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Manualetto di PROTEZIONE CIVILE sul rischio idrogeologico (CON NORME DI COMPORTAMENTO) Regione Umbria Giunta Regionale Ambiente, territorio e infrastrutture

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Page 1: Manualetto di PROTEZIONE CIVILE sul rischio idrogeologico · Il rischio idrogeologico rappresenta per il nostro Paese un proble- ... L’Umbria è una delle tre regioni, insieme a

Manualetto di PROTEZIONE CIVILE

sul rischio idrogeologico

(CON NORME DI COMPORTAMENTO)

Regione Umbria Giunta Regionale Ambiente, territorio e infrastrutture

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A cura del Servizio Protezione Civile Sezione Volontariato, Formazione e Comunicazione Piazza Partigiani 1 - 06100 - Perugia Email [email protected] www.protezionecivile.regione.umbria.it

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Prefazione

Il rischio idrogeologico rappresenta per il nostro Paese un proble-

ma molto rilevante che, in base all’assetto geomorfologico, si pre-

senta in maniera molto diversificata. Gli eventi, diversi fra loro,

hanno come denominatore comune la presenza di acqua ( dal greco

“idros”) e di terra (dal greco “geos”) e sono classificabili in: frane,

esondazioni e dissesti morfologici di carattere torrentizio, trasporto

di massa lungo le conoidi di zone montane e collinari, esondazioni

e sprofondamenti nelle zone collinari e di pianura.

Il nostro territorio è predisposto a questo tipo di eventi soprattutto

per la sua conformazione geologica e geomorfologica caratterizzata

da un’orografia giovane e da rilievi in via di sollevamento.

E’ importante sottolineare che l’azione dell’uomo e le continue

modifiche del territorio condizionano fortemente il rischio idrogeo-

logico.

Oggi si è sviluppata una nuova politica di gestione del rischio tesa

ad amplificare una cultura della previsione e della prevenzione a

discapito di un’altra che affrontava il problema soltanto durante le

emergenze. Questa nuova cultura ha bisogno della partecipazione

di tutti i cittadini che vanno quindi resi consapevoli ed informati:

l’opuscoletto vuole contribuire a questo obiettivo.

ALESSANDRO SEVERI Dirigente Servizio Protezione Civile

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Cos’è il rischio idrogeologico?

I termini dissesto idrogeologico e rischio idrogeologico vengono usati

per definire fenomeni e danni reali o potenziali causati dalle acque in

generale sia superficiali (in forma liquida o solida) sia sotterranee.

Gli eventi maggiori di dissesti idrogeologici sono:

• Frane

• Alluvioni

• Erosioni costiere

• Subsidenze

• Valanghe

Possiamo anche aggiungere, soprattutto negli ultimi decenni, numerosi

periodi di siccità che hanno determinato diffuse condizioni di emergen-

za idrica sul territorio.

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Frane

Sono movimenti di massa di roccia, terra o detrito lungo un versante.

Le frane sono molto diffuse nel nostro Paese a causa delle condizioni

orografiche e della conformazione geologica del territorio. Il nostro

Paese è tra i primi nel mondo occidentale della classifica dei territori

più danneggiati in termini economici e, soprattutto, in termini di perdi-

ta di vite umane.

Frane

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Frane

Dal punto di vista di protezione civile, le frane presentano condizioni di

pericolosità* misurabile in base alla massa e alla velocità del corpo di

frana.

Efficaci difese dagli effetti di una frana possono essere costituite da in-

terventi di tipo strutturale (muri di sostegno, ancoraggi, micropali, inie-

zioni di cemento, reti paramassi, strati di spritz-beton, ecc.) ed attività

di prevenzione (norme di salvaguardia sulle aree a rischio, sistemi di

monitoraggio e piani di emergenza).

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* Pericolosità: è la probabilità che un fenomeno potenzialmente distruttivo si verifichi in una data area in un dato periodo di tempo.

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Frane

Tipi di frane:

• Frane di crollo: massa di terreno o di roccia che si stacca da un

versante molto ripido o aggettante: tipico di questo genere è il

movimento estremamente rapido;

• Scorrimenti: movimenti caratterizzati da deformazione di taglio e

spostamento lungo una o più superfici di rottura localizzate a di-

verse profondità nel terreno: una parte di terreno scivola su quella

sottostante;

• Colamenti: si ha una deformazione continua nello spazio di mate-

riali lapidei e sciolti: colata di fango.

