aggirarsi tra le sue

dismesse vie e fermarsi a pensare a quella che è la quotidianità dei suoi abitanti. Poco distante Oliena (20km, 20 minuti) è un’altra

località cardine della Barbagia, una realtà però più grande e posta in posizione scenografica sotto la rupe del Monte Corrasi che con

i suoi 1463m è il picco più alto del Supramonte, l’area montuosa che contraddistingue questa sezione del Parco del Gennargentu.

Oltre alle abitazioni in pietra grigia che creano un’atmosfera incantata Oliena è anche un luogo privilegiato dove assaporare alcuni

prodotti tipici della cucina sarda come il pane carasau, i culurgiones, le empanadas, i malloreddus o le seadas.

Nel primo pomeriggio, dopo esservi lautamente riempiti con questi sostanziosi piatti, riprendete poi l’auto e con uno spettacolare (e

tortuoso) percorso aggirate il massiccio del Supramonte fino a raggiungere mediante una pista sterrata l’inizio dei sentieri che

conducono alla Gola di Su Gorropu (40km, 70 minuti), Questa formazione simile a un profondo e tormentato canyon si colloca dentro

a una delle sezioni più selvagge e incontaminate del Parco del Gennargentu e vi offre la possibilità con brevi e semplici escursioni su

sentiero (due/tre ore) di addentrarvi negli anfratti più intimi e spettacolari di queste gole. Talvolta sul greto del torrente si formano

magnifiche piscine naturali in cui concedersi un po’ di refrigerio dalla calura spesso opprimente. Non è affatto inusuale poi imbattersi

qui in animali selvatici come gracchi, poiane, sparvieri, cinghiali, ghiri e soprattutto i tipici mufloni sardi dalle corna ritorte. Una

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volta rientrati alla vostra auto al termine del vostro percorso a Su Gorropu fate quindi rotta verso la località di Cala Gonone (25km,

55 minuti) per la nottata.

Una delle numerose case ricoperte da murales a sfondo politico e sociale di Orgosolo, un invitante piatto di empanadas, una deller più

famose ricette della cucina sarda, e uno scorcio delle Gole di Su Gorropu.

Il Parco nazionale del Golfo di Orosei tutela un lunghissimo tratto costiero e dell’adiacente entroterra (35km di lunghezza)

completamente sgombro da insediamenti umani e rimasto pressoché immutato dalla notte dei tempi ai giorni nostri. Montagne

scoscese, torrenti primordiali, calette paradisiache e un mare avente alcuni degli ecosistemi più intatti e rigogliosi di tutto il

Mediterraneo sono qui raccolti in questa sorta di angolo al di fuori del tempo. Vista l’assenza anche di strade interne (anche piste

sterrate) il modo migliore per muovervi nell’area è affittare un gommone o intraprendere delle escursioni in barca che vi porteranno

nei luoghi più pittoreschi dell’area. Punto di partenza per qualsiasi escursione in zona è la piccola località costiera di Cala Gonone.

Da qui cominciando a discendere la costa verso sud incontrerete nel volgere di un paio di chilometri la splendida baia di Cala Fuili,

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un’appartata spiaggetta lambita da un mare turchese e circondata da alte pareti montuose. Ancora un chilometro più a sud si

raggiunge quindi l’entrata delle imponenti Grotte del Bue Marino che devono il loro nome al fatto di essere state per anni l’ultimo

rifugio della foca monaca mediterranea (o bue marino appunto) ormai purtroppo irrimediabilmente estinta. Le grotte sono altissime e

ricche anche di lasciti murali dell’uomo primitivo (vi si può accedere con visite guidate in loco). Ancora due chilometri e mezzo a sud

ed ecco apparire la distesa sabbiosa principale del Golfo di Orosei: la magnifica Cala Luna. Qui la natura ha dato davvero spettacolo

con grotte marine e grotte usuali che si susseguono alle candide strisce sabbiose che si specchiano in un mare cristallino a dir poco.

