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SETTIMANALE DI ARTE E CULTURA CONTEMPORANEA SUPPLEMENTO GRATUITO ABBINATO AL NUMERO ODIERNO DE “IL TEMPO” - 4 MARZO 2005 - ANNO II - NR. 23 ARREDAMENTI Via Statilia, 9 - Via Appia Nuova, 900 Tel. 06.70478079 Per una bella Europa di Massimo Gazzè Riccardi A rte, fotografia, moda, musi- ca e cinema si contaminano felicemente a Palazzo We- dekind. Ed è su questa strada che intendiamo proseguire. Le nostre iniziative sono state ac- colte davvero con entusiasmo dal pubblico e dagli operatori del settore, e non solo della ca- pitale. Stiamo per proseguire al- lestendo una mostra dedicata a quello che Vittorio Sgarbi ha di recente definito il più grande ar- tista del Novecento, Giorgio Morandi. Roma al centro di un paese vitale, finalmente consa- pevole della sua potenza cultu- rale. Una potenza culturale, che certamente è frutto di una lunga ed ineguagliabile eredità, ma che si esprime con vitalità e sag- gezza anche nel vivere contem- poraneo. Una potenza portatrice di valori davvero universali. Una cultura nazionale aperta ed affamata di universalità, come hanno dimostrato i grandi suc- cessi di pubblico a Brescia per le mostre di Monet, a Roma per Degas e Kiefer a Napoli per Da- mien Hirst e come confermano le attese per Van Gogh e Gau- guin e per Munch. Questo però non deve farci dimenticare il milione e duecentomila spetta- tori che hanno visitato agli Uffi- zi la mostra sulla Lingua Italia- na organizzata dalla Dante Ali- ghieri. La nostra cultura e la no- stra lingua non sono solo amba- sciatrici del nostro paese, ma un valore fondamentale ed irrinun- ciabile per una Europa che vo- glia essere davvero moderna ed ambire ad un futuro di pace, speranza e prosperità e che sap- pia cogliere il bello dalla vita. EDITORIALE RETROSPETTIVE Jean-Michel Basquiat ALUGANO LA FULMINANTE CARRIERA DELL ARTISTA PAGINA 7 EVENTI Jean Cocteau alla “Ta Matete” ALL INSEGNA DELLA CULTURA DELLO SGUARDO PAGINA 5 GRANDI MOSTRE Edvard Munch AL VITTORIANO TUTTI I CAPOLAVORI TRANNE “L’URLOPAGINE 3 IN EDICOLA OGNI VENERDÌ L e prenotazioni hanno già toccato l’incredibile nume- ro di 50.000 per la mostra Gau- guin/Van Gogh. L’avventura del colore nuovo, che si aprirà in Santa Giulia a Brescia il prossi- mo 22 ottobre. Tale imponente cifra è stata raggiunta in soli due mesi, se si considera che le pre- notazioni per questa mostra si sono aperte a ridosso del Natale scorso. Gli organizzatori ritengono probabile immaginare un numero di prenotazioni vicino alle 200.000, trattandosi di una delle esposizioni più clamorose, per il numero e la qualità dei prestiti, mai svoltesi in Italia. L’esperien- za maturata nel corso della mo- stra dedicata a Monet, che si av- via in qualche settimana alla sua trionfale conclusione con oltre 300.000 visitatori, ha dato modo a Marco Goldin, curatore dell’e- sposizione, di riflettere sugli spa- zi riservati alle mostre tempora- nee all’interno della sede museale di Santa Giulia a Brescia, e di far- lo in relazione alla struttura della nuova esposizione, quella intito- lata a due tra i giganti della pittura di tutti i tempi, Gauguin e Van Gogh. Sono 150 le opere compre- se, 90 dipinti e 60 tra disegni e al- tre opere su carta. Dunque un nu- mero considerevolmente supe- riore a quelle inserite nella mostra in corso su Monet. Per questo motivo lo spazio a disposizione praticamente raddoppierà, grazie all’utilizzo di altre parti del mu- seo attigue a quelle oggi riservate a Monet e alla mostra con i dipin- ti dal Louvre. In questo modo verrà consentita una diluizione importante di tutte le opere espo- ste, con momenti di meditata so- sta davanti ai quadri principali. In effetti, tutta una prima nuova area espositiva ospiterà i disegni e le altre opere su carta, che saranno inserite in apposite vetrine che ne consentiranno la migliore conser- vazione durante il tempo della mostra. Proseguendo in questa nuova area, si troveranno le straordina- rie pitture del tempo olandese di Van Gogh e quelle del tempo pa- rigino. Anche talune di queste opere, quelle di formato più ridot- to, saranno ugualmente inserite in vetrine. In questa nuova ala si tro- verà anche la sala video, che sarà quindi spostata dall’attuale ubica- zione, per liberare completamen- te l’ultima e più ampia sala, quel- la che vedrà alle pareti i quadri ce- leberrimi dipinti da Gauguin a Tahiti e alle Isole Marchesi, pri- ma della morte nel 1903. Nume- rose saranno le novità allestitive, tutte volte alla creazione di atmo- sfere e suggestioni, sia con l’uti- lizzo particolare della musica che delle immagini, così come della parola recitata. Già dalla sezione sui disegni questo comincerà ad avvenire, ma sarà soprattutto una l’area interamente dedicata a questo aspetto, anche con una se- zione documentaria al suo inter- no, ad esempio con l’esposizione di volumi appartenuti a Van Go- gh e prestati dal Van Gogh Mu- seum di Amsterdam. Lo sforzo fatto è quello di mettere il visita- tore nelle migliori condizioni possibili di visibilità rispetto alle opere, con un percorso più am- pio, più disteso e più comodo, con momenti importanti di sosta davanti ai molti capolavori. Ma anche di rendere la suggestione della poesia attraverso tutti que- gli strumenti che la moderna tec- nologia permette. Spazi nuovi e più ampi, ed i nuovi allestimenti, saranno una sorpresa ulteriore di ARREDAMENTI MOBILI D’ARTE ANTIQUARIATO REALIZZAZIONI SU DISEGNO 00185 ROMA Via Statilia, 9 Via Appia Nuova, 900 Tel. 06.70478079 DOPO IL GRANDE SUCCESSO DI MONET CHE HA SUPERATO LE 300.000 VISITE IN CINQUANTAMILA SI PRENOTANO PER VEDERE VAN GOGH & GAUGUIN Ad otto mesi dall’inaugurazione Brescia è già al centro dell’attenzione con un altro grande evento questa grande mostra che già fa parlare di sé prima ancora di ini- ziare. Complimenti Brescia. LAURA VONA L’INTERVISTA Gigi Proietti tra arte e teatro DI ALESSIA CALAROTA Determinata continuo nel mio intento. Determinata, proseguo la ricerca sulle possibili interazioni tra l’ar- te e gli altri campi culturali e sociali. Determinata, cer- co di diffondere l’idea che l’arte e la cultura non sono pesanti materie di studio destinate a una élite di po- chi illuminati, ma uno spas- so, un bene di pubblico do- minio da condividere. CONTINUA A PAGINA 2 V AN GOGH, AUTORITRATTO DEL 1887

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Page 1: IN EDICOLA OGNI VENERDÌ IN CINQUANTAMILA SI PRENOTANO PER VEDERE VAN GOGH … · 2015. 2. 27. · le attese per Van Gogh e Gau-guin e per Munch. Questo però non deve farci dimenticare

SETTIMANALE DI ARTE E CULTURA CONTEMPORANEA SUPPLEMENTO GRATUITO ABBINATO AL NUMERO ODIERNO DE “IL TEMPO” - 4 MARZO 2005 - ANNO II - NR. 23

ARREDAMENTI

Via Statilia, 9 - Via Appia Nuova, 900Tel. 06.70478079

Per una bellaEuropa

diMassimo Gazzè Riccardi

Arte, fotografia, moda, musi-ca e cinema si contaminano

felicemente a Palazzo We-dekind. Ed è su questa stradache intendiamo proseguire. Lenostre iniziative sono state ac-colte davvero con entusiasmodal pubblico e dagli operatoridel settore, e non solo della ca-pitale. Stiamo per proseguire al-lestendo una mostra dedicata aquello che Vittorio Sgarbi ha direcente definito il più grande ar-tista del Novecento, GiorgioMorandi. Roma al centro di unpaese vitale, finalmente consa-pevole della sua potenza cultu-rale. Una potenza culturale, checertamente è frutto di una lungaed ineguagliabile eredità, mache si esprime con vitalità e sag-gezza anche nel vivere contem-poraneo. Una potenza portatricedi valori davvero universali.Una cultura nazionale aperta edaffamata di universalità, comehanno dimostrato i grandi suc-cessi di pubblico a Brescia perle mostre di Monet, a Roma perDegas e Kiefer a Napoli per Da-mien Hirst e come confermanole attese per Van Gogh e Gau-guin e per Munch. Questo perònon deve farci dimenticare ilmilione e duecentomila spetta-tori che hanno visitato agli Uffi-zi la mostra sulla Lingua Italia-na organizzata dalla Dante Ali-ghieri. La nostra cultura e la no-stra lingua non sono solo amba-sciatrici del nostro paese, ma unvalore fondamentale ed irrinun-ciabile per una Europa che vo-glia essere davvero moderna edambire ad un futuro di pace,speranza e prosperità e che sap-pia cogliere il bello dalla vita.

EDITORIALE RETROSPETTIVE

Jean-Michel Basquiat

A LUGANO LA FULMINANTE

CARRIERA DELL’ARTISTA

PAGINA 7

EVENTI

Jean Cocteaualla “Ta Matete”

ALL’INSEGNA DELLA

CULTURA DELLO SGUARDO

PAGINA 5

GRANDI MOSTRE

EdvardMunch

AL VITTORIANO TUTTI

I CAPOLAVORI TRANNE “L’URLO”PAGINE 3

IN EDICOLA OGNI VENERDÌ

Le prenotazioni hanno giàtoccato l’incredibile nume-

ro di 50.000 per la mostra Gau-guin/Van Gogh. L’avventura delcolore nuovo, che si aprirà inSanta Giulia a Brescia il prossi-mo 22 ottobre. Tale imponentecifra è stata raggiunta in soli duemesi, se si considera che le pre-notazioni per questa mostra sisono aperte a ridosso del Natalescorso.

Gli organizzatori ritengonoprobabile immaginare un numerodi prenotazioni vicino alle200.000, trattandosi di una delleesposizioni più clamorose, per ilnumero e la qualità dei prestiti,mai svoltesi in Italia. L’esperien-za maturata nel corso della mo-stra dedicata a Monet, che si av-via in qualche settimana alla suatrionfale conclusione con oltre300.000 visitatori, ha dato modoa Marco Goldin, curatore dell’e-sposizione, di riflettere sugli spa-zi riservati alle mostre tempora-nee all’interno della sede musealedi Santa Giulia a Brescia, e di far-lo in relazione alla struttura della

nuova esposizione, quella intito-lata a due tra i giganti della pitturadi tutti i tempi, Gauguin e VanGogh. Sono 150 le opere compre-se, 90 dipinti e 60 tra disegni e al-tre opere su carta. Dunque un nu-mero considerevolmente supe-riore a quelle inserite nella mostrain corso su Monet. Per questomotivo lo spazio a disposizionepraticamente raddoppierà, grazieall’utilizzo di altre parti del mu-seo attigue a quelle oggi riservatea Monet e alla mostra con i dipin-ti dal Louvre. In questo modoverrà consentita una diluizioneimportante di tutte le opere espo-ste, con momenti di meditata so-sta davanti ai quadri principali. Ineffetti, tutta una prima nuova areaespositiva ospiterà i disegni e lealtre opere su carta, che sarannoinserite in apposite vetrine che neconsentiranno la migliore conser-vazione durante il tempo dellamostra.

Proseguendo in questa nuovaarea, si troveranno le straordina-rie pitture del tempo olandese diVan Gogh e quelle del tempo pa-rigino. Anche talune di questeopere, quelle di formato più ridot-to, saranno ugualmente inserite invetrine. In questa nuova ala si tro-verà anche la sala video, che saràquindi spostata dall’attuale ubica-zione, per liberare completamen-te l’ultima e più ampia sala, quel-la che vedrà alle pareti i quadri ce-leberrimi dipinti da Gauguin aTahiti e alle Isole Marchesi, pri-ma della morte nel 1903. Nume-rose saranno le novità allestitive,tutte volte alla creazione di atmo-sfere e suggestioni, sia con l’uti-lizzo particolare della musica chedelle immagini, così come dellaparola recitata. Già dalla sezione

sui disegni questo comincerà adavvenire, ma sarà soprattutto unal’area interamente dedicata aquesto aspetto, anche con una se-zione documentaria al suo inter-no, ad esempio con l’esposizionedi volumi appartenuti a Van Go-gh e prestati dal Van Gogh Mu-seum di Amsterdam. Lo sforzofatto è quello di mettere il visita-tore nelle migliori condizionipossibili di visibilità rispetto alleopere, con un percorso più am-pio, più disteso e più comodo,con momenti importanti di sostadavanti ai molti capolavori. Maanche di rendere la suggestionedella poesia attraverso tutti que-gli strumenti che la moderna tec-nologia permette. Spazi nuovi epiù ampi, ed i nuovi allestimenti,saranno una sorpresa ulteriore di

ARREDAMENTIMOBILI D’ARTEANTIQUARIATOREALIZZAZIONI

SU DISEGNO

00185 ROMAVia Statilia, 9

Via Appia Nuova, 900Tel. 06.70478079

DOPO IL GRANDE SUCCESSO DI MONET CHE HA SUPERATO LE 300.000 VISITE

IN CINQUANTAMILA SI PRENOTANOPER VEDERE VAN GOGH & GAUGUINAd otto mesi dall’inaugurazione Brescia è già al centro dell’attenzione con un altro grande evento

questa grande mostra che già faparlare di sé prima ancora di ini-ziare. Complimenti Brescia.

LAURA VONA

L’INTERVISTA

GigiProiettitra artee teatro

DI ALESSIA CALAROTA

Determinata continuo nelmio intento. Determinata,proseguo la ricerca sullepossibili interazioni tra l’ar-te e gli altri campi culturalie sociali. Determinata, cer-co di diffondere l’idea chel’arte e la cultura non sonopesanti materie di studiodestinate a una élite di po-chi illuminati, ma uno spas-so, un bene di pubblico do-minio da condividere.

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VAN GOGH, AUTORITRATTO DEL 1887

Page 2: IN EDICOLA OGNI VENERDÌ IN CINQUANTAMILA SI PRENOTANO PER VEDERE VAN GOGH … · 2015. 2. 27. · le attese per Van Gogh e Gau-guin e per Munch. Questo però non deve farci dimenticare

IL TEMPO dell’arte2

NUMERO 23 - 4 MARZO 2005 www.iltempo.it

Per guardare un quadro o as-sistere a uno spettacolo teatrale,non serve il quoziente intelletti-vo di Einstein, ma solo un’aper-tura mentale che sia d’aiuto percercare la chiave di lettura piùadatta. E se troviamo la giustainterpretazione, non è difficilescoprire che anche con la cultu-ra ci si può divertire.