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Alluvioni

Alluvioni

Le alluvioni sono tra le manifestazioni più comuni del dissesto idrogeo-

logico e sono causate da un corso d’acqua che, a causa di un aumento

di portata straordinario, rompe gli argini e invade la zona circostante

arrecando danni ad edifici, attività produttive, rete stradale, zone agri-

cole, ecc.

I fenomeni censiti nella Banca dati del Progetto AVI* sono stati nel

periodo tra il 1918 e il 1994 oltre 28.000 ed hanno interessato più di

15.000 località**.

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*AVI: Aree Vulnerate Urbane; vedi anche pag. 14 **Fonte: Dipartimento della Protezione civile - www.protezionecivile.it

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Alluvioni

L’aumento della frequenza dei fenomeni è legato alla diffusa impermea-

bilizzazione del territorio, che, impedendo l’infiltrazione della pioggia

nel terreno, causa l’aumento dei quantitativi e le velocità dell’acqua che

defluisce verso i fiumi: tutti problemi derivanti dall’elevata antropizza-

zione (cementificazione, disboscamento, ecc.) dalla mancata pulizia del-

l’alveo e dalla presenza di detriti o di vegetazione che ostruiscono il nor-

male deflusso dell’acqua.

Molti bacini idrografici generano piene in tempi molto brevi (nell’ordine

di poche ore); per questo motivo è fondamentale che organi istituzionali

e strutture operative presenti sul territorio siano allertate con il maggior

anticipo possibile, al fine di ridurre l’esposizione delle persone ai rischi

e limitare i danni al territorio.

Un’efficiente difesa dalle alluvioni si basa sia su interventi strutturali

come, per esempio, argini, invasi e canali, sia su interventi non struttura-

li, ovvero quelli relativi alla gestione del territorio, come i provvedimen-

ti di limitazione della edificabilità, oppure quelle relativi alla gestione

delle emergenze, come la predisposizione dei modelli di previsione col-

legati ad una rete di monitoraggio, la stesura dei piani di emergenza, la

realizzazione di un efficiente sistema di coordinamento delle attività

previste in tali piani.

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Altri dissesti

Erosioni costiere

In un paese come il nostro il problema dell’erosione costiera è molto

diffuso. A causa dei prelievi di ghiaia e di sabbia lungo l’alveo di molti

fiumi italiani è diminuito l’apporto del trasporto solido fluviale recapi-

tato alle spiagge. Per questo motivo, in numerosi litorali la linea di co-

sta è vistosamente arretrata, portandosi a ridosso di infrastrutture viarie,

edifici, insediamenti industriali, minacciandone la stessa esistenza e

costringendo talvolta la popolazione ad evacuare l’area.

Subsidenze e sprofondamenti

La subsidenza consiste in un lento processo di abbassamento del suolo,

che può coinvolgere territori di estensione variabile. Tale fenomeno è

generalmente causato da fattori geologici, ma negli ultimi decenni è

stato localmente aggravato dall’azione dell’uomo (es. prelievo di acqua

e gas naturali) ed ha raggiunto dimensioni superiori a quelle di origine

naturale.

Valanghe e slavine

Le valanghe e slavine sono costituite da masse nevose che si distaccano

in modo improvviso dai pendii di un rilievo, precipitando verso valle ed

accrescendosi di volume durante il percorso.

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Crisi idriche

In un sistema di approvvigionamento idrico si verifica una situazione di

deficienza idrica quando l’ordinaria domanda d’acqua da parte degli

utenti non può più essere corrisposta sia per eventi di siccità, inquina-

mento o errata gestione delle fonti di alimentazione sia per carenza ne-

gli impianti. Al fine di evitare l’acuirsi delle crisi idriche, è necessario

mettere in atto una serie di provvedimenti, anche individuali per poter

preservare e gestire nel modo più opportuno il patrimonio idrico nazio-

nale. È necessario gestire in maniera oculata e razionale le falde acqui-

fere, ridurre i consumi, riparare o rifare le condotte, impiegare reti di

adduzione e distribuzione “duali” che consentono cioè l’utilizzo di ac-

qua pregiata per fini potabili e di acqua depurata per gli altri usi.

