ioarch costruzioni e impianti 38 - ottobre 2011

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COSTRUZIONI E IMPIANTI Font srl via Siusi 20/a 20132 Milano Sped. in abb. postale 45% D.L. 353/2003 (conv. in .27.02.2004 n.46) Art. 1, Comma1 DCB Milano Anno 5 - n 38 - Ottobre 2011 - euro 4,50 Lab ecoquartieri / Ambiente costruito H-Building a Lambrate / la scuola nella banlieu / Focus Holcim Awards / la lezione di Nervi / Stile libero una villa urbana / lusso a Gardone dietro il vetro forma comfort prestazioni

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the Italian architects and designers magazine, new series

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Font srl via Siusi 20/a 20132 MilanoSped. in abb. postale 45% D.L. 353/2003(conv. in .27.02.2004 n.46) Art. 1, Comma1 DCB Milano

Anno 5 - n 38 - Ottobre 2011 - euro 4,50

Lab ecoquartieri / Ambiente costruito H-Building a Lambrate / la scuola nella banlieu / Focus Holcim Awards / la lezione di Nervi / Stile libero una villa urbana / lusso a Gardone

dietro il vetroforma comfort prestazioni

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Direttore responsabileSonia Politi

Comitato di direzioneMyriam De Cesco, Carlo Ezechieli, Antonio Morlacchi

Comitato TecnicoMichele Caterino, Eric Ezechieli, Walter Marabelli, Guido Pesaro

ContributiNadia Rossi, Mara Corradi, Andros Atzeni, Mirko Noris, Michele Roda, Marco Penati

Grafica e impaginazione Roberta Basaglia

Fotolito e stampa Pinelli Printing, Milano

© Diritti di riproduzione riservati. La responsabilità degli articoli firmati è degli autori. Materiali inviati alla redazione salvo diversi accordi, non verranno restituiti.

5 Hi-TECH, Hi-GrEEn Studio Lisciandra, H-Building

10 TrasparEnzE E GioCHi Di luCE Piuarch, sede Dolce&Gabbana

12 DiETro il vETro

17 ECoquarTiEri

21 rus in urbE Giovanni Sala e Alessandro Belgiojoso

23 Capanna MonTE rosa Bearth & Deplazes Architekten

26 HolCiM awarDs Europe & Africa-Middle East

28 sCuola josEpHinE bakEr Dominique Coulon

32 palaTino a Torino Massimiliano Fuksas Architetto e AI Engineering

35 sE TElEFonanDo Vico Magistretti, una mostra

36 Dai CoMponEnTi alla sEDia Il D_Lab di Donati

39 piEna luCE in prospETTiva princic&partners architects

42 arCHiTETTura CoME sFiDa Pier Luigi Nervi, una mostra 44 prEsTiGio FirMaTo Archistar a Gardone

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inquestonumeroQuesto numero di IOArch Costruzioni e Impianti, il primo della nuova serie, si occupa di vetro, uno dei materiali dell’architettura contemporanea. La sua rigidità fisica passa ormai in secondo piano rispetto alla flessibilità progettuale data dalle soluzioni offerte dal mercato. Parliamo poi di territorio e dell’uso che se ne può fare per progettare nuove forme di socialità, integrando spazi privati e spazi collettivi, verde e costruito, pieni e vuoti. Una scuola può contribuire a trasformare un ambiente urbano degradato? Si, nel progetto di Dominque Coulon a La Courneuve, nei dintorni di Parigi. Mentre a Gardone un committente illuminato chiama a convegno quattro archistar per valorizzare la bellezza del paesaggio con uno sviluppo immobiliare di nuova concezione.

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Cos

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oni e

impi

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n. 3

8

Editore Font srl, via Siusi 20/a20132 Milano tel. 02 2847274 - fax 02 45474060 [email protected] - www.ioarch.it

pubblicità Virginia Gambino tel. 02 39260098 - mob. 340 [email protected]

abbonamentitel. 02 2847274 - fax 02 [email protected]

Prezzo di copertina euro 4,50arretrati euro 9,00. Abbonamento annuale (10 numeri) euro 30,00; estero euro 60,00. Versamento su c.c.p. 64538911 intestato a Font Srl

Reg. Tribunale di Milano n. 822 del 23/12/2004.

Sped. in abb. postale 45% D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n.46) art. 1, comma 1,DCB Milano

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[ n. 38/2011] ioarch Costruzioni e impianti

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DisinquinanTEla nuova MEMbrana pEr CopErTura nox-aCTiv Di iCopal

24° ConGrEsso MonDialE Di arCHiTETTuraproTEGGE E proDuCE EnErGia

arMsTronG + alDEs + pHilips

Realizzata con microgranuli di biossido di titanio (TiO2), questa copertura funge da fotocatalizzatore e attiva un processo che ricorda quello della fotosintesi clorofilliana: favorisce la rapida trasformazione degli ossidi di azoto in nitrati, sostanze più facilmente degradabili e innocue che poi verranno eliminate per dilavamento dalle acque piovane. NOx-Activ è realizzata in bitume elastomerico SBS, ha elevate proprietà elastiche e adesive, si può allungare fino a 1000 volte e la sua applicazione richiede una quantità di calore limitata per la saldatura. Inoltre, l’elevata aderenza della graniglia minerale al compound bituminoso evita problemi d’intasamento degli scarichi pluviali per perdita di materiale.

Mono o Doppio-strato, è applicabile su qualsiasi supporto: legno, cemento, metallo e isolante termico e in ogni ambito, residenziale, industriale, scolastico e ospedaliero. NOx-Activ svolge la sua attività disinquinante in modo permanente e non necessita di trattamenti speciali alla fine del suo ciclo di vita. Ha ottenuto la certificazione HQE (Haute Qualitè Environnementale) per il ciclo n.1 relativo al Tema dell’Eco-costruzione, per il ciclo n.2 relativo al Tema dell’Eco-costruzione: scelta integrata dei prodotti, sistemi e procedimenti di costruzione e per il ciclo n.13 sul Tema della salute e della qualità dell’aria. Costi tra i 18 (monostrato) e 24 euro/mq (doppio strato).

Dalla collaborazione tra Armstrong, Aldes e Philips nasce il nuovo controsoffitto Armstrong Tech Zone, che integra isolamento acustico, sistema antincendio,

ventilazione e illuminazione ottimizzando e semplificando il lavoro sia in fase progettuale, sia in cantiere, poichè gli impianti inclusi e predisposti si collegano facilmente. www.amstrong.it

Fa risparmiare il 25% della manodopera la nuova cassaforma a telaio per pareti Maximo di Peri, grazie al tirante MX, posizionabile da un solo lato e da parte di un solo addetto. Inoltre riduce al minimo le imperfezioni della finitura superficiale del calcestruzzo grazie ad un reticolo ordinato dei segni della riquadratura e dei fori lasciati dai tiranti di collegamento.

Oltre le catastrofi, attraverso la solidarietà, verso la sostenibilità: questo il tema di Design 2050, al centro del congresso UIA di Tokyo, declinato in tre categorie: Ambiente, Scambi Culturali e Vita. I lavori si sono aperti con l’intervento di Christo, il celebre artista statunitense ispiratore della Land Art. Nei successivi convegni keynotes e speech di importanti protagonisti della scena mondiale come Christoph Ingenhoven, Tadao Ando, Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa studio Sanaa, Kengo Kuma, Fumihiko Maki, David Adjaye, Vladimír Šlapeta.

È facile da installare, si integra perfettamente con le tegole tradizionali e produce elettricità per l’edificio, la nuova tegola fotovoltaica C21 di Solarcentury con celle in silicio monocristallino, che si inserisce con i tradizionali listelli. Una C21 sostituisce in larghezza 4 tegole tradizionali. Le tegole fotovoltaiche C21 sono state scelte da Enel.si, il più grande network di installatori fotovoltaici in Italia sviluppato da Enel Green Power.

Anche il settore agricolo può trovare nella microgenerazione soluzioni per abbassare i costi e rispettare l’ambiente. Edf Enr Solare ha installato una centrale da 1 MWp su una grande serra agricola a Merlino, nel lodigiano. La copertura fotovoltaica è integrata: i moduli costituiscono il tetto esposto a sud. Sono moduli senza cornice, semi trasparenti; la distanza tra le celle consente un’integrazione ottimale con la serra ed evita l’ombreggiamento, condizione indispensabile per questa attività.www.edf-enr-solare.com

visitailsitowww.solarcentury.it

il ConTrosoFFiTTo a sisTEMa inTEGraTo

MaxiMo risparMio

la TEGola FoTovolTaiCa

una sErra FoTovolTaiCa FirMaTa EDF

news/ProDottI/MAtErIALI/FIErE

perinformazionipiùdettagliatewww.icopal.it

perinformazionipiùdettagliatewww.peri.it

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[ n. 38/2011] ioarch Costruzioni e impianti

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milano lambrate. riqualificazione urbana e ambientale nell’h-building firmato dallo studio lisciandra

H‐Building, articolato su 5 piani per un totale di 10.000 mq con destinazione uffici, è il più recente progetto edilizio realizzato dallo studio di Gaetano Lisciandra. Il progetto si sviluppa in zona Lambrate, a Milano, un’area fortemente caratterizzata dal tessuto urbanistico industriale del Novecento.

lucevetrolavoro

Hi-TECH Hi-GrEEnDi Antonio Morlacchi

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[ n. 38/2011] ioarch Costruzioni e impianti

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di raggiungere la quota sopraelevata degli ingressi, grandi aiuole fiorite di camelie proteggeranno la privacy di chi lavora all’interno. E tutta la parte laterale e posteriore, sistemata a verde, accoglierà arbusti e piccoli alberi, un prato fiorito e aree di sosta ombreggiate. Grazie all’impiego massiccio di superfici vetrate, il progetto risponde adeguatamente alle richieste della committenza internazionale, che ha raccomandato particolare attenzione anche all’impatto ambientale e alla presenza di zone di aggregazione per i dipendenti. Sul piano delle prestazioni energetiche, H-Building è

Si tratta di un edificio che, pur comunicando immediatamente il carattere innovativo delle soluzioni e dei sistemi che contiene, dialoga con gli edifici confinanti e con l’andamento della strada, anche per adempiere alle direttive della Commissione edilizia comunale che impongono di ricostruire la cortina edilizia su strada al fine di rinnovare i fronti stradali. Per questo lo studio Lisciandra ha previsto una grande corte di ingresso aperta, due corpi rettangolari e una non‐parete di vetro a favorire la permeabilità tra spazio pubblico e privato, in un continuo gioco di trasparenze, di aria e di luce. Quattro magnolie da fiore disposte in filare, a sottolineare l’allineamento stradale. A lato della gradinata esterna, che consente

ecoquartieri

la CulTura EMErGEnTE

stato progettato tenendo in considerazione i parametri dell’edilizia sostenibile per ottenere la certificazione Leed. Sulla base dei criteri di valutazione energetica della Regione Lombardia H-Building rientra in classe B.Le principali caratteristiche di sostenibilità ambientale del progetto sono:• Orientamento e forma del complesso per

migliorare le caratteristiche tecniche• Finitura di alta qualità con materiali a

basse emissioni per gli open space• Tecnologia di alto livello per migliorare il

risparmio energetico

H-Building in alto,lagrandecorteapertadiingresso,duecorpirettangolarieunanon‐paretedivetroafavorirelapermeabilitàtraspaziopubblicoeprivato.

Il progetto risponde alle richieste della committenza internazionale in termini di impatto ambientale e di presenza di zone di aggregazione per i dipendenti

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[ n. 38/2011] ioarch Costruzioni e impianti

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• Facciata con sistemi di schermatura fissi (frangisole)

• Schermi solari interni (tende)• Isolamento termico di qualità sia per le

vetrate che per le pareti in muratura• Ottimizzazione dell’illuminazione natu-

rale e sorgenti di luce artificiale a basso consumo

• Trattamento dell’aria con pompe di calore ad alta efficienza con recupero di calore e controllo puntuale della temperatura interna

• Pannelli fotovoltaici• Utilizzo di ventilazione naturale.

I due edifici principali sono collegati tra loro da un hub centrale di straordinario impatto visivo. La superficie vetrata a tutta altezza che lo caratterizza garantisce trasparenza e permeabilità verso la piazza e la massima illuminazione naturale degli interni. Scelte architettoniche sottese a un nuovo modo di interpretare il lavoro, rivolto soprattutto al benessere degli utilizzatori, si manifestano anche nell’eleganza e nell’armonia degli interni. La scelta del legno e della pietra, di materiali caldi e accoglienti, i dettagli architettonici, il banco reception: tutto

Diagrammi di analisi dell’illuminazione naturale

[A]curvedidistribuzionedellalucenaturalenell’ambiente(21dicembre)senzaelementoschermantemobile.

[B]curvedidistribuzionedellalucenaturalenell’ambiente(21dicembre)conelementoschermantemobile.

[C]irraggiamentosolareal21dicembreh12:valoridiilluminamentosulpianodilavoro(h85cm)conelementoschermantemobile.

[D]irraggiamentosolareal21dicembreh12:valoridiilluminamentosulpianodilavoro(h85cm)senzaelementoschermantemobile.

