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VENTENNALE DELL’ORDINE DEI GEOLOGI DEL LAZIO-ASSEMBLEA GENERALE DEGLI ISCRITTIROMA 14 Dicembre 2011
Il rischio idrogeologico nel LazioIl rischio idrogeologico nel Lazio
Geol. Tiziana GuidaConsigliere dell’Ordine dei Geologi del Lazio
VENTENNALE DELL’ORDINE DEI GEOLOGI DEL LAZIO-ASSEMBLEA GENERALE DEGLI ISCRITTIROMA 14 Dicembre 2011
Il territorio della Regione Lazio, per la sua conformazione morfologica, si presta a varie tipologie di dissesto idrogeologico: dalle frane di scorrimento e/o colamento che si
verificano prevalentemente nei flysch miocenici e nei depositi argillosi e sabbiosi plio-pleistocenici, alle frane di crollo nei carbonati, nel vulcanico e nei conglomerati, alle
alluvioni nei fondovalle.
La problematica del rischio idrogeologico viene affrontata a livello di bacino idrografico nell’ambito dei Piani stralcio di bacino per l’Assetto Idrogeologico (PAI), predisposti dalle
Autorità di Bacino.
Da Progetto IFFI - ISPRA
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La Regione Lazio ricade per il 42,2% del suo
territorio nell’Autorità di Bacino nazionale del Tevere, per il 31% nei Bacini Regionali, per il 20,1% nell’Autorità di
Bacino nazionale del Liri Garigliano-Volturno e per
il restante 3,6% nelle Autorità di Bacino
interregionali del Fiora e del Tronto.
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IL PIANO STRALCIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO
La pianificazione di bacino relativa all’assetto idrogeologico è stata definita nel dettaglio dal D.L. 180/98 e s.m.i. ed è attualmente regolamentata dalla parte terza del D.Lgs. 152/06 e da normative a carattere Regionale che, per il Lazio, è la L.R. n. 53 del 11/12/1998: Organizzazione regionale della difesa del suolo in applicazione della L. 18 maggio 1989, n. 183.
.Il Piano stralcio di bacino per l’Assetto idrogeologico (PAI) contiene, in
particolare:
• La perimetrazione delle aree a diverso grado di pericolosità e di rischio, da alluvione e da frana;
• La definizione delle misure di salvaguardia e vincoli all’uso del suolo, atti a non incrementare il rischio nelle zone in cui esiste già un pericolo;
• L’individuazione degli interventi di difesa (strutturali, non strutturali, di manutenzione, ecc.) atti a ridurre il rischio idrogeologico nelle aree riconosciute a rischio e a non incrementarlo nelle aree critiche.
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AREE INDIVIDUATE NEI PAI
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• 372 comuni, ovvero il 98% del totale, hanno almeno un’area in cui è elevata la probabilità che si verifichi un’alluvione o una frana.• Le aree in dissesto idraulico o geomorfologico interessano una superficie pari a circa 1.309 kmq che costituisce il 7,6% della superficie regionale. Le frane piùpericolose occupano il 5 % del territorio.• Più di 350.000 persone vivono in aree potenzialmente a rischio di frana o alluvione.
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Autorità di bacino del fiume Tevere
Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico
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Progetto Catalogo franedel Portale Cartografico Nazionalewww.pcn.minambiente.it
Il comune che presenta il più alto rischio idrogeologico nel Lazio èRoma, sia per l’estensione territoriale che per il numero di abitanti e per l’elevato valore dei beni esposti. I comuni con la maggiore estensione delle aree esondabili sono, invece, Rieti con 44 kmq e Fiumicino con 40 kmq.