La presenza di un tattico ristorante giusto alla foce del torrente che discende dai monti circostanti offre anche la possibilità di

concedersi un lauto pasto con cui inframmezzare la giornata. Nel pomeriggio si può invece compiere un percorso di circa 15km verso

sud fino toccando diverse altre cale e sezioni marine davvero spettacolari della costa come Cala Sisine, Cala Biriola, le Piscine di

Venere, Cala Mariolu fino a spingersi a Cala Goloritzé l’ultima caraibica spiaggetta che impreziosisce la costa del Golfo di Orosei.

Tutte queste destinazioni sono sprovviste di strutture di accoglienza e hanno un aspetto davvero wilderness, se non fosse per il relativo

traffico marino presente. Va però precisato che più ci si spinge a sud meno natanti e turisti si incontrano. Se possibile l’ideale sarebbe

godersi fino al tramonto lo spettacolare paesaggio e poi rientrare con la luce della luna e delle stelle verso Cala Gonone apprezzando

appieno il silenzio e la maestosità naturale della zona, ovviamente affitto dell’imbarcazione permettendo. Per la nottata poi fermatevi

nuovamente a Cala Gonone.

L’ingresso alle Grotte del Bue Marino, storico ultimo sito in cui visse la foca monaca nel Mediterraneo, quindi le paradisiache e

selvagge Cala Luna e Cala Goloritzé, alcune tra le perle del Golfo di Orosei.

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12° giorno: GIARA GESTURI, BARUMINI, COSTA VERDE

La dodicesima giornata di viaggio in terra sarda prevede un lungo trasferimento dalla costa orientale a quella occidentale dell’isola,

approfittando nel trasferimento di fermarsi presso due siti di grande interesse storico-culturale dell’entroterra isolano: la Giara di Gesturi e i

nuraghi di Barunimi. Dopo una lunga traversata, ora su strade a veloce percorrenza ora su panoramiche ma lente strade provinciali,

raggiungete verso la tarda mattinata la Giara di Gesturi (165km, 3 ore da Cala Gonone): questo altopiano basaltico dalle ripide pareti

formanti delle scarpate si innalza tra le ondulate colline dell’interno e risulta essere una circoscritta oasi selvaggia coperta di macchia

mediterranea alternata a piccoli boschi di querce da sughero e praterie, talvolta intercalate da costruzioni difensive nuragiche. L’aspetto

interessante di questo territorio rude e dimenticato è che qui sopravvivono mandrie semi selvatiche di una razza di cavalli di origine

mediorientale che si muovono libere in un terreno naturale intatto. Certo, non saranno le pianure africane, ma l’impatto visivo di adocchiare

mandrie allo stato brado che si abbeverano nel proprio habitat indisturbati è un motivo più che valido per spendere un paio d’ore tra i

sentieri e le piste della zona.

Verso l’ora di pranzo rientrate quindi alla vostra automobile e spostatevi presso il vicino paese di Barumini (15km, 30 minuti), un borgo

agricolo sito in una verde vallata, di per sé abbastanza anonimo, ma nelle cui vicinanze sorge il sito nuragico più acclamato di tutta la

Sardegna: il complesso megalitico di Su Nuraxi. Queste possenti fortificazioni in blocchi di pietra non cementati vennero erette nella

preistoria fino al VI secolo a.C. congiuntamente al limitrofo villaggio nuragico che venne però distrutto nel VII secolo a.C. per essere però

poi recuperato da romani e fenici in seguito. La costruzione più in vista del sito è però la grande torre risalente al 1500 a.C. che fu poi

circoscritta nel complesso fortificato visibile oggi nel corso dei secoli durante il periodo dell’Età del Ferro. Passeggiare tra questi

antichissimi edifici e comprendere il grado di evoluzione e complessità delle comunità preistoriche qui presenti all’epoca non vi lascerà di

certo indifferenti, anzi stimolerà la vostra curiosità e vi intrigherà. Tutta l’area archeologica peraltro si può visitare prendendo parte a

interessanti visite guidate, necessarie per comprendere meglio l’elaborata realtà del sito nuragico.