[E]irraggiamentosolareal21giugnoh12:valoridiilluminamentosulpianodilavoro(h85cm)senzaelementoschermantemobile.

iduecorpilateralidiH-Buildingsonocaratterizzatidaunaspecialefacciataschermantechecontrollaemodulalapenetrazionedeiraggisolarineidiversiperiodidell’anno.inparticolaresiprevede,davantiallaparetevetrata,unsistemacostituitonellapartesuperioredatrelamellefisseinalluminioorientateinunaposizioneidoneaadefletterelaluceenellaparteinferioredaunsistemaschermantemobile.talesoluzionepermettediostacolarenelperiodoestivol’ingressodellaradiazionesolarediretta(e),mentrenelperiodoinvernale,conl’astropiùbasso

sull’orizzonte,garantiscel’ingressodeiraggisolariperaumentareiguadagnigratuiti(d).inoltre,perevitareeffettidiabbagliamentodovutiallaposizionebassadelsolesull’orizzonte,puòessereutilizzatol’elementoschermantemobile.talesoluzionenoncompromettecomunqueillivellodiilluminazionenell’ambientegrazieallapresenzadelletrelamellefissecheriflettonolalucesulsoffitto,garantendocosìilcomfortvisivoeillivellodiilluminazionenaturale(400lux)richiestodallanormativasulpianodilavoro(c).

spECiali FaCCiaTE sCHErManTi

A

B

C

D

E

Studio Lisciandralostudiolisciandraèattivodaquasiquarant’anninellapianificazioneurbanisticaenellaprogettazionearchitettonica.ilfondatore,l’architettogaetanolisciandra,laureatonel1972alloiuavdivenezia,dal1973viveelavoraamilano.socioeffettivodell’inu(istitutonazionalediurbanistica),èstatopresidentedellasezionelombardaemembrodelconsigliodirettivonazionale.collaboraconuniversitàitalianeestraniere.conducestudiericerchesullacittà,l’archeologiaindustrialeel’ambienteanchepercontodicomuni,regionieministeri.collaboraconentieistituzioninelcampodellanormativaediliziaeurbanisticaehacontribuito,qualemembrodeigruppidilavoroistituitidaregionelombardia,allastesuradelregolamentoediliziotipoedellaleggeperilgovernodelterritoriodellaregionelombardia (L.R. 11 marzo 2005).

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[ n. 38/2011] ioarch Costruzioni e impianti

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comunica attenzione alle persone e alla qualità del luogo. In perfetta simbiosi tra solidità e leggerezza anche gli elementi distributivi, come gli ascensori vetrati, la scala metallica, le passerelle aperte sullo spazio sottostante che contribuiscono ad elevare la performance qualitativa dello spazio. La totale assenza di pilastri interni, altra caratteristica del progetto, consente una distribuzione molto razionale degli spazi e massima flessibilità d’uso sia in open space sia con uffici chiusi. Ampie superfici vetrate garantiscono spazi illuminati da luce naturale. Pavimenti sopraelevati, controsoffitti con illuminazione incas-sata, impianto di riscaldamento e di condizionamento integrati offrono un ambiente di lavoro confortevole, dinamico e piacevole. Le dotazioni continuano con parcheggi sotterranei, predisposizione fonia-dati, pannelli fotovoltaici per la produzione di energia a servizio degli spazi comuni e centralizzazione degli allarmi tecnologici. L’obiettivo è il risparmio delle risorse, l’efficienza energetica, la qualità dell’ambiente e della vita di chi lo abita. ■

[ 8 [ 8 [ ]

Pianta dei giardini

La superficie esterna si articola in tre diversi spazi: la corte aperta degli ingressi pedonali, il giardino pensile sul quale si appoggia il volume dell’edificio e il giardino naturaliforme addossato al muro di confine del lotto.

[A] la corte aperta degli ingressi pedonalicaratterizzatadaampievetratetrasparenti,lacorteèstataconcepitacomeelementoditransizioneesostatragliingressieilcontestourbanoadiacente.seduteinpietra,fioriereeunagrandemagnoliaoffronoallosguardouncostantedialogotralavitadell’edificioequelladellacittà.

[B] Il giardino pensilenellaparteretrostantedell’edificio,ungiardinopensileregalaunasensazionedigrandenaturalità.grandipanchineinpietraeunalberodimagnoliaapronolosguardoversoilgiardinonaturaliformesullosfondo.ilmantoerboso,consuperficidifferentiperseminaealtezzadell’erba,offreeffetticromaticivisibilianchedaipianialtidell’edificio.

[C] Il giardino naturaliformeunasortadiboschettoracchiusodaunmurorivestitodirampicanti,conampieseduteinpietra,all’ombradiunagrandemagnoliagrandiflora.leggerevariazioninelterreno,arbustiepiccolialbericontribuisconoacreareun’atmosferadinaturalearmonia.

“Il file del progetto H‐Building è stato lavorato da quattro persone in contemporanea e per questo lavoro abbiamo utilizzato sia la tecnica dei workset, ovvero di condivisione del lavoro su un unico file, sia la tecnica di smembrare il progetto in grossi corpi per poi rimontarlo in un file unico di dimensioni contenute, e pertanto molto agevole da modificare e condividere. In questo caso abbiamo lavorato su tre file: uno per l’edificio A, uno per l’edificio B e uno per i piani interrati. I tre file sono poi stati accorpati in un file centrale su cui sono stati inseriti i dettagli finali”. È dal 2004 che lo Studio Lisciandra ha scelto di adottare Autodesk Revit Architecture in tutte le fasi di progettazione, dalla modellazione base fino alle tavole e ai rendering per la presentazione dei progetti in Comune o al cliente, agli esecutivi per il cantiere, con significativi vantaggi sia dal punto di vista tecnico che da quello dell’ottimizzazione dei flussi di lavoro. L’architetto Lisciandra apprezza in particolare le possibilità di controllo dell’idea progettuale

offerte da Revit Architecture: “la restituzione tridimensionale dell’edificio progettato offre una percezione del tutto verosimile della realizzazione in opera e consente di approcciare il progetto con rapidità, assecondando la creatività del progettista. Le idee nascono in 3D e Revit ci permette di modellarle con estrema facilità. Progettare con Revit significa realizzare un modello di architettura interrogabile, consultabile, navigabile e rappresentabile nelle diverse forme espressive, sperimentando diverse varianti senza mai buttar via il lavoro eseguito”. Sviluppare e studiare simultaneamente diverse alternative di progetto significa ottenere due vantaggi in un colpo solo: è possibile prendere decisioni progettuali cruciali in modo più consapevole ed è possibile presentare ai propri clienti vari schemi in maniera semplice, rappresentando ogni variante nello stesso modello per eseguire analisi sui dati e rendere così più attento il processo decisionale anche da parte dei clienti.

proGETTarE Con rEviTL’architetto Umberto Beneventano, Studio Lisciandra, ci illustra i significativi vantaggi dell’utilizzo di Revit in termini di qualità, condivisione e possibilità di controllo dell’idea progettuale.

A

BC

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[ n. 38/2011] ioarch Costruzioni e impianti

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riqualificazioni

TrasparEnzE E GioCHi Di luCE

È in vetro l’abito che avvolge la sede di dolce & gabbanaprogettato dallo studio piuarch

La sede di D&G in via Broggi a Milano occupa una superficie di 5mila mq, si sviluppa su cinque piani e due interrati ed è il risultato di un processo di recupero di due edifici adiacenti e collegati tra loro, uno risalente agli anni Venti, l’altro agli anni Sessanta. La facciata dell’edificio più recente è stata completamente rifatta e realizzata in vetro, segnata dal ritmo serrato degli elementi frangisole verticali in vetro opalino.

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Il volume dell’edificio si sviluppa lungo tre strade a formare un unico blocco vetrato dalla forma semplice e di grande effetto: la trasparenza e la semplicità dei segni utilizzati determinano infatti un volume schermato dagli elementi verticali, ma aperto alla luce e allo sguardo dei passanti. Sulla corte interna di ciottoli bianchi con aree verdi dalle forme sinuose, si affaccia il nuovo volume vetrato di collegamento dei due edifici. Per gli arredi interni sono stati scelti materiali metallici: l’acciaio lucido per gli elementi portanti e la lamiera per i piani d’appoggio: con il vetro, permettono all’edificio di giocare con la luce, mostrandosi eclettico e sofisticato. La facciata appare come una superficie continua in vetro e alluminio, scandita dalla trama dei pannelli di vetro da 60 cm di base, alti fino a 4,2 metri. È autoportante, realizzata su un sistema di montanti in vetro e traverse in acciaio. I montanti verticali sono in vetro scatolare di sezione orizzontale 5 x 30 cm, acidati nella facciata interna e appoggiati su mensole in acciaio. Speciali staffe in acciaio zincato fissate in solette in cemento armato, portano il tutto. Partendo dall’interno, il tamponamento è costituito da un vetrocamera composto da una coppia di lastre di vetro extrachiaro basso-emissivo rispettivamente di 5 e 6 mm, una camera da 16 mm con gas argon e una coppia di lastre esterne da 6 e 10 mm in vetro stratificato. Lo spessore totale è di 43,5 mm. Tra lo scheletro esistente e la nuova facciata in vetro sono stati posizionati l’impianto di fan-coil a gas, le casse acustiche e la rete

Dettaglio di facciatalafacciataautoportanteèrealizzatasuunsistemadimontantiinvetroetraverseinacciaio.

Committente: dolce&gabbanasrl

Progetto: studiopiuarch

Team di progettazione: lucalazzerottiemiguelpallarès,magaliroigliverato,fortunaparente

Località: viaBroggi,milano

Superficie costruita: 5.000mq

Anno di completamento: 2006

Ingegnerizzazione, costruzione e posa dell’involucro: sicefspa,uboldo(va)

Progettazione statica, termica e acustica della facciata: pmcsrl,milano

Lesene in vetro: torsellinivetro,gavirate(va)

Facciata in vetro: valentini,Brescia

la sede di d&g

idraulica. Solo il sistema elettrico è inserito a pavimento. L’edificio ha il bollino verde per il risparmio energetico grazie a una progettazione impiantistica attenta, con illuminazione a basso consumo e impianto di climatizzazione a recupero di calore. ■

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[ n. 38/2011] ioarch Costruzioni e impianti

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un iCEbErG nEl FiorDo norvEGEsEilteatrodell’operadioslosicaratterizzaperlasuaarchitetturaapertaeinvitante.progettatodallostudiosnøhetta,haunacoperturamarmoreachenascedalfiordoepermetteaivisitatoridipasseggiaresopraognipartedell’edificio.legrandiparetivetratefannodacollegamentotralepartiinterneedesternedell’edificio.lasceltadeivetristopraysafirdiagcèstatadeterminatadalrichiamoesteticochemetteinrelazioneterraemareallargandocosìglispaziinterniedesterni,edallesuecaratteristichefunzionali:questoprodottoconiugaunelevatolivellod’isolamentoeuneccellentefattoresolare,generandounacombinazioneperfettaperilclimanorvegese.ilprogettohameritatoilpremiodiarchitetturacontemporaneadell’unioneeuropea,miesvanderrohe2009. www.agc-glass.eu - www.snoarc.no

dietro il vetro

performances e tecniche costruttive

ricerca ha risolto numerosi inconvenienti posti dall’impiego del vetro sempre più utilizzato in edifici pubblici, commerciali e residenziali, tanto da diventare un elemento distintivo dell’architettura contemporanea. “La tendenza è verso la trasparenza, la neutralità e la chiarezza, con un deciso incremento dei clearvision, ad alta trasmissione luminosa, un fattore molto considerato nel corso delle certificazioni Leed - afferma Mauro Lardini, marketing

L’architettura del vetro prende avvio nel 1851, con il Crystal Palace di J. Paxton, uno scrigno in vetro e acciaio nato per ospitare l’Exhibition di Londra. A questo seguono i progetti di Mies van der Rohe, la parete monumentale del fronte est della sede del Partito comunista francese a Parigi di Oscar Niemeyer, casa Spiller di Frank O Gehry a Venice. Tuttavia l’estetica non si unisce alla funzionalità fino alla prima crisi petrolifera negli anni Settanta. Da allora la

manager di AGC (www.yourglass.com) - aumentano anche le dimensioni, da verificare con maggiore attenzione al fine di ridurre gli sprechi: la lastra grande è infatti di 6 x 3,20 metri, dunque è importante utilizzare tagli che portino a un utilizzo totale della superficie. Sono privilegiati colori freddi e neutri, come grigio e azzurro. La nostra gamma di vetri magnetronici - il top di gamma - comprende 7 prodotti neutri più un verde, un grigio e un blu. In tale contesto è stato sviluppato Planibel Top 1.0, un vetro dall’aspetto estetico neutro, che offre un eccellente isolamento termico: valore Ug di 1.0 W/(mqK) in vetrata isolante con riempimento al 90% di argon e un valido Fattore Solare (FS = 50%), con significativi risparmi energetici sia in inverno che in estate”. Sottolinea questa tendenza Giuseppe Vita, responsabile dei tecnici promoter di Saint-Gobain Glass (www.saint-gobain.it): “La continua richiesta di vetri performanti e la tendenza dell’architettura verso superfici sempre più trasparenti porta allo sviluppo di depositi con trasmittanza Ug di 1.0 e sempre più neutri sia nel residenziale sia nel terziario. Il SGG Planitherm 4S e il SGG Cool-Lite Xtreme 60/28 ne sono un valido esempio. La crescente richiesta

elemento caratteristico dell’architettura contemporanea, È sempre piu utilizzato negli edifici pubblici, commerciali e residenziali

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di vetrate di grandi dimensioni impone l’utilizzo di prodotti temprati e/o stratificati temprati composti in vetrata isolante per raggiungere le prestazioni energetiche richieste nonché di sicurezza anti-infortuni e acustiche. Sul fronte del controllo solare si possono utilizzare molteplici tipologie di prodotto, dal colorato SGG Parsol ai riflettenti SGG Antelio o SGG Cool-Lite, i selettivi quattrostagioni per il residenziale SGG Planistar, SGG Planitherm 4S e i selettivi per il terziario SGG Cool-Lite SKN

e SGG Cool-Lite Xtreme 60/28, ultimo nato di questa famiglia, che ha permesso di ottenere un’eccellente selettività”. In fase di scelta del vetro è importante considerare non solo sicurezza e isolamento termico, ma anche gli aspetti energetici, che variano da sito a sito. È errato pensare a una best solution valida per tutti gli edifici: ogni orientamento richiede il vetro corretto, come ci spiega Oscar Casadei, direttore ufficio studi e ricerche di Focchi (www.focchi.it), azienda