Ma mai quanto, comodamen-te seduti in platea, si assiste auno spettacolo di Gigi Proietti.Ho incontrato l’istrionico attoreromano a l’hotel Boscolo diBologna, poco dopo le proveper l’ultima data del suo spetta-colo “Gigi Proietti show. I mieiquarant’anni di carriera” e pocoprima di indossare di nuovo ipanni del Maresciallo Rocca,per girare la prossima serie delcarabiniere più amato dagli ita-liani. Da subito Gigi Proietti miconfida di non essere un grandeconoscitore dell’arte, ma di fre-quentare mostre e musei di tan-to in tanto. Di certo è un grandeesperto di teatro e così tentiamodi scoprire insieme le affinitàtra i due mondi, quello dell’artee quello del teatro.

Signor Proietti, essere unattore è una dote innata oun mestiere che si può im-parare?

«L’uno e l’altra. Anche se perme fare teatro è prima di tuttoun artigianato. Mi spiego me-glio, tutti possono imparare arecitare o a dipingere, ma sonopochi gli attori o i pittori chepossono essere chiamati artisti.Pochi, quelli che possiedonooltre a una buona tecnica, an-che una certa predisposizioneper l’arte. Ma mi scusi, non èche possiamo fare uno strappoalla regola e le faccio io una do-manda prima di proseguire?».

Prego, mi dica.

«Che cosa intendiamo quan-do parliamo d’arte? Perché neltempo, il significato della paro-la ha subito molte trasforma-zioni. Per me, ad esempio, do-po la serialità, la moltiplicazio-ne dei soggetti di Andy Warhol,il concetto di capolavoro e l’u-nicità dell’opera d’arte hannoperso valore. E per parlare

sempre di Warhol, è incredibilela sua capacità di anticipare al-cuni fenomeni degli spettacolitelevisivi odierni, dove chiun-que ha diritto a cinque minutidi celebrità. Non so se sia unbene o un male, ma mi pare chetutto si sia fatto più effimero e illuogo per eccellenza dell’effi-mero è il teatro. Ma è anche lospazio dove diverse abilità arti-stiche - scenografi, musicisti,drammaturghi, costumisti –s’incontrano e collaborano perla perfetta realizzazione di unarappresentazione. D’altra parteuno spettacolo non è come undipinto, che terminata l’esecu-zione è fissato per sempre. Unoshow si rinnova, cambia ognisera, perché il pubblico che viassiste è sempre diverso. Inquesto sta l’attualità e la con-temporaneità del teatro, unaforma di comunicazione checredo non finirà mai. Certo, secontinuano a tagliarci i fondi,corriamo qualche rischio d’e-stinzione. Ma d’altra parte que-sta è l’Italia: se c’è da tagliare,in genere si lesina proprio sullacultura».

A tal proposito, i suoi spet-tacoli coinvolgono molto ilpubblico. La gente che vie-ne a vedere una sua rap-presentazione, esce sorri-dente. Secondo Gigi Proiet-ti con l’arte ci si può diver-tire come a teatro o al cine-ma?

«Mi viene in mente Palazze-schi e il suo “lasciatemi diverti-re”, che altro non è se non la-sciatemi libero di fare, guarda-re, ascoltare quello che più mi

aggrada. Ma anche se per di-vertimento s’intende: “ieri so-no andato a vedere una tragediagreca ed è stato proprio un granspasso”, la mia risposta è sì,con l’arte ci si può divertire.Certamente non ci si scherza,ma credo che a volte sia possi-bile giocarci. Io amo molto ilgioco. Si stabiliscono le regole

e si cerca un contatto con il pro-prio pubblico. Ateatro lo facciospesso e devo dire che è esal-tante, perché rende ogni rap-presentazione unica e irripeti-bile».

Che ne dice se le propongocome punto di contatto traarte e teatro, la performan-ce, la videoarte e alcuni deinuovi indirizzi extrapitto-rici dell’arte?

«Lo confesso, conosco po-chissimo le nuove forme d’ar-te, ma penso che il loro obietti-vo sia quello di introdurre nel-l’universo artistico l’uomo. Ilcorpo entra nell’opera e tra-sforma il suo significato solocon la sua presenza. E un attorequando entra in scena, non faforse la stessa operazione? Lafisicità è una delle componentifondamentali della recitazione.È importante saper modificarelo spazio solo con il propriocorpo, con il proprio essere“qui ed ora”, perché già il fisi-co, solo con la sua presenza, èin grado di lanciare un messag-

gio. Basta pensare al linguag-gio gestuale che usiamo tutti igiorni, una comunicazione conl’esterno in piena regola che cimette in contatto con il restodel mondo. In questo credo chel’arte e il teatro siano molto si-mili. E non serve arrivare alleperformance. Un anno fa a Ro-ma, ho visto una bellissimamostra di Magritte. Un pittoreper me teatralissimo e che in al-cuni quadri è riuscito ad ottene-re questo risultato».

Una domanda d’obbligo,cosa succede nella quintaserie del Maresciallo Roc-ca?

«Mi piacerebbe darle una ri-sposta, ma non ho ancora stu-diato bene il copione. Comeanticipazioni posso dirle chequesta serie ha più puntate ri-spetto alle altre. Eppoi possoconfidarle che è un personag-gio a cui sono molto grato: allamia età chi se lo aspettava unexploit televisivo del gene-re!!».

ALESSIA CALAROTA

IL TEMPO DELL’ARTESETTIMANALE DI ARTE E CULTURA CONTEMPORANEA DE “IL TEMPO”

DIRETTORE RESPONSABILEFRANCO BECHIS

CURATORE DELL’INSERTOMASSIMO GAZZÈ RICCARDI

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO:FABIO MASSIMO PENNA, EGIDIO MARIA ELEUTERI, GANFRANCO FERRONI, LAURA VONA

CARLOTTA DEGL’INNOCENTI, CRISTINA SPINELLA

SUSANNA PAPARATTI, ALESSIA CALAROTA, MARIELVA DE GROSSI

NICOLETTA MARIA GARGARI, CRISTINA ZADRO, MAURIZIO AYÒ

SOCIETÀ EDITRICEIL TEMPO S.P.A.

00187 ROMA - PIAZZA COLONNA, 366TEL. 06.675.881. FAX 06.675.88.69

PRESIDENTEDOMENICO BONIFACI

AMMINISTRATORE DELEGATOCARLO ANGELETTI

CONSIGLIERIFEDERICA BONIFACI

LUCA CAPORILLI

DANIELE GENTILI

REALIZZAZIONE EDITORIALEEDIZIONI MULTIMEDIALI ARTEL S.R.L.

CONCESSIONARIA ESCLUSIVA DELLA PUBBLICITÀPUBLIKOMPASS S.P.A.

CENTRO POLIGRAFICO ROMANO SRLVIA DORANDO PETRI, 20 - 00011 BAGNI DI TIVOLI (RM)

TESTATA REGISTRATA AL TRIBUNALE DI ROMA N. 389/04 DEL 29-09-2004

[email protected]

L’INTERVISTA

Il grande “mattatore” del Teatro ItalianoUna gradevole conversazione con Gigi Proietti tra unicità dell’opera d’arte e l’effimero teatrale

RICORDANDO ALBERTO SORDIUn nuovo documentario ed una mostra di fotografieLo scorso 17 Febbraiola Cinecittà Entertain-ment e la Fast PhotoService hanno resoomaggio al grande edindimenticabile AlbertoSordi con la proiezionedel nuovo documenta-rio “Prima di essere Al-bertone” e con una inte-ressante mostra foto-grafica di Enrico Appe-tito, fotografo di scenadei più grandi attori dicinecittà. La mostra cheha avuto un grande suc-cesso di pubblico eraintitolata “La vita di Al-bertone” curata da Ti-ziana Appetito, era alle-stita con gigantografie,alcune inedite, tratte dall’archivio personaledel padre Enrico, immagini che più di ogni pa-rola narrano la vita del grande Alberto Sordi.Indimenticabile anche il ricordo dell’addio diGigi Proietti ad Albertone, un sonetto davveroemozionante che riportiamo integralmente:

“Io so’sicuro che nun sei arrivato ancora da San Pietro in ginocchione, fra mezzastrada te sarai fermato a guarda’sta fiumanade persone.

GIGI PROIETTI CON LA MOGLIE SAGITTA

Te rendi conto sì ch’hai combinato, questo è amore sincero, è commozione,rimprovero perché te ne sei annato, rispetto vero tutto per Albertone. Starai dicenno: ma che state a fa’, ve vedotutti tristi nel dolore e c’hai ragione, tutta lacittà sbrilluccica de lacrime e ricordi ‘che tunon sei sortanto un granne attore, tu seitanto di più, sei Alberto Sordi”.

ALBERTO SORDI, NELL’INDIMENTICABILE INTERPRETAZIONE DELLA COMME-DIA “L’AVARO” DI MOLIÈRE

CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA

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IL TEMPO dell’arte3

NUMERO 23 - 4 MARZO 2005 www.iltempo.it

“Imiei quadri sono i mieidiari…” scriveva con un

gioco di parole Edvard Munch aproposito della sua arte.

E i suoi quadri sono diventatiper lo spettatore moderno, lospecchio dell’angoscia esisten-ziale dell’uomo del primo nove-cento, pervaso dalla visionarietàdel romanticismo nordico, as-sorbito dalle suggestioni deidrammi di Ibsen e Strindberg,dalla filosofia esistenzialista diKierkegaard e soprattutto dallapsicologia freudiana imperantein quegli anni in tutta Europa.

Le creazioni più importantidel maggior pittore simbolistadell’Ottocento, saranno espostealla mostra “Munch 1863-1944” al Vittoriano, qui nel tem-pio del Risorgimento italiano,verrà ripercorso l’intero cammi-no creativo ed umano dell’arti-sta norvegese, attraverso ses-santa opere ad olio ed una cin-quantina di opere grafiche, checercheranno di non far sentire lamancanza e lo smarrimento per

il grande capolavoro assente aquesto appuntamento romano,“l’Urlo”, trafugato, in pienogiorno il 22 agosto scorso dalmuseo di Oslo sotto lo sguardoincredulo dei passanti.

Divenuto simbolo per eccel-lenza di Munch, il quadro ese-guito nel 1893, riassumeva lapoetica cara al norvegese, del-l’angoscia dell’uomo, che veni-va espressa nella reazione istin-tiva di un “urlo primordiale”. Ildramma di un individuo dai li-neamenti talmente deformati dadiventare una maschera alla En-sor, veniva amplificato dagli ur-ti cromatici tra il rosso del cieloed il blu del fiume e tra lo scon-tro di linee curve, in un paesag-gio di puro delirio estetico.

Munch insieme al belga Ja-mes Ensor, anticiparono l’esa-sperazione e la violenza croma-tica tipiche del Novecento, fece-ro delle loro opere il ritratto del-l’angoscia esistenziale moder-na, della profondità interioreche prelude alla scoperta psi-coanalitica dell’inconscio.

Quando nei primi anni delnuovo secolo, l’espressionismosi costituirà, lo farà in parte pro-prio sulle loro esperienze e que-sto significherà in primis, anti-naturalismo, oltre che diventarela risposta all’incrinarsi degliideali umanitari e al conseguen-te insorgere di un senso nuovodi “disagio della civiltà”. L’e-spressionismo di Kirchner, co-stringerà l’osservatore a viverequei sentimenti rappresentati sutela con immediatezza e coin-volgimento, oltre che a provo-care reazioni psicologiche vio-lente, proprio quello che avevaanticipato qualche decennio pri-ma il norvegese Munch.

Quindi l’anticipatore dell’e-spressionismo tedesco è un pit-tore originario del profondoNord e oltretutto a leggere la suabiografia con esperienze di vitatutt’altro che facili.

Nato il 12 dicembre 1863 aLoten in Norvegia , a cinque an-ni perde la madre e a quattordicivede morire la sorella. “Nellacasa della mia infanzia abitava-no malattia e morte. Non ho maisuperato l’infelicità di alloracosì vissi coi morti”..e quel sen-so di morte, quell’ombra inelut-tabile pervade tutta la produzio-ne di Munch, padre delle avan-guardie germaniche. Le sue telesono popolate da spettri dellamente, fantasmi dell’anima, in-quietanti presenze dai volti si-mili a teschi, che nell’immobi-lità della posa senza tempo cheassumono, fissano lo spettatore,mostrandogli i desolanti interniclaustrofobici dove albergano oi paesaggi infuocati dove si tro-vano a passare.

La sua formazione culturaleavviene a Oslo, nell’ambito del-

la critica ibseniana. Da Ibsen ilgiovane Munch apprende l’odiocontro la morale convenzionale,contro la società e i pregiudiziborghesi. Ibsen era un campioneirriducibile delle libertà indivi-duali, nella sua “Anatra selvati-ca”, affermava infatti “toglieteall’uomo medio la sua bugia vi-tale e gli toglierete al tempostesso la felicità”. Munch cono-sceva anche Strindberg, scritto-re sempre in lotta con il suo cu-po pessimismo morale, i duestringeranno una forte amiciziache li porterà anche ad innamo-rarsi della stessa donna, oltreche a giungere entrambi, comeil povero Van Gogh alle sogliedella pazzia.

Al 1885 risale in ogni caso ilprimo viaggio a Parigi che si-gnificherà incontro con le espe-rienze impressioniste di Monet,Renoir, Degas, Pissaro e Gau-guin, che ormai sulla scena fran-cese da un decennio, avrebberoconcluso il loro cammino in co-mune con l’ultima esposizioneuniversale nel 1886. Nel 1889Munch è di nuovo in Francia,nel frattempo a Parigi si sonoimposti i post-impressionistiSeurat e Signac, mentre Gau-guin cavalca sempre l’onda el’olandese Van Gogh è arrivatoin cerca di una fortuna che nontroverà. E proprio in Van GoghMunch ritroverà il suo stessomondo poetico. Come lui alienodalla realtà, Van Gogh utilizzeràle nuove scoperte francesi nelmodo più autonomo possibile.Munch troverà di stimolo ancheGauguin e Toulouse-Lautrecma presto queste suggestioninaturalistiche inclineranno ver-so una pittura visionaria. E cosìle vibrazioni luministiche del-

DAL 10 MARZO AL VITTORIANO SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

EDVARD MUNCH 1863-1944L’angoscia dell’uomo del Novecento rivive nei capolavori di Munch. Grande assente “L’urlo” trafugato

A1T9458

persino me5- 25 marzo 2005

Inaugurazione Sabato 5 marzoore 18:30

Via Urbana 122 - ROMA - Metro B (Cavour)orari: 15:30/20:00 - domenica chiuso mattino e lunedì su appuntamentotel. 064740795

EDVARD MUNCH, MELANCONIA, 1892

l’impressionismo si trasforme-ranno in fremiti psichici e anchela linea arabescata dell’art nou-veau diventerà una linea ondeg-giante dall’andamento ritmico,quasi concentrico eppure musi-cale, in cui le note saranno i co-lori forti e violenti non della na-tura ma dell’interiorità.