Crisi idriche

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Classificazione aree a rischio idrogeologico

“La superficie del territorio italiano a potenziale rischio idrogeologico

più alto è pari a 21.504 Kmq, di cui 13.760 per frane e 7.744 Kmq per

alluvioni. Si tratta del 7,1 % della superficie della nazione. Sono 5.553

i comuni interessati, pari al 68,8% dei comuni italiani. Le regioni con

la maggiore presenza di aree a rischio potenziale in rapporto alla su-

perficie totale sono la Valle d’Aosta, la Campania, l’Emilia-Romagna,

il Molise, la Toscana e il Piemonte. In Valle d’Aosta, in Umbria e in

Calabria il 100% dei comuni della regione sono interessati da aree po-

tenzialmente a rischio.”*

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* Fonte: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio - Report aprile 2003

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Umbria e il rischio idrogeologico L’Umbria è una delle tre regioni, insieme a Val d’Aosta e Calabria,

che ha il 100% dei comuni interessati da aree a potenziale rischio idro-

geologico. Premesso ciò è comprensibile come sia necessario interveni-

re con un’opera di prevenzione adeguata per mitigare il rischio.

In Umbria la pianificazione regionale per la difesa dal rischio idrogeo-

logico è stata impostata individuando tre obiettivi:

• Garantire la manutenzione delle opere per la difesa idraulica così

da evitare che il degrado possa ridurre l’efficienza dell’attuale

reticolo idrografico, rendendolo vulnerabile;

• Monitorare gli eventi, per rilevare il rischio nella sua fase iniziale

utilizzando sistemi in tempo reale, così da consentire l’attuazione

delle necessarie misure di allertamento e salvaguardia. La Regio-

ne Umbria si è dotata, tra le prime in Italia, di una rete di monito-

raggio idrometeorologico già a partire dai primi anni ottanta; i-

noltre è attivo il Sistema Informativo Ambiente che permette una

conoscenza puntuale del territorio sia per il rischio da esondazio-

ne che per il rischio da frana;

• Attuare i piani di assetto idrogeologico e realizzare le opere per

mettere in sicurezza le aree a grave rischio di inondazione.

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Umbria e il rischio idrogeologico

Figura: Sintesi della superficie delle aree a potenziale rischio idrogeo-

logico più alto - percentuale, su base provinciale, del numero dei Co-

muni interessati*.

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*Fonte: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio - Direzione Difesa Ter-ritorio - Segreteria Tecnica Difesa Suolo - Pianificazione Territoriale provinciale e rischio idrogeologico - Previsione e tutela - Report aprile 2003

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Normativa di riferimento

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La normativa nazionale di riferimento è:

• Legge n. 183/89

• Legge n. 267/98

• Legge n. 365/00

• D. Lgs. n. 180/98

La Legge 183/89 ha definito la “Norme per il riassetto organizzativo e

funzionale della Difesa del Suolo” ed ha istituito, tra le altre, le se-

guenti Autorità di Bacino di riferimento per la nostra regione:

• Autorità di Bacino nazionale del Fiume Tevere, che ricopre il

95% del territorio regionale ;

• Autorità di Bacino nazionale del Fiume Arno, che ricopre il 3%

del territorio regionale;

• Autorità di Bacino regionale delle Marche, che ricopre il 2% del

territorio regionale;*

Il D.Lgs 180/98 (decreto Sarno) ha accelerato il processo pianificatorio

permettendo di perimetrare le aree a più elevato rischio idrogeologico.

La Legge 267/98 e successive modificazioni ha introdotto i “Piani

Straordinari e Piani Stralcio per l’Assetto Idrogeologico” . *Fonte: Regione Umbria - Ambiente, territorio e infrastrutture - www.ambiente.regione.umbria.it

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Progetto AVI (Aree Vulnerate in Italia)

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Nel 1989 il Dipartimento della Protezione Civile commissionò al Grup-

po nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche (GNDCI) del

Consiglio Nazionale delle Ricerche, il censimento delle aree del paese

colpite da frane e da inondazioni per il periodo 1918 - 1990. Successi-

vamente si è provveduto ad estendere il censimento al periodo 1991 -

1994.

Il censimento venne realizzato da gruppi di ricerca distribuiti su tutto il

territorio nazionale che coinvolsero esperti, ricercatori ed operatori tec-

nici.