L’evoluzione delle prestazioni in facciata

Zone vetrate u.d.m. ieri oggi

trasmittanzatermica Uw 3,5w/mq°K 0,9w/mq°K

fattoresolare(percentuale di energia che attraversa il vetro, effetto serra)

g 60% 50-26%

trasmissioneluminosa Lt 58% 50%

Zone opache u.d.m. ieri oggi

trasmittanzatermica Up 0,9w/mq°K 0,3w/mq°K

sfasamentotermico h 1ora 10orek

[ n. 38/2011] ioarch Costruzioni e impianti

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isolaMEnTo TErMiCo oTTiMalElanuovagammadivetripilkingtonsuncoolconsentedirealizzareedificiefficientidalpuntodivistaenergeticoegradevoliperestetica:ilcostodell’investimentosiripagainpocotempograzieallariduzionedeiconsumisiaperilriscaldamentosiaperilraffrescamento.ilnuovoarrivatodellagammagarantisceun’eccellentetrasmittanzatermica,ug=1,0w/mq°Keunfattoresolareprossimoal30%.lasuaapplicazioneèpossibileinqualsiasizonaclimaticadelpaese,ancheinassenzadisistemischermantiesterni.ancheinversioneconvetroextrachiarooptiwhite.www.pilkington.com

la più alTa in TErra basCaprogettatadapelliclarkepelliarchitects,latorreiberdroladiBilbaoha40piani,perun’altezzatotaledi165metri.zadravetrihafornitoilvetrocameracheèstatoincollatostrutturalmentesutelaiodalferramentistafelix(cH);èrealizzatoconvetroesterno10mmtemperatoagcstoprayvision60t,selettivosubaseclearvision,conintercapedineda16mmeinternostratificato55.2guardianextraclearindurito.www.zadra.it - www.torreiberdrola.es

“È errato pensare a una best solution valida per tutti gli edifici, ogni orientamento richiede superfici e vetri idonei. Questo consente di ottenere i migliori risultati in termini energetici e luminosi”

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specializzata nella progettazione e realizzazione di facciate continue ad alto contenuto tecnologico e di servizio: “Questo consente di ottenere risultati ottimi in termini energetici e luminosi, come negli edifici di Snow Hill a Birmingham e Regent’s Place a Londra, dove per ogni facciata, con i progettisti, abbiamo studiato il più appropriato fattore solare dei vetri di tamponamento, le opportune schermature in vetro serigrafato e gli elementi oscuranti, in funzione dell’esposizione. Recentemente abbiamo ultimato la posa di un involucro tutto vetrato, per un terzo trasparente e per due terzi cieco a Milano per Prelios (sede RCS), classificato in Classe A. Sulle facciate continue, al vetro si possono abbinare altri materiali come il cotto naturale (sede Campari di Sesto San Giovanni, arch. Mario Botta), quello porcellanato (Regent’s Place, Terry Farrell and Partners), fibrocemento (Torre a Desio, Progetto CMR Massimo Roj, e Oxford Brookes University, Engine Architects), pietra naturale (Carim, Cesena, Gregotti Associati), grès porcellanato (Pirelli 143, Gregotti Associati). Ulteriori sviluppi si hanno verso le facciate attive ed energeticamente produttive. La nuova frontiera è rendere l’involucro auto-sostenibile dal punto di vista energetico

Il valore “Ug”èilcoefficienteditrasmittanzatermica(inpraticailcontributotermico)delvetrocameranormalmenteespressoinw/mq°Kcheèlastessaunitàdimisuradellatrasmittanza“globale”dell’infisso“uw”(èancorapossibileincontrarequestivaloriespressiinKcal/mqh°c:laconversionesiottienemoltiplicandoilvaloreper1,163).questovalorechevieneingenerecomunicatotramiteschedatecnicadallavetreriaedècalcolatosecondolanormauni-en673.questovalorevienepresoinconsiderazionenelcalcolodellatrasmittanzatermicadell’infissocontestualmentealvaloreufeallemisuregeometrichedelserramentostesso.ovviamentepiùilvaloreèbassoemiglioresaràl’isolamentotermicodelserramento.

TrasparEnza sElETTivaHaunelevatolivelloditrasparenzacheassicural’ottimizzazionedellalucenaturalesggcool-liteXtreme60/28,lanuovagenerazionedivetriacontrollosolareaselettivitàelevatadisaintgobain.Haunlivelloditrasmissioneluminosadel60%,unfattoresolareestremamentebasso(bloccafinoal72%dellaradiazionesolare)euneccellenteisolamentotermico(coefficienteug=1,0w/mq°K-15mm,90%argon).indicatoperapplicazioniesterne:finestre,facciatecontinue,facciateadoppiapelle,coperturevetrateelucernari,nonchéampiesuperficivetrateeverandechiuse.utilesoprattuttoladdovenonsipossanoovoglianoinstallaredispositivimeccanicidischermaturasolare. www.saint-gobain.it

il soTTovuoTo ForMaTo sliMilvetrosottovuotovacuumsavdis.a.v.2000halospessorediunvetrosingoloeleprestazionitermichedellevetrateisolanti.tralelastre,infatti,vieneestrattal’aria,creandoilvuotoche,ancheseminimo,èmoltoefficientenellimitareladispersionetermicaperconduzioneeconvezione;perquestolospaziotraipannellipuòessereridottoasoli0,2mm,mantenutodadistanzialidi0,5mmdidiametroposizionatia20mml’unodall’altro,perunospessorecomplessivopocosuperioreai6mm.ilvuotoècreatotramiteunforonellalastrainternachevienesuccessivamentesigillato.conunospessoredi6,2mm,ilvaloreuèugualea1,4w/mq°Kilsuoutilizzoèindicatoinedificistorici,doveènecessariosostituirelefinestrepreservandol’aspettooriginale.qualorasiariparabileositroviinunostatodiconservazioneaccettabile,ilsistemapermettel’usodeltelaiooriginale. www.sav2000.it

e dinamico, per mantenere condizioni di comfort interne ottimali al variare di quelle esterne”. Certo, al centro dell’attenzione sono sempre più i consumi e il benessere di chi vivrà in questi edifici. Ma quali sono le principali innovazioni in questo senso? Lo abbiamo chiesto a Alessandro Michetti, direttore commerciale Pilkington Italia (www.pilkington.it): “La tecnologia che permette alle vetrate isolanti basso emissive di ridurre significativamente la dispersione termica si basa sulla capacità termoriflettente dei vetri coatizzati, rivestiti mediante speciali processi di deposizione di ossidi metallici: un trattamento che conferisce caratteristiche avanzate per quanto riguarda l’isolamento termico e le prestazioni energetiche. Il rivestimento metallico conferisce al vetro proprietà che aumentano la capacità di riflettere il calore all’interno del locale, riducendo l’entità della dispersione termica e riducendo in un vetrocamera il passaggio di calore per irraggiamento dalla lastra di vetro più calda (interna) a quella più fredda (esterna), con un’ulteriore diminuzione della fuga di calore dalla finestra. La tecnologia dei vetri selettivi opera inoltre una riflessione della radiazione solare che nelle giornate

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unionE Di TECnoloGia E CrEaTiviTà lostoricocompartoproduttivodelgrupporcsdiviarizzoliamilanoloscorsoannohainauguratogliedificibloccoa2eB5(nellafoto),progettatirispettivamentedastudioBoeriestudioBarrecaelavarra,dicuifocchiharealizzatolafaseprogettualeesecutivadicantierepercirca12milamqdifacciate.conunatecnologiafondatasulsiliconestrutturaleemediantel’usodivetratehighperformancesonostatiraggiuntivaloridiisolamentotermicoinferioria1w/mq°K.Hafacciateacelluleeadoppiapelleventilata,pensilineinvetroelamieraporcellanata,pontidicollegamentoepasseggiatainlamierastirata.fada“sottofondo”lacornicedivetrismaltatiingradazionedicoloricomplementariapplicatisubasedivetrolow-iron.www.focchi.it - www.stefanoboeriarchitetti.net

imodulischücoprosoltf(thinfilm)sonoadattiall’utilizzoinfinestrature,facciatevetrateoventilateeschermaturesolariepossonoessererealizzatiingrandiformati.depositatosottovuotosusubstratodivetroultrachiaroricopertodaossidiconduttoritrasparentieprotettodaunsecondovetro,ilfilmsottileinsilicioamorfo,finoa90voltepiùsottiledellenormalicellecristalline,puòavereungradoditrasparenzavariabiledal5%al40%.capacedisfruttarealmegliolalucediffusa,prosoltf,applicabileanchesusuperficiopache,trovacollocazioneidealenellefacciateverticaliconpossibilitàdiintegrazionearchitettonicaelibertàprogettualeimpensabiliconletradizionalicellecristalline.apartiredalcolore.www.schueco.it

l’inTEGrazionE a FilM soTTilE

estive è responsabile del surriscaldamento degli ambienti. Le vetrate a controllo solare non sono necessariamente colorate o a specchio: quelle di tipo selettivo, oltre a combinare isolamento termico e controllo solare, lasciano passare molta luce e sono disponibili con colorazioni perfettamente neutre. Il Gruppo NSG propone con il marchio Pilkington un’ampia gamma di vetri pirolitici o magnetronici selettivi per il controllo solare che rispondono alle esigenze del mercato italiano e, in generale, dei paesi a clima mediterraneo. Un esempio di vetrata ideale è composta dal vetro Suncool Clear che è in grado di raggiungere prestazioni elevate a un costo competitivo: Trasmissione Luminosa = 66%; Fattore Solare = 43%; Valore Ug = 1,0 W/mq°K”. L’azienda produce inoltre il vetro autopulente Pilkington Activ: si basa sulla nanotecnologia e migliora la qualità delle facciate in termini di pulizia, degradando gli inquinanti organici (idrocarburi), impedendo o rallentando il deposito di film organici e disinfettando la superficie da contaminanti batterici, funghi e virus. La durata di una facciata in vetro è infatti stimata in 60 anni e il principale costo di manutenzione è proprio la pulizia. ■

Nadia Rossi

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Di Andros Atzeni e Mirko Noris

ecoquartieri

la CulTura EMErGEnTE

esportare anche in italia un modo di fare architettura come laboratorio d’azionesociale, che coinvolga le comunità locali

BedZED a Londra, Hammarby Sjöstad a Stoccolma, Bo01 a Malmö, Vauban a Friburgo, Zuidas e GWL ad Amsterdam, Eden Bio a Parigi, Bonne a Grenoble: otto esempi di insediamenti residenziali che testimoniano come da qualche anno, in Europa la sostenibilità in architettura sia sempre più applicata alla dimensione urbana e non solo al singolo edificio.

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dell’intervento. L’aspetto sociale, quando viene considerato, è comunque marginale. Il punto di vista della progettazione di un Ecoquartiere ristabilisce l’equilibrio tra fine e mezzo.Mentre in Europa l’Ecoquartiere è un sistema in espansione sia per la promozione e le agevolazioni statali e degli enti locali, sia per gli investimenti di soggetti privati, in Italia la tipologia non è né molto diffusa né ben identificata. Anche a livello istituzionale non ci sono chiare linee guida e gli interventi sono più isolati, molti ancora lontani dalla realizzazione, ed è meno pianificato il loro sviluppo.Tra i progetti italiani a cui va il merito di diffondere questo nuovo approccio alla progettazione uno dei più importanti, anche grazie alla visibilità che ha avuto sulla stampa nazionale, è €100.000 Home dello studio Cucinella, in cui è basilare l’idea che l’abitazione progettata diventi parte di un agglomerato urbano per la costituzione di un sistema sociale. Molti punti in comune con questo progetto

Il modello di sviluppo sotteso a questa tendenza è l’Ecoquartiere, una tipologia insediativa in grado di associare alle tecnologie costruttive e ai principi progettuali tipici della bioarchitettura l’aggregazione sociale, contemplando in tal modo i tre principali fattori della sostenibilità: preservazione dell’ambiente, fattibilità eco-

nomica e benessere sociale. Il tema più interessante introdotto dall’Ecoquartiere è quello connesso alla socialità degli spazi progettati. Troppo spesso, nella quotidianità della professione, l’attenzione si focalizza prevalentemente sull’aspetto ambientale ed economico del progetto, fraintendendo il mezzo (la tecnica e la tecnologia) con il fine (il benessere degli abitanti) e attribuendo alla classe energetica dell’edificio progettato la qualità

L’ecoquartiere focalizza l’attenzione sulla socialità degli spazi progettati

Aldo Cibicsopraeinapertura,morewithless,abitazionimodulariprefabricate.(©Aldo Cibic, Cibicworkshop, foto Michele Nastasi e Federico Villa)

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Pedevilla architektensonnenschein:vistadell’intervento.ogniedificioèdotatodiunospazioverdeprivato.(©Pedevilla Architekten, foto Georg Hoffer)

ABDArchitettisopra,progettodiconcorsoperunvillaggiosostenibileafigino:nelrapportotralospaziopubblicoequelloprivatosiricercaunequilibrionuovotragliedificieilpaesaggio.