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2%68,0197884%130,265741VT
2%104,0455473%141,228503RM
3%72,6730613%75,598727RI
3%59,1182954%94,772154LT
2%51,30298814%442,770473FR
Percentuale del territorio provinciale esondabileAree esondabili (kmq)
Percentuale del territorio provinciale in franaAree in frana (kmq)Provincia
Distribuzione percentuale delle aree a maggior pericolo di frana
49%
11%
9%
16%
15%
FR
LT
RI
RM
VT
Distribuzione percentuale delle aree a maggior pericolo di alluvione
14%
17%
20%
30%
19%
FR
LT
RI
RM
VT
AREE AD ALTA CRITICITA' IDROGEOLOGICA PER FRANA E ALLUVIONE NEL LAZIO
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13,53CampodimeleLT10
14,52PescosolidoFR9
17,84SettefratiFR8
20,74Carpineto RomanoRM7
22,01PiciniscoFR6
24,41San Donato Val di CominoFR5
24,49SoraFR4
24,61EsperiaFR3
27,25VeroliFR2
30,12AcquapendenteVT1
Frana (kmq)COMUNEPROVn.
35,34%SettefratiFR10
35,37%CampodimeleLT9
35,57%PiciniscoFR8
36,68%VentoteneLT7
36,97%SerroneFR6
39,08%Villa LatinaFR5
40,79%PonzaLT4
43,52%CasalatticoFR3
51,84%Belmonte CastelloFR2
65,08%San Donato Val di CominoFR1
Frana (% comunale)COMUNEPROVn.
TOP TEN DEI COMUNI CON AREE AD ALTA CRITICITA' PER FRANA
Aree a più elevato rischio/pericolosità contenute nei PAI. Elaborazione dati Dott. Geol. Leo Di Maggio
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6,87LatinaLT10
7,27Sant'ApollinareFR9
8,11CastelforteLT8
9,95ContiglianoRI7
11,36TerracinaLT6
16,90Montalto di CastroVT5
31,90TarquiniaVT4
38,13RomaRM3
39,88FiumicinoRM2
44,46RietiRI1
Alluvione (kmq)COMUNEPROVn.
16,92%Pignataro InteramnaFR10
18,64%ContiglianoRI9
18,74%FiumicinoRM8
20,13%AgostaRM7
21,25%CastelforteLT6
21,56%RietiRI5
25,57%RovianoRM4
29,14%Sant'Ambrogio sul GariglianoFR3
29,27%Colli sul VelinoRI2
40,50%Sant'ApollinareFR1
Alluvione (% comunale)COMUNEPROVn.
Aree a più elevato rischio/pericolosità contenute nei PAI. Elaborazione dati Dott. Geol. Leo Di Maggio
TOP TEN DEI COMUNI CON AREE AD ALTA CRITICITA' PER ALLUVIONE
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Autorità di bacino del fiume Tevere
PS 1 - Aree soggette a rischio di esondazione nel tratto Orte - CastelGiubileo (PS1)
Approvato con D.P.C.M.del 3 Settembre 1998
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Vincoli e salvaguardie previsti nelle aree ad alto rischio e pericolosità idrogeologica
Nel Lazio solo il PAI del Tevere ha individuato e perimetrato le aree attenendosi a quanto contenuto nell’Atto di indirizzo e coordinamento (D.P.C.M. 29/09/1998), pertanto le aree con diverso grado di rischio e pericolosità sono codificate in modo diverso da ciascuna Autorità di bacino. Anche la metodologia utilizzata per l’individuazione è diversa (stato di attività delle frane, tempi di ritorno delle piene)
I vincoli che gravano sulle aree a pericolosità e rischio più elevati vietano le nuove edificazioni, ma consentono la realizzazione di nuove infrastrutture viarie pubbliche e, a volte, anche di infrastrutture pubbliche in genere, se riferite ad interventi essenziali e non altrimenti localizzabili.
Si può sempre proporre la declassificazione di un’area a seguito della realizzazione di interventi di messa in sicurezza o di studi approfonditi che dimostrino l’inesistenza del pericolo. A tal fine i PAI contengono delle linee guida per la redazione degli studi geologici ed idraulici di corredo alla richiesta di deperimetrazione.