Un’interiorità che cela un ma-lessere, che esploderà in follianel 1908. “Un uccello da predasi è fissato dentro di me. I suoiartigli sono prenotati nel miocuore, il suo becco ha trafitto ilmio petto e il battito delle ali haoffuscato il mio cervello”. Se in“Notte a Saint-Claud”le larghespatolate azzurro-grigie scarni-ficano l’ombra e fanno emerge-re nel profilo di un uomo il ri-cordo del padre morto, in “LaMelanconia” la pittura traducemusicalmente questo stato d’a-nimo grazie ad una semplifica-zione sempre maggiore delle li-nee dei contorni, che chiudonoun colore dal tono dolce e sordodel giallo oro che pervade il ma-

re, il cielo, una barca lontana e lafigura assorta nei suoi pensieriin primo piano. Saranno le ope-re dopo il 1908, quando si spez-za qualcosa nella mente di Mun-ch ad urlare tutto il dolore del-l’anima del pittore. In sostitu-zione de “l’urlo” è esposta lasplendida litografia, dove è an-cora più avvertibile il vorticedelle linee, che rappresentano igorghi di una mente che non sapiù contenere l’angoscia. Lemani portate alle orecchie infat-ti servono a non sentire un urloche parte da dentro e invade l’u-niverso intero. Poi ancora “ Di-sperazione” e “Paura”dove l’ar-tista replica un po’i suoi sogget-ti e le sue ossessioni, tentando laricerca di una catarsi, di una so-luzione al dolore che non av-verrà mai. Nel 1937 ottantaduedipinti di Munch sono bollatidai nazisti come “arte degenera-ta”. Nell’inverno del 1944 l’ar-tista si spegne con il suo dolorea Ekely vicino Oslo.

CRISTINA ZADRO

EDVARD MUNCH, RAGAZZE SUL PONTE, 1901 (PARTICOLARE)

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IL TEMPO dell’arte4

NUMERO 23 - 4 MARZO 2005 www.iltempo.it

Semplice riproduzione dellanatura o mezzo artistico dal-

le notevoli possibilità? Mera co-pia del reale o strumento persperimentazioni e creazioni ori-ginali? La fotografia, come delresto fu per il cinema delle ori-

un’essenzialità di piani e volu-mi. Questa sua ricerca di purez-za della forma lo porta a serrarele figure in blocchi monolitici,in opere che rinviano alla plasti-ca primitiva. Nella serie dellesculture d’uccello, l’artista con-cretizza la sua aspirazione ditrascendere il mondo materiale,rendendo via via i suoi bronzipiù sottili e slanciati in un aneli-

Dal 7 marzo nel Fashion Di-strict di Valmontone verran-

no esposte centinaia di fotografiedi Carlo Riccardi, uno dei primifotografi de IL TEMPO. AnnaMagnani, Roberto Rossellini,Sophia Loren, Fellini, MarlonBrando, Armstrong, politici, sin-dacalisti e tanti altri personaggied avvenimenti sono stati tuttiimmortalati dallo scatto di CarloRiccardi negli ultimi sessantaanni. Oltre alle centinaia di opereesposte all’Outlet di Valmontonesarà possibile visionarne altremigliaia attraverso uno schermoin cui vengono proiettate conti-nuamente. Durante la rassegna èprevisto per domenica 13 alle ore16 un “incontro con l’autore”:l’unico che può vantare nel suoarchivio oltre un milione di istan-

tanee, es-sendo ancheprotagonistadella DolceVita roma-na, ma pureun testimo-ne di pesantitragedie so-ciali. Ric-cardi soprannominato “Pappata-ceo”, un termine che poi Fellinitrasformo’ in “Paparazzo” nelsuo capolavoro cinematograficoLa Dolce Vita, film che lo ha re-so famoso in tutto il mondo. Nel-la rassegna “La dolce vita e nonsolo…” sono anche esposte dellesezioni monografiche dedicate aSophia Loren, a Toto’ ed ai cin-que Pontefici che Riccardi haimmortalato. (Maurizio Ayò)

AVENEZIA IN MOSTRA IMMAGINI E STATUE DEL GRANDE ARTISTA RUMENO

Fotografia e scultura a confronto nell’opera di BrancusiTensione verso l’infinito nelle forme essenziali dell’autore della “Colonna senza fine”

SPAZI ALTERNATIVI

“La dolce vita e non solo...”Il Fashion District di Valmontone si apre alla fotografia

La splendida mostra si svol-ge lungo un percorso che,

dalle Gallerie fino all’Atelierdel Bosco situato nei giardini diVilla Medici, disegna i contornidi questo viaggio tra le grandiicone femminili del passato,dalle regine di Francia alle poe-tesse dell’antica Grecia, fino al-le vestali, alle divinità e alle fi-gure della mitologia, da Mada-me de Staël a Berenice, daSaffo a Dafne. Una vasta gam-ma di opere per la maggior par-te inedite, molte delle quali rea-lizzate sul posto per questa mo-stra. Disegni, dipinti, libri, scul-ture e installazioni, che raccon-tano la Storia assumendo voci efattezze di donne. E’in prepara-

zione un vo-lume illustra-to da un ser-vizio fotogra-fico di Clau-dio Abate cheintende offri-re un docu-mento tangi-bile del pas-saggio dell’artista nella nostracittà, ed in particolare all’Acca-demia di Francia a Roma, doveAnselm Kiefer, uno dei grandiprotagonisti dell’arte contem-poranea, ha curato personal-mente e direttamente ogni det-taglio per questa mostra a VillaMedici che raccomandiamo atutti gli appassionati.

ULTIMI GIORNI

ANSELM KIEFERAll’Accademia di Francia a Villa Medici

CONSTANTIN BRANCUSI, PH 269B, PRIMI ANNI ‘20, STAMPA ALLA GELATINAD’ARGENTO DA NEGATIVO IN CONTROPARTE, 23,8 X 29,5 CM; PARIGI, MUSÉENATIONAL D’ART MODERNE, CENTRE GEORGES POMPIDOU, LEGATO BRAN-CUSI 1957. HOTO GEORGES MEGUERDICHTIAN CNAC/MNAN DIST. RMN, LAMUSA ADDORMENTATA, GESSO SU BASE IN PIETRA.

Nell’estate del 1936, in onoredella vittoria del Fronte Popola-re Francese, viene rappresenta-ta al Théatre du Peuple a Parigil’opera “Quatorze-juillet” diRomain Rolland. Per l’occasio-ne Pablo Picasso realizza il si-pario sul quale dipinge “La de-posizione del Minotauro in co-stume da Arlecchino”: la scena,ricca di rimandi politici, mostrail Minotauro vestito da Arlec-chino, preso tra gli artigli di un

grifone. Quella del Minotauro èuna delle tematiche che dal1928 acquistano un ruolo rile-vante nell’opera dell’artista diMalaga: la figura dell’ibridogenerato dall’anomalo accop-piamento tra Pasifae e un torodiviene espressione dell’Io diPicasso, della sua doppia natu-ra. L’essere dal corpo umano ela testa di toro, incarnazionedella contrapposizione tra ra-gione ed istinto, tra buon senso

e basso impulso ero-tico, è la rappresen-tazione iconica dellalacerazione provoca-ta nell’artista dalsentimento di fedeltàalla moglie OlgaKoklova e l’amoretravolgente per lesue amanti, Marie-Thérèse Walter e Do-ra Maar. L’interesseossessivo per il mitodel Minotauro rinviaanche alla fascina-zione che l’artista su-biva per la corrida,

1895 - 1903” sarà dedicata ailuoghi del Mediterraneo, conopere giovanili realizzate a Ma-laga e Barcellona. La seconda“Dopo Pompei: una linea clas-sica racconta il mito” è focaliz-zata sul soggiorno in Italia del-l’artista nel 1917 con l’incontrocon la cultura e la civiltà diPompei, con la Napoli dei primianni del secolo, con le radicigreche che hanno costituitol’immaginario della cultura eu-ropea. In “La corrida e il Mino-tauro: l’inganno dell’artificio,la magia del rito” dedicata allatauromachia con opere daglianni Trenta al 1960. “Nella lucedi un ritrovato Mediterraneo: laforma della pittura, i colori del-la materia” analizzerà il cosid-detto “ritorno al Mediterraneo”dell’artista spagnolo. Per tuttoil periodo d’apertura della mo-stra, nello SpazioPicasso atti-guo a Villa Olmo verrà rappre-sentato uno spettacolo teatraleideato appositamente per l’e-vento.

IMPORTANTE MOSTRA SULLA BELLEZZA CLASSICA NEL GRANDE MAESTRO SPAGNOLO

A Como si apre il sipario su PicassoL’eccezionale prestito del sipario dipinto impreziosisce l’importante retrospettiva che si terrà a Villa Olmo

gini, mostra questa sua naturaibrida, questo suo trovarsi inquel territorio di confine tra artee quotidianità che può spingere,di volta in volta, alla genialità oalla banalità.

Sicuramente brillante e d’altaqualità è l’uso che del mezzo fo-tografico fa Constantin Brancu-si, uno dei più influenti scultoridel Novecento, che immortala ipropri lavori ed attraverso in-versione e sovrapposizione dinegativi, solarizzazioni, stampein controparte, a contatto e in-grandimento realizza delle ope-re autonome non subalterne allascultura, alla quale, anzi, ag-giungono nuove dimensioni esignificati. A Palazzo Venier deiLeoni a Venezia la collezionePeggy Guggenheim presenta,fino al 22 maggio 2005, circa 90fotografie dell’artista rumenonella mostra ”Brancusi. L’operaal bianco”, prima esposizionedello scultore in Italia. Al per-corso fotografico si affiancanocinque sculture, in una specie dicontrocanto tra le due diversetecniche artistiche. L’arte diBrancusi è stata sempre con-traddistinta da una semplifica-zione e riduzione di forme ad

CONSTANTIN BRANCUSI, PH 49A,1924, STAMPA ALLA GELATINAD’ARGENTO, CONTROTIPO, 29,8 X40 CM; CENTRE POMPIDOU, MUSÉENATIONAL D’ART MODERNE, PARIGI,LEGATO BRANCUSI 1957. PHOTOJACQUES FAUJOUR, NAC/MNANDIST. RMN IMPASSE RONSIN N. 8,MESSA IN SCENA D’ATELIER CON LAPRINCIPESSA X TRA IL GESSO DEL-L’UCCELLO NELLO SPAZIO E IL SUOBRONZO VISTO DA DIETRO, IN PRIMOPIANO LEDA, SOTTO LA PRINCIPES-SA IL MEDAGLIONE DEL BACIO.

evento capace di creare reazio-ni di doppia natura: repulsioneper tutto ciò che di brutale esanguinario incarna, attrazioneper i valori di rito tradizionale epoetica eleganza che comporta.“La deposizione del Minotauroin costume da Arlecchino” po-trà venir ammirata nella mostra“Picasso, la seduzione del clas-sico” che si terrà a Como a Vil-la Olmo dal 19 marzo al 17 lu-glio. L’esposizione, curata daMaria Lluisa Borràs, MassimoBignardi e Luigi Fiorletta, pre-senta centotrenta opere tra di-pinti, disegni, arazzi, incisioni,linogravure, sculture e cerami-che, che evidenzieranno l’inte-resse dell’artista per la figura ela cultura classica (la mostraprende spunto dalla frase di Pi-casso: “Una volta Braque midisse -in fondo tu hai sempreamato la bellezza classica- è ve-ro. Anche oggi per me è così.Non si inventa una bellezzaogni anno”). La prima sezione“Lo sguardo come strumento diformazione dell’immagine:

Un’esposizione interattiva,unica nel suo genere, nel-

la quale le macchine funzio-nanti, ricostruite dai progetti diLeonardo da Vinci, possonoessere manovrate e viste infunzione dagli spettatori. “IlGenio di Leonardo da Vinci:Le macchine funzionanti e lemeravigliose invenzioni trattedai disegni, dai codici e daiprogetti di Leonardo da Vin-ci”, con il patrocino della Con-ferenza Episcopale Italiana e laFacoltà di Architettura di Ro-ma, documenta, attraverso mo-delli che interpretano i progettioriginali, il genio di Leonardoinventore ed ingegnere.

Le macchine sono state ri-costruite in legno, metallo estoffa, in scala e in grandezza

naturale, da abili artigiani fio-rentini sotto la supervisione diesperti ingegneri. Circa cin-quanta modelli riprodotti daidisegni contenuti nei vari codi-ci. Le macchine esposte spa-ziano nei settori più diversidalle macchine volanti a quelleper la guerra, dai dispositivimeccanici all’ingegneria civi-le. Tavole esplicative in perga-mena con copia del disegno diLeonardo sono poste accantoad ogni macchina con pannelliillustrativi e didascalici e po-stazioni multimediali che of-frono un affascinante percorsodidattico. L’esposizione è stataprolungata fino al 3 aprile nel-le “sale del Bramante” pressola Basilica Parrocchiale diSanta Maria del Popolo.

MOSTRE INTERATTIVE

Il Genio di LeonardoLe invenzioni tratte dai codici leonardeschi

PABLO PICASSO, LA DEPOSIZIONE DELMINOTAURO IN COSTUME DI ARLECCHINO,MUSÉE “LES ABATTOIRS”, 1936, TOULOUSE,13X8 M

to liberatorio di librarsi nellospazio.

Le fotografie realizzate daBrancusi all’interno del propriostudio, con vedute d’assiemedelle opere, permettono una piùprofonda comprensione del suolavoro e della relazione recipro-ca che intercorre tra le diverseopere.

FABIO MASSIMO PENNA

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In occasione dell’apertura delnuovo TA MATETE di Ro-

ma, si è inaugurata anche lamostra dedicata a Jean Coc-teau, curata da Walter Guada-gnini. L’esposizione si concen-tra sulla figura di uno dei padridell’Avanguardia – sodale diApollinaire e di Satie, di Stra-vinskij e di Max Jacob, di JeanMarais e di Genet – vissuto tradue generazioni, quelle degliultimi grandi classici (Gide,Proust, Claudel, Valéry) equella delle avanguardie stori-che, e diventato uno dei perso-naggi più rappresentativi della

cultura europea della primametà del XX secolo.Cocteau, “il grande dissacrato-re – come scrive Guadagnini –l’anima inquieta del secolo,‘voce recitante’ del Novecen-to, forse più dello stesso Picas-so, amico e compagno di av-venture lungo il corso interodell’esistenza [...] è la mise enscene personificata, è il coupde théatre reso ragione di vitaquasi suo malgrado, come sitrattasse di una necessitàespressiva e vitale, quella diessere sempre in ogni luogo,purché non si tratti del luogo

tanto sull’unicità dell’opera,ma sulla sua possibilità di co-municare e di variare nel tem-po, a seconda della necessitàespressiva del momento. Quel-lo di Cocteau, prima ancora diessere un disegno, è un segno:

non la forma in sé, allora, ma laforma che un segno può incar-nare.Esiste quindi una relazione in-scindibile tra segno scritto esegno grafico: le variazioni sultema di Orfeo divengono rap-

EVENTI: DISEGNI, GRAFICHE E LIBRI, MAANCHE MOLTA MULTIMEDIALITÀ NELLA GALLERIA ROMANA

JEAN COCTEAU ALLA “TA MATETE”Tutto nuovo lo spazio romano in via Quattro Novembre, riapre all’insegna della cultura dello sguardo

PROFILO VERDE SU FONDO NERO DEL 1959

dove era atteso”. Un atteggia-mento esistenziale, dunque,che non può non riflettersi sul-la sua opera figurativa, ricca evaria per formulazioni e moda-lità, anche tecniche, disincan-tata come il suo autore, priva dicensure e, soprattutto, priva diremore. Il TA MATETE propone unaselezione di oltre quarantaopere, tra disegni e grafiche,oltre ad alcuni libri illustraticon grafiche realizzate dallostesso Cocteau, tra cui spiccaLe Mistère de Jean l’oiseleur(1925). I soggetti di questa mostra so-no la testa e il corpo, il volto ela figura, in quanto incarnazio-ni delle scelte di fondo dell’ar-tista: pensare e fare come duefacce della stessa medaglia, unpensiero che non può mai ve-nire disgiunto dalla pratica, ilpassaggio immediato dalla ri-flessione all’azione, la teoriache si trasforma immediata-mente in gesto. Tra gli esem-plari più significativi – in granparte degli anni Cinquanta, unperiodo estremamente fertilenella produzione figurativa diCocteau – alcuni volti di Or-feo, animali immaginari, ange-li danzanti, nudi.In ogni ambito in cui si misuriquesto autore, amato e odiatoin egual misura dal milieu del-l’Avanguardia e da quello del-l’Accademia, produce moltis-simo: in particolare è nella gra-fica (intesa sia come opera uni-ca sia come opera moltiplicata)che trova la sua massimaespressione; in essa Cocteaumanifesta il proprio segno di-stintivo, concentrandosi non

presentative di tutta la vicendacreativa di Cocteau, che richie-de non tanto risposte, quanto ladisponibilità a seguire l’artistanel gioco delle forme e deipensieri o, per meglio dire, deipensieri che prendono forma.