si trovano nel lavoro di Aldo Cibic, che con More With Less propone una serie di abitazioni modulari ecocompatibili con bassi costi di realizzazione ma non solo: la singola casa è concepita come elemento di base di uno schema aggregativo innovativo fondato sull’idea di condivisione degli spazi e delle esperienze e attento alla socializzazione degli abitanti.Stessa attenzione alla rete di relazioni che il progetto genera si legge nel progetto di concorso per un Villaggio Sostenibile a Figino (MI) dello studio bresciano ABDArchitetti. L’obiettivo dei progettisti è la creazione di un sistema urbano articolato in cui la vita della comunità è centrale e lo spazio collettivo è il perno del progetto. L’ispirazione dichiarata è la forma urbana dei borghi storici. L’intenzione è di ristabilire il rapporto tra l’uomo e l’ambiente in cui vive.Nel progetto della Fornace del Bersaglio a Faenza (RA) degli architetti Cristofani e Lelli la committenza è una cooperativa di abitazione, la comunità esiste dunque prima ancora dell’intervento. Nel recupero dell’area industriale dismessa della fornace trovano spazio, accanto alle residenze rigorosamente a basso impatto ambientale e dal costo contenuto, spazi per attività collettive come zone espositive, laboratori e atelier per giovani artisti. Questo mix di pubblico e privato si manifesta anche nel

la singola casa è concepita come elemento base di uno schema aggregativo nuovo, di condivisione degli spazi in un mix di pubblico e privato

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ritrovo e di socializzazione che consenta la formazione di un’identità di quartiere. I casi citati, benché riferibili alla filosofia degli Ecoquartieri, sono difficilmente comparabili, per dimensione e per impatto generale sulla città, con le realizzazioni oltre confine. Ciò che ancora manca e che si auspica è una cultura dell’Ecoquartiere, alla base della quale c’è sempre una forte identità comunitaria, la volontà dei cittadini e la spinta e il supporto degli enti amministrativi. ■

rapporto con il paesaggio: spazio privato nei patii delle abitazioni e pubblico nelle aree verdi destinate all’uso comune.Sempre una cooperativa ha commissionato allo studio Pedevilla Architekten di Brunico la realizzazione del complesso Sonnenchein a Sarnes presso Bressanone (Bz). Gli undici edifici delle residenze mono-familiari che costituiscono l’intervento sono distribuiti attorno a una corte centrale la cui funzione è quella di offrire agli abitanti del complesso lo spazio di

Cristofani e LellifornacedelBersaglio,faenza,vistadell’intervento.inevidenzailrapportotrailverdeprivatodeipatiie,sopra,quellodiusopubblicoperlacomunità. (Foto© Alberto Muciaccia)

Planimetriedell’intervento.nelprogettosonoprevistispaziperattivitàcollateralialleresidenzecollocatenegliedificidellavecchiafornace.

Bibliografia e approfondimenti

libri e rivistecatherinecharlot-valdieu,philippeoutrequin,Ecoquartier Mode d’emploi,Eyrolles, 2009.pascaled’erm,Vivre ensemble autrement en Ecovillages,ècoquartier,habitatgroupé,Ulmer, 2009.Villes en Transition,Ecologik numero 19, febbraio/ marzo 2011,edizioniarchitectureàvivre.mariocucinella,Il mio piano casa,Wired numero 03, maggio 2009.

webwww.developpement-durable.gouv.fr/plan-ville-durable.htmlwww.architetturaecosostenibile.it/quartiere-ecosostenibile.htmlwww.mcarchitects.it■www.cibicpartners.com■www.adbarchitetti.itwww.lellieassociatiarchitettura.it■www.pedevilla.info

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Città Che rifiorisConoUltimamente si è parlato molto del ruolo potenziale di Expo 2015 nella definizione di nuove soluzioni per il problema dell’alimentazione mondiale. Attorno a questo tema si sviluppa quello della tutela della qualità ambientale e si sviluppano iniziative parallele a Expo e degne di nota. Abbiamo cercato di scoprirle attraverso interviste ai loro promotori. Giovanni Sala, fondatore e direttore per 25 anni, della rivista Acer è in Italia uno dei maggiori esponenti nel campo della progettazione del verde e del paesaggio. Da lui e dal suo studio, lo studio Land, è partita l’idea di Expo Verde, un’importante estensione del grande evento previsto a Milano per il 2015. Giovanni Sala, ci può spiegare in sintesi cos’è il progetto Milano Verde e da cosa nasce l’idea? Fin dalla fase di candidatura avevo pensato a come rendere Expo un’occasione per tutto il territorio nazionale. Ed é così che

la CariCa delle 100 CasCine L’obiettivo del progetto 100 cascine, sem-plice ed efficace, si basa sulla riscoperta di un passato ricchissimo, ma assurdamente sottovalutato. Ce ne parla Alessandro Bel-giojoso, promotore del progetto.Come nasce il progetto 100 Cascine?Nasce da una sorta di “outing”. Sono proprietario di cascine che, per via delle attuali modalità di conduzione delle attività agricole, sono ora inutilizzate e richiedono ormai importanti e costosi interventi di manutenzione, peraltro fina-lizzati alla pura conservazione e non al riutilizzo. Quando ho iniziato a parlare di questo problema ho scoperto che una moltitudine di altri proprietari si trovava esattamente nelle mie stesse condizioni.

siamo partiti dal mondo che conosciamo meglio: quello del paesaggio. Chi sono i protagonisti di Expo verde?Per prima cosa Expo Verde intende coinvolgere direttamente sia gli operatori del verde (paesaggisti, costruttori, asso-ciazioni), sia agricoltori e proprietari. Tra gli altri, il progetto 100 Cascine raccoglie intorno a sé questi ultimi due soggetti. Expo Verde si propone in breve di raccogliere le best practices e di innescare ricadute positive, potenzialmente notevoli, in termini di qualità dell’ambiente e del paesaggio. Vede il tutto in una prospettiva di recupero di una dimensione rurale? Con il progetto 100 cascine, ci si é proposti di semplificare le normative, di recuperare volumi anche per funzioni ricettive o per attività terziarie, di diversificare gli utilizzi offrendo una reale possibilità di intervento. I temi sono infiniti, ma soprattutto, bisogna tener conto che la campagna ha un ruolo fondamentale nella gestione delle acque e nella produzione

Chi sono i partecipanti al progetto?Si rivolge a proprietari di cascine nell’Area Metropolitana milanese e aree limitrofe, siano essi privati o istituzioni. Le con-dizioni per poter partecipare sono: essere proprietari di una cascina; essere animati da un certo spirito di conservazione e valoriz-zazione dei fabbricati rurali; accettare una condizione di inalienabilità tra cascina e fondo agricolo di pertinenza e che la ca-scina si trovi a non più di 60 minuti dal sito Expo.Quali sono gli obiettivi nel lungo termine?Credo che la cosa più efficace per spie-garlo sia riportare alcuni semplici dati. Nel nostro Paese il paesaggio viene urba-nizzato, o meglio “cementificato”, al ritmo di 244mila ettari l’anno. In Italia vanno

degli “ecosystem services” (servizi di rige-nerazione ambientale forniti gratuitamente dall’ecosistema). Sembra incredibile ma, se da un lato l’agricoltura occupa solo l’1.6% della popolazione e produce solo il 2% del PIL, dall’altro da questo settore dipende il 75% della gestione del territorio. Expo verde potrebbe quindi contrastare l’attuale tendenza “sviluppista”? Senza dubbio. Il settore del verde può dare un segnale importante non solo rispetto alla questione del consumo di suolo, ma anche alla ridefinizione del rapporto tra verde urbano e verde rurale. Come vede la Milano del futuro? Semplice: i Raggi Verdi, un programma che ora é stato assimilato nel PGT (attualmente al riesame della nuova giunta). Tra questi l’asse Milano-Lugano ha una potenzialità enorme. Con questo programma si ripropone un rinnovato rapporto tra mondo rurale e mondo urbanizzato. Come agronomo, sono tutti temi rispetto ai quali ritengo di avere un certo obbligo etico-morale. ■

persi 30 ettari al giorno di suolo vergine, vale a dire 200 metri quadrati al minuto. Le pianure, nonostante coprano a mala-pena il 18% del territorio, sono intasate da più del 60% dell’urbanizzazione. Credo sia proprio il momento di cambiare! Quali sono i risultati ottenuti finora?Per incominciare nel raggio di un’ora dal centro di Milano ci sono 290 cascine, che hanno già manifestato il loro interesse per l’iniziativa. Di queste 98 hanno aderito al progetto e sono oggetto di uno studio di fattibilità. Questo corrisponde ad un vero e proprio tessuto di 6mila ettari di fondi agricoli e 187mila mq di immobili rurali con alta valenza storico culturale, che si estende intorno a Milano ad una distanza media di 48 km dal sito Expo. ■

Giovanni Salastudioland.

Alessandro Belgiojosofotografoeculturalplanner.

rus in urbE due interviste alla scoperta delle potenzialità dell’expo di milano nella ridefinizione della tutela e della qualità ambientale

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Di Michele Roda

unaformacompattatralerocce

nuova Capanna MonTE rosa

B

nuovaCnuovaD nuovanuova

EEEG-G-002.3TrTrT eppee

0.000/0.000

2'886.402.90

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OG1-02.1OK FB:K FB:K + 2.9444OK RB: + 2.90

Garderobe

BF: 5.1

BF: 14.8

OG1-03.1OK FB:K FB:K + 2.96OK RB: + 2.90

Erschliessung

BF: 18.0

OG1-01.1OK FB:K FB:K + 2.94OK RB: + 2.90

VorrauVorrauV mHüttenwart

BF: 3.6

OG1-01.2OG1-01.2OG1-01.2OK FB:K FB:K + 2.94OK RB: + 2.90

PersonalzimmerPersonalzimmer2 SchlafplätzeSchlafplätzeSchlafplätze

BF: 7.6

OG1-02.2OK FB:K FB:K + 2.94OK RB: ++++ 2.92.90

Bad HüttenwartBad HüttenwartBad HüttenwartBad Hüttenwart

BF: 3.88

EG-00111.2.2.2

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OG1-11.1OK FB:K FB:K + 2.94OK RB: + 2.90

VorVorV raum

BF: 9.5

I

B

2'889.105.60

0.000/0.000

BF: 17.2

OG2-05.1OK FB:K FB:K + 5.64OK RB: + 5.60

Erschliessung

BF: 11.5

OG2-06.1OK FB:K FB:K + 5.64OK RB: + 5.60

Reduit

BF: 13.6

OG2-07.1OK FB:K FB:K + 5.64OK RB: + 5.60

GästezimmerGästezimmerGästezimmer666666 Schlafplätze

BF: 16.8

OG2-08.1OK FB:K FB:K + 5.64OK RB: + 5.60

Gästezimmer8 Schlafplätze

Gästezimmer8

BF: 14.5

OG2-01.1OK FB:K FB:K + 5.64OK RB: + 5.60

Gästezimmer7 Schlafplätze

BF: 16.6

OG2-02.1OK FB:K FB:K + 5.64OK RB: + 5.60

Gästezimmer8 Schlafplätze

ToiletteToiletteT n

BF: 9.5

OG2-11.1OK FB:K FB:K + 5.64OK RB: + 5.60

VorVorV raum

Un edificio per tanti versi straordinario quello progettato all’interno dell’ETH di Zurigo in collaborazione con il Club Alpino svizzero e inaugurato nel settembre del 2009. Tre i principali aspetti di interesse, ci spiega Andrea Deplazes, che con Valentin Bearth ha coordinato il lavoro e gestito la fase esecutiva. Il primo è di metodo: per più semestri studenti del Politecnico hanno lavorato su possibili alternative di progetto con l’apporto, oltre che dei docenti, di tecnici specialisti e con continue critiche e revisioni. Il secondo aspetto riguarda il tema del progetto: qui si tratta di indagare il concetto della casa nel profondo. Uno spazio abitato in mezzo al nulla, senza infrastrutture, che deve dare riparo e ospitalità fino a 120 persone.

una capanna alpina a 2.900 metri di quota, sul massiccio del monte rosa

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Committente: clubalpinosvizzero

Progetto: Bearth&deplazes

Superficie: 1200mqcirca

Località: territoriodi zermatt,m2.883slm

Investimento: oltre5milionidieuro

Anno di completamento: 2009

capanna monte rosa

Deriva da queste esigenze d’uso il terzo nucleo problematico, quello che è valso alla Capanna Monte Rosa riconoscimenti e apprezzamenti, ovvero l’aspetto tecnico e tecnologico.La scelta di sostituire un rifugio esistente con un edificio completamente nuovo è segno della volontà di costruire con prestazioni e standard altrimenti non raggiungibili: il 90% circa dell’energia elettrica necessaria (calcolata per 6.500 persone all’anno) è prodotta dai collettori fotovoltaici installati sugli unici 80 mq rettangolari della facciata.L’approvvigionamento idrico per bagni e cucine è invece garantito dall’acqua di scioglimento delle nevi raccolte in una cisterna e riscaldata grazie a pannelli solari termici. Le acque di scarico vengono depurate e utilizzate come acque grigie negli scarichi degli impianti igienici.

Marcel Baumgartner, Andrea Deplazes e Kai Hellat con un modello del progetto.

Capanna Monte Rosa ha vinto il terzo premio nell’edizione 2008 degliHolcim Awards Europe for sustainable construction.

Capanna Monte Rosadallapiantadiunpianotipo(sopra)emergelastrutturaradialeaspicchisucuièimpostatol’edificiolacuisezione(sotto)èarticolatasu5livellifuoriterraeunafacciatacontinuachediventacopertura.questacaratteristicaèevidentenellafotogrande.dietrolafinestraanastrovièlascaladiaccessoaipiani(immaginepiccolainalto)chesiponecomeelementodiriferimentodituttol’impianto.