A metà pomeriggio riprendete quindi l’auto e raggiungete la località di Piscinas, nel comune di Arbus (75km, 90 minuti). Questa realtà

immersa nella natura intatta vanta qualche sparuta e rustica sistemazione per la notte ma qualche disagio sarà ampiamente soppesato dal

fatto di poter godere straordinarie stellate notturne dalla spiaggia deserta e la vista, quasi certa, di gruppi di animali selvatici che si

aggirano nei pressi del campeggio locale alla ricerca di cibo. Tuttavia ciò che ci spinge a consigliarvi quest’angolo ameno della Costa Verde

è sicuramente il piccolo ma compatto e severo deserto che si estende nel suo punto più ampio per ben 2km nell’entroterra. Anche se minuto le

dune sabbiose movimentate dal vento raggiungono altezze considerevoli (60m) e possono essere l’occasione di una breve camminata in un

angolo dall’aspetto sahariano. Consigliamo vivamente di usufruire delle sistemazioni in loco per la nottata.

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I cavalli semiselvatici della Giara di Gesturi immersi nel loro habitat naturale incontaminato, quindi una vista aerea sul sito nuragico di Su

Nuraxi presso Barumini e il connubio di dune e mare della Spiaggia di Piscinas, gioiello della Costa Verde.

13° giorno: CHIA

Il tredicesimo giorno di viaggio prevede l’ultimo spostamento in terra sarda e ci spinge ad esplorare i bellissimi litorali del Sulcis, l’estrema

propaggine sud-occidentale della Sardegna. Questa che fu terra di minatori, costretti spesso a lavorare in condizioni molto difficoltose, ed è

oggi sede di diversi basi militari, spesso straniere, è un angolo di Sardegna spesso dimenticato ma vale davvero la pena raggiungere le

località sotto trattate per godersi panorami marini che non hanno eguali nella porzione meridionale dell’isola. Dopo esservi goduti ancora

un poco l’ambiente naturale di Piscinas in tarda mattinata prendete l’auto e compiendo un tortuoso spostamento più rasenti possibili la linea

di costa raggiungete la località di Chia (135km, 3 ore), che rappresenta il cuore dell’offerta turistica del Sulcis. La profusione di spiagge

dorate, spesso frequentate da autoctoni e basta, è davvero singolare e bellissima e troverete anche in alta stagione sicuramente un angolo

tutto a vostra disposizione. Le infrastrutture non mancano ma volendo ci si può spingere poco oltre i litorali più battuti per incontrare cale

inviolate, soprattutto nei pressi di Capo Spartivento e Capo Malfatano. La giornata, l’ultima dal vero sapore marino di cui potrete

approfittare in terra sarda, merita di essere svolta con calma e completo relax godendosi tutti gli ultimi attimi crogiolandosi al sole e facendo

magnifici bagni nelle cristalline acque del Mediterraneo. In serata infine fate rotta su Cagliari (55km, 55 minuti), capoluogo della regione e

luogo in cui vi consigliamo di passare la nottata.

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I meravigliosi scenari costieri di Chia e le splendide trasparenze di Capo Malfatano, le due perle marine del Sulcis.

14° giorno: CAGLIARI

Fondata dai fenici già nell’VIII secolo a.C., importante porto commerciale sotto il giogo romano e poi rigenerata dalla dominazione pisana

medievale Cagliari si presenta oggi come una città adorna di palazzi dai colori caldi che risplendono al Sole con un centro storico fortificato

e un moderno quartiere sottostante che ha assunto il ruolo di cuore pulsante della realtà odierna. Il Castello è il quartiere storico e

sopraelevato del capoluogo sardo e appare come un concentrato di palazzi aristocratici antichi, torri e fortificazioni e ospita gran parte dei

monumenti che impreziosiscono la città, diversi caffè pittoreschi e la sede dell’università cittadina. L’accesso principale al Castello è il