Tutte le notizie censite hanno permesso di costituire un archivio digitale

contenente oltre 17.000 informazioni relative a frane ed oltre 7.000 in-

formazioni relative ad inondazioni.

E’ stata anche prodotta una carta sinottica delle località colpite da mo-

vimenti franosi ed inondazioni.

Questa riporta la localizzazione di oltre 15.000 località (9086 frane e

6456 inondazioni) colpite da eventi catastrofici per il periodo 1918 -

1994. Nella carta sono anche individuate 2608 località colpite da frane

e 2317 località colpite da inondazioni in modo ricorsivo. *

* Fonte: Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) - http://avi.gndci.cnr.it/

Page 17: Manualetto di PROTEZIONE CIVILE sul rischio idrogeologico · Il rischio idrogeologico rappresenta per il nostro Paese un proble- ... L’Umbria è una delle tre regioni, insieme a

Progetto AVI (Aree Vulnerate in Italia) Zonazione in base alla densità per comune dei fenomeni*

Figura: più la zona è soggetta a frane più scura è la tonalità del verde

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* Fonte: Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) - http://avi.gndci.cnr.it/

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Cosa occorre sapere

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Una delle risorse più importanti per affrontare eventi estremi di natura idrogeologica e idrica, è l’informazione. Conoscere le caratteristiche del rischio, l’ubicazione delle zone nelle quali possono avvenire frane o alluvioni, sapere se esiste un piano di emergenza sono tutti elementi da conoscere per un’efficace autoprote-zione. E’ importante chiedersi: • Sono in grado di identificare le tipologie di rischio idrogeologico

alle quali il mio Comune è esposto? • Esiste un piano di emergenza comunale? • Il mio Comune organizza esercitazioni di Protezione civile? • Nel mio Comune ci sono organizzazioni di volontariato?

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Norme di comportamento

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Frane • Non ci sono case o muri che possano arrestare una frana. Soltan-

to un luogo più elevato ti può dare sicurezza; • Spesso le frane si muovono in modo repentino, come le colate di

fango; • Evita di transitare nei pressi di aree già sottoposte ad eventi fra-

nosi, in particolar modo durante temporali o piogge violente. Prima • Contatta il tuo Comune di appartenenza per informarti sulla pre-

senza di aree a rischio di frana nel territorio comunale; • Stando in condizioni di sicurezza, osserva il terreno nelle tue

vicinanze per rilevare la presenza di piccole frane o di minute variazioni nella morfologia del terreno: in alcuni casi, piccole modifiche della morfologia possono essere considerate precur-sori di eventi franosi;

• In alcuni casi, prima delle frane sono visibili sui manufatti alcu-ne lesioni e fratturazioni; alcuni muri tendono a ruotare o trasla-re;

• Ascolta la radio o guarda la televisione per apprendere dell’e-missione di eventuali avvisi di condizioni meteorologiche avver-se. Anche durante e dopo l’evento è importante ascoltare la ra-dio o guardare la televisione per conoscere l’evoluzione degli eventi;

• Allontanati dai corsi d’acqua o dalle incisioni torrentizie nelle quali vi può essere la possibilità di scorrimento di colate rapide di fango.

Durante • Se la frana viene verso di te o se è sotto di te, allontanati il più

velocemente possibile, cercando di raggiungere una posizione più elevata o stabile;

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Norme di comportamento

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• Se non è possibile scappare, rannicchiati il più possibile su te stesso e proteggi la tua testa;

• Guarda sempre verso la frana facendo attenzione a pietre o ad altri oggetti che, rimbalzando, ti possono colpire;

• Non soffermarti sotto pali o tralicci: potrebbero crollare o cadere; • Non avvicinarti al ciglio di una frana perché è instabile; • Se stai percorrendo una strada e ti imbatti in una frana appena

caduta, cerca di segnalare il pericolo alle altre automobili che po-trebbero sopraggiungere.