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[ n. 38/2011] ioarch Costruzioni e impianti

Sopra, vistadelrifugiodeltuttoautosufficientedalpuntodivistaclimaticoedenergeticograzieadunottimoisolamentoeallasuperficieinpannellipv.(Foto© Tonatiuh Ambrosetti)

La struttura in legno con giunzioni metalliche ha una forma compatta (ospita tre piani di camere, il livello principale destinato al ristorante e un piano interrato per il bivacco invernale) per ridurre l’impronta al suolo. Questo infatti è il punto più problematico della costruzione. Dovendo garantire la resistenza ai venti che spirano fino a 250 km orari, la scelta per l’ancoramento al suolo roccioso è caduta su una struttura in acciaio divisa in dieci spicchi radiali. A conferire un’immagine riconoscibile è la scelta compositiva di non avere una divisione tra facciata e copertura: l’involucro è infatti un’unica superficie variamente inclinata con un pacchetto coibente di circa 30 cm e un rivestimento in lastre di alluminio, oltre una camera d’aria di ventilazione.Tutte le scelte costruttive si sono dovute

confrontare con la questione del trasporto. Durante gli orari di apertura del cantiere un elicottero volava ogni nove minuti trasportando i pezzi necessari per la struttura e la finitura. Una costruzione a suo modo eroica e sperimentale. Visti i costi del trasporto, un terzo dei circa 5 milioni di euro complessivi, non ci si poteva permettere di sbagliare nulla. Le dimensioni dei vari elementi sono state stabilite in modo da non pesare troppo e permettere un agevole montaggio a mano.Con questi contenuti il rifugio si pone come segno umano in un paesaggio fatto di nevi perenni e cime di pietra: meta agognata per sci-alpinisti e amanti del trekking di alta montagna, che hanno sancito il successo del progetto prendendolo d’assalto: in un anno 14mila persone, oltre il doppio dei visitatori attesi. Per questo il progetto è già in fase

di implementazione e perfezionamento cercando soluzioni per garantire maggiore produzione elettrica. Quella costruttiva è una sorta di prefabbri-cazione che non ha però impedito raffinati e innovativi ragionamenti progettuali. Il rifugio tradizionale ha scala centrale e ca-mere sui lati. Nella capanna Monte Rosa la logica è ribal-tata: il corpo scala assume una forma ellit-tica proiettata in facciata, diventando così luogo di luce (finestratura a nastro che si pone anche come segno distintivo in faccia-ta) con vista che spazia a 360 gradi. Scelta che ha anche una ragione funzionale low-tech favorendo una ventilazione naturale che dal piano ristorante (con ampie apertu-re verso l’esterno e un balcone con struttura in legno) sale alle camere, che hanno invece aperture limitate. ■

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Sono stati assegnati gli Holcim Awards, con-corso per visioni di edilizia sostenibile. Per la sezione Europe, il primo premio è andato al team tedesco diretto da Tim Edler, con il progetto di una piscina naturale nel centro di Berlino. Secondo classificato, lo studio spagnolo Carlos Arroyo per un centro civi-co ricavato da una ex-fabbrica in Belgio. Al terzo posto il progetto di riutilizzo infra-strutturale di un viadotto in Italia, frutto della collaborazione tra gli studi di Philippe Rizzotti, Samuel Nageotte e Tanguy Vermet. Per la sezione Africa e Middle East, Diébédo Francis Kéré ha vinto il primo premio per il progetto di una scuola con sistema di venti-lazione naturale, in Burkina Faso. L’argento è andato allo studio italiano Arcò, con il rin-novamento di una scuola primaria, in Pale-stina. Organizzato dalla Holcim Foundation in collaborazione con importanti università nel mondo, il premio triennale ha una do-tazione complessiva di 2 milioni di dollari.

Secondo classificatoDa ex fabbrica a centro civico per la città di Oostkamp, in Belgio: una trasformazione radicale ma basata su spazi, materiali e infrastrutture tecniche esistenti. Il massimo risultato con il minimo costo.

HOLCIM AWARDSPremiati i vincitori Per le sezioni euroPe, africa e middle east del concorso internazionale Per Progetti e ProsPettive di edilizia sostenibile

Premi

Primo classificatoIl progetto urbanistico Flussbad prevede la ristrutturazione di un braccio sottoutilizzato del fiume Spree, con la creazione di una piscina naturale lunga 745 m ed equivalente a 17 piscine olimpioniche nel centro storico di Berlino, offrendo un nuovo spazio ricreativo urbano pubblico per i residenti e i molti turisti della città.

Terzo classificatoLo straordinario progetto di riutilizzo infrastrutturale prevede la conversione in “villaggio verticale” di uno dei viadotti dismessi dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, nei pressi di Scilla. I piloni verticali sono rinforzati e presentano piattaforme orizzontali create per ospitare unità abitative, servizi medici, strutture ricreative e negozi concepiti per offire nuove opportunità economiche alla regione.

I vincitoriDall’alto, il primo classificato Tim Edler; i vincitori del premio argento Carlos Arroyo e Vanessa Cerezo; i vincitori del bronzo Tanguy Vermet, Samuel Nageotte e Philippe Rizzotti.

Studio Arcò secondo classificatoper la sezione Africa e Middle EastIl rinnovamento della Abu Hindi Primari School di Al Azarije, in Palestina, ha suscitato particolare attenzione per la difficile situazione politica, climatica e locale che il progetto si trova a sfidare. Le tecniche usate in altre parti del mondo per la produzione dei tradizionali mattoni di fango sono adattate in modo innovativo dagli artigiani locali, per assicurare un equilibrio climatico e per creare moduli costruttivi di facile realizzazione.

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BAO’An StAdIum

SChIndler AwArd 2012

unIverSIAdI SpOrt Center dI Shenzhen

Aperte le ISCrIzIOnI AllO SChIndler AwArd 2012

tOwerIng AmBItIOn

vInCOnO BArOzzI e veIgA

Il centro, realizzato su progetto Gerkan, Marg and Partners Architects (studio gmp) si trova a Shenzhen, nella Cina meridionale ed è costituito da uno stadio, uno spazio polifunzionale e una piscina. Il progetto è stato immaginato in armonia con l’ondulazione del paesaggio; lo stadio (nella foto) si ispira alle foreste di bamboo, i cui steli sottili sono interpretati da una selva di supporti in acciaio alti fino a 32 metri. Può ospitare oltre 40mila spettatori, misura 245,80 metri, ed è alto quasi 40.

Gli studenti dell’ultimo anno di architettura e quelli che stanno svolgendo un master presso università e scuole di architettura europee, sono invitati a presentare il proprio progetto per la riqualificazione di un quartiere di Berna. L’argomento centrale della competizione è quello sempre più attuale dell’accessibilità per tutti, una vera e propria filosofia di progettazione, che si distingue per la mobilità inclusiva e priva di barriere.

Per registrarsiwww.schindleraward.com

È stata un successo e rimarrà aperta fino a settembre 2012, presso il National Building Museum di Washington, la mostra Lego Architecture: towering ambition, che presenta l’opera di Adam Reed Tucker, l’architetto americano che riscoprendo la passione per il Lego di quando era bambino ha ricostruito mattoncino per mattoncino 15 celebri edifici di altrettanto famosi architetti.

Con il centro di promozione della zona vinicola “Ribera del Duero” D.O.C., gli architetti Fabrizio Barozzi e Alberto Veiga sono i vincitori del premio internazionale di architettura Barbara Cappochin 2011. Il Centro sorge accanto alle mura medievali della cittadina spagnola di Roa. L’opera in delicato equilibrio tra contemporaneità del progetto,

legO ArChIteCture

premIO CAppOChIn 2011

Ting Li e Maja Paklar sono le vincitrici del concorso Aia, American Institute of Architects, per Barbie Dream House. Barbie ha sempre il meglio, così la sua casa è una moderna meraviglia, progettata secondo gli standard della bioedilizia. Una villa di 140 mq su 4 piani, con spazi per la vita sociale, megacucina, soggiorno, studio, un ricco guardaroba che occupa tutto il terzo piano, al quarto, sala meditazione e palestra. Tutto quello che si può sognare.

Si apre un nuovo corso all’Accademia di Architettura di Mendrisio. Il nuovo direttore sarà Mario Botta, assistito dall’architetto milanese Marco della Torre nel ruolo di coordinatore di direzione. Tema portante: la città europea contemporanea, che, pur coinvolta da molteplici cambiamenti, resta un “...modello di possibile resistenza all’appiattimento e alla banalizzazione di molti comportamenti virtuali”. Un ciclo di conferenze di orientamento marcatamente “mediterraneo” avrà come obiettivo l’approfondimento di queste tematiche.

Un ulteriore ciclo di incontri sarà dedicato alla storia contemporanea dell’architettura milanese, attraverso le testimonianze dei suoi esponenti più illustri (da Luigi Caccia Dominioni e molti altri).

CarloEzechieli

BArBIe CAmBIA CASAlA nuOvA StAgIOne dell’ACCAdemIA

paesaggio e storia dei luoghi, è costituita da due elementi architettonici dominanti: la torre monumentale in pietra e l’antico Ospedale di San Juan del XVI secolo, ristrutturato e ampliato. 35enne, nato a Rovereto (Trento), Barozzi da anni lavora in Spagna; con Veiga, 38enne nato a Santiago di Compostela, ha fondato nel 2004 lo studio Ebv.

www.barbaracappochinfoundation.net

NEwS/progetti/premi

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A La Courneuve, un sobborgo di Parigi che sta attuando una rinascita sociale per mezzo di un nuovo piano urbanistico, Dominique Coulon progetta una scuola materna ed elementare sulle rovine di un blocco di appartamenti degradati abbattuti nel 2004.

SCuOLA JOSEPHINE BAkER A PARIgI

rICOmInCIAre dAI SegnI del pASSAtO

Di Mara Corradi

La storia del luogo non è negata da questo la-voro, ma invece superata in un disegno che ne raccoglie le memorie per fondare un pre-sente tinto di arancio.L’edificio scolastico Josephine Baker recen-temente completato da Dominique Coulon è una nuova architettura che sorge sulle ceneri di un complesso residenziale che era stato eretto nella famosa Cité des 4000, un proget-to urbanistico della città di Parigi degli anni Cinquanta, trasformatosi in pochi anni da quartiere residenziale densamente popolato a ghetto per immigrati.Ispirandosi al piano urbanistico ideato da Bernard Paurd per il quartiere, che non ignora ma recupera i segni tracciati dalle passate pianificazioni, con la volontà di ri-partire dalla storia senza ignorarla, il com-plesso è caratterizzato da volumi chiusi ad andamento orizzontale, interrotti e movi-

SopraLa forza espressiva del colore arancio è usata con compiacimento per indicare gli spazi distributivi del complesso scolastico, così da identificare le aree comuni e il progetto stesso nella comunità. (Foto© Olivier Nicollas)

A destraIl forte andamento orizzontale del complesso è spezzato e arricchito da aperture che mettono in comunicazione la corte interna con il contesto esterno.(Foto© Eugeni Pons)

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[ n. 38/2011]

La Courneuve l colore bianco dominante nei prospetti è frammentato e movimentato dall’arancio che evidenzia le aperture vetrate in aggetto. (Foto© Eugeni Pons)

Schema delle funzioni e della loro organizzazione

nella scuola Josphine Baker, partendo dal segno in pianta

dell’edificio residenziale abbattuto.

mentati da aperture aggettanti, dove anche il colore contribuisce alla frammentazione dei prospetti. La pianta deriva dall’opposi-zione degli spazi funzionali principali della scuola materna e della scuola elementare, a cui si connettono al piano terra l’area giochi da un lato e la caffetteria dall’altro, grazie a un sistema di rampe e spazi distributivi al piano terra e al primo, individuati in modo inequivocabile dal colore arancio, usato al-ternativamente sui pavimenti in linoleum, sui soffitti o come tocchi di colore a segnala-re alcuni dettagli architettonici.Tale anello di distribuzione circoscrive il giardino a pian terreno, creando un anello, aperto in corrispondenza dell’ingresso a sud e dell’ingresso nord.La geometria delle pareti interne ed esterne ha voluto essere un racconto dei segni della pianificazione urbanistica derivante dalle

numerose edificazioni e dagli abbattimenti che questo quartiere ha subito: l’asimmetria e le linee spezzate creano molti spazi di ri-sulta che danno l’impressione di essere stati strappati alle vicissitudini storiche e forte-mente voluti per una rinascita del quartiere. La linea più netta è quella che spezza in due l’architettura entrando nel giardino della corte e lasciando il segno del cambiamento più recente, quello di uno dei blocchi di ap-partamenti Presov e Ravel che furono abbat-tuti con la dinamite il 23 giugno del 2004. Risalenti al piano urbanistico della Cité des 4000, originariamente chiamata la città dei 4.000 alloggi edificati a partire dal 1956, con gli anni questi complessi per abitazioni ad alta densità demografica si trasformarono in ghetti, dove la città di Parigi riversò im-migrati o famiglie disagiate da cui ripuliva il centro cittadino. Queste banlieux, dove il

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1.01 aula classe elementare 1.02 biblioteca 1.03 aula d’informatica 1.04 direzione 1.05 aula insegnanti 1.06 palestra 1.07 aula insegnanti 1.08 infermeria 1.09 giardino 1.10 direzione 1.11 ristorante per materne 1.12 ristorante per elementari

Pianta del piano terra

Progetto: Dominique Coulon & Associés, Architectes (Dominique Coulon, Olivier Nicollas)