Bastione San Remy, collocato al suo limitare meridionale, a cui si perviene dopo aver affrontato una scalinata monumentale che risale da

Piazza Costituzione e rappresenta il modo più scenografico di accedere al centro. Procedendo nelle anguste viette de Il Castello e dirigendosi

verso nord si raggiunge in breve la Cattedrale di Santa Maria, fondata nel ‘200 ma di cui poco rimane della struttura gotica originale. La

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bella facciata in stile romanico-pisano è infatti un rifacimento novecentesco mentre gli interni sono stati rivisti pesantemente in chiave

barocca nel ‘700. Vale comunque la pena di entrare nella chiesa e cogliere l’intatta aura mistica rimasta immutata nel corso dei secoli.

Spingendosi nelle zone più settentrionali de Il Castello si arriva quindi alla cosiddetta Cittadella dei Musei, un conglomerato di istituzioni

museali che raggiungono il loro apice nel Museo Archeologico Nazionale che raccoglie testimonianze storico artistiche provenienti da tutta

la Sardegna che abbracciano i vari periodi che contraddistinsero la storia sarda. Di particolare interesse sono i Bronzetti, statuette di epoca

nuragica che in mancanza di testimonianze scritte pervenuteci di tale popolo sono stati fondamentali per meglio comprendere questa civiltà

che dominò la Sardegna dal 1800 al 500 a.C.

Una vista panoramica dei quartieri centrali cagliaritani visti dal mare, si notino le calde tonalità degli edifici che tonificano l’atmosfera

urbana, quindi i famosi Bronzetti nuragici custoditi presso il Museo Archeologico Nazionale.

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Sul finir di mattinata vale quindi la pena di uscire dalle fortificazioni de Il Castello sul loro lato occidentale e entrare a curiosare nei resti

dell’Anfiteatro Romano, eretto nel II secolo d.C. sfruttando la conformazione della locale collina del Buon Camillo. Sebbene molte parti

dell’antico complesso romano siano state riutilizzate come materiale edilizio per la costruzione di edifici più moderni nelle varie epoche ciò

che è rimasto è comunque suggestivo e costituisce uno dei lasciti più importanti in terra sarda della dominazione di Roma sull’isola. Un buon

luogo dove pranzare all’ombra delle sue 3000 diverse specie di piante che lo costituiscono è l’Orto Botanico, uno dei più antichi e maestosi

del Bel Paese. Fondato nel 1858 è una vera oasi verde nel cuore di Cagliari e appare impreziosito oltre che da una flora rigogliosa e rara

anche da una serie di belle e refrigeranti fontane. Da qui nel pomeriggio potrete invece spostarvi velocemente nel quartiere de la Marina, la

più recente addizione cittadina collocata giusto sotto Il Castello che si spinge fino alle banchine del porto. Cuore del quartiere è Piazza

Yenne una festaiola realtà zeppa di bar, gelaterie e punto di ritrovo privilegiato per la gioventù cagliaritana che si contraddistingue per una

statua di Re Carlo Felice posta al suo centro. Tutta l’area è comunque ricca di vitalità e offre diversi intrattenimenti per il viaggiatore,

spaziando dai negozi e le attività commerciali che si incentrano tra Via Roma e Via Giuseppe Garibaldi e i numerosi ristorantini tradizionali,

specie di pesce, che sono rintracciabili tra Corso Vittorio Emanuele II e Via Sassari. Consigliamo di concedervi ancora una serata

spensierata in città prima di prendere al mattino del giorno successivo il traghetto che vi riporterà sul continente per fare rientro a casa

vostra.

Una visuale sul quartiere storico de Il Castello, una vista sui resti romani dell’Anfiteatro ed infine l’animata Piazza Yenne, cuore del

quartiere de la Marina, in una calda notte estiva al culmine della sua vitalità.