in umbria un maniero col cuore che batte al ritmo2017. 10. 19. · e sabina z y di giovanna belardi...

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t Curiosando Domenica 5 Agosto 2012 13 CORRIERE DI MAREMMA z y di Giovanna Belardi A MONTEGABBIONE - Definito dai suoi proprietari come una “vasta fattoria” in realtà, per chi lo vede im- provvisamente ergersi lungo la Pornel- lese o, dalle colline vicine, dominare la vallata, il castello di Montegiove è uno straordinario maniero. Che carat- terizza da secoli questo delizioso an- golo della montagna orvietana. Dal XIII secolo per la precisione, visto che venne eretto nel 1280 dalla fami- glia Bulgarelli, conti di Marsciano, per arrivare nel 1780 ai Marchesi Mi- sciattelli, che ancora oggi lo abitano. Ma la storia qui non si è fermata perché il castello di Montegio- ve e la sua tenuta oggi costituiscono un “feu- do” brulicante di vita e attività. E il concet- to di “fattoria” allar- gata dunque torna perché nel castello si concentrano tutte le produzioni più tipiche e pregiate di una zona straordi- nariamente ricca di eccellenze legate alla terra: dalle colture dell’olivo e del- la vite, che danno ottimi prodotti (ex- tra vergine d’oliva, rosso Igt, Orvieta- no rosso doc) all’allevamento (allo stato brado) della pregiata Chianina, ai prodotti dei campi e del bosco (cir- ca 800 ettari di verde caratterizzano parte della tenuta che complessiva- mente si sviluppa su 1200 ettari) per arrivare a quelli che sono i settori com- patibili con una struttura di queste di- mensioni e che guardano a una valo- rizzazione anche sul fronte del turi- smo. La foresteria del castello infatti è stata adibita a elegante struttura agri- turistica, mentre gli ampi spazi del corpo centrale costituiscono, nel cor- so dell’anno, un contenitore ideale per iniziative espositive, degustazioni e manifestazioni in grado di fare da punto di attrazione e di richiamo non solo dei turisti ma anche di chi vive in questi paraggi e che, proprio come av- veniva secoli fa, sente un profondo le- game con il castello. C’è poi l’interes- sante e variegato capitolo, in costante espansione, dell’enoturismo. Dunque non solo un maniero bello e austero ma un corpo propulsore che conti- nua a garantire la con- tinuità di attività da se- coli legate alla tenuta agricola, puntando sul binomio impre- scindibile di qualità delle produzioni e cura dell’ambiente. Nel cuore del castello vive la famiglia di discendenti dei Marchesi Misciat- telli Mocenigo Soranzo. E’ proprio Lorenzo, in questi paraggi semplice- mente conosciuto come il Marchese o il “dottore”, 41 anni, il protagonista del nuovo corso. Anni fa ha scelto di cimentarsi nell’impresa di portare avanti la vita produttiva di questa splendida realtà, di curare le produzio- ni e di fare del castello di Montegiove non solo il suo lavoro ma anche la sua vita. Partito dalla Danimarca con la moglie e le figlie nel 2002, ha lasciato il suo lavoro all’Università di Copena- ghen, la sua casa nel centro di una delle città più attraenti del mondo, e si è trasferito in un angolo appartato nel cuore verde dell’Italia. Un ritorno alle “origini” non contem- plativo, per seguire professionalmen- te la tenuta, riattivando alcuni seg- menti di produzioni