Collaboratori: Sarah Brebbia, Benjamin Rocchi, Arnaud Eloudyi, Florence Haenel

Committente: Città di La Courneuve

Luogo: La Courneuve, Parigi

Progetto delle strutture: Philippe Clement, Cécile Plumier, Frédéric Blanc, Marc Damant, Annie Pikard

Progetto paesaggistico: Bruno kubler

Superficie utile lorda: 6.500 mq

Superficie netta: 4.500 mq

Fine lavori: 2010

Costo: 8 milioni di euro

scuola JosePhine baker

tenore di vita era molto basso e forte il senso di abbandono da parte delle istituzioni, non tardarono a essere teatro di scene di grave delinquenza. In seguito alla cessione da par-te di Parigi della Cité alla municipalità di La Courneuve e quindi alla riappropriazione del territorio del suo significato di comuni-tà e non più di sobborgo della metropoli, è stata avviata una politica di recupero urbano contraddistinta dall’abbattimento di molte barres de logements costruite tra gli anni Cinquanta e Sessanta, tra cui anche il Presov e il Ravel. In questo nuovo edificio che sorge proprio sul luogo della demolizione, Domi-nique Coulon ha deciso di non cancellare la memoria di tali vicende ma di mantenerla in un sistema di segni urbani, testimonianza di un passato doloroso su cui rinasce un’archi-tettura dalla funzione e dalla natura proget-tuale molto differenti. Il colore arancio che emerge dalle aperture e che tracima letteral-mente dalle rampe, come se i bambini aves-sero rovesciato intere latte di colore per gio-co, sembra essere stato preso a simbolo della rinascita di un quartiere. ■

La Courneuve Scorcio dell’ingresso della scuola, da cui comincia l’asse cheprosegue fin oltre il fronte nord (foto sotto) che ricorda in piantagli abbattuti complessi popolari Presov e Ravel.(Foto© Eugeni Pons)

La Courneuve Scorcio sulle terrazze dove il colore arancio evidenzia le aree è comuni.(Foto© Olivier Nicollas )

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NEwS/DeSigN/moStre

urBAn deSIgn A lOndrAI fInAlIStI delhI-mACS deSIgn COnteSt COnCOrSO dI Idee per l’ArredO urBAnO

lA StAzIOne metrO dI KArIm rAShId entrA nel tOur dell’ArtedeSIgn, dAvId ChIpperfIeld

eventI CulturAlI mArmOmACC 2011

Interessanti e spesso intriganti le proposte degli 8 finalisti del concorso Hi-Macs Design Contest, che sono stati selezionati tra i 600 partecipanti che si sono impegnati sul tema dell’arredo innovativo dello spazio urbano. Tra i lavori recentemente presentati all’ultima edizione del 100% Design di Londra (22-25 Settembre), la seduta che ti consente di fare la cyclette mentre leggi il giornale e la copertura che ti permette di fare conversazione mentre ti ripari dalla pioggia. Tutti i progetti hanno dovuto attenersi a parametri specifici di fruibilità, commercializzazione, creatività, estetica, innovazione e impiego delle proprietà e delle caratteristiche di Hi-Macs.Hi-Macs è la pietra acrilica composta per il 70% di pietra naturale polverizzata derivata dalla bauxite, per il 25% di resina acrilica e per il 5% di pigmenti naturali. Progettata e prodotta da LG Hausys, Ginevra.

Inaugurata a Napoli la nuova stazione della metropolitana Università, progettata da Karim

Rashid, caratterizzata da forme sorprendenti e colori vivaci. Diversi elementi, pareti, colonne, corridoi sono rivestiti in Corian di diverse tonalità. È la prima delle cinque nuove “Stazioni dell’arte” della 1, la linea che serve aree strategiche della città, tutte progettate da architetti di fama internazionale che hanno realizzato sia gli ambienti interni che quelli esterni decorandoli con sculture, installazioni e opere d’arte contemporanea.

Alessi che fa una seduta? Esatto, si chiama Piana ed è la nuova sedia pieghevole in polipropilene disegnata da David Chipperfield e prodotta in collaborazione con Lamm. Occupa uno spazio minimo e si ripone facilmente. Dimensioni:Altezza:77,6Cm,Larghezza:48,8Cm

“A salvarmi è stata una malattia mentale: la creatività”. Parola di Philippe Starck (in una recente intervista pubblicata da Repubblica). Per chiarire il concetto ha aggiunto: “Può sembrare strano, ma non mi considero un designer. Sono un autistico moderno.”

Artista, designer di una propria linea di gioielli, visual artist, Monica Castiglioni esordisce ora come fotografa. A Milano, dal 12 al 25 ottobre alla Galleria Zanuso presenta una serie di splendide immagini di una New York inusuale vista nel riflesso delle pozzanghere con lo sguardo di un’artista appassionata, spontanea, semplice, ironica e dalla sconfinata energia.

www.monicacastiglioni.com

Espressione di forza e matericità, Outline è la nuova collezione di sanitari Teuco caratterizzata da bordi che si stagliano asimmetrici sulla materia, in un flusso apparentemente casuale, come quello dell’acqua. È abbinabile con la nuova linea di mobili InsideOut e la nuova gamma di rubinetteria Skidoo, entrambe firmate da Carlo Colombo.

Tra i protagonisti di questa edizione, Patricia Urquiola per Budri, Laviani per Citco, Setsu & Shinobu Ito per Grassi Pietre, Galiotto per Lithos Design, Albanese per Margraf, Snøhetta/Kjetil Thorsen per Pibamarmi, Piva per Regione Puglia, Philippe Nigro per Testi, Giuseppe Fallacara con Politecnico di Bari e Università di Budapest, Riccardo Blumer e Donata Tomasina per Trentino Pietra, Michele De Lucchi e Angelo Micheli per Stone Italiana.

Per informazioni www.himacs.eu

nApOlI SI rIfà Il lOOK lA pIAnA dI AleSSIphIlIppe StArCK

new YOrK, A glImpSe In the puddle

OutlIne: BellezzA ASImmetrICA

Il deSIgn InCOntrA lA pIetrA

dI mOnICA CAStIglIOnI

I nuOvI prOdOttI teuCO fIrmAtI dA CArlO COlOmBO

(Foto©PeppeAvallone)

www.teuco.it

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il nuovo edificio disegnato da fuksas reinterPreta la storia del mercato coPerto di Porta Palazzo e adotta le soluzioni imPiantistiche esemPlari di ai studio

LE RADICI DI uN CENTRO COMMERCIALE

pAlAtInO A tOrInO

Di Antonio Morlacchi

Torino, piazza della Repubblica. Il vecchio Mercato dell’abbigliamento non c’è più. Al suo posto dal 25 marzo c’è Palatino, un centro commerciale disegnato da Massimiliano Fuksas, scelto alla fine degli anni Novanta, in

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una gara pubblica a capo di un raggrup-pamento con l’architetto Carlo Novara, Ai Engineering e Ai Studio. In particolare, Ai Engineering e la consociata Ai Studio si sono occupate delle opere strutturali sotto la re-sponsabilità dell’ingegner Adriano Venturi-ni, delle opere impiantistiche, curate dall’in-gegner Stefano Cremo, del coordinamento per la sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione delle opere e della direzione lavo-ri generale.Per il Palatino, un edificio composto da cin-que piani di cui due interrati, sono stati adot-tati i più innovativi sistemi tecnologici di ge-stione delle differenti attività previste. L’area commerciale è organizzata lungo il perimetro dell’edificio così da disegnare una piazza in-terna nella parte centrale, in corrispondenza di due ghiacciaie del ‘600 riportate alla luce e che un tempo consentivano la conservazione del cibo e la produzione di ghiaccio, oggi uti-lizzate come spazi per l’allestimento di mostre temporanee. Il primo e il secondo piano sono organizzati con superfici commerciali lungo il perimetro, un bar, un blocco servizi per com-mercianti nell’angolo sud-ovest, un percorso a ballatoio anulare e un sistema di rampe che attraversando il vuoto centrale collegano i di-versi piani dell’edificio.

Segno distintivo dell’intervento dal punto di vista strutturale è la corte centrale al piano terra, intercalata da 11 pilastri prismatici pluripiano attrezzati con mensole metalli-che incastrate, destinate a sostenere il carico di tre passerelle metalliche che collegano i vari piani. I medesimi pilastri sostengono in sommità la struttura di copertura, costi-tuita da un graticcio di travature metalliche articolate nello spazio a formare un percor-so continuo di falde inclinate. La copertura è enfatizzata da un rivestimento in zinco e ripropone il disegno dei percorsi che hanno generato lo spazio sottostante, permettendo la penetrazione della luce naturale attraver-so piani vetrati verticali e orizzontali. Una porzione di edificio sovrasta le cupole ipo-gee appoggiando indirettamente su un im-palcato costituito da travi in C.a.p. e soletta collaborante.Sotto l’aspetto energetico e impiantistico, l’intervento è caratterizzato da un siste-ma geotermico a ciclo aperto. L’impianto del tipo ad anello liquido e volano termi-co è in grado di fornire l’energia termica e frigorifera per il fabbricato utilizzando come fonte primaria di energia l’acqua di prima falda e come volano termico la vasca di accumulo dell’acqua antincen-

Il Palatinouna pianta del Centro Commerciale.

Il PalatinoSezione dell’edificio su 5 piani, di cui 2 interrati.

dio. Ogni singola unità commerciale è climatizzata con una pompa di calore ad elevata efficienza, collegata all’anello li-quido. Questo tipo di impianto consente di evitare l’impiego di generatori di calore nel fabbricato, con l’azzeramento dell’in-quinamento atmosferico e l’eliminazione dei rischi connessi all’utilizzo del combu-stibile. Lo scambio geotermico consente un’elevata efficienza energetica e un ab-battimento dei costi per il riscaldamento e il raffrescamento dei locali. La tipologia d’impianto semplifica l’installazione de-gli impianti in cantiere durante le fasi di costruzione (eliminazione della centrale termica e frigorifera), mentre le pompe di calore installate nei singoli ambienti sono macchine di provata affidabilità, si-mili ai normali condizionatori autonomi, completamente assemblate e collaudate in fabbrica.Le zone comuni, e in particolare la piazza coperta, beneficiano dello stesso tipo di impianto grazie a pannelli radianti ali-mentati sia in estate sia in inverno dall’ac-qua fredda o calda prodotta da pompe di calore di tipo centralizzato. I negozi sono inoltre dotati di estrazione d’aria a parete dedicata. ■

Il Palatino, visto dall’esternocon l’affaccio su piazza della Repubblica.

Anno di realizzazione: 1998-2011

Committente: Città di Torino

Superficie costruita: 13.000 mq

Superfici facciate: circa 2.000 mq

Elementi di facciata: 60.000 pannelli di vetro e 150.000 kg di acciaio

Progetto architettonico: Massimiliano e Doriana Fuksas

Progetto strutturale: Ai Studio - Ai Engineering Srl, Torino

Progetto Impianti: Ai Studio - Ai Engineering Srl, Torino

il Palatino

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Non ho mai conosciuto Magistretti. Chi parla di lui, racconta di un’eleganza particolare, che l’uomo esprimeva nel suo modo di porsi agli altri e alla vita, come nel modo di progettare. Apparteneva a quella generazione di maestri del disegno industriale italiano che mentre disegnavano una lampada, in realtà progettavano sempre se stessi. Si dice che un designer si legga attraverso i suoi prodotti: questo sarà vero finchè saremo in grado di leggere tutte le pieghe dei suoi elementi e poi saremo in grado di tornare al tutto riscontrandone i significati d’uso per cui è stato pensato. Per chi ha conosciuto Magistretti è facile guardare la lampada Eclisse e pensare all’immaginario della lanterna cieca delle illustrazioni, alle favole, al mondo segreto della notte e così capire anche

il significato della luce che “si maschera”. Come è immediato pensare all’austerità del Dopoguerra e alla necessità di risolvere una funzione con gesti semplici, guardando la libreria Rima del 1946.Ma per la generazione venuta dopo, di fronte al rischio della perdita delle memorie esiste solo lo studio della storia inteso come curiosità e approfondimento continuo, per ricostruire quella geografia di relazione tra i costumi sociali, gli avvenimenti e la personalità dell’architetto, le cui intuizioni di quella società sono lo specchio. Dopo la sua morte nel 2006 è nata a Milano una fondazione con lo scopo di tutelare l’archivio Magistretti ma anche di farlo conoscere al pubblico, mettendolo a disposizione per la ricerca. La sua attività di conservazione procede parallela a quella d’interpretazione dei fondi (schizzi, disegni tecnici, foto, documenti, modelli, prototipi) ed entrambe sono propedeutiche all’organizzazione di mostre che ne illustrino le opere e il metodo progettuale.Aperta fino al febbraio 2012 nella sede di via del Conservatorio, la mostra “Progetti al telefono” riprende una celebre espressione con cui Magistretti descriveva il suo lavoro: “A me piace il concept design, quello che è totalmente chiaro che puoi anche non disegnarlo. Molti

La lampada Eclisse e la seduta Carimate 1963.

Sopra il titolo, progetto di allestimento.