AFFICHE ORIGINALE PER LUCIE ZEILL DEL 1955 (PARTICOLARE)

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Sbarca in Europa con unamostra a Madrid e subito

dopo a Roma, negli spazi dellaMondo Bizzarro Gallery, lastraordinaria e giovane pittriceCamille Rose Garcia.

Nata nel 1970 a Los Ange-les, inizia la sua carriera artisti-ca verso la metà degli anni ’90,insieme ad altri protagonistidella nuova pittura figurativaneopop “made in California”,tra cui gli ormai noti Mark Ry-den, Todd Schorr, Shag, Clay-ton Brothers. Ripetutamenterecensita e pubblicata su rivi-ste di culto come Juxtapoz,Blab, Art Issues, Flaunt, Rol-ling Stones e Paper Magazine,è stata di recente compresanell’antologia “Pop-Surreali-sm” curata da Kirsten Ander-son e Carlo McCormick. Il

lenceland”, “Operation Opti-con” o “Sleepwalkers”, Camil-le Rose Garcia ha uno stile uni-co e inconfondibile. Rimescolainfatti la grafica retrò del primocinema d’animazione con la piùrecente tradizione dei muralesurbani, urlanti, sgocciolanti,freschi di vernici lucide e bril-lantini, confezionando i suoiquadri come fossero caramelledal succo amaro.

Temi di controllo sociale,abusi di potere, invasione mili-tare e biologica sono presentiin tutta l’opera della pittrice,che indaga gli aspetti di deca-denza, falsità e corruzione delpotere attraverso immagini fia-besche, popolate da cerbiatti,principesse e alieni, torte allacrema macchiate di nero, pie-tre luccicanti e castelli di cri-

liana, Camille Rose Garciapresenterà una eterogenea se-lezione di nuovi lavori: si vadai disegni su carta ai com-plessi quadri su legno di gran-de formato.

prossimo ottobre, a Los Ange-les, le verrà dedicata la primaretrospettiva al museo “GrandCentral Art Center” e un pri-

mo volume antologico del suolavoro.

Autrice di alcune graffiantiserie di dipinti come “Ultravio-

THUMB FACE THE GREAT, ACRILICI SU LEGNO, 2005

stallo su cui ta-lora svolazzano,come corvi sini-stri, scritte pro-vocatorie e didenuncia. In-fluenzata anchedalle tecnichedel cut-up diWilliam Bur-roughs e BrionGysin, e dalleopere letterariedi Philip K.Dick e di J.G.Ballard, dichia-ra che i suoiquadri pop-apo-calittici potrebbero essere con-siderati opere di fantascienza,se non fosse che in realtà riflet-tono ciò che accade oggi nelmondo.

In questa prima mostra ita-

TOPSY TIMBERS TOFTE, ACRILICI SU LEGNO, 2005

DESIGN

Il cocktail si beve nel cuboUn concorso per il restyling del bicchiere da Martini

Si è appena concluso un curioso con-corso riservato agli studenti delle

facoltà e accademie di design: protago-nista il bicchiere per il cocktail amatoda James Bond che lo beve “agitato,non mescolato”, parliamo naturalmen-te del Martini. Ai partecipanti del“Bombay Saphire Glass Design Com-petition” promosso da Martini&Rossispa, società del Gruppo Bacardi, con ilcoordinamento del portale della creati-vità Aedo-to.com è stato chiesto di re-interpretare un classico bicchiere damartini cocktail ispirandosi al designdella bottiglia di gin Bombay Sapphi-re, dal tipico vetro azzurrato.

Dei 248 progetti partecipanti, 42 sono arrivatiin finale.

La Giuria, presieduta da Aldo Cibic e di cui han-no fatto parte Carlo Ducci (Capo Redattore “Vo-gue Italia”), Rosa Tessa (“Affari & Finanza” de“la Repubblica”), Peter Heilbron (Direttore Gene-rale Martini & Rossi) e Virginio Briatore (Diretto-

re editoriale aedo-to.com) ha premiato Hypercu-be, di Andrea Piu, del Politecnico di Milano, Fa-coltà di Architettura, Polo regionale di Mantova. Ilbicchiere è un cubo scavato che ricorda la formadel classico calice da Martini, pur se inserita in uncontesto del tutto diverso e innovativo, un volumepuro che si può usare da qualunque lato.

Due i progetti classificati secondi pari merito,entrambi di studenti del Politecnico di Milano,Ivan Cagnoli autore di JM1 di grande forzaespressiva, linee squadrate e volumi massicciper un bicchiere che unisce l’eleganza alla forzae Matteo Novello che ha proposto ArakebE undivertente bicchiere–ghiacciolo, oggetto deco-struttivista, da consumare in fretta prima che lasua struttura fatta di ghiaccio si sciolga in mano.

I tre nuovi bicchieri si aggiungeranno alla“Bombay Sapphire Martini Art Collection” dicui fanno già parte sia da bicchieri firmati da de-signer affermati, sia dagli studenti vincitori del-le precedenti edizioni del Bombay SapphireMartini Art Student Collection.

CRISTINA SPINELLA

NUOVE TENDENZE: APPRODAA ROMA LA NUOVA PITTURA FIGURATIVA “MADE IN CALIFORNIA”

Camille Rose Garcia alla Mondo Bizzarro GalleryLo stile inconfondibile della giovane artista di Los Angeles arriva nella Capitale dopo il successo di Madrid

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Nell’America degli anniOttanta esplode uno spet-

tacolo spontaneo, appare suimuri dei palazzi, nella metro-politana, una scrittura tracciataaggressivamente con bombo-lette spray, sfoghi liberi e ano-nimi, i famosi ‘‘AmericanGraffiti’’. ASoho, travolto dal-la droga e dall’euforia chechiedeva agli artisti di produr-re opere in tempi brevissimi,consentendo ai nuovi ricchi diinvestire i guadagni in Borsa,il giovane Jean-Michel Ba-squiat realizzò opere quasi incatena di montaggio.

È l’unico artista degli ‘‘ame-rican graffiti’’che manifesta su-bito le esigenze della pitturatraendo le basi dalla storia del-l’arte contemporanea. Acquista

un suo diritto di parola tramitel’espropriazione dei codici e deicanali d’informazione: si cri-stallizza sui muri delle paretimetropolitane la sua scritturaelementare, colori netti, spezzo-ni di parole, segni arcaici. Com-pare tutto firmato SAMO©, im-provvisato marchio d’identifi-cazione per le performance ur-bane.

Passa dai muri alle galleried’arte di prestigio, a cominciareda quella di Annina Nosei cheospita la sua prima personaleNewyorkese nel 1981. Immaginipurificate da qualsiasi peso, eva-sive, sfuggenti. Un’organizza-zione compositiva che anteponei vuoti rispetto ai pieni. Immagi-ni e parole sospese nel nulla, titu-banti, protagoniste provvisorie

di una rete di messaggi multipliche biasimano la società. L’in-terpretazione di lettura è forsesvelata dalla dichiarazione:‘‘Mentre lavoro non penso affat-to all’arte. Cerco di pensare allavita’’. E questa, affiora brutal-mente tramite la ricorrente sim-bologia: particolarità scheletri-che, arcate dentali, la corona a trepunte (ricordo del suo dirittod’autore graffitista), il ©, auto-mobili, il dollaro, le note musica-li, i bus, le maschere, le scale.

In scena al Museo d’Arte Mo-derna di Lugano, dal 20 marzoal 19 giugno, più di settanta ope-re di un artista che conosce benel’abbattimento di ogni restrizio-ne mentale e anche il carattereconvenzionale del linguaggio.Organizzata con il contributodel Credit Suisse, il percorsocronologico è composto da di-pinti e disegni provenienti daimportanti musei e collezioniprivate. La mostra stabilisce lagiusta analogia tra le opere dicarta, ospitandone una ventina,ed i dipinti: l’immediatezza diquesti ultimi acquistano nei di-segni una maggiore freschezzadando vita ad un perfetto inter-scambio. A volte, infatti, sonostati proprio i collezionisti aportagli via i quadri non finitiancora freschi di colore. Il pa-stello grasso su carta ‘Untitled’del 1985 è caratterizzato, comela maggior parte delle opere sucarta, dal medesimo impiantocreativo dei dipinti: un’alter-nanza di immagini e parole, te-schi, animali, frasi ricorrenti-‘easy mark’, ‘no toxic’,‘nothing to be gained here’-.

Basquiat, che si riteneva pit-tore già all’età di tre anni tentadi sfondare presentandosi di-

grafia che va all’assalto delle di-scriminazioni verso le minoran-ze, dedicando ampio spazio allutto storico di gruppi allogenighettizzati. Opere, pitture e di-segni gradualmente tendono al-la grande dimensione: superficinecessarie per riaprire il dialogocon una storia discriminanteverso razze diverse e la culturaAfro-Americana.

Un’espressione linguisticache trova le sue radici nelleavanguardie europee: l’onoma-topea e la parolibera futurista, ladanza dadaista e, ancora più vi-cina a Basquiat, l’irruenza dellinguaggio pubblicitario. Sulfronte rigorosamente linguisti-co i richiami sono multipli, DeKoonig per il taglio figurativodell’immagini, Twombly per lagrafia elementare, e Pollock perl’istintivo tracciato. Influenzeche corrono anche verso la dire-zione di Warhol e Lichtenstein.

Nella vita stessa Basquiat è so-stenuto da un sodalizio umano eartistico con Keith Haring, Cle-mente e Warhol.

Basquiat incontrò la fama e ilsuccesso in giovane età. Risuc-chiato nella dipendenza di dro-ghe pesanti muore nel 1988 a so-li ventotto anni. Chiudono lamostra le fotografie inedite delregista luganese Edo Bertoglio,alcune delle quali scattate duran-te le riprese del film ‘Downtown81’, dove Basquiat interpreta sestesso nel ruolo di un’artista sco-nosciuto che cerca di sopravvi-vere nella Downtown New-yorkese degli anni Ottanta. Libe-rato dalle caricature sociologi-che e dai miti urbani, Basquiat inotto anni di carriera artistica la-scia un segno, un messaggio, danon sottovalutare.

NICOLETTA MARIA GARGARI

A LUGANO PIÙ DI 70 OPERE RIPERCORRONO LA FULMINANTE CARRIERA DELL’ARTISTA

L’OPERA DI JEAN-MICHEL BASQUIATIl pupillo di Warhol, dalle mura di New York alle più importanti collezioni museali del mondo

JEAN-MICHEL BASQUIAT, IN THIS CASE, 1983, ACRILICO E PASTELLOGRASSO SU TELA, CM 197 X 189

ciassettenne da Henry Geld-zhaler, ma è sotto le ali protetti-ve di Andy Warhol, padre dellaPop Art, che raggiunge la famaimmediata e internazionale.Proprio con lui instaura uno deilegami più importanti della suavita. In mostra sono presenti‘collaborazioni’ con AndyWarhol e Francesco Clemente:tele commissionate dal mer-cante d’arte svizzero Bruno Bi-schofberger. Il forte legame tra idue traspira nell’opera ‘Cina’del 1984. Un’opera significati-va, riconoscendo il talento diWarhol come disegnatore, Ba-squiat lo incoraggiò a dipingerea mano, facendogli mettere daparte la tecnica serigrafica. In‘Brown Spots’, eseguita nellostesso anno, Basquiat ironizzaWarhol rappresentandolo sottoforma di banana. Ad evocareWarhol è scherzosamente laparrucca argentata che l’artistaera solito indossare, dipintaproprio sopra la banana.

Nell’opera ‘Il Duce’ del1982, appellativo del dittatorefascista Benito Mussolini, Ba-squiat ricorda la cultura italia-na, con la quale si era scontratodurante il suo soggiorno a Mo-dena nella galleria Mazzoli.Rievoca invece la propria cul-tura con ‘Mona Lisa’ del 1983,la tela stessa sembra mimetiz-zarsi con il biglietto da un dol-laro, oscurando il volto diGeorge Washington. Introducenell’iconografia eroi neri stori-ci da Malcom X a CharlieParker, da Jesse Owns a BillieHoliday. La musica che scorrenelle sue vene è il jazz: il mitodi Charlie Parker compare piùdi una volta come seducentepunto di riferimento. Un’icono-

JEAN-MICHEL BASQUIAT, MONA LISA, ACRILICO E PASTELLO GRASSO SUTELA, CM 169,5 X 154,5

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Un quadro come sceno-grafia, pensato al tavo-

lino e commissionato aduno dei maggiori pittori delmomento. Una stravaganzadi un collezionista che vol-le immaginare il suo insie-me di quadri – per l’esattez-za 832 - in una vera galle-ria, negli spazi imponenti divolte decorate, colonne estucchi; pensando di ferma-re il tempo attorniato daamici e parenti con i qualichiacchierare d’arte la do-menica.

Le opere disposte allamoda di Salvator Rosa, concornici uguali, l’una accan-to all’altra, in un ordine ser-rato e graduale. In realtà fu-rono i fiamminghi, a caval-lo fra il’500 ed il’600 a raf-figurare con meticolosaprecisione interni e colle-zioni ma è altresì vero chemai ne alteravano la realtào l’effettiva ubicazione del-le opere, tanto meno le ani-mavano con figure. E’ dun-que un vezzo quello volutodal cardinale Silvio ValentiGonzaga che nel 1749 ordi-na a Giovanni Paolo Panni-ni di dipingere “La quadre-ria del cardinale Silvio Va-lenti Gonzaga”che nel frat-

tempo l’ha nominato Cava-liere dello Speron d’oro“… avendo il virtuoso pit-tore – come si legge nel dia-rio onorario del 18 ottobredello stesso anno – fattemolte eccellenti opere perl’E.mo Sig. Cardinale Va-lenti”.