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Approccio tradizionale con opere di difesa passiva
Argine per la protezione nei confronti di piene con tempo di ritorno di 50 anni
Argine per la protezione nei confronti di piene con tempo di ritorno di 200 anni
5%
20%
25%
48%
1%da avviare
in fase di progetto
lavori in esecuzione
lavori conclus i
revoche & modifiche
sul totale di 204 interventi
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Stato di attuazione degli interventi urgenti di difesa del suoloStato di attuazione degli interventi urgenti di difesa del suolo finanziati dallo Stato nel finanziati dallo Stato nel periodo 1998periodo 1998--2009 nel Lazio (da: Progetto RENDIS 2009 nel Lazio (da: Progetto RENDIS -- ISPRA)ISPRA)
Dal 1998 al 2009 lo Stato ha finanziato nella Regione 204 intervDal 1998 al 2009 lo Stato ha finanziato nella Regione 204 interventi per la messa in sicurezza di aree a rischio enti per la messa in sicurezza di aree a rischio idrogeologico, per un totale di circa 184 milioni di euro, a froidrogeologico, per un totale di circa 184 milioni di euro, a fronte di richieste per quasi 700 milioni di euro. Dal nte di richieste per quasi 700 milioni di euro. Dal
monitoraggio effettuato dallmonitoraggio effettuato dall’’ISPRA risulta che i lavori finanziati sono conclusi solo nel 48%ISPRA risulta che i lavori finanziati sono conclusi solo nel 48% dei casi.dei casi.
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DIFFICOLTA’ NELLA REALIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI
• Carenza di personale tecnico all’interno degli enti attuatori degli interventi, che spesso sono piccoli comuni
• La progettazione richiede tempi lunghi poiché occorre una approfondita conoscenza del fenomeno per definire la tipologia piùadeguata di opera
• Complessità dell’iter procedurale tecnico-amministrativo, rispetto all’urgenza richiesta dal tipo di intervento
• Difficoltà di quantificare l’importo dell’intervento in maniera esaustiva prima di aver approfondito il livello della progettazione
• Eventi meteorici di particolare intensità aggravano o modificano la situazione prima che sia realizzato l’intervento o in corso d’opera, rendendo necessaria a volte la completa revisione di quanto progettato o realizzato
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Accordo di programma finalizzato al finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico tra Ministero dell’Ambiente
e Regione Lazio siglato il 10 luglio 2010
Prevede uno stanziamento di 90 milioni di euro per la realizzazione di 59 interventi di messa in sicurezza da frane e alluvioni, approvati con D.G.R. 329/2010, e 30 milioni per
un programma straordinario di interventi contro le esondazioni.
L’intervento più consistente, per 16,5 milioni di euro riguarda la messa in sicurezza idraulica della città di Roma che si attua a monte, nel comune di Monterotondo, dove
l’ampia presenza di aree in cui il Tevere è libero di espandersi, allagandole, ha scongiurato spesso le alluvioni nel centro storico della Capitale.
A Roma sono previsti anche interventi di consolidamento frane, sulla collina dei Parioli, in viale Tiziano, in via G. Valli, zona Portuense, e in via Labriola, nei Municipi XVII e XIX.
Interventi importanti sono previsti sulle isole di Ponza e Ventotene, per metterne in sicurezza le spiagge e arrestare l’arretramento delle coste rocciose.
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La riduzione del rischio si persegue anche attraverso interventi non strutturali che richiedono risorse economiche molto più contenute
• Norme per l’uso del suolo
• Delocalizzazione insediamenti
• Monitoraggio dei fenomeni
• Sistemi di preavviso e allarme
• Piani di emergenza
• Presidi territoriali
• Comunicazione e consapevolezza del rischio
• Coinvolgimento della popolazione nelle azioni di difesa
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Negli altri paesi il risarcimento dei danni ai cittadini avviene quasi esclusivamente attraverso le assicurazioni. I cittadini pertanto sono invogliati ad investire per ridurre la vulnerabilità dei propri beni, riducendo così il rischio complessivo e, di conseguenza, il premio dell’assicurazione.
In Italia l’effetto di delega totale alle istituzioni si coniuga con la tendenziale deresponsabilizzazione dei singoli, con atteggiamenti di assuefazione e fatalismo, con ciò disincentivando la capacità collettiva di “attrezzarsi” alla convivenza con il rischio.
ATTREZZARSI CONTRO IL RISCHIO DI ALLUVIONE
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Occorre imparare a convivere con il rischio!
Grazie per l’attenzione