SE tELEfOnAnDOin mostra a milano documenti inediti di oggetti industriali illustrati da schizzi che descrivono la Poetica e il messaggio di vico magistretti

focus

Il DesignerVico Magistretti (1920-2006)una raccolta di documenti inediti che descrivono la poetica e il messaggio dell’architetto e designer italiano.

dei miei progetti li ho trasmessi al telefono”. Quella che Magistretti riteneva di poter trasmettere al telefono era l’essenza di un prodotto, non certo l’affondo sul dettaglio, il suo “sapore” non certo una lista d’ingredienti con le quantità e le procedure per le quali - come diceva spesso - riteneva fondamentale un gruppo di tecnici disegnatori. Con parole al telefono, con schizzi buttati sul primo pezzo di carta che trovava, con un testo che scriveva a mano libera per raccontare le origini del suo discorso, la mostra descrive il quid del progetto di Magistretti, illustrando un metodo che lo accomunava a tutta una generazione di architetti, intellettuali prima ancora che progettisti. Quando lavoravo all’archivio della Kartell, maneggiavo grandi e noiosi lucidi il cui ripetitivo passaggio era di tanto in tanto allietato da qualche schizzo su foglio di quaderno o su blocco per appunti dei vari grandi nomi del design. Un giorno presi in mano una busta da lettera strappata da un lato con uno schizzo che si riferiva alla forma della sedia. Quello fu il solo schizzo che trovammo della Maui, un disegno a pennarello buttato su una busta di carta da gettare via. Probabilmente era stato fatto da Magistretti mentre al telefono descriveva la doppia curva che il guscio di plastica avrebbe dovuto avere.

Mara Corradi

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Uno sketch televisivo degli anni ‘70, inter-pretato da Walter Chiari ci mostra un mi-nistro che inaugura una fontana pubblica. Posa la prima pietra tra l’applauso della folla. Cede alla lusinga e posa la seconda, poi la terza, la quarta e così via... Finisce che a tarda sera apre l’acqua della fontana ormai terminata. Questo divertente (per quanto improbabile) episodio è paradig-matico della vicenda imprenditoriale di Donati. Spieghiamo.Donati è un’azienda produttrice di com-ponenti per sedie da ufficio nata negli anni ‘80. A fondarla è un giovanissimo Armando Donati, che appartiene a una famiglia di imprenditori. Il padre Luigi dirige Metalpres, una fiorente fonderia di alluminio che produce parti di motori per l’elettronica e l’automobile.Per diversificare la produzione si pensa di produrre basi di sedia in alluminio. La competitività e la qualità dei prodotti si fanno strada subito nel mercato di setto-re. La prima pietra è posata. La seconda è lì che aspetta solo di essere accostata

alla prima. Si tratta di produrre i mecca-nismi di regolazione della seduta, quelli che ti fanno alzare, abbassare, inclinare e oscillare quando usi la sedia. Ed è un altro successo. Donati a questo punto ha un pubblico sempre più esigente. E lui si rimbocca le maniche e passa a produrre il resto dei componenti della sedia da uffi-cio: schienali, braccioli, sedili. Tutti con movimenti ergonomici. È un prodotto complesso, con spiccate caratteristiche di precise prestazioni ergonomiche e mec-caniche, con normative stringenti e un carico di responsabilità non indifferente. Il fruitore finale è una persona che userà la sedia per molte ore al giorno, per anni. La qualità deve essere un requisito impre-scindibile. Pietra su pietra, Armando Do-nati ha costruito l’edificio completo, dive-nendo leader mondiale del settore.La tentazione di produrre con il proprio marchio la sedia completa potrebbe es-sere (per un profano) lo sbocco naturale del percorso, ma è un obiettivo che non entra nella vocazione dell’azienda. Per-

Sopra, meccanismo oscillante.

A destra, sedute S-kocca nelle diverse varianti.

Fasi di lavorazione dei componenti in alluminio.

COn DOnAtI SI LAvORA MEgLIOha cominciato dalla base, la classica sedia Per ufficio. oggi armando donati Produce tutti i comPonenti, ergonomici e d’alta qualità, Per sedute che si usano tutti i giorni, Per tutto il giorno

design

seguendo il “P2B” (producer to business) si ha la possibilità di ottimizzare la pro-duzione su grandi numeri, recuperare gli investimenti e distribuire a livello globale. In sostanza si tratta di dare un servizio completo alla proprio clientela, che così può benificiare del vantaggio economico di acquistare tutti i componenti (anche personalizzati) presso un solo fornitore e quindi investire le necessarie risorse nella comunicazione, nel marketing, nella di-stribuzioine.Saggia valutazione imprenditoriale, in un momento in cui tutti vogliono fare tutto. Una ulteriore evoluzione, quando sembra che non manchi più niente alla struttura aziendale, è un’ambiziosa idea.Il D_Lab è uno spazio fisico all’interno dell’unità produttiva di Rodengo Saiano dove si possono incontrare progettisti, azienda e clienti. Un momento di verifica e scambio di idee, con, a portata di mano, tutte le competenze tecniche necessarie, gli strumenti per testare, le persone in grado di valutare un progetto. Il tutto in tempo reale. Un’idea semplice e rivolu-zionaria, dove il servizio parte prima del prodotto. Un servizio esclusivo, che parte da qui e segue il prodotto anche quando è operativo. Come? Ancora un’idea semplice e bril-lante: un codice QR impresso sull’etichet-ta permette di collegarsi con un sito che trasmette oralmente, come un navigatore satellitare, le istruzioni per l’uso corretto della sedia. Il ciclo è completo, le possibili esigenze soddisfatte. Marco Penati

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U na villa urbana che, pur adattandosi alla particolare conformazione del lotto, sviluppa un nuovo concetto abitativo. Un susseguirsi di cortili che creano spazi di riposo e di luce perfettamente integrati con gli interni tramite passaggi vetrati.

Una ristrutturazione attenta all’esistente e al contesto urbano, ma votata alla trasformazione in chiave contemporanea. Una semplice abitazione con annessa officina diventa una villa urbana ricca di suggestioni prospettiche e luminose, anche se incastonata in un lotto la cui forma ricorda quella della lama di una sciabola. L’arch. Alessio Princic riesce a interpretare i vincoli ambientali e strutturali in essere come input progettuali. Sceglie la scala più adatta per definire il progetto e per poterlo controllare nei minimi particolari, che sono molti.

Di Sonia Politi

uNA VILLA uRBANA A uDINE

pIenA luCe In prOSpettIvA

Schizzi di progettoPianta e sezione da cui emerge l’intera struttura compositiva di Villa F.

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È la sua una progettazione rigorosa, dove nulla viene lasciato all’improvvisazione, e che denota una cura per gli aspetti distributivi e funzionali interni in stretto rapporto con l’ambiente esterno, concepito come luogo di riposo e benessere, ma anche come principale generatore di luce e di composizioni prospettiche. Dopo una prima fase di demolizione delle parti obsolete e di risanamento di alcune strutture esistenti, l’architetto Princic realizza un progetto che è un susseguirsi di volumi con diverse altezze e affacci, capace di valorizzare la superficie disponibile dilatandola. Molto è dovuto al fatto di aver dotato gli spazi comuni di una doppia altezza e dell’ampliamento spaziale e visivo verso l’esterno. Per creare un flusso continuo di luce e colori fra interno ed esterno sono state annullate tutte le possibili barriere opache sostituendole con pareti trasparenti e, a livello orizzontale, è stata utilizzata la stessa tipologia di pavimentazione in grandi lastroni di pietra.

Ecco dunque le numerose aperture realizzate con grandi vetrate scorrevoli che creano un continuum spaziale, rompendo il rigore formale delle ambientazioni interne. Se al piano terra è stata privilegiata la diffusione della luce in orizzontale, al piano superiore la luce entra copiosa dall’alto verso il basso, raggiungendo, in corrispondenza delle zone soppalcate, anche alcune parti del piano inferiore. La distribuzione planimetrica è strutturata sul cannocchiale ottico creato dalla successione degli ambienti, che anche dal punto di vista funzionale risultano a misura del proprietario, un uomo d’affari spesso in giro per il mondo che qui ha trovato il proprio rifugio. Una villa cittadina su tre piani (interrato, terra e un parziale piano superiore), implosa su se stessa solo per vincoli di confine (i muri vicinali), ma che offre ampi spazi per la convivialità. Lo studio dei dettagli (colori, materiali, particolari tecnici) accompagna ogni solu-zione progettuale. Di particolare effetto il Modello di studio del progetto.

Progettista: princic&partners architects, udine

Serramentista: Alunord, Majano (ud)

Sistemi Metra: NC 65 STH, NC 65 STH Porte, NC-S 150 STH Rodos

Finitura: Verniciato RAL 7016

villa f

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contrasto tonale fra interno ed esterno: il primo dominato dal legno dei soffitti, dalla pietra dei pavimenti e dal bianco e dall’oro delle pareti; il secondo dal rosso mattone delle pareti e dal verde dell’erba e degli alberi dei due giardini e dalle piccole corti a cielo aperto, che lasciano penetrare fasci di luce sui diversi ambienti qui affacciati. Il ruolo delle aperture finestrate è fondamentale sia dal punto di vista estetico che tecnico. Le porte d’ingresso, i serramenti a battente e quelli scorrevoli a tutt’altezza, realizzati da Alunord con sistemi in alluminio Metra NC 65 STH e NC-S 150 STH Rodos verniciati RAL 7016, sono montati a filo esterno e perimetrati da un piatto di alluminio color oro-arancio fissato con viti in acciaio inox, che è stato appositamente disegnato dall’arch. Princic per nascondere l’attacco alla muratura. Il telaio è quindi mimetizzato per ottenere la massima omogeneità superficiale. In considerazione del fatto che l’edificio è stato

rivestito esternamente con un isolamento “a cappotto”, prima della stesura degli intonaci è stato predisposto un controtelaio in acciaio zincato per evitare la formazione di ponti termici. I serramenti scorrevoli, di grandi dimensioni in lunghezza e in altezza e con sopraluci fissi anche trapezoidali, presentano parti fisse e parti apribili con sistema alzante-scorrevole e vetrocamera di sicurezza 6+6, 15 argon, 4+4. La guida inferiore è a totale incasso nel pavimento per non creare nessun ostacolo. Le finestre a battente sono realizzate con parti fisse e ante apribili del tipo vasistas-scorrevole o anta-ribalta e con vetrocamera di sicurezza 6+6, 15 argon, 4+4 basso emissivo. Alcune sono dotate di veneziana interna manuale, altre di vetro esterno a protezione solare Energy. Le porte d’ingresso (sistema Metra NC 65 STH Porte) sono realizzate con rivestimento interno in legno di palissandro e rivestimento esterno con piastre orizzontali in ottone brunito. ■

Villa FPianta piano terreno un rapporto con il suolo ed una composizione di spazi originale.

Interni e cortiliuna sequenza di patii interni e un controllo misurato del rapporto tra spazi aperti ed edificati, tra interno ed esterno.

Una casa concepita come luogo di riposo e benessere, ma anche come principale generatore di luce e di composizioni prospettiche.

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Dopo Venezia, Roma e Torino, la mostra itinerante: Pier Luigi Nervi, Architettura come sfida sarà a Berlino, e poi negli States, a N.Y. e San Francisco. Un progetto espositivo di ampio respiro che coinvolge l’Associazione Pier Luigi Nervi Research and Knowledge Management Project, il Civa, Centre International pour la Ville, l’Architecture et le Paysage di Bruxelles, il MAXXI/Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo e il CSAC/Centro Studi e Archivi della Comunicazione dell’Università di Parma. Protagonista eclettico dell’architettura del secolo scorso, Nervi ha lasciato al mondo l’eredità di un progettista geniale, ingegnere temerario, imprenditore e comunicatore di grande impatto. Durante la sua lunghissima carriera, ognuno di questi fili si è intrecciato agli altri pur rimanendo conduttore e questa mostra si promette di ricostruire gli sviluppi di una storia e di una fortuna professionale unica nel panorama mondiale. Il tour internazionale si realizza grazie al contributo di Permasteelisa group, Italcementi e Ance. A.M.

A destra, particolare del palazzo del lavoro a Torino.

Sopra il titolo,scala elicoidale dello Stadio Berta a Firenze.

ARCHItEttuRACOME SfIDAla mostra dedicata alle migliori oPere dell’eclettico Protagonista dell’architettura del 900

mostre

nervi dentro nerviNella tappa torinese la mostra era allestita negli spazi di Torino Esposizioni, edificioda lui stesso progettato.

lettura/Cultura

On the road - Bob Noorda il grafico del viaggio

autori: Mario Piazza, Daniela Piscitelli, Carlo Vinti e altri.editore: Aiap Edizioni

176 pp - euro 22,00

Non un semplice catalogo, ma un volume che attraverso un ricco apparato iconografico e una importante raccolta di contributi approfondisce una micro-storia della grafica italiana, quella di Bob Noorda, per il Touring Club Italiano.Il lavoro di uno dei più dei grandi grafici italiani per dare un carattere all’identità di una organizzazione, e renderla riconoscibile a milioni di italiani tanto da entrare nell’immaginario di più generazioni.

Altri paesaggi

autore: Joan Noguéfotografie di Maria Rosaria Russoeditore: Franco Angeli

336 pp - euro 39,00

Joan Nogué ci offre un punto di vista attento e originale sui paesaggi del nostro tempo, da quelli che abitiamo quotidianamente a quelli meno conosciuti, mettendo a fuoco valori e qualità inaccessibili a uno sguardo distratto e fugace. un appassionante viaggio attraverso scenari diversi e contrastanti, fra paesaggi che le fotografie di Maria Rosa Russo ci aiutano a riconoscere e apprezzare: luoghi ordinari e terre remote, spazi naturali e scenografie urbane, immaginari prossimi e orizzonti inesplorati.

Ecopolis: bioarchitettura ed ecologia urbana

autore: Sergio Lironipresentazione di Ugo Sassoeditore: Edizioni GB

320 pp - euro 28,00

I cambiamenti climatici, la crisi energetica e ambientale che caratterizzano il mondo contemporaneo impon-gono oggi una radicale correzione di rotta.La bioarchitettura, come sperimentazione di nuove abitazioni, di soluzioni costruttive bio-ecologiche, diventa anche espressione di una nuova idea di città che si sta affermando con il sorgere di nuovi quartieri integralmente progettati e realizzati secondo i principi dell’ecologia urbana.