La corposa collezioneviene avviata nel 1720 par-tendo dal nulla, o quasi, lasua famiglia infatti nonaveva dedicato all’artegrandi risorse. Lui, invece,nel corso della sua carrieraecclesiastica conosce le piùprestigiose corti d’Europa,affinando interessi culturalidi vario genere. DiventaSegretario di Stato di PapaBenedetto XIV (1740), riu-scendo ad abbinare una po-litica di stabilizzazione in-terna e di risanamento dellefinanze dello Stato Pontifi-cio attraverso un innovati-vo programma nel campodelle arti e delle scienze.Redige un editto – oggiconservato a Roma pressola Biblioteca Casanatense –per la tutela dei beni pittori-ci e artistici, molto simile aquello dell’attuale Ministe-ro per i Beni Culturali. Isti-tuisce e sostiene la Pinaco-

teca Capitolina, riapre laScuola di Disegno dell’Ac-cademia di San Luca, costi-tuisce la prima Accademiadel Nudo in Campidoglioed ancora inserisce, pressol’Università di Roma, l’in-segnamento della chimica edella fisica sperimentale.

Nel 1750 in occasione delGiubileo fa realizzare unacarta topografica dello Sta-to della Chiesa, e promuoveil restauro di alcune chiesee basiliche romane, nonchéla ristrutturazione di altre,fra queste S.Maria Mag-giore, Santa Croce in Geru-salemme e S. Maria degliAngeli. Insomma, unamente moderna e accultu-rata che fa del cardinale an-che un sensibile “talentscout” dell’arte.

Nato a Mantova il 1 mar-zo del 1690 nella casata deimarchesi Valenti Gonzaga,il 27 settembre del 1710consegue a Ferrara la lau-rea in diritto Civile e Cano-nico e nello stesso anno sitrasferisce a Roma per in-traprendere la carriera reli-giosa ed approfondire glistudi giuridici sotto la gui-da di monsignor CelestinoGaliani. Un’ascesa che loporterà ad essere NunzioApostolico a Bruxelles dal1731 al 1736 e successiva-mente e fino al 1740 a Ma-drid.

Permanenze che contri-buiscono ad arricchire lasua sensibilità artistica, co-me quando nel 1736 a Ver-sailles presso Luigi XV vi-sita le collezioni francesi.Nominato Cardinale il 19dicembre 1738 rientra inItalia. A partire dal 1749 faedificare una villa pressoPorta Pia – attualmente se-de dell’Ambasciata diFrancia presso la Santa Se-de - ‘Villa Paolina’ , maiabitata stabilmente: d’al-tronde il cardinale, divenu-to Segretario del Papa, ri-siede a Palazzo del Quiri-nale. Villa Paolina era quin-di un buon ritiro dove tra-scorrere giorni di festa incompagnia di esponentidelle arti e della cultura,una sorta di museo, similealle gallerie Corsini e DoriaPamphilj. A parte una certa

quantità di opere che egliportò al Quirinale nei suoiappartamenti, le altre eranocollocate ovunque nellaraffinata magione, arredatasontuosamente con cartecinesi, arazzi, porcellane,argenti, mobili e scatolecolme di cioccolato, valuta-te cifre altissime rispetto alresto degli arredi.

La quadreria ospita scuo-le pittoriche con tele difiamminghi, francesi, spa-gnoli, tedeschi e italiani,questi ultimi suddivisi an-che per zone geografiche. Ibolognesi, i romani, i vene-ti, le scuole del nord, i mar-

chigiani, i toscani e i napo-letani. Alle tele si aggiun-geva qualche stampa ed al-cuni pastelli. In questa mol-titudine di opere perfinoqualche bellissima copia,già, perché anche il cardi-nale Valenti Gonzaga fuimpossibilitato all’acquistodi grandi quadri del Ru-bens, Tiziano, Raffaello edi illustri maestri, tanto dadoversi accontentare di al-cune copie: prassi in vigoregià nelle raccolte del Sette-cento.

Nel celebre “Ritratto del-la quadreria” affidato alPannini, il cardinale volle

realizzare un catalogo visi-vo – oggi diremmo multi-mediale – dal quale risalirese non a tutta, almeno a par-te della sua corposa colle-zione. Il tutto personalizza-to facendo aggiungere allascenografia lo stesso cardi-nale, i nipoti, il pittore edaltre persone vicine al com-mittente.

Una raccolta desiderataed amata che però non èstata immune dalle disgre-gazioni ereditarie. Quandoil 28 agosto 1756 all’età di66 anni il cardinale muore aViterbo, ogni cosa era dalui stata meticolosamente

I “QUADRI NE

PIERRE SUBLEYRAS, RITRATTO DEL CARDINALE SILVIO VALENTI GONZAGA,OLIO SU TELA, 128X98, ROMA, PINACOTECA CAPITOLINA

LA COLLEZIONE DEL CARDINALE VALENTI GONZAGA

Giovanni Paolo PanniniA Mantova in mostra una parte della raccolta e l’opera ad essa ispirata

GIOVANNI PAOLO PANNINILA GALLERIA DEL CARDINALE SILVIO

VALENTI GONZAGA, OLIO SU TELACM 198,5 X 267,5

HARTFORD, WADSWORTHATHENEUM MUSEUM OF ARTS

BARTOLOMEO MANFREDIBACCO E UN BEVITOREOLIO SU TELA, 132X96 CMROMA, PALAZZO BARBERINI

Speciale di SUSANNA PAPARATTI

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catalogata, traendo giova-mento visivo pure dall’ope-ra del Pannini. I due nipotiLuigi e Carlo mantengonointegra la collezione fino al1763, anno della prima di-visione. Circa 400 operevanno a Luigi Valenti Gon-zaga, erede usufruttuario aRoma, 117 a Carlo cheprovvederà a venderne unaparte per risanare i debitidel cardinale e circa 300opere definite di secondascelta verranno vendute inun’asta ad Amsterdam.Luigi mantiene la sua rac-colta sino al 1808 anno incui muore: la collezione

passa ora di mano ed è ac-quistata in blocco da Gio-vanni Torlonia che sta alle-stendo una quadreria, poidonata allo Stato nel 1892.Dalla singolare opera delPannini che ritrae la qua-dreria del cardinale è natal’idea di una mostra allesti-ta a Mantova presso Palaz-zo Te, dal 6 marzo al 15maggio, intitolata ‘Ritrattodi una collezione. Pannini ela galleria del cardinale Sil-vio Valenti Gonzaga’.

Dalla tela in questione lecuratrici Rossella Morsellie Rossella Vodret sono riu-scite fra le 220 tele docu-

nini due anni dopo la mortedel cardinale nel 1761, surichiesta di un estimatoredella collezione ValentiGonzaga, del quale ancoraoggi non si conosce il no-me. Poi, nelle sezioni “IlCardinale ed il Papa”, “Lacollezione ritratta”, “Lacollezione descritta”, “LaBiblioteca e le sue operegrafiche” le altre tele oggi

conservate in gran parte aRoma presso la GalleriaNazionale di Arte Antica diPalazzo Barberini e Palaz-zo Corsini, presso la Pina-coteca Capitolina, la Bi-blioteca Casanatense e aCittà del Vaticano nella Pi-nacoteca.

A queste si aggiungono leopere provenienti dallaGalleria degli Uffizi di Fi-

mentate – delle 832 – a‘leggerne’ 144 e identifi-carne una settantina.

L’esposizione riuniscedunque per la prima volta,accanto a “La Galleria delcardinale Silvio ValentiGonzaga” del 1749 oggiconservato ad Hartford,presso il Wadsworth Athe-naeum Museum il suo boz-zetto preparatorio, eseguitodue anni prima provenientedal Musèe des Beaux Artsdi Marsiglia, oltre ad unacopia successiva, conserva-ta presso la Casita del Prin-cipe all’Escorial di Madrid,realizzata sempre dal Pan-

renze, dalla Galleria Sa-bauda di Torino, da colle-zioni private e da museistranieri come il MuseoStatale dell’Ermitage diSan Pietroburgo – con ilquale il Comune di Manto-va ha siglato un accordoculturale – che ha concessola ‘Presentazione dellaVergine’ di Pietro Testa.

IL TEMPO dell’arte9

NUMERO 23 - 4 MARZO 2005 www.iltempo.it

EL QUADRO”

MICHELANGELO CERQUOZZI DETTO M. DELLE BATTAGLIE, BESTIE ALL’ABBEVERATOIO, OLIO SU RAME, CM51X45, ROMA, GALLERIA DI PALAZZO CORSINI

PIER FRANCESCO MOLA, LA CACCIATA DAL PARADISO TERRESTRE, OLIO SU TELA, CM 97,2X145VARSAVIA, STAATLISCHE MUSEEN

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Informazione pubblicitariaA1T9461Ambra Morosi

Per chi fosse un estimatore delle opere diAmbra Morosi va ricordato un appuntamen-to da non perdere: infatti è iniziata il 12 feb-braio e durerà fino all’11 aprile una mostradella pittrice a Cortina d’Ampezzo in cuisono esposte circa 40 opere realizzate dal-l’artista tra il 2000 e il 2004 che esploranonuove argomentazioni. La mostra è patroci-nata dal comune della celebre località e vedela partecipazione di prestigiosi sponsor.

“Quando incomicio una tela mi incammino verso un mistero...”

Una figurazione che viene da lontano

In un suo scritto su Ambra Morosi, il critico Giuliano Serafini aveva par-lato dì "terza. via" a proposito della collocazione esegetica del lavoro diAmbra Morosi.Terza, in quanto alternativa sia ad una linea per così dire

di "figurazione", che a possibili recuperi di stiIemi astratti o comunqueinformali. In particolare nei lavori della Morosi colpisce la capacità del-l'artista di aver saputo creare, attraverso un raffinatissimo sfumato mate-rico o la tecnica fotografica, una nuova forma che traduce le ambivalenzedi fisico-metafisico, reale-irreale, presenza-assenza. La sua pittura rappre-senta un tentativo di svelare quella parte nascosta e profonda dell'uomo,l'Es, ripercorrendo le tracce di tutte le esperienze ed emozioni sedimen-tate nella nostra memoria. Le sue visioni catturano in realtà l'energia -una sorta di scia o aura - che ogni persona o essere vivente lascia dietrodi sé, un segno ultimo di un'esperienza che è stata o sarà, una metafisica"Testimonianza", titolo per l'appunto di una sua opera. La pittura dellaMorosi porta a sintesi l’impianto teoretico di quella dilatazione dei terri-tori contemporanei successivamente da lei stessa definiti come estensio-ne o estensionismo. Definizione nata, nel suo primo stadio, come urgen-za di estendere, appunto, oltre e fuori la tela la storia emotiva delle imma-gini: una interiorità raccontata quasi in un rapporto fisico con il quadro.Un perenne sconfinamento senza regole che codifica il sopravvento dellaintuizione sulla logica, dell’istinto sulla ragione: una alchimia di vissuto tra-guardato nel particolare, nell’attimo fuggente che racchiude il tempo fini-to o indefinito che è stato e da venire. Estensionismo come effetto, comeespansione, come dinamica dell’aria, come radiografia interna che strappaun particolare e lo amplifica, lo alleggerisce della sua fisicità, lo coniugaall’infinito. Gli estensionisti, e la Morosi in particolare, superano le angu-stie dell’artista contemporaneo, del per chi e per cosa fare arte. Fuori daschemi precotti, cancellato l’anacronismo ideologico di un sociale dell’ar-te ingabbiato tra rivolta e rivoluzione, torna quella immaginazione che

«La mia figurazione viene da lontano. E' una que-stione tra me e il tempo e tra me e gli altri.Una partita con lunghi tempi d'attesa: da una

parte la vita, dall'altra il mistero. Forse è da questo chetraggo i cosiddetti caratteri permanenti delle mie opere.Quando comincio una tela m'incammino verso un misteroe non desidero svelarlo, solo dimostrarlo.» Afferma AmbraMorosi in un intervista concessa nel 1999 al critico MarinoMoretti. « Ho l'impressione che tu voglia accuratamentenascondere i dettagli e cioè che i modelli della tua operasono, e non soltanto per i richiami intuitivi ed espliciti, -domanda Moretti - un'allusione continua al caso, all'enig-ma, alla necessità, come se la tua azione pittorica nonfosse altro che il riflesso della tua conoscenza sull'uomo.In tal caso il "mistero" di cui parli, che non si svela masi dimostra, tenderebbe ad assumere il ruolo di valore, diun qualcosa fuori dai canoni: "per tutti e per nessuno",come direbbe Nietzsche. E' questo che intendi per "lon-tano"? - « Vedi, - risponde Ambra Morosi - dipingo persvelare qualcosa che non conosco e che nemmeno gli altriconoscono; dipingo per bisogno. Quando do forma a qual-cosa non è perché l'ho trovata, ma cercata e per me cer-care è sconfinare senza mèta oltre i canoni e in un certo

senso oltre i mezzi. Anche se il mezzo è spesso come unelastico che si tira e rimpicciolisce sino a riportarsi al suolimite. Questo è il problema. Il fatto curioso che segna unaforte demarcazione tra me e gli altri artisti è che i piùfanno Arte come forma di potenza, mentre per me è ilriflesso dell'impotenza. La mia figurazione non è per nes-suno e al contempo è per tutti quelli che aspettano unasorpresa. Fino ad oggi le mie personali sono state deisilenziosi biglietti da visita. Ne ho fatte trentotto e tuttesempre contraddistinte da una forte estraneità alle leggidel Mercato. Non lo dico con rammarico ma con soddi-sfazione. Ho anteposto i valori della ricerca al "successo"del mestiere e credo che proprio grazie a questo magicoisolamento sia nato l'Estensionismo. Prosegue Moretti :«Nel citare il nostro Manifesto "Effetto Estensionismo"qualcuno ha parlato di "indagine, verifica, di sperimen-tazione delle possibilità espressive di ciò che non è espri-mibile". Non pensi che al pubblico potrebbe sembrareuna contraddizione in termini? Forse la celebre frase diWittgenstein "su ciò di cui non si può parlare si devetacere", non vale per l'espressione artistica?» Risponde laMorosi :« L'espressione artistica ha proprio la funzionedi "liberare" quello che i più tacciono, quello che per

chi non è artista è solo paura o ignoranza. Non ci sonocose di cui non si può parlare, né tanto meno tacere,ma ci sono cose -cose vere-. Lo sappiamo tutti e l'Arteè la finestra aperta su queste cose. La teologia, per esem-pio è la massima Cosa e la massima Arte perché ci facredere in qualcosa che non vediamo. La sua suprema-zia consiste nel parlare sulle cose di cui bisognerebbetacere: il loro Mistero E' incredibile, ma vorrei che i mieiquadri e quello degli altri estensionisti non facessero par-lare ma solo tacere. Tacere è la più grande risposta chepuò dare il pubblico. Perché tacere è sentire. Il nostromanifesto invita proprio a questo: riflettere sull'impor-tanza delle cose e dei loro attributi in un'antitesi sfu-mata e possibilista per cercare, esprimere, esplodere e poifar tacere.» Questa risposta m'impone un'ultima breveriflessione. - conclude Moretti - E' una domanda reto-rica, anzi, una serie di domande. Dunque. Pittura comeLibertà e/o Liberazione? Come esperienza personale spin-ta all'estremo? L'Estensionismo come avventura, ricercaintellettuale senza codici né confini, come viaggio nel pas-sato, nel presente e nel futuro? - « L'Estensionismo -afferma Ambra Morosi - è l'effetto di una causa secolareche si chiama Arte».