che nel tempo erano stati lasciati, introducendo nuo- ve tecniche e facendo di Montegiove il proprio mondo. “Ogni azienda se non gestita in maniera diretta non funziona bene - racconta -. Io ero il più adatto della famiglia ad occupar- mene. Da piccolo venivo solo d’esta- te, ora siamo qui fissi tutto l’anno”. Un importante restauro ha impegna- to i primi anni ma non è stata la parte più complessa di questo trasferimen- to: per chi arriva dal Nord Europa e si cimenta nel settore agricolo, qualche “problemino” iniziale non manca. “Le cose vanno un po’ diversamente nell'interpretazione delle regole. In Danimarca per esempio un “no” è “no”, qui c’è una regola che vale in alcuni casi e una in altri. Ed è la cosa più difficile abituarsi per chi viene dal- l’estero. Ora mi trovo bene e con me la mia famiglia. Sto lavorando per me stesso, sono a capo di me stesso, an- che se oggi un agricoltore è un para- statale, metà per noi e metà per lo Sta- to. Mi piace la gente di questa parte dell’Umbria, qui ci sono persone mol- to brave. Oneste, grandi lavoratori. Nella tenuta lavorano fisse sette perso- ne ma quando c’è la raccolta o la ven- demmia, tutta a mano, ne abbiamo per fare squadre di calcio”. La canti- na, che era stata chiusa nel 1985, è stata rifatta e oggi ospita uve preziose che si trasformano in vini di grande qualità. “Contiamo di crescere - ag- giunge il marchese Misciattelli - con le produzioni. Abbiamo il mercato ita- liano ed estero, esportiamo soprattut- to in Danimarca e Olanda con tutti i vini che produciamo”. Il futuro è dun- que sotto casa, nella bella e ben tenu- ta campagna che circonda il castello. E la ricetta ha gli ingredienti di sem- pre, con un condimento di modernità e di passione. B A MONTEGABBIONE Percorrendo la strada Pornellese da Montegabbione o San Venanzo il ca- stello si fa trovare per la sua imponen- za. Ai suoi piedi un piccolo centro, che dal castello prende nome, dove vi- ve una vivace comunità, fatta di resi- denti gentili e ospitali. Ogni anno, più volte l’anno, il punto di ritrovo per fe- ste e manifestazioni conosciute e se- guite in tutta la montagna orvietana, è la piazzetta proprio sotto il maniero, dove la bellezza dei luoghi, l’allegria degli abitanti e la buona cucina sono richiami a cui non è possibile resistere. Trovare Montegiove è dunque sempli- ce. Per chi viene da Piegaro, passando sotto Greppolischieto, il castello è pro- prio davanti. A pochi chilometri c’è la Scarzuola, la città ideale, e, verso Montegabbione, il borgo di Castel dei Fiori. Un tour con tante tappe e per tutti i gusti. Per informazioni c’è il si- to, molto esauriente, www.castello- montegiove.com. B Il particolare Per conoscere la montagna orvietana Borghidavisitare edarivedere Oggi l’azienda punta su qualità e innovazione Il castello di Montegiove Lo splendido maniero è circondato da una vasta tenuta agricola caratterizzata da una natura di rara bellezza e che produce uva e olio di qualità. Sotto, il marchese Lorenzo Misciattelli con la moglie Il castello di Montegiove è il centro propulsore di una vasta tenuta dove spiccano produzioni tipiche di alta qualità. Da secoli appartiene ai marchesi Misciattelli InUmbriaunmaniero colcuorechebattealritmo ditradizioneemodernità