Dopo • Allontanati dall’area in frana. Può esservi il rischio di ulteriori

frane; • Controlla se vi sono feriti o persone intrappolate nell’area in fra-

na, senza entrarvi direttamente. In questo caso, segnala la presen-za di queste persone ai soccorritori;

• Verifica se vi sono persone che necessitano assistenza, in partico-lar modo bambini, anziani e persone disabili;

• Le frane possono spesso provocare la rottura di linee elettriche, del gas e dell’acqua, unitamente all’interruzione di strade e ferro-vie. Riporta le notizie di eventuali interruzioni alle autorità com-petenti;

• Nel caso di perdita di gas da un palazzo, NON entrare nel palaz-zo per chiudere il rubinetto del gas. Verifica se vi è un interrutto-re generale del gas fuori dall’abitazione ed in questo caso chiudi-lo. Riferisci questa notizia ai Vigili del Fuoco o ad altro persona-le specializzato.

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Norme di comportamento Alluvioni • Durante e dopo le alluvioni, l’acqua dei fiumi è fortemente inqui-

nata e trasporta detriti galleggianti che possono ferire o stordire; • Ascolta la radio o guarda la televisione per apprendere dell'emis-

sione di eventuali avvisi di condizioni meteorologiche avverse; • Macchine e materiali possono ostruire temporaneamente vie o

passaggi che cedono all’improvviso; • Se non si è in fase di preallarme e non piove, poni al sicuro la tua

automobile in zone non raggiungibili dall’allagamento; • Le strade spesso diventano dei veri e propri fiumi in piena. Prima (preallarme) • È utile avere sempre a disposizione una torcia elettrica e una ra-

dio a batterie, per sintonizzarsi sulle stazioni locali e ascoltare eventuali segnalazioni utili;

• Salvaguarda i beni collocati in locali allagabili, solo se sei in con-dizioni di massima sicurezza;

• Assicurati che tutte le persone potenzialmente a rischio siano al corrente della situazione;

• Se abiti ad un piano alto, offri ospitalità a chi abita ai piani sotto-stanti, viceversa se risiedi ai piani bassi, chiedi ospitalità;

• Poni delle paratie a protezione dei locali situati al piano strada e chiudi o blocca le porte di cantine o seminterrati;

• Se non corri il rischio di allagamento, rimani preferibilmente in casa;

• Insegna ai bambini il comportamento da adottare in caso di emer-genza, come chiudere il gas o telefonare ai numeri di soccorso.

Durante (allarme o eventi in corso) • E’ cautelativamente preferibile concentrare nel momento del pre-

allarme anche le operazioni previste nella fase di allarme o evento in corso;

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Norme di comportamento • E’ fondamentale ricordare che la differenza tra il preallarme e

l’allarme o evento in corso, può essere minima e di difficile pre-visione: è sufficiente che la pioggia si concentri in una zona ri-stretta per dar luogo a fenomeni improvvisi di inondazione.

In casa • Chiudi il gas, l’impianto di riscaldamento e quello elettrico. Pre-

sta attenzione a non venire a contatto con la corrente elettrica con mani e piedi bagnati;

• Sali ai piani superiori senza usare l’ascensore; • Non scendere assolutamente nelle cantine e nei garage per salvare

oggetti o scorte; • Non cercare di mettere in salvo la tua auto o i mezzi agricoli: c’è

pericolo di rimanere bloccati dai detriti e di essere travolti da cor-renti;

• Evita la confusione e mantieni la calma; • Aiuta i disabili e gli anziani del tuo edificio a mettersi al sicuro; • Non bere acqua dal rubinetto di casa: potrebbe essere inquinata. Fuori casa • Evita l’uso dell’automobile se non in casi strettamente necessari; • Se sei in auto, non tentare di raggiungere comunque la destinazio-

ne prevista, ma trova riparo nello stabile più vicino e sicuro; • Evita di transitare o sostare lungo gli argini dei corsi d’acqua, so-

pra ponti o passerelle; • Fai attenzione ai sottopassi: si possono allagare facilmente; • Allontanati verso i luoghi più elevati e non andare mai verso il

basso; • Evita di passare sotto scarpate naturali o artificiali; • Non ripararti sotto alberi isolati; • Usa il telefono solo per casi di effettiva necessità per evitare so-

vraccarichi delle linee. 20

Page 23: Manualetto di PROTEZIONE CIVILE sul rischio idrogeologico · Il rischio idrogeologico rappresenta per il nostro Paese un proble- ... L’Umbria è una delle tre regioni, insieme a

Norme di comportamento Dopo • Raggiunta la zona sicura, presta la massima attenzione alle indi-

cazioni fornite dalle autorità di protezione civile, attraverso radio, TV e automezzi ben identificabili della protezione civile;