Estensionismo:la “terza via”La pittrice Ambra Morosi sperimentaun nuovo linguaggio dell’Arte

“Hector” 2001

“La notte etrusca” 2001 “Overture”

“Tempi comuni” “A Nudo” tecnica mista

nel’68 non prese il potere. Immaginare, estendere fuori da ogni ingessatura storicamente pre-meditata o programmata, dare seguito al coraggioso vissuto dell’artista ,catturare la parte piùimpalpabile, invisibile del reale, catalogare la forma come evento o eventualità, confermare l’ar-te anche come riflesso di impotenza, crescere, scavare nell’individuo, fornirgli nuovi parametridi esistenza e di diritto ad esistere, non sono forse istanze profondamente radicate, comprese,dovute ai cittadini del terzo millennio? Che cosa se non il diritto di volare, di decodificarsi, diestendersi salverà l’essere umano proteso nella sua folle corsa verso un nuovo materialismo cheaccresce e stratifica le differenze? Da questi interrogativi e da queste premesse si perimetra esi deduce, con scontata ovvietà, la definizione estensionista di arte sociale come “liberazioneultima” che rende anche consapevolmente e volutamente diversi, e apparentemente incompati-bili nel modulo espressivo, gli artisti componenti questo gruppo ormai stabilmente stanzialesulla nuova frontiera del contemporaneo. Per l’estensionismo di Ambra Morosi potrebbe vale-re, inoltre, un asserto di Renzo Cantarelli circa la realtà dell’arte come realtà della visionesemantica originaria di tipo tensionale e storico elaborata dalla intuizione che è la sede opera-tiva dell’arte.Ambra afferma che estensionismo è concetto femmina, pertanto fortemente intui-tivo, non codificato, di naturale filigrana metafisica. Non esiste, infatti, nessuna sottomissione psi-cologica riveniente dal sociale, nessun affanno del villaggio globale che lo condizioni, il potere dianalisi introspettiva matura interiormente avulso lontano dall’ovvia normalità che si racconta.

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IL TEMPO dell’arte11

NUMERO 23 - 4 MARZO 2005 www.iltempo.it

Sulla facciata di Palazzo Ru-spoli, in via del Corso,

sventola anche una bandiera te-desca. All’interno delle saledella Fondazione Memmo, daieri, giovedì 3 marzo, è aperta alpubblico la mostra “Fasto prin-cipesco. La corte di Dresda1580-1620”, una preziosaesposizione che presenta oltreduecento capolavori di sculturaantica e moderna, oreficeria earti applicate, provenienti dal

castello di Dresda, dall’Arme-ria, dal Museo delle Arti Deco-rative e dalla Collezione diScultura della città tedesca.Una rassegna particolare, dedi-cata a un pubblico di appassio-nati anche della storia dellaSassonia, curata da Dirk Syn-dram, e che è stata accolta confavore dal soprintendente Clau-dio Strinati, presente all’inau-gurazione accanto a RobertoMemmo, numero uno dellafondazione.

E’ l’argento che attira l’atten-zione dei visitatori: armi e co-razze, come quella realizzata inoccasione del battesimo delprincipe elettore Cristiano I diSassonia, nel 1591, e una ideataper un bambino, ovvero il prin-cipino quando aveva appena ot-to anni.

Non mancano i richiami allamitologia, come testimoniatoda una raffinata coppa con uncoperchio raffigurante Ercoleche sorregge il globo terrestre,che evidenzia il valore dell’ore-fice Heinrich Mack. Per nonparlare dello straordinario Mer-

curio del Giambologna: si trattadi un dono del Granduca di To-scana, Francesco I de’ Medici,al principe elettore, un capola-voro menzionato nell’inventa-

A PALAZZO RUSPOLI LA FONDAZIONE MEMMO OSPITA UNA INSOLITA RASSEGNA

“Fasto Principesco. La corte di Dresda”Dalla Sassonia oltre duecento capolavori di scultura antica e moderna, oreficeria e arti applicate

A1T9460

rio della Kunstkammer del1587.

E non mancano le raffigura-zioni della battaglia di SanGiorgio contro il drago, simbo-logia prediletta dalle popola-zioni nordiche. Le occasioni discambio di regali preziosissimi,come in questi casi, erano nu-merose, a cominciare dalle noz-ze, dai battesimi, dalle visite diaristocratici stranieri che veni-vano esaltate – per giorni interi– programmando una lunga se-rie di tornei, parate, spettacoli ebattute di caccia.

Le leggende dell’epoca nar-rano che “ci si rovinava per unapelle di armadillo, per una sala-mandra imbalsamata, per inset-ti imprigionati nell’ambra, den-ti e unghie di animali feroci, lu-machine di mare, conchigliedei mari del sud, uova di struz-zo, pesci fossili, noci di cocco,meraviglie della natura mai vi-ste che venivano montate neimodi più fantasiosi come calici,o in forme zoomorfe o antropo-morfe”. E i cristalli di rocca,provenienti in blocchi dalle Al-

pi, grazie alla maestria degli ar-tigiani diventavano oggetti de-dicati alla corte di Dresda.

La tappa romana è l’ultima diuna serie di esposizioni: primaè stata la volta di Amburgo, nel-le sale del Museum fur Kunst

und Gewerbe (dal 10 giugno al26 settembre dello scorso an-no), quindi nel MetropolitanMuseum di New York (dal 26ottobre 2004 fino allo scorso 30gennaio).

GIANFRANCO FERRONI

RECIPIENTE PER BERE A FORMA DI UNICORNO MARINO, ELIAS GEYER LIPSIA,CIRCA 1600, ARGENTO IN GRAN PARTE DORATO; RESTI DI DIPINTOCONCHIGLIA DI TURBO MARMORATUS; H 20 CM © STAATLICHE UNSTSAMM-LUNGEN DRESDEN

ELEFANTE CON TORRETTA DI GUERRA,URBAN WOLFF - NORIMBERGA,CIRCA 1593-1598, ARGENTO DORA-TO, TARSIE IN MADREPERLA, PIETRE

DURE, H 52 CM. PUNZONATURA DI

CONTROLLO DI NORIMBERGA E

MARCA DEL MAESTRO, “VW”© STAATLICHE KUNSTSAMMLUN-GEN DRESDEN

STRUMENTO UNIVERSALE, LUNG.28CM, LARG. 3,7 CM, H 3,6 CM, FER-RO, CASSA INCISA AD ACQUAFORTE,PARZIALMENTE BRUNITA; CUSTODIA© STAATLICHE KUNSTSAMMLUN-GEN DRESDEN

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IL TEMPO dell’arte12

NUMERO 23 - 4 MARZO 2005 www.iltempo.it

Mercato d’ArteDa domani a martedi 8 marzo saranno esposte

presso la Casa d’Aste Babuino di Roma le operedi Arte Moderna e Contemporanea provenienti dadiverse collezioni. Molto interessanti sono quelledi un noto giornalista romano e una collezionebresciana di Optical Art. L’Asta si svolgerà mer-coledì 9 marzo in due sessioni, la prima al matti-no dalle ore 10.30, la seconda nel pomeriggio dal-le ore 15.30 in poi. In particolare si segnalano treimportanti opere inedite di Giorgio de Chirico,eseguite su tavola in doube-face tra il 1946 ed il1948. Praticamente sono quindi 5 i dipinti, tuttiassolutamente inediti ed appena archiviati dallaFondazione Isa e Giorgio de Chirico. La base d’a-sta per queste opere è davvero molto interessante,anche se siamo pronti a scommettere che le opereverranno contese a suon di euro ed aggiudicate acifre ben più elevate di quelle di partenza.

Da segnalare anche che nella sessione pomeri-diana andrà all’asta per conto del Rotary ClubRoma Colosseo il dipinto di Franco Albano “ Lacaduta dell’Angelo” il cui ricavato sarà devolutoall’UNICEF in favore dei bambini rimasti orfania seguito della tragedia del maremoto nel Sud-EstAsiatico. Non mancano i grandi artisti del Nove-cento italiano: Giuseppe Santomaso (Venezia1907 – 1990) con “Tre forme sul bruno” del 1974,un olio e collage su tela, cm. 50 x 73 stimato

10.000-12.000 €; Mimmo Rotella (Catanzaro1918) con “La cattolica di Stilo” del 1957, un oliomaterico su tela, cm. 70 x 50 stimato 8.000-12.000 €; Felice Casorati (Novara 1883 - Torino1963) con “Le cavalle di Tracia”, un olio su car-toncino nero, cm. 50 x 40, stimato 3.000-4.000 €;Tano Festa (Roma 1938 – 1988) con “Michelan-gelo e la Sistina”, un dittico composto da dipintiad acrilico su una tela emulsionata, cm. 100 x 70,stimata 4.000-6.000 €; Carlo Levi (Torino 1902-Roma 1975) con “Studio di San Giovannino, daDonatello” del 1927, matite su cartoncino, cm. 64x 46, stimato 4.000-5.000 €; Mirko Basaldella(Udine 1910 - Cambrige Massachussets 1969)con “Vergine del deserto”, un olio su tela di cana-pa, cm. 165 x 88 stimato 3.000-3.500 €; OrfeoTamburi (Jesi 1906- Parigi 1994) con “Compo-sizione astratta di bottega grigia parigina” del1962, un olio su tela, cm. 80 x 100 stimato 4.000-6.000 €. Tra le sculture, rilevante l’inedita scultu-ra di Giuseppe Migneco (Messina 1908) con “Fi-gura in movimento” del 1935 circa., realizzata ingesso di cm. 24 x 24 x 34, stimata 4.000-5.000 €.Davvero molto interessanti le opere degli artistiargentini che svolsero la loro carriera a Parigi eche furono i capiscuola della corrente dell’Opti-cal Art, movimento di arte astratta d’avanguardiasorta sul finire degli anni Cinquanta e fondata su

ricerche sperimentali relative alla percezione vi-siva, dove le immagini attraverso il colore e leforme suscitavano un’illusione ottica di movi-mento. Tra questi artisti Bruno Munari (Milano1907- 1998) presente qui con oltre quaranta ope-re, tra cui “Velocità” del 1967/68, cinque xerogra-fie, esemplari unici: cm. 31, 5 x 21,5 stimate2.000-2.500 € ed uno dei suoi rari dipinti “Nega-tivo – positivo” del 1980, un olio su tavola, stima-to 3.000-4.000 € poi Francois Morellet (Cholet1925) con “0°, 22°5, 45°, 67°5, # 5 mm. Quatretrance de grillage super posees” del 1967 circa,una scultura ottica in griglia di ferro su tavola dilegno a lacca nera di cm. 60 x 60 stimata 4.000-

4.500 €. Sempre restando nel contemporaneo so-no presenti artisti di varie nazioni come il russoVasily Shulzhenko (Mosca 1949) con “Pescatorisul fiume” del 1975 ca., un’olio su tela, cm. 135 x160, stimato 2.000-3.000 €, il francese AndrèMasson (Balagny 1896 - Parigi 1987) con “Figu-re” 1960, pennarelli su carta velina, cm. 44,5 x67,5 stimato 3.000-4.000 €. Presenti anhe artisticinesi come Liu Wei (Pechino 1965) con “Uffi-ciale e donna a cavallo” del 1992, dittico su telead olio, cm. 150 x 200 stimato 1.500-2.000 € edanche il famoso artista americano James Rosen-quist (Grand Forks North Dakota 1933) con “Fla-mingo Capsule” del 1973, una serigrafia e litogra-fia, cm. 93 x 193, stimata 6.000-8.000 €.

ARICCIAMola e il suo tempo

Palazzo Chigi Fino al 23 apr. Tel. 069330053BOLOGNA

Josef Albers - Omaggio al QuadratoMuseo Morandi Fino al 30 apr. Tel. 051203332

Arte e anatomia Museo di Palazzo Poggi Fino al 20 marzo Tel. 0512099900

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Fasto PrincipescoPalazzo Ruspoli Fino al 29 apr. Tel. 066874704

Nunzio - Jenny Saville MACRO Fino al 1° maggio Tel. 0667107900

Mola e il suo tempoAccademia Nazionale di San Luca Fino al 23 apr. Tel. 0667988850

L’Immacolata ConcezioneBraccio Di Carlo Magno Fino al 13 marzo Tel. 0669883345

Imago Urbis RomaeMusei Capitolini Fino al 15 maggio Tel. 0639967800

Nell’occhio dei EscherMusei Capitolini Fino al 28 marzo Tel. 0639967800

Photo League. New York 1936-1951Museo di Roma in Trastevere Fino al 16 marzo Tel. 065813717

Sam Taylor-Wood-Sex and Death and a Few TreesLorcan O’Neil Fino al 12 marzo Tel. 0668892980

ROVERETOIl Bello e le bestie

MartRovereto Fino al 8 maggio Tel. 800397760Alighiero Boetti

Mart Fino al 29 maggio Tel. 0464438887SALERNO

Pablo PicassoComplesso di Santa Sofia Fino al 13 marzo Tel. 800454547

SIENAPaul Davis

Santa Maria della Scala Fino al 14 aprile Tel. 0577224811Anya Gallaccio

Palazzo delle Papesse Fino al 2 maggio Tel. 057722071Sergio Prego

Palazzo delle Papesse Fino al 2 maggio Tel. 057722071Elisa Sighicelli

Palazzo delle Papesse Fino al 2 maggio Tel. 057722071 SONDRIO

Alberto Giacometti Galleria Credito Valtellinese Fino al 22 aprile Tel. 02 48008015

TORINO Gli Impressionisti e la neve

Promotrice delle Belle Arti Fino al 25 apr. Tel. 0116692545Mario Merz

GAM Fino al 27 marzo Tel. 0114429518Renato Guttuso

Palazzo Bricherasio Fino al 29 maggio Tel. 0115171660La grafica dell’Espressionismo

Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli Fino al 1° maggio Tel. 011.0062713L’ombra del Guerriero

Palazzo Barolo Fino al 10 apr. Tel. 3496234362Massimo Bartolini

GAM Fino al 3 apr. Tel. 0114429518VENEZIA

Veronese - Miti, ritratti, allegorieMuseo Correr Fino al 29 maggio Tel. 0415224951

Vetri nel mondoPalazzo Franchetti Fino al 3 apr. Tel. 0412407711

Carpaccio- Pittore di storie Galleria dell’Accademia Fino al 13 marzo Tel. 0415200345

Brancusi. L’opera al bianco Collezione Peggy Guggenheim Fino al 22 maggio Tel. 0412405411

Philip-Lorca di CorciaFondazione Bevilacqua La Masa Fino al 4 apr. Tel. 0415237819

Il mito della Fenice in Oriente e in Occidente Teatro della Fenice Fino al 2 aprile Tel. 041786511

VICENZALight sculpture

503 mulino per le arti visive Fino al 20 marzo Tel. 0444298660

INAUGURAZIONIFIRENZE

Quando Dio abitava a Ife Palazzo Strozzi Il 4 marzo Tel. 0552776461

GALLARATE Da Balla a Morandi

Civica Galleria Il 6 marzo Tel. 0331791266 PISA

Günter PuschAbbazia di San Zeno Il 10 marzo Tel. 3480533037

RIVOLI Il Segno. Da Rembrand a Picasso

Casa Del Conte Verde Il 10 marzo Tel. 0119563020ROMA

Gary Hill Colosseo Il 10 marzo Tel. 0639967700

Ergärtnerte BilderForum Austriaco Di Cultura Il 5 marzo Tel. 063608371

STANNO FINENDOBERGAMO

Getulio Alviani GAMEC Fino al 27 feb. Tel. 035399528

Giacomo Manzù GAMEC Fino al 27 feb. Tel. 035399528

FIRENZEMorandi e Firenze

Fondazione Roberto Longhi Fino al 6 marzo Tel. 0556580794Yohji Yamamoto

Palazzo Pitti Fino al 6 marzo Tel. 0553693407LA SPEZIA

Biennale Europea Arti Visive CAMEC Fino al 6 marzo Tel. 0187734593

LECCOBruno Cassinari

Villa Manzoni Fino al 6 marzo Tel. 0341481252MODENA

Action Painting 1940-1970Museo Civico d’Arte Fino al 6 marzo Tel. 059200100

ROMAAnselm Kiefer

Villa Medici Fino al 8 marzo Tel. 066761291Incisioni pittoriche di vedute italiane

Casa di Goethe Fino al 6 marzo Tel. 0632650412SPELLO

Artisti umbri del Novecento 1946-1968Villa Fidelia Fino al 6 marzo Tel. 0742651726

CALEND’ARTE

All’asta cinque dipinti inediti di Giorgio de Chirico

GIORGIO DE CHIRICO (VOLOS 1888 - ROMA 1978). VITA SILENTE CON UVA E MELE. RITRATTO DI GIOVANEDONNA, 1946/48. DUE DIPINTI DOUBLE-FACE A OLIO SU TAVOLA, CM. 45 X 35.