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rizzazione anche sul fronte del turi-smo. La foresteria del castello infatti èstata adibita a elegante struttura agri-turistica, mentre gli ampi spazi delcorpo centrale costituiscono, nel cor-so dell’anno, un contenitore idealeper iniziative espositive, degustazionie manifestazioni in grado di fare dapunto di attrazione e di richiamo nonsolo dei turisti ma anche di chi vive inquestiparaggi eche,propriocome av-veniva secoli fa, sente un profondo le-game con il castello. C’è poi l’interes-sante e variegato capitolo, in costanteespansione, dell’enoturismo.Dunque non solo un maniero bello e

austero ma un corpopropulsore che conti-nuaagarantire lacon-tinuitàdiattivitàdase-coli legate alla tenutaagricola, puntandosul binomio impre-scindibile di qualità

delle produzioni e cura dell’ambiente.Nel cuore del castello vive la famigliadi discendenti dei Marchesi Misciat-telli Mocenigo Soranzo. E’ proprioLorenzo, in questi paraggi semplice-mente conosciuto come il Marcheseo il “dottore”,41 anni, il protagonistadel nuovo corso. Anni fa ha scelto dicimentarsi nell’impresa di portareavanti la vita produttiva di questasplendidarealtà,dicurare leproduzio-ni e di fare del castello di Montegiovenonsolo il suo lavoro ma anche lasuavita. Partito dalla Danimarca con lamoglie e le figlie nel 2002, ha lasciatoil suo lavoroall’UniversitàdiCopena-

ghen, la sua casa nel centro di unadellecittàpiùattraenti delmondo,esiè trasferito in un angolo appartatonel cuore verde dell’Italia.Unritornoalle“origini”noncontem-plativo, per seguire professionalmen-te la tenuta, riattivando alcuni seg-

menti di produzioni che nel tempoeranostati lasciati, introducendonuo-ve tecniche e facendo di Montegioveil proprio mondo. “Ogni azienda senon gestita in maniera diretta nonfunziona bene - racconta -. Io ero ilpiù adatto della famiglia ad occupar-

mene. Da piccolo venivo solo d’esta-te, ora siamo qui fissi tutto l’anno”.Un importante restauro ha impegna-to i primi anni ma non è stata la partepiù complessa di questo trasferimen-to:perchiarrivadalNordEuropa esicimenta nel settore agricolo, qualche“problemino” iniziale non manca.“Le cose vanno un po’ diversamentenell'interpretazione delle regole. InDanimarca per esempio un “no” è“no”, qui c’è una regola che vale inalcuni casi e una in altri. Ed è la cosapiùdifficileabituarsi perchivienedal-l’estero. Ora mi trovo bene e con melamia famiglia. Sto lavorando per mestesso, sono a capo di me stesso, an-che se oggi un agricoltore è un para-statale,metàpernoiemetàper loSta-to. Mi piace la gente di questa partedell’Umbria,quici sonopersonemol-to brave. Oneste, grandi lavoratori.Nellatenuta lavoranofissesetteperso-ne ma quando c’è la raccolta o la ven-demmia, tutta a mano, ne abbiamoper fare squadre di calcio”. La canti-na, che era stata chiusa nel 1985, èstata rifatta e oggi ospita uve prezioseche si trasformano in vini di grandequalità. “Contiamo di crescere - ag-giunge il marchese Misciattelli - conleproduzioni.Abbiamoilmercatoita-liano ed estero, esportiamo soprattut-to in Danimarca e Olanda con tutti ivinicheproduciamo”.Il futuroèdun-que sotto casa, nella bella e ben tenu-ta campagna che circonda il castello.E la ricetta ha gli ingredienti di sem-pre, con un condimento di modernitàe di passione. B

A MONTEGABBIONEPercorrendo la strada Pornellese daMontegabbione o San Venanzo il ca-stello si fa trovare per la sua imponen-za. Ai suoi piedi un piccolo centro,che dal castello prende nome, dove vi-ve una vivace comunità, fatta di resi-denti gentili e ospitali. Ogni anno, piùvolte l’anno, il punto di ritrovo per fe-ste e manifestazioni conosciute e se-guite in tutta la montagna orvietana,è la piazzetta proprio sotto ilmaniero,dove la bellezza dei luoghi, l’allegriadegli abitanti e la buona cucina sonorichiami a cui non è possibile resistere.TrovareMontegioveèdunquesempli-ce. Per chi viene da Piegaro, passandosottoGreppolischieto, il castelloèpro-prio davanti. A pochi chilometri c’è laScarzuola, la città ideale, e, versoMontegabbione, il borgo di Castel deiFiori. Un tour con tante tappe e pertutti i gusti. Per informazioni c’è il si-to, molto esauriente, www.castello-montegiove.com. B

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Il castello di Montegiove Lo splendido maniero è circondato da una vasta tenuta agricola caratterizzata da unanatura di rara bellezza e che produce uva e olio di qualità. Sotto, il marchese Lorenzo Misciattelli con la moglie

Il castello di Montegiove è il centro propulsore di una vasta tenuta dove spiccanoproduzioni tipiche di alta qualità. Da secoli appartiene ai marchesi Misciattelli

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