Investire sull’ufficio: come e perché - Lo spazio di lavoro come risorsa per migliorare l’azienda

a cura di: Enrico Ciettaeditore: Franco Angeli

160 pp - euro 19,00

La ricerca di ufficio Fabbrica Creativa, un progetto dell’associazione Assufficio di FederlegnoArredo che raggruppa le più importanti imprese di mobili per ufficio, per la prima volta affronta questo tema cercando una relazione tra performance economiche, atteggiamento dei lavoratori e cura nell’organizzazione dello spazio, dimostrando che avere cura dello spazio di lavoro è un ottimo investimento, anche se ancora poche aziende lo fanno.

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Nome Cognome

Studio/Azienda

Via e n. CAP Località Prov.

Intestata a:Notasullatuteladeidatipersonali.AisensidelD.Lgs196/03lainformiamocheisuoidatisarannoutilizzatiesclusivamenteperassolveregliobblighiderivantidallasuarichiestadiabbonamento;chesarannotutelatidaFontSrlsecondo lemodalitàprevistedalD.Lgsstesso;cheleipotràinqualsiasimomentoesercitareisuoidiritti,comedescrittidaltitoloIArt.7delD.Lgs196/03,tracui larettificao lacancellazionedeidati,semplicementescrivendoa:FontSrl, responsabiledeltrattamentodeidati,viaSiusi20/a,20132Milano.Larichiestadicancellazioneciimpediràperaltrodiproseguirenell’inviodellecopieprevistedall’abbonamentodaleisottoscritto.

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Tra la fine dell’800 e il principio del ‘900 viene codificata non solo una cultura del turismo, ma anche un’offerta ben struttura-ta a livello turistico. Si progettano e costru-iscono nuove strutture e compaiono due tipi edilizi pressoché inediti: il Grand Hotel e lo stabilimento termale. Raggiungibili e quieti laghi, località montane, sorgenti ter-mali diventano i luoghi d’elezione di questo tipo di utenza, colta, elegante e decisamen-te selezionata. Le “nuove” località crescono e prosperano fino al dopoguerra quando, con l’ascesa della società dei consumi, mol-ti Grand Hotel iniziano un periodo di de-clino, spesso degenerato nell’abbandono, e le terme assumono la classica connotazione sanitario-carampanesca che le accompa-

ARCHI-STAR A gARDONE RIVIERA

preStIgIO fIrmAtO Un alto livello qualitativo è l’aspetto centrale di questo “condominio orizzontale” di lusso dove l’architettura gioca un ruolo decisivo. In un paesaggio carico di storia, l’intervento di 750mila mq si avvale del contributo di archistar, nomi formidabili che hanno progettato una vera collezione di pezzi d’autore.

Vista aereaIl progetto promosso da Renè Benko, fondatore di Signa Holding sostituisce, con 7 ville, 9 attici e una clubhouse, un precedente che prevedeva 140 appartamenti e una dozzina di condomini. L’intervento si sviluppa nell’arco di quasi 15 anni. La strada interna garantisce l’accesso ai parcheggi privati.

Di Carlo Ezechieli

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gnerà fino a tempi molto recenti. Solo negli ultimi anni, nella vorticosa età digitale, con litorali ormai sovraffollati e “rapallizzati” e con un’utenza di fascia alta, sia a livello di richieste che di censo, il recupero e reinter-pretazione in chiave moderna di strutture e luoghi stupendi, ma ritenuti fino a poco tem-po fa “decadenti”, è diventato un tema pro-gettuale di grande attualità. Un alto livello qualitativo è l’aspetto centrale di queste iniziative ed in tutto questo l’architettu-ra gioca, ovviamente, un ruolo decisivo. L’intervento di Gardone Riviera promosso da René Benko - di Innsbruck, coetaneo dei tycoon della web-economy, e fonda-tore di Signa ormai uno dei principali gruppi immobiliari in Austria - si collo-

ARCHI-STAR A gARDONE RIVIERA

preStIgIO fIrmAtO

Sopra, Matteo Thun, villaLa villa di circa 500 mq segue il criterio del contatto e della continuità con il paesaggio ottenuta attraverso l’eliminazione di ogni barriera fisica e visuale. Al fine di non interrompere il panorama con elementi strutturali, il piano superiore è una sorta di ponte, privo di sostegni intermedi, appoggiato su due massicci sostegni in pietra. La struttura permette che non solo la vista, ma anche l’aria e la luce, attraversino l’edificio. La piscina a “effetto infinito” permette una continuità visiva totale con la superficie del lago evitando qualsiasi interferenza visuale. Il lessico e gli elementi sono noti, ma sono composti in modo giusto, intelligente e coerente rispetto ad un obiettivo troppo spesso trascurato: quello di fare dell’architettura un punto di contatto con ogni componente visibile e non visibile, statica o attiva del paesaggio. Interessante è inoltre la filosofia “triplo 0”: km zero, zero CO2, zero rifiuti, proposta da Thun che ha portato all’utilizzo prevalente di materiali locali. Matteo Thun, schizzo della facciata della villa.

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Matteo Thun, villapianta piano terra 1. dispensa 2. scale di servizio 3. cucina 4. soggiorno 5. scala 6. ascensore 7. guardaroba 8. toilette 9. palestra / SPA 10. terrazza 11. area barbecue 12. ingresso 13. cavità 14. giardino retrostante

Matteo Thun, villapianta I° piano 1. camera matrimoniale 2. camera matrimoniale 3. corridoio 4. camera 5. bagno ospiti 6. scala 7. ascensore 8. balcone

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Signa holdingFondata nel 2000 con il nome di Immofina Holding dall’imprenditore Renè Benko, Signa è riuscita nel 2001, con la partecipazione dell’investitore viennese Karl Kovarik, a porre le basi per l’espansione nel mercato immobiliare austriaco. Con un volume di investimenti di oltre 1,5 miliardi di Euro, 15 progetti avviati, una superficie in via di sviluppo di 250’000 m² ed investimenti in Austria, Germania e Italia, Signa è uno dei principali gruppi immobiliari in Austria.

gli architetti

Matteo Thun

David Chipperfield© Martin godwin

Richard Meier

Marc Eutebachdi ATP Sphere

ca perfettamente in questo cortocircuito storico. Il progetto si inserisce su un sito di 750mila mq, in un paesaggio carico di storia, caratterizzato da terrazzamenti millenari, da viste mozzafiato, da una vegetazione tipicamente mediterranea. A livello insediativo riprende molti trat-ti tipo del ben codificato “condominio orizzontale” di lusso, dove ogni servizio funzionale alla villeggiatura - dalla pu-lizia al catering - è radunato all ’interno di una club house. Nel caso di Gardone

La Villa Ovest disegnata da David Chipperfield L’architettura riprende il tipo della limonaia creando un involucro supplementare che avvolge quello principale in pietra. La sequenza di pilastri inquadra e misura il paesaggio.

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Villa MeierIl Pritzker Richard Meier ripropone in toto il sopraffino manierismo modernista con il quale ha saputo aggiungere un capitolo fondamentale alla storia dell’architettura. Lo stile, internazionale, figlio dell’industria e della globalizzazione, non necessita né dei materiali, né dei richiami all’architettura locale. È uno stupendo catalizzatore attorno al quale si sviluppa il paesaggio e non viceversa. gli spazi sono i loft di lecorbuseriana memoria e la luce è la componente principale dell’arredo.

David Chipperfield, villa Ovestpianta seminterrato 1. bagno 2. cabina armadio 3. camera da letto 4. ascensore 5. corridoio 6. magazzino 7. scala 8. bagno 9. cantina vini 10. sala 11. terrazza

David Chipperfield, villa Ovestpianta I° piano 1. SPA 2. bagno 3. doccia 4. sauna 5. corridoio 6. terrazza 7. piscina 8. ascensore 9. studio 10. soggiorno

è tuttavia inedita la presenza di un valo-re aggiunto, dato dall ’architettura e dai nomi formidabili che hanno contribuito a comporre una vera e propria collezio-ne di “pezzi” d’autore: il Premio Pritzker Richard Meier, il tre volte Compasso d’Oro Matteo Thun, David Chipperfield (che già aveva collaborato con Signa progettando il centro commerciale Kau-f haus Tyrol nel pieno centro storico di Innsbruck), gli emergenti ATP Sphere di Innsbruck e il paesaggista Enzo Enea. ■

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glI ArChItettI Sul weBcome sono i siti degli architetti. luoghi dove trovare informazioni o icone Per affermare uno stile?

rAtIng AAA

L’anno scorso Alissa Walker conclude-va così un suo servizio su Fast Company (www.fastcompany.com): “Spesso i siti meno usabili degli architetti sono come i loro edifici: icone create per affermare il proprio stile piuttosto che per soddisfare esigenze d’uso quotidiano”. Era diverten-te leggere le sue osservazioni su siti in cui anche noi, andando alla ricerca di informa-zioni, ci siamo trovati in difficoltà, come quello di Diller Scofidio + Renfro (www.dsrny.com), che in un tempo non breve carica in home page un’anteprima di tutti i progetti navigabile a volo d’uccello, ma senza possibilità di condividerne alcuno. O quelli di Renzo Piano, Zaha Hadid, Jean Nouvel e OMA (www.rpbw.com, www.za-ha-hadid.com, www.jeannouvel.com, www.oma.nl) tutti realizzati in flash. Il fatto è che con il web 2.0, insieme di programmazione flessibile, social network, sistemi multipiat-taforma, in pochi anni il concetto di intera-zione si è avvicinato al suo reale significato di “conversazione”. L’interazione grafica, fatta di rollover e animazioni così originali da rendere ogni visita al sito di uno studio un’esperien-za completamente nuova ma proprio per questo disorientante, toglie molto alla re-ale fruizione dell’informazione. Gli utenti potrebbero essere committenti interessati a condividere un particolare progetto con degli investitori, o studenti che vorreb-bero caricare le coordinate geografiche di

un progetto sul loro iPhone per andarlo a vedere; appassionati che vogliono condivi-dere un progetto con i loro contatti su face-book o spedire un tweet ai loro followers. Ma non possono farlo. Si incontra invece un numero crescente di giovani architetti, con molta buona volon-tà, che disseminano le informazioni che li riguardano anche sulle pagine di facebo-ok e flickr. Che sanno cioè, come sanno i grandi studi, che il web è prima di tutto uno strumento per creare nuove relazioni.Si usa dire che, quanto a invecchiamento della tecnologia, nel web un anno ne vale dieci. Infatti metodi come flash sono già vecchi, poco adatti a favorire l’indicizza-zione di un sito (e dunque il suo posizio-namento nei motori di ricerca), tanto più dopo due anni dall’introduzione dell’iPad, che non accetta flash. L’invito rivolto l’an-no scorso da Fast Company agli architetti a progettare siti più usabili è ancora attuale, in primo luogo nell’interesse degli studi di architettura. Perché se è vero che una bella grafica può dare un’idea delle capacità cre-ative di un architetto, è vero anche quanto ricordava Alissa Walker: gli architetti do-vrebbero essere i primi designer dell’in-terattività, dal momento che progettano spazi nei quali gli individui interagiscono e si relazionano tra loro. E che stando così le cose è forse meglio, non peggio, che quat-tro degli ultimi dieci premi Pritzker non abbiano nemmeno il sito. ■ A.M.

Kengo KumaBello e veloce, permette di pubblicare su facebook e twitter. La home page presenta gli 11 progetti più recenti, uno dei quali scelto per la foto di background, e le 11 notizie più recenti, oltre a un menu completo ed elegante da cui è facile accedere, nell’area lavori, a tutti i progetti. Per la consultazione non sono previsti particolari filtri e categorie ma solo una lista per immagini, che con un rollover rivela il nome e il luogo del progetto e con un clic fornisce dettagli testuali e fotogallery. Ogni pagina ha una propria uRL.http://kkaa.co.jp

massimiliano FuksasChiaro ed elegante, il sito dell’architetto romano si apre con un semplice menu e un’area di ricerca efficace. In background l’immagine del progetto selezionato in quel momento dallo studio (quando lo abbiamo visitato il focus era sull’aeroporto internazionale Bao’an di Shenzen); un clic porta alla photogallery (immagini soprendentemente grandi) e al testo descrittivo. Scaricare o copiare testi non è tra le operazioni più semplici ma è sempre possibile copiare e inviare per email il link alla pagina specifica.www.fuksas.it

Norman FosterÈ la dimostrazione che anche senza essere originali a tutti i costi è possibile creare un sito bello e funzionale. La voce di menu “data” raggruppa tutto quello che nella maggior parte dei siti ha una voce autonoma (concorsi, premi, pubblicazioni…) mentre alla presentazione commerciale è riservata la prima voce (practice). Indicizzati esemplarmente, i progetti sono di facile consultazione. Ogni pagina dispone di una uRL propria che può essere copiata e condivisa per email.www.fosterandpartners.com

Bernard tschumiUna bella grafica e una navigazione agevole (un po’ meno la lettura su fondo nero) sul sito dell’architetto franco-svizzero che ha disegnato il nuovo museo dell’Acropoli. Malgrado l’ampio uso di animazioni ogni pagina ha una uRL propria e quindi può essere condivisa, sia pure solo per email con un copia-e-incolla dell’indirizzo. Ottima l’indicizzazione dei progetti, organizzati in categorie ed elencabili per immagini, a tabella o su mappe, e la loro ricercabilità, oltre che per parola chiave, per ordine alfabetico, data o luogo (di ogni progetto è indicato già in elenco lo status).www.tschumi.com

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