Page 13: IN EDICOLA OGNI VENERDÌ IN CINQUANTAMILA SI PRENOTANO PER VEDERE VAN GOGH … · 2015. 2. 27. · le attese per Van Gogh e Gau-guin e per Munch. Questo però non deve farci dimenticare

IL TEMPO dell’arte13

NUMERO 23 - 4 MARZO 2005 www.iltempo.it

Risultati d’AstaAutore Data, opera, tecnica, misura Stima Prezzo Asta

AAdami 1978, Le retour du fils prodigue, olio su tela, cm 197,6 x 146,6 14.439 /17.392 17.431 Sotheby’s, Londra 11 feb. 2005Appel 1973, Senza titolo, olio su tela, cm 46 x 38,1 17.371 / 21.714 21.789 Sotheby’s, Londra 11 feb. 2005

BBalla 1912, Compenetrazione iridescente n. 3, olio su tela e carta, cm 66,9x47,7 350.000 Farsetti, Prato 27 nov.2004Barcelo 1987, Untitled, olio e carta su tela collage, cm 77,5 x 59 10.145 / 13.044 34.862 Sotheby’s, Londra 11 feb. 2005Basquiat 1986, Mr. Greedy, tecnica mista, cm 120 x 100 217.055 / 289.406 392.202 Sotheby’s, Londra 11 feb. 2005Brancusi 1908, The kiss, pietra, alt.32,4 5.950.000 / 8.920.000 6.240.000 Soth, New-York 04 nov. 2004Burri 1964, Combustione, tecnica mista, cm 34 x 21,2 14.439 / 21.740 31.948 Christie’s, Londra 10 feb. 2005

CCaillebotte 1877, Portrait de jeune femme dans un interieur, olio su tela, cm 81 x 65 2.176.056 / 2.901.408 2.488.789 Christie’s, Londra 7 feb. 2005Campigli 1965, Composizione, litografia, cm 65 x 49 1.600 / 2.000 1.600 Pananti, Firenze 12 feb. 2005Capogrossi 1962, Superficie 472, olio su tela, cm 82x130,5 140.000 / 160.000 140.000 Farsetti, Prato 27 nov. 2004Carrà 1934, Laguna a Venezia, olio su tela, cm 49x60 160.000 / 190.000 177.000 Farsetti, Prato 27 nov. 2004Cascella 1968, Place des Vosges, olio su tela, cm 76 x 101,5 11.319 / 15.093 18.372 Christie’s, New York 22 feb. 2005Cézanne 1867-1871, D’aprés Gericault: cheval turc àl’écuriel

Etude d’aprés les maitres, matita su carta, cm 23 x 18 36.000 / 51.000 43.566 Christie’s, Londra 10 feb. 2005Chagall 1968, Les comediens, olio su tela, cm 150x160 1.165.000 / 1.748.000 1.600,000 Sotheby’s, Londra 8 feb. 2005

DDalì 1950, Portrait de Josephine Hartford Bryce, olio su tela, cm 71,8 x 56,2 203.201 / 261.190 189.150 Christie’s, Londra 8 feb. 2005De Chirico 1934, Cavalli e cavalieri, olio su tela, cm 50,2 x 69,2 204.000 / 262.200 196.425 Christie’s, Londra 8 feb. 2005Delaunay R. 1912, Les trois Graces, olio su tela, cm 207 x 173 579.736 / 869.605 947.505 Christie’s, Londra 7 feb. 2005 De Pisis 1928, Nudo, inchiostro su carta, cm 34 x 43 1.500 / 2.000 1.300 Gall. Pananti, Firenze 12 feb. 2005Dubuffet 1983, Mire G 31 (kowloon), tecnica mista su tela, cm 68,5 x 100,4 29.000 / 43.508 46.483 Sotheby’s, Londra 11 feb. 2005

EEnsor J. 1932, Dahilias, olio su tela, cm 65,5 x 50,5 87.400 / 116.500 87.186 Sotheby’s, Londra 9 feb. 2005Ernst M. 1928, Mushelblumen, olio su carta, cm 21 x 30 43.507 / 58.000 84.228 Christie’s, Londra 10 feb. 2005

FFesta 1961, Rosso e nero n. 40, tecnica mista, cm 111,5x124 20.000 / 25.000 20.000 Farsetti, Prato 27 nov. 2004Fontana L. 1954, Concetto spaziale, olio su pannello, Ø cm 25,5 14.502 / 21.753 21.789 Sotheby’s, Londra 11 feb. 2005Freud 1962, Red haired man on a chair, olio su tela, cm 145 x 200 1.738.811 / 2.608.216 6.016.286 Christie’s, Londra 9 feb. 2005

GGauguin Tahitienne, inchiostro su carta, cm 14,9 x 8,6 4.524 / 6.786 10.562 Sotheby’s, New York 23 feb. 2005Gris 1925, Le raisin, olio su tela cm 33,3 x 41 146.000 / 218.500 275.918 Christie’s, Londra 10 feb. 2005Guttuso 1941, Nudo femminile, china su carta, cm 22 x 32 3.500 / 4.000 3.200 Pananti, Firenze 12 feb. 2005

HHartung H. 1950, T50-15, olio su tela, cm 50 x 65 43.711 / 58.282 84.228 Christie’s, Londra 10 feb. 2005Hopper 1935, Clamdigger, olio su tela, cm 62,2x76,2 1.120.000 / 1.870.000 1.300.000 Chri, New-York 05 dic. 2004

IIndiana 1995, Love ( red/purple), alluminio colorato, cm 45,7 x 91,5 x 91,5 130.572 / 174.096 123.437 Sotheby’s, Londra 10 feb. 2005

JJones A. 1988, Untitled Diptych, olio su tela, cm 101 x 121,5 14.505 / 21.757 31.957 Sotheby’s, Londra 11 feb. 2005

KKandinsky 1935, Transmission, tecnica mista, cm 50,8 x 48 72.852 / 102.000 108.915 Christie’s, Londra 10 feb. 2005Klee 1939, Unbekannte Initiale, tecnica mista, 29,5 x 20,7 87.454 / 131.182 81.323 Christie’s, Londra 10 feb. 2005

LLam 1949, Composition, olio su tela, 156 x 126 175.000 / 218.600 188.786 Sotheby’s, Londra 10 feb.2005Lebasque Saint Tropez Harbour, acquarello e matita su carta, cm 29 x 37 2.200 / 3.200 5.500 Christie’s, Amsterdam 15 feb. 2005Léger 1938, Nature morte au citron, olio su tela, cm 65 x 54,5 175.00 / 262.344 188.786 Christie’s, Londra 10 feb. 2005

MMagritte 1944, Portrait de Georgette, olio su tela, cm 54 x 45 87.092 / 116.123 87.186 Sotheby’s, Londra 9 feb. 2005Mirò 1975, Femmes, oiseaux dans la nuit, tecnica mista, cm 105 x 74 364.366 / 510.113 348.528 Christie’s, Londra 10 feb. 2005Modigliani Tete de femme, inchiostro spazzola matita su carta, cm 31,5 x 22,5 43.515 / 57.994 275.918 Christie’s, Londra 10 feb. 2005Morandi 1939, Natura morta, olio su tela, cm 23,5 x 25 364.366 / 510.113 379.002 Christie’s, Londra 7 feb. 2005Moreni 1988, Popoleska, olio su tela, cm 233x166 80.000 / 100.000 100.000 Farsetti, Prato 27 nov. 2004

NNathan 1936, Paesaggio immaginario, olio su tavola, cm 66x90 22.000 / 26.000 26.000 Stadion, Trieste 12 mag. 2004Novelli 1961, Amore, tecnica mista, cm 50 x 70 3.500 / 4.500 4.500 Gall. Pananti, Firenze12 feb. 2005

OO'Keeffe 1923, Fig, olio su tavola, cm 21x15,2 88.950 / 133.420 140.000 Chr, New York 02 dic. 2004Ontani 1980, Aeternitas Saturno, acquerello e inchiostro su carta, diametro cm 86 9.960 / 14.230 37.500 Soth, London 19 ott. 2004

PPicabia 1902, Peniches sur la riviére, olio su pannello, cm 22,8 x 32,5 7.542 / 11.313 5.281 Sotheby’s, New York 23 feb. 2005Picasso 1964, Le peintre et son modele, olio su tela, cm 97 x 130 942.977 /1.233.124 1.193.100 Sotheby’s, Londra 8 feb. 2005Pissarro Etudes d’anes, carboncino nero su carta, cm 24,3 x 31, 8 3.015 / 4.523 5.741 Cheistie’s, New York 22 feb. 2005Pistoletto 1960, Nudo disteso, olio su tela, cm 120x119,5 20.000 / 30.000 30.000 Soth, Milano 23 nov. 2004

RRenoir Paysage et tete de femme, olio su tela, cm 22 x 17 45.000 / 50.000 40.000 Anaf-Martinon, Lione 14 feb. 2005Rodin Pléiade, acquarello e matita su carta, cm 25,2 x 32,3 21.858 / 29.130 29.044 Christie’s, Londra 10 feb. 2005

SSaura 1961, Crucifixiòn, olio su tela, cm 190 x 236 189.351 / 233.000 174.372 Christie’s, Londra 9 feb. 2005Sironi 1945, Paesaggio urbano, olio su tela, cm 26,2x39 30.000 / 40.000 90.000 Farsetti, Prato 27 nov. 2004

TTapies 1975, Composiciòn con ropa y cuerda, tecnica mista, cm 145,5 x 162,5 144.986 / 217.419 188.838 Sotheby’s, Londra 11 feb. 2005Tinguely 1989, Vive la féte des idiots, inchiostro acrilico su carta, cm 22 x 34 1.747 / 2.621 3.790 Sotheby’s, Londra 7 feb. 2005

VVan Gogh 1882, Man standing, reading a Book, tecnica mista, cm 63,8 x 44,2 291.309 / 436.964 290.620 Sotheby’s, Londra 9 feb. 2005Vedova 1961, Ciclo 1961- S2, tecnica mista, cm 145 x 200 145.696 / 218.545 319.682 Christie’s, Londra 9 feb. 2005

UUecker 1967, Kreis-Kreise, tecnica mista, 35 x 35 11.655 / 17.483 29.044 Christie’s, Londra 10 feb. 2005

PINO PASCALI (1935-1968)Record: 2.012.220 €Dopo un lungo periodo di stasi, negli ultimi anni si registra unacostante crescita del volume di affari per le opere di Pino Pascali.Malgrado l’exploit del 2003 quando ha totalizzato oltre 3 milionidi euro di volume d’affari, i valori generali sono ancora in perdi-ta per chi avesse investito in opere dell’artista prima del 1997, an-no che segna i livelli più bassi con solo 3.800 € di opere vendute.

JOSÉ OROZCO (1883-1949)Record: 393.390 €Protagonista della stagione del realismo murale sociale, il suo vo-lume di affari ha visto una forte impennata nello scorso anno conun aumento del 447%, ma i risultati dell’ultimo decennio vedonoun altalenarsi che riporta il 2004 le opere dell’artista ai valori del1997. Praticamente invariato quindi il valore delle sue opere pre-senti solo negli Stati Uniti e nella sua patria natale, il Messico.

MIMMO PALADINO (1948)Record: 143.262 €Stabile e consolidato il mercato delle opere di Mimmo Paladino.Trattato in tutti i principali mercati del mondo, non solo negli Sta-ti Uniti ed in Inghilterra, ma molto apprezzato anche dai collezio-nisti in Francia, Svizzera, Svezia e paesi Scandinavi il suo volu-me d’affari si è stabilizzato intorno agli 800.000 euro l’anno, letransazioni in aumento e gli invenduti in diminuzione, dati checonfermano la validità di questo italiano protagonista dell’artecontemporanea a livello davvero internazionale.

Legenda: Bab = Galleria del Babuino (Roma), B&B = Bonhams & Butterfields (SanFrancisco), ChrL = Christie’s (Londra), ChrM = Christie’s (Milano), Fars = Farsetti(Prato), FinF = Finarte. (Firenze), FinM = Finarte. (Milano), FinR = Finarte. (Rma),Galleria Pananti Case d’Aste = PCA (Firenze), Koller = Koller, (Zurigo), Kornfeld =Kornfeld (Berna), Lempertz = Lempertz (Koln), Matsa = Matsa (Ramat-IL) Meet =Meeting art (Vercelli), Neumeister = Neumeister (Munchen), PandF = Pandolfini (Firenze),PandM = Pandolfini (Milano), Porro & C. = Porro & C. (Milano), SothL = Sotheby’s(Londra),. SothM = Sotheby’s (Milano), SothV = Sotheby’s (Vence - FR)),Gli importi sono espressi in (€) euro e comprensivi dei diritti d’asta.TUTTI I DATI CITATI SONO FONTE ©ARTPRICE .COM

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IL TEMPO dell’arte14

NUMERO 23 - 4 MARZO 2005 www.iltempo.it

Nato FrascàFino al 9 aprile 2005

GALLERIA MASCHERINOTel. 06 68803820

In mostra le opere di Nato Frascà realizza-te dal 1962 al 1967, durante il breve perio-do svolto nell’attività del Gruppo1. Laprima settimana della mostra sarà possibi-le la visione del film di Frascà Kappa, gi-rato nel 1965, con attore protagonista ilpittore Fabrizio Clerici. Sarà riproposto ildocumentario del 1965 di E. Marsili, conpresentazione di Argan, Gruppo 1, Carri-no, Frascà.