• Evita il contatto con le acque. Sovente l’acqua può essere inqui-nata da petrolio, nafta o da acque di scarico. Inoltre può essere carica elettricamente per la presenza di linee elettriche interrate;

• Evita le zone dove vi sono ancora correnti in movimento; • Fai attenzione alle zone dove l’acqua si è ritirata. Il fondo delle

strade può essere indebolito e potrebbe collassare sotto il peso di una automobile;

• Getta via i cibi che sono andati in contatto con le acque dell’allu-vione;

• Presta attenzione ai servizi, alle fosse settiche, ai pozzi danneg-giati. I sistemi di scarico danneggiati sono serie fonti di rischio.

Da tenere a portata di mano: · Kit di pronto soccorso + medicinali; · Generi alimentari non deperibili; · Scarpe pesanti; · Scorta di acqua potabile; · Vestiario pesante di ricambio; · Impermeabili leggeri o cerate; · Torcia elettrica con pila di riserva; · Radio e pile con riserva; · Coltello multiuso; · Fotocopia documenti di identità; · Chiavi di casa; · Valori (contanti, preziosi); · Carta e penna.

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Norme di comportamento Crisi idriche Per risparmiare acqua: • munisci i rubinetti di dispositivi frangigetto che consentano di

risparmiare l'acqua; • verifica che non ci siano perdite. • non lasciar scorrere inutilmente l'acqua del rubinetto, ma aprilo

solo quando è necessario, ad esempio mentre si lavano i denti o durante la rasatura della barba;

• non utilizzare l’acqua corrente per lavare frutta e verdura: è suffi-ciente lasciarle a bagno con un pizzico di bicarbonato;

• dove possibile, riutilizza l’acqua usata: l’acqua di cottura della pasta, ad esempio, per sgrassare le stoviglie, quella utilizzata per lavare frutta e verdura per innaffiare piante e fiori;

• utilizza lavatrici o lavastoviglie, possibilmente nelle ore notturne, solo a pieno carico, e ricordati di inserire il programma econo-mizzatore se la biancheria o le stoviglie da lavare sono poche;

• utilizza i serbatoi a due portate, nei servizi igienici; consente di risparmiare circa il 60% dell’acqua attualmente usata con serbatoi a volumi fissi ed elevati;

• preferisci la doccia al bagno: è più veloce e riduce di un terzo i consumi;

• quando vai in ferie o ti assenti per lunghi periodi da casa, chiudi il rubinetto centrale dell’acqua;

• non utilizzare acqua potabile per lavare automobili. In caso di sospensione dell’erogazione dell’acqua: • Prima della sospensione, fai una scorta minima di acqua per ba-

gno e cucina e rifornisciti di piatti, posate, bicchieri di plastica, ovatta e alcool denaturato;

• Spegni lo scaldabagno elettrico e riattivalo dopo che è tornata l’e-rogazione per evitare danni alle resistenze di riscaldamento;

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Numeri Utili

CARABINIERI

112

EMERGENZA SANITARIA 118

POLIZIA DI STATO 113

VIGILI DEL FUOCO 115

GUARDIA DI FINANZA 117

CORPO FORESTALE DEL-LO STATO 1515

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Bibliografia, sitografia e riferimenti normativi Bibliografia Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Report 2003. Sitografia http://avi.gndci.cnr.it www.protezionecivile.it www.ambiente.regione.umbria.it Riferimenti normativi • Legge del 18 maggio 1989, n. 183 “Norme per il riassetto orga-

nizzativo e funzionale della difesa del suolo”. • Legge 3 agosto 1998, n. 267 "Conversione in legge, con modifi-

cazioni, del decreto-legge 11 giugno 1998, n. 180, recante misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania".

• Legge 11 dicembre 2000, n. 365 "Conversione in legge, con mo-dificazioni, del decreto-legge 12 ottobre 2000, n. 279, recante in-terventi urgenti per le aree a rischio idrogeologico molto elevato ed in materia di protezione civile, nonche' a favore delle zone del-la regione Calabria danneggiate dalle calamita' idrogeologiche di settembre ed ottobre 2000".

• D.Lgs . 11 giugno 1998, n. 180 “Misure urgenti per la prevenzio-ne del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da di-sastri franosi nella regione Campania.

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Stampato presso il Centro stampa della Regione Umbria Marzo 2008