Photo LeagueFino al 16 marzo 2005

MUSEO DI ROMA IN TRASTEVERETel. 06 5813717

Immagini vintage realizzate tra gli anniTrenta e Quaranta da fotografi associatialla Photo League. Organizzazione diNew York, dedita alla fotografia sociale edocumentaristica, che trae le sue radici dalmovimento internazionale nato nel climaradicale della Germania fine anni ’20. Loscopo era fornire alla stampa di sinistrafotografie e film degli scioperi e delle di-mostrazioni politiche.

Martin KrampenFino al 17 marzo 2005

ARTE E PENSIERITel. 06 7002404

L’artista tedesco ritorna a Roma ed esponedieci décollage di ultima produzione.Krampen porta avanti un progetto cultura-le in cui i suoi studi sulla semiotica e lapsicologia della forma ne fanno un impor-tante teorico scrittore e pittore. Formatosialla Hochschule für Gestaltung di MaxBill. Nel ’51 espone alla “Age d’or”a Ro-ma del gruppo Forma 1, anno in cui apreuna galleria a Firenze.

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AZIENDA AGRICOLA TORRE ROSANOROCCA NUOVA (Potenza)

L' azienda vinicola di TORRE ROSANO èun'azienda a carattere familiare, gestita dal1987 dal sig. COLLARINO FRANCESCO chene ha fatto una delle più grandi ed importantidella zona tale da essere, nel corso degli anni,conosciuta su tutto il territorio, sia per la qua-lità dei vini che per la serietà."TORRE ROSANO" si estende su una superfi-cie di 30 ettari di cui 7 coltivati a uvaSangiovese Montepulciano, Malvasia Bianca eGreco Bianco.I vini per cui l'azienda è conosciuta sono il

"ROSSO CASTRUM” con una di CastronuovoS. Andrea, giovane e fresco e il TORRE ROSA-NO , un vino nobile più corposo di un rossointenso adatto per arrosti e brasati. Tutti i vinidal 2000 hanno avuto il riconoscimento dipotersi fregiare dell'etichetta IGT (indicazio-ne-geografica-tipica) per cui ogni bottigliaporta questa dicitura che da a chi la beve, piùsicurezza sia dal punto di vista qualitativo cheper la raffinatezza.Tutti i prodotti di nicchia sono presenti a livel-lo nazionale, il “CASTRUM" lo troviamo,oltre che al Sud in tutto il centro Italia, il"TORRE ROSANO" in Toscana e in Piemonte.Il sig. COLLARINO FRANCESCO è presenteogni anno con i suoi vini al SALONE DELVINO a TORINO e al VINITALY a MILANO evi invita a venire a trovarlo per degustare eassaporare tutta la sua linea.

AANNGGUUIILLLLAARRAAAANNGGUUIILLLLAARRAAS T O R I A E F O L K L O R E . . .S T O R I A E F O L K L O R E . . .

avrebbe volentieri allargato il suo domi-nio sul lago. Innocenzo III consegnò ilfeudo a Franceschetto Cybo, suo fi-glio naturale, che alla morte del Pon-tefice lo cedette per 40.000 ducatid’oro a Gentil Virginio. Da quel mo-mento Anguillara divenne oggetto diuna lunga disputa tra il Papa Alessan-dro IV Borgia e gli Orsini, che tra al-

terne vicende riuscirono ad ottenere ilfeudo stabilmente solo con Giulio II.

Nel 1693 il possesso del territorio era pas-sato dalle mani degli Orsini a quelle deiGrillo, poiché gli Orsini, ormai soffocatidai debiti, avevano dovuto cedere Braccia-no agli Odescalchi e Trevignano ed An-guillara a due membri della famiglia Gril-lo: Anguillara passò a Francesco Grillo dèMari, duca di Mondragone. Dalla fine delSettecento non si hanno notizie del paesese non in forma frammentaria.

Il turismo e il folklore

Negli ultimi decenni Anguillara è torna-ta ad essere una meta turistica particolar-mente ambita dai romani e gli stranieri nonsolo per il fine settimana. Infatti, sul lun-golago sono sorte ville residenziali e sonostate acquistate vecchie case nel centrostorico da utilizzare come seconda resi-denza. Inoltre il lungolago fino a Vigna diValle, frequentatissimo nel periodo estivoe dove si può visitare il famoso museo del-l’aeronautica, offre per i numerosi turistimoltissimi servizi quali bar, pizzerie, cam-peggi, minigolf, tennis, calcetto, pescasportiva e tanti altri svaghi per passare iltempo libero e una bella vacanza.

Molte le manifestazioni e gli appunta-menti dedicati al folklore locale; tra le tan-te ricordiamo L’Infiorata (giugno, CorpusDomini), la Sagra del Pesce (giugno, lu-glio), la Festa di Settembre e il celebre Pa-lio dei Rioni (settembre), l’Estate Insieme(agosto), Anguillara Produce (giugno) edaltre manifestazioni collaterali intente amettere in evidenza il lato culturale delpaese che, appunto per la sua posizionegeografica, diventa naturalmente un poloculturale non indifferente.

Il paese situato sul lago in posizione pit-

Anguillara prende il suo nome da unaantica villa di epoca romana chiama-

ta “Angularia”, perché sorta proprio dovela costa forma un angolo retto. La sua sto-ria fu legata per molti secoli a quella dellafamiglia degli Anguillara e se ne ha unaprima notizia nell’XI secolo riguardanteun insediamento militare. Gli Anguillarapossedevano palazzi anche a Roma equindi non risedevano costantemente sullago. Non erano nemmeno troppo amatidalla popolazione locale a causa della lo-ro arroganza ed anche per il fatto che sem-bra, abbiano spesso esercitato il brigan-taggio, forse favoriti dalla posizione delcastello che trovandosi ad un crocevia perRoma dominava il continuo passaggio dimercanti e pellegrini.

La famiglia mantenne il feudo fino al1488, anno della morte dell’ultimo degliAnguillara. Il castello era da tempo ambi-to da Gentil Virginio Orsini d’Aragona, ilquale essendo signore di Bracciano

toresca ha mantenuto nel centro il suo im-pianto medioevale. Il corso principale loattraversa in linea retta salendo sino allaChiesa della Collegiata. L’accesso è cu-stodito da una porta del XVI secolo conl’arco a bugne, spesso circa 5 metri e sor-montato da un orologio. Sulla sinistra lapiazzetta si allarga verso il belvedere ab-bellito dalla “Fontana delle Anguille”,sulla destra si affaccia il cinquecentescoPalazzo Baronale, oggi sede del Comune,dove si conservano pregevoli affreschi re-centemente restaurati. Dietro il palazzo siergono i bastioni del Torrione Medioeva-le oggi sede del Museo della Civiltà Con-tadina e della Cultura Popolare “AugustoMontori”. Per una cordonata si raggiungela Chiesa dell’Assunta che conserva una“Madonna col Bambino”, una “Assun-zione” del Muziano ed alcuni Angeli delquattrocento.

Nella parte bassa si trova la Chiesa diSan Biagio, patrono della città. Sulla rivadel lago nella Chiesetta di S. Maria delleGrazie si venera l’effigie di una Madonnache nel 1796 avrebbe miracolosamentemosso gli occhi. Poco distante dal centrostorico le Chiese di san Francesco del XVsecolo ricolma d’affreschi pregiati e lapiccola Chiesetta della Trinità, in fase direstauro.

Nelle vicinanze d’Anguillara si trovanoresti di ville romane, le “Mura di SantoStefano” e i “Muracci di Sant’Andrea”.

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IL TEMPO dell’arte15

NUMERO 23 - 4 MARZO 2005 www.iltempo.it

Giuliana MarinielloFino al 23 marzo 2005

ACTA INTERNATIONALTel. 06 4742005

La città visibile è il risultato di una lungaricerca fotografica sulle mutazioni delpaesaggio urbano a Roma. Una visioneironica o surreale delle immagini pubbli-citarie che compaiono su mezzi di traspor-to, manifesti collocati sulle facciate di pa-lazzi in ristrutturazione, dove viene messoin risalto il rapporto insolito che s’instau-ra fra la città reale e quella dell’effimeropubblicitario.

Bianco - Valente - Adaptive Fino al 15 aprile 2005

V.M. 21 ARTE CONTEMPORANEATel. 06 68891365

Prima personale a Roma di GiovannaBianco e Pino Valente che lavorano insie-me dal 1995 su temi come dualità fra cor-po e mente e le relazioni fra naturale e ar-tificiale. Adaptive si riferisce al AdaptiveBehaviour, ricerche sulle capacità mentalidelle entità intelligenti descrivendo l’atti-tudine a usare il ricordo delle esperienze.Video e installazioni con musiche compo-ste da Mass.

Gino MarottaFino al 13 marzo 2005

SCUDERIE ALDOBRANDINI FRASCATITel. 06 97602663

Natura e Artificio. Una ampia selezione diopere, in gran parte inedite, formano il nu-cleo centrale dell’esposizione che il Co-mune di Frascati ha voluto realizzare perfesteggiare i settanta anni del Maestro.Una selezione di lavori del 1956 intro-durrà alla visione dell’opera recente diMarotta, consentendo una delle letturepossibili di un racconto che Marotta staancora scrivendo.

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PASSEGGIATE ROMANE

FORO ROMANO

opere di ristrutturazione e di ricostruzione,specialmente sotto Silla e Cesare, che concepìanche un rinnovamento totale ultimato, poi,da Augusto. L’area del Foro andò via via al-largandosi arrivando fino alla Velia per rag-giungere il massimo sotto Domiziano e, dopol’incendio neroniano, fino all’arco di Tito (fo-rum Adiectum).

Divenne la tomba di Cesare, i cui resti furo-no arsi presso la via Sacra, davanti al tempiodei Dioscuri e, dove era stato formato il rogo,Augusto eresse il “Templum Divi Julii”.

Durante l’impero, con la costruzione deiFori Imperiali, perse molta della sua impor-tanza politica rimanendo solo una piazza mo-numentale, sempre più abbellita dagli impera-tori con basiliche, templi e portici, come quel-lo che Nerone creò, alle pendici della Velia,come ingresso alla sua Domus Aurea.

Sotto Massenzio e Costantino, tornò in au-ge grazie alla costruzione sulla via Sacra deltempio di Romolo, della basilica Giulia e lesette colonne onorarie insieme alla statuaequestre di Costantino, ma durò poco e quan-do la corte imperiale si trasferì a Ravenna epoi in oriente per il Foro cominciò la decaden-za. Nel 346 Costanzo e nel 383 Graziano ordi-narono la chiusura dei templi pagani decre-tandone così la rovina, ma il colpo di graziagli venne dato dalle invasioni dei Goti nel 410e dei Vandali nel 455, questi distrussero mol-

tissimi monumenti, gli altri, quelli ancora inpiedi, furono occupati dai cristiani e trasfor-mati in Chiese, come quelle dei “S.S. Cosma eDamiano” in un’aula del tempio della Pace,di S. Lorenzo in Miranda del tempio di Anto-nino e Faustina, ecc.

L’ultimo reperto classico del Foro è la co-lonna eretta all’imperatore d’Oriente, Foca.

Già nel VIII secolo i vecchi monumenti ca-devano e le rovine ostruivano le vie, così chiaveva bisogno di materiale per costruzione sene serviva aumentando sempre più la devasta-zione e la rovina. Chi ne trasse maggiore van-taggio furono le Chiese cristiane che recupe-rarono tutto quello che era prezioso e adatta-bile altrove. Il resto, rimasto sul posto, riempìil livello della Valle, tanto che nel medioevo ilpiano stradale del Foro crebbe fino a quellodell’odierna via della Consolazione. Scom-parve tutto, l’unico avanzo della romanità erala colonna di Foca, il resto divenne un campoper il pascolo dei buoi (da qui il nome di cam-po Vaccino) che andavano ad abbeverarsi vi-cino al tempio dei Castori, in quella grandetazza di granito che ora si trova nella piazza diMonte Cavallo.

Il Foro rimase così, in stato di abbandono,fino all’inizio del XIX secolo quando ebberoinizio gli scavi scientifici per opera, tra gli al-tri, dell’architetto Nibby.

di Egidio Maria Eleuteri

VINCENZO GIOVANNI (1817-1903), IL FORO ROMANO

La Valle del Foro, attraversata in tutta la sualunghezza dalla via Sacra così chiamata

perché percorsa dai cortei religiosi, è limitatadai colli Palatino, Capitolino ed Esquilino. Lasua origine risale al 6000 a.C. e fu scelta daglistessi abitanti dei colli come il centro dei loroaffari, come zona di mercato e pertanto laelessero come il vero centro della vita cittadi-na.

Fu necessaria un’opera di bonifica per inca-nalare le acque che la infestavano e la tradi-zione ci racconta che furono i Tarquini, adiderare e costruire la Cloaca Massima. Questointervento segna l’inizio della vita del ForoRomano,” Forum Magnun” chiamato cosìper distinguerlo dal “Foro Boario”, dal“Suario”, dal “Piscario” e dall’“Olitorio”,mercati rispettivamente di buoi, suini, pescied ortaggi.

Racconti di avvenimenti successi in questaValle ci testimoniano l’importanza che il Foroha sempre avuto: l’alleanza tra Romolo e Ti-zio Tazio, le riunioni nella Curia dei Senatori,i comizi del popolo, le assemblee politiche.

Dopo la cacciata dei re, sotto i tre colli, sicominciarono a costruire i primi templi: aipiedi del Campidoglio quello di Saturno, aquelli del Palatino, vicino alla fontana di Giu-gurta, quello dei Castori mentre quello dedi-cato a Vesta era già stato edificato nell’età re-gia.

Camillo, alla metà del IV secolo a.C., a ri-dosso dell’Arce, innalzò il tempio della Con-cordia, che sarà l’ultimo tempio costruito finoad Augusto.

Nell’età repubblicana cominciarono adaprirsi, ai lati della piazza, le botteghe dei ma-cellai e degli erbivendoli e comparvero anchei banchieri, mentre la parte centrale del Foroed il Comitium erano riservati alla magistra-tura, alle feste religiose e a tutte quelle ceri-monie che interessavano la vita della città. Perun certo periodo queste, chiamiamole, fun-zioni si tennero o all’aperto o in baracche dilegno, solo in seguito furono costruiti edificispecifici in muratura le cosiddette “tabernae”ed infine le basiliche come la Porcia, la Sem-pronia e l’Emilia e contemporaneamente lestrade di comunicazione con i “vicus” vicini.

Il Foro era diventato non solo una verapiazza monumentale, il cuore della città siaper la vita politica che per quella civile, ma fuanche teatro di lotte cruente tanto è vero chevecchi edifici, talvolta , andavano distrutti. Inconseguenza a questi fatti il Foro subì molte

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“Un’opera d’arteredime il tempo.

E comprarlaredime il denaro.”(William Gaddis, Le perizie)

BOSIA R T E SAntiquariato - Contemporanea

ROMACell. +39.335.611.91.31 • www.bosiartes.com • [email protected]

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Perizie“Capriccio: Arco di Tito e Orti Farnesiani” Niccolò Viviano CODAZZI – (XVII secolo/century) – olio su tela

“La découverte archéologique” 1966 – Alfred COURMES (1898 – 1993) olio su tela